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Notiziario Marketpress di Giovedì 23 Ottobre 2008
ANNO EUROPEO DEL DIALOGO INTERCULTURALE, ALLEANZA DELLE CIVILTÀ: JORGE SAMPAIO AL PARLAMENTO EUROPEO  
 
 Bruxelles, 23 ottobre 2008 - Edificare ponti e cambiare le percezioni distorte di altre culture è cruciale nel mondo globalizzato. E´ quanto ha sostenuto l´Alto rappresentante dell´Onu per l´Alleanza delle civiltà intervenendo in Aula nell´ambito di una seduta solenne organizzata nel quadro delle iniziative del Parlamento europeo per celebrare l´Anno europeo del dialogo interculturale. A suo parere, inoltre, l´attuale crisi mondiale non deve distogliere dagli altri problemi, quali l´integrazione dei musulmani in Europa. Hans-gert Pöttering ha sottolineato l´identità di vedute tra l´Alleanza delle civiltà dell´Onu ed il Parlamento europeo, enfatizzando in modo particolare l´importanza dell´interazione culturale. Nel mondo moderno, ha detto, si devono compiere passi pratici e non solo simbolici in questo campo, come i molti i progetti del Parlamento europeo per l´Anno del dialogo interculturale. Il messaggio del Segretario generale delle Nazioni Unite - L´alto rappresentante dell´Onu per l´Alleanza delle civiltà, Jorge Sampaio, ha innanzitutto letto una breve dichiarazione del Segretario generale delle Nazioni Unite con la quale sottolinea che è proprio in Europa - dove, nel corso dei secoli, contatti costruttivi hanno permesso all´umanità di compiere balzi in avanti - che «esistono opportunità di riconciliazione e cooperazione». Fondamentalmente, «la tolleranza interculturale, il dialogo, il rispetto e la comprensione devo essere i pilastri del mondo migliore che stiamo cercando di realizzare». La risposta dell´Alleanza delle civiltà alla sfida globale della diversità culturale - Sampaio ha spiegato che l´Alleanza delle civiltà rappresenta la risposta alla sfida legata alla globalizzazione, all´aumento dell´immigrazione e all´11 settembre, vale a dire «l´enorme diversità etica, culturale e religiosa delle nostre società e le sempre maggiori difficoltà che riscontriamo vivendo insieme». A suo parere, anche crisi serie come quella legata al tumulto finanziario ed economico non ci devono distogliere dall´affrontare questi «problemi profondi». Ha quindi sostenuto l´iniziativa dell´Anno europeo del dialogo interculturale del Presidente Pöttering, auspicando che prosegua dopo il 2008 e ha indicato l´Unione per il Mediterraneo come un altro campo in cui l´Alleanza è ansiosa di partecipare. Passando poi alla questione più urgente, ossia il problema delle minoranze musulmane in Europa, ha affermato: «Perché esiste una crescente ansietà sull´integrazione musulmana in Europa? Perché si tratta di una questione demografica? Certamente. Perché è una questione di integrazione? Non ci sono dubbi al riguardo!». Per l´Alto rappresentante «la presenza dei musulmani in Europa non riguarda l´Islam e l´Occidente, ma si tratta di un forte problema di integrazione». Il problema, ha aggiunto, tocca l´identità dell´Europa e, per far fronte all´integrazione dei musulmani nelle nostre società europee occorrono nuove politiche, a tutti i livelli, dalla «governance democratica della diversità culturale» all´insegnamento dei diritti umani, della cittadinanza e delle religioni e credo. Ha quindi rilevato che «le attuali difficoltà internazionali e l´ansia crescente che proviamo vivendo insieme nel mutuo rispetto hanno incoraggiato la visione fuorviante che le culture siano destinate a un´inevitabile collisione che porta a uno scontro delle civilizzazioni». Tuttavia, ha precisato che «la stragrande maggioranza delle persone in qualsiasi società rifiuta l´estremismo e sostiene il rispetto della diversità religiosa e culturale». Concludendo il suo intervento, si è soffermato su due sviluppi necessari per affrontare i problemi. Innanzitutto, vi è la necessità di creare «un cambiamento di mentalità tra comunità divise», ma anche di sviluppare «una governance democratica della diversità culturale». A livello dell´Unione ciò implica lo sviluppo di un´identità collettiva tra i suoi cittadini e, per tale ragione, «la diversità culturale dovrebbe andare di pari passo con la protezione dei diritti umani e delle libertà fondamentali, parità di opportunità per tutti, solidarietà economica e coesione sociale». .  
   
   
CONSIGLIO EUROPEO: RAFFORZARE LA VIGILANZA FINANZIARIA E PROSEGUIRE GLI OBIETTIVI AMBIENTALI  
 
Bruxelles, 23 ottobre 2008 - Il Parlamento europeo appoggia le misure prese a livello europeo per affrontare la crisi finanziaria e ribadisce la sua richiesta di adottare misure per rafforzare la vigilanza dei mercati e il coordinamento tra gli Stati membri. Nel ritenere poi che gli obiettivi climatici non debbono essere rimessi in discussione, chiede però di rivolgere attenzione alle loro implicazioni sulla competitività dell´industria. Sottolinea poi l´esigenza di diversificare le fonti e rafforzare le infrastrutture energetiche. Con 499 voti favorevoli, 130 contrari e 67 astensioni, il Parlamento sottolinea che la crisi in atto ha implicazioni che trascendono i mercati finanziari, ricorda l´importanza di mantenere aperto l´accesso al credito per i cittadini e le Pmi. Come anche l´importanza degli investimenti nelle infrastrutture dell´Ue, sostenuti anche dalla Bei, al fine di evitare «una flessione drammatica della crescita economica e dell´occupazione». Il Parlamento accoglie quindi favorevolmente le conclusioni del Consiglio «quale primo passo importante e coordinato per ripristinare la fiducia nei mercati, dare impulso ai prestiti interbancari e rafforzare i fondi propri delle banche, cosicché possano continuare a concedere prestiti alle imprese e alle famiglie». Rileva poi l´importanza di politiche macroeconomiche europee «che rispondano rapidamente e in modo altamente coordinato al fine di rianimare la crescita economica globale». Osserva tuttavia che i principi del patto di stabilità e crescita «non devono essere compromessi e che gli Stati membri dovrebbero mirare al consolidamento fiscale». Rafforzare la vigilanza sui mercati e il coordinamento Preoccupato per il rischio nei mercati finanziari creato dalle dimensioni dei pacchetti nazionali di sostegno, il Parlamento reputa importante che, «nell´interesse dei contribuenti e dei bilanci degli Stati membri», qualsiasi intervento atto a salvare un istituto finanziario utilizzando denaro pubblico «sia accompagnato da interventi di sorveglianza pubblica, da miglioramenti in termini di governance, da limiti alle retribuzioni, da forti obblighi di rendicontazione nei confronti delle autorità pubbliche e da strategie di investimento per l´economia reale». Sollecita quindi misure atte a rafforzare il quadro di regolamentazione e vigilanza dell´Ue e la gestione delle crisi a livello regolamentare dell´Ue. In tale contesto, ribadisce la propria richiesta di misure legislative equilibrate, in particolare: regolamentazione e vigilanza delle banche, ruolo delle agenzie di rating, cartolarizzazione e supervisione della cartolarizzazione, hedge funds e altri tipi di nuovi istituti, ruolo del leverage, obblighi di trasparenza, regole di liquidazione, compensazione dei mercati fuori borsa e meccanismi di prevenzione delle crisi. Accoglie peraltro con favore la proposta di aumentare la protezione minima per i depositi bancari. Nell´appoggiare le iniziative prese dalla Commissione e dal Consiglio per affrontare la crisi, il Parlamento ricorda poi l´importanza di disporre di un forte coordinamento a livello dell´Ue in occasione della riunione del G8 e si dice fermamente convinto che occorra trovare risposte globali alla crisi, che promuovano l´edificazione di un nuovo ordine finanziario internazionale, con la riforma delle istituzioni di Bretton Woods. Plaude anche all´iniziativa di promuovere quanto prima una conferenza internazionale per discutere le conseguenze sotto il profilo regolamentare e della vigilanza che dovranno essere tratte per rispondere all´attuale crisi. Sollecita quindi la Commissione a presentare senza ulteriori indugi la sua proposta di revisione della direttiva sulla tassazione del risparmio. Sì al pacchetto climatico, ma attenzione alla competitività dell´industria Il Parlamento ritiene che gli obiettivi climatici dell´Ue post-2012 «non debbano essere rimessi in discussione a causa dell´attuale crisi finanziaria internazionale». Impegnandosi a cooperare strettamente con il Consiglio e la Commissione per giungere quanto prima a un accordo efficace e attuabile sul cambiamento climatico e il pacchetto energetico, ricorda «che si tratta di una procedura di codecisione in cui è richiesta la maggioranza qualificata». D´altra parte, il Parlamento evidenzia che per il settore industriale dell´Ue, i suoi dipendenti e i consumatori «è indispensabile valutare con attenzione le misure elaborate per conseguire tali obiettivi al fine di accertarne le implicazioni sulla competitività generale e settoriale delle aziende europee». Ricorda inoltre che per l´industria dell´Ue «è essenziale che siano introdotte le necessarie misure di flessibilità per i settori più esposti alla delocalizzazione/rilocalizzazione delle emissioni di carbonio e alla perdita di competitività». Il Parlamento, invita poi il Consiglio a mantenere gli ambiziosi obiettivi proposti che prevedono il raggiungimento di una quota obbligatoria di energie rinnovabili sostenibili pari al 20% del consumo energetico finale complessivo della Comunità e di una quota obbligatoria di energia da fonti rinnovabili sostenibili pari al 10% nel settore dei trasporti di ogni Stato membro entro il 2020. Ricorda inoltre la necessità di includere nel pacchetto globale relativo ai cambiamenti climatici e all´energia, la proposta di regolamento che definisce i livelli di prestazioni in materia di emissioni delle autovetture nuove nell´ambito dell´approccio comunitario integrato finalizzato a ridurre le emissioni di Co2 dei veicoli leggeri. Sicurezza energetica: diversificare le fonti e rafforzare le infrastrutture Il Parlamento chiede un forte impegno politico per passare a un´economia a basse emissioni di carbonio nell´Unione europea, unita a un uso accresciuto delle fonti locali, al decentramento della produzione di energia e a misure di risparmio energetico per promuovere le fonti rinnovabili, l´efficienza energetica e altre fonti di energia a basse emissioni di carbonio. Anche perché ciò permetterebbe di perseguire la diversificazione degli approvvigionamenti energetici e ridurre la dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili. Ritiene inoltre prioritario che tali misure strategiche siano accompagnate da congrui impegni finanziari in attività di R&s. Sollecita poi a perseguire con determinazione le raccomandazioni del Parlamento concernenti l´adozione di una politica esterna comune europea in materia di energia, e plaude all´appello del Consiglio di rafforzare e completare le infrastrutture critiche. Invita la Commissione ad attuare le reti transeuropee nel settore dell´energia e ad elaborare un piano prioritario di interconnessione, «senza trascurare le infrastrutture di ricezione/rigassificazione del gas naturale liquido e di impianti di stoccaggio». Sottolineando poi l´importanza di introdurre nei mercati livelli crescenti di energia eolica offshore, osserva che le interconnessioni transfrontaliere richiederanno misure speciali, «quali un trattamento preferenziale dei finanziamenti o esenzioni fiscali». Patto europeo sull´immigrazione e l´asilo Il Parlamento plaude all´iniziativa della Presidenza francese relativa al Patto europeo sull´immigrazione e l´asilo nella misura in cui promuove un approccio coerente ed equilibrato al fenomeno migratorio fornendo canali legali di migrazione e lottando nel contempo contro l´immigrazione clandestina. Ritenendo inoltre che gli Stati membri debbano cercare di attuare politiche chiare ed efficaci per l´inclusione sociale e l´integrazione, chiede che il patto sia accompagnato da proposte legislative concrete. Caucaso e relazioni con la Russia Il Parlamento ritiene che i conflitti nel Caucaso non possano essere risolti per via militare e condanna fermamente tutti coloro che hanno fatto ricorso alla forza e alla violenza per modificare la situazione nei territori georgiani secessionisti dell´Ossezia meridionale e dell´Abkhazia. Ricordando poi «l´azione militare sproporzionata» della Russia in Georgia e la sua profonda incursione nel paese nonché la sua decisione unilaterale di riconoscere l´indipendenza dell´Abkhazia e dell´Ossezia meridionale, invita la Russia a rispettare la sovranità e l´integrità territoriale della Repubblica di Georgia e l´inviolabilità delle sue frontiere. Sottolinea inoltre che, qualora la Russia non rispetti gli impegni sottoscritti in base agli accordi del 12 agosto e dell´8 settembre,« l´Unione europea dovrà rivedere la sua politica nei confronti di tale paese». D´altro canto, lamenta che la missione di monitoraggio dell´Unione europea (Eumm) non sia autorizzata a entrare nelle due regioni secessioniste in cui la Russia intende stanziare 7. 600 soldati dell´esercito regolare. Trattato di Lisbona Il Parlamento ribadisce di rispettare il risultato del referendum irlandese e i risultati delle procedure di ratifica negli altri Stati membri e ritiene che sia possibile dare una risposta ai timori espressi dai cittadini irlandesi per pervenire non appena possibile a una soluzione che tutti possano accettare. In tale contesto è pronto a offrire al governo irlandese e al parlamento tutta l´assistenza necessaria al fine di presentare una serie di proposte per stabilire un maggiore e più informato consenso presso l´opinione pubblica irlandese sul futuro dell´Irlanda all´interno di un´Unione europea riformata e rafforzata e che sia accettabile per i partner Ue dell´Irlanda. Invita infine il Consiglio europeo a definire, in occasione della sua prossima riunione, un metodo e un calendario che gli consentano di ottenere tale risultato; Dibattito (21. 10. 2008) Aprendo il dibattito in Aula, il Presidente Pöttering ha sottolineato che la Presidenza francese ha dimostrato capacità di agire di fronte alla crisi finanziaria internazionale, osservando che se non ci fossero stati una risposta comune e l´euro «ci troveremmo in una situazione disastrosa». Ha quindi definito un successo le decisioni e gli impegni presi in questi ultimi tempi per rispondere alla crisi. Il Presidente ha inoltre rilevato che il Consiglio europeo, di concerto con la Commissione e con il Parlamento, ha fatto in modo che l´Unione europea fosse un attore determinante per il benessere di tutti i cittadini. Ha quindi concluso sostenendo che è spesso nei momenti di crisi che l´Ue ha dimostrato la sua vera forza. Dichiarazione della Presidenza in carica Nicolas Sarkozy ha esordito sottolineando che le istituzioni europee devono essere unite nel fronteggiare le crisi che si presentano se non si vuole indebolire l´Ue e si intende trovare un consenso per fare sentire a livello internazionale le parole di un´Europa unita, indipendente e volontarista. In merito alla crisi in Georgia, il Presidente ha rilevato come l´Europa abbia permesso di trovare una soluzione alla «reazione sproporzionata della Russia» a seguito della «inappropriata» iniziativa georgiana, portando al cessate il fuoco, al ritiro delle truppe e alla convocazione di negoziati internazionali. Osservando le divisioni politiche emerse con gli Usa e altri partner all´inizio della crisi, ha affermato che l´Europa «non deve essere complice di una nuova guerra fredda per mancanza di sangue freddo» e che sarebbe stato «irresponsabile» creare condizioni per uno scontro. Ha quindi sottolineato che il Presidente russo ha rispettato gli impegni presi con l´Ue e che «grazie all´Europa la catastrofe è stata evitata». Riguardo alla crisi «sistemica e incredibile» che ha colpito i mercati finanziari globali, Sarkozy ha ripercorso le iniziative prese dalla Presidenza (dal G4 all´incontro con Bush), ricordando la decisione adottata dal Consiglio europeo in merito a un «piano gigantesco di 1800 miliardi di euro». Ma, ha osservato, oltre alla gestione della crisi, è necessaria «una rifondazione del capitalismo mondiale», perché quanto è successo è stato un «tradimento del capitalismo», ma non lo rimette in causa. L´ue, ha spiegato, proporrà delle misure affinché nessun istituto partecipato da uno Stato lavori nei paradisi fiscali, le remunerazioni dei trader non spingano a prendere rischi sconsiderati e affinché sia ripensato il sistema monetario attraverso tassi fissi. L´europa, ha aggiunto, non deve pagare il deficit della prima potenza mondiale. Il Presidente ha poi ricordato che si terranno diversi vertici internazionali in autunno e, in quelle occasioni, l´Europa dovrà parlare con una sola voce per farsi sentire. Ha inoltre sottolineato che la crisi finanziaria porta alla crisi economica - «la stiamo vivendo» - e ci vuole quindi una risposta univoca dell´Europa. Non la stessa, ha precisato, ma è necessario che i diversi Stati membri si coordinino, concertino e si informino sulle misure che intendono prendere. Paventando il rischio che società europee siano prede di fondi esteri che colgono l´opportunità offerta dal ribasso delle quotazioni, il Presidente ha rilevato la necessità di riflettere all´opportunità di creare fondi sovrani in ogni Stato membro che agiscano di concerto per dare una risposta industriale alla crisi. Anche perchè l´Europa ha bisogno di un´industria forte e non bisogna essere naïf accollandole oneri ecologici non vincolanti al di fuori dell´Ue inficiandone la competitività, come accade con i costruttori di automobili. Per quanto riguarda il pacchetto climatico e energetico, il Presidente ha sottolineato che esso si fonda sulla convinzione che «il mondo va verso una catastrofe se continua a produrre in questo modo». Si tratta quindi di una politica strutturale che non va abbandonata a causa della crisi finanziaria. Ciò, ha insistito, sarebbe «irresponsabile» poiché minerebbe la capacità dell´Ue di convincere i partner internazionali a aderire agli sforzi in questo campo. L´obiettivo 20/20/20 e il calendario vanno quindi mantenuti, senza rimettere in causa la codecisione con il Parlamento e agendo con la necessaria flessibilità per tenere conto delle preoccupazioni di taluni Stati membri. Dopo aver ricordato l´importante accordo cui è giunto il Consiglio europeo in merito al "patto per l´immigrazione", il Presidente ha sottolineato che la crisi chiama a una riforma delle istituzioni europee. In proposito, ha osservato che «non sarebbe ragionevole» continuare con una presidenza tornante di sei mesi, anche alla luce di crisi lunghe come quelle appena affrontate in Georgia e sui mercati finanziari. A dicembre, ha quindi spiegato, sarà presentata una roadmap su come rispondere al problema posto dalla mancata ratifica in Irlanda. Inoltre, pur rendendo omaggio alla Bce e all´Eurogruppo, ha rilevato l´esigenza di un governo economico europeo «degno di questo nome» che sia gestito a livello di Capi di Stato e di governo. Dichiarazione della Commissione José Manuel Barroso ha sottolineato che il Consiglio europeo ha evitato che fossero prese decisioni a livello di singoli Stati membri delineando una risposta comune alla crisi. In materia economica, ha anche spiegato, occorrono azioni immediate contro la crisi ed è necessario riformare il sistema internazionale e rafforzare l´economia reale. L´europa, a suo parere, «deve forgiare la mondializzazione con i suoi propri valori e difendere i propri interessi». Dopo aver ricordato che sarà esaminata una proposta sulle remunerazioni dei manager, ha annunciato la composizione del Gruppo di Alto livello, cui prenderà parte anche Rainer Masera. Il Gruppo presenterà i primi risultati delle sue analisi al Consiglio di primavera. Per il Presidente della Commissione è in corso una fase storica in cui la crisi «mette in discussione le vecchie certezze» ed è quindi il momento di apportare i cambiamenti necessari per trovare soluzioni adeguate al Xxi secolo. L´ue dovrà proporre dei principi per un nuovo ordine globale. Interventi in nome dei gruppi politici Joseph Daul (Ppe/de, Fr) ha sottolineato che per ben due volte nel corso dell´estate, lavorando all´unisono, l´Europa ha mostrato il cammino per risolvere le crisi maggiori: la Georgia e i mercati finanziari. Il Presidente Sarkozy ha lavorato incessantemente e dimostrato il valore della Presidenza Ue nonché il ruolo dell´Europa a livello mondiale. Il Parlamento, ha aggiunto, ha già svolto il lavoro più importante per quanto riguarda la situazione finanziaria, con raccomandazioni sulla regolazione la sorveglianza, con una riforma e uno stop ai paracaduti dorati. Ed è proprio «durante le crisi economiche che si elaborano regole per il futuro. I mercati liberi devono essere corredati di regole e regolamenti i quali, se già in vigore, non sono stati applicati correttamente». Ha quindi ricordato che le piccole e medie imprese hanno bisogno di sostegno e occorre garantire il mercato sociale e la solidarietà. Chiedendo al più presto la ratifica del trattato di Lisbona da parte di tutti per poter operare in maniera più tranquilla, ha concluso ricordando che il futuro riserva molte sfide comuni: il clima, l´energia e la sicurezza e, nell´interesse delle generazioni future, bisogna lavorare sulla base del modello di un´economia sociale di mercato per risolverle. Per Martin Schulz (Pse, De) è necessario che l´Europa trovi il posto adeguato a livello mondiale. Ha poi insistitio sul fatto che la deregulation sostenuta dal Presidente Usa «è fallita» e l´Ue ha la possibilità di creare un nuovo ordine sociale. Nel sostenere le misure proposte da Sarkozy, il leader dei socialdemocratici ha rivolto un appello affinché il disastro finanziario e la crisi dell´economia reale non si ripetano mai più. Occorrono quindi nuove regole, per le banche e anche per i private equity, ed è necessario agire in fretta. Ha poi sottolineato che la ricetta sostenuta da Sarkozy, da Barroso e da Daul sono di matrice socialdemocratica. Contrariamente a quanto sostenuto in passato dallo stesso Presidente francese e dal programma politico 2006 del Ppe, ha rilevato che «lo Stato deve intervenire di più e controllare maggiormente l´economia». Ha poi concluso sostenendo che la crisi non giustifica l´abbandono degli obiettivi ambientali. Graham Watson (Alde/adle, Uk) ha sottolineato che le conclusioni del Consiglio menzionano solo la cooperazione tra Consiglio e Commissione ignorando il ruolo di colegislatore del Parlamento europeo in materia climatica. Ha peraltro rilevato che le azioni in questo campo non debbono essere rinviate. Riguardo alla crisi finanziaria, il leader liberaldemocratico ha ricordato che la libera circolazione di beni, capitali e persone è alla base del successo dell´Ue. Si è detto comunque favorevole a misure europee per fronteggiare la crisi, chiedendo la riduzione dei tassi d´interesse per evitare la recessione. Si è anche detto d´accordo sull´idea di fissare standard in materia contabile e ha chiesto regole sulle agenzie di rating. Infine, ha esortato l´istituzione di un sistema europeo di supervisione dei mercati finanziari. Daniel Cohn-bendit (Verdi/ale, De) ha sottolineato che la crisi finanziaria, quella ecologica e la fame nel mondo sono interdipendenti e che sono iniziate molti anni fa. Chiedendo a Sarkozy e alla Commissione di fare un minimo di autocritica, ha rivolto un appello affinché si giunga a «un´economia ecologica e sociale di mercato», rimettendo in questione le fondamenta stesse del nostro modo di produrre. Ha proposto quindi un "green deal" per il rilancio ecologico dell´economia. Ha poi contestato l´idea di difendere l´industria automobilistica, sostenendo che quella tedesca si oppone ai criteri ecologici e «mette i soldi nei paradisi fiscali». A quest´ultimo proposito, ha chiesto che i paradisi fiscali siano obbligati a comunicare allo Stato membro di origine tutti soggetti che vi fanno ricorso. Infine, ha denunciato il «putch istituzionale» perpetrato dai Capi di Stato e di governo che hanno deciso di adottare i provvedimenti all´unanimità ed esautorare il Parlamento. Cristiana Muscardini (Uen, It) ha affermato di condividere totalmente le dichiarazioni del Presidente, soprattutto per l´attività svolta «in questi mesi difficili», e si è detta soddisfatta per le proposte avanzate. Ha però voluto ricordare le responsabilità di alcuni commissari, come quello alla concorrenza, le cui dichiarazioni non hanno agevolato la sicurezza e serenità dei mercati. Ha inoltre sottolineato che la Commissione avrebbe dovuto essere «più tempestiva nel rispondere sui derivati, prodotto che ha messo in ginocchio molti cittadini ma anche molte amministrazioni e Stati dell´Unione europea». Ha poi sostenuto l´idea di un´Europa che abbia un Presidente non più a turno semestrale che risponda «all´immagine di un´Europa effettivamente unita, non uguale, ma capace di individuare insieme i problemi e di trovare insieme strategie per poterli combattere e soprattutto risolvere». A suo parere, inoltre, per cambiare una crisi sistemica occorre individuare un nuovo sistema che permetta di rifondare il capitalismo mondiale. Ma, ha precisato, occorre dire che «la libertà del mercato non è il liberismo esasperato e che oggi un sistema che voglia basarsi sul capitale deve essere capace di coniugare anche il sociale e il liberale». Ricordando il fallimento di talune banche, ha poi sottolineato che «non si può gestire l´economia se non c´è anche una visione politica che ispiri quali sono i traguardi da raggiungere». Ha quindi auspicato che la Bce possa anche avere un maggiore controllo sulla qualità del sistema finanziario, «ma non la vogliamo chiusa in uno splendido isolamento». Infine, la deputata ha ringraziato il Presidente per l´adozione del patto dell´immigrazione e di asilo. In proposito si è rallegrata che vi siano finalmente regole comuni in un settore «che riguarda tutti e che ci deve vedere particolarmente uniti». Ha poi auspicato che «su alcuni temi caldi si possa realizzare un´armonizzazione delle sanzioni penali e civili per combattere gli speculatori e per coloro che mettono a rischio la sicurezza del consumatore e quindi la stabilità dell´economia». Per Francis Wurtz (Gue/ngl, Fr) l´Europa non si è mai trovata in una crisi tanto grave che potrebbe avere conseguenze sociali immani in tanti Stati membri, ma ha anche sottolineato che molti paesi terzi del Sud devono fronteggiare una crisi alimentare e energetica. Chi vuole moralizzare il capitalismo, ha detto, ha molto lavoro da fare. Se ognuno dei nostri paesi è minacciato dalla crisi sociale, ha aggiunto, è perché i nostri popoli «pagano caro tutto un modello di sviluppo» nato oltre atlantico e fatto proprio dall´Ue. E «tutti i dirigenti politici che hanno operato a favore di questa virata strategica» devono renderne conto ai cittadini. Non possono ritenersi paghi prendendo delle misure necessarie, perché è «il cuore del sistema che deve essere cambiato: il denaro per il profitto e il profitto per il denaro; una spirale diabolica che porta allo svilimento del lavoro, alla deflazione dei salari, al razionamento della spesa sociale e allo spreco delle risorse naturali». Citando il Gattopardo, ha poi espresso dubbi sulla reale volontà dei dirigenti europei di cambiare la situazione. Nigel Farage (Ind/dem, Uk) ha rilevato che in Georgia Sarkozy non ha agito in nome dell´Ue in quanto non aveva nessun mandato e, comunque, si è detto contrario a una Presidenza del Consiglio fissa. In merito alla crisi finanziaria, ha negato la necessità di nuove norme che, a suo parere, sono già troppe. Ha quindi concluso che i paesi fuori dall´Ue dispongono di migliori strumenti per affrontare la crisi. Repliche della Presidenza Riguardo alla crisi finanziaria, Nicolas Sarkozy ha sottolineato che il sostegno alle banche è stato anche conferito per tutelare i risparmiatori. Si è detto poi favorevole a un regolatore europeo ma le attuali condizioni non lo permetterebbero e, per tale motivo, è più realistico iniziare con un migliore coordinamento tra i regolatori nazionali. Ha poi affermato che l´atteggiamento delle agenzie di rating «è stata la cosa più scandalosa» della crisi e si dovrà affrontare la questione della loro indipendenza nonché l´ipotesi di un´agenzia di rating europea. Sostenendo poi che le regole contabili Usa non sono più tollerabili e che bisogna cambiarle anche a livello europeo, ha notato che «gli Usa vivono al di sopra dei loro mezzi da quasi tre decenni», con tassi troppo bassi che hanno spinto a indebitarsi, e devono quindi assumersi le proprie responsabilità. Il Presidente ha inoltre sottolineato che occorre sì riformare il capitalismo, ma questo «non ha mai fatto tanti danni sociali e ecologici quanti ne ha fatti l´economia collettivista». Si è quindi detto favorevole al libero mercato e al libero scambio, ed ha precisato che «la concorrenza non deve essere fine a sé stessa bensì un mezzo a servizio della crescita». In materia di clima, il Presidente ha ribadito che non bisogna rinunciare alle ambizioni ed ha precisato che il Consiglio non ha assolutamente esautorato il Parlamento europeo, né il suo ruolo di legislatore. Sarkozy ha anche ribadito il suo appoggio alla ratifica del trattato di Lisbona dicendosi determinato a lottare per convincere i partner della sua necessità. Anche perché «se non c´è Lisbona, c´è Nizza e, quindi, non sarà possibile procedere con l´ampliamento dell´Ue». In proposito ha anche sottolineato che solleciterà il Presidente polacco a mantenere gli impegni presi. Infine, ha rilevato la «novità straordinaria» del Patto per l´immigrazione, anche se sarebbe stato auspicabile andare più lontano, è ha notato il coraggio dimostrato nell´adottarlo a pochi mesi dalle elezioni. .  
   
   
VIETNAM: STOP ALLE VIOLAZIONI DEI DIRITTI UMANI PRIMA DEL NUOVO ACCORDO CON L´UE  
 
Bruxelles, 23 ottobre 2008 - Il Parlamento chiede che, prima della conclusione di un accordo di cooperazione con l´Ue, il Vietnam ponga fine alle violazioni sistematiche della democrazia e dei diritti umani. Deve, in particolare, liberare i dissidenti politici e religiosi, garantire la libertà di espressione, di stampa e di culto, restituire i beni ecclesiastici confiscati e, infine, permettere a emissari dell´Onu di incontrare i prigionieri politici e religiosi, inclusi i Montagnard. In vista del secondo ciclo di colloqui tra l´Unione europea e il Vietnam che si terrà ad Hanoi il 20 e il 21 ottobre prossimi, il Parlamento ha adottato - con 479 voti favorevoli, 21 contrari e 4 astensioni - una risoluzione sostenuta da Pse, Alde e Uen che sottolinea anzitutto come il dialogo tra l´Unione europea e il Vietnam sui diritti umani debba tradursi «in miglioramenti concreti in questo Paese». Invita quindi la Commissione e il Consiglio a far presente alla controparte vietnamita che, prima della conclusione dell´Accordo, è necessario «porre fine alle attuali violazioni sistematiche della democrazia e dei diritti umani». Più in particolare, il Vietnam dovrebbe abrogare le disposizioni legislative che perseguono penalmente il dissenso e l´esercizio di determinate attività religiose in base a una non meglio definita nozione di "reati contro la sicurezza nazionale", e porre fine alla censura e al controllo del governo sui mezzi d´informazione nazionali, inclusi Internet e le comunicazioni elettroniche, autorizzando la pubblicazione di quotidiani e riviste indipendenti gestiti da privati. Il Parlamento suggerisce inoltre di chiedere al governo vietnamita di rilasciare immediatamente tutte le persone incarcerate per aver espresso pacificamente convinzioni politiche o religiose, tra cui più di 300 Montagnard cristiani, oltre a monaci buddisti Khmer Krom, attivisti impegnati sul fronte dei diritti umani, autori di petizioni sui diritti fondiari, ciberdissidenti, esponenti sindacali, parrocchiani cattolici e seguaci della chiesa buddista Hoa Hoa e della religione Cao Dai. Dovrebbe poi annullare immediatamente e completamente gli arresti domiciliari decretati nei confronti di Thich Quang Do, patriarca supremo della Chiesa buddista unificata del Vietnam, e del monaco Khmer Krom Tim Sakhorn e permettere alle organizzazioni religiose indipendenti di svolgere liberamente la loro attività senza interferenze governative, nonché restituire le proprietà ecclesiastiche e le pagode confiscate e ripristinare lo status giuridico della Chiesa buddista unificata del Vietnam. Il Parlamento chiede poi al governo vietnamita di cooperare attivamente con i meccanismi dell´Onu in materia di diritti umani, invitando il relatore speciale sull´intolleranza religiosa e il gruppo di lavoro sulla detenzione arbitraria a recarsi in Vietnam e garantire ai funzionari e ai relatori speciali delle Nazioni Unite un accesso illimitato a tutte le zone del paese. Ciò include anche gli altipiani centrali e settentrionali, dove essi dovrebbero poter avere colloqui riservati con i prigionieri e i detenuti politici e religiosi, nonché con i richiedenti asilo Montagnard rientrati in Vietnam dalla Cambogia. Infine, invita la Commissione a stabilire parametri di riferimento chiari per la valutazione dei progetti di sviluppo in corso di attuazione in Vietnam, per garantire che essi rispettino la clausola sui diritti umani e la democrazia. .  
   
   
SERVIZI: LE NORME UE NON OSTACOLINO GLI ACCORDI COLLETTIVI  
 
Bruxelles, 23 ottobre 2008 - Rilevando che i diritti sociali fondamentali non sono subordinati a quelli economici, il Parlamento chiede di garantire il diritto dei sindacati di negoziare contratti collettivi e avviare azioni collettive, inclusi gli scioperi. Al contempo, sostiene che occorre assicurare la parità di trattamento della manodopera e, quindi, chiarire la direttiva sul distacco dei lavoratori, lottare contro le società fittizie e stabilire un quadro giuridico Ue per gli accordi collettivi transnazionali. Approvando con 474 voti favorevoli, 106 contrari e 93 astensioni la relazione di Jan Andersson (Pse, Se), il Parlamento sottolinea anzitutto che la libertà di fornire servizi «è una pietra angolare del progetto europeo», ma precisa che tale facoltà non è «di rango superiore rispetto al diritto fondamentale delle parti sociali di promuovere il dialogo sociale». Nota peraltro che la Carta dei diritti dei fondamentali comporterebbe «il diritto dei sindacati di negoziare e concludere contratti collettivi ai livelli opportuni e, in caso di conflitti di interesse, di intraprendere azioni collettive, comprese le azioni di sciopero, per difendere i loro interessi». Insomma, per i deputati, «i diritti sociali fondamentali non sono subordinati ai diritti economici in una gerarchia di libertà fondamentali». Il Parlamento ritiene che qualunque cittadino Ue dovrebbe avere il diritto di lavorare ovunque in Europa «beneficiando del diritto alla parità di trattamento». Deplorando quindi che tale diritto non sia applicato uniformemente nell´Unione, sottolinea la necessità di salvaguardare e di rafforzare la parità di trattamento e di retribuzione tra uomini e donne per il medesimo lavoro, come prescritto dal trattato. E rileva che nel quadro della libertà di prestazione di servizi o di stabilimento, la cittadinanza del datore di lavoro, dei dipendenti o dei lavoratori distaccati «non può giustificare ineguaglianze nelle condizioni normative, retributive o nell’esercizio dei diritti fondamentali, come il diritto di sciopero». Il legislatore comunitario, pertanto, «deve assicurare che non siano frapposti ostacoli agli accordi collettivi», ad esempio a quelli che stabiliscono la parità di retribuzione per tutti i lavoratori, indipendentemente dalla loro nazionalità o da quella del loro datore in lavoro, nel luogo in cui viene fornito il servizio, o alle azioni sindacali a sostegno di tali accordi. D´altra parte, il Parlamento si dice convinto che nella direttiva relativa al distacco dei lavoratori e nella direttiva Servizi «l´intenzione del legislatore sia incompatibile con interpretazioni che possono favorire una concorrenza sleale fra imprese». Osserva inoltre come le imprese che sottoscrivono e seguono contratti collettivi possano «incorrere in svantaggi concorrenziali rispetto alle imprese che si rifiutano di agire in tal modo». Allo stesso tempo, contesta l´introduzione del principio di proporzionalità per azioni contro le imprese che, richiamandosi al diritto stabilimento o al diritto di fornire servizi oltre i confini, minano deliberatamente le condizioni di lavoro. Ritiene infatti che «non dovrebbe esistere alcun dubbio circa il diritto di ricorrere alle azioni collettive per sostenere la parità di trattamento e garantire condizioni di lavoro dignitose». Il Parlamento ritiene che la base giuridica della direttiva relativa al distacco dei lavoratori debba essere ampliata, «al fine di includere un riferimento alla libera circolazione dei lavoratori». Osservando infatti che, attualmente, può essere interpretata «come invito esplicito alla concorrenza sleale in materia di condizioni retributive e normative», sollecita la Commissione ad elaborare le necessarie proposte legislative volte a prevenire conflitti di interpretazione nel futuro. L´eventuale revisione della direttiva, è precisato, dovrebbe essere condotta al termine di un´analisi approfondita «delle vere sfide che si pongono ai vari modelli di accordi collettivi», a livello nazionale. In tale ambito, qualora lo si ritenga utile, la revisione dovrebbe in particolare affrontare questioni come le condizioni di lavoro applicabili, i livelli salariali, il principio della parità di trattamento dei lavoratori nel contesto della libera circolazione dei servizi, il rispetto di modelli di lavoro diversi e la durata del distacco. Il Parlamento sollecita poi gli Stati membri e la Commissione a adottare misure idonee a contrastare gli abusi, in particolare le società fittizie (le cd. "letterbox companies"), ossia imprese non impegnate in nessuna attività significativa nel paese di origine, ma che sono state create nel paese ospitante, talvolta direttamente dall´imprenditore principale, «con il solo obiettivo di esercitarvi un´attività e di eludere la piena applicazione delle norme di tale paese, in particolare per quanto riguarda le condizioni salariali e di lavoro». Invita quindi la Commissione a stabilire norme chiare per combattere le società fittizie e proporre un codice di condotta per le imprese, in base alla direttiva Servizi. Infine, i deputati invitano la Commissione a presentare la «tanto attesa» comunicazione «in cui si proponga l’istituzione di un quadro giuridico per gli accordi collettivi transnazionali» e chiedono un riesame, nell´ambito del diritto primario, dell´equilibrio fra diritti fondamentali e libertà sociali, per «contribuire a evitare una competizione a favore di standard sociali più bassi». .  
   
   
POLITICA DELL’OCCUPAZIONE: PARITÀ DI TRATTAMENTO PER I LAVORATORI AD INTERIM  
 
Bruxelles, 23 ottobre 2008 - Il Parlamento europeo ha adottato una direttiva volta a tutelare i lavoratori interinali sancendo il loro diritto di godere di condizioni d´occupazione identiche a quelle dei dipendenti veri e propri, in linea di principio sin dal primo giorno di lavoro. Oltre alla parità di salario e alla tutela delle gestanti, avranno diritto di essere informati sui posti vacanti e ad essere assunti nelle imprese in cui operano, nonché di accedere a mense, asili nido e trasporti, e alle attività di formazione. Adottando la relazione di Harlem Désir (Pse, Fr), il Parlamento ha approvato la posizione comune del Consiglio sulla direttiva volta a garantire la tutela dei lavoratori tramite agenzia interinale e a migliorare la qualità del lavoro garantendo il rispetto del principio della parità di trattamento nei loro confronti e riconoscendo tali agenzie quali datori di lavoro. Il Consiglio, infatti, ha accolto la maggior parte degli emendamenti proposti dal Parlamento in prima lettura. Gli Stati membri dovranno adottare le disposizioni legislative, regolamentari e amministrative necessarie per conformarsi alla direttiva entro tre anni dalla sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell´Ue. La direttiva mira anche a inquadrare adeguatamente il ricorso al lavoro tramite agenzia interinale al fine di contribuire efficacemente alla creazione di posti di lavoro e allo sviluppo di forme di lavoro flessibili. Afferma infatti che il lavoro tramite agenzia interinale non risponde solo alle esigenze di flessibilità delle imprese ma anche «alla necessità di conciliare la vita privata e la vita professionale dei lavoratori dipendenti, contribuendo pertanto alla creazione di posti di lavoro e alla partecipazione al mercato del lavoro e all´inserimento in tale mercato». Campo d´applicazione - La direttiva si applica ai lavoratori che hanno un contratto di lavoro o un rapporto di lavoro con un´agenzia interinale e assegnati ad imprese utilizzatrici per lavorare temporaneamente e sotto il controllo e la direzione delle stesse. Si applica alle imprese pubbliche e private che sono agenzie di lavoro interinale o imprese utilizzatrici che esercitano un´attività economica con o senza fini di lucro. Gli Stati membri, previa consultazione delle parti sociali, possono prevedere che la direttiva non si applichi ai contratti o ai rapporti di lavoro conclusi nell´ambito di un programma specifico di formazione, d´inserimento e di riqualificazione professionali pubblico o sostenuto da enti pubblici. La direttiva lascia peraltro impregiudicate le definizioni di retribuzione, contratto o rapporto di lavoro, o di lavoratore, contenute nella legislazione nazionale. Gli Stati membri non possono però escludere dal suo ambito d´applicazione i lavoratori, i contratti o i rapporti di lavoro unicamente per il fatto che riguardano lavoratori a tempo parziale, lavoratori a tempo determinato o persone che hanno un contratto o un rapporto di lavoro con un’agenzia interinale. Principio della parità di trattamento - In base alla direttiva, per tutta la durata della missione presso un´impresa utilizzatrice, le condizioni di base di lavoro e d´occupazione dei lavoratori tramite agenzia interinale dovranno essere «almeno identiche a quelle che si applicherebbero loro se fossero direttamente impiegati dalla stessa impresa per svolgervi il medesimo lavoro». Pertanto, la protezione delle donne in stato di gravidanza e in periodo di allattamento e la protezione dei bambini e dei giovani, nonché la parità di trattamento fra uomini e donne ed ogni azione volta a combattere qualsiasi forma di discriminazione fondata su sesso, razza o origine etnica, religione o convinzioni personali, disabilità, età o tendenze sessuali, dovranno essere rispettate a norma di quanto stabiliscono le disposizioni legislative, regolamentari e amministrative, i contratti collettivi e/o le altre disposizioni di portata generale. Tuttavia, gli Stati membri che non possiedono né un sistema legislativo che dichiari i contratti collettivi universalmente applicabili, né un sistema legislativo o di prassi che consenta di estendere le disposizioni di tali contratti a tutte le imprese simili in un determinato settore o area geografica possono stabilire modalità alternative riguardanti le condizioni di base di lavoro e d´occupazione in deroga al principio summenzionato, purché sia garantito ai lavoratori tramite agenzia interinale un livello adeguato di protezione e previa una consultazione delle parti sociali a livello nazionale e in base ad un accordo concluso dalle stesse. Tali modalità alternative, è precisato, possono prevedere un periodo di attesa per il conseguimento della parità di trattamento (nel Regno Unito, ad esempio, è prevista un attesa di 12 settimane). Per quanto riguarda la retribuzione, d´altra parte, gli Stati membri, previa consultazione delle parti sociali, potranno prevedere una deroga al principio suddetto nel caso in cui i lavoratori a tempo indeterminato tramite agenzia interinale continuino ad essere retribuiti nel periodo che intercorre tra una missione e l´altra. Accesso all´occupazione, alle attrezzature collettive e alla formazione professionale - La direttiva sancisce che i lavoratori tramite agenzia interinale siano informati dei posti vacanti nell´impresa utilizzatrice, «affinché possano aspirare, al pari degli altri dipendenti dell´impresa, a ricoprire posti di lavoro a tempo indeterminato». Tali informazioni, è precisato, potranno essere fornite mediante un avviso generale opportunamente affisso all´interno dell´impresa in cui operano. Gli Stati membri, inoltre, saranno tenuti a adottare le misure necessarie affinché siano dichiarate nulle le clausole che vietano o impediscono la stipulazione di un contratto di lavoro o l´avvio di un rapporto di lavoro tra l´impresa utilizzatrice e il lavoratore al termine della sua missione. Un´agenzia, inoltre, non potrà richiedere compensi ai lavoratori in cambio di un´assunzione presso un´impresa utilizzatrice o nel caso in cui essi stipulino un contratto di lavoro. I lavoratori tramite agenzia interinale, inoltre, avranno il diritto di accedere, nell´impresa utilizzatrice, alle strutture o alle attrezzature collettive e, in particolare, ai servizi di ristorazione, alle infrastrutture d´accoglienza dell´infanzia e ai servizi di trasporto alle stesse condizioni dei lavoratori impiegati direttamente dall´impresa stessa, «a meno che ragioni oggettive giustifichino un trattamento diverso». Gli Stati membri dovranno poi adottare le misure adeguate o favorire il dialogo tra le parti sociali, conformemente alle loro tradizioni e pratiche nazionali, al fine di migliorare l´accesso dei lavoratori tramite agenzia interinale alle opportunità di formazione e alle infrastrutture d´accoglienza dell´infanzia nelle agenzie di lavoro interinale, anche nei periodi che intercorrono tra una missione e l´altra, «per favorirne l´avanzamento della carriera e l´occupabilità». Sanzioni - Gli Stati membri dovranno infine disporre misure idonee in caso di inosservanza della direttiva da parte dell´agenzia interinale o dell´impresa utilizzatrice. In particolare, dovranno prevedere procedure amministrative o giudiziarie appropriate intese a fare rispettare gli obblighi che derivano dalla direttiva. Dovranno quindi determinare il regime delle sanzioni applicabili a violazioni delle disposizioni nazionali di attuazione della direttiva e adottare ogni misura necessaria a garantirne l´attuazione. Le sanzioni previste dovranno essere «effettive, proporzionate e dissuasive». .  
   
   
IL PARLAMENTO EUROPEO APPROVA LA NUOVA COMMISSARIA AL COMMERCIO  
 
 Bruxelles, 23 ottobre 2008 - Con 538 voti favorevoli, 40 contrari e 63 astensioni, il Parlamento ha approvato la nomina di Catherine Margaret Ashton, Baroness Ashton of Upholland, a membro della Commissione per il resto del mandato della Commissione fino al 31 ottobre 2009. La sua nomina si è resa necessaria dopo che il suo predecessore, Peter Mandelson, è tornato in Patria per ricoprire un in carico ministeriale. .  
   
   
UE, CAMBIAMENTI CLIMATICI: QUANDO "GUAI A NON DECIDERE" DIVENTA L´UNICA PAROLA D´ORDINE!  
 
Bruxelles, 23 ottobre 2008 - La Commissione europea ha intrapreso molte iniziative connesse ai cambiamenti climatici a partire dal 1991, quando ha lanciato la prima strategia comune per ridurre le emissioni di Co2 e aumentare l´efficienza energetica. In particolare, ricordiamo la direttiva per favorire lo sviluppo di fonti di energia alternativa, e l´impegno di riduzione delle emissioni del 25% da parte dei produttori di automobili e le proposte sulla tassazione di attività ad alto consumo energetico. Tuttavia, è stata chiara fin da subito la necessità di una forte azione congiunta tra tutti gli Stati membri e l´Unione per riuscire a rispettare il protocollo di Kyoto e ridurre le emissioni di gas serra dell´8% (rispetto ai valori del 1990) nel periodo 2008-2012. Alla fine degli anni ´90 il Consiglio dei ministri ha riconosciuto l´importanza di adottare ulteriori misure a livello comunitario e ha chiesto alla Commissione di presentare una lista di azioni prioritarie e di misure politiche da adottare. La risposta è giunta nel giugno del 2000 con il lancio del Programma europeo sul cambiamento climatico (Eccp), il cui obiettivo è di individuare e di sviluppare tutti gli elementi necessari per una strategia europea di attuazione del protocollo di Kyoto. La prima fase del programma europeo sul cambiamento climatico (2000-2001) è stata caratterizzata in particolare dallo sviluppo di opzioni di riduzione delle emissioni nei tre settori: energia, trasporti e industria. Nel giugno 2001, la Commissione ha pubblicato il primo Rapporto sui cambiamenti climatici, con 42 possibili e ambiziose misure per ridurre le emissioni. D´altro canto, stime a parte, i risultati dipendono dall´attuazione concreta delle misure e dall´integrazione di varie azioni. Nell´ottobre 2001, la Commissione ha presentato un pacchetto costituito da tre azioni principali: la stesura di un piano d´azione europeo per la lotta ai cambiamenti climatici, con la definizione di priorità da attuare tra il 2002 e il 2003; la proposta di ratifica da parte di tutti gli Stati membri e dell´Unione del protocollo di Kyoto entro il 31 maggio 2002; la proposta di una direttiva che desse il via ad un sistema di scambio di emissioni inquinanti (Ets) a partire dal 2005 che aiutasse il settore privato a trovare il rapporto costo-efficacia più vantaggioso nella partecipazione agli obiettivi di riduzione delle emissioni inquinanti. La seconda fase del programma europeo sul cambiamento climatico (2002-2003) è stata caratterizzata dal sostegno alla realizzazione delle priorità individuate nella prima fase, dalla analisi di ulteriori misure possibili, dallo sviluppo di fonti di energia rinnovabili e di nuovi studi volti a incrementare la riduzione delle emissioni nonchè il rapporto costo-efficacia delle azioni. Il secondo programma europeo sul cambiamento climatico (Eccp Ii) è stato lanciato il 24 ottobre 2005 come annunciato dalla Commissione nella comunicazione "Vincere la lotta contro i cambiamenti climatici" e riguarda in particolare i 5 sottogruppi: trasporti, domanda e offerta energetica, gas verdi, agricoltura; aviazione; Co2 e auto; cattura e stoccaggio di Co2; adeguamento; revisione del sistema europeo di scambio delle emissioni (Ets). Negli ultimi dieci anni i cambiamenti climatici si sono fatti più evidenti e si sono manifestati sotto forme diverse. La temperatura media è già aumentata a livello globale di 0,7 gradi e in Europa di 0,95 gradi rispetto ai livelli pre-industriali. Il risultato di questo apparentemente lieve aumento di temperatura è già evidente se si pensa all´innalzamento dei mari, al cambiamento degli schemi di precipitazione, allo scioglimento dei ghiacci, al moltiplicarsi di catastrofi naturali e alla conseguente alterazione dell´ecosistema. Secondo calcoli degli esperti, la temperatura in Europa aumenterà dai 2 ai 6 gradi nei prossimi 100 anni. Nel 2004 l´Agenzia europea dell´ambiente (Eea) ha sintetizzato le importanti ripercussioni economiche e sociali che i cambiamenti climatici in atto produrranno nell´Unione considerandone l´impatto su fattori dei più disparati quali l´acqua, l´agricoltura, la silvicoltura, l´industria, la biodiversità, fino alla vita urbana. Pertanto, oltre a provvedere alla riduzione delle emissioni, si è fatta strada l´urgente necessità di prepararci quanto più possibile a quanto è ormai inevitabile. L´adattamento al cambiamento climatico è una questione complessa: si tratta di considerarne gli effetti sotto diversi aspetti, dai settori produttivi alle persone. Decidere sull´adattamento delle politiche nazionali ed europee oggi significa valutare attentamente rischi, costi e benefici, per rafforzare la capacità di assorbimento di tali eventi da parte dell´Unione europea nel prossimo futuro. Dunque la Commissione europea ha esaminato il suo ruolo a riguardo e la possibilità di una strategia politica europea per sostenere quanto più possibile gli sforzi a livello locale, regionale e nazionale a tale scopo. I risultati presentati il 2 maggio 2006 hanno mostrato la necessità di superare le differenze di attuazione delle misure riscontrate negli Stati membri e di trovare metodologie di valutazione di impatto più precise. A questo scopo la Commissione ha previsto uno studio approfondito sul potenziale di riduzione sia delle emissioni che dei costi economici suddiviso per settori, al fine di individuare il contributo minimo da richiedere ai vari settori dell´Unione a 27 per soddisfare gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra nel periodo post-2012 e al fine di individuare un pacchetto di misure valido per tali obiettivi. Il 10 gennaio 2007 la Commissione ha presentato il pacchetto "energia e cambiamenti climatici" con un riesame strategico della politica energetica incentrata sia su aspetti esterni che interni della politica energetica dell´Ue. Il pacchetto di proposte ha obiettivi specifici su: fonti energetiche rinnovabili (20% entro il 2020), biocarburanti (10% nel settore dei trasporti entro il 2020), riduzione delle emissioni di gas serra (20% entro il 2020). Il 9 marzo 2007 il Vertice europeo ha approvato il pacchetto e ha trovato l´accordo su un piano d´azione per lanciare una politica energetica comune. Il 19 settembre 2007 la Commissione ha presentato il terzo pacchetto legislativo per completare la liberalizzazione dei mercati di energia e gas. Il 22 novembre 2007 è stato annunciato il Piano Tecnologico di strategia energetica (piano Set) e il 17 dicembre 2007 si è conclusa a Bali la Conferenza delle Nazioni Unite sul Cambiamento Climatico. Alla fine di una plenaria aggiuntiva, al termine di 12 estenuanti giorni di negoziati più o meno ufficiali, si è raggiunto il cosiddetto Compromesso di Bali e una roadmap che prevede un nuovo piano contro le emissioni di gas serra che superi il Protocollo di Kyoto, in scadenza nel 2012, il prima possibile e non più tardi del dicembre 2008. Il tutto per arrivare alla prossima Conferenza sul clima di Copenhagen, nel dicembre 2009, a siglare il “Kyoto 2” che entrerà in vigore a fine 2012. Serviva un nuovo patto per colmare le lacune e dimenticanze del Trattato tuttora in vigore e per superarlo in vista dei prossimi decenni in cui il cambiamento climatico sarà già forse incontrovertibile, con le sue conseguenze e gli scenari più reali e tangibili di oggi. Data la gravità della crisi climatica sono già stati fissati nel calendario della roadmap i prossimi cruciali appuntamenti mondiali: la prossima Conferenza si svolgerà a Poznan (Polonia) dal 1° al 12 dicembre 2008; la Conferenza del 2009 si terrà a Copenaghen (Danimarca) dal 31 novembre all´11 dicembre. Saranno appuntamenti ancor più cruciali rispetto alle tre passate edizioni, perché si svolgeranno entrambi nel nostro continente e la Conferenza sul Clima in Danimarca rappresenterà la deadline, ovvero il termine ultimo, per ratificare un trattato globale (Kyoto2) per il post-2012. Intanto, il 23 gennaio 2008 la Commissione ha proposto il sistema europeo di scambio di emissioni (Eu-ets) per il periodo successivo al 2013, la modifica alle norme sugli aiuti di stato in materia ambientale e il sistema di cattura e stoccaggio del carbonio (Ccs). Riunitosi lo scorso 15 e 16 ottobre, il Consiglio ha inoltre confermato la propria determinazione a tenere fede agli impegni ambiziosi in materia di politica climatica ed energetica convenuti nel marzo 2008 e ha confermato l´obiettivo di decidere entro dicembre 2008 soluzioni appropriate alle sfide che coinvolgano tutti i settori dell´economia europea e tutti gli Stati membri, considerando la situazione specifica di ciascuno, nell´ottica di un rigoroso rapporto costo-efficacia. Il Consiglio ha inoltre ribadito l´importanza della sicurezza dell´approvvigionamento energetico in quanto priorità per l´Unione europea e ha rinnovato, da un lato, l´invito agli Stati membri per una responsabilità e solidarietà condivisa in merito; dall´altro, l´invito alla Commissione a preparare un´analisi strategica della politica energetica entro la fine dell´anno, su cui il Consiglio possa riflettere e adottare le decisioni necessarie in occasione della riunione del marzo 2009. In particolare, la Commissione è invitata: ad avanzare proposte che favoriscano l´effettiva realizzazione di un mercato comune dell´energia cominciata un anno fa grazie all´accordo europeo per l´apertura dei mercati dell´energia; a proseguire con determinazione per favorire la diversificazione delle fonti energetiche e per rafforzare e completare le infrastrutture critiche, in particolare le reti transeuropee di trasporto dell´energia. Sono passati tanti anni da quel 1991 in cui il termine "cambiamenti climatici" faceva capolino nelle carte istituzionali. Sono stati anni fatti di attente ricerche, studi approfonditi, proposte ambiziose, accordi globali e grandi progetti di co-partecipazione nazionale ed europea. Tutto per trovare soluzioni nella lotta ai cambiamenti climatici. Eppure l´unica parola d´ordine in tutto questo tempo è sempre stata "guai a decidere", sul serio si intende. Oggi, quando le ripercussioni del surriscaldamento globale sono talmente evidenti da non poterle più nascondere e trascurare, ecco che "guai a non decidere" diventa obbligatorio. .  
   
   
FONDI EUROPEI, NELLA SEDE DELLA DELEGAZIONE CALABRESE A BRUXELLES SEMINARIO DI FORMAZIONE PER FUNZIONARI REGIONALI  
 
 Bruxelles, 23 ottobre 2008 - È iniziata ieri , nella sede della delegazione europea della Regione Calabria a Bruxelles, una due giorni di lavori dedicata ai funzionari regionali. Tema degli incontri formativi: “Programmi tematici e Regioni: individuazione, accessibilità e utilizzo dei finanziamenti comunitari ad accesso diretto”. Il seminario, aperto dal responsabile degli Affari della Presidenza, Vincenzo Falcone, ha riscosso un forte interesse tra i dirigenti e i funzionari della Regione Calabria, giunti numerosi dai vari dipartimenti regionali. La Commissione Europea ha preso parte all’incontro attraverso le Direzioni Generali per le imprese e l’industria, per la ricerca e lo sviluppo tecnologico e per l’ambiente, illustrando le principali opportunità di finanziamento per il sostegno alle piccole e emdie imprese, alla ricerca ed alla salvaguardia dell’ambiente nell’ambito dei Programmi comunitari tematici direttamente gestiti dall’Esecutivo di Bruxelles. Non di minore importanza è stato l’intervento della rappresentanza italiana presso l’Unione europea. Sono stati evidenziati infatti gli aspetti istituzionali legati al ruolo delle Regioni italiane dell’area del Mediterraneo nell’utilizzo dei fondi tematici comunitari in particolare nel settore della cultura, della cooperazione e dell’integrazione europea. La delegazione europea della Regione Calabria a Bruxelles, guidata da Claudio D’aroma, ha contribuito con una introduzione sul ruolo delle rappresentanze regionali italiane a Bruxelles, sui rapporti tra fondi tematici e fondi strutturali, sul Programma Interreg Ivc e sull’iter da seguire per la presentazione di proposte progettuali alla Commissione europea. Importanti sono stati gli interventi della delegazione di Bruxelles della Regione Emilia-romagna sul tema della costruzione dei partenariati nei progetti comunitari e dei sistemi di rete transnazionali e di Massimo Baldinato, componente del gabinetto del Commissario e vicepresidente della Commissione, Antonio Tajani, che ha concluso la prima parte dei lavori relazionando sui problemi e sulle prospettive della politica europea dei trasporti nel Mediterraneo. Domani, al termine del seminario, sarà consegnato ai presenti un attestato di partecipazione all’evento formativo. .  
   
   
VISITA NELLE MARCHE DELLA COMMISSARIA EUROPEA PER LA POLITICA REGIONALE.  
 
 Ancona, 23 Ottobre 2008 - ´Una studiosa di prestigio, con spiccata sensibilita` per le tematiche sociali e una formazione attenta ai temi dell´economia e dello sviluppo´. Sono le motivazioni alla base del conferimento della laurea honoris causa in Scienze politiche che l´Universita` di Camerino assegnera` alla Commissaria europea per la politica regionale, Danuta Hubner. La cerimonia si svolgera` venerdi` 24 ottobre, dalle 10. 30 alle 12. 00, presso la Sala della Muta del Palazzo Ducale. La commissaria sara` accompagnata dal vice presidente della Giunta regionale, Paolo Petrini. A Camerino visitera` la Chiesa di San Filippo e il Complesso di San Domenico. Nel pomeriggio la Hubner si rechera`, in Ancona, presso la sede della Giunta regionale (dalle ore 13. 00 alle 14. 15), per incontri con il presidente della Regione, Gian Mario Spacca, le forze sociali e la stampa. Verranno affrontate le questioni legate al Programma operativo Marche del Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) che ha come obiettivo la crescita della competitivita` di tutto il sistema economico regionale nel periodo 2007-2013: le risorse pubbliche a disposizione delle Marche ammontano a 288 milioni di euro. La partenza della commissaria e` prevista alle ore 15. 30 dall´aeroporto di Ancona Falconara. .  
   
   
UE:VISITA COMMISSARIA EUROPEA DANUTA HüBNER IN UMBRIA  
 
Perugia, 23 ottobre 2008 – La Commissaria europea per la politica regionale, Danuta Hübner, domani giovedì 23 ottobre, arriverà in Umbria accompagnata dal membro del suo gabinetto, Claudio Casini, il Direttore della Direzione G (responsabile per l´Italia, Malta, Spagna e Portogallo) della Direzione generale della Politica regionale, Raoul Prado, il capo unità per l’Italia e Malta, Patrick Amblard, e l’economista Andrea Murgia, sempre della stessa Direzione. La visita della Commissaria a Palazzo Donini, dove sarà accolta dalla Presidente della Regione Umbria, Maria Rita Lorenzetti, è previsto per le ore 9 (video e foto a disposizione della stampa). Di seguito, dopo gli incontri ufficiali, con la Giunta regionale e i direttori regionali, i soggetti del partenariato ed altre autorità istituzionali, alle ore 11,10 presso la sala Fiume di Palazzo Donini la Commissaria Hübner e la Presidente Lorenzetti incontreranno i giornalisti per una breve conferenza stampa (Sala Fiume, Palazzo Donini). In programma una visita al centro storico di Perugia con la presenza del sindaco, Renato Locchi (12,45 – 13,15) ed alla mostra sul “Docup obiettivo 2”, allestita presso la ex Chiesa della Misericordia in via Oberdan. Nel pomeriggio la Commissaria Danuta Hübner e la Presidente Lorenzetti si trasferiranno a Terni dove (a partire dalle 14,30) visiteranno lo stabilimento della Novamont ed incontreranno il management dell’azienda. Alle ore 16,30 la Commissaria arriverà ad Assisi presso la Basilica di San Francesco ed effettuerà una ricognizione esterna di Palazzo Vallemanni, la cui opera di recupero è stata realizzata con fondi europei. Verso le 17,30 previsto l’arrivo a Foligno per una visita alla “Hct” Spa. .  
   
   
MOVIMENTO FEDERALISTA EUROPEO: UE: MFE: SARKOZY HA RAGIONE UN GOVERNO EUROPEO E´ NECESSARIO, MA ....  
 
 Milano, 23 ottobre 2009 - Nel suo intervento al Parlamento europeo, il Presidente Sarkozy ha riconosciuto che la crisi finanziaria "impone la riforma delle istituzioni europee" e che l´Europa ha bisogno di un "governo economico" perché "si è fatta una moneta, ci si è dati una banca centrale, si ha una politica monetaria unica, ma non si ha un governo economico degno di questo nome". Il Presidente Sarkozy ha affrontato con determinazione le emergenze che l´Unione ha dovuto affrontare in Georgia e sui mercati finanziari. E´ riuscito a far pesare nella politica mondiale il punto di vista europeo, ma solo dopo estenuanti trattative con gli altri governi nazionali. Ora riconosce che l´Europa ha bisogno di un governo economico. In verità l´Europa ha bisogno di un vero governo democratico, perché: i cittadini hanno il diritto di sapere chi decide in Europa, hanno il diritto di scegliere chi li deve governare e hanno il diritto di cambiare il governo se sono stati governati male; è necessario un Ministro degli Esteri europeo che parli al mondo con una sola voce; è necessario un ministro dell´Economia e delle Finanze che affianchi la Banca centrale europea nella gestione dell´economia europea; è necessario un Ministro dell´ambiente che promuova la riconversione ecologica dell´economia con un coerente piano per lo sviluppo sostenibile. Chi propone un governo europeo deve essere consapevole che: il governo europeo deve rispondere democraticamente del suo operato verso il Parlamento europeo e i cittadini europei, che devono poter decidere con il loro voto chi li governa; che non vi sarà alcuna politica estera e della sicurezza europea sino a che i governi nazionali manterranno il diritto di veto sulle questioni europee; che non vi sarà una vera politica economica e ambientale europea sino a che non si affideranno al governo europeo risorse fiscali proprie, per alimentare un autonomo bilancio europeo. I federalisti europei chiedono, come primo passo verso un governo europeo responsabile verso i cittadini europei, che i partiti europei designino un proprio candidato a Presidente della Commissione europea in vista delle elezioni europee del giugno 2009. I cittadini devono poter scegliere con il loro voto non solo un partito, ma anche chi avrà la responsabilità di realizzare le politiche dell´Unione europea. .  
   
   
EUROPEAN CENTRE OF INTERNATIONAL AFFAIRS ELEZIONI USA E EUROMEDITERRANEO: OGGI A NAPOLI CONFRONTO CON IL CONSOLE AMERICANO  
 
 Napoli, 23 ottobre 2008 - Quali saranno le conseguenze per l’area Mediterranea delle prossime elezioni negli Stati Uniti? Che ruolo avrà l’Unione per il Mediterraneo di Sarkozy? Sono questi alcuni degli interrogativi ai quali lo European Centre of International Affairs e la Gioventù Federalista Europea vogliono dare una risposta con l’incontro “Usa e Euromediterraneo: le elezioni americane e gli scenari futuri” che si svolgerà a Napoli oggi giovedì 23 ottobre alle 17 nella Sala Conferenze de Il Denaro (Piazza dei Martiri 58). Protagonista dell’appuntamento sarà il Console generale degli Stati Uniti a Napoli J. Patrick Truhn, che dopo l’introduzione del direttore dello European Centre of International Affairs Alfonso Giordano, si confronterà con il Presidente Giovani Industriali di Napoli Andrea Bachrach, il ricercatore in Diritto Internazionale Emilio Di Marzio, il Presidente campano della Gioventù Federalista Europea Roberto Race e la Presidente Nazionale dei Giovani di Confapi Valentina Sanfelice di Bagnoli. Moderatore dell’incontro sarà il direttore de Il Denaro Alfonso Ruffo. “Abbiamo voluto organizzare quest’incontro- dichiara Roberto Race- perché non ha senso parlare di rapporti tra Europa e Mediterraneo senza considerare il ruolo che hanno avuto e potranno avere in futuro gli Stati Uniti. Qualsiasi sarà il risultato delle elezioni cambierà molto il tipo di attenzione degli Stati Uniti verso quest’area strategica per gli equilibri mondiali e l’Europa deve essere pronta a cogliere questa sfida. ” .  
   
   
ALBANIA, INVITO A INVESTIRE NEL DISTRETTO DI LEZHA  
 
Tirana, 23 ottobre 2008 - Gli imprenditori del distretto albanese di Lezha, che comprende i comuni di Lezha, Mirdita, e Kurbini, hanno lanciato ancora una volta l´appello agli investimenti nel Porto di Shengjin, scrive l´Ice . Nel distretto operano 2. 063 imprese. La superficie del terreno destinato a uso agricolo è pari a 20. 312 ettari, e 14. 219 ettari di questa superficie sono incolti. Sulla base dei dati statistici, il distretto conta 25. 954 agricoltori, 5. 446 dei quali non coltiva la terra e 8. 442 la coltiva parzialmente. Recentemente, nella zona di Lezha sono stati effettuati diversi investimenti in infrastrutture, come ad esempio la superstrada Tirana-lezha-scutari. È altresì in fase di costruzione l´autostrada Durazzo-kukes-morine. Diversi settori come il turismo, la pesca, l´industria dell´abbigliamento e l´industria mineraria rappresentano ottime opportunità di investimento per gli stranieri. Secondo gli specialisti, particolare attenzione va prestata anche al trasporto marittimo del Porto di Shengjin. . .  
   
   
SLOVENIA, IMPATTO SITUAZIONE FINANZIARIA INTERNAZIONALE  
 
Lubiana, 23 ottobre 2008 - Le aziende slovene saranno interessate dalla crisi finanziaria globale a livelli differenti, dipendenti dal grado in cui investono nei canali internazionali. Lo afferma il sito internet del governo sloveno. Telekom Slovenije, a esempio, non prevede un impatto significativo sui propri affari. L´azienda dichiara che i risultati operativi rimarranno nell´ambito delle previsioni per il 2008. L´azienda afferma di non essere molto esposta alla crisi considerando la natura a lungo termine dei propri investimenti, il basso livello di debito, un´appropriata garanzia contro i rischi del tasso di interesse e investimenti nel settore finanziario praticamente irrilevanti. Al contrario, le aziende del settore della componentistica per automobili sembrano essere maggiormente interessate nella crisi. Adria Mobil, uno dei maggiori produttori di caravan in Europa, dichiara che la domanda è già scesa. La compagnia taglierà la produzione. L´azienda produttrice di parti di automobili Cimos Tam Ai di Maribor ha già licenziato personale. .  
   
   
BANCA POPOLARE DELL´EMILIA ROMAGNA PRESTITO OBBLIGAZIONARIO CONVERTIBILE SUBORDINATO  
 
Modena, 23 ottobre 2008 - La Banca Popolare dell´Emilia Romagna ricorda che il 31 dicembre prossimo scadrà il prestito obbligazionario di cui sopra, emesso per delibera dell´Assemblea Straordinaria dei Soci del 17 maggio 2003, di originari 330. 517. 984,00 e costituito da n. 10. 328. 687,00 obbligazioni convertibili subordinate del valore nominale unitario di Euro 32,00. Di tale prestito è stata effettuata negli anni 2005-2006 e 2007, su richiesta formulata da portatori dei titoli in conformità alla facoltà stabilita dal "regolamento", la conversione anticipata in azioni della Banca di n. 1. 597. 816 obbligazioni. Il prestito è ora costituito da n. 8. 730. 871 per nominali Eu. 279. 387. 872. A seguito dell´aumento di capitale deliberato dall´Assemblea dei Soci del 20 maggio 2006, il prestito predetto è convertibile nel rapporto di una obbligazione per tre azioni della Banca emittente. I portatori delle obbligazioni hanno facoltà, entro il termine di scadenza del prestito, fissato al 31 dicembre 2008, di richiederne la conversione od il rimborso. Le domande di conversione o di rimborso vanno presentate alla Banca emittente, anche tramite intermediari bancari o finanziari abilitati, nel periodo dal 1° ottobre al 30 dicembre 2008, nei modi e termini di cui appresso: a) il rimborso del prestito, alla scadenza, sarà effettuato al nominale di Euro 32 per ciascuna obbligazione e le stesse cesseranno di produrre interessi dalla medesima data del 31 dicembre 2008; b) le azioni rivenienti dalla conversione, quando espressamente richiesta, avranno godimento dal 1° gennaio 2008 e saranno rese disponibili agli aventi diritto entro il decimo giorno del mese successivo a quello della presentazione della richiesta di conversione delle obbligazioni. Per le obbligazioni così convertite non sarà corrisposta la cedola per interessi relativa all´anno 2008. La quotazione del prestito cesserà come da "Regolamento" di Borsa spa, dal 23 dicembre 2008. .  
   
   
I SOCI DI RIFERIMENTO DEL GRUPPO MEDIOLANUM, DORIS E FININVEST, SI FANNO CARICO DELLE PERDITE DELLE POLIZZE “LEHMAN” L’OPERAZIONE NON INCIDERÀ SUGLI AZIONISTI DI MINORANZA  
 
Milano, 23 ottobre 2008 - Il Consiglio di Amministrazione di Mediolanum S. P. A. Tenutosi Il 21 ottobre sera in seduta straordinaria ha deliberato di dare incarico alle Compagnie assicurative del Gruppo di promuovere iniziative a sostegno della clientela titolare di “polizze Index Linked con sottostanti obbligazioni Lehman Brothers” (in seguito Index Lehman). I Consigli di Amministrazione delle Compagnie del Gruppo, Mediolanum Vita S. P. A. E Mediolanum International Life Ltd, hanno quindi approvato piani di intervento che prevedono la trasformazione delle polizze in questione allo scopo di riconoscere al cliente il capitale netto versato per tutte le polizze a capitale protetto e il capitale netto versato diminuito dell’eventuale variazione negativa dell’indice di riferimento per le polizze a capitale non protetto. L’onere di tale intervento sarà interamente e solamente a carico dei due soci maggiori del Gruppo Mediolanum a cui fanno capo le Compagnie vita che hanno emesso le polizze: il Gruppo Doris e Fininvest S. P. A. , controllata totalmente dalla famiglia Berlusconi. In tal modo saranno salvaguardati gli interessi degli azionisti di minoranza. I suddetti piani di intervento verranno attivati successivamente alla disamina da parte delle autorità di controllo. Gruppo Doris e Fininvest S. P. A. Partecipano al capitale sociale di Mediolanum S. P. A. Rispettivamente con quote del 41% circa e del 36% circa. Insieme hanno costituito fin dalla nascita della Società, e rinnovato più volte, un patto di sindacato che controlla pariteticamente Mediolanum S. P. A. Nel quale è rappresentato il 51,04% del capitale sociale (25,52% a testa). I soci di riferimento Gruppo Doris e Fininvest S. P. A. Si sono impegnati ad effettuare interventi finanziari che consentiranno a Mediolanum S. P. A. Di ottenere una dotazione patrimoniale ulteriore per complessivi 120 milioni di euro, pari all’onere massimo stimato per l’iniziativa in oggetto da effettuarsi entro la data del prossimo 12 novembre. Si ricorda che, come chiaramente indicato nella documentazione contrattuale di polizza, il rischio di default è interamente a carico dell’assicurato. Si ricorda altresì che all’atto dell’emissione di queste polizze Index Linked, Lehman Brothers aveva un rating A+ ed era universalmente considerata istituzione solida e affidabile. In totale le Index Lehman equivalgono ad un valore nominale di 213 milioni di euro e il loro importo è assolutamente marginale rispetto al totale del patrimonio gestito dal Gruppo Mediolanum (al di sotto dell’1%). I clienti del Gruppo Mediolanum sottoscrittori delle polizze Index Linked con sottostante obbligazione Lehman Brothers sono in totale circa 10. 000 con un investimento medio pro capite con il Gruppo Mediolanum superiore ai 100. 000 euro. Si sottolinea che grazie alla diversificazione degli investimenti individuali, l’esposizione media di questi clienti nei confronti di Lehman Brothers si attesta a circa il 15% del patrimonio investito. “Il default di Lehman Brothers – dichiara Ennio Doris, amministratore delegato di Mediolanum S. P. A. – ha colto di sorpresa i mercati di tutto il mondo. Non dobbiamo dimenticare che la banca americana è nata 158 anni fa e ha superato le due crisi della fine del 1800, quella dei primi anni del ‘900, la grande depressione del ’29, le due guerre mondiali, gli shock petroliferi degli anni ’70 e le Torri Gemelle e che è stata l’unica banca non salvata dall’amministrazione americana. Il Gruppo Doris e la Fininvest insieme hanno deciso che le conseguenze di un evento tanto straordinario non dovessero ricadere sui nostri clienti perché sono essi il nostro primo patrimonio e perché abbiamo in questo modo voluto dare al mercato un forte segnale di estrema attenzione, da partner leale e affidabile quale siamo sempre stati, nei confronti di chi, avendo avuto fiducia in noi, ci ha affidato i propri risparmi”. “E’ una decisione significativa e molto convinta – sottolinea Pasquale Cannatelli, amministratore delegato di Fininvest S. P. A. – peraltro perfettamente in sintonia con la linea della famiglia Berlusconi e del Gruppo Fininvest, che in tutte le sue attività è da sempre sensibile alle esigenze e ai problemi dei risparmiatori”. Specifiche tecniche dell’operazione Le trasformazioni delle Index Lehman da parte delle Compagnie del Gruppo avverranno attraverso l’integrale sostituzione degli strumenti finanziari sottostanti alle suddette polizze con nuovi titoli obbligazionari. Le Compagnie manterranno nel proprio patrimonio libero i titoli Lehman Brothers in attesa del successivo realizzo. Il costo netto complessivo delle suddette iniziative ammonta ad un massimo di 120 milioni di euro e sarà totalmente coperto dai soci Doris e Fininvest che si sono impegnati a: - rinunciare all’eventuale acconto dividendi 2008; - concedere a Mediolanum S. P. A. Un finanziamento subordinato infruttifero di un importo pari alla differenza tra i suddetti 120 milioni di euro e l’importo riveniente dalla succitata rinuncia. L’importo del finanziamento destinato a copertura della predetta perdita, verrà costituito in un’apposita riserva di capitale iscritta nel patrimonio netto di Mediolanum S. P. A. L’intervento dei soci di riferimento avverrà in proporzione alla relativa partecipazione al capitale sociale di Mediolanum S. P. A. :
Quota partecipazione in Percentuale
Mediolanum S. P. A. pro-quota
Fininvest S. P. A 36,02% 47,08%
Gruppo Doris 40,49% 52,92%
Gli oneri relativi alle iniziative che verranno poste in essere dalle Compagnie assicurative del Gruppo saranno interamente recepiti nei conti economici dell’esercizio in corso e quindi nel bilancio consolidato di Gruppo al 31 dicembre 2008. Nel contempo l’intervento da parte dei Soci di riferimento andrà a incrementare le riserve di capitale del patrimonio netto di Mediolanum S. P. A. Neutralizzando gli effetti di tale iniziativa. Detta operazione non avrà alcun impatto sul conto economico individuale della Capogruppo Mediolanum S. P. A. E non avrà alcuna influenza sulla capacità di distribuzione dei dividendi 2008 da parte della società medesima. Elenco Polizze Index Linked oggetto del presente piano: Polizze a capitale protetto Tariffa Compagnia: Di Più Platinum Money 2007-11 Mediolanum Vita S. P. A. ; Di Più Step 2007-8 Mediolanum Vita S. P. A. ; Di Più 2005-17 Mediolanum Vita S. P. A. ; Di Più 2005-18 Mediolanum Vita S. P. A. ; Di Più Platinum 2005-5 Mediolanum Vita S. P. A. ; Di Più Money 2007/1 Mediolanum International Life Ltd; Di Più Step 2007-4 Mediolanum International Life Ltd; Di Più Platinum Money 2007/5 Mediolanum International Life Ltd; Di Più Money 2007/2 Mediolanum International Life Ltd; Di Più Platinum 2005-7 Mediolanum International Life Ltd; Di Più 2005-15 Mediolanum International Life Ltd; Di Più 2005-21 Mediolanum International Life Ltd; Di Più Platinum 2005-9 Mediolanum International Life Ltd; Valor Plus 56 Mediolanum International Life Ltd; Valor Plus 57 Mediolanum International Life Ltd; Valor Plus 60 Mediolanum International Life Ltd; Valor Plus 58 Mediolanum International Life Ltd; Valor Plus 59 Mediolanum International Life Ltd; Valor Plus Serie Ii Japon2 Mediolanum International Life Ltd; Valor Plus Serie Ii 69 Mediolanum International Life Ltd; Valor Plus Serie Ii 74 Mediolanum International Life Ltd. Polizze a capitale non protetto Tariffa Compagnia: Di Più Money 27 Euro Mediolanum Vita S. P. A. ; Di Più Money 28 Euro Mediolanum Vita S. P. A. ; Di Più Money 29 Euro Mediolanum Vita S. P. A. ; Di Più Money 30 Dollaro Mediolanum Vita S. P. A. ; Di Più Money 31 Euro Mediolanum Vita S. P. A. ; Di Più Money 32 Euro Mediolanum Vita S. P. A. ; Di Più Money 33 Dollaro Mediolanum Vita S. P. A. ; Di Più Money 35 Dollaro Mediolanum Vita S. P. A. ; Di Più Money 34 Euro Mediolanum Vita S. P. A. ; Di Più Money 36 Euro Mediolanum Vita S. P. A. .
 
   
   
FESTA STATUTO D’AUTONOMIA REGIONE LOMBARDIA  
 
Milano, 23 ottobre 2008 - E´ stata la piazza Duca d´Aosta di Milano, quella dove sorge la stazione Centrale, l´ultima piazza ad ospitare la festa finale per il nuovo Statuto d´autonomia della Regione Lombardia entrato in vigore lo scorso 1 settembre. La kermesse è culminata con concerto in cui si sono esibiti Alexia, Van De Sfroos, Fausto Leali, Modà, gli Studio3, L´aura, Bloom 06. Ad "accogliere" lo Statuto lombardo, il vicepresidente della Regione Lombardia, Gianni Rossoni, l´ufficio di presidenza del Consiglio regionale (il presidente Giulio De Capitani, i due vice presidenti, Enzo Lucchini e Marco Cipriano, i due consiglieri dell´ufficio di presidenza, Carlo Maccari e Battista Bonfanti) e il presidente della Commissione Statuto, Giuseppe Adamoli. Il vice presidente Rossoni, che ha portato i saluti del presidente Roberto Formigoni, assente per impegni istituzionali a Roma, ha sottolineato che "la scelta della piazza è significativa perché è il cuore della comunità, il luogo dove fin dall´antichità ci si riuniva per discutere degli argomenti riguardanti il bene comune e il nuovo Statuto regionale apre una stagione in cui è possibile costruire una nuova statualità basata sulla libertà, sulla fiducia e sulla responsabilità di ogni cittadino e permette di rispondere ai propri bisogni e di costruire nuove iniziative". Il documento composto da 65 articoli è stato illustrato nelle piazze delle 11 Province lombarde ed in quella di Monza, il futuro capoluogo della Brianza. Il tir che ospitava il viaggio itinerante è partito lo scorso 27 settembre e dopo aver percorso 1200 chilometri, aver distribuito 150. 000 copie della carta statutaria lombarda ed aver incontrato 1500 studenti e numerosi cittadini, è arrivato a Milano. .  
   
   
TOSCANA: UNA CABINA DI REGIA PER AGGREDIRE LA CRISI, ACCORDANDO I SUOI FRONTE COMUNE CON BANCHE, IMPRESE E UNIVERSITÀ IL PRESIDENTE MARTINI HA FISSATO I PRIMI DUE INCONTRI: IL 6 E 10 NOVEMBRE  
 
 Firenze, 23 ottobre 2008 - Contro la crisi mondiale che fa sentire i suoi effetti anche in Toscana la prima necessità è fare squadra: lavorare in modo coordinato, esprimendo un´alleanza che unisca territori e settori diversi nello sforzo di dare risposte concrete e utili alla nostra economia. Il presidente Martini l´ha ripetuto più volte negli ultimi dieci giorni, proponendo un incontro e un tavolo comune tra istituzioni, banche, università (ovvero ricerca) e mondo delle imprese. Ora quell´incontro ha una data, anzi due. Il 6 novembre il presidente Claudio Martini incontrerà infatti gli istituti bancari, ovvero banche e fondazioni, per favorire l´accesso al credito. Il secondo incontro sarà il 10 novembre con il mondo delle imprese, i sindacati, le università e i centri di ricerca. «Per uscire dalla crisi – sottolinea il presidente della Toscana – occorre evitare che ognuno vada per la propria strada. Dobbiamo investire ! e sostenere progetti imprenditoriali non di mera sopravvivenza! , ma pro getti che guardino al futuro, anche in settori maturi o nei nostri distretti più tradizionali». .  
   
   
PRESIDENTE PROVINCIA DI BOLZANO.INCONTRA I SINDACATI: TUTELA DI POSTI DI LAVORO E POTERE D´ACQUISTO  
 
Bolzano, 23 ottobre 2008 - La garanzia del posto di lavoro, che in Alto Adige significa livello di piena occupazione, e la tutela del potere di acquisto delle famiglie: sono i due obiettivi sui quali Provincia e sindacati si muoveranno, in collaborazione con le parti sociali, per fronteggiare le ripercussioni della crisi finanziaria globale. Il Presidente della Provincia ne ha discusso il 22 ottobre a Bolzano nel vertice con i rappresentanti dei lavoratori. Il colloquio con i sindacati ha chiuso le consultazioni del Presidente (dopo banche, fondi pensione, categorie economiche e mondo giovanile) prima di predisporre un piano specifico contro le ripercussioni della crisi internazionale. Nell´incontro a Palazzo Widmann con i rappresentanti di Sgb/cisl, Uil/sgk, Cgil/agb e Asgb si è parlato di tempi di incertezza che richiedono attenzione e inteventi preventivi, portando come esempio un settore esposto come quello dell´industria automobilistica, che in Alto Adige occupa circa 3mila persone. "Stiamo lavorando su misure concrete - ha detto il Presidente della Provincia - che vanno dalla velocizzazione nella liquidazione dei contributi a programmi speciali nelle costruzioni pubbliche, dalle garanzie aggiuntive per confidi e fondo di rotazione a una nuova regolamentazione dei lotti di appalto. " Il governatore ha sottolineato l´importanza della collaborazione tra tutte le parti sociali in una fase congiunturale difficile, "perchè è necessario cercare compromessi in grado di ridare sicurezza ai lavoratori, alle famiglie e alle aziende. " Da parte loro i sindacati hanno insistito su alcune misure considerate essenziali e che la Provincia ha in parte già previsto: incentivi nei settori delle costruzioni e dell´auto per rendere il sistema economico più competitivo, adeguamento dei contratti collettivi, un piano con 3mila nuovi alloggi Ipes e l´attenzione al ceto medio sul fronte casa, pressioni sui Comuni per sbloccare i nuovi Puc, un sistema di formazione che assicuri la conoscenza di italiano, tedesco e inglese, interventi per reinserire al lavoro donne e over 50, più concorrenza e monitoraggio nei prezzi dei prodotti in Alto Adige. Sul fronte del sociale, si è discusso della possibilità di concessione dei contributi non a pioggia ma valutando la situazione patrimoniale della famiglia e della necessità di intervenire nella crisi evitando il social dumping. "Ringrazio tutti per il fattivo contributo che hanno assicurato in questi incontri. Gli assessori provinciali sono già al lavoro - ha concluso il Presidente - per individuare programmi speciali e attuabili nel breve periodo. Una prima risposta arriverà a novembre, con la stesura del bilancio provinciale 2009 e la legge finanziaria collegata. " .  
   
   
VENETO, FRIULI VENEZIA GIULIA E TRENTINO ALTO ADIGE: ECCO L´ANCI DEL NORDEST PRESENTATO A TRIESTE UN DOCUMENTO SUL NUOVO ORGANO CHE RAPPRESENTA I COMUNI. “ORA LO STATO HA UN INTERLOCUTORE ANCORA PIÙ FORTE”  
 
 Trieste, 23 ottobre 2008 - “Costituiamo l´Anci del Nordest”. Così Roberto Andriolo, vicepresidente di Anciveneto, in occasione dell´apertura dei lavori dell´Assemblea nazionale Anci ieri a Trieste. “Le Associazioni Regionali dei Comuni di Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige rappresentano una delle aree più vitali e dinamiche della nostra Nazione – commenta Andriolo -; e sono accumunate da una serie di intenti, primo fra tutti il federalismo fiscale. Mi riferisco in particolare alla compartecipazione Irpef del 20%; una misura che non va a favore dei soli municipi del Nord, ma è pensata per tutta l´Italia. Anci del Nordest diventerebbe una struttura dinamica, pronta a porre le diverse questioni sul tavolo dell´Anci nazionale”. A questo proposito è già stato redatto un documento – che verrà presentato proprio a Trieste - che recita testualmente: “Il Nordest rappresenta sotto il profilo sociale ed economico un laboratorio ed un modello di sviluppo basato sulla dimensione comunitaria e sulla vitalità delle reti locali, in un processo di trasformazione che lo caratterizza come una delle aree più dinamiche del nostro Paese. Uno degli elementi di questo sviluppo è la sussidiarietà che ha rimodellato i rapporti fra società ed economia, alla base del successo di quest’area. Le autonomie locali vogliono realizzare un sistema che permetta di avvicinare chi decide al destinatario della decisione e garantire servizi migliori, maggiore efficienza, più partecipazione, più equità sociale, più coesione territoriale. Il federalismo e il decentramento, se correttamente interpretati, possono rappresentare una preziosa opportunità per stimolare l’efficienza e la competitività dell’intero impianto istituzionale. Queste esperienze possono essere un patrimonio per la collettività nella nuova fase di riforma istituzionale che il paese sta attraversando”. Lo stesso documento continua sottolineando l´importanza dell´organo costituendo: “Le Anci del Nordest, coordinandosi, intendono proporsi come soggetto più autorevole nei confronti dello Stato nonché delle rispettive Regioni e Province autonome al fine di promuovere con più forza le istanze espresse dai Comuni e le sollecitazioni avanzate dai sindaci. In particolare le associazioni rappresentative delle Autonomie Locali sono chiamate ad un maggior ruolo di sostegno e di guida dei processi di cambiamento istituzionale in corso che coinvolgono direttamente i Comuni”. .  
   
   
ARTIGIANATO : INCENTIVI “LEGGE 949”, DA REGIONE UMBRIA 10 MILIONI DI EURO PER IMPRESE; CAMBIANO REGOLAMENTO E GESTORE  
 
 Perugia, 23 ottobre 2008 – “In un contesto nazionale e internazionale reso ancora più difficile dalla crisi finanziaria internazionale, la Regione Umbria ha voluto mettere a disposizione delle imprese artigiane uno strumento di sostegno agli investimenti rinnovato rispetto al passato, più rispondente alle esigenze di un comparto che, con le sue quasi 25mila imprese, è decisivo per lo sviluppo e la crescita dell’Umbria”. Lo ha detto l’assessore allo Sviluppo economico della Regione Umbria, Mario Giovannetti, nel corso della conferenza-stampa convocata per presentare il nuovo regolamento regionale per l’applicazione degli incentivi della legge “949/52” e il nuovo soggetto gestore, “Unicredit Banca di Roma”. L’istituto di credito, a seguito della gara indetta dalla Regione Umbria, si è aggiudicata il servizio di gestione del Fondo per operazioni di credito agevolato e leasing agevolato (in base alle leggi “949/52” e “240/81”), finanziato con 2 milioni di euro all’anno, per cinque anni, destinati ad impianto, ampliamento e ammodernamento dei locali, acquisto di macchine, attrezzi e autoveicoli e alla formazione di scorte di materie prime e prodotti finiti. “L’umbria – ha sottolineato il direttore regionale allo Sviluppo economico Ciro Becchetti – è fra le Regioni che, a differenza di altre, hanno scelto di rifinanziare la legge ‘949’, che prevede incentivi nella forma di contributi sugli interessi accompagnando il processo di modernizzazione, attraverso investimenti e innovazione, delle imprese artigiane. Uno strumento importante per il consolidamento del sistema produttivo che ora, con il nuovo regolamento regionale, è stato reso più efficiente e selettivo, con l’erogazione del contributo all’impresa in un’unica soluzione, in via anticipata rispetto al pagamento delle rate dei mutui. Insieme alle associazioni imprenditoriali dell’artigianato - ha aggiunto – la Regione verificherà il raggiungimento degli obiettivi prefissati, esprimendo fin da ora la disponibilità ad apportare gli eventuali adeguamenti che fossero necessari”. “Dalla Regione Umbria e dal nostro istituto di credito - ha detto il direttore generale di ‘Unicredit Banca di Roma’, Alessandro Cataldo – viene un’importante risposta alle preoccupazioni che provengono dalle piccole imprese, e non solo, in una situazione di crisi finanziaria mai vissuta prima come è quella attuale. Una situazione che si riesce a fronteggiare lavorando in rete, tra istituzioni, banche ed associazioni di categoria come si sta facendo in Umbria. L’intervento della Regione – ha proseguito – offre alle imprese nuovi impulsi e opportunità di innovare, investire e uscire dalle difficoltà. Si stima che potranno essere attivate iniziative imprenditoriali per oltre 35 milioni di euro all’anno, circa 200 milioni nel quinquennio”. La “presenza capillare sul territorio umbro” di “Unicredit”, “con 85 agenzie e dieci Centri imprese”, è stata sottolineata dal direttore commerciale per Umbria, Marche e Lazio Nord Massimo Marroni, mentre il responsabile dell’Ufficio Finanza agevolata di “Unicredit” Stefano Cocchieri ha illustrato le modalità dell’accesso ai finanziamenti. Tra le novità, anche l’automatizzazione delle domande (attraverso il software “Chebandi”, presentato dall’amministratore della società umbra “Pegaso 2000” Franco Cicogna). “Grande favore” è stato espresso “per l’intervento regionale che riporta a centralità il comparto artigiano” dal direttore regionale della “Cna” Umbria Paolo Arcelli e dal presidente di “Cosefir” (cooperativa di garanzia e consulenza finanziaria di Confartigianato imprese Umbria) Giorgio Moretti, che presiede anche il “Cofire” (Consorzio Fidi regionale) Umbria. “Attraverso questo strumento – ha detto l’assessore regionale Giovannetti – la Regione Umbria vuol trasmettere, in questa fase difficile, un messaggio di fiducia alle imprese umbre. Da tempo siamo impegnati a mettere a disposizione del sistema produttivo umbro strumenti legislativi e risorse finanziarie, in modo da sostenerlo nel suo processo di crescita e innovazione, intervenendo anche sui punti critici quali la piccola dimensione delle imprese, la scarsa liquidità e capacità di internazionalizzazione. Oltre ai benefici della legge ‘949’, le piccole e medie imprese umbre potranno contare sulle risorse e le opportunità dei bandi volti a favorire competitività e innovazione del sistema Umbria, che verranno proposti anche nel 2009. Occorre uno sforzo comune – ha concluso – per far fronte alle possibili ripercussioni negative che, in Italia, potrebbero derivare dalla crisi finanziaria internazionale e che andrebbero ad aggravare una situazione che è già di recessione. Servono strumenti per intervenire, coinvolgendo il sistema creditizio, con l’obiettivo di far crescere il sistema economico umbro che ha bisogno di innovarsi, qualificarsi, rafforzarsi nelle dimensioni e nella capacità di stare sul mercato”. .  
   
   
SIGLATO PROTOCOLLO D’INTESA CON L’ANCIVENETO PER IL RILASCIO DELLE AUTORIZZAZIONI PER BEVANDE E ALIMENTI  
 
 Venezia, 23 ottobre 2008 - La Regione del Veneto ha siglato un protocollo d’intesa con l’Anciveneto per la realizzazione di un programma di informazione agli enti locali sulle linee guida per il rilascio delle autorizzazioni a somministrare bevande e alimenti. Il progetto, che prevede la collaborazione delle associazioni di categoria maggiormente rappresentative in materia di commercio, comporterà una spesa di 60 mila euro. “La campagna di comunicazione – ha spiegato l’assessore all’Economia , Vendemiano Sartor, che si è fatto promotore dell’iniziativa- prevede anche azioni di formazione sugli effetti derivanti dall’abuso di bevande alcoliche e superalcoliche. ” I corsi informativi, che sono rivolti essenzialmente ai dipendenti comunali e agli amministratori locali, si svolgeranno quanto prima in tutte e sette le province venete. “ La nuova disciplina per l’esercizio delle attività di somministrazione di alimenti e di bevande – ha ricordato l’assessore – è stata approvata lo scorso settembre. ” Per l’assessore gli indirizzi regionali sono sicuramente innovativi rispetto alla legge statale perché non si limitano a fissare un parametro numerico in grado di assicurare in base alla tipologia dell’esercizio la migliore funzionalità e produttività per il consumatore e il più equilibrato rapporto tra esercizi commerciali e popolazione. La Regione del Veneto ha scelto, infatti, di conformarsi ai principi di libera concorrenza e di libertà di esercizio commerciale. Si pensa, infine, di attivare al più presto un sistema di monitoraggio di applicazione delle linee guida da parte dei comuni “così da cogliere – ha concluso l’assessore- l’eventuale criticità. ” .  
   
   
LA GIUNTA REGIONALE DEL MOLISE SI APPRESTA A VARARE PROVVEDIMENTI CONCRETI PER FACILITARE L’ ACCESSO AL CREDITO  
 
 Campobasso, 23 ottobre 2008 - Si è tenuto ieri a Campomarino, nella residenza privata dell´Assessore Velardi, volutamente non in una sede istituzionale, il primo focus programmatico e operativo della nuova Giunta regionale. Un metodo di lavoro innovativo, quello voluto dal Presidente della Regione Michele Iorio, che vede delle full immersion di tutti i componenti dell´Esecutivo su specifiche questioni. "Delle riunioni tematiche a scadenza fissa –ha detto il Presidente-, da tenersi in varie aree della regione, non in sedi istituzionali, che dovranno vedere l´esamina attenta e ragionata di singole problematiche che poi porteranno a provvedimenti concreti ed operativi. Oggi, ad esempio, abbiamo approfondito e messo a punto, l´azione da realizzare a breve per il sostegno al credito e per il consolidamento delle passività delle piccole e medie imprese della regione. Un sostegno quanto mai necessario, e strategicamente opportuno, in un momento come quello attuale, che vede i mercati e il mondo delle banche, alle prese con condizioni di estrema instabilità e criticità. Le decisioni assunte oggi, con un sistema di confronto nuovo, e devo dire molto pratico e concreto, verranno immediatamente tradotte in azioni deliberative. Intendiamo continuare su questa strada attuando quel metodo che ci siamo voluti dare di assegnare a uno o più assessori, a seconda della materia e della problematica da affrontare, specifici progetti-obiettivo". .  
   
   
MARKETING TERRITORIALE, PRESIDENTE BURLANDO: "FINANZIAMENTI NON IN CONVEGNI E CONSULENZA, MA IN NUOVE OPPORTUNITÀ DI SVILUPPO"  
 
 Genova, 23 Ottobre 200- 8 "Tre nuove aree disponibili per l´insediamento di attività industriali nelle tre province liguri di Genova, Savona e La Spezia individuate dalla Regione Liguria in questi tre anni. E´ questo il segno più tangibile di marketing territoriale che abbiamo portato avanti, secondo l´idea di un utilizzo di finanziamenti non per convegni o consulenze, ma per creare nuove opportunità per le imprese". Lo ha detto questa mattina il presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando nel corso della presentazione dei risultati dell´attività di Filse dal 2003 al 2007. "L´area degli Erzelli a Cornigliano - ha sottolineato il presidente Burlando - ha reso disponibili 200. 000 mq di nuove attività produttive provenienti non solo da ricollocazioni e che possono ospitare fino a 7. 000 lavoratori. In quest´area Ericsson occuperà il 10% dello spazio e concentrerà nuove attività, attualmente in altre regioni. Poi l´area dell´Acna di Cengio la cui bonifica termina nei prossimi mesi e sulla quale vogliamo fare un accordo con Eni, insieme alla Regione Piemonte per evitare una causa sul danno ambientale che si trascinerebbe per anni, che preveda la completa bonifica e infrastrutturazione del sito. Infine alla Spezia ci candidiamo a trasformare l´area che va da Porto Lotti fino ai cantieri Baglietto, attualmente di proprietà del Ministero della Difesa, per insediare il nuovo distretto delle tecnologie marine, accanto a nuove industrie della nautica". Il presidente della Regione Liguria ha ricordato che partiranno nelle prossime settimane i bandi per l´utilizzo dei fondi Fesr (fondi europei per lo sviluppo regionale), secondo una logica non più di coesione, ma di competitività. "Da questi fondi - ha detto Burlando - deriveranno i finanziamenti alle imprese per operazioni di ristrutturazione e di sviluppo, tra cui i 12 milioni per Ferrania vincolati al progetto di piattaforma tecnologica e al laminatoio e 9 milioni e mezzo per Ericsson". .  
   
   
CON IL POR LA REGIONE LAZIO METTE IN CAMPO OLTRE 700 MILIONI  
 
Roma, 23 ottobre 2008 - Promuovere uno sviluppo ecologicamente compatibile, equo, inclusivo, rispettoso dei diritti della persona e delle pari opportunità, finalizzato a rafforzare la competitività del sistema Lazio. Questo l’obiettivo del Programma Operativo Regionale (Por) Lazio, cofinanziato dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (Fesr), presentato ieri a Roma. Grazie al Por, la Regione Lazio dispone di ingenti risorse comunitarie, nazionali e regionali, che utilizzerà per favorire la crescita sostenibile del territorio attraverso enti locali, imprese, università e centri di ricerca, a beneficio di tutti i cittadini. La dotazione complessiva del Por Fesr Lazio 2007-2013 è di 743. 512. 676 euro. “Alla base della scelta delle strategie individuate dal Programma - ha detto l’assessore al Bilancio, Programmazione Economica e Partecipazione della Regione Lazio e Presidente del Comitato di Sorveglianza del Por, Luigi Nieri - c’è il volontario coinvolgimento di tutti i soggetti interessati, vista l’importanza della nostra Regione. Siamo convinti di aver aperto una stagione nuova e siamo consapevoli di poter dare risposte a quei temi che interessano il Paese, come la crisi economica e quella ambientale. Con questo Programma cerchiamo di dare risposte certe e concrete, coinvolgendo l’intero sistema produttivo del Lazio“. “La Regione - ha rimarcato Nieri - vuole spendere tutti i fondi disponibili in tempi certi”. Anche Rosanna Bellotti (Autorità di Gestione dei Por) ha evidenziato il clima di grande collaborazione, che ha toccato tutte le istituzioni per più di due anni. “La Regione - ha spiegato - punta molto sulla partecipazione degli enti di ricerca per superare il gap di trasferimento tecnico che esiste. Il Por tende anche a irrobustire i distretti tecnologici e produttivi. Tutte le attività previste sono coordinate all’interno di un quadro di carattere comunitario. Un aspetto importante del Programma è la creazione di due fondi che assicurano una maggiore liquidità per le piccole e medie imprese”. Ma il Por interviene anche sul sistema della mobilità. “Non potevamo non pensare - ha continuato Bellotti - al fenomeno del pendolarismo che caratterizza soprattutto l’area romana. Si tratta di progetti che vanno ad incidere sulla qualità della vita”. Bellotti ha poi ricordato che, in totale “sono circa cento le unità interne alla Regione occupate alla realizzazione del Por”. “Il Programma del Lazio - ha aggiunto Michele Pasca Raymondo, Direttore Generale Convergenza, Competitività e Programmi Transfrontalieri della Commissione Europea - consente di avere un importante strumento in cui sono evidenti le difficoltà economiche esistenti. Bisogna pensare all’azione per evitare i ritardi che abbiamo incontrato nella precedente programmazione”. Per Aldo Mancurti, Capo Dipartimento per le Politiche di Sviluppo e Coesione del ministero dello Sviluppo Economico, “si deve recuperare il leggero ritardo che ha il Lazio ed è anche questa la linea del governo”. “Siamo soddisfatti - ha ribadito intervenendo alla presentazione - che nel Por venga affermato il tema dell’ambiente e dell’energia”. .  
   
   
CIMINO ISTITUISCE TAVOLO TECNICO CON GLI ASSESSORI PROVINCIALI AL BILANCIO SICILIANI  
 
Palermo, 23 ottobre 2008 – Un tavolo tecnico con gli assessori al Bilancio delle nove province siciliane è stato istituito dall’assessore regionale Michele Cimino per affrontare le problematiche di ogni singolo ente territoriale in relazione a questo momento di emergenza finanziaria, ma anche relativamente alla programmazione dei fondi Cipe e di quelli europei. L’assessore Cimino ha istituito questo tavolo dopo un incontro avuto ieri con Giovanni Barbera, assessore al Bilancio della Provincia di Agrigento. Sarà realizzato un monitoraggio delle esigenze finanziarie territoriali che consentirà di emettere conseguenziali provvedimenti e di potere intraprendere le opportune azioni politiche e amministrative a sostegno delle scelte emerse dal confronto con gli amministratori provinciali. .  
   
   
DALL´EUROPA 3 MILIONI PER LO SVILUPPO NELLE AREE MONTANE IN TOSCANA TRA I BENEFICIARI COMUNITÀ MONTANE, PROVINCE, COMUNI, UNIVERSITÀ  
 
Firenze , 23 ottobre 2008 - Ammontano a 3 milioni di euro le risorse attivate dalla Regione Toscana per rafforzare la rete di infrastrutture per lo sviluppo economico delle aree montane e parzialmente montane. Per l´assessore all´innovazione Ambrogio Brenna si tratta «di una nuova preziosa opportunità per dotare il territorio di servizi e infrastrutture necessarie allo sviluppo economico della regione». Il nuovo bando sarà presentato venerdì 24 ottobre alle ore 9. 30 presso la Sala Auditorium del Consiglio Regionale in via Cavour 4 a Firenze. A beneficiare dei finanziamenti saranno comuni, province, enti pubblici, comunità montane ma anche università e istituti di ricerca, società miste a maggioranza pubblica e fondazioni pubbliche. I fondi provengono dal nuovo programma europeo Por Creo 2007-2013 e finanzieranno quegli interventi strategici con natura sovracomunale integrati con le politiche di sviluppo locale defin! ite dai Piani attuativi locali (Pasl). Saranno ammessi quei progetti che prevedono la realizzazione di aree e immobili destinati all’insediamento di imprese manifatturiere, del terziario avanzato e qualificato, di ricerca, sviluppo e trasferimento e di servizi alle imprese; aree e immobili destinati all’insediamento di strutture per l’alta formazione connesse alle infrastrutture per il trasferimento tecnologico; centri di competenza relativi al trasferimento tecnologico, dell’innovazione, della ricerca industriale, delle nuove tecnologie, ivi compresi incubatori e acceleratori di impresa nei settori high-tech e delle tecnologie ambientali; laboratori di ricerca; strutture per l’alta formazione connesse alle infrastrutture per il trasferimento tecnologico. Le spese ammissibili sono quelle relative ai progetti i cui lavori risultino iniziati dopo il primo gennaio 2007 e che saranno terminati entro il 31 gennaio del 2012. .  
   
   
EMILIA ROMAGNA, PROGRAMMAZIONE E SVILUPPO TERRITORIALE. NUOVE PROCEDURE PER L´AUTORIZZAZIONE PAESAGGISTICA DAL 2009. GILLI: "PERCORSO RIVOLTO ALLA CRESCITA DI COMPETENZA ED EFFICIENZA A FAVORE DEI CITTADINI E DEL PAESAGGIO REGIONALE"  
 
Bologna, 23 ottobre 2008 - Nuove procedure, dal 1° gennaio 2009, per il rilascio dell’autorizzazione paesaggistica da parte dei 341 Comuni dell’Emilia Romagna. La Giunta regionale ha emanato una direttiva in cui sono fissati i criteri cui debbono attenersi i Comuni per il rispetto del Codice dei beni culturali e del paesaggio. Inoltre la Regione dovrà verificare, entro il 31 dicembre 2008, che i Comuni - delegati a rilasciare le autorizzazioni - dispongano di strutture in grado di assicurare un adeguato livello di competenze tecnico-scientifiche e riescano a garantire la differenziazione tra attività di tutela paesaggistica ed esercizio di funzioni amministrative in materia urbanistico-edilizia. I Comuni dovranno inviare alla Regione entro il 30 novembre 2008 tutti gli atti che attestino l’attuazione delle direttive regionali. "Con questo adempimento, assunto in pieno accordo con l’associazione delle Autonomie locali, si vuole accompagnare adeguatamente i Comuni - precisa Luigi Gilli, assessore alla programmazione e sviluppo territoriale della Regione Emilia-romagna - in un percorso virtuoso. Percorso rivolto non solo a soddisfare le condizioni di garanzia poste dal nuovo Codice dei Beni culturali e del paesaggio per il mantenimento delle attività delegate, ma anche alla crescita di competenza ed efficienza a favore dei cittadini e del paesaggio regionale". La Regione, attraverso le direttive emanate, conferma l’obbligo dell’istituzione da parte dei Comuni della Commissione per la qualità architettonica e il paesaggio, in quanto tale struttura è l’organo che garantisce l’adeguato livello di competenza tecnico-scientifica necessario per valutare la compatibilità paesaggistica degli interventi di trasformazione nonché la necessaria differenziazione dei procedimenti paesaggistico e edilizio-urbanistico. Infatti, la Commissione deve essere composta da personalità, tecniche e non politiche, che siano adeguatamente competenti in materia di paesaggio. La Regione, inoltre, richiede ai Comuni di assegnare la funzione di istruttoria delle autorizzazioni paesaggistiche a strutture interne adeguatamente competenti ma anche di individuare due responsabili del procedimento per i differenti procedimenti amministrativi (paesaggistico e edilizio-urbanistico), così da garantire la necessaria differenziazione di funzioni. .  
   
   
IN AUMENTO I PROTESTI IN PROVINCIA DI REGGIO EMILIA  
 
Reggio Emilia, 23 ottobre 2008 - Se il 2007 si era concluso, per la provincia di Reggio Emilia, con una riduzione dei protesti sia nel numero che nell’ammontare rispetto al 2006, l’andamento che si osserva per i primi sette mesi del 2008 non è per il momento incoraggiante. Nel periodo gennaio-luglio 2008 gli effetti protestati sono stati 4. 645, il 6,1% in più rispetto allo stesso intervallo di tempo del 2007; l’importo è passato da 12. 832. 378,91 a 17. 823. 121,09 euro registrando un incremento di circa 5 milioni di euro pari al +38,9%. L’analisi effettuata dall’Ufficio Studi della Camera di commercio mostra che l’aumento osservato nella nostra provincia è da imputare all’andamento di tutti i titoli esecutivi. Gli assegni hanno raggiunto, nel 2008, i 2. 065 effetti contro i 1. 983 del 2007 (+4,1%) e il loro valore ammonta a 11,9 milioni di euro contro gli 8,9 dei primi sette mesi del 2007 pari ad un aumento del 33%. Le cambiali sono 2. 580, 185 in più rispetto all’anno appena trascorso (+7,7%); il rispettivo importo è risultato intorno ai 6 milioni di euro, registrando un incremento di oltre 2 milioni di euro pari al +52,3%. La maggior crescita degli importi rispetto al numero ha fatto sì che il valore medio per effetto registrasse una variazione verso l’alto per entrambi i titoli. Per le cambiali il valore medio è passato da 1. 633,61 a 2. 309,26 euro, mentre per gli assegni si sono raggiunti, nei primi sette mesi del 2008, i 5. 745,88 euro contro i 4. 498,18 del 2007. .  
   
   
SAVONA: DALLA REGIONE 11 MILIONI DI EURO PER LE IMPRESE  
 
Savona, 23 ottobre 2008 - E’ di circa 11 milioni di euro il plafond di finanziamenti messi a disposizione dalla Regione per le imprese liguri. Lo ha annunciato il 20 ottobre l’assessore regionale allo Sviluppo economico Renzo Guccinelli di fronte a una folta platea di imprenditori e rappresentanti dei settori economici provinciali che si sono dati appuntamento alla Camera di Commercio per il convegno di presentazione del nuovo bando di contributi che si aprirà il prossimo 3 novembre. L’incontro, che è stato aperto dal presidente della Camera di Commercio Giancarlo Grasso, hanno preso parte anche il dirigente del Settore Sviluppo economico della Regione Gianni Dellacasa, il direttore generale della Filse Ugo Ballerini e il dirigente della Filse Andrea Storace. “Abbiamo potuto recuperare queste risorse dalla programmazione comunitaria che si è appena conclusa per rifinanziare un bando che aveva già riscosso un notevole successo tra le imprese che si trovano ora la possibilità di coprire in misura significativa i costi sostenuti per gli investimenti realizzati nell’ultimo biennio”, ha spiegato l’assessore Guccinelli che ha anche anticipato la prossima apertura del bando regionale per gli incentivi al settore commerciale. Per le imprese della provincia di Savona è un’occasione da non perdere: “Questo bando servirà a ricostituire, almeno in parte, la “linfa” finanziaria delle aziende che nell’arco dell’ultimo biennio hanno sostenuto ingenti sacrifici per rinnovare attrezzature, impianti, realizzare nuovi stabilimenti e ampliare l’occupazione”, ha commentato il presidente della Camera di Commercio Giancarlo Grasso. “Al sistema produttivo savonese, come a quello ligure – prosegue Grasso - si presenta oggi una grande opportunità che va sfruttata al meglio anche perché tra poco entreremo nella nuova fase della programmazione dei fondi comunitari che durerà fino al 2013 e, forse, non riusciremo a contare in futuro su opportunità così significative come quelle di cui le imprese hanno potuto beneficiare fino ad ora”. Il bando regionale prevede contributi a fondo perduto dal 30 al 50 per cento delle spese di investimento effettuati dalle piccole e medie imprese nelle aree interessate dal programma Obiettivo 2 a partire dal 1° gennaio 2007. Le domande potranno essere presentate alla Filse Spa dal 3 novembre 2008 fino al 15 gennaio 2009. Il bando è disponibile sul sito della Camera di Commercio www. Sv. Camcom. It e da quello della Regione Liguria www. Obiettivo2. Regione. Liguria. It . .  
   
   
FERRARA: FONDI STRUTTURALI A PORTATA DI MANO  
 
Ferrara, 23 ottobre 2008 - Si prospettano nuove opportunità di finanziamento per le imprese – si spera anche ferraresi - dell’Emilia-romagna grazie ai fondi resi disponibili dall’Unione Europea attraverso il Programma Operativo Competitività Regionale (Por) 2007/2013. In proposito, la Regione ha recentemente emanato tre bandi (ma se ne aggiungeranno presto altri quattro) destinati alle Pmi per progetti di ricerca collaborativa, di informatizzazione e creazione di reti di imprese, di innovazione tecnologica, organizzativa e nel campo delle tecnologie energetico-ambientali. Ad essi è riservata una prima dotazione finanziaria di ben 55 milioni di euro. In un momento di particolare difficoltà, e stante la limitatezza dei soldi per incentivi o sostegni alle imprese, per il sistema economico locale si tratta di una impedibile boccata di ossigeno. E per far sì che tutte le imprese ferraresi interessate siano in grado di beneficiare dei finanziamenti offerti dall’Unone Europea, la Camera di Commercio, in collaborazione con l’Associazione per l’Innovazione di Ferrara, ha varato in questi giorni un bando, unico nel suo genere, per supportare le aziende, una ad una, nella fase preparatoria delle domande di partecipazione ai bandi regionali. “Nonostante la partecipazione delle imprese ferraresi ai programmi quadro europei di Ricerca & Sviluppo sia nel tempo, pur se lievemente, migliorata – ha sottolineato Roncarati - la loro presenza in progetti approvati è meno soddisfacente. L’obiettivo è dunque quello di lavorare sulla qualità delle proposte e migliorare il tasso di successo. In quest’ambito – ha continuato il presidente della Camera di Commercio – la Giunta camerale ha ritenuto di destinare ben 100. 000 euro finalizzati ad agevolare le iniziative che abbiano come obiettivo finale la candidatura (e la relativa ammissione) di progetti a valere sui bandi del Por”. Sono ammesse al contributo le spese relative a costi di consulenza e di assistenza tecnica, riferiti, in particolare, alle attività di project management, redazione e presentazione delle proposte progettuali. Del resto, tengono a sottolineare gli esperti della Camera di Commercio, numerosi sono i benefici per l’impresa che prenda parte a programmi di respiro comunitario: la partecipazione attiva ad un progetto di ricerca che genera un incremento di conoscenza e competenze nella materia oggetto di ricerca e di interesse per l’impresa; l’inserimento in contesti operativi internazionali e visibilità sul mercato internazionale; l’identificazione di nuovi partner tecnologici e commerciali; la facilità nell’avvio di processi di trasferimento tecnologico e di know-how; l’ acquisizione di nuovi clienti e fornitori; la possibilità di posizionamento su mercati diversi da quello di riferimento. Per tutte le informazioni e per ricevere il supporto da parte della Camera di Commercio si può già contattare, fino ad esaurimento delle risorse disponibili, l’Ufficio Promozione della Camera di Commercio (tel. 0532/783. 813 – 820 – 821; e-mail: promozione@fe. Camcom. It). .  
   
   
SICUREZZA SUL LAVORO IN LIGURIA, ASSESSORI MONTALDO E VESCO: "AL VIA ISPEZIONI NELLE OLTRE 300 AZIENDE CON PIÙ INCIDENTI GRAVI"  
 
Genova, 23 Ottobre 2008 - Nuove ispezioni nelle aziende liguri dove si sono registrati un incremento degli incidenti gravi e attività formativa per le imprese sulle misure di sicurezza. Sono queste le principali novità emerse nel corso della riunione del comitato di coordinamento regionale delle attività di prevenzione e di vigilanza in materia di salute e sicurezza sul lavoro, presieduto dagli assessori regionali alla Salute e alle Politiche del Lavoro, Claudio Montaldo e Enrico Vesco a cui prendono parte anche i rappresentanti delle associazioni dei datori di lavoro e delle organizzazioni dei lavoratori, oltre alle strutture della regione Liguria, delle Asl liguri e degli Enti che hanno competenze in materia. Dopo l´attivazione a luglio, l´ufficio operativo regionale, costituito da Regione, Inail, Inps, Asl, Direzione regionale del Lavoro, Vigili del Fuoco, Arpal, Ipsema, Ispesl, Usmaf, Province liguri, Comunità Montane, organizzazioni sindacali e datori di lavoro ha prodotto materiale informativo contenente dati Inail sulla situazione infortunistica ligure e individuate le prossime azioni: dall´approfondimento a livello locale, insieme al coordinamento delle Asl, delle principali situazioni di rischio, ad uno scambio di informazioni sulle aziende nelle quali si è verificato un numero significativo di infortuni, oltre a nuove ispezioni in quelle aziende che negli ultimi due anni non hanno ricevuto controlli. Ammontano a 2322 le realtà lavorative liguri dove si sono verificati nel periodo 2006-2007 infortuni gravi, di queste 355 sono le realtà produttive dove sono avvenuti il 40% del complesso degli incidenti gravi e su cui si concentreranno le prossime azioni ispettive. "Inoltre - hanno comunicato i due assessori competenti, Montaldo e Vesco - partiranno entro l´anno i bandi con i finanziamenti finalizzati alla sicurezza nelle imprese. Ammontano a 1,3 milioni di euro che saranno destinati sia all´adozione di misure di sicurezza nelle imprese, sia alla formazione". Il prossimo incontro del comitato di coordinamento regionale è previsto a dicembre, sia per discutere delle attività operative avviate, sia per presentare i dati di una ricerca effettuata dall´Università di Genova su incarico di Inail e Regione Liguria circa la percezione del rischio tra i lavoratori e i datori di lavoro liguri. .  
   
   
ASSOCIAZIONI DI CONSUMATORI A CONFRONTO: CONSUMERS’ FORUM PRESENTA RICERCA EUROPEA  
 
Roma, 23 ottobre 2008 -  Cosa si aspettano i consumatori europei dalle loro Associazioni? Quali sono i settori dove è richiesta una maggiore informazione e tutela? Che ruolo rivestono le associazioni nei diversi paesi dell’Ue? A queste ed altre domande risponderanno gli esperti che parteciperanno al convegno “Europa e consumatori: l’esperienza di Consumers’ Forum”, promosso da Consumers’ Forum, l’associazione che dal 1999 riunisce le più importanti associazioni di consumatori e imprese italiane per promuovere la diffusione della cultura del consumerismo. Nel corso del convegno che si terrà a Roma, il 23 ottobre presso Residenza di Ripetta - Via di Ripetta 231 dalle h 10. 00 alle 13. 00. Verrà, infatti, presentata la ricerca “Europa e consumatori: modelli di relazione e cooperazione tra associazioni dei consumatori, imprese pubbliche e private e istituzioni nei Paesi dell’Unione Europea”, curata dalla Libera Università di Lingue e Comunicazione (Iulm) che ha interrogato le maggiori associazioni di consumatori di 20 paesi membri. Lo studio fa il punto sulle diverse modalità di interazione tra consumatori, imprese, istituzioni ed evidenzia il ruolo e mette in luce le caratteristiche delle diverse esperienze nazionali per la diffusione della cultura consumerista e della difesa dei diritti dei consumatori. Modera: Carlo Pileri – Presidente Adoc; Apre l’incontro: Lorenzo Miozzi – Presidente Consumers’ Forum; Introduce la ricerca: Giovanni Puglisi- Magnifico Rettore della Iulm ; Presenta la ricerca: Carlo Antonio Ricciardi- Preside della Facoltà di Scienze della comunicazione e dello spettacolo della Iulm; Partecipano al dibattito: Jacqueline Minor - Direttore Politiche consumatori – Direzione Salute e Consumatori – Commissione Europea; Pier Virgilio Dastoli- Direttore della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea; Anna Bartolini- Rappresentante Italia al Gruppo Europeo Consultivo dei Consumatori presso la Commissione Ue; Gianfrancesco Vecchio- Direttore Generale per la Concorrenza e i Consumatori - Ministero dello Sviluppo Economico; Massimiliano Dona- Segretario Generale Unione Nazionale Consumatori; Konstantinos Dagkos- Rappresentante Grecia al Gruppo Europeo Consultivo Consumatori - Commissione Ue; Malgorzata Niepokulczycka- Rappresentante Polonia al Gruppo Europeo Consultivo Consumatori - Commissione Ue; Sinikka Turunen- Rappresentante della Finlandia al Gruppo Europeo Consultivo dei Consumatori - Commissione Ue. Intervengono i rappresentanti delle associazioni dei consumatori e delle aziende. .  
   
   
A.MERLONI, LE REGIONI DAL MINISTRO SCAJOLA: NASCE UN GRUPPO DI LAVORO E UN TAVOLO NAZIONALE.  
 
 Roma, 23 ottobre 2008 - Un gruppo di lavoro per monitorare la situazione creatasi a seguito della crisi della Antonio Merloni; un tavolo nazionale per costruire l´Accordo di programma tra Governo nazionale e Regioni. Sono i due impegni scaturiti dall´incontro odierno tra il ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola, le Regioni Marche, Umbria, Emilia Romagna e le organizzazioni sindacali. Marche e Umbria erano presenti con i presidenti Gian Mario Spacca e Maria Rita Lorenzetti, l´Emilia-romagna con l´assessore alle Attivita` Produttive, Duccio Campagnoli. Il gruppo di lavoro si riunira`, all´oratorio della Carita` di Fabriano, mercoledi` 29 ottobre alle ore 11. 30. E` composto dai rappresentanti dei ministeri dello Sviluppo Economico e Welfare, delle tre Regioni, delle organizzazioni sindacali e dai tre commissari straordinari gia nominati da Scajola (Massimo Confortini, Antonio Rizzi e Silvano Montaldo). Il presidente Spacca, a nome delle Regioni, ha illustrato al ministro i contenuti del progetto speciale per il territorio coinvolto nella crisi della Merloni, che rappresenta il documento base dell´Accordo di programma proposto al governo. Ha evidenziato i tre punti principali, rappresentati dalla difesa dell´occupazione, dall´attrazione dei nuovi investimenti e dalla diversificazione dell´economia locale. Spacca ha presentato il documento incentrando l´attenzione sui problemi legati al territorio e alle sue prospettive future. Ha chiesto che, contemporaneamente ai benefici previsti dalla legge Marzano, venga siglato subito l´Accordo di programma con le Regioni, in quanto ´consente di attivare gli interventi a difesa dei lavoratori, delle piccole e medie imprese dell´indotto e dell´intero distretto´. Scajola ha anche accolto la proposta del presidente Spacca di avviare un confronto con le Regioni per disporre di un quadro complessivo sulla politica industriale e di acceso al credito del governo, nel quadro generale della stagnazione economica in atto e della fibrillazione dei mercati finanziari. (r. P. ) Scheda - A. Merloni, le misure urgenti La Regione Marche, insieme a Umbria e Emilia Romagna, ha consegnato al Ministero un Progetto speciale per il distretto in crisi, al fine di stipulare in tempi brevi un Accordo di Programma che si basa su tre linee fondamentali: difesa del lavoro e dell´occupazione sul territorio e riqualificazione professionale; attrazione degli investimenti; rilancio e alla diversificazione dell´economia locale. Il tavolo di lavoro deve essere interministeriale, date le dimensioni della crisi che attanaglia un intero settore e tutto il suo indotto, costituito da fornitori e subfornitori sparsi fra le regioni Marche, Umbria e Emilia Romagna. Per questo, occorre sostenere con forza i livelli occupazionali e il reddito dei lavoratori; salvare l´alta specializzazione costituita dal vastissimo indotto dell´Antonio Merloni; attrarre nuovi investimenti di tipo industriale nell´area, garantire l´accesso al credito alle imprese e accelerare finanziamenti ed incentivi pubblici e statali. In sintesi la proposta progettuale si candida a ottenere i seguenti risultati: tracciare le filiere produttive di settori chiave del Made in Italy (indipendentemente dall´appartenenza o meno a distretti ´riconosciuti´); elaborare un rating di rischio/potenziale di riconversione alla luce delle dinamiche competitive che interessano le grandi imprese locali; elaborare delle azioni-sistema capaci di rafforzare nel breve le filiere (attraverso l´implementazioni di progetti pilota mirati) e nel medio termine creando le condizioni per l´aggregazione di tali filiere ´locali´ in filiere ´lunghe´ di carattere nazionale capaci di candidarsi ala fornitura per gruppi/attori al di fuori dei distretti abituali; implementare azioni di sostegno alla riconversione di dette filiere (nel caso in questione territorio di Marche e Umbria); elaborazione di un modello informatico di comune accessibilita` da parte delle altre regioni Italiane interessate dal fenomeno della conversione delle filiere produttive. Il fine ultimo del progetto e` dare immediata risposta alle esigenze di ´tenuta´ dei sistemi produttivi locali coinvolti dalla crisi dei ´main contractor´, attraverso l´erogazione di azioni e strumenti capaci di ´ri-aggregare´ porzioni qualificate di dette filiere ed orientarle verso nuovi ambiti di domanda, agendo al contempo sulla competitivita` complessiva dei settori merceologici individuati e in logica multi regionale, evitando la perdita di competitivita` ed occupazione anche al di fuori di singoli casi imprenditoriali interessati da crisi produttive. .  
   
   
VERBANO CUSIO OSSOLA: EXPO 2015: ISTITUITO TAVOLO DI COORDINAMENTO  
 
 Baveno, 23 ottobre 2008 - 29 milioni di visitatori, 7 dei quali stranieri, 4 miliardi di investimenti pubblici, oltre 7000 eventi culturali e scientifici: cifre che ben rappresentano l’impatto di Expo 2015, l’esposizione universale che si svolgerà a Milano nell’arco di sei mesi, da maggio a ottobre 2015. Impatto che gli stessi organizzatori hanno calcolato ricadrà in modo diretto su Milano e su tutta l’area circostante compresa nell’arco di 100 km. Dalla città lombarda. Legittime quindi le aspettative di ricadute anche per il territorio del Verbano Cusio Ossola che, considerate le sue caratteristiche ed i suoi punti di forza e debolezza, deve sapere coordinare sforzi ed intenti, proponendosi in modo unitario. Per questo motivo il 21 ottobre è stato istituito il tavolo di coordinamento territoriale relativo ad Expo 2015. Il tavolo nasce a conclusione dell’incontro, tenutosi a Villa Fedora, con le categorie economiche e gli enti locali promosso da Camera di Commercio e Provincia. Durante la riunione sono state individuate alcune opportunità per il territorio legate all’assegnazione di Expo 2015 a Milano e condivise le modalità d’azione per potere cogliere queste opportunità. Le maggiori ricadute per il Verbano Cusio Ossola ruotano attorno a quattro temi: 1. Turismo, 2. Infrastrutture, 3. Agricoltura, 4. Promozione del territorio. Da questi temi possono derivare benefici immediati e diretti per le imprese provinciali e occasioni di promozione del territorio e delle sue eccellenze. Il tema del turismo infatti comprende sia l’accoglienza che la possibilità di fare conoscere la destinazione ad una platea di milioni di potenziali clienti. Analogamente, il tema delle infrastrutture riguarda sia il potenziale impiego di materiali del Vco, come le pietre naturali, sia interventi sul territorio. Da questo punto di vista ad esempio Milano vede con interesse lo sviluppo di Domo2. Il tema dell’Expo “Feeding the Planet, Energy for Life – Nutrire il pianeta, Energia per la vita” è legato all’alimentazione ed alla sostenibilità. Si tratta quindi di una grande occasione di promozione dei prodotti agricoli provinciali, che rappresentano eccellenze produttive: dagli agrolimentari alla floricoltura. Interventi in corso di realizzazione, che riguardano proprio l’agricoltura sostenibile e si collegano ad esempio al nascente Polo d’innovazione, potranno essere valorizzati attraverso una comunicazione che valorizzi l’aspetto organizzativo delle imprese agricole ed in particolare floricole, anche come veicolo per promuovere il prodotto finale. “L’importanza della manifestazione è tale che molti attori e molti territori si stanno muovendo. E’ un’occasione sulla quale convergono moltissimi interessi: per questo motivo non ci nascondiamo che non è un’operazione semplice quella di riuscire a cogliere queste opportunità” ha sottolineato nel corso della riunione Paolo Ravaioli, Presidente della Provincia del Vco. “E’ necessario quindi sapere sviluppare un punto di forza intorno al quale costruire l’iniziativa territoriale: un punto di forza che deve essere costituito dalla coesione del territorio e dalla coesione delle volontà”. Una riflessione condivisa da tutti i partecipanti all’incontro che all’unanimità hanno definito di istituire un tavolo di coordinamento affidandone la regia alla Camera di Commercio, in quanto punto di riferimento per le categorie economiche, ed all’Amministrazione provinciale, punto di riferimento per il territorio. “Il tavolo sarà innanzitutto il luogo in cui gli attori locali condivideranno le informazioni relative ai contatti ed alle iniziative che si stanno muovendo. In secondo luogo insieme verranno definite le modalità con le quali proporsi efficacemente agli interlocutori dell’area lombarda” – ha sintetizzato il presidente della Camera di Commercio Tarcisio Ruschetti - “ Abbiamo voluto organizzare questo primo incontro perché ritenevamo necessario per il territorio porre questo argomento all’ordine del giorno. E’ emersa in modo inequivocabile la necessità di operare in modo coordinato e la volontà dei partecipanti di mettere a disposizione le proprie risorse ed innanzitutto le informazioni di cui dispongono per realizzare questo importante obiettivo”. Il prossimo incontro è in calendario fra un mese, così da approfondire ulteriormente le possibili azioni da compiere per incrociare opportunità dell’evento e punti di forza del territorio. .  
   
   
MOLISE: PROPOSTA DI COSTITUZIONE DI COMMISSIONI E COMITATI COMUNALI DI PARITÀ E PARI OPPORTUNITÀ SUL TERRITORIO.  
 
 Campobasso, 23 ottobre 2008 - La Commissione regionale per le Pari Opportunità ha incontrato, presso la sala della Giunta regionale, nel pomeriggio del 21 ottobre, un gruppo di Sindaci e di amministratori comunali per illustrare la proposta di costituzione di Commissioni e Comitati comunali di Parità e Pari Opportunità sul territorio. "Sono questi due – ha detto il Presidente della Commissione Rita Colaci- elementi molto importanti che possono dare un validissimo contributo al territorio e alle istituzioni che in esso lavorano, favorendo l´accesso delle donne al lavoro attraverso lo sviluppo delle professionalità di ciascuna anche nel campo della politica e delle istituzioni. Come Commissione, abbiamo lavorato in questi mesi per stimolare programmi di orientamento e formazione per le donne al fine di liberare le loro professionalità in termini di pari opportunità e di progressione professionale. Un lavoro prezioso, che può essere prodotto validamente anche dalle Commissioni comunali, che possono dare ai Sindaci e agli amministratori locali quel necessario supporto di idee, di programmi e di progetti tesi alla realizzazione di politiche sociali, economiche e culturali per la parità tra i sessi. Con questo progetto, in altre parole, la Commissione regionale intende creare una rete sul territorio per promuovere anche iniziative comuni di diffusione e informazione relative all´applicazione della legislazione vigente in tema di Parità e Pari Opportunità. Non mancando, in questo, di formulare osservazioni e proposte su progetti di legge, atti amministrativi e programmi regionali e comunali funzionali all´applicazione concreta dei principi costituzionali di uguaglianza e parità di accesso. " La Commissione ha anche annunciato che promuoverà una serie di incontri nei principali centri della regione per stimolare, a tutti i livelli, l´impegno delle donne in politica e nelle istituzioni. "Questo, nella convinzione – ha detto la stessa Colaci- che il prezioso apporto delle donne non può mancare per produrre crescita e sviluppo socio-economico in tutto il Molise. " All´incontro erano presenti anche il Presidente della Regione Michele Iorio e l´Assessore alle Politiche Sociali Angela Fusco Perrella, che hanno sottolineato l´importanza delle Politiche di Parità e di Pari Opportunità per la crescita culturale, sociale ed economica delle politiche "In questo senso stiamo lavorando- ha detto il Presidente Iorio- con l´intero governo regionale, per attuare politiche d´inclusione e di pari opportunità attraverso progetti e programmi concreti ed operativi per i quali abbiamo appostato, e ancor più apposteremo in futuro, risorse importanti. " Iorio e la Fusco hanno ringraziato i componenti della Commissione Pari Opportunità per l´importante lavoro che stanno facendo. .  
   
   
BOLZANO: POSITIVO IL BILANCIO DELLA POLITICA PROVINCIALE A FAVORE DELLA FAMIGLIA  
 
Bolzano, 23 ottobre 2008 - Nei cinque anni di questa legislatura sono stati fatti notevoli passi in avanti a favore della famiglia soprattutto per quanto riguarda i centri per i “Elkis“ che offrono un sostegno concreto alle famiglie nei confronti dei bambini, afferma in una nota l’assessora provinciale competente per il settore famiglia. Nel corso di una recente riunione dei rappresentanti dei vari centri Elki che operano a livello provinciale è stata sottolineata la formula vincente di queste piccole strutture rivolte ai bambini che offrono un sostegno efficace alle famiglie. L’assessora alla famiglia sottolinea in una nota il particolare sostegno offerto in questi ultimi anni alla creazione ed allo sviluppo di questi centri che sono ormai divenuti dei veri e propri punti di riferimento per molte famiglie altoatesine. Un ulteriore esempio della politica a favore della famiglia portata avanti dall’attuale Giunta, sottolinea l’assessora nel suo comunicato, è rappresentato dal concorso “Bookstart” che ha consentito in questi anni di diffondere sempre più tra le famiglie la sensibilità nei confronti di un inizio precoce della lettura. Anche in questo caso si è tenuto conto di concrete esigenze espresse dalle famiglie al fine di rafforzare la competenza genitoriale e sostenere l’impegno nell’educazione dei figli. .