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GIOVEDI

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Notiziario Marketpress di Giovedì 12 Marzo 2009
PARLAMENTO EUROPEO: COORDINARE I PIANI DI SALVATAGGIO ECONOMICO METTENDO IN GUARDIA DALLA CRESCITA DEL DEBITO PUBBLICO, UN ESAME DEL COMPORTAMENTO TENUTO DALLE BANCHE E DEGLI AIUTI CHE RICEVERANNO E UN MIGLIORE ACCESSO AL CREDITO PER LE PMI E I CITTADINI.  
 
Strasburgo, 12 marzo 2009 - Il Parlamento sollecita il coordinamento dei piani di salvataggio economico, mettendo in guardia dalla crescita del debito pubblico, un esame del comportamento tenuto dalle banche e degli aiuti che riceveranno e un migliore accesso al credito per le Pmi e i cittadini. Chiede anche un´iniziativa europea a favore dell´occupazione e la possibilità di applicare un tasso d´Iva ridotto per le attività ad alta intensità di manodopera, nonché il rilancio degli investimenti, in particolare nelle Ten-t. Approvando con 526 voti favorevoli, 105 contrari e 22 astensioni la relazione di Anne Ferreira (Pse, Fr), il Parlamento accoglie con favore l´iniziativa della Commissione di varare un piano europeo di ripresa economica in risposta alla grave crisi in atto. Tuttavia, ne sottolinea la formulazione «troppo vaga» e paventa il rischio che la sua attuazione prenda «un certo tempo». Rileva inoltre che la maggior parte delle misure comunitarie proposte «poggia su un esercizio di ridistribuzione nel bilancio di finanziamenti già programmati e non sulla mobilitazione di nuove risorse di bilancio». In proposito, nel ricordare che tale redistribuzione «potrebbe ostacolare le politiche esistenti», chiede ulteriori dettagli sulla fase di sviluppo di ciascun progetto e rammenta che qualsiasi modifica del livello di pagamenti dovrà essere approvato dai due rami dell’autorità di bilancio (Parlamento europeo e Consiglio). Accogliendo un emendamento del Pse, l´Aula ribadisce anche «l´urgente necessità di rafforzare il bilancio europeo, rivedendone la dotazione e la struttura di spesa». I deputati rilevano poi che la principale priorità del piano di ripresa «deve consistere nel promuovere l´economia e la competitività dell´Unione europea al fine di tutelare le opportunità e la sicurezza dei cittadini ed evitare un aumento della disoccupazione». Il piano di ripresa dovrebbe quindi «invertire il declino economico consentendo ai mercati finanziari di riprendere un normale funzionamento, favorire gli investimenti e migliorare le opportunità per la crescita e l´occupazione». Anche perché, come suggerito dal Pse, la crisi «peggiora di giorno in giorno» e, quindi, in assenza di un intervento pubblico «più deciso ed efficace» l´Ue e i paesi limitrofi «si avvicinano sempre più a una profonda crisi sociale e politica che mette alla prova la solidarietà europea» Raccomandando il coordinamento dei piani nazionali di ripresa economica quale requisito essenziale per l´efficacia, i deputati mettono in guardia contro il rischio che le soluzioni adottate «sfocino nella somma delle politiche nazionali, con conflitti e costi potenziali, pregiudicando il mercato unico e l´unione economica e monetaria e indebolendo il ruolo dell´Unione europea quale attore globale». Approvando un emendamento dell´Alde, i deputati chiedono anche di valutare i benefici che potrebbero derivare dalla creazione di un fondo sovrano europeo, «il cui costo per il servizio del debito sia inferiore a quello relativo all´aggregato equivalente dei debiti nazionali», e che sia di natura temporanea e venga trasferito dopo un certo periodo ai debiti nazionali». Al contempo, facendo proprio un emendamento del Pse, sostengono la decisione dei membri Ue del G20 «di un´azione definitiva contro i paradisi fiscali e le giurisdizioni non collaborative concordando quanto prima un pacchetto di sanzioni». Sottolineano inoltre l´importanza di una convergenza a livello mondiale per affrontare questo problema. Il Parlamento ribadisce che tutti gli aiuti finanziari devono essere «tempestivi, mirati e temporanei». Ammonendo sui possibili rischi di esclusione e di abbandono della politica di concorrenza dell´Unione europea, invita a ripristinare, non appena possibile, i mercati equi e competitivi definiti dai trattati. Inoltre, nel prendere atto con preoccupazione della rapida crescita del debito pubblico e dei deficit di bilancio, esprime il timore che il debito pubblico possa diventare un onere eccessivo per le future generazioni. Sollecita quindi il ritorno a finanze statali sane «non appena possibile», come previsto dal Patto rivisto di stabilità e crescita. Allo stesso tempo il Parlamento è dell´avviso che l´attuale crisi «non sollevi l´Unione europea dalla sua responsabilità di promuovere lo sviluppo internazionale e la lotta contro la povertà nel mondo». Mette inoltre in guardia contro il rischio di un ritorno a politiche protezionistiche e auspica la tempestiva conclusione del ciclo di negoziati commerciali di Doha che potrebbe favorire la ripresa. Ripristinare la fiducia nel settore finanziario - Il Parlamento si compiace delle misure a breve termine adottate per ripristinare la fiducia nel sistema finanziario, ma ricorda che tali misure d´emergenza «non sono sufficienti per risolvere alcuni dei problemi fondamentali alla base della crisi», vale a dire «gli squilibri globali, l´assunzione di rischi estremi, il ricorso alla leva finanziaria e la predilezione per il breve termine». Nel ribadire la necessità di esaminare i sistemi di remunerazione quale possibile fonte di instabilità finanziaria, auspica un´azione coordinata fra gli Stati membri che preveda garanzie bancarie generali ed esplicite a livello nazionale a copertura delle passività, ma escluda il capitale azionario. Approvando un emendamento dell´Alde, invita gli Stati membri dell´area euro a esaminare la possibilità di «un grande prestito europeo», da essi «garantito in solido». I deputati insistono poi sul fatto che i principali motivi alla base dell´eccezionale intervento pubblico nel sistema finanziario sono la necessità di garantire la tutela dei risparmi e la concessione di crediti ai singoli e alle imprese, comprese le Pmi. Ribadiscono inoltre che occorre riservare un´attenzione particolare al ripristino dei normali livelli di estensione del credito da parte delle banche al momento della definizione di un nuovo quadro regolamentare, soprattutto al fine di rilanciare il processo di cartolarizzazione, «essenziale per la ripresa del finanziamento per le ipoteche, l´acquisto di vetture e le carte di credito». Allo stesso tempo, il Parlamento ricorda che le autorità di regolamentazione e le altre autorità competenti degli Stati membri devono controllare in modo approfondito le attività svolte da banche e banchieri negli ultimi mesi e stabilire se al crollo del sistema bancario «possano aver contribuito comportamenti reprensibili se non fraudolenti». Ritiene inoltre che sia necessario attuare un rigoroso monitoraggio dei pacchetti di salvataggio degli istituti finanziari, in modo da garantire condizioni di parità. Reputando che i piani di salvataggio del settore bancario debbano essere soggetti alla condizionalità in termini di incentivi monetari, concessione di crediti, condizioni di prestito, ristrutturazione del settore e salvaguardia dei regimi sociali, chiede alla Commissione di effettuare un´analisi precisa del loro impatto sulla competitività del settore finanziario e sul funzionamento del mercato interbancario. Per i deputati occorre anche potenziare il ruolo della Banca centrale europea nel monitoraggio della stabilità finanziaria nell´area dell´euro, in particolare in termini di supervisione del settore bancario a livello dell´Unione europea. Sottolineano poi che le iniziative in materia di regolamentazione devono mirare a creare trasparenza, sostenibilità, stabilità e ad «aumentare la responsabilità dei soggetti finanziari nel mercato». Ricordando alla Commissione il suo obbligo di dare seguito alle richieste avanzate dal Parlamento in materia di hedge fund e dei fondi di private equity, ritengono che le agenzie di rating del credito dovrebbero colmare le lacune informative e divulgare le incertezze e i conflitti di interesse. Ribadiscono poi la necessità di rivedere e migliorare le politiche contabili «per evitare gli effetti di aggravamento congiunturale». In una risoluzione specifica sul Vertice di primavera - adottata con 579 voti favorevoli, 94 contrari e 21 astensioni - il Parlamento sottolinea che la piena affidabilità, efficienza e trasparenza dei mercati finanziari «sono il presupposto di un´economia europea sana e innovativa, capace dei generare crescita e posti di lavoro». Un´attenzione particolare per le Pmi per tutelare l´occupazione - Nella relazione, il Parlamento raccomanda «vivamente» di garantire con urgenza in tutta l´Unione europea un accesso adeguato e ragionevole al credito alle Pmi, ai cittadini e ai settori che vedono il loro futuro sostenibile compromesso dalla crisi. Sottolineando poi come le Pmi stiano affrontando «gravi problemi di liquidità» e un limitato accesso al credito, suggerisce di rispettare un periodo massimo di 30 giorni per i pagamenti a loro dovuti da autorità pubbliche e dai clienti privati. La risoluzione sul Vertice aggiunge poi la richiesta di anticipare l´introduzione dello Small Businness Act, varare e attuare in tempi rapidi la normativa sullo statuto della società privata e introdurre un brevetto comunitario. Chiede inoltre di aumentare gli investimenti nella ricerca e sottolinea che, liberalizzando ulteriormente il mercato interno delle telecomunicazioni, dell´energia e della ricerca, l´Europa potrà «uscire rafforzata dagli attuali sconvolgimenti economici». Auspicando che il Consiglio di primavera giunga a un accordo su un orientamento chiaro e misure concrete per salvaguardare l´occupazione e creare nuove opportunità di lavoro, i deputati chiedono anche il lancio effettivo di una vasta iniziativa europea dell’occupazione. Si tratterebbe, da un lato, di garantire che un’impresa possa essere creata in qualunque luogo nell’Unione europea in tre giorni e senza spese e che le formalità per l’assunzione dei primi lavoratori dipendenti possano essere espletate attraverso uno sportello unico. Dall´altro, occorre rafforzare i finanziamenti e gli investimenti a favore della formazione. Gli Stati membri, inoltre, dovrebbero investire nell´economia sociale e attuare i principi della flessicurezza, «garantendo al contempo una protezione sociale adeguata per tutti». Il Parlamento chiede poi al Consiglio di approvare la proposta di dare a tutti gli Stati membri l’opzione di applicare un’aliquota Iva ridotta per i servizi ad alta intensità di manodopera prestati a livello locale, «alla luce del loro potenziale effetto di stimolo per l’occupazione e la domanda». Mentre gli Stati membri dovrebbero considerare la possibilità di ridurre la tassazione del lavoro per le fasce salariali più basse «al fine di aumentare il potere d’acquisto e di stimolare la domanda dei prodotti al dettaglio». La risoluzione sul Vertice sostiene, tra l´altro, l´introduzione di soluzioni innovative (quali ad esempio buoni per l’acquisto di servizi domestici e di custodia dei bambini, sussidi per l’assunzione di persone appartenenti a categorie vulnerabili), già sperimentate con successo in alcuni Stati membri. Chiede inoltre agli Stati membri di prevedere normative su questioni quali il salario minimo, conformemente alle tradizioni nazionali, «in modo da permettere ai lavoratori a tempo pieno di ottenere dai loro guadagni un tenore di vita decoroso». Inoltre, affinché l´Europa disponga di una forza lavoro «sana», rileva l´importanza di infrastrutture efficienti di custodia dei bambini per permettere di conciliare vita professionale e vita familiare. Gli Stati membri dovrebbero anche rinnovare le politiche d´immigrazione per attrarre persone altamente qualificate. Con 609 voti favorevoli, 60 contrari e 27 astensioni, l´Aula ha peraltro approvato la proposta di decisione della Commissione sugli orientamenti degli Stati membri in materia di occupazione. Nella relativa risoluzione - approvata con 548 voti favorevoli, 74 contrari e 3 astensioni - il Parlamento si dice però convinto che la Commissione debba essere pronta ad adottare «misure eccezionali», tra cui un ampliamento dell´accesso al Fondo di adeguamento alla globalizzazione in modo da sostenere una più ampia gamma di situazioni, inclusi i lavoratori temporanei che hanno perso il lavoro. Rileva poi l´importanza «di non lasciare che la crisi eserciti una pressione negativa sui salari». Facendo proprio un emendamento del Pse, inoltre, l´Aula ritiene che gli obiettivi principali della politica occupazionale dell´Ue devono essere di conservare il maggior numero di posti di lavoro, aiutare a creare occupazione e sostenere il potere d´acquisto dei lavoratori disoccupati Investimenti intelligenti e sostenibili - Nella relazione adottata, i deputati rilevano la necessità di investimenti considerevoli, «derivanti da uno sforzo coordinato e senza precedenti», nei settori dell´energia, dell´ambiente e delle infrastrutture «per favorire lo sviluppo sostenibile, contribuire alla creazione di posti di lavoro di qualità e garantire la coesione sociale». Anche perché ritengono che «una forte politica pubblica degli investimenti mirante a creare un’economia a basse emissioni di carbonio rivesta la massima importanza per far fronte alla recessione economica». Rilevando l´importanza delle reti transeuropee, chiedono lo sviluppo di nuovi metodi finanziamento delle infrastrutture di trasporto e di aumentare il bilancio dei progetti Ten-t, includendoli inoltre tra i progetti idonei a beneficiare dei 5 miliardi di euro addizionali da utilizzare in base al piano di rilancio. Con 302 voti favorevoli e 340 contrari, l´Aula ha però respinto un emendamento del Pse che invitava la Commissione a promuovere un accordo tra gli Stati membri per l´emissione congiunta di titoli (ad esempio le eurobbligazioni) «come ulteriore strumento finanziario per sostenere le principali priorità politiche europee». Crisi, ambiente e New green deal - I deputati invitano inoltre gli Stati membri a riformare i loro sistemi fiscali «per assicurare che determinati settori aventi un pesante impatto sull´ambiente, quali l´agricoltura, i trasporti e l´energia, operino in modo sostenibile». Adottando un emendamento proposto dai Verdi, inoltre, chiedono al Consiglio di dare la possibilità agli Stati membri di applicare un´aliquota Iva ridotta per i beni e i servizi efficienti sul piano energetico. Il piano di ripresa, inoltre, dovrebbe predisporre un accordo internazionale equo e giusto che subentri al protocollo di Kyoto nel 2012. Più in particolare, in una ulteriore risoluzione sui cambiamenti climatici - adottata con 610 voti favorevoli, 50 contrari e 25 astensioni - il Parlamento sottolinea che, nel quadro dell´attuale crisi finanziaria ed economica, l´obiettivo dell´Unione europea di lottare contro i cambiamenti climatici può integrare grandi e importanti opportunità economiche per lo sviluppo di nuove tecnologie, la creazione di posti di lavoro e il rafforzamento della sicurezza energetica. In proposito, rileva che un accordo a Copenaghen potrebbe fornire l´impulso necessario per un ´Nuovo corso verde´ che rilanci la crescita economica, promuova le tecnologie verdi e garantisca questi nuovi posti di lavoro nell´Ue e nei paesi in via di sviluppo. Ritiene inoltre della massima importanza adottare un piano d´azione più completo sul finanziamento futuro della politica climatica che copra tutti i pertinenti settori e fonti di finanziamento. .  
   
   
ELEZIONI EUROPEE, USA IL TUO VOTO AL VIA LA CAMPAGNA PROMOSSA DAL PARLAMENTO EUROPEO, DALLA COMMISSIONE EUROPEA E DAL GOVERNO ITALIANO PER SENSIBILIZZARE L´OPINIONE PUBBLICA A COLPI DI SPOT.  
 
Strasburgo, 12 marzo 2009 - Il 6 e 7 giugno prossimi "usa il tuo voto". Recita così il motto dell´Unione Europea per le prossime elezioni che rinnoveranno il Parlamento di Strasburgo: 375 milioni di votanti dei 27 Stati membri dovranno scegliere i nuovi 785 deputati. Al via la campagna promossa dal Parlamento europeo, dalla Commissione europea e dal Governo italiano per sensibilizzare l´opinione pubblica a colpi di spot. Gli spot – che durano 15 secondi ciascuno e sono dedicati a temi come le elezioni europee, la cittadinanza attiva, la democrazia e la partecipazione, il ruolo dell´Unione europea nel mondo – sono trasmessi sui videoschermi delle principali stazioni ferroviarie e dei principali aeroporti italiani allo scopo di informare il maggior numero possibile di cittadini sui valori fondamentali di democrazia e partecipazione che ispirano l´Europa e le nuove politiche dell´Unione europea. .  
   
   
PARLAMENTO EUROPEO: ATTIVITÀ INDUSTRIALI MENO INQUINANTI  
 
Strasburgo, 12 marzo 2009 - Il Parlamento si è pronunciato su una direttiva volta a attualizzare, semplificare e rafforzare le norme vigenti relative alla prevenzione e alla riduzione delle emissioni inquinanti di decine di migliaia di industrie nell´Ue: da quelle chimiche e metallurgiche, alle cartiere, alle concerie, agli impianti di combustione e di gestione dei rifiuti e ai grandi allevamenti. I deputati sono favorevoli alla fissazione di limiti più stringenti ma chiedono anche una maggiore flessibilità. L’attività industriale rappresenta una parte importante della nostra economia ma, al tempo stesso, contribuisce all’inquinamento ambientale, alla produzione di rifiuti e al consumo di energia. Nonostante la riduzione delle emissioni realizzata nel corso degli ultimi decenni, l´attività industriale resta una delle principali fonti di sostanze inquinanti. La Commissione ha quindi avanzato una proposta che mira a rivedere e a fondere in una sola direttiva sette direttive esistenti relative alle emissioni industriali, tra le quali la direttiva sulla prevenzione e la riduzione integrate dell´inquinamento (direttiva Ippc) che riguarda circa 52. 000 impianti. Adottando con 402 voti favorevoli, 189 contrari e 54 astensioni la relazione di Holger Krahmer (Alde/adle, De), il Parlamento chiede modifiche sostanziali alla direttiva proposta della Commissione che ha lo scopo di migliorare la tutela dell’ambiente, promuovere l’innovazione tecnica, semplificare la legislazione e ridurre al tempo stesso gli oneri amministrativi inutili. La direttiva stabilisce norme riguardanti la prevenzione e la riduzione integrate dell´inquinamento proveniente da una serie di attività industriali. Fissa inoltre norme intese a evitare oppure, qualora non sia possibile, ridurre le emissioni di tali attività nell´aria, nell´acqua e nel terreno, e a impedire la produzione di rifiuti, per conseguire un livello elevato di protezione dell´ambiente nel suo complesso. Le attività contemplate riguardano, tra l´altro, gli impianti di combustione, di raffinazione di petrolio e gas, di gassificazione e di liquefazione di combustibili e di produzione di coke. Ma anche la produzione e trasformazione dei metalli, l´industria dei minerali (produzione di amianto, vetro e prodotti ceramici), l´industria chimica, le cartiere, gli impianti di tintura dei tessili e di concia delle pelli, i grandi macelli e gli allevamenti intensivi di pollame e suini, la gestione dei rifiuti (trattamento, stoccaggio, incenerimento e coincenerimento, rigenerazione, ricondizionamento e recupero, incluse le discariche) e il trattamento di acque reflue. I deputati accolgono con favore la proposta della Commissione volta a estendere il campo d´applicazione della direttiva agli impianti di combustione di potenza termica compresa pari o superiore a 20 Mw (attualmente sono inclusi quelli da almeno 50 Mw). Tuttavia, chiedono di escludere gli impianti di combustione con potenza termica nominale inferiore a 50 Mw e che funzionano per non più di 500 ore all´anno (contro le 350 ore proposte dalla Commissione). Approvando un emendamento del Ppe/de, precisa però che, per quanto riguarda le strutture sanitarie, il calcolo della potenza termica deve considerare unicamente la «normale capacità di esercizio» degli impianti, per evitare di penalizzare gli ospedali per le loro emissioni potenziali non effettive. Riguardo agli allevamenti, approvando un emendamento del Ppe/de e dell´Ind/dem l´Aula ha respinto la proposta della Commissione di modificare l´attuale campo d´applicazione distinguendo quelli attivi nell´allevamento di polli da carne da quelli dedicati alle galline ovaiole, alle anatre e ai tacchini. Propone invece di mantenere una sola categoria di allevamenti di pollame con 40. 000 posti. Accoglie invece con favore l´estensione del campo d´applicazione alle attività di conservazione del legno e dei prodotti in legno, includendo però impianti di minore capacità rispetto alla proposta. Come accade attualmente, i gestori degli impianti devono ottenere un´autorizzazione da parte dalle autorità competenti a svolgere la propria attività. L´autorizzazione è concessa solo agli impianti conformi ai requisiti previsti dalla direttiva, fermo restando che gli Stati membri hanno la facoltà di includere ulteriori disposizioni generali vincolanti per talune categorie di impianti, impianti di combustione e impianti di incenerimento o di coincenerimento dei rifiuti. In caso di violazioni che causano un pericolo per la salute umana e per l´ambiente, l´esercizio dell´impianto dovrà essere sospeso. Gli Stati membri devono accertarsi che l´autorizzazione includa tutte le misure necessarie per soddisfare i principi generali riguardo agli obblighi fondamentali dei gestori fissati dalla direttiva. I gestori, ad esempio, devono prendere opportune misure di prevenzione dell´inquinamento, applicare le migliori tecniche disponibili, verificare i fenomeni di inquinamento significativi, evitare la produzione di rifiuti o provvedere a recuperarli e ad eliminarli evitandone e riducendone l´impatto sull´ambiente. Devono anche utilizzare l´energia in modo efficace, adottare le misure necessarie per prevenire gli incidenti e limitarne le conseguenze, evitare qualsiasi rischio di inquinamento al momento della cessazione definitiva delle attività e ripristinare il sito stesso. Tra le misure da prendere per accertarsi del rispetto di questi requisiti, vi sono le disposizioni che garantiscono la protezione del terreno e delle acque sotterranee e per la gestione dei rifiuti prodotti dall´impianto, opportuni requisiti di controllo degli scarichi, il controllo periodico delle sostanze pericolose e il rispetto di valori limite di emissione fissati per una serie di sostanze inquinanti elencate dalla direttiva e per le altre sostanze che possono essere emesse dall´impianto interessato in quantità significativa, in considerazione della loro natura, e delle loro potenzialità di trasferimento dell´inquinamento da un elemento ambientale all´altro. Gli emendamenti per rendere più o meno stringenti i valori di emissioni sono stati tutti respinti, eccetto - proposto dall´Alde - uno che prevede un limite più elevato per talune caldaie a gas. A questo proposito, i deputati sono favorevoli alla fissazione di valori limite più stringenti proposti dalla Commissione per impianti di combustione specifici e per le emissioni di So2 (diossido di zolfo) Nox (ossidi di azoto), polveri e Co (monossido di carbonio). Tuttavia, per migliorare la flessibilità, chiedono di cambiare la procedura per fissare questi limiti o introdurne di nuovi. Inoltre, per ridurre il ricorso a deroghe che distorcerebbero il mercato, ritengono che la Commissione debba fissare dei valori limite minimi, da non superare in nessun caso. Allo stesso tempo, per attribuire maggiore flessibilità alle autorità che rilasciano le autorizzazioni, i deputati ritengono che i valori limite delle emissioni per gli impianti individuali debbano essere basati sulle migliori tecniche disponibili, ma adattabili alle circostanze locali. Altri emendamenti mirano a ridurre ulteriormente gli oneri amministrativi, a semplificare le norme sulla notifica e sulle ispezioni e a migliorare l´informazione del pubblico. .  
   
   
PARLAMENTO EUROPEO: UNA STRATEGIA EUROPEA A FAVORE DEI ROM  
 
Strasburgo, 12 marzo 2009 - Il Parlamento chiede una strategia coordinata per l´inclusione dei rom nell´Ue, specie in materia di alloggi, istruzione, assistenza sanitaria e lavoro. Invita i governi a eliminare nei media l´odio razziale e l´istigazione alla violenza e a non adottare misure eccessive nei loro confronti, nonché a promuovere la creazione di posti di lavoro, la formazione e l´imprenditorialità. Una speciale attenzione va attribuita all´istruzione dei bambini e all´emancipazione delle donne. Approvando la relazione di Magda Kósáné Kovács (Pse, Hu), il Parlamento rileva che per risolvere i problemi sociali ed economici dei rom occorrano un approccio organico e una soluzione coordinata e a lungo termine in materia di alloggi, istruzione, assistenza sanitaria e di politiche del mercato del lavoro. Sottolineando infatti che le politiche rivolte ai rom in un certo numero di casi «non hanno migliorato la loro situazione», raccomanda alla Commissione di identificare le forme più efficaci di supporto all´integrazione sociale, economica e culturale «della più grande minoranza dell´Unione europea». Il Parlamento invita poi gli Stati membri a prendere opportuni provvedimenti «per eliminare l´odio razziale e l´istigazione alla discriminazione e alla violenza contro i rom nei mass media e in ogni forma di tecnologia della comunicazione». E chiede loro di ideare e attuare progetti volti a combattere gli stereotipi negativi contro i rom a tutti i livelli, che possano essere sostenuti dai fondi Ue, mentre la Commissione dovrebbe individuare obiettivi specifici ed elaborare programmi equilibrati al fine di eliminare la discriminazione e la tendenza stigmatizzante nonché la criminalizzazione delle comunità rom. Nel sottolineare l´importanza di preservare ed affermare i tratti culturali specifici dei rom «per proteggerne l´identità e combattere i pregiudizi», il Parlamento ritiene che la conservazione della lingua e della cultura rom «sia un valore europeo» e invita gli Stati membri ad utilizzare i fondi Ue per preservare e proteggere le attività tradizionali dei rom. Tuttavia, non condivide il concetto di “nazione europea” senza Stato, «poiché questo porrebbe fine alle responsabilità degli Stati membri e metterebbe in discussione la possibilità di integrazione». I deputati richiamano inoltre l´attenzione degli Stati membri «sul rischio che l´adozione di eccessive misure nei confronti delle comunità rom finisca per peggiorare la già drammatica situazione di questa minoranza e per comprometterne le opportunità di integrazione». Chiedono inoltre alla Commissione di incoraggiare le autorità nazionali «a porre fine alla pratica discriminatoria di far sgombrare gli occupanti dei campi rom e a sviluppare invece progetti concreti di edilizia sociale». Inclusione nel mercato del lavoro - Il Parlamento sottolinea che il requisito basilare per promuovere l´inclusione sociale e l´accesso al mercato del lavoro per i rom sia quello di riconoscere loro pari diritti sociali e politici. Invita quindi gli Stati membri a definire una strategia per «migliorare la partecipazione dei rom alle elezioni, sia come votanti che come candidati». Sebbene gli Stati membri abbiano stanziato ingenti fondi per favorire l´impiego dei disoccupati di lunga durata, i deputati ritengono che «non è stata ancora trovata alcuna soluzione organica a livello dell´Ue», mentre alcuni programmi «hanno ulteriormente aggravato la stigmatizzazione dei rom». Si oppongono inoltre all´idea che i sussidi volti ad aiutare i disoccupati di lunga durata ad inserirsi nel mondo del lavoro violino il principio della neutralità concorrenziale, «poiché la reintegrazione dei rom è un obiettivo di politica sociale per il quale è necessario creare anche posizioni di mercato sovvenzionate». Sono anche del parere che «sovvenzionare la creazione di posti sul mercato del lavoro per reintegrare i rom sia preferibile all´erogazione di sussidi ai disoccupati strutturali». Riconoscendo che alcune arti e mestieri tradizionali dei rom possono contribuire a preservare le specificità di questa comunità e migliorarne le condizioni materiali e il livello di integrazione sociale, il Parlamento auspica sia dato un sostegno a determinate attività professionali. Conferma inoltre l’importanza dei microcrediti e raccomanda la definizione di un pacchetto organico che promuova e motivi i laureati rom a far ritorno alle rispettive comunità e a lavorare al loro interno e nel loro interesse. Sostiene anche la proposta di aumentare il numero di lavoratori rom nelle pubbliche amministrazioni. Sottolinea poi che il mercato sociale, la sanità, l´assistenza domiciliare, la ristorazione pubblica e l´erogazione di servizi di custodia dei bambini «potrebbero creare nuovi posti di lavoro per i disoccupati rom», ma osserva che un aumento dell´occupazione dei rom in tale settore «è auspicabile soltanto in un contesto di accettazione sociale». I deputati ritengono importante un´azione specifica comunitaria per favorire l´accesso dei rom ai programmi di formazione professionale. Invitano quindi gli Stati membri ad adattare i programmi di formazione professionale alle esigenze dei mercati del lavoro locali e a fornire incentivi agli imprenditori che danno lavoro a chi non possiede qualifiche (compresi i rom) e offrono formazione ed opportunità di acquisire esperienza pratica direttamente sul posto di lavoro. D´altro canto, richiamano l’attenzione sul fatto che molti disoccupati rom rischiano di passare all´economia sommersa e che occorre uno sforzo di coordinamento a livello dell´Ue e degli Stati membri per riportarli all´occupazione legale e farli beneficiare delle disposizioni del diritto del lavoro e della previdenza sociale. Bambini e istruzione - Il Parlamento rileva la tendenza dei bambini rom ad abbandonare precocemente la scuola, compromettendone l´educazione, mentre il processo d´integrazione dovrebbe iniziare in età precoce al fine di fornire in maniera efficace alternative alla povertà e all´esclusione sociale. Constata poi che i sistemi d´istruzione «sono selettivi» e che, nonostante gli sforzi degli Stati membri, «i numerosi e svariati sistemi apparentemente concepiti per ovviare alla segregazione di fatto servono spesso ad accentuare le disparità tra gruppi sociali e svantaggiano profondamente i poveri, rom in particolare». Sottolinea pertanto la necessità di politiche educative mirate rivolte alle famiglie rom, che ne incoraggino la partecipazione attiva. Aiutare le donne - I deputati osservano che le donne rom «hanno uno status inferiore nella gerarchia familiare, si sposano in giovane età, patiscono sovente violenze domestiche e sono spesso vittime della prostituzione e del traffico di esseri umani». I programmi dell´Ue e degli Stati membri per i rom dovrebbero pertanto puntare «all´emancipazione individuale dalle gerarchie tradizionali e all´indipendenza socio-economica dei membri delle comunità rom, in particolare le donne». Il Parlamento esorta gli Stati membri ad assicurare che le donne e le bambine rom abbiano pari accesso a un’istruzione di qualità, a migliorare il loro accesso alla formazione professionale e ad adeguare l´offerta formativa alle esigenze dei mercati del lavoro locali, consentendo loro anche di conciliare la vita familiare e quella lavorativa. Gli Stati membri dovrebbero inoltre migliorare l’indipendenza economica delle donne rom, facilitando l´avvio di Pmi e il lavoro autonomo, favorendo l’accesso al microcredito e creando un sistema di incentivi (ad esempio vantaggi fiscali) per le aziende che assumono donne rom. Un Forum sui rom - Il Parlamento raccomanda agli Stati membri di istituire partnership fra le varie organizzazioni che rappresentano gli interessi dei rom e le pertinenti istituzioni degli Stati membri. Propone infine alla Commissione e agli Stati membri la creazione di un Forum a livello Ue in cui movimenti sociali, sindacati e associazioni non governative che rappresentano i rom e i loro interessi possano permanentemente consultarsi per l´elaborazione degli orientamenti e lo scambio di buone prassi, al fine di favorire un approccio coordinato a livello Ue. .  
   
   
POLITICA DELL’OCCUPAZIONE, L´EUROPA CAMBI ROTTA: CONTRO LA DISOCCUPAZIONE IL FUTURO È VERDE  
 
Bruxelles, 12 marzo 2009 - Jan Andersson crede che investire nelle tecnologie ambientali sia la soluzione alla crisi economica Lo spettro della disoccupazione minaccia l´Europa. A rischiare sono soprattutto i più giovani. Lo svedese Jan Anderson chiede una "Nuova Era" come nell´America fine anni ´20. Tecnologie ambientali, infrastrutture sostenibili ed apprendimento permanente sono le chiavi di volta. Il monito della Commissione non lascia spazio a dubbi; l´attuale crisi economica finanziaria necessità misure immediate e sostanziali. "New Deal", 80 anni dopo - Lo svedese Jan Andersson, presidente della commissione parlamentare Lavoro, parla del bisogno di un "New Deal" (Nuova Era) del 2009: il riferimento è al piano di riforme economiche e sociali promosso dal presidente americano Franklin Delano Roosevelt fra il 1933 e il 1937, allo scopo di risollevare il Paese dalla grande depressione che aveva travolto gli Stati Uniti d´America a partire dal 1929. Misure concrete - Per creare nuovi posti di lavoro Andersson propone di puntare sugli investimenti verdi (ad esempio migliorare l´efficienza energetica delle case), sulle infrastrutture (come il trasporto su rotaia) e l´apprendimento permanente. Per aiutare l´economia è indispensabile rilanciare i consumi, e per ciò Andersson propone di sostenere le fasce di popolazione più deboli, come le famiglie con figli piccoli o i pensionati. Con quali soldi? Secondo il deputato svedese bisognerebbe adottare un nuovo regolamento del Fondo Sociale Europeo, premere per maggiori finanziamenti per il Fondo sulla Globalizzazione e non dimenticare che per situazioni di questo tipo esiste la Banca Europea per gli Investimenti. Andersson propone anche che gli Stati membri destinino almeno il 2 per cento del loro Pil (Prodotto interno lordo) al varo di questo piano, così come sta avvenendo negli Stati Uniti. Aiutare i giovani - A correre i rischi maggiori sono i più giovani, per il quali è difficile inserirsi nel mondo del lavoro anche in tempi di non recessione: "Dobbiamo adeguare meglio l´istruzione alla formazione professionale". L´invito rivolto agli Stati membri è di creare un programma che garantisca ad ogni giovane che ha finito il percorso di studi "un lavoro, un apprendistato, un ulteriore tirocinio o qualsiasi cosa lo aiuti ad inserirsi professionalmente". Andersson ha portato come esempio il caso della Svezia. "Se i giovani finiscono nel baratro della disoccupazione sarebbe una catastrofe - L´esperienza del 1990 ci insegna che chi si ritrova disoccupato per un lungo periodo dopo la scuola può non riuscire ad inserirsi più nel mercato del lavoro". Le aziende potrebbero investire nel loro impiego - "d´altronde se i giovani rimangono senza lavoro costituiscono lo stesso un costo per la società". Andersson, d´altra parte, ha poi ammesso che oggigiorno non è proprio facile entrare nel mondo del lavoro. "Ecco perché noi politici, nazionali o di livello locale, dobbiamo agire prima possibile". .  
   
   
ISTRIA ECONOMIC FORUM, PULA, CROAZIA  
 
Pula (Croazia), 12 marzo 2009 - Il 31 marzo si svolgerà l´Istria Economic Forum. Il forum, che è il secondo del suo genere, è organizzato dalla Regione croata dell´Istria, sotto il patronato del presidente della Repubblica di Croazia, Stjepan Mesic. L´evento fornirà opportunità per mettere in evidenza progetti e investimenti di sviluppo dell´economia locale. Le discussioni copriranno argomenti come lo sviluppo economico, l´attuale crisi economica globale e questioni relative, nonché le sfide che le imprese istriane dovranno affrontare. Cordis, il servizio comunitario di informazione in materia di ricerca e sviluppo, presenterà opportunità di finanziamento per la ricerca nell´Ue. L´istria Economic Forum è concepito come un nuovo modo di comunicazione tra organi privati e pubblici. Nel quadro del forum, rappresentanti di istituzioni pubbliche e private presentano misure di sviluppo economico e incoraggiano le organizzazioni private a presentare i loro progetti, nonché eventuali difficoltà da loro incontrate. Per ulteriori informazioni, contattare: Istrian Development Agency, Mletacka 12/Iv, 52100 Pula , Croazia, oppure visitare: http://www. Ida. Hr/ .  
   
   
"EXPO E DINTORNI: MILANO E IL MONDO"  
 
Milano, 12 marzo 2009 - Il 23 marzo prossimo, dalle 11. 30 alle 12. 30, si terrà in Ispi un dibattito pubblico con il Sindaco di Milano, Letizia Moratti, sul tema: "Expo e dintorni: Milano e il Mondo" Il Presidente dell´Ispi Boris Biancheri, Lucio Caracciolo (Direttore di Limes, che dedica a Milano un dossier del numero di marzo, in corso di pubblicazione) e Sergio Escobar (Direttore del Piccolo Teatro di Milano) intervisteranno il Sindaco Moratti su obiettivi e risultati attesi dell’Expo, con un focus particolare su ciò che questo importante appuntamento rappresenta per la proiezione internazionale non soltanto di Milano ma di tutto il nostro Paese. Www. Ispionline. It .  
   
   
SEMINARIO SU "REGIONI DELLA CONOSCENZA E STRATEGIA DI LISBONA"  
 
Bruxelles, 12 marzo 2009 - Il 1º aprile l´Ufficio di collegamento ceco per la ricerca e lo sviluppo (Czelo) e i rappresentanti delle regioni ceche organizzano a Bruxelles (Belgio) un seminario intitolato "Regioni della conoscenza e strategia di Lisbona". Al seminario, relatori dell´Unione europea e delle istituzioni ceche, offriranno presentazioni sul potenziale innovativo delle regioni ceche e il legame dei finanziamenti strutturali con i programmi comunitari che promuovono la ricerca e lo sviluppo regionale. L´evento si svolgerà nel quadro della presidenza ceca del Consiglio dell´Unione europea e l´Anno europeo della creatività e dell´innovazione Per ulteriori informazioni, visitare: http://www. Czelo. Cz/detail/?news=1005 .  
   
   
AUSTRIA, DISOCCUPAZIONE IN CRESCITA DEL 23,7 P.C.  
 
Vienna, 12 marzo 2009 - Il tasso di disoccupazione è drammaticamente salito in Austria durante il mese di febbraio. L´ams (Ufficio di collocamento austriaco) ha comunicato che, rispetto a febbraio 2008, il numero di chi cerca lavoro è aumentato di 57. 842 persone: il 23,7 per cento in più sul totale dei 301. 695 soggetti coinvolti. Se a queste persone vengono sommate quelle che stanno frequentando corsi di formazione dell´Ams, il loro numero sale a 359. 678 disoccupati, afferma l´Ice. A livello nazionale, il tasso di disoccupazione di febbraio ha raggiunto l´8,3 per cento, secondo il metodo di calcolo austriaco, con un aumento di 1,5 punti percentuali rispetto all´anno precedente. Al contrario, secondo i metodi di calcolo dell´Unione europea, la disoccupazione generale è al 4,0 per cento, confermando l´Austria tra gli Stati più virtuosi dell´Eurozona, seconda solo ai Paesi Bassi. La disoccupazione è aumentata in tutti i settori lavorativi e per ogni fascia di età, ma in Austria ha riguardato in modo particolare i giovani, che rappresentano il 36 per cento dei soggetti in cerca di lavoro. Di conseguenza, sono nettamente diminuiti i posti offerti dalle imprese presso gli uffici di collocamento. .  
   
   
SLOVENIA, 3 MLD DI EURO DALLA BEI  
 
Lubiana, 12 marzo 2009 - Il presidente della Banca Europea degli Investimenti (Bei), Philippe Maystadt, ha dichiarato che la cooperazione con la Slovenia è eccellente, rivela il sito internet del Governo sloveno. Con più di 3 miliardi di euro di prestiti, la Slovenia è il Paese che ha ottenuto il maggior numero di prestiti pro-capite tra i nuovi membri dell´Unione europea. Secondo Maystadt, la Slovenia ha un settore bancario in migliori condizioni rispetto ad altri Paesi Ue, ma la Slovenia dipende molto dalla situazione economica dei Paesi confinanti, sempre secondo il presidente della Bei. .  
   
   
IL MINISTRO TREMONTI ALL´HIGH LEVEL TASKFORCE ON INNOVATIVE INTERNATIONAL FINANCING FOR HEALTH SYSTEMS  
 
 Roma, 12 marzo 2009 - Il Ministro dell´Economia e Finanze, Giulio Tremonti, parteciperà venerdì 13 marzo, su invito del Primo Ministro Gordon Brown e del Presidente della Banca Mondiale, Robert Zoellick, all´incontro "High Level Taskforce on Innovative International Financing for Health Systems". La riunione si terrà a Londra al No. 10 di Downing Street dalle 8. 30 alle 10. 30. Al termine dei lavori, Il Ministro incontrerà i giornalisti italiani, presso l´Ambasciata italiana. .  
   
   
CSSF: SISTEMA FINANZIARIO ITALIANO SOLIDO - CRESCITA DEL CREDITO IN DIMINUZIONE  
 
Roma, 12 marzo 2009 - Si è riunito ieri il "Comitato per la salvaguardia della stabilità finanziaria" per esaminare gli sviluppi più recenti delle tensioni sui mercati finanziari internazionali e nazionali. Alla riunione, presieduta dal Ministro dell´Economia e delle Finanze, Giulio Tremonti, hanno partecipato il Direttore generale della Banca d´Italia, Fabrizio Saccomanni, il Direttore generale del Tesoro Vittorio Grilli, il Presidente dell´Isvap Giancarlo Giannini, il Presidente della Consob Lamberto Cardìa. Le Autorità di vigilanza hanno riferito al Comitato in relazione all´evoluzione della crisi finanziaria e hanno confermato al Ministro la sostanziale solidità del sistema finanziario italiano. La Banca d´Italia ha illustrato l´andamento del credito alle imprese nel contesto del quadro congiunturale. La crescita dei prestiti bancari continua a decelerare. La crescita sugli ultimi tre mesi, che riflette la dinamica recente dei prestiti, si mantiene in Italia leggermente superiore a quella dell´area euro. I criteri per la concessione di finanziamenti alle imprese e alle famiglie registrano un inasprimento, che, nelle indicazioni degli operatori, si attenuerebbe nel trimestre in corso. La domanda di credito è in contrazione. La qualità del credito bancario mostra segni di deterioramento: gli incagli e le sofferenze aumentano in rapporto ai prestiti complessivi. I tassi di interesse praticati sono in diminuzione. .  
   
   
MEF, IL SOTTOSEGRETARIO VEGAS AD ALESINA: È FORSE UN CASO DI OMONIMIA?  
 
 Roma, 12 marzo 2009 - Ieri , in un convegno, il professor Alesina, riconoscendo che siamo in presenza di una crisi, "forse la peggiore dal dopoguerra", ha affermato che le grandi opere non sarebbero una priorità per il nostro paese, mentre meglio sarebbe procedere ad interventi di carattere più minuto e velocizzare i pagamenti della pubblica amministrazione. Ci si domanda, ha osservato il sottosegretario Vegas, se non si tratti di un caso di omonimia con l´Alberto Alesina che, il 20 agosto 2007 dichiarò a La Stampa che "quella in atto è una correzione come ce ne sono state altre" e che, sempre ne Il Sole 24 del 7 settembre dello stesso anno disse: "finora non è accaduto nulla di catastrofico né, a mio parere, accadrà". Non sarà certamente una crisi con identiche caratteristiche rispetto a quella del ´29, ma nessuno potrebbe negare che si tratta di una crisi di sistema. Per risolvere la quale è certamente necessario, ma non sufficiente, ristabilire un clima di fiducia. E, per ottenere questo risultato, sono indispensabili i fatti. Primo tra questi è il sostegno del settore del credito, come ha fatto il Governo, insieme alla salvaguardia dei redditi di chi rischia di perdere il lavoro, accompagnandoli al sostegno della domanda che, nelle attuali condizioni, difficilmente si può ottenere con strumenti che non si basino su una moderna infrastrutturazione del Paese. Non si tratta solo di scavare buche e riempire le buche scavate, ma di offrire un meccanismo di rilancio degli investimenti interni per fare dell´Italia un Paese più competitivo non appena la crisi sarà superata. .  
   
   
AMMONTARE DI BTP IN EMISSIONE  
 
Roma, 12 marzo 2009 - Il Mef, facendo seguito al comunicato stampa del 6 marzo 2009, comunica l´ammontare dei Btp che verranno offerti nell´asta del prossimo 13 marzo. - Buoni del Tesoro Poliennali in corso di emissione: decorrenza - scadenza: 15 dicembre 2008/15 dicembre 2013; quinta tranche ammontare nominale dell´emissione: da un minimo di 2. 500 milioni di euro a un massimo di 3. 500 milioni di euro decorrenza - scadenza: 1º agosto 2007/1º agosto 2039; dodicesima tranche ammontare nominale dell´emissione: da un minimo di 750 milioni di euro a un massimo di 1. 500 milioni di euro - Buoni del Tesoro Poliennali non più in corso di emissione: decorrenza - scadenza: 1º febbraio 2006/1º agosto 2016; diciannovesima tranche decorrenza - scadenza: 1º agosto 2003/1º agosto 2034; nona tranche ammontare complessivo, per le due emissioni: da un minimo di 1. 750 milioni di euro a un massimo di 2. 500 milioni di euro .  
   
   
BANCHE: ZADRA (ABI), “DA CRISI ED EVOLUZIONE DEL SISTEMA NASCE ‘ECONOMIA DELLA FIDUCIA’” REPUTAZIONE COME VALORE. CONVEGNO ‘DIMENSIONE CLIENTE 2009’ IN PROGRAMMA A ROMA. ZADRA: ‘IL PESO DEL RAPPORTO DIRETTO BANCA-CLIENTE È OGGI PIÙ FORTE CHE MAI’  
 
Roma, 12 marzo 2009 - Parola d’ordine: fiducia. La reputazione da necessità diventa virtù. Questo il perno della discussione di oggi in occasione del convegno dell’Abi ‘Dimensione cliente’. L’evoluzione storica del settore bancario degli ultimi quindici anni ha portato in primo piano il patrimonio ‘cliente’, che ora è più che mai al centro delle strategie delle banche. In questo processo di riorganizzazione, le Autorità hanno fatto sentire il loro peso con regole nuove. A ciò si aggiunga che la crisi attuale ha riportato l’attenzione sull’esigenza di focalizzarsi sulla clientela retail. Il focus è sulla forza certa e sicura dei clienti anche come depositanti per le strategie delle banche. Di qui la necessità di considerare la fiducia come valore, come asset. Si tratta di una nuova prospettiva, quella dell’’economia della reputazione’ o ‘della fiducia’. “Le nostre aziende – ha sottolineato oggi il Direttore Generale dell’Abi, Giuseppe Zadra, aprendo i lavori del convegno - vengono misurate su risultati economici, che derivano dal cliente. Il consumatore, anche se può contare sulla libertà di cambiare azienda, ha bisogno di un rapporto prolungato nel tempo e conta sulla sua esperienza per valutare la banca. Il vero modo di creare un rapporto di fiducia duraturo è quello di coinvolgere il cliente. Ciò che determina la crescita di un’azienda – ha ribadito Zadra – non sono soltanto i risultati economici, ma anche la reputazione che si costruisce nel tempo, che diventa priorità strategica”. Al centro del convegno, dunque, l’analisi del rapporto banca-cliente e le iniziative del settore bancario per migliorare e adeguare l’offerta di servizi e prodotti alle esigenze dei consumatori. Un’occasione di confronto per banche, Autorità ed esperti della customer satisfaction sugli strumenti per rafforzare la fiducia del cliente verso il mercato finanziario. I primi risultati di una ricerca, che l’Abi sta conducendo con l’Università di Parma, mettono l’accento sulla necessità di considerare la reputazione e la fiducia come valori ‘economici’. Un punto di svolta per il marketing bancario: la reputazione assume un’impostazione nuova, diventa valore, asset economico da ‘coltivare’ per garantire al cliente un elevato livello di tutela. I maggiori istituti del Paese si sono dotati di strutture organizzative, divisioni di ricerca per intensificare il lavoro fatto sinora sul terreno della reputazione. Si rivelano fattori determinanti per la reputazione e per la fiducia le relazioni dirette con la propria clientela (correttezza, trasparenza, chiarezza, vicinanza al territorio); seguono i fattori più legati alle caratteristiche dell’offerta (professionalità, qualità dei prodotti, affidabilità, semplicità dei prodotti); e poi fattori connessi a circostanze ‘esterne’ alla banca (esposizione ai media, passaparola). Per ‘lavorare’ sul campo della reputazione sono state programmate linee di azione e intraprese iniziative su diverse aree d’intervento, tra cui: i comportamenti aziendali (sostegno alle imprese e famiglie, interventi sul territorio e sostegno allo sviluppo, piani di aiuto ai clienti in difficoltà); miglioramenti dei prodotti (semplificazione, personalizzazione dei prodotti e della loro offerta, lancio di prodotti a basso rischio); e conoscenza del cliente (capire meglio le esigenze della clientela, metter a punto indagini volte a capire le sue aspettative). . .  
   
   
ABI: CLIENTI, OLTRE IL 70% USA SPORTELLI, WEB E ‘FAI DA TE’  
 
Roma, 12 marzo 2009 - Crescono i clienti che ‘entrano’ in banca affiancando ai canali tradizionali (sportelli e promotori) quelli ‘fai da te’ (Internet banking, call center, Atm e aree self service). Dall’ultima indagine dell’Ufficio Marketing e Customer Satisfaction dell’Abi, realizzata in collaborazione con Gfk Eurisko e presentata ieri nel corso del Convegno Abi ‘Dimensione Cliente 2009’, emerge che il 70% dei clienti utilizza il canale tradizionale per ‘parlare’ con la propria banca e, in base all’operazione da svolgere, si avvale di almeno un canale ‘a distanza’. Sono circa sei milioni (21%) i clienti delle banche italiane che prediligono il solo rapporto face-toface, potendo relazionarsi con quasi 34 mila sportelli sul territorio nazionale (+3% a settembre 2008 rispetto all’anno precedente). ‘Conquistato’ dalla tecnologia, infine, circa il 6% del totale dei clienti gestisce le proprie operazioni via Internet, tramite i call center o gli Atm. ‘Sono sempre più i giovani – ha commentato il Direttore generale dell’Abi, Giuseppe Zadra – a gestire il rapporto con la banca tramite internet e telefono. Ci troviamo di fronte ad un mercato ricco di potenzialità, al cliente basta cliccare per scegliere, bisogna puntare sulla semplicità e sulla completezza delle informazioni. Il nostro obiettivo è duplice, continuare a garantire sicurezza ed elevati standard di qualità di servizi e prodotti e far leva sui progetti di educazione finanziaria per favorire la gestione responsabile del proprio risparmio’. Oltre il 50% dei clienti che preferiscono affidarsi alla tecnologia risiede nelle regioni del Nord, mentre più del 25% proviene dal Sud e dalle Isole. Dall’indagine dell’Abi emerge che il cliente ‘tecnologico’ ha livelli di istruzioni superiori rispetto al cliente ‘tradizionale’: il 20% è infatti laureato e il 48% ha fatto studi superiori. Navigare in rete e ‘surfare’ tra i siti delle banche italiane porta i clienti “tecnologici” a raccogliere informazioni e confrontare prezzi di prodotti e servizi, il cosiddetto ‘shopping around’, in misura doppia rispetto a quanto fa il cliente ‘tradizionale’. Alta la percentuale di clienti, quasi il 49% di quelli online e circa il 38% dei tradizionali, che tramite il passaparola condividono informazioni e notizie sulle offerte di prodotti e servizi finanziari della propria banca con parenti, amici e colleghi. In questo contesto, il mercato riconosce la maggiore differenziazione fra le banche esistente rispetto al passato: dai dati di Gfk Eurisko emerge che i clienti che percepivano la propria banca uguale a tutte le altre sono scesi in 5 anni dal 37% del 2003 al 25% del giugno scorso. Per migliorare il coinvolgimento dei clienti ‘telematici’ nel 2006 l’Abi ha costituito l’Osservatorio sull’Internet banking che costituisce per le banche uno dei punti di riferimento più completi per le analisi dei bisogni, le attese, le esperienze d’uso, la Customer Satisfaction dei servizi finanziari fruiti online. .  
   
   
BANCA AKROS CHIUDE L’ANNO CON UN UTILE NETTO DI OLTRE 23 MILIONI DI EURO E QUOTE DI MERCATO IN CRESCITA.  
 
 Milano, 12 marzo 2009 - Il Consiglio di Amministrazione di Banca Akros, presieduta da Graziano Tarantini e guidata dall’amministratore delegato Marco Turrina, ha approvato ieri il bilancio 2008, che ha confermato – nel contesto delle persistenti condizioni negative sui mercati finanziari internazionali, che si sono progressivamente deteriorate nel corso della seconda parte dell’anno – la capacità della Banca di generare risultati positivi. Il modello di “fabbrica” ad elevata specializzazione, la consolidata diversificazione delle proprie fonti di ricavo e una attenta politica di controllo dei costi e dei rischi hanno consentito alla Banca di generare risultati positivi. Banca Akros, che non ha e non ha mai avuto in portafoglio titoli “Abs”, “mortgage backed securities” o “Cdos”, ha gestito attivamente il proprio portafoglio titoli, prevalentemente obbligazionari, anche con tecniche di copertura dei rischi tramite derivati finanziari e “credit default swap”. Con riferimento all’attività di market making e intermediazione, nel corso del 2008, Banca Akros ha: confermato la leadership (1° posto) a livello internazionale nelle opzioni Otc sulle azioni italiane per il quinto anno consecutivo (fonte: “Risk Magazine”); ottenuto il 1° posto assoluto nell’intermediazione obbligazionaria in Borsa sia sul Mot, con quota di mercato del 16%, che sull’Euromot, con quota di mercato del 20% (fonte: Assosim su dati Borsa Italiana), anche grazie all’importante contributo di Sabe, il Sistema Automatico di Best Execution progettato da Banca Akros per la ricerca della miglior esecuzione dinamica sui titoli obbligazionari, secondo la normativa Mifid; consolidato al 5% la quota di mercato nell’operatività in conto terzi sulle azioni italiane e il 4° posto nella graduatoria degli operatori italiani ed esteri attivi in Piazza Affari (fonte: Assosim su dati Borsa Italiana); sviluppato l’attività sulle azioni estere con un aumento dei volumi intermediati del 31% rispetto all’anno precedente. La valorizzazione dei patrimoni complessivi della clientela “private” della banca è risultata pari a circa 2,1 miliardi di Euro al 31. 12. 2008 (2. 3 miliardi di Euro al 31. 12. 2007), con un patrimonio medio per cliente pari a 1,5 milioni di Euro (1,6 milioni al 31. 12. 2007). Nell’attività di corporate finance la banca ha concluso nell’anno incarichi di “advisory”, “M&a” e “listing” per aziende italiane. E’ stato siglato un accordo di collaborazione con Icici Bank Uk Plc, controllata da Icici Bank (la prima banca privata in India), per sviluppare l’attività di M&a “cross border” tra India e Italia. Marco Turrina, Amministratore Delegato di Banca Akros, ha commentato: “Banca Akros si è confermata un importante e stabile punto di riferimento per investitori, controparti italiane ed estere, e clientela privata di elevato standing. La banca ha continuato ad investire in tecnologia e valorizzazione del capitale umano riuscendo ad operare con determinazione anche in un contesto di riferimento, complesso e senza precedenti, come quello del 2008. Ne è testimonianza la contrazione di solo il 10% dei nostri ricavi, la generazione di un Roe a doppia cifra, con un “Core Tier 1” pari ad oltre il 13%. Questo è il risultato di un’attenta politica di gestione dei rischi e di un modello di business focalizzato, che punta a consolidare la leadership nelle aree di business nelle quali siamo presenti. ” A livello di Conto Economico 2008 il margine di intermediazione si è attestato a 83,7 milioni di Euro (-10. 6%) e l’utile netto, pari a 23,2 milioni di Euro, è in riduzione del 49. 6% rispetto all’anno precedente anche a causa del limitato effetto di componenti di reddito positive non ricorrenti. .  
   
   
ASTA BOT DI META´ MARZO  
 
Regolamento 16/03/2009 Durata gg. 91 364
Prezzo medio ponderato 99,728 98,688
Ritenuta fiscale 12,5% 0,03400 0,164
Arrotondamento -0,00200 -0,002
Prezzo netto d´aggiudicazione 99,76 98,85
Rendimento semplice netto 0,95 1,15
Rendimento composto netto 0,96 1,15
Nell´ipotesi di applicazioni delle commissioni massime, i prezzi ed i rendimenti risultano
così modificati:
Commissioni massime 0,10 0,30
Prezzo netto d´aggiudicazione+commissioni (massime) 99,86 99,15
Rendimento semplice (minimo) 0,55 0,85
Rendimento composto netto (minimo) 0,56 0,85
Fonte Assiom
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DEMOCRAZIA DELIBERATIVA: TESTAMENTO BIOLOGICO, LA PAROLA PASSA AI CITTADINI FOCUS GROUP PER TUTTO IL MESE DI MARZO E UN TOWN MEETING IL 25 APRILE QUELLO DI FIRENZE E TORINO NON SARÀ UN SONDAGGIO MA UNA DISCUSSIONE INFORMATA  
 
Firenze, 12 marzo 2009 - «Sono certo che questa esperienza lascerà sorpresi molti osservatori, che potranno verificare come il confronto di merito, documentato, non basato su argomentazioni ideologiche possa portare a unire piuttosto che a dividere, anche su un tema di grande delicatezza come quello del testamento biologico». L´assessore regionale alle riforme Agostino Fragai parla a Palazzo Vecchio del town meeting sul testamento biologico che si svolgerà a Firenze il 25 aprile, all´interno della Biennale Democrazia che animerà invece per cinque giorni la città di Torino. «Quello che realizzeremo tra Firenze e Torino – spiega - non sarà un sondaggio ma una discussione informata, che partirà dalla base di un documento informativo a cui hanno contributo e massimi esperti nazionali, di ogni convinzione religiosa, etica, scientifica. Le esperienze che abbiamo realizzato negli anni scorsi qui in Toscana ci dicono che la formula del town meeting è importante perché consente di raccogliere e di valorizzare, a differenza del sondaggio, le "opinioni informate" dei comuni cittadini, che alla fine del processo risultano sempre diverse rispetto a quando si inizia la discussione». Sul testamento biologico la parola passa dunque ai cittadini, che potranno intervenire in modo informato in un dibattito pubblico guidato i cui risultati potranno essere utili anche nel dibattito parlamentare sulla legge sul testamento biologico. Si chiama democrazia deliberativa ed è un percorso di partecipazione sul tema del testamento biologico che coinvolgerà i cittadini e le associazioni della città. Il percorso (l´iscrizione è obbligatoria) prevede appunto circa 10 focus group che si terranno durante il mese di marzo e un town meeting il 25 aprile momento conclusivo del percorso dove emergeranno i contributi di tutti grazie anche all´uso delle nuove tecnologie (computer, internet, video conferenze) che consentiranno a ciascuno di esprimere le propria opinione attraverso il sistema elettronico. Il percorso è agevolato anche da un documento informativo redatto con il supporto del "Comitato dei garanti per il dibattito pubblico sul testamento biologico" che ne hanno supervisionato il contenuto per garantire la massima coerenza delle informazioni ed il rispetto di tutti gli orientamenti. Il piccolo libretto spiega il percorso, i quattro casi emblematici di Welby, Terri Schiavo, Salvatore Crisafulli, Eluana Englaro e cosa dice l´ordinamento giuridico italiano in materia. Nell´opuscolo sono contenute anche le interviste ai garanti del dibattito pubblico sul testamento biologico nato nel 2008. L´iniziativa coinvolge in modo simultaneo Firenze e Torino e rientra nel progetto Biennale Democrazia organizzata da Torino e dalla Regione Piemonte nell´ambito delle celebrazioni del 150° anniversario dell´Unità d´Italia. A Firenze l´iniziativa è stata presentata stamani dall´assessore alla partecipazione democratica Cristina Bevilacqua e dall´assessore regionale ai rapporti con i cittadini Agostino Fragai. «Sarà un´occasione per conoscere l´opinione delle persone comuni - ha detto l´assessore Cristina Bevilacqua- su un argomento delicato come il testamento biologico e che interroga tutti i cittadini sul proprio futuro. Saranno opinioni basate sulla vita vissuta che serviranno a far emergere gli orientamenti profondi della gente. Ma il concetto di democrazia implica qualcosa di più, ossia che nel corso della discussione le opinioni dei partecipanti possano modificarsi di fronte agli argomenti portati dagli interlocutori. Le opinioni di formano e si trasformano attraverso il dialogo e il 25 aprile giornata simbolo della rinascita della libertà e della democrazia in Italia, avremo anche l´occasione di utilizzare, attraverso le tecnologie, nuovi strumenti di democrazia». Lo scopo dell´evento non è di tipo referendario, ottenere dei si o no, ma rilevare in modo approfondito e articolato orientamenti, atteggiamenti e opinioni dei partecipanti. Trecento cittadini si troveranno a Torino e a Firenze in una grande sala a discutere per un´intera giornata. Dopo la discussione le persone coinvolte potranno esprimere individualmente le proprie preferenze attraverso un sistema di votazione elettronica i cui esiti saranno disponibili istantaneamente. Il giorno successivo all´evento i risultati del town meeting verranno presentati pubblicamente. I cittadini e le associazioni che desiderano partecipare possono contattare l´Ufficio partecipazione democratica del Comune (via Pietrapiana 53, tel. 055. 2769642) o mandare una mail a firenzeinsieme@comune. Fi. It .  
   
   
EXPO, INCONTRO TRA REGIONE LOMBARDIA E CONSULTA ARCHITETTURA  
 
Milano, 12 marzo 2009 - Si è svolto nella serata del 10 marzo l´incontro tra Regione Lombardia, rappresentata da alcuni alti dirigenti, e la Consulta per l´architettura (Architecture Advisory Board) per Expo 2015, comitato di cui fanno parte Stefano Boeri, Richard Burdett, Joan Busquets, Jacques Herzog e William Mcdonough. Si tratta di un organo consultivo e propositivo, formato da cinque professionisti ed esperti di fama mondiale, il cui compito è affiancare la Società di gestione dell´Expo nella stesura dei concorsi internazionali per la progettazione delle opere previste nel dossier di candidatura e supervisionare la qualità dei progetti, accompagnando la Società stessa nella loro selezione e realizzazione. Al centro della discussione di ieri sera l´approfondimento sull´idea - che ha visto tutti concordi - di Expo come una grande sfida legata alla conoscenza innanzitutto ma anche all´emozione. Si tratta dunque di creare eventi che garantiscano l´unione inscindibile di questi due elementi: ciò rappresenta l´unica condizione in grado di convincere milioni di persone a muoversi e a venire a Milano e in Lombardia nel 2015. Secondo grande tema affrontato nel colloquio di , la relazione dell´evento Expo con il complesso delle politiche regionali (in primis quelle legate più strettamente ai temi della manifestazione). .  
   
   
CRISI, ROSSONI A PD:FUORI LUOGO VERTENZA CON GOVERNO  
 
 Milano, 12 marzo 2009 - "Aprire una vertenza col Governo è del tutto fuori luogo. Il Governo e le Regioni italiane (comprese quelle di centrosinistra) hanno già affrontato il tema crisi, ratificando all´unanimità un accordo per fronteggiare una situazione straordinaria". Il vicepresidente e assessore all´Istruzione, Formazione e Lavoro della Regione Lombardia, Gianni Rossoni, replica così alle prese di posizione del Partito democratico lombardo sulla crisi economica e sugli strumenti per fronteggiarla. "Le misure messe a disposizione sono anch´esse straordinarie -aggiunge Rossoni -. Con 8 miliardi di euro saranno garantite tutele a quei lavoratori che ne sono sprovvisti. Le dichiarazione del Partito democratico, così come quelle dei sindacati, mi stupiscono per una duplice ragione. Innanzitutto si basano su notizie infondate che generano allarmismo ingiustificato in chi oggi vive una situazione di grave precarietà lavorativa. Spiace poi che certe notizie siano diffuse proprio dai rappresentanti dei lavoratori che dovrebbero infondere certezze e continuare ad affiancare chi, come Regione Lombardia, da tempo mette in campo risorse e servizi non solo per tutelare chi è espulso dal mercato del lavoro, ma anche per rilanciare il capitale umano concependolo come fattore di competitività del sistema. Si tratta di una speculazione inaccettabile". "Voglio tranquillizzare quindi i lavoratori lombardi - conclude Rossoni - assicurando loro che le risorse per rispondere alla crisi ci sono sempre state, ci sono e ci saranno. I 10 milioni di euro, già decretati dal Governo come anticipo del più ampio pacchetto di risorse sugli ammortizzatori sociali, sono a nostra disposizione. In questi giorni, quindi, proseguiranno gli esami congiunti per verificare lo stato di crisi delle singole aziende. Sulla questione dell´assegno mensile ha già risposto il presidente Berlusconi: è una proposta più di propaganda e in contraddizione all´impostazione dell´accordo Stato-regioni". .  
   
   
BOLZANO: VERTICE DI DURNWALDER CON LE BANCHE LOCALI: PROPOSTE PER SOSTENERE RISPARMIATORI E IMPRESE  
 
Bolzano, 12 marzo 2009 - Un documento elaborato entro marzo dai direttori generali delle banche locali costituirà la piattaforma per varare misure concrete a tutela dei risparmiatori e delle imprese: è quanto si è concordato l’ 11 marzo a Bolzano nel vertice convocato dal presidente della Provincia Luis Durnwalder con i responsabili delle banche locali. Le proposte concrete per fronteggiare la recessione economica e rafforzare il potere di acquisto dovranno andare in due direzioni: garantire ai risparmiatori un sensibile alleggerimento dei costi dei servizi e un accesso più agevolato al capitale per le piccole e medie imprese. "Per raggiungere questi obiettivi è necessario uno sforzo congiunto e coordinato della Provincia e degli istituti di credito locali", ha sottolineato Luis Durnwalder nel vertice a Palazzo Widmann. Nell´incontro con i rappresentanti di Cassa di risparmio, Banca popolare, Cassa centrale Raiffeisen e Btb è stato concordato che "entro marzo i direttori generali degli istituti elaboreranno un documento con le proposte di intervento da realizzare concretamente: tale piattaforma verrà poi discussa in un nuovo incontro in Provincia prima di dare il via alle misure concrete a tutela dei risparmiatori e delle imprese", ha detto Durnwalder. Nel documento si dovrà innanzitutto chiarire in che modo garantire anche in futuro l´accesso al credito alle Pmi locali: "Si tratta eventualmente di discutere un nuovo sistema di valutazione di patrimonio e proprietà immobiliari, ma anche della distribuzione dei rischi attraverso le garanzie che possono assumere le cooperative di garanzia a favore delle imprese", ha aggiunto il Presidente. I responsabili delle banche, secondo Durnwalder, si sono detti pronti ad accompagnare le aziende locali nell´attuale difficile congiuntura, "sempre entro i limiti consentiti agli istituti di credito e in misura tale da non rischiare essi stessi una situazione di crisi. " Il secondo fronte riguarda la tutela dei piccoli risparmiatori: il governatore ha ribadito la sua proposta di revisione del sistema delle spese sui depositi, a favore dei risparmiatori, e di un adeguamento dei tassi di credito. "Sarebbe auspicabile che la riduzione di tasso guida e di Euribor si riflettesse anche sui depositi dei clienti", ha ripetuto Durnwalder il suo invito alle banche. Una modalità che le banche non escludono, nei tempi dettati dalle diverse scadenze. .  
   
   
IMMIGRAZIONE, LA CALABRIA PRIMA REGIONE D’ITALIA A DOTARSI DI UNA LEGGE PER L’ACCOGLIENZA E L’INSERIMENTO DEI RIFUGIATI  
 
Reggio Calabria, 12 marzo 2009 - La Calabria sarà la prima tra le Regioni italiane, a dotarsi di una legge che promuove l’accoglienza e l’inserimento dei rifugiati sul territorio coniugandolo allo sviluppo socio-economico delle comunità locali. Il provvedimento, approvato dalla Giunta e che passerà ora all’esame del Consiglio, è stato presentato ieri a Palazzo Alemanni dal presidente della Regione Agazio Loiero nel corso di un incontro con la stampa al quale erano anche presenti il vicepresidente dell’Esecutivo, Domenico Cersosimo, il portavoce dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Laura Boldrini, Gianfranco Schiavone del direttivo nazionale dell’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione e i sindaci di Riace e Caulonia, Domenico Lucano e Ilario Ammendolia. Assente, per impegni istituzionali a Roma, il capogruppo consiliare del Partito Democratico Nicola Adamo, che ha partecipato attivamente alla redazione del testo di legge. Il provvedimento nasce dalla positiva esperienza dei Comuni di Riace, Caulonia e Stignano dove i rifugiati sono diventati una vera e propria risorsa. Giunti a più riprese nella Locride, a partire dalla fine degli anni Novanta, sono da tempo impegnati in attività artigianali e produzioni locali dando così un contributo, in armonia con la popolazione locale, alla rivitalizzazione dell’economia di borghi segnati da un passato di emigrazione di massa e altrimenti destinati a un futuro di decadenza e spopolamento. Un modello di integrazione balzato agli onori della cronaca nazionale la scorsa estate quando la Locride accolse l’appello disperato che arrivava da Lampedusa, di farsi carico dei nuovi arrivi visto che il centro d’accoglienza dell´isola era perennemente stracolmo. L’obiettivo che adesso si prefigge la Calabria è quello di “mettere a sistema” il modello Locride, dare cioè un input alla realizzazione su tutto il territorio regionale di interventi diretti all’accoglienza e all’integrazione per arrivare a definire un vero e proprio sistema regionale integrato di accoglienza. Il provvedimento, infatti, finanzia con risorse regionali e comunitarie i progetti, presentati da Comuni, Province, Comunità Montane e altre istituzioni, finalizzati all’inserimento socio-lavorativo dei richiedenti asilo e dei rifugiati, soprattutto nei borghi interessati da fenomeni di spopolamento e da particolari sofferenze socio-economiche. La legge prevede anche azioni che favoriscano la conoscenza reciproca tra i popoli, base fondamentale di una convivenza serena. L´esperienza insegna che tutto ciò è possibile se attuato gradualmente e attraverso la strategia dei piccoli numeri, tenendo conto cioè delle esigenze di ciascuna comunità locale. Il diritto d’asilo è garantito dall’articolo 10 della nostra Carta Costituzionale che recita: “Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge”. Lo Stato Italiano, pur avendo ratificato le convenzioni internazionali in materia, e avendo recepito nel proprio ordinamento le relative direttive dell’Unione Europea, non ha ancora una normativa organica nazionale. Nonostante l’assenza di una legge organica il numero di persone che bussano alle porte dell’Italia perché in fuga dai propri Paesi è in continuo aumento. Alla fine del 2008 le richieste pervenute alle Commissioni territoriali per il diritto d’asilo sono state 31. 097, quelle esaminate 21. 933 di cui 11. 849 con esito positivo. Nel 2007 le domande d´asilo erano state 14 mila, l´anno prima circa 10. 400. L’aumento, pur significativo, degli arrivi dei richiedenti asilo, va letto con attenzione e senza allarmismi. L’italia è stata infatti, per lungo tempo, un Paese “di transito” con una presenza molto modesta di rifugiati rispetto alla media europea. Quanto sta avvenendo è quindi il segnale di un cambiamento del ruolo dell’Italia quale Paese di destinazione nel contesto dell’Unione. Il diritto d´asilo e le procedure di riconoscimento della condizione di rifugiato sono di competenza dello Stato. Le Regioni, nell’ambito della loro potestà legislativa, possono svolgere un ruolo importante sostenendo interventi di protezione, accoglienza e integrazione sociale dei rifugiati favorendo la costruzione di una rete di servizi territoriali. Finalità della legge è “promuovere interventi specifici per l’accoglienza, la protezione legale e sociale dei richiedenti asilo, dei rifugiati e dei titolari di misure di protezione sussidiaria presenti sul territorio regionale con particolare riguardo alle situazioni più vulnerabili (minori, donne sole vittime di tortura); sostenere azioni indirizzate all´inserimento socio-lavorativo dei rifugiati e richiedenti asilo; promuovere un sistema regionale integrato di accoglienza”. Lo strumento di programmazione degli interventi previsti dalla legge è il Piano regionale, con valenza triennale, che individua per ogni annualità, le strategie, gli obiettivi, le linee di intervento, i soggetti ammissibili, le risorse e il sistema di monitoraggio. La legge prevede, altresì, “interventi in favore di comunità interessate da fenomeni di spopolamento e declino che intendano avviare percorsi di riqualificazione e di rilancio socio-economico collegato all’accoglienza di rifugiati”. Viene data priorità ai “progetti che valorizzino le produzioni artigianali, le competenze e le tradizioni locali, che prevedano forme di commercio equo e solidale e di turismo responsabile; alla promozione di eventi culturali volti a sensibilizzare l´opinione pubblica sulla cultura dell´accoglienza allo scopo di prevenire situazioni di intolleranza e razzismo; a programmi di formazione rivolti alla pubblica amministrazione”. I beneficiari sono i Comuni, le Province, e le Comunità Montane per ciò che riguarda gli interventi di riqualificazione e di rilancio socio-economico e culturale collegati all´accoglienza dei richiedenti asilo, dei rifugiati, e dei titolari di misure di protezione sussidiaria o umanitaria. Gli stessi enti locali, nonché le istituzioni scolastiche, le aziende sanitarie, i soggetti pubblici associazioni ed enti senza fini di lucro possono attuare interventi per la produzione e la diffusione di eventi culturali volti a sensibilizzare l´opinione pubblica ad una cultura dell´accoglienza e ad una conoscenza del diritto d´asilo, anche allo scopo di prevenire e contrastare situazioni di intolleranza e razzismo. Il Comitato dei garanti ha compiti di “formulare proposte per l’attuazione del piano regionale, esprimere una valutazione dei progetti sotto il profilo della coerenza e sostenibilità, operare un monitoraggio sull´andamento dei progetti finanziati, formulare proposte per l’attuazione di studi e ricerche oggetto della legge. Il Comitato, inoltre, ha il compito di valutare l’attuazione degli interventi e di redigere un rapporto. L’organismo è formato da 5 componenti, individuati dall’amministrazione regionale tra gli enti e le associazioni maggiormente significative sul piano nazionale nelle materie attinenti la tutela del diritto d´asilo, la tutela dei diritti umani, il dialogo interculturale, lo sviluppo di modelli di economia solidale nelle comunità locali e nelle relazioni internazionali. .  
   
   
LAZIO, IMMIGRATI: "URGENTE RICONOSCIMENTO DIRITTI STRANIERI NATI IN ITALIA"  
 
Roma, 12 marzo 2009 - “Questa proposta di legge nazionale di iniziativa regionale colma un vuoto giuridico che penalizza quei ragazzi stranieri nati in Italia e presenti sul nostro territorio ininterrottamente, che, allorché compiono i 18 anni, diventano ‘irregolari’. Si tratta in particolare dei ragazzi figli di Rom, di apolidi, o minori stranieri soli, spesso ospiti di case famiglia o di comunità, per i quali la normativa nazionale non prevede né la possibilità di studiare, né la possibilità di lavorare con un permesso di soggiorno specifico. ” E’ quanto ha dichiarato l’assessore all’Istruzione della Regione Lazio, Silvia Costa, a proposito della presentazione, da parte del Consiglio regionale del Lazio, della proposta di legge nazionale che interviene sul testo unico in materia di immigrazione e condizione dello straniero. “Questo problema – ha sottolineato l’assessore Costa – si aggiunge alla tematica più generale della concessione della cittadinanza nel nostro paese ai ragazzi nati in Italia, che restano fino a 18 anni ‘immigrati extracomunitari’, anche se si sentono italiani, parlano italiano e sono perfettamente integrati. ” “E’ ora che il Parlamento riprenda l’iniziativa su queste urgenti questioni, che nella precedente legislatura erano state oggetto del disegno di legge del Governo Prodi sull’immigrazione” ha concluso Silvia Costa. .  
   
   
SICUREZZA URBANA: PUBBLICATO IL BANDO PER PROGETTI DEGLI ENTI LOCALI. NELLE MARCHE  
 
Ancona, 12 Marzo 2009 - E´ stato pubblicato sul Bur della Regione Marche il bando che finanziera` iniziative degli enti locali in tema di sicurezza urbana. Prevenzione di situazioni di disagio e di devianza giovanile, della conflittualita` di genere, interetnica e interculturale; attivazione di modelli operativi innovativi di polizia locale. Sono queste le priorita` che la Giunta regionale ha individuato per il 2009 nell´elaborazione dei progetti che avranno lo scopo di scongiurare conflitti sociali e culturali e di contrastare episodi di microcriminalita`, di vandalismo e di devianza minorile. A disposizione di Province, Comuni, Unioni di Comuni, Comunita` montane, raggruppamenti di Comuni e Ambiti territoriali, ci sono 290 mila euro. ´Come gia` successo l´anno scorso ´ dichiara il presidente della Regione, Gian Mario Spacca ´ abbiamo confermato alcune specifiche aree di intervento. E´ fondamentale infatti avviare iniziative che coinvolgano direttamente i singoli enti locali. Cosi` facendo sara` piu` efficace garantire la convivenza civile per tutti i cittadini e rafforzare la coesione sociale sul territorio´. Il bando e` pubblicato sul Bur numero 22 del 5 marzo 2009. Per partecipare, la domanda di contributo deve essere trasmessa, entro il termine di 60 giorni dalla data di pubblicazione del bando. Pertanto, la data di scadenza e` fissata al 4 maggio 2009. Le aree di intervento riguardano, piu` in generale, la prevenzione sociale in aree e nei confronti di soggetti a rischio di criminalita`, la riqualificazione urbanistica in aree e spazi pubblici, in modo da garantire maggiore liberta` di movimento alle persone e da dissuadere episodi di microcriminalita`, la mediazione culturale, la prevenzione e la riduzione dei danni derivanti da atti vandalici, l´assistenza e l´aiuto alle vittime di reato, il potenziamento dell´attivita` della polizia locale. Ogni progetto potra` essere costituito da diverse azioni, purche` coordinate e coerenti tra di loro. Il costo complessivo non potra` superare l´importo di 100 mila euro, finanziabile per una quota massima del 50%. I progetti giudicati ammissibili da parte di un comitato scientifico faranno parte di una graduatoria. Le quote di finanziamento saranno determinate sulla base del punteggio assegnato a ogni singolo progetto e terranno conto di una suddivisione in tre fasce (30, 40 e 50% della spesa ammissibile). La documentazione e` consultabile ed acquisibile sul sito della Regione Marche (settore bandi) e sul sito www. Marchesicure. It, sul quale sono altresi` pubblicate tutte le comunicazioni relative al presente bando. Per altre informazioni, e` possibile rivolgersi a: Regione Marche ´ Dipartimento per le politiche integrate di sicurezza e per la protezione civile, tel. 071/806. 4220. .  
   
   
BASILICATA: PRESENTATO PIANO TRIENNALE DELLE AZIONI POSITIVE 2008/2010  
 
Potenza, 12 marzo 2009 - “Un’occasione per rimuovere pregiudizi che a volte possono creare alle donne, ma anche agli uomini, disagi e difficoltà nei percorsi lavorativi. E’ questo il senso di un piano molto ambizioso e di straordinaria importanza, che sarà propedeutico al nuovo assetto programmatico della Regione”. Lo ha detto il presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, presentando questa mattina alla stampa il Piano Triennale delle Azioni Positive 2008/2010, approvato recentemente dalla Giunta regionale. “Il Piano – ha aggiunto De Filippo – si pone una serie di obiettivi formativo-culturali come il superamento degli stereotipi, per favorire una cultura di genere, la formazione del personale, la conciliazione tra vita professionale e familiare. Uno dei primi progetti – ha proseguito il presidente della Regione – riguarderà l’avvio di asili nido aziendali e attività di monitoraggio e controllo sui fenomeni di discriminazione nelle Pa. Tali azioni saranno utili a migliorare la condizione del lavoro femminile e ad equilibrare il rapporto uomo/donna nell’ottica di parità e di una reale possibilità di carriera. Nell’organico della Giunta regionale – ha spiegato De Filippo - la presenza femminile è pari a circa il 40 per cento dei dipendenti e per tale motivo risulta necessaria un’attenzione particolare per la promozione di Pari Opportunità. Tale progetto – ha concluso De Filippo – potrà inoltre costituire un modello di intervento tra le Istituzioni trasferibile sul territorio”. Nell’illustrare il Piano la consigliera regionale di Parità, Maria Anna Fanelli ha sottolineato che “dallo scorso anno l’Ufficio di Pari opportunità ha avviato un’intensa attività sul territorio regionale affinché gli Enti locali, ma anche le aziende private, adottassero Piani di Azioni Positive. Tale azione – ha detto la consigliera – va attuata anche nel rispetto della Carta europea per la Parità delle Donne e degli uomini nella vita locale. A supporto dell’intero progetto – ha concluso Fanelli – abbiamo pensato di istituire un Osservatorio sull’occupazione femminile con gli obiettivi di rafforzare le reti istituzionali che si occupano del lavoro delle donne; raccogliere dati quantitativi e qualitativi su lavoro femminile ed elaborare riflessioni ed approfondimenti che potranno essere utili ai decisori politici”. .  
   
   
BOLZANO.WIDMANN SUL COMMERCIO ESTERO: "PROSEGUIRE CON IL RAFFORZAMENTO DELL´EXPORT"  
 
Bolzano, 12 marzo 2009 - "Malgrado la frenata della bilancia commerciale 2008 proseguiamo nel rafforzamento dell´export": così l´assessore provinciale Thomas Widmann commenta i dati sul commercio estero resi noti il 10 marzo dall´Astat. Con una notevole quota di finanziamento la Provincia contribuisce agli sforzi delle imprese di affermarsi sul piano internazionale, sottolinea Widmann. Widmann ribadisce che la Provincia proseguirà sulla strada del rafforzamento convinto delle esportazioni. "Sosteniamo il lavoro della Eos e nelle incentivazioni economiche abbiamo tra i punti qualificanti proprio le esportazioni". I progetti di internazionalizzazione delle imprese, infatti, possono prevedere un finanziamento provinciale fino a copertura del 70% dei costi sostenuti. Riguardo ai dati dell´Astat sull´andamento del commercio estero nel 2008, l´aumento complessivo del 2% rispetto all´anno precedente è positivo, "ma il calo di quasi il 15% nell´ultimo trimestre si fa sentire sulla congiuntura locale", osserva Widmann. La frenata è riconducibile in primo luogo alla riduzione delle commesse provenienti dai principali partner commerciali di Austria e Germania, che già si trovano in piena recessione economica. Di conseguenza negli ultimi tre mesi del 2008 le esportazioni delle aziende altoatesine sono calate del 21,7% nell´area della Germania e del 6,2% in quella austriaca. .  
   
   
BOLZANO: DURNWALDER INCONTRA I VERTICI DELLA FEDERAZIONE RAIFFEISEN  
 
 Bolzano, 12 marzo 2009 - I nuovi vertici della Federazione Raiffeisen hanno incontrato oggi (11 marzo) a Bolzano il presidente della Provincia Luis Durnwalder. In primo piano gli effetti in Alto Adige della crisi economica internazionale e le misure adeguate per fronteggiarla. "In questo impegno congiunto le cooperative svolgono un compito essenziale", ha detto Durnwalder. La collaborazione della Federazione Raiffeisen con la Provincia e il ruolo che può giocare per fronteggiare l´attuale recessione economica sono stati approfonditi a Palazzo Widmann dal presidente Durnwalder con il nuovo direttore generale Paul Gasser, il direttore dell´area revisione Robert Nicolussi e il presidente del Cda Heiner Nicolussi Leck. "Le cooperative organizzate nella Federazione Raiffesin sono una colonna dell´economia locale e il loro ruolo fondamentale nel tessuto produttivo altoatesino va rafforzato", ha detto Durnwalder. La Federazione Raiffeisen (circa 350 cooperative aderenti, per 100mila soci) è l’organizzazione cui fanno capo cooperative dei diversi settori. I responsabili delle due attività principali, quella di organo di vigilanza e quella di tutela dei soci, hanno delineato al Presidente della Provincia lo sviluppo dell´attività del gruppo. "Per contenere gli effetti negativi della crisi sul lavoro e sul potere di acquisto dei cittadini le banche organizzate nella Federazione Raiffeisen sono chiamate a un compito importante", ha sottolineato Durnwalder. In questa situazione gli istituti di credito devono garantire la necessaria liquidità alle imprese locali. "Senza dimenticare il ruolo svolto dalla cooperative di garanzia, chiamate ad agevolare l´accesso al credito delle piccole e medie imprese", ha aggiunto Durnwalder. A Palazzo Widmann si è parlato anche del futuro delle cooperative tradizionali, in grado di garantire preziosi posti di lavoro. A tale proposito Durnwalder ha illustrato ai vertici della Federazione Raiffeisen alcune modifiche in materia di diritto cooperativo prospettate sia a livello nazionale che provinciale. "Sono certo che la collaborazione tra la Federazione e l´azienda Provincia proseguirà con soddisfazione anche in futuro, in particolare con gli uffici competenti per la cooperazione", ha concluso Durnwalder. .  
   
   
CONFINDUSTRIA BASILICATA AL CONVEGNO “LAVORO & SVILUPPO”  
 
Potenza, 12 marzo 2009 - “Una convinzione consolidata dalle esperienze evidenzia la necessità di legare la programmazione degli interventi formativi rispetto alla antropizzazione industriale del territorio di riferimento e rispetto alle aziende che intendono investire sul territorio”. Lo ha detto il presidente vicario di Confindustria Basilicata, Giuseppe Moramarco, intervenendo al convegno “Lavoro & Sviluppo: un modello trasferibile”. “Troppo spesso, infatti, abbiamo assistito, negli anni, ad interventi formativi lontani rispetto alle necessità delle aziende. Ora non possiamo più permetterci di continuare a sbagliare. Per questa ragione, Confindustria Basilicata – ha aggiunto Moramarco - ribadisce la più ampia disponibilità nel fornire il proprio contributo di idee in questa direzione, possibilmente in fase di ideazione e programmazione degli interventi formativi e non già, come purtroppo è accaduto, a “cose fatte”. L’impresa rappresenta il cuore dello sviluppo economico e sociale di un territorio e, per questa ragione, vive con piena consapevolezza la responsabilità di tale compito, con un occhio di particolare riguardo verso quelle situazioni difficili dove si sono verificate emorragie di forza lavoro dal ciclo produttivo. A tal proposito, sarebbe utile mettere a punto strumenti operativi per la ricollocazione di questa forza lavoro, attraverso una efficace reindustrializzazione del tessuto produttivo. Alcuni di questi strumenti, in passato, si sono rivelati interessanti, come la legge per l’apprendistato del 2006, che si è rivelato, purtroppo, di difficile attuazione perché sono mancate le risorse per avviare l’offerta pubblica formativa. In vista della programmazione Por 2007-2013 appare quanto mai necessario, pertanto, poter contare su un testo completo e articolato che abbia come obiettivo prioritario quello di sostenere la competitività delle aziende, in questo momento particolarmente complesso. È chiaro, infatti, che solo un sistema socioeconomico che possa contare su imprese competitive è in grado di assicurare, quale logica conseguenza, posti di lavoro qualificati, grazie anche al prezioso sostegno di un processo formativo efficace, che concili la formazione teorica con quella “on the job”. È questo l’auspicio che esprime Confindustria Basilicata, nella consapevolezza – ha concluso Moramarco - che su questi temi è indispensabile una unità di visione e di prospettiva tra tutti i soggetti interessati: imprese, organizzazioni sindacali e istituzioni”. .  
   
   
LA CAMERA ARBITRALE DEL PIEMONTE AL 1° CONGRESSO NAZIONALE DEI DOTTORI COMMERCIALISTI E DEGLI ESPERTI CONTABILI CRESCE IL NUMERO DI CONCILIAZIONI TRA IMPRESE GESTITE DALL’ENTE CAMERALE: 113 LE PROCEDURE AVVIATE NEL 2008  
 
Torino, 12 Marzo 2009 - Da mercoledì 11 marzo, a venerdì 13 marzo 2009 la Camera Arbitrale del Piemonte sarà presente al 1° Congresso Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili - a Torino presso il Centro Congressi Lingotto di via Nizza, 294 - all’interno dello stand 4B. La Camera Arbitrale del Piemonte, l’unica in Italia ad essere strutturata a livello regionale come associazione di tutte le Camere di commercio con la partecipazione degli Ordini professionali (notai, avvocati e commercialisti), gestisce le procedure di conciliazione tra imprese (B2b) in Piemonte, e dal luglio 2008 è un Organismo di conciliazione riconosciuto dal Ministero della Giustizia. Presso lo stand camerale sarà possibile ottenere informazioni sulle attività e sui servizi forniti, in particolare proprio sulle procedure di risoluzione alternativa delle controversie - arbitrato e conciliazione -, fiore all’occhiello della Camera Arbitrale del Piemonte. “Il crescente ricorso delle imprese a soluzioni alternative di risoluzione delle dispute commerciali testimonia come i nostri imprenditori riconoscano sempre di più l’importanza e l’efficacia di questo strumento fornito dalle Camere di commercio, che consente modalità di accesso alla giustizia caratterizzate da costi contenuti e tempi brevi - ha dichiarato Ferruccio Dardanello, Presidente Unioncamere Piemonte -. I dati, che mostrano un incremento fortissimo delle procedure di conciliazione B2b gestite tra il 2001 e il 2008, ben si armonizzano con il tema del Congresso Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili: il cambiamento. Ovvero la capacità delle nostre imprese di rinnovarsi e reinventarsi, capacità che si manifesta anche attraverso l’apertura verso nuovi modelli di risoluzione delle controversie con i partner commerciali e con i consumatori, non solo nel proprio interesse ma in quello di tutto il mercato”. La Conciliazione: Alcuni Dati - Dal 1998, anno di introduzione del servizio, sono state gestite ben 595 procedure di conciliazione B2b, con un trend in continua crescita (si è passati infatti dai 14 casi all’anno del 2001 ai 113 del 2008). Se le procedure B2b sono seguite centralmente dalla Camera Arbitrale del Piemonte, le conciliazioni tra impresa e consumatore (B2c) si svolgono invece presso gli sportelli delle singole Camere di commercio. In questo caso, la parte del leone spetta a Torino, con 217 procedure gestire nel 2008 su un totale regionale di 311. Segue Cuneo, con 30 conciliazioni B2c portate avanti nell’anno passato. È da segnalare inoltre che molte procedure, pur non giungendo all´incontro per mancata adesione di una parte, spesso si concludono comunque con un accordo direttamente fra le parti, grazie all´intervento degli uffici che consentono di riaprire un canale di dialogo interrotto dalla lite (circa il 14%). “La Camera Arbitrale del Piemonte rappresenta a tutt’oggi un caso unico in Italia di collaborazione tra le Camere di commercio sui temi della giustizia alternativa, con l’importante contributo degli Ordini professionali: sono infatti i professionisti più vicini alle imprese che possono incidere fortemente sulla diffusione delle procedure alternative al Tribunale, favorendo l’inserimento delle clausole di arbitrato e conciliazione all’interno di contratti e statuti societari - ha commentato Giuseppe Pichetto, Presidente Camera Arbitrale del Piemonte -. Ci auguriamo che questa collaborazione, ben evidenziata dalla partecipazione della Camera Arbitrale al Congresso Nazionale dei Dottori Commercialisti, possa dare un significativo contributo per la crescita di arbitrato e conciliazione, a vantaggio delle imprese del territorio grazie al risparmio del tempo e dei costi connessi alla gestione delle controversie commerciali”. Il Congresso Nazionale - Il cambiamento è il tema della tre giorni che riunisce gli oltre 160. 000 iscritti in tutt’Italia: un importante momento mediatico e di confronto sulla realtà economica, tributaria e giuridica. Il programma dei lavori spazia dalla riforma delle professioni intellettuali al controllo legale dei conti, dal federalismo fiscale ai workshop dedicati all’assicurazione professionale, alle associazioni sportive, all’organizzazione e gestione dello studio. Con occhio attento alla realtà internazionale, non mancheranno riflessioni sulle prospettive della revisione contabile e sulla corporate governance. È annunciata la presenza di autorevoli rappresentanti del mondo istituzionale, politico ed economico, tra cui il Premio Nobel Economia 2001, Joseph Stiglitz. .  
   
   
ABRUZZO, PERSONALE: CARPINETA, TAVOLO CONSULTIVO PER RIFORMA ENTE  
 
 L´aquila, 12 marzo 2009 - Un tavolo consultivo con le organizzazioni sindacali regionali per recepire e discutere le istanze sulla riforma organizzativa della Regione e degli enti strumentali. Lo ha proposto ieri l´assessore al Personale, Federica Carpineta, nel corso dell´incontro con i rappresentanti territoriali dei sindacati (Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Confsal e Direr), convocata per illustrare le motivazioni che hanno portato alla sospensione della delibera sui processo di riqualificazione del personale della Giunta regionale. L´assessore ha annunciato "la necessità dell´ente regione di una profonda riforma che crei una pubblica amministrazione efficiente e in grado di dare risposte esaustive ai bisogni dei cittadini". "E´ un percorso - ha detto Carpineta ai sindacati - che voglio fare con voi nel rispetto dei ruoli, individuando standard qualitativi ed economici internazionali, passando in primis attraverso la riforma della dirigenza. È bene capire - ha proseguito - che la riforma dell´ente regionale è strategica per la ripresa dell´intera regione". I sindacati hanno accolto con favore questa proposta, parlando di "proposta innovativa che apre nuovi orizzonti nei rapporti con la parte pubblica". Secondo quanto proposto dall´assessore, il tavolo consultivo dovrà riunirsi a cadenza mensile. Sulle verticalizzazioni, l´assessore ha ribadito: "sono consapevole delle legittime aspettative di crescita professionale di molti dipendenti della Regione, ma la situazione economico-finanziaria dell´Ente impone di stabilire delle priorità: la salvaguardia delle attuali posizioni lavorative, il rientro del debito e successivamente riprendere i discorsi su verticalizzazioni e nuove assunzioni". In questo senso, l´assessore al Personale ha ringraziato le organizzazioni sindacali "per l´atteggiamento di grande responsabilità dimostrato in occasione di un incontro avuto in precedenza con alcuni rappresentanti dell´opposizione, nel corso del quale nessuno dei presenti se l´è sentita di criticare il provvedimento assunto dall´esecutivo regionale di sospensione della delibera sulle verticalizzazione", auspicando "una riflessione congiunta con la maggioranza e con me per una riorganizzazione funzionale dell´ente nell´ambito della quale inquadrare le progressioni di carriera". A seguire, l´assessore Carpineta ha incontrato una delegazione di lavoratori precari a tempo determinato che hanno risposto al bando di stabilizzazione scaduto il 29 dicembre scorso e che attendono la pubblicazione della graduatoria necessaria per chiudere la stabilizzazione. L´assessore ha ribadito la sua linea politica condivisa dalla Giunta di "assumere solo i precari che sono in regola con le Finanziarie nazionali del 2007 e 2008", sottolineando che "si tratta di un atto esclusivamente gestionale da parte del dirigente preposto al servizio, peraltro già più volte sollecitato ad agire in tal senso". .  
   
   
21 IMPRESE LOMBARDE AL SALONE DELL´ARTIGIANATO DI TUNISI LA MISSIONE ECONOMICA SARA´ GUIDATA DALL´ASSESSSORE ZAMBETTI  
 
Milano, 12 marzo 2009 - L´assessore all´Artigianato e Servizi di Regione Lombardia, Domenico Zambetti, sarà giovedì 12 marzo a Tunisi, a capo di una missione economica alla quale parteciperanno 21 piccole e medie imprese artigiane in occasione del "Salon de la Creation Artisanale", in programma nella capitale dello Stato africano fino a sabato 14 marzo, dove saranno esposti i loro prodotti. La missione si tiene nell´ambito del progetto "L´artigianato lombardo in Tunisia". .  
   
   
CNA MATERA: IN PERICOLO MILLE POSTI DI LAVORO  
 
Matera, 12 marzo 2009 - Sottoscritto nei giorni scorsi un Protocollo d’intesa tra le Associazioni di rappresentanza sia imprenditoriali che sindacali del mondo delle costruzioni per richiedere al Governo interventi tempestivi a sostegno del settore. Cna Costruzioni e le altre Associazioni di categoria , insieme a Cgil/cisl e Uil chiedono al Governo interventi più incisivi per affrontare la grave crisi del settore, che saranno elaborati tecnicamente dalle Organizzazioni firmatarie nei prossimi giorni e sottoposti alla valutazione dell’Esecutivo. Dopo aver segnalato il rischio concreto della perdita nell’anno 2009 di 250. 000 posti di lavori si chiede di agire prontamente su tre livelli: Garantire un adeguato livello di investimenti, promuovere strumenti a sostegno della domanda e favorire la sostenibilità dello sviluppo; Salvaguardare il lavoro, i redditi e le professionalità; Razionalizzare, rendere più efficiente e sviluppare il mercato. «Servono – spiega Leonardo Montemurro - segretario regionale della Cna - più efficaci e incisivi interventi alfine di definire un piano straordinario per le infrastrutture, da attuarsi mediante procedure trasparenti e semplificate. E’ necessario, inoltre, finanziarie accanto alle grandi opere un programma di medio-piccole opere, diffuse sul territorio provinciale regionale, immediatamente cantierabili, per la cui esecuzione è assolutamente indispensabile autorizzazione le Regioni e gli Enti Locali ad agire in deroga al Patto di stabilità . Bisogna agire - aggiunge Montemurro - sullo sblocco dei pagamenti che a seconda delle diverse fonti variano da 30 (Ministro Tremonti) a 70 (Associazioni di categoria) miliardi di euro e intervenire per il varo di un piano strutturale per affrontare il disagio abitativo attraverso l’adozione di un Piano casa nazionale nell’ambito di un programma straordinario per l’utilizzo e il riuso delle grandi aree urbane come pure per la valorizzazione e tutela dei beni culturali e ambientali. Altro aspetto di vitale importanza è la garanzia che gli effetti delle azioni di sostegno al sistema bancario, introdotte dal Governo, siano effettivamente trasferite alle imprese ed alle famiglie, per favorirne l’acceso al credito. Il mercato – prosegue – è sostanzialmente fermo, in particolare nel settore privato al quale si aggiungono le difficoltà in ambito pubblico per il quale diventa fondamentale che il Governo allenti i parametri troppo severi sul Patto di stabilità. La situazione lucana e del materano vivono con la medesima difficoltà la realtà nazionale ed internazionale. In bilico – sostiene Montemurro – ci sono 1000 posti di lavoro in un settore in cui, nella sola provincia di Matera lavorano 3000 persone. Alla luce dell’anno appena trascorso è vitale il rafforzamento dei controlli contro il lavoro irregolare come pure il mantenimento delle professionalità in carico alle imprese, che a causa delle crisi potrebbero disperdersi. Il terzo livello di intervento – conclude Montemurro - dovrebbe mirare a rendere più selettivo il sistema di accesso alla professione di imprenditore edile ed il sistema di qualificazione delle imprese di lavori pubblici (revisione sistema Soa) e a prevedere nuove forme di affidamento per la esecuzione dei lavori pubblici (partenariato pubblico-privato,leasing, appalto a contraente generale, concessione. Come pure la diffusione della applicazione dei “Protocolli per la legalità “ finalizzati a contrastare possibili infiltrazioni malavitose nei cantieri e a consentire lo svolgimento dei lavori nella legalità e nella trasparenza ed, infine, la piena attuazione del T. U. Sulla sicurezza sul lavoro». .  
   
   
BOLZANO: WIDMANN ALLA FIERA INTERNAZIONALE DI MONACO CON GLI ARTIGIANI ALTOATESINI  
 
Bolzano, 12 marzo 2009 - "Una vetrina eccezionale per mostrare la vitalità dell’artigianato altoatesino e per avviare nuovi scambi, essenziali in tempi di crisi": così l’assessore provinciale Thomas Widmann ha definito la 61. Ma edizione della Fiera internazionale di Monaco presenziando oggi (11 marzo) alla cerimonia inaugurale. La Ihm è storicamente la grande piattaforma politico-economica dell´artigianato: ad inaugurarla sono stati tra gli altri il ministro all´Economia di Germania, Karl-theodor zu Guttenberg, il premier bavarese Horst Seehofer e l´arcivescovo di Monaco Reinhard Marx, autore del bestseller dedicato ai cattolici e al capitale. A Monaco è intervenuto anche l´assessore provinciale all´Artigianato Thomas Widmann, che ha definito la più grande rassegna fieristica mondiale dell´artigiano "una vetrina eccezionale per il settore artigiano dell´Alto Adige e una possibilità unica per allacciare nuovi contatti, tanto più importanti in tempi di recessione economica. " Gli artigiani locali sono infatti presenti con un proprio stand comune: rappresentanti delle varie sezioni di mestiere - dagli scultori gardenesi di Unika ai giardinieri, dagli scalpellini del marmo di Lasa agli orafi - espongono su una superficie di 700 metri quadrati con il sostegno finanziario della Provincia e sotto le insegne del marchio unico. Durante la visita nei padiglioni l´assessore Widmann ha sottolineato l´alta qualità e l´innovazione che contraddistinguono le creazioni altoatesine nel settore artigiano. La grande rassegna di Monaco (37mila mq) resta aperta fino al 17 marzo e mette in mostra mille espositori da 30 Paesi, che propongono il meglio dell´artigianato del terzo millennio. Sono attesi circa 150mila visitatori. .  
   
   
RETE CPO: PIÙ DONNE IN POLITICA PIÙ POLITICA PER LE DONNE  
 
Potenza, 12 marzo 2009 à Oggi alle ore 15. 30 presso la Sala Inguscio dell’ Assessorato Sicurezza e Solidarietà sociale in via Vincenzo Verrastro, 9, un incontro promosso congiuntamente dalla Rete delle Consigliere di Parità della regione Basilicata e dalla Rete delle Consigliere di Parità della regione Puglia. Il tema è: più donne in politica più politica per le donne, uguale meno discriminazione più democrazia, un efficace slogan che cerca di cogliere le criticità della rappresentanza politica delle donne all’ interno delle Istituzioni. Saranno presenti ed interverranno la Presidente e la Segretaria della Lobby Europea delle donne sezione Italia, oltre a numerose ed autorevoli esponenti dell’ associazionismo femminile, della politica, delle Istituzioni e del sindacato. “Alla vigilia delle prossime elezioni amministrative ed europee, la Rete delle Consigliere di Parità della regione Basilicata, raccogliendo tutte le energie femminili presenti sul territorio, vuole porre al centro del dibattito un tema molto sentito in Basilicata: il posto ed il ruolo delle donne nella società lucana”. Lo affermano, in un comunicato stampa, Maria Anna Fanelli, consigliera di parità della Regione, Antonietta Giacoia, consigliera di parità della provincia di Matera, e Liliana Guarino, consigliera di parità della provincia di Matera. “I numeri della presenza femminile all’ interno delle Istituzioni parlano da soli. Al Comune di Potenza vi è una sola Consigliera comunale su 41 Consiglieri comunali, nessun assessore donna, una Consigliera provinciale su 32 Consiglieri alla Provincia di Potenza, nessun assessore donna, 3 Consigliere regionali su 30 Consiglieri alla Regione Basilicata, nessun Assessore donna, al Comune di Matera, una Consigliera comunale su 40 Consiglieri, un Assessore donna su otto, alla Provincia di Matera 2 consigliere provinciali su 24 consiglieri, un solo Assessore donna. Nella provincia di Potenza vi sono 100 comuni solo 6 donne sono Sindaco, nella provincia di Matera vi sono 31 comuni nessuna donna Sindaco. Sono dati che fanno rabbrividire, non è una metafora dire che le donne lucane in politica sono delle mosche bianche. Inevitabilmente la programmazione amministrativa e sociale ne risente molto anche se va pianificando tutte quelle necessarie misure di conciliazione vita familiare- lavoro e servizi che permetterebbero alle donne di essere più presenti nei luoghi in cui si decide, valorizzando talenti purtroppo oggi inespressi. Occorre quindi fare rete tra donne e nelle Istituzioni per individuare strumenti e misure efficaci per l’ inserimento delle donne nella politiche e nella rappresentanza democratica. Costruire anche in Basilicata una grande lobby di donne per scalfire il muro di cristallo, che formalmente pare non ci sia ma che c’è nei fatti, come dimostrano i numeri, fare sistema e avviare alleanze tra generazioni, tra regioni, tra organismi, tra territori, a tutto ciò vuole lavorare la Rete delle Consigliere di Parità della regione Basilicata”. .  
   
   
BASILICATA: MAMME E FIGLI PER IL LAVORO: VOUCHER A DIPLOMATI E LAUREATI  
 
Potenza, 12 marzo 2009 - L’associazione “Mamme e figli per il lavoro” ha inviato ieri al Presidente della Giunta regionale una lettera accompagnata da una delibera del Consiglio Regionale della Calabria, unitamente al programma di stage, già in svolgimento dal Settembre 2008, in quella Regione ed anche in altre. “Il progetto di erogazione biennale di voucher, destinato ai migliori giovani laureati della Regione – scrive l’associazione - ha il pregio di premiare i più meritevoli della Regione in tutti i settori disciplinari e, nel contempo, di fornire una formazione costante in collaborazione con l’Università degli Studi della Basilicata di alta valenza culturale e non, come spesso accade, solo di tipo assistenziale. Si ricorda che il Consiglio Regionale nell’ambito dell’approvazione della Legge Finanziaria all’art. 44 ha previsto, all’unanimità, la messa a punto di un progetto similare delegando la Giunta Regionale, sentita la Commissione Consiliare, alla definizione dell’apposito procedimento amministrativo. Si ricorda, altresì, che lo stesso Consiglio Regionale aveva approvato precedentemente, sempre all’unanimità, un ordine del giorno che impegnava la Giunta a realizzare il progetto di cui sopra, a partire dal 1 Gennaio 2009; come si vede ci sono tutte le condizioni giuridiche, politiche e finanziarie per dare risposte ai giovani diplomati e laureati lucani”. L’iniziativa “tende a sollecitare l’attuazione degli impegni presi dalla Giunta e dal Consiglio Regionale in un momento di particolare difficoltà nel mondo del lavoro e per la crisi finanziaria. I provvedimenti, se adottati rapidamente, e ci sono tutte le condizioni giuridiche, finanziarie e politiche per farlo, possono contribuire a dare risposte a circa mille unità che così potrebbero svolgere attività di formazione di lavoro nell’ambito della Pubblica Amministrazione dove persistono grandi carenze di organico a seguito dei prepensionamenti e in attesa dei prossimi concorsi e soluzioni per il precariato”. .  
   
   
PARI OPPORTUNITA´ IN SICUREZZA BUONE PRATICHE ED ESPERIENZE A CONFRONTO  
 
Torino, 12 Marzo 2009 - L’assessorato alle Pari Opportunità della Regione Piemonte, nell´ambito del programma di azioni di contrasto alla violenza, ha promosso la redazione del manuale "La città si*cura. Una città sicura per le donne. Una città sicura per tutti. Una città che si cura delle donne si cura di tutti" finalizzato ad indirizzare l´attività concreta di amministratori locali, decisori e progettisti verso interventi urbani attenti ad accrescere la sensazione di sicurezza nelle donne e in tutti coloro che hanno meno strumenti di contrasto alla violenza, come bambini, anziani, persone diversamente abili. La realizzazione del manuale si pone in continuità con quanto previsto dal Piano regionale per la prevenzione della violenza contro le donne e per il sostegno alle vittime. Ma come si può iniziare a trasferire agli attori di un territorio provinciale gli strumenti e le opportunità di azione per lavorare sulla sicurezza e sulla prevenzione della violenza contro le donne? Se ne parlerà nel corso del seminario organizzato e promosso dall’Assessorato alle Pari Opportunità della Regione Piemonte "In*sicurezza" La Prevenzione Della Violenza Contro Le Donne In Provincia Di Cuneo mercoledì 18 marzo 2009 ore 9. 30/13. 00 e 14. 00/16. 30 presso la Sala Falco del Centro Incontri della Provincia di Cuneo C. So Dante 41 - Cuneo Tra i temi trattati: buone prassi sperimentate in Europa, il manuale regionale "La città si*cura" e le esperienze del territorio. Approfondimenti sul tema della sicurezza e della prevenzione della violenza contro le donne sono presenti sul sito internet www. Meltinglab. It . La partecipazione al seminario è gratuita. Chi desiderasse è invitato a iscriversi inviando un’e-mail a eventi@poliedra. It o un fax allo 0113473777 o telefonando allo 0113473774. .