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Notiziario Marketpress di Mercoledì 20 Marzo 2013
"STIMOLARE L´INNOVAZIONE NEL SETTORE DELLE RISORSE FITOGENETICHE"  
 
Il 23 aprile si terrà a Bruxelles, in Belgio, un evento intitolato "Stimolare l´innovazione nel settore delle risorse fitogenetiche" (Stimulating Innovation in Plant Genetic Resources). Il partenariato europeo per l´innovazione (Pei) per la produttività e la sostenibilità dell´agricoltura è una delle principali iniziative della Commissione europea per sostenere la ricerca e l´innovazione in agricoltura. Il Pei è concepito come uno strumento di collaborazione in rete per migliorare il trasferimento tecnologico dal laboratorio alla fattoria e il circuito di retroazione dal livello della fattoria alla programmazione della ricerca. In pratica, il Pei rafforzerà i legami tra la ricerca finanziata nell´ambito di Orizzonte 2020 e i progetti più operativi finanziati a titolo dei programmi di sviluppo rurale. Rappresentando l´intera catena di innovazione dell´allevamento vegetale, dalla ricerca di base alla produzione delle colture e la lavorazione alimentare, la piattaforma tecnologica europea "Piante per il futuro" sta raccogliendo le principali parti interessate del settore agricolo e si impegna a stimolare la ricerca e l´innovazione nel campo delle risorse fitogenetiche a beneficio degli agricoltori e dei consumatori. Questo evento esaminerà i diversi modi in cui il Pei può contribuire a migliorare la capacità di innovazione delle risorse fitogenetiche ed evidenzierà le iniziative nel settore della coltivazione vegetale che possono servire come base per l´ulteriore sviluppo del Pei. Per ulteriori informazioni, visitare: http://www.Plantetp.org/index.php?option=com_content&view=article&id=173&itemid=53  
   
   
CROLLANO I CONSUMI DI FRUTTA E VERDURA: I RISULTATI PEGGIORI DI SEMPRE (DAL REPORT 2012 DI CSO)  
 
Ferrara - Il report annuale sugli acquisti di ortofrutta domestica delle famiglie italiane, elaborato da Cso su rilevazioni Gfk, evidenzia un dato estremamente preoccupante: dieci anni fa si acquistavano in totale 417 Kg annui di ortofrutta per famiglia ed oggi siamo a 331 kg. 86 Kg in meno per nucleo famigliare, una tendenza pericolosa anche per la salute, se si considera che, secondo l´Organizzazione Mondiale della Sanità, lo scarso consumo di frutta e verdura è una delle prime cause di malattia in Occidente. Nel 2012 i consumi domestici delle famiglie italiane sono stati pari a 8 milioni di tonnellate, inferiori del 2% rispetto all’anno precedente e paragonabili a quelli del 2005, anno nel quale si registroÌ il minimo assoluto. Il comparto frutticolo eÌ quello che maggiormente incide in questo ribasso (-2,3% con 4.3 milioni di tonnellate); gli ortaggi, anch’essi in calo, contengono le perdite (-1,6% a 3,7 milioni di tonnellate). Nel dettaglio delle singole specie frutticole si evidenzia un calo abbastanza generalizzato, variabile dal -4% al -1%; fanno eccezione solo fragole, in lieve ripresa e prugne e pompelmi, stabili. Se dal 2006 al 2011 i consumi di ortofrutta tutto sommato risultavano abbastanza stabili, variabili attorno a 8.2 milioni di tonnellate, il segno negativo del 2012 rappresenta, senza dubbio, la mancata ripresa e un ritorno al periodo più buio. La frutta, in particolare, scende a livelli mai toccati negli ultimi 10 anni; gli ortaggi, invece, mantengono un livello di poco al di sotto della media del decennio. Se si confrontano gli acquisti del 2012 delle singole specie con quelli di dieci anni prima emergono delle differenze sostanziali fra di esse. Mele, pere e arance calano tutte del 15%; l´uva da tavola registra un -18%, i mandarini -30%. Abbastanza stabili le pesche mentre risultano in crescita le nettarine (+11%), crescono le clementine (+15%) e i kiwi (+36%) anche se nell´ultimo anno si registra una lieve frenata. Stabili le albicocche, in crescita importante i meloni (+19%) e le susine (+17%). In fortissima crescita (+ 102%) la frutta esotica (ananas + altra frutta esotica). Per quanto riguarda gli acquisti di verdure sempre nel lungo periodo si evidenzia il crollo di patate (-14%), pomodori (-19%), carote (-10%), cipolle (-30%), melanzane (-10%), carciofi (-61%), bietole e fagiolini con cali a due cifre. Interessante, al contrario, la crescita delle insalate (+12%) e dei radicchi, in forte incremento i cetrioli (+31%), asparagi (+13%), fagioli (+69%) e piselli (+16%). Va evidenziato che il prezzo medio di acquisto di frutta e verdura per famiglia nel 2012 è stato pari a 1,5 euro al giorno, un dato che certo non giustifica il calo dei consumi. La Grande Distribuzione Organizzata concentra il 57% dei volumi degli acquisti; perde quota il dettaglio tradizionale con i mercati rionali e ambulanti, mentre crescono i discount. E´ interessante notare come Sud e Isole rappresentino oggi un´area in cui i consumi di ortofrutta sono ancora elevati e non erano mai scesi sotto i 3 milioni di tonnellate tranne nel 2012 con 2,9 milioni di tonnellate.  
   
   
AGRICOLTURA, CAMPANIA: ISTITUITO TAVOLO TECNICO SULLA FILIERA BUFALINA  
 
"E´ stato istituito il tavolo tecnico sulla filiera bufalina per affrontare le problematiche del comparto." Ne dà notizia Daniela Nugnes, consigliere del presidente Caldoro per l’Agricoltura, che ha incontrato i rappresentanti regionali di Coldiretti, Confagricoltura, Cia, Confartigianato, Cna e Confindustria. Dopo un ampio confronto, sviluppatosi in diverse riunioni tematiche, sono state condivise una serie di proposte su aspetti ritenuti fondamentali dalla Regione e dalle forze sociali. "In primo luogo - spiega la Nugnes - è stato stabilito che la tracciabilità interessi sia la produzione di latte che quella della mozzarella e che la Regione Campania possa offrirsi quale gestore della procedura per tutto il territorio nazionale, forte anche della piattaforma informatica in parte già disponibile presso l´Orsa (Osservatorio regionale per la sicurezza alimentare), con una tracciabilità semplice e finalizzata alla conoscenza dei processi di tutta la filiera. "E´ stato proposto, inoltre, che nei caseifici dove è presente solo latte di bufala idoneo alla lavorazione di mozzarella di bufala Dop potrà essere possibile produrre anche altri formaggi o preparati alimentari a base di latte di bufala." Il tavolo ha chiesto altresì un periodo transitorio di applicazione della norma che consenta di ammettere l´utilizzazione di giacenze preventivamente dichiarate. Inoltre, è stata sottolineata l’esigenza di trasformare il tavolo in osservatorio permanente sulla filiera e, di comune intesa, di definire la stesura di un contratto tipo sulla commercializzazione del latte di bufala, sia nell´area Dop che fuori. "E´ comune condivisione - prosegue la Nugnes – evidenziare le carenze della normativa già vigente ed intervenire anche con azioni di contrasto nei riguardi delle contraffazioni alimentari. "Con questo atto è stato raggiunto un primo grande traguardo. Il metodo scelto, basato sulla concertazione, sta portando i suoi frutti. In questa occasione, infatti, siamo riusciti a coinvolgere tutti i soggetti della filiera bufalina a cui va il plauso per aver saputo cogliere con attenzione il mio invito a confrontarsi su temi concreti e, talvolta, scottanti. "Con la forza e il supporto di tale lavoro tecnico l´assessorato è ora in grado di intraprendere un percorso che faccia chiarezza su una filiera che, negli ultimi anni, è stata troppo spesso nell´occhio del ciclone. Il percorso che abbiamo intrapreso in assessorato dovrà, ora, avere un seguito anche a livello nazionale", conclude la Nugnes.  
   
   
CORRIDOI VERDI PER LA TRANSUMANZA DEGLI OVINI. VERSO UN PIANO PER IL VENETO  
 
Confronto istituzionale  ieri a Palazzo Balbi sulla proposta di elaborare una mappatura di “corridoi verdi” nel territorio del Veneto all’interno dei quali praticare senza problemi la transumanza degli ovini. L’assessore regionale all’agricoltura Franco Manzato ha incontrato su questi temi il Sindaco del Comune di San Giorgio in Bosco (Pd) Renato Bobo Miatello, il quale ha segnalato alcuni problemi legati al passaggio delle greggi transumanti, problemi condivisi con altri primi cittadini del Veneto che negli ultimi mesi li hanno segnalati alla Regione. “Grazie all’interessamento di molti sindaci che vivono questa particolarità del pascolo in prima persona sul loro territorio – ha affermato Manzato – abbiamo preso atto delle questioni specifiche e ci avviamo a creare un piano dettagliato che delinei i “corridoi verdi” dedicati a questa attività. In collaborazione con le unità sanitarie locali, avvieremo un tavolo di lavoro che avrà l’obiettivo di redigere un piano, una mappatura regionale precisa e regolamentata”. “Abbiamo ritenuto opportuno relazionarci direttamente con l’assessore di comparto – ha affermato dal canto suo Miatello – per evidenziare ed elencare le problematiche che attualmente esistono e le possibile soluzioni da noi proposte, assicurando in questo modo un lavoro di filiera”. “Sono circa 60 le greggi itineranti che ogni anno percorrono il Veneto – ha concluso Manzato – e questo significa che dobbiamo essere in grado di rispondere a tutti gli operatori che credono fortemente in questa attività che ha radicate basi storiche e che hanno il coraggio di portare avanti la tradizione locale”.  
   
   
AGRICOLTURA, IN LIGURIA: “PRIMO PASSO PER SALVAGUARDARE IL TERRITORIO E RILANCIARE L’AGRICOLTURA” APPROVATO IN GIUNTA IL DDL SU ISTITUZIONE BANCA REGIONALE DELLA TERRA  
 
Genova. Salvaguardare il territorio, così fragile in Liguria e recuperarlo alla produzione agricola e selvicolturale. È questo l’obiettivo che si pone il disegno di legge sull’istituzione della banca regionale della terra e il rilancio dell’agricoltura per la salvaguardia del territorio, approvato oggi dalla Giunta regionale su proposta dell’assessore all’agricoltura, Giovanni Barbagallo. Un’iniziativa che si è fatta strada dopo i tragici fatti dell’alluvione che ha colpito le Cinque Terre, la Val di Vara e Genova nel 2011, mettendo in luce in tutta la sua drammaticità, la fragilità dell’ecosistema Liguria, con fasce terrazzate e boschi lasciati a se stessi, terre abbandonate, causa di dissesto idrogeologico. Attraverso l’approvazione oggi del ddl che passerà ora all’esame del consiglio per il via definitivo, la Giunta lancia un segnale chiaro contro l’abbandono del territorio e l’incuria, per favorire il ritorno alla terra. “Vogliamo favorire il recupero produttivo delle aree a vocazione agricola abbandonate – spiega l’assessore Barbagallo – oppure sottoutilizzate e perseguire anche l’aumento della superficie media aziendale, la costituzione di unità produttive più ampie ed efficienti, con enormi conseguenze anche sul piano occupazionale e di reddito, tenendo conto che il 70% delle aziende vitivinicole liguri sono sotto l’ettaro”. L’obiettivo della Giunta è quello di richiamare i cittadini che posseggono terreni in Liguria ad un comportamento meno negligente verso il proprio territorio e le amministrazioni locali alle loro responsabilità, per quanto riguarda la salvaguardia delle aree e la prevenzione dei fattori di rischio. Nel dopoguerra la Liguria aveva 150.000 persone che lavoravano la terra, oggi sono meno di 14.000 e vista la fragilità del territorio ligure sono sempre più necessarie le opere di manutenzione. “Siccome non tutti possono dedicarsi all’attività agricola – continua Barbagallo – la legge prevede che le terre di cui i proprietari non possono o non riescono a prendersi cura siano trasferite nella disponibilità di chi vuole farne uso, attraverso un soggetto terzo garante”. Nelle previsioni dell’assessorato all’agricoltura sarà un Fondo affidato alla gestione di Filse, denominato Banca regionale della Terra che avrà una dotazione finanziaria iniziale di 1,3 milioni di euro, a gestire il terreno al posto del denaro. “Col suo intervento – spiega Barbagallo – il Fondo favorirà processi di ricomposizione e di riordino fondiario, indispensabili per consentire alle nostre aziende di raggiungere quella massa critica, senza la quale non si può competere, svolgendo una funzione del tutto simile a una banca”.  
   
   
BOLZANO: COLLABORAZIONE CENTRO LAIMBURG- ISTITUTO STATALE PER LA VITICOLTURA DI FRIBURGO  
 
Il presidente della Provincia Luis Durnwalder  martedì 19 marzo 2013, ha dato il benvenuto ad una delegazione dell´Istituto Statale per la Viticoltura di Friburgo (Baden-württemberg, Germania) in visita presso il Centro di Sperimentazione Laimburg. I rappresentanti del rinomato istituto tedesco hanno discusso future collaborazioni nei campi di interesse strategico come il miglioramento genetico. "Da tanto tempo manteniamo stretti contatti con Baden-württemberg. Sono lieto che possiamo approfondire questi contatti tramite la cooperazione con l´Istituto Statale per la Viticoltura di Friburgo", ha detto il presidente Durnwalder dando il benvenuto agli ospiti. Un accordo quadro di collaborazione tra il ministero all´agricoltura del Baden-württemberg e il Centro di Sperimentazione Laimburg è stato siglato nel gennaio 2012. A dicembre, una rappresentanza del Centro di Sperimentazione Laimburg ha visitato l´istituto tedesco. Adesso, la dirigenza del rinomato istituto di Friburgo si è informata sulla ricerca svolta alla Laimburg e ha discusso le possibilità di future collaborazioni tramite progetti congiunti di ricerca. "Puntiamo sulla collaborazione in campi di importanza strategica per i due territori, nei quali seguiamo gli stessi obiettivi o lavoriamo a questioni simili. Tra i settori di una possibile collaborazione vi sono il miglioramento genetico di viti, i controlli virologici sui viti, le analisi di residui o la gestione del contenuto alcolico del vino", ha spiegato il presidente Durnwalder. "La collaborazione - come ha preseguito - ci consente di sfruttare delle sinergie e di focalizzare la nostra ricerca per lo sviluppo dell´agricoltura dei due territori." L´istituto Statale per la Viticoltura di Friburgo - Fondato nel 1920, l´Istituto Statale per la Viticoltura è sottostante al ministero all´agricoltura di Baden-württemberg. L´istituto si occupa soprattutto di ricerche e attività di sperimentazione applicate nel settore della difesa delle piante, del miglioramento genetico e della selezione di cloni e varietà resistenti, delle ricerche in viticoltura ed enologia nonché l´educazione e formazione tecnica. Oltre a ciò, l´Istituto Statale per la Viticoltura cura gli esami di qualità di vini e spumanti e gestisce l´albo dei vigneti di Bada con una superficie coltivata di 15 mila ettari di vigneti, tre volte grande di quelli atesini. I prodotti delle aziende appartenenti all´istituto vengono commercializzati sotto il nome „Staatliches Freiburg & Blankenhornsberg". L´istituto ha 110 dipendenti e lavora 37 ettari di vigneti. Il Centro di Sperimentazione Laimburg in breve - Il Centro di Sperimentazione Laimburg è l´istituto di ricerca leader nel settore agroalimentare in Alto Adige e si occupa soprattutto di ricerca applicata diretta ad aumentare la competitività e la sostenibilità dell´agricoltura altoatesina. Ogni anno, i 180 collaboratori del centro lavorano a più di 400 progetti e attività in tutti campi dell´agricoltura altoatesina, dalla frutticoltura e viticoltura fino all´agricoltura montana. Il Centro di Sperimentazione Laimburg è stato fondato nel 1975 a Vadena nella Bassa Atesina.  
   
   
FORESTE: NON CUSTODIRE ANIMALI SELVATICI ABBANDONATI  
 
Udine - Raccogliere e custodire animali selvatici abbandonati, oltre al rischio di incorrere in sanzioni nel caso si tratti di specie protette, come lo sono diverse varietà avicole, può comportare seri rischi per la salute. Lo ricorda il Corpo Forestale Regionale (Cfr) all´approssimarsi della stagione della nidificazione. Una stagione durante la quale, puntualmente, alle stazioni forestali giungono numerose segnalazioni di persone che hanno avvistato o raccolto animali selvatici,o uccellini caduti a terra dai loro nidi. Tali animali sono spesso veicolo di patologie pericolose per l´uomo, e probabilmente, proprio per il fatto che essi non si trovano più nel nido custoditi dai genitori, hanno già contratto. Il Cfr ricorda, nell´occasione, che sussiste l´obbligo di legge di non abbandonare animali feriti rinvenuti, e di far intervenire, qualora si sia in grado di farlo e comunque a proprie spese, un veterinario. Se ciò non è possibile, è d´obbligo interessare del rinvenimento le guardie cinofile, le guardie venatorie della Provincia o i forestali.  
   
   
PESCA: “FISH AND BEER” FA TAPPA A FIUMICINO  
 
Per gli amanti dei prodotti ittici e della birra artigianale torna l’appuntamento con “Fish and Beer”, l’iniziativa itinerante ideata dalla Federcoopesca-confcooperative Lazio in collaborazione con le condotte Slow Food del Lazio, per promuovere le eccellenze del territorio con degustazioni guidate dai racconti dei produttori di birra, dei pescatori e degli chef. Venerdì 22 marzo sarà la volta della Condotta Slow Food di Fiumicino presso il ristorante “Il Pinzimonio”. Il pescato della Cooperativa dei Pescatori di Anzio sarà lavorato con estro, in abbinamento alla birra artigianale, alle verdure di stagione e ai profumi del campo, dallo chef Carmine di Bianco, dell’Alleanza dei Cuochi del circuito che valorizza i Presidi Slow Food come la tellina del litorale romano. Si potrà scoprire il menu solo la sera stessa, perché, spiegano gli organizzatori “sarà il mare a suggerire cosa portare in tavola, visto che verrà utilizzato solo pesce freschissimo”. Il tutto in abbinamento alla birra artigianale al carciofo e rosmarino del birrificio “Birradamare”di Fiumicino e quelle al Farro e la Blonde Ale “Alta Quota” di Cittareale (Rieti). “Dopo il successo della serata organizzata a Nettuno, abbiamo riscontrato che questo abbinamento gastronomico, per i più insolito, tra birra e pesci, molluschi e crostacei piace molto. La formula di far conoscere le eccellenze gastronomiche del nostro territorio non solo attraverso il palato ma anche attraverso la viva voce dei produttori, interessa il pubblico e favorisce un consumo più consapevole” afferma Claudio Brinati presidente regionale della Federcoopesca nell’evidenziare il ruolo di aggregazione svolto dalla Confcooperative, capace di far rete e dare la giusta visibilità alle realtà imprenditoriali del territorio. Per prenotazioni e informazioni sui costi della serate: http://www.slowfoodfiumicino.org/   0665029764 - 3314438294  
   
   
INALPI: ARRIVA LA CERTIFICAZIONE SULL’ETICITÀ DELLA PRODUZIONE  
 
Inalpi ha superato positivamente le verifiche per ottenere la prestigiosa certificazione Sa 8000: l’azienda certificatrice, la società Sgs Italia Spa di Milano, ha attestato che Inalpi adotta comportamenti eticamente corretti sia all’interno della propria struttura che lungo la filiera di produzione e verso i lavoratori, in accordo con la norma Sa (Social Accountability) 8000. Si tratta di uno standard internazionale di certificazione che valuta alcuni aspetti della gestione aziendale attinenti alla Responsabilità Sociale d’Impresa, come: • il rispetto dei diritti umani, • il rispetto dei diritti dei lavoratori, • la tutela contro lo sfruttamento dei minori, • le garanzie di sicurezza e salubrità sul posto di lavoro. La Sa8000 ha, quindi, lo scopo di migliorare le condizioni lavorative ed è un riferimento che per sua natura coinvolge tutta l’Azienda. Il suo impatto e la profondità alla quale si spinge richiede attenzione e partecipazione da parte del Top Management, dei Dipendenti, dei Fornitori, dei Fornitori dei fornitori (subfornitori) e non ultimi, i Clienti. Questa certificazione si aggiunge alle altre importanti che Inalpi ha già da tempo ottenuto, come la certificazione del Sistema Qualità e di Sicurezza Alimentare (norme e standards Uni En Iso 9001 – Uni En Iso 22000 – Brc – Ifs) e del Sistema di Gestione Ambientale (norma Uni En Iso 14000). La garanzia di eticità del ciclo produttivo è un’ulteriore conferma della trasparenza e dell’attenzione che Inalpi riserva a tutta la filiera, dal produttore fino al consumatore finale  
   
   
ALIMENTAZIONE E SALUTE: QUANDO LA FORMA...DIVENTA SOSTANZA. UNO STUDIO DEI RICERCATORI NESTLÉ CONFERMA LA RELAZIONE TRA FORMA DI ASSUNZIONE DEI CIBI E IL LORO APPORTO CALORICO.  
 
Può la forma del cibo condizionare l’apporto calorico? E la velocità di masticazione influire sulla quantità di cibo assunto? E’ quanto hanno rilevato i ricercatori del Centro di Ricerca Nestlé (Nrc) grazie a una serie di studi svolti in collaborazione con l’Università di Wageningen, nei Paesi Bassi, che hanno analizzato la correlazione tra le caratteristiche di un pasto, il senso di sazietà e, di conseguenza, l’assunzione di nutrienti e calorie. Secondo il Dott. Ciaràn Forde, ricercatore Nestlé che ha condotto lo studio, “questi studi ci danno la possibilità di conoscere l’impatto che gli alimenti, nelle diverse forme, hanno sul comportamento alimentare, sul senso di sazietà e sull’assunzione di cibo. Il nostro obiettivo finale è aiutare i consumatori a raggiungerà la sazietà ingerendo meno calorie”. L’indagine ha evidenziato come la soddisfazione data dal pasto e la forma in cui la pietanza viene proposta abbiano un ruolo determinante sulla quantità totale assunta. Lo studio dimostra infatti che i cibi più morbidi, come le puree di verdure, le lasagne e i pomodori pelati, che vengono ingeriti in grandi bocconi e sottoposti a pochi atti masticatori, hanno un tasso assunzione al minuto considerevolmente maggiore dei cibi solidi. In quest’ottica risulta quindi meno appagante per l’appetito una porzione di purè che viene masticata solo 27 volte contro la stessa quantità di patate che necessita di 488 atti masticatori. I ricercatori hanno di conseguenza dimostrato che i cibi ingeriti in piccoli morsi e masticati per lungo tempo aumentano il senso di sazietà riducendo quindi le quantità di cibo assunte: i volontari che hanno mangiato verdure e bistecca hanno consumato il 10% in meno rispetto a quelli che hanno mangiato il passato di verdure e la bistecca in pezzi. Inoltre quest’ultimo pasto è stato consumato il 20% più velocemente del primo per un equivalente di 10g di cibo ingerito in più al minuto. Lo studio Pubblicato recentemente su Appetite lo studio prosegue le prime interessanti conclusioni rese note a fine 2012 in merito alla centralità della stimolazione oro–sensoriale sul senso di sazietà. La più recente analisi ha indagato, in una prima fase, l’influenza della dimensione dei morsi e della durata della masticazione nella soddisfazione della fame e, di conseguenza, sulle calorie assunte; in una seconda fase, la variabile della forma della pietanza servita come variabile decisive per spegnere l’appetito. Nel dettaglio, la prima fase dello studio ha analizzato le caratteristiche del processo di masticazione durante l’assunzione di 35 cibi solidi che normalmente compongono un pasto caldo. Tra questi: verdure (patate bollite, broccoli, carote), carne e cibi pronti (pollo, tofu, lasagna, pizza), snack (patatine, bastoncini di pesce). Ai volontari è stato chiesto di mangiare 50 grammi di ogni pietanza, 7 delle quali assunte per 5 giorni consecutivi. Le registrazioni video dei volontari sono state utilizzate per calcolare per ognuno dei 35 alimenti, la quantità di cibo assunto per morso e in totale, il numero di morsi e gli atti masticatori per minuto e la complessiva durata del processo di masticazione. Una seconda fase dello studio si è concentrata sull’influenza della forma in cui viene consumato il cibo sulle quantità assunte: un pasto composto da bistecca al sugo, carote e patate è stato servito fino al raggiungimento della sazietà a dei volontari. Il primo gruppo lo ha ricevuto in forma usuale (bistecca e tuberi interi) il secondo come composto di carne a pezzi e purea di carote e patate. I volontari hanno dichiarato il proprio senso di sazietà prima e dopo il pasto. L’assunzione di cibo è stata misurata e comparata tra i diversi gruppi e sul singolo individuo  
   
   
4^ TAPPA DELLA “MARATONA DELLE IMPRENDITRICI VERSO EXPO 2015” VISITA ALLA CASCINA BAROSI – ANNICCO (CR) - VENERDÌ 22 MARZO 2013  
 
Dopo la pausa invernale, riprende la “Maratona delle Imprenditrici”, il Progetto lanciato da Gabriella Poli, Presidente di Confagricoltura Donna Lombardia lo scorso luglio, che consiste in un circuito di visite guidate ad aziende agricole condotte da imprenditrici che si distinguono particolarmente per attività ed assetti innovativi ed all’avanguardia. Le visite della “Maratona” sono iniziate a settembre e continueranno fino alla vigilia di Expo 2015, quando verrà realizzato il percorso guidato nelle aziende stesse per i visitatori di Expo. La 4^ Tappa della “Maratona” del prossimo 22 marzo, sarà alla Cascina Barosi, azienda agricola cerealicolo-zootecnica, condotta da Benedetta Rospigliosi, localizzata ad Annicco, in provincia di Cremona. L’azienda si estende su una superficie di 90 ettari. Vengono allevate circa 200 vacche da latte di razza Frisona con relativo bestiame da rimonta. Il latte prodotto è destinato alla trasformazione in formaggio Grana Padano Dop. Dal 2009, l’azienda è anche fattoria didattica con l’intento di educare bambini e famiglie al rispetto dell’ambiente e alla corretta alimentazione. Per migliorare la sostenibilità ambientale ed economica dell’attività zootecnica svolta, l’azienda ha deciso di produrre energia pulita: sono infatti stati installati pannelli di solare termico, impianti fotovoltaici e un impianto di biogas, il cui calore prodotto viene recuperato attraverso una rete di teleriscaldamento aziendale. La visita dell’azienda si svolgerà nella mattinata di venerdì 22 marzo, inizierà alle 10.30 e sarà condotta dalla titolare, Benedetta Rospigliosi, che illustrerà l’allevamento e gli impianti agro-energetici. Verrà inoltre proiettato un video documentario ed organizzato un breve laboratorio didattico. E’ infine previsto un dibattito finale su come l’azienda agricola e fattoria didattica siano chiamate a valorizzare le tematiche ambientarli e di alimentazione oggetto di Expo 2015. La visita è aperta a tutti ed è gratuita. Si invitano gli interessati a prenotarsi presso gli Uffici di Confagricoltura Donna Lombardia (tel. 02/58302122 – fax 02/58300881 – e-mail: donna@confagricolturalombardia.It)  
   
   
DANONE: LA MIGLIORE AZIENDA ALIMENTARE AL MONDO SECONDO ACCESS TO NUTRITION INDEX  
 
Il nuovo sistema di valutazione sulle performance socio-economiche incorona l’azienda di Franck Riboud Le 25 maggiori aziende del settore alimentare sono state sottoposte ad una serrata valutazione in un percorso durato 3 anni. Il nuovo modello di studio, denominato Atni - Access To Nutrition Index - è stato elaborato dalla Global Alliance for Improved Nutrition - Gain, agenzia nata nel 2002 dall’Unicef - in collaborazione con la Fondazione Bill & Melinda Gates e Wellcome Trust. Si tratta di un’indagine multi-stakeholder che ha coinvolto governi nazionali, organizzazioni internazionali, università, Ong. La prima edizione di questa speciale classifica ha lo scopo di analizzare il comportamento delle grandi aziende alimentari e invitarle a facilitare l´accesso ai prodotti alimentari per una fetta sempre più ampia di popolazione. Ma anche a mettere in campo azioni utili ad influenzare le scelte e i comportamenti dei consumatori nella direzione di una crescente responsabilità. Le aziende sono state misurate in riferimento alla loro aderenza alle linee guida internazionali, alle norme in ambito alimentare e attraverso il confronto con best practice riconosciute. “Danone è risultata la migliore in assoluto e sempre tra le prime nelle diverse classifiche” ha dichiarato Inge Kauer, direttore esecutivo di Atni. “L’azienda ha nel miglioramento della qualità dei propri prodotti e nella loro crescente accessibilità il suo obiettivo strategico, che si accompagna a programmi di educazione nutrizionale con partner scientifici ed istituzionali”. Questo nuovo programma di valutazione si basa su 7 indicatori con punteggi da 1 a 10: Governance (strategia e gestione aziendale), Prodotti (formulazione e conformità), Accessibilità (logistica e conseguente accessibilità dei prodotti), Marketing (responsabilità sociale, compliance su leggi e procedure), Promozione di corretti stili di vita, Informazioni nutrizionali, Coinvolgimento degli stakeholder. Danone è risultata la prima in classifica davanti a Unilever e Nestlé. Formulazione di nuovi prodotti e riformulazione di referenze già in commercio in chiave innovativa e nutrizionalmente sempre più efficaci; ottimizzazione della catena logistica per migliorare l’accessibilità, attenzione alle buone pratiche e alla promozione di corretti stili di vita: questi gli elementi chiave che hanno consentito a Danone di primeggiare. In particolare, Danone si segnala per ottime performance sulla gestione (8,6), prodotti (7,0), accessibilità (7,7) e coinvolgimento degli stakeholder (7,1)  
   
   
LA GELATERIA CALLIPO CONTINUA A CRESCERE IN ITALIA E ALL’ESTERO CONQUISTANDO NUOVI PAESI DENTRO E FUORI L’EUROPA E ARRICCHISCE LA SUA RICCA GAMMA CON NUOVE REFERENZE PER IL RETAIL E L’HO.RE.CA.  
 
Dal 2009 si propone l’ambizioso obiettivo di far conoscere in Italia e nel mondo la tradizione gelatiera di Pizzo Calabro (Vibo Valentia), una delle cittadine più rinomate e caratteristiche della costa tirrenica, affacciata sul Golfo di Sant’eufemia. E la priorità della Gelateria Callipo si conferma anche nel 2013 quella di proporre al consumatore italiano ed estero le eccellenze regionali, le ricette della tradizione, gli ingredienti del territorio ed una qualità da “prodotto tipico artigianale con produzione industriale”. Con 4 linee di produzione, 14 linee di prodotto e circa 90 referenze, tutte caratterizzate dall’assenza di grassi idrogenati e dall’utilizzo esclusivo di pregiate materie prime come la panna fresca e il latte fresco italiano di alta qualità prodotto da primarie aziende agricole calabresi, l’azienda è presente sia nel canale retail/Gdo sia nell’Ho.re.ca. Sul mercato nazionale ed internazionale (il 22% del fatturato 2012 deriva dall’export, rivolto soprattutto a Svizzera, Azerbajian, Norvegia, Brasile, Ucraina, Germania, Belgio, Danimarca e Romania). E proprio l’immagine di alcune linee di prodotto della Gelateria Callipo distribuite nel canale retail/Gdo è stata oggetto di un completo e raffinato restyling che ne ha modificato completamente la forma e il concept creativo. In particolare, il pack delle Creme Classiche (proposte in 4 gusti: nocciola, cioccolato, caffè e fiordilatte), delle Creme alla Frutta (disponibili in 2 gusti: cocco con gocce di cacao e limone di Sicilia, entrambi privi di glutine) e delle Creme Variegate (proposte in 2 varianti: fiordilatte variegato al cioccolato e fiordilatte variegato all’amarena) è diventato ora più attraente e maggiormente in linea con il posizionamento premium del brand e la filosofia dell’azienda, mix di tradizione e passione. Le nuove eleganti vaschette, con il loro visual vintage e onirico, evocano la raffinatezza della donna degli anni ’40-’50 impersonata dai miti delle indimenticabili Audrey Hepburn o Grace Kelly. Il mese di marzo 2013 vedrà poi il lancio di due nuovi gusti che andranno ad implementare la gamma delle Creme Classiche (“vaniglia”) e Frutta (“fragola italiana”), nella nuova vaschetta quadrata da 500 grammi. Il segmento dei dessert da tavola in astuccio, inoltre, sarà presidiato anche dal nuovo prodotto “La Cassata” da 100 grammi x 2, innovativo nella sua forma piramidale che riprende la tradizione pizzitana degli imbottiti. Ma il vero progetto aziendale del nuovo anno, frutto di un lavoro approfondito di R&d, commerciale e marketing, vede l’apertura a collaborazioni e partnership anche nello sviluppo di prodotto a marchio della distribuzione nazionale, sfruttando il trend di crescita che l’eccellenza regionale e la fascia premium stanno oggi riscuotendo in Italia. Grazie alla sua flessibilità produttiva, alla credibilità di un nome che è anche il proprio marchio e ad un know-how di ricerca e sviluppo svolto sul prodotto e sul territorio, l’azienda può proporsi infatti con assoluta convinzione anche al mercato delle private label premium e regionali. Questo programma si avvale di una proposta di parecchie ricettazioni, sia nell’ambito creme che nelle frutte/sorbetti, che utilizzano materie prime con una forte connotazione regionale, spesso I.g.p. E sempre da filiera locale a km zero (dal latte fresco di Alta Qualità al miele e ai torroni e soprattutto alla liquirizia calabresi, dalle clementine all’arancia ovale di Calabria, dai fichi dottati del Crati alla ricotta di pecora fresca). E sono proprio gli abbinamenti di gusto più golosi delle referenze della Gelateria Callipo che contribuiscono a destagionalizzare le vendite domestiche, allontanandosi dal vissuto tipico del “gelato” per avvicinarsi a quello del “dessert” di fine pasto veloce ma gratificante  
   
   
GENOVA :OGGI AL VIA CAKE AWAY E COOKING SCHOOL: PROTAGONISTI UOVA PASQUALI, STOCCAFISSO E BACCALÀ SUL PALCO SALGONO I PIRATI, LA SERA È DI SCENA IL BURLESQUE  
 
In alto mestoli e sac à poche: da domani a Primavera, la grande fiera campionaria in programma alla Fiera di Genova fino a domenica 24 marzo, partono Cake Away e Cooking School. Ai dolci laboratori del cake design, già sperimentati con successo nelle ultime edizioni della Fiera, si affiancano i corsi di cucina dell’Accademia dei Sapori per cucinare in modo innovativo, creativo e divertente, sotto la guida esperta di chef professionisti, scegliendo tra diversi temi, che spaziano dalla rivisitazione della cucina tradizionale alle ricette internazionali ed etniche, dalla pasta lievitata ai finger food. Alle 16 al via il primo corso di cucina con lo chef Alessandro Dentone per imparare tutti i segreti di stoccafisso e baccalà, alle 19.30 finger food e aperitivi con lo chef Mauro Manfredi. Il programma di Cake Away, realizzato con la collaborazione tecnica di Cakemania.it, prevede per domani alle 15.30 il corso per la preparazione di un tenero coniglio pasquale che nasconde il classico uovo di cioccolato, alle 19 “Peppa pig”, ovvero una torta coloratissima con la maialina più amata dai bambini. In cattedra, anzi con le mani in pasta, Marco Democratico e Davide Francesca di Red Carpet Cake Design, vincitori del premio della critica nel campionato italiano 2012. Tutte da vedere e da votare le fantasmagoriche creazioni dei nove cake designer che partecipano al campionato 2013, alle 18.15 è in programma una dimostrazione aperta a tutti. Nell’area Condomini Intelligenti in programma gli eventi dedicati all’efficienza energetica: alle 15,30 il seminario “La certificazione energetica in Liguria: il nuovo Regolamento e i nuovi obblighi per il settore edile” a cura di Ludovica Marenco di Are Liguria, alle 17 la presentazione, riservata alle imprese del Catalogo Energiapiù, delle diagnosi effettuate su sedici condomini della provincia di Genova. Proseguono le iniziative di svago dedicate ai ragazzi: la Fim con i suoi istruttori federali mette a disposizione dei bambini dagli a 8 ai 14 anni i gommoncini per le attività motonautiche. Sempre in tema di mare Atlantic Challenge Genova propone, all’interno del padiglione B, micro lezioni di marineria, dall’arte dei nodi alla regolazione del timone, nell’ambito della sua attività di kinder boat a bordo della Yole di Bantry. I proprietari di cani potranno sperimentare agility e retrieving grazie al Gruppo Cinofilo Genovese in collaborazione con Purina e gli istruttori della Scuola di Formazione Cinofila Il Biancospino. Per gli appassionati di motori continuano le prove di guida sicura dell’Aci e i test di veicoli elettrici: scooter, biciclette e il nuovissimo Twizy Renault; tutte da vedere la nuova Opel Adam e la 500 Stars and Stripes. Sul Palco Eventi Alle 16.30 si parte con il laboratorio per bambini Lo zoo di carta, a cura del Centro ludico creativo Bim Bum Bam, alle 17.30 Che idea! presenta lo spettacolo per bambini Pirate’s sword di Oleg Murzintsev estratto da I Bucanieri Show, alle 18.15 sul palco la compagnia teatrale la Quinta Praticabile porta Quinta in scena. Alle 20.15 musica d’ambiente per le intriganti atmosfere del burlesque con Sherry Cat Burlesque Genova. *** Nel paradiso dei buongustai, la prima galleria del Palasport, oltre a Cake Away e Cooking School, ci sono tutte le specialità eno-gastronomiche regionali, i ristoranti di pesce, di cucina emiliana e romagnola, toscana, altoatesina e brasiliana, e i take away per uno spuntino sfizioso. In Marina Uno, davanti al Padiglione B, il pesca-aperitivo e i piatti a base di pesce di Mare In Italy in collaborazione con la Cooperativa La Pelagica di Sestri Levante a bordo di un peschereccio di diciassette metri. Gli orari Orari di apertura: fino a venerdì dalle 15.30 alle 22, sabato 23 marzo dalle 11 alle 23, domenica 24 marzo dalle 11 alle 22. Info: Fiera di Genova tel. 010.53911 www.Primavera-online.it  
   
   
MOVIMENTO TURISMO VINO: MTV LOMBARDIA E MTV MOLISE A MILANO PER ‘HAPPYMOVINHOUR N.3’ IN ATTESA DELL’ EXPO 2015  
 
Il gemellaggio Lombardia - Molise sarà al centro del terzo Happymovinhour, l’appuntamento promosso dal Movimento Turismo del Vino Lombardo in attesa dell’Expo 2015. Mercoledì 20 marzo allo Château Monfort di Milano, le 14 cantine Mtv e le specialità del Molise - dal caciocavallo ai salumi tipici, fino alla pasta artigianale interpretata con la ricetta tradizionale “alla molisana” - saranno protagonisti di degustazioni guidate e banchi d’assaggio affiancati ai vini e ai prodotti lombardi. L’iniziativa - accolta con favore dal Movimento Turismo Vino nazionale – promuove le eccellenze vinicole italiane in un appuntamento fisso che, fino ad aprile 2015, ogni mese coinvolge una regione Mtv diversa. Per il presidente del Movimento Turismo del Vino Molise, Gabriele Di Blasio, che sarà presente all’evento: “Tutti gli associati molisani hanno accolto l’iniziativa Happymovinhour. Riteniamo la piazza di Milano importantissima a livello nazionale e un’imperdibile opportunità per far apprezzare la nostra poco conosciuta regione”. Per il presidente del Movimento Turismo Lombardo, Carlo Pietrasanta: “Happymovinhour si sta dichiarando una bellissima avventura del gusto lungo il nostro Bel Paese: anche per noi di Mtv è una piacevole, interessante, entusiasmante scoperta ogni volta. Dal confronto con i colleghi al piacere di condividere la degustazione dei vini con il pubblico appassionato”. Il prossimo appuntamento sarà per giovedì 11 aprile con il gemellaggio Mtv Lombardia – Mtv Sicilia: un “Fuori Salone milanese”, a conclusione del Vinitaly 2013. Il Movimento Turismo Del Vino L´associazione Movimento Turismo del Vino è un ente non profit ed annovera circa 1000 fra le più prestigiose cantine d´Italia, selezionate sulla base di specifici requisiti, primo fra tutti quello della qualità dell´accoglienza enoturistica. Obiettivo dell’associazione è promuovere la cultura del vino attraverso le visite nei luoghi di produzione. Ai turisti del vino il Movimento vuole, da una parte, far conoscere più da vicino l’attività e i prodotti delle cantine aderenti, dall’altra, offrire un esempio di come si può fare impresa nel rispetto delle tradizioni, della salvaguardia dell´ambiente e dell´agricoltura di qualità  
   
   
DOPO IL BOROLI WINE FORUM LA CINA È PIÙ VICINA  
 
I più influenti ed informati protagonisti del vino italiano ed i rappresentanti più autorevoli del mercato cinese, si sono riuniti alla Cantina La Brunella di Castiglione Falletto per il Iv° Boroli Wine Forum. Argomento centrale dell’incontro “il futuro del vino italiano in Cina” e le prospettive in termini di sviluppo commerciale, nonché le dinamiche di comunicazione e di approccio nei confronti dei target emergenti. Il dibattito, che ha visto Bruno Vespa nella veste di moderatore, ha messo in luce le esperienze dei relatori presenti al Forum, suddividendo gli interventi secondo ambiti diversi: export, mondo della produzione, critica, mercato internazionale, finanza, stampa. Ad introdurre i lavori del Forum naturalmente Achille Boroli: “poniamo una grande attenzione alla storia e alle tradizioni di questa grande terra di Langa, ma sempre con uno sguardo che oltrepassa le colline, che guarda al domani senza pregiudizi”, ovviamente con interesse anche al mercato cinese. “Design, architettura, enogastronomia: sono queste le più rilevanti espressioni del Made in Italy attraverso le quali si diffonde la cultura italiana nel mondo e delle quali Cathay Pacific Airways è attenta e convinta ambasciatrice” – ha sostenuto Silvia Tagliaferri, Sales & Marketing Manager Italia e Malta di Cathay Pacific Airways-, intrattenere relazioni con i protagonisti del Made in Italy e cogliere preziose opportunità come il Boroli Wine Forum è per noi un’instancabile missione”. Confortanti in un momento estremamente delicato come questo, le parole di Marco Gabbiani, responsabile Family Business del Private Banking di Unicredit in Italia: “è inevitabile che anche le aziende vitivinicole guardino sempre più ai mercati esteri come stimolo alla crescita e alla capacità di competere. In tal senso, la Cina rappresenta sicuramente uno dei mercati più interessanti di questi ultimi anni, grazie a un numero di consumatori, siano essi abituali o casuali, in constante crescita anche grazie alla percezione del vino come status symbol”. Emerge dunque dal convegno una forte unione di intenti nel non perdere la sfida con il mercato cinese, soprattutto in relazione ai risultati ottimistici ottenuti sino ad oggi, come hanno dimostrano gli ospiti presenti, tra cui Yue Cheng giornalista cinese che propone di “far conoscere meglio il vino italiano ai media cinesi, soprattutto i giornalisti del settore che hanno un interesse riconosciuto nel vino italiano. Una volta che questi avranno acquisito una profonda conoscenza ed il know-how, è possibile una comunicazione su larga scala attraverso di loro” Certo il terreno non è dei più semplici, il consumatore cinese, come è emerso dal convegno, è molto esigente ma anche molto curioso di scoprire il vino italiano. Ecco perché è importante che i produttori italiani imparino a confrontarsi con la Cina per conoscere i potenziali consumatori, questo vale per tutti mercati internazionali, come sostiene Antonio Galloni ex critico per The Wine Advocate e fresco del lancio di una nuova piattaforma multimediale, www.Antoniogalloni.com. Tutti i consumatori oggi chiedono un cambiamento nel linguaggio del vino, vogliono essere parte in causa delle conversazioni che si svolgono intorno ad una degustazione, ecco perché secondo Galloni, il web oggi è in grado di costruire attraverso i consumatori la reputazione di un vino o di un produttore. Come sempre dietro ogni tipo di comunicazione, la chiave del successo e di conseguenza dello sviluppo del business è conoscere molto bene il mercato in cui si intende presentare i propri vini, come ha sostenuto Leonardo Raspini di Tenuta dell’Ornellaia “Il parallelismo con la ricerca dell’El Dorado nasce proprio dalle promesse che il mondo del vino italiano ha avuto nell’approccio con il mercato Cinese. Ornellaia non si è mai nascosta le difficoltà che si ponevano di fronte. E proprio per rispetto di queste non ha mai trascurato lo sviluppo nei mercati tradizionali europei e mondiali evitando di correr dietro alle facili speculazioni che questo mercato continua oggi a produrre”. E’ necessario, secondo molti dei presenti, che il vino italiano trovi il modo di definire una pratica comune e costruttiva per sensibilizzare il consumatore cinese, trovando una compattezza di intenti e di politiche commerciali. L’italia, secondo il parere dell’architetto Massimo Roj, ha dunque tutte le carte in regola per insediare progressivamente il mercato cinese, per questo è importante creare “luoghi” dove poter fare tasting e presentare i produttori, non solo i Top ma anche quelli piccoli di qualità: “abbiamo da poco presentato il progetto per il masterplan "Xixian Great City Project" nella città di Xi´an (la città più grande e più sviluppata della Cina nord-occidentale), dove è in corso di realizzazione – si prevede verrà ultimato nel 2014 – un nuovo Polo del Vino, una vera e propria Winecity che offrirà servizi di stoccaggio, logistici, commerciali e infrastrutturali per le imprese straniere che vogliono portare in Cina i loro prodotti (è evidente l´interesse e l´impegno per facilitare l´importazione di prodotti di qualità)”. Per concludere, il Boroli Wine Forum, è riuscito ad offrire un quadro esauriente dello scenario cinese, sollecitando il confronto tra le parti italiane in causa, non solo produttori ma anche amministratori, distributori e stampa. 400 mln di potenziali consumatori in Cina aspettano di conoscere ed apprezzare i nostri vini, non è una sfida semplice ma con una popolazione giovane e moderna come quella cinese, sensibilissima all’Italian Style, abbiamo tutte le carte in regola per vincerla