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Notiziario Marketpress di Mercoledì 06 Ottobre 2004
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RICERCA: A TRIESTE UN DISTRETTO TECNOLOGICO DI BIOMEDICINA MOLECOLARE. VERSO NUOVE FRONTIERE NELLE CURE IN CAMPO ONCOLOGICO, NELLA CARDIOLOGIA VASCOLARE, NELLE NEUROSCIENZE, NELL'EPATOLOGIA E NELLA MEDICINA RIGENERATIVA  
 
Roma, 6 ottobre 2004 - Il Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, Letizia Moratti, e il Presidente della Regione autonoma Friuli-venezia Giulia, Riccardo Illy, hanno firmato ieri a Trieste un protocollo d'intesa per la realizzazione di un Distretto tecnologico di Biomedicina. È il nono distretto tecnologico promosso dal Miur dopo quelli già avviati in settori diversi in Liguria, Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia-romagna, Lazio, Campania, Sicilia. "La costituzione del distretto tecnologico di Biomedicina Molecolare", ha detto il Ministro Moratti, "si incentra su una linea programmatica e di ricerca che può essere alla base di significativi risultati tecnico-scientifici per applicazioni nelle seguenti aree terapeutiche di maggior impatto a livello mondiale: Oncologia; Cardiologia vascolare; Neuroscienze; Epatologia; Medicina rigenerativa. Le tecnologie specifiche da sviluppare nel Distretto necessitano di un forte tasso di interdisciplinarietà e trasversalità (nanoanalisi, bioinformatica, scienza dei materiali, cellule staminali), caratteristiche queste peculiari del sistema scientifico-tecnologico del Friuli Venezia Giulia, grazie alla presenza in Regione di un sistema della ricerca unico in Europa". "In questo quadro", ha proseguito il Ministro, "un significativo punto di forza è dato dalla presenza di Area Science Park, uno dei principali parchi scientifici multisettoriali europei e coordinatore del sistema degli enti di ricerca regionali. In un campus di 55 ettari sono presenti ben 75 insediamenti che vanno dai grandi laboratori di ricerca nazionali ed internazionali alle Pmi attive in diversi settori high tech. I 1600 addetti che operano in Area Science Park rappresentano un capitale umano altamente qualificato, dinamico ed internazionale, particolarmente giovane (più del 70% del personale del Parco è al di sotto dei 40 anni) e culturalmente qualificato (il 62% possiede una laurea o un Phd). Fondamentale è inoltre la presenza del Sincrotrone Elettra, laboratorio che vanta un rilievo nazionale e internazionale strategico per la posizione italiana nella Scienza e Tecnologia dei Materiali e dei Biomateriali e nelle Nanoscienze e Nanotecnologie, a livello mondiale". Gli studi di fattibilità, realizzati per la progettazione del Distretto di Biomedicina Molecolare, hanno evidenziato che il Distretto può contare sui seguenti elementi di forza: una significativa massa critica di attività e competenze tecnico scientifiche complementari, indispensabili allo sviluppo di un settore come la Biomedicina Molecolare. Un sistema scientifico che beneficia di competenze e know how in ambiti che vanno dalla fisica alla scienza dei materiali, dalla farmacologia alla chimica, dalle nanotecnologie alla bioinformatica; il Friuli Venezia Giulia ha nelle Biotecnologie e in particolare nella Biomedicina Molecolare uno dei settori meglio rappresentati, con un numero di circa 500 ricercatori che operano in questo campo; la leadership di alcuni scienziati di fama internazionale nel settore e la presenza di grandi installazioni di ricerca di avanguardia tecnologica; la presenza di imprese operanti nel settore farmaceutico in settori di punta, nonché di spin-off imprenditoriali derivanti dalle attività di ricerca; la presenza in Regione di una struttura operativa - la Società Cbm Consorzio di Biomedicina Molecolare - che si occupa di valorizzazione della ricerca, del trasferimento dei risultati della ricerca al mercato e di attrattività di nuove imprese. Gli spazi per laboratori ad oggi già destinati al progetto, nella sola Area, campus di Basovizza, sommano a circa 6.000 mq, cui si aggiungeranno prossimamente altri 5.000 mq in fase di progettazione. La realizzazione del Distretto andrà a potenziare quanto già operativo, con un forte coinvolgimento di tutto il territorio regionale, ponendo l'accento oltre che sulla ricerca di base, soprattutto sulle applicazioni cliniche, sul completamento della ricerca industriale e sullo sviluppo precompetitivo in un mercato, quello delle biotecnologie, di rilevanza mondiale. Con il coinvolgimento di ricercatori internazionali, che collaborano con il Governo statunitense e il National Cancer Institute nell'ambizioso progetto di rendere inoffensivo il cancro entro il 2015, verranno rafforzati i rapporti di collaborazione tra la ricerca italiana e quella americana. Le attività sulle quali il Distretto intende puntare sono riconducibili ai seguenti punti: rafforzare la ricerca, tramite il coinvolgimento sistematico di partner industriali per progetti di ricerca misti pubblico/privati; attrarre aziende leader nel settore, tramite un'attività di "marketing" diretto e la predisposizione di incentivi; promuovere la crescita dell'imprenditorialità tecnologica nell'area del Distretto anche attraverso la costituzione o la partecipazione a fondi dedicati al seed e all'early stage financing e l'attivazione di incubatori "avanzati"; aumentare l'efficacia della commercializzazione della proprietà intellettuale, tramite investimenti selezionati in test pre-clinici e la costituzione di un ufficio dedicato. Sono stati inoltre definiti e condivisi alcuni principi guida di funzionamento del Distretto tecnologico, che in particolare dovrà: fare leva su una entità esistente, che abbia una adeguata organizzazione e sviluppi modalità di interazione con gli altri attori del territorio, cioè il Consorzio di Biomedicina Molecolare; disporre di una gruppo di management dedicato e di profilo internazionale; essere guidato e rappresentato da leader autorevoli appartenenti al mondo della ricerca e dell'industria. Per il supporto alle attività del distretto si prevede un impegno finanziario di 15 milioni di euro da parte del Miur e di 21 milioni di euro da parte della Regione per i prossimi tre anni. In particolare, sul fronte occupazionale, lo studio di settore realizzato proietta a 200-300 unità di forza lavoro qualificata l'incremento previsto nei primi 5 anni, con una previsione di 1.500-2.000 unità in 10 anni.  
   
   
“BERGAMOSCIENZA” LA CITTA’ GUARDA ALLA SCIENZA DALL’ 8 AL 17 OTTOBRE SCIENZIATI DI FAMA INTERNAZIONALE SI DANNO APPUNTAMENTO A BERGAMO PER DISCUTERE DEI GRANDI TEMI DELLA SCIENZA E DELLA RICERCA  
 
Milano, 6 ottobre 2004 - Scienza in primo piano a Bergamo, dall’8 al 17 ottobre, per un’importante rassegna di divulgazione scientifica. “Bergamoscienza”, questo il nome dell’evento, punta ad avvicinare la scienza al grande pubblico con una serie di iniziative che vedono il coinvolgimento dei grandi nomi del panorama scientifico e culturale, nazionale e internazionale. Da venerdì 8 a domenica 10 ottobre si alterneranno conferenze e tavole rotonde in cui si parlerà di temi di grande attualità quali clonazione, biotecnologie, energia nucleare, ecocompatibilità, evoluzione e genetica, etica e diritti dell’uomo. Tanti e di spicco i nomi dei relatori. Primo tra tutti, Kary Mullis, premio Nobel per la chimica nel 1993 per l’invenzione della Pcr, una metodica - oggi fondamentale in vari campi (terapia genica, diagnostica clinica, antropologia) - che consente di generare da un'unica molecola di Dna 100 miliardi di molecole simili in poche ore. Kary Mullis aprirà i lavori venerdì 8, alle 18.30, nella ex chiesa di S. Agostino in Città Alta alla presenza di Rita Levi Montalcini, presidente onorario del comitato scientifico di “Bergamoscienza”. Interverranno poi personaggi del calibro di Edoardo Boncinelli, Luigi Cavalli Sforza, Kai Simons (direttore Max Planck Institute di Dresda), Jacques Mehler, Alberto Redi, Tullio Regge, e Renato Angelo Ricci. È previsto inoltre un appuntamento politico in cui si discuterà del rapporto tra scienza e governo alla presenza, tra gli altri, di Guido Possa, viceministro dell’Istruzione e dell’Università e della Ricerca Scientifica e don Luigi Verzé, presidente della Fondazione San Raffaele. Chiuderà i lavori, domenica 10, alle ore 17.30 S.e. Card. Renato Martino che discuterà di scienza, fede e diritti dell’uomo con Massimo Cacciari e Mauro Ceruti. Dal 10 al 17 ottobre sono in programma manifestazioni e mostre: incontri per le scuole, mostre interattive, laboratori e concerti, ospitati in sedi storiche di Bergamo Alta, tra cui il Teatro Sociale, l’Accademia Carrara, la chiesa di S. Alessandro della Croce e il convento di S. Francesco. “Bergamoscienza” nasce da un’idea dell’associazione per la cultura Sinapsi che organizza la manifestazione con la collaborazione di Fondazione Bergamo nella Storia, Camera di Commercio di Bergamo, Università degli Studi di Bergamo, Università Vita-salute San Raffaele di Milano, Unione degli Industriali della Provincia di Bergamo e con il contributo della Regione Lombardia e il patrocinio di Provincia di Bergamo e Comune di Bergamo. Tutte le iniziative sono gratuite e aperte al pubblico fino a esaurimento dei posti disponibili: una scelta precisa, frutto della volontà degli organizzatori di rendere la scienza accessibile a tutti.
Il programma completo della manifestazione è scaricabile dal sito www.Bergamoscienza.it  http://www.Sanraffaele.org  
Per informazioni e prenotazioni: tel. 035-215992 info@bergamoscienza.It
 
   
   
ESIGENZA DI AUTOCONTROLLO E ‘LIMPIDEZZA’ LEGISLATIVA NEL SETTORE APPARECCHIATURE TRATTAMENTO ACQUA POTABILE  
 
Milano, 6 ottobre 2004 - (da appunti del Dr. Luciano Coccagna, past. President Associaz. Acqua Italia – Comitée Europeen de Normalisation Aqua Europa) Chi si occupa degli apparecchi di trattamento dell’acqua potabile, anche da un punto di vista regolatorio e legislativo, si è reso conto che l’idoneità di questi apparecchi dipende da due fattori essenziali: a) la valida modificazione della qualità dell’acqua e b) la funzionalità degli apparecchi. In Italia è un decreto ministeriale di 15 anni fa [n. 443/1990] che ancora regolamenta le caratteristiche tecniche di queste apparecchiature. Decreto - oggi in revisione perché lo si vorrebbe applicabile anche agli apparecchi installati in luoghi pubblici – ch’è stato a suo tempo molto utile per mettere un po’ d’ordine nel mercato ma, alla fine, ha mostrato tutte le sue difficoltà d’applicazione. La sua revisione, oggetto d’accelerazioni e decelerazioni improvvise, è di fatto rimasta nei cassetti ministeriali fino a quando è esploso il caso delle vendite “porta a porta” di apparecchiature per il trattamento dell’acqua, specialmente del tipo ad ‘osmosi inversa’. Per reclamizzare e spingere all’acquisto di questi prodotti, i venditori si avvalevano di dimostrazioni pratiche dai toni quantomeno terroristici. Per intenderci subito meglio, conviene chiarire immediatamente di che si tratta. Le apparecchiature ad ‘osmosi inversa’ sono largamente utilizzate da industrie, ospedali, ma anche da privati, sia per la potabilizzazione di acque salate o salmastre sia per la rimozione di inquinanti (nitrati, arsenico, etc….): hanno la proprietà di ridurre il contenuto salino totale dell’acqua contemporaneamente alla rimozione d’altre sostanze pericolose o tossiche. Nella realtà media delle acque italiane tale riduzione dei sali risulta dell’ordine del 90 per cento circa, ottenendo così un’acqua di composizione salina analoga a quella d’acque naturali definite ‘minimamente mineralizzate’ (ne sono commercializzate a decine...). Negli Usa sono stati venduti nel 2003 circa 250.000 apparecchi ad osmosi inversa con crescita percentuale di mercato in doppia cifra. Per convincere il cliente esiste una dimostrazione visiva estremamente efficace (descritta anche in libri “seri”), che mostra come l’acqua non trattata, con maggiore contenuto salino, possa provocare - per elettrolisi - il discioglimento di un elettrodo metallico (in genere ferro) che crea nell’acqua sia una “nube” più o meno rossastra sia un innalzamento della sua temperatura. Pur essendo di per sé una banale e onesta prova elettrochimica, essa è stata spesso utilizzata per raccontare frottole, ossia per affermare che quella nube rossastra era costituita da “porcherie” presenti nell’acqua dell’acquedotto. Quest’uso truffaldino della dimostrazione è talmente noto e “datato” che già da tempo le aziende più serie del settore hanno diffidato i propri agenti e concessionari dal farne uso. Non stupisce quindi che alcune aziende - curiosamente concentrate nel padovano, ma anche a Roma e a Torino, spesso emanazioni o eredi d’altre aziende con un passato di truffe nel mercato immobiliare, in quello dei computer, delle enciclopedie etc… - si siano rapidamente convertite al nuovo “business” con questo e con altri elementi truffaldini: ad esempio l’apparecchio dato in “dono” ma con un contratto di servizio di manutenzione pluriennale a costi folli... Questa situazione commerciale è stata peraltro confermata dalle associazioni dei consumatori di Padova che per prime si sono occupate dell’argomento interessandone poi giustamente la Magistratura. Le accuse principali sono state quelle di “eccessiva” dissalazione dell’acqua e di crescite microbiche nell’acqua trattata. Entrambe le accuse sarebbero sostenute (a detta dei “media”) dalla stessa Legislazione vigente. Si ritiene che in realtà non ci sia alcuna inosservanza delle leggi (sarà la stessa magistratura a dare prima o poi un responso) e che anzi l’interpretazione delle leggi sia stata quantomeno manipolata allo scopo principale di ostacolare la diffusione di un nuovo “mercato” dell’acqua in concorrenza con l’”establishment” consolidato nei decenni di più o meno tranquilla convivenza. Questa opinione è ulteriormente supportata dal fatto che alcuni massmedia hanno nel contempo attaccato altri tipi di trattamenti dell’acqua: a seguito di prove sì molto accurate, ma i cui risultati, se ben analizzati, contraddicono invece in modo clamoroso il giudizio negativo finale riportato a commento delle prove. Si può anzi affermare che proprio l’accuratezza di tali prove dimostra come dietro ad esse ci sia o una clamorosa ignoranza in materia oppure una volontà denigratoria quantomeno sospetta e pregiudiziale. E’ comunque evidente che un simile pasticcio non sarebbe stato possibile in una situazione di certezza del diritto. Se, infatti, si confrontano le leggi italiane con le Direttive europee che le hanno originate, si osservano difformità molto gravi dal punto di vista formale e sostanziale. Si osserva ad esempio che né la Direttiva europea 98/83/Ce, (all’origine del nostro decreto legislativo n.31 del 02/02/01), né i recepimenti legislativi degli altri Paesi dell’Unione europea hanno posto alcun limite ai valori di durezza e di salinità minima delle acque potabili. Il D.l.vo n. 31/2001 invece pone un limite semplicemente “consigliato” che, come facilmente dimostrabile con decine di bollettini d’analisi, è stato invece molto spesso interpretato come “obbligatorio” da strutture come l’ Asal e l’Arpa, con conseguenti giudizi di “non potabilità” dell’acqua trattata. Si spera che anche questa sia l’occasione per sollecitare ai nostri legislatori un atteggiamento più serio e coerente nei confronti dei nostri partner europei. E’ appena il caso di segnalare come, appunto, la dizione “consigliato” abbia a suo tempo esentato l’Italia dal sottoporre al giudizio della Commissione europea (in base alla Direttiva 98/34/Ce) la sua volontà (più o meno “volontaria”) di mantenere un limite per la durezza. Infatti, se anziché un “consiglio” fosse stato un “obbligo”, sarebbe stata sicuramente provocata la reazione dei nostri partners europei, essendo palese il contrasto con la Direttiva comunitaria. Non si può neppure non segnalare che già “giacciono” presso la Commissione almeno altri 3-4 bozze di decreti ministeriali (anch’essi caratterizzati da alcuni contenuti discutibili) a causa di “blocchi” di legittimità espressi da altri Paesi europei. Ulteriori commenti sono superflui.  
   
   
“ AGBD – INUSUALE” UNA MOSTRA – UN’ASTA  
 
Arona, 6 ottobre 2004 - I giorno 22 ottobre venerdì 22 ottobre ore 21.00 si svolgerà ad Arona presso l’Aula Magna del Comune di Arona . L’asta di beneficenza “Inusuale- Agbd” una mostra – un’asta come risposta alle esigenze sorte in seguito al trasloco forzato dell’associazione dalla vecchia sede a nuovi locali in via Xx settembre 31. Il progetto nasce dall’accordo di numerose persone,che trovandosi in armonia riguardo allo spirito comunicativo del nostro tempo, nonchè fortificati dalla finalità d’intenti, hanno unito il proprio lavoro per sostenere l’Associazione Genitori Bambini Down, l’associazione no profit che si occupa dei bambini down Un’opera significativa del lavoro degli artisti contemporanei invitati alla generosa iniziativa,verrà battuto in asta per raccogliere i fondi destinati alla ristrutturazione della sede dell’Agbd. La presentazione artistica è a cura del critico e storico dell’arte dott. Cristina Trivellin. A battere l’asta sarà il dottor Pablo Carrara, amministratore delegato della Casa delle Aste- Meeting Art spa (Vc) Il catalogo della mostra è edito grazie allo sponsor e mecenate signor Nino Resta (Ep - Redil), con il patrocinio del Consiglio Regionale del Piemonte e dell’Assessorato alla Cultura di Arona. L' Associazione Genitori con Bambini Down (Agbd) è sorta nel 1989 per iniziativa spontanea di famiglie aventi la necessità di scambio di esperienze e di supporto per programmare percorsi terapeutici e formativi per i figli con sindrome di Down. L' Agbd ha aperto alcuni anni fa un Centro in Arona che opera con il contributo di volontari e di specialisti che si propongono di - dare sostegno alle famiglie, per un corretto approccio con le Istituzioni preposte e per la verifica che gli interventi da esse programmate siano integrati tra loro - costituire un polo di riferimento locale per interloquire con le Istituzioni pubbliche - promuovere localmente programmi di recupero e di sviluppo per i bambini - essere un punto di riferimento per professionisti, operatori, studenti che vogliono ricevere informazioni e contribuire alla divulgazione di conoscenze sulla sindrome di Down. All' Agbd si rivolgono attualmente circa 70 famiglie residenti nelle aree delle province di Novara e del Vco. Per informazioni riguardo all’iniziativa : adriana.Chiari@infinito.it -348-2668458  
   
   
CONFRONTARSI E CREARE UN PONTE DI SOLIDARIETÀ FRA MONDI E CULTURE DIVERSE UN AUTUNNO DI INCONTRI PER CONOSCERE E CAPIRE  
 
 Lainate, 6 ottobre 2004 – La volontà di confrontarsi e capire, la disponibilità a creare un legame di solidarietà con altri mondi, altre culture. Su queste basi si aprono in ottobre, a Lainate, una serie di incontri con l’obiettivo di far conoscere, approfondire e dibattere le origini, la cultura, gli usi di quelle popolazioni, quelle componenti etniche spesso lontane, certamente diverse ma tanto simili a noi per aspettative, desideri, voglia di futuro. L’assessorato alle Politiche Educative e alla Pace del Comune di Lainate ha varato il progetto “Conoscere per accettare: incontri per capire” un programma di appuntamenti – pianificati con cadenza più o meno mensile – che si estenderanno per tutto il periodo autunnale. In particolare, in ottobre, subito dopo l’incontro di presentazione dei corsi di lingua italiana per stranieri organizzati dalla “Scuola di Babele” è previsto per mercoledì 20 nella Sala delle Capriate della Biblioteca Comunale l’incontro con l’Associazione “La Rondine” e le famiglie che ospitano alcuni bambini bielorussi. Di età compresa tra i 6 ed i 14 anni, i 23 “bambini di Chernobyl” sono infatti già arrivati presso le famiglie lainatesi. Per qualcuno di loro è un’esperienza che si rinnova, per qualcun’altro è la prima volta. L’incontro del 20 ottobre ha lo scopo di illustrare un progetto ormai collaudato, soprattutto nei nostri Comuni, con la speranza però di ampliare il numero delle famiglie disposte ad accogliere per qualche settimana i piccoli bielorussi. Per informazioni: Associazione La Rondine, via Mozart 20, Bollate – tel 02.33300735-338.5724940. Sabato 23 ottobre alle 16,30 In Villa Litta, Sala dell’Enea, verrà inaugurata la Mostra fotografica itinerante “Brasile: la speranza di un popolo che non ha smesso di sognare”. Realizzata nell’ambito della campagna internazionale “Amazzonia Vivrai!” la Mostra viene proposta dall’Associazione Umanisti nel Mondo. 54 grandi fotografie, immagini di un racconto di viaggio tra i grattacieli di Sao Paulo, le favelas delle megalopoli, il grande fiume. Un giovane adolescente che deve diventare guerriero e un vecchio saggio degli Indios che abitano il Mato Grosso. Passato e presente sulla strada che porta al futuro di un popolo che non ha smesso di sognare. Per informazioni: Associazione Umanisti nel Mondo, via Sebenico 28, Milano – tel 02.66802463, www.Umanistinelmondo.org  Il progetto dell’Amministrazione però sta già guardando avanti: altri incontri, altri appuntamenti sono previsti per il mese di novembre. E per l’anno prossimo già si programmano eventi importanti che, partendo dalla Giornata della Memoria, svilupperanno e amplieranno il progetto “Conoscere per accettare”.  
   
   
DAL 23 OTTOBRE AL 1 NOVEMBRE A TRIESTE SI RINNOVA L’APPUNTAMENTO ANNUALE CON L’ANTIQUARIATO DI QUALITÀ SCULTURE DEL PRIMO MILLENNIO E BILIARDI STORICI IN MOSTRA A TRIESTE  
 
Trieste, 6 ottobre 2004 - Da 22 anni ormai, a cavallo tra la fine di ottobre e i primi di novembre, la Stazione Marittima di Trieste, superbo monumento dell’architettura italiana degli anni 30, si trasforma in un tempio dell’antiquariato nazionale ed europeo di altissimo livello. Ospita, infatti, per ben dieci giorni, Triesteantiqua, la mostra-mercato organizzata dal Consorzio Promotrieste con il sostegno della Camera di Commercio; il patrocinio della Regione Autonoma Friuli-venezia Giulia, della Provincia, del Comune, dell’Agenzia d'Informazione e di Accoglienza Turistica di Trieste e con la collaborazione dell’Associazione Antiquari del Friuli-venezia Giulia. L’edizione di quest’anno, la ventiduesima, consolida lo spirito e i contenuti che hanno reso questa mostra-mercato un evento d'eccellenza nel settore, uno dei più importanti appuntamenti annuali dell’antiquariato a livello nazionale, che conferisce alla città di Trieste un ruolo di riferimento nel mercato antiquario italiano e dei Paesi dell’area Mittel-europea (storicamente l’area di appartenenza del capoluogo Giuliano). E’ ormai tradizione consolidata, per Triesteantiqua, ospitare al proprio interno delle mostre collaterali, tutte di grande respiro storico-culturale. Quest’anno, le due collaterali sono dedicate ad oggetti che fanno parte della memoria materiale della nostra storia, lontana e recente. La prima, tradizionalmente allestita a scopo benefico dal comitato del Friuli Venezia Giulia dell’A.i.r.c., Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro, mette in luce antiche chiavi e chiavistelli, lucchetti e serrature, custodi fedeli dei segreti dell’uomo, dei suoi tesori, che siano forzieri pieni di ori o intimità famigliare da preservare da curiosi e malintenzionati. Sensibile all'impegno dell'Associazione, come di consueto, Promotrieste devolverà parte del ricavato della vendita dei biglietti d'ingresso a Triesteantiqua, a favore della Ricerca sul Cancro. La seconda collaterale, a cura del collezionista e unico produttore artigiano di tabarri, Sandro Zara, è dedicata all’indumento che affonda le proprie radici nel mantello dei legionari romani, nella cappa dei cavaglieri medievali e poi dei cicisbei, pellegrini, bellezze mondane, mercanti, frati e contadini, tutti avvolti nell’unico caldo abbraccio del tabarro. Al pubblico verranno presentati tabarri storici, antichi strumenti che si usavano per la loro lavorazione, nonché un libro “Tabarro. Storie di cavaglieri, dame e sognatori”, scritto da Nilla Turri e Lorenza Pizzo (ed. Mulino Don Chisciotte, Verona, settembre 2004) e un nuovo profumo, ispirato, appunto, al tabarro, creato dal maestro profumiere parmense Luigi Larini. Triesteantiqua, che si svolgerà dal 23 ottobre al 1 novembre vedrà rappresentati tutti i settori dell’antiquariato: dai mobili agli argenti, dai gioielli ai dipinti, dai disegni alle stampe, dalle sculture ai complementi d’arredo, ma anche tappeti e arazzi, ceramiche e vetri, capolavori dell’arte orientale. L’alto livello degli espositori selezionati, provenienti prevalentemente dal Nord e Centro Italia e dall’Austria, corrisponde alle aspettative del pubblico che a Trieste è notoriamente attento ed esigente: secondo le statistiche, è la città italiana che, per numero di abitanti, ha il maggior numero di botteghe d'arte e di antiquariato. Quest’anno, poi, gli espositori hanno in serbo alcune novità degne di essere esposte nei musei. Tra queste, possiamo citare una collezione di statue in terracotta provenienti dagli scavi archeologici dell’antica Cina, trovate intatte nelle tombe dei dignitari del periodo Tang (tra il ‘600 e il ‘900 d.C): soldati, dame di corte, animali, cavalli, carri con i buoi. Una vera rarità è costituita, poi, dalle statuine e dai bassorilievi tratti delle scene della vita di Buddha appartenenti all’arte del Gandhâra, corrente artistica che si sviluppò nell’area dell’attuale Afganistan sud-orientale e del Pakistan nord-occidentale dall’incontro tra le culture ellenistica ed indiana, tra la fine del I sec. A.c. E il Vii d.C. Da notare che oggetti appartenenti all’arte gandhârica sono ospitati nei musei più importanti del mondo, tra cui il Museo Nazionale d’Arte Orientale di Roma. Parlando sempre di oggetti degni di essere esposti in un museo (che però, va ricordato, alla mostra-mercato di Trieste possono essere acquistati), merita particolare attenzione un’esposizione di argenti storici inglesi, tra cui una teiera con relativo scaldino e un vassoio firmati Paul Storr (argentiere del re Giorgio Iii). Le sue opere, oggi, sono contese dalle più accreditate case d’aste e dai collezionisti di tutto il mondo. Basti pensare che, recentemente, ad un’asta tenutasi a Londra, una biscottiera di Paul Storr ha raggiunto una quotazione da capogiro: ben 500 mila di Euro!. Non meno interessanti, fra i tanti oggetti e opere d'arte proposti dagli espositori di Triesteantiqua (che sono a “numero chiuso”, frutto di una severa selezione da parte del comitato organizzatore), sono anche alcuni argenti di Tiffany, dei candelieri rococò del ‘700, dipinti di Renato Guttuso, Aligi Sassu e Ottone Rosai. Un ritratto ad olio su legno di Dante Alighieri, oltre ad un'ampia selezione di dipinti e stampe antiche. Anche tra i mobili italiani del ''700 e dell'800, spiccano alcuni pezzi di grande valore. In particolare, si potrà ammirare una ribalta veronese della prima metà del ''700 in noce e radica di noce con cassetti segreti celati nello scarabattolo. Merita una speciale attenzione una coppia di tombeaux (comodini cilindrici) del primo decennio dell'800. Sono realizzati in piuma di mogano con piano in marmo bianco di Carrara. Si tratta di esemplari estremamente rari, poiché presentano una tecnologia ebanistica molto complessa, che sin dall'epoca li rendeva costosi oggetti d'alto arredamento. Sempre numerosi i pregevoli esemplari di mobili e oggettistica Biedermeier, soprattutto negli stands degli espositori austriaci, che da diverse edizioni partecipano alla mostra-mercato di Trieste. I complementi d’arredo sono rappresentati da una bella galleria di specchi e appliques del ''700 veneziano, una ricca esposizione di ceramiche e zuppiere policrome, vasi e lampadari, nonché una selezione di preziosi orologi da tavolo, di varie epoche. Meritano un accenno particolare anche due curiosità dell’edizione di quest’anno: un autentico biliardo del tardo ‘800, realizzato in noce con intarsi in stile molto austero, proveniente da un'mportante collezione privata e un tavolo da gioco con piano apribile, di provenienza Austro-ungarica, databile fra il 1830 e il 1850, realizzato in noce e rifinito in radica lucidata a gomma lacca. L’edizione di quest’anno di Triesteantiqua - che assume un’importanza tutta particolare anche perché si svolge negli stessi giorni in cui si susseguiranno le cerimonie più importanti per la celebrazione del cinquantesimo anniversario del ritorno di Trieste all’Italia e a poco più di un mese dalla decisione, da parte del Comitato Internazionale, riguardo alla nomina del capoluogo giuliano quale sede dell’Expo 2008 - è talmente ricca di oggetti di altissimo livello e pregio, che ogni stand riserva ai visitatori attenti un’infinità di meravigliose sorprese. La grande mostra-mercato di fine ottobre, s'inserisce organicamente nel tessuto storico-culturale di Trieste, città di grande fascino turistico, ricca di testimonianze storiche e artistiche. Punto d'incontro fra culture mediterranee e mitteleuropee, Trieste ancora oggi conserva il fascino di un tempo; basta fermarsi ad osservare i palazzi neoclassici che si affacciano sul mare, per fare un tuffo nel suo periodo di maggior splendore, quando, primo porto dell’Impero Asburgico, rappresentava un punto di riferimento per i viaggi e gli scambi commerciali, attività che ne hanno caratterizzato la crescita nel corso della sua storia. Alla luce della nuova situazione geo-politica, con l’avvento dell’Europa allargata, Trieste è destinata ad un ulteriore sviluppo, che la vede come uno snodo importantissimo sugli assi Est-ovest e Nord-sud non più solo per i traffici portuali, ma anche per il suo sistema produttivo e, di riflesso, per il rifiorire delle iniziative artistico-culturali Infolink: www.Promotrieste.it/triesteantiqua  
   
   
MARINA CALA DE' MEDICI, IL NUOVO PORTO TURISTICO DI CASTIGLIONCELLO (ROSIGNANO) AL SALONE NAUTICO DI GENOVA, DAL 9 AL 17 OTTOBRE  
 
Genova, 6 ottobre 2004 - Per far crescere la nautica da diporto in Italia non bastano le barche. Ci vogliono le infrastrutture. Ci vuole la volontà e la capacità di affrontare in maniera seria lo sviluppo di questo settore, coniugando crescita dei servizi e delle infrastrutture a servizio del diportista con la tutela dell’ambiente e lo sviluppo del territorio. La vetrina genovese sarà per Cala de’ Medici un'occasione speciale per presentarsi e per far conoscere il proprio modello di business. Con la convinzione che la crescita del settore della nautica da diporto in Italia debba passare attraverso una profonda revisione dei criteri imprenditoriali e di sviluppo nella portualità turistica, il management di Cala de’ Medici vi aspetta per un confronto aperto su questi temi, per conoscerci, per parlare dei risultati raggiunti e dei progetti per il futuro. Lo staff Marina Cala de’ Medici è a disposizione delle redazioni ogni giorno della fiera. Ma un momento speciale è riservato ai giornalisti martedì 12 ottobre: giorno in cui sarà possibile incontrare l’avvocato Maria Paoletti Masini, general manager della società, e le persone dell’ufficio stampa e ritirare gli omaggi e i kit informativi per la stampa.  
   
   
SAT EXPO SEMPRE PIÙ NUMERO UNO IN EUROPA CON 12.000 OPERATORI PROFESSIONALI PROVENIENTI DA 32 PAESI DI TUTTI I CONTINENTI, IL SALONE VICENTINO CONQUISTA SUL CAMPO IL RANGO DI MANIFESTAZIONE INTERNAZIONALE DI RIFERIMENTO DELLE TLC DIGITALI  
 
Vicenza, 6 ottobre 2004 - Con la presenza prestigiosa di Federico Faggin, fisico vicentino inventore del microchip - e quindi "papà" di quel pezzetto di silicio che non manca in quasi nessuna delle apparecchiature utilizzate nelle telecomunicazioni digitali - si è chiusa sabato l'undicesima edizione di Sat Expo. Che aveva visto nella giornata inaugurale le presenze non meno eccezionali del ministro delle comunicazioni Maurizio Gasparri e del ministro e vicepremier israeliano Ehud Olmert. Sat Expo si conferma quindi come il più importante appuntamento di riferimento per il mercato delle telecomunicazioni digitali e via satellite non solo a livello nazionale ma sempre più di livello internazionale. Il presidente di Sat Expo, Paolo Dalla Chiara, commenta: «Questo è stato l'anno del salto di qualità. La mostra sta cambiando fisionomia e sta diventando la vetrina europea più qualificata per lo spazio e le telecomunicazioni digitali. Sono triplicate le presenze straniere, a fronte di un fisiologico calo delle presenze complessive (8%)». Con 12.000 operatori professionali in 3 giorni, infatti, l’afflusso di visitatori a Sat Expo 2004 non si discosta sostanzialmente dai numeri della scorsa edizione. Le percentuali: 50% di tecnici installatori, rivenditori e dettaglianti di materiale elettrico e di elettronica di consumo; il restante 50% suddiviso tra direttori tecnici, consulenti, responsabili Edp e responsabili marketing provenienti soprattutto dalla pubblica amministrazione e settore broadcasting. Piena internazionalità con un 20% di presenze estere in visita provenienti da: Australia, Austria, Brasile, Canada, Cile, Corea del Sud, Croazia, Danimarca, Dubai, Inghilterra, Francia, Germania, Giappone, Israele, Macedonia, Olanda, Repubblica Ceca, Romania, Russia, San Marino, Serbia e Montenegro, Singapore, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svizzera, Taiwan, Usa, Ucraina, Ungheria per un totale di 32 Paesi (6 paesi in più rispetto alla scorsa edizione). Il giorno di chiusura ha visto protagonista ancora una volta Eutelsat con la conferenza stampa in cui il presidente e direttore generale Giuliano Berretta ha fatto il punto sui risultati di bilancio. Eutelsat registra anche quest'anno la migliore performance del suo settore: il fatturato consolidato è di 760,2 milioni €; l'Ebitda consolidato è di 598,9 milioni € e l'utile netto è pari a 269,8 milioni €, con un + 6.3% per il fatturato, un + 9.6% di utile e un + 10.8% per l’Ebitda rispetto all’esercizio 2002/2003. Berretta inoltre ha reso noti i dettagli dell’operazione antipirateria sui segnali satellitari audiovisivi che Eutelsat insieme alla Guardia di Finanza di Brescia ha portato a compimento con successo in questi giorni. Momento significativo la consegna dell’apparato satellitare D-star da parte di Berretta al fisico Federico Faggin per un progetto di e-learning nel Burundi, gestito dall'associazione vicentina Witar (Istituto tecnico A.rossi nel mondo). Argomenti forti di Sat Expo 2004 l’alta definizione e il digitale terrestre, pur confermando assoluto protagonista il satellite. Durante i lavori sul digitale terrestre è emerso che l’Italia, per quanto riguarda l’acquisto dei decoder Mhp (quelli che consentono l’interattività) è un case study: «Rispetto a tutti gli altri Paesi in questi primi 8/9 mesi l’Italia ha registrato un tasso di acquisto che non si è visto in nessun’altra nazione – ha confermato il sottosegretario alle Comunicazioni, Giancarlo Innocenzi -. I decoder in utilizzo sono più di mezzo milione». Dal canto suo il consorzio interuniversitario Cineca ha annunciato di aver prodotto un software open source per la realizzazione del televideo interattivo. Il workshop Eutelsat sull’alta definizione, poi, ha spiegato che l'approdo all’Hdtv sarà un nuovo cambiamento epocale. Che farà tesoro delle esperienze già maturate da Usa e Giappone. È solo questione di tempo, forse qualche anno o forse pochi mesi. Ma il suo completo successo è già scritto. E per ricevere l’Hd? Il passaggio dall’attuale apparecchio televisivo alla new box con schermo piatto al plasma Hd-compatibile non sarà troppo liscio e c’è chi teme un processo difficile. Cristiano Benzi, responsabile dei programmi Hdtv del colosso francese, equipara l’avvento dell’alta definizione ad un evento storico. «Come il successo con la transizione dal bianco e nero alla tv a colori – ha affermato Benzi - un cambiamento epocale condito da molte polemiche. Iniziali. Ma il risultato pare già scontato in partenza: si tratta solo di accelerarne il processo. Irreversibile»  
   
   
GRANDE SUCCESSO PER SPOSIDEA 2004 XI EDIZIONE – DAL 30 SETTEMBRE AL 3 OTTOBRE VILLA CASTELBARCO ALBANI – VAPRIO D’ADDA (MI)  
 
Vaprio d’Adda, 6 ottobre 2004 – Si è chiusa domenica con la cerimonia di premiazione del concorso “L’anello dei Desideri” l’undicesima edizione di Sposidea, il prestigioso salone della Moda e dei Servizi per il Matrimonio promosso dall’Ente Fiera del Barco. Oltre 20.000 persone hanno visitato nel weekend Villa Castelbarco, con un incremento di presenze del 17% rispetto allo scorso anno; passeggiando tra le sontuose sale, i futuri sposi hanno trovato suggerimenti per gli abiti, le bomboniere, la location, il servizio fotografico, le musiche e tutto l’occorrente per un matrimonio perfetto. I visitatori hanno ammirato in passerella le nuove proposte di abiti da sposa per il 2005, presentate dagli atelier, con sfilate che ogni giorno hanno animato la corte d’ingresso della mostra. Tessuti ricercati, colori tradizionali e inconsueti, tagli romantici e moderni per abiti che trasmettono non solo eleganza e charme, ma anche passione ed emozione. Con questa undicesima edizione Sposidea si è confermata ancora una volta il più esclusivo salone lombardo del wedding, dove gli oltre 100 espositori, tutti di altissimo livello, hanno allestito i propri stand con estro e creatività, per aggiudicarsi il “Premio Cupido d’oro” che ha premiato i cinque migliori allestimenti, uno per ogni categoria merceologica: - Premio Moda – categoria abiti: Domo Adami - Premio Imago – categoria fotovideo: Morlotti Fotografo - Premio Bridal Day – wedding services, ristoranti, locations: Garini Della Sforzesca - Premio Gold – categorie gioielli, lista nozze, bomboniere, casa: Vergani Arredamenti - Premio Luna Di Miele – categoria viaggi: Sandan Tour Operator Grande successo ha ottenuto il concorso dedicato alle future spose “Un giorno da modella” organizzato in collaborazione con il magazine White Sposa. Oltre 400 le ragazze iscritte da tutta Italia, tra cui sono state scelte le quattordici finaliste che nella serata di sabato 2 ottobre hanno sfilato in passerella sotto gli occhi dei visitatori, indossando i bellissimi abiti degli atelier presenti alla manifestazione. La giuria di tecnici d'immagine coordinata da Simona Polli, direttrice di White Sposa, sotto la supervisione attenta di Rita Rabassi, esperta in wedding world, ha eletto vincitrice Gabriella De Masi, ventitreenne di Gessate (Mi), che si è aggiudicata un bellissimo abito da sposa dell'Atelier Bolzoni Spose e la pubblicazione del servizio fotografico del suo matrimonio sulle pagine della rivista White Sposa. Con il concorso “L’anello dei desideri” sono state premiate invece 40 fortunate giovani coppie che hanno partecipato all’estrazione finale di un bellissimo abito da sposa di Claraluna e di un volo verso la Polinesia offerto da Sandan Tour, per un indimenticabile viaggio di nozze, assegnati nella cerimonia finale di domenica 3 ottobre. Al successo di Sposidea 2004 ha contribuito la partecipazione di prestigiosi marchi quali Claraluna, il magazine White Sposa, il sito dedicato al matrimonio www.Allafollia.it  il marchio per il make-up Madina e quello per i capelli La compagnia della Bellezza, e Garini Della Sforzesca per i bouquet della sfilata. Proposte di altissimo livello, giochi e premi da sogno, una location davvero unica sono i giusti ingredienti che rendono ogni anno Sposidea un evento senza eguali! L’appuntamento per la prossima edizione, la dodicesima, è dal 6 al 9 ottobre 2005 con Sposidea 2005.  
   
   
PROMOSEDIA - 28° SALONE INTERNAZIONALE DELLA SEDIA UDINE, 10-13 SETTEMBRE 2004 CAIAZZA MEMORIAL CHALLENGE INTERNATIONAL DESIGN COMPETITION  
 
Udine, 6 ottobre 2004 - Ha assunto nel tempo una dimensione ed una notorietà internazionale, richiamando l’attenzione dei giovani designer di tutta Europa. Alla sua ottava edizione e forte di una partecipazione di oltre 400 progetti, il Concorso conferma il proprio ruolo di laboratorio che offre alle giovani leve del design la possibilità di confrontarsi con le esigenze delle aziende e a queste di cogliere i segnali che arrivano dal “nuovo”. La formula prevede un’unica sezione di gara per studenti e professionisti under 40 e confini di partecipazione estesi a tutti i Paesi dell’Europa geografica. L’invito a quanti desiderano misurarsi con la progettazione di una sedia – impresa apparentemente semplice – è quello di affrontare il problema considerandolo nella sua globalità: aspetti estetici e di design ma anche di produzione e serialità. Ai partecipanti è infatti richiesto di produrre idee relative a sedie per interni, ad uso residenziale e contract, tenendo in considerazione l’aspetto ergonomico, la scelta dei materiali – con particolare riguardo al legno - e le necessità dettate dalla produzione. Anche quest’anno al Concorso si affianca la speciale Sezione ad Invito che vede protagonisti tre giovani e già affermati furniture designer europei ai quali è offerta l’opportunità, per giungere a realizzare il proprio progetto, di avvalersi delle capacità dei prototipisti del Distretto della Sedia. La scelta dell’arch. Marco Romanelli, curatore della Sezione, è caduta su Markus Boge e Patrick Frey (Germania), Gaetano Ceschia e Federico Mentil (Italia) e Christophe de la Fontaine (Lussemburgo). Una sezione - quella ad invito - che, come si è visto lo scorso anno quando i protagonisti furono l’italiano Lorenzo Damiani, il tedesco Stefan Diez e il francese Renaud Thiry, arricchisce il dibattito che ruota intorno al Caiazza Memorial Challenge e lo completa, ponendo ulteriormente a confronto le diverse scuole di pensiero e gli aspetti formativi che caratterizzano i Paesi di provenienza dei designer. Giuria: . Sebastian Bergne Designer; . Aldo Colonetti Direttore della rivista Ottagono; . Lorenzo Damiani Designer; . Enrico Franzolini Designe; . Alberto Pratelli Presidente A.d.i- Friuli-venezia Giulia; . Marco Romanelli Critico e designer; . Fabrizio Mansutti Presidente Promosedia. Presidente di Giuria . Marco Romanelli. Partecipazione riservata a: Architetti e Designer che non abbiano ancora compiuto il 40esimo anno di età alla data del 10 Settembre 2004, cittadini degli Stati dell’Europa geografica; Studenti, regolarmente iscritti a corsi di disegno industriale (nell’ambito di Facoltà di Architettura o Istituti Superiori di Design), ubicati nel territorio dell’Europa geografica. Ammessa la partecipazione di scuole di design, ovvero di singoli corsi di disegno industriale, previa indicazione del docente responsabile del corso. Ammessa la partecipazione in gruppo, previa designazione del capogruppo. Progetti pervenuti Sono pervenuti complessivamente 425 progetti, di cui 388 conformi ai requisiti espressi dal Bando. I progetti sono stati valutati dalla Giuria sulla base dell'originalità e dei valori estetico-funzionali. Premi . 1° Premio = importo netto di 2.500 Euro. 2° Premio = importo netto di 1.000 Euro. 3° Premio = importo netto di 500 Euro. Progetti selezionati . Tre progetti “selezionati”. Prototipi . Realizzazione dei prototipi dei progetti vincitori e dei progetti selezionati. Caiazza Memorial Challenge Sezione Ad Invito Edizione Seconda. Designer invitati : Markus Boge e Patrick Frey (Germania) sedia Nori; Gaetano Ceschia e Federico Mentil (Italia) sedia Ka-rega; Christophe de la Fontaine (Lussemburgo) sedia Gazzelle. Modalità di Partecipazione Ai progettisti della “Sezione ad Invito” era richiesto di presentare progetti di seduta, attinenti all’oggetto del Bando del Concorso di Design “Caiazza Memorial Challenge 2004”.  
   
   
CAIAZZA MEMORIAL CHALLENGE PREFAZIONE ALLA SEZIONE INVITO  
 
Udine, 6 ottobre 2004 - La nozione di Giovane Design con cui tanti si riempiono la bocca (le riviste in particolare, ma anche i critici e i “maestri”, normalmente per dichiarare che un “giovane design” non esiste) deve essere in realtà praticata. In un modo innanzitutto: attraverso la promozione. Diceva Gio Ponti nel 1957: “Amatela, l’architettura moderna, nei suoi giovani architetti d’ogni paese, valorosi ed entusiasti: nel suo grembo, con questi giovani, è il futuro” e ancora “amate i buoni architetti moderni, siate tifosi dell’uno o dell’altro: associate il vostro nome alle loro opere che resteranno anche con il vostro nome; e amateli esigentemente, senza indulgenza; e fateli operare”. Sarà sufficiente sostituire in queste profezie pontiane alla parola architetto la parola designer e alla parola architettura la parola design per essere dentro il nostro specifico. In questo fateli operare consiste il segreto della promozione del giovane design. Quando molte occasioni, molte aspettative, molte speranze saranno state date ai “giovani designer”, in particolare italiani (per combattere un indiscutibile svantaggio), allora soltanto potremmo formulare un giudizio sulla situazione del “giovane design”. L’iniziativa della Sezione ad Invito, voluta e promossa da Promosedia all’interno del Concorso Caiazza Memorial Challenge, attraverso la quale ogni anno tre designer provenienti da paesi differenti vengono invitati a progettare una sedia in legno rientra in questa filosofia. Giunti alla seconda edizione, dopo Lorenzo Damiani, Stefan Diez e Renaud Thiry, rispettivamente italiano, tedesco e francese, l’indagine prosegue con Ceschia&mentil, Christophe de la Fontaine, Frey&boge. Italiani i primi, proveniente dal Lussemburgo il secondo, tedeschi i terzi, ma con Patrick Frey di origine sud-coreana. Gaetano Ceschia e Federico Mentil, architetti di formazione e di prevalente pratica professionale, si inseriscono in quella tradizione tipicamente italiana che considera campo di applicazione del progettista l’ambiente umano a 360°. In questo senso quindi il design è da loro visto come parte di un lavoro di progettazione integrale. Una parte che, ben più dell’architettura e dell’urbanistica, consente la sperimentazione tipologica e materica. Per i due giovani veneziani l’innovazione non è tuttavia mai fine a se stessa, ma sempre si confronta con la storia. La sedia pensata per il concorso Caiazza è in questo senso paradigmatica. Innanzitutto il nome, “Kare-ga”, che in dialetto veneziano significa “sedia”: dalla tradizione più umile, mediata dal discorso che Ponti fa sulla Superleggera come “sedia-sedia”, viene infatti desunta l’immagine di una sedia archetipica, riconoscibile da un bambino, una sedia “senza aggettivi” (lo diceva sempre Ponti), senza orpelli, con quattro gambe, sedile e schienale. Su questo schema “anonimo” si inserisce la ricerca sotto la sembianza dei ‘nuovi materiali’. La sedia è infatti composta da due telai in legno aperti e speculari che vengono chiusi dalla seduta e dallo schienale in fibra di carbonio a formare un sistema strutturale estremamente rigido e resistente. Legno e carbonio, nel loro connubio, testimoniano della possibile sinergia tra materiali nuovi e materiali antichi; e la configurazione finale della sedia permette all’utente di abituarsi alla vista e al tatto del nuovo materiale attraverso una forma non scioccante. Inutile ricordare come le prime automobili sembrassero carrozze dotate di motore. Christophe de la Fontaine, scultore prima e poi industrial designer, rappresenta appieno la vitalità del giovane designer europeo: nato in Lussemburgo da una famiglia di origine francese si forma in Germania e quindi viene a vivere in Italia (ove si confronta professionalmente prima con Piero Lissoni e quindi con Patricia Urquiola). Di ciascuno di questi passi, di ciascuno di questi incontri conserva i segni; il loro crogiuolo giustifica la sicurezza e la riuscita del suo progettare. Del giovane designer europeo Christophe presenta poi altre caratteristiche: pur lavorando negli studi di designer già affermati, quindi come assistente, non rinuncia alla propria progettazione e, con essa, transita, come un tempo i pellegrini, nei luoghi del dibattito sul design: dal milanese Salone Satellite, alla Kölnmesse, ove vince, nel 2003, l’Innovation Award, da Kortrjik, per Interieur, a Saint Etienne per la Biennale. Nell’analizzare la sedia presentata al Caiazza Memorial Challenge partiamo anche questa volta dal nome: “Gazelle” ovvero un senso di continuità e di equilibrio quasi magico tra parte portante e parte portata. Le gambe infatti non adottano un distinto linguaggio (strada senza inconvenienti e senza mistero), ma proseguono la configurazione formale del sedile e dello schienale. Ne deriva un oggetto sì mono-materico, ma che rifiuta l’abusato concetto della scocca lignea, per disegnare un reticolo ove il vuoto assume lo stesso valore del pieno. Patrick Frey e Markus Boge, il terzo gruppo invitato a partecipare al concorso Caiazza Memorial Challenge, dimostra, anche attraverso l’impressionante serie di premi vinta in pochi anni di attività, la capacità di discutere le tipologie oggi presenti sul mercato, pur senza rinunciare ad una precisa attenzione verso la funzione. Il loro lavoro è un lavoro di semplificazione e poeticizzazione dell’esistente. Esistente che viene prima portato alla sua essenza e poi riproposto con una significativa progressione. In questo Frey&boge risentono di una formazione al design di stampo tedesco. Formazione che, finalmente, le nuove generazioni riescono a far fruttare, prescindendo, e sfruttando al meglio, quelli che erano stati rigidi vincoli funzionalisti. La sedia di Frey&boge rappresenta questo pensiero. Una normalità ingentilita nelle proporzioni e nelle lavorazioni si trasforma con il colpo d’ala che vuole il retro (non dimentichiamo che sovente il retro è la parte più vista in una sedia) finito in modo differente dal fronte e quindi personalizzato e quindi riconoscibile. Quindi tre oggetti, tre sedie molto diverse attraverso le quali evidenziare quante e quali potenzialità ogni materiale e ogni tipologia abbia ancora oggi a condizione di essere affrontati progettualmente con mente aperta. Ma soprattutto tre differenti poetiche a dimostrare come la strada della globalizzazione che, per misteriosi motivi, molti giudicano unica e ineluttabile sia in realtà semplicemente una delle possibili strade. Su di essa il “giovane design”, come ci dimostrano Ceschia&mentil, de la Fontaine, Frey&boge, ha una ben precisa posizione.
Marco Romanelli Coordinatore della sezione ad invito
 
   
   
DEBUTTA UN MARCHIO D’ECCELLENZA: IL MARCHIO COLLETTIVO DI QUALITA’ E DI PROVENIENZA PER I PRODOTTI DEL DISTRETTO INDUSTRIALE DELLA SEDIA  
 
Udine, 6 ottobre 2004 - Il Distretto Industriale della Sedia sceglie di sottolineare la propria unicità, difendere la propria origine e ribadire la propria competenza ad un mercato che è divenuto globale e fortemente caratterizzato dai processi di omologazione dei prodotti. E sceglie di farlo promuovendosi sul mercato internazionale con una nuova immagine e con una strategia di comunicazione capace di creare distinzione, di portare nuova conoscenza ai fruitori della sua produzione. E’ una strada che induce a fare sistema, che è occasione di rilancio per il tessuto produttivo del Distretto sui mercati internazionali, che favorisce un cambiamento di comportamento e offre nuove opportunità alle aziende che vi credono. Il progetto del Marchio Collettivo di Qualità e di Provenienza vede la luce dopo approfonditi studi di fattibilità, di definizione delle strategie, di rigorosa messa a punto dei parametri qualitativi che dovranno essere rispettati per consentire alle aziende di accompagnarlo ai propri prodotti, di stesura di un regolamento che definisce i termini dell’adesione all’iniziativa. Se ne sono fatti promotori Promosedia, Cres e Catas, su delega del Comitato di Distretto, attraverso la costituzione di un Comitato Guida per il Marchio formato dagli imprenditori rappresentanti le Associazioni di Categoria, la Cciaa di Udine e Promosedia: Gianfranco Baccaro, Gianni Burlina, Luigino Cozzi, Franco Di Fonzo, Luigi Martino, Alberto Turolo e coordinato da Franco Buttazzoni, vicepresidente di Promosedia. L’obiettivo del Marchio e dei suoi promotori è candidare le imprese aderenti ad un ruolo di eccellenza, a farsi protagoniste di un nuovo modo di fare distretto. Aderire alla politica di marchio significa infatti esprimere volontà al miglioramento, all’apprendimento di nuove conoscenze tecnologiche, alla formazione, alla qualificazione. Il Marchio è pensato quale strumento per dare forza alla propria azienda traendo forza dal Distretto; per amplificare la notorietà raggiunta sul proprio mercato di riferimento affiancandovi l’identità di un territorio capace di creare eccellenza estetica e produttiva e di garantire un controllo costante della qualità. Il Marchio di Qualità e Provenienza per i prodotti del Distretto Industriale della Sedia è un marchio collettivo volontario. Non un marchio che sottrae bensì un marchio che aggiunge valore al marchio della singola azienda aderente. Potrà riguardare parte o tutti i modelli di un’azienda perché è lasciata all’imprenditore la facoltà di presentare domanda di concessione d’uso per i modelli che più gli interessano. Riguarderà le sedie ma anche i tavoli e i complementi d’arredo a questi correlati, realizzati in qualsiasi materiale e per qualsiasi destinazione d’uso (residenziale e contract). Due i requisiti fondamentali per aderire al Marchio. Il primo riguarda le aziende manifatturiere, che devono essere Distrettuali, ovvero avere sede legale e stabilimento produttivo nel territorio degli 11 Comuni del Distretto. Il secondo requisito è invece legato al prodotto, che per fregiarsi del Marchio dovrà rispondere a severi standard qualitativi, riconosciuti a livello internazionale e riconducibili a parametri costruttivi, di prestazione, di sicurezza e di finitura. Il compito di testare i prodotti è affidato al Catas, il maggior istituto italiano di ricerca-sviluppo e laboratorio di prove per il settore legno-arredo che ha la sua sede principale proprio nel distretto. Il Marchio promuoverà la qualità totale dei manufatti anche attraverso la tracciabilità del prodotto, rivolgendosi indirettamente anche alle imprese che fanno subfornitura e portando la filiera a valorizzare i singoli processi di trasformazione e produzione. Tale passaggio è garantito attraverso l’istituzione di un Registro di Fornitori Qualificati, cui saranno iscritte le aziende subfornitrici che si impegnano a soddisfare i requisiti richiesti dal Marchio. Garantendo la tracciabilità del prodotto e in forma indiretta le fasi e i processi che stanno a monte della produzione, il marchio contribuisce dunque a creare un ambiente produttivo che accresce la qualità delle prestazioni in termini assoluti. La presentazione del logo trova non a caso spazio al 28° Salone Internazionale della Sedia, manifestazione che ha contribuito a diffondere la conoscenza del Distretto della Sedia e della sua produzione. Il Salone ospita un’ampia area dedicata al Marchio, pensata per offrire informazioni e chiarimenti agli imprenditori affinché possano rendersi conto del valore di questo strumento e delle potenzialità insite nel darsi un’identità di distretto. Se alla fase di stesura del regolamento si è accompagnata l’individuazione del segno grafico che nell’affollato panorama della produzione internazionale valorizzerà l’originalità distintiva, l’unicità della competenza espressa dal Distretto Industriale della Sedia, è ora in fase di definizione la strategia di marketing e di comunicazione del Marchio. Obiettivo primario è radicarlo nella memoria del fruitore; é acculturare il rivenditore e il consumatore finale, guidando quest’ultimo ad un acquisto consapevole, portandolo a riconoscere i pregi di un prodotto Made in Friuli riconducibile a quel Made in Italy che è sinonimo di qualità totale, di rispetto dei valori etici, di cultura di prodotto.  
   
   
ENI: SAIPEM, NUOVO CONTRATTO NEL SETTORE DELLE COSTRUZIONI MARE PER CIRCA 440 MILIONI DI DOLLARI  
 
San Donato Milanese, 6 ottobre 2004 - Il contratto riguarda l’ingegneria, l’approvvigionamento, la costruzione, l’installazione e la messa in servizio delle condotte sottomarine, gli ombelicali e i risers(2) a una profondità d’acqua di circa 1.400 metri. Saipem si è aggiudicata il contratto chiavi in mano per lo sviluppo sottomarino del giacimento Rosa situato nella concessione esplorativa Blocco 17(1), nell’offshore angolano, a circa 200 chilometri a nord ovest di Luanda. Il contratto è stato assegnato dalla Total Exploration & Production Angola (Tepa), operatore del Blocco 17, e ha un valore di circa 440 milioni di dollari Usa. Il contratto riguarda l’ingegneria, l’approvvigionamento, la costruzione, l’installazione e la messa in servizio delle condotte sottomarine, gli ombelicali e i risers(2) a una profondità d’acqua di circa 1.400 metri. Le opere consentiranno di collegare il giacimento Rosa con la nave Fpso del giacimento di Girassol nel Blocco 17. I lavori in mare saranno realizzati dai mezzi navali Saipem 3000 e Saibos Field Development Ship tra il primo e il terzo trimestre del 2006. (1) I partner di Total nel Blocco 17 sono Esso Exploration Angola (Block 17) Ltd., Bp Exploration (Angola) Ltd., Statoil Angola Block 17 As and Norsk Hydro, mentre Sociedade Nacional de Combustíveis de Angola (Sonangol) è il concessionario del blocco (2) Riser: condotte che collegano il giacimento alla nave Fpso.  
   
   
A DEFENDORY 2004, AMS LANCIA INSITE - UN SISTEMA DI HOMELAND PROTECTION  
 
Roma, 6 ottobre 2004 - Insite fa parte della sempre più vasta gamma di sistemi proposti da Ams per la Homeland Protection. E’ stato sviluppato da Ams e Drs in risposta alla crescente richiesta di un sistema in grado di fornire un’identificazione rapida delle potenziali minacce in una vasta gamma di applicazioni. Il sistema Insite è stato ordinato dalla Guardia Costiera statunitense per essere utilizzato per le proprie iniziative di Sicurezza Nazionale. Il sistema può essere utilizzato per il rilevamento della minaccia nei pressi di punti di importanza strategica (porti, centrali elettriche, singole navi); allo stesso modo, attraverso il collegamento di sistemi multipli Insite, si può creare un efficace sistema di sorveglianza dei confini territoriali. Il rilevamento della minaccia può essere raggiunto attraverso una serie di sensori tra cui sistemi radar, elettro ottici e sonar, integrati da un sistema di monitoraggio automatizzato del comportamento della traccia. In tal modo è possibile identificare rapidamente rotte o comportamenti anomali in modo da avere tutto il tempo necessario per agire in modo preventivo.  
   
   
AMS: PROGRESSI PER IL RADAR MULTIFUNZIONE EMPAR  
 
Roma, 6 ottobre 2004 - Ams ha compiuto importanti passi avanti nel progetto Empar. Il radar Empar - scelto per qualificare il sistema Paams-empar - è stato consegnato e installato a bordo della nave sperimentale Carabiniere della Marina Militare Italiana dopo aver completato i Fat (Factory Acceptance Test) presso lo stabilimento Ams di Fusaro (Napoli). Si sta pertanto procedendo - secondo la tempistica stabilita - verso i primi test di accettazione dei sistemi Paams-empar previsti per la fine del 2005. Ams inoltre ha completato l’installazione e il fasamento di un sistema di Comando e Controllo per il Sistema di Controllo del Tiro Empar-paams presso la struttura d’integrazione di terra Horizon a Tolone. Un Sistema di Controllo del Tiro completo Empar ha già iniziato i test di qualificazione con il cliente italiano e francese. Ams ha ottenuto un ulteriore successo con la positiva integrazione di un Sistema di Controllo del Tiro Empar (formato da un sistema di Comando e Controllo reale e un sistema radar simulato) con il Sistema di Combattimento Horizon. L’empar rappresenta il sensore primario nei sistemi missilistici Fsaf Saam-it e Paams-empar (Fr/it). Sarà installato a bordo della portaerei della Marina Militare Italiana Conte di Cavour ed è stato scelto come sensore principale per le quattro Fregate Horizon. L’empar è un radar multifunzione a phased array operante in Banda G. La capacità multifunzione fornisce simultaneamente sorveglianza, puntamento e controllo armi. Il rilevamento della minaccia e la capacità di valutazione dell’Empar è stato accuratamente testato in condizioni estremamente difficili: clutter posteriori, aerei, elicotteri, missili a volo radente sul mare, aerei supersonici, e perfino bersagli contenenti loro stessi dei disturbi anti-radar. Nel dicembre del 2002 la campagna per il lancio del sistema Saam-it basato sull’Empar si è conclusa con il 100% dei successi (3 lanci riusciti su 3), un risultato che ha portato alla qualifica del sistema missilistico da parte della Marina Militare Italiana e della Marina Francese. L’empar, con la sua antenna rotante a 60 giri/minuto, esegue un’ampia copertura di ricerca volumetrica in tempo reale, funzioni operative di ricerca a bassa quota e in superficie e di sorveglianza di bersagli multipli eseguite sulla base di priorità assegnate; inoltre adatta in modo continuo la propria modalità operativa selezionando la frequenza di trasmissione, le forme d’onda e l’elaborazione di segnale e dati in tempo reale. Utilizza una modalità di trasmissione uplink quando è necessaria la guida missili.  
   
   
I NUOVI SISTEMI HANNO SENSO: È IN ARRIVO L’ASSISTENZA ALLA GUIDA  
 
Stoccarda, 6 ottobre 2004 - Può accadere tutto in un attimo: si allunga un braccio verso il cassetto portaoggetti, per prendere un nuovo Cd ed ecco che il guidatore della vettura ha già perso di vista ciò che sta accadendo sulla strada. La sua vettura esce dalla corsia di marcia, con conseguenze, che preferisco non descrivere oltre. Una simile scena potrebbe essere tratta dalla trasmissione televisiva “7. Senso”, che mostra sempre situazioni di pericolo sulle strade ed illustra consigli per aumentare la sicurezza in viaggio. A prima vista, la sua conclusione appare inizialmente molto semplice: anche gli automobilisti sono esseri umani, con tutti i difetti annessi e connessi, che possono anche distrarsi ed affaticarsi, soprattutto dopo un lungo viaggio. Proprio questo, invece, non potrà mai accadere all’elettronica. È alquanto improbabile che i sensori video distolgano l’attenzione dal traffico. Questi nuovi “occhi dell’auto” forniscono al guidatore un avviso tempestivo, in caso di necessità. Non solo, sanno fare di più: i segnali dei sensori possono consentire di riportare automaticamente la vettura sulla corsia giusta. Entrambe le operazioni sono destinate a diventare realtà con i sistemi di Assistenza alla Guida di Bosch. Noi non ci affidiamo esclusivamente al nostro angelo custode, ma lo aiutiamo con l’elettronica. La doppia funzione dell’Assistenza alla Guida: comfort e sicurezza Tentiamo, comunque,di ridimensionare un po’ gli aspetti drammatici: i Sistemi di Assistenza alla Guida non offrono soltanto funzioni di sicurezza, ma anche di comfort. Un binomio che risulta evidente, anche osservando la “roadmap” della nostra divisione di prodotto Driver Assistance. Ciò che stiamo realizzando, sarà di grande utilità per l’automobilista, anche nella normale guida di tutti i giorni. Stiamo continuando a sviluppare l’assistenza al parcheggio, ad esempio, sino a quando si potrà parcheggiare in modo semi-autonomo. L’acc, il nostro Adaptive Cruise Control, sarà in grado, in futuro, di mantenere la giusta distanza di sicurezza rispetto al veicolo che precede, anche a velocità molto ridotte, sino alla capacità di gestire il traffico “stop & go”. A questo proposito, un dispositivo che interviene in aiuto dell’automobilista nella guida gli permette nel contempo di evitare i tamponamenti. I confini tra comfort e sicurezza non sono, quindi, così rigorosi. Anche le applicazioni con l’impiego dei sensori video, a cui ho fatto cenno in precedenza, sono utili sia per l’uno sia per l’altro aspetto. L’evoluzione parte dal riconoscimento della corsia di marcia e della carreggiata per arrivare all’assistente nel mantenimento della corsia. Attraverso la combinazione dei sensori ambientali con i sistemi di sicurezza attivi e passivi, si potrà ottenere un livello di prevenzione degli incidenti mai raggiunto sinora. Ad esempio, regolando preventivamente, sulla base delle informazioni dei sensori, le cinture di sicurezza ed i freni, in previsione di un possibile urto. Noi chiamiamo questo Predictive Safety Systems (Pss). Tutto ciò rientra nel campo dell’ Assistenza alla Guida – che significa un ampio spettro di sviluppi per l’automobile del futuro. L’assistenza alla Guida è davvero utile? Tre risposte Vorrei chiarire un aspetto molto importante: i Sistemi di Assistenza alla Guida non sono affatto giochini tecnologici. Perché sono così utili in pratica? Preferisco approfondire questa domanda, non tanto con un esempio pratico, bensì fornendo una serie di risposte di principio. I. La densità del traffico sulle strade è in aumento La prima risposta è basata sull’aumento della densità del traffico sulle strade. Le cifre, di per sé, parlano chiaro: nel 1950, in Germania, la percentuale era di appena 15 automobili ogni 1.000 abitanti, nel 1970 si è passati a 229, nel 2003, a ben 544 ed entro i prossimi dieci anni si dovrebbe superare quota 600. La percorrenza media è a sua volta in aumento. La conseguenza: il traffico diventa non solo meno fluido, ma anche più stressante – non soltanto nelle grandi città, ma anche sulle autostrade. Questo può causare un sovraffaticamento dei guidatori, in particolare, degli automobilisti più anziani. Lo sviluppo demografico è alla base di questa tendenza. L’età media degli automobilisti è in aumento e, di conseguenza, cresce la necessità di compensare le limitazioni inevitabilmente legate all’età in materia di vista, udito e capacità di reazione. Questo, unitamente al “traffic jam” (gli intasamenti che rallentano oltremodo il traffico), richiede la realizzazione di soluzioni tecniche, che riducano gli sforzi mentali e fisici, ai quali sono sottoposti gli automobilisti. Ii. L’urgenza di prevenire gli incidenti La seconda risposta rafforza la prima. Tanto è più denso il traffico, quanto aumenta, in linea di principio, il pericolo di incidenti. Diamo un’occhiata alle statistiche: ogni anno, sulle strade europee, si verificano circa 1,5 milioni di incidenti. Nel solo anno 2000, il numero delle vittime sulle strade è stato di 40.000 , mentre quello dei feriti è stato pari a 1,7 milioni. Il danno economico-sociale è considerevole: 160 miliardi di euro, pari al due percento del prodotto lordo interno europeo. Quel che più conta, comunque, è che stiamo parlando di vite umane. L’unione Europea, con il suo programma “E-safety”, si è posta un obiettivo ambizioso: dimezzare, entro l’anno 2010, il numero delle vittime della strada. La “E” sta per Elettronica: compresa l’Assistenza alla Guida Elettronica. Iii. L’evoluzione dell’intelligenza elettronica La terza e ultima risposta prende spunto dai successi ottenuti sinora nel campo della prevenzione degli incidenti. Nonostante l’aumento delle percorrenze, in Germania il numero delle vittime della strada è diminuito in modo significativo: da 15.000 nell’anno 1980 a 6.600 nell’anno 2003. Al raggiungimento di questo risultato, hanno certamente contribuito i miglioramenti delle reazioni delle autovetture in caso di incidente, in particolare, grazie alla maggiore rigidità delle carrozzerie. Un altro fatto altrettanto sicuro è quello che molte vite sono state salvate, grazie ai sistemi di sicurezza attivi e passivi: sia che si tratti del Programma Elettronico di Stabilità (Esp), che evita sul nascere un incidente da sbandamento su due, sia degli airbag, i quali riducono perlomeno le conseguenze di un incidente. Ogni vita umana perduta, comunque, è una di troppo. Un valido contributo può venire dall’ulteriore sviluppo dell’intelligenza elettronica. In futuro, i sensori non rileveranno unicamente i movimenti nominali e reali del veicolo, come nel caso dell’Esp, ma anche e soprattutto l’area che circonda la vettura. E’, così, possibile rilevare potenziali pericoli in modo ancora più tempestivo, anticipando di preziosissime frazioni di secondo le reazioni del guidatore o della tecnica. È proprio questa rapidità che rende l’assistenza alla guida così utile, in caso di pericolo. Perché proprio l’Assistenza alla Guida di Bosch? Quattro risposte Ma per quale ragione questi sistemi hanno senso proprio per Bosch? Che cosa sembra quasi predestinare la nostra Azienda allo sviluppo della tecnica più appropriata? Esaminiamo la questione anche dal punto di vista economico: quali successi di mercato prevediamo in questo settore? Vorrei fornire alcune risposte essenziali anche su questi aspetti. I. La nuova concretizzazione del “Programma 3S“ La prima di queste risposte, riferita a Bosch, parte dal nostro Programma 3S. Rendere la guida dell’auto più sicura, più pulita e più economica (in tedesco questi aggettivi iniziano tutti con la lettera S): è questo l’obiettivo che ci siamo posti già negli anni ’70 e che ancora oggi è il riferimento della nostra politica di innovazioni. Molte delle soluzioni da noi sviluppate si basano sulla logica di affrontare i pericoli della guida in auto, con soluzioni tecniche sempre più raffinate. Nel 1978, ad esempio, abbiamo realizzato il Sistema Antibloccaggio (Abs), nel 1986 la Regolazione Antipattinamento in Accelerazione (Asr).l’introduzione dell’Esp, nell’anno 1995, non è stata altro che la logica prosecuzione di questa linea di pensiero. Riflettendoci bene, con i sistemi di Assistenza alla Guida diamo il via ad un aggiornamento del nostro “Programma 3S”, con l’aggiunta del termine “più confortevole”. Ii. La leadership nell’innovazione per l’elettronica in auto La seconda risposta di Bosch prende spunto dalla nostra leadership nel campo dell’elettronica per auto. In questo contesto, non mi dilungherò, per puro auto-compiacimento, in un interminabile elenco di tutte le soluzioni da noi sviluppate, oltre all’Abs e all’Esp. Anche perché le attività pionieristiche del passato non hanno affatto esaurito il nostro spirito innovativo. Ci rendiamo perfettamente conto che per conseguire nuovi successi, dobbiamo continuamente percorrere nuove strade. Talvolta, però, nel creare qualcosa di nuovo, possiamo “incrociare” i successi sino ad oggi conseguiti. Proprio questo pensiero è alla base di Caps, che in inglese significa “Combined Active and Passive Safety Systems” (Sistemi di sicurezza attivi e passivi combinati). Dal nostro punto di vista, non ci consideriamo, quindi, soltanto un fornitore di sistemi. Noi lavoriamo anche, affinché i diversi sistemi collaborino insieme, ricevendo, al tempo stesso, informazioni relative all’ambiente che circonda il veicolo. I Predictive Safety Systems, ad esempio, presuppongono l’esistenza di funzioni legate all’Acc o all’Esp. Sia che lavoriamo a collegamenti tra sistemi di questo genere, sia che sviluppiamo sistemi del tutto nuovi - facciamo sempre in modo che gli investimenti necessari non manchino mai. Il nostro Settore Tecnica per Autoveicoli ha costantemente aumentato la percentuale sul fatturato dei propri stanziamenti destinati alla Ricerca & Sviluppo, anche durante il passato periodo di debole congiuntura. Una percentuale che sarà ulteriormente aumentata anche quest’anno - dal 9,2 al 9,3%. Alla fine di quest’anno, circa 17.000 dipendenti opereranno in Ricerca & Sviluppo per questo nostro Settore Tecnica per Autoveicoli, con un aumento di circa 1.000 persone rispetto all’inizio del 2004. La Divisione di Prodotto Driver Assistance occupa, da sola, oltre 300 ricercatori. Bosch dispone, quindi, delle idee, dei mezzi e dei cervelli, per realizzare soluzioni innovative anche nel campo dell’Assistenza alla Guida. Iii. Il particolare know-how nei sensori In questo campo é, tuttavia, indispensabile disporre di un particolare know-how in materia di sensori e, sulla base di questa affermazione, intendo fornire la terza risposta di Bosch. La nostra Divisione Elettronica per l’ Auto, che comprende i Sistemi di Assistenza alla Guida, è uno dei principali fornitori di sensori dell’Industria dell’Auto. Le cifre del Centro di Tecnologia Sensori di Reutlingen parlano da sé: quest’anno, vi abbiamo prodotto quasi 100 milioni di sensori micromeccanici, oltre cinque milioni dei quali sono sensori di imbardata per l’Esp. Bosch ha acquisito già nel passato know-how anche nel rilevamento dell’area circostante l’autoveicolo, sia con tecnologia a ultrasuoni, sia di tipo radar o video. Negli anni ’80, ad esempio, abbiamo partecipato al progetto “Prometeo” dell’Industria Automobilistica Europea, il quale ha rappresentato una svolta per l’evoluzione dei sensori ambientali. All’inizio degli anni ’90, abbiamo sviluppato, nell’ambito del progetto di ricerca “Parcheggio automatico”, un’“automobile con gli occhi”. Nel 1993, abbiamo avviato la produzione di serie del Parkpilot e nel 2000 quella dell’Acc. Proseguiamo questo cammino evolutivo con la massima coerenza. Iv. Le notevoli potenzialità di mercato La nostra strategia tiene conto non solo delle prospettive tecniche, ma anche di quelle economiche. Questa è l’ultima, ma non meno significativa, risposta alla domanda sull’importanza dell’Assistenza alla Guida per Bosch. Per questi sistemi futuri, abbiamo stanziato investimenti preliminari notevoli, pari a un importo milionario a doppia cifra ogni anno. Non opereremmo in questo senso, se non prevedessimo anche un notevole potenziale di mercato. I nostri successi in termini di vendite sono già più che apprezzabili: sia perché, nel 2003, abbiamo già venduto quasi un milione di assistenti al parcheggio, sia perché il nostro Acc viene montato di serie da quattro diverse Case automobilistiche. Ma le nostre potenzialità vanno ben oltre. Tutte le ricerche di mercato condotte sull’argomento sono concordi: i Sistemi di Assistenza alla Guida sono ai primissimi posti tra i settori maggiormente in crescita per le aziende fornitrici dell’Industria dell’Auto. Noi stessi ci vogliamo concentrare, per quanto riguarda le previsioni, ai campi produttivi di nostra competenza: Parkpilot, Acc e sistemi di tipo video. A questo proposito, il volume di mercato in Europa nell’anno 2000 ha raggiunto quasi 150 milioni di euro. Entro il 2010, il volume aumenterà del 13-14% all’anno, sfiorando quindi la soglia del mezzo miliardo di euro. Alla fine del decennio, il volume di mercato per i nostri sistemi supererà presumibilmente un miliardo di euro a livello mondiale. Su questo tema, desidero sottolineare che saranno soprattutto le funzioni video ad assumere un’importanza maggiore, sia che aiutino la vettura a rimanere in carreggiata sia che ne semplifichino le operazioni di parcheggio, con una crescita di mercato stimata del 30% all’anno nei principali mercati (Europa, Nord-america, Giappone). In generale, prevediamo un aumento delle percentuali di equipaggiamento dei Sistemi di Assistenza alla Guida. Quest’anno, nell’Europa Occidentale, il 10% di tutte le autovetture di nuova immatricolazione è dotata di un Parkpilot, nel 2010 la percentuale dovrebbe essere più che raddoppiata. Sempre entro tale data, in Europa Occidentale anche una vettura di lusso su cinque sarà equipaggiata con l’Acc. Ma che cosa stimola la domanda? Senza dubbio, l’ampliamento delle funzioni ed i prezzi interessanti. Dietro a tutto questo, si nasconde, comunque, il bisogno di sicurezza che, secondo una ricerca condotta dall’Adac, attualmente è già il criterio più importante nell’acquisto di un’auto. Anche le Case automobilistiche dovranno adeguarsi sempre più a questa tendenza, senza dimenticare il tema di fondo dello sviluppo demografico. Nessuno, infatti, potrà prescindere dal fatto che tra dieci anni, in Germania, gli acquirenti ultrasessantenni di auto nuove non saranno più uno su cinque, ma uno su tre. Sulla strada verso il successo dell’Assistenza alla Guida: due premesse Ritenere che il successo di mercato dei Sistemi di Assistenza alla Guida sia qualcosa di automatico, significherebbe peccare di presunzione. In effetti, bisogna tenere conto di alcune premesse, sia di carattere tecnico sia psicologico. Mi concentrerò ora su due di esse. I. Safety first significa anche quality first Chi decide di acquistare un’auto nuova dotata di un Sistema di Assistenza alla Guida, deve assolutamente avere fiducia nell’intelligenza elettronica. L’acquirente non è disposto ad accettare nessun genere di se e di ma, quando si tratta di sicurezza. L’affidabilità dell’elettronica deve essere, quindi, ineccepibile. Questa è la premessa essenziale per il successo di mercato dei nuovi sistemi. Una cosa ovvia? Tutt’altro, perché l’attuale dibattito sull’elettronica fornisce perlomeno qualche spunto di riflessione. Nell’ambito di questa discussione, teniamo ovviamente conto dei possibili stravolgimenti: si parla con troppa semplicità, ad esempio, di guasti di natura elettronica, quando in realtà si tratta di problemi elettrici, se non addirittura meccanici. Le statistiche dei richiami vengono propagandate con grande rilievo, mentre quelle degli incidenti con minor enfasi. Queste ultime dimostrano, invece, chiaramente l’effetto “salva-vita” dei sistemi, quali Abs ed Esp. Resta, tuttavia, il fatto che tra il pubblico degli automobilisti si è diffusa, in modo più o meno ampio, la notizia che l’elettronica rappresenti un problema. Di conseguenza, dobbiamo affrontare questo tema, il ché significa soprattutto una cosa: bisogna andare a fondo degli effettivi problemi a livello di elettronica. A questo proposito, l’intera Industria automobilistica ha ancora alcuni compiti da svolgere, in particolare, per quanto riguarda l’interconnessione delle centraline; grazie alla cooperazione internazionale “Autosar”, essa si sta dedicando ormai da tempo allo sviluppo di una nuova architettura per l’interazione dei sistemi elettronici, cosa che va direttamente a vantaggio dei Sistemi di Assistenza alla Guida. Molte delle loro funzioni presuppongono, infatti, l’esistenza di un network di sistemi. Le interfacce standard, che rappresentano uno degli obiettivi di Autosar, renderanno più affidabile non solo l’elettronica in generale, ma anche i Sistemi di Assistenza alla Guida in particolare. Safety and quality first (sicurezza e qualità innanzitutto): l’una non può esistere senza l’altra. Ii. Trasferire ai clienti l’informazione sull’utilità dei nuovi sistemi Il successo di mercato dei Sistemi di Assistenza alla Guida presuppone, inoltre, l’esistenza di un marketing all’altezza della situazione. Gli acquirenti di un’auto decideranno in favore di uno dei nuovi sistemi, solo quando saranno in grado di apprezzarne gli effettivi vantaggi. Anche questa seconda premessa ha quasi l’aria di essere un’affermazione ovvia. Eppure, esistono alcuni aspetti da non sottovalutare. I sistemi, quali l’assistenza nel mantenimento della corsia, ad esempio, possono risultare subito convincenti. Ma anch’essi devono, tuttavia, essere prima sperimentati nel vero senso della parola. Anche a questo proposito, ci faremo venire in mente qualcosa: non solo prove di guida su strada, ma anche virtuali, come le simulazioni interattive su Internet. Abbiamo già messo in atto qualcosa del genere sia per l’Esp sia per i sistemi di navigazione, in parte con un’attività di co-marketing con le Case automobilistiche. In tutto quello che facciamo, dobbiamo comunque considerare che la maggior parte dei Sistemi di Assistenza alla Guida farà inizialmente parte degli equipaggiamenti in optional delle autovetture. A questo punto, la domanda è: quali costi aggiuntivi sono disposti a sostenere gli acquirenti di un’auto nuova per queste ulteriori funzioni? In sostanza, quanto vale per loro un guadagno in termini di sicurezza e di comfort? Su questo tema, esistono ovviamente differenze tra il proprietario di una berlina di lusso e quello di una vettura sportiva. Il giusto messaggio da trasmettere alle singole tipologie di clientela assume, pertanto, un’importanza fondamentale. Proprio quando mettiamo in risalto la novità assoluta dell’Assistenza alla Guida, dobbiamo, però, anche sottolineare continuamente ciò che non vogliamo: la guida automatica. Chi non intende guidare di persona, prenderà direttamente un autista – oppure l’autobus. Si tratta, quindi, di tracciare una linea di demarcazione netta tra la guida automatica e quella semiautomatica. A questo riguardo, conviene effettivamente utilizzare passo dopo passo le potenzialità tecniche offerte dall’Assistenza alla Guida. I Predictive Safety Systems, ad esempio, saranno da noi introdotti in tre diverse generazioni, concepite l’una in base all’altra. Questo strategia per gradi, di questo siamo certi, aiuterà a spianare la strada, affinché la guida semiautomatica sia accettata dal mercato. Considerazione finale: l’automobile sensitiva è alle porte La precisa definizione, da parte nostra, dei percorsi, dei passi e degli obiettivi da perseguire per i Sistemi di Assistenza alla Guida, tuttavia, non basta. Quando è necessario, Bosch sa anche impostare strategie a lungo termine, senza mai demordere, fino a raggiungere il successo di mercato prefissato. Anche con l’Abs e l’Esp abbiamo sempre stanziato, nonostante qualche contraccolpo imprevisto, forti investimenti preliminari. Ma che cosa hanno in comune i sistemi di Assistenza alla Guida con i sistemi frenanti? In entrambi i casi, non stiamo parlando di giochini, ma di sicurezza. E anche se non tutti i Sistemi di Assistenza alla Guida sono in grado, in caso di pericolo, di salvarci la vita, essi possono comunque ridurre lo stress giornaliero in mezzo al traffico. Di certo, abbiamo a che fare con una tecnologia utile per gli automobilisti. Da questo punto di vista, Bosch ha sempre avuto un “sesto senso” ed un buon sensore. L’automobile sensitiva sta per arrivare.  
   
   
COLUMBUS DAY E PRESENTAZIONE DELLA NUOVA SCALA AL GUGGENHEIM MUSEUM  
 
 Milano, 6 ottobre 2004 - Il Vice Sindaco Riccardo De Corato, l’assessore alla Cultura, Musei e Relazioni Internazionali Salvatore Carrubba e l’assessore alla Moda, Turismo e Tempo Libero Giovanni Bozzetti, dall’8 al 13 ottobre saranno a New York per una missione istituzionale. L’evento più importante si terrà il 12 ottobre al Guggenheim Museum dove il Vice Sindaco e l’assessore Carrubba presenteranno l’opera di restauro e ristrutturazione della Scala. Alla serata saranno presenti numerose autorità culturali e istituzionali newyorkesi. Parteciperanno all’evento anche il Console Generale italiano a New York Antonio Bandini e Daniele Bodini, presidente della Fondazione per l’arte e la cultura italiana. Per l’assessore Salvatore Carrubba, oltre agli appuntamenti fissati con il Vice Sindaco e Bozzetti, sono previsti gli incontri con Charles J. Pierce, direttore della Morgan Library e con gli assessori newyorkesi Daniele L.doctoroff (marketing urbano) e Kate Levin (Cultura). Carrubba visiterà infine il cantiere del Moma. Tra gli appuntamenti in calendario, l’incontro tra il Vice Sindaco e l’assessore Bozzetti con Vincent Tummino, Presidente Nyfd Columbia Association e Comandante dei Pompieri di Staten Island presso il New York Fire Department. De Corato e Bozzetti rappresenteranno il Comune di Milano al Gala Dinner Columbus day. Il Vice Sindaco parteciperà poi alla messa celebrata dal Cardinale Edward Egan nella Cattedrale di San Patrizio e a seguire alla parata del Columbus day dove sfilerà una rappresentanza del Consiglio e della Giunta comunale. De Corato incontrerà anche il tenente Steve Mona, Comandante della Anti Graffiti Task Force; Mcmahon, il direttore dell’Ufficio di Pubblica Sicurezza dello Stato di New York; il Sovrintendente Samuel Plumeri del Port Authority Police Department, il corpo di polizia che ha perso il 3% del suo staff nell’attentato alle Torri Gemelle. All’incontro parteciperà anche l’assessore Bozzetti. Sono previsti colloqui con Mr Jack Linn, Vice Commissario del Dipartimento della città di New York addetto ai Parchi, Giardini e Aree gioco e con William Kelly, responsabile del progetto di ristrutturazione del World Trade Center per Lower Manhattan Development Corporation, Città di New York. L’assessore Giovanni Bozzetti, oltre agli appuntamenti già fissati insieme al Vicesindaco, ha previsto una serie di incontri importanti per il turismo e la moda di Milano, due risorse fondamentali per la nostra città. Parteciperà all’inaugurazione dell’Italian Living by Macef che ha lo scopo di promuovere il Made in Italy e l’Italian Way of life nei più significativi mercati esteri. Durante la parata del Columbus Day la moda milanese sarà presente attraverso il marchio Missoni. Dieci modelle, a bordo di Giuliette Alfa Romeo indosseranno abiti della famosa casa di moda italiana in un ideale connubio tra due simboli di Milano: la tecnologia e il fashion sistem. L’assessore Bozzetti incontrerà anche il presidente e la direttrice del Fashion Institute of Technology, rispettivamente Dr. Joyce Brown e Valerie Steele, in previsione della loro partecipazione all’importante evento organizzato a Milano a novembre dedicato alle scuole di moda “Milano studia la moda”, visitando anche il famoso museo della moda. Un altro incontro è previsto con Mr Burton M. Tansky, presidente di The Neiman Marcus Group, titolare del marchio Bergdorf Goodman. L’assessore Giovanni Bozzetti ha fissato un incontro anche con James Dellapace, responsabile della New York City Company, società che si occupa delle politiche turistiche, del marchio e di tutto il merchandising legato alla città di New York.  
   
   
ARTISSIMA - FONDAZIONE TORINO MUSEI 5-7 NOVEMBRE 2004, LINGOTTO FIERE  
 
Torino, 6 ottobre 2004 - Da quest'anno Artissima è promossa e coordinata dalla Fondazione Torino Musei per incarico di Regione Piemonte, Provincia di Torino e Città di Torino, che hanno acquisito il marchio della manifestazione. Un riconoscimento di grande prestigio per Artissima, che in dieci anni di attività si è affermata a livello internazionale come la fiera d’arte più contemporanea e d’avanguardia. Artissima 11 avrà luogo dal 5 al 7 Novembre 2004 negli spazi di Lingotto Fiere. L’undicesima edizione intende confermare la proposta esclusiva che, per operatori professionali, collezionisti e grande pubblico, ha reso Artissima l’evento di riferimento delle tendenze più attuali e delle nuovissime generazioni artistiche: La Fiera - 150 gallerie a rappresentanza di 20 nazioni in un parterre di alta qualità che riunisce alcune tra le gallerie più significative del panorama mondiale insieme alle gallerie ed agli artisti più giovani e d’avanguardia. Present Future - Un Board di quattro curatori internazionali – Patrick Charpenel, Emma Dexter, Heike Munder, Rochelle Steiner - ha selezionato tra i progetti di giovani artisti realizzati esclusivamente per Artissima dieci nomi sui quali puntare l’attenzione. Ciascuno dei progetti selezionati verrà presentato in uno spazio monografico; una giuria di collezionisti sceglierà tra questi l’artista più significativo che riceverà il “premio illy”. New Entries - 21 giovani gallerie (fondate dopo il 1999 - per la prima volta ad Artissima) sono state selezionate dal Consiglio Direttivo della fiera per la loro attività di sperimentazione e ricerca creativa. Artissima 11 sarà un appuntamento ancora più stimolante e appassionante grazie a due nuove speciali iniziative: Constellations: sezione riservata ad opere di grandi dimensioni a carattere museale, selezionate dal Comitato Scientifico tra quelle proposte dalle gallerie partecipanti, e collocate in diverse aree espressamente dedicate nell’ambito della Fiera. Art Lovers: Mariuccia Casadio, Vogue art consultant, incontrerà importanti collezionisti internazionali che racconteranno in diretta scelte, gusti, passioni e segreti delle proprie collezioni. Artissima 11 presenterà, come di consueto, accanto alle gallerie anche musei, fondazioni, istituzioni culturali, riviste e editori specializzati italiani e stranieri. Nell’ambito della Fiera verrà proposto un articolato programma culturale che comprenderà quattro incontri sugli aspetti più significativi della produzione dell’arte contemporanea (i musei, il collezionismo, le biennali e la stampa) con la partecipazione dei più rappresentativi nomi dello scenario internazionale. Il programma è realizzato sotto la direzione del Comitato Scientifico di Artissima i cui membri sono: Rosa Martinez, co-direttore Biennale di Venezia 2005 - Ida Gianelli, direttore Castello di Rivoli, Museo d’Arte Contemporanea - Pier Giovanni Castagnoli, direttore Gam/galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino. Confermato anche nel 2004 il programma collezionisti, nato per favorire i contatti tra collezionisti e gallerie. Oltre 200 tra i più noti collezionisti mondiali sono invitati a Torino per visitare in anteprima la Fiera, incontrare le gallerie e godere dell’ampia offerta culturale della città. Nella definizione e realizzazione della manifestazione Artissima opera in collaborazione con il Consiglio Direttivo della Fiera che riunisce galleristi e collezionisti di grande prestigio: Chiara Bersi Serlini/hauser & Wirth, Londra - Bruno Delavallade/praz-delavallade, Parigi - Marc e Josée Gensollen, Marsiglia - Ulrich Gebauer/carlier l Gebauer, Berlino - Francesca Kaufmann, Milano - Massimo Minini, Brescia - Maurizio Morra Greco, Napoli - Franco Noero, Torino - Nicolai Wallner, Copenhagen. Durante Artissima 11 Torino ospiterà un’ampia serie di mostre ed eventi nell’ambito dell’iniziativa “Torino luce ed arte”, promossa dalla Città: alla Gam, le mostre “Medardo Rosso. Le origini della scultura moderna” e “Vedovamazzei”; al Castello di Rivoli la mostra “Franz Kline (1910/1962). Retrospettiva”; alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo la rassegna “Non toccare la donna bianca” ed il Premio Regione Piemonte; nelle vie e piazze della città “Luci d’artista”, installazioni luminose create da grandi nomi dell’arte contemporanea e “Manifesto”, opere di artisti emergenti realizzate in grande formato sui muri della città; ed ancora mostre, inaugurazioni ed incontri in spazi pubblici e privati del territorio. Infolink: www.Artissima.it  
   
   
KANDINSKY E L'ANIMA RUSSA PALAZZO FORTI (15 OTTOBRE 2004 - 30 GENNAIO 2005)  
 
 Verona, 6 ottobre 2004 - Al di là dei confini occidentali esiste una terra di lande sterminate, copiose acque e rigide stagioni: la Russia. Da Pushkin a Evtushenko, i suoi poeti hanno scritto che solo chi fosse nato e cresciuto in quei luoghi, avrebbe potuto comprenderne la complessità e la profonda spiritualità. Senza dubbio, l'arte russa dei secoli Xix e Xx ha saputo narrare con grandissima sensibilità e consapevolezza la straordinaria ricchezza spirituale e culturale della propria terra. Il fascino irresistibile delle esperienze esistenziali e dei percorsi estetici degli artisti vissuti fra Ottocento e Novecento è alla base della mostra Kandinsky e l'anima russa, un grande evento espositivo nato dalla stretta collaborazione fra Palazzo Forti ed il Museo di Stato Russo di San Pietroburgo. Risultato di una sorvegliata ricerca storico artistica e di scelte critiche puntuali e coerenti, la mostra propone circa centotrenta opere di straordinaria intensità, fra le più significative della storia dell'arte russa dall'Ottocento ad oggi, raramente giunte in Occidente e mai presentate secondo un progetto espositivo così completo ed aderente ai propri intenti. Dai pittori 'ambulanti' dell'800, alle avanguardie di Kandinsky, Malevich, Goncharova, alla visionaria iconografia di Chagall e ai linguaggi contemporanei, la mostra sviluppa per la prima volta al mondo un tema di grande fascino, quale appunto l'anima russa, che si propone nella storia della cultura come un luogo esclusivo delle vicende artistiche e letterarie dell'Otto e Novecento. I pittori ambulanti e l'Ottocento Di rado accade che i sentieri della creazione artistica si intreccino fin quasi a coincidere con le reali vicende del popolo, colto nell'alternarsi dei tempi e delle stagioni, scrutato nei recessi della sua anima e narrato con le immagini e le parole della propria tradizione: questa è l'arte dell'Ottocento russo, di un secolo pervaso dall'aspirazione alla libertà ed alla giustizia sociale, in cui il valore della povertà diventa baluardo e simbolo della santità del popolo russo e insieme atto d'accusa nei confronti di un Occidente teso al progresso ed alla cieca industrializzazione. Questo raccontano le tele dei pittori ambulanti, con i quali, si apre il viaggio nell'anima russa. Artisti viandanti per missione, ora accolti ora rigettati nelle periferie delle grandi città corrose dal germe occidentale della ricchezza e del potere, Perov, Fedotov, Makovsky dipingono la Russia cara a Gogol e Dostoevsky in cui solo la fervida fede pare nutrire i corpi e i volti del popolo che compaiono sulle tele a rivendicare la propria sacra dignità. Così, l'opera di Il'ya Repin I Burlakì sul Volga, eccezionalmente presente in questa mostra, diventa vessillo di un'arte della realtà vista con l'anima, in cui la rappresentazione dell'uomo trova corrispondenza e nobilitazione nelle acque del largo fiume, pronto ad accoglierlo. Sempre nell'Ottocento Venetsianov, Krylov, Soroka, Serov approfondiscono il tema della pittura di paesaggio: i villaggi tranquilli nelle lande invernali, le soste delle mietitrici nell'oro dei campi, il riposo dei pescatori all'alba sul mare. Dal simbolismo all'avanguardia Ormai proiettata verso le tensioni della modernità, l'arte russa di fine Ottocento scende negli abissi della propria anima tormentata, con le tele esoteriche e oniriche di Mikhail Vrubel, determinanti per la svolta dal realismo all'astrazione; i quadri di Nesterov e di Surikov, in cui la realtà si trasfigura in mito, in leggenda; i paesaggi dello stato d'animo di Levitan e di Kuindzhi, i viaggi nel passato fiabesco di Ryabushkin, gli spasimi religiosi di Pryanishnikov. Sperimentazione e ritorno alle origini remote della propria terra, ricerca delle forme primarie con cui esprimere visioni metafisiche ed icone contemporanee, scomposizioni coloristiche e lirismi pittorici con cui dar voce a rinnovate tensioni religiose sono i linguaggi che inaugurano l'arte russa del Novecento, bene espressi dalle possenti figure di Kustodiev, dai soggetti primitivi della Goncharova, dai quadrati e dai corpi suprematisti di Malevich, dalle folli esasperazioni di Filonov, dalle mistiche preghiere di Roerich, fino alla discesa nell'allucinato simbolismo di corpi e di volti in Petrov-vodkin. Vassily Kandinsky e la 'Madre Russia' Dal realismo alla pura astrazione, è in questo contesto attentamente ricostruito che la mostra propone l'opera di Vassily Kandinsky, indiscusso e centrale maestro del Novecento, i cui capolavori vengono finalmente letti in relazione agli artisti ed all'anima della sua patria. È una profonda 'corrispondenza' spirituale il legame che Kandinsky intrattiene con la propria 'Madre Russia'. L'artista stesso ribadisce di avere dipinto sempre e solo Mosca, quella visione carica di tensione e armonia, di semplicità e complessità, di frizioni e di serenità: 'A quest'immagine complessiva, esteriore e interiore, di Mosca faccio risalire l'origine dei miei tentativi artistici'. Numerose le sue opere in mostra, fra le quali Macchia nera, 1912, che prefigura il conflitto fra due valori fondamentali, il Male demoniaco e la luminosa Salvezza; il Crepuscolo, 1917, che riecheggia le musicali variazioni e le sfumature cangianti dell'anima russa; ed il San Giorgio, 1911, cavaliere dello spirito e araldo del metafisico, che si erge a salvare il passato della sua terra, le tradizioni profonde e gli antichi valori. Sogni, visioni e realtà In un denso succedersi di ricerche visionarie e di analisi formali, la mostra propone al pubblico anche le opere fiabesche e cariche di simbolo di Chagall, le tele del nuovo realismo della Serebryakova, i quadri magici di Shterenberg, i lirici grafismi di Bilibin. Le opere del realismo sovietico, rappresentate dalla ricerca di Ermolayev, Rutkovsky, Yakovlev, Deyneka, Volkov ed altri, vengono qui presentate attraverso una lettura critica, finalizzata a cogliere la ricchezza dei legami profondi con l'anima della terra, del popolo e del passato russo. Le forme della contemporaneità Il percorso espositivo terminerà alle soglie dell'oggi, dopo aver attraversato le vicende ultime dell'arte russa, dai nuovi realismi post rivoluzionari e sovietici alle più recenti e multiformi esperienze del video e della fotografia. La mostra si conclude con opere di artisti contemporanei di fama mondiale, quali Kabakov, Makarevich, Kolosov, Steinberg, Tobreluts. La mostra, di grande spessore emotivo, offre al pubblico l'imperdibile opportunità di ammirare capolavori raramente esposti in Europa. L'impatto visivo ed il forte coinvolgimento psicologico si uniscono a quella puntualità critica e sensibilità estetica che da sempre caratterizzano le mostre di Palazzo Forti. Un vero e proprio viaggio nell'incanto di un'arte straordinaria, destinato ad inoltrarsi nell'anima di un popolo e di una terra dalle radici profonde e dalle sconcertanti verità. L'esposizione è stata ideata da Giorgio Cortenova ed è a cura di Giorgio Cortenova, Yosef Kiblitsky ed Eugenia Petrova. La mostra viene completata da un ricco catalogo edito da Marsilio, corredato di tutte le riproduzioni fotografiche delle opere in mostra e di approfonditi saggi e apparati critici.  
   
   
UMI NOHARA, AFFERMATA ARTISTA GIAPPONESE, PRESENTA PER LA PRIMA VOLTA IN ITALIA LA GREEN GRASS ART  
 
Milano, 6 ottobre 2004 - L’artista giapponese Umi Nohara, terrà la prima mostra italiana di “Green Grass Art” a Milano dal 27 al 30 Ottobre 2004 presso Milarte, un importante laboratorio di idee e di arte creativa,. “Green Grass Art” è il nome con cui Nohara ha chiamato la sua arte di composizione floreale con erba e foglie secche, nota in tutto il mondo. Erba e foglie vengono prima fatte essiccare e poi applicate sulla carta o sui tessuti, decorandole con originali disegni. Nohara cattura così la bellezza, il colore e la forma della vegetazione di ogni stagione e la racconta come in un quadro. La “Green Grass Art”, fondata da Nohara nel 1970, ha ricevuto da subito numerosi consensi e le sue opere sono molto apprezzate in Giappone, dove molti vip e anche la famiglia reale hanno iniziato a collezionarle. L’esposizione che si terrà a Milano dal 27 al 30 ottobre sarà la sua prima mostra italiana, che segue quelle in Belgio, Stati Uniti e Corea che hanno ottenuto un grande successo. In particolare, in questa prima mostra intitolata “Foglie danzanti”, Umi Nohara presenterà 50 lavori fra cui quadri, carta da parati, paralumi e tovaglie. “Sono curiosa di sapere cosa penseranno gli italiani dei miei lavori.” commenta Nohara. “Oggi, è possibile circondarsi di fiori per tutto l’anno, ma raramente sono osservati con attenzione. Per la prima volta si potrà ammirare la vegetazione scoprendone risvolti insoliti e inaspettati. Spero che questa prima mostra in Italia sarà l’occasione giusta per far apprezzare agli italiani la varietà e la bellezza della natura che ci circonda in ogni angolo del mondo.” Milarte - Via Solferino, 42 - Milano Tel 02 62690448  
   
   
A MANTOVA DAL 23 OTTOBRE AL 28 NOVEMBRE 2004 LA MOSTRA HYBRIS DI DANY VESCOVI DA BONELLI ARTE CONTEMPORANEA 20 DIPINTI DEL GIOVANE ARTISTA MILANESE  
 
Mantova, 6 ottobre 2004 - Dal 23 ottobre al 28 novembre, da Bonelli Arte Contemporanea a Mantova è in programma la mostra Hybris, che raccoglie 20 oli su tela del giovane artista milanese Dany Vescovi. La personale, curata da Alessandro Riva, presenta in anteprima i suoi lavori più recenti, che proseguono la ricerca sull’utilizzo delle immagini della “Natura viva” che porta l’artista a indagare sulle forme facendole uscire da un contesto naturale, modificando e componendo quelle stesse forme, quei colori e quelle geometrie. Nelle sue tele, Dany Vescovi fonde la rappresentazione tradizionale della natura morta con le tecniche della microfotografia scientifica, per poi ingrandire alcune parti esaltandone certi dettagli: il soggetto viene dipinto con un primo intervento di definizione, dopo con una graduale perdita dei suoi connotati fondamentali. Vescovi seziona il quadro attraverso una serie di linee multicolori che interrompono la continuità dell’immagine ritratta. Le silhouette di piante e fiori risultano sezionate e scomposte in diversi piani in un gioco di sfumature e ritocchi, che danno vita a una infinita possibilità di nuove forme, strutture, cromie e geometrie con una modalità grafica che ricorda le texture di seta. Come sottolinea Vescovi nell’intervista con Ivan Quaroni, pubblicata in catalogo: “Non mi interessa una completa adesione alla Natura. Dei fiori mantengo – pur scomponendola – la sola forma, mentre altero completamente la componente cromatica, elaborando una nuova grammatica basata su colori artificiali. La mia è un’opera quasi asettica, per niente “toccata” dalle vicissitudini sociali, ma questo non significa che non abbia uno scopo. Mi piacerebbe che il fruitore di una mia opera avesse l’occasione di ritrovare una parte di sé in essa. Vorrei che i miei quadri favorissero la relazione dell’osservatore con sé stesso, con la propria intimità. Nell’ambito della mostra di Vescovi, gli spazi della galleria Bonelli Arte Contemporanea accoglieranno due interventi artistici: le installazioni di Carla Mattii (dal titolo A.m.a.r.i.l.l.i.s.) e di Paul Renner. Per informazioni: tel. 0376.244769 e-mail: giobonelli@libero.It  
   
   
LA RADIO NEL 1900: MOSTRA DI RADIO ANTICHITÀ  
 
Roma, 6 ottobre 2004 - Si è aperta ieri la mostra “La Radio del 1900, mostra di Radio Antichità”, (fino al 15 ottobre, ingesso libero dalle 18 alle 21, in via degli Acquasparta, 27). La mostra di radio e componenti d’epoca, ad 80 anni dalla prima trasmissione radiofonica, vuole contribuire a celebrare l’invenzione di Guglielmo Marconi, che ha rivoluzionato un’epoca. All’apertura ha presenziato il Presidente della Terza Commissione permanente della Regione Lazio Claudio Bucci, che ha voluto fare una visita nelle sale tra transistor e radio d’epoca per respirare un po’ dell’aria romantica del secolo scorso che è stata ricreata dagli organizzatori. “Essere qui è come fare un salto nel passato – ha poi dichiarato Bucci – vedere il parente più lontano di tutto la tecnologia che oggi ci circonda. La radio, i transistor, le valvole, e i dischi appesi alle pareti, ti fanno fare un vero balzo all’indietro. Questo tipo di eventi è importantissimo per i nostri ragazzi, che non hanno mai avuto l’occasione di vedere da vicino come erano fatte le radio in principio, degli apparecchi ben diversi da quelli odierni. Festeggiare così gli ottant’anni della scoperta di Marconi, significa dare la giusta valenza ad un evento che ha cambiato radicalmente il mondo della comunicazione”.  
   
   
VELA: L’ HITACHI DIGITAL MEDIA GROUPHITACHI SAILING TEAM VINCITORE DEL CAMPIONATO DEL MONDO 5.5  
 
Milano, 4 ottobre 2004 – Si è chiuso il 10 settembre scorso a Torbole, sulle ventose acque del Garda Trentino, il Campionato Mondiale dell’International 5.5 Metre Class. Dopo una lunga e impegnativa stagione velica iniziata il 4 aprile scorso sul Lago Maggiore, trentasei imbarcazioni suddivise in tre diverse divisioni (Modern, Evolution e Classic) si sono fronteggiate in sette prove in una sfida dall’alto valore tecnico. In questa occasione, Cibele Ii° - Hitachi Sailing Team, armata e timonata da Luca Chirieleison e il suo equipaggio, sponsorizzata da Alla nuova edizione del Cebit,hitachi Digital Media Group - Digital Media Group si è aggiudicata per la seconda volta consecutiva il titolo mondiale della divisione “Classic”. Posizionandosi al 17° posto nella classifica assoluta, precedendo il vincitore del titolo “Evolution” – attestatosi al 20° posto nella divisione “Modern” - l’Hitachi Sailing Team chiude vittorioso una stagione velica costellata di grandi e importanti successi, tra cui il 1° posto alla Twins Cup di Torbole e alla Iii° Coppa Raimondo Panario a Belgirate e un ottimo 2° posto al Campionato italiano a Laveno. “Siamo fieri di essere stati rappresentati in questa stagione velica appena conclusa, dall’equipaggio della Cibele Ii°. Gli sforzi di questa stagione confermano l’impegno e la determinazione che li contraddistingue da sempre,” commenta Elaine Casabuona, responsabile marketing e comunicazione di Hitachi Digital Media Group. “Questo premio, per Hitachi Digital Media Group, si affianca al recente riconoscimento ottenuto circa un mese fa dall’Eisa, associazione europea immagine e suono. Abbiamo infatti ottenuto il prestigioso riconoscimento come ‘Miglior Dvd-cam europea dell’anno 2004/5’. Ancora una volta sport e tecnologia si incontrano in un connubio vincente” conclude Elaine Casabuona.  
   
   
IL PALASPORT DI FIRENZE CAMBIA NOME: SI CHIAMERA’ NELSON MANDELA FORUM  
 
Firenze, 6 Ottobre 2004 - Il Palasport di Firenze si chiamerà Nelson Mandela Forum of Florence, in base a un accordo raggiunto ieri tra la Nelson Mandela Foundation e l’Associazione Palasport di Firenze che dà la possibilità al Palasport di Firenze - importante struttura sia a livello nazionale sia per la vita fiorentina - di usare il nome dello statista sudafricano per i prossimi dodici anni. Nei prossimi giorni il Sindaco di Firenze Leonardo Domenici e i tanti amici che in questi mesi hanno dato aiuto, contributi, idee, suggerimenti e affetto per la buona riuscita di questa scelta, convocheranno una conferenza stampa per illustrare i particolari dell’iniziativa. La grande festa d’inaugurazione e la cerimonia con la firma solenne si svolgeranno a fine novembre. La nuova titolazione dell’impianto fiorentino vuol ribadire l’attenzione della città di Firenze per Nelson Mandela, che a quella é legato da un momento importante della sua vita. Nel 1985, quando era già da 21 anni nel carcere di Robben Island, ricevette la prima cittadinanza onoraria da parte di una città Europea. La città era naturalmente Firenze, che il 28 ottobre del 1985 aveva approvato una Delibera che chiamava “a far parte del popolo fiorentino, conferendogli la cittadinanza onoraria, Nelson Mandela, leader dell’African National Congress”. Nell’atto, firmato dal sindaco di allora Massimo Bogianckino, si sottolineava la volontà di dare “un segnale ed un incentivo per tutti i popoli ancora oppressi a proseguire nell’impegno e nella lotta contro ogni discriminazione”. Adesso, Nelson Mandela rende onore a Firenze, concedendo all’Associazione Palasport di usare il suo nome.  
   
   
MAURIZIO MONFORTE DELLA BONALDI MOTORSPORT, CAMPIONE ITALIANO DELLA TARGA TRICOLORE CON UNA GIORNATA D'ANTICIPO.  
 
Bergamo, 6 ottobre 2004 - La Bonaldi Motorsport, sezione sportiva del Centro Porsche Bergamo, è tornata in pista. Venerdì 1, sabato 2 e domenica 3 ottobre la Targa Tricolore era di scena sul prestigioso circuito di Monza, con oltre 300 piloti, per la settima tappa stagionale che ha visto vincitore del campionato, con una giornata d'anticipo, il pilota Maurizio Monforte del Team Bonaldi. Maurizio Monforte, pilota ufficiale Bonaldi Motorsport, la cui vettura è sponsorizzata da Banca Finconsumo Gruppo Santander insieme a Bergamo Isolanti, ha sfidato gli altri piloti sul circuito brianzolo sulla distanza di 15 giri. Il prossimo appuntamento che vede la chiusura del campionato è fissato per il 15-16-17 ottobre 2004 a Misano.