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GIOVEDì

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Notiziario Marketpress di Giovedì 02 Dicembre 2004
Web alimentazione e benessere
IN UN'EUROPA CHE INVECCHIA, NUTRIZIONE E SALUTE HANNO LA PRIORITÀ, AFFERMA LA COMMISSIONE EUROPEA  
 
È stato dimostrato che prepararsi alla vecchiaia con una nutrizione adeguata allunga la vita. Lo ha dichiarato Christian Patermann, direttore per la Biotecnologia, l'agricoltura e l'alimentazione della Dg Ricerca della Commissione. Parlando ad una conferenza stampa per la presentazione di tre progetti del Quinto programma quadro (5Pq) sulla nutrizione nell'età avanzata, il Dr Patermann ha spiegato che in un'Europa che invecchia questo tipo di ricerca è essenziale. 'Nell'europa dei 25, si calcola che il numero di persone che hanno superato gli 80 passerà dai 21,4 milioni del 2000 a 35 milioni nel 2025', ha detto il Dr Patermann. 'Quindi è della massima importanza condurre ricerca su un invecchiamento sano, in quanto esso ha conseguenze non solo sulla qualità della vita e i costi delle cure sanitarie, ma anche sull'occupazione e la competitività'. Tutti e tre i progetti presentati, 'Lipidiet', 'Optiford' e 'Crownalife', mostrano che una dieta adeguata riduce l'incidenza della malattia di Alzheimer o dell'osteoporosi, e generalmente migliora lo stato di salute della popolazione anziana. 'Lipidiet' mira a evitare l'insorgere della malattia di Alzheimer attraverso una dieta basata sui lipidi. Come ha affermato il coordinatore del progetto Tobias Hartmann, dell'università di Heidelberg in Germania, la malattia di Alzheimer è una tragedia personale ed una grande sfida per la società europea e il suo sistema sanitario. 'Attualmente il rischio di contrarre nel tempo la malattia è del 30%', ha detto il Dr Hartmann, ed ha aggiunto: 'Un ritardo di appena dieci anni potrebbe ridurre il numero di pazienti di oltre il 90%. Anche se disponiamo già di terapie farmacologiche per combattere questa malattia, stiamo adesso sviluppando un approccio basato sulla dieta che possa prevenirla'. Secondo il Dr Hartmann, verrà presto indicata una dieta in grado di ritardare l'insorgere della malattia di Alzheimer. Il consorzio ha dato inizio ai trial clinici per validarne l'efficacia negli esseri umani. Il secondo progetto, Optiford, intende sviluppare una strategia per un rafforzamento ottimale a base di vitamina D, per combattere l'osteoporosi. 'Nell'unione europea, come conseguenza dell'osteoporosi, si registra una frattura ogni 30 secondi, dichiara Rikke Andersen, segretario scientifico del Danish Institute for Food and Veterinary Research. 'Si prevede che, con l'aumentare della durata della vita, l'annuale incidenza di fratture del collo del femore nell'Ue raddoppierà, e oltre, nei prossimi 50 anni'. 'È importante che investiate nella vostra banca delle ossa finché potete', ha aggiunto il Dr Andersen, spiegando che il progetto sta studiando le condizioni di vitamina D nella popolazione europea sana oltre che nei gruppi a rischio. In tutta Europa, la deficienza di vitamina D risulta prevalente. Per questo il consorzio del progetto stabilirà i livelli di vitamina D benefici per la salute. In seguito il pane verrà addizionato con la quantità idonea di questa vitamina. 'Abbiamo deciso che la migliore scelta era quella di addizionare il pane, perché viene consumato da tutti e dovunque', ha spiegato il Dr Andersen. Il terzo progetto, 'Crownalife' ha studiato l'alimentazione funzionale e la microflora intestinale per un invecchiamento in buona salute. Come ha spiegato il coordinatore del progetto, il francese Jöel Doré dell'Inra, l'istituto nazionale di ricerca agronomica, il progetto ha valutato l'effetto dell'invecchiamento sulla composizione e l'attività della flora batterica intestinale. Gli otto partner del progetto hanno scoperto che la flora batterica intestinale degli anziani è più permissiva alla colonizzazione, cosa che porta a varie infezioni e malattie degenerative. Ora il consorzio sta cercando di ideare strategie per migliorare le difese immunitarie non specifiche degli anziani, oltre alla loro specifica resistenza alla colonizzazione da parte di patogeni. Crownalife sta anche lavorando con l'industria alimentare per sviluppare alimenti funzionali che combinino probiotica e prebiotica per modulare la composizione della flora batterica intestinale delle persone in età avanzata. 'La ricerca sulla nutrizione degli anziani sta rivelando nuove possibilità per la prevenzione delle malattie ed un migliore stato di salute per una qualità di vita migliorata', ha dichiarato il commissario per la Scienza e la ricerca Janez Potocnik. 'Gli anziani formano una quota in crescita della nostra popolazione. Garantire che la gente viva più a lungo e in buona salute è un aspetto della nostra politica per un invecchiamento attivo'. 'Nutrizione e invecchiamento sono stati una questione chiave del 5Pq, in cui dieci progetti di ricerca collaborativa hanno ricevuto 22 milioni di euro dall'Ue', ha concluso il Dr Patermann. 'Anche se pure il Sesto programma quadro ha finanziato la ricerca in quest'area, è importante che nelle discussioni sulle priorità topiche del prossimo programma quadro alla questione della dieta alimentare e della salute sia data nuovamente un'alta priorità'.
Per  informazioni su Lipidiet: http://www.Lipidiet.org/  
Per maggiori  su Optiford: http://www.Optiford.org/  
Per maggiori  su Crownalife: http://www.Crownalife.be/
 
   
   
VIA ALLO SVILUPPO DELLE BIOTECNOLOGIE IN ITALIA PRIMA TAPPA L’OSSERVATORIO NAZIONALE  
 
Il Comitato Nazionale per la Biosicurezza e le Biotecnologie e le Regioni si incontrano per discutere le linee di sviluppo delle biotecnologie in Italia e per definire l’impianto dell’Osservatorio italiano per le biotecnologie, che dovrà censire le attività delle Regioni e creare una rete di coordinamento comune. Obiettivo: colmare il gap di ricerca che ancora ci separa da altri Paesi europei. Dal confronto emergeranno indicazioni utili per stimolare ricerca e sviluppo nel settore, oltre che per individuare assieme le fonti di finanziamento pubbliche e private in grado di sostenere questo comparto fondamentale per l’economia. Sono state presentate, in occasione del Workshop Cnbb – Regioni sullo sviluppo delle biotecnologie tenutosi presso la sede del Cnel, le attività svolte dall’Osservatorio Nazionale per la Biosicurezza e le Biotecnologie del Cnbb, il primo strumento di mappatura nazionale e di networking del comparto biotecnologico italiano. L’incontro è stato organizzato in stretta collaborazione con il coordinamento delle Regioni per le politiche industriali delle biotecnologie e ha visto la partecipazione di Assobiotec, Ipi, Cnr, Sviluppo Italia e del Ministero delle Attività Produttive. “È infatti non più procrastinabile – afferma il professor Leonardo Santi, Presidente del Cnbb (Comitato Nazionale per la Biosicurezza e le Biotecnologie presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri)– un quadro di riferimento in grado di indicare le scelte da compiere per attività che sono ormai elemento cruciale di un’economia basata sulla conoscenza, così come evidenziato dall’Unione Europea, per delineare gli interventi a sostegno dello sviluppo di questo settore” La mancanza di un quadro omogeneo di riferimento a livello conoscitivo, normativo e finanziario, insieme alla carenza di una rete di sinergie sistematiche che tenga conto della trasversalità delle applicazioni delle biotecnologie e l’insufficienza di sostegni alle spin-off da ricerca sono infatti i principali limiti del settore in Italia. In quest’ambito l’Osservatorio è destinato a svolgere una funzione di servizio che, travalicando le singole Istituzioni, si offre al sistema ricerca-industria biotech per valorizzare le informazioni provenienti dai diversi soggetti che operano nel settore, inserendole in un quadro complessivo e sistematico; favorire l’emersione di un sistema di knowledge management diffuso, che consenta agli attori di orientarsi nelle attività di ricerca e investimento e catalizzare le risorse comuni per lo sviluppo di innovazioni commercialmente valide; dare visibilità ai casi di eccellenza e supportare le azioni regionali di attrazione di investimento, anche diffondendo “cataloghi” di offerta per gli investitori esteri. “È inoltre fonte di preoccupazione – continua il professor Santi – il sempre più frequente riferimento ad attività biotecnologiche allorché in varie circoscrizioni territoriali si evidenziano situazioni di crisi produttive senza che siano preventivamente considerati i presupposti necessari a garantire reali possibilità di sviluppo in questo settore” Ecco perché l’Osservatorio, già giunto alla definizione di una prima mappatura dell’intero sistema delle biotecnologie in Italia - cioè l’insieme degli operatori che a vario titolo e con diverse funzioni sono coinvolti nello sviluppo, la promozione e la diffusione delle biotecnologie - si appresta oggi, proprio attraverso la collaborazione con le Regioni, a realizzare un’indagine più approfondita sui vari operatori locali. L’osservatorio costituisce il primo importante passo verso la definizione di un Piano Nazionale di sviluppo delle Biotecnologie, più volte richiesto anche a livello europeo per sfruttare le potenzialità e rafforzare la competitività nel settore, esigenza fondamentale soprattutto per l’Italia. Il nostro Paese si pone infatti come fanalino di coda nel contesto europeo del biotech (posizionandosi al terz’ultimo posto, quanto a numero di imprese biotecnologiche), che già di per sé vale meno della metà degli Stati Uniti in termini di fatturato (13. 787 milioni di dollari rispetto a 30.266 milioni di dollari). Ma per raggiungere tale ambizioso obiettivo occorre compiere ulteriori fondamentali passaggi. Il Cnbb e le Regioni chiedono, infatti, che il tavolo di concertazione di Palazzo Chigi, composto dai Ministri che in sede europea partecipano al Consiglio di competitività, e quindi il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, il Ministro delle Attività Produttive, il Ministro per le Politiche Comunitarie e i rappresentanti delle Regioni indicate dalla Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province Autonome, possa svolgere pienamente la sua funzione di orientamento e coordinamento delle iniziative. “Non ci accontentiamo dei risultati raggiunti – conclude infatti il professor Santi – Il tavolo di concertazione, la costituzione e lo sviluppo di piattaforme tecnologiche che possano inserirsi in quelle europee, così come la definizione, condivisione e stesura di linee di sviluppo per fornire indicazioni a Enti Locali, Università e Industria, sono gli obiettivi che ci proponiamo di realizzare a breve termine e che sicuramente daranno una spinta fondamentale e indispensabile a tale settore”.  
   
   
PALMANOVA DIVENTA SEDE DIDATTICA DELL’UNIVERSITÀ DI SCIENZE GASTRONOMICHE  
 
Stage sui salumi d’oca per otto studenti provenienti da tutto il mondo Studiare in modo approfondito cibi e bevande, e farli conoscere ed apprezzare come valori culturali. Sono questi gli scopi dell’Università di scienze gastronomiche, un ambizioso progetto di respiro internazionale – avviato quest’anno in Italia su iniziativa di Slow Food - al quale partecipa anche l’azienda Jolanda De Colò di Palmanova. Il primo corso di studi universitari per gastronomi è partito in ottobre nelle due prestigiose sedi dell’Agenzia di Pollenzo in Piemonte e della Reggia di Colorno in Emilia-romagna. Oltre alle lezioni in sede, i giovani studenti provenienti da tutto il mondo nei prossimi tre anni dovranno partecipare ad una serie di stage tematici sui salumi che si svolgeranno sul territorio nazionale con la collaborazione di produttori d’eccellenza. Il primo corso, iniziato il 22 novembre, si tiene proprio in Friuli nella sede della Jolanda De Colò, azienda palmarina specializzata nella produzione e trasformazione di carni d’oca, leader in Italia per la produzione di fegato grasso. I titolari della ditta, Antonello Pessot, la moglie Alana e il figlio Bruno, hanno accolto il coordinatore americano di tutoraggio Kim Burner assieme agli otto studenti dello stage (due americani, un palestinese, un giapponese e quattro italiani). Le lezioni, coordinate da Bruno Pessot in collaborazione con il personale della Jolanda De Colò, saranno tenute dallo scrittore e poeta Tito Maniacco, dal Rabbino capo della comunità ebraica di Trieste Umberto Piperno, dal veterinario Laura Driussi e dallo chef Germano Pontoni, esperto in preparazioni a base d’oca. Tra i temi affrontati vi sono: cultura e tradizione ebraica nella salumeria, allevamento, alimentazione, macellazione di carni d’oca, normativa sanitaria, tradizione e tecnologia, mercati di vendita, problematiche legate alla produzione e alla commercializzazione.  
   
   
MANGIARE INFORMATI, ALLA STAZIONE TERMINI IL DESK ALIMENSTAZIONE  
 
Da mercoledì 1° dicembre l’iniziativa dell’Inran realizzata con finanziamenti del Mipafsarà inaugurato mercoledì 1° dicembre alle ore 15, presso l’atrio della Stazione Termini, il desk informativo “Alimenstazione” realizzato dall’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (Inran) con finanziamenti del Ministero delle Politiche agricole e forestali.Lo stand, che resterà aperto tutti i giorni dalle ore 9 alle 19, fino al 19 dicembre prossimo, fornirà al pubblico informazioni e strumenti per un’alimentazione consapevole, che concili gusto e benessere. Verrà data in omaggio una scheda nutrizionale personalizzata con il calcolo del proprio indice di massa corporea (Bmi) e del fabbisogno energetico quotidiano e con consigli individuali sull’alimentazione e sull’attività fisica. Saranno inoltre distribuiti materiali informativi e gadget realizzati dall’Inran.“il nostro Paese – dichiara il Ministro Gianni Alemanno, commentando l’iniziativa - con la sua ricca gamma di prodotti garantisce ai consumatori un modello alimentare fatto di qualità e sicurezza; un modello riconosciuto universalmente che noi intendiamo continuare a difendere e promuovere. Tra l’altro, la qualità e la sicurezza delle produzioni agro-alimentari italiane, rafforzata dal forte legame con il territorio, conferisce al nostro modello alimentare, più che a ogni altro, caratteristiche uniche e distintive”.“In questa logica – prosegue il Ministro - valorizzare o promuovere l’agricoltura significa realizzare e diffondere, anche attraverso azioni ed interventi mirati come questo dell’Inran, atteggiamenti consapevoli, conoscenze corrette ed adeguate verso il cibo, il territorio, l’ambiente”. Con il desk “Alimenstazione” sarà a disposizione del pubblico anche il numero verde 800.914.225 e l’e-mail alimentazione@inran.It.argomento - Alimentazione  
   
   
MIPAF: GREEN CORRIDOR, CONCLUSO CON SUCCESSO IL SEMINARIO SULLE OPPORTUNITÀ DI COLLABORAZIONE TRA LA FILIERA ORTOFRUTTICOLA DELL’EMILIA ROMAGNA ED EGIZIANA  
 
Si è chiuso il 29 novembre al Cairo il “Seminario sulle opportunità di collaborazione tra la filiera ortofrutticola dell’Emilia Romagna ed Egiziana” organizzato dall’Ice, Camera di Commercio di Forli-cesena, Regione Emilia Romagna e Mediterranean Fruit Company con il patrocinio del Mipaf e di Buonitalia e con la collaborazione dell’Ambasciata Italiana al Cairo. Un’iniziativa di grande successo, alla quale hanno partecipato circa 250 imprese di cui 30 in rappresentanza delle realtà economiche ed imprenditoriali italiane, in linea con gli obiettivi dell’accordo Green Corridor, sottoscritto nel 2002 dal Ministro Gianni Alemanno con l’omologo Ministro egiziano, per dar vita ad un partenariato attivo tra i due Paesi nel settore agricolo ed agroalimentare. Ampia soddisfazione è stata espressa dagli imprenditori presenti, anche in relazione ad una serie di accordi commerciali perfezionatisi con le rispettive realtà economiche egiziane a margine dei lavori del seminario e che dimostra la validità del protocollo “Green Corridor” nato, tra gli altri motivi, per rafforzare la collaborazione tra i due Paesi per le produzioni agricole in contro-stagione e per la fornitura di know-how e tecnologie italiane in questo Paese.  
   
   
BIOLOGICO: SUCCESSO ACQUISTO PRODOTTI BIO CERTIFICATI, RECAPITATI A CASA MIGLIAIA DI ROMANI ADERISCONO ALLA CAMPAGNA DI ACQUISTO DIRETTO DI PRODOTTI BIOLOGICI DICHIARAZIONE DELL'ASSESSORE ESPOSITO  
 
 Cresce la preferenza dei romani per i prodotti biologici. La campagna promossa da Comune, Provincia e Aiab (Associazione Italiana Agricoltura Biologica) per l’acquisto di prodotti biologici certificati a prezzi concorrenziali ha fatto registrare, dopo sole tre settimane,un successo straordinario. L’iniziativa, presentata il 7 novembre in occasione dell’ultima domenica ecologica, consiste nell’aver creato un filo diretto tra produttori biologici (certificati) e consumatori. Infatti, telefonando al numero verde 800.032.667, allo 060606 o scrivendo a gruppiacquisto@aiab.It  è possibile rivolgersi direttamente ai produttori, comprare una spesa biologica a prezzi molto vantaggiosi e riceverla direttamente al proprio domicilio. L’opportunità è stata accolta molto favorevolmente dai romani, come testimoniano i numeri delle domande che arrivano all’Aiab; ogni giorno oltre 2000 telefonate e 1000 e-mail di richieste per poter aggregarsi ad altre persone per formare un gruppo di acquisto, conoscere i prezzi dei prodotti, oppure avere informazioni sulle opportunità di commercializzazione dei prodotti biologici.  
   
   
DUPONT E BUNGE LANCIANO NUOVO OLIO DI SEMI DI SOIA CHE ELIMINA ACIDI GRASSI TRANS NEGLI ALIMENTI SARA' DISTRIBUITO CON MARCHIO NUTRIUM  
 
Bunge Limited e Dupont hanno annunciato il lancio di un nuovo olio di semi di soia che consente a ristoratori e aziende alimentari di ridurre o eliminare gli acidi grassi trans dai prodotti alimentari. L’olio sara' commercializzato con il nome Nutrium Low Lin Soybean Oil e sara' il primo prodotto venduto con il marchio Nutrium, creato nell’ambito dell’alleanza tra Bunge e Dupont. L’olio Nutrium Low Lin a basso tenore di acido linolenico deriva dalla varieta' Pioneer 93M20, sviluppata da Pioneer Hi-bred International, Inc, affiliata di Dupont. La nuova varieta' di soia consente di ottenere un olio con basso contenuto in acido linolenico, inferiore al 3%. Questo, oltre a eliminare il bisogno di idrogenazione parziale per la frittura, consente una naturale maggiore stabilita' e un aumento della “shelf-life” dell’olio. “Nutrium Low Lin aiutera' le aziende alimentari a ridurre o eliminare i grassi trans dai loro prodotti”, afferma Carl Hausmann, presidente e Ceo di Bunge North America, sede operativa di Bunge Limited per l’America del Nord. “Con questa collaborazione, Bunge e Dupont sono in grado di fornire prodotti di alta qualita' e forniture efficienti e costanti a tutti gli operatori della filiera, dal produttore di semi, all’agricoltore, all’industria di trasformazione alimentare”. Bunge provvedera' alla distribuzione di Nutrium Low Lin a ristoratori e aziende alimentari che, nel 2003, hanno usato oltre 2 miliardi di Kg di olio da frittura. L’industria e' alla ricerca di oli alternativi, poiché nel 2006 la U.s. Food and Drug Administration imporra' di indicare la presenza di acidi grassi trans sulle etichette indicanti le caratteristiche nutrizionali degli alimenti. La varieta' Pioneer 93M20 e' la prima in commercio a basso tenore linolenico ad offrire un rendimento e soluzioni efficaci per il controllo delle piante infestanti paragonabili con le varieta' migliori di semi di soia presenti sul mercato. La varieta', infatti, oltre a possedere il carattere Roundup Ready(1) - resistenza genetica all’erbicida Roundup - arriva alla commercializzazione dopo 3 anni di valutazione delle prestazioni produttive. “Sviluppiamo varieta' di soia con olio con caratteristiche migliori dal 1991; sulla base di questa esperienza, siamo in grado di trasmettere questi miglioramenti a varieta' che gia' oggi possiedono le migliori caratteristche agronomiche richieste dagli agricoltori”, afferma John Soper, Dupont soybean research director. La varieta' Pioneer 93M20 e' gia' stata sottoposta a numerosi test e, per far fronte alle richieste, altre varieta' di soia a basso tenore in acido linolenico sono gia' in via di sviluppo. Nutrium Low Lin ha superato severi test di gusto e funzionalita' in applicazioni alimentari. Ulteriori quantitativi di olio saranno disponibili nei prossimi mesi per le attivita' di sviluppo e valutazione dei prodotti. Bunge prevede di produrre circa 9 milioni di Kg di olio nel 2005 e di avere, con la produzione a regime, una disponibilita' commerciale pari a quasi mezzo miliardo di Kg entro il 2009.  
   
   
SETTE SALE MUSEALI ALL'APERTO PER SCOPRIRE TUTTI I SEGRETI DELL'OLIO  
 
 Il Museo, inserito in un progetto di valorizzazione della coltivazione dell'olivo sostenuto e promosso da L'altra Romagna, è stato inaugurato a Brisighella domenica 28 novembre. Con l’inaugurazione a Brisighella del “Museo all’aperto dell’olio” domenica 28 Novembre, si completa un importante tassello del progetto di valorizzazione dell’olivo e della produzione dell’olio in Romagna, sostenuto dalla società L’altra Romagna. Il progetto interessa trasversalmente tutta l’area Gal, in particolare i poli dell’olivicoltura di Rimini, di Castrocaro e Terra del Sole e di Brisighella. E proprio a Brisighella, l’intervento individuato riguardava la progettazione e realizzazione del Museo dell’olio e la redazione di una guida cartacea al Museo stesso. Entrambi i lavori sono stati realizzati dalla società Set Studio che ha collaborato strettamente con i referenti sul territorio, il Comune di Brisighella, la Cab e la Comunità Montana. L’idea sviluppata è stata quella di un Museo all’aperto organizzato in Sale Museali, ovvero zone, all’interno dell’areale dell’olivo, caratterizzate da elementi paesaggistici omogenei. Le tappe del percorso museale sono sette e sono state denominate “Nicchie”: strutture in legno di castagno che ospitano ciascuna la cartina del percorso museale e una didascalia, in lingua italiana e in lingua inglese, stampata su plexiglass, dedicata a informazioni di base sulla olivicoltura in valle del Lamone, o su emergenze paesaggistico ambientali nella zona (es: Vena del gesso, Parco del Carnè). Le nicchie sono sette, come le tappe del percorso, e sono state progettate e realizzate dall’artigiano artista Luigi Berardi. La settima tappa è presso il Frantoio sociale (Cab). Il Museo trova a sua volta una esauriente illustrazione nella guida curata da Laura Vestrucci che si presenta come un tutto unico, senza soluzione di continuità con il Museo. Qui, infatti, troviamo la descrizione del percorso museale, con indicazione della localizzazione delle sale museali e delle nicchie, con note di approfondimento e indicazioni pratiche per la fruizione del territorio interessato. I testi sono tradotti in inglese e in tedesco. Il Museo è stato inaugurato domenica, 28 Novembre, nel contesto della sagra dell’Olio di Brisighella alla presenza delle autorità locali e con la partecipazione del direttore della società L’altra Romagna, Gian Luca Bagnara, e di un rappresentante della Camera di Commercio, enti finanziatori del progetto.  
   
   
GLI HOTEL DELLA COSTA SMERALDA CONFERMANO LA SCELTA: SULLE LORO TAVOLE I PREGIATI VINI DEL GRUPPO MARCO FELLUGA  
 
Una delegazione di general manager, maître, sommelier e responsabili della Starwood Italia, visitano le aziende della famiglia e confermano la scelta verso i produttori di Gradisca d’Isonzo. Le aziende della famiglia Marco Felluga ottengono un’ulteriore conferma da prestigiosi hotel della Costa Smeralda, che si riforniscono dei pregiati vini prodotti dalla casa di Gradisca d’Isonzo. Il Gruppo Starwood, una delle più grandi e importanti compagnie al mondo che si occupa di ricettività, cui aderiscono strutture alberghiere al top della qualità e dei servizi, ha fatto visita alle aziende della Marco Felluga con una delegazione di rappresentanti degli hotel Cala di Volpe, Cervo, Pitrizza e Romazzino. C’erano general manager, maître e sommelier, assieme al direttore acquisti e al restaurant manager dell’Area Costa Smeralda di Starwood Italy. A fare gli onori di casa, tra vigneti e cantine, Roberto e Alessandra Felluga, figli di Marco, che hanno fatto visitare agli ospiti l’azienda “madre”, la Marco Felluga a Gradisca d’Isonzo, la Russiz Superiore a Capriva del Friuli ed il Castello di Buttrio nell’omonimo comune. Nel corso della visita nella cornice del Collio e dei Colli Orientali gli ospiti hanno potuto conoscere da vicino la passione per il vino che la famiglia Marco Felluga coltiva da generazioni, elemento fondamentale e assolutamente prioritario per la riuscita di prodotti che per qualità e pregio sanno veramente distinguersi.  
   
   
DA WINE SHOW ALLA CITTÀ DEL GUSTO DEL GAMBERO ROSSO DI ROMA: TENDENZE PER NATALE: GLI ITALIANI PUNTANOSU VINO E RICERCATEZZE GASTRONOMICHE. SPESA PREVISTA: OLTRE 3 MILIARDI DI EURO  
 
C¹è aria di crisi nel Belpaese, ma gli italiani per Natale non rinunciano a regalare e regalarsi vini di qualità e ricercatezze gastronomiche: banditi esotici viaggi, costosi vestiti o inutili stravaganze. I doni più gettonati da mettere sotto l¹albero o sulle tavole delle ormai prossime festività saranno all¹insegna dei sapori di casa nostra, per una spesa prevista che supererà i 3 miliardi di euro. Lo afferma l¹ultima indagine dell¹Osservatorio del Salone del Vino: nonostante la contrazione dei consumi, gli italiani sceglieranno vini di qualità per il cadeau delle feste, insieme a squisiti formaggi, rari salumi e dolci artigianali. E, proprio nel periodo che precede il Natale, il più ³caldo² per le vendite di vino - basti pensare che, in queste settimane, le cantine realizzano il 30% circa del loro fatturato annuale - debutta il Wine Show: il 27 e 28 novembre a Roma, alla Città del Gusto del Gambero Rosso, sbarcheranno nella capitale le cantine che hanno partecipato al recente Salone del Vino di Torino. Il Wine Show, una grande degustazione del ³vigneto Italia², sarà per gli eno-appassionati una preziosa bussola per fornire ³consigli per gli acquisti² di vino in prossimità delle feste. In vista delle festività l¹indagine, condotta dall¹Osservatorio del Salone del Vino, ha anche sondato le attese di gestori di enoteche, consumatori e produttori di vino, rivelando che quest¹anno ci sarà una ripresa nella domanda di bottiglie di qualità per i regali di Natale. Facendo eccezione almeno una volta all¹anno alla generalizzata contrazione dei consumi (l¹Ismea stima che la spesa agroalimentare nel nostro Paese sia diminuita nell¹ultimo anno di almeno sei punti percentuali, anche se il vino è rimasto in testa alle preferenze subendo una contrazione al di sotto dell¹1%), gli italiani si orientano verso le specialità alimentari e le buone bottiglie. Meno cose futili, meno viaggi, meno ³follie² e maggiore concretezza: in calo, il tradizionale cesto che mette insieme un po¹ di tutto, si preferiscono - sintomo evidente di una maggiore cultura enogastronomica - abbinamenti raffinati che personalizzano la scelta. Il Wine Show sarà la festa del vino e indicherà i vini per le feste: aperto al pubblico (dalle ore 15 alle ore 21), offrirà una passerella del meglio del ³vigneto Italia². Il fil rouge del Wine Show sono i vini da vitigno autoctono, quelli che interpretano meglio le tendenze di gusto più attuali. E il Wine Show potrà essere interpretato, proprio a Roma che è diventata la maggiore piazza commerciale e di comunicazione del vino, come una sorta di festa dei ³consigli per gli acquisti². Ma cosa si comprerà in enoteca o nella grande distribuzione per fare o farsi il regalo? Il sondaggio del Salone del Vino illustra come gli italiani si orienteranno verso bottiglie di territorio. La nuova tendenza è quella di marcare anche nel regalo la propria personalità e di puntare a vini che rappresentano la propria regione e le proprie radici, anche culturali e antropiche: grande spazio dunque ai vini da vitigni autoctoni. In testa alle preferenze ci sono i rossi (saranno scelti dal 60% degli italiani) ma anche le ³bollicine², tradizionalmente legate al periodo delle feste: il 35% degli italiani si orienteranno per i regali su questa tipologia di vino. Dove si profila un derby Italia-francia. Se negli scorsi anni gli Champagne hanno un po¹ sofferto, quest¹anno per le bollicine ³made in France² è stato un boom: le importazioni di Champagne sono cresciute del 7%, in forza anche di una generale riduzione di prezzo delle bottiglie di Oltralpe. Il periodo pre-natalizio è anche fondamentale per i produttori di vini passiti e liquorosi. Quest¹anno va molto di moda regalare questa tipologia di vini - percepiti come ³preziosi² - in abbinamento con formaggi, sigari o frutta esotica. Ma anche il profilo dei consumatori sta mutando. Al regalo in vino si orienteranno soprattutto i giovani che hanno cominciato a considerare la bottiglia come un elemento di trasmissione di sentimenti, come un mezzo per esprimere la loro personalità. Proprio su questo si fonda la scelta verso vini da vitigno autoctono. Il donare una bottiglia che racconta la propria terra è considerato come una sorta di biglietto da visita che rivela la propria identità. Su questa tendenza è fondata anche la ³resistenza² delle bottiglie ³made in Italy² alla concorrenza, basata soprattutto sul fattore prezzo, che viene dai cosiddetti Paesi del ³Nuovo Mondo² enologico. Gli italiani, al 97%, continuano a preferire le bottiglie di ³casa². La sola breccia è aperta dagli Champagne che sono in incremento di domanda. A conferma che il vino è il prodotto leader per la regalistica viene il dato sull¹allargamento del perimetro del mercato: se mediamente gli acquirenti di vino in Italia sono il 41% della popolazione, sotto le feste la domanda s¹impenna: si arriva al 60%. Dunque, un italiano su due pensa alla bottiglia per ³firmare² gli auguri. Se non c¹è dubbio che il cadeau enogastronomico sia il must dei giorni nostri, va registrata anche un¹altra tendenza, ovvero una leggera ripresa di consumi di vino, messa in luce da un¹altra ricerca condotta dall¹Osservatorio del Salone del Vino. L¹erosione di domanda, che ha portato l¹Italia sotto la quota di 50 litri pro-capite su base annua, si è arrestata ed è anzi atteso un lieve rimbalzo. Proprio al Salone del Vino di Torino lo hanno testimoniato i produttori che hanno notato sia da parte di enoteche e ristoranti, sia da parte dei buyers stranieri, una ripresa di ordinativi. Che non si tradurrà in un incremento dei prezzi. Anzi, le cantine si sono impegnate a bloccare i listini proprio per salire sul treno della ripresina attesa per le prossime settimane.  
   
   
PAREGGIO TRA TOSCANA E SARDEGNA AL CAMPIONATO DI CUCINA CONTADINA DI AGRIETOUR ALLE LORIGHITTAS CON SUGO AL PORCHETTO IL PREMIO SPECIALE “PIATTO AGRITURISTICO DI QUALITÀ” . BIS DELLA SARDEGNA CON IL MIGLIOR PRIMO PIATTO SU MARTINETE IN TOSCANA IL MIGLIOR SECONDO E IL DOLCE, ENTRAMBI DELLA FATTORIA LE ROCCHE  
 
E’ una ricetta tradizionale della provincia Oristano a vincere il premio speciale “Piatto agrituristico di qualità” del 1° Campionato italiano di cucina contadina assegnato oggi ad Agrietour (Ar). Si tratta delle lorighittas con sugo al porchetto, una pasta tipica interamente fatta a mano e servita dopo 5 ore di preparazione esclusivamente nella piccola Morgongiori nel giorno di Ognissanti. Tradizione voleva che un tempo fossero le famiglie ricche a cucinare le maggiori quantità di pasta che poi veniva distribuita ai poveri. Ancora Sardegna, con il piatto di Fonni (Nuoro), su martinete, ad aggiudicarsi il miglior primo piatto. Una preparazione antica e povera, che abbina i prodotti territoriali dell’orto (patate, cipolle, pomodori) e quelli della pastorizia (la ricotta salata e stagionata, con sentori di timo ed altre erbe aromatiche). Bis della Toscana per i secondi e i dolci, rispettivamente con i colli d’ocio ripieni e la torta di pane della “Fattoria le Rocche” di Capolona (Arezzo). Nell’ottica rurale del “non si butta via niente” i colli d’ocio (colli d’oca) rappresentavano un eccellente modo per consumare carne tanto povera quanto buona altrimenti inutilizzata. Il ripieno è da sempre legato alla stagionalità della battitura. Ancora più povera la torta di pane, dove il pane avanzato si riutilizzava come dolce ammollato nel latte da cuocere in forno. Una giornata all’insegna della tradizione e della ruralità quella di oggi, che ha visto l’alternarsi dei migliori piatti della cucina contadina in una gara ricca di storia e di sapori. 25 le ricette rurali puramente contadine che si sono confrontate davanti alla giuria di esperti del settore, con a capo lo Chef Paolo Teverini, facendo scoprire il mondo dell’agriturismo attraverso la genuinità delle materie prime dei suoi territori. Un campionato di sapori, quello di Agrietour, che riflette una risorsa importante per l’agricoltura. L’agriturismo è infatti da tempo espressione della cultura e della gastronomia rurale: secondo i dati 2004 delle associazioni, sono oltre 8.000 le aziende in Italia impegnate nella ristorazione, con una percentuale di quasi il 65% rispetto al numero complessivo di aziende agrituristiche. Inoltre 6 agriturismi su 10 organizzano punti di vendita diretta (61,1%) e degustazioni sul posto di prodotti territoriali (37,9%), provenienti dall’azienda stessa o da produttori della zona. Quest’ultimo dato, in grande crescita, sintetizza in modo evidente come l’agriturismo diventi espressione e vetrina di intere comunità rurali. Altra tendenza rilevante, la produzione e trasformazione di prodotti di qualità: 6 aziende su 10 presentano produzioni biologiche con marchio comunitario (Dop e Igp) e/o nazionale (Doc, Docg e Igt); 7 aziende su 10 trasformano i propri prodotti (86,5% al Sud) e il 60% ha il punto vendita. La trasformazione delle coltivazioni in prodotti coinvolge ben il 70% delle aziende. Tra i prodotti certificati, un 28% è biologico, un 31% detiene un marchio collettivo. Tra gli eventi culinari in programma domani ad Agrietour, il Festival della Cucina contadina, con la degustazione dei prodotti tipici dell’agriturismo, aperta al pubblico dalle 12 alle 14,30 e dalle 17 alle 19.  
   
   
ANCHE IN CINA IL LIMONCELLO DI SORRENTO DI VILLA MASSA  
 
E’ stata presente anche Villa Massa, con il suo tradizionale "Limoncello di Sorrento", in Cina con tutto il comparto agroalimentare campano di qualità. Due gli appuntamenti, il primo presso la prestigiosa fiera Vinitaly China, in programma a Shangai, dal 24 al 26 novembre, all'Exhibition Centre l'altro a Pechino per Cinapoli, in programma dal 28 al 30 novembre. L'azienda ha presentato i suoi prodotti in un mercato in forte espansione, come quello cinese. In Cina, infatti, c'è una gran fetta della popolazione che ha disponibilità economica e la ristorazione internazionale è già una realtà consolidata. La presenza italiana a Vinitaly China è stimata in circa 100 espositori, tra cui presenze di rilievo come i principali consorzi di tutela. "Per la nostra azienda- dichiara Stefano Massa, comproprietario con il fratello Sergio- i giorni di fiera sono stati l'occasione per comprendere meglio la realtà ed il mercato cinese e per consolidare i rapporti attivati con gli importatori". Se il "Tradizionale Limoncello di Sorrento" è il prodotto più famoso di Villa Massa, non è certo l'unico perché la gamma si amplia col Liquore di Mandarini e di Arance, con quello agli Agrumi, col Liquore di Noci e con la soffice Crema di Limoni, tutti a base dei rinomati frutti della splendida Costiera di Sorrento. Non vanno poi dimenticati i piccoli Babà, "affogati" nel Limoncello o nel Liquore di Mandarini, una vera e propria squisitezza. Villa Massa ha attuato, sin dall'inizio, una strategia improntata sull'elevata qualità della materia prima e sullo scrupoloso presidio della qualità nella lavorazione creando così un'immagine d'alto profilo. Una produzione, quella dell'azienda sorrentina, che ha meritato l'attribuzione della Igp europea (Indicazione Geografica Protetta) e la certificazione agroalimentare dell'Is.me.cert. Ma Villa Massa è anche simbolo d'innovazione e tecnologia ed, infatti, ha già da diversi anni certificato il proprio sistema di qualità a norma Uni-en Iso 9002 e si avvia all'implementazione della Vision 2000.  
   
   
1° CAMPIONATO REGIONALE DEI GRANDI VINI ROSSI DELLA LOMBARDIA. VINCE IL GARDA ROSSO SELEZIONE PROVENZA ’01 FABIO CONTATO (DESENZANO)  
 
Giovedì 25 novembre circa 1000 persone in 12 Ristoranti e Osterie lombarde hanno degustato e giudicato 5 vini rossi della regione provenienti da diverse zone vitivinicole, in occasione del 1° Campionato regionale dei grandi vini rossi. I giudici di questo concorso, organizzato dal Coordinamento Slow Food Lombardia, hanno degustato alla cieca vini provenienti da Valtellina, Garda Bresciano, Garda Mantovano, Oltrepò Pavese, Bergamasco durante una cena appositamente preparata per esaltare al massimo gli abbinamenti, sempre nel rispetto della tradizione gastronomica lombarda. Proprio la giuria costituisce un elemento nuovo e interessante della manifestazione. Chiamati a giudicare i vini sono infatti semplici appassionati, soci di Slow Food, consumatori attenti che hanno provato a valutarli secondo il criterio della piacevolezza provata durante la degustazione. Al termine è stato sancito vincitore il Garda Rosso Selezione Provenza ’01 Fabio Contato di Desenzano, seguito dal Garda Merlot ’02 Fajal La Prendina (Monzambano) e dal Valtellina Superiore ’01 Fracia Nino Negri (Chiuro). In ogni cena è stato inoltre presentato in degustazione il Pannerone Lodigiano, ultimo Presidio Slow Food lombardo, nato per difendere questo grande prodotto dell’arte casearia dal pericolo di scomparsa.  
   
   
IL CONCORSO LETTERARIO NAZIONALE PROMOSSO DA GO WINE “BERE IL TERRITORIO”, ATTO IV PER RENDERE I GIOVANI PROTAGONISTI NEL MONDO DEL VINO  
 
L’associazione Go Wine promuove la quarta edizione di “Bere il Territorio”, un concorso letterario che si rivolge ai giovani e che nelle prime tre edizioni ha riscosso con la sua formula un notevole successo. Possono concorrere nella sezione generale tutti i giovani dai 18 ai 30 anni, due sezioni speciali sono riservate agli studenti degli istituti alberghieri e degli istituti agrari, un premio speciale è patrocinato dal Cervim e verrà attribuito a chi meglio avrà trattato il tema della viticoltura di montagna o praticata in condizioni orografiche difficili. I testi dovranno pervenire entro il 31 gennaio 2005 presso la sede nazionale di Go Wine in Alba; la cerimonia di premiazione è prevista nel Marzo 2005. “L’iniziativa – dichiarano dall’associazione Go Wine – si propone di concorrere alla crescita della cultura del consumo dei vini di qualità e si rivolge ai giovani per renderli protagonisti, invitandoli all’esercizio dello scrivere, a raccontare il loro rapporto con il vino e come lo hanno avvicinato”. Il Concorso, infatti, guarda ai giovani, non soltanto intesi come i consumatori del domani, ma anche, e forse soprattutto, come i rappresentanti di quella generazione che può contribuire a consolidare il successo e l’attenzione che il mondo del vino ha riscosso un po’ ovunque in questi ultimi dieci anni. I partecipanti devono redigere un testo in forma libera (di lunghezza compresa fra le 2 e le 5 cartelle), che racconti il loro rapporto con il vino e con il mondo che intorno ad esso orbita, con un particolare riferimento al tessuto sociale ed all’ambiente nel quale il vino viene prodotto. I premi: 1.000 euro ciascuno per i due vincitori della sezione generale; 750 euro per ciascun vincitore delle due sezioni speciali. 100 bottiglie espressione della cosiddetta viticoltura “eroica” per il premio speciale offerto dal Cervim. Gli elaborati vincitori verranno scelti dalla Giuria composta da: Magda Antonioli Corigliano (Università Bocconi, Milano), Giorgio Barberi Squarotti (Università degli Studi, Torino), Gianluigi Beccaria (Presidente dell’Associazione Storici della Lingua Italiana), Gigi Brozzoni (Direttore Seminario Veronelli), Vanni Cornero (giornalista de La Stampa), Alessandro Ghini (Casa Editrice Le Monnier, Firenze), Paolo Marchi (giornalista de Il Giornale), Luigi Moio (Docente di Enologia - Università degli Studi, Foggia), Giacomo Oddero (Presidente Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo), Nico Orengo (scrittore), Anna Schneider (Università degli Studi, Torino), Massimo Corrado (Associazione Go Wine), Massimo Zanichelli (giornalista) Walter Boggione e Bruno Quaranta (segreteria generale). “Bere il territorio” si svolge con il patrocinio della Regione Piemonte e con il sostegno di Veronafiere attraverso il 39° Vinitaly, la Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, la Fimer (macchine enologiche) ed un Comitato di 23 aziende vinicole italiane.  
   
   
“VINUMBRO”: “FEDAGRI-CONFCOOPERATIVE UMBRIA” A DIFESA DEL SAGRANTINO DI MONTEFALCO E DELLA TIPICITÀ  
 
Alla Vigilia di “Vinumbro”, manifestazione enologica che si è svolta fino a domenica 28 novembre al Palazzo Giusti Orfini di Foligno e di fronte al problema sollevato di recente dalle autorizzazioni concesse dalle Regioni Toscana e Marche a coltivare il vitigno autoctono umbro Sagrantino, Fedagri–confcooperative Umbria manifesta il proprio disappunto per voce del suo Presidente regionale Luigi Minelli “avverso un’azione che riaccende pericolosamente la guerra dei vitigni autoctoni”. “Mi preme da subito manifestare il nostro vivo sostegno – esordisce Minelli – alla Presidente della Regione Lorenzetti ed all’Assessore Liviantoni circa le azioni istituzionali che stanno intraprendendo a tutela di una tipicità regionale come quella del Sagrantino di Montefalco che si è guadagnata un posto di rilievo nell’eccellenza delle produzioni vitivinicole mondiali”. “Niente di illegale – prosegue Lodovico Mattoni, presidente della Cantina “Terre de’ Trinci” di Foligno e vice-presidente regionale di Fedagri - ma questa vicenda torna a mostrarci come sia urgente una rivisitazione legislativa per scongiurare i rischi ancor più pericolosi che potrebbero derivare da un’offensiva dei produttori vitivinicoli del “nuovo mondo” sulle nostre tipicità. La caduta di certe “barriere” territoriali tra regione e regione può, infatti, facilmente trasformarsi in un pericoloso boomerang tenuto conto che molti autoctoni potrebbero diventare dei vitigni internazionali ed essere impiantati da tutti i paesi con un grave danno per le nostre produzioni”. “In questo momento particolare di mercato e di incertezza normativa – si inserisce Andrea Fora, Presidente di Confcooperative Umbria - ritengo che le Istituzioni Regionali debbano quanto meno impegnarsi a rispettare un “codice etico” incentrando le loro energie sulla valorizzazione delle proprie produzioni tipiche”. “Sorge pertanto doveroso per noi – conclude Minelli – l’obbligo di difendere le nostre Cantine che in questi anni hanno concorso alla valorizzazione del Sagrantino di Montefalco sul mercato mondiale effettuando nel recente passato anche notevoli investimenti finanziari”.  
   
   
PRESENTATA A MILANO LA GUIDA JEUNES RESTAURATEURS D’EUROPE ITALIA 2005  
 
All’hotel Four Seasons di Milano, ha avuto luogo la presentazione della Guida Italiana 2005 Jeunes Restaurateurs d’Europe. In quest’ultima edizione gli chef patron appartenenti alla prestigiosa Associazione sono 65 (quattro in più rispetto al 2004): l’Osteria Cascina dei Fiori diventa socio onorario per aver superato il Limite di età previsto dallo Statuto e i cinque nuovi Associati sono Riccardo De Prà del ristorante Dolada di Plois in Pieve d’Alpago, Roberto Fiorini del ristorante Il Saraghino di Numana, Niko Romito del Ristorante Reale di Rivisondoli, Fabio Barbaglini del ristorante Caffé Groppi di Trecate e i fratelli Ernesto e Mario Iaccarino del ristorante Don Alfonso di Sant’agata Sui Due Golfi. I Jeunes Restaurateurs d’Europe Italiani, all’insegna del motto internazionale “ta1ento e passione”, hanno presentato te toro iniziative “rivolte all’altruismo”, che vanno oltre il piatto ed oltre la cucina: raggiungono il cuore, sia dei clienti che degli stessi associati. Dopo la presentazione, i cinque nuovi membri hanno realizzato specialità tradizionali ed innovative, alcune delle quali a base di Grana Padano, accompagnate dalla degustazione di prodotti tipici e vini italiani e internazionali delle Aziende partners dell‘Associazione.  
   
   
RITORNA IL MANGELO, LA PRIMA GUIDA AI RISTORANTI ESPRESSIONE DEL GIUDIZIO DEI CLIENTI. IN USCITA L¹EDIZIONE DI MILANO 2005, AGGIORNATA E AMPLIATA, ANCHE IN VERSIONE INGLESE, E UNA NOVITÀ: IL MANGELO DI ROMA  
 
Una delle novità editoriali dello scorso Natale, Il Mangelo di Milano guida ai ristoranti, si ripresenta quest¹anno con alcune importanti novità: un¹edizione milanese aggiornata e ampliata, disponibile anche in versione inglese, e un¹edizione romana, assoluta novità. Il Mangelo di Milano 2005, 224 pagine, rispetto alla scorsa edizione recensisce un numero maggiore di ristoranti (818, di cui 76 fuori porta) e conta ben 14 pagine di mappe, che rendono più agevole e pratica l¹individuazione dei ristoranti suddivisi per le diverse zone. I 46 indici analitici differenziano i ristoranti per tipo di cucina, prezzo medio, numero di coperti, tavoli all¹aperto e tante altre voci, mentre le 25 classifiche stilano altrettante graduatorie decretando, secondo i voti dei lettori, il ristorante con la migliore cucina regionale, il più adatto per gli incontri di lavoro, o semplicemente il preferito dai clienti. L¹edizione romana de Il Mangelo, 208 pagine, recensisce circa 800 ristoranti della capitale e provincia (72 quelli fuori porta), secondo il metodo che, fin dall¹esordio, caratterizza l¹opera, differenziandola da tutte le altre guide: ricorrendo cioè ai giudizi dei clienti dei ristoranti stessi. Recensioni e classifiche sono stilate, infatti, a partire dalle opinioni dei frequentatori dei locali, raccolte mediante un questionario accessibile all¹indirizzo internet www.Ilmangelo.it  Il Mangelo di Roma presenta 74 indici analitici che suddividono i ristoranti in categorie (dal tipo di cucina al prezzo medio, alla zona, alla possibilità di brunch domenicale) e 25 classifiche: dal posto più trendy alla miglior pizzeria napoletana, dal ristorante più romantico a quello con la migliore carta dei vini, eccetera. Il Mangelo di Milano e Il Mangelo di Roma, curati da Michela Ricciarelli, sono pubblicati da Il Mangelo Editore Srl. E disponibili in tutte le librerie di Milano e Roma e nelle migliori edicole, al prezzo di 15 euro (Milano) e 13 euro (Roma).  
   
   
IL MANGELO 2005: CURIOSITÀ E NOVITÀ. A MILANO IN CRESCITA I RISTORANTI ETNICI E FUSION, A ROMA POCHI BRUNCH E TANTI TAVOLI FUORI  
 
Nella seconda edizione de Il Mangelo di Milano, aggiornata e ampliata, che si presenta da quest¹anno anche nella versione inglese, una novità interessante riguarda le 14 pagine di mappe che da quest¹anno sostituiscono gli indici relativi alle zone, in cui sono visualizzati tutti i ristoranti recensiti nella guida. Confrontando le preferenze espresse con quelle dell¹anno scorso, si nota la netta prevalenza al vertice delle classifiche dei locali ³storici²: siano essi etnici, di pesce o tradizionali, i più menzionati sono sempre quelli più famosi e presenti da più tempo in città. Un particolare che denota una certa diffidenza nei confronti di locali meno noti o di recente apertura, che pure non sono mancati: nell¹ultimo anno, infatti, hanno aperto i battenti in città diversi ristoranti, per la maggior parte etnici (soprattutto giapponesi) e fusion, ambienti sempre molto ricercati dove vige la cura del particolare, dal cibo all¹arredo. I ristoranti fuori porta, infine, tutti a meno di un¹ora di macchina da Milano e selezionati tra le province di Milano, Pavia, Como, Lecco, Bergamo, Brescia, Varese e Lodi, sono 45 in più rispetto alla precedente edizione. Il Mangelo di Roma 2005. La guida di Roma, novità di quest¹anno, a differenza della versione milanese non contiene le mappe, ma gli indici relativi alle zone sono molto numerosi (ben 34). Tendenze interessanti emerse da questa prima rilevazione nella capitale sono la scarsa offerta di brunch e la presenza limitata di ristoranti etnici, specialmente giapponesi e brasiliani, particolarmente evidente nel confronto con Milano. Per quanto riguarda la cucina regionale, si nota la quasi totale assenza di cucina tipica di regioni del Nord Italia, mentre abbonda ad esempio la cucina di regioni del Centro Sud (in particolare campana e marchigiana), più rappresentata rispetto a Milano. Una particolarità della capitale riguarda poi i ristoranti ³con tavoli fuori²: a seguito delle rilevazioni non è stato infatti inserito l¹indice corrispondente, in quanto la stragrande maggioranza dei locali considerati ne dispone. Infine, i 72 ristoranti fuori porta inclusi nella guida sono tutti in provincia di Roma. Nei primi mesi del 2005 Il Mangelo di Roma sarà pubblicato anche in inglese. Il sito www.Ilmangelo.it <­http://www.Ilmangelo.it/> , attraverso cui sono stati raccolti i voti, ha subito un restyling rispetto allo scorso anno: dalla home page rinnovata è possibile ricercare il proprio ristorante preferito attraverso un motore di ricerca o in ordine alfabetico, per zona, prezzo e altri parametri. A breve il sito presenterà alcune importanti novità: in vista del Natale, ad esempio, sarà possibile acquistare la guida anche on line. Presto saranno inserite on line anche le edizioni di Milano e Roma 2005, e sarà possibile accedere a indici, classifiche e schede dei ristoranti, votare ed esprimere i propri giudizi in qualsiasi momento dell¹anno. Anche quest¹anno, chi si è registrato e ha inviato il proprio voto riceverà in regalo una copia della guida. La prossima campagna votazioni per Milano e Roma aprirà nella primavera 2005.  
   
   
TERRE DI MEZZO PRESENTA PAPPAMONDO 2005, LA GUIDA AI RISTORANTI STRANIERI E AI NEGOZI DI ALIMENTARI ETNICI DI MILANO  
 
250 ristoranti e locali di tutte le nazionalità, centinaia di kebab e rosticcerie, take away e servizi a domicilio, ma anche supermercati e negozi di alimentari dal mondo. Per chi ama avventurarsi tra i sapori della cucina straniera a Milano orientarsi sarà facile con “Pappamondo”, la guida alla ristorazione etnica in città, che per l’ottavo anno torna in una nuova edizione completamente riveduta e ampliata nella veste grafica e nei contenuti. 800 indirizzi ordinati in schede di facile consultazione, 250 ristoranti, tra cui 30 nuove insegne, e tutti gli aggiornamenti sugli altri locali, puntualmente testati da assaggiatori di fiducia. Tra i ristoranti spopola l’Asia, Giappone in testa, cresce l’offerta della cucina centro e sudamericana con Messico, Brasile e Argentina, si moltiplicano i sushi-bar, ma prosperano i locali dove consumare uno spuntino veloce a prezzi popolari. Tutte le nuove tendenze. Grande novità dell’edizione 2005 di “Pappamondo”, la sezione speciale dedicata ai negozi dove acquistare tutti gli ingredienti per assaporare le cucine del mondo a casa propria. Si spazia dai supermercati multietnici con specialità da ogni angolo del globo ai negozi di alimentari e di gastronomia specializzati dove trovare articoli di ogni genere e per tutte le tasche. Dalla semola per preparare il cous cous ai piatti pronti per una cena giapponese. Tutto quello che serve per sperimentare le ricette più audaci e per assaporare sulla propria tavola la cucina dei cinque continenti. Con un utile glossario dei cibi e dei piatti etnici per muoversi con disinvoltura tra etichette e scaffali.  
   
   
IDENTITA’ GOLOSE: IL PRIMO CONGRESSO ITALIANO DI CUCINA D’AUTORE A MILANO, PALAZZO MEZZANOTTE, DAL 23 AL 25 GENNAIO 2005  
 
Identità Golose è il primo congresso italiano di cucina d’autore. Ideato e curato da Paolo Marchi, si terrà a Milano dal 23 al 25 gennaio 2005 nella Sala delle Grida di Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa italiana e avrà cadenza annuale. Semplice la formula: una vigilia dedicata alla celebrazione della figura del ristoratore tricolore e due giorni di lezioni di altissima cucina, tenute da diciotto relatori (tredici gli italiani). E la Sicilia come regione ospite. Gli chef che hanno accettato l’invito di Marchi si alterneranno sul palco per parlare di cucina, del suo passato e, soprattutto, del suo futuro. Ognuno di loro avrà a disposizione tre quarti d’ora e preparerà due suoi piatti simbolo, di cui almeno uno inedito. Partecipano: Nadia Santini del Pescatore di Canneto sull’Oglio nel Mantovano, Massimiliano Alajmo delle Calandre di Rubano nel Padovano, Corrado Assenza del Caffè Sicilia di Noto nel Siracusano, Moreno Cedroni della Madonnina del Pescatore di Senigallia in provincia di Ancona, Carlo Cracco di Cracco-peck a Milano,il siciliano Accursio Craparo della Gazza Ladra a Modica in provincia di Ragusa, Enrico Crippa del Ristorante in Piazza Duomo ad Alba cuore delle Langhe, Pietro Leemann di Joia a Milano, Norbert Niederkoflet del St. Hubertus a San Cassiano in Alta Badia (Bolzano), Fulvio Pierangelini del Gambero Rosso a San Vincenzo sulla costa maremmana, Davide Scabin del Combal.zero a Rivoli in provincia di Torino, Ciccio Sultano del Duomo a Ragusa Ibla, Gianfranco Vissani del ristorante omonimo a Baschi in Umbria. Interverranno inoltre gli spagnoli Ferran Adrià de El Bulli a Rosas in Catalogna, Andoni Luis Aduriz del Mugaritz a Erenteria-renteria nei Paesi Baschi, Enrique Dacosta de El Poblet a Denia nella regione di Alicante, il francese Jean-luc Fau, chef, pittore e patron di Gouts et Couleurs a Rodez e lo statunitense Wylie Dufresne di wd-50 a New York. I partecipanti. Il congresso si svolgerà nella ex Sala delle Grida, attuale parterre di Palazzo Mezzanotte, con le modalità caratteristiche dei convegni scientifici. La sala accoglierà i relatori, i congressisti, i personaggi ospiti, giornalisti e fotografi, con 350 posti a sedere riservati ai cuochi e ai ristoratori che si sono iscritti per aggiornarsi professionalmente e confrontarsi con i maestri della cucina d’autore italiana e internazionale. On line il sito della manifestazione:www.Identitagolose.it  
   
   
IL CONSORZIO TUTELA FORMAGGIO ASIAGO COMPIE 25 ANNI  
 
Il Consorzio per la Tutela del Formaggio Asiago, costituito nel 1979, festeggia oggi a Milano il 25° compleanno. Il Consorzio, nato il 26 giugno del‘79, perviene al traguardo del suo primo quarto di secolo con un patrimonio di successi considerevole: la Denominazione di Origine Controllata italiana, istituita nel 1978, è diventata Denominazione di Origine Protetta (Dop) europea nel 1996. Il formaggio Asiago si è inoltre dotato da tre anni di un sistema di tracciabilità della filiera, che culmina con l’inserimento di un bollino di caseina numerato progressivamente nella crosta di ogni forma di formaggio: esso è un ulteriore segno distintivo della provenienza del formaggio e del latte dalla zona di origine (le province di Vicenza e Trento e le zone confinanti di quelle di Padova e Treviso) e permette di risalire a tutte le fasi della produzione. In 25 anni la produzione di Asiago è cresciuta lentamente in modo costante, passando dalle 7.100 tonnellate del primo anno di caseificazione censita, alle oltre 23.000 del 2003: un dato che trova pochi riscontri nel settore. Oggi l’Asiago è il sesto formaggio Dop italiano per quantità, il quinto per volumi di vendita in Italia ed il decimo prodotto Dop in assoluto del nostro Paese. E’ noto a oltre il 95% degli Italiani, grazie anche ad investimenti pubblicitari costanti e, soprattutto, alla sua bontà. A consentire all’Asiago Dop di affermarsi sulle tavole di tutta Italia come uno dei formaggi più conosciuti ed apprezzati è stata proprio la caratteristica che, prima della costituzione della Doc, ne aveva fatto uno tra i prodotti più contraffatti: una lunghissima tradizione di bontà e genuinità, da sempre associate al nome Asiago. All’epoca del riconoscimento della Doc sì trovavano in commercio formaggi chiamati “Asiago” che avevano poco o nulla a che spartire con la zona di produzione e, spesso, anche con la qualità dell’Asiago. La costituzione del Consorzio per la Tutela ha permesso di garantire ai consumatori l’autenticità del formaggio Asiago, contribuendo a salvaguardare nel tempo una produzione tipica locale di grandissimo pregio, seriamente compromessa e che rischiava di scomparire a causa delle imitazioni. Oggi il formaggio Asiago continua a seguire la strada che ne ha fatto, in 25 anni, un prodotto di grande successo, proponendosi come un alimento prezioso per la vita quotidiana ad un prezzo medio al consumo molto accessibile. L’andamento del prezzo del formaggio Asiago, infatti, non ha mai subito crescite eclatanti ma ha generato una redditività costante che ha consentito ai produttori di sviluppare tranquillamente la produzione. Il formaggio Asiago è preparato in due tipologie completamente diverse tra loro: il fresco e lo stagionato. L’asiago fresco è un formaggio a pasta semidura, dolce e gustoso, consistente al palato e solubile in bocca. Sa di latte, di burro e di yogurt. E’ prodotto esclusivamente con latte intero della sera e della mattina: la cagliata è rotta nella caldaia in frammenti del diametro approssimativo di una noce; viene quindi separata dal siero, salata leggermente in pasta e posta in fascera. La forma appena prodotta è quindi compressa per eliminare parte del liquido di cui è ancora intrisa. L’altro nome con cui il prodotto fresco è conosciuto, quello di “Asiago pressato” deriva da questo procedimento. L’asiago pressato matura per un breve periodo, che può andare dai venti ai quaranta giorni, dopo di che è pronto per essere gustato. Ricco di fermenti lattici vivi, l’Asiago fresco è il prodotto preferito dai consumatori di tutte le età, poco impegnativo al palato e molto gradevole. Il formaggio Asiago stagionato, o “d’allevo”, viene prodotto con il latte della sera, scremato dal burro per affioramento, a cui si aggiunge - direttamente in caldaia - il latte intero appena munto della mattina. La cagliata viene quindi rotta in pezzi delle dimensioni che vanno da quelle di una nocciola a quelle di un chicco di riso e posta in fascera. Salate in salamoia ed asciugate, le forme di Asiago d’allevo sono poste a maturare da un minimo di due mesi fino a due anni ed oltre. L’asiago stagionato è un formaggio più duro, strutturato e complesso rispetto al fresco: con il passare del tempo tende a perdere progressivamente le note predominanti di dolcezza e di latte, sempre comunque presenti, acquisendo via via profumo e gusto più marcati, per giungere ad assumere in alcuni casi note anche decisamente piccanti. Oltre che da grattugia, accompagnato a vini rossi importanti può essere formaggio da meditazione. La storia del formaggio Asiago si perde insieme con quella delle popolazioni dell’altipiano da cui trae il nome. La sua origine si fa convenzionalmente risalire intorno a circa l’anno mille poiché, sull’Altopiano di Asiago, il periodo precedente è sostanzialmente sconosciuto: nelle sue “Memorie Istoriche dei Sette Comuni Vicentini”, nel 1820 l’abate Agostino Dal Pozzo di Rotzo scriveva che “Il curioso fenomeno di vedere un’intera popolazione parlare in un angolo d’Italia un dialetto poco inteso dai vicini, non risvegliò che tardi, cioè alla metà del decimoquarto secolo, l’attenzione degli storici e dei letterati. Innanzi al mille però non esiste altra memoria di loro”. Indizi di quella che doveva essere la realtà altipianese in epoca anteriore si possono trovare nella “Relazione delle Alpi vicentine e de’ passi e popoli loro” che Francesco Caldogno, inviato come ispettore in queste terre dalla Repubblica di Venezia, scrisse nel 1598: vi si legge che “Questi comuni tutti insieme fanno fuochi (focolari, ndr) 2700, anime 16200, e• di fazione (da lavoro, ndr) intorno 5m (5 mila, ndr)”. Prosegue il conte Caldogno: “Quali tutti anco fossero fertili anni, non raccolgono da vivere da’ loro terreni più che per la metà dell’anno, nè meno vini, nè meno alcuna altra sorta di frutti, per li grandissimi freddi e per le nevi che sopra di essi cascano. Sono necessitati di provvedere al loro bisogno per la maggior parte con il traffico di legnami ed animali, de’ quali in tutto hanno pecore d’intorno 133.500”. Quasi due secoli dopo, nel 1763, le pecore sono quasi raddoppiate: Ascendevano a dugento mila ottocento quarantacinque” (Dal Pozzo). Dunque nella Zona che gli dà il nome, l’Altopiano di Asiago ricchissimo di buoni pascoli, si produceva un tempo un formaggio gustoso di latte di pecora, la cui testimonianza è ancor oggi presente nelle vestigia di un dialetto schietto, che continua a definire “pegorin” l’Asiago vaccino più vecchio e piccante. Ma la sostituzione delle greggi con le mandrie era già iniziata da tempo, mano a mano che si sono modernizzate le tecniche di allevamento e, soprattutto, che si è passati dallo sfruttamento dei pascoli alla cura dei prati da taglio. La conferma viene proprio dalle citate Memorie: “Gli animali bovini formano un altro capo necessarissimo al sostentamento de’ nostri popoli. I frutti che se ne ritraggono consistono in vitelli, formaggi, butirri e ricotte, co’ quali forniscono le città circonvicine”. Il latte bovino si sostituisce completamente a quello ovino nell’ultimo secolo. In questi anni la tecnica casearia, che ancora oggi si conserva nelle malghe altopianesi, viene affinata e — con la mediazione della moderna tecnologia — si trasferisce anche nei piccoli e medi caseifici disseminati nella zona di produzione: la fabbricazione dell’Asiago, prevalente, alla fine del secolo scorso, sull’altipiano omonimo, si è a poco a poco estesa nella parte pedemontana, nelle zone di pianura limitrofe e nelle vicine malghe trentine, anche a causa degli eventi bellici per lo spopolamento dell’Altopiano dei Sette Comuni, tra i cui pascoli s’inerpicava il tortuoso dedalo di trincee della linea del fronte della prima guerra mondiale. La produzione dell’Asiago pressato, o fresco, inizia in quegli anni. Si tratta di una variante tecnologica che veniva già adottata nelle malghe o negli alpeggi soprattutto nel primo periodo di monticazione del bestiame. L’asiago fresco ha incontrato il gusto del consumatore moderno, che privilegia le note dolci e morbide, certo è però che chi voglia ritrovare ancora il sapore di quel “pegorin” caro ai malghesi non fa troppa fatica con quel glorioso Asiago d’Allevo Stravecchio che sa competere con i più famosi formaggi stagionati della gastronomia internazionale.  
   
   
FERRARI ISTITUISCE PER IL GRANA PADANO LA RINTRACCIABILITA’ DI FILIERA CERTIFICATA  
 
A tutela dei propri clienti e consumatori, da tempo Ferrari ha istituito per il Grana Padano un percorso della qualità, tutto Lodigiano, dove ogni fase è monitorata e assolutamente rintracciabile. La Rintracciabilità di Filiera Ferrari è stata certificata da Csqa nel 2004 ed è un progetto a più ampio respiro rispetto alle norme obbligatorie per legge e alle indicazioni di Ecr Indicod che entreranno in vigore a far tempo dal prossimo 1 gennaio 2005. La Filiera Ferrari è stata studiata per assicurare al consumatore, in ogni momento, un servizio di massima rintracciabilità: le sue procedure severe consentono l’integrazione dei diversi ‘attori’ che compongono l’intera catena produttiva, creando una sorta di azienda ‘allargata’ che li comprende tutti: produttori di latte, caseifici, stagionatori e confezionatori. In questo modo è possibile seguire e rintracciare l’intera vita del prodotto – il formaggio – non soltanto dal momento del suo ingresso nell’azienda Ferrari ma, addirittura, dalla sua origine fino alla spedizione del prodotto confezionato ai punti vendita. La Filiera istituita da Ferrari consente di risalire non solo alle fasi che interessano la lavorazione del formaggio, che avvengono all’interno dell’azienda, ma anche a quelle precedenti, a partire dal caseificio da cui proviene la forma, includendo il giro di raccolta del latte, fino alla razione alimentare delle vacche che hanno prodotto il latte. I vantaggi e i benefici per il consumatore sono evidenti: maggior garanzia di salubrità e sicurezza, identificazione dell’origine dei prodotti, facile lettura dell’etichetta sul prodotto, certezza di un prodotto di eccellenza.  
   
   
MACERATA: UN TERRITORIO DI ETICHETTA. LA EX.IT , AZIENDA SPECIALE DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI MACERATA PRESENTA A MILANO LE ECCELLENZE VINICOLE  
 
Cesare Latini, Presidente dell’Azienda Speciale della Camera di Commercio di Macerata Ex.it. Ha presenziato a Milano insieme con Giuliano Bianchi, Presidente della Camera di Commercio di Macerata ad una serata di grande interesse per la divulgazione delle eccellenze del territorio maceratese. Dopo la presentazione di Carlo Cambi, e la relazione Vino e tradizione nel territorio di Macerata dello storico Evio Hermas Ercoli, si sono svolte le relazioni Le eccellenze enologiche della provincia di Macerata ad opera di Roberto Potentini, enologo e le Degustazione delle eccellenze enologiche del territorio maceratese ad opera del sommelier Cesare Lapadula. In particolare sono stati presentati e apprezzati il Rosso Piceno che, prodotto in una vasta zona che comprende le province di Ancona, Macerata e Ascoli Piceno, si ricava dalle uve dei vitigni Sangiovese, Montepulciano e con l’eventuale minima aggiunta di Trebbiano e Passerina, ha un colore rosso rubino, con odore gradevole e sapore asciutto, sapido e armonico. Gradazione minima: 11,5. Nella parte più a sud della zona di produzione, con una gradazione minima di 12° e con un anno di invecchiamento obbligatorio, si ottiene il tipo “superiore” che dovrà avere un colore rosso rubino non troppo carico e che tende al granato con l’invecchiamento: odore gradevole, vinoso, leggermente etereo: sapore sapido, armonico e gradevolmente asciutto. Uso: da pasto, se invecchiato da arrosto. Il Verdicchio di Matelica. Nella zona collinare avente per epicentro Matelica (provincia di Macerata) e che si estende fino a Fabriano (in provincia di Ancona), dalle uve di Verdicchio con l’eventuale aggiunta di Trebbiano toscano e Malvasia toscana, si produce un bel vino brillante, paglierino tenue, dall’odore delicato e dal sapore asciutto, armonico con retrogusto gradevolmente amarognolo. Gradazione minima: 11,5° Uso: da pesce. Si produce anche nel tipo “spumante”. Vernaccia di Serrapetrona. Si tratta dì un gradevole vino rosso spumante naturale, ottenuto dalle uve, leggermente appassite, di Vernaccia nera, localmente conosciuta come Vernaccia di Serrapetrona, cui si uniscono talvolta modeste quantità di Sangiovese, Montepulciano e Ciliegiolo, prodotte sulle colline del ristretto territorio del comune di Serrapetrona in provincia di Macerata e dì altri comuni confinanti. Ha un colore che va dal granato al rubino; spuma persistente; odore aromatico, vinoso e sapore amabile o dolce con fondo gradevolmente amarognolo. Gradazione minima: 11,5° Uso: da fine pasto. Con un contenuto di zuccheri superiore viene attribuita la qualifica di”amabile” o “dolce”.  
   
   
MANGIARE IN MODO SANO ED EQUILIBRATO CON UN OCCHIO ALLA SALUTE E UNO AL PIACERE: ECCO IL PASSAPORTO NUTRIZIONALE FINDUS  
 
Sempre più vicino al consumatore e attenta ai bisogni e alle necessità non rinunciando mai in ogni caso al piacere della buona tavola. Findus si rinnova con la stessa qualità di sempre scegliendo l’informazione chiara in ambito di educazione alimentare, con cambiamenti che investono sia il logo che le confezioni di tutta la gamma dei prodotti. Una foglia rossa nel cui interno é rappresentato il sole, questo é il nuovo logo di Findus, simbolo di vitalità, naturalità ma anche del fuoco e del dinamismo, ed é anche il primo biglietto da visita con il quale Findus si ripresenta ai suoi consumatori. Ma non è tutto, Findus ha messo in atto una serie di iniziative per far fronte alla nuova “cultura alimentare” emergente, che determina il formarsi di un maggior senso di responsabilità dei consumatori verso una alimentazione bilanciata, sposandola alle nuove tendenze che vogliono un recupero della buona tavola senza rinunciare alla salute. Emerge, infatti, da una ricerca Ipsos del 2004, uno spaccato molto interessante ed indicativo degli stili alimentari che si vanno via via tracciando parallelamente ai cambiamenti degli stili di vita. Scopriamo che sempre più italiani sono attenti alla qualità e alla sicurezza alimentare. Il 58% dichiara, infatti, di acquistare solo dopo aver avuto informazioni sull’azienda e sui prodotti, inoltre 3 italiani su 4 leggono le informazioni sui prodotti prima dell’acquisto. La tendenza crescente é di avere un occhio di riguardo per la buona tavola senza “investire” troppo tempo nella preparazione di piatti elaborati e sofisticati, ma quasi il 60% degli italiani ritiene che non possa più esistere una corretta alimentazione senza una ricerca del gusto e del piacere. La semplicità e la qualità sembrano le parole d’ordine, a sfavore della “sacrificalità” e del senso di colpa in cucina, così come nella vita di tutti i giorni. La buona cucina è anzi patrimonio culturale italiano e dopo essere stata vilipesa a favore di regimi alimentare “minimali” e “sacrificali”, il nuovo trend vuole recuperare pienamente il senso del gusto e del piacere di nutrirsi, parallelamente ad una ricerca del benessere. Se da un lato le tematiche razionali spiegano le nuove abitudini di consumo, dall’altro la psicologia ci aiuta a spiegare anche i motivi inconsci che dettano questi cambiamenti. Secondo Caterina Vignoli, psicologa e psicoterapeuta, il cibo è strettamente legato al ritrovamento della nostra identità. Non può, infatti, esistere un’abitudine alimentare che non tenga conto del nostro vissuto e delle radici culturali legate al cibo, profondamente attaccate al piacere della tavola. La risposta di Findus alle nuove esigenze è ancora una volta di attenzione verso il consumatore e verso le “radici culturali” sedimentate in ognuno di noi dove la buona cucina, che ha funzioni socializzanti da non sottovalutare, è essenziale e basilare per un benessere psico-fisico. Dal mese di ottobre Findus ha apportato dei cambiamenti a tutte le confezioni, strumentali alle nuove esigenze di benessere che completano in modo utile le informazioni nutrizionali in linea con i suggerimenti dei nutrizionisti. Un’altra importante iniziativa è il “Passaporto Nutrizionale”, un prezioso strumento di educazione alimentare per i consumatori che desiderano approfondire gli aspetti legati ad un corretto ed equilibrato regime alimentare. Le nuove confezioni Findus. Ogni confezione contiene esempi di completamento del pasto con i prodotti Findus, ovvero suggerimenti di piatti da abbinare alla porzione di prodotto Findus per seguire una alimentazione sana e bilanciata nell’arco della giornata. Inoltre, sempre sul retro del pacco, le informazioni nutrizionali sono espresse non solo per 100 grammi, ma anche per porzione di prodotto. In questo modo il consumatore può valutare, senza noiosi e lunghi calcoli, la quantità di nutrimenti utili al proprio benessere. Il claim che compare in ogni confezione, diverso per ogni tipologia di prodotto, è una promessa di Findus: un’attestazione di attenzione verso la qualità e il gusto, un impegno dell’Azienda a 360° per sostenere il benessere nei confronti di tutti gli estimatori della buona tavola. Un invito, quindi, a mangiare con più fiducia quando c’è un’azienda che pone grande attenzione ad ogni particolare, dagli ingredienti alla preparazione. Il passaporto nutrizionale Findus. “l’importante, affinché l’organismo si mantenga in buona salute, è fornirgli ogni giorno tutto quello di cui ha bisogno” (dal Passaporto Nutrizionale Findus). Apparentemente scontata, la frase può nascondere insidie e tranelli “alimentari”: sappiamo realmente di cosa abbiamo bisogno? E ancora, come destreggiarsi fra tutti quei pareri e scuole di pensiero dai quali quotidianamente siamo bombardati? Findus con il Passaporto Nutrizionale, vuole dare al consumatore uno strumento di reale validità che, lungi dall’essere un’enciclopedia della nutrizione, si propone di diventare un manuale di facile e quotidiano utilizzo per soddisfare i desideri di approfondimento in materia di alimentazione equilibrata e bilanciata sullo stile di vita e di qualità degli ingredienti utilizzati nei prodotti Findus. Il Passaporto Nutrizionale è quindi una vera e propria carta d’identità di Findus e dei suoi prodotti. Al suo interno le informazioni nutrizionali, che sono riportate in modo schematico sul retro di ogni confezione Findus, sono sviluppate in maniera più approfondita e arricchite di suggerimenti. Il manuale, inoltre, è pensato non solo per aiutare i consumatori ad affrontare una vita sana ed equilibrata ma suggerisce in modo semplice come portare ogni giorno sulla propria tavola più gusto senza perdere di vista la salute attraverso l’esempio di menù bilanciati con i prodotti Findus.  
   
   
PROFUMO DI GRAPPA: DEGUSTAZIONE GUIDATA DELLA DISTILLERIA BOTTEGA  
 
Oggi alle ore 19,30, presso la galleria Living Gallery Ta Matete di Roma la Distilleria Bottega di Castello Roganzuolo (Tv) organizza una degustazione di grappe e distillati, per far conoscere agli appassionati romani il meglio della propria produzione. L’evento sarà ospitato nelle sale della galleria Ta Matete che, ormai da tempo, mescola con efficacia il mondo dell’arte a quello del vino e dei prodotti ad esso collegati. Al fine di coinvolgere maggiormente i presenti, il sofisticato impianto di aerazione della galleria d’arte diffonderà nell’aria gli aromi e i profumi della grappa, creando quindi un’inedito “effetto distilleria”. In questo modo verrà introdotta la Grappa Spray. Nata da un’intuizione di Stefano Bottega, è una grappa a tutti gli effetti, “imbottigliata” in piccole bottiglie dotate di vaporizzatore, per regalare al consumatore l’emozione fuggevole di un assaggio olfattivo. Questo prodotto si presta alle seguenti modalità di consumo diretto, che verranno illustrate nel corso della serata: Il caffè profumato. E’ il tradizionale espresso, nebulizzato in superficie con uno spruzzo di grappa, che non ne altera le caratteristiche, come accade con il caffè corretto, ma lo rende per l’appunto profumato. Torte e pasticceria secca. Questi dolci acquistano verve, se a tavola, immediatamente prima del consumo, vengono spruzzati con la grappa. Alcuni suggerimenti: cantuccini, baci di dama, saporelli, torta margherita, strudel, torta di mele. Sigari cubani e toscani. I sigari vengono notoriamente accompagnati con vari distillati. La grappa barricata (invecchiata per 12 mesi in barrique) si presta egregiamente a questo abbinamento. Se spruzzata sulle foglie esterne del sigaro ne valorizza aromi e sapori. Stefano Bottega avrà inoltre il piacere di condurre una degustazione guidata di tre diversi distillati: Alexander Platinum, la prima grappa full proof a 60°, da diluire con acqua e ghiaccio; Primo Assaggio Acquavite d’uva, un distillato delicato e gentile, prodotto con grappoli di uva Regina; Uvaggio Barricato, un’esclusiva selezione di uve di Cabernet e di Merlot, che viene lasciata riposare per 12 mesi in barrique di legno di Limousin e che dà origine a una pregiata grappa dal colore ambrato e dagli aromi speziati. Nel corso della serata Giovanni Savio presenterà la pubblicazione “La grappa dei bàcari”, una ricerca storica sui bàcari e sulle osterie veneziane, nonché sul consumo di grappa in questi locali di grande tradizione.  
   
   
I SEGRETI DEL BUTTAFUOCO  
 
“Un vino da mangiare” dicevano i vecchi vignaioli quando l’annata era buona ed intendevano un vino rosso potente, focoso, corposo, frutto delle migliori uve delle vigne migliori. Un vino "da bere e da mangiare" è il titolo dell’incontro voluto dal Club del Buttafuoco Storico, per comprendere il futuro e le prospettive di un vino…di tendenza? Il Buttafuoco. Il Buttafuoco Oltrepò pavese Doc è un uvaggio, che nasce da uve di vitigni tradizionali in Oltrepò: Croatina (50%), Barbera (25%), Ughetta di Canneto (15%) e Uva rara (10%), coltivati sui pendii più impervi e soleggiati delle valli Versa e Scuropasso. Un vino frutto di una tradizione tramandata da generazione in generazione in una lingua di terra che fa capo a sette comuni (Stradella, Canneto pavese, Montescano, Castana, Pietra de’ Giorgi, Cicognola e Broni), tagliata in due dal 45° parallelo. Il Club. Nel 1996 undici giovani viticoltori decisero di lavorare insieme per determinare le caratteristiche storiche, la selezione delle vigne più vocate, la produzione controllata al servizio di un progetto: salvare e promuovere il vero Buttafuoco, il più antico e tradizionale uvaggio di questo territorio. Una sfida, nell'intento di mettersi alla prova, di verificare le proprie capacità nella vigna e in cantina, l’ orgoglio di emergere sottolineando e comunicando le prerogative vitivinicole di una delle più vocate zone dell’ Oltrepò pavese. Per vincere questa sfida bisognava partire soprattutto dalla qualità, per questo il Club del Buttafuoco storico si regge su uno Statuto che vincola i soci a produrre il Buttafuoco solo nella zona di produzione storica secondo un rigido regolamento interno e solo nelle annate migliori. Le vigne devono essere le migliori, nei versanti ben esposti e su fondi asciutti, con rese limitate, posizionate all’interno della zona definita “storica” ed iscritte all’albo vigneti con il loro nome tradizionale. Il marchio. Una leggenda racconta che un gruppo di marinai della marina imperiale austro-ungarica, impegnati a metà dell’800 come traghettatori sul Po’ nei pressi di Stradella, in operazioni di guerra contro i soldati franco-piemontesi, si lasciarono tentare ed entrarono in una cantina del luogo dove fecero una strage, non di soldati nemici, ma di un vino denominato appunto “Buttafuoco”. Ricordando l’episodio, il Club del Buttafuoco storico, ha adottato un marchio composto da un ovale, rievocazione della botte tipica dell’Oltrepò pavese, sostenuto dalla scritta Buttafuoco e dal quale si dipartono due nastri rossi rappresentativi dei due torrenti, il Versa e lo Scuropasso, che delimitano la zona storica di produzione. All’interno la sagoma di un veliero sospinto da vele infuocate per ricordare lo storico avvenimento. Regole di ferro per una qualità superiore. La vendemmia non potrà essere effettuata prima della data stabilita da un’apposita commissione e dovrà essere rigorosamente manuale con un’attenta selezione delle uve. Il Buttafuoco deve essere affinato nel legno di rovere e deve raggiungere la tipologia dei grandi vini rossi tranquilli (12 mesi in legno e 6 mesi in bottiglia). Ad ogni vino sarà assegnato un punteggio, che per potersi fregiare del marchio, dovrà essere di ottanta centesimi al minimo, secondo la scheda dell'Union International des Oenologues e verrà espresso da una commissione di tecnici. Sulla base dell’ultima degustazione viene stabilita la classifica dell’annata espressa in “fuochi”: da 80 a 85/100: 3 fuochi; da 86 a 90/100: 4 fuochi; da 91 a 95/100: 5 fuochi; da 96 a 100/100: 6 fuochi. Il Buttafuoco storico si affina nella vecchia bottiglia oltrepadana, sulla quale è impresso il marchio del veliero e ad ulteriore garanzia verrà applicato un bollino che riporterà un numero progressivo e i fuochi dell’annata. Per volontà dei soci del Club, il Buttafuoco non potrà essere messo in commercio prima della mezzanotte della seconda domenica di novembre di tre anni dopo la raccolta, quando verrà presentato ufficialmente al pubblico. Il terroir del Buttafuoco. Il territorio del Buttafuoco è come una lingua di forma rettangolare che si allunga tra il torrente Versa, ad est e il torrente Scuropasso ad Ovest che la separano dal rimanente del territorio dell’Oltrepò Pavese. I limiti settentrionali si concentrano in uno sperone di terra rialzata come punto estremo Nord dell’area collinare oltrepadana e sul quale si erge imponente Rocca Ticozzi, bastione difensivo a salvaguardia delle vie commerciali che attraversavano l’Oltrepò. A Sudò l’area si chiude lungo il confine amministrativo dei comuni di Castana e Pietra de’Giorgi e si caratterizza per un orografia assai accidentata, con ripidi pendii e creste che si ergono dai 100 metri di altitudine dei piedi collinari nel territorio di Stradella ai 300 e oltre metri di Casa Barbieri in Castana e che si succedono fittamente formando dei crinali con direzioni alquanto disordinate, ma esponendo le vigne in modo ottimale al sole e al drenaggio delle acque. I terreni sono ideali alla produzione di grandi vini da invecchiamento, grazie alla sua composizione di materiale alluvionale, che si mescola e si interseca con il materiale erosivo di provenienza appenninica. La molteplicità degli elementi del territorio si estrinseca tuttavia nelle peculiarità organolettiche dei vini provenienti dalle varie vigne iscritte al Club del Buttafuoco storico, il cui nome associa spesso alla toponomastica dell’area e a volte ad uno specifico carattere del vino, impronta del territorio. Le vigne del Buttafuoco. Il progetto del Club del Buttafuoco storico, oltre che essere appassionante, per l’entusiasmo che lo ha spinto a realizzarsi, è estremamente moderno e interessante, perché tende a valorizzare ed esaltare la caratteristica del terroir dell’Oltrepò pavese vigna per vigna. I viticoltori del Buttafuoco storico hanno deciso infatti di legare il loro nome ad un singolo vigneto. Ogni Buttafuoco storico ha quindi una sua personalità, non esistono due Buttafuoco identici, un carattere conferito dal terreno, microclima e intervento sapiente dell’uomo. Vigna Casa Buca: di proprietà dal 1882 della famiglia Barbieri, si estende sulla fascia collinare nei comuni di Castana e Cicognola, sul versante, che fa da balcone sulla valle dello Scuropasso. La vigna è composta da viti antiche e da una parte di viti reimpiantate da poco con prevalenza di Croatina, Uva rara, Vespolina e Barbera. Vigna Catelotta: è collocata nel cuore della zona del Buttafuoco storico, vanta da secoli la produzioni di uve pregiate ad opera dell’azienda vitivinicola La Costa, di Giuseppe Calvi. Vigna Casa Barnaba: è una vigna relativamente giovane, di 30 anni, situata a 280 m. In un terreno povero, poco produttivo e quindi vocato ad un’elevata qualità. Di proprietà dell’azienda Colombi. Vigna Montarzolo: è esposta in un anfiteatro naturale, perfettamente riparato dai venti e con un terreno di arenaria che conferisce alle uve un’enorme ricchezza di zuccheri e polifenoli. La famiglia Calvi coltiva la vite almeno dalla fine del 1600. Vigna Solenga: appartiene all’azienda Fiamberti dal 1814 e gode di un’ ottima posizione a mezzogiorno con un terreno di natura calcarea, ottimo per la produzione di Buttafuoco. Vigna Letizia: è di proprietà della storica cantina de Il Montù, nella cui cantina (che un tempo ospitava la Cantina Sociale dell’Oltrepò pavese) agli inizi del secolo probabilmente si produceva il Buttafuoco, come risulta da antichi documenti. Vigna Ca’ Bassa: di Zanardi & Brambilla, è stata impiantata circa vent’ anni su terreni particolarmente idonei alla produzione di Buttafuoco. Vigna Pregana: di proprietà di un’antica famiglia di viticoltori, oggi azienda agricola di Quaquarini Francesco Vigna Pitturina: sembra che le sue origini risalgano addirittura all’ epoca romana, oggi è di proprietà dell’azienda Poggio Rebasti, che prende il nome dall’omonima frazione vicino a Montescano. Altre vigne entrate nel Club sono Vigna Rognone, Vigna Garlenzo, Vigna Casa del Corno, Vigna abbondanza, Vigna Soleggia, Vigna Borlano, Vigna Canne e Vigna Barnaba di Sopra. Abbinamenti. Grande rosso per piatti importanti. La valenza del Buttafuoco a tavola è senz’altro l’abbinamento a piatti di carne ed in particolare alla selvaggina: fagiani, anatre, ma anche con elaborati più importanti come il salmì di lepre e cinghiale. Trova poi un degno abbinamento, a fine pasto, come vino da meditazione se accompagnato a qualche scaglia di grana o altro formaggio stagionato. Www.buttafuocostorico.it  
   
   
COLORE ROSA, MACCHIE BIANCHE E PETALI VERDI: È MORTADELLA BOLOGNA IGP O UN’OPERA D’ARTE?  
 
Dal colore leggermente rosato, dal gusto inconfondibile e dal profumo inebriante, la Mortadella Bologna, da sempre uno degli alimenti più amati dagli italiani, gode dal 1998 del riconoscimento europeo Igp (Indicazione Geografica Protetta) che ne garantisce controllo, tradizione, tipicità e qualità. La superiorità delle materie prime, utilizzate per la preparazione dell’impasto, ne fanno un vero e proprio capolavoro per il palato e una protagonista indiscussa sulle tavole di tutti gli italiani. Per diffondere al meglio l’aspetto qualitativo del prodotto, il Consorzio Mortadella di Bologna Igp, con il contributo del Ministero per le Politiche Agricole, D.m. 66786 del 22 dicembre 2003, ha deciso di dare la possibilità a dei giovani artisti di Brera di interpretare l’insaccato più popolare d’Italia. Da qui nasce l’idea del “Viaggio artistico intorno alla Mortadella Bologna Igp”. Un gioco? Una sfida? Forse sì. L’essenza nobile della “Signora Mortadella” viene catturata dalla creatività delle correnti di Cristina Show e Trattoria da Salvatore, facenti capo rispettivamente ad Aldo Spoldi e Nicola Salvatore e tradotta in una serie di opere originali. Un percorso quindi tra arte e cibo che sta alla base del movimento Trattoria da Salvatore, dove arte e cibo sono visti entrambi nutrimenti primari per il corpo e lo spirito, materiali che l’uomo domina, trasforma e lavora appagando i propri sensi e la propria anima. L’interpretazione attraverso l’arte contemporanea diviene quindi la via per la Mortadella Bologna Igp per affacciarsi sul quotidiano senza perdere il sapore della storia e della tradizione. Un occhio contemporaneo, quindi, per far sì che i nostri sensi possano essere rapiti in una straordinaria armonia di emozioni e sensazioni tutte da scoprire, dove la protagonista è una delle icone più famose di tutto il panorama gastronomico italiano.  
   
   
IL CONSORZIO MORTADELLA BOLOGNA E LA CERTIFICAZIONE IGP: DUE GARANZIE PER TUTELARE UNO DEI PRODOTTI PIU’ AMATI DAGLI ITALIANI  
 
Nel 1998 la Mortadella Bologna ottiene il riconoscimento europeo Igp (Indicazione Geografica Protetta), che ne garantisce controllo, tradizione, tipicità e qualità. Per tutelare al meglio la nuova nata, nel 2001 viene costituito il Consorzio Mortadella Bologna che attualmente riunisce 30 aziende che producono circa il 98% di tutta la Mortadella Bologna Igp. L’obiettivo del Consorzio, in collaborazione con il Ministero per le Politiche Agricole e Forestali è quello di promuovere il prodotto svolgendo attività di contrasto alle imitazioni e alle contraffazioni. Ma che cosa vuol dire esattamente Indicazione Geografica Protetta? Il logo “Igp” identifica un prodotto originario di una regione e di un paese specifico, la cui qualità, reputazione e caratteristiche si possano ricondurre all’origine geografica, e di cui almeno una fase della produzione, della trasformazione o dell’elaborazione, avvenga nell’area delimitata. Tutti i consorziati, inoltre, devono sottostare ad un disciplinare rispettando la “ricetta” tradizionale di lavorazione al fine di offrire al consumatore un prodotto con precise caratteristiche qualitative ed organolettiche, ad alto valore nutrizionale e una composizione di proteine nobili, minerali e grassi insaturi perfettamente in linea con le tendenze della moderna scienza nutrizionale. A garanzia di quanto stabilito dalla denominazione Igp, le aziende produttrici vengono controllate dall’Istituto Nord Est Qualità (Ineq), organismo di controllo autorizzato dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali che svolge anche l’attività di controllo ufficiale della Denominazione di Origine Protetta (Dop) oltre che dell’Igp. Ll riconoscimento comunitario costituisce, quindi, una valida garanzia sia per il consumatore che per i produttori nei confronti di eventuali imitazioni e concorrenti sleali (agro-pirateria). La mortadella Bologna Igp. La Mortadella Bologna Igp si presenta all’esterno con una forma ovale o cilindrica, e deve essere compatta e di consistenza non elastica. La superficie al taglio deve essere vellutata, di colore rosa vivo uniforme, e nella fetta devono essere presenti, in quantità non inferiori al 15% della massa totale, quadrettature bianco perlacee di tessuto adiposo. Le quadrettature devono essere ben distribuite ed aderenti all’impasto. Il colore è rosa vivo uniforme mentre il sapore è tipico e delicato.  
   
   
NASCE, CON LA COLLABORAZIONE DI ILLYCAFFE’, LA GUIDA BAR D’ITALIA DEL GAMBERO ROSSO, L’UNICA GUIDA CHE DÀ I VOTI AI BAR  
 
illycaffè sostiene anche quest’anno la quinta edizione della guida con l’obiettivo di diffondere, tutelare e valorizzare la cultura del bar italiano, premiando i casi di eccellenza. Tra i 1.150 indirizzi segnalati nell’edizione 2005, il massimo riconoscimento viene assegnato a 18 locali che Gambero Rosso premia con 3 chicchi e 3 tazzine, simbolo di eccellenza, che esprimono rispettivamente la valutazione sulla bevanda caffè e sull’offerta complessiva dell’esercizio. Tra questi una giuria indipendente ha scelto il Converso di Bra come vincitore del premio illy Bar dell’anno 2005. La guida “Bar d’Italia del Gambero Rosso 2005” pubblicata in 80.000 copie è per la prima volta distribuita in maniera autonoma ed è in vendita presso edicole e librerie al costo di € 10.  
   
   
IL BRUNCH DIVENTA UN RITO RAFFINATO ALL’ARMANI JEANS CAFFE’ DI PORTA TICINESE A MILANO  
 
Porta Ticinese: uno dei quartieri più antichi ma anche più giovani e vivaci di Milano. E’ qui che Giorgio Armani ha aperto il nuovissimo Armani Jeans, un negozio sorprendente al cui interno vi è l’Armani Jeans Caffè, uno spazio di circa ottanta metri quadrati che offre una piacevole pausa durante lo shopping, menu, comfort e divertimento, declinati secondo le ore e i giorni. Al mattino, servizio di caffetteria e croissanteria, di stampo artigianale - che continua nel corso della giornata - rinforzato da snack curatissimi e da un abbondante assortimento di insalate e piatti freddi. A partire dalle 18, happy hour con una ricca scelta di aperitivi e una serie di finger food caldi e freddi. Da domenica prossima si aggiunge il brunch, dalle 12 alle 15,30. Profumato e goloso, il menu mescola specialità italiane e di gusto internazionale con qualche tocco decisamente anglosassone, come le uova con bacon croccante e pane tostato, roast beef all’inglese e cheese cake. Di puro sapore italiano, la torta salata, la focaccia al rosmarino, la pizza margherita e il buffet di insalate. Per i vegetariani, sono ottimi l’insalata di riso basmati con verdurine e il mosaico di verdure alla griglia. Da non perdere il prosciutto di Praga con ananas, e l’insalata di pollo con mango e lattuga. Completano il menu la torta di cioccolato, la macedonia di frutta fresca, caffè e latte a piacere. Corso di Porta Ticinese 60, angolo via Vetere. Per prenotazione: 02/83390062  
   
   
IL PRIMO VERO AMERICAN BRUNCH A MILANO AL PARK HYATT  
 
Park Hyatt Milano ha il piacere di presentare il brunch più raffinato della città, ispirato al puro stile newyorchese. La scenografica cornice di questo evento è La Cupola, la splendida lounge al centro dell’albergo. Un’oasi riposante di forma circolare, sovrastata da una cupola di vetro, aperta in tutta la sua bellezza verso il cielo di Milano. La luce naturale illumina l’ambiente dall’alto e si sofferma sulle sete color melanzana e giallo spento dell’arredamento, o sui velluti stampati delle poltrone che ricordano i colori dell’autunno in tutte le sue sfumature. Nel cuore più esclusivo di Milano, comodamente seduti e coccolati da un servizio attento e premuroso, il brunch inizia con un flute di champagne Veuve Clicquot Ponsardin e una spremuta di frutta fresca. Il buffet degli antipasti è ricco di proposte originali e invitanti come l’Insalata di Bianco di Tacchino con Gelatina di Bacche Rosse e l’Insalata di Mais e Funghi Prataioli. I piatti principali, una selezione di ricette ispirate ai sapori e agli ingredienti d’oltreoceano che l’eclettico Chef Brambilla ripropone secondo il suo stile creativo e contemporaneo, offrono prelibatezze a base di carne, di pesce o di uova. La scelta può spaziare dalle splendide Frittelle di Conchiglie della Florida, alla gustosa Torta salata di pomodoro con uova strapazzate o al ricchissimo Gran Piatto di Carne. Per assicurare la massima qualità, i piatti caldi sono cucinati al momento. Al termine, una collezione di capolavori di pasticceria che offrono un evidente richiamo ai grandi classici americani. Fra le infinite tentazioni, la Cheese Cake e i golosi Pan Cakes con frutta fresca e sciroppo d’acero meritano un applauso. Finalmente a Milano, il brunch che tutti hanno sempre desiderato, grazie alla fantasia e all’arte dello Chef Brambilla. 44 euro a persona, ogni domenica a La Cupola, dalle ore 12.30 alle 15.30. Infolink: www.Hyatt.com  
   
   
UNA…GOLOSA PROPOSTA DALL’UNA HOTEL VITTORIA DI FIRENZE ALL’INSEGNA DEL CIOCCOLATO  
 
L’una Hotel Vittoria di Firenze propone un week-end all’insegna del cioccolato. Un viaggio nell’aroma intenso, nel sapore voluttuoso del “Re dei dolci” per vivere un’esperienza travolgente, totalizzante e unica. L’una Hotel Vittoria, situato nel quartiere di San Frediano, è la location ideale per celebrare il “cibo degli dei” grazie ai suoi ambienti dall’intensa personalità, come il più pregiato cacao, e grazie alla perfetta armonia tra forme e colori, perfetta come l’equilibrio tra il dolce e l’amaro dei più intensi cioccolati. L’una Hotel Vittoria è un albergo 4 stelle dove il design e la tecnologia più moderni si coniugano con la più storica ed artistica ospitalità fiorentina. Ogni ambiente comunica agli ospiti stupore ed emozione come la hall, che avvolge chi vi entra in una spirale di colore e fantasia, o le 84 camere, vere e proprie opere d'arte, dotate di schermi al plasma e impreziosite da materiali pregiati come pelle, mosaici, laminati stampati e fibre ottiche. Per i primi tre week-end di dicembre all’Una Hotel Vittoria gli ospiti potranno coccolare spirito e corpo assaporando finissimi cioccolatini artigianali, a loro disposizione in ogni camera, e degustando una cena tutta a base di cacao proposta dall’abile chef dell’albergo e presentata da un esperto Maître Chocolatier che illustrerà le più interessanti lavorazioni della cioccolata. www.Unahotels.it  
   
   
ESCLUSIVA SERI SYSTEM: IL MAESTRO VISSANI FIRMA UNA LINEA DI PRODOTTI PER LA TAVOLA E PER LA CUCINA  
 
Seri System S.p.a. Presenta la nuova linea esclusiva di prodotti per la tavola e per la cucina firmata dal Maestro Gianfranco Vissani. Il Maestro Gtanfranco Vissani — uno dei più famosi chef italiani - ha fatto della qualità assoluta il principio ispiratore del proprio lavoro. Dal connubio tra “l’arte” di Gianfranco Vissani e la “vision” di Seri System S.p.a., una delle società del Gruppo Seri, è nata una linea esclusiva di prodotti per la tavola e di utensili per la cucina, contraddistinta da eccellenti materiali e da un raffinato design. Seri System S.p.a., una delle aziende protagoniste nel settore delle operazioni di continuità, offre servizi integrati di loyalty management. Lo sviluppo e il successo dell’azienda sono il risultato della capacità di anticipare le tendenze del mercato, progettando e realizzando gli strumenti per interpretarne al meglio i trend. Questo principio rappresenta la vision del gruppo che, puntando ad essere in primis una fabbrica di pensiero, è riuscito a differenziarsi in ambito nazionale attraverso la gestione strategica di tutte le leve di marketing legate alla fldelizzazione: comunicazione, eventi punto vendita, logistica e promozione. La creatività, il brain storming, la generazione e l’applicazione di idee e progetti non sono solo la base del successo del gruppo, ma ne garantiscono nel tempo l’innovatività. L’attività di licensing promossa sistematicamente dalla Seri System S.p.a.. Rientra nella continua ricerca di prodotti esclusivi ideati e realizzati per offrire ai propri clienti elementi differenzianti e all’utente finale prodotti di qualità che possano arricchire la loro casa. La scelta di Vissani, in qualità di partner d’eccellenza, è stata finalizzata a progettare ed offrire una linea esclusiva, conforme alla logica del Maestro secondo cui anche gli strumenti utilizzati in cucina giocano un molo fondamentale per la riuscita di un piatto; insomma, una linea tesa a connotare la cucina come un vero laboratorio di fantasia. Pentole, mestoli, piatti, posate e barattoli diventano prodotti perfetti per funzionalità e unici per la gradevolezza del design. Innovativa è anche la scelta dei materiali: lo stupendo set di pentole è stato realizzato con un accoppiamento assolutamente inedito di rame e nichel, che consente una conduzione ottimale del calore superando i problemi di manutenzione legati all’impiego del più tradizionale stagno. Anche i servizi da tavola e gli utensili da cucina sono stati realizzati con uno stile unico, utilizzando materiali dì primissima qualità: fine porcellana e il migliore acciaio inox. L’iniziativa rientra nell’ambito delle operazioni di licensing d’eccellenza di Seri System S.p.a., realizzate in partnership con grandi firme o trasmissioni televisive di successo e che, in virtù del loro impatto e della loro memorabilità, rendono i progetti di fidelizzazione dei veri e propri investimenti con un effettivo ritorno di valore aggiunto per le aziende.  
   
   
S.PELLEGRINO E ACQUA PANNA PROTAGONISTE AL PRIMO CONGRESSO ITALIANO DI CUCINA D’AUTORE - AL VIA IDENTITA’ GOLOSE, IL PRIMO E PIU’ IMPORTANTE EVENTO CULTURALE DI GASTRONOMIA MAI REALIZZATO IN ITALIA  
 
Le acque minerali S.pellegrino e Acqua Panna rinnovano il loro legame con il mondo dell’alta ristorazione partecipando a Identità Golose, il primo congresso italiano di cucina d’autore, importante occasione d’incontro per i cuochi e i ristoratori che desiderano aggiornarsi professionalmente e confrontarsi con i grandi maestri dell’alta cucina italiana e internazionale. S. Pellegrino, l’acqua minerale interprete dell’Italian way of Iivìng in Europa, in America, Australia e Giappone ed Acqua Panna, l’acqua minerale naturale dal gusto vellutato, dal 23 al 25 gennaio 2005, accompagneranno le singolari e inedite creazioni culinarie proposte a Identità Golose durante le lezioni tenute da alcuni tra gli chef più prestigiosi del mondo. Per gustare al meglio i piatti realizzati dal gotha dell’alta cucina, le acque minerali S.pellegrino e Acqua Panna, da sempre protagoniste indiscusse delle tavole dei più esclusivi ristoranti nazionali ed internazionali, daranno, a congressisti e giornalisti, la possibilità di partecipare a corsi di Water&wine Tasting, la degustazione guidata ideata per scoprire i perfetti accoppiamenti tra acqua minerale e vino tenuti dai migliori sommelier del mondo. Le acque minerali S.pellegrino e Acqua Panna, da anni partners dei Jeunes Restaurateurs d’Europe, l’associazione che riunisce i più creativi giovani chef d’Europa, consolidano, attraverso la loro presenza ad Identità Golose, il loro legame con il mondo dell’alta ristorazione.  
   
   
ACQUA MINERALE SAN BENEDETTO: LA CULTURA DELL’ACQUA  
 
Far crescere la “cultura dell’acqua” è una delle ragioni della partecipazione di Acqua Minerale San Benedetto a “Saperi divini” 2004, incontro eno-gastronomico nuovo di zecca che ha messo a confronto nel Palazzo dei Congressi-stazione Marittima di Trieste il meglio della qualità enogastronomica di numerose regioni italiane e della Slovenia. Menu delle acque, corsi di degustazione, gadget, manuali, water bar, bottiglie griffate da designer. Non ci sono dubbi, l'acqua minerale sta vivendo un trend in costante ascesa, che coinvolge shopping, marketing, cultura, e che vede Acqua Minerale San Benedetto è tra i protagonisti principali. Sul tavolo del ristorante la bottiglia di minerale non manca mai. E allora, perché non approfittarne per scegliere quella che più piace? Alla manifestazione triestina San Benedetto ha presentato a distributori ed esercenti i pacchetti di prodotti e servizi specificatamente dedicati per aiutarli a crescere nel loro lavoro cogliendo le grandi opportunità dell’attuale mercato del “fuori casa”: dalla prestigiose linee Acqua Minerale San Benedetto e Acqua di Nepi, marchio di riferimento nel settore delle acque effervescenti naturali, che proprio presso la ristorazione di Alta classe ha costruito la sua immagine; a Lunch Café Club, un servizio di consulenza – con la collaborazione dei migliori esperti del settore - per aiutare i gestori di lunch bar ad affrontare con professionalità le più svariate problematiche da risolvere: legislazione, organizzazione della struttura e del personale, menu e ricette di cuochi e nutrizionisti etc. A Restaurant for you, un nuovo vortal internazionale grazie al quale con un semplice click, ogni ristorante può essere conosciuto via internet in Italia e sul mercato internazionale da un pubblico vastissimo, presentando le principali specialità, la carta dei vini, e con la possibilità di gestire le prenotazioni via mail. Ancora una volta San Benedetto si è dimostrata in sintonia con il mercato e, come sempre, vicina ai protagonisti del settore.  
   
   
ARRIVA PERRIER D’HIVER: LEGGERO ED ELEGANTE, CON IL SUO GUSTO CALDO E INTENSO PERRIER D’HIVER, È IL COCKTAIL IDEALE PER LE FESTE DELLA PROSSIMA STAGIONE  
 
Perrier d’Hiver, l’ultimo nato di casa Perrier arricchisce l’esclusiva Cocktail Collection. Un drink unico ed elegante che, dopo aver conquistato i ritrovi più trendy di Manhattan e i locali più chic della Costa Azzurra, arriva in Italia. Ispirato alla stagione invernale, Perrier d’Hiver è il cocktail ideale per vivere una calda atmosfera. L’aroma intenso dell’amaretto, unito ai toni delicati del succo di mela e al vellutato gusto del brandy crea un’avvolgente armonia di sapori, a cui l’acqua minerale Perrier dona il suo inconfondibile tocco di raffinata eleganza. Il colore profondo e ambrato dell’amaretto, si incontra così con intenso profumo del succo di mela, impreziosito dalla finezza del Brandy e arricchito dal brio delle bollicine dell’acqua simbolo del jet set internazionale. Un cocktail delicato e poco alcolico, una preziosa idea per eleganti aperitivi non solo in occasione delle festività natalizie, ma anche per i party con gli amici. Grazie alla sua particolare leggerezza, infatti, Perrier d’Hiver permette di apprezzare al meglio i convivi dei giorni di festa, rivelandosi il cocktail perfetto per aperitivi delicati, ma sfiziosi. Perrier d’Hiver diventa così il protagonista dei locali più di tendenza come Le Biciclette di Milano, art bar–ristorante rinomato per la sua vivacità culturale e per l’ambiente rilassato e curato, location che mensilmente ospita mostre d’arte e di design. Perrier d’Hiver è interprete d’eccezione anche degli aperitivi nelle eleganti e raffinate atmosfere dei bar dell’Hotel Exedra e del prestigioso La Dolce Vita dell’Hotel Palace di Roma, esclusivi ritrovi dei trend setter capitolini. Preparare Perrier d’Hiver è semplice: basta versare in un bicchiere con del ghiaccio 2 cl di amaretto, 4 cl di succo di mela, 1 cl di Brandy e infine aggiungere a proprio piacere la Perrier. Nei locali più cool e trendy il cocktail, infatti, viene servito accompagnato dall’esclusiva “glacette”, per far sì che ognuno lo possa arricchire secondo il proprio gusto con le preziose bollicine di Perrier.  
   
   
BELLA VITA DI LATTERIA SOCIALE MERANO: TUTTO IL SAPORE DELLA SALUTE  
 
Al giorno d’oggi tutti noi siamo vittime di condizioni di vita stressanti: i ritmi frenetici a cui siamo sottoposti possono però a lungo andare modificare le naturali difese immunitarie dell’organismo, intaccandone la capacità di individuare e neutralizzare i germi patogeni. Latteria Sociale Merano da sempre attenta al benessere dell’individuo ha ideato a questo proposito Bella Vita, lo yogurt probiotico da bere dalle caratteristiche uniche: a differenza dello yogurt normale infatti, Bella Vita contiene lo speciale fermento Lactobacillus Acidophilus che, una volta ingerito, resiste agli acidi gastrici arrivando vivo e attivo nell’intestino, arricchendone così la microflora batterica. Proposto in sei differenti gusti freschi e golosi, Bella Vita è lo yogurt probiotico ideale per tutta la famiglia: pratico per il bambino a scuola, la donna di corsa o lo sportivo in palestra, Bella Vita nella sua pratica bottiglietta rigida in Hdpe può essere facilmente trasportato e consumato ovunque. Con tutta la garanzia di Latteria Sociale Merano: solo latte fresco dei migliori alpeggi altoatesini e frutta selezionata con cura sono gli ingredienti non modificati geneticamente che garantiscono un prodotto buono e sano. Scheda tecnica: Ingredienti: yogurt parzialmente scremato, fermenti lattici Lactobacillus, Acidophilus, zucchero, frutta, aromi. Gusti: bianco 0,10k, fragola, banana, frutti di bosco, carota/arancia, tropicale, Formato: 200 g Prezzo al pubblico: Euro 0,80  
   
   
LATTERIA SOCIALE MERANO: 50 ANNI DI CULTURA DEL BENESSERE IN UNO YOGURT  
 
Aria pura, acqua fresca e alpeggi incontaminati: ecco il segreto rinchiuso nello yogurt di Latteria Sociale Merano. Ce lo dice il gusto puro e vellutato del suo latte: raccolto ogni giorno nei masi sui monti altoatesini che compongono il consorzio, costituiti al massimo da 6, 7 mucche nutrite con semplice erba verde. Dal 1954 Latteria Sociale Merano trasforma ogni giorno un patrimonio di tradizione, di cultura e di passione in alimenti sani e genuini. Perché è proprio la salute l’obiettivo più importante: stare meglio con piccoli gesti quotidiani. Semplici come bere uno yogurt: Latteria Sociale Merano si è specializzata a questo proposito nella produzione di alimenti che migliorino la vita dell’uomo, come i drink probiotici Bella Vita e Ac Active, che con i loro speciali fermenti Lactobacillus Acidophilus e Lactobacillus Casei aiutano davvero a rinforzare l’organismo ogni giorno. La strada del benessere è da sempre la più importante per Latteria Sociale Merano, l’alleato naturale di ogni corretta alimentazione.  
   
   
SI AMPLIA LA GAMMA DELLE SALSE FRESCHE BUITONI: UNA NUOVA PRATICA CONFEZIONE APRI E CHIUDI  
 
Grandi novità nella gamma delle salse fresche Buitoni: nascono le “Specialità Buitoni”, due salse dalla ricetta completamente nuova, ideate per creare nuovi gusti e piatti elaborati, spesso difficili da preparare in casa: Radicchio e ricotta e Ricotta e Spinaci, che si vanno a sommare alle già apprezzate “Salse tradizionali” – pesto alla genovese e alla siciliana, salse noci, funghi e 4 formaggi -. Per chi vuole preparare piatti speciali e dal sapore particolare, ma ha poco tempo da dedicare alla cucina, le salse fresche Buitoni sono la soluzione ideale: è sufficiente versare la salsa in una terrina, aggiungere la pasta e mescolare, per avere subito pronti, in pochi minuti, primi piatti golosi, che stupiranno piacevolmente familiari ed amici. Ingredienti freschi e genuini, che faranno di ogni vostro piatto, un successo assicurato. E da oggi la nuova confezione apri e chiudi, che richiama una vera salsiera, vi permetterà di mantenere più a lungo la freschezza delle salse Buitoni e di utilizzarle inalterate nel gusto anche a distanza di giorni, grazie al coperchio interno ricoperto da un film che garantisce al prodotto un’ igiene migliore. Classicissimo connubio, non poteva dare luogo che ad una salsa inimitabile. Ottima nei formati corti come penne e farfalle per piatti gustosi e leggeri, sarà anche l’aiuto ideale per paste al forno e gratinate. Salsa ricca e completa, vi sorprenderà con un pizzico di cannella in polvere. Salsa ricotta e radicchio Un matrimonio ben riuscito, quello tra la ricotta e il radicchio. Ottima con spaghetti e tagliatelle, pasta fresca e ripiena. Buona così com’è si presta a momenti di creatività in cucina, come l’aggiunta di pinoli e qualche goccia di aceto balsamico.  
   
   
LA RIBOLLITA BUITONI SURGELATI: IL GUSTO AUTENTICO DELLA TRADIZIONE TOSCANA  
 
Si amplia la gamma delle Zuppe Regionali Buitoni, piatti gustosi e veloci da preparare, senza dimenticare il piacere della buona tavola: nasce la Ribollita Buitoni, rinomata zuppa della tradizione toscana, piatto ricco di verdure e originariamente servito con pane a fette e condito con olio. Grazie al suo gusto e alle sue caratteristiche nutrizionali, è oggi un piatto amato da tutti coloro che cercano alimenti salutari e sapori genuini. Non è la prima volta che Buitoni Surgelati ricerca e propone piatti caratteristici della tradizione culinaria italiana, dimostrando non solo attenzione alla buona tavola, ai prodotti genuini e naturali, ma anche alla valorizzazione della tradizione e dei sapori italiani più tipici, notoriamente conosciuti ma spesso poco cucinati al di fuori della regione di origine. Non sempre semplici da realizzare, per la ricercatezza degli ingredienti o i lunghi tempi di preparazione, con Buitoni le ricette regionali diventano accessibili a tutti e soddisfano, in pochi minuti, il palato di chi è stufo.. Della solita minestra! Cavolo nero, fagioli cannellini, patate, verza e bietole: ingredienti di assoluta qualità, selezionati con cura, per un piatto facile e veloce da gustare insieme a tutta la famiglia: un ottimo piatto unico, da abbinare ad buon vino bianco toscano. Preparare queste tre specialità Buitoni è facile e veloce: è sufficiente versare la zuppa ancora surgelata in una pentola, aggiungere acqua (150 ml, un bicchiere da cucina scarso) e cuocere a fuoco medio per 8 minuti circa mescolando di tanto in tanto. A fine cottura aggiungere olio extra vergine d’oliva.  
   
   
MÜLLER PRESENTA DUE DELIZIE DA MIXARE: IL PIACERE UNICO DELLA CREMA DI YOGURT INCONTRA LA FRUTTA E I CEREALI  
 
Divertente, unica e golosa, Due Delizie da Mixare nasce dalla voglia di Müller di completare la sua inimitabile crema di yogurt con l’aggiunta sfiziosa di frutta succosa e croccanti cereali. Un’idea esclusiva che continua con originalità e gusto la rivoluzione inaugurata da Müller rivelando il sapore unico e completo della Crema di yogurt. E’ lo svelamento del piacere polisensoriale dello yogurt, l’equilibrio fra piacere e attenzione nelle scelte alimentari, tra intensità dei gusti selezionati da Müller e sensazione avvolgente, dolce e sognante del benessere psicofisico. Nutriente, energetica e salutare, la linea Due Delizie da Mixare reinventa la crema di yogurt nell’accostamento con frutta e cereali per uno snack perfetto in ogni momento della giornata. Due Delizie da Mixare è giocoso, creativo e divertente già nel confezionamento: due vaschette distinte per un packaging giovane e pratico, che invita a giocare con i suoi componenti. Nella vaschetta più capiente la crema di yogurt è pronta ad accogliere la sorpresa dei cereali e della frutta contenuti nella vaschetta più piccola. Due Delizie da Mixare è il luogo della fantasia, della voglia di giocare con i gusti e le consistenze, del desiderio di personalizzare il piacere di una tentazione golosa irresistibile. Per soddisfare l’istinto gioioso del mix, Müller ha creato sette combinazioni di gusto perfette per ogni momento di consumo, deliziose a colazione e merenda, invitanti per tutta la famiglia, con un’attenzione in più per i più giovani. All’insegna della morbidezza, la linea Due Delizie da Mixare alla frutta: il gusto delicato della crema di yogurt bianco si arricchisce della freschezza di fragole in pezzi o della preziosità di more & lamponi. Golosità, coccole di cioccolata e sorprese da sgranocchiare, nella linea Due Delizie da Mixare dedicata ai cereali. La crema di yogurt bianco è pronta ad incontri speciali con la golosità degli anelli o dei fiocchi di cioccolato, la croccantezza del mix di cereali o l’irresistibile granella di nocciole e cioccolato. Profumata ed avvolgente, la crema di yogurt al gusto vaniglia è proposta nell’inedita combinazione con il toffee crumble, per una versione dolcissima e caramellosa di Due Delizie da Mixare. Ancora un’occasione irresistibile per vivere il piacere giocoso di Due Delizie da Mixare, nelle pratiche e ricche confezioni da 150 gr. La linea completa di Due Delizie da Mixare è in vendita in Gdo al prezzo consigliato di € 0,89.  
   
   
WAFERTIVOGLIO: AGGIUNTA DI VITAMINA C IN UNA FRESCHISSIMA CREMA AL LIMONE E WAFER CON AGGIUNTA DI CALCIO E VITAMINA D IN UNA DELIZIOSA CREMA AL LATTE PER AVERE ANCORA PIÙ GUSTO ED ENERGIA  
 
A pochi mesi dal lancio della linea Wafer tiVoglio, Quality Food Group introduce due nuove referenze: wafer con aggiunta di Vitamina C in una freschissima crema al limone e wafer con aggiunta di Calcio e Vitamina D in una deliziosa crema al latte. Le fragranti cialde si riempiono così di creme gustose per un piacere sano a cui cedere senza rimorsi, I nuovi abbinamenti proposti da tiVoglio, infatti, rappresentano i compagni ideali per apportare all’organismo preziosi elementi, come il calcio, la Vitamina D e la Vitamina C. Il tutto senza rinunciare al gusto: più fresco e intenso per i wafer al limone e più caldo e delicato per quelli al latte. Le due nuove proposte tiVoglio rappresentano un vero concentrato di salute: la Vitamina C contenuta nei wafer con crema di limone, infatti, serve per aumentare le difese immunitarie dell’organismo, è importante per il rafforzamento della struttura ossea ed è un ottimo coadiuvante contro le anemie perché migliora l’assorbimento del ferro; la vitamina D, invece, presente nei wafer con crema al latte, presiede l’equilibrio dei vari minerali dell’organismo, ha proprietà immunostimolanti ed è indispensabile per l’assorbimento del calcio nelle ossa e quindi per il loro mantenimento in salute. Con i nuovi wafer vitaminizzati crema al latte e crema limone di tiVoglio ogni pausa si trasforma in un momento di recupero energetico. Sono quindi l’ideale per chi non vuole rinunciare ad uno sfizio goloso, pieno di gusto e di benessere. I nuovi wafer tìVoglio sono ideali da consumare in ogni occasione, come spuntino a metà giornata o come dessert a fine pasto, perfetti per tutta la famiglia. Ogni confezione di wafer vitaminizzati tiVoglio contiene 10 merendine confezionate singolarmente, una soluzione che permette di portare sempre con sé gli snack e di garantire, allo stesso tempo, la freschezza del prodotto. I nuovi gusti tiVoglio si aggiungono alle altre tre referenze presenti sugli scaffali da due mesi: Wafer ricoperto di puro cioccolato al latte e ripieno alla nocciola (8 merendine confezionate sing.), Wafer ricoperto di puro cioccolato fondente ripieno di cacao (8 merendine confezionate sing.), Wafer Ace con crema alle vitamine A, C ed E. I Wafer ricoperti tiVoglio sono in vendita presso la Gdo e Do al prezzo indicativo di 2,68 euro. Il Wafer vitaminizzati tiVoglio sono in vendita presso la Gdo e Do al prezzo indicativo di 2,41 euro. Www.tivoglio.net  
   
   
BENESSERE E COCCOLE PER CHI È IN DOLCE ATTESA  
 
L’equilibrio psicofisico in gravidanza è fondamentale per mamma e bambino. Ecco tre pacchetti di trattamenti benessere da provare per vivere serenamente il momento più magico nella vita di una donna. Massaggi rilassanti nel cuore dell’Appennino Parmense. Sfruttano il sapere antico delle scienze olistiche le proposte del Coté Benessere nell’antico relais di sosta di Borgo Casale di Albereto, sull’Appennino Parmense. Immerse in una natura rigogliosa e coccolate in un ambiente accogliente e rigenerante, le future mamme possono approfittare dei trattamenti appositamente studiati per le loro esigenze e per quelle del bimbo in arrivo. Come, ad esempio, “Maternity”, una serie di manovre dolci e avvolgenti sul ventre della madre che producono un massaggio in grado di trasmettere sensazioni piacevoli al feto che, attraverso i movimenti del liquido amniotico, si rilassa, si addormenta e sogna. Il costo, pari a 560 euro, comprende il trattamento Maternity, un buono omaggio prodotti e due pernottamenti con mezza pensione. Per informazioni: Borgo Casale, Antico Relais di Sosta. Loc. Casale 43051 – Albereto (Pr). Tel. 0525.929033 oppure 339.3210594. E-mail: info@borgocasale.It Sito web: www.Borgocasale.com  Gravidanza in dolcezza con l’Ayurveda. Spaziano dagli impacchi contro la pesantezza agli arti inferiori ai massaggi con oli caldi le proposte ayurvediche riservate alle ospiti in dolce attesa dell’Hotel Mirabell in Alta Val Punteria (Bz). Il pacchetto offre non solo una intera settimana di relax, benessere e preziose consulenze sull’alimentazione, sulla preparazione alla nascita e sulla cura del bambino, ma anche massaggi rilassanti per il partner, perché un padre equilibrato contribuisce a rendere armoniosa la gravidanza. E non finisce qui. Anche dopo il parto è possibile prendersi cura di sé e del neonato con il pacchetto speciale Ayurveda del Mirabell, che include, due massaggi all’olio di cocco della durata di 20 minuti ciascuno e due sedute di cromoterapia per il bambino. Le quote settimanali partono da 1655,00 euro, soggiorno in mezza pensione e trattamenti benessere compresi. Per informazioni: Hotel Mirabell, Valdaora, Val Pusteria (Bz), tel. 0474.496191. E-mail: hotel@mirabell.It Sito web: www.Mirabell.it Coccole ad alta quota per una gravidanza in bellezza. Cosa c’è di più bello che regalarsi un weekend immerse in un paesaggio mozzafiato facendosi coccolare da trattamenti estetici specifici per signore in gravidanza? All’alpenschlössl & Linderhof di Cadipietra in Valle Aurina (Bz) tutto questo è possibile grazie a Happy Baby, il pacchetto speciale per donne incinte che attraverso manicure, peeling, maschere e cura delle sopracciglia mira a restituire il benessere fisico e psichico necessario per affrontare al meglio la dolce attesa. Assolutamente irrinunciabili sono il bagno Cleopatra ( completamente immerse nel latte e miele), e le due fasciature alle gambe per le vene previsti nel pacchetto Happy Baby, il tutto a 409 euro comprensivi di due pernottamenti in mezza pensione. Per informazioni: Alpenschlössl & Linderhof, 39030 Cadipietra, Valle Aurina, Alto Adige (Bz). Tel. 0474. 651010 – 0474. 652190. E-mail: info@alpenschloessl.Com oppure info@linderhof.It Sito web: www.Ciaoferie.com  
   
   
A SPA’ DEUS: “ANNO NUOVO, VITA LIGHT” BENESSERE TUTTO L’ANNO COL CENONE IPOCALORICO!  
 
A Spa’ Deus, l’health clinic di Christina Newburgh a Chianciano (Si), fervono i preparativi per la speciale apertura di Capodanno, dal 26 dicembre 2004 al 10 gennaio 2005. Si festeggia con un menù Light d’eccezione, appositamente preparato per l’occasione e si brinda con un cocktail fatto di rigenerazione, energia e amore per sé stessi. Il primo proposito che balza alla mente quando si pensa all’anno nuovo è mettersi in dieta, per liberarsi del fardello dei chili superflui accumulati durante i mesi trascorsi oziando e trascurando la propria salute. Peccato però che a Capodanno questi bei pensieri vengano meno e ci si abbuffi per ore ai Cenoni che propongono pietanze ipercaloriche e molto grasse. Spa’ Deus di Christina Newburgh, arcinota health clinic tra le colline di Chianciano nel Senese, ci tiene a far comprendere quanto una sana igiene alimentare sia fondamentale per costruire un buon equilibrio psico-fisico. Per dare insieme, con serenità ed energia, il benvenuto al nuovo anno, Spa’ Deus riaprirà eccezionalmente dal 26 dicembre 2004 al 10 gennaio 2005. Qui il benessere passa prima di tutto per la gola: il Gran Menù di Capodanno prevede ricette esclusive di Christina Newburgh, che sa abbinare sapientemente il gusto alla sana e corretta alimentazione. Si comincia con l’aperitivo Green Drink e il trionfo di verdure, per passare ad aragosta “ubriacona”, filetti di salmone affumicato, pot pourri di pescado, zuppa di pesce, zuppa di cipolle, polipetti affogati, spigola alla Mery, salmone all’acapulchese, culbakian di salmone, carpaccio di misto di pesce, lenticchie agli aromi, bietole saltate in padella e dulcis in fundo: frutta al cartoccio, panna cotta ai frutti di bosco, strudel di mele e brindisi con spumante italiano. Per chi non gradisce il pesce, le portate a base di carne prevedono: insalata di pollo al curry, tagliata di chianina al profumo di rucola, fesa di tacchino alla crema di tonno. L’“azione Spa” (self preservation action), che si compie nella in questa unica spa di formula californiana in Europa, serve per comprendere profondamente che il benessere è un fatto molto personale e che scaturisce dal mantenimento di una serie di buone abitudini. Qui si impara a coltivare un profondo senso di amore e rispetto per ciò che si è, rafforzando il sistema immunitario in modo naturale, sfruttando le virtù di frutta, verdura e acqua. Ne è un esempio eclatante il progetto “S.o.s. Obeso” grazie al quale si è lanciata la sfida al problema dell’obesità, per aiutare giovani “taglie forti” a combattere i danni fisici e psicologici causati dal peso eccessivo. E’ stata messa a disposizione dei ragazzi selezionati una equipe specializzata, che li ha seguiti lungo tutta la remise en forme. Risultati? Già 7 giovani hanno perso complessivamente 280 kg (30/40 kg ciascuno) e il tutto senza spendere un euro. Gli unici strappi alla regola concessi sono i trattamenti al “cioccolato”: scrub e relax sia per il viso che per il corpo. Inoltre in questo periodo saranno presenti a Spa’ Deus i migliori istruttori internazionali di Pilates, Belly Dancing (Danza del Ventre), Tango argentino, Ai Chi, Spinning e della “magica Nia” (Neuromuscolar Integrative Action, ribattezzata “danza aerobica di basso impatto”). Questa disciplina aiuta ad esplorare i sentieri della vita e a crescere, espandersi, imparare, cambiare in meglio. Il centro benessere è l’unico in Italia dove si può imparare questo vero e proprio stile di vita fatto di movimento, libera espressione, ringiovanimento, ricreazione, gioco e meditazione. Per informazioni: Spa’ Deus di Christina Newburgh, Cianciano Terme (Siena), tel. 0578-63232. Fax 0578-64329. Sito web www.Spadeus.it  E mail info@spadeus.It  
   
   
LA WELLNESS ROOM PRESSO THE WESTIN EXCELSIOR DI FIRENZE OFFRE TUTTI I BENEFICI DI UNA SPA  
 
Il The Westin Excelsior di Firenze è il primo albergo della città a presentare una camera completamente dedicata al benessere. La Wellness Room è stata concepita esclusivamente per quei clienti che considerano la salute e il benessere un elemento imprescindibile in termini di qualità della vita. La camera è resa preziosa dai comfort più prestigiosi e regala non solo eccezionali momenti di relax, ma anche un totale senso di benessere e una ritrovata energia. La Wellness room offre tutti i benefici di una Spa nella comoda e totale riservatezza della propria stanza. All'interno sono inserite una poltrona massaggiante Sanyo per sciogliere i muscoli indolenziti e godere di un beneficio immediato; una zona rilassante dove poter ascoltare musica new age da un impianto stereo di ultima generazione; lo speciale e unico Heavenly Bed e insieme a questo una vera e propria "carta dei cuscini", da cui scegliere quello più adatto alle vostre esigenze, fra cuscini di piume, ipoallergenici e molti altri; una cardio byke Technogym, per favorire un allenamento cardiovascolare benefico per il vostro organismo e un angolo di ristoro, dove reintegrare le forze perdute. Oltre a tutto ciò un angolo rilassante con una selezione di infusi e la possibilità di usufruire del room service potendo scegliere da un "wellness menu". Infine l'ambiente della Wellness room viene reso più gradevole da una scelta di aromi terapeutici che potranno essere anche essere acquistati, insieme a una vasta selezione di altri prodotti esclusivi. Ognuno di questi accorgimenti offre l'opportunità di ottenere benefici sia per la salute che per l'energia dell'organismo nel corso dell'intera giornata. Al momento in cui si entra nella Wellness room ci si sente immediatamente al riparo dalle preoccupazioni di tutti i giorni e ci si immerge in un'atmosfera calma e rilassante lasciando alle spalle il mondo esterno. 'Siamo orgogliosi di essere il primo albergo a Firenze ad offrire un servizio di questo tipo ai nostri clienti', dice Antonello De Medici, General Manager del The Westin excelsior di Firenze. "Il nostro scopo è far sentire bene la nostra clientela. Vogliamo veramente che possano percepire quanto può essere importante vivere un'esperienza del genere all'interno della loro camera, in totale privacy.". Per qualsiasi informazioni Tel: 0039.055.27163749 - excelsiorflorence@westin.Com  
   
   
ALLE TERME DI SALSOMAGGIORE PER SMETTERE DI “MANDARE IN FUMO” LA SALUTE  
 
Alle Terme di Salsomaggiore (Pr) si combattono le patologie provocate dal fumo con terapie a base di acqua salsobromoiodica, che possiede benefiche proprietà anti-batteriche e anti-infiammatorie. Il prossimo gennaio, con l’entrata in vigore della legge che proibisce il fumo nei locali pubblici, non avrete più scuse per rimandare oltre il grande passo: dire addio alle beneamate sigarette. Le pause cult dei fumatori incalliti (a base di giornale, caffè e tabacco) hanno i secondi contati, quindi meglio abituarsi all’idea il prima possibile e pensarla come un toccasana per il proprio benessere. Per smettere di “mandare in fumo” la propria salute, le Terme di Salsomaggiore (Pr) propongono efficaci rimedi per combattere le patologie provocate dal “brutto vizio”. Una volta che le vostre condizioni saranno migliorate considerevolmente, sarà più semplice decidere di smettere o almeno ridurre sensibilmente le dosi giornaliere di nicotina. Potrete finalmente apprezzare meglio i cibi e i profumi, respirerete meglio, miglioreranno la memoria e la prontezza di riflessi. Il fumo è il maggior pericolo per la vita, rappresenta una delle prime cause di morte, provoca l’insorgenza di malattie cardiovascolari, respiratorie e tumorali. Mette a repentaglio non soltanto voi, ma anche chi vi circonda, perché quello passivo è ancor più nocivo di quello attivo e aumenta l’incidenza (fino al 25%) di rischio di tumori ai polmoni e di altre terribili malattie. I bambini sono i soggetti più a rischio, insieme a chi lavora negli esercizi pubblici. Le Terme di Salsomaggiore possono essere un valido appoggio nel contrastarne i fastidiosi disturbi, grazie alle terapie inalatorie (inalazioni a getto, l’aerosol mascherina o nasale, le polverizzazioni in ambiente) associate a fisiokinesiterapia respiratoria (una ginnastica per la respirazione) e a ventilazione polmonare, una tecnica fisioterapica riabilitativa che aiuta a migliorare l’ossigenazione polmonare. Le acque salsobromoiodiche svolgono un’azione antinfiammatoria e fluidificante e sono indicate nei disturbi delle prime vie respiratorie ( naso, gola) , ma anche nelle varie forme bronchiali , in particolare l’Acqua Madre (acqua termale privata del cloruro di sodio) che viene ottenuta attraverso un complesso processo di concentrazione, è altamente antinfiammatoria e antibatterica. Un ciclo di cure inalatorie l’anno è un vero toccasana per il nostro apparato respiratorio. Le acque salsobromoiodiche, grazie alla loro elevata concentrazione salina stimolano i processi riparativi dei tessuti e aumentano le difese dell’organismo. Come dire che anche un “fumatore” ha la possibilità di arginare i danni causati dal vizio del fumo ed i tessuti del suo apparato respiratorio possono in parte rigenerarsi. Alle Terme di Salsomaggiore è inoltre possibile essere seguiti direttamente da uno specialista pneumologo che, valutando la situazione, può consigliare i trattamenti termali più idonei. Le patologie bronchiali non complicate prevedono un ciclo di 24 cure inalatorie, mentre le affezioni bronchiali su base ostruttiva vengono trattate anche con le ventilazioni polmonari. Il Servizio Sanitario Nazionale prevede dunque due specifici cicli di cura: 24 cure inalatorie o 18 cure inalatorie e 12 ventilazioni polmonari. Ogni cittadino ha diritto di usufruire gratuitamente, una volta all’anno, di un solo ciclo a scelta che viene eseguito in dodici giorni consecutivi, previo pagamento del ticket sanitario previsto. www.Termedisalsomaggiore.it
 
   
   
IL PASSAPORTO NUTRIZIONALE FINDUS, MANUALE DELLA BUONA SALUTE  
 
Con il nuovo Passaporto Nutrizionale Findus vuole dare al consumatore uno strumento di reale validità che, lungi dall’essere un’enciclopedia della nutrizione, si propone di diventare un manuale di facile e quotidiano utilizzo per soddisfare i desideri di approfondimento in materia di alimentazione equilibrata e bilanciata sullo stile di vita e di qualità degli ingredienti utilizzati nei prodotti Findus. Il Passaporto Nutrizionale è quindi una vera e propria carta d’identità di Findus e dei suoi prodotti. Al suo interno le informazioni nutrizionali, che sono riportate in modo schematico sul retro di ogni confezione Findus, sono sviluppate in maniera più approfondita e arricchite di suggerimenti. Il manuale, inoltre, è pensato non solo per aiutare i consumatori ad affrontare una vita sana ed equilibrata ma suggerisce in modo semplice come portare ogni giorno sulla propria tavola più gusto senza perdere di vista la salute attraverso l’esempio di menù bilanciati.