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Notiziario Marketpress di Mercoledì 15 Ottobre 2008
Politica
EUROPARLTV, IL CANALE WEB DEL PARLAMENTO EUROPEO  
 
Bruxelles, 15 ottobre 2008 - Il 17 settembre 2008, il Parlamento europeo lancerà su Internet il proprio canale televisivo: Europarltv. Da quella data, chiunque nel mondo abbia accesso a Internet potrà seguire una gamma diversificata di programmi sulla vita del Parlamento. Questa nota risponde in 10 punti a talune domande che potrebbero essere poste da chi è interessato al canale televisivo. La televisione del Parlamento europeo sarà accessibile, a partire dal 17 settembre, all´indirizzo web seguente: www. Europarltv. Europa. Eu Perchè un canale parlamentare? Il Parlamento europeo si è impegnato a garantire la trasparenza delle sue attività e a fare in modo che queste fossero il più comprensibili possibile per i cittadini europei. Questi ultimi hanno, infatti, il diritto di sapere cosa succede in seno al loro Parlamento e di percepirne il significato. Un canale parlamentare costituisce un vettore moderno e creativo, capace di familiarizzare i cittadini con la vita dell´Istituzione. In questi ultimi dieci anni, il numero di canali parlamentari ha conosciuto una crescita significativa in Europa. Taluni di questi sono gestiti da organismi nazionali di telediffusione (come nel caso, ad esempio, di "Bbc Parliament"), ma altri sono stati creati dai parlamenti stessi (come in Francia o in Grecia, ad esempio). Il Parlamento europeo ha optato per quest´ultimo modello. Perché il web? Un canale televisivo su Internet: offre un miglior rapporto costo/efficacia rispetto a una televisione tradizionale; corrisponde all´evoluzione delle tecnologie informatiche e della televisione e tiene conto del rapido sviluppo della banda larga; è concepito in funzione dell´interesse dell´utente piuttosto che del produttore, offrendo allo spettatore un ampio ventaglio di prodotti da guardare al momento e nel luogo scelto, una sorta di "democrazia su richiesta"; corrisponde all´evoluzione delle abitudini sociali che vede numerosi europei, in particolare i giovani, volgersi in misura sempre maggiore verso il web per informarsi; permette di proporre un ampio ventaglio di lingue, e è l´unico modo efficace per raggiungere il pubblico dei paesi non appartenenti all´Unione europea. Cosa proporrà il canale Tv? Europarltv non è un canale unico, bensì un bouquet di quattro canali, ognuno dei quali si rivolge a un pubblico diverso: Il vostro Parlamento, punta a coloro che hanno un interesse particolare per la politica a livello comunitario: i cittadini ben informati, i gruppi industriali, i partner sociali, i lobbisti, gli ambienti universitari e coloro che lavorano nelle istituzioni dell´Ue. La vostra voce, concepito per il grande pubblico, offre la possibilità di caricare contenuti realizzati dagli utenti. Europa giovane, rivolto in particolare ai giovani in età scolastica, grandi utilizzatori di Internet e futuro elettorato europeo. Il Parlamento in diretta, propone una copertura continua degli eventi parlamentari in diretta, in particolare i dibattiti in Plenaria (con un collegamento verso gli archivi audiovisivi delle sessioni plenarie precedenti) e, nei prossimi mesi, le attività delle commissioni parlamentari. Vi è anche una sezione intitolata "Scoprire il Parlamento europeo" che mira a fornire le informazioni di base sul Parlamento e una presentazione dei deputati e dei presidenti dell´Istituzione, nonché dei programmi riguardanti i gruppi politici e le commissioni, la storia e il funzionamento del Parlamento. Come è stato creato il canale? Il Parlamento ha deciso di ricorrere a risorse esterne per creare il canale televisivo. Ha organizzato un bando per individuare una società incaricata di creare una piattaforma Internet e di ospitare il canale, e un´altra con il compito di creare i prodotti da diffondere. Il Parlamento ha firmato dei contratti nel dicembre 2006 e nel luglio 2007 con, rispettivamente, Twofour Digital, un´azienda britannica, per la piattaforma, e Mostra, una società con sede a Bruxelles, per il contenuto. Queste due società hanno dapprima realizzato un prototipo del canale, svelato nel 2007, e poi la versione on line, con una produzione stimata a un minimo di 300 ore l´anno, escluse le attività diffuse in diretta. Come è stato testato il canale? Un prototipo ad uso interno del canale è stato creato nel novembre 2007 rendendolo accessibile a tutti gli utenti del Parlamento. Il mese successivo, tutti gli uffici d´informazione del Parlamento sono stati invitati a costituire dei gruppi-target nei singoli paesi. Così, circa 300 persone hanno avuto accesso al prototipo e hanno risposto a un questionario. Le loro risposte hanno mostrato che: - l´81% ha gradito guardare Europarltv, - il 78% ha indicato che è facile navigare sul sito e - l´80% ha ritenuto i contenuti pertinenti. E´ sulla base di queste reazioni e di quelle ottenute in seno al Parlamento che è stata presa la decisione di produrre una versione on line. Qual è il pubblico? Chiunque abbia accesso alla banda larga avrà la possibilità di guardare il sito. Gli internauti potranno scegliere tra Windows e Flash. Al fine di massimizzare la diffusione dei programmi e di accrescere il numero di spettatori, questi ultimi avranno la possibilità di utilizzare dei codici interni e Url per condividere dei video con altri internauti. In quante lingue? Tutti i programmi potranno essere visti in più di 20 lingue, rendendo così il sito unico al mondo. Alcuni di essi con una voce fuori campo, altri invece con i sottotitoli. Tutte le lingue dell´Ue saranno comunque coperte, ma il materiale disponibile in irlandese sarà presente in misura minore, sulla scorta di quanto accade attualmente sul sito web del Parlamento europeo. E l´interattività? Il Parlamento si è impegnato fermamente a permettere l´interattività del canale. La carta editoriale stipula che «il canale sarà concepito in moda da rafforzare l´interattività tra il Parlamento e i cittadini europei. Fornirà ai cittadini la possibilità di esprimere le loro opinioni sul canale e di contribuire al contenuto". I programmi sono realizzati in funzione di questo impegno. Chi controlla il canale? Il canale è soggetto a una carta editoriale che stabilisce i principi di base della televisione. In particolare sottolinea che: - il canale è disciplinato dai principi del servizio pubblico per rispondere a obiettivi di informazione e istruzione e - la rete garantisce che si rispecchi la pluralità di opinioni del Parlamento europeo, tenendo in debita considerazione la relativa forza dei gruppi politici, in conformità con una politica editoriale neutra ed imparziale; L´ufficio di Presidenza del Parlamento europeo ha invitato un panel di consiglieri - composto di un membro di ciascun gruppo politico e sotto la presidenza del Vicepresidente incaricato dell´informazione e della comunicazione - ad aiutarlo a vigilare sul rispetto della carta editoriale e a trattare con celerità eventuali reclami provenienti dall´interno e dall´esterno dell´Istituzione. Quanto costerà? Il bilancio annuale previsto per il canale ammonta a 9 milioni di euro. La produzione e la traduzione dei programmi faranno la parte del leone, mentre importi più modesti sono previsti per ospitare e sviluppare il sito e per l´attività di marketing. .  
   
   
NUOVA GREEN CARD EUROPEA, VOTO A NOVEMBRE  
 
Bruxelles, 15 ottobre 2008 - La nuova green card europea per lavoratori immigrati altamente qualificati è attesa al vaglio della commissione parlamentare libertà civili. Il voto, inizialmente previsto il 13 ottobre poi spostato a novembre, dovrebbe rappresentare un primo via libera all´arrivo di circa 20 milioni di persone nei prossimi 20 anni, soprattutto nel campo tecnologico e dell´ingegneria. Ecco il parere della relatrice, la deputata tedesca Ewa Klamt (Ppe-de). Nel 2007 la Commissione europea aveva proposto una sorta di "piano di accoglienza europeo", conosciuto con il nome di "Blue card", per attrarre in Europa immigrati qualificati per far fronte agli scompensi del calo demografico. Ciò grazie a una tabella standard di qualifiche applicabile discrezionalmente dai singoli Stati membri. Nuove opportunità - Avrà valore di permesso di residenza e lavoro temporaneo per due anni, rinnovabili, sicurezza sociale inclusa. "Solo il 5. 5% degli immigrati qualificati provenienti dal Maghreb vengono da noi, fa notare Klamt, il 50% sceglie gli Stati Uniti o il Canada. In Germania, ad esempio, c´è bisogno di 95. 000 ingegneri. "Abbiamo sempre detto di dare un´opportunità all´immigrazione legale, se si vuole fermare l´immigrazione illegale, possiamo chiudere la porta solo se si apre quella dell´immigrazione legale". ´Altamente qualificati´ - Sono due le definizioni proposte dalla relatrice per definire il concetto ´altamente qualificati´: diploma di scuola superiore, almeno tre anni, o qualifica lavorativa specializzata, con almeno cinque anni di esperienza. "Ma niente limite d´età", sottolinea. Rispetto al rischio di strappare personale altamente qualificato ai paesi in via di sviluppo, Klamt conviene di astenersi dal contrattare personale in aree cruciali per il raggiungimento degli obiettivi del Millennio, come la salute e l´educazione. Tuttavia occorre tener presente il fattore "concorrenza globale", fa notare. Negli Stati Uniti, ad esempio, con la ´Green card´ si ha diritto alla cittadinanza a partire da 5 anni e alla residenza permanente dopo 10 anni. Blue card - Valida 2 anni, rinnovabile. Nessuna residenza permanente. Libera circolazione nell´Ue anche per familiari A quale prezzo? - Per la deputata tedesca il criterio delle retribuzioni dovrebbe corrispondere a "1. 7 volte il salario medio lordo o dei salari medi lordi annui delle contrattazioni nazionali dei singoli paesi Ue". Il Parlamento europeo, dopo il voto in prima lettura dello scorso giungo della direttiva sul rimpatrio degli immigrati illegali, sta attualmente discutendo gli altri aspetti del "pacchetto immigrazione", come ad esempio le sanzioni agli imprenditori che impiegano immigrati illegali. .  
   
   
INDICATORI STRUTTURALI DELLA STRATEGIA DI LISBONA - DATI ONLINE  
 
Bolzano, 15 ottobre 2008 - In questi giorni l’Istituto provinciale di statistica (Astat) ha ampliato i propri servizi online, pubblicando i principali indicatori per il monitoraggio della strategia di Lisbona. Il set di indicatori si basa sulla “short list” definita dal Consiglio Europeo di Lisbona nel marzo del 2000, che ha individuato sei settori di azione valutabili quantitativamente attraverso 14 indicatori. Va precisato che gli indicatori sono stati sviluppati allo scopo di monitorare gli Stati membri dell’Unione Europea e pertanto non sempre si adattano ad un’analisi di maggiore dettaglio territoriale (regionale e provinciale). L’astat ha ritenuto importante determinare, quando possibile, tali indicatori anche per la realtà altoatesina, operando un confronto con gli indicatori determinati dall’Ufficio Statistico delle Comunità Europee (Eurostat) per alcuni ambiti di riferimento, in particolare l’Italia, l’Austria, la Germania e l’Unione Europea. I singoli indicatori, accompagnati ciascuno da un grafico, sono disponibili in internet all’indirizzo www. Provincia. Bz. It/astat, e più precisamente nelle aree “Principali indicatori” e “Banche dati”. I dati verranno costantemente tenuti aggiornati. Posizionamento della provincia di Bolzano rispetto alla strategia di Lisbona In analogia con quanto presentato annualmente dalla Commissione Europea, nella sua Relazione annuale sui progressi nell’attuazione della strategia di Lisbona. Ciò allo scopo di ottenere una visione d’insieme e di confrontare parallelamente la situazione strutturale della provincia di Bolzano e la sua evoluzione nel tempo. I 14 indicatori vengono presentati in due diagrammi che raffrontano i loro valori effettivi con il valore Ue- 27 e mostrano i settori nei quali un determinato Stato membro ha prestazioni superiori o inferiori rispetto alla media europea. Nella rappresentazione grafica gli indicatori vengono classificati in due gruppi: 1. Primo diagramma: indicatori, per i quali valori in crescita rappresentano un trend positivo (un valore superiore a 100 rappresenta un risultato migliore rispetto alla media Ue); 2. Secondo diagramma: indicatori, per i quali valori in diminuzione rappresentano un trend positivo (un valore inferiore a 100 rappresenta un risultato migliore rispetto alla media Ue). Ciò che emerge graficamente viene sintetizzato nella seguente tavola, nella quale la situazione socio-economica dell’Alto Adige viene classificata nei seguenti quattro gruppi: a) punti di forza (quando l’indicatore è migliore rispetto alla media europea ed è inoltre in miglioramento); b) opportunità (indicatore peggiore rispetto alla media europea, ma in miglioramento); c) minacce (indicatore migliore rispetto alla media europea, ma in peggioramento); d) punti di debolezza (indicatore peggiore rispetto alla media europea ed in peggioramento). . .  
   
   
"COS´È CAMBIATO DALL´11 SETTEMBRE? IL TERRORISMO NEL DIRITTO E NELLA POLITICA INTERNAZIONALE"  
 
Milano, 15 ottobre 2008 – Il 23 ottobre prossimo, alle ore 18. 00, l´Ispi promuove una Tavola Rotonda dal titolo: "Cos´è cambiato dall´11 settembre? Il terrorismo nel diritto e nella politica internazionale" Il dibattito trae spunto della pubblicazione del volume "Terrorismo internazionale. Analisi interdisciplinari" (ed. Rubbettino). Segreteria tel. 02 86 93 053, e. Mail: ispi. Eventi@ispionline. It .  
   
   
ALBANIA: PUGLIA PARTNER DELLA NUOVA AGENZIA DI DEMOCRAZIA LOCALE (ADL) DI SCUTARI CHE PROMUOVERÀ I TEMI DELLA CITTADINANZA ATTIVA E DELLA DEMOCRAZIA PARTECIPATA.  
 
Brindisi, 15 ottobre 2008 - Accanto a Sisak, Osijek, Verteneglio/brtoniglia, Mostar, Prijedor, Zavidovici, Subotica, Central-southern Serbia, Kosovo, Montenegro e Georgia, una nuova Agenzia di Democrazia Locale (Adl) con sede a Scutari, in Albania, promuoverà i temi della cittadinanza attiva e della democrazia partecipata. L’accordo è stato firmato venerdì 10 ottobre dalla città di Brindisi (lead partner), la Regione Puglia, la città di Scutari, il comune francese di Fraize, la città svizzera di Yverdon Les Bains, la città albanese di Fierze e l’Associazione dei Comuni di Albania, alla presenza di Per Vinther, presidente dell’Alda e di Ferdinand Poni, vice Ministro degli Interni del Governo Albanese. “Dopo l’Adl Mostar che vede la Puglia lead partner, quella di Scutari rappresenta la seconda esperienza di Agenzia di Democrazia Locale per la nostra Regione – ha sottolineato Bernardo Notarangelo, vice presidente Alda e dirigente del Servizio Mediterraneo – Nell’ultimo periodo di programmazione 2000-2006 sono stati approvati 80 progetti con le comunità albanesi, attraverso gli Interreg Italia-albania e per un impegno complessivo di spesa di circa 70 milioni di euro. Per la Regione Puglia, dunque, è un ulteriore vanto contribuire all’attivazione di una Adl in Albania, ancor più vedere a nostro fianco gli amici della Svizzera e della Francia. Con gli sforzi organizzativi ed operativi di tutti, potremo condurre Scutari nel variegato mondo delle Adl istituito dall’Alda”. Alla firma dell’accordo erano presenti, tra gli altri, Lorenc Luka, Sindaco di Scutari, Per Vinther, Presidente dell’Alda, Ferdinand Poni, Vice Ministro degli Interni del Governo Albanese, Stefano Marguccio, Console d’Italia a Scutari, Massimo Ciullo, assessore all’urbanistica della città di Brindisi, Antonella Valmorbida, Direttore dell’Alda, e Marco Boaria, Alda Programme Development Manager. L’agenzia di Scutari, in linea con la vocazione delle altre Adl, punterà alla promozione di iniziative concrete volte al consolidamento della democrazia ed allo sviluppo di istituzioni a livello locale, al rafforzamento di una rete europea di cittadini impegnati nella tutela dei diritti umani, per una società civile pluralistica, un approccio interculturale ed un dialogo interetnico. .  
   
   
SERBIA: 584 MLN EUR DI AIUTI FINANZIARI EUROPEI IN DUE ANNI  
 
Sarajevo, 15 ottobre 2008 - La Serbia riceverà 584,4 mln Eur di aiuti finanziari dall’Unione Europea fino al 2010, mentre al Kosovo sono stati destinati 359,1 mln Eur. La Commissione ha adottato un piano finanziario per aiutare i Paesi candidati e potenziali candidati pari a 4,4 mld Eur fino al 2010. Il fondo destinato alla Serbia mira al rafforzamento delle istituzioni legislative, al supporto economico ed allo sviluppo della società, all’adozione di leggi in accordo con l’Unione Europea ed al rafforzamento delle capacità di mettere in pratica le leggi. L’aiuto finanziario ha l’obiettivo di rafforzare le riforme economiche e politiche e lo sviluppo, in modo da raggiungere gli standard europei. I fondi sono stati annunciati la prima volta a novembre 2007 ed il prossimo passo sarà la preparazione dei programmi per l’implementazione degli aiuti finanziari in cooperazione con i Paesi che riceveranno il sostegno. Il Commissario europeo per l’allargamento, Olli Rehn, ha dichiarato che la strada verso l’Ue è lastricata di riforme, con l’obiettivo di migliorare la vita dei cittadini ed adeguarsi ai severi requisiti necessari per diventare membro dell’Ue. Il Commissario ha aggiunto che i progressi in questo campo non chiedono solo una volontà politica forte ma anche conoscenza e sforzi finanziari e che la Commissione aiuta i Paesi in questi sforzi proprio attraverso gli aiuti finanziari. .  
   
   
UE, LA BEI FINANZIA DIVERSI PROGETTI MONTENEGRINI  
 
Bruxelles, 15 ottobre 2008 - La Banca Europea degli Investimenti (Bei) ha concesso cinque prestiti, pari ad un totale di 20 milioni di euro, per finanziare progetti nei settori dei trasporti, dell´energia e dell´ambiente in Montenegro. Lo rende noto l´Ice. Un prestito di 7 milioni finanzierà le infrastrutture della linea ferroviaria Bar-podgorica-belgrado e l´acquisto di nuovo materiale rotabile. Un altro prestito di 5 milioni contribuirà alla realizzazione del Programma Acqua e Risanamento del Montenegro, per il quale la somma totale di prestito approvato è pari a 57 milioni. I fondi della Bei finanzieranno progetti infrastrutturali attuati dalle Comunità locali del Montenegro. Inoltre, la banca prevede un sostegno alla gestione dei rifiuti solidi sotto forma di prestito, che potrebbe essere disponibile nel 2009. .  
   
   
SLOVACCHIA: DUE PROGETTI PER PARCHI INDUSTRIALI DA 10,2 MLN EUR  
 
 Bratislava, 15 ottobre 2008 - Lo sviluppatore immobiliare Bsi Investment ha programmato la costruzione di un nuovo parco industriale nel distretto di Trencin, stando i documenti di valutazione di impatto ambientale del progetto. L’avvio dei lavori di costruzione è programmato per il 2009 mentre la struttura principale dovrebbe essere completata già entro la fine del 2008. Il parco si estenderà su un’area di 54mila mq e fornirà principalmente servizi logistici, oltre a 1500 mq di spazi per uffici. I costi di investimento per la costruzione sono stati stimati in 220 mln Skk (7,3 mln Eur). In un progetto separato, la municipalità di Topolcany ha programmato un investimento da 87 mln Skk (2,3 mln Eur) in un parco industriale per la produzione ingegneristica ed elettrotecnica. La costruzione dovrà essere completata nel 2009 ed i colloqui con molti investitori sono già in corso. Il parco occuperà un’area di 23 ettari e darà lavoro a 550 persone. .  
   
   
SLOVENIA, DEPOSITO DI GARANZIA SOPRA LA MEDIA UE  
 
Lubiana, 15 ottobre 2008 - Il deposito di garanzia in Slovenia è di 22 mila euro, 2 mila in più rispetto alla media europea. Lo ha dichiarato il vicedirettore del dipartimento di supervisione delle attività bancarie della Banca Centrale Slovena, Matej Krumberger. Secondo il sito internet del governo sloveno, i depositi di garanzia sono attivati in due casi: quando una banca va in bancarotta o quando viene attivata un´amministrazione straordinaria di una banca con un rappresentante della Banca Centrale. Il rappresentante della Banka Slovenije ha detto che la differenza dipende dalla conversione dal tallero all´euro, ma non vede particolare significato nella stessa differenza. Sono previsti due sistemi di fornitura dei fondi per le garanzie di deposito; la Slovenia utilizza quello in cui le banche contribuiscono ai fondi quando la procedura di garanzia viene attivata secondo percentuali stabilite in precedenza. La Banca Centrale, però, può dare in prestito dei fondi alle banche per sveltire la procedura di garanzia dei depositi. .  
   
   
MINISTERO DELL´ECONOMIA E DELLE FINANZE TESORO: ERRATA LA LETTURA DEI DATI DI BANCA D´ITALIA  
 
Roma, 15 ottobre 2008 - La lettura dei dati pubblicati ieri sul Supplemento di Finanza pubblica del bollettino statistico della Banca d´ Italia è concettualmente falsa perché ignora che l´anno scorso il Governo Prodi ha prorogato da luglio ad agosto i versamenti dei contribuenti dei soggetti agli studi di settore; quest´anno invece il termine ultimo è stato fissato al 16 luglio. Pertanto, confrontando i dati degli incassi di luglio e agosto 2007 con lo stesso periodo 2008 si registra un aumento di più di un miliardo. .  
   
   
MEDIOBANCA: DEPOSITATE LE LISTE PER LA NOMINA DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE E DEL COLLEGIO SINDACALE  
 
Milano, 15 ottobre 2008 - Mediobanca comunica che il 13 ottobre 2008, sono state depositate le seguenti liste di candidati per la nomina del Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale da parte dell´Assemblea convocata per il prossimo 28 ottobre 2008 (29 ottobre in seconda convocazione): Consiglio di Amministrazione Lista N. 1 Lista presentata dall´azionista Capitalia Partecipazioni S. P. A. (8,66%) con i seguenti ventitre candidati: 1) Geronzi Cesare; 2) Nagel Alberto; 3) Pagliaro Renato; 4) Cereda Maurizio; 5) Di Carlo Massimo; 6) Vinci Francesco Saverio; 7) Rampl Dieter; 8) Tronchetti Provera Marco; 9) Azema Jean; 10) Ben Ammar Tarak; 11) Benetton Gilberto; 12) Berlusconi Marina; 13) Bernheim Antoine; 14) Bertazzoni Roberto; 15) Bollore´ Vincent; 16) Caso´ Angelo; 17) Doris Ennio; 18) Ferrero Pietro; 19) Ligresti Jonella; 20) Palenzona Fabrizio; 21) Pesenti Carlo; 22) Strutz Eric; 23) Pinto Eugenio. Lista N. 2 Lista presentata dall´azionista Fondazione Monte Dei Paschi Di Siena (1,93%) con i seguenti due candidati: 1) Parlangeli Marco: 2) Di Cunto Attilio Collegio Sindacale. Lista N. 1 Lista presentata dall´azionista Capitalia Partecipazioni S. P. A. (8,66%) con i seguenti candidati: Sindaci effettivi: 1) Villa Gabriele; 2) Angelo Comneno Maurizia; 3) Dalla Libera Alberto. Sindaci supplenti: 1) Croci Guido; 2) Rock Ugo. Lista N. 2 Lista presentata dall´azionista Fondazione Cassa Di Risparmio In Bologna. (2,59%) con i seguenti candidati: Sindaci effettivi: 1) Reboa Marco; Sindaci supplenti: 1) Rangoni  Umberto. .  
   
   
BPM: SEMINARIO DI STUDIO - I FONDI ETICI PER SUPERARE LA CRISI  
 
Milano 15 ottobre 2008 – Oggi alle ore 9. 30 presso la Sala delle Colonne di Banca Popolare di Milano, via San Paolo 12 si tiene seminario di studio dal titolo “I Fondi Etici per superare la crisi”. Parteciperanno: Dott. Fiorenzo Dalu, Direttore Generale Banca Popolare di Milano; Dott. Mario Crosta, Direttore Generale Banca Popolare Etica; Prof. Marco Vitale, Economista d’impresa e Vice Presidente Banca Popolare di Milano; Dott. Gabriele Giuglietti, Vice Direttore Vicario di Banca Popolare Etica; Dott. Paolo Pugni, Consulente Adwice srl; Dott. Armando Carcaterra, Direttore Investimenti Bipiemme Gestioni Sgr; Dott. Ssa Francesca Tedeschi, Responsabile Of - Osservatorio Finanziario; Prof. Leonardo Becchetti, Docente di Economia Politica - Università Roma 2; Dott. Ssa Alessandra Viscovi, Direttore Generale di Etica Sgr. Con l’aiuto di esperti del mondo accademico, finanziario e della consulenza, sarà esaminata la crisi del risparmio gestito mediante un’analisi della situazione che consenta di: cogliere le opportunità offerte dai fondi di investimento etici in termini di fidelizzazione della clientela, di migliori rendimenti e di allocazione efficiente degli investimenti; trasmettere nuove modalità di presentazione dei fondi etici. .  
   
   
MA LE NOSTRE IMPRESE SONO PIÙ FORTI DELLA CRISI CON UNA VENTATA DI OTTIMISMO E IL SUCCESSO DEGLI INCONTRI ONE TO ONE SI CHIUDE A RIMINI LA CONVENTION MONDIALE DELLE CAMERE DI COMMERCIO ITALIANE ALL’ESTERO  
 
 Rimini, 15 ottobre 2008 - – In un’atmosfera di ritrovato ottimismo si è chiusa ieri a Rimini Fiera la parte congressuale della Xvii Convention Mondiale delle 74 Camere di Commercio Italiane all’Estero (Ccie). Le ottime performance del made in Italy sui mercati internazionali e il ritorno del sereno in borsa dopo la grande paura consentono in effetti di guardare al futuro dell’economia con minori preoccupazioni, per quanto gli indicatori continuino a parlare di recessione. Segnali molto positivi hanno fornito, in particolare, gli incontri bilaterali tra le imprese (oltre 200 per un totale di 900 appuntamenti) e i delegati Ccie giunti a Rimini da 48 paesi delle aree Nafta, Mercosur, Patto Andino, Europa, Asia, Mediterraneo, Sudafrica e Oceania. Soddisfatto soprattutto Manlio Maggioli, presidente della Camera di Commercio di Rimini che ha organizzato la Convention con Assocamerestero e in collaborazione con Unioncamere e Rimini Fiera. "Sono molto contento del risultato di queste giornate di lavoro. ”, dice, “Gli incontri one-to-one fra delegati e imprenditori hanno dato buoni risultati, tanto più importanti in questi giorni di economia mondiale in crisi. Si dimostra così che le nostre imprese sono tutt’altro che scoraggiate. Al contrario, hanno voglia di guardare oltre e di fare accordi economici importanti. Fermarsi in questo contesto sarebbe del resto un suicidio. Invece è necessario migliorare la produzione e farla crescere. Il dato dell´export è molto significativo. L´emilia Romagna nel primo semestre del 2008 è cresciuta tantissimo, così Rimini, con un +17%. Questo risultato si deve a tutti, agli imprenditori che lavorano tanto, ma anche alla Camera di Commercio che li mette nelle condizioni di operare di più e meglio". Assai soddisfatto anche Edoardo Pollastri, presidente di Assocamerestero. “Gli incontri one-to-one tra operatori e delegati Ccie hanno dimostrato che il dinamismo della nostre imprese è più forte della crisi. Per questo motivo sono fiducioso che molti dei contatti stabiliti in questi giorni daranno vita a ottimi affari. Ancora una volta Rimini ha dimostrato che saper fare turismo congressuale significa anche saper dialogare con il mondo e per questo ringraziamo Camera di Commercio e Rimini Fiera che ci hanno offerto questa straordinaria”. Domani, l’ultimo giorno della Convention è riservato a una serie di incontri finalizzati ad approfondire progetti e opportunità di affari nei paesi dove le Camere operano. Il programma prevede inoltre una visita al territorio di Rimini, in particolare agli stabilimenti del Gruppo Scm (leader mondiale nel settore delle macchine e sistemi per la lavorazione del legno), alla Domus del Chirurgo e ad alcune aziende agricole per una degustazione di prodotti tipici. .  
   
   
NASCE LA CONFERENZA DEI COMUNI DEL NORD MILANO I COMUNI DI BRESSO, CINISELLO BALSAMO, COLOGNO MONZESE, CORMANO, CUSANO MILANINO, PADERNO DUGNANO, SESTO SAN GIOVANNI E LA PROVINCIA DI MILANO SIGLANO UN PROTOCOLLO D’INTESA  
 
Milano, 15 ottobre 2008  - Il Protocollo d’Intesa per l’istituzione della Conferenza dei Comuni del Nord Milano sarà sottoscritto a Cologno Monzese Sabato 18 Ottobre 2008, ore 10. 00 – 12. 30 Villa Casati (via Mazzini, 9) da Matteo Mauri, Assessore alla Casa, Città metropolitana, Semplificazione e Innovazione della Provincia di Milano, e dai Sindaci di Cormano, Roberto Cornelli, Paderno Dugnano, Gianfranco Massetti, Sesto San Giovanni, Giorgio Oldrini, Cologno Monzese, Mario Soldano, Cusano Milanino, Lino Volpato, Cinisello Balsamo, Angelo Zaninello, e Bresso, Fortunato Zinni. La Conferenza del Nord Milano è una sede istituzionale stabile di lavoro e di condivisione tra Provincia e Comuni per l’integrazione delle politiche di sviluppo e delle attività di programmazione e di pianificazione di funzioni e servizi di interesse sovracomunale. È, inoltre, la sede ideale per stimolare l’avvio di una riflessione attorno al ruolo che spetta al Nord Milano nei prossimi anni. Il Nord Milano è oggi un territorio in grande trasformazione che, con la nascita della nuova Provincia di Monza e Brianza, deve far fronte ad interventi di riassetto territoriale e di riorganizzazione amministrativa di importanti servizi pubblici e attività di interesse pubblico generale. La Conferenza esprimerà parere consultivo sulle proposte il cui effetto ricada sul territorio del Nord Milano, che la Provincia di Milano si impegna a sottoporle preventivamente. Concretamente, le materie su cui la Conferenza dovrà essere consultata dalla Provincia sono: trasporti e viabilità, attività produttive e innovazione, politiche abitative, cultura, istruzione ed edilizia scolastica, pianificazione ed assetto del territorio, risorse ambientali, sicurezza, polizia provinciale, turismo e servizi socio-sanitari. Milano Metropoli Agenzia di Sviluppo è l’ente incaricato dalla Provincia di Milano per svolgere le funzioni di segreteria strategica e tecnica e accompagnare la costituzione della Conferenza e l’avvio di questa nuova fase di coordinamento e di progettazione sovracomunale. L’istituzione della Conferenza è frutto di un lungo e intenso percorso di collaborazione e di coordinamento interistituzionale e intercomunale che ha coinvolto in una prima fase i Comuni di Bresso, Cinisello Balsamo, Cologno Monzese e Sesto San Giovanni e che, nel 2005, con la firma del Patto per il Nord Milano, si è allargato ai Comuni di Cormano, Cusano Milanino e Paderno Dugnano. I sette Comuni, con il supporto tecnico di Milano Metropoli Agenzia di Sviluppo e della Provincia di Milano, hanno realizzato il Piano d’Area Nord Milano, un lavoro di analisi e di ricognizione che ha permesso di individuare i principali obiettivi strategici per il futuro del territorio e di rafforzare la cultura di collaborazione intercomunale, sia a livello politico che tecnico. In occasione dell’istituzione di questo importante strumento per la governance, l’innovazione e lo sviluppo del territorio, è nata l’iniziativa “Il Futuro Del Nord Milano. Cultura, Impresa, Verde, Salute, Mobilità, Casa”, che si svolgerà dal 18 ottobre al 3 dicembre nelle sette città. Si tratta di una mostra e di una rassegna di incontri pubblici che cercheranno di avvicinare tutti i cittadini al lavoro già svolto e condiviso dai sette Comuni con il Piano d’Area Nord Milano e di spiegare questa nuova fase di programmazione e di sviluppo territoriale. L’opinione dei protagonisti- La Provincia di Milano - Matteo Mauri, Assessore alla Casa, Città metropolitana, Semplificazione e Innovazione “Non è una novità che i Comuni del Nord Milano lavorino insiem. Oggi raccogliamo i risultati di un percorso iniziato nel 2005, con la creazione del Patto Nord Milano, e proseguito con l’elaborazione del Progetto Strategico e del Piano d’Area. La novità è che ora, con la Conferenza, i Comuni hanno uno strumento in più per realizzare progetti che porteranno vantaggi a tutta l’area: penso al sistema dei parchi, alla rete dei servizi culturali, al sostegno all’innovazione d’impresa, al coordinamento delle politiche per la casa, al potenziamento del trasporto pubblico su ferro, alle proposte per Expo. Insomma, la capacità di fare squadra per fare sistema, che l’Amministrazione Penati ha sempre promosso, ha oggi un’altra applicazione concreta; è un merito dei Sindaci e un risultato del nostro impegno, che vogliamo comunicare con una serie di incontri tematici nelle sette città del Patto, con gli amministratori comunali e provinciali, esperti e rappresentanti della società. Il Patto Nord Milano è il contributo innovativo delle istituzioni locali per sostenere lo sviluppo del territorio e costruire nei fatti la città metropolitana milanese, in attesa che il Governo, in particolare il Ministro Maroni, rispetti gli impegni presi per dare al più presto a Milano una legge che indichi competenze e tempi di realizzazione della nuova istituzione”. I sette Comuni Roberto Cornelli, Sindaco di Cormano: “In un periodo difficile per i Comuni (taglio dell’Ici, riduzione dei servizi, trasferimento di competenze senza corrispettive risorse), il Patto del Nord Milano è un’idea intelligente perché cerca di tamponare questa situazione attraverso la condivisione delle migliori esperienze in molti settori. Alcuni passi concreti sono stati fatti, in tema di parchi, di formazione professionale e di offerte culturali. I sette Comuni stanno trovando i metodi per fare squadra, reperire le risorse e mettere a ´sistema´ le attività nel rispetto delle autonomie”. Gianfranco Massetti Sindaco di Paderno Dugnano: “Il Patto del Nord Milano è un “patto per migliorare l’abitabilità” di un intero territorio. Centrale in questo progetto sono la qualità ambientale e il sistema dei parchi e del verde e siamo convinti che, a questo proposito, il Comune di Paderno Dugnano, con il Parco Grugnotorto, possa diventare un soggetto promotore di politiche di sviluppo sostenibile e di miglioramento dei servizi territoriali, obiettivi fondamentali per la crescita di tutta l´area”. Giorgio Oldrini Sindaco di Sesto San Giovanni: “Già da tempo i sette Comuni che compongono il Patto per il Nord Milano hanno iniziato un percorso per condividere esperienze, soluzioni e per unire le forze, anche in vista del prossimo appuntamento dell’Expo di Milano. Ritengo dunque fondamentale proseguire e rilanciare questa esperienza per far diventare i Comuni del Nord Milano, già una delle aree più avanzate della Lombardia, in un polo per lo sviluppo dell’intera regione e del Paese”. Mario Soldano Sindaco di Cologno Monzese: “Stringere e valorizzare con gli altri Comuni il Patto per il Nord Milano significa fare il bene del nostro territorio, una realtà estesa e popolata, con radici, storie e funzioni comuni che ci rendono una delle aree più importanti della metropoli milanese. La nostra collaborazione si è già sviluppata attorno ad alcuni punti forti, dalla mobilità alla salute pubblica, ai servizi sociosanitari. È giunto il momento di dare una risposta unitaria anche al fabbisogno abitativo e di elaborare una rete di infrastrutture per la mobilità “ecologica”, cioè una rete di parchi, piste ciclopedonali e spazi sottratti al traffico che unisca le aree verdi a Nord di Milano”. Lino Volpato Sindaco di Cusano Milanino: “A distanza di tre anni, confermiamo con sempre maggiore convinzione la validità della scelta compiuta insieme agli altri Comuni del Nord Milano. Siamo stati anticipatori dei tempi, volendo attuare un´ottica di "governance metropolitana", ben prima che l´aggiudicazione dell´Expo a Milano rendesse ancora più auspicabile la costituzione della Città Metropolitana. Problemi come i trasporti, la sicurezza, il verde e la viabilità possono essere risolti solo con logiche e prospettive sovracomunali, pensate per garantire a tutti i cittadini dell´area un medesimo livello di servizi. " Angelo Zaninello Sindaco di Cinisello Balsamo “Il Comune di Cinisello Balsamo si riconosce pienamente, e non da oggi, nel sistema locale del Nord Milano, un territorio più ampio dove costruire un soggetto istituzionale capace di governare i grandi temi della trasformazione che stiamo vivendo. I Comuni hanno lavorato insieme per anni, le nostre comunità si riconoscono in un progetto comune. Il nostro obiettivo è chiaro: offrire ai nostri cittadini servizi sempre migliori e opportunità di attrarre nei nostri territori funzioni di eccellenza”. Fortunato Zinni Sindaco di Bresso: “Per quanto riguarda Bresso, il Patto, e più concretamente il Piano d’Area Nord Milano, ha costituito un costante punto di riferimento per la realizzazione del Piano di Governo del Territorio, confermando le scelte qualificanti a sostegno della trasformazione e dello sviluppo della città e le sue vocazioni: da Città del Parco Nord a Centro di ricerca per le biotecnologie e dell’innovazione di eccellenza, attraverso scelte quali il cablaggio del territorio, il sostegno all’artigianato e al terziario avanzato, l’insediamento dell’Univ. Bicocca” . Milano Metropoli Agenzia di Sviluppo Daniela Gasparini, Amministratore Delegato Milano Metropoli Agenzia di Sviluppo. Segreteria Strategica e Tecnica della Conferenza dei Comuni del Nord Milano “Il Nord Milano è oggi una delle aree più dinamiche e strategiche della regione urbana milanese. Qui operano oltre 20. 000 imprese, il 6,17 % delle aziende della provincia di Milano, attive non solo nei settori manifatturiere e servizi, ma anche in settori molto innovativi. Circa il 10% del suo territorio (5,5 milionidi mq. ) è interessato a processi di trasformazione urbana e, oltre ad essere uno dei territori con maggiore dotazione di infrastrutture per la mobilità, il Nord Milano può vantare uno dei più ricchi patrimoni del milanese di strutture culturali e di servizi socio –sanitari e alla persona. Ma quest’area, dovuto anche alla sua posizione strategica, è anche molto esposta ai cambiamenti che si stanno manifestando nel contesto metropolitano: dalla costituzione nel 2009 della nuova Provincia di Monza e Brianza, alla creazione di nuovi “poli urbani” con servizi e funzioni eccellenti, all’organizzazione dell’Expo 2015. Gli amministratori dei sette Comuni sono consapevoli che solo intensificando la collaborazione e il coordinamento tra di loro potranno governare efficacemente queste nuove sfide e rafforzare il ruolo del Nord Milano nel nuovo contesto metropolitano. Milano Metropoli Agenzia di Sviluppo continua ad essere, ancora in questa nuova fase, il punto di riferimento strategico e tecnico dei Comuni, sia per accompagnarli nella costituzione della Conferenza del Nord Milano, sia per avviare una nuova fase di programmazione e di sviluppo di nuovi progetti e interventi di interesse sovracomunale”. Dal Patto Per Il Nord Milano Alla Conferenza Dei Comuni Il Nord Milano è stato uno dei territori pionieri in Italia nello sviluppare strumenti di pianificazione sovracomunale per superare la crisi industriale di fine secolo. I Comuni hanno maturato in questi anni una ricca esperienza nello sviluppo di azioni e di processi di programmazione intercomunale: dall’elaborazione del primo Piano Strategico e dell’Agenda 21 di area, all’istituzione di Parchi Locali d’Interesse Sovralocale, alla creazione di consorzi di gestione di servizi pubblici, ai contratti di fiume. Da questa cultura di collaborazione e di governo è nato nel 2005 il Patto per il Nord Milano, un accordo di collaborazione intercomunale e con la Provincia di Milano, finalizzato a rilanciare e rafforzare l’azione comune sui temi principali dello sviluppo: casa, impresa, cultura, verde, mobilità, servizi socio-sanitari. Nell’ambito del patto sono stati realizzati il Progetto Strategico e il Piano d’Area. Il Piano d’Area Nord Milano ha lo scopo di coordinare le politiche di sviluppo urbanistico, raccordando tra loro il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale e i Piani di Governo del Territorio comunali. Comprende un’analisi delle conoscenze inerenti alle diverse tematiche e alcune proposte di indirizzo per la pianificazione territoriale comunale e intercomunale. La Collaborazione Intercomunale - 1999 – 2001. Piano Strategico per lo Sviluppo del Nord Milano, promosso dai Comuni di Bresso, Cinisello Balsamo, Cologno Monzese e Sesto San Giovanni. 2005. Nasce il Patto Nord Milano. Protocollo d’intesa allargato ai Comuni di Cormano, Cusano Milanino e Paderno Dugnano per la realizzazione del Progetto Strategico e del Piano d’Area. 2005 – 2006. Progetto Strategico. 2007. Accordo di collaborazione per lo sviluppo del Piano d’Area. 2008. Piano d’Area Nord Milano, realizzato dagli Enti territorialmente competenti (Comuni, Provincia ed Enti Parco) e dalle strutture tecniche incaricate (Milano Metropoli Agenzia di Sviluppo e Centro Studi Pim). 2008. Istituzione della Conferenza dei Comuni del Nord Milano. La sottoscrizione del protocollo d’intesa tra i Comuni e la Provincia di Milano avviene il 18 ottobre a Cologno Monzese e da il via alla rassegna di incontri “Il Futuro del Nord Milano”. Cultura, impresa, verde, salute, mobilità, casa. La Conferenza Dei Comuni Del Nord Milano - È una sede istituzionale stabile di coordinamento per l’integrazione delle politiche di sviluppo e delle attività di programmazione e pianificazione di funzioni e di servizi in merito alle materie ed ai temi di scala sovracomunale che riguardano le competenze della Provincia. La Conferenza esprimerà parere consultivo sulle proposte il cui effetto ricada sul territorio del Nord Milano, che la Provincia si impegna a sottoporle preventivamente. La Conferenza coinvolgerà i principali attori economi e sociali del territorio attraverso un Forum del Nord Milano. Le funzioni di segreteria strategica e tecnica sono svolte da Milano Metropoli Agenzia di Sviluppo in collaborazione con la Provincia di Milano. Principali aree tematiche di competenza, su cui la Conferenza dovrà essere consultata dalla Provincia di Milano: trasporti e viabilità, attività produttive e innovazione, politiche abitative, cultura, istruzione ed edilizia scolastica, pianificazione ed assetto del territorio, risorse ambientali, sicurezza, polizia provinciale, turismo, servizi socio-sanitari. .  
   
   
FEDERALISMO: TONDO-FITTO, SPECIALITA´ E´ RESPONSABILITA´  
 
Trieste, 15 ottobre 2008 - Federalismo fiscale, legge comunitaria, riduzione della spesa pubblica e diminuzione della pressione fiscale in Italia. Questo sono alcuni dei principali obiettivi del Governo nazionale annunciati ieri dal ministro per gli Affari regionali, Raffaele Fitto, nel corso dell´incontro con il governatore del Friuli Venezia Giulia, Renzo Tondo, svoltosi a Trieste, nella sede della Giunta regionale, alla presenza degli assessori Elio De Anna, Roberto Molinaro, Riccardo Riccardi, Sandra Savino e Federica Seganti, oltre che del presidente del Consiglio regionale, Edouard Ballaman. Minori spese per risanare i bilanci e venire incontro alle esigenze dei cittadini, "un processo virtuoso che - ha ricordato Tondo - il Friuli Venezia Giulia ha già avviato a vari livelli, privilegiando in questo difficile momento gli interventi nei settori nevralgici quali la sanità e le infrastrutture". Per una regione che è passata da territorio di confine a baricentro della nuova Europa sempre più allargata ad Est - hanno condiviso governatore e ministro - la specialità, peraltro mai in discussione, è prima di tutto responsabilità di operare scelte concrete, razionalizzando le risorse rispetto alle reali necessità. Ecco perché, ha sottolineato Tondo, "il Friuli Venezia Giulia, in perfetta sintonia con un Governo vicino ed attento non solo alle emergenze ma anche alle prospettive di sviluppo di quest´area, è pronto ad assumere competenze che può esercitare in maniera più capillare rispetto allo Stato, adattando l´operato rispetto alle molteplici esigenze di una regione caratterizzata da importanti diversità". La fiscalità di sviluppo contenuta nel ddl sul federalismo (art. 14) che Fitto ha definito "frutto di un dialogo approfondito con tutti gli attori", è quindi l´opportunità richiesta da Tondo per modulare e differenziare le azioni nell´ambito della stessa regione, valorizzando in questo modo le singole peculiarità e, ha aggiunto Ballaman, "creando le condizioni per evitare la fuga oltreconfine delle nostre aziende". In questo contesto, assume ancora maggiore rilevanza l´approvazione della legge comunitaria, con particolare riferimento alle norme relative ai Gect (gruppi europei di cooperazione territoriale) che, secondo Fitto, sono "strumenti eccellenti per accelerare i percorsi ed attivare localmente interlocuzioni di alto profilo, divenendo veri e propri organismi intermedi di gestione della programmazione comunitaria e dei relativi interventi". Grazie al federalismo fiscale, ha spiegato ancora il ministro per gli Affari regionali, "adesso avremo maggiore terreno di confronto a livello europeo", in un clima dove "i segnali di ripresa dalla crisi finanziaria sono più veloci del previsto". Dal palazzo della Giunta regionale, Fitto, Tondo e Ballaman si sono trasferiti in Consiglio regionale, dove, assieme ai capigruppo consiliari, nel pomeriggio saranno protagonisti del dibattito "Regione speciale e federalismo fiscale" al cospetto dell´assemblea legislativa. .  
   
   
CONSULTA IMPRESE LAZIO, MARRAZZO: "E´ IL MOMENTO DELLE DECISIONI"  
 
Roma, 15 ottobre 2008 - Sanità, produttività, credito, energia, ambiente, infrastrutture, formazione, turismo, casa e ricerca. Queste le priorità, presentate ieri a Roma, cui secondo la Consulta delle Imprese del Lazio, dovrà essere improntata l’azione della Giunta Regionale, per avviare una nuova stagione di sviluppo e di crescita del sistema economico-produttivo regionale. Fanno parte della Consulta Abi, Ania, Confcommercio, Confindustria, Federlazio e Urcel. “Questa - ha detto il presidente della Regione Piero Marrazzo - è una fase in cui serve consapevolezza e concretezza. Bisogna avere la capacità di intervenire presto e debbo dire che, vista l’esperienza dell’emergenza rifiuti, siamo molto ferrati. Ci confronteremo sulle critiche e sulle problematiche riportate dal testo. E’ il momento di prendere delle decisioni, come abbiamo fatto per la sanità”. “La nostra classe imprenditoriale - ha rimarcato Marrazzo - ha voglia di esserci e la priorità delle priorità da affrontare è l’accesso al credito. Domani partirà, infatti, il tavolo sul credito”. Anche per il presidente di Federlazio, Massimo Tabacchiera, coordinatore e portavoce della Consulta, “la presentazione di questo ‘manifesto per la competitività’ rappresenta un momento importante per il territorio, perché sono riportati tutti gli argomenti cardine che riguardano il mondo economico”. “Abbiamo messo insieme - ha ricordato Tabacchiera - le associazioni più rappresentative della nostra regione. Per la prima volta è stato redatto un documento ascoltando tutti i consigli direttivi delle diverse province del Lazio”. In materia di sanità, secondo la Consulta va attuata la parificazione fra pubblico e privato, rimuovendo definitivamente le discriminazioni, immotivate, a danno del secondo ambito. Ma più in generale, riguardo il complessivo sistema sanitario, vanno superate le logiche di riserva in favore del settore pubblico, con il privato in posizione subordinata. Peraltro, la difficoltà di sostenere nel futuro gli inevitabili incrementi della spesa sanitaria porrà la necessità di una partnership pubblico-privato, come avviene già in altri Paesi, facendo ricorso alla spesa privata in modo strutturale e organizzato, anche con il concorso di fondi integrativi, mutue e compagnie di assicurazione. Ma la Consulta affronta anche la questione del credito, precisando che la Regione dovrà rivolgere la sua attenzione verso azioni che favoriscano processi di patrimonializzazione delle imprese. Un aspetto di particolare importanza, questo, che costituisce un fattore fondamentale in quella complessiva strategia di riposizionamento su standard competitivi che costituisce una criticità per un’elevata quota di imprese laziali. Ne consegue, dunque, l’esigenza di riservare adeguate risorse regionali in tale direzione, utilizzando e affinando strumenti finanziari già disponibili, nell’ottica di massimizzare l’effetto leva delle risorse regionali nei confronti di quelle private finalizzate ai processi di patrimonializzazione. Per tutti gli altri aspetti gestionali, dell’attività d’impresa, la politica del credito deve favorire il consolidamento dei debiti a breve termine, non solo quelli dell’istituto bancario erogatore, ma anche quelli del sistema. In ogni caso, appare di forte rilievo l’esigenza di fondare lo sviluppo delle politiche del credito sulla capacità di interfacciarsi con le imprese e con il territorio attraverso la rete dei Confidi di riferimento delle Associazioni di rappresentanza, nel quadro delle attività di sostegno al credito previste dalla Regione Lazio. Per la Consulta del Lazio, inoltre, serve un’azione politica indirizzata verso una diversificazione spinta dalle fonti di energia primaria. Un’azione che realizzi le condizioni per uno sviluppo economico equilibrato e sostenibile, in armonia con il fondamentale principio della conservazione delle risorse. I punti qualificanti della politica energetica dovranno prevedere il ruolo primario della Regione, il Patto Regionale per l’Energia e l’Ambiente, l’utilizzo di meccanismi di mercato per l’ottimale riorganizzazione della domanda energetica, l’utilizzo di meccanismi finanziari, l’assegnazione mirata di risorse comunitarie nazionali e regionali. Ma, secondo la Consulta, sarebbe opportuno anche sottoscrivere accordi volontari, avviando tavoli di concertazione finalizzati a realizzare interventi di riduzione e produzione di energia, agevolare il trasferimento tecnologico e gestionale da i centri di ricerca alle imprese, indirizzare e stimolare i soggetti che, a diverso titolo, entrano nel mercato dell’energia. Nel settore delle infrastrutture è necessario controbilanciare il peso dell’area metropolitana romana con politiche di sviluppo e di integrazione degli altri ambiti territoriali del Lazio, anche attraverso il decentramento di funzioni pregio che possano fare da catalizzatore per innescare strategie di sviluppo territoriale. Per la Consulta del Lazio è poi evidente che il sistema formativo nel suo complesso debba divenire, da un lato maggiormente rispondente alle esigenze dei lavoratori e, dall’altro, più efficace se guardato dal punto di vista del bilancio delle competenze e quindi dell’utilità per le imprese. Bisogna evitare che tale formazione sia organizzata dall’alto, senza alcun collegamento con i fabbisogni formativi reali delle imprese. La formazione non è un’incombenza che deve ricadere solo sulle imprese, ma è un tema che deve coinvolgere tutti e sul quale la Regione Lazio deve impegnarsi ed investire. Il turismo, si legge nel documento della Consulta del Lazio, ha bisogno di una più incisiva attenzione dell’istituzione regionale al settore, sicuramente misurabile con gli interventi in termini di dotazioni infrastrutturali, in modo da trovare ulteriori concreto riscontri nella rapida attribuzione all’Agenzia per il Turismo della Regione Lazio di funzioni, competenze, risorse umane ed economiche che consentano di incidere in modo significativo sui mercati internazionali. Per la Consulta, infine, le politiche della casa non sono residuali, ma parte integrante delle politiche urbane e dei processi di trasformazione, per questo occorra incentivare il recupero di quartieri con interventi di demolizione e ricostruzione. E’ poi fondamentale che gli enti pubblici investano maggiormente nella ricerca, nella formazione e nel sostegno all’innovazione tecnologica a partire però dalle singole vocazioni di ogni territorio. In materia di concorrenza e liberalizzazioni, inoltre, la Consulta delle Imprese del Lazio auspica la realizzazione di un’ampia liberalizzazione dei servizi pubblici locali. .  
   
   
REGIONE, ENTI LOCALI, ASSOCIAZIONI IMPRENDITORIALI E SINDACALI HANNO SIGLATO IERI IL PATTO PER LO SVILUPPO DEL PIEMONTE.  
 
 Torino, 15 ottobre 2008 - La presidente della Regione Piemonte, Mercedes Bresso, sottolinea l’importanza strategica e pratica della firma Del Documento, sottoscritto ieri mattina a Torino da 26 soggetti economico-sociali-istituzionali. “La firma odierna del Patto per lo sviluppo rappresenta la volontà, da parte di tutte le istituzioni della nostra regione, di agire insieme per dare slancio e nuovo stimolo all’economia piemontese e – in un momento di difficoltà mondiale – per dare un messaggio di fiducia ai cittadini riguardo al sistema produttivo piemontese. Il sistema economico della nostra regione è forte. Anche in un contesto mondiale critico come quello attuale, noi vogliamo ribadire che insieme ce la possiamo fare. Se uniamo le forze nella stessa direzione e lavoriamo con impegno e determinazione potremo mantenere robusta e competitiva la nostra economia. Stiamo mettendo a punto tutti gli strumenti necessari per sostenere i cittadini e le imprese in difficoltà in questo periodo, compreso l’intervento di riduzione Irpef per supportare i piemontesi con i redditi più bassi. Con questo Patto, il Piemonte rilancia la sfida allo sviluppo sostenibile, che significa portare innovazione in tutti i campi, in particolare quello energetico, nel rispetto della tutela dell’ambiente”. .  
   
   
IL PRESIDENTE DELLE MARCHE RICEVE IN VISITA L´AMBASCIATORE DEL SUDAFRICA  
 
Ancona, 15 Ottobre 2008 - Il presidente della Giunta regionale delle Marche, Gian Mario Spacca, ha ricevuto ieri pomeriggio in visita, a Palazzo Raffaello, l´ambasciatore del Sudafrica, Lenin Magigwane Shope. Un incontro di cortesia che si rinnova. L´ambasciatore Shope e` gia` stato in precedenza nelle Marche. L´ultima volta, lo scorso mese di maggio, in occasione della firma di un memorandum quinquennale di collaborazione e di scambio di esperienze, metodi, strumenti e prodotti tra la Regione Marche e la Provincia sudafricana di Limpopo. Quella di oggi e` dunque una visita nel segno della cordialita` e dell´amicizia con un Paese con cui le Marche hanno avviato ottimi rapporti di collaborazione. .  
   
   
SARTOR: “IL GOVERNO DEVE CAPIRE CHE IL PATTO DI STABILITA’ LIMITA E VINCOLA FORTEMENTE LA CAPACITA’ DI SPESA DEL VENETO VIRTUOSO”  
 
Venezia, 15 ottobre 2008 - La Commissione europea ha riconosciuto anche di recente l’eccellenza dell’esperienza veneta nell’impiego dei fondi strutturali. La nostra regione, e più in generale l’area del nord est, è considerata uno dei principali laboratori di idee per affrontare le rinnovate esigenze della globalizzazione e della competizione internazionale. Nel futuro, più che in passato, si dovrà puntare sulla collaborazione sinergica fra centri di ricerca, atenei e mondo del lavoro, attraverso il rafforzamento della rete attuale dei distretti industriali e soprattutto finanziando sempre di più la ricerca tecnologica, così da sviluppare le potenzialità produttive del territorio con grandissima attenzione all’energia alternativa, rinnovabile e sostenibile e alla costruzione di sistemi reali e virtuali di comunicazione e trasporto. Ecco, in estrema sintesi, le conclusioni emerse dal tavolo di parternariato convocato oggi pomeriggio dall’assessore all’Economia, Vendemiano Sartor, per fare il punto sull’impiego delle risorse del Fondo europeo per lo sviluppo regionale (Fesr) e del Fondo europeo per le aree sottosviluppate (Fas). “Per il prossimo triennio la programmazione del Fesr - ha detto l’assessore - ha individuato come assi prioritari di azione l’innovazione e la conoscenza, l’energia e l’ambiente, i servizi di trasporto e di telecomunicazione, la cooperazione territoriale. ” Tuttavia, l’impegno a cui chiama la progettualità 2007-2013, non è privo di criticità. Per l’assessore il problema più serio è sicuramente il patto di stabilità che limita e vincola fortemente le possibilità di spesa della nostra regione che è virtuosa a differenza di tante altre e che per ciò meriterebbe di poter “sforare” i criteri per aiutare le imprese venete a superare la crisi dei mercati finanziari. “Auspichiamo, e domandiamo con forza al Governo italiano, - ha spiegato Vendemiano Sartor - che sia riconosciuta la specificità strategica dei fondi strutturali e che siano finalmente sottratti ai vincoli posti dal patto di stabilità, non certamente per fare debiti, ma per dare vita a sostanziosi investimenti. ” L’assessore ha, poi, giudicato negativamente l’incremento degli adempimenti in tema di gestione, di comunicazione, di monitoraggio, di controllo e di valutazione che comportano un eccessivo utilizzo di risorse umane qualificate e troppa inutile burocrazia. “Il Veneto vuole continuare a essere - ha concluso l’assessore - al centro dell’attenzione internazionale e nazionale marcando ancora una volta la sua posizione di ottima qualità. ” .  
   
   
FONDO EUROPEO DI SVILUPPO REGIONALE 2007-2013 GIOVEDÌ 16 OTTOBRE A FOLIGNO QUARTO INCONTRO TERRITORIALE  
 
 Perugia, 15 ottobre 2008 – Si terrà giovedì 16 ottobre a Foligno il quarto degli otto incontri territoriali promossi dalla Regione Umbria per illustrare i contenuti del Programma Operativo Regionale del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (“Por Fesr”) 2007 – 2013. I lavori, che si terranno a palazzo Trinci, si apriranno alle 15 con i saluti del sindaco di Foligno Manlio Marini e saranno presieduti da Lucio Caporizzi, coordinatore dell’Area Programmazione regionale della Regione Umbria. Alla relazione introduttiva, affidata all’assessore regionale al Bilancio Vincenzo Riommi, seguirà la presentazione del “Por Fesr” da parte del responsabile del Servizio Programmazione comunitaria della Regione Umbria Domenico Antonio Colombo. Sono previsti gli interventi di Giuliana Mancini, responsabile del Servizio Politiche della casa e riqualificazione urbana, su “riqualificazione delle aree urbane e Puc”; di Giovanna Saltalamacchia, responsabile dell’Unità operativa dirigenziale Promozione e coordinamento progetti comunitari della Regione Umbria su “prevenzione e gestione dei rischi naturali e tecnologici, recupero siti degradati”. Il responsabile del Servizio Aree protette, valorizzazione dei sistemi naturalistici e paesaggistici Paolo Papa parlerà di “promozione di interventi ambientali per la valorizzazione della rete dei siti di Natura 2000”; la responsabile del Servizio regionale Beni culturali Paola Domenica Gonnellini interverrà su “tutela, valorizzazione e promozione del patrimonio ambientale e culturale”. Su “energia ed aiuti alle imprese” sono in programma relazioni a cura della Direzione regionale sviluppo economico e attività produttive. Seguirà il dibattito; alle 19 sono previste le conclusioni. A Palazzo Trinci sarà esposta, da oggi fino al 17 ottobre, la mostra fotografica itinerante sugli interventi realizzati in Umbria con la programmazione del Fondo europeo di sviluppo regionale nel periodo 2000-2006. .  
   
   
REGIONE LOMBARDIA VALORIZZERA´ LINGUE E TRADIZIONI LOCALI APPROVATA LEGGE DI TUTELA DEL PATRIMONIO CULTURALE IMMATERIALE ZANELLO: NEL 2009 PREVISTO UN INVESTIMENTO DI 1,5 MILIONI  
 
Milano, 15 ottobre 2008 - Dialetti e lingue locali, tradizioni, saperi e conoscenze che le comunità locali riconoscono in quanto parte del loro patrimonio culturale, della loro storia e della loro identità: sono l´oggetto della prima legge regionale in Italia che promuove la "valorizzazione del patrimonio culturale immateriale", approvata ieri dal Consiglio della Lombardia. Grande soddisfazione da parte dell´assessore alle Culture, Identità e Autonomie, Massimo Zanello, secondo il quale questa legge "pone senz´altro la Lombardia ai vertici mondiali nelle politiche culturali". "Per la prima volta in Italia, e forse nel mondo, ci si pone quale obiettivo concreto la valorizzazione di un aspetto importantissimo della cultura, cioè i beni immateriali - commenta Zanello -. Fino ad ora le istituzioni avevano valorizzato solo i beni culturali materiali, ma la cultura non è fatta solo di monumenti e opere d´arte. Da oggi in poi la Regione Lombardia potrà sostenere in maniera concreta realtà antiche della nostra regione, e mi riferisco soprattutto ai dialetti e alle lingue locali, che saranno l´oggetto di una prima azione di catalogazione. Ma penso anche ad antiche manifestazioni popolari come sagre e carnevali, tradizioni musicali, o ancora al sapere legato alla fabbricazione dei violini a Cremona". Per il 2009 è già previsto un investimento di un milione e mezzo di euro. La legge approvata fa riferimento a quanto previsto dallo Statuto e dalla Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale, ratificata nel 2007 recependo la Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale (adottata a Parigi il 17 ottobre 2003 dalla Conferenza dell´Unesco). La Regione provvederà direttamente attraverso l´Archivio di Etnografia e Storia sociale (Aess) o in concorso con altri soggetti pubblici e privati a promuovere l´individuazione degli elementi del patrimonio culturale immateriale con particolare riguardo a tradizioni ed espressioni orali, toponomastica, musica e arti dello spettacolo di tradizione, consuetudini sociali, eventi rituali e festivi, pratiche e credenze relative al ciclo dell´anno e della vita, alla natura e all´universo, e così via. La conoscenza del patrimonio culturale immateriale verrà promossa anche attraverso l´acquisizione di fondi documentari, lo studio e la ricerca sul campo e la realizzazione di una rete di collegamenti con soggetti pubblici e privati. .  
   
   
VENETO: CONVOCATO IL TAVOLO REGIONALE DI PARTERNARIATO  
 
Venezia, 15 ottobre 2008 - L’assessore all’Economia, Vendemiano Sartor, ha convocato il tavolo regionale di parternariato questo pomeriggio alle ore 16. 00 a Palazzo Balbi, sede della Giunta regionale del Veneto, in sala Pedenin. Al centro del confronto l’utilizzo delle risorse del Fondo europeo per lo sviluppo regionale e del Fondo europeo per le aree sottosviluppate. Attenzione particolare sarà riservata alla valutazione delle strategie operative da adottare per contrastare la crisi dei mercati finanziari. Si discuterà anche del fondo regionale anticrisi a sostegno delle imprese venete. .  
   
   
PD : IL GOVERNO SALVA LA CATTIVA GESTIONE DI CATANIA E COLPISCE IL COMUNE DI MILANO. LA GIUNTA MORATTI NON PUNISCA I PIÙ DEBOLI  
 
Milano, 14 ottobre 2008 - Il Sindaco Letizia Moratti finalmente lancia l’allarme riguardante il Bilancio del Comune. Come il Partito Democratico aveva fatto nelle scorse settimane, nella disattenzione generale. Giustamente Letizia Moratti ricorda che mancano attualmente 150 milioni per il 2009, esattamente la cifra prevista per il Comune di Catania. A questi vanno comunque aggiunti i rischi relativi alle operazioni in derivati compiute dal Comune. Per quel che riguarda il buco a cui fa riferimento il Sindaco a questo punto spetta al Governo evitare sorprese negative riguardanti i mancati trasferimenti dell’Ici, oggi pari a 39 milioni di Euro. Il Comune deve invece spiegare quali sono gli introiti riguardanti le multe e come essi vengono spesi. Perché la situazione attuale dimostrerebbe che l’ecopass ha fatto perdere soldi e non sono arrivate risorse a disposizione del trasporto pubblico. Non solo. Quel che temiamo è che a pagare siano i più deboli. Siamo infatti a conoscenza di un’ipotesi di taglio da parte della Giunta che si abbatterebbe in particolare sui servizi, sulle mense sulle politiche sociali, costringendo ad aumenti delle tariffe generalizzati; ciò dopo che la scure dei tagli si è abbattuta in precedenza sulle scuole serali, sui corsi d’idoneità, sui servizi sulle tossicodipendenze. A questo punto rivolgiamo un appello al centrodestra : daremo una mano per permettere entro il 31 dicembre la discussione del Bilancio di previsione, in cambio però pretendiamo che si faccia un’operazione verità sui conti del Comune, si evitino tagli destinati a colpire i più poveri, si taglino radicalmente i costi della dirigenza comunale connessa alla fallimentare riorganizzazione voluta dal Sindaco, e ci si mobiliti insieme, al di là degli schieramenti contro le scelte di un governo che colpisce Milano, come dimostrano anche le scelte contenute in Finanziaria, e salva la cattiva gestione di Catania. .  
   
   
ASSOLOMBARDA E PROMOS,ACCORDO PER LE PMI IN RUSSIA GRAZIE ALL’INTESA, ASSOLOMBARDA APRIRÀ UN UFFICIO A MOSCA PRESSO LA SEDE DI PROMOS PER SUPPORTARE L’INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLE PICCOLE E MEDIE IMPRESE  
 
Milano, 15 ottobre 2008 - E’ stato siglato il 9 ottobre l’accordo tra Promos, azienda speciale della Camera di Commercio di Milano, e Assolombarda per la creazione di un Desk Assolombarda presso l’ufficio di Promos a Mosca. “Il mercato russo rappresenta una delle aree più interessanti sullo scenario internazionale, in termini di crescita dell’economia e domanda di beni e servizi”, ha commentato Pierandrea Chevallard, Segretario Generale della Camera di Commercio di Milano. “I dati a nostra disposizione parlano di una crescente richiesta di prodotti di pregio sia da parte delle imprese che delle famiglie russe. Sono certo che la presenza di Assolombarda, unita all’esperienza e alla conoscenza maturata da Promos, presente già da 16 anni a Mosca con un proprio desk, possa essere un reale volano di sviluppo per le attività delle imprese lombarde nel mercato Russo”. “Con questa intesa Assolombarda si propone di offrire alle imprese associate una piattaforma integrata di servizi per il mercato russo, creando nuove occasioni di cooperazione industriale, identificando partner commerciali e organizzando incontri d’affari”, ha sottolineato Antonio Colombo, Direttore Generale di Assolombarda. “L’accordo rafforza l’intesa tra il sistema associativo e quello camerale per il supporto dei processi di internazionalizzazione delle imprese su un mercato importante ma difficile, soprattutto per le Pmi, come quello russo”. Nel 2007 l’Italia ha registrato un volume di esportazioni verso la Russia di 9. 6 miliardi di Euro, in aumento del 25. 6% rispetto l’anno precedente. La sola Lombardia ha esportato beni per 2. 7 miliardi di Euro, +29% rispetto al 2006. L’incremento delle esportazioni contribuisce ad attenuare un saldo strutturalmente negativo dell’interscambio, dovuto alla dipendenza energetica dell’Italia dalla Russia, che si riflette sul dato relativo alle importazioni, nel 2007, di 14. 3 miliardi di Euro. Secondo alcuni studi condotti da Promos, i tre settori di punta delle esportazioni italiane si confermano i macchinari (con una quota pari al 32% del totale), i prodotti tessili e dell’abbigliamento (16%) e i mobili (8%). Sul fronte delle importazioni, il 71% circa e’ rappresentato da prodotti energetici. Numerose anche le esportazioni di prodotti di lusso che trovano un importante sbocco commerciale nella Federazione Russa, rappresentate dai marchi Maserati e Ferrari, dai settori dei gioielli di alto livello, la pellicceria, le scarpe e la pelletteria delle fasce di mercato più alte. Il mercato russo delle imbarcazioni di lusso potrebbe inoltre diventare un importante mercato di sbocco per la cantieristica italiana. .  
   
   
CONSULTA DELLE IMPRESE DEL LAZIO: CONSEGNATO DOCUMENTO STRATEGICO SUL GOVERNO DELLA REGIONE A MARRAZZO  
 
 Roma, 15 ottobre 2008 - La Consulta delle Imprese del Lazio è stata costituita il 29 gennaio 2008 da Abi Lazio, Ania, Confcommercio Roma e Lazio, Confindustria Lazio e Federlazio, in quanto associazioni maggiormente rappresentative dei rispettivi Settori di riferimento dell’economia. Obiettivo della Consulta, che si propone come un ponte tra il mondo imprenditoriale e quello istituzionale, è individuare strategie d’azione comuni sui temi più rilevanti per lo sviluppo del Sistema economico regionale. Attualmente sono membri della Consulta, che rappresenta circa 53. 000 aziende per 490. 000 addetti: Abi Lazio: Dott. Mario Fiumara, Presidente della Commissione Regionale del Lazio; Ance Lazio: Stefano Petrucci, Presidente; Ania: Dott. Fabio Buscarini, Amministratore Delegato e Direttore Generale Ina Assitalia; Confcommercio Roma e Lazio: Dott. Cesare Pambianchi, Presidente; Confindustra Lazio: Dott. Maurizio Stirpe, Presidente; Federlazio: Dott. Massimo Tabacchiera, Presidente. Il Presidente della Federlazio è stato nominato Coordinatore e Portavoce della Consulta delle Imprese del Lazio per il primo anno di attività. Premessa Questa nota contiene una serie di priorità cui, nel prossimo futuro, secondo la Consulta delle Imprese del Lazio, dovrà essere improntata l’azione della Giunta Regionale del Lazio, per avviare una nuova stagione di sviluppo e di crescita del sistema economico-produttivo regionale. Il presente documento si pone, dunque, come il punto terminale di un ampio processo di consultazione che le singole Associazioni - Abi, Ance, Ania, Confindustria Lazio, Confcommercio Roma e Lazio, Federlazio - hanno avviato con le rispettive basi associative sul territorio regionale. 1. Sanità In primo luogo, è sempre più forte la preoccupazione circa l’evoluzione del Piano di rientro sanitario, dato che, in termini di risparmi sui costi, il 2007 sta evidenziando un risultato finale ben al di sotto dell’obiettivo programmatico, inteso come riduzione “strutturale” dei costi. E’ nostra ferma opinione che, in realtà, la situazione sia addirittura peggiore, perché non viene adeguatamente sottolineata la natura non strutturale di una componente del suddetto risparmio. Un fatto, questo, che implica necessariamente l’innalzamento dell’obiettivo programmatico di risparmio da raggiungere nel 2008, rispetto a quello indicato dalla Giunta, al fine di rispettare il profilo del Piano di rientro. Nel frattempo prendiamo atto con soddisfazione della decisione del Governo di sbloccare i primi 2 miliardi dei 5 dovuti alla Regione, anche se consapevoli che al momento neanche la prima tranche è stata ancora erogata). Un provvedimento, questo, in assenza del quale si sarebbe avuto il collasso della sanità regionale con effetti a cascata sul resto dell’economia. Restiamo in attesa che le prossime verifiche del Piano di rientro da parte del Governo consentano il definitivo sblocco anche dei restanti 3 miliardi. Ci auguriamo in ogni caso che il processo di risanamento e riqualificazione del Ssr non richieda al mondo della produzione un ulteriore contributo, che sarebbe inaccettabile non solo perché scaricherebbe sulle imprese costi ascrivibili, viceversa, a precise responsabilità altrui nella gestione delle aziende sanitarie pubbliche, ma anche perché l’eventuale aggravio fiscale sulle imprese si troverebbe a coesistere con sacche di inefficienza dell’apparato pubblico regionale in tutte le sue articolazioni. In secondo luogo, a nostro avviso, nell’attuazione del Piano di rientro la Regione non ha ancora acquisito - attraverso una rigorosa analisi in tal senso - le vere determinanti che generano il deficit strutturale sanitario. Nelle strutture pubbliche, ad esempio, la logica di una corretta imputazione dei flussi di spesa per centri di costo fatica ad affermarsi come regola gestionale ordinaria. In tale quadro, riteniamo vada attuata la parificazione fra pubblico e privato, rimuovendo definitivamente le discriminazioni, immotivate, a danno del secondo. Ma, più in generale, riguardo il complessivo sistema sanitario, vanno una volta per tutte superate le logiche di riserva in favore del settore pubblico, con il privato in posizione subordinata. Peraltro, la difficoltà di sostenere nel futuro gli inevitabili incrementi della spesa sanitaria porrà la necessità di una partnership pubblico/privato, come avviene già in altri Paesi, facendo ricorso alla spesa privata in modo strutturale e organizzato, anche con il concorso di fondi integrativi, mutue e compagnie di assicurazione. Il terzo punto è il patologico, rilevante ritardo nei pagamenti dei fornitori del Servizio sanitario regionale. A tale fine ricordiamo che alcuni imprenditori, fornitori di beni e servizi alle Aziende sanitarie, sono stati costretti a cedere l’attività a grandi gruppi, così profilandosi il rischio di una sostituzione delle imprese laziali (pensiamo soprattutto a quelle del settore biomedicale) con imprenditori privati del settore, ma provenienti da fuori, che potrebbero diventare, nei confronti della Regione, dei “price maker”. Le imprese che riescono a non chiudere sono costrette a svolgere la loro attività con margini estremamente ridotti e, non potendo attendere i tempi troppo lunghi dei pagamenti da parte della Regione, si trovano, oltretutto, a dover cedere i loro crediti decurtando fra il 5% e l’8% per cento l’importo della fattura. Altrettanto penalizzante è la situazione delle imprese di costruzione che operano nell’edilizia sanitaria, per le quali i ritardi dei pagamenti determinano anche forti limitazioni alle loro attività sul mercato delle costruzioni. In sostanza, i deteriorati conti della sanità laziale si stanno progressivamente configurando come un serio ostacolo allo sviluppo della Regione, dato che le loro criticità drenano crescenti risorse, anche e soprattutto dalle politiche per lo sviluppo. Solo per fare un esempio, va evidenziata la penalizzazione che un numero rilevante di imprese sta subendo in relazione alla legge 598 a causa del forte ritardo nel “recupero” dei contributi regionali previsti dal provvedimento in parola, ma anticipati da tali imprese. Questo fatto genera effetti negativi in termini di ridefinizione in pejus dei bilanci aziendali, in quanto tali contributi non vengono per il momento riconosciuti alle imprese perché, verosimilmente, “stornati” sulla sanità regionale per pressanti esigenze di cassa. 2. Produttività della macchina regionale ed efficienza della spesa pubblica L’efficienza della spesa pubblica costituisce un altro punto nodale sul quale l’azione della Regione dovrà misurarsi, specie in considerazione dell’esistenza di ampi margini per innalzare, a risorse date, la qualità della spesa. A tal fine, è opportuno che la Giunta imposti la gestione dei suoi flussi finanziari informandola ai criteri della spending review, che ha dato buona prova nelle esperienze di altri paesi, e su cui si sta orientando l’azione anche a livello nazionale. E’ inoltre necessario accentuare e stringere i legami e le connessioni fra il ciclo della pianificazione strategica ed il ciclo della pianificazione finanziaria che, nell’attuale assetto, hanno punti di contatto ma restano separate nel momento essenziale: la decisione strategica sull’allocazione delle risorse. Oggi, difatti, l’attività di pianificazione strategica si pone a valle di decisioni sul bilancio, mentre restano in secondo piano le priorità politiche e le strategie sottostanti l’azione amministrativa. E’ essenziale, invece, riconfigurare il ciclo della pianificazione-controllo per far sì che le priorità politiche guidino effettivamente le scelte in ordine all’allocazione delle risorse e siano, quindi, già condivise ed articolate prima della definizione del Dpefr, in modo che esse trovino poi traduzione in leggi di bilancio e finanziaria regionali. In tal modo, la corretta esplicitazione degli obiettivi consentirà, in un secondo momento, di avviare la cruciale azione di monitoraggio e controllo strategico per una valutazione più circostanziata dell’attuazione e dell’impatto dei provvedimenti normativi e dell’azione amministrativa. Tale attività dovrà essere supportata da un’attenta analisi dei costi, anche attraverso lo strumento della contabilità analitica. Un’analisi, quest’ultima, indispensabile per verificare ex post eventuali scostamenti rispetto agli obiettivi programmatici fissati ex ante. E’ evidente che questo approccio determinerebbe una rivoluzione nell’azione amministrativa regionale e dunque esigerebbe, al contempo, anche una forte valorizzazione ed accrescimento delle professionalità delle risorse umane della Regione. 3. Credito Per quanto concerne la politica del Credito, noi riteniamo che la Regione dovrà rivolgere la sua attenzione verso azioni che favoriscano processi di patrimonializzazione delle imprese. Un aspetto di particolare importanza, questo, che costituisce un fattore fondamentale in quella complessiva strategia di riposizionamento su standard competitivi che costituisce una criticità per una elevata quota di imprese laziali. Ne consegue, dunque, l’esigenza di riservare adeguate risorse regionali in tale direzione, utilizzando e/o affinando strumenti finanziari già disponibili, nell’ottica di massimizzare l’effetto leva delle risorse regionali nei confronti di quelle private finalizzate ai processi di patrimonializzazione. La crucialità di questo aspetto vale soprattutto per le piccole imprese con buone performance in quanto, per queste ultime, il problema odierno non è tanto l’accesso al credito bensì il patrimonio, considerato che a quelle che funzionano vengono concessi senza difficoltà prestiti da parte del sistema creditizio. In termini dimensionali si può dire che, con Basilea 2, a fronte di un certo numero di imprese che si trovano nella zona “grigia”, c’è la stragrande maggioranza di imprese che stanno nella zona “chiara”. Imprese che, sebbene piccole, hanno la possibilità di ottenere dalla banca condizioni e quantità adeguate di credito ovviamente, però, nei limiti del patrimonio disponibile. Quindi, l’unico modo per far crescere queste imprese non è tanto quello di agire “a valle” ma di inserirsi “a monte”, elevando il loro grado di patrimonializzazione, che rafforza automaticamente anche la loro capacità di credito. Per tutti gli altri aspetti gestionali dell’attività di impresa, la politica del credito deve favorire il consolidamento dei debiti a breve termine, non solo quelli dell’istituto bancario erogatore, ma anche quelli del sistema. In ogni caso, appare di forte rilievo l’esigenza di fondare lo sviluppo delle politiche del credito sulla capacità di interfacciarsi con le imprese e con il territorio attraverso la rete dei Confidi di riferimento delle Associazioni di rappresentanza, nel quadro delle attività di sostegno al credito previste dalla Regione Lazio. 4. Energia e Ambiente Il sistema energetico regionale è molto vulnerabile perché fortemente dipendente da un’unica tipologia di fonte energetica: i prodotti petroliferi. Ciò costituisce una condizione che richiede un’azione politica indirizzata verso una diversificazione spinta delle fonti di energia primaria. Una azione che realizzi le condizioni per uno sviluppo economico equilibrato e sostenibile, in armonia con il fondamentale principio della conservazione delle risorse, nel senso più generale, mediante un ampio ricorso alle migliori tecnologie disponibili per la conversione dell’energia e per la protezione dell’ambiente. Più in particolare, i punti qualificanti della politica energetica dovranno prevedere: a) Ruolo primario della Regione, che deve assumere il compito di coordinamento e di promozione del piano energetico, al fine di orientare il mercato attraverso il governo della domanda e l’orientamento della produzione, verso una maggiore sostenibilità economica ed ambientale; b) Patto Regionale per l’Energia e l’Ambiente, quale strumento prioritario di indirizzi ed obiettivi concertati tra Regione, gli Enti locali, le rappresentanze delle forze economiche e sociali, dell’associazionismo ambientalista e dei consumatori, che rimanda la parte attuativa a successivi accordi volontari territoriali e di settore; c) Utilizzo di meccanismi di mercato per l’ottimale riorganizzazione della domanda energetica, privilegiando le fonti rinnovabili e contrattando con i fornitori del mercato l’acquisto dei vettori energetici a costo ridotto, e adozione di strumenti quali il Third Party Financing (Tpf) - per il miglioramento dell’efficienza degli impianti da cui deriva il risparmio d’energia e la riduzione delle emissioni inquinanti – per il tramite delle Energy Service Company (Esco). In particolare il Tpf è uno strumento finanziario sotto forma di “accordo contrattuale che comprende un terzo - oltre al fornitore di energia e al beneficiario della misura di miglioramento dell’efficienza energetica – che fornisce i capitali per tale misura e addebita al beneficiario un canone pari a una parte del risparmio energetico conseguito avvalendosi della misura stessa. Il terzo può essere o no una Esco” (Direttiva 2006/32/Ce). In questo processo, la Esco effettua l’intervento, grazie alle risorse anticipate dal sistema bancario, che svolge – pertanto – un ruolo fondamentale insieme al supporto centrale dell’Autorità di Governo. In merito, pur sottolineando la massima disponibilità del sistema bancario nel definire soluzioni che possano incentivare lo sviluppo dello strumento, si evidenzia che esistono oggettivi rischi per i soggetti finanziatori delle Esco quali: la difficoltà di prevedere in anticipo quali e quanti risparmi si otterranno; l’incertezza sul mantenimento dell’impianto per tutti gli anni calcolati; il controllo sul processo energetico da parte della società di servizi energetici. Difatti, nei Paesi in cui il “Finanziamento tramite Terzi” ha raggiunto buoni risultati è presente una garanzia da parte dell’utente che, nella fattispecie, potrebbe essere rappresentata dalla Regione Lazio. Si propone, quindi, l’incentivazione dello strumento, attraverso la costituzione di uno specifico fondo di garanzia (o la modifica di uno esistente che consenta il rilascio di garanzie in favore delle Esco); d) Utilizzo di meccanismi finanziari, promuovendo anche progetti che presentino grado di rischio elevato, attraverso meccanismi indiretti o tecniche di Project Financing; e) Assegnazione mirata di risorse comunitarie, nazionali e regionali, orientando così il mercato della produzione verso le linee di indirizzo del Piano; f) Agevolazione nell’accesso al credito più che intervento diretto, per implementare lo sviluppo di un “mercato energia” orientato alla sostenibilità ambientale ed economica (fondo di rotazione, fondo di garanzia, mutui energia, assicurazione energia), al fine di operare in regime d’efficienza e di libera concorrenza; g) Sottoscrizione di accordi volontari, avviando tavoli di concertazione finalizzati a: 1. Realizzare interventi di riduzione e/o di produzione d’energia che si andranno ad attivare sul territorio laziale al fine di garantire sostenibilità ambientale ed economica; 2. Agevolare il trasferimento tecnologico e gestionale dai centri di ricerca alle imprese al fine di aumentare l’efficienza energetica, l’innovazione e la competitività; 3. Indirizzare e stimolare i soggetti (con particolare riferimento alle compartecipate pubbliche) che a diverso titolo entrano nel mercato dell’energia al fine di promuovere le Esco (Energy Service Companies). 5. Assetto infrastrutturale e riequilibrio territoriale Nella dotazione di infrastrutture nel nostro Paese, il Lazio, secondo recenti dati elaborati dall’Istituto Tagliacarne si attesta ben al disopra della media nazionale. Si rileva, invece, un forte squilibrio tra le diverse realtà territoriali, con una infrastrutturazione molto più elevata a Roma piuttosto che nelle altre province del Lazio. Appare evidente una duplice necessità: a) controbilanciare il peso dell’area metropolitana romana con politiche di sviluppo ed integrazione degli altri ambiti territoriali del Lazio, anche attraverso il decentramento di funzioni di pregio che possano fare da catalizzatore per innescare strategie di sviluppo territoriale; b) collegare in maniera più efficace, con sistemi trasversali, i principali centri urbani della regione, nonché i sistemi produttivi locali al fine di consentire alle imprese il perseguimento di obiettivi comuni. Ciò anche in considerazione del fatto che opere grandi ed importanti sono previste non solo a Roma, ma in tutto il Lazio, e per queste è essenziale individuare forme di coinvolgimento dell’imprenditoria regionale, individuando interventi da realizzare che siano anche alla portata di imprese di media e piccola dimensione, ossia la maggioranza delle imprese del Lazio, anche incentivando e promuovendo forme di aggregazione imprenditoriale (Consorzi, associazioni temporanee, ecc). Si tratta di una caratteristica che non deve essere intesa in senso limitativo, ma testimonia la realtà di un’imprenditoria da anni radicata e diffusa sul territorio, attenta anche alle istanze sociali che ne derivano. Infine, per un effettivo rilancio economico e produttivo del Lazio, riteniamo importante il coinvolgimento dell’iniziativa privata, anche attraverso strumenti innovativi, tra i quali la finanza di progetto. Proponiamo, infine, di rivedere la legge del piano di coordinamento dei porti del 1998, per sostenere meglio lo sviluppo di un settore importante come quello della nautica e della cantieristica da diporto. 6. Formazione Riteniamo che, per quanto concerne la formazione dei lavoratori, sia fondamentale valorizzare il ruolo che le Associazioni di categoria possono esercitare, condividendo le relative impostazioni e metodologie con le Organizzazioni Sindacali nelle ipotesi di formazione concertata, al fine di razionalizzare l’intero sistema formativo anche a livello territoriale e locale. E’ sempre più evidente che il sistema formativo nel suo complesso debba divenire, da un lato, maggiormente rispondente alle esigenze dei lavoratori e, dall’altro, più efficace se guardato dal punto di vista del bilancio delle competenze e quindi dell’utilità per le imprese. Una tale impostazione consentirebbe, tra l’altro, di ottimizzare l’utilizzo delle risorse attualmente disponibili in materia formativa (vedi a titolo esemplificativo, Fse, legge 53/2000, fondi interprofessionali, ecc. ) nonché nella verifica dei loro contenuti e nel successivo controllo. In tal modo, difatti, si può garantire non solo una maggiore trasparenza sul sistema formativo in generale, ma anche una più incisiva corrispondenza tra il fabbisogno formativo rilevato dall’impresa e la “messa a disposizione”, tempestiva, del lavoratore formato presso di essa. Una formazione che dovrebbe tenere conto delle esigenze anche delle piccole e medie imprese nelle modalità organizzative per la sua erogazione. Ciò significa che, nel definire le modalità di fruizione della formazione, occorrerebbe applicare schemi formativi che possano essere utilizzabili sia dalle grandi imprese che dalle piccole e medie. In estrema sintesi, bisogna evitare che tale formazione sia organizzata dall’alto, senza alcun collegamento con i fabbisogni formativi reali delle imprese. Analogo approccio (con gli eventuali necessari correttivi organizzativi) proponiamo per quei settori nei quali l’accesso alla funzione imprenditoriale sia collegata dalle leggi, a tutela dell’utenza, a obblighi formativi propedeutici all’esercizio dell’attività. Auspichiamo dunque che siano presto gettate le basi per una formazione condivisa e che tenga anche conto del lato economico, ossia del cofinanziamento da parte delle imprese destinatarie, onde evitare la sua autoreferenzialità, attuando una concertazione che crei un costante e continuo collegamento funzionale tra il mondo imprenditoriale e quello formativo con la finalità primaria di garantire un’offerta formativa adeguata sia nella fase preliminare che in quella successiva all’ingresso dei soggetti nel mercato del lavoro. Riteniamo che il dialogo tra le Parti Sociali interessate sia fondamentale per creare un sistema integrato di formazione e che il coinvolgimento delle imprese sia necessario ed utile non solo in un’ottica di formazione continua lungo tutto l’arco della vita lavorativa ma anche nel più ampio ambito dell’apprendimento permanente. Infine, ribadiamo che la formazione non è una incombenza che deve ricadere solo sulle imprese, ma è un tema che deve coinvolgere tutti e sul quale la Regione Lazio deve impegnarsi ed investire. Auspichiamo, inoltre, che la Regione Lazio metta in campo sistemi conoscitivi sempre più in grado di intercettare e recepire le esigenze formative delle imprese. 7. Turismo Il turismo è segmento produttivo fondamentale per l’economia nazionale: l’incidenza sul Pil del Paese è pari, infatti, al 12%, dato di per sé più che ragguardevole. Ancor più, nella nostra Regione, esso è sicuramente uno dei volani dell’economia avendo un impatto nell’ordine del 15% del Pil, ad opera di 25. 000 imprese e 90. 000 addetti circa, non tenendo conto dei lavoratori stagionali e dell’indotto. Una più incisiva attenzione dell’istituzione regionale al settore, sicuramente misurabile anche con gli interventi in termini di dotazioni infrastrutturali (ivi comprese quelle portuali finalizzate al diporto), dovrebbe trovare ulteriori concreti riscontri nella rapida attribuzione alla neonata Agenzia per il Turismo della Regione Lazio di funzioni, competenze, risorse umane ed economiche che consentano di incidere in modo significativo sui mercati internazionali, nonché con la conclusione del percorso di riavvio e ammodernamento di strutture turistiche specificamente dedicate alla formazione (ad es. Enalc Hotel). Un intervento, quest’ultimo, indispensabile per assicurare, in tempi relativamente brevi, prestazioni professionali adeguate alle attese dei visitatori in termini di qualità del prodotto italiano di accoglienza ed ospitalità. 8. Emergenza casa, aree industriali, pianificazione urbanistica e commerciale Nuove sfide attendono le città: dalla globalizzazione alla ristrutturazione economica, dall’integrazione sociale alla sostenibilità, anche perché a livello mondiale il 50% del prodotto lordo è realizzato nelle città. Le città si spopolano, aumenta il pendolarismo, si sviluppano nuove funzioni urbane, emerge l´esigenza di migliorare e modernizzare le reti di collegamento. Al contempo, la città si deve anche aprire all’esterno, in particolare deve sapersi integrare con i territori limitrofi e con tutta la regione, attraverso scelte condivise di sviluppo territoriale ed infrastrutturale di area vasta. In tale quadro, le politiche della casa non sono residuali, ma parte integrante delle politiche urbane e dei processi di trasformazione e, a tal fine, riteniamo occorra incentivare il recupero di quartieri, con interventi di demolizione e ricostruzione, in significativi programmi di ricostruzione. A tal proposito, si rimarca il problema sia della scarsa disponibilità, sia del costo delle aree, che incide fortemente sul costo finale degli edifici in misura ormai largamente maggiore rispetto al costo di costruzione. Anche perché è ormai assolutamente realistico il fabbisogno, stimato per il Lazio dalla Regione, di almeno 50 mila alloggi per l´edilizia sociale. Il problema della casa, infatti, sta assumendo nel Lazio – non solo a Roma, ma anche nelle altre province – una dimensione considerevole con connotazioni diverse rispetto al passato. Anche per questo, sull’argomento il sistema imprenditoriale, di recente, ha fatto alle amministrazioni diverse proposte innovative dal punto di vista tipologico, tecnologico e finanziario. Alla luce di tali considerazioni è evidente che lo sviluppo corretto del territorio debba avvenire attraverso una pianificazione urbanistica che tenga conto di tutte le funzioni necessarie a garantire la crescita dei centri urbani: dalla residenzialità alle reti infrastrutturali, alle aree industriali. Ma, a fronte di una pianificazione urbanistica, occorre che vi sia anche una programmazione degli insediamenti commerciali coerente con l’espansione delle città e tarata sulle nuove abitudini d’acquisto e sulla necessità di garantire l’equilibrio tra piccola, media e grande distribuzione, oltre al giusto mix merceologico nei nuovi insediamenti. Infine, l’attenzione della Regione Lazio verso i distretti industriali va mantenuta ed intensificata ma occorre una rilettura della problematica e della natura degli stessi distretti, nonché, crediamo, anche un aggiornamento della loro concezione che, ad oggi, sembra un po’ datata. Inoltre, riteniamo essenziale inserire correttivi quali, ad esempio, un coinvolgimento nei bandi di finanziamento anche di tutto l’indotto specializzato, che rappresenta gran parte della produzione. 9. Ricerca, Innovazione Tecnologica e Sviluppo Gli ultimi Consigli dell’Unione Europea hanno evidenziato una condivisione generale sulla necessità che il finanziamento e la diffusione della Ricerca e dell’Innovazione possano divenire il valore aggiunto per fare dell’Europa l’area più competitiva. E’ fondamentale che gli enti pubblici investano maggiormente nella ricerca, nella formazione e nel sostegno all’innovazione tecnologica a partire però dalle singole vocazioni di ogni territorio. Dobbiamo purtroppo registrare, in merito a questo, una scarsa efficacia e produttività delle politiche dei distretti tecnologici, a causa anche di una lentezza legislativa da parte della Regione Lazio che non aiuta le Pmi. Da sottolineare anche una insoddisfacente determinazione da parte dell’Ente nell’approfondimento e nella conoscenza delle esigenze e delle caratteristiche delle Pmi in merito alla ricerca e all’innovazione tecnologica. Altrettanto importante, per assicurare il futuro dell’occupazione in un’economia sempre più globalizzata, inoltre, è la formazione alla gestione dell’innovazione, unico strumento nel lungo termine per assicurare la continuità imprenditoriale e locale delle imprese. Le politiche dell’Unione Europea offrono, infatti, un consistente numero di opportunità di finanziamento e possono essere definite il motore della crescita e dello sviluppo degli Stati Membri. Ciò nonostante, l’ostacolo maggiore nel raggiungimento degli obiettivi della Strategia di Lisbona sembrerebbe essere l’assenza di meccanismi semplificati per accedere e conoscere i sistemi di finanziamento della Ricerca e dell’Innovazione all’interno dell’Unione Europea da parte delle Piccole e Medie Imprese. Nel nostro Paese, tutto ciò appare ancora più evidente: l´Italia contribuisce al budget dell’Unione Europea per il 13,73% ma riceve, attraverso i programmi di finanziamento, solo il 9,2%. Come noto, infatti, in Italia gli investimenti in Ricerca e Sviluppo rappresentano, l´1,1% del Pil, contro la media dell´1,81% dell´Europa a 25, il 2,7% degli Usa e il 3,15 % del Giappone. Al fine di far partecipare più attivamente il sistema bancario con l’apporto di capitale proprio nell’investimento in R&s e agevolare il perseguimento degli obiettivi imposti da Lisbona, si propone la creazione di strumenti di incentivazione che abbiano i seguenti obiettivi: • attenuare l’impatto sulla finanza pubblica, attraverso un maggior utilizzo di risorse private e riduzione dell’intensità complessiva degli aiuti; • impegnare maggiormente le imprese, attraverso il passaggio graduale dal contributo pubblico a un sistema misto di finanziamento, in parte pubblico ed in parte bancario; • coinvolgere il sistema bancario nel finanziamento diretto degli investimenti delle imprese. Infine, non è affatto da sottovalutare l’aspetto legato al ritardo nelle erogazioni dei contributi alle imprese che ne hanno diritto, avendo predisposto progetti di innovazione, perché tale rallentamento rende per esse difficile l’anticipo, spesso per molto tempo, di risorse che solo poi vengono recuperate. 10. Concorrenza e liberalizzazioni La concorrenza è un elemento fondamentale del mercato. In tale ambito, la liberalizzazione dei servizi rappresenta un’assoluta priorità. Abbiamo una elevata aspettativa nei confronti della filiera istituzionale del Lazio (in primis la Regione che può intervenire direttamente e indirettamente) affinché venga realizzata una ampia liberalizzazione dei servizi pubblici locali. L’assenza di concorrenza sta “scaricandosi” infatti sulle imprese laziali che sono penalizzate sia per una sempre più insopportabile lievitazione dei costi sostenuti che per l’inefficienza nell’erogazione del servizio (derivante, ad esempio, dalla mancanza di investimenti e innovazione). Al fine di dar vita a reali processi di liberalizzazione, annettiamo grande importanza all’affidamento diretto con gara pubblica della gestione del servizio. Procedura che deve rappresentare la regola, superando l’affidamento in house. Insistiamo su questo punto perché la gara è il solo strumento attraverso il quale è possibile assegnare la gestione del servizio all’operatore più efficiente e, così, in grado di assicurare elevati livelli di qualità del servizio. Obiettivi che confliggono laddove si proceda, senza gara, con l’affidamento diretto a società a capitale pubblico, modalità che non consente di risolvere i conflitti d’interesse impliciti nell’Ente locale. Un altro versante in cui si deve dar vita ad una sorta di “liberalizzazione” in termini di ottimizzazione di utilizzo di risorse pubbliche è quello infrastrutturale. Come Consulta riteniamo che il soggetto pubblico serva in linea di massima a fare gli start-up e non la gestione di una infrastruttura. Approccio che consente una “rotazione” del capitale pubblico decisamente più efficiente rispetto alla soluzione in cui l’operatore pubblico cumuli la realizzazione e la gestione dell’infrastruttura. Rotazione che si traduce in un aumento di offerta infrastrutturale addizionale nettamente superiore rispetto all’altra soluzione. In tale quadro l’Agenzia delle Infrastrutture - in cui sono azionisti assieme alla Camera di Commercio di Roma anche il Comune di Roma e la Regione – costituisce una utile iniziativa che va valorizzata in questa ottica. .  
   
   
FRIEND EUROPE: L’EUROPA A PORTATA DI IMPRESA PRESENTATO IN AREA SCIENCE PARK IL NUOVO PUNTO D’ACCESSO DEDICATO A IMPRENDITORI, MANAGER, RICERCATORI, PROFESSIONISTI E ISTITUZIONI LOCALI  
 
Trieste, 15 ottobre 2008 - Enterprise Europe Network è la nuova rete europea di servizi alle imprese promossa dalla Direzione Generale Impresa e Industria della Commissione Europea e finanziata dal programma Cip. Il network vede la fusione complementare delle due reti già esistenti per la promozione dell’innovazione a livello europeo: quella degli Irc-innovation Relay Centres e quella degli Eic-euro Info Centres. Enterprise Europe Network conta 600 organizzazioni in più di 40 Paesi. La nuova rete di servizi alle imprese ha l’obiettivo di offrire alle Pmi europee un unico riferimento per ottenere supporto nello sviluppo dei loro progetti di innovazione e di trasferimento tecnologico transnazionale, nonché opportunità di business a livello internazionale. Area Science Park, membro del consorzio transregionale Friend Europe, opera come sportello regionale della rete Enterprise Europe Network, con competenza territoriale per il Friuli Venezia Giulia. Il Consorzio Friend Europe raggruppa diversi partner nel Triveneto, oltre ad Area: Unioncamere Veneto (coordinatore), Veneto Innovazione, Camera di Commercio di Bolzano, Trentino Sviluppo, Eos - Organizzazione Export Alto Adige, Camere di Commercio di Gorizia, Pordenone, Trieste e Udine, Enea, Informest. Attivo dal gennaio 2008, Friend Europe offre un’ampia gamma di servizi a misura d’impresa per aiutare le Pmi a sviluppare nuovi prodotti, accedere a nuovi mercati, ricevere informazioni sulle attività e le opportunità offerte dall’Unione Europea. Destinatari sono, dunque, aziende, con particolare attenzione alle Pmi, ai giovani imprenditori e alle imprenditrici donne, associazioni di categoria, operatori economici, professionisti, istituzioni regionali e locali, università e centri di ricerca, distretti produttivi e tecnologici. A costoro il Consorzio offre informazione e consulenza sulle opportunità di mercato e sulla legislazione europea, ricerca partner tecnologici e commerciali, accesso rapido alle informazioni relative alle opportunità di finanziamento comunitario e alla partecipazione a reti europee, organizzazione di eventi di partenariato tecnologico, sostegno per la partecipazione al 7° Programma Quadro Europeo di Ricerca e Sviluppo Tecnologico, coinvolgimento delle Pmi nel processo di attuazione delle politiche comunitarie nell’ambito dell’innovazione e della competitività. “Per essere competitive le imprese del Friuli Venezia Giulia devono condividere una dimensione europea – sottolinea il vicepresidente di Area, Francesco Russo. Di qui la funzione strategica di Friend Europe, un punto d’accesso attraverso il quale le Pmi possono usufruire di tutte le opportunità di partenariato e finanziamento che l’Unione offre. Uno strumento utile a stimolare tanto le capacità di innovazione, quanto la propensione all’internazionalizzazione delle nostre imprese”. Alcuni esempi delle positive esperienze fino ad oggi maturate nell’ambito dei network europei preesistenti, servono a spiegare meglio le opportunità che Friend Europe offrirà alle imprese. Tecnovia, impresa che si occupa di ricerca, progettazione e servizi per l´ambiente e di ecologia del paesaggio, aveva l’esigenza di dare visibilità ad un proprio software per gli studi d’impatto ambientale. L’azienda è stata accompagnata a Techvillage, evento di brokeraggio tecnologico internazionale tenutosi a Bolzano nel 2007, dove è entrata in contatto con l’Università di Ginevra e, grazie all’intermediazione tecnologica dello staff di Area, ha potuto integrare con successo all’interno del proprio prodotto il know-how svizzero. Altro caso è quello di Shoreline, specializzata in servizi per la tutela ambientale. L’azienda era alla ricerca di una soluzione meccanica e non chimica da applicare alla depurazione di acque utilizzate nei settori pesca e acquacoltura. E’ stata accompagnata nella partecipazione a Entsorga a Colonia, evento di brokeraggio tecnologico internazionale, che ha fruttato un contratto di collaborazione tecnica con un partner tedesco nonché l’ipotesi di un prototipo di impianto di prima installazione da proporre ad enti finanziatori. Infine, Gme, azienda che offre servizi di ricerca, sviluppo e progettazione nel campo elettronico e informatico, necessitava di un servizio di montaggio di componenti ultra piccoli su circuiti stampati. Lo staff di Area ha generato il contatto con un’azienda slovena specializzata in quel tipo di lavorazione, da cui è sortito un accordo di cooperazione tecnica, per la fornitura del servizio di montaggio. I due partner ipotizzano, inoltre, future collaborazioni per la realizzazione di sistemi domotici. .  
   
   
TOSCANA: SETTE MILIONI E MEZZO PER LA COMPETITIVITÀ FINO A 200.000 EURO DI CONTRIBUTI. LE DOMANDE SI PRESENTANO ON LINE  
 
 Firenze, 15 ottobre 2008 - Sette milioni e mezzo di euro per il 2008 con l´obiettivo di sviluppare la competitività del sistema produttivo. E´ quanto deciso dalla Regione Toscana attraverso aiuti diretti alle imprese con il fine di sostenere progetti d´investimento innovativi immateriali e in particolare quelli finalizzati all´acquisizione di servizi avanzati e qualificati. Ambrogio Brenna, assessore regionale all´innovazione e alle attività produttive, ha dichiarato: «Con questa opportunità diamo forza alle decisioni prese dalla giunta programmatica dedicata all´economia che si è svolta a Livorno lunedì scorso. Le piccole e medie imprese toscane possono così aumentare il loro livello di competitività sui mercati interni e internazionali facendo così la loro parte per la ripresa dell´economia. » Il nuovo bando "Aiuti all´acquisizione ! di servizi avanzati e qualificati per le Pmi toscane dell´indu! stria, a rtigianato e servizi alla produzione" sarà pubblicato nell´edizione di domani del Burt e prevede un aiuto alle imprese non rimborsabile per un massimo di 200. 000 euro per beneficiario su un periodo di tre anni. Il bando fa riferimento alla linea di intervento 1. 3. B del Por 2007-2013 e alla 1. 4 del Prse 2007-2010 e ha come beneficiarie le micro, piccole e medie imprese dei seguenti settori: industrie alimentari e delle bevande, tessili e dell´abbigliamento, manifatturiere, trasporti, produzione e distribuzione di energia elettrica, gas, vapore, costruzioni ed altre attività di servizio alle imprese. La domanda, sottoscritta digitalmente dal legale rappresentante dell´impresa, deve essere redatta esclusivamente on line a partire dal 15 ottobre 2008. Documenti e modulistica sono reperibili sul sito www. Regione. Toscana. It/creo. Per informazioni supplementari è attivo l´indirizzo email Por13b@regione. Toscana. It. .  
   
   
TRENTO: DALL’IDEA ALL´IMPRESA CON IL PRESTITO D´ONORE RIAPERTI I TERMINI PER LA PRESENTAZIONE DELLE DOMANDE DAL 15 OTTOBRE AL 13 NOVEMBRE 2008  
 
 Trento, 16 ottobre 2008 - Il consiglio di amministrazione dell’Agenzia del Lavoro ha approvato una seconda edizione del Prestito d’Onore. Dal 15 ottobre, al 13 novembre 2008 sono aperti i termini per la presentazione delle domande di accesso all’intervento del prestito d´onore. L’intervento del Prestito d’Onore è finalizzato a promuovere ed a sostenere l’avvio di imprese di piccole dimensioni da parte di persone inoccupate o disoccupate. Lo stato di disoccupazione o inoccupazione deve essere certificato dall’iscrizione al Centro per l’Impiego di competenza. Tale iniziativa mette a disposizione di chi intende intraprendere una nuova attività imprenditoriale un percorso formativo obbligatorio della durata di quattro settimane ed un sostegno finanziario fino ad un massimo di 38. 000 euro. E’ previsto un monte ore di assistenza e di tutoraggio nella fase di start-up per accompagnare la realizzazione della propria idea imprenditoriale. L’ordine di arrivo delle domande, verificata la presenza dei requisiti richiesti, determinerà la modalità di ammissione all’iniziativa per un massimo di 15 soggetti. Gli uffici dell’Agenzia del Lavoro di Trento in via R. Guardini 75 rimangono a disposizione per ogni ulteriore dettaglio chiamando i numeri telefonici 0461496013, 0461496009 oppure la segreteria al numero 0461496012 o inviando una e. Mail a: incentivi@agenzialavoro. Tn. It. Per conoscere in modo più dettagliato l’iniziativa, le agevolazioni previste ed i requisiti richiesti è possibile, altresì, consultare il sito internet: http://www. Agenzialavoro. Tn. It/agenzia. .  
   
   
PIACENZA: DALLA CDC DI PIÙ INTERVENTI A FAVORE DELLE IMPRESE NEL 2009  
 
 Piacenza, 15 ottobre 2008 - Attenzione alle imprese, anche con interventi volti ad incrementare le garanzie creditizie. E’ il messaggio che è uscito il 13 ottobre dalla seduta della Giunta della Camera di Commercio. “E’ davvero un momento difficile per le nostre imprese” ha commentato il Presidente Parenti “per questo ci stiamo orientando a sostenerle con forza sempre maggiore. Tra gli strumenti che cercheremo di mettere in campo ci saranno senza dubbio i consorzi di garanzia fidi, ai quali daremo un supporto ancora più elevato per poter incrementare le garanzie a favore delle aziende piacentine che ricorrono al credito. ” Già per il 2008 la Camera di Commercio ha destinato 400. 000 euro a questa linea di intervento. Centosessantamila euro serviranno a concedere contributi finalizzati all’abbattimento dei tassi di interesse su finanziamenti accesi dalle imprese avvalendosi dei consorzi di garanzia fidi, duecentoquarantamila invece andranno ad incrementare i fondi di garanzia, per rendere più probabile la concessione di finanziamenti alle imprese parzialmente coperti dalla garanzia del consorzio fidi. Nella seduta di ieri sono stati decise anche partecipazioni a progetti di ampio respiro, condivisi con altri enti. Il contributo per l’associazione Distretto del pomodoro sarà di 10. 000 euro, di 5. 000 euro invece la quota con cui l’Ente parteciperà al fondo di garanzia dell’Agenzia per la locazione, altri 5. 000 euro sono stati destinati alla Strada del Po e dei sapori della Bassa piacentina che sta avviando un proprio piano di promozione e valorizzazione. La Giunta ha poi acconsentito a condividere gli oneri che saranno sostenuti per presentare il territorio piacentino alla fiera Tti di Rimini che si terrà il 24 ed il 25 ottobre prossimi. Sarà Piacenza Turismi ad occuparsi dell’organizzazione che vedrà anche la compartecipazione del Comune di Piacenza e dell’Amministrazione provinciale. Sono state infine esaminate le domande pervenute per partecipare all’assegnazione dei Premi per la Fedeltà al lavoro e al Progresso economico. Saranno 36 i premi che verranno distribuiti in una cerimonia pubblica che si terrà entro la fine dell’anno. In quella stessa occasione verranno premiate le imprese che hanno partecipato al bando “Piacenza produttiva”. .  
   
   
CRISI A.MERLONI, PRIME AZIONI DI SOSTEGNO.  
 
Ancona, 15 Ottobre 2008 - Si sono incontrati ad Ancona nella sede regionale, su iniziativa dell´assessore a Formazione e Lavoro Ugo Ascoli, gli assessorati interessati alla crisi dell´azienda Antonio Merloni di Fabriano. Erano presenti i responsabili degli assessorati delle Attivita` industriali e del Lavoro della Regione Umbria e dell´assessorato alla Formazione e Lavoro delle Province di Perugia, Macerata, Ancona con i rispettivi dirigenti di settore. ´Lo scopo ´ ha detto Ascoli ´ e` stato gettare le basi per un raccordo stretto e funzionale fra gli enti che lavorano per l´attivazione immediata di tutti gli strumenti di sostegno all´impresa in difficolta`, dai bandi di formazione e ricerca europei, al ricorso ai nuovi Fondi Feg, al sollecito dell´Accordo di Programma e all´impiego di tutte le risorse gia` disponibili dai Fondi dei Por Fse´. In particolare, il tavolo ristretto di lavoro formatosi oggi, in attesa della nomina del Commissario che il ministro dovrebbe fare a giorni, si occupera` di raccogliere e analizzare dati sulla ricaduta della crisi occupazionale sull´indotto della A. Merloni, sulle famiglie e sulla societa` in genere e quindi su un territorio che appare ben piu` vasto di quanto si credeva in precedenza, data l´importanza e la dimensione aziendale del gruppo. Si pensa cosi` di anticipare i tempi di studio di un piano industriale di riconversione e diversificazione della produzione, anzitutto procurandosi l´elenco dei fornitori e dei subfornitori dell´azienda, in modo da cominciare a quantificare le eventuali difficolta` dell´indotto. Poi, e` stato dato mandato alla dirigenza dei servizi regionali alla Formazione di Marche e Umbria di studiare le modalita` per avviare un´analisi delle caratteristiche imprenditoriali e produttive della filiera dell´elettrodomestico. Infine, sono stati attivati subito tutti i Centri per l´Impiego provinciali (Ciof) per studiare anche le competenze e le professionalita` dei lavoratori dell´indotto coinvolti nella crisi, individuando alternative occupazionali e fabbisogni formativi come risposta in tempi brevi. Sono state inoltre illustrate le modalita` operative per l´erogazione degli interventi formativi a favore dei lavoratori interessati alla crisi, strumenti che consentiranno di poter intervenire in tempi strettissimi per dare le risposte adeguate alla situazione critica del territorio. ´Dobbiamo inoltre sostenere l´imprenditorialita` e l´attrattivita` di un vasto territorio che non ha altre alternative economiche di sviluppo ´ ha concluso l´assessore Ascoli ´ Spero che, avviate tutte le pratiche con tempestivita`, mentre attendiamo gli aiuti governativi e gli ammortizzatori sociali, da parte nostra si possa arrivare alla definizione di un primo bando di formazione entro il mese di novembre´. .  
   
   
RIETI: CDC NEL PARLAMENTO EUROPEO DELLE IMPRESE  
 
Rieti, 15 ottobre 2008 - Per un giorno 775 euro-imprenditori, tra cui il presidente della Camera di Commercio di Rieti, Vincenzo Regnini, prenderanno il posto dei propri parlamentari per discutere e votare sull’agenda dello sviluppo europeo. Le poltrone saranno le stesse occupate dai 775 parlamentari che compongono l’assemblea di Bruxelles, ma oggi a prendere la parola nell’emiciclo per intervenire e votare sui temi di maggiore interesse per le piccole e medie imprese europee saranno per la prima volta gli imprenditori stessi, invitati dalle Camere di Commercio di tutta Europa a prendere parte alla prima edizione del “Parlamento Europeo delle Imprese”. Dei 775 seggi, 24 saranno occupati da euro-imprenditori di 18 Paesi europei non-Ue in qualità di osservatori. Per l’Italia saranno presenti, 73 delegati (esattamente corrispondenti al numero dei nostri euro-parlamentari) individuati attraverso le Camere di Commercio in rappresentanza delle imprese di tutte le 20 regioni. “L’iniziativa delle Camere di Commercio è importante – spiega Vincenzo Regnini, affiancato in qualità di osservatore dal direttore generale della Camera di Commercio di Rieti, Francesco Di Renzo - perché vuole contribuire a colmare la disattenzione dell’agenda europea verso le esigenze dei milioni di piccoli e medi imprenditori che rappresentano la quota maggioritaria dell’imprenditoria nazionale ed ancora di più di quella reatina, consentendo ai rappresentanti delle business community dei Paesi membri di esprimersi in prima persona su argomenti cruciali per le loro prospettive di sviluppo”. “Da sottolineare – aggiunge - anche la rilevanza degli argomenti su cui i rappresentanti delle Pmi europee esprimeranno la propria opinione con il voto, ossia “Liberalizzazioni e Accesso al Mercato”, “Energia e Ambiente”, “Formazione e Imprenditorialità”, con un focus anche sulla crisi economico-finanziaria e suoi potenziali riflessi sulla concessione di credito alle imprese, che rappresentano temi importanti nel panorama nazionale che toccano da vicino l’economia reatina”. I risultati delle votazioni saranno successivamente presentati alla Presidenza di turno dell’Ue e alle altre istituzioni europee e nazionali. L’evento è organizzato nell’ambito del 50° anniversario di “Eurochambres”, l’Associazione europea delle Camere di Commercio e dell’Industria, con la collaborazione delle 46 Camere di Commercio nazionali. Informiamo che sarà possibile seguire in diretta i lavori del Parlamento Europeo delle Imprese collegandosi oggi dalle 14,30 sul sito www. Eurochambres. Eu. .  
   
   
FINANZIAMENTI E NOVITÀ IN MATERIA DI BREVETTI  
 
Lucca, 15 ottobre 2008 - L’introduzione della ricerca di novità per i brevetti italiani e dei contributi concessi dalla Camera di Commercio alle imprese che proteggono all’estero le loro invenzioni sono stati i temi trattati nel “workshop” svoltosi nella sede camerale di corte Campana; incontro che ha visto una grande partecipazione di esponenti del mondo delle imprese lucchesi, fortemente interessati alle novità in questo campo. Una delle questioni più difficili da affrontare, nell’ambito delle idee brevettali, è infatti quella di sapere se l’idea è originale nello stato della tecnica nazionale ed internazionale. Di qui il recente affidamento all’European Patent Office, considerato il soggetto più affidabile a livello mondiale, della ricerca di novità nella procedura di brevetto per l’invenzione industriale. Con questa ricerca, interamente finanziata dallo Stato italiano e quindi completamente gratuita, le aziende risparmiano cifre considerevoli e, in breve tempo, riescono a sapere se la loro idea brevettale è una novità o meno. Come è stato ricordato nel corso del workshop, la Camera di Commercio, per favorire la protezione dell’innovazione locale, concede un contributo alle imprese della nostra provincia. L’intervento copre le spese di internazionalizzazione nelle procedure di deposito di un brevetto europeo, internazionale o nazionale estero fino all’importo di 2. 500 euro. Ma, come ha sottolineato nel suo intervento il presidente Claudio Guerrieri, la Camera di Commercio di Lucca, consapevole dell’importanza strategica che l’innovazione tecnologica riveste nella competizione economica, ha potenziato il proprio intervento anche con la collaborazione di Lucense e Ceseca. Tra le varie iniziative sono da sottolineare la mappatura dei fabbisogni tecnologici delle aziende operanti nei settori strategici del nostro territorio ed il progetto per la costituzione di un osservatorio tecnologico per la provincia di Lucca. Ma in particolare è da segnalare lo sforzo che la Camera ha operato nella diffusione della cultura brevettale, ritenendo l’utilizzo degli strumenti di protezione quali sono i brevetti ed i marchi elemento decisivo nella competizione economica, soprattutto sui mercati internazionali. Proprio l’ufficio Brevetti Marchi & Innovazione Tecnologica della Camera di Commercio è stato riconosciuto come Patent Information Center dall’Ufficio Europeo dei Brevetti. .  
   
   
IL SISTEMA DELLA CULTURA TOSCANA SI INTERROGA VERSO LA NUOVA LEGGE TRE SEMINARI E UNA CONFERENZA PER DIBATTERE INSIEME  
 
 Firenze, 15 ottobre 2008 - Parte da Pistoia il cammino verso la nuova legge regionale in materia di beni e attività culturali: il primo dei tre seminari previsti dall´assessorato alla Cultura di Regione Toscana si svolge infatti nella nuova biblioteca “San Giorgio” di Pistoia, giovedì prossimo 16 ottobre. “Il sistema toscano della cultura e le sfide della contemporaneità” - questo il titolo – si sviluppa nell´intera giornata (inizio ore 9:30 conclusioni ore 18 circa). “A Pistoia inizieremo ad affrontare l´architettura della nuova legge – sottolinea l´assessore regionale Paolo Cocchi – discutendo di principi e funzioni nonché degli indirizzi generali che saranno seguiti nella scrittura della nuova legge. Affronteremo anche il nodo delle attività culturali, ad esclusione di quelle relative allo spettacolo per il quale è previsto u! no specifico seminario, a Firenze, l´11 dicembre”. Il se! condo se minario si svolgerà a Montevarchi, il 20 novembre, con particolare attenzione per musei, biblioteche, archivi, istituzioni culturali. “Nei primi del 2009 – aggiunge l´assessore – sarà la volta della Conferenza regionale sulla cultura nella quale presenteremo, in un processo comunque partecipato, la bozza del testo di legge”. Il seminario di Pistoia sarà introdotto dal sindaco Renzo Berti, dalla presidente della Commissione Cultura del Consiglio Regionale, Ambra Giorgi, dal direttore regionale per i Beni Culturali Mario Augusto Lolli Ghetti e da Gian Bruno Ravenni, coordinatore, in assessorato regionale, dell´Area Cultura e Sport. Ampio, nella sessione mattutina e in quella pomeridiana (introdotta da Massimo Gregorini, dirigente, in Regione Toscana, del settore Beni Paesaggistici a Arte contemporanea), lo spazio del dibattito. Conclusioni affidate all´assessore Paolo Cocchi. Sarà l´occasione – si ! precisa in assessorato – per confrontare i punti di forza nel sistema toscano della cultura (un patrimonio che non ha uguali al mondo, una rete fittissima di istituti culturali, i mestieri legati alla cultura) con i punti di debolezza (una recente ricerca Irpet conferma, ad esempio, che la spesa per la cultura delle famiglie toscane è pari al 7,6%: un dato certo superiore alla media nazionale – 7,4% - ma nettamente inferiore alla media dei Paesi europei più avanzati: 9% in Francia, 9,4% in Germania, 12% in Inghilterra. Nel 2006 solo il 22,3% dei toscani è andato a teatro, il 27,7% ha visitato un museo o una mostra, il 10,3% ha ascoltato un concerto di musica classica). .  
   
   
BOLZANO. COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO: NUOVE TEMATICHE E PRESENTAZIONE DEI PROGETTI  
 
Bolzano, 14 ottobre 2008 - Dialogo interculturale e sviluppo, commercio mondiale e responsabilità dell´impresa: sono le tematiche considerate prioritarie in Alto Adige per i progetti di educazione allo sviluppo. Il termine ultimo per la presentazione dei progetti di educazione allo sviluppo all´Ufficio Affari di gabinetto della Provincia è il 30 novembre. Le tematiche prioritarie dei progetti di educazione allo sviluppo sono state concordate dal tavolo di coordinamento tra Provincia e organizzazioni di volontariato, riunitosi in questi giorni a Bolzano: l´attenzione verrà focalizzata nel 2009 e 2010 sul dialogo interculturale e lo sviluppo, ma anche sul commercio mondiale, giustizia e la responsabilità dell´impresa. Anzichè, come negli anni scorsi, fissare tre tematiche a cui lavorare per l´intero anno, il tavolo di coordinamento ha deciso che dal 2009 verrà scelto un solo tema, che si estenderà però su un biennio. Questo consente alle organizzazioni e associazioni una pianificazione di maggior respiro delle iniziative e una migliore collaborazione. Dialogo interculturale e sviluppo sono i temi del 2009, commercio mondiale, giustizia e responsabilità di impresa quelli per 2009 e 2010. Ogni anno la Provincia destina circa 250. 000 € al sostegno di progetti e iniziative legati alle tematiche dello sviluppo, al rapporto Nord-sud, ai complessi rapporti internazionali, da un lato per far comprendere meglio quali sono le cause di problemi come il sottosviluppo nel sud del mondo, dall´altro per cercare nuove strategie per la lotta alla povertà, per una globalizzazione più giusta, un commercio internazionale più equo e uno sviluppo che sia realmente sostenibile. Le iniziative finanziabili sono conferenze, convegni, serate informative, workshop, mostre e attività con gli studenti nelle scuole, sostegno alle biblioteche dell´Alto Adige che si occupano di questi temi, progetti interculturali, pubblicazioni. Per informazioni ci si può rivolgere all´Ufficio provinciale Affari di gabinetto, tel. 0471 412132, gabinetto@provincia. Bz. It .  
   
   
BOLZANO: "NON ESITI", AL VIA CAMPAGNA DI INFORMAZIONE DELLA CONSIGLIERA DI PARITÀ  
 
Bolzano, 15 ottobre 2008 - La questione delle pari opportunità tra uomini e donne è al centro della campagna informativa "Non esiti", predisposta dalla Consigliera di parità. Dei manifesti invitano le donne che si sentono trattate in modo ingiusto sul lavoro ad intraprendere le giuste azioni a proprio favore. Come donna si sente trattata in modo ingiusto sul lavoro? Incontra difficoltà sul posto di lavoro perchè aspetta un figlio o ha un bambino piccolo a casa? Le sembra di avere, come donna, meno prospettive di assunzione o di carriera? Sono queste le tre domande che i manifesti della Consigliera di parità pongono alle donne, invitando coloro che si sentono discriminate ad utilizzare il servizio settimanale di consulenza presso la Ripartizione lavoro. La campagna informativa dal titolo "Non esiti" si pone dunque come obiettivo quello di spingere le donne che si sentono trattate in modo ingiusto sul lavoro ad intraprendere una giusta azione a proprio favore. La Consigliera di parità Christine Walzl, e la sua sostituta Elida Erioldi, ricevono ogni giovedì presso la sede della Ripartizione provinciale lavoro di via Canonico Michael Gamper 1 a Bolzano. Per appuntamenti telefonare allo 0471 418502. La Consigliera di parità ha il compito istituzionale di migliorare con misure idonee il mondo del lavoro femminile e di favorire specifiche condizioni di vita per le donne sul posto di lavoro. La Consigliera di parità è membro effettivo con diritto di voto nella commissione provinciale per l´impiego, rappresentante legale delle lavoratrici discriminate in giudizio o nelle controversie di lavoro, ed è legittimata ad agire in giudizio, promuovendo una causa davanti al Giudice del lavoro, per denunciare qualsiasi discriminazione, diretta o indiretta nei confronti di una o piú donne nell´ambiente di lavoro. .  
   
   
BOLZANO: CONTRIBUTI ALLE MICROSTRUTTURE PER L’INFANZIA E PER GLI INVESTIMENTI NEGLI ASILO NIDO  
 
Bolzano, 15 ottobre 2008 - La Giunta provinciale ha approvato nel corso della sua recente seduta la concessione dei contributi per spese correnti a favore dei 22 Comuni che gestiscono sul territorio provinciale microstrutture per la prima infanzia e dei contributi per spese in conto capitale ai 4 Comuni gestori di asili nido. Ammontano ad oltre 1,8 milioni di euro quasi 300 mila € in più rispetto allo scorso anno, i contributi per spese correnti concessi dalla Giunta provinciale ai Comuni che gestiscono sul territorio provinciale i servizi di microstruttura per la prima infanzia. Nel corso del 2008 sono state avviate 3 nuove strutture, che hanno consentito la creazione di ulteriori 38 posti. Per gli investimenti negli asili nido sono stati assegnati complessivamente ai Comuni di Bolzano, Merano, Laives e Bressanone 253. 694,49 €. “Con questi ulteriori sostegni, che seguono quelli già deliberati a favore delle cooperative che erogano il servizio Tagesmütter e dei Comuni per la gestione degli asili nido” sottolinea l’assessore provinciale alle politiche sociali “si completa il quadro degli interventi che la Giunta provinciale attua a favore dei gestori pubblici e privati dei servizi per la prima infanzia. È stato in questo modo compiuto un ulteriore passo verso il raggiungimento degli obiettivi stabiliti dal Piano Sociale Provinciale approvato lo scorso 15 settembre”. .