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VENERDI

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Notiziario Marketpress di Venerdì 08 Ottobre 2010
MILANO (FONDAZIONE LUCIANA MATALON, FORO BUONAPARTE 67): ANNA PINZARI E CHANTAL CORSO - VIBRAZIONI NEL CEMENTO TRA SPIRITO E MATERIA - A CURA DI ANDREA ROMOLI BARBERINI - DAL 5 AL 13 NOVEMBRE 2010  
 
Vibrazioni nel cemento tra spirito e materia è la mostra a quatto mani delle artiste Anna Pinzari e Chantal Corso, a cura di Andrea Romoli Barberini, in cui viene presentata una selezione di opere rappresentativa della ricerca pittorica svolta dal 2008 a oggi. I dipinti vengono realizzati a olio su imponenti superfici di cemento armato in cui viene affrontato il tema del corpo femminile, calato in una suggestiva dimensione atemporale. Nelle parole di Andrea Romoli Barberini, curatore della mostra: “Il cemento, nell’incanto del quadro, traduce la sua grigia massa fisica in leggerezza siderale, spazio infinito, senza gravità, in cui sensuali lacerti figurali, pittoricamente mutuati dai corpi delle stesse autrici, fluttuano. […] Si tratta quindi di un percorso introspettivo e, perciò, complesso, che muove dalla corporea fisicità, conosciuta visivamente attraverso la fotografia e riconosciuta e rigenerata attraverso la pittura, per andare molto oltre e ritrovare in essa quelle ancestrali pulsioni, quella varietà di sentimenti che la nudità sa esprimere in modo universale e che un dipinto sa contenere eludendo, nel suo eterno qui e ora, certe insidie del tempo…” La mostra è itinerante: prima di arrivare a Milano è stata ospitata nelle Sale Nobiliari del Castello Ducale Orsini di Fiano Romano e verrà presentata infine a Roma, presso il Palazzo Valentini. Chantal Corso (Roma, 1968) si diploma al liceo artistico e si specializza nella Scuola di Ceramica di Civita Castellana (Vt). Figlia d’arte, cresce nel laboratorio materno dove si eseguono lavori di pittura decorativa (trompe l’oeil, doratura a foglie, acquerello di paesaggio, decorazione del mobile e dell’oggetto). Anna Pinzari (Roma,1964) frequenta il liceo artistico e poi si diploma all’Istituto Europeo di Design di Roma. Successivamente cura la produzione di moda e del gioiello per varie aziende. Nel 1993 si diploma in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Roma. Pinzari e Corso si conoscono nel 2004, creano un sodalizio artistico e iniziano un’esperienza di pittura a quatto mani che le porterà a partecipare a diversi premi e concorsi (I Premio Pio Istituto Catel) e a esporre in diverse mostre personali e collettive. Catalogo in Fondazione (testi di Anna Janowska e Andrea Romoli Barberini) Ingresso libero Info: www.Fondazionematalon.org    
   
   
MILANO (FONDAZIONE MUDIMA): SILVERIO RIVA  
 
La Fondazione Mudima riscopre con una mostra antologica l’intenso percorso artistico di una voce significativa della scultura italiana della seconda metà del Ventesimo Secolo. Inaugurazione: martedì 23 novembre, ore 18.30. Durata della mostra: fino al 23/12/2010. Silverio Riva, nato a Voghera nel 1940, diplomatosi al Liceo Artistico continua gli studi in scultura con Luciano Minguzzi all’Accademia di Brera di Milano, distinguendosi molto presto per l’originalità e l’afflato poetico delle sue opere. Segnalato da Alberico Sala sul Corriere della Sera come una delle figure più originali della scena artistica di quegli anni, dal 1965 si avvia verso un’importante carriera che lo porta ad esporre il suo lavoro in prestigiose gallerie ed istituzioni nazionali (Milano, Padova, Albissola, Piacenza, Savona, Campione d’Italia, Torino, Parma, etc.) ed estere (Amsterdam, Atene, Tel Aviv, Stoccolma, Basilea, etc.) in mostre personali e collettive. Oltre alla sua attività di scultore e di professore all’Accademia di Brera, Riva nei primi anni ’80, è stato anche ideatore e curatore per il Comune di Voghera di una innovativa iniziativa artistica chiamata “Arte e Ambiente” che coinvolse l’Oltrepò pavese e che si rivolse, in anticipo sui tempi, alla sensibilizzazione del patrimonio ecologico e alla valorizzazione del territorio. In quella occasione, e per alcune edizioni, Riva riuscì a riunire un collettivo di artisti tra i maggiori scultori italiani (Arnaldo Pomodoro, Finotti, Somaini, Sangregorio, Staccioli, Bodini e altri) che operarono in situ coinvolgendo la popolazione locale. A più di dieci anni dalla scomparsa di Silverio Riva, la mostra alla Fondazione Mudima gli rende omaggio ripercorrendo tutte le tappe della sua carriera artistica: dagli inizi come pittore a metà anni ’50, all’immediato e definitivo passaggio alla scultura negli anni ’60 con i primi lavori influenzati da Alberto Giacometti, fino alla definizione successiva del linguaggio più maturo della produzione degli anni ’70 e ’80 e ’90. Dalla panoramica delle opere in mostra (circa 50 opere disposte su due piani: gessi, bronzi e quadri al piano terra; terrecotte più litografie e disegni al primo piano), risulta evidente da una parte il profondo sentimento elegiaco che Riva riesce ad imprimere alla materia, trasportando la creazione artistica a diretto contatto con la purezza della natura, dall’altra la sua straordinaria abilità a trascorrere sui materiali senza soluzione di continuità: dall’uso del legno in una serie di opere dal sapore Pop della metà degli anni ’60 che avevano per soggetto nuvole, onde e soli esposte in una importante mostra alla galleria San Fedele di Milano, ai bronzi e alle ceramiche degli anni ’70 e ‘80 fino al recupero delle origini storiche della scultura classica e barbarica con un uso quasi esclusivo della terracotta negli anni ’90. Hanno scritto di lui Alberico Sala, Roberto Sanesi, Agenore Fabbri, Luigi Carluccio, Leonardo Vergani, Vittorio Emiliani, Rossana Bossaglia e altri. Catalogo con testi critici di Andrea B. Del Guercio e Gianluca Ranzi, edito da Mudima Edizioni. Info : Fondazione Mudima: www.Mudima.net  - info@mudima.Net  - via Tadino 26 - tel. +39 02.29.40.96.33 - fax +39 02.29.40.14.55  
   
   
MILANO: A PALAZZO REALE L’ARTE SACRA DELLA LOMBARDIA DAI BORROMEO AL SIMBOLISMO  
 
Per celebrare il IVcentenario della canonizzazione di San Carlo Borromeo e ripercorrere gli sviluppi dell’arte sacra in Lombardia, fino al 6 gennaio 2011 è allestita a Palazzo Reale la mostra “Sacro lombardo. Dai Borromeo al Simbolismo”. Curata da Stefano Zuffi e Mons. Franco Buzzi, l’esposizione è promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano con 24 Ore Cultura – Gruppo 24 Ore. Il progetto, che si avvale di un comitato scientifico composto da Simonetta Coppa, Giuseppe Fusari e Fernando Mazzocca, si apre con la data 1610, anno della canonizzazione di Carlo Borromeo, e si conclude con il 1922, quando viene eletto Papa Achille Ratti di Desio, il primo dei tre Papi lombardi del Xx secolo. La sequenza di opere, 61, si propone di farci ripercorrere questi tre secoli di storia lombarda ricchi di grandi personalità come le figure dei cardinali Carlo e Federico Borromeo, proseguendo attraverso gli sviluppi del Barocco, per poi affrontare il passaggio dalla dominazione spagnola all’ambito austriaco. “Il rapporto fra il sacro e l’arte è antichissimo e radicato nelle origini, là dove la scrittura e l’immagine esprimono con forza l’insopprimibile tensione verso il trascendente con amore per “l’uomo” – spiega l’assessore alla Cultura del Comune di Milano Massimiliano Finazzer Flory. – Dai Borromeo al Simbolismo, si apre un itinerario che muove dalla coscienza interiore e dal paesaggio lombardo per nutrire quell’infinito bisogno di vita, di speranza, di ”incarnazione” che si innalza dal quotidiano verso l’assoluto. In un movimento che non nasconde una lacerazione piena di significato, capace di offrire una risposta di fede al dolore, alla sofferenza, al “grido” levato in nome della libertà e della conoscenza. In spazi materiali e immateriali dove a iniziare al rito è il teatro delle arti”. Il percorso espositivo, seguendo il classico ordine cronologico, si apre con la stagione artistica del Seicento Lombardo, dove emergono le figure di Giulio Cesare Procaccini, di Daniele Crespi e del Morazzone, ma soprattutto l’autorità del Cerano, principale interprete della stagione federiciana. La pittura sacra del tardo Seicento e del primo Settecento vedrà il parallelo tra alcuni importanti maestri lombardi (Filippo Abbiati, Andrea Lanzani, Legnanino, i membri della famiglia valtellinese dei Ligari) e maestri provenienti da altre regioni, come Andrea Pozzo e Sebastiano Ricci, grande protagonista del rinnovamento della pittura settecentesca, attivo a Milano, Monza, Pavia e Bergamo. Una personalità inquieta e di grande interesse è quella del genovese Alessandro Magnasco, a lungo attivo a Milano. Anche nel pieno Settecento si osserva lo sviluppo autonomo di maestri lombardi, come il mantovano Giuseppe Bazzani e il ticinese Giuseppe Antonio Petrini, combinato con l’arrivo di artisti veneti tra i quali spicca la forza espressiva di Giambattista Tiepolo, del quale sarà esposta la pala d’altare con il Battesimo dell’imperatore Costantino. Molti decenni del Xix secolo sono scanditi dall’attività di Francesco Hayez; fra le opere spicca la straordinaria pala d’altare di San Michele Arcangelo accompagnata da altre tre meravigliose pale del maestro. Infine, l’arte sacra lombarda conosce durante tutto l’Ottocento una costante serie di proposte, come testimoniano le suggestive tele di Mosè Bianchi. Il 4 novembre, inoltre, la mostra verrà arricchita da nove bacheche espositive contenenti incisioni relative alla figura di San Carlo, di proprietà dell’Ambrosiana. Accompagna la mostra l’ampio catalogo con saggi di Stefano Zuffi, Mons. Franco Buzzi, Simonetta Coppa, Giuseppe Fusari e Fernando Mazzocca, pubblicato da 24 Ore Cultura – Gruppo 24 Ore  
   
   
VENEZIA (MUSEO CORRER): THE POETICS OF WRITTEN SPACE /LA POETICA DELLO SPAZIO SCRITTO - SCRITTURA A MANO E CALLIGRAFIA – FINO AL 31 OTTOBRE 2010  
 
La mostra, legata alle attività didattiche proposte dalla Fondazione Musei Civici di Venezia e in particolare al workshop internazionale “L’arte di scrivere a mano libera” di cui quest’anno è prevista la seconda edizione (al Museo Correr e Biblioteca d’Arte e Storia veneziana, 1-8 ottobre 2010), tratta il singolare tema della scrittura. Suddivisa in quattro sezioni e curata da Monica Dengo e Monica Viero, si articola in un percorso che, dai trattati cinquecenteschi, arriva a opere su carta di ambito contemporaneo. Tutte hanno in comune la pratica della scrittura a mano, anche come immagine, come insieme di segni scritti capaci di comunicare per sé. La sezioni: - Sezione storica: dai manuali del Cinquecento a lettere e documenti del Novecento, dalla Biblioteca del Museo Correr, che esemplificano in particolare l’uso privato e quotidiano della scrittura del tempo; - Sezione contemporanea: opere su carta e libri d´artista di autori contemporanei che lavorano con la calligrafia occidentale, mediorentale e orientale. Sono esposti lavori dei seguenti artisti: Benno Aumann (Germania, Italia), Satsuki Hatsushima (Gran Bretagna, Giappone), Ye Xin (Cina, Francia), Ewan Clayton (Gran Bretagna), Laurent Rébéna (Francia), Carlo Buffa (Italia), Hassan Massoudy (Francia, Iraq), Abdallah Akar (Francia, Tunisia), Torsten Kolle (Germania), Monica Dengo (Italia, Usa), Kitty Sabatier (Francia), Brody Neuenshwander (Belgio, Usa), Norio Nagayama (Italia, Giappone), Adriana Seri (Italia), Birgit Nass (Germania), Michaela Keller (Svizzera), Cinzia Ruggieri (Italia), Mari Emily Bohley (Germania), Dominique Pinchi (Francia, Italia). - Installazione di Monica Dengo: ti invito a fare tuo il testo. Testo da toccare, annusare, ascoltare e sentire. - Sezione Workshop: i lavori degli studenti che parteciperanno al workshop di calligrafia tenuto da Monica Dengo saranno poi esposti in una sala della mostra. La mostra si avvale del sostegno di Pixart, che si è fatta carico della stampa del catalogo e dei materiali di comunicazione. Informazioni e prenotazioni: www.Museiciviciveneziani.it  - mkt.Musei@fmcvenezia.it   
   
   
CREMONA (PALAZZO RONCADELLI-MANNA): VILLE DEL RINASCIMENTO PADANO - I BASTIONI, IL PORTICO E LA FATTORIA - DALL’8 OTTOBRE AL 23 DICEMBRE 2010  
 
L’evento comprende un ciclo di conferenze ed una mostra internazionale sul tema dell’effimero in architettura, rievocando le atmosfere ludiche e fiabesche del Rinascimento di quell’area verde compresa tra Cremona, Mantova e Ferrara. La mostra ci accompagna innanzi a modelli lignei di edifici ancor’oggi esistenti, posti nelle campagne della bassa padana e provvisti di meravigliosi caratteri ibridi collocati tra arte e scienza: essa rimanda a magnifiche riproduzioni di torricini e fossati, propri delle residenze di campagna che hanno segnato la storia. Entrando nel cuore delle forme che portano tanto lontano, alle polverose pagine mai pubblicate di tratttati d’architettura come quelli di Serlio, Francesco di Giorgio Martini, Filarete e Du Cerceau, ma anche di Leonardo da Vinci, essa propone maquettes di dimensioni impressionanti, realizzate in scala 1:33, riproducendo opere d’arte quali la villa Boffalora a Busseto, la palazzina di Pontevico, la villa di Ludovico Schizzi a Casteldidone, la villa Medici del Vascello a San Giovanni in Croce, la palazzina di Marmirolo, la villa Albergoni di Moscazzano, la villa Affaitati a Grumello Cremonese e il palazzo di Mesola presso Ferrara. L’itinerario delle ville si può anche osservare, seguendo un fantastico quanto reale percorso, nel verdissimo territorio che segue il corso del fiume Po. L’allestimento strizza l’occhio anche al pubblico di non addetti ai lavori proponendo animazioni in computer grafica che i visitatori possono manovrare personalmente (tramite touch screen), un’eccezionale campagna fotografica e importanti contributi scientifici (anche filmati) come quelli di Joseph Rykwert, Paul Davies, Richard Ingersoll e Chantal Grell. La mostra, nel 2011, farà tappa a Manhattan dove sarà ospitata presso la Casa Italiana Zerilli Marirmò della New York University. In parallelo un ciclo di lezioni magistrali presso il cinema teatro Filo di Cremona ha lo scopo di saggiare il ruolo che la semplice immagine (del trattato inedito della modernità o dell´edonismo della contemporaneità) ha assunto ed assume nell’ambito di differenti contesti. La domanda posta alla base dell´iniziativa sarà quindi: per quale motivo nel passato classico del Rinascimento si e´ rievocato il mondo favoloso ed effimero (provvisorio) delle immagini fiabesche, goticheggianti? Una consequenziale cascata di domande sembra scaturire da quest´ultima: quanto contavano le immagini, ad esempio, per gli apparati scenografici progettati per gli ingressi trionfali dei sovrani? Ma ancora, ai nostri giorni, quanto conta il disegno di architetture costruite con il solo scopo di apparire, private di un esito progettuale degno d´una ricerca paziente? Ai relatori l’arduo compito di raccontare come si sono posti verso questi dilemmi attraverso la rievocazione della propria meravigliosa esperienza. Una curiosità: il website dell’iniziativa prende il nome da una frase critica che il Vasari assegna ai trattatisti che ispirano i disegni di alcune delle ville fiabesche della mostra: essi hanno disegnato degli edifici per tramite di sciaurate maniere, ovvero irrealizzabili e fantastici progetti. A cadenza bisettimanale, alle ore 18, presso il cinema teatro Filo di Cremona, sono inoltre previste conferenze di: 14 ottobre architetto Augusto Cagnardi, urbanista Gregotti Associati International 22 ottobre Malcolm Hadley, direttore della fotografia di Tim Burton 11 novembre Luigi Marchione, scenografo di Ermanno Olmi 19 novembre Vittorio Gregotti, architetto Gregotti Associati International 9 dicembre Mina Gregori, storica dell´arte 10 febbraio Dante Ferretti, premio Oscar, partner di Martin Scorsese Modelli lignei: Ivan Simonato. Computer grafica: Bigrock Studios. Catalogo: Electa. Info: www.Sciauratemaniere.it    
   
   
LISSONE (MUSEO D’ARTE CONTEMPORANEA, VIALE PADANIA 6): RASSEGNA “UN VIAGGIO IN MUSICA. ITINERARIO NELLE MUSICHE DEL MONDO”, IN COLLABORAZIONE CON L’ASSOCIAZIONE MUSICALE DUOMO, MILANO  
 
Il primo appuntamento è stato con Luisa Prandina, prima arpa del Teatro alla Scala di Milano e Roberto Porroni, chitarra, con il concerto dal titolo Lo spirito latino. Dopo il grande successo della scorsa edizione, al Museo d’Arte contemporanea di Lissone (viale Padania 6), torna la rassegna Un Viaggio In Musica. Itinerario nelle musiche del mondo, in collaborazione con l’Associazione Musicale Duomo di Milano. L’iniziativa è partita giovedì 7 ottobre, alle ore 21.00, con il concerto dal titolo Lo spirito latino con Luisa Prandina, prima arpa del Teatro alla Scala di Milano e Roberto Porroni, chitarra, che hanno eseguito un repertorio inconsueto dei paesi latini, dalla Spagna di Granados e Montsalvatge all’Italia con il Fandango di Boccherini, sino alle atmosfere cubane di Leo Brouwer. La serata si è tenuta in collaborazione con il Consolato Generale di Spagna a Milano. “È un vero piacere, dopo il grande successo della prima edizione - afferma Daniela Ronchi, Assessore alla Cultura, Identità e Tradizioni locali del Comune di Lissone - poter salutare il ritorno di Un viaggio in musica. Itinerario nelle musiche del mondo, un’iniziativa che offre l’opportunità a tutti gli appassionati di approfondire musiche e tradizioni di paesi come la Spagna, l’Argentina e la Grecia. È dovere di un’amministrazione pubblica fornire le chiavi di lettura per poter interpretare culture diverse dalla nostra, cui però sentiamo di essere affini per le medesime radici da cui siamo nati e che traggono la loro linfa vitale da quel grande insieme di tradizioni locali che formano la nostra identità”. I successivi due appuntamenti vedranno, giovedì 14 ottobre, alle ore 21.00, il concerto Una serata a Buenos Aires, con il Gruppo Nuevo Encuentro (Miguel Angel Costa, voce e strumenti a corda; David Precetto, bandoneon, Carlos Buschini, basso). Lo spettacolo mescolerà le più belle arie della tradizione argentina insieme ai brani di tango più famosi. In collaborazione con il Consolato Generale di Argentina a Milano. Quindi, giovedì 21 ottobre 2010, alle ore 21.00, la seconda edizione di Un viaggio in musica si chiuderà con un Omaggio a Mikis Theodorakis, con il trio di canto, chitarra e violoncello, composto da Eleonora D’ettole, Roberto Porroni e Marcella Schiavelli. Verranno proposti brani in prima esecuzione italiana come il ciclo Romancero Gitano, scritto sui testi di Federico Garcia Lorca, gli Epitafios e naturalmente il celeberrimo “Zorbas”. L’ingresso a tutte le serate sarà gratuito. Si consiglia la prenotazione. Informazioni e Prenotazioni: Museo d’arte contemporanea - Tel. 039 2145174 – 039 7397368 - museo@comune.Lissone.mb.it  - www.Museolissone.it  
   
   
TRIESTE (MUSEO MINI MU): MOSTRA PERSONALE DELLO SCULTORE VILLIBOSSI  
 
S’inaugura venerdì 8 ottobre 2010 alle ore 18.00 al Museo Mini Mu di Trieste (Parco dei bambini di S. Giovanni, via E. Weiss 15) la mostra Rinascita, personale dello scultore Villibossi, promossa dal Gruppo Immagine, che sarà introdotta dalla Presidente della Provincia Maria Teresa Bassa Poropat, dal Direttore Generale Ass N.1 Triestina Fabio Samani con un intervento critico dell’architetto Marianna Accerboni. La rassegna propone una dozzina di sculture di grande e media dimensione realizzate dall’artista in marmo e legno negli ultimi quattro anni, assieme a una ventina di essenziali disegni preparatori del 2009. La mostra è organizzata in occasione del Contemporaneo di Amaci, che ricorre il 9 ottobre, giornata in cui avranno luogo dei laboratori dedicati alla mostra (ore 10.00-12.00 per le scuole e 16.00-19.00 su prenotazione). Sponsor principale della manifestazione è la Provincia di Trieste assieme ad Azienda Sanitaria, Coop e Fondazione Kathleen Foreman Casali. Visitabile fino al 31 ottobre (orario: martedì 10.00-12.30 / mercoledì e venerdì 17.00-19.30 e su richiesta). Nel suo bellissimo castello di Muggia, cittadina dove è nato nel 1939 - scrive Accerboni - Villibossi scolpisce le sue forme intrise di delicata, trasparente sensualità o le rappresentazioni più tradizionali ma più rare della ritrattistica scultorea. Formatosi ai corsi di scultura dell’Accademia Ligure di Belle Arti e a quelli di disegno della Scuola Libera di Figura del Museo Revoltella, l’artista, che è attivo dagli anni ’60, ama la linea curva e la dimensione ampollosa, quasi ridondante. Con forza e pazienza modella i materiali prediletti, pietra e legno, che provengono dalla natura, sua prima ispiratrice. E dalla natura lo scultore trae anche il ritmo morbido dell’intreccio di forme, che spesso ci rammenta il significato della riproduzione, e la suggestione estetica, fatta di uno slancio poetico e forte, che è racchiusa nelle sue opere. Può l’onda del mare o un forte alito di vento essere imprigionato ed espresso attraverso la pietra? Nella scultura di Villibossi - conclude il critico - intensamente e silenziosamente ciò accade  
   
   
PASSARIANO DI CODROIPO (VILLA MANIN, UDINE): MUNCH E LO SPIRITO DEL NORD - SCANDINAVIA NEL SECONDO OTTOCENTO – FINO AL 6 MARZO 2011  
 
Su invito del Rettore dell´Università di Ca´ Foscari, professor Carlo Carraro, Marco Goldin ha presentato a Venezia, nell´Auditorium Santa Margherita (Dorsoduro, Campo S. Margherita 3689, fermata Ca´ Rezzonico, linea A), giovedì 7 ottobre, la grande mostra "Munch e lo spirito del nord. Scandinavia nel secondo Ottocento" inaugurata, con successo, da pochi giorni a Villa Manin, a Passariano. Goldin ha illustrato, con ampiezza di immagini, il percorso della grandiosa esposizione, forte di 125 opere. Ma, più che di una presentazione, si è trattato di un vero e proprio spettacolo dal titolo "L´azzurro e la luna". Uno spettacolo in cui il racconto di Marco Goldin sulle immagini dei capolavori di Munch e degli altri grandi protagonisti della pittura nordica, si coniuga con brevi testi scritti dallo stesso Goldin e da brani tratti dagli scritti di Edvard Munch, entrambi porti dalla voce di Gilberto Colla. A rendere ancora più intensa l´atmosfera creata dalle immagini e dalle voci, saranno i suoni della fisarmonica di Renzo Ruggieri e dal violoncello di Piero Salvatori. Goldin nel catalogo della mostra con un taglio nuovo, di grande poesia, ha affrontato il tema, poco praticato in Italia, dell´arte nordica della seconda metà del secolo scorso. In Italia, dell´importante movimento artistico sviluppatosi tra Norvegia, Svezia e Finlandia tra primo Ottocento e primissimo Novecento non si conosce che il nome di Munch, ignorando così interpreti di livello assoluto, come la mostra di Villa Manin splendidamente documenta. Del resto, è proprio la geografia e l´atmosfera di queste terre ad aver imposto una pittura diversa, interiormente connotata,fortemente originale. Citando Richard Bergh, Goldin ha ricordato che se" In Francia un pittore di paesaggio può diventare un artista solo grazie al suo occhio, come Sisley. In Scandinavia il pittore di paesaggio deve essere un poeta". Per informazioni: Linea d´ombra, tel. 0422.3095 - www.Lineadombra.it  
   
   
GORIZIA: GRANDE SUCCESSO DI PUBBLICO PER IL III° CONCORSO INTERNAZIONALE DI PITTURA “DARIO MULITSCH” 2010  
 
Sabato 2 ottobre alle Scuderie di Palazzo Coronini Cronberg, cornice ideale per eventi culturali di prestigio, si è inaugurata davanti a un foltissimo pubblico di più di 800 persone la mostra degli artisti partecipanti al Iii° Concorso Biennale Internazionale dedicato a Dario Mulitsch, promosso dall’Associazione Culturale omonima con il fine di valorizzare la creatività di personalità locali e non, ma anche con quello di promuovere la città di Gorizia. Durante la vernice, sono stati resi noti i nomi dei vincitori del concorso, selezionati dalla Giuria, composta dai critici d’arte Toni Toniato e Marianna Accerboni e dal pittore e gallerista Luciano Chinese. Le 67 opere scelte dai giurati su 137 già selezionate in precedenza, provengono, in misura crescente per numero e soprattutto per qualità rispetto alle edizioni precedenti, da varie parti d’Italia (Friuli, Veneto, Trentino, Lombardia, Emilia, Puglia, Sicilia) e da Austria, Croazia e Slovenia. La Giuria ha rilevato infatti un ottimo livello e grande varietà nelle proposte pervenute, che rappresentano in modo esaustivo le diverse tendenze della ricerca artistica contemporanea, apparsa orientata in prevalenza verso la figurazione. Felice novità di questa edizione è inoltre la partecipazione degli studenti dell’Istituto d’Arte “Max Fabiani” di Gorizia, con una sezione espressamente dedicata ai giovani artisti di domani, che si sono cimentati sul tema dello sport. Conclusi i lavori, la Giuria ha espresso un particolare plauso a Caterina Trevisan Mulitsch per la passione e la sensibilità nell’organizzare iniziative culturali di grande qualità, che ormai si pongono come un riferimento quanto mai significativo per il mondo culturale della Regione. Il Concorso costituisce, infatti, un’occasione di confronto fra esponenti di culture e paesi diversi, ispirandosi alla visione di un indimenticabile intellettuale goriziano, Dario Mulitsch, che in vita si era sempre impegnato per ravvicinare popoli e luoghi nel segno della bellezza e dell’arte. Vincitori del 1° premio del Comune e di quello della Provincia sono risultati Luca Macauda e Ivana Bukovac, secondi ex aequo Nico von Sternenfeld, Andrea Colussi e Renzo Pagotto, terzi ex-aequo Paolo Figar, Nicola Tomasi e Domenico Gattuso, premi speciali sono andati a Rosella Gallicchio e Aldo, Famà, menzionati Maria Teresa Vaccher, Paola Gamba, Valentino Scorsa, segnalati Mauri, Rutar, Vidotti, Velussi, Montina, Morettin, Daniukova, Pavicic Donkic, Raza, Plach, Troian, Silvestri, oltre agli altri selezionati Acone, Ballarini, Bassi, Bresigar, Brumat, Cordeschi, Daus, Del Buono, Erzetic, Fonsato, Frattallone Longo, Gaier, Gallottini, Gheda, Giuffrida, Gregori, Grusovin Geromin, La Rovere, Miniussi, Pangerc, Pasqualetto, Pinchera, Punteri, Rigonat, Scandroglio Ferrari, Schizzi, Snaidero, Tuti, Ugomari, Vallajer, Varnier. Primo della sezione studenti è risultato Sosolic, segnalati Gabellini, De Grassi, Pipp, altri allievi selezionati Brandolin, Devetta, Franzot, Novelli, Pamirani, Pozar, Rossi. Il Concorso gode del patrocinio di Regione Fvg, Provincia e Comune di Gorizia, Fondazione Palazzo Coronini Cronberg e, per la prima volta, della Presidenza della Repubblica Italiana. Le opere, pubblicate su un elegante catalogo stampato dalle Edizioni della Laguna, saranno visibili alla Fondazione Coronini fino al 10 ottobre (con orario da martedì a sabato 10-13 e 14-19 / domenica 10-13 e 15-20, lunedì chiuso) e dal giorno successivo, in collaborazione con l’Ascom Confcommercio Gorizia, saranno esposte nelle vetrine di 50 prestigiosi negozi del centro cittadino, per coinvolgere attraverso l’arte tutta la città di Gorizia. Per Informazioni: Fondazione Palazzo Coronini Cronberg onlus Viale Xx Settembre 14 34170 Gorizia info@coronini.It    
   
   
MILANO: MOSTRA DI GABRIELE MARSILE "TAGLIATI FUORI" - DAL 2 DICEMBRE AL 15 GENNAIO  
 
Un muro di silenzio e di ombra, un buio denso, fitto, senza bagliori di luce che lascino intuire una collocazione spazio temporale. Un luogo oscuro, forse meglio un non luogo all’interno del quale si trova un fiore, dall’eleganza discreta ed affascinante. Ha una corolla di foglie e petali che arricchiscono lo stelo ed i sottili rametti. Un soggetto di grande fascino che emerge da quella nera ombra, cosparsa da una rete di linee che sembrano da un lato graffiare la superficie delle fotografie, dall’altro isolare ed imprigionare ancora di più il protagonista dell’opera. Allontanandoci dalla prima impressione, più estetica e sognante, cogliamo il vero significato di questo ciclo di opere di Gabriele Marsile, che ci parlano dell’incomunicabilità e dell’isolamento dell’individuo nella società. Il fiore non è altro che una metafora, di ciò che spesso è celato dietro un’apparenza di silenzio e di chiusura, una fonte di bellezza nascosta ai più, spesso per scelta volontaria, ma nella maggior parte dei casi, per schemi ed imposizioni della società, che a volte allontana ed esclude chi sembra diverso o lontano da stereotipi e conformismi. Info: Barbara Frigerio Contemporary Art Via Fatebenefratelli, 13 20121 Milano Tel. 02 36593924 Orari: da martedì a sabato 10-13 16-19.30 domenica aperto 11-19 www.Barbarafrigeriogallery.it    
   
   
SEGRATE: IL COLORE DEL SOUND - MOSTRA DI MAURO MODIN - 9/16 OTTOBRE 2010  
 
I ritratti del pittore veneto: da John Coltrane a Miles Davis, da Sun Ra a Branford Marsalis. Mauro Modin propone una mostra delle sue ultime opere ispirate a icone da altare della musica Jazz. Icone che rispondono ai nomi di John Coltrane, Chet Baker, Miles Davis, Charles Mingus, Rahsaan R. Kirk, Cecil Taylor e molti altri. Musica e pittura, due passioni che si alimentano come onde, una sull´altra. Emozioni forti a confronto. E´ così che i grandi musicisti del jazz, in particolare i loro volti, sono finiti sulle tele di Mauro Modin. Il suo pennello è stato mosso anche dal fatto che, con i suoi soggetti ha diviso una parte di strada, con alcuni anche le tournée. Due anni con Miles Davis per esempio (Stefano Rodi - Corriere della Sera.) Dal 9 al 16 ottobre - Centro civico Milano Due - Segrate Vernissage sabato 9 ottobre ore 18, con cameo musicale di Guido Manusardi. Seguirà rinfresco Giorni e orari mostra: da lunedì a domenica dalle 10-12.30 e dalle 16 alle 19. Ingresso libero. Guido Manusardi, astro italiano nel firmamento del Jazz Ospite straordinario del vernissage che si terrà sabato 9 ottobre 2010 al Centro civico di Milano 2, Guido Manusardi, che si esibirà in un cameo musicale. Primo jazzman italiano a essere invitato al festival di Montreux nel 1978, Guido Manusardi ha suonato con i nomi più importanti del Jazz mondiale come Roy Eldridge, Bobby Hackett, Art Farmer, Don Byas, Dexter Gordon, Al Heath, Slide Hampton, Lou Donaldson, Joe Morello, Art Taylor, Hal Singer, Sture Nordin, Bjorne  
   
   
CUNEO: FIERA NAZIONALE DEL MARRONE - 12ª EDIZIONE – 14/17 OTTOBRE 2010  
 
La Fiera Nazionale del Marrone rappresenta una delle vetrine più prestigiose delle produzioni tipiche del territorio piemontese, delle Alpi e del Mare. Per quattro giorni Cuneo si riempie di sapori, profumi e colori con centinaia di espositori provenienti da ogni parte del Piemonte, dall’Italia e da alcuni paesi europei. Il Marrone rappresenta il fulcro della manifestazione. La manifestazione qualifica e promuove sempre di più il castagno da frutto e da legno, tutelandone e incentivando la commercializzazione. Al contempo rappresenta anche un’imperdibile occasione per incentivare il turismo locale cuneese valorizzando la bellezza della città di Cuneo e delle vallate circostanti e pubblicizzandone le specificità territoriali enogastronomiche. La sua dodicesima edizione si svolge dal 14 al 17 ottobre 2010, come di consueto, nel centro storico del capoluogo (piazza Galimberti, via Roma, largo Audiffredi, piazza Torino, piazza Virginio, via Santa Maria) su una superficie che supera i 12 mila metri quadrati. Dal 2004 la titolarità della manifestazione è passata dall’Associazione per la valorizzazione della castagna al Comune di Cuneo, permettendo così un maggior sostegno istituzionale. Nel 2005 la manifestazione ha ottenuto la qualifica di mostra mercato regionale e nel 2009 nazionale. La collaborazione con le associazioni di categoria è garanzia per la promozione del territorio, la valorizzazione delle produzioni locali e la crescita qualitativa degli espositori. Da tre anni la sinergia con le associazioni di categoria interessate, Slow Food e l’A.t.l. Del Cuneese, ha portato alla creazione di un disciplinare per la selezione delle aziende che premia le produzioni locali di qualità e tradizione garantendo così un continuo miglioramento degli spazi espositivi e creando le migliori condizioni commerciali per le aziende espositrici. Accanto ai momenti esclusivamente enogastronomici gli organizzatori hanno pensato a proposte turistiche, iniziative culturali, didattiche e di intrattenimento per creare un evento capace di attrarre non solo gli appassionati del gusto, ma chiunque desideri vivere un fine settimana a stretto contatto con la genuinità, l’artigianato, le tipicità e il folklore delle valli cuneesi, abbinate ai migliori prodotti d’Italia e d’Europa. All’interno di Palazzo Samone dal 4 al 19 ottobre 2010, in Via Amedeo Rossi, 4 a Cuneo, Mostra di ceramica e terrecotte, con creazioni dedicate al marrone e Mostra fotografica dedicata agli antichi mestieri artigiani. Inaugurazione 4 ottobre 2010 - ore 17.00  
   
   
TREVISO (CENTRO CARLO SCARPA): CARLO SCARPA E LA FORMA DELLE PAROLE - 16 OTTOBRE 2010/15 GENNAIO 2011  
 
Venerdì 15 ottobre, alle ore 18, si inaugura al Centro Carlo Scarpa di Treviso la mostra Carlo Scarpa e la forma delle parole, che sarà aperta al pubblico dal 16 ottobre al 15 gennaio 2011. La mostra, curata da Ilaria Abbondandolo (Cisa Andrea Palladio) in collaborazione con Maria Pia Barzan (Archivio di Stato di Treviso) e Miriam Ferrari (Centro Carlo Scarpa), è promossa dalla Regione del Veneto, dal Ministero per i beni e le attività culturali e dal Comitato Paritetico per la conoscenza e la promozione del patrimonio legato a Carlo Scarpa; è prodotta dal Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio di Vicenza in collaborazione con Centro archivi Maxxi Architettura e Archivio di Stato di Treviso. Si tratta della prima mostra dedicata alla grafica di Carlo Scarpa (1906-1978), in particolare al suo disegno di caratteri e all´impaginazione delle scritte nelle architetture e nelle opere a stampa del grande maestro. Se oggi architetto e grafico sono figure professionali distinte, ciascuna specializzata nel proprio campo, Scarpa eredita dalle avanguardie del Novecento una forte attenzione al lettering e all´impaginazione grafica, che egli cura personalmente. Ma la sua ricerca di caratteri originali, anche quando si basa su geometrie modulari, segni elementari, standardizzabili, non è mai finalizzata alla creazione di un alfabeto universale, quanto alla soluzione, per ogni occasione progettuale, di un problema compositivo specifico e irripetibile. I lavori esposti coprono l´intera attività professionale di Scarpa e dimostrano come tutte le tipologie architettoniche con cui egli si confrontò lo impegnarono anche come progettista di scritture. Inoltre, Scarpa si cimentò con la composizione di prodotti "cartacei" - materiali di corredo per esposizioni, pubblicazioni e stampati di natura diversa - esordendo con il disegno della copertina di una rivista d´arte (1945) che oggi è presentata al pubblico per la prima volta. Fra le novità della mostra anche la riscoperta del monumento Rizzo, una delle prime prove scarpiane di "archiscrittura", oggi rinvenuto grazie alla generosa disponibilità di uno degli artigiani di fiducia di Scarpa. La maggior parte dei disegni esposti appartiene al Centro archivi Maxxi Architettura, ma diverse opere provengono anche da collezioni pubbliche e private del Veneto. In totale si contano 44 disegni originali, per lo più inediti; 9 fra manifesti, bozzetti e prove tipografiche di materiali promozionali per eventi espositivi: 3 prototipi in metallo mai esposti prima d´ora; la rivista d´arte e un famoso repertorio tedesco di alfabeti appartenuto all´architetto, su cui egli annotò le forme di scrittura preferite per poi sperimentarle nelle proprie "invenzioni". Per tutta la durata della mostra, al Centro Carlo Scarpa saranno inoltre disponibili alla consultazione le sue due pubblicazioni già note: il libretto che accompagnava la personale vicentina del 1974 e Memoriae Causa, il prezioso cofanetto dedicato a Onorina Brion all´indomani della costruzione del complesso monumentale di San Vito d´Altivole (1977). Le scritte tuttora esistenti sono illustrate anche da fotografie recenti e dalle loro restituzioni grafiche bidimensionali; quelle scomparse sono testimoniate da scatti fotografici d´epoca. La ricostruzione video di alcune sequenze di disegni permette di calarsi nei panni dell´architetto e di ripercorrerne i processi creativi come se tenessimo in mano la sua matita. Un´agile Guida alla mostra, con la riproduzione di tutti i disegni esposti e con testi di Ilaria Abbondandolo, Maria Pia Barzan e Miriam Ferrari sarà disponibile per i visitatori, accanto al volume Carlo Scarpa e la forma delle parole, di Ilaria Abbondandolo, edito nella collana "Studi su Carlo Scarpa" (Regione del Veneto/marsilio Editori). Le iniziali Cs scelte come icona della mostra sono il frutto di una originale lettura e riscrittura degli alfabeti di Carlo Scarpa: un omaggio all´architetto che è stato disegnato, costruito in cemento e poi fotografato per l´occasione da Francesca Palladini e Lucia Pasqualin. Info: Centro Carlo Scarpa - Archivio di Stato di Treviso - dal 16 ottobre 2010 al 15 gennaio 2011; Informazioni: Centro Carlo Scarpa, Archivio di Stato di Treviso, via Pietro di Dante 11, Treviso, tel. 0422 545805/540902 info@carloscarpa.It - www.Carloscarpa.it  
   
   
ROVERETO: IL PRIMATO DELL´IDEA AL MART  
 
Fino 27 febbraio 2011 al Mart di Rovereto va in scena la mostra di arte concettuale legata al nome del Conte Giuseppe Panza. Progettata da Gabriella Belli insieme allo stesso Panza nel 2008, vive nella formulazione originale ideata dallo stesso collezionista, dunque fedele alla sua linea di grande attenzione ai dettagli, come del resto testimoniano tutte le esposizioni dedicate ai lavori della sua vastissima collezione. Tendenza artistica quanto mai attuale, l´arte concettuale si concentra sulla definizione e l´espressione di un´idea/concetto, tralasciando (o comunque mettendo in secondo piano) il piacere estetico fine a sé stesso, e sottraendo l´arte medesima ai vincoli formali e culturali (ed ai canoni espressivi) che ne avevano costituito la tradizione sino agli inizi del ´900. Gli artisti selezionati per “The Panza Collection. Conceptual Art.”, pur tra notevoli differenze, condividono una caratteristica fondamentale: si sono opposti alle categorie tradizionali di pittura e scultura e hanno proposto una definizione di arte molto più ampia; dalle opere concettuali che privilegiano l’idea rispetto alla tecnica, alle grandi installazioni che sfidavano le concezioni convenzionali sulla percezione, e mettevano in discussione il confine tra un’opera d’arte e l’ambiente che la circonda. Sono circa sessanta le opere di artisti di fama internazionale, come Robert Barry, Hanne Darboven, Jan Dibbets, Hamish Fulton, Robert Irwin, Joseph Kosuth, Lawrence Weiner, Sol Lewitt, David Tremlett, Franco Vimercati, Ian Wilson, Peter Wegner esposte nelle sale del Mart. Un percorso che riprende anche un pezzo di vita del conte Panza. Egli iniziò ad acquistare opere di arte concettuale nel 1969, operando una svolta rispetto alla sua attività nel decennio precedente, in cui si era avvicinato all’espressionismo astratto e alla Pop Art alla Andy Warhol. Il Conte sterzò e venne attratto in particolare dalla “ricerca dell’essenziale” propria del Minimalismo e dei suoi esiti concettuali successivi. Il progetto è dunque maturato nell´arco di alcuni anni e oggi il Mart è in grado di presentare per la prima volta in Italia una selezione davvero straordinaria di lavori prodotti da questi autori di primaria importanza. Info: www.Mart.trento.it    
   
   
MILANO (GRATTACIELO PIRELLI): MOSTRA PEPI MERISIO, IERI IN LOMBARDIA – FINO AL 13 NOVEMBRE 2010  
 
Nell’edificio simbolo della Regione, 150 immagini scattate dal fotografo bergamasco negli anni Sessanta, raccontano la memoria della Lombardia attraverso tematiche che abbracciano il paesaggio, la vita sociale, i vecchi mestieri, la fede religiosa, le città. Dal 7 ottobre al 13 novembre 2010, il grattacielo Pirelli di Milano, sede della Regione Lombardia, ospita un’antologica dedicata al lavoro del fotografo Pepi Merisio (Caravaggio, 1931), nella mostra dal titolo Ieri in Lombardia. Curata da Giovanni Gazzaneo, l’esposizione promossa dalla Regione Lombardia in collaborazione con la Fondazione Crocevia, presenterà 150 immagini, molte delle quali inedite, scattate negli anni Sessanta da uno dei cantori della terra lombarda. Le fotografie getteranno uno sguardo sulla Regione che, dal boom economico susseguente alla guerra, si dirigeva verso la modernità. Sono immagini che raccontano, senza nostalgici rimpianti né idealismi, la memoria di una terra ricca di storia e di tradizioni, e che sono capaci di riflettere sul senso del lavoro dei lombardi così come sulla dimensione umana e religiosa di una civiltà, di carattere prettamente rurale e artigiano, ormai scomparsa. E non è un caso che i lavori di Merisio saranno accolti dal Grattacielo Pirelli, l’edificio simbolo di un cambiamento epocale di Milano e dell’Italia intera e che, logisticamente, si trova a poca distanza dalle nuovi trasformazioni della metropoli, la cui portata si annuncia altrettanto storica. In quasi cinquant’anni di attività, l’obiettivo di Pepi Merisio ha catturato volti, paesaggi, contesti. Questa mostra costituisce una summa del suo lavoro e del suo amore per la Lombardia. Il percorso espositivo, organizzato per tipologia e per tematica, costruirà un sistema di racconti intrecciati tra loro, in cui paesaggio e uomo sono parti inscindibili di un’unica grande storia. Nella sezione La roccia, l’acqua, la terra, si racconterà il grande paesaggio lombardo, con le sue cime, i suoi ghiacciai, i suoi fiumi, così come la vita di montagna e quella del lavoro nei campi. Ne Il paese, la vita, il lavoro si ricostruirà il modo di vivere dei paesi lombardi con tutte le sue tradizioni, dall’infanzia al matrimonio e con tutti i suoi rituali profani legati alla casa e all’osteria, con gli antichi mestieri, la filanda, la miniera, il maglio, la ferriera, e il passaggio dalla vecchia centrale elettrica alla fabbrica. Quindi l’occhio di Merisio approfondirà la grande tradizione religiosa della Lombardia attraverso le immagini che racconteranno la fede dei semplici, le processioni, i Santuari e la celebrazione dei riti funebri. Il viaggio si concluderà con le foto che ritraggono le città, sia i capoluoghi, come i centri minori, così ricchi di vitalità. Come scrive Giovanni Gazzaneo in catalogo, “Un canto all’umanità è l’opera di Pepi Merisio. Un canto all’umanità dei semplici, dei senza storia, di chi mai troverà spazio nelle cronache e tanto meno sui libri. Un canto all’umanità fatto di immagini che colgono l’amore, il lavoro, l’amicizia, la preghiera, il gioco, l’attesa, il coraggio, il sacrificio, la gioia… Più semplicemente la terra e il cielo, la vita e la morte. Da quasi sessant’anni la sua fotografia narra la realtà, meglio la sua essenza: in un tempo senza tempo, mostra ciò che è oltre l’apparenza e dà senso al nostro esistere quotidiano”. Accompagna la mostra un catalogo Lyasi edizioni. Pepi Merisio è nato a Caravaggio nella bassa bergamasca nel 1931 e comincia a fotografare da autodidatta nel 1947. Progressivamente protagonista del mondo amatoriale degli anni Cinquanta, ottiene numerosi e prestigiosi riconoscimenti in Italia ed all’estero. Nel 1956 inizia la collaborazione con il Touring Club Italiano e con numerose riviste: Camera, Du, Réalité, Photo Maxima, Pirelli, Look, Famiglia Cristiana, Stern, Paris -Mach e numerose altre. Nel 1962 passa al professionismo e l’anno seguente entra nello staff di Epoca, allora certamente la più importante rivista per immagini italiana. L’ambito ideale della poetica di Merisio è, insieme con la grande tradizione contadina e popolare della provincia italiana, anche il variegato mondo cattolico. Nel 1964 pubblica su Epoca il suo grande servìzio Una giornata col Papa avviando così un lungo lavoro con Paolo Vi. Dello stesso anno è il suo primo libro dedicato all’amico scultore Floriano Bodini. Da questo momento, mentre continua la collaborazione con grandi riviste internazionali (celebri i tre numeri monografìci di Du sul Vaticano, su Siena e sull’Italia cattolica) avvia un’intensa attività editoriale. Caposaldo, dichiarazione d’intenti e summa preventiva della sua attività dì narratore per immagini è l’opera Terra di Bergamo in tre volumi, edita nel 1969 per il centenario della Banca Popolare di Bergamo. Da allora ha pubblicato oltre un centinaio di libri fotografici con editori diversi tra i quali Atlantis, Bär Verlag, Conzett e Huber, Orell Füssli, Zanichelli, Electa, Silvana, Bolis, M D‘auria, Editalia, Pubbliepi, Monte dei Paschi, Grafica e Arte, Lyasis e l’Ecra di Roma, per la quale sta curando la collana Italia della nostra gente, che ha raggiunto i ventotto volumi. Per 1’Editrice Atlantis e Zanichelli ha realizzato undici volumi sulle Regioni d’ltalia, e otto volumi per la Bolis sulle Terre Marchigiane. Per il Centro Studi Valle Imagna ha curato Per le antiche strade (2003), Acqua (2003), Un altro Paese (2005) e In Valle Imagna (2009). Nel 2008 realizza per il Ministero degli Esteri il libro Piazze d’Italia. Con Mario Luzi ha pubblicato il volume Mi guarda Siena (2002). Nel 1972 la Rai gli dedica una puntata della trasmissione Occhio come mestiere, curato da Piero Berengo Gardin. Nel 1979, per la Polaroid, esegue un reportage in bianco.E nero ora conservato nella Collection Polaroid lnternational di Boston, nel 1 964 consegue il Premio Nazionale di Fotogiornalismo a Milano; nel 1965 il Premio internazionale di Fotogiornalismo a Genova. Particolarmente significative sono le numerose opere di documentazione etno-geografica e d’arte, le personali allestite in Italia e all’estero. Da ricordare le mostre alla Helmaus di Zurigo per i 50 anni di At!antis (1980); 158 fotografie al Teatro Sociale di Bergamo (1985) e a Palazzo Barberini in Roma (1986); Il Duomo guarda Milano all’Arengario (1986); La Valtellina alla Fiera di Milano (1988); Meeting di Rimini (2007). Nel 1980 Progresso fotografico dedica a Merisio un numero monografico. Nel 1982 è l’Editoriale Fabbri che lo accoglie nella collana I grandi fotografi mentre è del 1996 il numero a lui dedicato di Foto Magazine. Nel 1988 è nominato Maestro della fotografia italiana dalla Fiaf. Catalogo: Lyasi edizioni  
   
   
TERNI (CAOS - CENTRO ARTI OPIFICIO SIRI): GIULIO TURCATO. LIBERTA’ - 17 OTTOBRE 2010 - 30 GENNAIO 2011  
 
Le 7 grandi sculture in acciaio realizzate da Giulio Turcato, intitolate Le Libertà, installate nel 1989 presso il lago di Piediluco nel territorio della città di Terni, sono state restaurate e ciò fornisce l’occasione per la realizzazione di una mostra antologica dedicata all’artista che comprende circa 60 opere - di cui molte di grandi dimensioni, molte quasi mai esposte, alcune del tutto inedite - concesse in prestito dall’Archivio Giulio Turcato di Roma. La mostra, che apre al pubblico domenica 17 ottobre 2010 presso il Caos a Terni, è promossa dal Comune di Terni in collaborazione con l’Archivio Giulio Turcato di Roma e organizzata da Civita. L’esposizione è curata da Silvia Pegoraro e sarà documentata da un catalogo bilingue (italiano/inglese) edito da Silvana Editoriale, con testi, oltre che della curatrice, di Giovanni Carandente, Martina Caruso, Carlo Fioretti, Walter Mazzilli, Francesco Santaniello, Duccio Trombadori. Giulio Turcato (1912-1995) viene considerato uno dei più significativi interpreti dell´astrattismo pittorico in ambito internazionale, ma il suo lavoro articolato e complesso, comprende intriganti risvolti figurativi e straordinarie sortite nell’ambito della scultura e della scenografia. Una delle più affascinanti opere di Turcato scultore è rappresentata proprio dalle 7 grandi sculture in ferro verniciato a vari colori timbrici, di circa 9 metri di altezza ciascuna – intitolate Le Libertà - che nel 1989 furono installate presso il lago di Piediluco, nel territorio della città di Terni. Realizzate presso l’officina Monari a Terni, le sculture furono finanziate dal Comune di Terni, dalla Provincia di Terni, dalla Regione Umbria e dall’Azienda di Promozione Turistica del ternano  
   
   
ROMA (MERCATI DI TRAIANO MUSEO DEI FORI IMPERIALI): ANTONIO NOCERA - “OLTRE IL NIDO” - 5 OTTOBRE / 28 NOVEMBRE 2010  
 
80 opere - prodotte tra il 2007 e il 2010 - tra sculture, anche di grandi dimensioni, e tele inserite nei suggestivi spazi della Grande Aula, del Corpo Centrale e lungo il percorso del Giardino delle Milizie dei Mercati di Traiano, dove la monumentalità e la ricchezza scultorea dei grandiosi complessi dialogheranno con le opere del Maestro Antonio Nocera. Un linguaggio plurimo, dalle sculture alla pittura, dalle istallazioni al video, per la presentazione di un lavoro di ampio respiro e pulsante vita. La mostra “Oltre il nido”, curata da Laura Fusco e promossa da Roma Capitale, Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione - Sovraintendenza ai Beni Culturali, è posta sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, con il patrocinio dell’Unicef, l’organizzazione di Archivio Opere Uniche Srl e il supporto organizzativo e i servizi museali di Zètema Progetto Cultura. “Oltre il nido” ha per tema “la casa” simbolicamente rappresentata dal nido, esplorato in ogni sua tonalità emotiva. La casa rappresenta uno spazio di individuazione, un luogo attraverso cui l’essere umano si definisce e si dà confini. La casa, a partire dalla sua forma primitiva, la caverna, è il rifugio atavico di ogni essere vivente; è insomma il nido dove ogni creatura viene nutrita, accudita, protetta e da cui spiccherà poi il volo per esplorare il mondo per compiere il proprio individuale “viaggio”. “Sin dalla mitologia antica, il viaggio altro non è che metafora della vita stessa. Può essere letto, infatti, sia come momento concreto, di spostamento fisico nello spazio e nel tempo, ma anche in senso simbolico come desiderio, tensione di conoscenza e di ricerca, o ancora abbandono, esilio, perdita, allontanamento, riconquista del proprio io attraverso i luoghi dell’interiorità”. Un video, realizzato con animazione in 2D dei disegni del Maestro, racconterà con un racconto inedito oppure una poesia composta appositamente da Vincenzo Cerami "il viaggio" di questo nido dal mare in tempesta, che rimanda al dramma dei barconi carichi di migranti, all´approdo sicuro nel seno della “famiglia” rappresentata dalla donna diventata essa stessa nido, l’anima mundi dove l’uomo e la donna insieme sono in grado di progettarsi e di progettare la sopravvivenza della specie umana. La Mostra, pur se indirizzata al pubblico degli adulti, si pone l’obiettivo di interessare e fare partecipare in modo attivo all’esperienza artistica anche i bambini. Il progetto prevede infatti la realizzazione di laboratori creativi per i bambini delle scuole elementari che saranno chiamati a costruire "un grande nido", una sorta di Arca di Noè per la salvezza dell´umanità. Il coinvolgimento dei bambini in questo progetto ha lo scopo fondamentale di aiutarli a riflettere sul valore che ha la casa per ogni essere umano, come estensione affettiva di sicurezza e di cura. Vuole aiutarli a sviluppare il sentimento di solidarietà nei confronti di coloro che hanno maggiore difficoltà a realizzare questo bene primario, inscindibile dal benessere e sicurezza dell’individuo. L’arte può essere un valido aiuto per sollecitare nei bambini, attraverso il simbolico, la forza dei valori umani più significativi come la solidarietà, la tolleranza ed il rispetto dei diritti fondamentali dell´uomo. Nell’ambito della mostra anche un’importante iniziativa umanitaria in sintonia con il tema del “viaggio” e dell’“acqua”, elemento di rilievo nel 2010: il 13 ottobre dopo l’orario di chiusura al pubblico i Musicians for Humans Rights suoneranno per l’Unicef. Durante la serata saranno raccolti fondi per il progetto “Acqua per i bambini nomadi del Ciad”. Info: www.Zetema.it , www.Museiincomuneroma.it    
   
   
PARMA (PALAZZO DEL GOVERNATORE E CHIESA DI SAN MARCELLINO): CLAUDIO PARMIGGIANI - NAUFRAGIO CON SPETTATORE - 23 OTTOBRE 2010 / 16 GENNAIO 2011  
 
L´assessorato alla Cultura del Comune di Parma organizza un´importante Mostra dedicata all´artista Claudio Parmiggiani. La mostra "Naufragio con spettatore" si terrà nelle sale del Palazzo del Governatore e nella Chiesa di San Marcellino, e inaugurerà il prossimo 23 ottobre 2010 fino al 16 gennaio 2011. Dopo le grandi mostre dedicate a maestri antichi, Parmigianino (2003), Correggio (2008), Parma ha voluto accrescere maggiormente il suo sforzo in direzione della cultura e in particolare dell´arte del nostro tempo. Per sottolineare questo importante passaggio, la città di Parma ha scelto di invitare Claudio Parmiggiani per il rilievo, la qualità e la profondità del suo lavoro. Oltre alla mostra verrà organizzato, nel 2011, in alcune delle sedi più prestigiose della città, uno speciale "laboratorio" che si configurerà in una serie di inviti a Parma di alcuni dei maggiori intellettuali italiani e europei: un modo per coinvolgere direttamente la cittadinanza e i giovani artisti. Tra i maggiori protagonisti del panorama artistico internazionale, Claudio Parmiggiani è un artista raro. Il suo volontario "esilio" dalla scena artistica italiana, il suo ostinato silenzio da oltre quaranta anni, valgono, nel mondo artistico di oggi, come una presa di posizione di una radicalità pressoché unica. In un contesto in cui la confusione dei valori è la regola, la sua "assenza" è divenuta una presenza morale e il suo silenzio un´autorità critica. Volutamente lontano dall´"attualità" dell´arte contemporanea, lontano da gruppi o movimenti, Parmiggiani ha saputo sviluppare un linguaggio allo stesso tempo profondamente personale e universale. I suoi materiali sono polvere e cenere, fuoco e aria, ombra e colore, luce e pietra, vetro e acciaio, sangue e marmo. Assemblando frammenti del mondo, campane, farfalle, libri, barche, stelle, statue, fa nascere immagini insolite che, nella loro tragica bellezza, ci sembrano stranamente familiari. Per il pubblico, le occasioni di incontrare il suo lavoro non sono frequenti. Chi seguisse queste inattese apparizioni non vedrebbe comunque che un numero limitatissimo delle sue opere, a volte una soltanto. Attento a trovare luoghi in sintonia con il suo lavoro, l´artista preferisce ciò che è assente a ciò che è presente, rendendo sensibile l´invisibile. L´invito che il Comune di Parma ha rivolto a Claudio Parmiggiani appare così come un appuntamento eccezionale. Nella città, una chiesa caduta nell´oblio, San Marcellino, esce dal letargo in cui è immersa. Qui, l´emozione, la luce, il sentimento del tragico sono i protagonisti di una teatrale realizzazione di questo "maestro del dialogo con lo spazio" come lo ha definito il giornale Le Monde. Il Palazzo del Governatore, recentemente restaurato e convertito in luogo d´esposizione, ospiterà in modo definitivo una delle sue famose "Delocazioni". Attorno a questa camera di fumo e ombra, "scultura d´ombra", come l´autore stesso la chiama, sono presentate venti opere, diverse delle quali realizzate dall´artista per questa occasione. Nella misura di un´opera per stanza, queste abitano il palazzo deserto, come presenze gravi e inquietanti. Questo itinerario, da un luogo all´altro, da un incontro all´altro, come una deambulazione meditativa, è l´autentica forma della mostra, così concepita dal suo curatore, Sylvain Amic. Il catalogo, pubblicato da Silvana Editoriale, arricchito dei contributi di Pietro Citati, Éric de Chassey e Andrea Cortellessa, permette di comprendere nella sua totalità questa opera dispersa. Con Claudio Parmiggiani, la città di Parma apre una pagina nuova nella sua storia culturale con una scelta esigente, quella di un artista alla ricerca dell´assoluto, ma anche di un creatore in ascolto di ciò che l´uomo ha di umile, di violento e di meraviglioso. L´opera di questo artista ci invita ad un viaggio nel profondo di noi stessi, per scoprire ciò che ci fonda e ci anima. Sylvain Amic è conservatore capo al museo Fabre di Montpellier. E´ stato curatore di diverse grandi esposizioni, come Gustave Courbet (2008), Emil Nolde (2009), o ancora Alexandre Cabanel (2010). Attualmente sta preparando una grande mostra ala Grand Palais a Parigi sul tema della Bohème (2012). Pietro Citati, critico, saggista, narratore e prestigiosa firma del quotidiano "La Repubblica", è autore di numerosissimi studi dedicati a personaggi e temi della cultura antica e moderna, da Goethe a Kafka, da Tolstoj a Leopardi, da Manzoni a Katherine Mansfield. Tra i suoi ultimi libri, La civiltà letteraria europea da Omero a Nabokov (2005), La morte della farfalla. Zelda e Francis Scott Fizgerald (2006), La malattia dell´infinito. La letteratura del Novecento (2008). Éric de Chassey è direttore di Villa Medici a Roma. Già allievo dell´École Normale Supérieure, professore di Storia dell´Arte all´Università di Tours, membro dell´Istituto Universitario di Francia, ha pubblicato libri, saggi e cataloghi sull´arte del Xx e del Xxi secolo, in particolar modo sull´astrazione, su Matisse, sull´arte americana e sulla fotografia. Ha curato inoltre numerose esposizioni in Francia e all´estero, sia monografiche che tematiche. Andrea Cortellessa, critico letterario e saggista, insegna Letterature Comparate e Storia della Critica all´Università di Roma Tre. Collabora a diversi quotidiani e riviste, al mensile "Poesia" e dirige la collana "fuoriformato" per la Casa Editrice Le Lettere. Tra i suoi ultimi libri, La fisica del senso (2006), Libri segreti (2008) e Scuole segrete (2009)  
   
   
ROMA (CASINA DI RAFFAELLO): IELA MARI. IL MONDO ATTRAVERSO UNA LENTE - DAL 6 OTTOBRE AL 30 GENNAIO  
 
Una delle più importanti artiste dell’illustrazione italiana, Iela Mari, è la protagonista della nuova mostra ospitata dal 6 ottobre 2010 al 30 gennaio 2011 dalla Casina di Raffaello - ludoteca di Villa Borghese che l’Assessorato alle Politiche Educative Scolastiche della Famiglia e della Gioventù di Roma Capitale, in collaborazione con Zètema Progetto Cultura e Tidò_comunicazione, ha destinato ai bambini dai 3 ai 10 anni. Con la mostra Iela Mari. Il Mondo Attraverso Una Lente, promossa in collaborazione con 2010 Bologna Children’s Book Fair curata dall’Associazione Culturale Hamelin, si entrerà nel magico mondo di quest’artista che ha segnato il mondo dell’editoria, della grafica e del design con il suo stile innovativo e i suoi studi sulla comunicazione visiva diretta ai bambini. Un’artista che per oltre vent’anni ha realizzato libri senza parole, capaci di raccontare, con le sole figure, la natura e i suoi misteri utilizzando un linguaggio visivo chiaro ed essenziale. In mostra sarà possibile ammirare oltre cento opere tra tavole originali, libri, menabò e disegni per tessuti tratti dai lavori più noti come L’albero, L’uovo e la gallina o il Palloncino rosso. A differenza della precedente tappa alla Fiera del Libro di Bologna 2010, l’edizione romana presenta alcuni adattamenti dedicati ai più piccoli che consentiranno ai bambini di conoscere il lavoro di questa straordinaria artista giocando con alcuni dei suoi lavori. Dal gioco-cofanetto del Paesaggio infinito sono state realizzate carte in formato sovradimensionato che i bambini potranno utilizzare per creare infinite combinazioni ed inventare storie sempre nuove. Ed ancora, sono stati realizzati i libri in formato sovradimensionato, come Il riccio di mare e il Tondo, rilegati con una spirale per un racconto che continui oltre l´ultima pagina. Sono state inoltre riprodotte le tavole che compongono il libro Dall´uovo e la gallina, trasformate in grandi carte con le quali i bambini potranno giocare a ricreare la sequenza della storia partendo dall’eterna domanda: è nato prima l´uovo o la gallina? Una stanza sarà interamente dedicata agli "Animali nel prato": accanto al disegno originale della Mari, i bambini avranno a disposizione tre pareti dove, attraverso plastiche adesive, potranno ricreare un prato con tutti gli animali che lo popolano. Infine, saranno in visione alcune vecchie edizioni ed edizioni straniere dei libri della Mari e sarà possibile effettuare laboratori didattici su alcuni dei titoli dell´artista come L´albero, il tondo o Il palloncino rosso. Parallelamente la Casina di Raffaello organizza alcuni incontri speciali: Tutte le domeniche alle 16, andranno in scena gli spettacoli de La Favola Delle Favole…parole in gioco. Un modo per riavvicinare i bambini al fantastico mondo delle fiabe attraverso la narrazione e la rappresentazione di alcune delle storie più celebri. Proseguono anche le attività permanenti della Casina di Raffaello: I Laboratori Di Manualità: dal 5 ottobre 2010 al 6 marzo 2011 i laboratori si svolgeranno dal martedì al venerdì alle ore 16.30, sabato e domenica ore 11.30 e 16.30; attività a pagamento 5 euro a bambino con prenotazione obbligatoria sul posto; gruppi max 15 bambini, attività dai 3 anni in poi, durata del laboratorio 40 minuti circa; La Libreria con il suo spazio dedicato alla lettura e agli incontri con le novità editoriali per i ragazzi (ingresso gratuito); I Giochi All’aria Aperta: un ambiente da esplorare da soli o in compagnia immersi nel verde di Villa Borghese con le costruzioni e i giochi in legno di Richter Spielgeräte (attività gratuita con ingresso libero sotto la sorveglianza di genitori o familiari). A questi si aggiunge la novità dell’anno: lo Spazio Nati per Leggere, un luogo dedicato ai più piccoli e alle prime letture allestito con arredi morbidi progettati dalle più importanti aziende di design internazionale. Info e prenotazioni: Pubblico: 060608 (tutti i giorni dalle 9.00 alle 21.00) Scuole: 06 42888888 (lunedì-venerdì 9-18; sabato 9-13) www.Casinadiraffaello.it  - info@casinadiraffaello.It    
   
   
PARMA (PALAZZO GIORDANI): “PERCORSI DI LUCE” A PALAZZO GIORDANI FINO AL 7 NOVEMBRE  
 
“Quella legata alla Via Francigena non è una semplice mostra a tema, non corrisponde all’illustrazione ideale dei pensieri o delle azioni di certi pellegrini in un determinato momento storico, bensì è un pretesto per raccontare e raccontarsi, per conoscere e conoscersi”. Così il critico d’arte Maurizio Vanni descrive la mostra di Fiorella Pierobon “Percorsi di luce” che sarà visitabile per un mese fino al 7 novembre, nello spazio espositivo di Palazzo Giordani (viale Martiri della Libertà) a Parma. L’esposizione, che conclude per l’anno 2010 la rassegna promossa dalla Provincia e curata da Stefania Provinciali “Arte a Palazzo Giordani”, ha l’obiettivo di portare anche in città l’itinerario percorso dall’artista sulla via dei pellegrini, avviato a Lucca e proseguito poi a Pontremoli, a Berceto ed approdato ora a Parma. I “Percorsi di luce” della Pierobon corrispondono infatti a una mappa ideale dove ritrovare in qualsiasi momento la strada che può condurre ciascuno a reincontrare i valori veri della vita. La mostra avrà il suo momento culminante giovedì prossimo, 14 ottobre, alle 17,30 con “Salotto d’artista”, l’appuntamento in cui l’autrice e tutti coloro che hanno partecipato alla creazione di questo evento espositivo incontreranno il pubblico in un spazio appositamente allestito all’interno di Palazzo Giordani. L’esposizione è affiancata dall’iniziativa “Arte in video”: al Parma Point (via Garibaldi 18) saranno proiettate testimonianze video sul lavoro dell’autrice (tutti i giorni dalle 9.30 alle 19.30; tel: 0521 931800). L’esposizione è curata da Stefania Provinciali con il patrocinio dell’Associazione Europea delle Vie Francigene. Fiorella Pierobon, pittrice autodidatta, sin da giovanissima sceglie di rappresentare la vita quotidiana attraverso l’uso della matita colorata. Partecipa a diverse mostre collettive di pittura in Italia nel 1980, 1981, 1982 e 1985. Il lavoro quotidiano in televisione non le lascia però il tempo necessario per continuare a dipingere e smette. Nel 2003 lascia Canale 5 e, avendo più tempo libero, ritorna ai suoi primi amori: pittura e fotografia. Nel 2005 in qualità di membro di giuria, partecipa a diverse esposizioni di quadri e sculture nel sud della Francia e questo la conduce al suo vecchio amore per l’arte e riprende a dipingere. Nel 2007 realizza finalmente il suo sogno: apre a Nizza il suo atelier d’arte al 31 di rue Droite, la via degli artisti nella vecchia Nizza. Dal maggio 2009 una sua installazione è in esposizione permanente al Lu.c.c.a., il Lucca Center of Contemporary Art  
   
   
MATERA: IL 9 OTTOBRE INGRESSO LIBERO A LE GRANDI MOSTRE NEI SASSI  
 
In occasione della sesta edizione della Giornata del Contemporaneo, organizzata e promossa dall’Associazione musei d’arte contemporanea italiani (Amaci) sabato 9 ottobre, il Circolo culturale La Scaletta di Matera, condividendo l’iniziativa, offre al pubblico l’ingresso libero alle chiese rupestri di Madonna delle Virtù e San Nicola dei Greci dov’è allestita l’antologica dedicata a Kengiro Azuma. Stesso luogo e stesso giorno in cui si terrà, con inizio alle 18, la cerimonia di chiusura della mostra, alla presenza dell’artista e del critico d’arte Giuseppe Appella. “Questa ventiquattresima edizione delle Grandi Mostre nei Sassi ha riscosso un grande successo di pubblico: abbiamo avuto oltre 10 mila visitatori – afferma Giorgio Corazza, presidente del Circolo culturale La Scaletta – tanto che abbiamo deciso di prorogare l’antologica fino al 10 ottobre. La Giornata del Contemporaneo, che quest’anno è sabato 9, ci è parsa l’occasione più felice non solo per tenere la cerimonia di chiusura della mostra, ma anche per offrire una ulteriore occasione di visita o di un ritorno ad ammirare le opere del Maestro Azuma”. Quanti, nella giornata di sabato, decideranno di visitare la mostra potranno anche visionare due filmati dedicati all’artista giapponese. Nella chiesa rupestre di Madonna delle Virtù sarà allestito uno schermo dove saranno trasmessi ininterrottamente i due documentari. Alle 18, invece, sarà l’artista stesso che presenzierà alla cerimonia di chiusura, al suo fianco il curatore della mostra: Giuseppe Appella  
   
   
ANDAR PER CASTELLI IN GERMANIA: MANIERI E PALAZZI DEL BADEN-WÜRTTEMBERG. ROMANTICI CASTELLI DA FIABA, SONTUOSE REGGE E ROCCHE MEDIEVALI DOVE SCOPRIRE LA STORIA DELLA REGIONE E, PERCHÉ NO, SENTIRSI RE PER UNA NOTTE  
 
Castelli e manieri, residenze barocche e fortezze: nel Baden-württemberg chi ama il genere non rimarrà deluso. Dalle residenze degli Svevi e degli Hohenzollern ai palazzi barocchi dei conti del Württemberg la scelta è ampia e variegata, per scoprire la storia della regione e soggiornare tra le mura di un maniero lungo la “Strada dei castelli”. Quest’anno, inoltre, si celebra l’anno degli Staufer 2010, con appuntamenti ed eventi che ricordano le gesta della dinastia del Barbarossa e di Federico Ii e che si tengono in prevalenza nei loro luoghi d’origine: un motivo in più per partire alla scoperta della regione e del suo passato. Giura Svevo: Sulle Tracce Di Re E Imperatori Nel Giura Svevo castelli, fortezze e rovine coronano le rupi e le cime della regione, a riprova della sua concentrazione quasi unica di costruzioni fortificate in Germania (come d’altronde d’Europa). Nomi come gli Hohenstaufen e gli Hohenzollern sono profondamente suggestivi: le grandi dinastie reali provenienti da questa terra hanno fatto per secoli la storia della Germania e dell’Europa. Città come Tubinga, Bad Urach, Göppingen e Sigmaringen (solo per citarne alcune) con i loro borghi e castelli sono il luogo di partenza ideale per un tour di scoperta del Giura Svevo. Il castello Hohenzollern (www.Burg-hohenzollern.de), originale residenza dell´omonima famiglia eretta nel Xi secolo ma ricostruita in stile neogotico nel 1850, è conosciuto come il “Neuschwanstein svevo”, nato – come il suo corrispettivo bavarese – dal sogno romantico di un re, in questo caso Federico Guglielmo Iv di Prussica. Altrettanto spettacolare è il castello Lichtenstein (www.Schloss-iichtenstein.de), il maniero in stile neo-gotico soprannominato il “castello delle favole del Württemberg”, che si erge su una roccia ripida sopra la valle del fiume Echaz. Sempre un fiume, ma questa volta un giovane Danubio, disegna il paesaggio intorno a un altro importante castello del Giura Svevo. Si tratta di Schloss Sigmaringen, sontuosa sede dei principi Hohenzollern (www.Schloss-sigmaringen.de). Queste e molte altre sono le tappe della Strada degli Hohenzollern, un percorso turistico di 300 km che si estende tra le valli del Neckar e del Danubio a sud di Stoccarda, passando per il Giura Svevo, fino al lago di Costanza, seguendo le tracce di una delle più antiche e potenti famiglie dell’alta nobiltà tedesca. (www.Hohenzollernstrasse.de). È merito di un’altra antica dinastia se il Giura Svevo può vantare una così alta concentrazione di castelli e rocche. Sono gli Staufer (o Hohenstaufen), la dinastia sveva che ha plasmato in modo considerevole la storia dell’impero romano-germanico, dell’Italia e dell’Europa tra il Xii e il Xiii secolo. Per seguire le tracce della casata di Federico I (Barbarossa) e di suo nipote Federico Ii (vero stupor mundi), la Strada degli Staufer (Straße der Staufer) è un itinerario turistico che si snoda per circa 300 km nel territorio degli Svevi (Stauferland) e tocca località di importanza storica, artistica e politica: dalle rovine del castello sull’altura Hohenstaufen, luogo d´origine e sede della nobile famiglia sveva, al monastero di Lorch; da Schwäbisch Gmünd, la più antica città degli Hohenstaufen, a Schwäbisch Hall, la città fondata dagli Staufer, fino a Ulm, la città imperiale di Barbarossa sul Danubio. Nell’anno degli Staufer, le località del Giura Svevo e la città di Mannheim celebrano l’antica casata con rievocazioni storiche, feste in piazza e una mostra. Fino al 20 febbraio 2011 i musei Reiss-engelhorn-museen di Mannheim ospitano la mostra “Gli Staufer e l’Italia”. La grande rassegna storica presenta al pubblico opere d’arte mai esposte prima in Germania, che rimandano all’epoca artistica e culturale degli Hohenstaufen e ai rispettivi collegamenti con l’Italia (www.Staufer2010.de). Per maggiori informazioni sui castelli e i palazzi nella regione dei Giura Svevo: www.Schwaebischealb.de Stoccarda: Rivivere La Storia Stoccarda, un tempo rifugio per i cavalli come ricorda l’etimologia del suo nome (stuot garden), è oggi una città cosmopolita e moderna, fra le più ricche della Germania. La sua storia è strettamente legata a quella dei due castelli cittadini, l’Altes e il Neues Schloss, che ne disegnano la silhouette. L’altes Schloss (il vecchio castello) nasce su un primo borgo del X secolo e mantiene all’esterno l’imponente carattere medievale, mentre all’interno si ispira alle architetture di un palazzo rinascimentale, grazie agli ampliamenti realizzati nel Xvi secolo dal duca von Württemberg. L’altes Schloss non corrispondeva però alle ambiziose aspirazioni del duca Carl Eugen, che nel 1746 cominciò la costruzione del Neues Schloss, una “seconda Versailles” che ospita oggi istituzioni e uffici cittadini. È sempre Carl Eugen a far erigere, nelle vicinanze di Stoccarda, Schloss Solitude, concepito come loggia di caccia e che ricorda da vicino il più famoso Schloss Sanssouci di Potsdam. Tredici chilometri di viale alberato separano Schloss Solitude da un vero gioiello di Stoccarda: Schloss Ludwigsburg. Il castello barocco più grande e meglio conservato della Germania meridionale è un palazzo sontuoso, costruito ispirandosi alle dimore reali, ricco di sale eleganti e ricercate, camere, gabinetti, saloni e opulenza di dipinti e decori. Accanto a Ludwigsburg si trova anche il piccolo Schloss Favorite, deliziosa loggia per la caccia immersa in un magnifico parco. A pochi chilometri da Stoccarda e raggiungibile con la S-bahn/treno veloce dal centro città, si trova l’incantevole cittadina storica di Esslingen, dove molte delle antiche case, torri, piazzette e palazzi storici sono ancora oggi perfettamente conservati. Esslingen è sovrastata dall’Esslingen Burg, il castello a guardia della città, che nel Medioevo raggiunse il culmine della sua ricchezza, e di cui oggi si possono visitare le mura e l’imponente torre di guardia. Coevo dell’Esslingen Burg è anche Burg Teck, nella cittadina di Owen, ai confini con il fiabesco Giura Svevo. Per maggiori informazioni sui castelli e i palazzi di Stoccarda e dintorni: www.Stuttgart-tourist.de/ita/eventi/burgen_schloesser.htm Foresta Nera: Tra Medioevo E Barocco Anche la Foresta Nera ha in serbo qualcosa per chi è alla scoperta delle dimore dei potenti di un tempo. Innanzitutto le romantiche rovine dei diversi castelli medievali, come quelle di Zavelstein, presso Bad Teinach-zavelstein, con impianto duecentesco e aggiunte rinascimentali; o le rovine del borgo di Waldeck, presso Calw, città natale di Herman Hesse; o ancora le rovine di Rötteln presso Lörrach, che imponenti sovrastano la valle Wiesental. Nella regione meritano una visita anche Schloss Favorite, l’incantevole residenza estiva che nel settecento fece costruire la margravia Sibilla Augusta e detta anche “castello di porcellana” (www.Schloss-favorite.de  ) e Schloss Rastatt, ulteriore esempio di residenza barocca progettata sul modello di Versailles (www.Schloss-rastatt.de). Un salto indietro nel tempo lo fanno anche gli abitanti di Oberried, cittadina alle porte di Friburgo: qui, ogni anno, nelle strade del centro e presso l’antico monastero, si tiene la “Settimana alemanna” (Alemannische Woche, dal 1 al 10 ottobre 2010 - www.Alemannische-woche.de), dedicata alla transumanza e alle tradizioni popolari, con feste, balli, musica, prodotti enogastronomici e sfilate in costume tradizionale. Per maggiori informazioni sui castelli e i palazzi nella regione della Foresta Nera: www.Schwarzwald-tourismus.info/ausfluege/kultur_highlights/burgen_und_schloesser.  La Burgerstrasse La Burgenstraße è un’associazione turistica e, al tempo sesso, la strada dei borghi e dei castelli che si dirama fra alcuni dei più paesaggi più belli del Baden-württemberg, giungendo fino a Praga. Sul sito: www.Burgenstrasse.de  si possono trovare itinerari, suggerimenti e consigli per una vacanza che porta indietro nel tempo, e che può essere effettuata in auto, treno o bus, da borgo a borgo e da castello a castello. Emozionante è anche pernottare in un antico maniero: sul sito della Burgenstraße sono descritti i castelli dove si può soggiornare, e si trova anche un calendario con tutte le manifestazioni più importanti. Credito immagini: Burg Hohenzollern, Giura Svevo; Ludwigsburg, foto Stuttgart-marketing Gmbh; Rovine di Rötteln presso Lörrach, foto Ti Lörrach La regione del Baden-württemberg, nel sud-ovest della Germania, confina con Francia e Svizzera ed è facilmente raggiungibile dall’Italia in macchina, treno o aereo. Uno dei Länder più popolosi del Paese, il Baden-württemberg vanta diversi primati: è la regione con il maggior reddito pro-capite della Germania e quella con il miglior sistema scolastico, ed è conosciuta per l’eccellente offerta culturale, così come per la lunga tradizione termale, i vini e la cucina gourmet. Una delle aree più visitate della Germania, offre una grande varietà di panorami e paesaggi, che vanno dagli incontaminati boschi della Foresta Nera alla vivacissima Stoccarda, dal Lago di Costanza ai deliziosi borghi e castelli medievali del Giura Svevo, patria della casata degli Staufer. Che si tratti di una vacanza-benessere o di ferie attive fatte di sport e movimento, soggiorni con bambini in hotel “kids-friendly” o vacanze culturali, esperienze culinarie o grande shopping, il Baden-württemberg vi aspetta. Per maggiori informazioni sulla regione e sulla sua offerta turistica: www.Turismo-bw.it    
   
   
COLONIA: LUNGA NOTTE DEI MUSEI – SABATO 6 NOVEMBRE - CULTURA E DIVERTIMENTO IN UNA DELLE CITTÀ DAL NUMERO RECORD DI MUSEI - VOLI DIRETTI A TARIFFE CONVENIENTI DALL’ITALIA CON GERMANWINGS  
 
Collezioni d’arte di fama mondiale, tour archeologici, tesori del cristianesimo europeo, piccoli musei di charme da visitare durante una Lunga Notte Dei Musei, per un’esperienza di cultura, divertimento e nuove prospettive: succede sabato 6 novembre, dalle 19.00 alle 03.00 a Colonia, città che vanta un numero record di musei ed ospita quello che oggi è uno dei più grandi progetti archeologici in Europa. Per l’occasione, la città si prepara a vivere la notte, arricchita da letture, sfilate, performance musicali e momenti di spettacolo. Al Museo Ludwig (www.Museenkoeln.de) – oltre alla collezione permanente con capolavori di Picasso, Max Ernst, Kirchner, della pop art e non solo – attendono i visitatori le mostre L’avanguardia Russa (fino al 20.02) e Fotografie dalla Cina e dal Giappone del Xix secolo (fino all’11.01); al Wallraf Richardtz Museum (www.Wallraf.museum/index , con imperdibili Dürer, Rubens, Munch, Monet e Signac, solo per citarne alcuni) la vera novità riguarda la luce: la nuova illuminazione Soluxmr16 permette di vedere i quadri del museo con brillantezza e intensità particolari, che riproducono l’intero spettro dei colori. Nel foyer, un programma dedicato ad artisti che creano con la luce e la possibilità, per gli ospiti, di sperimentare con effetti dell’illuminazione. Che cosa sarebbe poi Colonia senza il suo Duomo, patrimonio mondiale Unesco: durante la Lunga Notte dei Musei si potranno visitare le Officine del Duomo e l’area archeologica che si trova sotto della cattedrale, con resti dell’epoca romana, franca e medievale. Per chi vuole fare un salto indietro nella storia, il cuore della città custodisce un esteso progetto di scavi chiamato Archäologische Zone/zona Archeologica, che porta alla luce il passato di Colonia, con importanti ritrovamenti romani come le antiche mura, il palazzo del governatore, i canali di scolo, ma anche monumenti franchi e medievali e preziosi resti appartenenti al quartiere ebraico. La Zona Archeologica diventerà presto un imponente complesso museale dedicato alla storia della città, e che si aggiunge al famoso Museo Romano-germanico (http://www.Museenkoeln.de/roemisch-germanisches-museum) , anch’esso visitabile nella notte del 6 novembre. Per chi è alla ricerca di qualcosa di diverso, la città renana ospita anche il Museo della Cioccolata (http://www.Schokoladenmuseum.de ), dove apprendere tutto sulla rinomata bevanda e la sua produzione, con tanto di fontana di cioccolato in cui intingere golosi biscotti, e la Farina Haus (www.Farina.eu) , omaggio alla città dell’acqua di colonia e tempio del profumo. Farina fu il vero scopritore dell’acqua, che chiamò in onore alla sua città natale. Fra i moltissimi musei cittadini, Colonia vanta, fra gli altri, anche il Museo d’Arte Applicata, il Museo del Carnevale, il Käthe Kollwitz Museum e il Museo della Storia della Città di Colonia. Per gli sportivi, c’è anche il Deutsches Sport & Olympia Museum (www.Sportmuseum.de), dove ripercorrere la storia dello sport, con un occhio di riguardo alle gare olimpiche. Per tutti, infine, l’Aftershowparty al centralissimo Museum Ludwig, dalle 03.00 alle 05.00, per concludere allegramente una lunga notte di cultura. Il biglietto d’ingresso alla Lunga Notte dei Musei costa 15€ a persona e dà accesso a tutti i musei di Colonia e a tutti gli eventi collaterali, come feste, letture e spettacoli. Al primo ingresso, il biglietto viene sostituito con un braccialetto di plastica, da portare durante tutta la serata. La notte di sabato 6 novembre sarà in funzione un servizio di autobus che partiranno e arriveranno alla piazza Neumarkt , e che con diversi tour copriranno tutte le stazioni e i musei della città. L’ultimo ingresso ai musei è fissato per le 02.15, mentre tutti i visitatori sono invitati all’ Aftershowparty che si terrà al Museum Ludwig, fino alle 05.00 della mattina di domenica, 7 novembre. Punti informazione saranno presenti nella piazza Neumarkt e all’interno del Museum Ludwig. Il programma, completo e ampliato, della Lunga Notte dei Musei sarà disponibile al sito internet www.Museumsnacht-koeln.de a partire dal 6 ottobre Sul sito internet www.Germanwings.com si trovano inoltre vantaggiose offerte per soggiorni in hotel, noleggio auto e altri servizi nelle città di destinazione. 1 Rapallo: anche camere a un euro nei piccoli e medi albergo contro i super sconti nei grand hotel della riviera L’assessore al Turismo della Regione Liguria Angelo Berlangieri: “Comprendo il senso della “provocazione” dei piccoli e medi alberghi di Rapallo che per la stagione invernale si offrono al mercato annunciando una tabella con il prezzo minimo di 1 euro al giorno, colazione compresa. Motivo: i prezzi praticati dagli hotel a 4 e 5 stelle nello stesso periodo, in riviera, sarebbero pari a quelli delle strutture a 1 e 2 stelle. Se la forbice tariffaria tra alberghi di categoria superiore e quelli a 1 e 2 stelle risulta davvero così ampia, tra i prezzi praticati nell’alta e nella bassa stagione, qualche problema per i più piccoli c’è sicuramente. Così facendo si rischia di alterare la competitività delle imprese. Le tariffe alberghiere sono però state liberalizzate dallo Stato, con il solo obbligo degli albergatori di comunicarle alla Regione all’inizio della stagione. Ma credo, che al di là di questo, si possa avviare un confronto con la categoria a livello regionale”. Berlangieri commenta così l’appello di un gruppo di albergatori di Rapallo- Riviera, Astoria e Primo Sole- che nella denuncia delle tariffe inviata oggi in Regione indica, appunto un prezzo minimo di 1 euro per la camera singola e 2 euro per al doppia. Una protesta, scrivono gli albergatori, contro i vincoli alberghieri “anacronistici” e la legge regionale in vigore. Anche su quest’ultimo punto, Berlangieri risponde agli albergatori rapallesi. Si è cominciato – afferma l’assessore ligure - a fare dei ragionamenti con le associazioni di categoria per individuare le debolezze della legge. Si vuole aumentare la capacità ricettiva della Liguria. La legge ha avuto dei problemi in fase applicativa. Nessuno vuole trasformare gli alberghi in case, ma abbiamo intenzione di “limare” il testo. Le strutture alberghiere danno lavoro. Oggi la struttura ricettiva viene letta come una struttura dove si va solo a dormire, mentre invece ci sono anche i servizi. Altrimenti rischiamo di perdere delle opportunità»