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Notiziario Marketpress di Lunedì 09 Febbraio 2009
PARLAMENTO EUROPEO: CINA: RISPETTO DEI DIRITTI UMANI E LOTTA ALLA CONTRAFFAZIONE  
 
Bruxelles, 9 febbraio 2009 - Il Parlamento rileva le intense relazioni commerciali dell´Ue con la Cina e il ruolo di questa nella governance globale. Ma, auspicando progressi nel rispetto dei diritti umani, chiede di eliminare gli ostacoli all´accesso dei prodotti e servizi Ue, rafforzare la lotta alla pirateria, migliorare la sicurezza dei prodotti e di vigilare sulle importazioni di tessili. Occorre poi introdurre un codice di condotta sulle attività europee dei fondi sovrani cinesi e garantire i diritti dei lavoratori. Approvando con 491 voti favorevoli, 176 contrari e 12 astensioni una risoluzione presentata da Corien Wortmann-kool (Ppe/de, Nl) in nome del suo gruppo, in alternativa alla sua stessa relazione proposta dalla commissione per il commercio internazionale, il Parlamento nota anzitutto che gli scambi commerciali Ue-cina hanno registrato un «enorme aumento» a partire dal 2000 e che l´Unione europea è il principale partner commerciale della Cina dal 2006, mentre questa è il secondo partner commerciale dell´Unione dal 2007. Tant´è che l’Unione europea, nel 2007, ha registrato un deficit commerciale con la Cina superiore a 160 miliardi di euro. In generale, i deputati sottolineano che le relazioni commerciali tra l´Europa e la Cina dovrebbero basarsi su principi quali «il reciproco impegno, l´equità della concorrenza e degli scambi commerciali, nel rispetto dei nostri valori comuni e delle norme stabilite dall´Omc, tenendo comunque conto dello sviluppo sostenibile, del rispetto dei limiti ambientali e del contributo agli obiettivi globali per la prevenzione del cambiamento climatico». Ritengono, inoltre che la Cina dovrebbe svolgere un ruolo di primo piano nel garantire che l’ordine economico mondiale si sviluppi in modo sostenibile ed equilibrato e rilevano quindi la necessità di una cooperazione «senza precedenti» tra l´Unione europea e la Cina allo scopo di risolvere l´attuale crisi finanziaria ed economica. Il Parlamento, d´altra parte, sostiene che lo sviluppo delle relazioni commerciali con la Cina «debba proseguire di pari passo con lo sviluppo di un dialogo politico trasparente, proficuo ed efficace». La questione dei diritti umani, pertanto, deve necessariamente essere parte integrante delle relazioni tra l’Unione europea e la Cina. In tale ambito, chiede alla Commissione di insistere sulla necessità di rafforzare la clausola relativa ai diritti umani nei negoziati con la Cina sul rinnovo dell´accordo di partenariato e di cooperazione (Apc). Nel sottolineare poi che la risposta dell’Europa all´intensificarsi delle relazioni commerciali Ue-cina «non può essere il protezionismo», i deputati plaudono agli investimenti effettuati nell´Unione europea dai fondi sovrani cinesi e dalle imprese statali cinesi, «che contribuiscono alla creazione di posti di lavoro e alla crescita». Tuttavia, sottolineano l´importanza di introdurre quanto meno un codice di condotta per garantire la trasparenza delle operazioni d´investimento della Cina sul mercato comunitario. Per quanto riguarda l´accesso al mercato cinese, il Parlamento esprime tuttavia preoccupazione per il fatto che in alcuni settori gli investimenti esteri «sono vietati oppure sottoposti a restrizioni», mentre misure discriminatorie sono state adottate nei confronti di aziende estere, in particolare in materia di fusioni transfrontaliere e acquisizioni. Ritiene inoltre che le pratiche protezionistiche perseguite dalla Cina, l´eccessiva burocrazia, la svalutazione del renminbi, i sussidi elargiti in varie forme e l´assenza di un livello adeguato di rispetto dei diritti di proprietà intellettuale nel paese «ostacolino il pieno accesso di numerose imprese comunitarie al mercato cinese». A quest´ultimo proposito, i deputati osservano che, nonostante i progressi compiuti, la produzione di merci contraffatte e piratate in Cina «resta a livelli allarmanti» e che il 60% delle merci contraffatte sequestrate dalle autorità doganali dell´Unione europea è prodotto in Cina. Sottolineano inoltre che ciò rappresenta un rischio concreto per i consumatori e, nel caso delle sostanze chimiche, anche per l’ambiente, visto che la produzione di tali merci avviene spesso in impianti in cui si produce anche per il mercato regolare «in spregio ai diritti dei lavoratori e alle norme igieniche e di sicurezza». Invitano quindi la Cina a intensificare gli sforzi per risolvere il problema della mancata attuazione e il rispetto dei diritti della proprietà intellettuale (Dpi) e chiedono alla Commissione, di concerto con le autorità cinesi nazionali e regionali, «a portare avanti la lotta contro la contraffazione». Esprimono anche «grande preoccupazione» per il numero crescente di brevetti per modelli di utilità e design in Cina che sono spesso copie o modifiche minime di tecnologia europea esistente «e che pertanto non contribuiscono a un´autentica innovazione». Il Parlamento esprime profonda preoccupazione per l’elevato numero di incidenti imputabili a prodotti cinesi pericolosi e, in particolare, quelli relativi ai giocattoli per bambini, ai cibi e ai farmaci. Pur compiacendosi della determinazione dimostrata dal governo cinese nel far fronte a tale problema, invita la Commissione a rafforzare il sostegno alle autorità cinesi in questo ambito. Accoglie inoltre con favore l´introduzione di un sistema di relazioni trimestrali sulle azioni di controllo effettuate dalla Cina per individuare l´origine dei prodotti pericolosi notificati nell´ambito del sistema Rapex-cina, «incrementando così la sicurezza per i consumatori europei». Il Parlamento rileva poi che un impiego efficace ed efficiente degli strumenti europei di difesa commerciale (Sdc) contribuisce a garantire condizioni eque tra la Cina e l’Unione europea, «tenuto conto del numero crescente di ricorsi anti-dumping nei confronti dei produttori cinesi». E´ peraltro del parere che l´economia cinese «non soddisfi ancora in molti ambiti i criteri che la porterebbero ad essere considerata un’economia di mercato» e invita quindi la Commissione a riconoscerle tale status «soltanto allorché soddisferà tali criteri». Chiede inoltre alla Commissione di continuare a promuovere il dialogo nell’ambito degli scambi commerciali di prodotti tessili tra l’Unione europea e la Cina e nell’ambito del meccanismo di dialogo economico e commerciale di alto livello, vigilando sulle importazioni di prodotti tessili di origine cinese. Esprimendo preoccupazione per il lavoro minorile e per le condizioni lavorative e i diritti dei lavoratori in Cina, i deputati la esortano a migliorare le condizioni di lavoro al fine di portarle al livello delle norme di base dell´Oil, a ratificare la convenzione sulla libertà di associazione e sulla protezione del diritto di organizzazione e a moltiplicare gli sforzi per combattere le cause di fondo del lavoro minorile per porvi fine. Chiedono poi alle imprese europee che operano in Cina di applicare le norme internazionali più elevate e le migliori prassi nell’ambito della responsabilità sociale delle imprese in relazione ai lavoratori e all’ambiente. I deputati esprimono profonda preoccupazione per l´elevato tasso d´inquinamento causato dall’industria cinese e per il crescente consumo di risorse naturali, in particolare di quelle ricavate da fonti non sostenibili. Consapevoli della corresponsabilità europea al riguardo, «visto che una parte considerevole della produzione industriale cinese è di proprietà di società europee», esortano la Cina ad assumersi le proprie responsabilità, dando un contributo a livello mondiale alla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra e alla lotta ai cambiamenti climatici. Infine, il Parlamento si compiace del ravvicinamento tra la Cina e Taiwan. Infatti considera Taiwan, che è il quarto partner commerciale più importante dell´Unione europea in Asia, «come entità economica e commerciale» e ne appoggia la partecipazione, in qualità di osservatore, alle competenti organizzazioni internazionali. .  
   
   
PARLAMENTO EUROPEO: CASO BATTISTI: IL BRASILE TENGA CONTO DELLA SENTENZA ITALIANA  
 
Bruxelles, 9 febbraio 2009 - Il Parlamento europeo confida che il riesame della decisione sull´estradizione di Cesare Battisti terrà conto della sentenza emessa in Italia nel pieno rispetto dei principi di legalità. Rileva poi che l´attribuzione dello status di rifugiato deve basarsi sui principi internazionali e che il rifiuto dell´estradizione, motivata da insufficienti garanzie dei detenuti in Italia, manifesta sfiducia nei confronti dell´Ue che, con i suoi Stati membri, è invece fondata sul rispetto dei diritti fondamentali. Approvando con 46 voti favorevoli, 8 contrari e nessuna astensione una risoluzione sostenuta da Ppe/de, Pse, Alde e Uen, il Parlamento osserva che in Brasile è ancora in corso un procedimento giudiziario e che la decisione definitiva sarà probabilmente pronunciata nelle prossime settimane. Ma «confida che il riesame della decisione sull´estradizione di Cesare Battisti terrà conto della sentenza emessa» dall´Italia «nel pieno rispetto dei principi di legalità su cui si fonda l´Unione europea». In proposito, ricorda che Cesare Battisti «è stato condannato in contumacia con sentenze definitive emesse dalle autorità giudiziarie italiane per aver commesso quattro omicidi, oltre che per banda armata, rapine, detenzione di armi e atti di violenza a mano armata». Ricorda inoltre che la Francia - dove era fuggito nel 1990 - aveva autorizzato la sua estradizione in Italia e che il ricorso presentato da Cesare Battisti presso la Corte europea dei diritti dell´uomo contro la sua estradizione in Italia «è stato dichiarato inammissibile». Per i deputati, la decisione del governo brasiliano di negare la sua estradizione e di attribuire a Cesare Battisti lo status di rifugiato politico sostenendo «che il sistema giudiziario italiano non fornisce sufficienti garanzie per quanto attiene al rispetto dei diritti dei detenuti», «può essere interpretata come una manifestazione di sfiducia nei confronti dell´Unione europea». In proposito, sottolineano invece che l´Ue è fondata sul rispetto dei diritti fondamentali e della legalità, incluso il rispetto dei diritti dei detenuti, e che tali principi «sono condivisi da tutti gli Stati membri». Rilevando poi che l´attribuzione dello status di rifugiato politico «deve rispondere alle norme definite dal diritto internazionale», il Parlamento auspica che «le autorità brasiliane possano prendere una decisione basata sui principi comuni che il Brasile e l´Unione europea condividono». E ricorda che il partenariato tra l´Ue e il Brasile è fondato sul riconoscimento reciproco che entrambe le parti rispettano la legalità e i diritti fondamentali, compreso il diritto alla difesa e il diritto a un processo giusto ed equo. Mario Mauro (Ppe/de, It), Cristiana Muscardini (Uen, It), Roberta Angelilli (Uen, It) e Mario Borghezio (Uen, It) sono i deputati italiani intervenuti nella discussione in Aula. Il resoconto stenografico del dibattito sarà presto disponibile sul sito del Pe (si veda il link in calce). .  
   
   
SLOVENIA, COLLABORAZIONE ECONOMICA CON MACEDONIA  
 
Lubiana, 9 febbraio 2009 - Il primo ministro macedone Nikola Gruevski è intervenuto ad una conferenza imprenditoriale sloveno-macedone ospitata dalla Camera di Commercio e Industria Slovena. Lo rende noto il sito web del governo sloveno. Gruevski ha affermato che i due Paesi hanno relazioni politiche eccellenti, mentre c´è ancora spazio per sviluppare i rapporti economici bilaterali. Secondo Gruevski, le maggiori opportunità si trovano nel settore dell´energia, perché la Macedonia ha un grande potenziale di fonti di energia solare, eolica e idrica. .  
   
   
SERBIA, CRESCE DEFIT COMMERCIALE  
 
Belgrado, 9 febbraio2009 - Nel 2008 è cresciuto il deficit commerciale della Serbia, che nel 2008 è stato di 8,2 miliardi di euro, il 15,2 per cento in più rispetto al 2007. Le esportazioni - secondo quanto riporta il sito informativo B92. Net. - hanno totalizzato 7,4 miliardi di euro (aumentando del 15,5 per cento annuo), mentre le importazioni hanno realizzato la cifra di 15,6 miliardi di euro (il 15,3 per cento in più rispetto al 2007). Il principale partner per le esportazioni è stata la Bosnia-erzegovina, mentre per le importazioni è stata la Russia. .  
   
   
AUSTRIA, UNICREDIT RINVIA DECISIONE SU AIUTI STATO  
 
Vienna, 9 febbraio 2009 - Unicredit Bank Austria, la principale azienda di credito del Paese, ha annunciato qualche giorno fa di rimandare a fine marzo la decisione su una eventuale richiesta di un aiuto da parte dello Stato. .  
   
   
LUBLINO (POLONIA): IL VENETO SOTTOSCRIVE INTESA CON VOIVODATO SU ECONOMIA, FORMAZIONE PROFESSIONALE, SANITA’, TURISMO  
 
Venezia, 9 febbraio 2009 -Volontà di promuovere lo sviluppo economico, sociale e culturale delle rispettive comunità; nell´intento di instaurare rapporti di amicizia e di collaborazione fra le rispettive popolazioni. Questa la premessa che introduce l’intesa tra Regione Veneto e Voivodato di Lublino (terza regione per importanza della Polonia) che è stata firmata il 5 febbraio nella città polacca da Flavio Silvestrin, Assessore alle Politiche degli Enti locali della Regione Veneto e dal Maresciallo del Voivodato di Lublino Krzysztof Grabczuk. “Si tratta di un importante protocollo d’intesa - ha detto Silvestrin – in tema di cooperazione internazionale che pone le basi per una collaborazione a tutto campo tra il Veneto e la regione polacca di Lublino”. In particolare, il protocollo d’intesa si riferisce ai seguenti ambiti: sviluppo di rapporti tra istituzioni in ambito educativo e culturale; iniziative nell’ambito di gemellaggi tra Enti locali; pianificazione del territorio, in considerazione dei rispettivi pregi ambientali e naturalistici; sviluppo di rapporti tra Università e centri di ricerca, per realizzare scambi nel settore della ricerca scientifica e dell’innovazione tecnologica; scambio di conoscenze ed esperienze nell’ambito delle attività produttive, con particolare riguardo per le piccole e medie imprese (Pmi); scambio di informazioni ed esperienze nel settore della formazione professionale e manageriale, nel turismo, nello sport e negli scambi giovanili, nell’organizzazione del sistema sanitario, nel settore delle infrastrutture, dei servizi di trasporto e delle comunicazioni“. L’atto d’intesa tra Veneto e Lublino durerà cinque anni. Tra l’altro, per quanto riguarda lo sviluppo della collaborazione commerciale tra Veneto e Lublino, l’intesa prevede che le parti favoriscano le condizioni per organizzare, ciascuna sul proprio territorio, periodiche mostre e fiere per la promozione reciproca e la pubblicità di beni e servizi prodotti nei rispettivi territori. Nel corso della sua visita l’Assessore Silvestrin ha avuto un incontro con i rappresentanti della Fiera internazionale di Lublino per verificare le possibilità di cooperazione e partecipazione nelle fiere commerciali, e all’Università di tecnologia di Lublino dove ha incontrato i rappresentanti dell’Ateneo per discutere di cooperazione nel campo delle energie rinnovabili. .  
   
   
EUROPA, CHIODI: SERVONO PROGETTI DI QUALITA´ PRESIDENTE A PESCARA: APPRENDIAMO CON PIACERE VISITA HUBNER  
 
L´aquila, 9 febbraio 2009 - "Dobbiamo perseguire, innanzitutto, obiettivi qualitativi. Servono progetti affidabili, proposte credibili di nuove iniziative di sviluppo perché ci troviamo di fronte una sfida troppo importante. La macchina amministrativa della Regione è a disposizione degli enti e delle forze imprenditoriali che intendono attingere alle risorse europee". Sono parole del Presidente della Regione Abruzzo, Giovanni Chiodi, pronunciate in apertura dei lavori del convegno "In Abruzzo l´Europa funziona" per la presentazione del Programma Operativo Regionale "Fondo europeo di sviluppo regionale (Por-fesr) 2007-2013" che si è svolta il 5 febbraio a Pescara nella sede dell´ex Aurum. Il programma promuove l´innovazione del sistema produttivo e l´attrattività del territorio "per meglio competere sui mercati globali". Le aree principali di intervento individuate per sostenere la crescita della regione sono "Ricerca e innovazione per la competitività delle imprese abruzzesi" per un totale di circa 136milioni di euro; "Energia", per interventi mirati a migliorare l´efficienza energetica e la produzione di energia da fonti rinnovabili per oltre 36 milioni; "Società dell´informazione" per potenziamento delle infrastrutture della banda larga nelle aree montane e il miglioramento dei servizi per circa 50milioni di euro; "Sviluppo territoriale" destinato a ridurre gli squilibri territoriali per un importo di oltre 111 milioni di euro. Tra le attività, sostegno ai programmi integrati di sviluppo urbano Pisu per i Comuni capoluogo e valorizzazione dei territori montani Pit-organismo intermedio Province. Il Presidente Chiodi, nel suo intervento ha rivolto parole di benvenuto a Patrick Amblard, capo unità della direzione generale delle politiche regionali presente al convegno e ha riferito di aver appreso con piacere della visita in Abruzzo, prevista per il mese di maggio, di Danuta Hubner, commissario europeo alle politiche regionali. Ricerca e innovazione per la competitività del sistema abruzzese, energia, società dell´informazione e sviluppo del terriritorio sono le aree principali del Programma Operativo Regionale Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (Por-fers) 2007-2013. Ad illustrarle nel dettaglio, Giovanna Andreola, autorità di gestione del Programma e dirigente del servizio attività internazionali della Regione Abruzzo. Patrik Amblard, capo unità della Direzione generale Politiche regionali della Commisione Europea, ha confermato che la programmazione 2000-2006 sta facendo registrare una buona capacità di spesa che rassicura sul raggiunguimento da parte della Regione dell´obiettivo del 100%. Inoltre, Amblard ha parlato di una sufficiente capacità di mobilitazione delle risorse nonostante la complessità di strumenti come i Pit, Programmi Integrati Territoriali, gestiti dalle Provincie. C´è stato, per di più, un forte impulso per far ripartire il Docup mentre è emersa qualche carenza nel sistema dei controlli e l´auspicio è che la nuova programmazione possa giovarsi di una più attenta fase preparatoria. Le chiavi del successo del Programma saranno la rapidità nella pubblicazione dei bandi, una spesa indirizzata qualitativamente e con tempeastività ed una razionale capacità di rendicontazione. Infine, un dato: l´anticipo sulle spese 200-2013 è aumentato del 2,5% rispetto allattuale 5%, portando il totale al 7,5% con la finalità di accelerare la spesa: per l´Abruzzo si tratta di un importo pari a circa 10,5 milioni di euro. Una grande occasione per vincere la sfida della competitività. Così il vice presidente della Regione ed assessore allo Sviluppo Economico, Alfredo Castiglione, vede il Por-fesr 2007-2013. "Occorre attivare un´integrazione reale tra imprese, istituzioni, Università, mondo della ricerca per generare un nuovo sviluppo nel territorio regionale - ha detto Castiglione - e dobbiamo avere l´ambizione di pensare in grande pur restando con i piedi per terra. Creare filiere, poli e piattaforme di eccellenza nella ricerca può essere utile nell´ottica di favorire l´accesso ai fondi strutturali ma saranno determninante accedere ai fondi a bando. Questo - ha continuato Castiglione - significa stimolare lo spirito di iniziativa e le professiionalità del mondo imprenditoriale. Tocca, però, alla classe dirigente creare le giuste opportunità affinche queste qualità possano emergere attraverso un´autentica azione sinergica con gli operatori economici che vivono da vicino il territorio". Le ingenti risorse che provengono dall´Europa, secondo il vice presidente, possono rappresentare nuova linfa vitale per le nostre imprese "ma occorre definire il modello socio-econimoco che vogliamo costruire in Abruzzo ed allora penso alla politica del credito, ai servizi, al sostegno alle piccole e medie imprese. Resta da attivare un´unica programmazione ed articolarla al meglio". Innovazione e coraggio sono le voci chiave per una strategica visione d´insieme secondo Mauro di Dalmazio, assessore al Turismo ed alla Cultura. "Innovazione e coraggio devono però essere asssititi dalla complementarietà delle scelte. L´abruzzo - ha sottlineato l´assessore - in questo momento, si gioca gran parte delle possibilità di sviluppo ed ognuno deve fare la propria parte. Il nostro obiettivo, in particolare, sarà quello di ampliare la platea degli attori sociali che possono partecipare seguendo le linee strategiche disegnate. Solo in questo modo - ha concluso - si riuscirà ad evitare la dispersione delle risorse. Serve, comunque, una programmazione chiara e concertata per permettere a realtà come gli enti locali, i Comuni in particolare, di cogliere le opportunità straordinarie che questo Programma riserva". "Si chiede un impegno celere di risorse finanziarie e di snellimento delle procedure burocratiche ma poi si registrano ritardi dovuti alla incapacità della classe dirigente - ha affermato Angelo Di Paolo, assesore ai Lavori pubblici-. Questo significa che il nostro sistema ha ancora un retaggio borbonico. Da parte nostra - ha aggiunto c´è l´impegno a misurarci con attenzione con lo spessore delle risorse che ci provengono dall´Unione Europea. Per quanto mi riguarda, difesa del suolo ed interventi sugli agglomerati urbani sono alcune delle priorità. Certo, scontiammo carenze di fronte ad una realtà in lenta dissoluzione nell´ambito del dissesto idrogeologico. Manca ancora una capacità sulla programmazione e siamo consapevoli che quando ci rivolgiamo ai Comuni con interventi ordinari, non diamo risposte concrete e risolutive al territorio". Sullo stessa lunghezza d´onda l´assesore alla Protezione Civile, Daniela Stati, che ha parlato di "un settore rivolto non soltanto alle emergenze ma soprattutto allo studio ed alla prevenzione dei rischi. Rispetto alle tematiche ambientali - ha sottolineato - negli ultimi tempi, l´immagine della nostra terra non è più quella della regione verde d´Europa, anche alla luce delle clamorose vicende di Bussi. Occorrerà lavorare molto anche sulla comunicazione per recuperare credibilità ma soprattutto si dovrà fare leva sulle intelligenze migliori e sulla qualità dei progetti per risalire la china. Noi, da parte nostra, assicureremo alle classe imprenditoriale disponibilità al dialogo e trasparenza". .  
   
   
METODO E CONCERTAZIONE PER CRISI ABRUZZO  
 
 Pescara, 9 febbraio 2009 - Si è concluso con un inno unanime ad avere una visione comune delle problematiche da affrontare, l´incontro che l´assessore al Lavoro, Paolo Gatti, ha tenuto il 5 febbraio, nella sede di Via Rieti, con le organizzazioni datoriali. Dopo il Tavolo inaugurato due giorni fa con i sindacati, infatti, l´Assessore ha inteso subito proseguire il percorso conoscitivo della realtà economica abruzzese. Invito accolto favorevolmente dai rappresentanti delle varie categorie, che in mumerosi hanno partecipato. "Ringraziamo l´assessore Gatti - hanno dichiarato - per essersi premurato di incontrarci a pochi giorni dal suo insediamento. E sin da ora accogliamo il suo monito a far fronte comune per affrontare la grave crisi che colpisce la nostra regione. Una crisi che purtroppo non risparmia nessuno dei settori che rappresentiamo - hanno commentato - e che solo unendo le forze, forse, riusciremo ad arginare. Questi primi passi mossi dall´Assessore - hanno aggiunto - sono sintomaci di un atteggiamento serio e responsabile e di un modus operandi che ci fa ben sperare". Ed è proprio sul metodo di lavoro che Gatti ha voluto porre l´accento. "Il punto saliente è il metodo - ha infatti spiegato - cioè la comprensione da parte di tutti gli attori isituzionali e sociali e di tutta la classe dirigente abruzzese che per un anno o forse due abbiamo bisogno di una grande coesione, di chiarezza procedurale e di concertazione vera. Ho garantito ai sindacati la ricostituzione del Cicas per le crisi aziendali di settore - ha ribadito - ma occore mettere in piedi uno strumento in più, una Task force che ci possa permettere di immaginare un futuro a più lunga gittata". Seppure in termini generali, molti sono stati gli argomenti sollevati, dalla legge regionale sull´artigiato al sistema impresa che vive di grandi ritardi, dagli ammortizzatori sociali all´apprendistato professionalizzante, dalla riduzione della spesa al settore costruzioni che ha visto scomparire oltre sette mila lavoratori e chiudere numerosi cantieri. "Ho raccolto i primi spunti sulle reali condizioni che vivono i vari ambiti produttivi, e sugli strumenti operativi - ha riferito Gatti - e già dalla prossima settimana - ha anticipato - si comincerà a lavorare". Presenti all´incontro le seguenti associazioni di categoria : Confindustria, Api-confapi, Cna, Confcommercio, Confesercenti,coldiretti, Abi, Ania, Confagricoltura, Cia, Copagri,confartigianato, Casartigiani, Claai, Cila, Acai, Ance. .  
   
   
IL GOVERNO BLOCCA I FONDI PER LE OPERE COLLATERALI DEL G8 IN SARDEGNA  
 
Cagliari, 9 Febbraio 2009 - Il Governo ha bloccato l’operatività dell’ordinanza firmata il 29 agosto 2008 dal Presidente del Consiglio dei Ministri, Silvio Berlusconi, con la quale venivano impegnati 10 milioni di euro dei fondi Fas resi disponibili dalla Regione per il completamento dei lavori di potenziamento dell’aeroporto di Olbia e l’adeguamento della viabilità di accesso allo scalo gallurese, opere previste nel Protocollo d’intesa del 10 luglio 2008 siglato dal Presidente della Regione, Renato Soru, e dal Presidente Berlusconi. Il Vicepresidente della Regione, Carlo Mannoni, il 6 febbraio ha inviato una lettera al Ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, prendendo atto della nota n. 0002015 con la quale il Dipartimento per lo Sviluppo economico e la coesione economica informava la Regione che non sono più disponibili quei fondi. "Si apprende in via ufficiale – scrive il Vicepresidente Mannoni nella nota – che l’ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri non è più operativa, dal momento che il legislatore ha ridefinito il quadro degli interventi relativi al G8, e che l’utilizzo delle risorse Fas 2007–2013 da assegnare alla Regione Sardegna non può essere autorizzato in assenza di una nuova delibera Cipe che confermi l’ammontare di risorse destinate alla Regione". "Il venir meno della disponibilità finanziaria di 10 milioni, su cui la Regione poteva contare, rende ora prive di copertura due importanti opere. In particolare non può essere realizzata la nuova viabilità di accesso all’aerostazione, per un importo di 7 milioni 400mila euro e, soprattutto, viene meno la copertura finanziaria che avrebbe consentito lo spostamento di un tratto della S. S. 125 che oggi interferirebbe con la nuova pista di volo quale prolungamento della pista attuale", spiega Mannoni nella nota. Con quei fondi, però, verrebbero a mancare anche quelli (ben più consistenti) riguardanti tutte le altre opere legate all’evento del G8. Non più operativa l’ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri, si registrano effetti ancor più gravi per tutte le altre opere, alla cui copertura finanziaria contribuiva lo stanziamento di 522 milioni di euro stanziato dall’ordinanza stessa, vale a dire: 470 milioni di euro - Rete Fondamentale della Sardegna: S. S. 597–199 Sassari - Olbia (realizzazione della nuova 4 corsie); 10 milioni di euro - Lavori di deviazione della S. S. 125 in prossimità dell’aeroporto di Olbia e lavori di connessione della S. S. 199 alla stazione portuale; 2 milioni di euro - S. S. 125 "Orientale Sarda", in prossimità di Olbia, e messa in sicurezza del ponte sul Rio Padrongianus; 10 milioni di euro - Nuova stazione Ff. Ss. Passeggeri di Olbia e arretramento dal centro urbano; 30 milioni di euro - Porto Torres: realizzazione del molo di levante. Nel Protocollo d’intesa sottoscritto nel novembre 2008 dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, dal Coordinatore istituzionale per il Grande evento del G8, dal Coordinatore della Struttura di missione, dal Presidente della Regione Sardegna, dal Presidente dell’Enac e dall’Amministratore delegato della Geasar Spa, la Regione interveniva con un apporto finanziario di 10 milioni di euro a valere sui fondi resi disponibili dall’ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri, che liberava risorse finanziarie per le opere collaterali al G8 pari a 522 milioni di euro "quale anticipazione a valere sulle attribuzioni del programma attuativo Fas 2007–2013". Tutto ciò, sottolinea il Vicepresidente Mannoni, "si pone in palese contrasto con alcune recenti e ripetute dichiarazioni della Presidenza del Consiglio dei Ministri che, in merito ai lavori relativi alla realizzazione della nuova Sassari–olbia a 4 corsie, per i quali sono state già bandite le gare d’appalto relative agli 8 lotti ed effettuata la prequalificazione delle imprese, parrebbero invece confermare la vigenza del relativo finanziamento". "Nel sottolineare l’estrema gravità per la Sardegna della mancata messa a disposizione di una importante fonte finanziaria, peraltro già attribuita alla Regione con la deliberazione n. 166/2007 del Cipe, si comunica che non si è in grado in questo momento di reperire fonti finanziarie alternative che consentano di supplire al venir meno del citato finanziamento di 10 milioni di euro destinato al potenziamento dell’aeroporto di Olbia ed all’adeguamento della relativa viabilità di accesso. E ciò anche in ragione dei poteri di ordinaria amministrazione che in questo momento sono attribuiti alla Giunta regionale". .  
   
   
FEDERALISMO: OK DELLE REGIONI PER CAMBIARE IL TESTO AL SENATO SU PEREQUAZIONE E MEZZOGIORNO  
 
Roma, 9 febbraio 2009 - La Calabria e il Molise hanno chiesto alle altre Regioni italiane di ‘bocciare’ la novità della ‘perequazione infrastutturale’ introdotta dal Senato nell’articolo 21 della legge delega sul federalismo fiscale. “È più che preoccupante la modifica del testo, che Governo e Regioni avevano concordato, sul sistema della perequazione che ha l’essenziale compito di riequilibrare le zone più povere e svantaggiate dell’Italia ed in particolare del Mezzogiorno. Con il voto del Senato è stato licenziato un modello di federalismo fiscale che rappresenta un vero esproprio di risorse per le aree del paese storicamente più arretrate. Sono soddisfatto che tutti i presidenti delle Regioni concordino sulla totale revisione del nuovo articolo 21 quando la proposta di legge delega sarà votata dalla Camera”. Questo il commento del vicepresidente della Calabria, Domenico Cersosimo, durante la riunione della Conferenza delle Regioni, che ha iniziato ad esaminare il testo sul federalismo fiscale licenziato dal Senato La Calabria insieme al Molise ha evidenziato le due criticità presenti nel nuovo articolo 21 sulla ‘perequazione infrastrutturale’. La prima attiene la cancellazione del vincolo costituzionale per l’attribuzione delle risorse al riequilibrio territoriale (previsto all’articolo 119, comma V, della Costituzione). La seconda mette in discussione anche l’attuale chiave di riparto 85% al Mezzogiorno e 15% al Centro-nord, una disposizione programmatica diventata norma con il decreto 185/2008. Ci sono poi anche questioni di metodo. Infatti, la procedura per la ‘perequazione infrastrutturale’ si sovrappone e probabilmente elimina competenze vigenti per la programmazione economico-finanziaria degli interventi infrastrutturali. Tutto viene accentrato su alcuni Ministeri, eliminando i passaggi ed i confronti con le Regioni e gli organismi governativi deputati (Conferenza Stato-regioni e Cipe). “Ma l’esproprio non è tutto - ha detto Cersosimo - perché questa concezione della perequazione invece di innovare il paese con il federalismo fiscale ci riporta indietro come nazione. È una concezione datata delle infrastrutture e della modernizzazione. Il riequilibrio delle aree deboli, in un mondo aperto e globale, non può essere fatto esclusivamente di infrastrutture tradizionali. L’italia, se vuole uscire da questa crisi mondiale, deve valorizzare anche ciò che di meglio può offrire il Mezzogiorno: capitale umano ed innovazione. Pertanto, se vogliamo stare al passo coi tempi ed essere competitivi occorre investire anche nelle cosiddette infrastrutture immateriali: conoscenza, banda larga, ricerca. Solo così si coglie le potenzialità di crescita del Mezzogiorno”. .  
   
   
VERTICE IN FRANCIA SULLE PERIFERIE, VALIANTE: "UN MILIARDO E MEZZO DI EURO PER SVILUPPO URBANO E WELFARE IN CAMPANIA NELLA PROGRAMMAZIONE 2007 – 2013  
 
Napoli, 9 febbraio 2009 - E´ di un miliardo e mezzo di euro la spesa prevista in Campania fino al 2013 per lo sviluppo urbano collegato al welfare e alla qualità della vita. L´annuncio è stato dato dal vicepresidente della Regione Campania ed assessore ai Rapporti con i Paesi del Mediterraneo Antonio Valiante nel corso del vertice francese svoltosi il 6 febbraio a Dreux con il ministro alla Politica della Città Fadela Amara. L´incontro era dedicato al tema del rapporto città – periferie e questione sociale ed alle politiche pubbliche di settore in programma nel futuro su questi versanti. La Campania è stata l´unica regione italiana invitata a partecipare alla riunione. "Nella programmazione 2000 – 2006 – ha sottolineato Valiante – la Regione Campania ha finanziato prevalentemente interventi di riqualificazione urbana. Ora passiamo alla seconda fase, nella quale lo sviluppo urbano è direttamente collegato alla qualità della vita e ad aumentare la coesione sociale". "In tal senso, le risorse individuate dovranno assicurare adeguati livelli di erogazione dei servizi essenziali alla popolazione, investendo sulla promozione delle infrastrutture e dei servizi per la prima infanzia, consolidando il sistema di assistenza domiciliare integrata e ripristinando la sicurezza sociale e la legalità nei centri urbani e nelle periferie". "Queste politiche vanno sviluppate in concertazione con le autonomie, che sono i soggetti istituzionali deputati sul territorio a realizzare gli interventi". "E´ nostra intenzione inoltre realizzare ampie reti partenariali, a partire dalle città ed i paesi della Riva Sud nord- africana con appositi protocolli di intesa al fine di facilitare le politiche di integrazione che sono centrali per queste realtà. Siamo consapevoli che il futuro si gioca sullo sviluppo delle periferie, e su esse serve lo sforzo di tutti i Paesi europei e mediterranei", ha concluso Valiante. .  
   
   
LA MANOVRA ANTICRISI IN PUGLIA: TAVOLO TECNICO CON LE BANCHE.  
 
Bari, 9 febbraio 2009 - Passi avanti nell’attuazione del protocollo d’intesa sottoscritto il 28 gennaio scorso dalla Regione Puglia (attraverso gli Assessorati allo Sviluppo economico, alla Solidarietà e al Territorio) e dal Sistema bancario pugliese. Si è insediato il 6 febbraio il tavolo tecnico con le banche per definire nel dettaglio gli impegni già sottoscritti nel Protocollo. Parteciperavano, con la Regione Puglia, gli Istituti di Credito che hanno siglato l’accordo: Banca Popolare di Bari, Banca Popolare di Puglia e Basilicata, Banca Popolare Pugliese, Federazione delle Banche di Credito Cooperativo. Al centro dell’incontro le questioni più rilevanti per risollevare le imprese e le famiglie dalla scarsa liquidità nella quale sono precipitate per effetto della crisi globale e per la stretta nella concessione del credito da parte banche. Ciascuno degli Istituti di Credito dovrà comunicare il plafond di impieghi, cioè dei finanziamenti che, grazie alle iniziative attivate dal Protocollo, verrà riservato al sistema produttivo pugliese (“Più impieghi in meno tempo”). Per poter fornire “Più garanzie, più credito e a minori costi”, le banche si impegneranno a sviluppare accordi con il sistema regionale dei Confidi, che poi dovranno renderle pubbliche. Gli Istituti di Credito, inoltre, dovranno perfezionare la conoscenza dettagliata dei regimi di aiuto regionali e realizzare entro 90 giorni prodotti monomarca o di sistema che presentino una precisa integrazione con gli aiuti regionali e con il sistema della garanzia mutualistica e statale (“Più credito e più prodotti con i nuovi aiuti della Regione Puglia”). Altro argomento da definire durante il tavolo, la pianificazione di un accordo aggiuntivo che permetta alle Piccole e Medie Imprese pugliesi di smobilizzare i crediti vantati nei confronti della Pubblica Amministrazione regionale e locale. Durante il tavolo si definiranno anche alcune aspetti legati al “Programma persone”. In particolare le parti dovranno individuare ogni utile modalità per valutare il merito creditizio di un cittadino che non possiede “informazioni certificate” perché non ha una storia creditizia e non è in grado di prestare garanzie. Infine le banche insieme con la Regione dovranno definire un percorso che consenta di sostenere i soggetti più deboli nell’accesso a forme di micro-credito individuale. “Stiamo accelerando i passi successivi dell’Attuazione del Protocollo - spiega il Vice Presidente della Regione Puglia e Assessore allo Sviluppo economico Sandro Frisullo - per garantire il più presto possibile alle imprese e alle famiglie la liquidità di cui hanno bisogno. Di fronte alla crisi che non aspetta, sentiamo il dovere di procedere senza indugi per venire incontro alle necessità del sistema produttivo e di tutti i cittadini pugliesi”. Il tavolo è stato aperto anche alle Associazioni di Categoria ed ai Confidi. .  
   
   
CONCORSI: CONCLUSO IL PRIMO NELLA STORIA DELLA REGIONE PUGLIA, PER 25 FUNZIONARI  
 
Bari, 9 febbraio 2009 - La Regione Puglia ha dal 6 febbraio 25 nuovi funzionari. Si sono infatti concluse o le prove del concorso per funzionari categoria D, con l’approvazione delle graduatorie. Si tratta del primo concorso pubblico bandito dalla Regione per l’assunzione di personale che si conclude, nella storia ultratrentennale dell’ente. Saranno in 25 ad essere assunti, meno dei 30 posti a disposizione “segno – conferma l’assessore alla Trasparenza e al Personale, Guglielmo Minervini – del rigore delle procedure” . “Sembra incredibile – spiega Minervini - eppure è realtà. Il primo dei concorsi pubblici banditi dalla Regione Puglia si è concluso. Con un percorso di assoluta trasparenza e di rigore selettivo, in poco più di un anno e mezzo, stiamo dimostrando che si può entrare nell’amministrazione regionale dalla porta principale, quella del merito e non dell’amicizia e della raccomandazione. A beneficiare dell’apporto di nuove e qualificate competenze saranno così il territorio e i cittadini. Non è stato facile il percorso che ci ha condotti a questo traguardo: inenarrabili resistenze di ogni tipo, dai numerosi contenziosi alle ripetute delazioni, hanno continuamente cercato di impedirlo. Ora la strada è aperta. Non resta che concludere tutte le altre selezioni oggi in fase di avanzato svolgimento e proseguire. Continueremo fino a rendere normale, assolutamente normale, l’accesso pubblico nell’amministrazione regionale fondato sul merito. Era la nostra sfida. Una sfida che la Puglia attendeva da anni”. In allegato, il verbale conclusivo e una tabella riepilogativa dei concorsi in atto in Regione. Concorso bandito il 22 marzo 2007 per n. Posti 60 posti di categoria D e 70 posti da dirigente. Candidati iscritti a tutti i concorsi n. 27. 603 così suddivisivi: Posizioni lavorative messe a concorso n. Posti iscritti Presenti alla I preselezione (esterni) * Ammessi alla Ii preselezione (esterni) * * Ammessi e partecipanti alle prove scritta (interni ed esterni) Ammessi alle prove orali (interni ed esterni vincitori Funzionari Categoria D1 30 tutti esterni 8. 989 1. 646 316 150 su 271 partecipanti La commissione sta procedendo alla valutazione degli elaborati Funzionari Categoria D3 30 tutti esterni 5. 475 946 65 44 su 58 partecipanti 25 Dirigenti area legislativa e amministrativa 22 di cui 11 riservati al personale int. 4. 725 1. 038 157 133 su 349 partecipanti La commissione sta procedendo alla valutazione degli elaborati Dirigenti area economia, lavoro, sviluppo e innovazione tecnologica 20 di cui 10 riservati al personale int. 4. 460 1. 016 179 106 su 354 partecipanti In fase di definizione Dirigenti area socio- sanitaria 12 di cui 6 riservati al personale int. 1. 642 312 50 57 sui 93 partecipanti 23 Dirigenti area territorio e infrastrutture 16 di cui 8 riservati al personale int. 2. 303 555 78 82 su 171 partecipanti la prova è stata fissata per il 16 febbraio 2009 * la partecipazione è possibile solo da esterni (anche per il personale regionale) * * il bando prevedeva che gli interni fossero direttamente ammessi alla seconda preselezione pertanto, la colonna degli “ammessi alla seconda preselezione” è dato dal totale di chi ha superato la I selezione più gli interni . .  
   
   
FIRMATO ACCORDO PER FRONTEGGIARE CRISI OCCUPAZIONE VENETO  
 
Venezia 9 febbraio 2009 - “Noi siamo quelli che agiamo e facciamo le cose, non i proclami”. Lo afferma Elena Donazzan, assessore regionale alla Formazione ed al Lavoro, in occasione della sottoscrizione dell’Accordo quadro sulle linee guida per fronteggiare la crisi occupazionale del Veneto, siglato il 5 febbraio a Palazzo Balbi tra la stessa Regione e le parti sociali. “Questo accordo- sottolinea Donazzan- non è la semplice reiterazione dei precedenti, ma è un accordo di ordine generale, destinato a fronteggiare le crisi in atto anche con strumenti innovativi, con misure regionali che, da un lato, sono connesse all’approvazione della nuova legge in discussione in Consiglio regionale e, dall’altro, mirano ad essere sinergiche con i provvedimenti che stanno adottando a livello nazionale”. “Le linee guida- prosegue l’Assessore - definiscono misure concrete che la Regione intende adottare sia con risorse proprie che con risorse del Fondo sociale europeo, sia con l’assunzione di ulteriori strumenti per la maggiore efficacia di sostegno al reddito”. Gli obiettivi generali che si intende raggiungere sono l’estensione delle tutele, l’utilizzo ottimale degli strumenti ordinari e straordinari e la coerenza nell’utilizzo degli stessi strumenti, il sostegno al rilancio delle imprese, il Piano di politiche attive del lavoro e la prevenzione degli abusi. Si è deciso: 1. Estensione delle tutele: si tratta di assicurare a tutti i lavoratori coinvolti nei processi di crisi un sostegno al reddito adeguato per ammontare e durata. In via di prima approssimazione, fatti salvi i trattamenti di miglior favore, si indica come obiettivo generale da raggiungere una durata dell’intervento complessivo per la maggior parte dei lavoratori interessati fino ad un massimo di 14 mesi (3 di sospensione, 3 di cigs in deroga, 8 di ds ordinaria). 2. Utilizzo ottimale degli strumenti ordinari e straordinari: si punta ad ottimizzare l’impiego delle risorse finanziarie disponibili, mediante una razionale combinazione dei trattamenti ordinari e dei trattamenti in deroga ed il ricorso aggiuntivo a fondi comunitari, regionali e mutualistici. 3. Coerenza nell’utilizzo dei vari strumenti: si deve assicurare che il ricorso ai diversi strumenti disponibili sia coerente con la loro natura e funzione e con gli obiettivi condivisi. In tal senso bisogna distinguere e porre in sequenza logica (1) il ricorso alle sospensioni per temporanea mancanza di lavoro, (2) la sospensione per crisi strutturale, (3) la messa in mobilità (223 – 236) per riduzione totale o parziale di personale, licenziamento plurimo o individuale per giustificato motivo oggettivo, (4) risoluzione del rapporto per scadenza del termine. Nei primi due casi l’obiettivo sarà quello di tenere legato il lavoratore all’impresa nella prospettiva di una ripresa, nel terzo e nel quarto caso viceversa si tratta di accompagnare il lavoratore verso un nuovo impiego. 4. Sostegno al rilancio delle imprese: occorre evitare che le difficoltà congiunturali portino alla cessazione delle attività ed alla distruzione di posti di lavoro, sostenendo l’impegno delle imprese e dei lavoratori ad avviare piani di rilancio, anche attraverso processi per l’innovazione e la competitività delle imprese. A tale scopo si intende modellare uno specifico intervento del fondo Fse Asse 1 - Adattabilità. Si punta, altresì, in accordo con le parti sociali a promuovere un intervento integrato dei fondi interprofessionali per la formazione continua (ex art. 118, L. 388/2000 – ex art. 12 D. Lgs. 276/2003), finalizzato a favorire i percorsi di riqualificazione professionale dei lavoratori durante la fermata produttiva. 5. Piano di politiche attive del lavoro: si tratta di sostenere con adeguate risorse aggiuntive i processi di riqualificazione e le politiche di reimpiego dei lavoratori che perdono l’occupazione. La proposta è quella di destinare maggiori risorse alla “politiche attive di reimpiego”, da attivare tramite i centri per l’impiego ed altri organismi accreditati. Si propone un approccio integrato che, combinando l’uso degli ammortizzatori e le risorse messe in campo, realizzi un sistema di convenienze tra lavoratori e imprese orientato alla ricollocazione. L’azione si integra con l’obiettivo 2, in quanto le somme erogate al lavoratore sotto forma di dote sono utili sia a sostenere il reddito, sia ad acquisire servizi di ricollocamento. A tale scopo si intendono finalizzare specifici interventi ed orientare i progetti di formazione per disoccupati nell’ambito dell’Asse 2 - Occupabilità del Por-fse. 6. Prevenzione degli abusi: va fatto ogni sforzo per prevenire e contrastare il pericolo di un uso distorto degli ammortizzatori in deroga e di ricorso al lavoro irregolare o sommerso. A tale scopo non è sufficiente un rafforzamento dell’attività di vigilanza, ma si reputa necessario definire, nel contesto di un sistema di convenienze, un impianto procedimentale lineare e trasparente. Occorre strutturare un percorso semplice, non burocratico ma rigoroso, presidiato dai servizi per l’impiego, per assicurare il rispetto non formale della disponibilità dei lavoratori ai percorsi di reinserimento. La proposta è quella di utilizzare il “patto di servizio” con i centri per l’impiego, già positivamente sperimentato, la cui stipula costituisca un prerequisito sia per accedere agli ammortizzatori in deroga, sia per beneficiare delle “doti”, con la previsione di un impianto sanzionatorio efficace ed effettivo. .  
   
   
REGIONE LIGURIA, LAVORO 50 MILIONI PER FINANZIARE MISURE URGENTI PER FRONTEGGIARE LA CRISI AIUTI AI LAVORATORI ED INCENTIVI ALLE IMPRESE PER IL LAVORO  
 
Genova, 9 Febbraio 2009 - Contro la crisi economica e l´aumento della disoccupazione, la Regione Liguria destina 50 milioni di euro del Fondo Sociale Europeo a sostegno del mondo del lavoro e delle imprese, promuovendo una serie di interventi volti a favorire il reinserimento delle persone espulse dal mercato e la stabilizzazione dei lavoratori precari. Lo ha deciso questa mattina la giunta regionale, su proposta dell´assessore alle Politiche attive del lavoro e dell´occupazione Enrico Vesco e del vicepresidente Massimiliano Costa, approvando un "Piano straordinario di interventi a sostegno dell´occupazione a seguito della crisi in atto". In dettaglio, si tratta di azioni specifiche che comprendono formazione e riqualificazione di disoccupati, incentivi alle imprese per stabilizzare i lavoratori precari e contributi per la promozione dell´occupazione giovanile. "Vogliamo intervenire immediatamente per fronteggiare questa crisi - dichiara il vicepresidente Costa - che in Liguria troverà i suoi momenti più difficili nei prossimi mesi. Attraverso azioni formative, politiche attive per il lavoro, interventi utili alle persone e alle imprese, la Regione ha messo in atto quattro linee di intervento per rispondere a tutte le necessità urgenti". 1) La prima linea, già impostata e denominata Coniugare al futuro, è rivolta alla stabilizzazione dei lavoratori precari e al superamento del lavoro nero. Si è già affidato all´Agenzia Liguria Lavoro la predisposizione del progetto e si sono stanziati 15 mln di euro. 2) Le Borse formative per il lavoro, per cui si stanziano 15 mln di euro, sono destinate a promuovere il reinserimento lavorativo delle persone in Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria e consistono nell´assegnazione di borse di formazione per esperienze lavorative presso datori di lavoro disponibili ad assumere il lavoratore ed accompagnate da ulteriori interventi integrativi (rimborso spese per ogni lavoratore, contributi alle imprese ospitanti per attività di assistenza e "tutoraggio", aiuti alle imprese per assunzione a tempo indeterminato per almeno tre anni). 3) Gli interventi formativi per una nuova occupazione intendono sostenere l´inserimento di lavoratori che hanno perso l´occupazione attraverso percorsi integrati di formazione (accrescimento di competenze anche tramite voucher individuali, progetti integrati di creazione di impresa) accompagnati da ulteriori interventi integrativi a favore delle imprese che assumono nuovi lavoratori. Per questa misura si stanziano altri 15 mln di euro. 4) L´ultima misura è definita in 5 mln di euro e orientata a promuovere una stabile occupazione giovanile: verranno riconosciuti sgravi contributivi per ogni assunzione a tempo indeterminato a favore di aziende, società di capitali, società di persone, ditte individuali, cooperative, imprese sociali, Onlus, liberi professionisti. "Queste misure - spiega l´assessore alle Politiche attive del Lavoro Enrico Vesco - si sono rese necessarie per fare fronte alla crisi che sta colpendo anche la nostra regione, dove nel 2008 si è registrato un aumento del tasso di disoccupazione rispetto al 2007. In questo modo - prosegue l´assessore - cerchiamo di trovare delle soluzioni utili a evitare che la crisi abbia ripercussioni troppo pesanti sul mondo produttivo ligure". In tutto sono quindi 50 milioni di euro, subito utilizzabili, che potranno supportare azioni per oltre 10. 000 persone complessive. "A Roma - conclude Costa - si stanno affrontando queste problematiche tra il Governo e le Regioni, ma in Liguria si è preferito agire subito". .  
   
   
LA PROVINCIA DI MATERA PUNTA SULLA INTERNAZIONALIZZAZIONE  
 
Matera, 9 febbraio 2009 - Competitività, Innovazione e Cooperazione. Sono queste le linee guida dei progetti che la Provincia di Matera ha candidato ai bandi europei Interreg Ivc. I programmi Interreg sono iniziative comunitarie che promuovono la cooperazione fra regioni del territorio comunitario e degli stati confinanti, per realizzare uno sviluppo sostenibile ed equilibrato e migliorare, così, l’integrazione. “Le proposte che abbiamo candidato al nuovo bando Interreg – ha dichiarato l’assessore alle Politiche comunitarie della Provincia di Matera, Giovanni Ianuzziello – hanno come obiettivo la riduzione del divario esistente tra le regioni europee attraverso il trasferimento delle buone pratiche in materia di innovazione ed il coinvolgimento di attori istituzionali e non, europei e del territorio regionale e provinciale”. “Sono tutte attività finalizzate allo sviluppo delle imprese – ha proseguito Ianuzziello - appartenenti a filiere, settori, comparti o sistemi produttivi considerati strategici in un ambito locale o regionale. L’obiettivo dei nostri progetti è quello affrontare e risolvere nodi critici, diseconomie e di innalzare il livello di conoscenza e la cultura imprenditoriale di gruppi di imprese appartenenti ad una stessa filiera, settore, comparto o sistema produttivo individuato”. “Nel corso di questi ultimi anni – ha concluso il presidente della Provincia, Carmine Nigro – abbiamo sviluppato una notevole esperienza nel settore delle politiche comunitarie. Esperienza che siamo riusciti a trasformare in strumenti capaci di avviare l’internazionalizzazione delle nostre realtà imprenditoriali. Perché solo recuperando la dimensione internazionale dei mercati e sviluppando sinergie con i nostri partner più vicini, potremo mettere in campo azioni forti e risolute per contrastare la crisi”. .  
   
   
ALLUVIONE DEL 22 OTTOBRE IN SARDEGNA: IN APPALTO I LAVORI PER LE RETI IDRICA E FOGNARIA  
 
Cagliari, 9 Febbraio 2009 - Il Vicepresidente della Regione, Carlo Mannoni, in qualità di Commissario delegato per l’emergenza alluvione del 22 ottobre 2008, ha firmato un’ordinanza con la quale approva il "progetto preliminare dei lavori indifferibili, urgenti e di pubblica utilità di ´Ripristino della funzionalità del servizio idrico integrato nei Comuni colpiti dall’alluvione del 22 ottobre 2008´, redatto dalla società Abbanoa in attuazione dell’ordinanza n. 3 del 25 novembre 2008". L’importo complessivo dell’intervento è di cinque milioni di euro, suddivisi in tre comparti: uno di 341mila euro, a saldo delle spese affrontate per i lavori più urgenti nei giorni dell’alluvione; uno di tre milioni 997mila euro per la realizzazione della nuova rete per il servizio idrico e fognario; infine, un comparto per la manutenzione straordinaria delle reti e degli impianti, le cui spese ammontano a 662mila euro. Abbanoa, gestore del servizio idrico integrato in Sardegna, è stata incaricata quale soggetto attuatore: provvederà alla realizzazione degli interventi di ripristino della funzionalità del sistema idrico integrato, avviando con immediatezza le procedure per l’espletamento della gara d’appalto con procedura aperta per l’affidamento. Per contrarre i tempi di realizzazione della gara per l’affidamento dei lavori, il termine per la presentazione delle offerte è fissato in 10 giorni decorrenti dalla data di pubblicazione del bando di gara nel sito di Abbanoa e in quello della Regione. .  
   
   
IMPRENDITORI CENTRO-EST EUROPA A UDINE  
 
Trieste, 9 febbraio 2009 - Sedici operatori del settore meccanica dell´area Centro-est europea (Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca, Ucraina e Romania) parteciperanno al prossimo ´incoming´ del comparto, a Udine, dal 9 al 13 febbraio. L´arrivo in Friuli rientra nel "Progetto Centro & Est Europa: fare business nel mercato comune", sostenuto dall´Assessorato alle Attività produttive della Regione Friuli Venezia Giulia attraverso la legge regionale 1 del 2005 per favorire il processo di internazionalizzazione delle imprese, gestita dalla Camera di Commercio di Udine in collaborazione con il sistema camerale regionale. L´incoming si aprirà con un primo workshop, martedì 10 febbraio, alle 9. 30, all´Hotel "La di Moret" (Sala Moret). I lavori saranno introdotti dal vicepresidente della Cciaa udinese Marco Bruseschi. La permanenza della delegazione si snoderà poi attraverso incontri ´B2b´ (business-to-business) con nostri imprenditori selezionati, visite ad aziende e centri di ricerca; parte del gruppo, in base agli interessi specifici, il 12 febbraio si sposterà a Pordenone per la fiera Samulegno. L´incoming mira dunque a promuovere l´internazionalizzazione delle piccole e medie imprese regionali attraverso la creazione di contatti commerciali e produttivi, ed è disegnato su misura per imprese dei comparti "macchine per la lavorazione del legno", "refrigerazione/condizionamento" e "utensileria eccanica". I profili degli operatori stranieri sono disponibili su richiesta per le aziende partecipanti. Per info: Ufficio Internazionalizzazione, tel 0432. 273218-295, fax 0432. 503919, mail progetti. Info@ud. Camcom. It . .  
   
   
FEDERLAZIO: PRESENTATA INDAGINE CONGIUNTURALE DEL 2° SEMESTRE 2008  
 
Roma, 9 febbraio 2009 - Nel corso di una conferenza stampa svoltasi, il 5 febbraio 2009, presso il Caffè Canova di Piazza del Popolo a Roma, la Federlazio ha presentato l´Indagine Congiunturale sullo stato di salute delle Pmi del Lazio relativa al secondo semestre 2008. I risultati dell´indagine sono stati illustrati dal Presidente della Federlazio Maurizio Flammini e dal Direttore Generale Giovanni Quintieri. Se mai vi fosse qualche dubbio sulla reale entità della crisi in atto e sugli effetti che si stanno producendo sulla Pmi l´indagine Federlazio lo ha decisamente fugato. L´onda lunga della crisi finanziaria è ormai decisamente approdata sulle nostre coste e sulle Pmi in modo particolare. Le stime sul Pil nazionale 2008 (Unioncamere: – 0,2% e Bankitalia: – 0,5%) e sul 2009 (Bankitalia: – 2%) danno bene la percezione ciò che è accaduto, e di ciò che potrà accadere. In particolare, per il Lazio le stime Unioncamere parlano per il 2008 di un tasso di crescita sostanzialmente uguale a 0 e per il 2009 di una decrescita dello 0,1%, con riflessi pesanti sull´occupazione, come emerge dal dato puntuale di dicembre che segnala picchi eccezionali della cassa integrazione ordinaria (2. 056. 881 ore). I risultati dell´indagine campionaria svolta dalla Federlazio riflettono appieno questo clima ed anzi, sotto questo profilo non consentono equivoci. Le imprese denunciano per il Ii semestre del 2008 un calo drastico di tutti gli indicatori. Ad esempio, quelli che denunciano una diminuzione degli ordinativi arrivano al 42% del campione, contro solo il 27% di sei mesi fa e il 23% di un anno fa, facendo toccare al saldo tra coloro che li hanno visti aumentare e coloro che li hanno visti diminuire quota –26, contro solo –4 del semestre scorso. Di conseguenza anche la dinamica occupazionale all´interno delle imprese ne risente, al punto che il saldo tra le imprese che segnalano un aumento dell´occupazione e quelle che segnalano una flessione assume un valore così negativo come non era mai successo negli ultimi anni (- 5 rispetto a + 10 di sei mesi fa e a + 14 di un anno fa). Se poi andiamo a vedere dentro la dinamica degli ordinativi, notiamo che la contrazione riguarda gli ordini provenienti dall´Ue (saldo a – 33) ancor più di quelli provenienti dall´Italia (saldo a – 22), forse perché la nostra domanda interna era già piuttosto depressa. E´ chiaro dunque che al di là della crisi generale, i dati pongono in evidenza anche una difficoltà specifica del nostro sistema, che consiste nella difficoltà di relazionarsi adeguatamente con i mercati internazionali. Su questo la Regione ha varato una legge che va nella giusta direzione ma che ha bisogno di molte più risorse. Un altro importante dato riguarda una delle questioni più cruciali ovvero l´accesso al credito. A tale proposito la quota di coloro che nell´ultimo semestre hanno giudicato l´accesso al credito più difficoltoso rispetto al periodo precedente è salita dal 19% al 33%, il risultato peggiore degli ultimi anni. Da qui l´esigenza di ripensare tutta la politica del credito a partire dai Confidi fino ad arrivare alla Bil. Per quanto riguarda infine le aspettative per il prossimo semestre, esse risultano tutt´altro che positive. Il sentimento che anima gli imprenditori interpellati è che la crisi sia solo all´inizio e che ancora dovranno prodursi ulteriori effetti nefasti sull´economia. Se poi a tutto questo aggiungiamo alcune particolarità che riguardano: le difficoltà delle imprese che prima erano creditrici di Alitalia e che non sanno ancora se e quando rientreranno in possesso dei loro crediti, ma soprattutto sanno che difficilmente vedranno rinnovarsi le loro commesse da parte di Cai; la mancata chiusura della vicenda riguardante gli hub di Fiumicino e Malpensa; la crisi di alcune camere di commercio – strumenti fondamentali di governance delle economie locali – come Roma e Latina, con Viterbo che si appresta a rinnovare il suo consiglio; i ritardi dei pagamenti da parte della P. A. E delle grandi imprese (ad es. Alitalia e non solo) che continuano ad influenzare negativamente l´operatività di gran parte del nostro tessuto produttivo, anche se qualche segnale in questa direzione l´ultima finanziaria regionale sembra averlo dato; la situazione di grande difficoltà delle imprese dell´indotto Fiat di Cassino; la situazione che si sta determinando con il progressivo completamento dei lavori della centrale Enel di Civitavecchia nel tessuto delle imprese locali; la crisi che sta attraversando quella che doveva essere un´importante infrastruttura per il sistema produttivo di questo territorio, come la nuova Fiera di Roma: allora forse è giunto il momento di pensare a fare della sopravvivenza e del rilancio della Pmi una grande, centrale, strategica questione nazionale cui dedicare il massimo dell´impegno, dell´intelligenza, delle risorse. .  
   
   
MAMME E FIGLI PER IL LAVORO: CONCORSI TRASPARENTI  
 
Potenza, 9 febbraio 2009 - “Le mamme e figli per il lavoro si attiveranno affinché i dubbi e i sospetti ingenerati sulla questione dei bandi dei concorsi regionali per gli esterni, relativi al malcostume delle prassi ipotizzate, siano cancellati”. Lo afferma, in un comunicato stampa, l’associazione “Mamme e figli per il lavoro” a seguito di un articolo pubblicato su un quotidiano. “Questa regione – si legge nella nota - non ha bisogno di sospetti che scoraggiano i giovani che si propongono alla partecipazione di un pubblico concorso. Le mamme e i figli per il lavoro sanno benissimo che si tratta di un numero esiguo di posti per concorrenti esterni ma, queste selezioni debbono essere considerate come un elemento di inizio di un nuovo corso politico-amministrativo alla Regione Basilicata. Alla luce di quanto detto e nel timore di una sempre maggiore diffidenza e futura delusione da parte di migliaia di persone che, riteniamo, vorranno partecipare alle selezioni, l’associazione sottolinea l’urgenza di pubblicare immediatamente i bandi relativi all’assegnazione di voucher per tirocini formativi altamente qualificati, dal momento che l’iter burocratico è stato espletato e sono stati stanziati i fondi (art. 44 Finanziaria regionale 2009) per centinaia di giovani diplomati e laureati lucani. In definitiva occorre rimuovere il concetto di scetticismo, che è stato insinuato da qualcuno, invece c’è bisogno, da parte dei giovani, della consapevolezza delle conoscenze, competenze e capacità individuali”. .  
   
   
RAFFORZATO IL RUOLO DELLA CONSULTA FEMMINILE DEL LAZIO  
 
Roma 9 febbraio 2009 - Più poteri alla Consulta femminile regionale del Lazio. “Da ora in poi la Consulta potrà esprimere parere sulle proposte di legge attinenti a tutte le materie che potranno avere interesse dal punto di vista della “differenza di genere”, sugli strumenti di programmazione generale e di settore della Regione”. Lo ha detto Luisa Laurelli coordinatrice del coordinamento delle Elette della Regione Lazio, dopo che l’aula del consiglio regionale ha approvato a maggioranza la proposta di legge regionale che modifica la legge che nel 1976 istituì la Consulta femminile regionale. “Si potrà inoltre proporre agli organi consiliari iniziative da sottoporre al Parlamento – ha spiegato Laurelli - dirette a tutelare i diritti della donna e a promuovere le pari opportunità, promuovere l’istituzione di un organismo di raccordo tra le Presidenti degli organismi regionali di pari opportunità e curare la banca dati dei talenti femminili che si sono contraddistinti nei diversi ambiti. Resterà in carica 4 anni – ha concluso Laurelli - e dovrà essere rinnovata entro il termine di 90 giorni dalla data di decadenza della precedente evitando così periodi di “vacatio” come accaduto finora”. “Il testo approvato in aula è il frutto di un intenso lavoro svolto dalla Consulta in carica e dal Coordinamento delle elette. L’atto snellisce la normativa e rende più cogente la funzione della Consulta”. E’ quanto dichiara Luisa Laurelli, Coordinatrice del Coordinamento delle Elette della Regione Lazio, dopo che l’Aula del Consiglio Regionale del Lazio ha approvato a maggioranza la proposta di legge regionale che modifica la legge che nel 1976 istituì la Consulta Femminile Regionale. .