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Notiziario Marketpress di Mercoledì 01 Luglio 2015
RIFORMA SANITÀ IN TOSCANA, DA OGGI I COMMISSARI E VICECOMMISSARI CHE GESTIRANNO IL PASSAGGIO  
 
 Firenze, 1 luglio 2015 - Entrano in carica da, mercoledì 1° luglio, i tre commissari che gestiranno il passaggio dalle attuali 12 Asl alle tre nuove grandi Aziende sanitarie locali (una per ciascuna Area vasta) previste dalla legge di riforma della sanità approvata dalla Regione nel marzo scorso, alla fine della precedente legislatura: un altro passo avanti nell´attuazione della riforma, dopo la nomina dei tre commissari per la programmazione di Area vasta avvenuta lo scorso 30 aprile. Il decreto firmato oggi dal presidente Enrico Rossi nomina: - Paolo Morello Marchese (finora direttore generale della Asl 10 di Firenze) commissario delle aziende unità sanitarie locali afferenti all´Area vasta centro (Asl 3 di Pistoia, 4 di Prato, 10 di Firenze, 11 di Empoli); - Maria Teresa De Lauretis (finora direttore generale della Asl 1 di Massa Carrara) commissario delle aziende afferenti all´Area vasta nord-ovest (Asl 1 di Massa e Carrara, 2 di Lucca, 5 di Pisa, 6 di Livorno, 12 della Versilia); - Enrico Desideri (finora direttore generale della Asl 8 di Arezzo) commissario delle aziende afferenti all´Area vasta sud-est (Asl 7 di Siena, 8 di Arezzo, 9 di Grosseto). Con un analogo decreto, il presidente Rossi ha nominato anche i vicecommissari per ciascuna delle attuali 12 aziende sanitarie: - Maurizio Dal Maso per la Asl 1 di Massa Carrara; - Joseph Polimeni per la 2 di Lucca; - Roberto Abati per la 3 di Pistoia; - Simona Carli per la 4 di Prato; - Mauro Maccari per la 5 di Pisa; - Eugenio Porfido per la 6 di Livorno; - Enrico Volpe per la 7 di Siena; - Branka Vujovic per la 8 di Arezzo; - Daniele Testi per la 9 di Grosseto; - Emanuele Gori per la 10 di Firenze; - Renato Colombai per la 11 di Empoli; - Brunero Baldacchini per la 12 di Arezzo. Restano in carica i tre commissari per la programmazione delle tre Aree vaste nominati con decreto del presidente il 30 aprile scorso: Rocco Donato Damone per l´Area vasta centro; Edoardo Michele Majno per l´Area vasta nord-ovest; Monica Piovi per l´Area vasta sud-est. I tre commissari, i 12 vicecommissari e i tre commissari per la programmazione di Area vasta decadranno tutti il 31 dicembre 2015: dal 1° gennaio 2016 saranno infatti costituite le tre grandi nuove Asl, una per ciascuna Area vasta.  
   
   
DISTRETTO SOCIO-SANITARIO CLUSONE: REALTÀ IN LINEA CON RIFORMA  
 
Clusone/bg, 1 luglio 2015 - "La nuova sede di Clusone del Distretto socio sanitario della Valle Seriana e Val di Scalve è una realtà assolutamente in linea con la riforma sanitaria che stiamo approvando perché integra i servizi sociali del Comune con quelli sanitari. Regione Lombardia ha investito una cifra importante, 1.800.000 euro, per la sua ristrutturazione, perché, come sancisce la Costituzione italiana, la salute dei cittadini è un diritto e va garantita a tutti". Lo ha detto il vice presidente e assessore alla Salute di Regione Lombardia intervenendo all´inaugurazione della nuova sede di Clusone (in provincia di Bergamo) del Distretto socio sanitario della Valle Seriana e Val di Scalve. Partecipanti - La cerimonia si è svolta alla presenza dell´assessore regionale alle Infrastrutture e Mobilità Alessandro Sorte, del direttore generale della Asl di Bergamo Mara Azzi, del sindaco di Clusone Paolo Olini e delle autorità civili e religiose del paese. Collaborazione - I lavori di ristrutturazione della nuova sede che ospita il Distretto socio sanitario(riferimento dei 24 Comuni della Valle Seriana Superiore), l´Ambito Territoriale del Comune di Clusone e nel piano seminterrato la sede dell´Avis Provinciale sono stati realizzati nei tempi previsti. "Questo - ha sottolineato il vice presidente - grazie alla collaborazione tra la Asl di Bergamo e le istituzioni locali che hanno unito le forze per dare rapidamente alle comunità del territorio una struttura che potesse rispondere ai loro bisogni". Le Attività - All´interno del Distretto sono presenti i servizi di: Scelta e revoca, Ufficio invalidi civili, Dipartimento di Prevenzione Medica, Ambulatorio Vaccinazioni, Ambulatorio Pediatrico, Guardia Medica, Consultorio Familiare, Cead. I Vantaggi Dell´intervento - Numerosi i vantaggi dell´intervento tra i quali: integrazione con i servizi sociali dei Comuni nella logica della riforma; accorpamento di tutti i servizi in un´unica sede; miglioramento degli spazi di accoglienza (nell´altra sede non era presente una sala di attesa); dislocazione su 2 piani anziché su 4 come nella precedente sede; superamento di tutte le barriere architettoniche; totem per informazioni attivo 24 ore; parcheggio con 9 posti riservati ai disabili (prima erano 2) con possibilità di accesso dell´ambulanza per la Commissione Invalidi e parcheggi gratuiti (prima erano a pagamento). Esempio Della Nuova Sanità - "Più servizi sul territorio e meno in ospedale. È questa la filosofia del nuovo modello di sanità sui cui Regione Lombardia è impegnata in questi mesi per definire un nuovo quadro normativo. Una filosofia - ha concluso Mantovani - che qui troviamo esemplificata".  
   
   
BOLZANO: GETTATE LE BASI PER IL PIANO SANITARIO PROVINCIALE 2016-2020  
 
Bolzano, 1 luglio 2015 - Lo sviluppo e la nuova impostazione della prevenzione e dell’assistenza sanitaria in Alto Adige sono al centro del nuovo Piano sanitario provinciale che sarà elaborato nei prossimi mesi. In base alle informazioni fornite dall’assessora Martha Stocker, il 30 giugno la Giunta provinciale ha approfondito la tabella di marcia per l’elaborazione del documento strategico. Dopo l´approvazione dei principi generali del modello di assistenza sanitaria contenuti nel documento programmatico Alto Adige 2020, con il nuovo Piano sanitario provinciale viene elaborato un importante strumento di indirizzo per reimpostare l´assistenza sanitaria in Alto Adige. Il nuovo Piano sanitario provinciale 2016-2020 dovrà rappresentare una guida strategica per il coordinamento e la riorganizzazione dei servizi e delle prestazioni di tutela, di promozione e di recupero della salute. "Finora aveva una validità triennale e veniva rinnovato dal 2002, ora puntiamo a una modifica di legge per prevedere la durata quinquennale", ha detto l´assessora Martha Stocker dopo la seduta di Giunta. Collaboratori del settore sanitario, rappresentanze di interesse e parti sociali, ma anche le organizzazioni dei pazienti, i Comuni e i cittadini possono partecipare, in diversi momenti, all´elaborazione del programma di sviluppo del settore sanitario in Alto Adige con proposte che saranno valutzate nella loro fattibilità e corrispondenza con i principi generali. Il primo passo prevede che un gruppo di esperti definisca le basi e i campi di intervento in una serie di settori tra cui il riordino clinico, l´assistenza sul territorio, la prevenzione, la riabilitazione. Dopo che la Giunta provinciale avrà approvato questi indicatori di base, i diversi gruppi di lavoro inizieranno a definire i singoli programmi: operatori, rappresentanze di interesse e parti sociali parteciperanno concretamente a questa fase, ad esempio attraverso workshop e questionari. Entro il 2015 saranno presentati e discussi i risultati dei gruppi di lavoro. Anche le proposte di integrazioni da parte dei Comuni e della pubblica opinione saranno considerate nel nuovo Piano sanitario provinciale, che secondo questo calendario operativo sarà approvato, ha concluso Stocker, entro luglio o al massimo settembre 2016.  
   
   
TRENTO: ESERCIZIO 2014, L’APSS MANTIENE L’EQUILIBRIO E LA CERTIFICAZIONE DEL BILANCIO  
 
Trento, 1 luglio 2015 - Equilibrio e certificazione: sono le due note positive che caratterizzano il Bilancio di esercizio 2014 dell´Azienda sanitaria che è stato approvato dalla Giunta, con delibera dell´assessora Donata Borgonova Re, dopo che era stato adottato dal Consiglio di direzione dell´Apss lo scorso 30 aprile. I costi complessivi sostenuti sono pari a 1.216,68 milioni di euro, in sostanziale stabilità rispetto al valore dell’esercizio precedente. La situazione situazione economica e finanziaria dell’Azienda sanitaria rileva l’assenza di debiti sia di finanziamento, sia di funzionamento. L’andamento della spesa sanitaria provinciale (-0,3%) è in controtendenza rispetto al trend registrato a livello nazionale (+0,9%), pur in presenza di un quadro d’offerta con livelli superiori a quelli nazionali: va evidenziato, a questo riguardo che a inizio 2014 l´Azienda sanitaria è subentrata nella gestione della Protonterapia Medica; va ricordato anche che la spesa farmaceutica trentina nel 2014 è al primo posto nella classifica regionale (è la Regione più virtuosa) Un bilancio in equilibrioIl bilancio d´esercizio 2014, adottato dal Consiglio di direzione con deliberazione lo scorso mese di aprile, riporta una situazione economica-finanziaria in equilibrio e chiude con un utile tecnico pari a 17.269 euro. Nell´esercizio 2014 è proseguita la razionalizzazione della spesa sanitaria, come da indicazioni della Giunta provinciale che nel mese di marzo ha assegnato gli obiettivi per il 2014 e come previsto dal Piano di miglioramento 2013-2015 dell´Azienda sanitaria approvato dalla Giunta nel 2013. I vincoli di spesa definiti dalla Giunta risultano pienamente conseguiti: si è garantito l´equilibrio economico complessivo di bilancio, inoltre l’andamento della spesa sanitaria provinciale è in controtendenza rispetto al trend registrato a livello nazionale (+0,9%), pur in presenza di un quadro d’offerta con livelli superiori a quelli nazionali (basti pensare all’assistenza sanitaria agli ospiti delle case di riposo, all’assistenza odontoiatrica, all’integrazione socio-sanitaria e alle prestazioni “aggiuntive”). In questo senso va evidenziato che ad inizio 2014 è stato finalizzato il subentro dell´Azienda sanitaria nella gestione della Protonterapia Medica, in luogo dell’Agenzia provinciale per la Protonterapia (Atrep); va ancora ricordato che la spesa farmaceutica territoriale ed ospedaliera trentina nell’anno 2014 risulta al primo posto nella classifica regionale: il Trentino è la Regione con la più bassa percentuale di incidenza sulla spesa, pari al 12,7%, rispetto alla media nazionale del 15,6%. Certificazione - Come nei precedenti esercizi, anche il bilancio 2014 dell’Apss risulta certificato senza rilievi da parte della società di revisione contabile Trevor di Trento, che nella propria relazione segnala come i documenti di bilancio siano redatti con chiarezza e rappresentino in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale e finanziaria, nonché il risultato economico dell’Azienda. Attenzione ai pagamenti - Sul fronte dell’attenzione ai fornitori, si segnala che i pagamenti sono stati assolti nei termini previste nelle rispettive obbligazioni contrattuali. Al riguardo “l’indicatore di tempestività dei pagamenti” è pari a 37,92 giorni. L’indice di riscossione dei crediti è pari a 155 giorni. Sul piano dei finanziamenti, la spesa trova copertura principalmente nei contributi provinciali, nei ricavi propri (ticket; proventi di natura libero - professionale; proventi per servizi a enti, imprese e privati; rimborsi; proventi da regolazione mobilità sanitaria interregionale), pari a 88,16 milioni di euro e nei proventi di natura straordinaria, pari a circa 4 milioni di euro. Finanziamenti e costi - I finanziamenti provinciali assegnati durante l’esercizio 2014 nell’ambito del programma degli investimenti aziendali sono stati pari a 29,21 milioni di euro e sono ripartiti, rispettivamente, in: 22,44 milioni di euro per opere di edilizia sanitaria; 2,9 milioni di euro assegnati per i presidi protesici; 2,03 milioni di euro per attrezzature sanitarie; 1,84 milioni di euro destinati alle attrezzature tecnico - economali. In riferimento alla valutazione dei costi di gestione nell’ambito dei livelli assistenziali, si evidenzia che l’assistenza distrettuale incide per il 53,65%, quella ospedaliera per il 43,60%, mentre l’assistenza sanitaria collettiva in ambienti di vita e di lavoro è pari al 2,75% della spesa sostenuta. Tra gli aggregati funzionali più importanti, si registra il costo del personale dipendente, pari a circa 421,26 milioni di euro (incide per il 34,62%), che, insieme ai professionisti convenzionati, rappresenta il capitale umano dell’Azienda sanitaria. Un’altra componente di spesa rilevante è quella delle convenzioni sanitarie, pari a 373,77 milioni di euro (incide per il 30,72%); vi è compresa la spesa per le case di riposo, l’assistenza farmaceutica, la medicina di base e ambulatoriale accreditata, l’assistenza ospedaliera e sanitaria. L’acquisto di beni e servizi incide per 247,53 milioni di euro (pari al 20,34%,) e fa riferimento all’approvvigionamento di beni strumentali all’attività sanitaria, alle manutenzioni e alle riparazioni. Bilancio di missione 2014 - Entro il 30 settembre verrà adottato il bilancio di missione 2014, atto fondamentale della programmazione economico – finanziaria dell’Apss, finalizzato a dare evidenza dei risultati di salute.  
   
   
ROMA, FORLANINI: DOPO 10 ANNI DI ABBANDONO INIZIA UNA NUOVA VITA. ECCO LE AZIONI CONCRETE IL 13 LUGLIO PARTE IL CANTIERE PER LA PULIZIA TOTALE DELL’AREA, A SETTEMBRE CI SARÀ IL BANDO DELLE IDEE PER DECIDERE INSIEME IL FUTURO DEL VECCHIO OSPEDALE.  
 
Roma, 1 luglio 2015 - Da circa 10 anni l’Ospedale Forlanini è in chiusura perché è fuori dalla programmazione sanitaria. Per la prima volta la Regione avvia un’azione per dare nuova vita a questa struttura e questa area della città, mettendo fine all’incuria. Al Forlanini, su una superficie di 150 mila mq erano rimasti 50 posti letto che vengono spostati in ambienti più sicuri per i pazienti e gli operatori. Tenere aperto un solo reparto in una struttura così immensa è costato finora 15 milioni di euro l’anno al sistema sanitario regionale. Risorse che possono essere investite meglio. Servizi garantiti. In un’area di circa 1 Kmq sono attivi gli ospedali Spallanzani e San Camillo con 1033 posti letto a disposizione dei cittadini e che la stragrande maggioranza delle attività sanitarie di trasferisce di poche centinaia di metri. Il 13 luglio parte il cantiere per la pulizia totale: per la prima volta sono stati investiti 400 mila euro per la pulizia di tutto ciò che si è accumulato in anni di incuria. Il Piano Concreto Per I Prossimi Mesi - Più vita per il quartiere: Il Forlanini è una vastissima area urbana, insieme al Comune di Roma siamo al lavoro per renderla più viva. Un esempio? Già questa estate insieme al Municipio sarà presente un’arena del cinema. Più sicurezza per le persone: abbiamo già sottoscritto un accordo con Carabinieri per il trasferimento della caserma di Monteverde e avviato un analogo confronto con la Questura di Roma anche con il commissariato di polizia. Spazio Attivo: vogliamo aprire uno spazio dedicato all’innovazione e ai servizi per le imprese e di incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro. Andiamo avanti con la lotta agli sprechi. Nelle palazzine degli uffici non monumentali saranno trasferiti alcuni uffici regionali. In questo modo risparmieremo 4 milioni di euro l’anno di fitti passivi chiudendo le sedi periferiche in affitto. Tuteleremo le associazioni e i servizi già presenti all’interno della struttura. La nuova vita del Forlanini. A settembre partirà un bando delle idee per ridare un ruolo a questa immensa struttura: grazie al confronto e alle proposte offerte da associazioni, imprese e cittadini. Noi vogliamo diventi un luogo della cultura, dell’innovazione, per le startup e per il sociale. Per il presidente Nicola Zingaretti, che ha presentato il piano “finisce una lenta agonia, uno degli spazi urbani più vasti d’Italia torna a vivere con una nuova vocazione per la città”.  
   
   
TRENTO: APPROVATO IL PIANO PROVINCIALE DELLA PREVENZIONE  
 
Trento, 1 luglio 2015 - La Giunta provinciale, su proposta dell´assessora alla salute e solidarietà sociale Donata Borgonovo Re, ha approvato il Piano provinciale della prevenzione 2015-2018, che concorre all´obiettivo finale di ridurre del 25% la mortalità precoce ed evitabile entro il 2025. Nel contesto Trentino questo significa ridurre la mortalità evitabile dai circa 700 decessi/anno a circa 525 decessi/anno entro il 2025. "Il Piano provinciale è stato redatto in coerenza con le indicazioni del Piano nazionale della prevenzione ed è strettamente collegato con la proposta del Piano per la salute del Trentino 2015-2025, di cui rappresenta una prima applicazione operativa - è il commento dell´assessora Borgonovo Re -. Il Piano della prevenzione concorre infatti al raggiungimento degli obiettivi a lungo termine formulati nel Piano per la salute di prolungare la vita vissuta in buona salute, di ridurre progressivamente le morti premature ed evitabili, di aumentare l’equità, il benessere sociale e il potere decisionale del singolo e della comunità per raggiungere il più elevato standard di salute possibile. Il Piano provinciale della prevenzione ha, inoltre, un carattere fortemente intersettoriale: sono coinvolti numerosi attori extrasanitari, il mondo della scuola, le associazioni, diversi enti ed istituzioni, che sostengono le azioni contenute nei programmi del Piano e che concorrono alla realizzazione degli obiettivi integrando le attività dei diversi dipartimenti, servizi ed unità operative dell´Azienda provinciale per i servizi sanitari ". Il Piano provinciale della prevenzione, che si compone di 14 programmi per 81 obiettivi centrali e 108 indicatori, sarà finanziato attraverso il fondo sanitario provinciale, senza finanziamenti aggiuntivi. Piano nazionale della prevenzione: obiettiviObiettivo finale del Piano nazionale della prevenzione è dunque quello di ridurre del 25% la mortalità precoce ed evitabile entro il 2025. Secondo l´Organizzazione mondiale della sanità, questo obiettivo è raggiungibile attraverso interventi di promozione di sani stili di vita (riduzione del consumo ad alto rischio di alcol, riduzione del fumo di tabacco, riduzione del consumo di sale, incremento dell´attività fisica), azioni su alcuni fattori di rischio prioritari (ipertensione, diabete, eccesso ponderale) e mediante miglioramenti nell´assistenza sanitaria (counselling, terapie farmacologiche appropriate). Fondamentale, inoltre, risulta la riduzione delle disuguaglianze sociali nella salute. Il Piano della prevenzione si pone in continuità con i precedenti piani, ma ha alcuni importanti elementi di novità come: ridurre il carico di malattia, investire sul benessere dei giovani, rafforzare e confermare il patrimonio comune di pratiche preventive, rafforzare e mettere a sistema l´attenzione ai gruppi fragili e alle disuguaglianze, considerare l´individuo e le popolazioni in rapporto al proprio ambiente. Il Piano nazionale della prevenzione 2015-2018 individua poi dieci macro-obiettivi, vincolanti per le Regioni e Province autonome: 1.Ridurre il carico prevenibile ed evitabile di morbosità, mortalità e disabilità delle malattie non trasmissibili. 2.Prevenire le conseguenze dei disturbi neuro-sensoriali. 3.Promuovere il benessere mentale nei bambini, adolescenti e giovani. 4.Prevenire le dipendenze da sostanze e comportamenti. 5.Prevenire gli incidenti stradali. 6.Prevenire gli incidenti domestici. 7.Prevenire gli infortuni e le malattie professionali. 8.Ridurre le esposizioni ambientali potenzialmente dannose per la salute. 9.Ridurre la frequenza di infezioni/malattie infettive prioritarie. 10.Rafforzare le attività di prevenzione in sicurezza alimentare e sanità pubblica veterinaria per alcuni aspetti di attuazione del Piano Nazionale Integrato dei Controlli. Piano provinciale della prevenzione: programmi - I dieci macro-obiettivi del Piano nazionale della prevenzione sono declinati in una serie di obiettivi centrali vincolanti per le Regioni e Province autonome per la definizione dei rispettivi piani di prevenzione. In Trentino, per affrontare gli 81 obiettivi centrali assegnati, sono stati elaborati 14 programmi provinciali, dopo un confronto che ha coinvolto diverse strutture sia sanitarie (in primo luogo il Dipartimento di Prevenzione) sia extra-sanitarie. I 14 programmi individuati accorpano più obiettivi, tenendo conto del contesto epidemiologico provinciale, e sono a loro volta ulteriormente articolati in 50 linee di intervento: I programmi provinciali sono elencati di seguito: 1.Tavolo interdipartimentale di salute in tutte le politiche: 2.Ospedali e Comunità “Amici dei bambini”. 3.Servizi vaccinali territoriali amici dei bambini. 4.Screening neonatali. 5.Scuola che promuove la salute. 6.Aziende che promuovono la salute . 7.Programma provinciale Guadagnare salute. 8.Sicuri a casa, sulla strada e sul lavoro. 9.Screening oncologici. 10.Gestione delle emergenze. 11.Ridurre la frequenza delle malattie infettive prioritarie. 12.Rafforzare le attività di prevenzione in sicurezza alimentare. 13.Rafforzare le attività di prevenzione in sanità pubblica veterinaria. 14.Ridurre le esposizioni ambientali potenzialmente dannose per la salute umana. Vi sono infine degli indicatori cosiddetti “sentinella”, che serviranno per il monitoraggio dell´andamento del Piano da parte del Dipartimento salute e solidarietà sociale della Provincia autonoma di Trento nei confronti degli attori locali (si eseguirà un monitoraggio semestrale delle attività) e, annualmente, da parte del Ministero nei confronti del Dipartimento salute e solidarietà sociale della Pat (come previsto dal Documento nazionale di valutazione) nonché un cronoprogramma di massima delle singole azioni. Per altri aspetti è stata lasciata ampia libertà ai referenti dei diversi programmi e delle singole linee di intervento. Piano provinciale della prevenzione: attività già in essere - Nella maggior parte dei casi, i programmi individuati rappresentano attività già in essere. Il Piano provinciale della prevenzione rappresenta l´occasione per una maggiore sistematizzazione, in una cornice concettuale unica e condivisa a livello nazionale, per una maggiore estensione di buone pratiche già presenti e per un maggiore monitoraggio, valutazione e rendicontazione delle attività. Qui di seguito alcuni esempi di attività in corso e gli obiettivi che si vogliono raggiungere con il Piano provinciale: •ospedale e comunità "Amici dei Bambini": il Santa Chiara ha già ottenuto il riconoscimento ufficiale Oms/unicef - si tratta ora di mantenerlo ed estenderlo alle altre realtà trentine; •screening per tumori a mammella, cervice uterina e colon retto funzionano già bene, ma si tratta di migliorare (con particolare attenzione alla riduzione delle disuguaglianze) e di modernizzare l´offerta degli esami; •si interviene già da anni sulla qualità della refezione scolastica, si tratta di introdurre nelle mense scolastiche nuovi temi come il nesso tra alimentazione e tutela ambientale e stimolare maggiormente la consapevolezza e la partecipazione degli studenti e delle famiglie; •nelle scuole si realizzano già molti interventi di educazione sanitaria, si tratta di standardizzare meglio e estendere le buone pratiche al maggiore numero di scuole possibili; •la sorveglianza delle malattie infettive è ben presidiata; si tratta di mantenere e migliorare le coperture delle vaccinazioni raccomandate, l´uso corretto degli antibiotici, e di mantenere alta l´attenzione sulle infezioni correlate all´assistenza. •tutte le imprese alimentari sono già oggetto di controllo; si tratta di uniformare i controlli sul territorio secondo le indicazioni dei regolamenti europei. •per quanto riguarda le esposizioni ambientali potenzialmente dannose per la salute molto viene fatto da diversi settori dell´amministrazione pubblica, si tratta di coordinare e integrare meglio tra di loro le diverse attività per migliorare conoscenze e capacità di intervento.  
   
   
ANZIANI, RIPARTE SERVIZIO BADANTI “CODICE D’ARGENTO”. PRESIDENTE LIGURIA TOTI FIRMA PROVVEDIMENTO CHE RIATTIVA PROGETTO PRIMO DECRETO D´URGENZA DEL NEO-GOVERNATORE  
 
Genova, 1 luglio 2015 - E´ salvo il progetto pilota della Regione Liguria "Codice d´Argento" per l´assistenza domiciliare gratuita agli anziani dimessi dall´ospedale San Martino di Genova, dopo che la precedente giunta regionale aveva deciso di non prorogare il servizio. Il Presidente della Regione Liguria Giovanni Toti ha firmato, martedì 30 giugno, nel pomeriggio il suo primo decreto d´urgenza: è destinato agli anziani (oltre milletrecento quelli assistiti finora ) che, una volta usciti dall´ospedale, dal prossimo mese, nel cuore dell´estate, non avrebbero più avuto garantita l´assistenza delle badanti. "Poniamo così rimedio a una grave inadempienza che avrebbe potuto arrecare pesanti disagi alle famiglie genovesi economicamente più fragili", dichiara il presidente, " risolviamo una inefficienza della passata amministrazione che non aveva avuto la volontà politica di prorogare, neppure per pochi mesi, il servizio in modo da consentire al nuovo esecutivo di intervenire con una delibera di giunta". L´urgenza del decreto è giustificata dallo scadere dei termini del progetto che, senza questa soluzione tempestiva avrebbe comportato l´interruzione del sostegno il prossimo 31 luglio. Le risorse finanziare sono state messe a disposizione dal comparto sociale regionale, mentre all´avvio del progetto era stata la Sanità a farsene carico. "Il rischio dello stop era dovuto proprio al contrasto tra gli assessorati alla Sanità e alle Politiche Sociali, deleghe che, per evitare episodi analoghi, nella nuova giunta faranno riferimento a un unico assessore", spiega il presidente Toti. Valore aggiunto del decreto del Presidente Toti è la ricomposizione del progetto Codice d´Argento con l´analogo progetto di dimissioni protette attivo su ben cinque ospedali della Liguria (Sanremo, San Paolo di Savona, Villa Scassi, Lavagna e La Spezia) già seguito e finanziato dal sociale attraverso i distretti sociosanitari. In questo modo a tempi di record la regione è riuscita a mettere a sistema due azioni finora gestite separatamente da sociale e sanitario. Questo rappresenta l´inizio di un percorso virtuoso nel campo dell´integrazione sociosanitaria.  
   
   
PRESIDENTE UMBRIA MARINI E ASSESSORE AL SANTA MARIA DELLA MISERICORDIA PER INAUGURAZIONE DELLA VERA DI POZZO  
 
Perugia, 1 luglio 2015 – "Ciò che ci avete raccontato ci riempie d´orgoglio, soprattutto perché sappiamo che i risultati di questo importantissimo lavoro di ricerca scientifica è a disposizione dei cittadini e di tutto il Paese. Per questo la Regione Umbria non farà mancare le risorse e continuerà a sostenere la ricerca transazionale ed il vostro eccellente lavoro". E´ quanto affermato dalla presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, a conclusione dei lavori della conferenza sul tema "Trapianto di cellule staminali per il trattamento delle leucemie: risultati clinici innovativi, cui ha partecipato – a Perugia, presso la sede del Creo - assieme all´assessore regionale alla sanità, Luca Barberini. La presidente e l´assessore Barberini sono intervenuti anche all´inaugurazione della "vera di pozzo" posta all´ingresso dell´Ospedale di Santa Maria della Misericordia, il cui restauro è stato finanziato dal Comitato per la vita "Daniele Chianelli". La presidente Marini ha voluto ringraziare tutto il personale medico e delle professioni sanitarie che operano al Santa Maria della Misericordia e, nello specifico, presso il dipartimento di ematologia, "per il lavoro di ricerca che da anni svolgete e che ha consentito di raggiungere risultati di assoluta eccellenza in Italia e nel mondo. La sanità pubblica – ha aggiunto - è di qualità quando riesce a mettere a disposizione di tutto il sistema di assistenza il frutto della sapienza e della conoscenza dei ricercatori. E la sfida che è sempre di fronte a noi è quella di fare tesoro di questa ricerca a beneficio dei pazienti. Ed in questa sfida è fondamentale il contributo che offrono i ricercatori del servizio ospedaliero pubblico e di quello dell´Università". In precedenza aveva portato il suo saluto anche l´assessore alla sanità, Luca Barberini, che ha sottolineato l´importante concomitanza dei due eventi della giornata: "qui – ha detto - abbiamo ascoltato i significativi risultati della ricerca realizzata presso il dipartimento di ematologia, ed allo stesso tempo inauguriamo la ‘vera di pozzo´, simbolo della antica tradizione della sanità in questa città. Ciò ci rende palese il fatto che si è in grado di guardare al futuro, progredire, continuare nella ricerca e nell´innovazione, solo se si è altrettanto in grado di non perdere di vista il passato". "Prezioso" ha definito Barberini il rapporto di collaborazione tra Regione Umbria e Università degli Studi nell´ambito del servizio sanitario regionale: "una collaborazione che vorrei fosse ancor più intensa – ha affermato Barberini - nell´interesse della sanità pubblica regionale. Così come è fondamentale anche la collaborazione con tutto il mondo del volontariato". Infine, l´assessore Barberini ha annunciato che già nei prossimi giorni inizierà una serie di visite a tutte le strutture sanitarie ed ospedaliere della regione.  
   
   
MASSA CARRARA, LA ASL 1 NOMINATA "AMICA DEI BAMBINI"  
 
Firenze, 1 luglio 2015 - La Asl 1 di Massa Carrara è stata nominata azienda sanitaria "Amica dei bambini" e l´ospedale di Massa riconfermato "Amico dei bambini". Nel corso della cerimonia che si è svolta ieri alla Fondazione Conti di Palazzo Cucchiari, a Carrara la vicepresidente dell´Unicef Italia Silvana Calaprice e la presidente del Comitato Unicef di Massa Carrara Anna Maria Pregliasco hanno consegnato le pergamene ai dirigenti di azienda sanitaria e ospedale. L´asl di Massa diventa quindi la prima azienda sanitaria in Italia con l´intero percorso nascita "Amico dei bambini". L´ospedale di Massa ha ricevuto il titolo di Baby Friendly Hospital (Bfh) nel 2010, ed è uno dei 7 ospedali Bfh in Toscana, regione all´avanguardia in questo campo. L´azienda sanitaria di Massa Carrara ha partecipato per la Toscana ad una ricerca multicentrica nazionale dal 2009 al 2013 sull´attuazione dei Passi della Comunità Amica e ha conseguito il riconoscimento di Comunità Amica in seguito al lavoro svolto durante e dopo lo studio. L´iniziativa internazionale "Baby Friendly Hospital - Ospedale Amico dei Bambini" è stata lanciata nel 1991 dall´Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) e dal Fondo delle Nazioni Unite per l´Infanzia (Unicef), per assicurare che tutti gli ospedali accolgano nel miglior modo possibile i bambini neonati e che divengano centri di sostegno per l´allattamento materno. L´iniziativa della Comunità Amica è stata lanciata nel 2007 con lo stesso scopo, per riconoscere il ruolo importante dell´assistenza offerta pre e post-parto nei servizi territoriali. Questo significa migliorare le pratiche assistenziali, rendendo protagonisti i genitori e sostenendoli nelle scelte per l´alimentazione e le cure dei propri bambini. L´obiettivo del progetto è quello di creare un rapporto tra il personale del punto nascita, i servizi consultoriali/territoriali, i pediatri di famiglia, i medici di medicina generale, i gruppi di sostegno e la comunità locale, per fornire reti di sostegno alle famiglie, oltre che migliorare l´educazione alla salute su alimentazione e allattamento dei bambini come base per un corretto sviluppo e come potente arma di prevenzione verso le principali malattie dell´adulto.  
   
   
ROSSI: "SPORT COME ELEMENTO DI EDUCAZIONE PERMANENTE"  
 
Firenze, 1 luglio 2015 - "La pratica sportiva deve diventare un elemento di educazione permanente, un antidoto alla dispersione scolastica, un punto fermo verso l´adozione di stili di vita corretti". Lo ha detto il presidente Enrico Rossi commentando l´apertura del bando relativo al progetto ´Sport e Scuola compagni di banco´. "Vogliamo ottenere alcuni obiettivi ben precisi: radicare la motricità e l´educazione fisica nella scuola primaria e coinvolgere il maggior numero di ragazzi e ragazze facendo leva sulla trasversalità della disciplina e dei concetti che stanno alla base della Carta Etica". "Inoltre – ha aggiunto Rossi - vogliamo favorire una presa di contatto con tutte le varie discipline per dare ai giovani la possibilità di scegliere". Per partecipare al bando, varato dalla Regione d´intesa con l´Ufficio Scolastico Regionale, le Università di Firenze e Pisa e il Coni Comitato Regionale, è necessario presentare le domande entro il 29 luglio. Secondo l´ultima rilevazione di "Okkio alla Salute" (2014), sistema di sorveglianza sul sovrappeso e l´obesità nei bambini delle scuole primarie (6-10 anni) e i fattori di rischio correlati, in Toscana (basandosi su un campione di 2438 bambini) il 19,5% è in sovrappeso (20,9% Italia), il 6% obeso (9,8%) e l´1,3% severamente obeso (2,2%), dato tendenzialmente invariato rispetto al 2012 ma che conferma la diminuzione in atto dal 2001 ad oggi. Prosegue il trend in calo dei bambini fisicamente non attivi (meno di un´ora di sport a settimana): in Toscana sono il 9,7% (21,9% nel 2008, 14,7% 2010, 12% 2014) contro il 18% nazionale.