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Notiziario Marketpress di Lunedì 23 Febbraio 2009
IL PRESIDENTE CECO VACLAV KLAUS CRITICA UN´INTEGRAZIONE PIÙ STRETTA DELL´UE  
 
Bruxelles, 23 febbraio 2009 - Intervenendo in Aula, il Presidente ceco Vaclav Klaus ha sostenuto che il Trattato di Lisbona aumenterebbe il deficit democratico dell´Ue e che sarebbe un errore rafforzare i poteri del Parlamento europeo e ridurre quelli degli Stati membri. Per Pöttering tali opinioni sono espressione della molteplicità delle visioni in Europa e, rilevando come in democrazia sia la maggioranza a vincere, ha osservato che, in un parlamento del passato, Klaus non avrebbe potuto tenere un simile discorso. Ascoltato l´inno europeo, il Presidente Pöttering ha dato il benvenuto al Presidente ceco Vaclav Klaus, rilevando che il Parlamento europeo è la rappresentanza democratica dei cittadini dell´Europa unificata. Ha poi osservato che la Repubblica ceca è sempre stata al cuore dell´Europa e ha contribuito alla sua storia. Ha quindi detto di apprezzare il ruolo della Repubblica ceca nell´Ue, accentuato ora dalla Presidenza di turno. In proposito, ha evidenziato che la ratifica, a grande maggioranza, del trattato di Lisbona da parte del Parlamento ceco, sottolinea la disponibilità della Presidenza a contribuire a un iter positivo delle ratifica del trattato, che «è indispensabile per affrontare le grandi sfide del Xxi secolo». Il Presidente si è poi detto preoccupato per le attuali tendenze protezionistiche, rilevando invece i benefici di un mercato unico libero e aperto. Ha quindi concluso sottoscrivendo l´appello del Presidente Klaus ai suoi cittadini di partecipare numerosi alle prossime elezioni europee, poiché sono «estremamente importanti». Dopo aver ringraziato per l´invito, Vaclav Klaus ha sottolineato come il Parlamento europeo sia una delle istituzioni chiave dell´Ue, che riunisce rappresentanti di 27 paese appartenenti a un´Unione europea che, da cinquanta anni, è «un´esperienza unica e, in principio, rivoluzionaria». Ricordando poi che tra meno di tre mesi il suo paese celebrerà i cinque anni dell´adesione all´Ue, ha affermato che lo farà «con dignità» e, a differenza di altri nuovi Stati membri, senza dimostrare delusione per le aspettative non realizzate. Ha infatti spiegato che le attese ceche «erano realiste» e che era noto che non si trattava di un´adesione «a un´utopia». La possibilità di partecipare all´integrazione europea, ha proseguito, è stata presa come un´occasione per beneficiare dei vantaggi offerti dall´Europa e per contribuire al processo: «ci assumiamo la nostra parte di responsabilità nello sviluppo dell´Unione europea». Il Presidente ha poi spiegato che «non vi sono alternative all´adesione» all´Ue e che nessuna forza politica del suo paese la mette in dubbio. Per questa ragione si è detto «sgradevolmente imbarazzato» per gli attacchi «infondati» verso la Repubblica ceca circa la sua presunta volontà di trovare un altro gruppo d´integrazione cui aderire. L´integrazione europea, ha proseguito, ha per missione di eliminare «le barriere inutili e controproducenti per la libertà umana e la prosperità» riguardo alla circolazione di persone, beni, servizi, idee e filosofie politiche. Deve inoltre gestire progetti comuni che non possono essere raggiunti dai singoli Stati. Il Presidente ha tuttavia affermato che le decisioni prese a Bruxelles «sono sicuramente più numerose di quanto sarebbe ottimale». In proposito ha posto una domanda retorica ai deputati: «siete sicuri, quando votate su una questione, che questa debba essere risolta in questa sala e non invece in un posto più vicino ai cittadini e, dunque, all´interno degli Stati membri?». L´attuale retorica «politicamente corretta», ha insistito, evidenzia altri effetti possibili dell´integrazione che sono «piuttosto secondari» e che «rappresentano le ambizioni di uomini politici professionisti e delle persone a loro legate anziché gli interessi dei cittadini comuni». D´altra parte, ha ammesso che, benché l´adesione fosse l´unica alternativa, «i metodi e le forme d´integrazione europea offrono molte varianti possibili e legittime». A suo parere «è quindi sbagliato considerare lo stato attuale dell´organizzazione istituzionale dell´Ue come un dogma» ed è altrettanto sbagliato «supporre che il solo futuro possibile dell´integrazione europea, postulato a priori e non criticabile, debba essere "un´Unione sempre più stretta" o l´integrazione sempre più profonda degli Stati membri». E l´imposizione di questo approccio «è inaccettabile». Inoltre, ha proseguito, «è chiaro che qualsiasi modifica istituzionale dell´Ue non è un obiettivo in sé ma il mezzo per raggiungere dei veri obiettivi», tra i quali figura «un´organizzazione economica che possa garantire la prosperità, come l´economia di mercato». A suo parere, è questo quanto chiedono coloro «che hanno vissuto sotto l´oppressione del comunismo e che hanno combattuto contro un´economia pianificata organizzata dallo Stato». Il sistema decisionale attuale dell´Ue, ha aggiunto il Presidente, «è diverso da quello che è stato confermato dalla storia della democrazia parlamentare classica . Dove vi è una parte che sostiene il governo e l´altra all´opposizione». A suo parere, «ciò non esiste nel Parlamento europeo . Dove è imposta una sola alternativa mentre chi la pensa diversamente è considerato un avversario dell´integrazione europea». Riferendosi alla distanza tra i cittadini e l´Europa, ossia il deficit democratico, il Presidente ha affermato che i progetti di modifica dell´assetto istituzionale, come la Costituzione europea o il trattato di Lisbona, «aumenterebbero ulteriormente questo difetto». Inoltre, «essendo assente un popolo europeo la soluzione non consiste nemmeno nel rafforzare i poteri del Parlamento europeo». Ciò, ha insistito, «potrebbe aumentare il problema alienando ancora di più i cittadini dalle istituzioni europee». A questo punto, diversi deputati si sono alzati e hanno lasciato l´Aula. La soluzione, ha proseguito il Presidente, non consiste neanche nel «melting pot dell´integrazione europea, né nella riduzione del ruolo degli Stati membri sotto il motto di una società europea multiculturale e multinazionale». Ha quindi affermato di temere che «il tentativo di accelerare e approfondire l´integrazione e di trasferire a livello europeo ulteriori decisioni che riguardano i cittadini degli Stati membri possa minacciare tutti i risultati positivi ottenuti dall´Europa negli ultimi cinquanta anni». Il successo dell´Ue, ha proseguito, sta anche nel fatto che «l´opinione e la voce di ogni Stato membro hanno avuto finora la stessa importanza, al momento del voto, e sono state ascoltate». Ha quindi ammonito che se i cittadini non si riconoscessero più nel progetto europeo «ci potremmo ritrovare molto facilmente e rapidamente ai tempi di cui abbiamo l´abitudine di dire che appartengono a un passato lontano». Ciò, ha proseguito, è legato anche alla questione della prosperità: «il sistema economico attuale dell´Ue è quello dell´oppressione del mercato e del rafforzamento continuo della gestione centrale dell´economia». Ha quindi osservato che «nonostante la Storia abbia dimostrato che non si tratta della giusta direzione, la stiamo riprendendo di nuovo». Il Presidente ha poi affermato che la crisi finanziaria ed economica «non è stata una crisi del mercato . Ma è stata causata dalla manipolazione politica del mercato» e, in proposito, ha ricordato nuovamente «l´esperienza storica della nostra parte dell´Europa e le lezioni che ne abbiamo tratto». La soluzione, ha insistito, consiste unicamente «nella liberalizzazione e la deregolamentazione dell´economia europea». Il Presidente ha quindi concluso sottolineando l´esigenza che «una discussione libera su tali questioni non sia considerata come un attacco all´idea stessa dell´integrazione europea». Abbiamo sempre creduto, ha proseguito, «che la democrazia autentica, che ci è stata negata per quaranta anni, è giustamente fondata sul diritto di dibattere apertamente sulle questioni gravi, di essere ascoltati e di difendere la possibilità di ciascuno di presentare il proprio parere anche se è diverso». Lo scambio libero delle idee e delle opinioni, ha aggiunto, «è una condizione essenziale della democrazia . E costituisce il solo modo per rendere l´Unione europea più libera, più democratica e più prospera». Il Presidente Pöttering, rivolgendosi a Vaclav Klaus, ha rilevato che egli ha parlato al Parlamento europeo come aveva auspicato e che «in un parlamento del passato non avrebbe potuto tenere questo discorso». «Grazie a Dio - ha aggiunto - viviamo in una democrazia europea in cui ognuno può esprimere la propria opinione». Il Presidente ha poi affermato che «siamo una famiglia europea dove, come in tutte le famiglie, ci sono punti di vista diversi». Ha in seguito sottolineato che se il Parlamento europeo non avesse tutta l´influenza che ha e non fosse co-legislatore sul 75% delle decisioni - che salirebbe a quasi il 100% con il trattato di Lisbona - sarebbe la burocrazia a decidere in Europa». «La sua visita - ha concluso - è espressione della molteplicità delle visioni in Europa . E, come in ogni democrazia, vince la maggioranza». .  
   
   
RAFFORZARE LA POLITICA ESTERA E DI DIFESA DELL´UE  
 
Bruxelles, 23 febbraio 2009 - Il Parlamento chiede più finanziamenti per la politica estera Ue e rileva l´esigenza di una nuova agenda transatlantica che rafforzi la cooperazione Ue/usa, anche per le operazioni di salvataggio di ostaggi rapiti dai terroristi islamici. Auspica poi un maggiore impegno europeo in Medio Oriente, Iraq e Afghanistan. Chiede poi una rapida attuazione della Strategia europea in materia di sicurezza, nonché la costituzione di una Forza armata europea integrata e di un quartier generale Ue permanente. Approvando con 535 voti favorevoli, 71 contrari e 51 astensioni la relazione di Jacek Emil Saryusz-wolski (Ppe/de, Pl), il Parlamento ribadisce anzitutto che la politica estera e di sicurezza comune (Pesc) «deve poggiare sui valori tutelati dall´Unione europea e dai suoi Stati membri», in particolare la democrazia, lo Stato di diritto e il rispetto della dignità della persona, dei diritti umani e delle libertà fondamentali nonché la promozione della pace e di un multilateralismo efficace. Dovrebbe inoltre continuare a porre l´accento sulla lotta al terrorismo, sulla non proliferazione delle armi di distruzione di massa e il disarmo, sul cambiamento climatico e la sicurezza energetica. I deputati sottolineano infatti che l´Ue deve servirsi della Pesc «per difendere gli interessi comuni dei suoi cittadini, fra cui il diritto a vivere in pace e in sicurezza in un ambiente pulito e ad avere un accesso diversificato a risorse vitali come l´energia». Si dicono poi convinti che l´Ue possa operare in modo incisivo «solo esprimendosi con voce unanime, dotandosi di strumenti adeguati, rafforzando ulteriormente la cooperazione con le Nazioni Unite e ottenendo la solida legittimità democratica che deriva dal controllo informato da parte del Parlamento europeo e dei parlamenti nazionali». Deplorano però che la Pesc sia «gravemente sottofinanziata» e ricordano che, per essere credibile e soddisfare le aspettative dei cittadini dell´Ue, essa «deve ottenere risorse commisurate alle sue ambizioni e ai suoi obiettivi specifici». Il Parlamento sottolinea poi che i mesi a venire «offriranno all´Ue un´opportunità unica per definire con la nuova Amministrazione statunitense una nuova agenda transatlantica che copra questioni strategiche di interesse comune». E tra queste indica una nuova governance mondiale «più inclusiva e più efficace fondata su organizzazioni multilaterali più efficaci», la crisi finanziaria, la creazione di nuove istituzioni euroatlantiche e di un vasto mercato transatlantico integrato, misure per affrontare il cambiamento climatico, la sicurezza energetica, la promozione di una pace duratura in Medio Oriente, la situazione in Iran, Iraq e Afghanistan, la lotta al terrorismo e alla criminalità organizzata, la non proliferazione e il disarmo nucleare nonché gli obiettivi di sviluppo del Millennio. Facendo proprio un emendamento proposto dall´Uen, il Parlamento sottolinea poi che, «in relazione al rapimento e all´uccisione di ostaggi da parte dei terroristi islamici», vi è la necessità di una cooperazione e un coordinamento rafforzati in materia di politica antiterrorismo tra gli Stati membri, gli Usa e la Nato. Questi, è precisato, dovrebbero mirare in particolare a migliorare l´efficacia delle operazioni di soccorso lanciate per salvare la vita degli ostaggi. Oltre a deplorare la situazione dei diritti umani in Cina, il Parlamento cita tra le principali fonti di preoccupazione per l´Ue in materia di sicurezza i Balcani occidentali, il Partenariato orientale, la Georgia, la Russia, il Medio Oriente, l´Unione per il Mediterraneo, l´Iraq e l´Afghanistan, e l´Africa. In merito alla Russia, i deputati ribadiscono che nessun partenariato strategico è possibile se i valori della democrazia, del rispetto dei diritti umani e della preminenza del diritto «non sono pienamente condivisi e rispettati» e invitano quindi il Consiglio a porre questi valori «al centro degli attuali negoziati per un nuovo accordo di partenariato e cooperazione». Riguardo al Medio Oriente, il Parlamento ritiene che l´Unione europea dovrebbe assumere un ruolo politico «forte e visibile» nella regione, «commisurato alle risorse finanziarie stanziate», e sollecita il Consiglio a prendere in considerazione tutti i modi possibili di promuovere una pace duratura nella regione, «compreso il dispiegamento di una missione nel quadro della politica europea di sicurezza e di difesa (Pesd)». Accoglie inoltre con favore l´intenzione del Consiglio di rinnovare il mandato della missione di polizia dell´Ue nei territori palestinesi e prende atto della decisione di estendere il mandato della missione di frontiera a Rafah. I deputati ritengono poi che l´Ue «debba rafforzare il proprio impegno con l´Iraq» e sostenere il processo di sviluppo delle istituzioni democratiche, lo Stato di diritto e il rispetto dei diritti umani nonché di promozione del processo di riconciliazione. In tale contesto, valutano positivamente la proroga della missione Eujust Lex e i progressi compiuti in vista della preparazione del primo accordo di commercio e cooperazione della storia fra l´Ue e l´Iraq. Esortano inoltre l´Ue a sviluppare con l´Iraq una relazione più efficace e ad ampio raggio che, oltre a contemplare la questione nucleare, interessi anche la cooperazione in materia di scambi commerciali e di energia e la stabilità regionale. In Afghanistan, l´Ue deve concentrarsi maggiormente sullo Stato di diritto, il buon governo, la prestazione dei servizi fondamentali e lo sviluppo economico e rurale, «anche mediante la promozione di alternative concrete alla produzione di oppio». Inoltre, visto il peggioramento della situazione della sicurezza nel paese, il Parlamento ribadisce «l´urgente necessità» di migliorare la cooperazione tra l´Ue e la Nato per agevolare le attività della missione di polizia dell´Ue in Afghanistan (Eupol). A tale riguardo, si compiace dell´impegno assunto dagli Stati membri dell´Ue di ampliarne l´organico e chiede «il rapido dispiegamento del nuovo personale». Si dice anche persuaso che il successo dell´operazione «sia di grande importanza per il futuro dell´alleanza transatlantica e che, in quest´ottica, tutti gli Stati membri dell´Ue dovrebbero impegnarsi maggiormente ai fini della stabilità in Afghanistan». Approvando con 482 voti favorevoli, 111 contrari e 55 astensioni la relazione di Karl von Wogau (Ppe/de, De), il Parlamento rileva anzitutto che l´Ue «ha bisogno di sviluppare la propria autonomia strategica mediante una politica estera, di sicurezza e di difesa forte ed efficace per difendere i propri interessi nel mondo, proteggere la sicurezza dei propri cittadini, contribuire a un multilateralismo efficace, promuovere il rispetto dei diritti dell´uomo e dei valori democratici in tutto il mondo e salvaguardare la pace nel mondo». Facendo proprio un emendamento del Pse, condivide inoltre la definizione di "responsabilità di proteggere" adottata dall´Onu. Al contempo, rileva l´importanza di garantire un efficace controllo parlamentare sulla politica europea di sicurezza e difesa (Pesd) e segnala che l´Ue non ha nessun obbligo automatico di effettuare missioni Pesd in tutte le situazioni di crisi. D´altro canto, i deputati sottolineano che negli Stati membri «si pensa ancora troppo spesso in termini di interessi di sicurezza nazionali» e, ritenendo ciò «controproducente», sollecitano gli Stati membri a non trascurare la responsabilità comune per la tutela degli interessi europei, «per fare dell´Ue un attore più importante sulla scena internazionale». Ma l´Ue non deve «cercare di divenire una superpotenza come gli Stati Uniti, bensì garantire la propria sicurezza e operare per la stabilità delle zone limitrofe», nonché contribuire a un sistema di sicurezza globale all´interno del quadro Onu. I deputati reputano quindi necessario identificare «gli interessi di sicurezza comuni dell´Ue» e «definire più chiaramente le proprie ambizioni circa il ruolo che intende svolgere nel mondo». Il Parlamento sottolinea poi «l´importanza cruciale» di una piena e tempestiva attuazione della Strategia europea in materia di sicurezza (Ses). Adottata nel 2003, la Ses si concentra sulle principali minacce per l´Unione europea (terrorismo, proliferazione delle armi di distruzione di massa, conflitti regionali, fallimento degli Stati e criminalità organizzata), e individua obiettivi strategici. Proponendo che la Ses sia sottoposta a una revisione quinquennale, in concomitanza con l´avvio di ogni nuova legislatura dell´Ue, rileva la necessità della coerenza fra la nuova Ses e la futura dottrina strategica della Nato. Rinnova poi la richiesta di redigere un Libro bianco sulla sicurezza e la difesa europea quale strumento per avviare un vasto dibattito pubblico e assicurare l´attuazione efficace della Ses. I deputati sottolineano poi che l´Unione europea deve avere mezzi per dare attuazione alle sue politiche e che - oltre al rafforzamento delle sue capacità diplomatiche - «necessita anche delle capacità civili e militari per rafforzare la Pesd e assolvere le proprie responsabilità nel mondo». A loro parere, inoltre, Galileo e Gmes dovrebbero essere impiegati «per fini di sicurezza e difesa». Evidenziando però che gli Stati membri dell´Ue spendono complessivamente oltre 200 miliardi di euro l´anno per la difesa, la metà della spesa militare degli Stati Uniti, rilevano «l´inefficienza e la mancanza di coordinamento con cui tali risorse vengono spese». Sollecitano pertanto un´intensificazione degli sforzi volti ad eliminare «inutili doppioni» fra Stati membri, in particolare ricorrendo alla specializzazione, al pooling, alla condivisione delle capacità esistenti e allo sviluppo in comune di nuove. In tale contesto, il Parlamento nota che una politica di difesa comune europea «richiede una Forza armata europea integrata, da equipaggiare con sistemi d´arma comuni che assicurino uniformità ed interoperabilità». L´ue deve quindi puntare alla costituzione di un corpo sempre disponibile di 60 mila uomini, basato sull´Eurocorps «rinforzato se necessario da capacità navali ed aeree». Raccomanda poi lo sviluppo della cooperazione fra gli eserciti nazionali «ai fini di un maggiore sincronismo operativo», proponendo di denominare Safe (Synchronized Armed Forces Europe) tale processo e le forze armate coinvolte. In questo contesto, andrebbe anche definito uno statuto europeo del soldato, che disciplini gli standard di addestramento, la dottrina operativa e la libertà di azione sul campo, i diritti e i doveri, come pure il livello qualitativo dell´equipaggiamento, le cure sanitarie e le assicurazioni. Parallelamente, su suggerimento dei Verdi, il Parlamento chiede che la partnership per la costruzione della pace «si trasformi in un Corpo civile di pace europeo». Ritenendo poi che il potenziale di azione autonoma dell´Ue nel quadro della sua politica estera e di difesa vada accresciuto «mediante una riqualificazione mirata delle sue capacità di analisi, pianificazione, guida e intelligence», il Parlamento saluta la decisione del Consiglio europeo di lavorare a una struttura di pianificazione strategica integrata civile-militare per le operazioni e missioni Pesd. Chiede inoltre l´allestimento di un quartiere generale operativo europeo autonomo e permanente, in grado di effettuare pianificazioni strategiche e condurre operazioni e missioni Pesd ed è favorevole all´idea di creare un Consiglio dei ministri della difesa per conferire maggiore coerenza alle varie politiche difensive nazionali. I deputati si dicono infine favorevoli al rafforzamento di un mercato europeo nel settore della difesa e sicurezza e propongono ulteriori iniziative in tal senso nel campo della sicurezza dell´approvvigionamento e della sicurezza dell´informazione. Sostengono inoltre «energicamente» i «programmi coronati da successo come . Eurofighter» e sollecitano ulteriori iniziative in tema di addestramento comune e standard comuni per il personale da dislocare e assegnare alle stesse operazioni civili e militari. .  
   
   
UE/NATO: COOPERAZIONE PIÙ STRETTA PER LA SICUREZZA GLOBALE  
 
Bruxelles, 23 febbraio 2009 - Il Parlamento rileva l´importante ruolo della Nato per la sicurezza dell´Europa e l´esigenza di un partenariato più stretto tra l´Ue e l´Alleanza, anche creando strutture di cooperazione permanenti, contro le minacce alla sicurezza globale. Ma l´Ue deve sviluppare capacità di sicurezza e difesa proprie e istituire un quartier generale permanente. Sollecita poi lo sviluppo congiunto di capacità militari e un migliore coordinamento degli investimenti nella difesa. L´adesione della Russia alle strutture euro-atlantiche potrebbe prefigurarsi se essa diventa un´autentica democrazia. Approvando con 293 voti favorevoli, 283 contrari e 60 astensioni la relazione di Ari Vatanen (Ppe/de, Fr), il Parlamento ribadisce che tutte le democrazie «dovrebbero unire i loro sforzi per la costruzione della stabilità e della pace sotto l´autorità delle Nazioni Unite». Rileva poi che la capacità dell´Ue di costruire la pace «dipende dallo sviluppo di una corretta strategia o politica in materia di sicurezza, che preveda una capacità di azione autonoma e un rapporto di efficiente complementarità con la Nato». Ue e Nato, d´altra parte, dovrebbero «elaborare un approccio globale alla gestione delle crisi», anche perché un partenariato euro-atlantico «forte e saldo» costituisce «la migliore garanzia per la sicurezza e la stabilità dell´intera Europa e per il rispetto dei principi della democrazia, dei diritti umani, dello Stato di diritto e della buona governance». Il Parlamento riconosce infatti «l´importante ruolo svolto dalla Nato», oggi come in passato, nell´architettura di sicurezza dell´Europa. Osserva inoltre che per la maggior parte degli Stati membri dell´Ue l´Alleanza «continua ad essere il fondamento della loro difesa collettiva» e che la sicurezza dell´intera Europa «continua a trarre beneficio dal mantenimento dell´Alleanza atlantica». Pertanto, ai fini della futura difesa collettiva dell´Ue, occorre «il maggior livello possibile di cooperazione con la Nato» e che gli Usa e l´Ue intensifichino le loro relazioni bilaterali e le estendano a temi attinenti alla pace e alla sicurezza. Fermo restando che l´Ue deve «sviluppare capacità di sicurezza e difesa proprie», i deputati ritengono che l´Ue e la Nato potrebbero rafforzarsi vicendevolmente «evitando gli antagonismi e sviluppando una cooperazione più solida nelle operazioni di gestione delle crisi, basata su una divisione pragmatica delle attività». Anche perché la Nato e l´Ue devono impegnarsi a conseguire l´obiettivo comune di lungo termine della costruzione di un mondo più sicuro. Un partenariato ancor più stretto e un rafforzamento del potenziale di base dell´Ue e della Nato, a loro parere, sono quindi necessari per affrontare i rischi legati alla sicurezza nel mondo moderno, quali il terrorismo internazionale, la proliferazione delle armi di distruzione di massa, il collasso di Stati, la criminalità organizzata, le minacce cibernetiche, il degrado ambientale e i connessi rischi di sicurezza. Per permettere alle due organizzazioni di intervenire e apportare un aiuto efficace nell´ambito delle attuali crisi, che richiedono una risposta civile e militare su molteplici fronti, il Parlamento ritiene indispensabile approfondire ulteriormente i rapporti tra la Nato e l´Ue, «creando strutture di cooperazione a carattere permanente, senza tuttavia pregiudicare la natura indipendente e autonoma di entrambe le organizzazioni e senza escludere la partecipazione di tutti i membri della Nato e di tutti gli Stati membri dell´Ue che desiderino associarvisi». Riconosce inoltre l´importanza vitale di un miglioramento delle sinergie fra i servizi di intelligence degli alleati Nato e dei partner dell´Ue. Il Parlamento sostiene l´istituzione di un quartiere generale operativo permanente dell´Ue sotto l´autorità del vicepresidente della Commissione/alto rappresentante, che includa nel suo mandato la pianificazione e la condotta delle operazioni militari Pesd. Anche perché una capacità permanente di pianificazione e comando per le operazioni Ue accrescerebbe l´efficacia e la credibilità di tali operazioni. Inoltre, propone che, d´intesa con la Nato, ogni Stato membro dell´Ue che è contemporaneamente membro dell´Alleanza tenga separate le forze impiegabili per le sole operazioni Ue, «per evitare che il loro dislocamento possa essere bloccato dai membri della Nato che non sono Stati membri dell´Ue». Esortando l´Ue e la Nato a evitare la duplicazione delle operazioni e promuovere la coerenza, i deputati invitano gli Stati membri a mettere in comune, condividere e sviluppare congiuntamente capacità militari, «per evitare sprechi, realizzare economie di scala e rafforzare la base industriale e tecnologica nel settore della difesa». Ritengono inoltre che, oltre all´esigenza di utilizzare molto più efficacemente le risorse militari, un migliore e più efficiente coordinamento degli investimenti nella difesa da parte degli Stati membri dell´Ue dettato da esigenze di sinergia «sia essenziale per gli interessi della sicurezza europea». In tale contesto, chiedono anche «un forte incremento della quota di costi comuni in ogni operazione militare Nato e Ue, ma invitano gli Usa a mostrare maggiore disponibilità a consultare gli alleati europei su questioni attinenti alla pace e alla sicurezza. Approvando un emendamento del Ppe/de e del Pse, l´Aula osserva inoltre che, dopo l´elezione del nuovo Presidente Usa, «si registra un crescente consenso fra le due sponde dell´Atlantico in merito alle sempre minore utilità delle armi nucleari dinanzi alle nuove sfide e un nuovo senso di urgenza circa la necessità di ridimensionare gli arsenali nucleari». In merito alla compatibilità tra l´appartenenza alle due organizzazioni, il Parlamento insiste sul fatto che tutti gli Stati membri dell´Ue debbano partecipare senza discriminazioni alle riunioni congiunte Ue-nato e propone che gli alleati della Nato candidati all´adesione all´Ue siano più strettamente associati ai lavori della Pesd e dell´Agenzia europea per la difesa. Ritiene inoltre essenziale affrontare e risolvere il problema dell´incompatibilità tra lo status di membro della Nato ma non dell´Ue e viceversa, «al fine di non compromettere il funzionamento della cooperazione Ue-nato». Si oppone poi all´ampliamento di un´organizzazione a paesi «la cui adesione non riscuote il consenso della popolazione o che conoscono gravi dispute territoriali irrisolte con i paesi vicini». Infine, i deputati ritengono che, «se e quando la Russia diverrà un´autentica democrazia» rinunciando all´invasione militare come mezzo di pressione sui paesi vicini, la sua cooperazione con l´Ue «potrebbe raggiungere livelli senza precedenti». Tale cooperazione, come richiesto da Ppe/de e Pse, potrebbe anche prefigurare «la prospettiva di un´adesione della Russia a tutte le strutture euro-atlantiche». L´ue e la Nato devono quindi intrattenere un «dialogo franco e realistico» con la Russia sui temi come i diritti umani e la preminenza del diritto, la sicurezza regionale, l´energia, la difesa missilistica, la non proliferazione delle armi di distruzione di massa, la limitazione delle forze armate e la politica spaziale. .  
   
   
UE: SANZIONI, ANCHE PENALI, PER CHI IMPIEGA IMMIGRATI ILLEGALI  
 
Bruxelles, 23 febbraio 2009 - Il Parlamento europeo ha approvato formalmente la direttiva che introduce sanzioni contro i datori di lavoro che impiegano immigrati irregolari nell´Ue. Tali sanzioni dovranno essere pecuniarie (inclusi i costi dell´eventuale rimpatrio), amministrative (ritiro della licenza d´esercizio o chiusura dello stabilimento) e, nei casi più gravi, penali. Gli Stati membri dovranno poi mettere a disposizione meccanismi per agevolare le denunce e garantire adeguate ispezioni sui luoghi di lavoro più a rischio. Con 552 voti favorevoli, 105 contrari e 34 astensioni, il Parlamento ha adottato formalmente una nuova direttiva che, allo scopo di contrastare l’immigrazione illegale, vieta l´assunzione di cittadini di paesi terzi soggiornanti illegalmente e, a tal fine, stabilisce norme minime comuni relative a sanzioni applicabili ai datori di lavoro che violano tale divieto. La direttiva, che va a completare i testi legislativi sul rimpatrio e sulla "carta blu", sarà applicabile 24 mesi dopo la data di pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell´Unione europea. La scorsa sessione, il Parlamento aveva approvato il maxi-emendamento di compromesso negoziato con il Consiglio dal relatore Claudio Fava (Pse, It), ma aveva rinviato l´adozione formale del provvedimento per lasciare il tempo al Consiglio di esaminare e approvare, come poi ha fatto, una dichiarazione comune sul subappalto che sarà ora allegata al testo della direttiva. Obblighi dei datori di lavoro La direttiva impegna gli Stati membri a obbligare i datori di lavoro a chiedere ai cittadini di paesi terzi, prima di assumerli, di presentare il permesso di soggiorno o altra autorizzazione di soggiorno, nonché a tenere o registrare una copia di tali documenti almeno per la durata del periodo di lavoro per poterli esibire durante le eventuali ispezioni delle autorità competenti nazionali. Inoltre, devono essere tenuti a informare le autorità competenti dell’inizio dell’impiego di un cittadino di un paese terzo entro il termine stabilito dagli Stati membri. Questi, peraltro, hanno la facoltà di fissare una procedura semplificata di notifica se il datore di lavoro è una persona fisica che assume a fini privati. Se i datori di lavoro adempiono a queste disposizioni non potranno essere considerati responsabili di aver infranto il divieto di impiegare immigrati clandestini, a meno che non siano al corrente del fatto che il documento presentato è falso. Sanzioni finanziarie, pagamento dei costi di rimpatrio e degli arretrati In forza alla direttiva, gli Stati membri dovranno adottare le misure necessarie affinché i datori di lavoro che impiegano manodopera extra-comunitaria illegale «siano passibili di sanzioni effettive, proporzionate e dissuasive». Queste potranno includere, sanzioni finanziarie che aumentano a seconda del numero di cittadini di paesi terzi impiegati illegalmente e il pagamento dei relativi costi di rimpatrio. Tuttavia, possono essere previste delle sanzioni ridotte per le persone fisiche che impiegano a fini privati e se «non sussistano condizioni lavorative di particolare sfruttamento». I datori di lavoro, inoltre, saranno tenuti a pagare la retribuzione arretrata ai cittadini di paesi terzi illegalmente impiegati, che si presume corrisponda al salario minimo stabilito dalla legge, da accordi collettivi o dalla prassi del settore interessato. Ma dovranno anche versare un importo pari alle tasse e i contributi previdenziali che avrebbero pagato in caso di assunzione legale, incluse le penalità di mora e le relative sanzioni amministrative. Se del caso, dovranno pagare anche tutti i costi derivanti dal trasferimento delle retribuzioni arretrate verso il paese in cui è stato rimpatriato il lavoratore. Gli Stati membri, inoltre, dovranno porre in atto gli appropriati meccanismi affinché i cittadini dei paesi terzi impiegati illegalmente possano presentare domanda e dare esecuzione ad una sentenza nei confronti del datore di lavoro per ogni retribuzione arretrata, anche nei casi di rimpatrio volontario o forzato, e possano ricevere tale pagamento. Norme specifiche sono definite per i casi di subappalto, fermo restando che un appaltante «che ha adempiuto ai suoi obblighi con la debita diligenza come previsto dalla legislazione nazionale non è ritenuto responsabile». Parlamento e Consiglio, in una dichiarazione comune, sostengono che le norme della direttiva relative al subappalto non dovranno pregiudicare altre disposizioni legislative in materia eventualmente adottate in futuro. Sanzioni amministrative: esclusione dalle sovvenzioni, chiusura e ritiro della licenza Gli Stati membri dovranno anche adottare le misure necessarie affinché un datore di lavoro sia anche soggetto, se del caso, all´esclusione dal beneficio di alcune o di tutte le prestazioni, sovvenzioni o aiuti pubblici, compresi i fondi Ue gestiti dagli Stati membri, e dalla partecipazione ad appalti pubblici, per un periodo fino a cinque anni. Potrà inoltre essere imposto il rimborso di alcune o di tutte le prestazioni, sovvenzioni o aiuti pubblici – inclusi fondi Ue gestiti dagli Stati membri – concesse al datore di lavoro fino a 12 mesi prima della constatazione del lavoro illegale. Infine, potrà essere decisa la chiusura temporanea o permanente degli stabilimenti in cui ha avuto luogo la violazione, o il ritiro temporaneo o permanente della licenza d’esercizio dell´attività economica in questione, «se giustificata dalla gravità della situazione». Gli Stati membri, tuttavia, avranno la facoltà di esonerare da queste sanzioni il datore di lavoro che sia una persona fisica che ha assunto a fini privati. Sanzioni penali per i casi più gravi, come l´impiego di minori In forza alla direttiva, gli Stati membri dovranno garantire che la violazione del divieto di assumere immigrati illegali, se intenzionale, «costituisca reato», come previsto dalla legislazione nazionale, se prosegue, oppure è costantemente reiterata, se riguarda l´impiego simultaneo di un numero significativo di cittadini di paesi terzi in posizione irregolare, se è accompagnata da situazioni di particolare sfruttamento, se è commessa da un datore di lavoro consapevole di impiegare una vittima della tratta di esseri umani e, infine, se riguarda l´impiego illegale di un minore. Sono punibili come reati anche l´istigazione, il favoreggiamento e la complicità nella commissione dei succitati atti. Coloro che commettono queste violazioni dovranno essere punibili con sanzioni penali «effettive, proporzionate e dissuasive», da applicare ai sensi della legislazione nazionale fatte salve altre sanzioni o misure di natura non penale. La direttiva prevede anche disposizioni simili per le persone giuridiche, consentendo inoltre agli Stati membri di rendere pubblico un elenco di quelle ritenute responsabili di un siffatto reato. In ogni caso, la responsabilità della persona giuridica non esclude azioni penali contro le persone fisiche che commettano uno di questi reati o istighino qualcuno a commetterli o vi concorrano. Agevolare le denunce, anche da parte di sindacati e Ong La direttiva impone agli Stati membri di rendere disponibili meccanismi efficaci per consentire ai cittadini di paesi terzi impiegati illegalmente di presentare denuncia contro i loro datori di lavoro, sia direttamente sia attraverso parti terze designate dagli Stati membri, quali sindacati o altre associazioni o un’autorità competente dello Stato membro, qualora previsto dalla legislazione nazionale. Anche i terzi aventi un legittimo interesse a garantire che le disposizioni della direttiva siano rispettate potranno avviare tutte le procedure previste, per conto o a sostegno dell´immigrato illegale e con il suo consenso. E´ anche precisato che l´assistenza fornita per presentare denuncia «non dovrebbe essere considerata favoreggiamento di soggiorno illegale». Nei casi in cui il reato riguarda una «situazione di particolare sfruttamento» o l´impiego illegale di un minore, gli Stati membri dovranno definire le condizioni alle quali possono essere concessi, caso per caso, permessi di soggiorno di durata limitata. Garantire adeguate ispezioni, soprattutto nei settori più a rischio Gli Stati membri dovranno garantire che siano effettuate «ispezioni efficaci e adeguate sul loro territorio» per controllare l´impiego di cittadini di paesi terzi in posizione irregolare. Tali ispezioni, è precisato, dovranno basarsi innanzitutto su una valutazione dei rischi effettuata dalle autorità competenti degli Stati membri. Per renderle più efficaci, inoltre, gli Stati membri dovranno identificare periodicamente i settori di attività in cui si concentra nel loro territorio l´impiego di cittadini di paesi terzi soggiornanti illegalmente. Relativamente a ciascuno di tali settori, gli Stati membri, ogni anno entro il 1° luglio, dovranno notificare alla Commissione il numero di ispezioni effettuate l’anno precedente, espresso come numero assoluto o percentuale dei datori di lavoro in ciascun settore, e riferirne i risultati. Revisione della direttiva Entro tre anni dopo la data di applicazione della direttiva, e successivamente ogni tre anni, la Commissione dovrà presentare al Parlamento europeo ed al Consiglio una relazione contenente proposte di modifica delle disposizioni relative al pagamento degli arretrati, alle sanzioni amministrative, al subappalto, all´agevolazione delle denunce e alle ispezioni. La legge italiana: arresto da uno a tre anni e 5. 000 euro di multa per ogni irregolare In Italia, il datore di lavoro che “occupa alle proprie dipendenze lavoratori stranieri privi del permesso di soggiorno…, ovvero il cui permesso di soggiorno sia scaduto e del quale non sia stato chiesto, nei termini di legge, il rinnovo, revocato o annullato” rischia l´arresto da uno a tre anni e un ammenda di 5. 000 euro per ogni lavoratore impiegato. Gli ispettori che constatano il reato devono inoltre inviare un rapporto agli istituti previdenziali per il conseguente recupero contributivo. .  
   
   
GIORNATA EUROPEA EPARTICIPATION 2009  
 
Bruxelles, 23 febbraio 2009 - Il 4 marzo la Commissione europea terrà a Bruxelles (Belgio) la giornata europea eParticipation "Fai sentire la tua voce". Lo sviluppo e l´uso diffuso di nuove e potenti applicazioni delle tecnologie dell´informazione e della comunicazione (Tic) stanno trasformando il paesaggio politico, e iniziano ad offrire ai cittadini maggiori opportunità per discutere e dare voce alle loro opinioni su argomenti di loro interesse e che li riguardano. La giornata europea ePartecipation offrirà l´opportunità per un dibattito ad alto livello sullo stato attuale e le prospettive future. Affronterà le sfide politiche e le soluzioni che le Tic possono offrire. Sarà discusso l´uso delle Tic per assistere i responsabili delle politiche e delle decisioni nel loro lavoro, in particolare per migliorare la comunicazione e capire i loro punti di vista. L´evento affronterà anche i benefici offerti dalle Tic ai cittadini, dando loro più voce nel prendere decisioni, e come le Tic aiutano gli europei a ristabilire un legame con la politica. Per ulteriori informazioni, visitare: http://ec. Europa. Eu/information_society/events/eparticipation/2009/index_en. Htm .  
   
   
CONFERENZA SU "SISTEMI FINANZIARI, EFFICIENZA E STIMOLAZIONE DELLA CRESCITA SOSTENIBILE",  
 
Berlino, 23 febbraio 2009 - Il progetto Fitness, finanziato dall´Ue, organizza a Berlino (Germania) una conferenza su "Sistemi finanziari, efficienza e stimolazione della crescita sostenibile". La conferenza affronterà argomenti come gli ultimi trend nell´integrazione dei mercati finanziari, le dinamiche istituzionali e l´ambiente macroeconomico. I partecipanti discuteranno della progettazione delle politiche economiche nell´ambiente dei mercati finanziari integrati, il rapporto tra i diversi sistemi bancari e la performance economica, e approfondiranno sul comportamento delle diverse istituzioni e partecipanti del mercato. La conferenza riunirà economisti finanziari europei di spicco e rappresentanti delle istituzioni internazionali come la Banca centrale europea e la Commissione europea. Per ulteriori informazioni, visitare: http://www. Finess-web. Eu/publications/finess_conference_%20preliminary_programme. Pdf .  
   
   
BORGHEZIO : L´UE IMPONGA ALLE BANCHE EUROPEE TRASPARENZA SUI TITOLI TOSSICI E AIUTI EFFETTIVI ALLE PME  
 
Bruxelles, 23 febbraio 2009 - L´on. Mario Borghezio ha inviato alla Commissione Europea e al Consiglio l´interrogazione scritta del seguente letterale tenore: "Il recente summit del G7 di Roma non ha purtroppo assunto decisioni atte a far luce completa sulla gravissima realtà rappresentata dai titoli tossici della finanza speculativa; sul piano mondiale, secondo la Banca dei Regolamenti Internazionali, siamo di fronte ad una bolla di derivati per complessivi 63. 000 miliardi di dollari esistenti nelle banche; anche alcune banche europee ospitano nei loro poco trasparenti bilanci titoli tossici. Quali misure si intenda attuare al fine di realizzare, finalmente, piena trasparenza sull´entità dei titoli tossici e delle altre perdite derivate in carico alla banche europee; se non si intenda condizionare ogni e qualsiasi sostegno finanziario alle banche europee sia a tale impegno di trasparenza, sia ad un forte e concreto sostegno, da parte delle banche europee, al sistema del piccole medie imprese, motore dell´economia reale; se non si intenda far luce sull´incidenza, nella crisi finanziario-bancaria attuale europea, dell´enorme attività speculativa dispiegata nei paradisi fiscali siti anche nel territorio dell´Ue. " On. Mario Borghezio Capo delegazione Lega Nord al P. E. .  
   
   
BOLZANO: FONDO SOCIALE EUROPEO, APPROVATO BANDO ANTICRISI  
 
Bolzano, 23 febbraio 2009 - La Commissione provinciale Fondo sociale europeo, presieduta dall’assessore al lavoro Barbara Repetto, ha approvato un bando definito “anticrisi”, con il quale vengono messe a disposizione risorse pari a 13 milioni di euro per interventi urgenti a sostegno delle imprese e dell’occupazione. Gli interventi ammissibili riguarderanno progetti formativi presentati da aziende, associazioni di categoria, enti di formazione e scuole professionali, rivolti a giovani, soggetti in difficoltà di inserimento lavorativo e lavoratori coinvolti nell’attuale crisi economica. "L´obiettivo - spiega la Repetto - è quello di attenuare l´impatto negativo dell´attuale fase recessiva sui soggetti maggiormente a rischio rispetto all´accesso e alla permanenza nel mercato del lavoro". Con il bando "anticrisi" si intende inoltre sostenere la promozione della competitività provinciale, delle piena occupazione e della coesione sociale tramite una serie di misure politiche finalizzate all´innovazione del sistema economico, con particolare riguardo ai sistemi della formazione e del mercato del lavoro. "Vogliamo promuovere l´adattabilità dei lavoratori e delle imprese - prosegue l´assessore al lavoro - e l´innalzamento delle conoscenze e delle competenze del capitale umano, garantendo il più possibile la qualità e la sicurezza dei posti di lavoro. Per i lavoratori colpiti dalla crisi è fondamentale garantire l´opportunità di non perdere contatto con la realtà aziendale, e utilizzare questa fase di rallentamento della produzione per migliorare le proprie competenze e giungere nelle condizioni migliori, e senza conseguenze negative, al momento del successivo reinserimento nel mondo del lavoro". Il bando promosso dal Fondo sociale europeo si aggiunge così agli strumenti che la giunta provinciale sta predisponendo per comporre un quadro organico di interventi in grado ad affrontare le situazione di recessione che sta colpendo diversi settori del tessuto economico altoatesino. .  
   
   
"UN NUOVO PRESIDENTE PER QUALE SOMALIA?"  
 
Milano, 23 febbraio 2009 - l´Ispi - nell´Ambito dell´Osservatorio Africa, costituito con il sostegno del Ministero degli Affari Esteri - promuoverà il prossimo 26 febbraio, alle ore 17. 30, una Tavola Rotonda dal titolo: "Un nuovo presidente per quale Somalia?" L´incontro, che si svolgerà a Palazzo Clerici (Via Clerici, 5 - Milano). Www. Ispionline. It) .  
   
   
ALBANIA, CE CHIEDE MODIFICHE A LEGGE SU TRASPARENZA  
 
Tirana, 23 febbraio 2009 - Il Consiglio d´Europa ha richiamato nei giorni scorsi le autorità albanesi a modificare la controversa legge sulla trasparenza delle cariche pubbliche approvata lo scorso dicembre, informa "Setimes". La presa di posizione del Consiglio è giunta all´indomani della missione a Tirana degli inviati David Wilshire e Jaakko Laakso, incaricati di raccogliere informazioni sul caso. La legge richiede a tutte le autorità pubbliche di sottoporsi a indagini per appurare se abbiano collaborato coi servizi segreti negli anni del regime comunista. In precedenza, la legge aveva ricevuto le critiche di Unione Europea, U. S. A. E Regno Unito. .  
   
   
CROAZIA, SIGLATO ACCORDO PER PROGETTO ADRIATICO  
 
Zagabria, 23 febbraio 2009 - Il ministro delle Finanze croato, Ivan Suker, e Andras Horvai, capo dell´ufficio di Banca Mondiale in Croazia, hanno siglato un accordo relativo ad un prestito da 60 milioni di euro per la seconda fase del Progetto Adriatico per il controllo dell´inquinamento sulle città costiere. Lo rende noto Informest. E´ stato inoltre siglato un accordo secondo il quale il Global Environment Fund finanzierà la Croazia con 6,4 milioni di dollari, che saranno utilizzati nello stesso progetto. Entrambi gli accordi sono stati approvati dal Consiglio della Banca Mondiale a dicembre. Il costo totale della seconda fase del progetto per la protezione contro l´inquinamento delle acque e per i progetti fognari è stimato in 120 milioni di euro. Metà della somma sarà coperta da Banca Mondiale ed il rimanente dal budget statale. Altri finanziatori sono la società per la gestione idrica Hrvatske Vode, le autonomie locali e le utility. Il Progetto Adriatico è nato per migliorare i servizi di gestione delle acque di scarico in 33 città costiere e municipalità in cui attualmente solo il 50 per cento degli abitanti è allacciato al sistema fognario e dove viene trattato solo il 16 per cento delle acque di scolo. .  
   
   
CAMERA DI COMMERCIO SLOVENA SOSTIENE ESPORTAZIONI  
 
Lubiana, 23 febbraio 2009 - La Camera di Commercio Slovena (Gzs) ha annunciato un pacchetto di misure per supportare le aziende che operano sui mercati esteri per mezzo di fondi dell´Ue, promuovendo l´innovazione e lo sviluppo. Lo rende noto il sito internet del governo sloveno. La situazione richiede alle aziende slovene di cercare opportunità su nuovi mercati, ha dichiarato il direttore generale della Gzs, Hribar Milic. Un consiglio strategico per l´internazionalizzazione assocerà 30 direttori delle principali aziende commerciali slovene e verrà fondato agli inizi di marzo 2009. .  
   
   
CROAZIA, 250 MLN DALLA BANCA EUROPEA RICOSTRUZIONE  
 
Zagabria 23 febbraio 2009 - La Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo investirà tra i 125 e i 250 milioni di euro in Croazia entro la fine del 2010, rivela Setimes. Com. Lo ha dichiarato Thomas Mirov, presidente della Bers, nel corso della sua prima visita in Croazia. La Bers organizzerà un summit in Croazia nel 2010 e Mirov ha confermato l´impegno della Banca Europea nei progetti nazionali in Croazia. Dal 1994, la Bers ha investito in Croazia 1,88 miliardi di euro, aiutando il Paese ad attrarre ulteriori 3 miliardi di euro da altre fonti di investimento. .  
   
   
LA SLOVENA GORENJE, PRIMA PER AZIONISTI ESTERI  
 
Lubiana, 23 febbraio 2009 - L´azienda di elettrodomestici slovena Gorenje è la principale in termini di azionariato estero. Gli ultimi dati disponibili, comunicati dal sito internet del Governo sloveno, mostrano che il 17,59 per cento delle azioni di Gorenje appartiene ad azionisti stranieri. Etol, azienda produttrice di aromi ed oli essenziali, segue al secondo posto, con il 15,33 per cento di azionisti esteri; Mercator è al terzo posto, con il 12,28 per cento, seguita dalla Krka, con l´8,11 per cento. Rispetto al 2008, la percentuale di azionisti esteri di Gorenje è cresciuta di 7,5 punti percentuali. Il principale azionista estero è la Home Products Europe, con il 7,63 per cento delle azioni, seguita dalla Raiffeisen Central Bank Austria con il 3,7 per cento, dalla Eecf (2,92 p. C. ) e dalla Unicredit Bank Austria (0,77 p. C. ). .  
   
   
EMISSIONE BOT FEBBRAIO 2009  
 
Roma, 23 febbraio 2009 - Il Mef ha disposto per il giorno 24 febbraio 2009, con regolamento 27 febbraio 2009, un´asta di Bot:
Importo (in milioni di euro) Scadenza Giorni
Semestrali 10. 000 31. 08. 2009 185
Ha disposto, inoltre, per il medesimo giorno e con regolamento 27 febbraio 2009, l´emissione di Bot della durata di 276 giorni, con scadenza 30 novembre 2009, per un importo di 3. 500 milioni di euro. Si ricorda che, ai sensi del D. M. 12 febbraio 2004, sugli importi massimi delle commissioni applicabili alla clientela da parte degli intermediari, per i Bot a 276 gg. La commissione massima è fissata nella misura dello 0,20%. E´ da tener presente che il 27 febbraio 2009 vengono a scadere Bot per 9. 500 milioni di euro . I Bot sono posti all´asta con il sistema di collocamento dell´asta competitiva e senza l´indicazione del prezzo base da parte del Tesoro. I buoni possono essere sottoscritti per un importo minimo di mille euro. I prezzi indicati dagli operatori partecipanti alle aste dei Bot, espressi in termini percentuali, possono variare, per tutte le tipologie di titoli, di un millesimo di punto percentuale o multiplo di tale cifra. Non sono ammesse all´asta richieste senza indicazione di prezzo. L´importo di ciascuna richiesta non può essere inferiore ad un milione e mezzo di euro. Il collocamento dei Bot verrà effettuato nei confronti degli operatori indicati nei decreti di emissione. In attuazione di quanto disposto nella Sez. Ii - Tit. V del decreto legislativo 24 giugno 1998, n. 213, e relative norme di attuazione, in relazione alla dematerializzazione dei titoli di Stato, i buoni ordinari del Tesoro sono rappresentati da iscrizioni contabili a favore degli aventi diritto. La Banca d´Italia provvede a inserire in via automatica le partite dei Bot sottoscritti in asta da regolare nel servizio di compensazione e liquidazione avente a oggetto strumenti finanziari con valuta pari a quella di regolamento. Sulla base delle assegnazioni, gli intermediari aggiudicatari accreditano i relativi importi sui conti intrattenuti con i sottoscrittori. Le richieste di acquisto - con un massimo di tre - per ogni singolo titolo - dovranno pervenire alla Banca d´Italia, esclusivamente tramite la rete nazionale interbancaria, entro e non oltre le ore 11 del giorno 24 febbraio 2009, con l´osservanza delle modalità stabilite nei decreti di emissione. Si ricorda che in caso di malfunzionamento delle apparecchiature che non consenta l´immissione dei messaggi nella rete, le richieste di partecipazione all´asta debbono essere inviate con modulo trasmesso via fax. Le richieste non pervenute entro il termine stabilito dai decreti di emissione non vengono prese in considerazione. Eventuali richieste sostitutive di quelle corrispondenti già pervenute sono prese in considerazione solo se giunte entro il termine di cui sopra. Le richieste non possono essere più ritirate dopo il termine suddetto . Qualora le richieste di ciascun operatore, anche complessivamente, superino l´importo offerto dal Tesoro, esse verranno prese in considerazione a partire da quella a prezzo più alto, fino a concorrenza dell´importo offerto, salvo quanto diversamente stabilito nei decreti di emissione. Gli operatori "specialisti in titoli di Stato" hanno facoltà di partecipare al collocamento supplementare dei Bot semestrali previsto in via automatica per il giorno 25 febbraio 2009. L´offerta della tranche supplementare è stabilita nella misura del 10% dell´ammontare nominale offerto nell´asta ordinaria. Tale percentuale rappresenta l´importo minimo offerto nel collocamento supplementare, che il Tesoro si riserva di aumentare dopo la chiusura dell´asta ordinaria, per soddisfare le esigenze di domanda espresse dagli operatori. In tale evenienza sarà emesso un comunicato stampa al riguardo. Gli "specialisti" che non hanno partecipato all´asta ordinaria non sono ammessi al collocamento supplementare. L´assegnazione avrà luogo al prezzo medio ponderato determinato nell´asta ordinaria. La procedura di collocamento supplementare seguirà le disposizioni contenute nel decreto di emissione. In particolare, le richieste di acquisto dovranno pervenire entro e non oltre le ore 15. 30 del 25 febbraio 2009. La circolazione dei Bot al 16 febbraio 2009 era pari a 160. 602,666 milioni di euro, di cui 2. 500 milioni di euro a 119 giorni, 14. 500 milioni di euro trimestrali, 63. 196 milioni di euro semestrali e 80. 406,666 milioni di euro annuali. .
 
   
   
EMISSIONE DI CCT E BTP FEBBRAIO 2009  
 
 Roma, 23 febbraio 2009 - Il Mef comunica che verrà disposta, per il giorno 26 febbraio 2009, con regolamento 2 marzo 2009, l´emissione di titoli di Stato, rappresentati dai seguenti prestiti: - Certificati di Credito del Tesoro: decorrenza : 1º settembre 2008; undicesima tranche, scadenza : 1º settembre 2015, tasso d´interesse semestrale lordo : pari al tasso di rendimento semestrale dei Bot a sei mesi relativo all´asta tenutasi alla fine del mese precedente la decorrenza della semestralità, maggiorato di uno spread di 0,15 punti percentuali. - Buoni del Tesoro Poliennali: decorrenza : 1º marzo 2009; prima tranche, scadenza : 1º marzo 2012 tasso d´interesse annuo lordo : 3%, decorrenza : 1º settembre 2008; nona tranche, scadenza : 1º marzo 2019, tasso d´interesse annuo lordo : 4,50%. Inoltre il Mef comunica che verrà disposta, sempre per il giorno 26 febbraio 2009, con regolamento 2 marzo 2009, l´emissione di titoli di Stato, rappresentati dal seguente prestito non più in corso di emissione: - Certificati di Credito del Tesoro: decorrenza : 1º luglio 2006; quindicesima tranche scadenza : 1º luglio 2013 tasso d´interesse semestrale lordo : pari al tasso di rendimento semestrale dei Bot a sei mesi relativo all´asta tenutasi alla fine del mese precedente la decorrenza della semestralità, maggiorato di uno spread di 0,15 punti percentuali; la cedola in corso, di scadenza 1º luglio 2009, è risultata pari a 1,10%. Il meccanismo di collocamento utilizzato per tutti i titoli di cui sopra sarà quello dell´asta marginale con determinazione discrezionale del prezzo di aggiudicazione e della quantità emessa all´interno di un intervallo di emissione che sarà annunciato con successivo comunicato stampa. L´ammontare collocato sarà determinato escludendo le offerte formulate a prezzi ritenuti non convenienti sulla base delle condizioni di mercato. Sono ammesse a partecipare all´asta le banche italiane, comunitarie ed extracomunitarie, nonché le società di intermediazione mobiliare e le imprese di investimento comunitarie ed extracomunitarie indicate nei decreti recanti l´emissione dei suddetti titoli. Detti operatori partecipano in proprio e per conto terzi. Le domande di partecipazione devono essere inoltrate con indicazione, per ogni richiesta, del relativo prezzo offerto. Ciascun operatore può formulare sino ad un massimo di tre offerte, ciascuna ad un prezzo diverso e per un importo non inferiore a 500. 000 euro di capitale nominale; eventuali offerte di importo inferiore non verranno prese in considerazione. Ciascuna offerta non deve essere superiore all´importo in emissione; eventuali offerte di ammontare superiore verranno accettate limitatamente all´importo medesimo. I prezzi indicati varieranno di un importo minimo di un centesimo di euro; eventuali variazioni di importo diverso vengono arrotondate per eccesso. L´importo minimo sottoscrivibile è di mille euro. Le domande di partecipazione degli operatori devono essere avanzate - nel termine previsto dal sottoindicato calendario - mediante trasmissione di richiesta telematica da indirizzare alla Banca d´Italia tramite Rete Nazionale Interbancaria con le modalità tecniche stabilite dalla Banca d´Italia medesima e conosciute dagli operatori. Nel caso che le offerte al prezzo marginale non possano essere totalmente accolte, si procede al riparto pro-quota, con i necessari arrotondamenti. Il prezzo di aggiudicazione sarà reso noto mediante comunicato stampa, nel quale verranno pure indicati gli importi attribuiti agli "specialisti" nelle ultime tre aste. Gli operatori partecipanti all´asta provvederanno ad attribuire ai sottoscrittori i titoli assegnati, senza alcun onere aggiuntivo rispetto al prezzo di aggiudicazione. Il regolamento dei titoli assegnati, da parte degli operatori, verrà effettuato al prezzo di aggiudicazione e con corresponsione dei dietimi d´interesse dal giorno successivo alla data di decorrenza della cedola in corso al giorno di regolamento. Agli operatori medesimi viene riconosciuta, quale compenso dell´impegno assunto di raccogliere le prenotazioni del pubblico, una provvigione - commisurata all´ammontare nominale dei buoni assegnati - pari allo: 0,30% per i Cct 1º. 9. 2008/2015 e per i Cct 1º. 7. 2006/2013 - 0,20% per i Btp 3% 1º . 3. 2009/2012 - 0,40% per i Btp 4,50% 1º. 9. 2008/1º. 3. 2019 Il pubblico potrà prenotare i titoli presso le suddette categorie di operatori nel termine previsto dal sottoindicato calendario; gli intermediari potranno richiedere, a garanzia del buon fine della sottoscrizione, l´eventuale versamento di un acconto sull´importo nominale prenotato. Alla data prevista per il regolamento, il sottoscrittore verserà l´importo corrispondente ai titoli assegnati, sulla base del prezzo di aggiudicazione, nonché ai dietimi d´interesse dovuti; a fronte di tale versamento, gli verrà rilasciata apposita ricevuta. Il calendario delle operazioni di sottoscrizione è il seguente:
Cct scad. 1º/9/2015 Btp scad. 1º/3/2012 Btp scad. 1º/3/2019 Cct scad. 1º/7/2013
Prenotazione da parte del pubblico entro il 25 febbraio 2009 25 febbraio 2009 25 febbraio 2009 25 febbraio 2009
Presentazione domande in asta: entro le ore 11,00 del 26 febbraio 2009 26 febbraio 2009 26 febbraio 2009 26 febbraio 2009
Regolamento sottoscrizioni 2 marzo 2009 2 marzo 2009 2 marzo 2009 2 marzo 2009
Dietimi d´interesse da corrispondere 1 1 1 60
Gli operatori "specialisti in titoli di Stato" hanno facoltà di partecipare ai collocamenti dei titoli di Stato, previsti automaticamente, in via supplementare alle aste di emissione. L´offerta della tranche supplementare è stabilita per un importo massimo non superiore: al 25% dell´ammontare nominale offerto per i Btp triennali , - al 10% dell´ammontare nominale offerto per i Cct settennali e per i Btp decennali. Gli "specialisti" che non hanno partecipato all´asta di emissione non sono ammessi al collocamento supplementare. L´assegnazione supplementare avrà luogo al prezzo di aggiudicazione determinato nell´asta della presente emissione. Le modalità e le condizioni per la partecipazione degli "specialisti" alle assegnazioni supplementari vengono indicate nei rispettivi decreti recanti l´emissione dei titoli suddetti. .
 
   
   
EMISSIONE DI CTZ FEBBRAIO 2009  
 
 Roma, 23 febbraio 2009 Il Mef dispone, per il giorno 24 febbraio 2009, con regolamento 27 febbraio 2009, l´emissione dei seguenti certificati di credito del Tesoro "zero coupon": - Ctz 24 mesi: decorrenza : 30 settembre 2008; undicesima tranche, scadenza : 30 settembre 2010 importo nominale dell´emissione : 2. 500 milioni di euro. I certificati suddetti, il cui importo minimo sottoscrivibile è di mille euro, sono emessi con il sistema dell´asta marginale riferita al prezzo, senza indicazione di prezzo base di collocamento ed escludendo le richieste effettuate a prezzi inferiori al "prezzo di esclusione"; ai fini della determinazione di quest´ultimo, non verranno prese in considerazione le offerte presentate a prezzi superiori al "prezzo massimo accoglibile", calcolato con le modalità riportate nel decreto di emissione. Sono ammesse a partecipare all´asta le banche italiane, comunitarie ed extracomunitarie, nonché le società di intermediazione mobiliare e le imprese di investimento comunitarie ed extra comunitarie indicate nei decreti recanti l´emissione dei suddetti titoli. Detti operatori partecipano in proprio e per conto terzi. Le domande di partecipazione devono essere inoltrate con indicazione, per ogni richiesta, del relativo prezzo offerto. Ciascun operatore può formulare sino ad un massimo di tre offerte, ciascuna ad un prezzo diverso e per un importo non inferiore a 500. 000 euro di capitale nominale; eventuali offerte di importo inferiore non verranno prese in considerazione. Ciascuna offerta non deve essere superiore all´importo in emissione; eventuali offerte di ammontare superiore verranno accettate limitatamente all´importo medesimo. I prezzi indicati varieranno dell´importo minimo di un millesimo di euro; eventuali variazioni di importo diverso vengono arrotondate per eccesso. Le domande di partecipazione degli operatori devono essere avanzate - entro le ore 11 del giorno sottoindicato - mediante trasmissione di richiesta telematica da indirizzare alla Banca d´Italia tramite Rete Nazionale Interbancaria con le modalità tecniche stabilite dalla Banca d´Italia medesima e conosciute dagli operatori. L´assegnazione dei certificati verrà effettuata, nella giornata in cui si perfezioneranno le operazioni d´asta, al prezzo meno elevato tra quelli offerti dai concorrenti rimasti aggiudicatari. Nel caso che le offerte al prezzo marginale non possano essere totalmente accolte, si procede al riparto pro-quota, con i necessari arrotondamenti. Il prezzo di aggiudicazione ed il prezzo di esclusione saranno resi noti mediante comunicato stampa, nel quale verranno pure indicati gli importi attribuiti agli "specialisti" nelle ultime tre aste. Gli operatori partecipanti all´asta provvederanno ad attribuire ai sottoscrittori i certificati assegnati, senza alcun onere aggiuntivo rispetto al prezzo di aggiudicazione. Il regolamento dei certificati assegnati, da parte degli operatori, verrà effettuato al prezzo di aggiudicazione. Agli operatori viene riconosciuta, quale compenso dell´impegno assunto di raccogliere le prenotazioni del pubblico, una provvigione - commisurata all´ammontare nominale dei certificati assegnati - pari allo 0,20%. Il pubblico potrà prenotare i certificati presso le suddette categorie di operatori nel giorno sottoindicato; gli intermediari potranno richiedere, a garanzia del buon fine della sottoscrizione, l´eventuale versamento di un acconto sull´importo nominale prenotato. Alla data prevista per il regolamento, il sottoscrittore verserà l´importo corrispondente ai certificati assegnati, sulla base del prezzo di aggiudicazione; a fronte di tale versamento, gli verrà rilasciata apposita ricevuta. Il calendario delle operazioni di sottoscrizione è il seguente: prenotazione da parte del pubblico: entro il giorno 23 febbraio 2009; - presentazione domande in asta: entro le ore 11,00 del giorno 24 febbraio 2009; - regolamento sottoscrizione: il giorno 27 febbraio 2009. Gli operatori "specialisti in titoli di Stato" hanno facoltà di partecipare ai collocamenti di titoli di Stato, previsti automaticamente, in via supplementare alle aste di emissione. L´importo della tranche supplementare è stabilito nella misura massima del 10% dell´ammontare nominale offerto. Gli "specialisti" che non hanno partecipato all´asta di emissione non sono ammessi al collocamento supplementare. L´assegnazione supplementare avrà luogo al prezzo di aggiudicazione determinato nell´asta relativa alla presente emissione. Le modalità e le condizioni per la partecipazione degli "specialisti" all´assegnazione supplementare vengono indicate nel decreto recante l´emissione dei relativi titoli. .  
   
   
COLLOCAMENTO TRAMITE ASTA DI BTP INDICIZZATI ALL´INFLAZIONE DELL´AREA EURO FEBBRAIO 2009  
 
 Roma, 23 febbraio 2009 - Il Mef dispone, per il giorno 25 febbraio 2009, con regolamento 27 febbraio 2009, l´emissione di titoli di Stato, rappresentati dai seguenti prestiti: Buoni del Tesoro Poliennali indicizzati all´Inflazione dell´Area Euro - decennali decorrenza :15 marzo 2008; ottava tranche, scadenza :15 settembre 2019, tasso d´interesse reale :2,35% annuo, pagabile semestralmente, ammontare nominale massimo dell´emissione :1. 000 milioni di euro - quindicennali decorrenza :15 marzo 2007;decima tranche, scadenza :15 settembre 2023, tasso d´interesse reale :2,60% annuo, pagabile semestralmente, ammontare nominale massimo dell´emissione :750 milioni di euro. Il meccanismo di collocamento utilizzato sarà quello dell´asta marginale con determinazione discrezionale del prezzo di aggiudicazione e della quantità emessa. L´ammontare collocato sarà determinato escludendo le offerte formulate a prezzi ritenuti non convenienti sulla base delle condizioni di mercato. Per il resto, la procedura di collocamento si svolgerà seguendo le modalità tecniche e le convenzioni utilizzate nel collocamento dei Btp nominali. Il pubblico potrà prenotare i buoni nel termine previsto dal sottoindicato calendario. Ogni operatore, entro le ore 11,00 del giorno sottoindicato, potrà sottoporre attraverso la Rete Nazionale Interbancaria, fino ad un massimo di tre offerte, ciascuna di importo reale (non rivalutato sulla base del Coefficiente di Indicizzazione) non inferiore a 500. 000 euro. I prezzi offerti, anche essi formulati in termini reali, dovranno differire tra loro per almeno un centesimo di euro. La Banca d´Italia, sulla base del Coefficiente di Indicizzazione riferito al giorno di regolamento, provvederà ad effettuare il calcolo dei controvalori relativi al capitale sottoscritto e ai dietimi da versare per il regolamento dei buoni sottoscritti in asta. Il regolamento avverrà due giorni lavorativi successivi al giorno di svolgimento dell´asta (T+2). Per entrambi i titoli suindicati, i sottoscrittori dovranno corrispondere dietimi d´interesse per il periodo dal 15 settembre 2008 al giorno di regolamento (165 giorni). Agli operatori viene riconosciuta, quale compenso dell´impegno assunto di raccogliere le prenotazioni del pubblico, una provvigione - commisurata all´ammontare nominale dei buoni assegnati - pari allo: 0,40% per i Btp€i 15/9/2019 - 0,40% per i Btp€i 15/9/2023. Il calendario delle operazioni di sottoscrizione è il seguente:
Btp€i 15/9/2019 Btp€i 15/9/2023
Prenotazione da parte del pubblico entro il 24 febbraio 2009 24 febbraio 2009
Presentazione domande in asta: entro le ore 11,00 del 25 febbraio 2009 25 febbraio 2009
Regolamento sottoscrizioni 27 febbraio 2009 27 febbraio 2009
Dietimi d´interesse da corrispondere 165 165
Gli operatori Specialisti in titoli di Stato avranno la facoltà di partecipare al collocamento supplementare, il cui importo massimo sarà pari al 10% del quantitativo offerto in asta, facendo pervenire le domande di sottoscrizione entro le ore 15,30 del giorno 26 febbraio 2009. Le modalità e condizioni per la partecipazione degli Specialisti alle assegnazioni supplementari vengono indicate nei decreti recanti l´emissione dei titoli suddetti. .
 
   
   
CONCLUSO IL COLLOCAMENTO DEI CONVERTIBLE AND SUBORDINATED HYBRID EQUITY-LINKED SECURITIES (CASHES) CONVERTIBILI IN AZIONI ORDINARIE UNICREDIT  
 
Milano, 23 febbraio 2009 - Mediobanca ha concluso in data 19 febbraio il collocamento, attraverso una procedura di book building riservata ai soli investitori qualificati, di Euro 2. 983. 000. 000 Convertible And Subordinated Hybrid Equity-linked Securities (“Cashes”), emessi su base fiduciaria da The Bank of New York (Luxembourg) S. A. E convertibili in azioni ordinarie Unicredit. Il collocamento si è concluso con l’integrale sottoscrizione dell’offerta. Il regolamento dell´operazione è previsto per il 23 febbraio 2009. Nell’ambito dell’operazione Mediobanca ha agito in qualità di Global Coordinator, Sole Bookrunner e Placing Agent; Merrill Lynch ha agito in qualità di Placing Agent congiuntamente a Mediobanca. .  
   
   
OPA ANIMA SGR: RISULTATI PROVVISORI DELLA RIAPERTURA DEI TERMINI DELL’OFFERTA  
 
Milano, 23 febbraio 2009 - Con riferimento all’Offerta Pubblica di Acquisto volontaria totalitaria promossa da Bipiemme sulle azioni ordinarie di Anima Sgrpa ("Anima" o "Sgr"), si rende noto che in data 20 febbraio si è chiuso il periodo di Riapertura dei Termini (“Riapertura dei Termini”) nel corso del quale la Banca ha adempiuto l´Obbligo di Acquisto ex art. 108, co. 2, Tuf, afferente le residue n. 6. 241. 913 azioni Anima, pari a circa il 5,94% del capitale sociale ("Azioni Residue"). In base ai dati provvisori ad oggi forniti da Banca Akros Spa, Intermediario incaricato del coordinamento della raccolta delle adesioni, risultano apportate all’Offerta nel corso della Riapertura dei Termini n. 3. 051. 037 azioni di Anima, pari a circa il 48,88% delle Azioni Residue e a circa il 2,90% del capitale sociale di Anima. Tali azioni - se confermate dal suddetto Intermediario incaricato - rappresenterebbero, unitamente a quelle già possedute da Bipiemme al termine del Periodo di Adesione, circa il 96,96% del capitale sociale della suddetta Sgr. Considerato quindi che all’esito della Riapertura dei Termini la Banca detiene una partecipazione superiore al 95% del capitale sociale dell’Emittente, e avendo Bipiemme già dichiarato di non voler ripristinare un flottante sufficiente ad assicurare il regolare andamento delle negoziazioni, ricorrono i presupposti dell’Obbligo di Acquisto ex art. 108, co. 1, Tuf e del Diritto di Acquisto ex art. 111, co. 1, Tuf (“Diritto di Acquisto”) afferente le n. 3. 190. 876 azioni Anima ancora in circolazione, pari a circa il 3,04% del capitale sociale della Sgr (“Azioni in Circolazione”). In proposito Bipiemme - dando seguito a quanto già reso noto al mercato (cfr. Precedenti comunicati del 28 gennaio e 9 febbraio uu. Ss. ) e dichiarato nell´Avviso sui Risultati dell´Offerta pubblicato lo scorso 29 gennaio - eserciterà il Diritto di Acquisto e contestualmente adempirà l’Obbligo di Acquisto ai sensi dell’art. 108, co. 1, Tuf, al medesimo prezzo dell’Offerta di Euro 1,45 per azione, mediante unica procedura ("Procedura Congiunta"). Si fa presente, infine, che Bipiemme in data 2 marzo 2009 provvederà a dare formale comunicazione ad Anima circa l’avvenuto deposito presso Banca Akros S. P. A. Del corrispettivo della Procedura Congiunta. Da tale data avrà pertanto efficacia il trasferimento a Bipiemme della proprietà delle Azioni in Circolazione ai sensi dell’art. 111, co. 3, Tuf. Conseguentemente Borsa Italiana S. P. A. Procederà dapprima alla sospensione dalle negoziazioni delle azioni Anima e poi alla loro revoca dalla quotazione presso il Mercato Telematico Azionario (M. T. A. ) dalla stessa organizzato e gestito, a far data dal 2 marzo 2009. I termini e le modalità di esercizio della Procedura Congiunta verranno resi noti con apposito avviso pubblicato in data 24 febbraio 2009 sui quotidiani “Corriere della Sera” e “Il Sole 24 Ore”. .  
   
   
FORMIGONI: PATTO ANTICRISI CHE VALORIZZI EXPO  
 
Milano, 23 febbraio 2009 - "La crisi rappresenta una occasione per rivisitare alcuni dogmi della finanza, dell´economia e della politica". Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni parlando in apertura del quindicesimo congresso degli operatori finanziari che si è svolto il 21 febbraio a Fiera Milano City, al quale è intervenuto il governatore della Banca d´Italia, Mario Draghi. Secondo Formigoni "se non sarà adottata la prospettiva della crisi come occasione, non saremo in grado di guardare alle prospettive del dopo crisi. La vera sfida per la politica, per le imprese e per la finanza - ha aggiunto Formigoni - è proprio la capacità di costruire una nuova visione che sappia essere alternativa al sistema economico e finanziario attuale assicurando prospettive di crescita, di fiducia e di speranza non solo alle banche ma anche alle imprese e alle famiglie". E´ importante quindi, uno sforzo comune da realizzare con la costruzione di una forte alleanza. "Con questa crisi - ha continuato Formigoni - è il sistema nel suo complesso a doversi rimettere in discussione. L´eccezionalità del momento deve spingerci alla creazione di un nuovo patto reciproco, consapevole e responsabile tra gli attori del sistema. Tutte le istituzioni e l´intero mondo economico-finanziario sono chiamati a una forte corresponsabilità nel ridare fiducia ai mercati, alle imprese e alle famiglie". Formigoni ha ricordato che "la crisi sta pesando anche sulla Lombardia tant´è che i dati sui licenziamenti sfiorano il 3%". Anche le istituzioni devono giocare un ruolo importante nella rinascita dell´economia. "Regione Lombardia - ha ricordato Formigoni - ha rafforzato l´azione di partenariato che dal 1995 contraddistingue il nostro metodo di governo. Assieme agli attori del sistema abbiamo messo a punto una serie di interventi nella consapevolezza che per fronteggiare questa situazione economica occorrano un grande quadro strategico e misure eterogenee articolate". Regione Lombardia, in particolare ha adottato un pacchetto anticrisi per le imprese da 350 milioni di euro finalizzato a rafforzare il sistema produttivo lombardo, ha rafforzato le politiche di investimento e confermato tutti gli impegni assunti per la realizzazione di grandi infrastrutture come ospedali e autostrade, investendo 11 miliardi di euro, sta lavorando per ricucire il patto tra imprese e sistema creditizio intervenendo con 3 miliardi di euro, e per dar vita a un Tavolo istituzionale con imprenditori, sindacati e tutti gli altri soggetti del Patto per lo sviluppo, che individui regole nuove e interventi speciali da attuare per il sistema del lavoro. Regione Lombardia, inoltre, continua anche a stimolare il ruolo territoriale del sistema bancario facilitando le garanzie pubbliche sul sistema dei confidi. "Una crisi profonda come quella attuale - ha detto ancora Formigoni - richiede interventi straordinari. Credo sia opportuno quindi riaprire il cantiere delle regole immettendo nel sistema progetti, idee e regole nuove che abbiano come unico criterio il rilancio dell´economia e della ripresa del clima di fiducia. Un´importante misura anticrisi - ha concluso il presidente Roberto Formigoni - è sicuramente quella dell´Expo. Siamo consapevoli di aver perso tempo ma meglio incontrare le difficoltà all´inizio. Ora non c´è più un minuto da perdere, la macchina è a punto, gli investimenti confermati al 95%, il progetto può quindi partire". .  
   
   
EXPO 2015: OGGI RIUNIONE SOCI E TAVOLO  
 
Milano, 23 febbraio 2009 - Mattinata interamente dedicata a Expo 2015 quella di oggi lunedì 23 al Palazzo della Regione. Due gli appuntamenti: alle 9. 30 la riunione dei soci della Società Expo 2015 (ex Soge, che sono Ministero dell´Economia, Comune di Milano, Provincia di Milano, Regione Lombardia, Camera di Commercio). Alle 11 il "Tavolo Lombardia per il Governo complessivo degli interventi regionali e sovraregionali", anch´esso convocato (e presieduto) dal presidente della Regione, Roberto Formigoni. Il Tavolo Del Soci - "Ho convocato una riunione dei soci di Expo 2015 - ha spiegato Formigioni - d´accordo con il commissario Letizia Moratti e con gli altri soci, per una esame sulla situazione e le prospettive della società, e con un ordine del giorno in tre punti: 1) ricognizione sulle opere cosiddette essenziali relative al sito Expo che sono in capo alla società e che saranno messe in capo al Tavolo Lombardia; 2) verifica dei finanziamenti; 3) definizione di linee e tempi di stesura del businness plan della società". Questa riunione si svolgerà nella prima parte della mattinata, in modo che il successivo Tavolo Lombardia "possa raccogliere e rendere operative le indicazioni che potranno emergere", come ha spiegato lo stesso presidente Formigoni. Il Tavolo Lombardia - La riunione di lunedì vedrà la partecipazione, oltre che dei vertici degli Enti locali e delle organizzazioni lombarde coinvolte, di numerosi esponenti del Governo nazionale, che hanno confermato la loro presenza. Formigoni ha fatto i nomi dei sottosegretari Luigi Casero (Ministero Economia), Stefania Craxi (Esteri), Roberto Castelli (Infrastrutture), Michela Brambilla (Turismo), oltre ad alti esponenti della Presidenza del Consiglio e dell´Ice (Vattani) e, per il Ministero della Cultura, o lo stesso ministro Bondi o un suo delegato. Primo punto all´ordine del giorno l´avanzamento dell´Accordo quadro di sviluppo territoriale (già approvato dal Tavolo e deliberato dalla Giunta lombarda), che è "lo strumento principe di governo, di promozione e di regia di tutti gli interventi per Expo su scala regionale e sovraregionale". Su due versanti: quello delle 65 opere infrastrutturali (le 13 essenziali, le 17 connesse e le ulteriori 35 cosiddette necessarie) e quello dei 9 ambiti (che sono: infrastrutture per l´accessibilità, valorizzazione turistica e offerta culturale, interventi a favore del capitale umano, assetto ambientale e idrogeologico, assetto e valorizzazione del sistema rurale e agro-alimentare, sviluppo e riqualificazione territoriale, interventi straordinari di assistenza sanitaria, interventi straordinari in tema di sicurezza, interventi straordinari in tema di servizi di pubblica utilità). "Un lavoro immane di progettazione e di realizzazione che si apre - ha sottolineato Formigoni - per rispondere a tutto campo alle sfide che Expo pone alla città e alla regione". Ancora, all´odg, un aggiornamento approfondito (a cura del sottosegretario Castelli e dell´assessore regionale alle Infrastrutture e Mobilità, Raffaele Cattaneo) sulle opere di accessibilità; e la verifica dell´avanzamento degli Accordi di programma di trasformazione urbanistica del Sito espositivo, di Cascina Merlata e sulle Vie d´acqua. "Come vedete il lavoro prosegue - ha commentato Formigoni - a ritmo assolutamente accelerato e al gran completo, con il coinvolgimento puntuale e la responsabilizzazione di tutti". .  
   
   
LOMBARDIA/TUNISIA. ZAMBETTI PREPARA MISSIONE A MARZO  
 
Tunisi, 23 febbraio 2009 - L´assessore all´Artigianato e Servizi della Regione Lombardia, Domenico Zambetti ha partecipato il 20 febbraio a Tunisi al forum "Italia-tunisia, piattaforma per il rilancio del Mediterraneo". L´assessore Zambetti, ricordando la visita lo scorso mese a Milano di una delegazione tunisina, ha sottolineato l´importanza dei progetti in corso di collaborazione tra imprenditori lombardi e imprenditori tunisini. "La missione che abbiamo in programma in occasione del Salone nazionale dell´Artigianato tunisino previsto per metà marzo - ha detto - è la testimonianza della volontà di cercare le migliori forme di collaborazione per creare reciproche opportunità di crescita e sviluppo". Nella missione di marzo ci sarà anche una folta delegazione di artigiani lombardi che verranno coinvolti in attività B2b e che potranno esporre le proprie eccellenze all´interno dello stesso Salone. "Non ci saranno semplici eventi di carattere istituzionale - conclude Zambetti - ma vere e proprie opportunità di business all´interno di prestigiose manifestazioni internazionali" L´assessore Zambetti ha poi inaugurato la sessione pomeridiana dei lavori, dedicata a microindustria e microimpresa dei due paesi, con particolare attenzione al tema della formazione professionale dei comparti. L´evento è stato promosso da Apreime (Agenzia di Cooperazione Italo - Mediterranea) con l´obbiettivo di avvicinare le sponde del Mediterraneo attraverso l´individuazione di percorsi di collaborazione e la nascita di azioni di partenariato e cooperazione tra i due paesi. Oltre a Zambetti, sono intervenuti diversi esponenti del mondo politico ed economico italiano, tra cui il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Carlo Giovanardi, il presidente Nazionale di Confartigianato, Natalino Guerrini, e il senatore Pedrizzi (presidente dell´Associazione Interparlamentare Italia-tunisia). Per la Tunisia sono intervenuti, tra gli altri, Abdelaziz Rassaa, (segretario di Stato per le Pmi) e Abderrazak Dalloul, (sottosegretario al Ministero dell´Agricoltura). .  
   
   
CORSIVO DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA, VASCO ERRANI, SUL TEMA DELL´INTEGRAZIONE DEGLI IMMIGRATI  
 
Bologna, 23 febbraio 2009 - "Il futuro dell´integrazione" è il titolo del corsivo che il presidente della Regione Emilia-romagna, Vasco Errani, ha pubblicato il 20 febbraio sul proprio sito Internet (www. Presidenterrani. It), in relazione ai risultati del rapporto sugli indici di integrazione degli immigrati in Italia realizzato dal Cnel e presentato questa mattina a Roma. Di seguito il testo del corsivo: "Trovo che sia molto positivo il dato, reso oggi noto dal Cnel, che consegna all’Emilia-romagna il primato nella classifica delle aree con maggiore integrazione sociale e lavorativa degli immigrati. Un riconoscimento autorevole che significa tanto per chi, come noi, crede che le politiche di integrazione siano indispensabili per l’equilibrio dell’intera comunità, per la prevenzione di fenomeni di devianza, per l’individuazione e isolamento di chi non rispetti le regole. Perché deve essere fatta una forte distinzione tra chi viene nel nostro Paese per lavorare, paga le tasse contribuendo allo sviluppo e anche alla ricchezza del nostro tessuto sociale, e chi invece rifiuta e viola le leggi. Non a caso, la stessa Unione europea ha posto l’integrazione degli immigrati tra le grandi priorità dei prossimi dieci anni, insieme al contrasto degli irregolari. E se in Emilia-romagna abbiamo raggiunto dei risultati così significativi, con punti di eccellenza nelle province di Reggio Emilia e Piacenza e Parma, il merito non è soltanto delle istituzioni locali, ma anche del lavoro di rete, svolto con le parti sociali e il terzo settore. Certo, ancora lunga è la strada da percorrere, specie a fronte di un fenomeno in costante evoluzione e in relazione a standard qualitativi che nella nostra regione sono più elevati che in altre zone d’Italia. Ma i buoni livelli raggiunti ci confermano che ora dobbiamo continuare a lavorare sul tema del pieno riconoscimento dei diritti dei cittadini immigrati, ponendo particolare attenzione a categorie quali le donne che hanno cura dei nostri anziani ed a quei quarantamila bambini, figli di stranieri ma nati in Emilia-romagna, che rappresentano una parte importante del futuro di tutti". .  
   
   
IMPUGNATA LA FINANZIARIA MARCHE 2009 ALL´ART. 9, IL COMMENTO DEL PRESIDENTE SPACCA.  
 
Ancona, 23 febbraio 2009 - ´L´impugnativa da parte del Governo centrale di una norma varata dalla Regione Marche che favorisce la stabilizzazione del lavoro precario, in prevalenza di giovani, non e` una bella notizia. Attendiamo gli atti ufficiali per una valutazione di merito piu` approfondita. Ricercheremo la collaborazione istituzionale per trovare una soluzione normativa condivisa che recepisca le richieste del Governo ma che tuteli e salvaguardi pienamente anche le aspettative di tanti giovani precari, una priorita` fondamentale per la Regione in questa fase di grande difficolta` del lavoro´: cosi` il Presidente della Regione Gian Mario Spacca commenta l´impugnativa della legge regionale n. 37/2008 (la Finanziaria Marche 2009) decisa oggi dal Consiglio dei Ministri. Il provvedimento non e` ancora stato trasmesso ufficialmente, ma in via ufficiosa e` stato comunicato alla Regione che l´impugnativa riguarderebbe l´art. 9 della legge Finanziaria regionale relativo, appunto, alla stabilizzazione del personale precario. La Regione Marche proseguira` in ogni caso il programma di stabilizzazione di oltre 1. 400 precari, con particolare riguardo al settore della sanita`. .  
   
   
PRESENTATO A PADOVA IL NUOVO PIANO TERRITORIALE REGIONALE DI COORDINAMENTO  
 
Venezia, 23 febbraio 2009 - Un Piano per decidere, è questa la finalità che sta alla base del Ptrc, il Piano Territoriale Regionale di Coordinamento, che il Presidente della Regione del Veneto, Giancarlo Galan, l’Assessore all’Urbanistica e Politiche del Territori, Renzo Marangon e il Magnifico Rettore dell’Università degli Studi, Vincenzo Milanesi, hanno presentato il 20 febbraio a Padova, nell’Aula Magna del Palazzo del Bo. Frutto di una complessa concertazione e consultazione con gli enti pubblici, con le associazioni economiche, imprenditoriali e sociali, con i gestori dei servizi pubblici, università, fondazioni scientifiche e culturali, istituzioni religiose, il Ptrc rappresenta il Piano delle opportunità, che in una filosofia di sviluppo sostenibile, intende delineare il quadro di riferimento per realizzare le aspirazioni della società veneta, definirne i tempi e le risorse, promuovere i punti di forza del territorio e tutelarne il patrimonio storico, culturale, ambientale e paesaggistico. Il nuovo strumento di pianificazione territoriale non vuole avere solo una dimensione normativa, ma anche e soprattutto strategica, definendo alcuni grandi temi attorno ai quali disegnare il Veneto che verrà. Dieci le tavole attraverso le quali si articola il Piano: La riscoperta del valore della “buona terra”, quale patrimonio di valori e tradizioni, di produzioni di qualità, di risorsa anche in termini di competitività economica; la Tutela dell’Acqua considerata risorsa strategica nella pianificazione urbana del futuro; la Rete ecologica, nella quale si intrecciano il sistema urbano insediativo con quello naturale con l’obiettivo di trovare una nuova mediazione tra salvaguardia e stili di vita; la Mobilità, articolata nel sistema stradale, della logistica e della nautica da diporto, nella quale si individuano in particolare due piattaforme logistiche complesse, quella di Padova-venezia e quella di Verona, attorno alle quali si svilupperanno azioni ed interventi di interscambio delle diverse tipologie di settore; il Sistema Produttivo, dove vengono indicate le piattaforme produttive complesse regionali, le eccellenze produttive tra le quali l’ambito della meccatronica e delle nanotecnologie, i parchi scientifici e tecnologici, gli ambiti agroalimentari; i Turismi, prendendo atto non solo delle diverse tipologie di eccellenza presenti in regione, ma anche dei nuovi turismi; lo Sviluppo Sociale e culturale, dove viene rafforzato l’identità veneta e i luoghi nei quali questa si esprime, dalle valli venete alle opere architettoniche del ‘900, ai parchi letterari del Petrarca, Rigoni Stern, Hamingwey, Buzzati, ai parchi delle tradizioni rurali; la Montagna con la quale si ribadisce l’importanza economica, sociale e culturale di questa realtà nel contesto regionale; la Città, dove il Veneto viene disegnato come un´unica città metropolitana policentrica, articolata nell’ambito centrale (Venezia, Padova Vicenza) in quello occidentale di Verona, nell’ambito della Pedemontana e dove vi è la certificazione della formazione della nuova realtà lineare che si sta realizzando tra Legnago, Rovigo e Adria; il Paesaggio, con la quale si vuol dare un equilibrio tra le ragioni della tutela e le ragioni dello sviluppo. “Il Piano – ha sottolineato il Presidente Galan – è innanzitutto una straordinaria banca dati, base essenziale per poter decidere. Ci troverete una pluralità di voci, testimonianza della complessità e della ricchezza della nostra regione, del nostro passato, delle nostre tradizioni, dei nostri valori. Ci troverete – ha proseguito Galan – un obiettivo, che è quello che sta sotto a tutte le decisioni, a tutte le scelte, quello di migliorare la qualità della vita”. Il Presidente ha poi concluso che non ci sono vincoli perché si è voluto non porre limiti, scegliendo una strada di collaborazione con quanti contribuiranno ad arricchire il Veneto. Da parte sua l’Assessore Marangon ha ribadito che “il Ptrc disegnerà il Iii Veneto in modo positivo, perché non è un piano solo per decidere, ma è soprattutto il piano delle opportunità, è il Piano con il quale la nostra regione conoscerà ancora un nuovo rinascimento. Il Ptrc – ha concluso Marangon – è rivolto a tutti coloro i quali fanno piani territoriali, dalle Province ai Comuni, che esorto di dare, con la loro pianificazione, il segno dell’identità veneta, perché il futuro è in mano ai veneti”. Nell’aprire la presentazione il Magnifico Rettore Vincenzo Milanesi ha ricordato che “oggi si conclude un percorso iniziato cinque anni fa e che è l’esempio di quanto proficuo possa essere la collaborazione tra istituzioni, in questo caso Regione e Università, per garantire qualità e forma agli elementi necessari per governare la complessità dei processi che si presentano nel tempo”. .  
   
   
POLITICHE PER IL TERRITORIO. GALAN: “ABBIAMO SCRITTO UN PIANO TERRITORIALE PER DECIDERE E PER AGIRE. VOGLIAMO INTERPRETARE IL CAMBIAMENTO E OFFRIRE UNA PROSPETTIVA PER IL FUTURO”  
 
Padova 23 febbraio 2009 - “Vogliamo dare un senso allo sviluppo razionale di un territorio complesso e affascinante come è quello della nostra terra. Vogliamo creare sinergia ecosostenibile fra i luoghi delle sette province. Vogliamo semplificare e snellire i percorsi del cambiamento. Il Veneto, dopo i pionieri che lo hanno ricostruito nel periodo successivo alla guerra mondiale e dopo i coraggiosi che lo hanno reso negli ultimi trent’anni ricco e florido, sarà adesso la regione del benessere e della bellezza. ” Così il Presidente della Regione del Veneto, Giancarlo Galan, ha presentato il 20 febbraio, nel Palazzo del Bo di Padova, il Piano territoriale regionale di coordinamento. Il Piano è uno strumento di pianificazione e di programmazione che servirà a coniugare sviluppo e sostenibilità. “Il terzo Veneto- ha detto Giancarlo Galan- vuole mettere in rete in maniera armoniosa le aree che devono essere tutelate e le aree che possono ancora essere sviluppate. La regione che immaginiamo sarà il frutto di un grande pensiero concertato con tutti i protagonisti del nostro sistema socioeconomico e sognato per garantire ai veneti un paesaggio che concilia tradizione e modernità. Noi puntiamo all’eccellenza e siamo certi di centrare nuovi sfidanti obiettivi. ” Per il presidente le parole d’ordine sono qualità, competitività, sostenibilità. Il Piano territoriale regionale di coordinamento darà uno sviluppo logico ad un luogo complesso ed affascinante come il Veneto. Ci sarà più visione d’insieme e ci saranno meno procedimenti burocratici. Si conferma insomma un disegno ambizioso, coraggioso, lungimirante. Nel Piano c’è una banca dati ricchissima, c’è una pluralità di voci, c’è una sola immensa città metropolitana, c’è la consapevolezza di pochi errori commessi e c’è la certezza di tante buone azioni compiute. “C’è un nuovo Rinascimento - ha concluso Giancarlo Galan - che attende il Veneto. Noi ci crediamo. I cittadini devono continuare ad essere protagonisti. ” .  
   
   
IL PIEMONTE FINANZIA I PROGETTI DEGLI SPORTELLI UNICI OLTRE 7 MILIONI DI EURO DAL FONDO NAZIONALE  
 
Torino, 23 febbraio 2009 - Le Direzioni degli assessorati regionali alla Sanità e al Welfare hanno approvato i progetti, presentati congiuntamente da Aziende Sanitarie Locali ed Enti Gestori delle funzioni socio-assistenziali, per la creazione o il rafforzamento degli sportelli unici di accesso ai servizi socio-sanitari Per il finanziamento dell’iniziativa la Giunta regionale aveva stanziato, nel luglio scorso, 7. 797. 985 di euro, provenienti dal Fondo nazionale per la non autosufficienza, definendo le linee di indirizzo per la presentazione dei progetti. Gli sportelli unici sono servizi di primo accesso dove il cittadino incontrerà operatori professionisti in grado di: - fornire puntuali informazioni sui percorsi e sulle opportunità offerte dai servizi sanitari e sociali; - orientare nella rete dei servizi; - dare risposte integrate socio-sanitarie rispetto a problematiche complesse; - avviare le procedure per l’attivazione dei servizi sanitari e sociali; - fornire accompagnamento nei percorsi individuali. I progetti pervenuti ed approvati prevedono l’organizzazione di un punto di accesso unico in ogni distretto socio-sanitario, garantendo così una capillare diffusione sul territorio regionale. Le Asl e gli Enti Gestori hanno stipulato protocolli d’intesa nei quali sono stabilite le modalità organizzative e di funzionamento degli sportelli unici e l’eventuale coinvolgimento di altri soggetti pubblici, del volontariato o del terzo settore, sulla base delle esigenze e delle esperienze già attive localmente. In questa prima fase i progetti verranno finanziati con il 50% del contributo, mentre la restante parte sarà liquidata, dopo la rendicontazione, da parte dei beneficiari delle spese sostenute e delle azioni effettuate, che dovranno confermare le prospettive di potenziamento e miglioramento nell’offerta di servizi ai cittadini. “Con gli sportelli unici - sottolinea l’assessore regionale al Welfare, Teresa Angela Migliasso - finanziati con i fondi messi a disposizione nel 2008 dal precedente Governo e fortemente voluti dalle organizzazioni sindacali e dalle associazioni, intendiamo strutturare un sistema che, semplificando i percorsi nell’accesso ai servizi socio-sanitari, garantisca al cittadino di essere accolto da professionisti in grado di rispondere con completezza ed appropriatezza alle diverse domande e ai differenti bisogni socio-assistenziali”. “Pur in presenza di un sistema socio-sanitario che offre una vasta gamma di risposte ai bisogni delle persone - aggiunge l’assessore alla Sanità, Eleonora Artesio - può accadere che soprattutto i soggetti più fragili non riescano a trovare soddisfazione alle proprie necessità a causa delle difficoltà ad orientarsi nei servizi. Di qui la necessità di creare luoghi di riferimento non solo informativo, ma di vero e proprio accompagnamento dei cittadini”. .  
   
   
AL VIA IN SICILIA IL DECRETO TAGLIA – CARTA. RISPARMIO RISORSE DA DESTINARE AD INVESTIMENTI E OTTIMIZZAZIONE DEI SERVIZI”  
 
 Palermo, 23 febbraio 2009 – Montagne di carte ingiallite addio! Arriva anche nella Regione siciliana il così detto “decreto taglia – carta”, ovvero il provvedimento che impone la conversione on line degli abbonamenti alla gazzetta ufficiale e la drastica riduzione della spesa per la stampa di relazioni e altro materiale cartaceo destinato ad altre amministrazioni, consentendo di velocizzare il servizio e di risparmiare montagne di carta a vantaggio della razionalizzazione della spesa, dell’ottimizzazione dei servizi e del rispetto dell’ambiente. Un provvedimento che da una prima stima informale permetterà di risparmiare da subito almeno 100 mila euro l’anno, cifra destinata a crescere con l’incremento dell’uso delle nuove tecnologie al posto del supporto cartaceo. L’assessore alla Presidenza Giovanni Ilarda ha firmato la circolare che rende immediatamente applicabili in Sicilia le norme discendenti dalla nuova normativa nazionale in materia, preavvertendo che “a fronte di disposizioni puntuali e inderogabili risulta evidente che qualsiasi comportamento difforme si traduce in una maggiore spesa contra legem e costituisce fonte di danno erariale che le Ragionerie dovranno denunciare sotto la propria responsabilità alla Procura Regionale della Corte dei Conti”, alla quale la stessa circolare è stata inviata per conoscenza. “Per i Comuni, le Province e gli Enti vigilati, gli Assessorati competenti – invita Ilarda – sono pregati di diramare apposita circolare” “L’obiettivo – dice Ilarda – è quello di ottimizzare la spesa realizzando risparmi che permettano il recupero di risorse da destinare ad investimenti produttivi che risultano di vitale importanza per la nostra Regione, soprattutto in un momento di negativa congiuntura economica globale le cui ricadute possono essere per la Sicilia ancora più pesanti rispetto ad altre aree geografiche del Paese”. “In tale prospettiva – scrive Ilarda nella sua circolare – ritengo che debba essere valorizzato, innanzitutto, l’apporto che può essere dato dall’impiego delle nuove tecnologie, ma penso che non si debba trascurare nessun altro ambito della complessiva organizzazione degli uffici regionali”. La circolare dispone che nell’anno 2009 l’amministrazione regionale tagli del 50% rispetto al bilancio 2007 la spesa per la stampa delle relazioni e di ogni altra pubblicazione prevista da leggi e regolamenti e distribuita gratuitamente o inviata ad altre Amministrazioni. Al tempo stesso stabilisce che la diffusione della Gazzetta ufficiale a tutti i soggetti in possesso di un abbonamento a carico di Amministrazioni o Enti Pubblici o locali venga sostituita da abbonamento telematico con adeguamento dei costi entro 60 giorni dalla entrata in vigore delle nuove disposizioni. “La previsione normativa riguarda la Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana - dice Ilarda – tuttavia il principio ispiratore che sta alla base della norma induce ad estenderla alla Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana nei tempi necessari per acquisire e predisporre le necessarie risorse informatiche”. Attualmente la Gazzetta ufficiale della Regione siciliana viene distribuita gratuitamente ad uffici centrali e periferici dell’amministrazione regionale, dello Stato, ai Deputati ed agli uffici dell’Assemblea regionale siciliana e a diversi altri soggetti pubblici individuati per legge. Questi abbonamenti gratuiti rappresentano complessivamente il 61,86% della tiratura della gazzetta, toccando punte dell’87% per il supplemento ordinario alla prima parte. “Appare, dunque, indispensabile che si proceda con urgenza alla conversione on line. Il centro di coordinamento dei sistemi informativi – dispone Ilarda – provvederà a quanto necessario entro il 30 giugno mentre la conversione on line degli abbonamenti dovrà avvenire da gennaio 2010” .  
   
   
COOPERAZIONE SVILUPPO: A UDINE SEMINARIO SU BANDO DA 1,3 MLN  
 
Udine, 23 febbraio 2009 - Venerdì 6 marzo, alle ore 16. 30, presso l´auditorium della Regione, in via Sabbadini 31 a Udine, si terrà un seminario di presentazione del bando di cooperazione allo sviluppo (legge regionale 19/2000). L´incontro, a cura della Presidenza della Regione - Relazioni internazionali e comunitarie, per il tramite del Servizio rapporti internazionali e partenariato territoriale che è stato recentemente incaricato dalla Giunta regionale di gestire il bando, ha l´obiettivo di illustrare le modalità operative di presentazione delle richieste di finanziamento, la cui scadenza è il 30 aprile. I soggetti interessati dal bando, le cui risorse ammontano a 1,3 milioni di euro complessivi, sono ong, onlus, associazioni di volontariato, enti locali, università, associazioni di immigrati e associazioni di corregionali all´estero; sono finanziabili i progetti di cooperazione allo sviluppo in base ai criteri previsti dal Programma regionale per la cooperazione allo sviluppo e delle attività di partenariato territoriale. .  
   
   
OLTRE MILLE PICCOLE E MEDIE IMPRESE CHE INNOVANO: I PRIMI RISULTATI DEL PROGRAMMA ANTICRISI DELLA REGIONE EMILIA ROMAGNA.  
 
Bologna, 23 febbraio 2009 - Innovazione: 1068 imprese e 200 milioni di euro per continuare ad investire sul futuro. Sono i risultati dei programmi regionali di sostegno agli investimenti, attivati dall’ultimo quadrimestre del 2008. E mentre 48 istituti di credito hanno aderito all’accordo con la Regione, per aiutare le piccole imprese arrivano i “manager a tempo”. “La nostra economia non ha una crisi di competitività, come ampiamente dimostrato anche dai dati più recenti – ha commentato oggi l’assessore regionale alle attività produttive Duccio Campagnoli illustrando i risultati dei programmi - ma soffre il calo degli ordinativi dovuti alla congiuntura nazionale e internazionale. Si tratta allora di continuare a sostenere i processi di innovazione, per potersi presentare strutturati e pronti all’appuntamento con la ripresa”. Oltre mille imprese Tre i programmi per i quali le imprese hanno potuto presentare i loro progetti nell’ottobre 2008, rivolti rispettivamente all’innovazione tecnologica nelle piccole imprese fino a 50 dipendenti (547 progetti approvati), all’innovazione energetica delle pmi (145 progetti) e alla ricerca (376 progetti). Possono contare su 200 milioni, ai quali si aggiungono – dal 1° gennaio - i finanziamenti previsti con l’accordo anti-crisi promosso dalla Regione, insieme ad Unioncamere e Consorzi Fidi, per assicurare credito di liquidità. Settecento professionisti dell’innovazione Del tutto nuovo l’inserimento del “temporary manager” per l’innovazione, cioè professionisti esterni che per un certo periodo di tempo si affiancheranno all’impresa per predisporre e seguire progetti di innovazione. Per questo programma, sono stati presentati 704 progetti dei quali 547 sono stati ammessi per un totale di investimenti di 86 milioni di euro ai quali la Regione assicura un contributo di 30 milioni di euro. Si affiancheranno alle imprese ben 700 professionisti per sostenere progetti che si rivolgono in particolare a innovazioni organizzative, tecnologiche, di marketing, e di presenza sui mercati esteri. “E’ un investimento non solo sulle imprese e sulle capacità produttive – ha proseguito Campagnoli – ma anche sul terziario dei servizi avanzati, altrettanto importante e da salvaguardare di fronte alla crisi. Le spese da non tagliare sono proprio quelle per conoscenza e professionalità”. Chi è e cosa fa il “temporary manager” I consulenti attivati risultano più di 700 e le giornate di servizio, nella maggioranza dei casi, supera nettamente la soglia minima di 90 giorni. L’età media è di circa 40 anni in un in una fascia molto ampia dai 25 ai 60. Sono sia liberi professionisti che appartenenti a società. La cultura dei manager è mediamente universitaria, il diploma spesso si accompagna all’esperienza pluridecennale. Generalmente sia la laurea sia il diploma sono legati alle specifiche competenze richieste per lo sviluppo del progetto aziendale. L’attività del servizio prestato dal “temporary manager” riguarda prevalentemente la riorganizzazione dei processi e del personale, anche attraverso l’introduzione di nuovi strumenti Ict, la conduzione di azioni di internazionalizzazione e di cambiamento delle modalità di marketing. Oltre alla consulenza del manager esterno, il bando aveva tra le spese ammissibili i costi relativi a contratti di trasferimento tecnologico con i centri per l’innovazione e i laboratori regionali di ricerca e trasferimento tecnologico, con Università nonché con società di ingegneria e di management. I primi risultati dell’accordo sul credito A due mesi dalla sottoscrizione, sono 48 gli istituti di credito e le banche presenti in regione che sino ad oggi hanno aderito all’intesa sul credito alle imprese firmato lo scorso dicembre da Regione Emilia-romagna, Unioncamere, Consorzi Fidi, Istituti di credito e Associazioni di categoria. L’accordo mette a disposizione un miliardo di euro di plafond e un tasso d’interesse non superiore all’euribor maggiorato di uno spread massimo di 1,5 punti. Da gennaio 2009, i primi dati che vengono dall’attività di Unifidi, il Consorzio Fidi regionale dell’artigianato, evidenziano che sono già 109 le operazioni realizzate: con finanziamenti a 6/12 mesi per investimenti di quasi 10 milioni di euro, garantiti per 1/3 dal Consorzio Fidi. Per mutui all’investimneto sono stati avviati inoltre 240 progetti presentati a Unifidi, per un importo di finanziamento vicino ai 30 milioni di euro e un contributo di quasi 2,5 milioni. Per quanto riguarda invece il programma di sostegno agli investimenti nell’industria sono 63 i nuovi progetti presentati da gennaio che portano portano a 519 le domande presentate dall’ultimo quadrimestre 2008. I progetti nei settori e sul territorio A livello territoriale i progetti finanziati provengono per il 28% dalla provincia di Bologna, 21% da Modena, 12% da Reggio Emilia, 11% da Forlì-cesena, 10% da Ravenna, 7% da Parma, 6% da Ferrara, 4% da Rimini e 2% da Piacenza. Per quanto riguarda i settori, il 58% delle imprese fa parte del comparto manifatturiero, il 9% di quello edile e il 29% dei servizi. .  
   
   
INDUSTRIA, A TERNI INCONTRO SU STATO DI CRISI; GIOVANNETTI: ”INDISPENSABILE COLLABORAZIONE STATO-REGIONI, ATTIVATE VARIE MISURE”  
 
Terni, 23 febbraio 2009 - “La situazione di crisi generalizzata si fa sentire anche nel Ternano e penalizza in particolare le aziende più piccole. La Regione in proposito ha attivato una serie di strumenti utili a tamponare il più possibile gli effetti sul mondo produttivo”. Lo ha affermato il 19 febbraio a Terni l’assessore regionale alle attività produttive, Mario Giovannetti, durante un incontro organizzato dalla Regione per esaminare le conseguenze che la crisi sta producendo sul tessuto produttivo provinciale. Erano presenti, oltre all’assessore Giovannetti, il sindaco di Terni, Paolo Raffaelli, il presidente della Provincia di Terni, Andrea Cavicchioli, i rappresentanti dei Comuni del Ternano, delle Associazioni datoriali provinciali, della Camera di Commercio, dei sincati, di Sviluppumbria, di Gepafin, del Consorzio Aree Industriali Terni, Narni, Spoleto, del Consorzio Crescendo. “Tutte le questioni relative alle difficoltà che le aziende stanno vivendo – ha detto l’assessore Giovannetti – saranno portate a breve termine al Tavolo per il Patto per lo Sviluppo. La Regione intanto ha attivato delle misure molto importanti. Tra queste il Fondo di Garanzia pubblico con una disponibilità di 5 milioni di euro, il ‘tutoraggio’ delle aziende in crisi reversibile che prevede la nomina di un manager temporaneo, gli ammortizzatori sociali in deroga sui quali proprio in questi giorni è stato siglato un accordo tra Stato – Regioni”. L’assessore Giovannetti dopo aver tracciato in breve la situazione del territorio, ha evidenziato la necessità di una sinergia di interventi tra Stato e Regioni “perché – ha detto – nessuno deve pensare che la crisi si possa risolvere pensando ognuno ai problemi particolari del proprio territorio”. “La Regione – ha aggiunto Giovannetti – si è impegnata anche ad affrontare alcune criticità, come la semplificazione e la riduzione dei tempi nell’espletamento dei Bandi e finalizzare le risorse europee in maniera più puntuale, anche attraverso pacchetti ‘localizzativi’ come previsto dalla legge regionale sulle politiche industriali”. Accanto ai punti di debolezza però nel Ternano ci sono anche quelli di forza. E’ il caso dei “materiali speciali” che più rappresentano il “punto di forza” con cui puntare al rilancio produttivo del territorio. “Bisogna consolidare e diversificare questo settore – ha specificato l’assessore – perché rappresenta per Terni la possibilità di sviluppo in campi fortemente innovativi. In questo contesto è importante la competitività del territorio che si realizza anche attraverso la realizzazione della “macro aerea” che va dalla Piastra logistica (deliberata dal Cipe in data 7 febbraio) all’area del compendio Bosco. Da sempre, ma in particolare in questo momento, conta molto la specializzazione dell’apparato produttivo, a partire dalle produzioni chimiche, in particolare quelle ambientalmente compatibili”. Durante l’incontro non sono state trascurate le questioni particolari relative ad alcune aziende. “Tra le varie problematiche – ha precisato Giovannetti – la vicenda relativa alla ‘Tic’ è tra le più impegnative. Sul tema procede il confronto con il Governo per definire un Protocollo propedeutico ad un accordo di programma”. Per quanto riguarda la “Novamont” l’assessore ha precisato ”che si tratta di una presenza importante sul territorio che continuerà a crescere con nuovi progetti sui quali è aperto un confronto indipendentemente da quelli che saranno eventuali investimenti nel ‘casertano’. Fuori luogo quindi, ipotizzare ridimensionamenti a seguito di tali investimenti fuori regione, anche perché nell’area campana esistono condizioni di aiuti non paragonabili a quelli del centro-nord”. Dopo aver ascoltato tutte le parti intervenute all’incontro, l’assessore ha concluso: ”serve un lavoro di coordinamento per monitorare la situazione ed individuare, oltre alle problematicità, i percorsi di uscita dalla crisi sulla quale, da parte di tutti, è molto forte la consapevolezza. In proposito è prevista l’attivazione del Tavolo provinciale. Per quanto riguarda la Regione Umbria – ha aggiunto – si adopererà per garantire da una parte la continuità delle imprese, dall’altra per incentivare le aziende verso l’innovazione perché il fatto di trovarsi in una situazione particolare non deve portare a trascurare l’innovazione e la crescita. La specializzazione produttiva infatti permetterà alle aziende di essere pronte e competitive per il rilancio. Ciò vale in particolare per il territorio Ternano, per il quale va riconfermata l’importanza e la centralità del tessuto industriale”. .  
   
   
LAVORO: 4 MILIONI A FVG PER AMMORTIZZATORI IN DEROGA  
 
Trieste, 23 febbraio 2009 - Con la prima tranche di 151 milioni di euro erogati dal Governo alle Regioni, di cui 4 milioni al Friuli Venezia Giulia quale quota a parte sulle risorse finanziarie che ci verranno assegnate, prende il via la gestione operativa degli ammortizzatori in deroga 2009. "In attesa della sottoscrizione definitiva degli accordi tra Regioni e ministero del Lavoro, questo è un segnale significativo - nota l´assessore regionale al Lavoro, Università e Ricerca, Alessia Rosolen - che consente di assicurare continuità di trattamento e prestazione degli strumenti di garanzia del reddito ai lavoratori coinvolti nelle situazioni di crisi occupazionale". "Si tratta di una scelta lungimirante - prosegue l´assessore - perchè assicura uno spazio ulteriore al confronto tra le Regioni e le parti sociali e favorisce la transizione protetta dei lavoratori coinvolti dai fenomeni di crisi". Rosolen conclude ricordando che nel corso delle ultime settimane l´impegno della Regione è cresciuto anche in funzione dell´integrazione degli ammortizzatori sociali con le risorse del Fondo Sociale Europeo. .  
   
   
IN SICILIA RIUNIONE PER RILANCIO AZIENDE CONFISCATE  
 
Palermo, 23 febbraio 2009 – L´assessore regionale al Lavoro, Carmelo Incardona, responsabile dell´Unità di crisi del governo regionale per la gestione delle emergenze occupazionali, ha organizzato una riunione, per il 24 febbraio, nella sede della Riela Group, in contrada Cerzulla di Piano Tavola, a Belpasso (Ct), per affrontare i problemi legati alla salvaguardia dei livelli occupazionali nelle aziende confiscate alla mafia, in Sicilia. Alla riunione, Incardona ha invitato gli assessori all´Industria e al Bilancio della Regione siciliana, Pippo Gianni e Michele Cimino, i rappresentanti della prefettura di Catania, dell´Agenzia del Demanio, di Italia Lavoro, di Confindustria, della Federazione regionale dell´Artigianato, di Api Sicilia, della Federazione del Commercio, di Confesercenti, dei sindacati Cgil, Cisl, Uil e Ugl, della Coldiretti, di Confagricoltura, della Confederazione Italiana degli Agricoltori, della Legacoop, di Confccoperative, dell´Agci e dell´Unci. Le aziende del gruppo Riela, D & D Italia Srl, F. Lli Riela e Impresa individuale Riela Francesco, confiscate con decreto del tribunale di Catania, impiegano, complessivamente 25 dipendenti. Attualmente sono gestite dall´Agenzia del Demanio, che si avvale dell’assistenza tecnica di Italialavoro per il monitoraggio dei lavoratori e il rilancio del piano aziendale. Dopo la confisca, il gruppo ha subito un drastico calo delle commesse, che ne ha messo a repentaglio la sopravvivenza. “La Riela - dice Incardona - è una delle 27 aziende siciliane confiscate alla mafia, che faticano a reinserirsi nel circuito legale dell´economia. La riunione di martedì 24 ha lo scopo di verificare, insieme alle istituzioni, al mondo delle imprese e al sindacato, come sostenere queste aziende e salvaguardare l´occupazione dei 459 dipendenti. Riuscire nell´obiettivo di rilanciarle e di salvare posti di lavoro, avrebbe grande rilevanza, sul piano concreto e su quello simbolico perchè sarebbe una vittoria dello Stato nella lotta alla mafia. Su questo fronte, istituzioni, imprese e lavoratori devono dare un concreto e reale segnale di collaborazione". .  
   
   
PAOLO BERTOLINO È IL NUOVO DIRETTORE DI UNIONCAMERE PIEMONTE  
 
Torino, 23 Febbraio 2009 - Il Comitato direttivo di Unioncamere Piemonte (composto dal Presidente dell’ente e dai Presidenti delle Camere di commercio associate) ha nominato questa mattina - su proposta del Presidente di Unioncamere Piemonte Ferruccio Dardanello - Paolo Bertolino direttore di Unioncamere Piemonte. Paolo Bertolino subentrerà – dal mese di marzo - a Guido Bolatto, Segretario della Camera di commercio di Torino, che dal 1° Novembre scorso aveva assunto la direzione di Unioncamere Piemonte per il tempo necessario affinché fosse avviata la selezione della figura professionale idonea alla carica di direttore. La selezione, condotta da una primaria società di consulenza organizzativa attraverso la pubblicazione di un bando su quotidiani e siti pubblici tra il mese di dicembre e gennaio scorso, è stata effettuata tra 577 candidature. “Unioncamere Piemonte è diventata negli anni uno degli enti camerali più importanti nel panorama nazionale, e per poter continuare sulla strada finora intrapresa era importante individuare una figura professionale di alto profilo, con alle spalle importanti esperienze professionali in Italia e all’estero. Sono contento di aver trovato in Paolo Bertolino - attraverso una procedura di selezione trasparente - un direttore che saprà coordinare le attività dell’ente con entusiasmo, dinamismo e capacità. A lui auguro un buon lavoro - afferma Ferruccio Dardanello, presidente di Unioncamere Piemonte -. Mi preme poi rivolgere un ringraziamento particolare a Guido Bolatto per la sua disponibilità nello svolgere con dedizione il ruolo di direttore durante questi ultimi mesi”. Paolo Bertolino è nato a Torino l’11 Novembre 1972, è sposato con prole. Laureato in Giurisprudenza, dal 2002 è abilitato all’esercizio della professione di avvocato. Dal 2001 è funzionario presso l´International Training Centre dell´International Labour Organization di Torino, è coordinatore di alcuni corsi post-laurea e master organizzati presso l’Itc-ilo tra i quali International Trade Law, Ll. M. In Intellectual Property, Cultural Projects for Development e Manangement of Development. Ha effettuato un internship presso il Servizio Giuridico della Commissione Europea a Bruxelles e svolto la pratica legale nel settore commerciale e amministrativo presso un importante studio legale di Torino. .  
   
   
OPERAZIONE ASCOLTO IN VALSUGANA LAVORARE SULLA PERCEZIONE DELL’IMMIGRAZIONE COMUNICANDO I DATI REALI DEL FENOMENO  
 
Trento, 23 febbraio 2009 - Lavorare sul fronte dell’integrazione coinvolgendo, come protagonisti, anche i cittadini di origine straniera; inoltre, incidere sull’atteggiamento della comunità locale nei confronti dei “nuovi trentini”, smontando pregiudizi e luoghi comuni di fronte al fenomeno migratorio. Sono alcune fra le priorità da affrontare in Valsugana emerse ieri nella nuova tappa dell’Operazione ascolto sul territorio voluta dall’assessore provinciale alla Solidarietà internazionale e alla Convivenza Lia Giovanazzi Beltrami. In Bassa Valsugana – hanno detto i rappresentanti degli Enti locali – spicca il dato della piena integrazione della comunità bosniaca. Più in generale, vi sono comunità molto organizzate, come quella islamica e quella albanese; è quindi più facile – è stato detto – avere un dialogo, parlare con i loro rappresentanti. Con altre comunità, come quella cinese, comunicare è più difficile. Questo perchè non sono organizzate e quindi non è sempre facile trovare un interlocutore. E il dialogo è reso ancora più complicato dalle difficoltà linguistiche e dalle diversità culturali. Spesso si aggiunge il problema della percezione del fenomeno migratorio da parte della comunità locale, come sottolineato in Alta Valsugana. Preoccupano, in particolare, gli atteggiamenti dei più giovani nei confronti dei loro coetanei. Ma sul fronte della percezione c’è da lavorare anche fra gli adulti per sradicare il luogo comune – smentito dai dati – che i cittadini di origine straniera siano i primi beneficiari degli interventi socioassistenziali. “Il Trentino – ha detto l’assessore Beltrami – ci presenta molte positive esperienze di convivenza, diversi progetti di integrazione andati a buon fine. Però dobbiamo lavorare anche sulla percezione dell’immigrazione, comunicando i dati reali del fenomeno per smontare luoghi comuni e timori infondati. Serve un lavoro sinergico fra enti locali, Provincia e associazioni. In questo scenario, il Cinformi potrà rappresentare, come è stato sinora, un punto di riferimento per tutta la comunità. ” Anche in Valsugana, accanto alle riflessioni sul processo di integrazione dei “nuovi trentini”, sono emerse istanze e problemi specifici. Fra tutti la questione, in Alta Valsugana, dell’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, fenomeno che ha raggiunto vaste proporzioni. “E’ un problema sul quale stiamo lavorando – ha risposto l’assessore Beltrami – per definire una strategia provinciale per l’accoglienza di questi giovani. Anche in questo campo, come per tutte le questioni legate all’immigrazione, per noi è fondamentale avere dei referenti sul territorio, dialogare con tutti gli attori che se ne occupano. Non vi lasceremo soli ad affrontare un fenomeno così rilevante come l’immigrazione. ” Fra le altre problematiche emerse in Valsugana, le difficoltà nell’accesso alla casa e al credito, lo sbocco scolastico dei giovani immigrati (spesso condizionato dalle difficoltà linguistiche) e il loro “disagio” nel vivere a cavallo di culture diverse. E in tempi di crisi economica preoccupa, in prospettiva, anche, il quadro occupazionale. Inoltre, come è sempre emerso sinora negli incontri sul territorio, non mancano i disagi legati ai tempi delle pratiche per i documenti di soggiorno. Particolarmente apprezzati invece i corsi di italiano, mentre è emerso anche in Valsugana il problema di una sede per le attività delle associazioni di immigrati, che sembrano poco inclini a condividere gli spazi comuni messi a disposizione dagli enti locali. Anche di qui l’appello delle autorità comprensoriali in Alta Valsugana perché dalla comunità arrivino proposte, progetti e richieste funzionali ad un approccio complessivo e comune al processo di integrazione dei cittadini immigrati. Sul piano culturale, tutti hanno condiviso l’importanza delle occasioni di festa e più in generale di incontro e confronto fra trentini e nuovi trentini, preziose opportunità per favorire la conoscenza reciproca. .  
   
   
FAMIGLIA FVG: INCENTIVI PER CRESCITA VARIEGATA ASILI  
 
Cividale del Friuli, 23 febbraio 2009 - "Abbiamo assolutamente bisogno di diversificare l´offerta dei servizi di cura ed accoglienza dei bambini, poiché nella nostra società esiste un gap di tali risposte. Già nei prossimi mesi la Regione incentiverà la crescita di un´offerta variegata con la modifica della normativa esistente. Il sostegno sarà dato alla famiglia, una risorsa per la nostra società, e non alle strutture d´accoglimento". Lo ha affermato l´assessore regionale con delega alle Politiche per la famiglia, Roberto Molinaro, nel corso del convegno "Il nido in casa: Esperienze sui servizi per la prima infanzia", svoltosi il 21 febbraio a Cividale del Friuli. Oggetto dell´incontro (promosso dal Comune di Cividale e dal Soroptimist Club di Cividale) è stata la nuova realtà dei "asili in casa", il servizio d´assistenza dei bambini in ambiente familiare con flessibilità d´orario, che risolve i problemi di tante mamme che lavorano, nato nelle Nazioni scandinave già alla fine del 19. Mo secolo. Oggi si tratta di una realtà diffusa in tutti i Paesi europei (ad esclusione di Grecia e Portogallo). Il modello per tale servizio, offerto ai bambini dai 0 ai 3 anni, è in Italia il Trentino-alto Adige, dove sin dagli anni ´80 sono state attinte esperienze simili dalla vicina Austria. Nel corso del convegno è stato messo in evidenza il quasi primato del Friuli Venezia Giulia (al penultimo posto tra le regioni italiane) per la bassa natalità. Per invertire tale trend negativo, ha spiegato l´assessore Molinaro, la Regione sta attuando delle "scelte coordinate: la Carta famiglia; il prossimo ripristino degli assegni di natalità; le risorse, che l´ultima legge finanziaria mette a disposizione di servizi come appunto gli "asili in casa", organizzati tra le famiglie". Infine l´assessore, impegnandosi per la continuità del sostegno a simili iniziative, ha richiamato l´attenzione sulla necessità di un cambiamento della diffusa mentalità secondo la quale tali servizi dovrebbero necessariamente essere pubblici. "Gli obiettivi prefissati in tale ambito si possono raggiungere in collaborazione con i privati, quindi, con le associazioni di categoria", ha affermato Molinaro, la cui proposta è stata accolta positivamente dalle partecipanti al convegno. .  
   
   
MARCHE, VIOLENZA SULLE DONNE ´ L´ASSESSORE BENATTI RISPONDE AL CONSIGLIERE CAPPONI.  
 
Ancona, 23 Febbraio 2009 - L´assessore alle Pari opportunita`, Stefania Benfatti, risponde al consigliere Franco Capponi, facendo il punto sulle iniziative avviate a seguito della recente legge 32 ´Interventi contro la violenza sulle donne´. ´Nessun ritardo da parte della Regione sulle iniziative contro la violenza sulle donne, contrariamente a quanto affermato da Capponi. A marzo l´assessorato di cui ho la responsabilita` insediera` il forum permanente contro le molestie e le violenze di genere, in tempo utile per il coordinamento di tutte le iniziative che, con l´avvio dei centri anti violenza, prenderanno il via. La legge regionale 32 approvata all´unanimita`, prime firmatarie le sette consigliere appartenenti a maggioranza e opposizione e alla cui approvazione hanno contribuito tutti i gruppi consiliari, e` entrata in vigore il 21 novembre scorso. In applicazione della legge la Giunta ha immediatamente indetto il bando per i primi 100mila euro di contributi finalizzati alle iniziative previste dalla legge, in particolare l´attivazione dei centri anti violenza in ogni provincia. Il bando e` scaduto il 28 gennaio scorso mentre, in questi giorni si sta predisponendo la commissione esaminatrice interna alla Regione, che valutera` in breve tempo i progetti pervenuti e assegnera` i finanziamenti per far partire i centri. Oltre alle azioni della legge 32, poi, va sottolineato che la Regione Marche e` al secondo posto in graduatoria a livello nazionale per un progetto contro la violenza sulle donne, approvato dal Ministero per le Pari opportunita`, per 187mila euro. La Regione continua quindi l´impegno su questo versante, anche per questo per la prossima giornata dell´8 marzo abbiamo promosso una vera e propria mobilitazione contro la violenza sulle donne. Un´iniziativa questa su cui auspichiamo venga mantenuto l´impegno unitario dell´intera assemblea legislativa, percio` ho gia` coinvolto le sette consigliere regionale di maggioranza e opposizione, che hanno concordato sulla bonta` dell´iniziativa. Sulla giornata dell´8 marzo e` stato anche coinvolto l´Osservatorio regionale per le politiche integrate di sicurezza che comprende istituzioni e forze dell´ordine, nell´ambito del quale consiglieri di maggioranza e opposizione hanno espresso valutazioni positive. Credo sia interesse di tutti mantenere l´impegno unitario sul tema della violenza sulle donne. Non manchero` di mantenere informata l´intera Assemblea legislativa, perche` su un tema come questo la politica deve dare un segnale di serieta` e unita`, cosi` come e` stato fatto fino adesso´. .  
   
   
LE AZIONI DEL GOVERNO REGIONALE A FAVORE DEI MINORI EXTRACOMUNITARI IN SICILIA  
 
Palermo, 23 febbraio 2009 – Un percorso condiviso per le modalità di assegnazione dei minori stranieri non accompagnati alle strutture autorizzate e risorse finanziarie regionali per i comuni che hanno accumulato debiti per il pagamento delle rette. Sono stati gli argomenti al centro di una conferenza di servizio sui minori extracomunitari non accompagnati che si è svolta presso l’assessorato regionale per la Famiglia, le Politiche sociali e le autonomie locali e che ha visto la partecipazione dei rappresentanti delle Prefetture e delle Questure dei nove capoluoghi siciliani. Presente, tra gli altri, il prefetto di Agrigento, Umberto Postiglione, sul cui territorio avvengono la maggior parte degli sbarchi. In seguito alla conferenza di servizio è stato stabilito che ciascuna Prefettura effettuerà un monitoraggio dell’assegnazione di minori stranieri non accompagnati a strutture residenziali ubicate nel territorio di propria competenza, segnalando all’Assessorato la situazione debitoria dei comuni derivante dal pagamento delle rette per gli anni 2005-2008. “Il presidente della Regione ha firmato il decreto con cui – spiega l’assessore Francesco Scoma – su mia proposta si mettono a disposizione 5 milioni di euro per il ripianamento dei debiti dei comuni”. Secondo gli ultimi dati, attualmente sono 593 i minori stranieri non accompagnati presenti in Sicilia, di cui 294 assistiti dai comuni. E’ stato inoltre deciso che, per le nuove assegnazioni, i responsabili del procedimento individueranno le strutture di accoglienza esclusivamente fra quelle iscritte all’Albo Regionale (legge regionale 20/1986). “Sono circa 300 le strutture che, secondo gli standard previsti dalla legge, garantiscono circa 3000 posti letto su tutto il territorio regionale. Si tratta di un numero sufficiente a fronteggiare la situazione. Tuttavia, è accaduto che in casi di emergenza alcuni minori siano stati ricoverati in strutture non iscritte e dunque non in possesso dei requisiti e degli standard previsti. In sede di conferenza è stato deciso che qualora ci sia questa necessità la permanenza dei minori in queste strutture non potrà protrarsi oltre la nomina del tutore: in caso contrario il comune di competenza non sarà tenuto a pagare la retta”. Rete Telematica Delle Case Famiglia. L’assessorato inoltre realizzerà, entro i prossimi tre mesi, attraverso Sicilia E-servizi, una rete telematica fra le strutture autorizzate di accoglienza presenti nel territorio siciliano. “Forniremo una login ed una password – spiega Scoma – alle Prefetture e alle questure competenti che potranno accedere al servizio ed in tempo reale procedere all’assegnazione dei minori in relazione all’effettiva disponibilità di posti”. Sanzioni E Revoca Autorizzazioni. Proprio a causa del mancato pagamento delle rette (70 € al giorno per ciascun ospite), da parte dei Comuni, diverse strutture hanno spesso rifiutato di ospitare minori. Per questa ragione, in particolare la Prefettura di Agrigento, in virtù dell’emergenza sbarchi a Lampedusa, è stata costretta a rivolgersi a strutture disponibili ma, in molti casi, non in possesso degli standard previsti (tra i principali, previsti dalla legge: appartamento tra i 150 e i 200 metri quadri; stanze di tipo familiare; massimo 10 posti letto per struttura; personale di cucina e pulizia in servizio permanente; psicologo e assistente sociale in convenzione esterna). “Questo non deve più succedere – afferma l’assessore – e non è tollerabile che strutture iscritte all’Albo regionale si possano rifiutare. Attraverso la rete telematica ogni giorno il responsabile della struttura dovrà caricare i dati principali sugli ospiti, ad esempio numeri di posti disponibili e utilizzati, età e nazionalità dell’ospite. Chi dovesse rifiutare l’accoglienza andrà incontro ad ispezioni e sanzioni progressive, fino alla revoca delle autorizzazioni”. Mediatore Culturale. In seguito al piano di riequilibrio delle strutture dei minori – varato dalla giunta su proposta dell’assessore alla Famiglia - gli uffici di via Trinacria hanno lavorato ad un riordino strutture per garantire una omogenea distribuzione territoriale. Contestualmente è in fase di elaborazione un bando per l’individuazione di 100 mediatori linguistico - culturali. “Si tratta di un progetto per cui sono disponibili 5 milioni di euro necessari per la sperimentazione e la formazione di queste figure che poi andranno a prestare servizio in altrettante strutture per un periodo di circa 9 mesi, attraverso la work experience. Durante questo arco di tempo i mediatori saranno pagati dalla Regione, poi chi lo vorrà, potrà assumerli aumentando la retta quotidiana dovuta per ciascun ospite, a carico dei comuni, cui poi la Regione rimborsa i costi sostenuti”. Richiesto Intervento Del Governo Nazionale. Nelle settimane scorse l’assessore Scoma ha incontrato il ministro delle Politiche sociali, Maurizio Sacconi, ed è in attesa di incontrare il ministro dell’Interno, Roberto Maroni. Contestualmente ha portato la questione dei minori extracomunitari all’attenzione della Commissione per l’Infanzia di Camera e Senato. “Al governo nazionale – sostiene Scoma - ribadiamo la necessità di un sostegno economico che consenta ai comuni siciliani di sanare le esposizioni debitorie accumulate negli ultimi tre anni per il mancato pagamento delle rette di ricovero. Ma soprattutto chiediamo un intervento legislativo concreto affinché sollevi la nostra isola dalla gestione di questo fenomeno sotto forma di emergenza continua dovuta ad una invasione temporanea ma costante che mette in crisi l’intero sistema di accoglienza. Abbiamo quindi sollecitato un tempestivo intervento del Governo e del Parlamento nazionale affinché, per questa tematica non solo siciliana ma di tutta la Nazione e dell’intera Europa, sia trovata una soluzione equilibrata, tempestiva, che sollevi i comuni da questo onere economico improprio”. .  
   
   
ANZIANI E MINORI A CHIOGGIA: SOSTENERE PROGETTI VALORIZZAZIONE COMUNITA’ E FAMIGLIA  
 
Chioggia (Ve) 23 febbraio 2009 - L’assessore regionale alle politiche sociali Stefano Valdegamberi ha incontrato 19 febbraio la Giunta comunale di Chioggia, guidata dal Sindaco Romano Tiozzo, con cui ha parlato, in particolare, delle questioni relative alla condizione degli anziani e dei minori. Egli ha assicurato l’attenzione della Giunta veneta nei riguardi di alcuni progetti che l’amministrazione clodiense ha in animo di realizzare tra cui l’utilizzazione da parte di anziani di quattordici appartamenti situati nel centro storico di Chioggia, che diventerebbero residenze protette per consentire la permanenza degli anziani nel centro storico a stretto contatto con la comunità locale. “Questo progetto- ha affermato Valdegamberi- rientra coerentemente nel percorso indicato dal governo veneto che valorizza la famiglia come nucleo centrale delle politiche sociali rivolte non solo ai minori ma anche ai non autosufficienti. Ricordo che una delle linee di azione della Regione Veneto è il favorire la domiciliarità degli anziani non autosufficienti, invece della loro istituzionalizzazione. Questo innanzitutto per motivi inerenti la dignità della persona e il suo diritto a vivere nel proprio ambiente familiare ma anche per motivi di contenimento della spesa pubblica. Valga un dato per tutti: la Regione Veneto spende 470 milioni di euro per assistere nelle strutture residenziali circa 25000 anziani non autosufficienti mentre ne spende “solo” 50 milioni di euro per mantenerne altrettanti in casa propria”. In relazione al recente fatto di cronaca che ha visto un giovanissimo studente della scuola “S. Pellico” di Chioggia accoltellare un suo insegnante, l’assessore Valdegamberi ha detto: ”Questi fatti dovrebbero darci finalmente la capacità di fermarci a riflettere, tutti quanti, sul fatto che bisogna ripensare il ruolo della famiglia, della scuola, della comunicazione nella società d’oggi. Società che emargina i modelli positivi, i comportamenti virtuosi che pure tra i giovani esistono, dando spazio prepotente ai messaggi negativi e vuoti. Bisogna ricreare il senso di comunità, di appartenenza – ha continuato l’esponente del governo veneto- ritornando a concetti chiari in relazione ai diritti e ai doveri che ciascun cittadino ha”. Egli ha manifestato la disponibilità ad una collaborazione della Regione col Comune di Chioggia per un progetto di presa in carico non solo del minore coinvolto ma anche dei suoi compagni. Stessa disponibilità ha espresso sui progetti futuri dell’amministrazione comunale in relazione ai contributi per il minimo vitale da assegnare alle famiglie con disagio. .  
   
   
BOLZANO: CORSO SUI PRINCIPALI ASPETTI DEL DIRITTO MINORILE  
 
Bolzano, 23 febbraio 2009 - Aperte le iscrizioni al corso “Aspetti principali del diritto minorile civile e penale alla luce delle novità legislative” organizzato dal Servizio Sviluppo del Personale del settore sociale. Sono aperte le iscrizioni al corso “Aspetti principali del diritto minorile civile e penale alla luce delle novità legislative” che si svolgerà mercoledì 11 e giovedì 12 marzo, dalle ore 9. 00 alle ore 12. 30 e dalle ore 14. 00 alle ore 17. 30 presso il Lebenshilfe “Ferienhof Masatsch“, di Pianizza di Sopra, 30, nei pressi di Caldaro. Il corso è rivolto ad assistenti sociali, educatrici/tori dei servizi di assistenza sociale e pedagogica di base dei Distretti sociali delle Comunità Comprensoriali e dell’Azienda Servizi Sociali di Bolzano, educatori/trici delle comunità socio-pedagogiche per minori, operatrici delle Case delle Donne e dei Centri Antiviolenza, psicologhe/gi dei Servizi psicologici e dei Consultori familiari La finalità di questo corso è di fornire una panoramica di base e generale delle norme civili, penali e di diritto degli stranieri che riguardano i minori e le loro famiglie, dando approfondite informazioni teoriche connesse alla analisi della prassi di applicazione giudiziale e nei servizi. La materia del diritto minorile è sempre in movimento ed è importante essere aggiornati sugli ultimi interventi legislativi e indirizzi giurisprudenziali. Per tutti coloro che nel proprio lavoro si trovano a dover sostenere o assistere direttamente minori, ovvero che lavorano con adulti i quali, in quanto genitori, comunque coinvolgono con i loro progetti, le loro decisioni la vita dei figli minori, è fondamentale conoscere a fondo il quadro normativo e le possibilità di intervento “in rete” per realizzare una buona collaborazione nell’interesse del minore. Oltre alle novità legislative e giurisprudenziali, il corso porterà un’analisi approfondita dell’ applicazione pratica delle leggi più recenti, quali l’affidamento condiviso, l’ordine di allontanamento in campo civile e penale, l’ audizione del minore da parte del giudice ; in campo penale sarà data particolare attenzione ai percorsi alternativi con finalità rieducative del minore, ove l’operato dei servizi è essenziale, così come alla mediazione penale. Infine - e in considerazione del numero crescente di minori stranieri presenti sul territorio - si forniranno nozioni di base del diritto degli stranieri e del diritto internazionale privato applicabile ai minori figli di stranieri o figli di stranieri e cittadini italiani. Si privilegia un metodo interattivo, ove la lezione frontale è occasione di scambio e domande e risposte, oltre che di confronto di approcci e competenze diverse portate dai partecipanti (e relativi aree di lavoro) stessi. Esame e discussione di casi pratici ed esperienze personali. Relatrice del corso sarà l’avvocato Marcella Pirrone, libera professionista a Bolzano e socia consulente legale della Casa delle Donne di Merano, Docente di “Diritto penale” presso la Libera Università di Bolzano, Facoltà Scienze della Formazione, Corso di laurea in Servizio Sociale. Il corso sarà tenuto in lingua italiana ed ogni partecipante potrà usare la propria madrelingua, la partecipazione è gratuita. Per ulteriori informazioni ed iscrizioni gli interessati possono rivolgersi alla coordinatrice del corso, assistente sociale Maria Minacapilli - Baumgartner, maria. Minacapilli@provincia. Bz. It, Tel. 0471 418225, Fax. 0471 418229. .  
   
   
OGGI A PERUGIA SECONDO APPUNTAMENTO RASSEGNA “A PROPOSITO DI DONNE  
 
” Perugia, 23 febbraio 2009 – Oggi alle ore 21, presso il cinema Zenith di Perugia (Via Bonfigli) verrà proiettato il secondo film della Rassegna Cinematografica “A proposito di donne…”. Il titolo del film è “Se chiudi gli occhi” di Lisa Romano, che sarà presente in sala, per incontrare il pubblico. La Rassegna, organizzata dal Centro per le pari opportunità della Regione Umbria in collaborazione con il cinema Zenith e l’Università per Stranieri, è stata pensata come occasione di confronto e di riflessione sulla differenza di genere, per cogliere aspetti più o meno problematici del vissuto delle donne e guardare che cosa sta accadendo di nuovo, in questa società in continuo cambiamento e dove le donne intendono rappresentarsi a partire da sé. .