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MERCOLEDI
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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 20 Marzo 2013 |
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TUMORI, CON I “NANODRONI” IL FARMACO CENTRA IL BERSAGLIO “UN’ARMA EFFICACE E SELETTIVA PER SCONFIGGERE LA MALATTIA” |
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Roma, 20 marzo 2013 – Oggi è possibile superare la barriera del cancro,
finora impermeabile ai farmaci chemioterapici tradizionali. Nanoparticelle, che
funzionano come droni, sono in grado di attraversare la massa densa che
circonda il tumore e di trasportare il medicinale in maniera selettiva nelle
cellule malate, in concentrazioni maggiori (+33%) e senza danneggiare i tessuti
sani. Uno di questi farmaci, il Nab paclitaxel (paclitaxel legato all’albumina
in nanoparticelle) è già utilizzato con successo nel tumore del seno, che ogni
anno nel nostro Paese fa registrare 46mila nuovi casi. La nanomedicina
rappresenta una vera e propria rivoluzione per l’oncologia e apre la strada
alla chemioterapia target, la nuova frontiera per sconfiggere il cancro. Per
discutere delle prospettive offerte dall’innovazione tecnologica si svolge oggi
a Roma un convegno nazionale patrocinato da Aiom (Associazione Italiana di
Oncologia Medica) e Sifo (Società Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei
Servizi Farmaceutici delle Aziende Sanitarie), in cui è prevista la lezione
magistrale del prof. Mauro Ferrari, presidente del Methodist Hospital Research
Institute di Houston, il più importante ricercatore al mondo nel campo della
nanomedicina. “Un nanometro – spiega il prof. Ferrari - equivale a un
miliardesimo di metro. In queste dimensioni le proprietà fisiche della materia
e il modo in cui si esprimono le leggi della natura cambiano. Le nanotech
modificano radicalmente i principi della lotta al cancro perché aprono nuovi
orizzonti nella personalizzazione della terapia”. Una particella di circa 100
nanometri è in grado entrare nella cellula (che ha un diametro compreso fra i
10.000 ai 20.000 nanometri) e di interagire con il Dna e con le proteine.
“Oggi, per la prima volta, siamo di fronte a un sensibile passo in avanti nel
trattamento del tumore del pancreas – afferma il prof. Stefano Cascinu,
presidente Aiom –. Ogni anno in Italia si registrano 11.500 nuove diagnosi. Si
tratta di una delle neoplasie a prognosi più infausta: solo il 5% degli uomini
e il 6% delle donne risultano vivi a 5 anni, senza sensibili scostamenti
nell’ultimo ventennio. In uno studio di fase Iii Nab paclitaxel con gemcitabina
ha infatti evidenziato risultati clinici significativi, con un aumento del 59%
nella sopravvivenza a un anno e un tasso raddoppiato a due anni. In questa
formulazione vengono sfruttate le potenzialità dell’albumina, una proteina che
funziona come un veicolo naturale in grado di trasportare più rapidamente il
farmaco attraverso i vasi sanguigni. In queste dimensioni infatti il medicinale
è 100 volte più piccolo rispetto a un globulo rosso. L’albumina si lega poi a
una proteina, Sparc, presente nelle cellule neoplastiche del pancreas
consentendo a maggiori quantità di principio attivo di penetrare nel tumore”.
In questo modo è possibile ottenere livelli di paclitaxel libero nell’organismo
10 volte superiori rispetto a quelli rilasciati dalla formulazione tradizionale
e raggiungere concentrazioni più alte del 33% all’interno delle cellule
tumorali. Senza provocare reazioni allergiche perché non vengono utilizzati
solventi chimici.
I principi della nanotecnologia si applicano anche nella diagnosi
radiologica. Uno degli obiettivi è sviluppare traccianti radioattivi legati ad
altre sostanze che mirino a punti specifici del tumore. In questo modo sarà
possibile disporre di una definizione diagnostica decisamente migliore di
quella offerta dai normali mezzi di contrasto. Il Methodist Hospital Research
Institute (Tmhri) di Houston, presieduto dal prof. Ferrari, è il più importante
centro al mondo di ricerca nelle nanotecnologie. È un ente indipendente
all’interno di un sistema ospedaliero (Methodist Hospital System). Al Tmhri
lavorano 1.200 dipendenti e sono in corso 700 clinical trial (protocolli
sperimentali). “La nanotech – sottolinea il prof. Ferrari - unisce molteplici
settori scientifici: sulla scala nanometrica le differenze tra discipline
svaniscono. I nanofarmaci infatti non possono che essere il frutto della
collaborazione tra clinici, oncologi molecolari, ingegneri, chimici,
farmacologi e matematici”.
“Un nuovo trattamento è realmente innovativo quando offre al paziente
benefici maggiori rispetto alle opzioni precedentemente disponibili, in termini
di efficacia, sicurezza e convenienza - dichiara la Dott.ssa Laura Fabrizio,
Presidente di Sifo -. Il farmacista ospedaliero è coinvolto a pieno titolo
nell’introduzione delle nuove tecnologie, come ad esempio le nanotecnologie, ed
il suo contributo nell’ambito dell’innovazione è richiesto in tutte le fasi del
percorso, dalla valutazione, alla decisione fino al monitoraggio degli esiti.
Innovare vuol dire esplorare percorsi, verificare programmi ed esperienze che,
a livello centrale o periferico, tentino di dare risposte praticabili,
rispettando i principi di equità e sostenibilità che presiedono il sistema
sanitario pubblico”. “La sfida della sostenibilità – conclude il prof. Cascinu
- per il nostro sistema sanitario, si può vincere garantendo l’accesso a
trattamenti con un ottimo rapporto costo/beneficio. La parola d’ordine deve
essere appropriatezza”.
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SANITA’: RAPPORTO “OASI”: VENETO VIRTUOSO GRAZIE A QUOTIDIANO LAVORO DI SQUADRA PER TENERE PARAMETRI VITALI SOTTO CONTROLLO |
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Venezia, 20 marzo 2013 - “Il Veneto d’eccellenza che emerge dal
rapporto Oasi dell’Università Bocconi è il frutto di un certosino, difficile,
quotidiano lavoro di squadra, che parte dal livello regionale e vede protagonisti
le migliaia di uomini e donne della sanità veneta, dall’ultimo medico di base,
al grande cattedratico, ai nostri direttori generali, passando attraverso il
personale infermieristico e amministrativo. Lavoro per una sempre maggiore
appropriatezza di prescrizioni e prestazioni, per il miglior utilizzo e
l’aggiornamento delle tecnologie, sulla spesa farmaceutica, sullo sviluppo
dell’informatizzazione, sull’utilizzo del day surgery e del day hospital.
Lavoro per il quale a tutti, ma proprio tutti, va il mio sincero
ringraziamento”.
Lo sottolinea l’assessore regionale alla sanità Luca Coletto,
commentando la pubblicazione del rapporto “Oasi” sulla sanità italiana 2012.
“Grazie a tutto questo – aggiunge Coletto – il Veneto senza tasse sulla
sanità rispetta tutti i principali parametri dettati a livello nazionale: dal
tasso di ospedalizzazione alla quota di spesa farmaceutica, dal rapporto tra
personale e numero di assistiti allo sviluppo dell’informatizzazione, per
finire al trasferimento di tutte cure possibili dall’ospedale al territorio e
all’utilizzo di tutte le più moderne tecnologie e tecniche chirurgiche per
tenere il paziente il meno possibile nella sgradita condizione di ricoverato e
curarlo a casa e sul territorio”.
“Per dirla con un’espressione clinica – aggiunge Coletto – stiamo
riuscendo a tenere tutti i parametri vitali della nostra sanità sotto
controllo, dedicando ogni euro e ogni energia disponibile all’assistenza dei
cittadini. Non siamo dei marziani – conclude Coletto – motivo per il quale mi auguro
che in giro per l’Italia qualcuno si rimbocchi le maniche e cerchi di fare lo
stesso”.
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CURARE, E BENE, IL DIABETE IN ITALIA COSTA 1/3 CHE NEGLI USA |
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Roma, 20 marzo 2013. Il diabete presenta il conto e lo fa negli Usa
attraverso il rapporto dell’American Diabetes Association (Ada) pubblicato a
cadenza quinquennale; l’ultimo rapporto, relativo ai dati 2012, è stato
presentato qualche giorno fa a Capitol Hill in occasione dell’incontro annuale
di advocacy ‘Call to Congress’, organizzato dall’Ada. In Italia a fare i conti
al diabete ci pensa l’osservatorio Arno-diabete, frutto della collaborazione
tra la Società Italiana di Diabetologia (Sid) e l’osservatorio Arno del Cineca.
Gli ultimi dati italiani risalgono al 2010 e sono calcolati sulla base dei dati
amministrativi di circa 10 milioni di italiani. “Il costo totale diretto del
diabete in Italia viene stimato nel nostro Paese intorno ai 9 miliardi di Euro
– afferma Giulio Marchesini, Professore ordinario e Direttore Scuola di
Specializzazione in Scienza dell’Alimentazione presso l’Università di Bologna e
massimo esperto sui costi dei diabete derivanti dallo studio Arno). Se aggiungiamo
anche il costo dei presidi e della distribuzione diretta di alcuni farmaci, non
presente in Arno, si può arrivare facilmente tra i 10 e gli 11 miliardi di euro
(circa 14 miliardi di dollari) per una popolazione di 60 milioni di Italiani ed
il 5% di prevalenza del diabete. Mancano in Italia dati solidi sui costi
indiretti del diabete (guadagni perduti, giornate lavorative perse, ecc).
Lo studio Economic Cost of Diabetes in the U.s. In 2012, che sarà
pubblicato sul numero di Aprile di Diabetes Care, la rivista dell’American
Diabetes Association, evidenzia invece una spesa del 245 miliardi di dollari
(176 miliardi di dollari in costi diretti e 69 miliardi in costi indiretti) nel
2012 per i costi inerenti al diabete stelle e strisce, cifra che peraltro fa
registrare un aumento del 41% rispetto alla già ragguardevole cifra di 174
miliardi di dollari indicata nel precedente rapporto del 2007. Gli Stati che
fanno registrare la maggiore spesa per il diabete sono la California (con 27,6
miliardi di dollari) e la Florida (con 18,9 miliardi di dollari). I vertici dell’American Diabetes Association,
attribuiscono questa esplosione della spesa sanitaria destinata alle persone
con diabete, all’aumento di prevalenza di questa condizione, anche se poi alla
fine la spesa sanitaria per una persona con diabete è 2,3 volte superiore a
quella della popolazione non diabetica. Resta il fatto, che almeno negli Usa, i
costi del diabete crescono ad una velocità assai maggiore, rispetto alla spesa
sanitaria in generale: in questo Paese oggi un dollaro ogni 10 di quelli
destinati all’assistenza sanitaria viene speso per il diabete e le sue
complicanze.
L’analisi degli esperti dell’Ada mette in rilievo anche un altro dato
interessante e cioè che la spesa farmaceutica, nonostante l’introduzione sul
mercato di nuove classi di antidiabetici, è rimasta identica a quella del 2007,
cioè pari al 12% dei costi totali, il che indica che altri sono i motivi
dell’aumento della spesa legata alla malattia diabetica. Negli Usa 26 milioni
di persone sono affette da diabete e altre 79 milioni da prediabete, ma le
proiezioni per il 2050 preannunciano che un americano su tre svilupperà la
malattia. In Italia, le persone con diabete sono oltre 3 milioni e quelle con
prediabete quasi 2 milioni, con proiezioni che vedono in circa 6 milioni le
persone affette da diabete nel 2030. “Osservando questi dati – commenta
Marchesini – si evince che il nostro sistema è molto più economico; anche
aggiungendo spese personali non conteggiate (visite in libera professione e
acquisto diretto di alcuni farmaci), per certo non si giunge al costo diretto
di 13.700 dollari (oltre 10mila Euro) a persona degli Stati Uniti. In Italia la
spesa annuale per una persona con diabete si attesta infatti intorno a € 3.500,
un terzo del costo degli Usa. Varrebbe la pena di interrogarsi sull’efficienza
del nostro Ssn”.
“Sicuramente il nostro Paese –
commenta il professor Stefano Del Prato, Presidente della Società Italiana di
Diabetologia – ha il vantaggio di essersi dotato ormai da tempo di una rete di
servizi specialistici in grado di affrontare le condizioni più complesse e di
interagire con sempre maggiore efficienza con la medicina generale per
garantire un’ampia copertura alla popolazione diabetica. Questa organizzazione
rende la cura del diabete efficiente soprattutto nel cogliere e prontamente
trattare le prime manifestazioni delle complicanze, come testimoniato da una
riduzione dei ricoveri ospedalieri che sono passati da 120.804 nel 2000 a
96.787 nel 2010.” “Anche in Italia, comunque – prosegue il professor Marchesini
– il costo per persona con diabete è di 2.2-2.5 volte superiore a quello del
costo sanitario di una persona senza diabete, espressione delle molteplici
complicanze della malattia ed in particolare delle complicanze cardiovascolari.
La percentuale di spesa per farmaci, ricoveri, servizi, è molto simile tra
Italia e Stati Uniti. In Italia i ricoveri ospedalieri coprono il 57% del costo
calcolato sui dati amministrativi (ma circa il 45% dei costi totali diretti,
come negli Usa); il costo dei farmaci è intorno al 22-25% del totale (contro il
30% degli Usa, considerando una spesa del 12% per i farmaci antidiabetici e del
18% per i farmaci per le complicanze del diabete), quello della specialistica
ed esami di laboratorio e strumentali intorno al 10% (9% negli Usa per le sole
visite).Vale comunque la pena inquadrare il problema nella spesa sanitaria
globale. Ricordiamoci che gli Usa spendono oggi oltre il 17% del Pil per la
Sanità, contro un 9% della spesa in Italia (inferiore alla media Ocse).
Quanto al problema della spesa farmaceutica – prosegue il professor
Marchesini – il 30% Usa deriva dalla somma del 18% (spesa farmaceutica per le
complicanze, ovvero farmaci non ipoglicemizzanti) + 12% (spesa per farmaci antidiabetici). Il valore riportato
(22-25% in Italia) è la spesa farmaceutica globale, di cui circa un quinto
(ovvero il 4% del totale della spesa) è quella relativa ai soli farmaci
ipoglicemizzanti. I farmaci per il diabete costano in media soltanto 200-210
Euro a paziente in Italia. Questo valore aumenta del 50% o poco più se
calcoliamo il costo dei presidi. Quindi, in Italia si spende molto meno, soprattutto
per i farmaci. I vincoli Aifa non sono senza effetto.” Ma come sta cambiando
negli anni il costo del diabete in Italia? “L’osservatorio Arno-diabete –
spiega il professor Marchesini – ci conferma che, come negli Stati Uniti, anche
in Italia in peso economico del diabete, come quello di altre malattie croniche
non trasmissibili, si va facendo insostenibile. Tra il 2006 ed il 2010
l’aumento del costo totale diretto del diabete per il Sistema Sanitario
Nazionale è stato di circa il 20% (circa 1,4 miliardi di Euro) e le proiezioni
per il futuro non sono favorevoli. Occorrono strategie per favorire la
prevenzione del diabete e delle sue complicanze, per limitare la spesa dei
ricoveri nelle fasi avanzate”.
“I dati forniti dall’analisi Ada così come quelli dell’Osservatorio
Arno Cineca – commenta il professor Stefano Del Prato – indicano che il costo
legato al diabete mellito rischia di divenire non più sostenibile nell’arco di
pochi anni. La quota maggiore di questo aggravio di spesa non è tanto nell’uso
di farmaci, quanto di quello legato alla ospedalizzazione. La causa principale
di ricovero per la persona con diabete è rappresentato dalle complicanze che
possono essere ridotte solo con una efficace prevenzione del diabete e, in chi
la malattia ce l’ha già, con uno stretto controllo glicemico. La prima richiede
una massiccia azione generale che migliori la consapevolezza della popolazione
generale iniziando con processi educativi avviati già in età scolare. La
seconda è di rendere omogeneo un trattamento standardizzato e moderno su tutto
il territorio nazionale, con il coinvolgimento di tutti gli attori del sistema
come previsto dal Piano Nazionale del Diabete. Ovviamente queste azioni devono
essere accompagnate da un’attenta verifica di costo-efficacia. In tal senso la
Società Italiana di Diabetologia ha avviato, oltre alla collaborazione con
l’Osservatorio Arno-cineca anche un gruppo di lavoro di Health Technology
Assessment con la partecipazione di esperti di economia sanitaria e
diabetologi”.
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RITROVAMENTO FETO, IN BICOCCA SI LAVORA PER INDIVIDUARE LE RESPONSABILITÀ
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Milano, 20 marzo
2013 – «Faremo chiarezza fino in fondo su questa vicenda, prima di tutto perché
è nell’interesse dell’Università», così il rettore Marcello Fontanesi a
conclusione di un incontro avuto questa mattina con il professor Angelo Vescovi
e la sua equipe di ricerca.
«Faremo una nostra
commissione di indagine interna per capire esattamente che cosa è successo. Il
primo passo, infatti, è stato quello di chiedere questa mattina stessa alle
persone coinvolte nel ritrovamento del feto di fare una relazione scritta su
come si sono svolti i fatti. Al tempo stesso – ha concluso il rettore – agiremo
in modo da non interferire con le indagini che stanno conducendo gli
investigatori e la magistratura. Abbiamo anzi già espresso la nostra massima
disponibilità a collaborare per far luce sulla vicenda».
Lo stesso Angelo
Vescovi, che è professore associato di Biologia applicata presso il dipartimento
di Biotecnologie e Bioscienze dell’Ateneo ha ribadito al rettore che il suo
gruppo non ha mai svolto in Bicocca ricerche che comportassero l’utilizzo di
tessuto fetale, chiarendo che «la
ricerca che svolgiamo è esclusivamente su cellule in coltura. L’eventuale
utilizzo di frammenti di tessuto riguarda esclusivamente il tessuto tumorale
adulto».
«Per
la ricerca e la terapia scientifica è impossibile utilizzare feti interi – ha
precisato Vescovi - ed eventuali frammenti possono essere impiegati solamente
previa autorizzazione dei Comitati Etici delle strutture coinvolte. Insomma, il
reperto cosi come è stato ritrovato, ovvero congelato a -80 C°, lo rende
completamente inutilizzabile a fini scientifici, perché la temperatura cosi
bassa applicata a un corpo intero distrugge completamente le cellule e la
anatomia dei tessuti stessi».
In Italia la
sperimentazione sui tessuti fetali è moralmente ammissibile, secondo il parere
espresso dal Comitato Nazionale di Bioetica, «purché i genitori diano il loro
consenso libero e informato e sia accertata l’indipendenza tra il personale
medico e il personale che pratica la sperimentazione e sia stato acquisito il
parere positivo di un comitato etico indipendente». |
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SANITÀ - CAPPELLACCI A AMMINISTRATORI GALLURA, PERCORSO CONDIVISO PER RIFORMA ASL |
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Cagliari, 20 Marzo 2013 - La riforma delle Aziende sanitarie locali cui
lavora la Giunta ha l´obiettivo di migliorare i servizi, razionalizzare il
sistema sanitario della Sardegna, eliminando i disservizi e aumentare la
qualità dell´offerta. Si tratta di un percorso ancora nella fase iniziale che
la Regione intende condividere con tutti i territori e per il quale viene
istituito un tavolo per monitorarne le tappe e i miglioramenti proposti. È
quanto è emerso questa mattina a Cagliari durante l´incontro a Villa Devoto tra
il presidente della Regione Ugo Cappellacci e alcuni rappresentanti delle
istituzioni della Gallura, tra cui il sindaco Gianni Giovannelli di Olbia, il
primo cittadino di Tempio Romeo Frediani, il vicepresidente della Provincia
Olbia Tempio Pietro Carzedda, l´assessore alla Sanità di Olbia e il direttore
del distretto sanitario della Asl.
Nel corso del vertice il presidente della Regione ha ribadito che il
processo di riforma è allo stato embrionale, va affrontato nella sua interezza
e che la razionalizzazione delle Asl non comprende accorpamenti tra territori.
Il progetto intende creare 4 macroaree sanitarie senza però uno sbilanciamento
dei servizi nei territori interessati e che si sta lavorando alla creazione di
un’unica centrale di acquisto nell’ottica del contenimento non solo della spesa
farmaceutica ma della riduzione della intera spesa per acquisto di beni e
servizi.
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NUOVE RICERCHE SUI FARMACI PER IL TRATTAMENTO DELLE MALATTIE DEL SISTEMA NERVOSO CENTRALE (CNS) |
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Gerusalemme, 20 marzo 2013 -
Teva Pharmaceutical Industries Ltd. Annuncia la presentazione - nel corso del 65esimo
Congresso Americano di Neurologia (Aan) (che si sta tenendo in questi giorni ,
dal 16 al 23 marzo a San Diego, California) - di 15 abstract che mettono in
evidenza i risultati di alcuni studi sulla malattia di Parkinson (Pd) e sulla
Sclerosi multipla recidivante-remittente (Rrms). Mercoledì 20 marzo, durante la
sessione congressuale dedicata alle Emerging science (in precedenza conosciuta
come Late-breaking Science), saranno presentate nuove evidenze per Azilect
(compresse a base di rasagilina), un inibitore delle Mao-b per il trattamento
del Parkinson, .
“Siamo soddisfatti per la varietà dei temi e per la qualità dei risultati
delle ricerche che saranno presentati quest´anno all´Ann” ha commentato Michael
Hayden, president, Global Research and Development, Chief Scientific Officer di
Teva Pharmaceutical Industries Ltd. “L´eredità di Teva per il Cns fonda le sue
radici sulla nostra continua collaborazione con il mondo accademico, le
istituzioni mediche e le associazioni dei pazienti. Una collaborazione volta a
trovare soluzioni innovative per i malati che vivono con malattie croniche e
debilitanti, quali, appunto, la Rrms e il Parkinson. Continueremo a investire
per ampliare la conoscenza dei nostri prodotti, e per capire come questi
possano rispondere al meglio alle diverse esigenze dei pazienti a cui ci
rivolgiamo.”
Nel corso della presentazione saranno illustrati:
I risultati di uno studio clinico di Fase Iv con Azilect come terapia
aggiuntiva agli agonisti dopaminergici nel trattamento della malattia di
Parkinson (Studio Andante).
I risultati, dopo un primo anno difollow-up, nello studio per
l´ottimizzazione terapeutica nel campo della Sclerosi multipla (Top Ms). Si
tratta del più grande trial prospettico di fase Iv condotto nel campo della
Rrms: fornisce informazioni rilevanti sull´impatto dell´aderenza alla terapia e
dimostra come i pazienti trattati con Copaxone (glatiramer acetato) proseguano
nel trattamento più a lungo di quelli a cui viene somministrato l’interferone
beta (Ifn)
I risultati dello studio Allegro, di fase Iii, nella Rrms, della durata di 36 mesi, in cui vengono
messe a confronto la progressione della malattia e la sicurezza nei soggetti
trattati con laquinimod per tre anni (Early-start) e, nei soggetti trattati con
placebo nella fase in doppio-cieco (Db), e successivamente trattati con
Laquinimod (Delayed Start), nella fase in aperto dello studio Allegro.
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300 DELTAPLANI E PARAPENDIO IN VOLO NEI CIELI DEL VENETO |
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Torino, 20 marzo 2013 - La più
grande manifestazione di volo libero in Italia si espande e per
l´edizione 2013, organizzata dall´aero Club Montegrappa dal 28 marzo al
1
aprile, non si fa mancare nulla.
Al Trofeo Expo Montegrappa, a Borso del Grappa (Treviso), sono attesi
come
espositori i migliori marchi del settore e come competitori i più forti
piloti di deltaplano e parapendio provenienti da 33 nazioni. La lista delle
iscrizioni alle gare è quanto mai lunga, ma il tetto massimo di
ammissioni è
fissato a 120 per i primi e 150 per gli altri.
Tra i partecipanti è certa la presenza dei team azzurri di deltaplano,
campione del mondo e d´Europa in carica, e parapendio anch´esso
campione
d´Europa, ed i loro portacolori Alessandro Ploner (Bolzano) e Luca
Donini di
Trento, vice campioni del mondo rispettivamente nell´una e nell´altra
specialità. Un compito insolito attende Donini, quello di papà-coach
del
figlio Nicola, 16 anni, il più giovane tra i piloti in gara. In lizza
anche
Nicole Fedele di Gemona del Friuli (Udine), campionessa europea in
carica e
detentrice della coppa del mondo di parapendio femminile, ed Aaron
Durogati
di Merano che ha vinto identico titolo in campo maschile lo scorso
gennaio.
Per la prima volta gareggeranno anche i paramotori, un mezzo che ha
preso le
ali dal volo libero e la propulsione da quello ultraleggero a motore.
Saranno una dozzina i piloti guidati dal tecnico Oscar Mistri in
collaborazione con gli organizzatori che si daranno battaglia in
spettacolari slalom lungo un circuito contrassegnato da piloni
gonfiabili,
eventi ai quali il pubblico potrà assistere come fosse allo stadio.
Le gare di parapendio e deltaplano, invece, saranno seguite dalla gente
presso lo stand del Consorzio Vivere il Grappa, sotto la grande
tensostruttura che ospiterà gli espositori presso l´atterraggio Garden
Relais a Semonzo. Grazie all´ormai collaudato sistema live tracking,
vale a
dire uno strumento elettronico in dotazione a ciascun pilota, saranno
visualizzate in tempo reale le posizioni dei contendenti su computer e
maxischermo, un po´ come accade in televisione per certe regate
veliche. Con
condizioni meteo favorevoli è possibile volare per oltre 100 km e
raggiungere località come Recoaro (Vicenza), Feltre (Belluno) e Aviano
in
Friuli, sfruttando le correnti d´aria ascensionali, unico
"motore" a
disposizione di deltaplani e parapendio.
Alle competizioni faranno contorno il consueto carosello di eventi ed
attività collaterali: voli in parapendio biposto con istruttori, prove
di
volo gratuite per i bimbi, arrampicata, nordic walking, rafting,
mountain
bike, escursioni guidate, stand gastronomici e tanto altro per
visitatori
grandi e piccini.
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