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VENERDI

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Notiziario Marketpress di Venerdì 23 Luglio 2010
ESCURSIONE ARCHEO-GEOLOGICA SULLO SCILIAR (31 LUGLIO)  
 
Sabato 31 luglio 2010 il Museo Archeologico dell’Alto Adige propone una particolare escursione alla scoperta delle particolarità archeologiche e geologiche dello Sciliar, monte che con i suoi 2.563 metri si staglia sulla conca di Bolzano. A fornire i contenuti tecnici provvederanno Günther Kaufmann, archeologo conservatore del Museo Archeologico dell’Alto Adige, ed il geologo del Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige Benno Baumgarten, che guideranno il gruppo. Meta dell’escursione è il Burgstall/monte Castello, una collinetta sull’altipiano dello Sciliar dove si trovavano un rogo votivo della tarda età del bronzo e un santuario di epoca romana. Oltre ai risultati delle recenti indagini relative a questo luogo di culto le guide illustreranno gli aspetti generali delle religioni precristiane. Contestualmente, forniranno anche informazioni sulla geologia del territorio, sulle Dolomiti e in particolare sulla genesi dello Sciliar. L’escursione è impegnativa e consigliata solo ad esperti: il dislivello in salita è di 1500 m, con salita sul sentiero Schäufelesteig e discesa sul sentiero Knüppelweg. E’ necessaria quindi una buona attrezzatura escursionistica. Ogni partecipante deve dotarsi di cibo e bevande. Vi è possibilità di sosta presso il rifugio Bolzano al Monte Pez/schlernhäuser. Punto d’incontro: parcheggio del laghetto di Fiè alle ore 7,30. Ritorno previsto alle ore 19,30. Prenotazione obbligatoria presso il Museo Archeologico dell´Alto Adige entro il 29 luglio allo 0471 320112. In lingua tedesca e italiana. In caso di maltempo la manifestazione verrà annullata. Museo Archeologico dell’Alto Adige, via Museo,43 – Bolzano; tel. 0471 320100, fax 0471 320122; web www.Iceman.it , e-mail museo@iceman.It  
   
   
GENOVA: MOSTRE, EVENTI E SPETTACOLI PER I VISITATORI DEL 50° SALONE NAUTICO INTERNAZIONALE - DAL 2 AL 10 OTTOBRE 2010  
 
Acquariovillage. S 518 Nazario Sauro. Dalle ore 10.00 di sabato 29 maggio genovesi e non possono vivere l’esperienza di salire a bordo del Nazario Sauro, primo sommergibile ad essere musealizzato in acqua, e di visitare il pre- show dedicato all’interno del Galata Museo del Mare. La musealizzazione del sommergibile e l’apertura ai visitatori sono il risultato del lavoro congiunto di diversi soggetti, pubblici e privati: dal Mu.ma Istituzione dei Musei del Mare e della Navigazione, che con il Comune di Genova e la Regione Liguria è stato il primo fautore di questa operazione, alla Marina Militare, che ha donato il natante alla città, da Fincantieri, che lo ha costruito e restaurato, a Costa Edutainment, gestore del Galata Museo del Mare e del mondo Acquariovillage di cui il Nazario Sauro è il fiore all’occhiello. Il Nazario Sauro costituisce un importante passaggio di apertura verso l’esterno e la città del Galata Museo del Mare, principale realtà museale ligure per affluenza gestita da Costa Edutainment e di proprietà del Comune di Genova che lo amministra e ne cura la direzione artistica, scientifica e culturale attraverso il Mu.ma – Istituzione Musei del Mare e della Navigazione. Il pre-show del sommergibile Nazario Sauro, ricostruito al terzo piano del Galata Museo del Mare, integra e prepara la visita al sottomarino. Questa sezione consente al visitatore di interagire con maggiore tempo a disposizione con alcune delle strumentazioni che a bordo non sono accessibili, o fruibili solo in parte, perché in spazi troppo ristretti e per motivi di sicurezza. Inoltre, consente anche alle categorie che non potranno accedere al battello - disabili, donne in gravidanza, bambini al di sotto dei 4 anni - la possibilità di vivere un’esperienza unica, immersiva e coinvolgente. Questa interazione coniuga informazioni focalizzate sul tema complesso del funzionamento del sommergibile con il divertimento e il gioco rendendo più agile l’apprendimento e più immediata l’esperienza. Ad esempio il visitatore potrà sperimentare le modalità di immersione e risalita del sommergibile, alcuni aspetti della vita di bordo, l’uso del periscopio e dell’idrofono. Il percorso si articola al terzo piano del Museo in 40 metri di “sommergibile” ricostruito: la storia della sommergibilistica, la scuola per sommergibilisti, i periscopi, la guida del sottomarino, tour virtuale ma anche vita di bordo con testimonianze originali, alleati e avversari della guerra fredda. “Scendere” nel Nazario Sauro è poi una esperienza davvero immersiva: sia perché si è fisicamente sotto il pelo dell’acqua, sia perché si è avvolti completamente dal battello, come se si fosse in una missione e non attraccati placidamente nelle acque della Darsena di Genova. Proprio perché si è intervenuti il meno possibile a bordo, lasciando le strutture, i passaggi, i portelli originari – tranne le due scale di accesso che danno inizio e termine al percorso – il visitatore è tenuto a indossare un casco protettivo, ad avere scarpe consone e ad aver fatto la propria autovalutazione sulla sua capacità di seguire la visita. Il Galata Open Air Museum - L’apertura al pubblico del Sommergibile S-518 Nazario Sauro e della nuova sezione “Scuola Sommergibili” al Galata Museo del Mare è integrata da un nuovo percorso espositivo all’aperto, il Galata Open Air Museum. Il percorso è stato realizzato in collaborazione con la Regione Liguria, il Comune di Genova, la Direzione Regionale per i Beni e Attività Culturali della Liguria, le locali Soprintendenze e la partecipazione dell’Autorità Portuale, nell’ambito dell’Accordo di Programma Quadro “Beni e Attività Culturali” Iii Integrativo, stipulato nel 2006 tra Regione Liguria, Ministero dell’Economia e delle Finanze e Ministero per i Beni e le Attività Culturali. All’interno di questo “accordo” è stato possibile compiere un primo intervento di riordino, restauro e valorizzazione di una delle aree più antiche del Porto di Genova, la Darsena. Il nuovo exhibit dell’energia – La città dei bambini e dei ragazzi - La città dei bambini e dei ragazzi, il più grande centro in Italia dedicato a gioco, scienza e tecnologia, arricchisce le proposte Acquariovillage con un nuovo exhibit dedicato all’Energia. La novità introduce i ragazzi al concetto di energia, alle diverse forme in cui essa si presenta, alle sue trasformazioni ed alle sue proprietà fondamentali. Particolare attenzione viene posta sui principi che stanno alla base della produzione di alcune energie rinnovabili, come quella idroelettrica, quella eolica e quella ottenuta tramite pannelli solari. La nuova area scientifica, ideata e realizzata dal Cnr, è collocata nello spazio 6-14 anni ed è costituita da una lunga parete interattiva suddivisa in exhibit posti in sequenza. I ragazzi, agendo su diversi supporti, producono differenti forme di energia che attivano a loro volta motorini e nastri trasportatori per trasferire un oggetto da un punto di partenza a uno di arrivo. Ci sono inoltre due particolari Cyclette, collegate a una lampadina posta in cima ad una colonna per una sfida a chi produce più energia facendo illuminare di più la lampadina. “Turtle Vision” e i lamantini – Acquario di Genova - L’acquario di Genova ha recentemente arricchito l’offerta Acquariovillage sul tema della natura e dell´ambiente con Turtle Vision, il nuovo film 3D che consente di compiere un viaggio negli Oceani attraverso gli occhi di una tartaruga verde. Il pubblico viene condotto da Sammy, la tartaruga protagonista del film, nelle lunghe migrazioni compiute nel corso della sua vita e che l´hanno portata nei diversi Oceani del Pianeta, con qualche accidentale sconfinamento in aree diverse da quelle frequentate da questa specie. Il viaggio inizia dalla spiaggia dove questa tartaruga è nata e dove gli esemplari di femmina adulta di questa specie tornano a deporre le uova. A partire da qui nel corso delle migrazioni che compie, Sammy entra in contatto con l´Uomo in situazioni dalle quali emergono due approcci molto contrastanti sull´utilizzo del mare e delle sue risorse: da un lato la mancanza di cura e di rispetto che comporta conseguenze pericolose per la sopravvivenza di molte specie marine, dall´altro l´impegno concreto per la conservazione e la salvaguardia degli ambienti acquatici. Altra recente novità sono Husar e Pepe, i due esemplari di lamantino che il pubblico può ammirare in una delle grandi vasche espositive. L’arrivo dei due esemplari si inserisce nel progetto di coordinamento a livello europeo per il mantenimento e la riproduzione in ambiente controllato di questa specie, a rischio di estinzione, che garantisce alle strutture partecipanti lo scambio di individui in base ad un protocollo finalizzato ad assicurare la loro continuità di sopravvivenza. Scegli Il Pesce Giusto – Acquario di Genova - È la nuova attività edutainment del mondo Acquariovillage riservata al pubblico individuale adulto sul tema del consumo ittico consapevole. L’attività è omonima della campagna internazionale per la sensibilizzazione ed educazione al consumo sostenibile delle risorse ittiche promossa dal World Ocean Network (Won) di cui l’Acquario di Genova è stato tra i fondatori. Oltre l’Acquario di Genova, partner internazionali della campagna sono Nausicaa Centre National de la Mer (Boulogne-sur-mer, Francia) e Aquarium de Finisterrae (La Coruña, Spagna). L’attività prevede un momento di incontro a tu per tu con l’esperto nel quale i partecipanti vengono introdotti alla tematica della pesca, del sovrasfruttamento delle risorse ittiche, della necessità di un consumo ittico consapevole e quindi imparano a riconoscere le specie ittiche minori, pulirle e prepararle a uso gastronomico. L’attività, della durata di circa un’ora, si svolge tutti i fine settimana dell’anno con i seguenti orari: sabato alle ore 11 e 16 e domenica alle ore 11 per un gruppo di max 20 persone. “Scegli il pesce giusto” ha un costo di 29 Euro per persona, comprensivo di ingresso alla struttura e di attività di approfondimento. È necessaria la prenotazione, Incoming Liguria, tel. 010/2345.666. Info: www.Acquariodigenova.it  - www.Galatamuseodelmare.it  - www.Cittadeibambini.net . Museo Luzzati - Flavio Costantini – Mostra antologica - Dal 21 settembre al 7 novembre 2010 - Inaugura al Museo Luzzati di Porta Siberia a Genova, martedì 21 settembre, la mostra dedicata all’opera di Flavio Costantini. Nel giorno del suo ottantaquattresimo compleanno il Museo che porta il nome dell’amico Luzzati rende omaggio al grande artista ligure dal tratto inconfondibile con una mostra antologica allestita per la prima volta a Genova. La mostra attraverserà le tappe più importanti della lunga carriera di Costantini con i cicli dedicati alla storia dove si potranno ammirare le tempere dal tema “anarchici”, quelle sugli Zar, e le 30 tavole a pastello e matita sulla Rivoluzione Francese; nella sezione “Le navi e il mare” oltre alle opere storiche sulle navi verrà realizzato un ciclo originale con nuovi disegni sui diversi prospetti del porto di Genova; una sezione della mostra verrà dedicata alle immagini pubblicitarie realizzate da Costantini per aziende come Erg, Latte Tigullio, Esso, Italsider, mentre un’altra ai suoi celebri ritratti di artisti e personaggi della cultura come Freud, Kafka, Italo Calvino, Emanuele Luzzati. Per sottolineare l’amicizia di una vita tra Emanuele Luzzati e Flavio Costantini verrà realizzato nelle Sale Cannoniere del Museo un loro antico progetto mai andato in porto, quello di una mostra dal titolo “Una notte all’opera” in cui verranno raccolti i ritratti di compositori e musicisti realizzati da Flavio Costantini e figurini e bozzetti dagli spettacoli d’opera realizzati da Emanuele Luzzati. Info: 010.2530328 - info@museoluzzati.It  – www.Museoluzzati.it . Ingresso al Museo €5, bambini gratis fino a 6 anni, €2 dai 7 ai 18 anni, €4 sopra ai 65 anni. Orario dal martedì al venerdì 10–13 e 14-18, sabato e domenica 10-18 Palazzo Ducale - Mediterranea. Voci tra le sponde - Dal 9 settembre 2010. Torna il ciclo di incontri con scrittori, sociologi, filosofi che si propone di far emergere le voci, i suoni e le immagini del Mediterraneo, soffermandosi sui legami e le contaminazioni, ma anche sui conflitti e le chiusure. L’obiettivo è far crescere la conoscenza, far circolare idee, ridurre lo spazio a pregiudizi e luoghi comuni. Partecipano tra gli altri Predrag Matvejevic, Enzo Bianchi, Iain Chambers, Etgar Keret, Orhan Pamuk. Meditazioni Mediterraneo - Dal 10 settembre al 7 novembre 2010. Appartamento del Doge. Un viaggio multimediale e interattivo attraverso il Mediterraneo per assaporare atmosfere, suoni, arti e mestieri dei paesi e dei popoli che lo hanno nel tempo abitato e percorso. Accanto alle installazioni video di Studio Azzurro - uno dei più importanti gruppi internazionali di video arte - sono esposti antichi volumi, atlanti, carte geografiche e nautiche, insieme a preziose opere archeologiche: anfore, monete, antichi monili, ancore, navicelle, statuette votive e terrecotte. Persona in meno. “Residenza per giovani curatori” - Dal 18 settembre al 17 ottobre 2010. La creazione di "ritratti senza ritratti" è la provocazione paradossale di Persona in meno, la mostra di arte contemporanea, organizzata e promossa in collaborazione con la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e la Fondazione Garrone, che chiude il progetto Residenza per giovani curatori di quest’anno. Le opere esposte puntano a evocare presenze assenti, apparizioni, sostituzioni, rituali privati e tentativi falliti di invisibilità. Musei di Nervi Wolfsoniana - Novecento a tavola - Dal 14 luglio 2010 a maggio 2011. La mostra presenta tre sale da pranzo complete che, con l’aggiunta di quella di Piero Bottoni (1937) già in esposizione, permettono di ripercorrere l’evoluzione degli stili che hanno connotato il panorama delle arti decorative italiane nel periodo tra le due guerre e invitano a riflettere sui modi di vita dell’epoca, sul significato sociale della famiglia e sull’influenza dei comportamenti proposti dalla politica e dai moderni mezzi di comunicazione che allora si stavano imponendo. Info: 010 3231329 www.Wolfsoniana.it. Museo Chiossone - Animali dello Zodiaco giapponese - Dal 23 marzo 2010 al 2 gennaio 2011 Secondo la tradizione buddhista entrarono a far parte dello Zodiaco i dodici animali che per primi resero omaggio al Buddha morente: in ordine di arrivo, Topo, Bue, Tigre, Lepre, Drago, Serpente, Cavallo, Capra, Scimmia, Gallo, Cane e Cinghiale. Ma l’origine dello Zodiaco risale in realtà a un’epoca remotissima della Preistoria, quando l’uomo tributava agli animali e agli astri una venerazione di tipo animistico. Info: 010-542285. - www.Chiossone.museidigenova.it. Zuiganji. La vita dei monaci Zen - Dal 23 giugno al 31 ottobre 2010 - Fotografie di Fabio Massimo Fioravanti . La rassegna consiste di una serie di fotografie che documentano la vita e i rituali dei monaci Zen della scuola Rinzai nel monastero Zuiganji. Info: 010-542285 - www.Chiossone.museidigenova.it. Gam e Raccolte Frugone - Mediterraneo fantastico. Mediterraneo da museo - Dal 25 settembre 2010 al 1° maggio 2011. Viaggio inedito tra i grandi capolavori della Galleria d´Arte Moderna e delle Raccolte Frugone. Info: 010 3726025 - www.Ga.museidigenova.it  – tel 010 322396 - www.Raccoltefrugone.museidigenova.it . Museo del Risorgimento - Il bacio di Francesco Hayez - Dal 2 ottobre 2010 al 9 gennaio 2011. La versione del famoso Bacio, uno dei soggetti più famosi dell´800 italiano ed emblematico degli ideali nazionali del tempo, fa tappa a Genova, accompagnato da alcune opere di confronto. Info: 010 2465843 www.Mazziniano.museidigenova.it. Castello D´albertis - "Ballando senza i lupi" - Dall’8 ottobre al 7 novembre 2010 La mostra prende l’avvio dal presente delle popolazioni indigene nordamericane attraverso parole e immagini che intendono render conto delle condizioni di vita odierne di chi abita nelle riserve, affronta la vita quotidiana nella società contemporanea e si confronta con le sfide individuali del presente, oltre che con quelle sociali dettate dalla propria provenienza indigena e dal proprio patrimonio tradizionale nativo. Info: 010 2723820 www.Castellodalbertis.museidigenova.it . Musei di Strada Nuova - spazi espositivi dell´Auditorium Tarnima - spirito della luce eterna. Fotografie di Rosetta Messori - Dall’8 ottobre al 7 novembre 2011 Un work in progress sul Mediterraneo e il Medio Oriente, cresciuto fra il 1996 e il 2004, che trae spunto da atmosfere di paesi dalla cultura antica (Egitto, Siria, Iraq, Algeria , Marocco, Giordania, Yemen, Oman e Tunisia), spazi impregnati di grande energia luoghi in cui le disparità di forme sono più acute. Nell´ambito di Genovafotografia Info: 010 5574963 www.Docsai.museidigenova.it . Per aggiornamenti: www.Genoaboatshow.com , www.Genovaurbanlab.it , www.Stlgenovesato.it , www.Turismoinliguria.It  
   
   
MILANO (VILLA NECCHI CAMPIGLIO): MOSTRA “L´INFINITO PAESAGGIO” - DIPINTI INEDITI E RECENTI DI TULLIO PERICOLI - DALL’8 OTTOBRE AL 7 NOVEMBRE 2010  
 
Il Fai – Fondo Ambiente Italiano presenta la mostra L’infinito paesaggio di Tullio Pericoli, artista marchigiano, noto disegnatore e ritrattista: dall’8 ottobre al 7 novembre 2010, nell’elegante cornice di Villa Necchi Campiglio, proprietà del Fai nel cuore di Milano, saranno esposte quaranta fra le ultime creazioni dell’artista, di cui la metà assolutamente inedite. In mostra l’ultima produzione artistica del pittore Tullio Pericoli, cui il Fai rende omaggio per il legame che unisce l’artista alla città di Milano e per il suo continuo e costante riferimento al paesaggio italiano, soggetto principe delle sue opere in un arco di oltre 40 anni di attività. ”L’attenzione per il paesaggio – racconta Pericoli - credo sia in gran parte dovuta al fatto che esso contiene una storia, una storia di cui siamo partecipi; ma è proprio il paesaggio ad offrirci questo senso di partecipazione. Quando ci troviamo davanti a un paesaggio che, per la sua grandiosità o bellezza, ci colpisce, la sensazione di piacere che proviamo deriva anche da un moto di appartenenza. Vogliamo esserne parte, percepiamo una sorta di unità con quello che vediamo, un’apparenza di totalità che in quell’istante sentiamo armonica.” Il tema del paesaggio si lega anche all’iniziativa di raccolta fondi legata alla mostra: sarà possibile infatti acquistare le opere esposte a Villa Necchi e una parte dei fondi raccolti sarà devoluta al Bosco di San Francesco ad Assisi, bene tutelato dalla Fondazione, che durante tutto il 2010 è stato al centro delle attività che il Fai ha dedicato alla conoscenza e alla tutela del paesaggio italiano. Tullio Pericoli nasce a Colli del Tronto (Ascoli Piceno) e dal 1961 vive a Milano dove si afferma come pittore e disegnatore. Espone le sue opere in Italia e all´estero presso gallerie private e musei. Nel 1995 la sua attività di scenografo e costumista lo porta a lavorare per l´Operahaus di Zurigo, il Teatro Studio e il Teatro alla Scala di Milano. Pur nella diversità di tecnica e stile adottati in più di 40 anni di attività, dalle “geologie” della fine degli anni ’60 alle realizzazioni più segniche, sintetiche, dell’ultima produzione, l’interrelazione dell’uomo con il paesaggio rimane il tema principale della sua produzione. Protagonista è quindi il paesaggio che, nelle prime opere, è descritto più in forma di racconto, e successivamente in modo sempre più astratto. Nei suoi titoli Pericoli allude ai paesaggi italiani, più spesso marchigiani, ma vi allude cautamente in quanto paesaggi reinventati, che diventano scenario della fantasia e dell’anima: una sorta di linguaggio di valore universale. Da qui l’omaggio al conterraneo Leopardi nei titoli delle sue opere e delle sue esposizioni. “L’infinito Paesaggio” dà il nome a una quarantina di opere di recentissima realizzazione, fra cui molti inediti, che rappresentano la riflessione dell’autore sulla propria produzione artistica, sintesi della sua opera precedente. In mostra saranno esposte tele di grandi e di piccole dimensioni, particolarmente dense, in cui la materia diventa il soggetto del quadro, condensata e raggrumata sulla tela e poi incisa, “plasmata”. Questo procedimento è particolarmente accentuato nelle tele più piccole, dove il tratto si fa più tormentato e le tinte si sposano e confondono. “Nei miei dipinti e nella stratificazione dei segni e della materia che vi è stesa, - continua Pericoli - è racchiusa la mia personale storia di artista e, insieme ad essa, anche la mia conoscenza del mondo dell’arte: quanto ho visto, studiato e imparato entra nell’opera e vi si deposita in strati, proprio come succede nel paesaggio con i segni dell’opera dell’uomo e del tempo.” Durante il periodo della mostra il Fai organizza un ciclo di incontri sul paesaggio: tra i relatori Salvatore Settis, Cesare Segre, Giuseppe Barbera e Paolo Pejrone. La mostra è corredata da un catalogo, a cura di Lucia Borromeo, responsabile scientifico del Fai, edito da Corraini Edizioni. L´allestimento della mostra è a cura di Gae Aulenti  
   
   
VENEZIA (SALONE GARDINI, MAGAZZINI DEL SALE): MARILLINA FORTUNA “VENEZIA, UN PESCE FUOR D’ACQUA? FRAMMENTI DI UN VIAGGIO ATTRAVERSO IL MEDITERRANEO  
 
Ai Magazzini del Sale, Magazzino Gardini, sede della Reale Società Canottieri Bucintoro di Venezia, è ospitata la personale di Marillina Fortuna “Venezia, Un Pesce Fuor D’acqua? Frammenti di un viaggio attraverso il Mediterraneo”. Tutte le opere presentate, in grande parte inedite, sono assemblaggi dei rifiuti che il mare riporta a riva. Una materia prima rigenerata, purificata, plasmata dal lavoro di un grande artigiano, il mare, e che l’artista usa così come la raccoglie, senza colorarla o cambiarne la forma. Il titolo della mostra “Venezia, Un Pesce Fuor D’acqua?”, prende il nome dall’opera centrale del percorso espositivo. Un percorso in cui fiori, paesaggi, isole, dialogano con pesci fantastici: abitanti di un mare Mediterraneo sempre più protagonista nelle opere dell’artista, che sembra qui diventare “il Mare” simbolo di tutti i mari: nel rapporto stretto tra acqua e terra e coloro che ci abitano. Primi fra tutti i pesci. E sintesi di questi “frammenti di un viaggio (…)” protagonisti di una vitalità spesso in pericolo, una città simbolo: Venezia. “Venezia, Un Pesce Fuor D’acqua?”, si domanda Marillina Fortuna, che ha tratto spunto per questo titolo dalla “guida” alla conoscenza della città lagunare (che è quasi un romanzo d’amore), scritta da Tiziano Scarpa “Venezia è un pesce” (Feltrinelli, 2000). “Venezia è un pesce. Guardala su una carta geografica. Assomiglia a una sogliola colossale distesa sul fondo. Come mai questo animale prodigioso ha risalito l’Adriatico ed è venuto a rintanarsi proprio qui?” Nell’opera di Marillina Fortuna, Venezia è proprio questo pesce, ancora in movimento, forse colto un attimo prima di essere catturato (o di farsi catturare), all’amo della terraferma. Per l’artista “c’è la consapevolezza di essere vicina all’errore, nel semplificare Venezia attraverso quel meccanismo che la rende simbolica grazie all’uso delle parole che traducono le emozioni che genera. Ma c’è anche la tentazione di renderne omaggio in qualità di ispiratrice e “condensatrice” di concetti a me cari. Venezia come luogo di arrivo ma anche come punto di partenza; come sintesi di un viaggio e come manifestazione della meraviglia del fare dell’ uomo. Venezia è un insieme di isole che formano un’isola unica, ancorata al fango della laguna dai tronchi pietrificati che ne costituiscono le fondamenta. Compatta e dispersiva: quasi una città fortificata eppure tanto fragile. Venezia è probabilmente la città più ‘visitata’ al mondo: eppure così segreta, sconosciuta, misteriosa. Venezia mi appare chiaramente, questo sì, come la metafora della vita nella sua unicità, nella sua ricerca e nelle sue contraddizioni. Come il suo essere “donna”. Donna e non “femmina”, come un’altra meravigliosa città del Mediterraneo…” Inaugurazione: sabato 11 settembre 2010 alle ore 18.30 - Periodo di apertura: dall’11 al 29 settembre 2010 - Orario: da martedì a domenica dalle ore 10.00 alle 17.00 (chiuso il lunedì) - Info: tel.: 041-5205630, admin@bucintoro.Org , www.Marillinafortuna.it. Con il patrocinio dell´Assessorato alla Produzione Culturale del Comune di Venezia  
   
   
PARCO NAZIONALE VAL GRANDE: X EDIZIONE I SENTERI DEL GUSTO  
 
Dal 2001 il Parco Nazionale Val Grande organizza la rassegna "I Sentieri del Gusto", ormai diventata un appuntamento consolidato e apprezzato nell´ambito delle iniziative enogastronomiche che gravitano sul territorio delle province del Verbano Cusio Ossola, di Novara e Varese, conosciuta anche da appassionati di altre province lombarde e piemontesi. Come ogni anno ristoranti, trattorie, agriturismi, rifugi e circoli del Parco propongono le ricette tradizionali della territorio valgrandino, poi riprese dai ristoranti dei laghi e dell´Ossola, quasi a sottolineare ancora una volta il legame stretto tra montagna e lago nel territorio della Provincia del Vco. Giunta alla decima edizione, la rassegna "I Sentieri del Gusto" nel 2010 si rinnova e raddoppia: agli appuntamenti nei ristoranti e trattorie in calendario dalla fine di settembre a novembre, vanno ad aggiungersi, con "L´estate dei Sentieri del Gusto", quelli in programma nei rifugi, agriturismi e circoli dall’inizio di agosto all´inizio di settembre. Il tema scelto per la rassegna di quest’anno è il formaggio caprino, essendo l’Ente Parco partner del progetto Interreg”proalpi – Valori e Sapori delle produzioni tradizionali alpine”. I 27 esercizi partecipanti proporranno pertanto almeno una portata che preveda l’utilizzo di tale prodotto e ospiteranno, in occasione della serata, un produttore locale, nonché alcune componenti del comitato de “Le Donne del Parco”, alle quali spetterà l’intrattenimento degli ospiti e l’allestimento dei locali secondo usi e costumi tradizionali. Il primo appuntamento estivo è in programma l’8 agosto all’agriturismo il Monterosso di Verbania. In autunno si inizierà il 24 settembre al ristorante Vecchia Roma di Beura Cardezza. La rassegna si concluderà il 26 novembre. Per informazioni: Ente Parco Nazionale Val Grande - Piazza Pretorio 6, 28805, Vogogna (Vb) –, www.Parcovalgrande.it , info@parcovalgrande.It , tel. 032487540  
   
   
BOLZANO: LABORATORIO “RAME E CERAMICA” A CADIPIETRA: PRIMO APPUNTAMENTO IL 29 LUGLIO  
 
Prende il via giovedì 29 luglio l´iniziativa offerta ai visitatori dal Museo delle miniere Granaio Cadipietra: il laboratorio "Rame e ceramica" condotto da Kyra e Peter Chiusole. Appuntamento il giovedì fino al 9 settembre. Obbligatoria la prenotazione. Il Museo delle miniere Granaio Cadipietra, a Cadipietra in valle Aurina, offre ai suoi visitatori la possibilità di plasmare in modo creativo la ceramica ed il rame di cementazione sotto la guida di due esperti ceramisti. Kyra e Peter Chiusole insegneranno agli artisti in erba gli elementi base delle varie tecniche manuali; I partecipanti potranno ritirare le loro opere cotte e smaltate una settimana dopo la realizzazione nella sede del museo. Il primo laboratorio si svolgerà giovedì 29 luglio 2010 dalle ore 17 alle 19. Il workshop si ripeterà ogni giovedì fino al 9 settembre 2010 nelle seguenti date: 5, 12, 19 e 26 agosto; 2 e 9 settembre - sempre tra le ore 17 e le 19. I partecipanti potranno ritirare le loro opere cotte e smaltate una settimana dopo la realizzazione nella sede del museo. Per partecipare è obbligatoria la prenotazione al numero di tel. 0474 651043. Info http://www.Museominiere.it   
   
   
MILANO (FONDAZIONE STELLINE): GABRIELE BASILICO RACCONTA ISTANBUL - DAL 16 SETTEMBRE AL 31 OTTOBRE 2010  
 
L’esposizione presenterà una selezione di 30 immagini inedite di uno dei maestri della fotografia italiana che documentano la trasformazione della metropoli turca, scattate durante due campagne realizzate nel 2005, quando Basilico fu invitato alla Ix Biennale Internazionale di Istanbul, e nel 2010, in occasione di Istanbul Capitale Europea della Cultura. La ricerca indaga aree storiche consolidate della città e nuovi quartieri in via di espansione e trasformazione, un’immersione nelle straordinarie dinamiche evolutive di una megalopoli crocevia di culture, dove convivono tradizione e aspettative per il futuro. Il contributo di Gabriele Basilico alla documentazione fotografica dello spazio urbano contemporaneo è tra i più significativi degli ultimi 25 anni: la sua attenzione si concentra sulla città intesa come corpo fisico in perenne “movimento” e come metafora degli aspetti sociali del nostro tempo. Istanbul 05.010 è organizzata dalla Fondazione Stelline di Milano con il patrocinio di Regione Lombardia, Provincia di Milano e Comune di Milano, realizzata in partnership con Eni, compagnia da sempre impegnata nella promozione dell’arte e della cultura, e con il contributo di Italcementi, sostenitrice dell’architettura come strumento di trasformazione. Gabriele Basilico nasce a Milano nel 1944. Dopo la laurea in architettura (1973), si dedica con continuità alla fotografia. La forma e l’identità delle città, lo sviluppo delle metropoli, i mutamenti in atto nel paesaggio postindustriale sono da sempre i suoi ambiti di ricerca privilegiati. Considerato uno dei maestri della fotografia contemporanea, è stato insignito di molti premi, e le sue opere fanno parte di prestigiose collezioni pubbliche e private italiane e internazionali. “Milano ritratti di fabbriche” (1978-80), è il primo lungo lavoro che ha come soggetto la periferia industriale, e corrisponde alla sua prima mostra presentata in un museo (1983, Pac, Milano). Nel 1984-85 con il progetto “Bord de mer” partecipa, unico italiano, alla Mission Photographique de la Datar, il grande mandato governativo affidato a un gruppo internazionale di fotografi con lo scopo di rappresentare la trasformazione del paesaggio francese. Nel 1991 partecipa alla missione su Beirut, città devastata dalla guerra civile durata 15 anni. Da allora, Gabriele Basilico ha prodotto e partecipato a numerosissimi progetti di documentazione in Italia e all’estero, che hanno generato mostre e libri, tra i quali “Porti di mare” (1990), “L’esperienza dei luoghi” (1994), “Italy, cross sections of a country” (1998), “Interrupted City” (1999), “Cityscapes” (1999), “Berlino” (2000), “Scattered City” (2005), “Appunti di viaggio” (2006), “Intercity” (2007). Tra i lavori recenti, “Silicon Valley” (2008, su incarico del San Francisco Moma), “Roma 2007”, realizzato per conto del Festival Internazionale di Fotografia 2008, e “Mosca Verticale”, indagine sul paesaggio urbano di Mosca, ripresa dalla sommità delle Sette Torri Staliniane. Da sempre Basilico intreccia la sua instancabile indagine fotografica sulla morfologia e le trasformazioni della città e del paesaggio contemporaneo con attività seminariali, lezioni, conferenze, riflessioni condotte anche attraverso la parola scritta. Il volume Photo Books 1978-2005 (2006) riassume e illustra tutti i suoi libri personali e molti dei più importanti libri collettivi. Il suo pensiero è stato raccolto e sintetizzato nel 2007 nel volume “Gabriele Basilico. Architettura, città, visioni”, a cura di Andrea Lissoni, e in un documentario in Dvd che fa parte della serie dedicata ai grandi fotografi italiani, prodotta da Giart-visioni d’arte (2009). Info:www.stelline.it   
   
   
VENEZIA (PALAZZO GIUSTINIAN LOLIN): PIER LUIGI NERVI - ARCHITETTURA COME SFIDA - 28 AGOSTO / 14 NOVEMBRE 2010  
 
Sarà una mostra dedicata a Pier Luigi Nervi a inaugurare il prossimo 28 agosto la sede di rappresentanza di Permasteelisa, sul Canal Grande, a Palazzo Giustinian Lolin. L´esposizione sarà aperta al pubblico sino al 14 novembre 2010, ingresso libero. La mostra veneziana fa parte di un ampio ciclo internazionale di esposizioni dedicate al grande progettista e costruttore italiano, promosso dal Civa Centre International pour la Ville, l´Architecture et le Paysage di Bruxelles insieme al Maxxi, Museo nazionale delle arti del Xxi secolo da poco inaugurato a Roma e all´Associazione Pier Luigi Nervi Research and Knowledge Management Project - presieduta dal nipote di Nervi, Marco. L´iniziativa si svolge in collaborazione con lo Csac - Centro Studi e Archivio della Comunicazione - di Parma. Dopo la tappa inaugurale al Civa di Bruxelles, a giugno di quest´anno, e dopo la presentazione veneziana, la mostra proseguirà in Italia con la vasta rassegna in programma al Maxxi di Roma a partire dal prossimo mese di dicembre, nel contesto della quale verrà presentato un approfondimento sulle opere di Nervi per le Olimpiadi del 1960, delle quali si celebra quest´anno il Cinquantenario. Il tour espositivo, che ogni volta presenterà tagli e contenuti diversi, toccherà il nostro paese con Venezia, Roma e poi Torino, per 150 anni dell´Unita d´Italia. L´itinerario internazionale continuerà con altri capitali d´Europa e d´America. L´allestimento veneziano di "Pier Luigi Nervi - Architettura come Sfida", curato da Carlo Olmo, è una delle manifestazioni organizzate durante la 12^ Mostra Internazionale di Architettura, un collegamento non casuale: il tema della Biennale, "People meet in Architecture", rende assolutamente attuale il lavoro di Nervi, che nell´arco della sua lunga carriera di progettista e costruttore realizza principalmente grandi strutture a servizio del vivere sociale. Il percorso espositivo a Palazzo Giustinian Lolin prevede varie sezioni. Al piano terra, contraddistinto da una corte interna ed un elegante androne che mette in diretta comunicazione con il Canal Grande, una spettacolare installazione presenterà 12 tra i progetti più famosi, vere e proprie "icone" nerviane. Le creazioni di Pier Luigi Nervi sono interpretate dal fotografo Mario Carrieri, con una campagna fotografica appositamente realizzata. Tema importante proposto alla nostra attenzione dalla interpretazione fotografica di Carrieri sara´ il recupero e l´utilizzo attuale di queste grandi strutture. Ai piani superiori, incentrati sui grandi saloni, sarà esposta un´amplissima selezione dei disegni progettuali in gran parte inediti e i modelli in scala delle due opere tema principale della mostra: lo Stadio Berta di Firenze e Palazzo delle Esposizioni a Torino. Concluderà il percorso una installazione multimediale che anticipa i contenuti dell´ampia rassegna in programma al Maxxi e una ricca sezione video che proporrà documentari d´epoca sull´attività di Pier Luigi Nervi e un film sul suo insegnamento, realizzato per l´esposizione da Folco Quilici con la direzione scientifica di Lucio Barbera e qui presentato in anteprima. Accompagna la mostra un catalogo di 240 pagine edito da Silvana Editoriale in italiano, inglese e francese, catalogo che rappresenta il primo studio sull´insieme dell´opera di Nervi realizzato dopo la sua scomparsa. Collegato all´esposizione dedicata a Nervi in una sorta di percorso nerviano attraverso Venezia, e´ l´approfondimento sull´intervento di Nervi nell´edificio della Cassa di Risparmio di Venezia, allestito proprio negli spazi del salone della banca in Campo Manin, che permetterà al pubblico internazionale e veneziano di meglio conoscere questa piccola perla del grande ingegnere sondriese situata nel cuore della città lagunare. Ciò che le celebrazioni in corso a livello internazionale stanno mettendo a fuoco è la figura non solo d uno straordinario architetto ma di un personalità completa e complessa: progettista strutturale, imprenditore, uomo capace di intessere e tenere relazioni con universi sociali e politici molto diversi, consulente, scrittore (su piani e per generi molto diversi), docente universitario. Nervi è anche uno dei "veicoli" più straordinari di un´immagine scientifica e insieme creativa dell´Italia nel mondo. Un´italia che ha altri protagonisti, ingegneri come imprese, che la biografia di Nervi quasi aiuta insieme al periodo storico: i cinquant´anni che vanno dal 1930 al 1980 sono gli anni "ruggenti" per la storia anche dell´imprenditoria edilizia. Anche questo aspetto viene indagato e restituito dalla tappa veneziana del tour espositivo che, non a caso, è stata voluta da Permasteelisa , un´azienda italiana che ha "firmato" in tutto il mondo opere che hanno fatto e stanno scrivendo la storia dell´architettura contemporanea. Global Sponsors del progetto espositivo sono l´Ance -Associazione Italiana Costruttori Edili, Permasteelisa Group e Italcementi Group. All´esposizione veneziana hanno assicurato il loro apporto il Consorzio Venezia Nuova e la Cassa di Risparmio di Venezia. Informazioni: www.Pierluiginervi.org  
   
   
MONFORTE D´ALBA (FONDAZIONE BOTTARI LATTES): CAMBI DI STAGIONE 2010 - ROBERTO STELLUTI, VISIONI DI NATURA E CITTÀ - 25 SETTEMBRE - 14 NOVEMBRE 2010  
 
La mostra che la Fondazione Bottari Lattes propone in occasione della edizione autunnale di Cambi di Stagione è dedicata alla produzione grafica di Roberto Stelluti. L´esposizione, curata da Enrico Crispolti, sarà allestita a Manforte d´Alba, nella sede della Fondazione Bottari Lattes, dal 25 settembre al 14 novembre 2010. Per questa mostra, ospitata nel magico mondo delle Langhe piemontesi, Stelluti ha scelto di privilegiare uno dei filoni principi della sua produzione grafica, quello della natura, mettendo però fronde, fiori, verzure vis a vis con immagini apparentemente contrapposte, quelle di paesaggi urbani e di ambienti industriali. Ciò che nell´una e nell´altra delle tematiche risulta evidente è una straordinaria poesia unita ad una non meno straordinaria capacità tecnica. Un connubio che fa pensare ai grandi maestri del passato, da Dürer ai fiamminghi ma anche a Piranesi e a Friedrich. Tra le tecniche incisorie, Stelluti preferisce l´acquaforte, forse la più complessa, e spiega in questo modo la sua scelta: "è quella che amo di più. Questa tecnica del bianco e nero mi permette di operare con calma e precisione. Come il bulino, l´acquaforte possiede peculiarità di analisi, di precisione estrema; come nessun´altra tecnica favorisce la possibilità di delineare ogni particolare. Io tendo all´esaltazione del particolare, esasperando la tessitura chiaroscurale». "Come poche altre discipline, l´acquaforte richiede l´assoluto dominio di se stessi e dei mezzi. Mentre si disegna, occorre avere chiaro il risultato prefisso: sbagliare non è ammesso, pena la perdita di settimane di lavoro. Una grande pazienza è necessaria, insieme con la fantasia e la tecnica, per ottenere un indispensabile equilibrio». Il suo approccio alle arti grafiche è stato definito "religioso". Religioso per la dedizione assoluta che l´artista riserva alla sua arte, religioso anche per lo stupore emozionato che sa trasmettere nelle opere che, ebbe a scrivere Federico Zeri che del maestro marchigiano fu grande esitimatore, "costituiscono un´esperienza di rara profondità,di sottile, poetica suggestione". Enrico Crispolti, ricorda come Stelluti lavori "lentamente, impiegando circa tre mesi su una lastra (e comunque uno su un singolo disegno). E sul proprio lavoro ha un controllo personale totale, giacché stampa da sé, nel suo grande e misterioso studio di Fabriano, circa il 90% delle proprie incisioni, in tirature oscillanti fra 70 e 120 esemplari. Ma naturalmente, in un procedere così analitico e capzioso, e dilatato nel tempo, frequenti sono sia le presenze di "stati" diversi d´una medesima incisione, che processualmente portano all´immagine finale di questa, altrettanto che frequenti sono le possibili varianti sia di carta, sia di inchiostro, stampate su Bibbia Oxford". A proposito della genesi dei suoi "Ritratti di natura", Stelluti scrive: "Ci sono giornate, tra maggio e giugno, incredibili: la natura raggiunge il suo più alto splendore, palpita di nuova vita, la vegetazione si fa rigogliosa, si espande, fiorisce. E´ questa la mia stagione. Le giornate che passano sono scandite dal profumo delle ginestre fiorite, del caprifoglio, dei grappoli di spinagaggia e di sambuco simili a galassie; nelle prime giornate di giugno ecco aprirsi, profumatissimi, i fiorellini del tiglio. Al mattino, tra i ciuffi d´erba spontanea, si apre quella pianta meravigliosa che è il soffione o "barba di becco". L´ho disegnata più volte, attratto dalla sua bellezza, dalla forma perfetta data dagli acheni lanosi. Sembra nata per essere disegnata da un incisore. All´interno della sua perfetta infiorescenza è qualcosa di magico, un sorta di labirinto che non mi stancherò mai di ammirare. E´ commovente, è un miracolo che si ripete ogni anno. Le mie incisioni nascono così, non è necessario che vada lontano, tutto avviene intorno a me, mi basta osservare le cose e cercare dentro me stesso. Spesso immagino subito in maniera grafica ciò che ho davanti: è il momento più puro, di serena contemplazione e di raffronto tra quello che guardo e quello che ho veduto con tutto quanto possiedo di conoscenza ed esperienza". Roberto Stelluti è nato nel 1951 a Fabriano, dove vive e lavora. Si è dedicato all´incisione fin da ragazzo. Ha frequentato i Corsi Internazionali di Tecniche dell´Incisione presso l´Istituto di Belle Arti di Urbino. Dal 1970 ha partecipato alle più importanti rassegne nazionali della grafica, tra cui il Premio Internazionale Biella per l´Incisione e la Biennale per l´Incisione di Acqui Terme. Dal 1978 numerose sono state le esposizioni personali organizzate in ambito nazionale. "Roberto Stelluti. Visioni di natura e di città", Monforte d´Alba, Fondazione Bottari Lattes (via Marconi 16), dal 25 settembre al 14 novembre. Mostra promossa dalla Fondazione Bottari Lattes, a cura di Enrico Crispolti. Orari della mostra: dal lunedi al venerdi - dalle 14.30 alle 17.00, sabato e domenica dalle 14.30 alle 18.00. Info: Fondazione Bottari Lattes – www.Fondazionebottarilattes.it  - Tel 0173.789282; 333.8685149 - segreteria@fondazionebottarilattes.It    
   
   
CALDARO: "PERCHÉ L´UVETTA È DOLCE?”: OGNI MARTEDÌ LABORATORIO PER BAMBINI AL MUSEO DEL VINO  
 
Antiche leggende faranno scoprire l’uva ai piccoli partecipanti. L’iniziativa parte il 27 luglio, ultimo appuntamento il 31 agosto. Destinato ai bambini dai 6 anni in su, questo laboratorio didattico proposto dal Museo provinciale del vino a Caldaro intende avvicinarli alla conoscenza della vite e della sua storia. I bambini scopriranno il museo e la sua esposizione ascoltando antiche storie e leggende sulle varietà di uva e sulla coltivazione della vite. Vedranno così la collezione di utensili, torchi, contenitori di vetro e ceramica del museo. Ma prenderanno anche il fresco sotto i filari di vitigni antichi e rari situati nell’areale del museo. Potranno inoltre conoscere vecchi modi di dire cimentandosi a stampare su borse di stoffa dei motivi decorativi legati al vino. E per finire, tutti ad assaggiare l’uvetta! Il laboratorio “Perché l’uvetta è dolce?” si tiene ogni martedì dalle ore 10 alle 11,30 nel periodo compreso tra il 27 luglio ed il 31 agosto 2010. Prenotazione obbligatoria al numero 0471 963168. Informazioni e prenotazioni: Museo provinciale del vino - via dell’Oro 1, Caldaro - tel. E fax 0471963168 - www.Museo-del-vino.it  - museo-del-vino@museiprovinciali.It  
   
   
CORTINA (FARSETTIARTE): OMAGGIO A PALMA BUCARELLI - 10/29 AGOSTO 2010  
 
Martedì 10 agosto ore 18.00: inaugurazione della mostra. 18 agosto presentazione del libro di Rachele Ferrario Regina di Quadri. Vita e passioni di Palma Bucarelli. Nella stessa occasione Bruno Vespa parlerà del suo libro Donne di cuori. Interverrà Philippe Daverio. Per il centenario della sua nascita dal 10 al 29 agosto si terrà a Cortina alla Farsettiarte la mostra Omaggio a Palma Bucarelli, una delle più grandi ed affascinanti protagoniste della cultura italiana. Viene qui riproposto, con una selezione di circa quaranta opere provenienti da collezioni private, il “gusto” della critica e storica dell´arte per quegli artisti che aveva scelto per la riapertura della Galleria Nazionale fin dal 1944 e con cui aveva segnato il passo dell’epoca. Arturo Martini e Francesco Menzio, Mario Mafai, Scialoja e Morandi. E poi l’amore per la pittura di Casorati, Morandi, Scipione e Mirko. Ma Palma Bucarelli fu all’avanguardia nelle scelte dell’arte nuova, nel prediligere l’astrazione, la pittura di Afro, appena rientrato dall’America di Capogrossi, la scultura di Consagra, e quella dei giovani astratti dell’Art Club, Turcato e Perilli, Dorazio e Carla Accardi, ma anche per il primo Guttuso prima che i rapporti si rompano e i due diventino acerrimi nemici. La mostra offre un panorama anche delle scelte successive della direttrice di Valle Giulia che organizzò le prime mostre in Italia di Picasso e di Pollock, nel 1953 e nel 1958, espose i sacchi di Burri, guadagnandosi l’appellativo di “Palmina degli stracci”, le opere del giovane Pino Pascali e le famose scatolette con merda d’artista di Piero Manzoni nell’antologica del 1970 che suscitò interrogazioni parlamentari e grande scandalo. Come scrive Rachele Ferrario che ha scritto la sua biografia edita da Mondadori Regina di quadri. Vita e passioni di Palma Bucarelli, fu “Pioniera nell’arte e nella vita, donna libera in un mondo che alle donne lasciava poco spazio e ha contribuito a imporre nel nostro paese l’idea moderna di museo, rappresentando un modello unico di emancipazione femminile”. Il libro verrà presentato Il 18 agosto presso la tensostruttura del Comune di Cortina d’Ampezzo, con la collaborazione di Farsettiarte. Nella stessa occasione Bruno Vespa parlerà del suo libro Donne di cuori. Interverrà Philippe Daverio. Palma Bucarelli è stata una delle grandi donne del Novecento italiano e ha lasciato un’impronta indelebile nella storia dell’arte: nominata a soli 23 anni ispettrice della Galleria Borghese, ha salvato dai nazisti i capolavori della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, nascondendoli prima a Caprarola e poi nei sotterranei di Castel Sant’angelo; finita la guerra ha reinventato la Galleria e la collezione, confrontandosi con una cultura spesso arretrata e provinciale e ha dato voce all’astrattismo internazionale, combattendo battaglie feroci con gli esponenti della figurazione sostenuti dal Partito Comunista di Togliatti. La sua politica di acquisizioni per la Galleria era all’avanguardia, ma spesso la Bucarelli faticava a imporre le sue decisioni allo Stato come quando riuscì a mettere le mani sul capolavoro di Boccioni, “La città che sale” oggi vanto del Moma di New York e il ministero della pubblica istruzione aveva bloccato la trattativa facendole sapere che “non ci sono soldi da buttare in stupidaggini”. Accadeva però che molti artisti le opere alla Galleria di Palma Bucarelli le donassero o le vendessero ad un prezzo abbastanza basso permettendole così di incrementare la raccolta a volte con piccoli grandi capolavori. Dopo la guerra nei giorni della Liberazione Palma Bucarelli capisce subito che l’arte ha un compito fondamentale nella società che vuole rinascere. Lei ha lottato persino durante i mesi dell’occupazione per tenere aperta la galleria con piccole mostre e già alla fine del ’44 ha inaugurato le sale del Novecento. Ma sono i pittori astratti a lei vicini a dettare la novità dell’arte: Afro, scappato dai rallestramenti tedeschi è rientrato a Roma da poco, Turcato è fuggito da Venezia a Roma per non presentarsi ai tedeschi che reclutano giovani da mettere al servizio di Salò; insieme con loro ci sono Capogrossi, Perilli e Dorazio che tra poco fonderà l’Art Club. Intanto Guttuso, appoggiato dal Partito Comunista dipinge Boogie Woogie, Burri torna a Roma, Scarpitta e Colla inventano un linguaggio inedito. Farsettiarte - Cortina , Largo delle Poste (piano rialzato) 10 – 29 Agosto 2010 Orario: 10/13 16/20 Tel. 0436/860669 ingresso gratuito  
   
   
MOSTRA DI PETUNIE NELLA GIARDINERIA DI LAIMBURG (DAL 23 AL 25 LUGLIO)  
 
Da venerdì 23 a domenica 25 luglio presso la Giardineria di Laimburg si potranno ammirare petunie di ogni forma e colore. Gli amanti dei fiori di tutto l´Alto Adige sono invitati a dare il proprio voto alla mostra comparativa tra le diverse varietà di petunia pendente coltivata in cassoni da balcone. La Petunia pendente (Petunia sp.) è non solo la più importante ma anche la più amata pianta da balcone in Alto Adige. Grazie agli sforzi dei giardinieri dell´Alto Adige nel corso degli ultimi anni sono state introdotte molte novità varietali e molti miglioramenti sono stati fatti nell´assortimento delle piante da balcone e da giardino. Nell´ambito della mostra che rimarrà aperta da venerdì 23 a domenica 25 luglio, dalle ore 9 alle 16, saranno esposte 156 varietà di Petunie pendenti sarà allestita nella giardineria di Laimburg per presentare le numerose varietà delle diverse specie e di varie provenienze, in relazione alle caratteristiche di fioritura e di crescita, delle dimensioni, dei colori e delle forme dei fiori. I visitatori della mostra sono inoltre invitati a scegliere con il proprio voto la pianta più gradita tra le 156 diverse varietà di Petunia pendente esposte a Laimburg. In questa giornata la giardineria Laimburg esporrà anche la "Pianta dell´anno 2010". Si tratta della Lobularia “Snow-princess” che si distingue per il suo fiore bianco e dal profumo di miele. La serra tropicale, il giardino dimostrativo e il giardino delle rose con l’orto rurale sono a disposizione dei visitatori con l’assistenza dei consigli di un esperto. La serra tropicale presenta su di una superficie di ca. 700 m2 piante succulente, piante tropicali e subtropicali. Il giardino dimostrativo viene allestito con oltre 100 tipi di piante tra cui quelle mediterranee, aromatiche, medicinali, profumate, piante sensibili al freddo e di uso raro. Nel giardino delle rose si trovano circa 170 specie e tipi differenti di rose mentre nell’orto rurale si trovano esposte all’osservazione solamente quelle specie di piante che un tempo si trovavano facilmente negli orti degli agricoltori delle nostre zone alpine. Avviso: a causa dei lavori di rinnovamento al ponte tra Ora e Vadena, la via di collegamento da Ora è interrotta. Come via d´accesso per Laimburg è aperta la strada da Laives/bronzolo o da Caldaro  
   
   
APRICA: MOSTRA FOTOGRAFICA SULLA SANTA SINDONE  
 
Si terrà all´Aprica, dal 9 agosto al 5 settembre p.V. Presso il sagrato dell’antica chiesa parrocchiale di San Pietro e Paolo, una mostra fotografica dal titolo "La Santa Sindone tra scienza e fede". Le fotografie, opera del professionista Lino Salatino, sono state scattate nel 1987/88 in occasione del prelievo dalla reliquia di un campione di tessuto per la datazione con il metodo del carbonio 14. All´interno della mostra saranno esposti: una foto a grandezza naturale della Santa Sindone (m. 4,20 x 1,10), una gigantografia del volto di Cristo e 16 pannelli di formato cm. 70 x 50. Il giorno dell´inaugurazione, il 9 agosto alle ore 21 presso la rinnovata Sala Congressi del Centro Direzionale di Aprica in Corso Roma 150, padre Gianfranco Berbenni, frate cappuccino docente universitario presso l´Ateneo Pontificio "Regina Apostolorum" a Roma e capo del Centro Sindonologico di Milano, terrà una conferenza sul tema della Santa Sindone. L´evento, dai rilevanti caratteri religiosi e storici, ha il patrocinio di Provincia di Sondrio, Comunità Montana Valtellina di Tirano e Comune di Aprica  
   
   
MOSTRA ITINERANTE "BUNKER" E SETTE SERATE A TEMA AL FORTE DI FORTEZZA  
 
Dopo aver ospitato Manifesta nel 2008, e la Mostra interregionale nel 2009, quest´estate il forte di Fortezza apre le proprie porte a workshop, spettacoli teatrali e rassegne. La Ripartizione provinciale amministrazione del patrimonio, infatti, ha organizzato una mostra fotografica itinerante dal titolo "Bunker". "Grazie ai massicci lavori di ristrutturazione svolti in questi ultimi anni al forte di Fortezza - commenta l´assessore provinciale Florian Mussner - con un investimento di circa 8 milioni di euro abbiamo creato un luogo davvero unico e affascinante, nonchè particolarmente indicato per ospitare eventi culturali. Tutto ciò è stato reso possibile grazie all´accordo Stato-provincia raggiunto nel 2007 sul risanamento e il riutilizzo della struttura". La mostra fotografica itinerante "Bunker" documenta la vita "sotterranea" dell´Alto Adige in questi ultimi secoli, con particolare riferimento ai valli alpini edificati durante il fascismo. "La Provincia - spiega Mussner - ha ottenuto la competenza sulla gran parte di queste antiche aree militari, e, grazie al minuzioso lavoro della Ripartizione amministrazione del patrimonio, siamo riusciti a catalogarle, metterle in sicurezza e renderle dei luoghi accessibili e di interesse storico-culturale". La mostra fotografica, che racconta la storia dei valli alpini, dalla loro costruzione alla loro riscoperta, è aperta tutti i giorni (orario 10-16) sino alla fine di settembre presso il forte di Fortezza. Inoltre, in collaborazione con l´associazione "Oppidum", la Ripartizione provinciale amministrazione del patrimonio organizza per il mese di agosto sette serate a tema su bunker, fortificazioni e valli alpini presenti sul territorio altoatesino  
   
   
ASIAGO (MUSEO LE CARCERI): LEONARDO CREMONINI - LA LUMINOSITÀ DELLA VITA - OLII, DISEGNI, ACQUERELLI - DAL 24 LUGLIO AL 12 SETTEMBRE 2010  
 
Per la prima volta, dopo la morte dell´artista bolognese, 35 olii e 40 disegni e acquerelli ripercorrono le articolate e incessanti ricerche di uno dei pittori figurativi più significa­tivi del secondo Novecento. Dal 24 luglio al 12 settembre 2010 presso il Museo Le Carceri di Asiago (Vicenza), verrà presentata la mostra Leonardo Cremonini. La luminosità della vita. Olii, disegni, acquerelli. Nel suggestivo spazio del Museo Le Carceri saranno esposte circa 80 opere di uno dei più importanti protagonisti della pittura europea del ´900, dagli anni di formazione presso l´Accademia di Brera sino ai lavori più recenti. Questa importante mostra antologica, voluta dal Comune di Asiago in collaborazione con la Associa­zione Alberto Buffetti, a cura di Flavio Arensi, Nino Sindoni e Alberto Buffetti, vuole essere un rico­noscimento e un omaggio all´opera di un grande artista, molto apprezzato all´estero e tuttavia ancora poco conosciuto nel nostro paese. Di recente le opere giovanili di Leonardo Cremonini sono state ospitate presso il Palazzo Leone da Perego di Legnano, mentre nel febbraio di quest´anno è stata presentata una grande antologica dei suoi lavori all´Istituto italiano di cultura di Atene e al centro culturale ´Athinais´. L´associazione Alberto Buffetti ha voluto partecipare attivamente a questi due grandi eventi con la pubblicazione di un catalogo e di un importante volume monografico, che saranno disponibili anche in questa occasione presso il museo, per i visitatori che vorranno approfondire le sue tematiche. I quadri e i disegni in mostra, in gran parte inediti, rappresentano il primo tributo italiano all´arte del maestro dopo la sua recente scomparsa; sono anche un segno tangibile della ferma volontà da parte del Comune di Asiago di diffondere la Cultura, in ambito locale e non solo; anzi questa mostra vuole dimostrare chiaramente l´impegno concreto della Città per fare di Asiago e del suo Altopiano, meta già affermata del turismo internazionale, anche un centro importante della cultura e dell´arte. Le opere giovanili di Leonardo Cremonini rappresentano il repertorio pittorico di un artista che cerca una propria strada linguistica. Cominciando dagli insegnamenti accademici, scopre nello studio del paesaggio una decisa libertà stilistica e un nuovo sistema compositivo, come per gli squarci lacustri dell´Isola Comacina o della laguna veneta. Le nature morte, o i richiami all´atelier, si alternano ai ritratti dei familiari e degli amici, maturando col tempo un segno sempre più innovativo. Lavora solamente sul visibile, col modello e il tema, mai dalla memoria; cercando di vedere come la materia può essere un supporto eloquente per tradurre il sentimento del visibile. A partire dal 1950 accade quasi una rottura, totale e definitiva, nel suo lavoro: la scoperta di un osso di montone raccolto nei ghiacciai delle Alpi a nord di Bolzano. Cremonini disegna quest´osso bianco, perfettamente pulito dai rapaci, e capisce che la forma è il ricettacolo più generoso per riflettere l´irra­zionale, l´incosciente, dunque l´immaginario. Come se la forma d´osso nella sua perennità strutturale fosse il senso della vita. Da quel momento inizia a disegnare d´immaginazione; ha ancora dei rapporti col visibile, ma soltanto con la luce, non con la forma. Nelle sue opere il visibile è soltanto il mare, il cielo, un muro. Mostra nei suoi quadri, come pure nei disegni e acquerelli, il percorso di una ricerca tutta razionale, ma rivelatrice dell´inconscio, con i suoi turbamenti e le sue contraddizioni. In questa sua esperienza così complessa, che sfugge a ogni codice, non può né contrapporsi né sot­tomettersi alle mode. Critico nei suoi giudizi sull´arte contemporanea, per lui "arte applicata", gioco senza impegno, facile provocazione, indica la necessità della pittura "implicata", cioè implicata nella vita e nella realtà. Cremonini ha fede incrollabile nella pittura come manifestazione del pensiero, come medium privi­legiato per esprimere la verità dei sentimenti; per lui l´arte riguarda l´uomo e il suo destino ultimo. In tempi in cui si è perduta l´equivalenza tra arte e vita, ci voleva il genio e il coraggio di Cremonini per ricordarcelo fino in fondo. Nota biografica Leonardo Cremonini nasce a Bologna nel 1925. Si diploma, nella sua città natale, all´Accademia di Belle Arti e si trasferisce, nel dopoguerra, a Milano, dove ha modo di frequentare l´Accademia di Bre­ra. La sua prima personale risale al 1947, presso il Circolo Sandro Bisi di Verona, seguita nel 1949 da quella alla Sala del Sindacato pittori di Bologna, dove presenta le prime prove sul tema degli animali squartati, che avrà seguito nella sua pittura nel decennio successivo. Nel 1951 partecipa al Premio Diomira, che gli consente di recarsi a Parigi, dove finisce per stabilirsi: negli anni francesi Cremonini ha l´occasione di divenire rappresentante di spicco della corrente artistica della "Nuova Figurazione". Le personali americane alla Catherine Viviano Gallery nel 1952, 1954, 1957 e 1962 contribuiscono a sancire il suo successo internazionale. Seguono un numero imponente di mostre collettive e per­sonali in tutto il mondo, da Parigi, a Chicago, a Houston, fino a Barcellona. Dal 1960 le sue gallerie di riferimento in Italia sono Il Milione a Milano e la Galatea a Torino, mentre a Parigi è la Galleria Claude Bernard. Fra i nuovi soggetti di questo periodo compaiono interni di stanza riflessi in specchi ed esterni di terrazze al sole, in opere colme di un silenzio straniante, denso di echi metafisici. Dalla metà del decennio compaiono invece nei suoi dipinti figure di bambini intenti al gioco. Nel 1964 ha una intera sala a lui dedicata alla Biennale di Venezia. Nel 1979 viene insignito del Premio nazionale Presidente della Repubblica, mentre negli anni successivi viene nominato membro dell´Accademia Reale del Belgio, dell´Accademia Nazionale di San Luca in Roma, di cui diventa anche principe (ovvero presidente) e dell´Accademia di Belle Arti a Parigi. In quest´ultima insegna come docente dal 1983 al 1992. Tiene una personale nella sede milanese della Galleria Montrasio, nel 2002. Nel febbraio-aprile 2003, nell´antologica tenutasi alla Pinacoteca Nazionale di Bologna, sono state esposte circa centoventi opere, provenienti da collezioni private americane, dalla collezione Dreyfuss di Parigi e da istituzioni pubbliche italiane. La sua attività prosegue instancabile con esposizioni e retrospettive nei più importanti musei d´arte contemporanea d´Europa e del mondo. Dopo la grande mostra di Legnano nel 2008 dedicata ai lavori giovanili, segue nel 2010 una grande antologica ad Atene, dove oltre agli oli si presentano anche i disegni e gli acquerelli dal 1945 al 2006, raccolti in un ampio volume di quasi quattrocento lavori edito da Allemandi e Associazione Alberto Buffetti. Si spegne a Parigi, dove risiedeva con la moglie pittrice Roberta Crocioni, il 12 aprile 2010. Info: Museo Le Carceri - Via Benedetto Cairoli, 13, Asiago - Ufficio del Turismo - tel. 0424 464081 - asiagoturismo@comune.Asiago.vi.it  - www.Comune.asiago.vi.it    
   
   
VILLA SAN CARLO BORROMEO: SERE D’ESTATE NEL PARCO  
 
Metti una sera a cena nell’incantevole Parco di Villa San Carlo Borromeo, un’oasi di verde alle porte di Milano, dove storia, arte e natura s’incontrano in una suggestiva cornice rinascimentale. L’occasione per trascorrere una serata en plein air, tra musica, opere d’arte e le specialità della nostra cucina. Per tutta l’estate, ogni sera Villa San Carlo Borromeo propone una selezione di raffinati cocktail e aperitivi con golosi stuzzichini martedì 10 agosto, dalle ore 20 Si rinnova il consueto appuntamento dell’estate. Una serata per celebrare la notte di san Lorenzo, lontano dal caos e dalle luci artificiali della città. Nell’incanto della natura, tra le bellezze di un museo a cielo aperto, una pioggia di stelle cadenti per accendere sogni e desideri. All’arrivo, cocktail di benvenuto, visita alla mostra Tesori della Russia. Il cielo, il mare, la terra, e cena nel Parco della Villla. E poi, tutti a scrutare il firmamento con il telescopio... Ogni venerdì sera Specialità di mare, grigliata di pesce e buffet di frutta e dolci ogni sabato sera Grigliata di carne, specialità argentine e buffet di frutta e dolci Per prenotare: t 02 994741 ristorantethecity@villaborromeo.Com -  www.Ristorantethecity.com    
   
   
ISOLA MADRE: I PARADISI DEI PRINCIPI BORROMEO. LE MERAVIGLIE DELL´ESTATE – GIUGNO/SETTEMBRE  
 
All´isola Madre, uno dei tre "Paradisi in terra" dei Principi Borromeo sul Lago Maggiore (gli altri due siti compresi nell´Itinerario Verde sono l´Isola Bella e la Rocca di Angera con il suo giardino medievale), è tempo di ninfee e fior di loto. Queste fioriture si susseguiranno ininterrottamente da giugno a settembre, accompagnando quindi l´intera estate. In questi mesi, le vasche e le fontane del giardino di isola Madre - ubicate nella zona più calda dell´isola - rappresentano un polo di attrazione, una vera gioia per gli occhi grazie ai colori e ai profumi delle numerose piante acquatiche che proprio in questi mesi fioriscono. Le piante acquatiche giovano del clima mite dell´isola Madre che riscalda l´acqua delle vasche permettendo una crescita lussureggiante e una fioritura copiosa. Attorno alle dieci del mattino e fino alle 5 del pomeriggio circa, le ninfee rustiche, più resistenti al freddo, e alcune varietà di quelle tropicali sbocciano nelle vasche mostrando i propri esuberanti colori. Le rustiche con fiori piccoli e grandi di colore bianco, giallo intenso o giallo dorato, rosa, arancione e rosso cremisi. Le ninfee tropicali, originarie dell´Estremo Oriente, dell´Australia e del Sud America., hanno invece dei fiori decisamente più grandi di colore blu, tonalità inesistente in quelle rustiche. Un profumo delicato avvolge queste zone del giardino, alcune ninfee rustiche infatti e tutte le ninfee tropicali hanno la caratteristica di emanare un delicato profumo. Una vasca è poi interamente dedicata al fior di loto. Sono circa quaranta le varietà presenti nel giardino botanico; esse provengono da una collezione privata messa insieme durante numerosi viaggi in Cina da un appassionato vivaista piemontese che ha affidato agli abili giardinieri dell´Isola Madre Loti sconosciuti per ambientarli e riprodurli nel lussureggiante giardino botanico dell´isola Madre. Il Fior di loto, simbolo di spiritualità in tutte le religioni orientali, è una pianta acquatica perenne originario dell´ Asia, dell´Australia e della zona tropicale dell´America del Nord; si distingue per le caratteristiche foglie idrorepellenti a forma d´imbuto e per i fiori dal profumo gradevole ed inconsueto con colorazioni che vanno dal rosa chiaro al rosso, dal bianco al giallo, dal rosa-albicocca al giallo-aranciato, al multicolore. A corollario di queste spettacolari fioriture i papiri del Nilo, gli iris acquatici, la lenticchia e la lattuga d´acqua Oltre che ammirare sarà possibile fotografare queste meraviglie. Come è ormai noto, quest´anno si potranno fotografare le Fioriture e, chi lo vorrà, potrà inviare le immagini anche di questa Fioritura al sito delle Isole Borromeo e della Rocca di Angera dove le foto più belle saranno messe on line con il nome del loro autore e la data in cui è stata documentata la fioritura (www.Borromeoturismo.it ). Per informazioni e prenotazioni: (+39) 0323 30556. Www.borromeoturismo.it  
   
   
CILIVERGHE DI MAZZANO (MUSEI MAZZUCCHELLI): II ED. DEL FESTIVAL DEL VINTAGE - MOSTRA LE TRAME DEL DENIM: IL JEANS TRA ARTE, STORIA E CULTURA ARCHIVIO VINTAGE ART - 17/18/19 SETTEMBRE 2010  
 
Un viaggio nel tempo attraverso abiti e accessori dalla fine dell’Ottocento fino agli anni ’80 del Novecento. I Musei Mazzucchelli* - a Ciliverghe di Mazzano, in provincia di Brescia e in prossimità del Lago di Garda e di Desenzano – propongono l’evento più atteso dagli appassionati e non solo della moda vintage. Negli oltre 800 mq di gallerie della splendida sede neo-palladiana, dal 17 al 19 settembre 2010, l’edizione autunno-inverno del Festival del Vintage: tre giornate interamente dedicate alla moda, ai collezionisti, agli appassionati, agli operatori del settore, realizzate in collaborazione con No Logo, con il Patrocinio di Regione Lombardia – Culture, Identità e Autonomie, Provincia di Brescia, Comune di Mazzano, Camera di Commercio di Brescia. Oltre una ventina gli espositori, riconosciuti a livello internazionale, che - con scenografie e ambientazioni ad hoc per gli abiti d’epoca - presenteranno le tante curiosità del mondo Vintage: tra di essi figurano i nomi dei più noti archivi specializzati italiani, fonte d’ispirazione per diversi stilisti contemporanei e appassionati di moda. Non la solita mostra-mercato, ma un’occasione per ammirare e acquistare una selezionatissima rosa di articoli vintage, abiti, accessori, articoli da viaggio, libri, occhiali il tutto, in linea con la Fondazione che accoglie l’iniziativa e che ospita al suo interno il Museo della Moda e del Costume con collezioni permanenti di abiti antichi e accessori e un’intensa programmazione espositiva a cura di Massimiliano Capella, storico della Moda e del Costume e direttore artistico dei Musei. Ad affiancare l’appuntamento e in anteprima nazionale la mostra Le trame del denim: il jeans tra arte, storia e cultura, con esclusivi e straordinari pezzi dall’archivio Vintage art di Bologna. In esposizione i più rari e ricercati modelli dagli anni ‘20 agli anni ‘70: Lee, Levis, Wrangler, Hercules, Washington D.c., Oshkosh e tanti altri marchi che hanno fatto la storia del jeans. Un evento unico in Italia che entusiasmerà gli stilisti, i collezionisti e il pubblico in generale con una sezione speciale Divi in Denim per ripercorrere il leggendario capo attraverso le icone del cinema degli anni ’40 e ’50: James Dean e il modello 101z nel film Il Gigante, Marilyn Monroe e il modello Levis lady 701, Marlon Brando e il modello levis 501 etichetta di cuoio, nel film The wild One. Informazioni: Musei Mazzucchelli - tel. 030 212421 - www.Museimazzucchelli.it  
   
   
AL CASTELLO DI GRUMELLO I BAMBINI SONO PROTAGONISTI  
 
Due giornate di festa nel famoso maniero medievale della Valcalepio: domenica 26 settembre va in scena il “Castello Incantato”, il 17 ottobre “Siamo Tutti Maghi” Tranquilli bambini: terminate le vacanze estive ad attendervi c’è ancora un autunno all’insegna del divertimento. Il castello di Grumello del Monte (Bergamo), già specializzato nell’accoglienza dei piccoli ospiti, ha ideato due domeniche all’insegna del gioco, delle fiabe e della fantasia. Nei mesi di settembre (il 26) e ottobre (il 17) sono infatti in programma due speciali avventure da vivere in compagnia degli esperti attori della “Compagnia San Giorgio e il Drago”. Con loro prima si entrerà nel “Castello Incantato”, poi si imparerà a stupire genitori e amici grazie alla giornata in cui tutti i presenti impareranno a diventare maghi. “Il Castello Incantato” Vestiti con costumi speciali, i piccoli (dai 5 anni in su) possono “entrare” in una fiaba e vivere da protagonisti e in prima persona l’avventura de “Il Castello Incantato”. La storia narra che nel giorno della grande incoronazione della Regina (una bambina del pubblico) vengono reclutate tutte le razze e i personaggi che animano il regno: elfi e fate, streghe e stregoni, maghi, cavalieri e damigelle. Tutti giungono insieme a corte, per celebrare la festa in onore della nuova regnante e per dare vita a spettacoli ed esibizioni in suo onore. Ma durante i preparativi viene fatta una terribile scoperta: lo scettro della nuova regina è sparito dal trono, perché rubato dal terribile stregone Moebius che è tornato a farsi vedere negli spazi del castello. Da qui una grande avventura che coinvolge tutti i personaggi che, fra colpi di magia e incantesimi, vedranno finalmente vincere le forze del bene su quelle del male. “Il Castello Incantato”, domenica 26 settembre ore 15-18, prenotazione obbligatoria al 348.30.36.243, ingresso: bambini con biglietto prepagato 15 euro (ticket saldato direttamente alle casse nel giorno dell’evento 18 euro), adulti 10 euro (degustazione vini compresa). “Siamo Tutti Maghi” Divisi in gruppetti i bambini (dai 5 anni in su) partecipano in questo caso a un’autentica giornata-spettacolo. Alcuni dei piccoli prendono possesso della Torre Medievale, dove un mago insegna loro a creare le più formidabili pozioni. Un secondo gruppetto si accomoda in una delle sale interne del castello, dove un abile prestigiatore mostra loro e insegna i trucchi di alcuni giochi di prestigio solo all’apparenza impossibili (come, per esempio, inserire un ago all’interno di un palloncino senza che quest’ultimo scoppi). Altri bambini, ancora, imparano a costruire speciali bacchette magiche nella cosiddetta Sala dei Cavalieri, mentre un ultimo “plotoncino” viene impegnato nel “ballo dei maghi” all’interno delle scuderie di Grumello. Nell’arco della giornata i piccoli ospiti girano a turno in tutte e quattro le postazioni per loro appositamente create e imparano, fra l’altro, le magie utili per sconfiggere un terribile “killer clown” che si aggira nelle sale del Castello. Il gioco termina nel tardo pomeriggio quando i bambini, in compagnia degli attori maghi che li hanno fino ad allora guidati, danno vita a uno spettacolo finale nelle cantine del maniero. Ad applaudirli, i genitori che li hanno accompagnati. “Siamo Tutti Maghi”, domenica 17 ottobre ore 15-18, prenotazione obbligatoria al 348.30.36.243, ingresso: bambini con biglietto prepagato 15 euro (ticket saldato direttamente alle casse nel giorno dell’evento 18 euro), adulti 10 euro (degustazione vini compresa). Durante le giornate di festa in programma, i genitori possono prima rilassarsi con una piacevole passeggiata fra i vigneti o con una visita guidata al maniero che tocca fra l’altro la Torre merlata guelfa, la cappella settecentesca, alcune sale interne e l’ampio cortile circondato da ippocastani secolari, partecipando poi a una degustazione guidata dei vini prodotti dalla Cantina del Castello, un autentico gioiello architettonico di antichissime origini. Costruita nel 1200, conserva ancora oggi la sua struttura originale, con ampie volte e pareti in pietra. Qui riposano (e si possono acquistare) vini rossi, bianchi e passiti pluripremiati, fra cui ricordiamo in modo particolare il Valcalepio Rosso Doc Riserva Colle Calvario, che ha vinto la medaglia d’oro al Concorso Internazionale sui tagli bordolesi. Per info: Castello di Grumello, cell. 348.30.36.243, e-mail: info@castellodigrumello.It , sito Internet: www.Castellodigrumello.it    
   
   
PIETRASANTA (GALLERIA D´ARTE BARBARA PACI): GIOVANNI FRANGI - WABI – SABI - DAL 6 AGOSTO AL 5 SETTEMBRE 2010  
 
Un magico acquario. Un milione di piccoli pesci che si agitano e si muovono in gruppo, come piccoli atomi impazziti, schegge di un universo biologico. Un segno leggero ed ininterrotto che coinvolge tutto lo spazio espositivo. In questo labirintico wall drawing, Giovanni Frangi inserisce una serie di dipinti che dialogano con l´ambiente e con lo spettatore, sino a creare un vero e proprio ritmo sinfonico. "Wabi-sabi" è il titolo dell´opera che, dal 6 agosto al 5 settembre, Giovanni Frangi presenta a Pietrasanta, alla Galleria Barbara Paci. Dopo l´apertura della personale "Giardini pubblici" al Mart di Rovereto, dopo l´intervento al Politecnico di Lecco, Frangi sviluppa, anche in questa occasione, le sue tematiche naturali realizzando una grande installazione ispirata alla vita nelle profondità del mare. Artista milanese il cui percorso è contraddistinto da un uso poliedrico di linguaggi e da una particolare riflessione sulle tematiche naturali, Giovanni Frangi da tempo si mostra interessato a portare il suo lavoro ad interagire con l´ambiente che lo abita. Così nel "Richiamo della Foresta" alle Stelline di Milano (1999), o in "Nobu at Elba" a Villa Panza a Varese (2004); così a Pietrasanta dove Frangi sceglie l´opera totale; pur essendo un artista con una storia legata ad una visione in senso classico della pittura, il suo lavoro, ancora una volta, entra in sinergia con l´ambiente trasformando lo spazio della galleria in un immenso acquario. Nella nuova storia che Frangi racconta, riprende, in realtà, il filo di un racconto interrotto da poco: da un lato il "View-master" del fondo del mare presentato a Firenze da Poggiali nel 2006, dove aveva creato una grotta tridimensionale in gommapiuma e dall´altro di "Underwater", realizzato per la Galleria dello Scudo di Verona nel 2007 con una serie di immagini su tele emulsionate che rappresentavano grotte, alghe, pesci rossi, pesci azzurri, anemoni e stelle marine. "La natura da oggetto di attrazione diventa oggetto di indagine - scrive Giorgio Verzotti - e per meglio dire schermo su cui proiettare istanze psicologiche, gli effetti di uno spirito quasi visionario. Cieli e fiumi e montagne e pietre che non hanno mail il colore appropriato, come in un passaggio all´acido lisergico dipinto da una mente sovraeccitata. Da qui la forza insieme toccante e artificiosa del suo lavoro". Catalogo, disponibile in mostra, con testo critico di Mimmo Di Marzio. Giovanni Frangi nasce a Milano nel 1959 dove vive e lavora. Studia all´Accademia di Brera. Inizia a dipingere molto presto. Del 1983 è la sua prima mostra personale alla galleria La Bussola di Torino. Nel corso di questi anni lavora con diverse gallerie in Italia, in Germania, in Svizzera, in Cina e negli Stati Uniti. Nel 1997 vince il premio della Xii Quadriennale romana ed espone alla Camera dei Deputati nella Sala del Cenacolo "La fuga di Renzo". Nel 1999 allestisce al Palazzo delle Stelline di Milano un bosco costituito da 13 tele "Il richiamo della foresta". Nel 2000 comincia a collaborare con la Galleria dello Scudo di Verona dove esporrà "Viaggio in Italia" nel 2000, "Take off" nel 2004 e "Underwater" nel 2007. Nel 2004 espone "Nobu at Elba" nella Scuderie di Villa Panza a Varese. Nel 2006 monta due View - master alla galleria Poggiali e Forconi di Firenze dove gia aveva esposto nel 1987, nel 1992 e nel 1997. Nel 2007 è a Francoforte alla galleria Raphael con "Sassisassi". Nel 2008 espone "Pasadena" alla Galleria d´arte moderna di Udine e realizza un´installazione a Bergamo "Giovanni Frangi Mt2425" per l´ Oratorio di San Lupo. Recentemente è uscito, edito da Feltrinelli, un volume dedicato al suo lavoro: "Giovanni Frangi alle prese con la natura" scritto da Giovanni Agosti. Info: Wabi - sabi | Giovanni Frangi - Inaugurazione venerdì 6 agosto, ore 19 - Date esposizione 6 agosto - 5 settembre 2010 - Sede Galleria d´arte Barbara Paci, Piazza del Centauro 2, Pietrasanta - tel. 0584 792666 - info@barbarapaciartgallery.Com  - www.Barbarapaciartgallery.com    
   
   
CALICI DI STELLE – IX ED. TRA I VIGNETI SOTTO LA MAJELLA E PREMIO GIANNI MASCIARELLI - 24 LUGLIO 2010  
 
Calici di stelle nel segno di un passato che è sempre più futuro e altissima qualità nel segno della tenacia, del rigore, della disciplina per l’Azienda Masciarelli. E’ questa la filosofia di Gianni Masciarelli, ma anche quella di Marina Cvetic, forte e appassionata donna del vino alla guida dell’azienda e di Miriam anche lei in azienda sulle tracce del papà. Sullo sfondo, un Abruzzo ancora autentico, aspro e schivo, dove “Gianni avrebbe voluto vivere se fosse stato una vite. Qui dove dimorano da sempre i nostri vigneti”. Qui, a San Martino sulla Marrucina (Ch), in mattinata, nell’ambito del Consiglio Comunale del piccolo borgo sotto la Majella, il 24 luglio sarà consegnato il Premio Gianni Masciarelli, Ii ed. Nel pomeriggio l’evento prosegue lungo le vie del centro storico con musica, artisti di strada, degustazioni di vini, visite guidate ai vigneti, angoli d’assaggio gastronomici, abbinamenti intriganti. Chi vuole può raggiungere a piedi il Castello di Semivicoli per degustare vini di straordinarie suggestioni, potenti ma eleganti. Come alcuni vini simbolo dell’azienda Masciarelli e all’origine dell’affermazione vitivinicola di qualità dell’Abruzzo nel mondo. Lo stesso nome del castello rimanda ad uno dei grandi esemplari dell’azienda che già ha avuto risultati eccellenti e dal quale ci si attende per le prossime annate prestazioni sempre più entusiasmanti. Stiamo parlando del Trebbiano d’Abruzzo Castello di Semivicoli, un grande bianco da invecchiamento dal bouquet intenso ed elegante. Tra le proposte per gli ospiti del Castello anche un pic nic tra le vigne (vedi comunicato specifico). Residenza di charme per enoappassionati amanti del bello Un giardino segreto, una neviera, una cappella del Seicento, stanze per meditare e salotti per conversare, una tasting room per degustare vini eccellenti, un affascinante camino in pietra davanti al quale sono servite squisite prime colazioni. Siamo nel Palazzo baronale o Castello di Semivicoli a San Martino sulla Marrucina (Ch), buen retiro di charme tra i vigneti dell’azienda Masciarelli da pochissimo restaurata e aperta. Dieci camere-suite mix di tradizione e antiquariato ma anche interior design contemporaneissimo. Come quella (di 120 mq) ricavata nell’antico granaio con panorama mozzafiato a 360 gradi sui monti e il mare. Intorno più di 400 ettari di vigneti dell’azienda, sparsi per tutto l’Abruzzo. Servizi personalizzati come chef al palazzo per cene su misura, passeggiate tra i filari circondati dalle colline che intravedono il mare sempre scrutando la mole gigantesca della Majella ricca di boschi di faggi e di pino con borghi medievali, castelli, chiese e conventi montani aggrappati ai fianchi. Come Guardiagrele costruita quasi interamente in pietra o come la splendida chiesa di Santa Maria Maggiore. Più distante Roccascalegna stretta intorno al castello medievale sulla rupe. Scenario irreale invece a Gessopalena, dove la vista spazia su un panorama vastissimo. Palazzo Baronale Di Semivicoli via San Nicola 24, Semivicoli di Casacanditella (Ch), tel. 0871/890045 www.Castellodisemivicoli.it   
   
   
CARRARA: XIV BIENNALE INTERNAZIONALE DI SCULTURA - MIKHAIL GORBACIOV "DISTRUGGERE I MONUMENTI A STALIN: UN TENTATIVO SCIOCCO DI RISCRIVERE LA STORIA"  
 
La Xiv Biennale Internazionale di Scultura di Carrara conquista il Times grazie all´intervista esclusiva a Mikhail Gorbaciov sul tema della manifestazione. Il Times, prestigioso quotidiano britannico di eco mondiale ha pubblicato in esclusiva l´intervista che il direttore artistico della Biennale Fabio Cavallucci ha ottenuto dall’ex Presidente dell’Unione Sovietica Mikhail Gorbaciov in occasione della pubblicazione del catalogo della mostra. Il documento inedito estende la discussione sul monumento, tema della manifestazione, al versante politico e sociale. L´intervista a Gorbaciov rappresenta una preziosa analisi sul ruolo chiave del monumento nella costruzione della memoria collettiva, anche quando, al crepuscolo di un´epoca, diviene il bersaglio principale di rivolte e rivoluzioni. A questo proposito Gorbaciov dichiara: "non ho mai applaudito la distruzione dei monumenti. E´ una sciocchezza antistorica che equivale a pretendere di cancellare il passato. Il passato, comunque, non si cancella mai nella memoria di coloro che lo hanno vissuto o subito". E aggiunge: “i monumenti sono fatti per ricordare quello che si ritiene in bene di un´epoca, o il suo orgoglio. Poi, quando i tempi cambiano, quegli stessi monumenti cambiano di significato e mostrano i limiti, o le vergogne, di quella stessa epoca”. Gorbaciov sottolinea così il valore simbolico del monumento e il solido legame che corre tra la storia e la sua rappresentazione. L´intervista allo statista russo è soltanto il coronamento della serie di approfondimenti redatti da critici, curatori, personalità della cultura e dell´attualità, contenuti nel catalogo della manifestazione che, molto di più di una guida alla mostra, rappresenta un vero e proprio strumento di indagine. Info: www.labiennaledicarrara.it  
   
   
MAMIANO DI TRAVERSETOLO (FONDAZIONE MAGNANI ROCCA): GUTTUSO, PASSIONE E REALTÀ - 11 SETTEMBRE / 8 DICEMBRE 2010  
 
Anticipa le celebrazioni per l´imminente Centenario della nascita, l´importante esposizione che a Renato Guttuso dedica, dall´11 settembre all´8 dicembre, la Fondazione Magnani Rocca a Mamiano di Traversetolo, nel parmense. Una mostra a suo modo completa, nel senso che presenta opere fondamentali per tutti i maggiori momenti dell´attività artistica del maestro. Comprese alcune celebri icone come La spiaggia, Comizio, Spes contra spem, Caffè Greco, eccezionalmente prestato dal Museo Thyssen-bornemisza di Madrid. Una mostra antologica, quindi, che prende idealmente spunto dalle quattro opere di Guttuso presenti nella collezione permanente della Magnani Rocca e dal cospicuo fondo epistolare che mette in luce i rapporti tra il maestro e Luigi Magnani. Una motivazione ulteriore viene dal ricordo della grande mostra che nel 1963 Parma dedicò a Guttuso, mostra in cui era esposto il monumentale olio La spiaggia (4,5 metri di base) che il maestro di Bagheria destinò alla Galleria Nazionale di Parma e che sarà tra i capolavori presentati alla Magnani Rocca. Sessantacinque opere, sceltissime, per documentare l´intensità espressiva del momento formativo, all´inizio degli anni trenta, il sentito realismo espressionista, fino al vitalismo rinnovato della sua ultima stagione. Queste le sezioni su cui si dipana il percorso espositivo: "l´artista, il suo mondo, gli amici; i ritratti"; "il realismo sociale e bellico, il lavoro, la politica"; "la vita collettiva/la solitudine, i divertimenti, il realismo allegorico, l´eros"; "gli interni, le nature morte, i paesaggi". Per offrire ai visitatori l´opportunità di confrontarsi con un artista che aveva un´idea forte della funzione dell´arte nella società, una concezione che oltrepassava le mura dello studio; al di fuori, dentro o contro movimenti artistici, che lo vedono protagonista o escluso, spesso polemista sanguigno e colto. Oggettivamente Guttuso è stato per più di cinquant´anni uno straordinario testimone dei tempi, in grado di rappresentare con le sue opere, ma anche coi suoi scritti, il realismo della condizione umana con le sue sofferenze, i suoi miti, le sue passioni. Lui che in politica e in amore trasfuse passione viscerale, offrendo spunti frequenti ai rotocalchi, al punto da divenire, in vita e ancor più dopo la morte, uno dei personaggi più citati dalle cronache. Se La spiaggia, Comizio, Caffè Greco, Spes contra spem sono le icone, certamente alta è la qualità anche delle altre opere proposte dalla mostra: a cominciare dalle splendide, drammatiche nature morte che, negli anni quaranta, facevano presagire la tragedia della guerra e della catastrofe, fra realismo organolettico e narrativo postcubista. Oppure i personaggi del "realismo sociale" e poi di quello "esistenziale" degli anni cinquanta, fino alle situazioni del suo particolare "realismo memoriale", evocativamente visionarie. Oltre che dal museo madrileno le opere provengono da importanti musei italiani e da celebri collezioni, come la Collezione Barilla d´Arte Moderna, la Collezione Bocchi e la Fondazione Francesco Pellin, originata, quest´ultima, dal rapporto di amicizia fra il pittore e l´industriale varesino Pellin, testimoniata da una raccolta di opere guttusiane di grande bellezza e dal sostegno mecenatesco alla pubblicazione del Catalogo Generale del pittore, curato da Enrico Crispolti, autore anche del saggio principale del catalogo della mostra. Dalla mostra emerge un artista capace di intessere rapporti con altri artisti, anche impegnati in discipline diverse: scrittori come Moravia - raffigurato da Guttuso in un celebre ritratto - , scultori come Manzù - che gli dedicò il monumento funebre di Bagheria dove è sepolto - , musicisti come Nono, poeti come Pasolini, Montale, Neruda grandi maestri della pittura come Picasso, Sutherland, ebbero con lui rapporti di amicizia e di feconda collaborazione artistica. E anche per questa visione olistica dell´arte, Guttuso trova comunanza di linguaggio con Luigi Magnani, imprenditore ma soprattutto uomo di cultura che, nella sua magnifica dimora, si circondò di opere d´arte che comprendono Gentile da Fabriano Dürer, Tiziano, Van Dyck, Rubens, Füssli, Goya, Canova, Monet, Cézanne, ma anche una emozionante sequenza di artisti a lui contemporanei e spesso amici, Morandi, De Pisis, lo stesso Guttuso. Guttuso. Passione e Realtà Mostra e catalogo a cura di Stefano Roffi con saggio in catalogo di Enrico Crispolti e interventi di Alberto Mattia Martini e Stefano Roffi. Edizioni Gabriele Mazzotta. Fondazione Magnani Rocca, via Fondazione Magnani Rocca 4, Parma - Mamiano di Traversetolo. La mostra è realizzata grazie al contributo di Fondazione Cariparma Cariparma Gruppo Crédit Agricole Camera Di Commercio Parma Sponsor tecnici Aon Artscope Fine Art Insurance Brokers, Ekotec Sistemi, Gazzetta di Parma, Hotel Palace Maria Luigia, Sina Fine Italian Hotels, Tep, Società per la Mobilità e il Trasporto Pubblico Informazioni e prenotazioni gruppi: tel. 0521 848327 / 848148 Fax 0521 848337 info@magnanirocca.It  www.Magnanirocca.it    
   
   
MARCHE DI CHARME: IL “PIACERE INFINITO” DI UNA VACANZA A 5 SENSI  
 
180 chilometri di costa arricchita da spiagge bellissime e attrezzate, profonde insenature e maestosi promontori. Un entroterra che è una felice combinazione di splendide colline, ampie vallate, corsi d’acqua e che regala la sensazione della perfetta fusione tra la natura e il lavoro dell’uomo. Con 6 Parchi, 3 Riserve Naturali, 15 Foreste Demaniali e 2 Oasi Naturalistiche gestite dal Wwf. E poi centinaia di città d’arte, 500 piazze, oltre 1.000 monumenti di rilevanza nazionale, 37 rocche, 106 castelli, 15 fortezze, 170 torri, 34 siti archeologici, 73 teatri storici, migliaia di chiese di cui 200 romaniche, 96 abbazie e la maggior concentrazione, in Italia, di musei e pinacoteche (ben 342 che contengono straordinarie opere d’arte). Sono solo alcuni dei numeri che fanno delle Marche una delle regioni dotate di maggior appeal in campo turistico, una vera e propria terra promessa per le vacanze. “Le Marche sono terra delle eccellenze – dichiara il presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca – dove le ricchezze diffuse, come un museo a cielo aperto, unite ad una elevata qualità della vita, rendono la nostra regione uno dei fiori all’occhiello del Paese per capacità attrattive e di accoglienza. Il Brand Marche rafforzato ci permette di essere presenti sul mercato nazionale ed internazionale con una proposta unitaria, come destinazione turistica d’eccellenza, irripetibile, unica. Continuiamo a promuovere e favorire la massima conoscenza di tale patrimonio presso una platea sempre più vasta, invitata ad apprezzare cultura, arte, tradizioni, enogastronomia e varietà del paesaggio ma anche il grande senso di ospitalità e di accoglienza delle sue comunità locali che ne sono custodi. Puntiamo sul turismo e su nuove forme di economia, come la green economy, capaci di affiancarsi alla tradizionale specializzazione manifatturiera, con progetti di valorizzazione integrata di tutte le eccellenza del nostro territorio, per alimentare un innovativo motore di sviluppo e rafforzare l’attrattività nazionale e internazionale dell’intero sistema regionale”. “E proprio in considerazione di questo, che è nato il progetto “Marche di Charme: turismo a 5 sensi” – sottolinea Serenella Moroder, Assessore al Turismo della Regione – Ho giocato sul fatto che Charme è l’anagramma di Marche, volendo in questo modo ribadire il fascino che la nostra regione può esercitare su turisti italiani e stranieri. E con quel “turismo a 5 sensi” ho invece voluto porre l’attenzione sulla capacità che la nostra regione ha di appagare tutti i sensi di chiunque la visiti”. E’ in effetti innegabile che le Marche, per le sue caratteristiche, rappresentano una meta ideale per qualsiasi tipo di turista. Gli amanti dell’arte avranno di che appagare gli occhi con i tanti meravigliosi borghi e i capolavori custoditi in alcuni di essi. Per gli appassionati della musica, va ricordato che questa è la terra dell’immortale Rossini, e di Giovanni Battista Pergolesi, puro piacere per l’udito. Per coloro che partono alla ricerca di antiche tradizioni c’è solo l’imbarazzo della scelta tra un artigianato che affonda le sue radici nei secoli ed eventi che ripropongono usi che si perdono nella notte dei tempi, con oggetti da sfiorare ed accarezzare. L’olfatto potrà godere dei mille profumi di una natura variegata. E per il gusto basta ricordare i tanti prodotti di eccellenza che caratterizzano questa regione, così come i suoi straordinari vini. Ma le Marche offrono itinerari ricchi di interesse anche per chi è alla ricerca di un appagamento dello spirito, o per coloro che non sanno rinunciare allo sport. Tutto questo è stato presentato a Roma nel corso di una serata dedicata alla stampa nazionale che, tra le altre cose, ha visto all’opera 5 importanti chef marchigiani: Lucio Pompili, Mauro Uliassi, Michele Biagiola, Massimo Emiliozzi e Flavio Cerioni. Il tutto con l’estate alle porte e dopo una stagione che ha visto scorrere sui canali nazionali il suggestivo spot nel quale il grande Dustin Hoffman, declamando Leopardi, esaltava il “piacere infinito” di una vacanza nelle Marche. “Con Marche di Charme – conclude Serenella Moroder – vogliamo raggiungere l’obiettivo di far comprendere a tutti che la nostra regione offre momenti straordinari non solo durante la stagione estiva, ma anche negli altri mesi, declinando i tanti turismi e il fascino unico di una terra straordinaria. Possiamo offrire quindi, bellezza ed emozioni a qualsiasi tipologia di turista, con un rapporto qualità/prezzo che ha pochi eguali in Italia e all’estero”  
   
   
CHARDIN, IL PITTORE DEL SILENZIO - FERRARA, PALAZZO DEI DIAMANTI 17/10/10 - 30/01/11 E MADRID, MUSEO NACIONAL DEL PRADO 28/02/11 - 29/05/11  
 
«Noi usiamo i colori ma quello con cui dipingiamo è il sentimento». Con queste parole, Jean-baptiste Siméon Chardin (1699-1779), contrapponendosi alle regole accademiche allora in voga, amava descrivere il suo modo di fare arte e la sua poetica. A questo grande protagonista dell´arte del Settecento, uno dei più straordinari pittori di tutti i tempi, Ferrara Arte dedicherà dal 17 ottobre 2010 al 30 gennaio 2011 un´importante mostra, la prima mai consacrata all´artista nel nostro paese. L´esposizione è organizzata in collaborazione con il Museo del Prado di Madrid, che la ospiterà dopo la tappa italiana, ed è curata da Pierre Rosenberg, massimo esperto di Chardin, membro dell´Académie Française e già direttore del Musée du Louvre. Chardin è l´artista francese che ha avuto maggior influenza sulla pittura moderna. L´aver elevato gli oggetti di uso quotidiano e i gesti delle persone comuni a materia di rappresentazione artistica ne fa il vero erede di Vermeer e, al contempo, il punto di riferimento per artisti del calibro di Cézanne, Matisse, Braque e Morandi. Ma Chardin non è solo uno dei più influenti artisti del Settecento, è anche uno dei più originali. Egli infatti rifiuta, sin da giovanissimo, i percorsi didattici accademici ed è uno dei pochi a non aver mai effettuato il viaggio in Italia. Tra tutti i generi pittorici evita proprio quelli che nella Francia del secolo dei lumi sancivano la statura e la fortuna degli artisti, e cioè i dipinti di soggetto storico o mitologico. Nonostante ciò, nel 1728 l´Académie Royale de Peinture et de Sculpture - alla quale Chardin aveva sottoposto la propria candidatura con le prime impressionanti nature morte - riconosce il suo talento e lo accoglie nei suoi ranghi come pittore di frutta e di animali. La scelta del genere della natura morta, apparentemente minore, non ne vincola il successo e Chardin si impone presto sulla competitiva scena parigina. Nel corso del decennio successivo, egli estende la propria ricerca anche alla figura umana, effigiata perlopiù in ambienti domestici e nello svolgimento di semplici mansioni quotidiane, in scene in cui i ceti più umili sono associati ai rampolli della borghesia francese. Nascono così capolavori come Il garzone d´osteria, La governante o Il giovane disegnatore ai quali si affiancano le toccanti raffigurazioni delle attività ricreative dei giovani come le Bolle di sapone, la Bambina che gioca col volano o il Bambino con la trottola. In ciascuna di queste opere, attraverso una tecnica pittorica stupefacente, incentrata sul rapporto tra tono e colore e sulla variazione degli effetti di luce sugli oggetti e sulle persone, l´artista riesce a trasmettere all´osservatore l´emozione provata di volta in volta di fronte al soggetto. È con questo spirito che Chardin dipinge, ad esempio, il Mazzo di fiori (c. 1755) uno degli esiti più alti della sua arte, dove la straordinaria freschezza di esecuzione e la tavolozza dai colori audaci appaiono del tutto inedite rispetto alle opere dei suoi contemporanei. Il successo dell´innovativa pittura di Chardin è registrato dalle reazioni del pubblico alle tele che l´artista espone al Salon a partire dal 1737. Entusiasti, ad esempio, i pareri di alcuni intellettuali tra cui Denis Diderot, che nel 1763 osanna pubblicamente il realismo delle nature morte del pittore. Chardin è molto apprezzato anche dal re di Francia Luigi Xv, al quale il pittore dona la Madre laboriosa e il Benedicite, ricevendo in cambio la stima del sovrano e, nel 1757, il grande privilegio di dimorare e lavorare al Louvre. Verso il 1770 i problemi di salute lo inducono a rallentare l´attività e ad abbandonare progressivamente la tecnica ad olio. Con un gruppo di ritratti a pastello si conclude la lunga carriera di un artista che per tutta la vita aveva concepito la pittura come un mezzo per conoscere la realtà, evitando con cura i contenuti aneddotici, e mirando a raggiungere un´arte senza tempo che riflettesse un´armoniosa perfezione tra forma ed emozione. La mostra di Ferrara e Madrid offrirà l´occasione di ripercorrere le tappe salienti del percorso artistico di Chardin attraverso un´ampia selezione di opere provenienti da musei e collezioni pubbliche e private di tutto il mondo. La rassegna spazierà così dalle nature morte giovanili alle scene di genere della prima maturità, fino al ritorno agli oggetti degli anni Cinquanta e agli straordinari capolavori dell´ultimo periodo. Un appuntamento che si preannuncia imperdibile e che aspira a far scoprire al pubblico italiano un´artista che Vincent Van Gogh riteneva «grande come Rembrandt». Chardin. Il pittore del silenzio. Ferrara, Palazzo dei Diamanti, 17 ottobre 2010 - 30 gennaio 2011. La mostra, a cura di Pierre Rosenberg, è organizzata da Ferrara Arte e dal Museo Nacional del Prado di Madrid, in collaborazione con le Gallerie d´Arte Moderna e Contemporanea, il Comune di Ferrara, la Provincia di Ferrara, la Fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara, la Cassa di Risparmio di Ferrara e Parsitalia Real Estate. Catalogo a cura di Pierre Rosemberg edito da Ferrara Arte. Aperto tutti i giorni, feriali e festivi, lunedì incluso, dalle 9.00 alle 19.00 Aperto anche 1 novembre, 8, 25 e 26 dicembre, 1 e 6 gennaio Info Call Center Ferrara Mostre e Musei: tel. 0532.244949, fax 0532.203064 e-mail: diamanti@comune.Fe.it - http://www.palazzodiamanti.it/  
   
   
CIVITA E BAGNOREGIO (VT): TORNA CIVIT’ARTE, FESTIVAL TEATRALE NELL’ANTICO BORGO DI CIVITA - APRE GABRIELE LAVIA, CON LE LIRICHE DI LEOPARDI - 23 LUGLIO / 17 AGOSTO 2010  
 
Teatro e passione civile; musica e intrattenimento leggero; liriche patrimonio della letteratura italiana, e classici della commedia. E’ ricco il cartellone di Civit’arte 2010, festival teatrale in programma a Civita e a Bagnoregio, in provincia di Viterbo, dal 23 luglio al 17 agosto. Apertura d’eccezione, il 23 luglio, con il grande Gabriele Lavia, che legge e reinterpreta le più intense liriche di Leopardi; chiusura il 17 agosto, con lo spettacolo-concerto, “Le vie del Blues”, con Lorenzo Costa e Federica Ruggero. In mezzo c’è spazio per l’”Orazione per Giovanni Falcone e Paolo Borsellino”, testo di forte impatto emotivo, con Giuseppe Butera, Andrea Murchio e Filippo D’alessio, il 27 luglio; e per due commedie, il 10 agosto (“Il burbero benefico”, con Mariano Rigillo e Anna Teresa Rossini) e 12 agosto (“Spirito allegro”, con Corrado Tedeschi e Debora Caprioglio), tratte dal repertorio classico del teatro italiano. Cinque spettacoli, tutti ad ingresso gratuito, con i quali il festival nell’antico borgo torna ad affacciarsi sul proscenio artistico nazionale. “Nonostante le profonde ristrettezze finanziarie che investono tutti gli enti locali, ed in particolar modo i comuni, anche quest’anno abbiamo avuto la capacità e la volontà di puntare, e quindi di impegnare risorse, a favore della cultura, un settore che riteniamo strategico, per un centro come il nostro. Lo abbiamo fatto con convinzione, nella certezza che investendo in cultura non viene sostenuta solamente la crescita culturale del territorio (ovviamente fondamentale), ma viene anche valorizzato il nostro ricco patrimonio di beni culturali, artistici, e ambientali, a beneficio, oltre che del prestigio, anche della crescita economica del nostro Comune. A questo proposito voglio ringraziare la Regione Lazio, la Provincia di Viterbo, e, soprattutto, il ministro della Gioventù, Giorgia Meloni, per averci supportato in questo sforzo” sottolinea il sindaco di Bagnoregio, Francesco Bigiotti “E’ stato bellissimo collaborare con l’amministrazione comunale, nell’organizzazione di Civit’arte 2010, manifestazione che può contare su uno scenario incomparabile. Il progetto ha una durata triennale, e si propone l’obiettivo di riportare il festival a livello nazionale. E che tale obiettivo è raggiungibile è dimostrato dal fatto che già quest’anno, nonostante la crisi economica, è stato presentato un cartellone di altissima qualità. Il teatro, del resto, ha la capacità di andare oltre tutte le crisi” aggiunge il Direttore Artistico della manifestazione, Fabrizio Vona Info: Comune di Bagnoregio - 320 3119199.  
   
   
SAN SEVERINO MARCHE (MC): MERAVIGLIE DEL BAROCCO NELLE MARCHE - 25 LUGLIO / 12 DICEMBRE 2010  
 
Bernini, Guercino Pomarancio, ed ancora Orazio Gentileschi, Valentin de Boulogne, Baciccio, Carlo Maratti… insomma il gotha dell’arte italiana del Seicento riunito per la mostra che torna a far parlare di San Severino Marche come tappa clou nel circuito dei grandi artisti del Seicento e delle grandi mostre oggi La mostra appare dunque una occasione unica per conoscere capolavori ignoti del Seicento straordinariamente suggestivi protagonisti di una complessa e variegata stagione del barocco nelle Marche, ma anche per visitare luoghi indimenticabili, nei quali il tempo sembra essersi fermato senza recare violenza ad una civiltà fatta di armonia Nei saloni del settecentesco Palazzo Servanzi Confidati a San Severino Marche e nella chiesa della Misericordia, da poco restaurata, sono esposte novanta opere fra dipinti, sculture ed oreficerie destinate alle chiese ed ai palazzi del vasto territorio che da Macerata si inoltra verso i Sibillini, toccando San Severino, Camerino, Matelica e Fabriano. Luoghi oggi remoti, eppure nel Seicento capaci di attirare i maggiori artisti del secolo. I prelati al vertice delle diocesi, espressione delle famiglie più in vista dell’Urbe, come gli Altieri, i Barberini, i Mattei ed un folto manipolo di esponenti del patriziato locale legati da stretti rapporti di clientela con la curia pontificia, favorirono la venuta di artisti e di capolavori da Roma, riproponendo in un quieto e bellissimo angolo delle Marche le raffinate creazioni che nell’Urbe suscitavano la meraviglia di collezionisti e di appassionati d’arte. Dopo le memorabili mostre dedicate ai Fratelli Salimbeni (1999) ed ai Pittori del Rinascimento nel 2001 e nel 2005, San Severino Marche, autentico gioiello di di architettura e urbanistica, riprende il percorso di promozione e di valorizzazione delle peculiarità storico-artistiche del territorio, organizzando un evento articolato che rappresenta il primo di una serie di progetti espositivi della Regione dedicati alla civiltà del Seicento. La mostra Meraviglie del Barocco nelle Marche, catalogo Silvana Editoriale, è promossa dal Comune di San Severino Marche in collaborazione con la Soprintendenza Psae delle Marche, la Direzione Generale Beni e Attività Culturali delle Marche e la Fondazione Salimbeni per le Arti Figurative. La mostra, che riceve l’importante sostegno della Regione Marche, si tiene sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e con il Patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Il Comitato Scientifico è presieduto da Vittorio Sgarbi, presidente onorario Mina Gregori, e vede tra i presenti tra gli altri Antonio Paolucci, Francesco Scoppola, Maurizio Marini, Stefano Papetti, con il coordinamento e la direzione di Liana Lippi. Un progetto e una mostra che rappresentano un percorso ambizioso volto ad illustrare i caratteri artistici e culturali in senso ampio, di un secolo per i più sconosciuto e comunque mai a fondo abbastanza valorizzato nelle Marche. Una mostra il cui valore culturale si identifica anche nella vasta campagna di restauri che ha messo in moto assicurando così, oltre l’effimero della mostra, una valorizzazione permanente del patrimonio del territorio. Per non parlare della vivacità e dinamicità scientifica che la mostra ha letteralmente scatenato: alcune opere hanno trovato finalmente la loro prima attribuzione, altre hanno visto cambiare attribuzioni finora date forse con troppa leggerezza. Insomma non si era mai visto, oltre la bellezza dell’evento, una mostra così vivace e foriera di nuovi spunti scientifici in grado di alimentare e tenere vivo il dibattito di studiosi, conservatori, collezionisti. Ma torniamo allo spaccato dei secoli passati che la mostra illustra. I vertici della Curia, spesso legati alle più importanti famiglie principesche dell´Urbe, nonché gli esponenti del patriziato locale animarono infatti una vivace stagione che intrecciava l´attività di validi artisti locali, come Giulio Lazzarelli, Cipriano Divini e Paolo Marini, con quella di maestri molto noti venuti da fuori e che lavorarono nelle Marche e in particolare nel maceratese. Ecco allora che dalla mostra emergono le dinamiche artistiche del Seicento e si mettono in luce i legami culturali del territorio con i due centri più importanti dello Stato Pontificio: Roma e Bologna. Lungo le sale di Palazzo Servanzi Confidati sfilano tele di artisti come Pomarancio e Andrea Lilli, figure di collegamento tra il Tardo Manierismo e il Barocco, alcune significative testimonianze del caravaggismo, Orazio Gentileschi, Giovanni Francesco Guerrieri, Valentin de Boulogne, Ribera e interessanti copie antiche e famose del Caravaggio come San Francesco e l’Angelo proveniente dal Museo Civico di Udine e testimonianze del Classicismo con Guido Reni, Guercino, Sassoferrato, Paolo Marini. “Notevoli furono nei primi tre decenni del Seicento gli arrivi di opere legate al naturalismo caravaggesco: tele di Valentin, di Guerrieri, di Gentileschi, di Ribera attestano il successo che una pittura severa, giuocata su forti contrasti di luce, aveva riscosso nella provincia pontificia. Non a caso un saggio del catalogo, a firma di uno dei più noti studiosi di Caravaggio, ha come oggetto proprio il caravaggismo nelle Marche. Ma ciò non escludeva la possibilità di altre presenze più legate al contesto barocco, come le ricordate opere berniniane, le tele di Baciccio, le pale d’altare di Maratti che introducono nelle chiese del maceratese l’enfasi e la retorica tipiche di quello stile” illustra Stefano Papetti, Presidente della Fondazione Salimbeni per le Arti Figurative che collabora con il Comune di San Severino alla realizzazione della mostra. L’esposizione evidenzia anche l’attività di alcuni artisti locali come il settempedano Paolo Marini o Giacomo Giorgetti (umbro di Assisi che lavorò molto nell’Alto Maceratese) che, forti di un soggiorno di studi a Roma, ma soprattutto suggestionati dalle opere giunte dall’Urbe nelle chiese del territorio, seppero sintonizzarsi su quelle lunghezze d’onda offrendone una versione più domestica e “dialettale”. L´affermarsi del nuovo gusto viene documentato anche con la presentazione di alcuni capolavori di Gian Lorenzo Bernini e dei suoi collaboratori, di Giovanni Battista Gaulli, di Carlo Maratti e di intagliatori e di orafi che introducono, in ambito locale, le novità del Barocco trionfante. Anche nel campo delle arti minori, dell´intaglio ligneo e dell´oreficeria, troviamo in mostra, infatti, oggetti di elevatissimo livello artistico prodotti anche da artisti di grande fama, come ad esempio, il francese Denis Plouvier. Suoi i candelieri con putto, i busti reliquario, gli angeli porta torcia. In mostra anche il Busto reliquario di Santa Maria Maddalena, il busto d’argento di Santi Lotti. I dipinti di Valentin e le sculture di Bernini donate alle chiese di Camerino dal cardinale Angelo Giori, i dipinti di Guercino e Guido Reni commissionati e raccolti dal nobile tolentinate Benadduce Benadduci, le tele ferraresi dello Scarsellino commissionate dal capitano Margarucci, compongono una trama che si sovrappone a quella tessuta dalle committenze ecclesiastiche, restituendoci l’immagine di un secolo animato da vivaci fermenti intellettuali che si esprimono anche in ambito teatrale e letterario. Proprio a questi aspetti è dedicata una sezione della mostra ospitata presso la Pinacoteca Civica dove è possibile ammirare incisioni, antichi testi teatrali e strumenti scientifici che illustrano le passioni segrete dell’aristocrazia marchigiana. Un percorso che tocca anche due importanti chiese di San Severino Marche, i Santuari del Glorioso e della Madonna dei Lumi, che con i loro imponenti apparati decorativi, che vedono l’integrazione di sculture e dipinti, ci offrono un quadro complessivo dell’aggiornamento culturale di committenti e devoti di provincia. Una mostra che ha il merito oltre che di portare alla luce alcuni aspetti poco noti dell’arte barocca marchigiana, quello di aver concorso, come dicavamo, al restauro di numerose opere esposte: l’antica copia per esempio della tela di Caravaggio raffigurante “San Francesco e l’angelo” ritrovata a San Severino nella chiesa di San Rocco che verrà messa confronto con la versione del Museo Civico di Udine; il busto in bronzo di Urbano Viii del palazzo comunale di Camerino finalmente visibile da vicino, evidenziandone la qualità straordinaria di un originale di Gian Lorenzo Bernini, capace di cogliere con grande forza introspettiva l’indole indomita del pontefice. Con la mostra di Palazzo Servanzi Confidati, nella Chiesa della Misericordia e nella Pinacoteca Civica non si esaurisce l’intero progetto: al fine di ritessere infatti la trama di questo complesso periodo, ricco di testimonianze in gran parte inedite, in calendario ci sono una serie articolata di appuntamenti e di iniziative sul territorio e di eventi collegati al contesto culturale seicentesco a cominciare da un itinerario nel “sommerso” collegato all’ambito culturale della mostra attraverso alcune chiese segnalate, spazi architettonici e contenitori straordinari di altrettanto preziosi e sconosciuti documenti della Storia e dell’Arte del Xvii secolo. E ancora, concerti di organo di musica barocca nelle chiese cittadine, una rassegna cinematografica dei film che hanno rappresentato o anche solo citato il barocco, conferenze a tema e perfino incontri conviviali legati alla gastronomia barocca a partire da un patrimonio del gusto ancora oggi rintracciabile sul territorio (vedi comunicato specifico). Sede Palazzo Servanzi Confidati; Pinacoteca Civica; Chiesa della Misericordia Orari 25 luglio-19 settembre 10,00- 12,30 (ultimo ingresso);16,30-20,00 (ultimo ingresso) venerdì, sabato, domenica apertura serale fino alle 23,00 (ultimo ingresso) lunedì chiuso 20 settembre-12 dicembre 9,30-12,30 (ultimo ingresso; 16,00-19,00 (ultimo ingresso) Biglietto intero Euro 8, ridotto Euro 6 ( sotto i 18 anni; + 65 anni; Soci Touring Club; Militari; Universitari). Ingresso Gruppi (min. 20 persone): 5 Euro a persona più una gratuità per accompagnatore Ingresso scuole: Euro 2 ( a ragazzo, più una gratuità per docenti accompagnatori) Ingresso gratuito: fino a 10 anni, diversamente abili ed accompagnatore. Il biglietto comprende anche la visita alla Pinacoteca (con lo stesso orario della mostra) e al Museo Archeologico “Giuseppe Moretti” (con l’orario del Museo) Visite Guidate su prenotazione Catalogo Silvana Editoriale Sito http://www.comune.sanseverinomarche.mc.it/  Info 0733/641317  
   
   
URBINO: ACCADEMIA RAFFAELLO – GUERRINO TRAMONTI - CERAMICHE IN TERRA D´URBINO, 1930-1970  
 
Urbino, Casa natale di Raffaello - Bottega Giovanni Santi. Urbino rende omaggio al maestro della ceramica Guerrino Tramonti (Faenza 1915–1992), con una importante mostra retrospettiva presso la Casa natale di Raffaello. Un luogo che rappresenta l´eccellenza dell´arte tout-court, dove l’artista avrebbe certamente avuto piacere di esporre da vivo. Dopo il successo della manifestazione tenutasi lo scorso anno al Museo di Palazzo Venezia a Roma, la mostra “Guerrino Tramonti. Ceramiche in terra d’Urbino, 1930-1970”, allestita dal 2 al 30 settembre 2010 nelle prestigiose sale espositive della Bottega di Giovanni Santi, testimonia un grande e ulteriore riconoscimento per Tramonti, ceramista, scultore e pittore fra i più affermati in Italia nel Xx secolo. Promossa dall’Accademia Raffaello in Urbino in collaborazione con la Fondazione Guerrino Tramonti in Faenza, che dopo la scomparsa dell’artista ne tutela e custodisce le opere, l’esposizione a cura di Gian Carlo Bojani mette in risalto il periodo più fecondo dell’attività del maestro, tra gli anni Trenta e Sessanta. Un quarantennio caratterizzato da una produzione inesauribile e impetuosa, nota per le sue inconfondibili atmosfere decorative, nell’ambito della quale sono stati riuniti più di sessanta capolavori, tra sculture in terrecotta e ceramiche, in particolare maioliche e grès porcellanato. Il corpus centrale dell’esposizione è inoltre arricchito da alcuni tra i suoi numerosi dipinti, per una indicazione di confronto con il segno pittorico, che sarà invece interesse prevalente dell’artista negli anni successivi al 1970. Guerrino Tramonti è artefice di qualità fin dagli anni giovanili; esce dalla Regia Scuola di Ceramica di Faenza, dove impara a conoscere i colori dal maestro faentino Anselmo Bucci, e dove lo scultore Domenico Rambelli, tra gli insegnati, diventa punto di riferimento per il suo futuro artistico. Inizia ad esporre dall’età di quindici anni e, già vincitore di numerosi premi d’arte, approda negli ambienti artistico-culturali della capitale negli anni Quaranta. Fino agli anni Cinquanta, rimane sodale dell´ambiente romano più qualificato, con personalità come Libero De Libero, Leonardo Sinisgalli, il principe Massimo, e l´editore d´arte De Luca che nel 1956 pubblica la sua monografia, nella collana “Artisti d’oggi”. Dopo i primi studi scolastici, Tramonti ha sempre condotto la sua ricerca creativa da autodidatta, fuori dai canoni accademici, allargando i suoi orizzonti alla scultura e alla pittura, in linea con il clima di “sintesi delle arti” dell’epoca. Ed è per altro nota l’assidua frequentazione di artisti come Arturo Martini, conosciuto in Liguria nel 1938 - quando lavora presso la manifattura “La Casa d’Arte Agnino & Barile” di Albisola - , Filippo de Pisis a Venezia, dove vive dal 1944 al 1947, e Franco Gentilini, amico d’infanzia a Faenza e poi rincontrato a Roma. Tramonti si dedica alacremente e instancabilmente al suo lavoro per tutta la vita e raggiunge una compiutezza espressiva assolutamente unica e personale che, apprezzata da subito dalla critica e consacrata dall’interminabile quantità di mostre e rassegne collettive e personali, gode a tutt’oggi di fama internazionale. Il percorso della mostra in terra di Urbino, propone le opere più rappresentative dei quattro periodi fondamentali della carriera artistica di Guerrino Tramonti, suddivise nelle sale espositive della Bottega Giovanni Santi nella Casa di Raffaello. Il primo periodo è quello delle opere a tutto tondo, risalente agli anni Trenta e Quaranta, sotto l´influenza di Arturo Martini e nel clima novecentesco della ripresa archeologizzante, soprattutto d´impronta etrusca, come dimostrano il bronzo Cantilena (1940-44) e significative sculture in terracotta smaltata e dipinta. Il secondo periodo, risalente al secondo dopoguerra, si manifesta invece nel duplice aspetto di rivestimenti a lustro – in cui a Faenza c´era il grande exploit di maestri come Pietro Melandri e Riccardo Gatti – e nella creazione di maioliche a grossi spessori di smalti, con decorazioni e forme di gusto "primitivo", sull’esempio del maestro Guido Gambone, esaltato da Tramonti come il massimo ceramista del Xx secolo. Si trovano qui esposti i bellissimi vassoi, definiti dalla critica “antichissimi e moderni allo stesso tempo”, che Tramonti realizza con semplici colori – azzurro, giallo, rosso, bianco - e sempre in stretto legame con le ragioni naturali per cui l’arte della ceramica è nata. I suoi piatti e vassoi si possono attaccare ai muri, ma si possono tranquillamente impiegare per l’uso domestico o tenere sul tavolo fra i libri, riconducendoli così al loro uso originario. In questa sala si possono inoltre ammirare due opere rarissime: due ciotole in terracotta decorata a firma dell’amico Franco Gentilini, eseguite dalla bottega Tramonti. La terza fase del percorso artistico di Tramonti è legata alla sperimentazione da lui avviata alla Scuola d’Arte Francesco Antonio Grue di Castelli, nei primi anni Cinquanta, con una nuova figurazione sulla linea dalle iconografie del Neocubismo, Astrattismo e Primitivismo. Ricerca che porta alla realizzazione presso la scuola di un soffitto composto da 356 tavelle maiolicate con decorazioni policrome. Opera presentata e premiata alla Decima Triennale di Milano nel 1954, che costituisce la versione contemporanea della cosiddetta “Sistina della ceramica”, il seicentesco soffitto maiolicato della Chiesa di San Donato di Castelli d’Abruzzo. Questo periodo è rappresentato in mostra dai grandi dischi decorativi, invetriati con craquelures, tra cui spiccano la bella Donna con pera (1969-76) e geometriche nature morte. Come sostiene il curatore Bojani: “Sono ceramiche ove si ripresentano quei richiami dell’arcaismo mediato collegatisi stavolta anche alle semplificazioni compositive di un Pablo Picasso, e in un’ottica di riduzione post-cubista rivolta all’alto “decorativismo” di un Gorge Braque. Ma in questa mimesi primitivista dai suddetti maestri, Tramonti ben presto fa confluire l’arcaismo della pittura medioevale catalana, da un viaggio epifanico che in quegli anni compiva in Barcellona assieme a Franco Gentilini. Di allora – ad iniziare dal 1953 – è l’ideazione delle prime grandi forme circolari (…) con l’annullamento di ogni suggestione prospettica e quegli espressionisti tocchi di rosso alle guance, assieme – e qui è una soluzione della tecnica che trasmuta in linguaggio estetico – a quella grossa invetriatura cavillata che fa assumere alla ceramica inedite valenze illusionistiche come figure galleggianti in un acquario, con suggestioni da mosaici bizantini, da vetrate gotiche, da smalti “cloisonnés”. In ultimo, vediamo esposte le raffinate ceramiche che richiamano l’arte orientale di Cina, Corea e Giappone, ma che venivano rivissute con il purismo formale del design molto in voga fra gli anni Sessanta e Settanta in Europa. Un’essenzialità che ha portato Tramonti a scegliere il grès, materia orientale i cui risultati non dipendono soltanto dalla cottura ad elevata temperatura, ma anche dall’impasto. Definito “porcellana tenera” il Grès si presta al felice connubio di forma e colore. “Quando faccio una forma – dice l’artista – io penso a una scultura”. Sono opere costruite tutte in blocco e per ogni forma sono scelti gli smalti adatti: i veri colori del grès ovvero il bianco, il bruno piombo (detto nero), il bleu, il verde e la gamma dei cinesi. Nel soppalco che affaccia sulla seconda sala del percorso espositivo, si trovano allestiti, a corredo, alcuni dei dipinti a cui Tramonti si dedica dagli anni Settanta in avanti. Dopo gli innumerevoli successi ottenuti con le arti del fuoco, l’artista decide infatti di abbandonare la ceramica, in particolare le tecniche ad alta temperatura, perché riteneva “di non poter andare oltre a quello che avev(a) raggiunto”. Le composizioni pittoriche sono da ammirare accostate alla sua produzione di ceramista poiché in esse ritornano le sue più celebri iconografie, tra “arcaismi”, elementi di post-cubismo e surrealismo, oltre a rapporti cromatici e forme plastiche ispirati a Fernand Leger, che egli aveva ammirato in Costa Azzurra. La mostra riassume dunque al meglio l’interpretazione materica e policroma di Guerrino Tramonti che si impone sempre con forza, mostrando una personalità espressiva decisa a superare il passato e a rappresentare la contemporaneità con una impronta mediterranea graffiante e raffinata più che mai attuale. Così scriveva l’amico Enzo Tortora in occasione della mostra alla Galleria Mariani di Ravenna nel 1974: “Tramonti ha trovato una sua sigla inconfondibile, dopo una ricerca accanita: poche volte m’è capitato in sorte di assistere, da “dietro le quinte” al travaglio di un’opera di pittura. Ora che lo conosco, fiuterei i suoi quadri tra mille: c’è dentro fino al collo. I suoi gatti, le sue nuvole, le sue forme che s’alzano in un volo nuovo, liberatorio: aquiloni che si portano dietro anni ed anni d’esperienze vissute fino alla crudeltà con se stesso. Come quella, estrema, di firmare “Tramonti” il lavoro di un pittore che “sorge”. O che risorge, se volete. Ma che, comunque, durerà”. Catalogo a cura di Gian Carlo Bojani con introduzione del Presidente dell’Accademia Raffaello, Giorgio Cerboni Baiardi e un testo critico di Anna Cerboni Baiardi, docente all´Istituto di Storia dell´Arte dell´Università Statale di Urbino  
   
   
ATESSA (PALAZZO FERRI): MUSEO ALIGI SASSU - 210 OPERE SU CARTA DAL 1927 AL 1990  
 
A dieci anni dalla scomparsa del grande Maestro del Novecento, sabato 31 luglio, nella splendida cornice dell’antico Palazzo Ferri di Atessa si inaugura il Museo Aligi Sassu. Novanta lavori su carta, per lo più inediti, disegni, acquerelli, pastelli e tempere, con centoventi opere grafiche scelte: acqueforti, acquetinte, litografie e serigrafie, costituiscono l’importante collezione di Alfredo e Teresita Paglione affidata al nuovo Museo Sassu di Atessa. La rassegna ripercorre le tappe più importanti della vita e della produzione artistica di Aligi Sassu a partire dalle opere futuriste del 1927-28, per poi soffermarsi sui lavori degli anni ’30, tra cui i famosi Uomini rossi e i Ciclisti, i Caffè, le Battaglie, i disegni del carcere di Fossano realizzati tra il 1937 e il 1938, le Crocifissioni e i Concili degli anni ‘40, fino alle Corride spagnole degli anni ‘60. Aligi Sassu, scomparso il 17 luglio 2000 a Pollença (Mallorca, Spagna), quest’anno viene ricordato con tre significativi eventi: la mostra presso il Museo di Villa Urania a Pescara, in corso fino a fine giugno, incentrata sulla produzione in ceramica e l’apertura dei due nuovi musei a lui dedicati ad Atessa, in Abruzzo, e a Thiesi, in Sardegna, dove trascorse alcuni anni della giovinezza. La città di Atessa con la nascita del nuovo museo rende omaggio all’artista sottolineando il profondo legame con la terra d’Abruzzo: nel 1964 vi realizza una grande opera murale “Il Concilio Vaticano Ii” presso la Chiesa di S. Andrea a Pescara, nel 1987 in anteprima assoluta espone la “Divina Commedia”, una raccolta di 113 oli, al Castello Gizzi di Torre De’ Passeri (Pe) e nel 1997 la mostra di arte sacra con cui viene aperto il Museo dello Splendore di Giulianova. Qualche anno dopo, nel 2003, presso la Fondazione Carichieti viene inaugurata la mostra permanente de “I Promessi Sposi”, 58 straordinari acquerelli ispirati al celebre romanzo di Alessandro Manzoni, opere donate dai coniugi Alfredo a Teresita Paglione alla città di Chieti. Il catalogo del nuovo Museo Sassu di Atessa, edito da Silvana eEditoriale, contiene testi di Giulio Borrelli, Elena Pontiggia, Elsa Betti e un’intervista di Giovanni Gazzaneo ad Alfredo Paglione, noto gallerista e cognato del Maestro. Aligi Sassu, nato a Milano il 17 luglio 1912 da padre sardo e madre emiliana, è stato un artista estremamente precoce. Scoperto da Marinetti, partecipa all’età di soli sedici alla Biennale di Venezia del 1928, nella sala riservata ai Futuristi, con due opere Nudo plastico e l’Uomo che si abbevera alla sorgente. Lo stesso anno firma insieme a Munari il manifesto Dinamismo e riforma muscolare, rimasto inedito fino al 1977. A Parigi ha l’opportunità di studiare da vicino l’opera di Matisse, Gericault, Cézanne, Delacroix. Nasce così la sua passione per la pittura dell’Ottocento francese e la predilezione per il soggetto del caffè, tema ricorrente in molte sue opere. Oltre l’amore per l’arte e per la cultura, Sassu manifesta il suo impegno politico in opere come la Fucilazione delle Asturie, dove si fa evidente la sua posizione antifranchista. L’impegno nella lotta contro il fascismo e la partecipazione alla diffusione di stampa clandestina, lo porteranno all’arresto nel 1937 con l’accusa di complotto e sovvertimento dell’ordine dello Stato. L’anno dopo gli viene concessa la grazia regia ma come sorvegliato speciale, bisognerà quindi aspettare il 1941 perché possa nuovamente esporre le sue opere. Nel 1964 si trasferisce a Mallorca, considerata come una seconda Sardegna, nascono in questo periodo le Tauromachie, opere con i paesaggi dell’isola e con soggetti mitologici. Sassu realizza nel 1973 i Vespri Siciliani per la riapertura del Teatro Regio a Torino. Nel 1984 viene organizzata una sua antologica a Palazzo dei Diamanti di Ferrara poi trasferita in Castel Sant’angelo a Roma; sempre lo stesso anno viene allestita un’altra grande antologica a Palazzo Reale a Milano. Le sue opere vengono esposte a Siviglia, in Germania, a Madrid, a Toronto, a Montreal ed a Ottawa. San Paolo, Bogotà e Buenos Aires. Nel 1986 espone a Palma di Mallorca, alla Xi Quadriennale di Roma, alla Triennale di Milano e alla Casa del Mantegna a Mantova. Nello stesso anno termina il lavoro sulla Divina commedia, opera composta di centotredici tavole. Tre suoi dipinti vengono acquistati dal Museo Puskin di Mosca. Nel 1993 completa I Miti del Mediterraneo, murale in ceramica di 150 metri quadrati, per la nuova sede del Parlamento Europeo a Bruxelles. L’anno successivo presenta Manuscriptum, una cartella con incisioni destinata alla mostra itinerante in Svezia "I ponti di Leonardo". Il 17 luglio 1999, in occasione del suo ottantasettesimo compleanno si inaugura una grande antologica in Palazzo Strozzi a Firenze. L’anno dopo, la sera del 17 luglio 2000, Aligi Sassu muore nella sua casa di Can Marimon a Pollença. La donazione di Alfredo e Teresita Paglione al Museo Aligi Sassu di Atessa non è che una tappa del percorso iniziato nel 2000 quando il mecenate abruzzese, a seguito della chiusura della sua galleria di Milano “Appiani Arte Trentadue”, decise di fare dono di buona parte del suo patrimonio d’arte. La collezione Alfredo e Teresita Paglione da diversi anni è oggetto di numerose donazioni e comodati: una collezione dai caratteri ben definiti, organica, coerente, che si distingue per l’idea di bellezza, principio indiscusso di oltre quarant’anni della sua attività nel mondo dell’arte. Già qualche anno fa Alfredo Paglione raccontava a Giovanni Gazzaneo la sua volontà di distribuire le opere sul territorio piuttosto che concentrarle in un unico museo “per raggiungere il maggior numero possibile di visitatori, soprattutto giovani. Ho voluto diffondere richiami all’arte e alla bellezza: è come se accendessi dei piccoli fuochi, come se piantassi degli alberi. Mi auguro che vengano ben accolti, alimentati e fatti crescere nel tempo, per aiutare i giovani a ricercare la bellezza che, com’è stato per me, li farà vivere meglio e risponderà alla loro sete di grandi orizzonti”. Museo Aligi Sassu, a cura di Alfredo Paglione ed Elena Pontiggia - Sede: Palazzo Ferri - Inaugurazione: sabato 31 luglio ore 17.30 - Indirizzo: Corso Vittorio Emanuele, Atessa (Ch) – tel 0872850421  
   
   
ARTE, STORIA, MITI E LEGGENDE... NEI PARCHI  
 
Dal 23 al 24 luglio - impara l´arte... Al Parco delle Alpi Marittime (Piemonte) Stage Di Disegno Naturalistico E Di Paesaggio Alpino Lo stage, tenuto dall´illustratrice Cristina Girard, sarà diviso in due livelli, base e avanzato. Il tema dominante sarà il disegno di paesaggio ritratto e dipinto dal vero. Il corso sarà improntato sull´apprendimento delle regole principali del disegno, proporzioni, chiaroscuro, per il livello base mentre per quello avanzato si sperimenteranno tutte le potenzialità del disegno e dell´acquerello applicate alla natura. Durante lo stage si pernotterà presso la ex casa di caccia reale al Piano del Valasco. Per ulteriori informazioni: Tel. 3334387452 - Email: crisgirard@libero.It  Altre info sul Parco Alpi Marittime http://www.Parks.it/parco.alpi.marittime  Dal 23 al 25 luglio - alla scoperta del Parco Regionale dei Laghi di Suviana e Brasimone (Emilia-romagna) Trekking Degli Asinelli Un fine settimana in compagnia degli asinelli alla scoperta del nostro territorio. Itinerario: Riola - Montovolo - Laghi. Prenotazioni tramite Saguaro Viaggi 051/6166196. Evento organizzato dalla Cooperativa Madreselva con il patrocinio del Parco dei Laghi. Per informazioni: Tel. 0534/46712, via mail promozione.Parcodeilaghi@cosea.bo.it  oppure info@coopmadreselva.It  Altre info sul Parco dei Laghi di Suviana e Brasimone http://www.Parks.it/parco.suviana.brasimone Il 24 luglio - facile e lunga passeggiata al Parco Naturale Regionale del Beigua (Liguria) Dal Curlo Alla Gava In Notturna Facile e lunga passeggiata serale che dalle alture di Arenzano porta al Passo della Gava (750 m.S.l.m.). Sarà l´occasione per ammirare Arenzano e la costa ligure nella luce crepuscolare. E´ consigliato munirsi di torcia per il rientro. Ritrovo alle ore 20.00, presso l´area verde attrezzata in loc Curlo, Arenzano. Difficoltà: facile. Durata escursione: tutta la serata. Costo escursione: Euro 5,50. Spuntino: al sacco. Prenotazione obbligatoria: Ente Parco del Beigua - Tel. 010 8590307 - Cellulare Guida 393/9896251 - e-mail Ceparcobeigua@parcobeigua.it  Altre info sul Parco del Beigua http://www.Parks.it/parco.beigua  Il 24 luglio - miti e leggende alla Riserva Naturale Regionale Nazzano, Tevere-farfa (Lazio) Una Riserva Da Fiaba Visita al Museo del Fiume ed escursione in riserva, alla scoperta di miti e leggende legati agli animali protagonisti delle fiabe. Appuntamento alle ore 16.30 c\o Museo del Fiume di Nazzano (Rm) e poi trasferimento in Riserva Tevere Farfa - Località Nazzano (Rm). Grado di difficoltà del percorso: medio/basso. Lunghezza in km del percorso e durata: 2,5 km circa, 2 ore. Abbigliamento/attrezzatura particolari: comodo e sportivo adatto alla stagione e scarpe con suola antiscivolo, macchina fotografica, borraccia, cappellino, binocolo. Accessibilità: bambini e bambini in passeggino. Quota di partecipazione: 8,00 Euro a partecipante, minimo 20 partecipanti. Informazioni e prenotazioni: prenotazioni entro giovedì antecedente c\o Cooperativa Sociale Le Mille e una notte - Tel./fax 06/86210833 - e-mail: scuola@lemilleeunanotte.Coop  (dalle ore 10.00 alle ore 17.00). Altre info sulla Riserva Tevere Farfa http://www.Parks.it/riserva.tevere.farfa  Il 24 luglio - emozionante avventura al Parco Naturale della Collina Torinese (Piemonte) Voci Nella Notte Quando cala il buio e gli occhi faticano a riconoscere l´ambiente che ci circonda tutti gli altri sensi vengono amplificati. Un´emozionante avventura nei boschi del Parco Naturale della Collina Torinese alla scoperta degli affascinanti rumori e versi notturni nel bosco... Per ascoltare tutto ciò che non si riesce a vedere. Attività rivolta ad adulti e famiglie con bambini. Ritrovo presso il Centro Visite del Parco Naturale della Collina Torinese e nei boschi del Parco, dalle 21.20 alle 23.30 circa. Quota: Prezzo intero Euro 8,00 adulti, Euro 5,00 bambini sino ai 14 anni; Tessera Caleidoscopio Euro 6,50 adulti, Euro 4,00 bambini sino ai 14 anni. Handicap fisico: non adatta; psichico: adatta; relazionale: adatta. Prenotazione obbligatoria. Per informazioni e prenotazioni: Centro Visite del Parco Naturale della Collina Torinese - Tel./fax 011/8903667 - E-mail: cvparcosuperga@artefatto.Com  Altre info sul Parco della Collina Torinese http://www.Parks.it/parco.collina.torinese  Il 25 luglio - passeggiata storico-naturalistica al Parco Naturale del Gran Bosco di Salbertrand (Piemonte) Il Pertus Di Colombano Romean Storia e leggenda di un´opera incredibile. Passeggiata storico naturalistica per conoscere l´opera idraulica, la sua storia, gli aspetti tecnici ed i suoi misteri. Appuntamento alle ore 9.00 davanti alla Chiesetta delle Grange della Valle - Exilles. Percorso impegnativo. Durata: intera giornata. Equipaggiamento indispensabile: abbigliamento da montagna (torcia elettrica, gambali o scarpe di ricambio per l´eventuale ingresso nella galleria, vincolato dalla quantità d´acqua), pranzo al sacco. Costi: Euro 7,00 a persona. Gratuito per i ragazzi inferiori ai 12 anni. Al termine dell´escursione possibilità di merenda "sinoira" presso il Rifugio Levi Molinari (Tel. 0122 58241). Richiesta la prenotazione contattando il Parco del Gran Bosco Salbertrand: Tel. 0122 854720. Altre info sul Parco del Gran Bosco di Salbertrand http://www.Parks.it/parco.gran.bosco.salbertrand  Il 25 luglio - trekking alla Riserva Naturale Statale Gola del Furlo (Marche) Anello Alto Del Paganuccio Questa proposta è dedicata a coloro che, nella facilità del percorso, vogliono vivere le peculiarità paesaggistiche del territorio della riserva e gli incredibili scorci panoramici che si possono ammirare dalle vette dei due monti della riserva: il M. Paganuccio e il M. Pietralata. Le passeggiate sono semplici, si sviluppano lungo sentieri sicuri, con dislivelli che non superano i 300 m. Questo programma è particolarmente adatto anche a famiglie con bambini dai 7 anni in poi. Itinerario previsto: La Pradella - vetta - Passo del lupo - La Pradella. Lunghezza: circa 8 km. Durata del percorso (con soste e pranzo al sacco): 6 ore. Appuntamento presso il centro visite alle ore 8.30. Spostamento fino all´inizio del sentiero con auto propria o con bus navetta della riserva. Obbligatorio un abbigliamento sportivo con pantaloni lunghi e scarponcini da trekking. Numero max di partecipanti: 16. Prenotazione obbligatoria entro le ore 12.00 del giorno precedente la passeggiata. Per ulteriori informazioni: Tel. 0721/700041 - Email: riservafurlo@provincia.Ps.it  Altre info sulla Riserva Gola del Furlo http://www.Parks.it/riserva.statale.gola.furlo  Il 25 luglio - escursione alla Riserva Naturale Orientata Rupe di Campotrera (Emilia-romagna) Tra Storia E Natura Ritrovo dei partecipanti alle ore 17.00 presso la "Casa a Torre" di Cerezzola. Come di consuetudine da molti anni, l´Associazione "Amici di Cerezzola" in occasione delle festività di S. Maria Maddalena, organizza l´iniziativa "Tra Storia e Natura", che consiste nel percorrere i suggestivi sentieri escursionistico-naturalistici dal piccolo borgo medievale di Cerezzola alla Riserva Naturale di Campotrera, quest´anno verrà effettuata la visita all´antica cava della Boracciana, all´interno della Riserva stessa. Al ritorno, sul calar della sera, nell´aia al centro del borgo di Cerezzola, verrà offerto un rinfresco a tutti i partecipanti con prodotti tipici locali. Si raccomanda un abbigliamento adatto: scarpe da trekking e pantaloni lunghi. La durata della visita è di circa 1 ora e mezza. In caso di maltempo l´iniziativa sarà annullata. Per ulteriori informazioni: Tel. 0522/248413 - e-mail: riservacampotrera@comune.Canossa.re.it  Altre info sulla Riserva di Campotrera http://www.Parks.it/riserva.rupe.campotrera Il 25 luglio - un tuffo nel passato al Parco dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell´Abbadessa (Emilia-romagna) Visita Guidata Speleologica Alla Grotta Del Farneto La Grotta del Farneto, ricca di storia, un tuffo nel passato, adatta a tutti per la semplicità del percorso. Ritrovo presso il Centro Parco "Casa Fantini" Via Jussi, 171 Farneto San Lazzaro di Savena (Bo), alle ore 9.30 e 11.00. Costi: Euro 10 per i maggiorenni Euro 5 per i minorenni e over 65. Per informazioni: Parco Gessi, Via Jussi 171 - 40068 Farneto - San Lazzaro di Savena (Bo) - Tel. 051/6254821 - www.Parcogessibolognesi.it  Altre info sul Parco dei Gessi Bolognesi http://www.Parks.it/parco.gessi.bolognesi  Il 25 luglio - birdwatching al Parco Naturale Regionale dei Monti Lucretili (Lazio) Osservatorio Dell´aquila Reale Dopo aver percorso il breve sentiero che porta all´osservatorio dell´aquila, ci aspetterà una tranquilla giornata di relax in attesa che la regina dei cieli lucretili si faccia ammirare in tutta la sua bellezza. Raccomandiamo di portare binocoli o cannocchiali per l´osservazione. Attività alternative in caso di pioggia: nessuna. Appuntamento alle ore 9.00 al fontanile sul tornante della strada per Civitella di Licenza. Grado di difficoltà del percorso: basso. Lunghezza del percorso in km e durata: rientro previsto per le ore 18.00. Dislivello: 200 metri circa. Abbigliamento/attrezzatura: abbigliamento adeguato alla stagione, scarponcini da trekking, almeno 1,5 litri di acqua, pranzo al sacco, binocolo; accessibilità: bambini da 6 anni in su; quota di partecipazione se prevista: 8 Euro a persona. Per informazioni contattare il 328.8140784 - e-mail escursioni@naturalucretile.It  Altre info sul Parco dei Monti Lucretili http://www.Parks.it/parco.monti.lucretili    
   
   
NUORO (MAN): ED TEMPLETON. IL CIMITERO DELLA RAGIONE - 29 LUGLIO/3 OTTOBRE 2010  
 
È uno tsunami di immagini quello destinato ad invadere il Man di Nuoro a partire dal 29 luglio: una folla di centinaia e centinaia di immagini e figure di Ed Templeton, l´Andy Warhol o forse meglio il Basquiat dell´America di oggi. In Il Cimitero della Ragione, questo il titolo della mostra, foto, disegni, acrilici, sculture, video, clips, interventi sonori raccontano le storie, le emozioni e le frequentazioni degli ultimi quindici anni del vitale e dinamico Templeton. Quindici anni in cui l´artista, oggi poco più che trentenne, è stato interprete direttamente coinvolto, e non solo spettatore, dell´America delle periferie, violenta e insieme tenera, luoghi non luogo, senza misure o mezze misure. Sono spaccati su adolescenti in cerca di identità. Band che vivono la noia ruotando su una pista da skateboard, il sangue delle loro cadute, le tribù della notte, le droghe e gli incontri intimi bruciati nelle piccole stanze di hotel. L´artista entra in profondità, vive i mondi, non si limita a registrarli con lo sguardo di un entomologo. La leggerezza è semmai nell´espressione, quasi riproposizioni di fanzines illustrate o meglio di adolescenziali e caotici diari di vita. Ed Templeton nasce come skateboarder, sport che continua a praticare. Ed è proprio la pratica sportiva che gli consente di avvicinare alla pari i più giovani, registrandone crisi e ricerche, sogni, desideri, paure. Quello che travasa nelle sue immagini è un universo che ben conosce per averlo vissuto sulla propria pelle. Racconta di ricerche di sesso e di sessi, di angosce, aggressività, gioie e problemi in esistenze di passaggio. Senza giudicare, offrendo semmai opportunità e chiavi di comprensione a chi abbia voglia di capire senza preventivamente escludere. Per lui si è richiamata l´etichetta della "street art", un´arte di strada, fatta di un insieme disordinato e straordinariamente vivo e attuale di linguaggi. Templeton esprime una continua contaminazione di foto e immagini dipinte, di interventi grafici e di scrittura: murales, tags, graffiti, pubblicità, ma anche musica, in un affastellamento di codici visivi e comportamentali. La mostra racconta la storia di un skateur professionista, di un fotografo, di un designer, di un pittore, di un ragazzo di strada uscito dal tunnel, di un rigoroso vegano, di un pubblicitario di successo, di un creatore di moda (negli States, le sue scarpe sono simbolo di libertà creativa). Una storia che, se anche conduce alle sue vicende, supera però la dimensione autobiografica per mettere a nudo, con coraggio, i fenomeni sociali. Difficile classificare l´opera di Ed Templeton (1972), cresciuto in una periferia di Los Angeles, adolescente diviso tra skateboarding e punk, entrambe vie di fuga e strumento di salvezza. Lo sport gli dà il successo e a 21 anni fonda la "Toy Machine Bloodsucking Skateboard Company", società leader di un territorio di confine, di una cultura urbana fuori norma. La passione per la pittura esplode alla scoperta di Schiele, Balthus e David Hockey. E di pari passo, la passione per la fotografia. All´inizio è una fotocamera analogica, che gli permette di creare personalmente le immagini. Così come continua ad essere allo stesso tempo sportivo e artista, mito e eterno ragazzo di strada, Templeton non vuole scegliere, non vuole limitarsi ad sola disciplina nelle sue espressioni artistiche. Fotografia, pittura, scultura ai suoi occhi sono eguali e complementari. Sulle sue opere egli usa annotare impressioni, aneddoti, stati d´animo, ad unire anche la scrittura ed il racconto. Le immagini in mostra dipanano, tutte insieme, vicende personali e storie complesse di gruppi, un Cimitero della Ragione vissuto e raccontato con crudezza ma senza insistenza. Con realistica poesia. La mostra è un progetto in collaborazione con lo Smak di Ghent, a cura di Thomas Caron. Catalogo edito dallo Smak con testi di Thomas Caron, Jean-françois Chevrier, Carlo Mccormick, Arty Nelson and Philippe Van Cauteren. Man Via Satta 27 - 08100 Nuoro t&f +39 0784 252110 info@museoman.It Orario: 10:00/13:00 - 16:30/20:30 dal martedì alla domenica L´ingresso al museo è gratuito così come il servizio di visita guidata dal martedì al sabato dalle 10:00 alle 12:00 e dalle 16:30 alle 19:30  
   
   
CATANZARO (PARCO ARCHEOLOGICO DI SCOLACIUM - MARCA): MICHELANGELO PISTOLETTO - IL DNA DEL TERZO PARADISO - UN INEDITO PROGETTO IN DUE SEDI REALIZZATO DAL MAESTRO DELL´ARTE POVERA CON TRE NUOVE INSTALLAZIONI - 24 LUGLIO / 3 OTTOBRE 2010  
 
Michelangelo Pistoletto è il protagonista della quinta edizione di Intersezioni, ormai consolidato luogo di contaminazione tra arte contemporanea e archeologia. L´attesa rassegna, diventata uno degli appuntamenti culturali italiani più importanti della stagione estiva, anche quest´anno si sdoppia. Com´è già avvenuto nel 2009 in occasione della personale dedicata a Dennis Oppenheim, il progetto dal titolo Il Dna del Terzo Paradiso prevede la realizzazione di due mostre organizzate al Parco Archeologico di Scolacium e al museo Marca di Catanzaro. Entrambi gli appuntamenti sono curati da Alberto Fiz, Direttore Artistico del Marca. Si tratta di un´importante occasione per confrontarsi con il lavoro di uno dei maggiori protagonisti della scena internazionale che ha ideato e progettato tre nuove installazioni per gli straordinari spazi del Parco di Scolacium in particolare I temp(l)i cambiano-Terzo Paradiso, Love Difference-le sponde del Mediterrano e Il Dna del Terzo Paradiso che dà il titolo all´intero progetto. L´evento espositivo, accompagnato da un esauriente catalogo monografico in italiano e inglese edito da Electa, si inaugura domani 24 luglio per rimanere aperto sino al 3 ottobre 2010. La quinta edizione di Intersezioni è organizzata dalla Provincia di Catanzaro - Assessorato alla Cultura, con la collaborazione della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Calabria e il patrocinio della Regione Calabria - Assessorato alla Cultura, di Sensi Contemporanei - Ministero dello Sviluppo Economico e della Fondazione Mimmo Rotella."intersezioni va considerato, insieme, al Marca, un punto di riferimento imprescindibile della nostra politica di valorizzazione artistica. Nel segno della continuità progettuale, la manifestazione rappresenta oggi un modello culturale con ampi consensi in Italia e all´estero", spiega Wanda Ferro Presidente della Provincia di Catanzaro con delega alla Cultura. "E´ per noi motivo di orgoglio dedicare la rassegna di quest´anno a Michelangelo Pistoletto, uno degli artisti italiani più rappresentativi sulla scena internazionale che ha voluto progettare per il Parco una serie di nuovi lavori." Come afferma Alberto Fiz, "l´articolato progetto dedicato a Pistoletto s´impone come riflessione che investe direttamente il destino dell´uomo e l´urgente necessità di un cambiamento radicale. Pistoletto considera l´arte non come estetica fine a se stessa, ma come occasione per una trasformazione sociale responsabile. E questo appare evidente sia nelle opere storiche dell´Arte Povera, sia negli interventi realizzati per il Parco di Scolacium. Non si tratta più di segni demiurgici proposti dall´Artista Vate, ma di creazioni che si pongono in stretta relazione con la collettività." Se il Marca (nella stessa sede prosegue, sino al 3 ottobre prossimo, la personale di Alessandro Mendini. Alchimie Dal Controdesign alle Nuove Utopie) ospita una serie di lavori emblematici della ricerca linguistica di Pistoletto, tra cui la celebre Venere degli stracci e i Quadri specchianti, il Parco di Scolacium, uno dei siti archeologici più importanti dell´Italia meridionale, propone un grande progetto dove le installazioni creano un rinnovato dialogo con il territorio. Ciascuna opera contiene in sé la propria storia, la propria memoria in un continuum spazio-temporale che non consente scissioni o fratture improvvise. In questo senso il Dna del Terzo Paradiso non è solo il titolo delle due mostre, ma è anche l´opera che occupa il Foro romano, ovvero l´antica piazza di Minervia Scolacium. La grande installazione in tubi passacavi di colore verde e rosso, che ha uno sviluppo di oltre 50 metri, appare come la trascrizione genetica del Terzo Paradiso, uno dei segni più noti di Pistoletto, dove il mondo naturale convive con il mondo artificiale e tecnologico creando una rinnovata armonia. Il Terzo Paradiso è il nuovo segno dell´infinito con la differenza che si formano tre cerchi. Come spiega Pistoletto, "quello centrale descrive un ventre gravido prodotto dall´accoppiamento dei due cerchi che costituivano il vecchio simbolo. Il Terzo Paradiso è l´accoppiamento fertile tra il primo e il secondo Paradiso". Questa caratteristica viene sottolineata dal canto arcaico e primordiale di Gianna Nannini (con lei Pistoletto ha collaborato per diversi progetti proposti, tra l´altro, al National Centre for Contemporary Arts di Mosca) che crea una "scultura vocale" ripetendo, come un mantra, la parola "mama". Recuperare la presenza della memoria è un concetto che delinea anche le altre installazioni espressamente concepite per il Parco di Scolacium tra cui I temp(l)i cambiano - Terzo Paradiso, un´opera di oltre quattro metri d´altezza collocata all´interno della celebre basilica normanna di Santa Maria della Roccella, il monumento antico più imponente del Parco. La specificità del tempio è quella di essere realizzato con materiali riciclati: cestelli di lavatrici diventano colonne, serpentine di frigoriferi come basamento e timpano. Gli scarti, insomma, si trasformano, con il contributo dell´artista, in oggetti di contaminata bellezza. L´opera, nata da una collaborazione con Ecodom - Consorzio per il riciclo degli elettrodomestici, è un tempio che poggia su una base instabile come simbolo precario dell´evoluzione. Esso appare come la risultante dei tempi che cambiano in base ad una società costretta a modificare le proprie abitudini e dove il riciclo diventa una preziosa fonte di ricchezza. "In questo caso il nuovo tempio s´inserisce nell´antico tempio creando un´imprevedibile relazione segnica tra differenti forme di stratificazioni.", afferma Alberto Fiz. Sul timpano del tempio compare il simbolo del Terzo Paradiso a testimoniare l´armonia ritrovata tra consumo e riciclo, tra tecnologia, etica ed estetica. Come spiega Pistoletto "oggi sinonimo di Progresso è la conservazione delle risorse: il nuovo Mito è il Riciclo". Viene inserita, invece, tra gli ulivi Love Difference - Le sponde del Mediterraneo un´altra installazione realizzata per l´occasione, con 68 grandi pietre di colore grigio e blu che riproduce il bacino del Mediterraneo con i paesi che si affacciano su questo mare. "Il Mar Mediterraneo", dichiara Pistoletto, "è un´opera fortemente emblematica, intesa come punto di partenza per una riflessione planetaria sulle differenze, il luogo da cui iniziare a comprendere a amare le differenze. Il suo significato viene potenziato in questo luogo magico e misterioso a poca distanza dal punto in cui i due mari, lo Ionio e il Tirreno, s´incontrano." Ma le differenze costituiscono anche il soggetto di un´altra grande installazione inserita all´interno del Parco di Scolacium, Accarezzare gli alberi dove compaiono quattro copie dell´antica statua in bronzo dell´Arringatore con il braccio teso in avanti nell´atto di toccare gli alberi ricreando un rapporto osmotico con la natura. Le immagini in bronzo dell´Etrusco (il lavoro è stato proposto per la prima volta nel 1976) sono di colore rosso, giallo, bianco e nero in una rappresentazione simbolica delle differenti razze umane. Di particolare rilievo per ampliare la riflessione sulla classicità, filo conduttore di Intersezioni, è la grande installazione di tre opere studiata appositamente per il Teatro romano. In questa circostanza viene collocata al centro Il Gigante (1981-83) di sei metri d´altezza dal peso di 15 tonnellate che nasce attraverso la sovrapposizione di elementi diversi realizzando un´elaborazione e un´accumulazione di frammenti appartenenti alla tradizione della scultura. Insieme a quest´opera, dove la classicità viene riproposta attraverso un nuovo immaginario non più prevedibile, compaiono due sculture del medesimo periodo, Doppia Figura dove un´immagine in orizzontale viene sovrastata da un´altra disposta verticalmente e La Caduta dove la figura sembra accettare la propria decapitazione in un lucido presagio dei rivolgimenti che avrebbero caratterizzato gli anni ottanta, culminati nel 1989 con la caduta del Muro di Berlino, un evento che Pistoletto ha descritto quello stesso anno con un grande lavoro fotografico. A completare il progetto di Scolacium un altro lavoro di particolare significato, C´è Dio? Sì ci sono! che ripercorre l´azione compiuta nel 1978 L´arte assume la religione dove lo scopo era "estendere alla gente la capacità di esercitare autonomamente le funzioni del pensiero". Nel lavoro esposto al Parco di Scolacium la scritta compare incisa sul Segno Arte, ovvero su un elemento formato dall´interazione di due triangoli che inscrive idealmente un corpo umano con le braccia alzate e le gambe divaricate. Ebbene, nella sinergia creata tra il Parco di Scolacium e il Marca, il Segno Arte, nelle sue diverse applicazioni, (sia essa una porta, un letto a baldacchino o i lavandini) rappresenta uno degli elementi su cui si focalizza la mostra al museo catanzarese. Anche la dimensione trascendente assume al Marca un aspetto di notevole rilievo dal momento che viene presentato Luogo di raccoglimento e preghiera, uno spazio suddiviso in cinque sezioni, quattro riferibili ai simboli delle religioni (ebraismo, cristianesimo, islamismo e induismo) e un quinto dedicato ai laici e agli agnostici. Al centro viene posto Metro cubo d´infinito, un´opera realizzata da Pistoletto nel 1966 costituita da un cubo formata da sei specchi con la superficie riflettente rivolta verso l´interno. In tal modo si crea un´estensione pressoché infinita dello spazio moltiplicato e pluridirezionale anche se racchiuso all´interno di un metro cubo. Un infinito, tuttavia, che non è ascrivibile ad alcuna religione ma fa riferimento alla dimensione trascendente della creatività umana e, dunque, all´arte. Ancora una volta il lavoro di Pistoletto richiede una responsabilità individuale in base a quello che l´artista ha definito come "omniteismo". La visione di un´arte fortemente implicata nella società passa anche attraverso Mar Mediterraneo-love Difference (è in stretta relazione con il Love Difference-le sponde del Mediterraneo esposto a Scolacium), così come attraverso Woollen-la mela reintegrata, perfettamente coerente con il Terzo Paradiso. Quest´opera, in lana e acciaio, realizzata nel 2007, è il simbolo del ricongiungimento tra natura e artificio. Se nella tradizione il morso della mela rappresenta il distacco dell´uomo dalla natura, in questo caso si attua la riconciliazione tra due universi in apparenza distanti. Simbolico anche l´uso della lana, elemento naturale rinnovabile che rappresenta lo spogliarsi dell´animale per vestire l´uomo con vantaggi per entrambi. Nello spazio del Marca dedicato all´arte antica si crea una felice contaminazione con l´inserimento di una delle opere più note di Pistoletto, la Venere degli stracci del 1967-68 dove la copia della Venere con mela dello scultore neoclassico Bernd Thorvaldsen realizzata all´inizio dell´800, viene posta di schiena di fronte ad un ammasso di cenci e di stracci. Quest´opera, particolarmente rappresentativa del percorso dell´Arte Povera, ha un effetto totalmente straniante in quanto vengono poste in relazione due forme tra loro agli antipodi. Ma, come re Mida, la Venere assorbe gli stracci che diventano parte della sua natura. Paradossalmente, si potrebbe dire che gli stracci sono riciclati dalla Venere in base ad un meccanismo che rende quest´opera storica perfettamente in sintonia con I temp(l)i cambiano collocata a Scolacium. Come afferma Pistoletto, "la Dea del riciclo entra nel tempio del riciclo". Al Marca non potevano mancare, naturalmente, i quadri specchianti e viene presentata una serie di Autoritratti recenti, punto d´arrivo di una riflessione sull´identità che si sviluppa sin dal 1961. "L´autoritratto dell´artista", afferma Pistoletto, "diventa l´autoritratto del mondo. E´ arte, in quanto quadro, ma è anche spazio e tempo". Un excursus, insomma, di oltre quarant´anni, che coinvolge alcune problematiche fondamentali della ricerca di Pistoletto in grado di cogliere i profondi mutamenti della società. La mostra è accompagnata da un catalogo, in italiano e inglese, edito da Electa di oltre 250 pagine che presenta, tra l´altro, le installazioni al Parco di Scolacium e al Marca. Accanto al saggio del curatore Alberto Fiz, viene proposta un´ampia intervista a Pistoletto di Chiara Bertola, un intervento su Cittadellarte di Paolo Naldini, oltre ad un testo sul Parco di Scolacium e sulle nuove scoperte archeologiche di Maria Grazia Aisa. Info: tel. 0961.746797; info@museomarca.Com ; www.Museomarca.com ; www.Intersezioni.org  Catalogo Electa con interventi in italiano e inglese di Maria Grazia Aisa, Chiara Bertola, Alberto Fiz, Paolo Naldini, Michelangelo Pistoletto  
   
   
NEL CUORE DELLA SICILIA ITINERARI NATURALISTICI: LA NECROPOLI RUPESTRE DI PANTALICA, CAVAGRANDE DEL CASSIBILE, LA RISERVA NATURALE ORIENTATA OASI FAUNISTICA DI VENDICARI  
 
Quest’isola multiforme, la più ricca e stratificata d´Italia e forse del Mediterraneo, oltre agli itinerari culturali e gastronomici, offre anche interessanti percorsi naturalistici. Ecco allora qualche spunto nel più affascinante angolo sud-orientale. Da Siracusa si raggiunge in breve una località inserita nell´elenco dei beni Unesco dal 2005: la Necropoli rupestre di Pantalica. Alla confluenza tra il fiume Anapo e il Calcinara, il bastione roccioso di Pantalica, alto sulla profonda vallata scavata dall´acqua, un luogo di selvaggia bellezza, nasconde 5000 tombe scavate nella pietra. Le scavarono i Siculi, il popolo preistorico che viveva in Sicilia prima dell´avvento della colonizzazione greca. Un mistero copre Pantalica: come riuscirono a scavare queste tombe senza l´utilizzo del ferro che non conoscevano? Forse usarono asce o antichi sistemi che abbinavano acqua e fuoco, forse gli operai stavano sospesi nell´aria legati per la vita ad una corda, oppure sostenuti da traballanti impalcature. Le tombe di Pantalica hanno avuto poi una storia successiva, utilizzate con il passare dei secoli come rifugio per i Cristiani perseguitati, come luogo di eremitaggio e come abitazioni per Arabi e Normanni. Un paesaggio potente e selvaggio é anche quello che ci aspetta alla vicina Cavagrande del Cassibile, un canyon naturale che scorre dai monti Iblei fino alla costa. E’ un ambiente naturale di eccezionale bellezza. Nel profondo e lungo canyon scavato dalle acque del fiume Cassibile, i platani orientali si confondono con salici e pioppi bianchi. In un´immensa nicchia naturale che si apre nella parete settentrionale, impressionano i resti di una città rupestre scavata nella roccia, abitata, nella storia più antica, dai Siculi e in seguito da briganti e pastori. Di fronte si apre una grande città rupestre formata da balconi fortificati scavati nella roccia su piani sovrapposti e collegati fra loro da pozzi e scalinate. Anche qui sorgenti di acqua dolce e cinque laghetti di acqua limpida e freddissima nel fondo. L´escursione a Cavagrande non è per tutti: richiede preparazione ed esercizio, oltre ad un´attrezzatura adatta. La discesa è lunga su un percorso non agevole, che infatti viene chiuso durante alcuni periodi dell´anno e in determinate condizioni atmosferiche. Ma soprattutto è lunga e faticosa la salita dal basso. Le guide forestali consigliano ovviamente di scendere la mattina presto e di risalire al tramonto. Ma la fatica è ripagata ampiamente dallo spettacolo del paesaggio e dal piacere di un bagno corroborante in fondo al canyon. Scendiamo ancora più a sud per esplorare la Riserva naturale orientata oasi faunistica di Vendicari, un tempo utilizzata anche come salina. Qui si alternano specchi d´acqua che formano pantani alla costa rocciosa e sabbiosa , alla tipica macchia mediterranea, alle praterie di posidonia oceanica sotto l´acqua del mare. La complessità degli ambienti naturali e la variazione delle stagioni fanno in modo che questa riserva veda il passaggio della più colorata avifauna di tutta la Sicilia. All´inizio dell´autunno arrivano i fenicotteri, sempre più numerosi, mentre dicembre è il mese più interessante, ricco di folaghe, cigni reali, oche selvatiche, alzavole, Martin pescatori. Ma l’oasi di Vendicari é affascinante anche per la presenza umana, segnata dai resti di una elegante torre sveva del 13° secolo, costruita contro le incursioni saracene e di una tonnara del ‘700, dove si lavoravano i tonni pescati al largo: ne sono testimonianza la grande ciminiera e i forni di cottura. Info: www.Boschidisicilia.it , www.Regione.sicilia.it/turismo  
   
   
CASTEL DEL MONTE: FINO AL 1° NOVEMBRE 2010 RIAPRE ALLE GRANDI MOSTRE D’ARTE CON BACI RUBATI E AMOROSE PASSIONI NELL’ARTE E NELLA LETTERATURA FRA SETTECENTO E OTTOCENTO  
 
Castel del Monte inaugura una nuova stagione culturale: Giaquinto, De Matteis, Hayez, il Piccio, Cremona e Previati sono tra i protagonisti di una Mostra tutta italiana promossa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali in collaborazione col Comune di Andria e Banca Carime, prodotta e organizzata da Alef - cultural project management. Baci rubati e amorose passioni nell’arte e nella letteratura fra Settecento e Ottocento è un importante appuntamento con l’arte che Castel del Monte, patrimonio mondiale dell’Umanità e monumento tra i più visitati in Italia, offrirà al suo numeroso pubblico per circa quattro mesi. Fortemente voluta dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Puglia e dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le Province di Bari, Barletta - Andria - Trani e Foggia - Direzione di Castel del Monte, la Mostra, prodotta e organizzata da Alef - cultural project management di Milano, con la collaborazione del Comune di Andria e la partnership di Banca Carime, apre una nuova stagione espositiva per la prestigiosa cornice di Castel del Monte che intende rilanciare la sua programmazione con appuntamenti di grande rilievo culturale. Curata da Michela Tocci, Direttore di Castel del Monte, e dalla Storica dell’arte Lorenza Tonani, di Alef, la Mostra vedrà esposti trenta dipinti provenienti da importanti collezioni pubbliche e private dell’Italia centro-settentrionale, accostati a sette opere di area meridionale di proprietà di Banca Carime, in un appassionante percorso sull’amore che, ambientato nei suggestivi spazi del Castello oltre a offrire una nuova e stimolante fruizione dell’architettura sveva, certo solleciterà nel pubblico la ricerca di un nesso fra Federico Ii, fecondo e illuminato mecenate in tanti settori dell’arte e del sapere, e le tematiche dell’esposizione. Motivi ispiratori dell’iniziativa sono dunque l’amore e la passione, temi che a partire dal Sei-settecento aprono in Europa ampie riflessioni sulla loro natura e, soprattutto, sulla possibilità di rappresentarle attraverso la musica, l’arte figurativa, i drammi teatrali. La Mostra rappresenta, dunque, l’occasione ideale per ripercorrere vicende mitologiche, letterarie, drammi pastorali nella visione settecentesca dell’amore testimoniata dalle sette opere della collezione di Banca Carime che, ancora una volta, ha voluto dare il suo prezioso apporto per la valorizzazione e la fruizione del patrimonio culturale del territorio in cui è presente. I sette dipinti, realizzati da artisti meridionali come Giaquinto, De Matteis, Altamura, con le coppie di Rinaldo e Armida, Erminia e Tancredi, Aurora e Cefalo, Enea e Didone sono emblematiche di una cultura che vive l’amore come mistero insondabile ma che si può vivere attraverso la messa in atto di magie e artifici propiziatori. Il percorso espositivo prosegue con opere di autori come Hayez, il Piccio, Cremona, Previati; la colpevole visione dell’amore-passione ottocentesca di eroine come Isotta, Francesca da Rimini e Giulietta, predilette vittime di un Medioevo feroce e insensibile alla loro amorosa fragilità, apre la sezione dei baci rubati, preludio all’esplosione di un sentimento non ammesso dall’ordine sociale. Quello stesso ordine morale che impedisce a Piccarda Donati, Lucrezia Borgia, e alla Gertrude manzoniana di vivere l’amore, negato con la reclusione o la condanna a unioni coniugali alternative, e che costringe alla morte Pia de’ Tolomei, Desdemona, Anna Bolena, vittime dei loro stessi amanti. Nella Mostra, dunque, si dipana il tema dell’amore e centrale appare la figura femminile, che sia la domina della poesia siciliana o l’eroina della produzione lirica e melodrammatica ottocentesca, vittima di passioni contrastate e protagonista di drammi in musica che con Rossini, Donizetti e Verdi hanno reso nota l’opera italiana nel mondo. Una carrellata di figure che esaltano il sentimento, accolte attraverso i dipinti in uno dei luoghi più suggestivi del patrimonio architettonico nazionale. Alla Mostra sono abbinati sei appuntamenti dedicati al tema “Baci rubati e Amorose passioni - Eventi”, rivolti anche ad un pubblico giovane, per ribadire il ruolo che Castel del Monte, luogo di eccellenza del contesto territoriale, svolge quale attrattore per un turismo culturale variegato  
   
   
RANCATE (MENDRISIO): IL RINASCIMENTO NELLE TERRE TICINESI - DA BRAMANTINO A BERNARDINO LUINI - PINACOTECA CANTONALE GIOVANNI ZüST - DAL 9 OTTOBRE 2010 AL 10 GENNAIO 2011  
 
La mostra, curata da Giovanni Agosti, Jacopo Stoppa e Marco Tanzi, si propone di indagare lo svolgimento delle vicende figurative in Canton Ticino tra Quattro e Cinquecento: ed è la prima volta che viene organizzata una manifestazione su questo tema. La pittura locale del tardo Quattrocento è caratterizzata da botteghe che ripetono motivi tardogotici e formule arcaiche (i Seregnesi, Antonio da Tradate): risultano perciò fondamentali - per la svolta in senso rinascimentale - gli interventi di artisti di primissimo piano che portano con sé le novità elaborate a Milano e consentono così, a partire dal secondo decennio del Cinquecento, ai pittori ticinesi di aggiornarsi. Bramantino, che lascia la tavola con la Fuga in Egitto nel santuario della Madonna del Sasso all´Orselina, e Bernardino Luini, con il polittico di San Sisinio a Mendrisio e con il tramezzo di Santa Maria degli Angeli a Lugano, rappresentano i due casi più notevoli, ma si ricordano anche, per esempio, il pittore delle Scene della Genesi a Campione d´Italia, quello dell´Ultima cena di Ponte Capriasca, il Giampietrino, oltre ad artisti locali di talento, come Bartolomeo da Ponte Tresa, Domenico Pezzi e Giovanni Antonio de Lagaia. La mostra sarà un´occasione unica per rivedere, a breve distanza dalla chiesa per la quale Luini lo dipinse, un elemento del disperso polittico della chiesa di San Sisinio a Mendrisio. La macchina d´altare, che si componeva di almeno otto tavole, oltre a una ricca carpenteria, fu infatti venduta e smembrata nel 1796; lo scomparto principale si trova in una collezione privata italiana, i dipinti minori e la predella sono divisi tra diversi musei e collezioni della Gran Bretagna e degli Stati Uniti. Sarà anche possibile studiare le reazioni che le rivoluzionarie innovazioni proposte da Leonardo da Vinci suscitarono, stimolando le diverse personalità degli artisti: la via personalissima e indipendente di Bramantino, l´originale classicismo di Luini, l´interpretazione accademica del leonardismo da parte del Giampietrino e i tentativi di aggiornamento dei pittori locali. L´esposizione si concluderà con il pezzo centrale del polittico del lodigiano Calisto Piazza eseguito per Santa Maria degli Angeli a Lugano, disperso da secoli e da poco identificato in una collezione privata. Saranno inoltre presentati i risultati delle indagini più recenti sulle personalità finora misteriose di Domenico Pezzi, che ha lasciato la bella pala di San Biagio a Ravecchia, Giovanni Antonio de Lagaia, autore del polittico di Ascona, e il Maestro della cappella Camuzio, recentemente identificato con Bartolomeo da Ponte Tresa, il pittore che firma gli affreschi di Viconago (in provincia di Varese) e riprende diligentemente le invenzioni di Bramantino e di Luini. Accanto ai dipinti saranno presentate alcune sculture, in legno e in pietra, testimoni anch´esse degli scambi vivaci che intercorsero tra le terre ticinesi e Milano. Non mancheranno esempi di oreficeria e altre testimonianze delle «arti congeneri». A questo proposito risulteranno essenziali alcuni prestiti che verranno richiesti dall´Italia e che consentiranno di istituire stimolanti confronti tra diversi ambienti artistici. La mostra rappresenterà anche l´occasione per svolgere una ricerca sul territorio. Partendo dalla constatazione che molte delle opere rinascimentali del Ticino sono inamovibili perché dipinte su muro o perché le loro condizioni di conservazione non lo permettono, sarà infatti proposta una serie di itinerari che si snoderanno attraverso la regione, toccando alcuni tra i suoi siti storico-artistici più notevoli. Questa doppia anima della mostra, che le permetterà di continuare la sua vita anche dopo la conclusione dell´esposizione in Pinacoteca, sarà sottolineata da una pubblicazione in due volumi edita da Officina Libraria: il vero e proprio catalogo e una sorta di guida attraverso i luoghi del Rinascimento ticinese. La tradizionale gravitazione di Varese e del suo territorio verso la Svizzera e la collaborazione in atto tra il Comune di Varese e la Pinacoteca Züst hanno dato vita a una sorta di vetrina della mostra nella Sala Veratti. Nel refettorio settecentesco dell´ex convento di Sant´antonino saranno esposte, a partire dal 16 ottobre 2010, due tavole del più importante pittore varesino del Rinascimento: Francesco De Tatti  
   
   
ROVIGNO: 43MA EDIZIONE DELLA GRISIA: LA PIÙ GRANDE ESPOSIZIONE D’ARTI VISIVE ALL’APERTO DELLA CROAZIA SI TERRÀ, QUEST’ANNO, L’8 AGOSTO  
 
La seconda domenica del mese di agosto, come ogni anno dal 1967, la suggestiva città istriana di Rovigno si colorerà delle opere di pittori e scultori, che esporranno le loro creazioni nelle piazzette e viuzze che salgono verso la Chiesa di Sant’eufemia, patrona della città. Grisia, il tradizionale appuntamento giunto alla 43ma edizione, prende il nome da una di queste viuzze, la principale e la più caratteristica, che si inerpica lungo il paese e arriva nel piazzale della Chiesa, da cui si ammira la costa e l’Isola Rossa. A questa festa del colore, delle forme e della creatività partecipano centinaia di artisti, fino a 250 ogni anno, professionisti e non, che alle 7 del mattino sistemano le loro opere, migliaia, dalle più classiche a quelle d’avanguardia, appesi ai muri o sistemati su panchine e cavalletti, a disposizione per tutto il giorno delle decine di migliaia di turisti e visitatori. Alla fine della giornata, una giuria vota l’opera più bella e assegna premi simbolici, con prodotti culinari locali. Dario Šošić, sovrintendente del County Museum di Rovigno, segue la manifestazione da 28 anni e ne difende la caratteristica fondamentale che rende unico questo evento: l’adesione spontanea dei partecipanti senza preselezione delle opere. Per vivere in prima persona l’atmosfera della Grisia nell’hotel più esclusivo di Rovigno, l’Hotel Monte Mulini, il primo cinque stelle istriano, propone la tariffa di 540 euro per camera per notte, compresi prima colazione a buffet e tasse. Montemulini@maistra.hr  Hotel Monte Mulini. L’esclusivo boutique hotel 5 stelle Hotel Monte Mulini, inaugurato a marzo 2009 nella cittadina croata di Rovigno, è la realizzazione più recente di Maistra S.p.a, una delle compagnie alberghiere leader in Croazia. La struttura, con 14 suite e 99 ampie camere (di 39 mq), tutte con balcone e vista mare, è situata fra le colline, sulla costa di una piccola baia e immersa nella riserva naturale del Parco di Punta Corrente. Il pittoresco borgo di Rovigno dista solo dieci minuti a piedi dall’hotel. L’architettura dell’edificio valorizza la stupenda posizione grazie a un’ampia vetrata su tre livelli che accoglie gli ospiti al check-in offrendo una vista indisturbata sul mare. L’offerta gastronomica è un altro punto di forza dell’Hotel Monte Mulini grazie ai due ristoranti: Mediterraneo, con 54 posti in terrazza e 80 posti all’interno, propone cucina fusion mediterranea e il ristorante Wine Vault, al piano terra dell’hotel, con 40 posti all’interno e 20 in terrazza, offre specialità della cucina francese, oltre a una cantina di vini di oltre 550 etichette. La spa Monte Mulini Art Wellness occupa un’area di 1.000 mq su tre livelli, con reception e sale per i trattamenti, piscina e saune e una sala Vip con zone prenotabili ad uso esclusivo da singoli ospiti, coppie o amici per trattamenti personalizzati, fino a quattro ore di durata