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Notiziario Marketpress di Lunedì 22 Marzo 2010
LA COMMISSIONE EUROPEA DEVE COINVOLGERE IL PARLAMENTO NEI NEGOZIATI SULL´ACCORDO ANTI-CONTRAFFAZIONE  
 
Bruxelles, 22 marzo 2010 - Un voto chiaro, quello del 10 marzo: il Parlamento condanna i negoziati segreti fra Commissione europea e Paesi extra-europei sull´Accordo anti-contraffazione, e chiede di poter partecipare. Altrimenti, minaccia, si rivolgerà alla Corte di Giustizia europea. Ma perché un accordo internazionale contro la contraffazione suscita tanto scalpore? I deputati temono che sia un cavallo di Troia dentro cui si nascondono minacce contro la privacy e l´accesso a internet. Acta cavallo di Troia? L´accordo internazionale per la lotta alla contraffazione (Acta) è un documento internazionale che mira alla tutela della proprietà intellettuale via standard internazionali più restrittivi degli esistenti. I negoziati, a cui prendono parte gli Usa, l´Ue rappresentata dalla Commissione e pochi altri Paesi, sono iniziati nel 2008 e si svolgono al di fuori delle sedi delle organizzazioni mondiali competenti, come l´Organizzazione Mondiale del Commercio (Omc) e l´Organizzazione Internazionale della proprietà intellettuale (Wipo). Il prossimo round si terrà in Nuova Zelanda ad aprile. L´accordo copre tutti i beni, materiali e non, che possono essere oggetto di contraffazione e pirateria: un mercato che, secondo l´Ocse, vale 150 miliardi di euro l´anno. Ma le preoccupazioni maggiori - da parte del Parlamento europeo e di altri attori - riguardano soprattutto gli aspetti legati a internet, al diritto all´accesso e alla privacy. Non si può by-passare il Parlamento - Durante la seduta plenaria di settimana scorsa, il Parlamento ha ammonito la Commissione europea sul fatto che i negoziati sull´Acta non possono svolgersi in segreto, e che l´opinione pubblica e i rappresentanti eletti devono essere informati. "Il´riciclaggio di legislazione´ via accordi segreti internazionali è inaccettabile", dice Stavros Lambrinidis, deputato greco del gruppo Socialista e Democratico, relatore nel 2009 di un rapporto sui diritti fondamentali su internet. E ricorda che dal primo dicembre 2009, il Trattato di Lisbona impone alla Commissione di riferire al Parlamento su tutte le fasi di un negoziato internazionale. No alla politica dei "tre avvisi" - La questione non è solo di metodo, ma anche di merito. Il Parlamento è a favore dei diritti di proprietà intellettuale, ma non vuole che con questa bandiera si attenti alla libertà di espressione e alla privacy sulla rete. In particolare, si teme che l´Acta voglia fare rientrare per la finestra quello a cui il Parlamento ha rigettato dalla porta ben tre volte: la politica dei "tre avvisi" alla francese, per cui dopo due avvertimenti le autorità possono tagliare l´accesso a internet a un utente che scarica illegalmente, senza il verdetto di una sentenza in tribunale. "Sono posizioni che né il Parlamento europeo né quelli nazionali accetterebbero mai", continua Labrinidis, "non si può tagliare l´accesso a internet a un´intera famiglia, magari perché c´è il figlio adolescente che scarica la musica da internet. E´ una misura totalmente sproporzionata". "E poi daremmo in mano a società private il controllo indiscriminato di cosa fa la gente su internet, per ´beccare´ fra milioni di utenti innocenti un pugno di ´colpevoli´. E´ totalmente inaccettabile", conclude il greco. Secondo i deputati l´accordo deve rispettare le regole europee in materia di lotta alla contraffazione e alla pirateria, e in particolare i paletti sulla privacy e la proporzionalità delle misure imposti dal cosiddetto "pacchetto telecomunicazioni", approvato in novembre scorso. Il Parlamento, nella risoluzione del 10 marzo, si oppone anche alla possibilità di perquisizioni e confische "senza mandato" su "dispositivi di memorizzazione di informazioni quali computer portatili, telefoni cellulari e lettori Mp3" La minaccia: "andremo alla Corte di Giustizia" - Il Parlamento non ha nessuna intenzione di lasciare correre: o la Commissione lo informa "immediatamente e pienamente in tutte le fasi dei negoziati" oppure "si riserva il diritto di intraprendere un´opportuna azione, anche presentando ricorso alla Corte di giustizia". Con quali conseguenze? Bisogna ricordare che con il Trattato di Lisbona il Parlamento ha un potere di veto su tutti gli accordi internazionali negoziati dall´Ue, per cui alla fine potrebbe, come ha fatto per l´accordo Swift sui dati bancari, mandare all´aria tutto votando contro l´Acta. La palla nel campo della Commissione - Ora sta alla Commissione europea decidere come rispondere alle richieste espresse nella risoluzione, che è stata approvata praticamente all´unanimità. Il commissario al Commercio internazionale Karel De Gucht è intervenuto nel dibattito con i parlamentari il 9 marzo, assicurando che "l´Ue non accetterà nessuna regola simile a quella dei tre avvisi" e ha ammesso: "non c´è niente di strano che negoziati su temi delicati siano tenuti segreti, ma è giusto che il Parlamento sia adeguatamente informato".  
   
   
DRAGHI E STRAUSS KHAN: NON C´È SOLUZIONE NAZIONALE O REGIONALE ORA SERVONO NUOVE REGOLE FINANZIARIE GLOBALI, DOBBIAMO RIFIUTARE L´IDEA CHE I MERCATI SI AUTO-REGOLINO  
 
Bruxelles, 22 marzo 2010 - La ripresa è ancora "fragile" secondo Mario Draghi, intervenuto il 17 marzo al Parlamento europeo in veste di presidente del Forum per la Stabilità Finanziaria. Insieme a Dominique Strauss-kahn, direttore del Fondo Monetario Internazionale, ha partecipato a un incontro sulla strategia di uscita dalla crisi. L´analisi è concorde: ora è il momento di stringere sulle nuove regole per la finanza e mondiale. Perché "non c´è soluzione nazionale o regionale. L´unica soluzione è globale". L´uscita dalla crisi pagata dai contribuenti Grazie alla tempestiva azione dei Governi l´anno scorso, secondo Strauss-kahn si è evitata una nuova "grande depressione", ma la crescita "riposa sulle spalle dei contribuenti". E il governatore della Banca d´Italia avverte che le misure anti-crisi servono ancora, perché la ripresa è "fragile" e "disomogenea nel mondo". Strauss-kahn ha espresso la preoccupazione che, con il migliorare della situazione economica, la volontà di lavorare insieme sulle regole possa diminuire. Ma ha messo in guardia Commissione e deputati europei e nazionali, riuniti al Parlamento europeo per l´audizione su "la strategia post-crisi e la modernizzazione dell´architettura finanziaria", che "i contribuenti non saranno disposti a pagare il prezzo di un´altra crisi". Un "anno cruciale", quindi, secondo Draghi per consolidare nuove regole economiche e finanziarie a scala tanto europea quanto mondiale. A problemi globali, soluzioni globali - "Dobbiamo rifiutare l´idea che i mercati si auto-regolino. Io personalmente non ci ho mai creduto", dice il commissario europeo per il Mercato interno e i Servizi finanziari Michel Barnier. Che però rassicura anche i deputati preoccupati di "una regolamentazione eccessiva": "non bisogna esagerare". La Commissione europea ha in effetti in cantiere una serie di misure volte a "uscire dalla crisi diversi da come ci siamo entrati". Fra le riforme previste, la creazione di nuove strutture per la supervisione dei mercati finanziari, una direttiva sui requisiti di capitale delle banche, la rimozione di tutti gli incentivi e i bonus che incoraggiano il rischio, la regolamentazione degli hedge funds, e la centralizzazione degli scambi dei cosiddetti Credit Default Swap (Cds). "Una riforma seria del settore" Sulla stretta su Cds e altri prodotti finanziari poco regolamentati, sintonia fra Draghi e il vice-presidente del Parlamento europeo Gianni Pittella (S&d, partito democratico) che sottolinea come "una riforma seria deve passare per "la centralizzazione del commercio dei derivati, al fine di garantire maggior trasparenza al settore affidando la supervisione delle controparti centrali ad una Autorità europea di vigilanza". La deputata francese Sylvie Goulard, Alde, si è espressa a nome del Parlamento a favore di strutture di supervisione più vincolate al livello europeo, e meno frammentate di come propone la Commissione. "Siamo tutti sulla stessa barca", ha concluso Draghi, ma non c´è una "bacchetta magica" che possa risolvere i problemi di tutti i Paesi allo stesso modo, perché le differenze sono ampie. La regolamentazione deve concentrarsi quindi su "un capitale di migliore qualità, meno debito e fine degli incentivi perversi che incoraggiano il rischio". Draghi è piuttosto netto anche sulle "banche troppo grandi per fallire", e che quindi si sentono le spalle coperte sapendo che gli Stati non le possono lasciare affondare: "Non dobbiamo di nuovo ritrovarci nella situazione per cui le banche non possono fallire". Squilibri globali all´origine della crisi Accordo generale fra i partecipanti anche sulle cause della crisi, che sarebbero gli squilibri globali, per cui alcuni Paesi continuano a consumare più di quello che producono. Il problema degli squilibri rimane, secondo Strauss-kahn: "i Paesi con un deficit commerciale - gli Usa - dovrebbero risparmiare, e quelli con un surplus - come la Cina e la Germania - devono stimolare la domanda interna. Senza collaborazione internazionale non ne usciremo". Verso un Fondo Monetario europeo? L´idea del Fondo, menzionata durante la riunione dalla deputata greca Anna Podimata, socialista, non convince fino in fondo i due relatori. Potrebbe essere una soluzione "di emergenza" dice Draghi, ma gli sforzi di fondo deve essere sulla consolidazione fiscale. "Stanno circolando vari modelli, molte possibilità anche valide" - ha detto Strauss Khan. Per cui è difficile esprimere un´opinione: "Sarei lieto di farlo, se sapessimo di cosa parliamo. Tutte le spiegazioni sembrano convincenti, ma sono tutte diverse una dall´altra" - ha tagliato corto il capo dell´Fmi, sottolineando che comunque "serve un´istituzione multilaterale a livello globale, che faccia da raccordo per tutto il sistema".  
   
   
NORVEGIA E UNIONE EUROPEA D´ACCORDO SULLA VISIONE PER IL 2020 DEL SER  
 
Bruxelles, 22 marzo 2010 - In un articolo del Consiglio norvegese della ricerca si legge che l´Ue e la Norvegia devono raddoppiare i loro sforzi per riuscire a superare gli ultimi ostacoli e realizzare la visione dello Spazio europeo della ricerca (Ser) per il prossimo decennio di aumentare la mobilità di ricercatori, conoscenze e tecnologie. Parlando nel corso del recente forum norvegese del Ser, alti funzionari della Commissione europea e del Consiglio norvegese della ricerca hanno sottolineato l´importanza della cosiddetta "quinta libertà" europea, per promuovere una maggiore collaborazione e mobilità dei ricercatori nel Ser. "Per raggiungere l´obiettivo della libera circolazione dei ricercatori e della conoscenza in Europa entro il 2020, lo sviluppo del Ser dev´essere notevolmente accelerato rispetto a ciò che abbiamo visto finora", avrebbe detto Anneli Pauli, vice direttore generale della direzione generale della Ricerca della Commissione europea. La Pauli ha continuato lodando l´impegno e l´approccio della Norvegia verso il Ser, soprattutto non essendo uno Stato membro. Arvid Hallen, direttore generale del Consiglio di ricerca ha ribadito questo punto di vista, suggerendo che la Norvegia non vuole rimanere indietro nella ricerca. "Non vogliamo essere lasciati sul binario mentre il treno lascia la stazione. La nuova strategia [della Norvegia] per la cooperazione internazionale ci permetterà di adottare un approccio più proattivo", ha affermato sul sito Internet del consiglio. In ciò che il paese scandinavo chiama "l´internazionalizzazione della [sua] ricerca e politica di ricerca", un maggiore coinvolgimento nel Ser è anche visto come un´arma essenziale per affrontare alcune delle sfide più urgenti - come ad esempio l´ambiente, l´energia sostenibile, la sicurezza alimentare, ecc - da parte della comunità scientifica e dalla società. Il Ser ha una grande influenza su diverse aree di lavoro del Consiglio di ricerca - secondo il rapporto pubblicato dopo il Forum -, dalla programmazione e il finanziamento, alla definizione delle priorità per i progetti di infrastrutture nazionali in Norvegia. Infatti, i progetti di grandi infrastrutture di ricerca possono essere troppo costosi e complessi per essere creati e gestiti da un solo paese, e "... Essendo un paese piccolo, la Norvegia deve collaborare con gli altri in materia di ricerca", ha fatto osservare Kyrre Lekve, sottosegretario di stato per il ministero dell´Istruzione e della ricerca. "Dobbiamo motivare i nostri ricercatori a lavorare temporaneamente presso istituzioni estere e a riportare l´esperienza e le prospettive internazionali in Norvegia", ha aggiunto. Ecco dove entra in gioco il Ser, che fornisce condizioni vantaggiose ed efficaci, e una governance efficiente, per fare ricerca e investire nei settori ad alta intensità di ricerca e sviluppo in Europa. Il Ser crea un forte valore aggiunto, promuovendo una concorrenza scientifica sana a livello europeo, garantendo al contempo un adeguato livello di cooperazione e di coordinamento. La Commissione europea ha avviato numerose iniziative per aiutare il Ser a raggiungere la sua visione per il 2020. Queste fanno parte del processo di Lubiana per una migliore governance del Ser, lanciato dalla Commissione europea e dal Consiglio nel maggio 2008. La Norvegia partecipa a molte di queste attività comuni, che includono programmi per le infrastrutture di ricerca europee, sistemi per aumentare la mobilità dei ricercatori (carriere e mobilità), programmi congiunti europei su larga scala e meccanismi di cooperazione internazionale di ricerca. Il Consiglio norvegese della ricerca e il ministero dell´Istruzione e della ricerca della Norvegia organizzano l´annuale forum norvegese del Ser, per tenere le parti coinvolte e i responsabili delle decisioni informati sulle opportunità offerte dallo Spazio europeo della ricerca.  
   
   
TOMMASO PADOA SCHIOPPA: "L´EURO UN SUCCESSO FORMIDABILE"  
 
Bruxelles, 22 marzo 2010 - Tommaso Padoa Schioppa ha partecipato il 16 marzo a un incontro della commissione Affari Esteri per parlare di relazioni transatlantiche. Oggi alla testa del centro studi ´Notre Europe´, l´ex Ministro del Tesoro è uno dei padri fondatori della moneta unica europea. Gli abbiamo chiesto se la fiducia nella moneta unica è ancora giustificata. Lei è considerato uno dei padri dell´euro. Qual è la sua valutazione a 25 anni dalla sua concezione e in pieno tempo di crisi? Le mie aspettative sull´euro sono completamente soddisfatte, è un successo straordinario. Ha permesso di mantenere la stabilità finanziaria e la Banca Centrale europea è in grado di gestire l´euro in modo efficace anche in periodi di crisi. E´ sulla costruzione di un´Europa politica che le mie speranze sono deluse. Siamo ancora in una fase in cui l´azione dell´Ue non è sufficiente. Ma questo non ha nulla a che vedere con l´euro. L´euro e il dollaro competono per affermarsi come moneta dominante sui mercati internazionali. Chi uscirà vincitore nel lungo termine? Le prospettive del sistema monetario nel lungo periodo sono molto incerte. Il mondo diventa sempre più globale, e i grandi attori economici si moltiplicano. Per questo a mio avviso diventa sempre più difficile per una valuta nazionale o regionale di emergere come moneta unica mondiale. Questo è vero per il dollaro quanto per l´euro. Bisognerebbe invece sviluppare una nuova forma di cooperazione monetaria, che però andrebbe inventata dal nulla. E siamo ancora molto lontani. Ci sono molte voci scettiche che prevedono il fallimento dell´euro. Qual è la causa: una semplice mancanza di fiducia, o esistono vere minacce per l´euro? Credo che nessuno pensi seriamente che l´Ue corra rischi reali. Come in ogni grande dibattito, ci sono opinioni contrastanti. Ma non ho ancora visto che nessuno che predica con autorevolezza e credibilità il fallimento della nostra moneta. Al contrario, vedo che in questa fase c´è una crescente consapevolezza del fatto che l´euro è un grande elemento di forza, cui tutti siamo tutti legati.  
   
   
IL QUADRO EUROPEO DI VALUTAZIONE DELL´INNOVAZIONE INVITA ALL´IMPEGNO  
 
Bruxelles, 22 marzo 2010 - È stata pubblicata la nona edizione della European Innovation Scoreboard (Eis), ovvero di quello che viene definito il quadro di valutazione dell´innovazione europea. I dati preliminari dimostrano che la congiuntura economica che ha colpito l´Europa si ripercuote anche sui progressi nell´ambito dell´innovazione in tutta l´area comunitaria. Sebbene nel 2008 la maggior parte degli Stati membri dell´Unione europea si sia distinta per aver raggiunto migliori prestazioni nell´ambito delle innovazioni, i paesi che hanno fatto registrare performance più modeste potrebbero invertire l´andamento del processo di convergenza che ha caratterizzato l´Ue nel corso di questi ultimi anni. Nonostante la determinazione e la volontà dell´Europa di raggiungere e magari superare i traguardi raggiunti dagli Stati Uniti sotto il profilo dell´innovazione, i risultati sembrano confermare il contrario. Questo non impedisce però all´Europa di continuare ad essere davanti a Brasile, Cina, India e Russia, ovvero alle economie emergenti. In una dichiarazione comune, il vice presidente Antonio Tajani, che riveste anche la carica di commissario per l´industria e l´imprenditoria, e Máire Geoghegan-quinn, commissario per la ricerca, hanno detto: "Lo scoreboard fornisce dati tangibili di enorme valore sulle tendenze nel campo dell´innovazione. Il quadro generale è positivo, ma vi sono comunque segnali preoccupanti che vanno affrontati con assoluta serietà nella fase di ideazione delle misure atte a soddisfare gli obiettivi appena delineati nell´ambito della strategia Europa 2020". I funzionari hanno poi aggiunto: "Aumentare gli investimenti nel campo della ricerca e dell´innovazione è la chiave che ci consentirà di superare la crisi e di avviare un periodo di prosperità sostenibile. Questo è il motivo per cui la Commissione mantiene l´obiettivo del 3% del Pil per gli investimenti in ricerca e sviluppo in Europa e propone obiettivi realistici a livello nazionale accompagnati da un solido sistema di controllo". Il commissario Geoghegan-quinn ha inoltre la responsabilità di attuare un approccio trasversale all´innovazione in seno alla nuova Commissione. I dati per il 2009 dell´Eis dimostrano che i paesi che si sono distinti per le migliori prestazioni sono stati ancora una volta Danimarca, Germania, Finlandia, Regno Unito e Svezia. Un´analisi dettagliata dimostra che Germania e Finlandia hanno fatto registrare le prestazioni più rapide, superando i meno celeri Danimarca e Regno Unito. I cosiddetti "Innovation followers", ovvero i paesi con valori superiori ma prossimi alla media europea, per il 2009 sono Austria, Belgio, Cipro, Estonia, Francia, Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi e Slovenia. Mentre per lo stesso anno i "Moderate innovators", vale a dire i paesi con valori più bassi dei paesi precedenti ma prossimi alla media europea, sono Grecia, Italia, Lituania, Malta, Polonia, Portogallo, Repubblica ceca, Slovacchia, Spagna e Ungheria. I paesi "Catching-up", ovvero quelli che hanno ottenuto valori inferiori alla media dell´Ue-27, sono Bulgaria, Lettonia e Romania. Tutti questi paesi stanno però lavorando duramente per colmare il divario che ancora li separa dagli altri Stati membri dell´Unione europea. La relazione indica che Bulgaria e Romania si sono distinte per aver fatto registrare le prestazioni più rapide nel campo dell´innovazione nell´Ue-27. L´eis viene commissionato dalla direzione generale per le Imprese e l´industria e viene redatto dal Merit (Maastricht Economic and social Research and training centre on Innovation and Technology) con il supporto dal Centro comune di ricerca (Ccr). Utilizzati per la prima volta nel 2001, gli indicatori di questo quadro di valutazione riguardano i prodotti dell´innovazione, l´innovazione non tecnologica e il settore dei servizi. L´eis 2009 contemplava 29 tra indicatori legati all´innovazione e analisi delle tendenze per i 27 Stati membri dell´Ue, Croazia, Islanda, Norvegia, Serbia, Svizzera e Turchia. Gli indicatori appartengono a tre categorie principali: una categoria dedicata a risorse umane, finanza e sostegno ("enabler"), una dedicata a investimenti solidi, collegamenti e imprenditorialità e throughput ("firm activities") e innovatori ed effetti economici ("output"). Per maggiori informazioni, visitare: Quadro europeo di valutazione dell´innovazione: http://www.Proinno-europe.eu/node/24173  Per scaricare il documento, fare http://www.Proinno-europe.eu/sites/default/files/page/10/03/eis%202009%20final%20report.pdf    
   
   
REGIONE PIEMONTE E GUARDIA DI FINANZA FIRMANO UN PROTOCOLLO D´INTESA D´ORA IN POI MAGGIORI CONTROLLI PER COMBATTERE LE FRODI NEI FINANZIAMENTI EUROPEI  
 
Torino, 22 marzo 2010 – Lo scorso 19 marzo tra la Regione Piemonte e il Comando regionale della Guardia di Finanza, rappresentati rispettivamente dal vicepresidente della Giunta e il Colonnello Pier Antonio Calza, è stato siglato un protocollo d’intesa al fine di migliorare l’efficacia complessiva dei controlli in materia di finanziamenti delle politiche strutturali e di coesione dell’Unione europea, agevolando il recupero delle risorse indebitamente incassate da chi ne abbia fatto richiesta nell’ambito dei programmi cofinanziati. Grazie a questo accordo le parti si impegnano pertanto a collaborare per promuovere le attività di controllo di rispettiva competenza. In base all’art 2 del protocollo d’intesa la Regione Piemonte dovrà: fornire periodicamente gli aggiornamenti e le eventuali rettifiche alla banca dati dei beneficiari dei cofinanziamenti comunitari (relativi al periodo di programmazione 2000-2006 e 2007-2013); trasmettere l’elenco dei beneficiari dei cofinanziamenti; segnalare i fatti che possono configurarsi come violazioni tributarie al competente comando provinciale della Guardia di finanza, fornendo l’eventuale documentazione comprovante la presunta frode; consentire l’abilitazione on line alle banche dati dei beneficiari dei cofinanziamenti comunitari e a tutti i sistemi informativi (della Regione, degli Enti strumentali e Pubblici intermedi, che permettono l’identificazione dei soggetti che hanno percepito le risorse) a due militari del Corpo in forza a ciascuno degli otto Comandi provinciali piemontesi; comunicare ai singoli reparti della Guardia di Finanza segnalatori e ai rispettivi Comandi provinciali sovraordinati l’esito delle decisioni assunte in relazione alla segnalazione con l’obiettivo di migliorare l’attività di controllo e l’aggiornamento delle banche dati. Sempre come stabilito dall’art. 2 la Guardia di Finanza si impegna invece a: comunicare tempestivamente l’avvio di accessi, ispezioni e verifiche nei confronti dei beneficiari di cofinanziamenti gestiti dalla Regione per evitare la sovrapposizione di controlli; comunicare le generalità delle persone fisiche e giuridiche coinvolte al fine di avviare le procedure di recupero dei finanziamenti indebiti; dare comunicazione delle violazioni di natura amministrativa eventualmente rilevate, indicando anche le disposizioni violate, la natura e l’entità della spesa, tutti i dettagli relativi all’irregolarità compresa l’identità delle persone fisiche o giuridiche che l’hanno commessa. In sinergia, in base all’art. 3, le parti si impegnano inoltre a sviluppare, nel rispetto delle reciproche attribuzioni, ogni iniziativa volta alla formazione e alla specializzazione del personale impiegato nell’attività ispettiva di competenza. Come ha ricordato il vicepresidente della Giunta regionale la firma di oggi è molto importante perché il contrasto alle irregolarità e alle frodi nei finanziamenti europei è un tema di grande rilievo economico e sociale per il Piemonte. Negli ultimi 20 anni, infatti, il Fondo europeo di sviluppo regionale ha permesso di finanziare 36mila e 391 interventi, con un investimento pubblico di oltre 2 miliardi e 600 milioni di euro e 6 miliardi di investimenti attivati.  
   
   
BULGARIA, BUONA CRESCITA DELLE ESPORTAZIONI  
 
Sofia, 22 marzo 2010 - Secondo i dati preliminari forniti dall´Istituto Nazionale di Statistica di Bulgaria, le esportazioni bulgare sono cresciute del 13,1 per cento durante il mese di gennaio del 2010 rispetto allo stesso mese dell´anno precedente. Quanto conseguito nel primo mese del nuovo anno rappresenta il terzo mese consecutivo di crescita dell´export del Paese, che grazie a questo trend ha potuto toccare il massimo livello dall´agosto 2008, aggiunge la "Sofia News Agency". Per la prima volta negli ultimi vent´anni, inoltre, la maggior quota delle esportazioni (il 53 per cento) è relativa a rapporti con nazioni al di fuori dell´Unione Europea, area che solitamente pesa per il 60-65 per cento delle esportazioni del Paese.  
   
   
MINISTERO DELL´ECONOMIA E DELLE FINANZE: RETROATTIVITA´ POLIZZE DORMIENTI  
 
Roma, 22 marzo 2010 - Il Decreto Legge approvato il 19 marzo dal Consiglio dei Ministri contiene, tra gli adempimenti comunitari, una disposizione relativa al fondo polizze dormienti. Con tale disposizione viene eliminata la retroattività della norma. In tal modo la disciplina sulle polizze dormienti si applicherà esclusivamente ai contratti nei quali la prescrizione non era ancora maturata alla data del 28 ottobre 2008, quando cioè era stata introdotta la normativa sulle polizze dormienti.  
   
   
ABI, BANCHE PRIMO SETTORE PER INVESTIMENTI IN INNOVAZIONE MARTEDÌ 23 E MERCOLEDÌ 24 MARZO A PALAZZO MEZZANOTTE A MILANO LA SESTA EDIZIONE DEL FORUM ABI LAB. PRESENTATO IL RAPPORTO 2010 SULLO “SCENARIO DELLE TECNOLOGIE IN BANCA”.  
 
 Roma, 22 marzo 2010 - I suggerimenti e i desiderata dei clienti, le idee dei dipendenti, le nuove tendenze del mercato e i cambiamenti imposti dall’evoluzione normativa. Sono queste le principali “fonti” dell’innovazione allo sportello delle banche italiane che, con un quarto degli investimenti complessivi in It, si confermano il comparto produttivo del Paese che investe di più in tecnologia. Secondo il Rapporto messo a punto da Abi Lab – il Consorzio per la Ricerca e l’Innovazione per la Banca dell’Abi – la “vocazione” ad innovare processi, prodotti e servizi ha spinto il 65% del settore a costituire delle vere e proprie unità dedicate al coordinamento dei progetti innovativi. Inoltre, un gruppo bancario su tre per stimolare l’innovazione punta su un top management in grado di supportare il cambiamento e su un ambiente aziendale creativo e recettivo, in grado di facilitare lo scambio di informazioni e di promuovere la generazione di nuove idee (36%). Fattori determinanti per promuovere la cultura dell’innovazione si confermano anche la comunicazione interna e la collaborazione tra le diverse funzioni della banca, rese sempre più efficaci da strumenti di “ultima generazione” come chat, instant messaging, forum e community aziendali. I progetti innovativi di maggior impatto, del resto, riguardano soprattutto gli assetti organizzativi ed i processi produttivi, ma anche l’introduzione di nuove tecnologie e lo sviluppo di prodotti e servizi in un’ottica multicanale. Inoltre, se per innovare le banche guardano soprattutto al loro interno, anche gli stimoli che vengono dall’esterno - dal mercato, dai clienti, dai concorrenti e dai cambiamenti normativi - giocano un ruolo fondamentale e sono spesso tradotti in soluzioni tecnologiche innovative. Secondo lo studio, che sarà presentato martedì prossimo in occasione della prima giornata del Forum Abi Lab, infatti, le esigenze dei clienti sono considerate dal settore il fattore più rilevante per innescare i processi creativi e di cambiamento. Un terzo delle banche, infatti, coinvolge direttamente i propri clienti nella fase di sviluppo di nuovi servizi innovativi, anche grazie a strumenti di dialogo e confronto interattivo come le community online ed i social networks (6%). Il lancio di nuovi prodotti o servizi, non può comunque prescindere dall’attenzione alla programmazione: anche su questo fronte il bilancio è positivo, con il 79% degli istituti che dichiara di rispettare i tempi e i costi previsti. Il 93% del settore, infine, monitora costantemente nel tempo l’efficacia delle innovazioni introdotte. La sesta edizione del Forum Abi Lab si tiene martedì 23 e mercoledì 24 marzo a Palazzo Mezzanotte a Milano. Alla due giorni di studio su innovazione e tecnologia allo sportello, banche, imprese e pubbliche amministrazioni si confronteranno sulle ultime tendenze tecnologiche, i prodotti più innovativi e gli strumenti più evoluti messi in campo dal settore bancario per offrire soluzioni sempre migliori ai propri clienti. La prima giornata del convegno si aprirà con una sessione istituzionale sull’interazione tra banche e P.a. E, in particolare, sul Piano eGovernmet Pagina 2 di 2 2012 e sui servizi innovativi messi a punto per gestire le informazioni in modo più veloce, sicuro ed efficiente. Seguiranno quattro sessioni parallele dedicate ai processi bancari, alla dematerializzazione, all’innovazione e alle architetture It e Tlc, ed un approfondimento sullo scenario internazionale della sicurezza. Nella seconda e conclusiva giornata del Forum, invece, si parlerà delle nuove opportunità di sviluppo dei servizi al cittadino aperte dalla sempre più stretta collaborazione tra banche, imprese e P.a.  
   
   
REGIONE LAZIO: NESSUN RINVIO DELLE ELEZIONI, SI VOTERÀ IL 28 E 29 MARZO  
 
Roma, 22 marzo 2010 - Le elezioni regionali nel Lazio si terranno, come previsto, domenica 28 e lunedì 29 marzo prossimi, non ci sarà quindi nessun rinvio. L´annuncio è stato dato il 20 marzo dal vicepresidente della Regione Lazio, Esterino Montino, dopo il pronunciamento del Consiglio di Stato sul ricorso presentato dal Pdl per l´ammissione della sua lista nella provincia di Roma. "Non firmerò alcun decreto per spostare la data delle elezioni - ha spiegato il vicepresidente Montino nel corso di una conferenza stampa indetta nella sede della Regione Lazio - da parte mia non c´era alcun pregiudizio, abbiamo fatto solo una valutazione tecnico-giuridica, attendendo anche la decisione del Consiglio di Stato". "Mi è sembrato giusto - ha spiegato il vicepresidente Montino - attendere la decisione del Consiglio di Stato perché, sebbene non trattasse la questione relativa alla lista di Vittorio Sgarbi, poteva cambiare le cose". Il vicepresidente della Regione ha quindi aggiunto: "La stessa sentenza del Consiglio di Stato che ha respinto il ricorso del Pdl afferma una cosa importante: che il decreto 29 del 2010, che all´articolo 2 modifica i giorni di campagna elettorale, portandoli da 15 a 6, è applicabile anche nel Lazio." "Fino a prova contraria il decreto è norma; proprio per evitare che si facciano cose diverse dalla legge, rispettiamo anche quei contenuti che abbiamo impugnato", ha concluso Montino.  
   
   
COME SI VOTA NELLE MARCHE. NULLO IL VOTO DISGIUNTO.  
 
Ancona, 22 Marzo 2010 - La legge elettorale delle Marche, che sara` applicata per la prima volta con le consultazioni elettorali regionali del 28-29 marzo per eleggere i rappresentanti della Ix legislatura 2010-2015, non prevede il voto disgiunto. Quindi il voto espresso a favore di una lista provinciale e di un candidato alla carica di Presidente della giunta regionale non collegato a quella lista, sara` nullo. Invece, nel caso in cui sia espresso il voto per la lista, con o senza preferenza per un candidato a consigliere regionale, il relativo voto sara` automaticamente valido anche per il candidato a Presidente collegato alla lista. L´elettore che si rechera` nei seggi elettorali delle cinque circoscrizioni marchigiane ´ aperti domenica 28 marzo dalle ore 8,00 alle ore 22,00 e lunedi` 29 marzo dalle ore 7,00 alle ore 15,00 ´ votera` su una scheda di colore verde e dovra` essere munito di documento di identita` valido e della tessera elettorale che, se smarrita potra` essere richiesta, in duplicato, all´Ufficio elettorale del Comune di residenza. Dunque, ogni cittadino avente diritto al voto potra` esprimere la sua preferenza per una delle liste provinciali tracciando un segno nel relativo rettangolo. L´elettore puo` esprimere un solo voto di preferenza, scrivendo il cognome o il nome e cognome di uno dei candidati a consiglieri regionali compresi nella lista votata. Cosi` come puo` esprimere il voto solo per il candidato alla carica di Presidente senza alcun voto di lista, tracciando un segno sul simbolo o sul nome del candidato. Sara` eletto Presidente della giunta regionale il candidato della coalizione che ottiene la maggiore ´cifra elettorale´ (risultante dalla somma dei voti di lista piu` i voti espressi per il solo candidato a Presidente).  
   
   
LEGGE ELETTORALE, IN CAMPANIA UN BUS MULTIMEDIALE PER SPIEGARE COME SI VOTA  
 
Napoli, 22 marzo 2010 - Un bus attrezzato con tecnologie multimediali, connessione a internet e materiale informativo per spiegare ai cittadini le caratteristiche della nuova legge elettorale con cui si voterà per la prima volta i prossimi 28 e 29 marzo. E´ il nuovo servizio organizzato dal Settore Stampa della Regione Campania per offrire ai cittadini un´ulteriore opportunità di giungere adeguatamente informati all´appuntamento con il prossimo voto. La prima tappa toccata oggi dal Bus è piazza Municipio a Napoli, dove da stamattina operatori regionali dell´Urp stanno distribuendo materiale informativo. Salendo a bordo dell´automezzo, è possibile sia visionare un video che illustra, in maniera semplice, le modalità di espressione del voto - soprattutto riguardo alla "preferenza di genere" - sia navigare sullo speciale elettorale del portale www.Regione.campania.it/  Il personale a bordo sarà, poi, a disposizione dei cittadini per ogni utile ulteriore chiarimento. Queste le prossime tappe del bus, che nei prossimi giorni, dalle ore 8 alle 18.00, toccherà tutti i capoluoghi della regione: 20/03/10 - Napoli - Piazza Vanvitelli; 21/03/10 - Napoli - Lungomare Caracciolo; 22/03/10 - Caserta - Piazza Vanvitelli/piazza Dante; 23/03/10 - Benevento - Piazza Risorgimento/piazza Roma; 24/03/10 - Salerno - Piazza Porta Nuova/lungomare Cavour; 25/03/10 - Avellino - Piazza Libertà/corso Vittorio Emanuele; 26/03/10 - Napoli - Piazza Dante.  
   
   
SMOG, DA UE 5 CONDANNE MA NON ALL´ITALIA SMENTITI QUANTI HANNO "TIFATO" CONTRO LA LOMBARDIA  
 
 Milano, 22 marzo 2010 - La Commissione Europea ha deciso il 18 marzo di dare corso alla procedura di infrazione nei confronti di cinque Stati membri per mancato rispetto delle norme dell´Ue in materia di qualità dell´aria e polveri sottili. Per il Pm10 la Slovenia e la Svezia sono state deferite alla Corte di Giustizia della Ue; Cipro, Portogallo e Spagna hanno ricevuto ammonimenti scritti, sempre a riguardo delle polveri sottili; la Bulgaria invece è destinataria di un ultimo avvertimento scritto per mancato rispetto degli obblighi riguardanti l´anidride solforosa. E´ quanto si legge in una nota diffusa oggi da Bruxelles. "Come si vede con tutta evidenza - sottolinea il presidente di Regione Lombardia, Roberto Formigoni - tra i destinatari delle sanzioni europee non vi è l´Italia né, men che meno, la Lombardia. Basta questo inequivocabile dato di fatto a smentire quanti avevano preannunciato sanzioni gravi e, anzi, lavorato perché fossero comminate, senza peraltro esserci riusciti". "Del resto più volte - prosegue Formigoni- la Commissione Europea aveva apprezzato l´impegno di Regione Lombardia nel contrasto all´inquinamento atmosferico attraverso una legge organica sull´aria e un´articolata politica di limitazioni del traffico, promozione di combustibili meno inquinanti e incentivi alla diffusione di veicoli e caldaie a bassa emissione. E´ la strada giusta, che ha dato già significativi risultati nonostante le caratteristiche morfologiche sfavorevoli della Pianura Padana, e che continueremo a percorrere con decisione".  
   
   
INTESA TRENTINO-VENETO: APPROVATO IL PIANO OPERATIVO 2010 L´OBIETTIVO È QUELLO DI FAVORIRE LA COOPERAZIONE TRA I TERRITORI CONFINANTI UN IMPEGNO PER LA PROVINCIA DI 10 MILIONI DI EURO  
 
Trento, 22 marzo 2010 - A seguito dell´incontro tra le amministrazioni della Provincia autonoma di Trento e la Regione Veneto tenutosi in Vallarsa lo scorso lunedì 8 marzo e su proposta del presidente Lorenzo Dellai, la giunta provinciale il 19 marzo ha approvato il Piano operativo degli interventi previsti per l´anno 2010, nell´ambito dell´Intesa tra la Regione Veneto e la Provincia autonoma di Trento per favorire la cooperazione tra i territori confinanti, con un impegno di spesa complessiva pari a 10 milioni di euro, di cui 1.430.118,71 euro per finanziare interventi di competenza della Regione Veneto. Altri 3.404.726,40 euro verranno stanziati dalla Regione Veneto, dei quali 2 milioni direttamente dal bilancio 2010 e 1.404.726,40 euro sui fondi dell´Azione 5.2.1 "Cooperazione transregionale" del Programma Operativo regionale (Por) parte Fesr (Fondo Europeo di Sviluppo regionale) Il Piano operativo 2010 approvato prevede la realizzazione dei seguenti interventi: 1. "Progetto Borghi Aperti", valorizzazione turistica e commerciale dei borghi di Zorzoi (Belluno) e Canal S.bovo (Trentino), costo totale € 1.192.178,77 (a totale carico della Pat); 2. "Progetto Fedaia", valorizzazione turistica e culturale del Comprensorio Passo Fedaia, costo € 1.196.417,52 (a totale carico della Pat); 3. Revisione generale ventennale seggiovia quadriposto ad ammorsamento automatico "Le Buse-laresei) costo totale € 500.000,00 (a totale carico della Regione Veneto; 4. Realizzazione dorsale multifunzionale di collegamento tra gli Altipiani Cimbri trentino-veneti di Folgaria, Lavarone, Luserna, Asiago e Gallio (Ii stralcio), costo totale € 4.731.285,00 (a totale carico della Pat); 5. Adeguamento e ampliamento in variante al Prg del rifugio Sass Becè, costo totale € 500.000,00 (a totale carico della Regione Veneto); 6. Realizzazione di un esercizio polifunzionale per l´erogazione di beni e servizi a favore della collettività a Gosaldo (Belluno), costo totale € 194.299,28 (a totale carico della Regione Veneto); 7. Progetto "Fly to Dolomiti", Snow in Winter, Wellness in Sommer, Apt Val di Fassa, Canazei, costo totale € 1.200.000,00 (a totale carico della Pat); 8. Nuova Golf Academy nel Comune di Asiago, costo totale € 500.000,00 (a totale carico della Regione Veneto); 9. Realizzazione di un "punto accoglienza per cicloturisti" con vendita e promozione di prodotti tipici locali e punto informativo e di ristoro nei comuni di Cesiomaggiore e Castello Tesino, costo totale € 572.000,00 (a totale carico della Regione Veneto); 10. Potenziamento dei servizi di trasporto pubblico a favore degli studenti trentini e veneti, presentato dal Comune di Transacqua, costo totale € 250.000,00 (a totale carico della Pat); 11. Recupero e riqualificazione del sistema fortificato delle "Scale" di Primolano, primo stralcio funzionale: Fucileria coperta e Tagliata delle Fontanelle, costo totale € 463.576,40 (a totale carico della Regione Veneto); 12. Moon Walking on the Superb Dolomites, dalle Valli ai Ghiacciai attraverso le Pale di San Martino, presentato dal comune di Gosaldo (Belluno), costo totale € 689.150,00 (a totale carico della Regione Veneto): 13. Sistemazioni viarie in comune di Arsiè sulla strada provinciale n. 38 "di Col Perer" e sulla strada comunale di Cima Campo, Provincia di Belluno, costo totale € 1.415.819,43 (a totale carico della Regione Veneto).  
   
   
LOMBARDIA.1 MLN A IMPRESE DANNEGGIATE DA CANTIERI PUBBLICI, ZAMBETTI: BANCHE TORNINO A DARE FIDUCIA ALLE IMPRESE ARTIGIANE  
 
Milano, 22 marzo 2010 - Saranno circa 300 le imprese artigiane milanesi che, avendo subito un rallentamento del loro volume di affari a causa di lavori di pubblica utilità, potranno ottenere finanziamenti fino a 20.000 euro. L´iniziativa, in via sperimentale, è stata presentata oggi a Palazzo Marino, dall´assessore all´Artigianato e Servizi della Regione Lombardia, Domenico Zambetti, e dall´assessore comunale alle Attività produttive, Giovanni Terzi. Il progetto, finanziato con 1.050.000.00 euro (700.000 euro del Comune e 350.000 della Regione), prevede l´attivazione di garanzie, attraverso Confidi, su finanziamenti da parte delle banche per consolidare le passività e convertire il debito da breve a medio termine. "Questa iniziativa - commenta l´assessore Zambetti - vuole essere una risposta concreta alle richieste degli artigiani. Ma anche le banche debbono tornare protagoniste, realizzando azioni di sostegno e sviluppo dell´economia in modo da ridare fiducia alle aziende". Al bando potranno partecipare le imprese artigiane che operano in prossimità dei cantieri di via Volturno (con le vie Sebenico e Spalato), piazzale Lagosta, viale Zara, viale Fulvio Testi, connessi alla costruzione della linea 5 del metro, e in prossimità delle aree interessate dalla costruzione di parcheggi: Leoncavallo-predabissi, piazza Xxv Aprile, via Correggio, piazza Meda, piazza Novelli, piazza Bernini, via Ampere e via Compagni. Per accedere al bando le imprese dovranno distare 50 metri dai cantieri (100 metri per il cantiere in viale F. Testi). "Le imprese artigiane - conclude Zambetti - sono un settore trainante per tutta l´economia lombarda: agevolarne la ripresa significa quindi accelerare anche la ripresa dell´economia stessa".  
   
   
A TRENTO RICEVUTA DELEGAZIONE DELLA REGIONE RUSSA DI ARKHANGELSK  
 
 Trento, 22 marzo 2010 - Disponibili a studiare insieme un percorso che, al pari di quanto avvenuto con altre realtà territoriali della Federazione russa, porti alla sottoscrizione di un protocollo di collaborazione. Lo ha detto il presidente della Provincia autonoma di Trento, Lorenzo Dellai, accogliendo il 18 marzo nella Sala Giunta una delegazione della regione russa di Arkhangelsk che in questi giorni sta visitando la nostra provincia. Accompagnata dal presidente del Consiglio provinciale, Gianni Kessler, la delegazione è guidata da Vitaly Fortygin, presidente dell´Assemblea regionale di Arkhangelsk-arcangelo e ne fanno parte anche Andrey Annin (presidente della commissione per l´edilizia, i servizi pubblici e l´energia dell´Assemblea regionale), Andrey Branlnin (presidente della commissione finanze e tributi) ed Evgeny Tyutyukov (presidente del comitato per le politiche giovanili e lo sport). Dellai - che ha ricordato agli ospiti di essere tornato da pochi giorni da Mosca dove ha partecipato a Intourmarket 2010 - ha confermato la bontà dei rapporti in essere non solo tra Russia ed Italia, ma anche tra singole regioni dei due paesi che stanno consolidando con protocolli operativi ed azioni mirate i rapporti di collaborazione Sono tre in particolare i settori sui quali innestare un proficuo dialogo: turismo, energia e filiera del legno. Per quanto riguarda il turismo, Dellai ha richiamato il crescente flusso di scambi tra i due paesi. "Come concordato pochi giorni fa col viceministro Pilipenko - ha spiegato il presidente della Provincia autonoma di Trento - costruiremo sulle basi gettate già con le repubbliche di Adighey-krasnodar e Altai opportunità di ulteriore scambio e ci dichiariamo interessati a far crescere queste vocazioni magari attraverso partnership per lo sviluppo turistico di alcune regioni della Russia che si dimostrano particolarmente motivate. Sul fronte dell´energia il Trentino mette a disposizione un know how in materia sia di produzione idroelettrica, sia di gestione delle reti emergetiche, come pure di risparmio energetico. "Siamo infine disponibili - ha detto Dellai - ad approfondire il vasto tema della filiera del legno che va dalla gestione del patrimonio dforestale all´utilizzo del prodotto, non da ultimo le tecnologie legate all´edilizia che rappresentano a nostro avviso una delle piste future del comparto edile".  
   
   
DALLA REGIONE TOSCANA IL NUOVO PACCHETTO DI MISURE ANTICRISI FINANZIAMENTO DI 13 MILIONI: PIÙ INCENTIVI A CHI ASSUME DONNE E OVER 45  
 
Firenze, 22 marzo 2010 - La Toscana, come il resto del paese, non è ancora fuori dal tunnel. Il 2010 si preannuncia ancora un anno difficile sul fronte del mercato del lavoro e la Regione ha deciso di proseguire e rafforzare le misure a sostegno dei redditi dei lavoratori e le iniziative per creare o conservare il maggior numero possibile di posti di lavoro. E´ di 13 milioni di euro l´investimento complessivo deliberato dalla giunta per finanziare le vecchie e nuove misure anticrisi. Fra le novità previste dal nuovo pacchetto anticrisi 2010, il fondo per incentivare l´assunzione di lavoratori prossimi alla pensione, l´abbassamento a 30 anni dell´età per le donne disoccupate che possono usufruire degli incentivi all´assunzione, l´inserimento di speciali criteri che premiano con contributi aggiuntivi le aziende che assumono, a seconda dei casi, donne, donne con più di 45 anni e uomini con più di 50. E ancora sono stati inseriti nuovi parametri per l´accesso ai contributi una tantum per sostenere il reddito e per i mutui per l´acquisto della casa. Con il pacchetto approvato dalla giunta, su proposta dell´assessore al lavoro, la Regione non si è limitata a potenziare le risorse. Come ha sottolineato l´assessore, si è cercato di affinare gli strumenti a disposizione di lavoratori e imprese per andare incontro alle esigenze dei settori più deboli del mercato del lavoro, ulteriormente penalizzati dalla crisi in atto: le donne, i lavoratori e le lavoratrici che perdono il lavoro ormai in vista della pensione, i giovani laureati, i disoccupati. Ecco, uno per uno, tutti gli interventi finanziati. Assunzione di donne over 30 Si prevede un contributo regionale di 6.000 euro per ogni assunzione con contratto a tempo indeterminato full-time di donne disoccupate, i scritte ai centri per l’Impiego. In caso di assunzione con contratto a tempo indeterminato part-time il contributo è di 3000 euro. Assunzione di giovani laureati. E´ previsto un contributo regionale (6.000 euro) per ogni assunzione con contratto a tempo indeterminato full-time e di 3.000 euro nel caso di assunzioni con contratto a tempo indeterminato part-time. Nel caso, invece, di assunzione con contratto a tempo determinato full time, della durata di almeno 12 mesi, il contributo sarà pari ad 3.000 euro e di 2.000 euro per il part time. Se, entro il termine di scadenza del contratto a tempo determinato, il lavoratore verrà stabilizzato, l’azienda potrà richiedere un ulteriore contributo. Assunzione lavoratori in mobilità. Contributo regionale pari a 6.000 euro per ogni assunzione con contratto a tempo indeterminato full-time (3.000 per il part time). Il contributo verrà incrementato del 20% nel caso di assunzione a tempo indeterminato di donne over 45 e uomini over 50. Assunzione di lavoratori prossimi alla pensione. Per chi si ritrova senza lavoro (in disoccupazione o mobilità) a meno di 5 anni dalla pensione, la Regione eroga un contributo all’assunzione a tempo indeterminato (3.000 euro l’anno per un massimo di 5 o 3 anni). Il contributo verrà incrementato del 20% nel caso di assunzione di donne. Stabilizzazione dei contratti a termine. Per chi stabilizza i lavoratori assunti con contratto a tempo determinato almeno 4 mesi prima della scadenza è previsto un contributo regionale pari ad 6.000 euro (3000 per i contratti part time) per ciascun lavoratore stabilizzato. Anche in questo caso verrà incrementato del 20% nel caso di stabilizzazione di donne over 45 e uomini over 50. Interventi per il sostegno al reddito e contribut i ai titolari di mutuo (1650 euro una tantum). Questo contributo è riservato ai lavoratori a tempo indeterminato e determinato di imprese, studi professionali, cooperative localizzati in Toscana. Possono beneficiare anche i lavoratori a progetto o tempo determinato che non usufruiscono di ammortizzatori, hanno perso il lavoro da almeno tre mesi e un reddito Isee non superiore ai 17 mila euro. Se il reddito è superiore, da marzo 2010 questo potrà essere riparametrato tenendo conto del periodo disoccupazione.  
   
   
SARDEGNA: PERSONALE DELLA REGIONE PRESIDENTE CAPPELLACCI SU PROPOSTA LEGGE RIFORMATORI PUBBLICA AMMINISTRAZIONE  
 
 Cagliari, 22 Marzo 2010 - Il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, ha manifestato apprezzamento per la proposta di legge dei Riformatori Sardi sulla pubblica amministrazione presentata il 19 marzo a Cagliari: "Un sistema che vuole competere sugli scenari globali, dove si deve misurare la Sardegna, deve poter puntare su due requisiti indispensabili per vincere questa sfida - ha detto il presidente intervenendo all’iniziativa - Il primo è la semplificazione amministrativa, perche´ i sistemi complessi rischiano più facilmente di bloccarsi alla minima difficoltà. Il secondo requisito è una classe dirigente di livello alto, una vera elite che non e´ un fatto di casta ma il modo per attuare il principio della meritocrazia". La proposta dei Riformatori fissa norme sul reclutamento e sulla formazione dei dirigenti della Pubblica Amministrazione. Sul provvedimento il Governatore ha osservato che, riprendendo un concetto espresso dal coordinatore dei Riformatori, Massimo Fantola, e dal relatore della proposta di legge, Franco Meloni, si tratta di una vera rivoluzione. ´´Perche´ significa orientarsi verso una crescita culturale del nostro sistema e formare una classe dirigente che in tutti i campi - ha concluso il presidente Cappellacci - sia all´altezza delle sfide da affrontare. "La proposta ben si incardina - ha osservato l´assessore degli Affari Generali, Ketty Corona - nelle azioni già avviate dalla Giunta, che proprio di recente ha bandito un concorso per 57 dirigenti basato su public management, assunzione di responsabilità e capacità relazionali di chi deve trattare con le persone e gestire gruppi di lavoro. Per i vincitori del concorso, la Regione sta altresì organizzando un master europeo affinché chi ricoprirà il ruolo in questione sia assistito per i primi sei mesi e si individui la sede più´ adatta alle attitudini del futuro dirigente. Grande condivisione ("posso dire che ne sono entusiasta´´) per la proposta di legge è stata manifestata dall´assessore del Lavoro Franco Manca, il quale ha rimarcato la necessità che la futura Pubblica Amministrazione sia attenta al risultato e non solo alle procedure e che abbia tempi compatibili con quelli della realtà in cui opera.  
   
   
LAVORO FVG: CAMBIA REGOLAMENTO PER POLITICHE ATTIVE  
 
Trieste, 22 marzo 2010 - Al 31 dicembre scorso la Regione Friuli Venezia Giulia aveva trasferito alle Province oltre 28,5 milioni di euro a sostegno di assunzioni e stabilizzazioni. Di questi fondi ne sono statiimpegnati 23.734.260 e complessivamente le Province hannoconsegnato ai beneficiari 21.703.061 euro per un totale di 4.750 domande ammesse a beneficio. "Sono dati che attestano l´impegno della Regione e delle Autonomie locali nell´ambito delle politiche attive del lavoro",ha dichiarato l´assessore regionale al Lavoro, Università e Ricerca Alessia Rosolen, presente al Tavolo di concertazione che, al pari della Commissione del lavoro, si è riunito questa mattina a Trieste, nella sede della Regione di Corso Cavour, per fare il punto su una situazione di crisi che non accenna ad allentare la sua morsa. L´assessore ha illustrato ai presenti il muovo regolamento regionale, che disciplinerà gli interventi di politica attiva del lavoro sia "a regime" (articoli da 30 a 33 della L.r. 18/2005) che a fronte di situazioni di grave difficoltà occupazionale (art. 48 della stessa norma), unificando due regolamenti sino ad oggi distinti ed uniformando così le procedure di concessione ed erogazione dei finanziamenti. Tra le novità introdotte dal nuovo regolamento, ha indicato l´assessore, l´incentivazione di assunzioni a tempo indeterminato e per almeno 24 mesi, di disoccupati donne che abbiano compiuto i 45 anni e uomini dai 50 anni in poi. Sono state anche ampliate le categorie di soggetti di cui si incentiva l´assunzione a tempo indeterminato, portando da 18 a 12 i mesi di disoccupazione previsti, mentre è stata introdotta la possibilità di assumere disoccupati con una invalidità di lavoro inferire al 34 per cento, che non rientrano nell´ambito dell´applicazione della legge 68/99. "Abbiamo infine incrementato il quantum degli incentivi all´assunzione - ha spiegato l´assessore Rosolen, introducendo un aumento generale di 2.000 euro per le assunzioni a cui non sia possibile applicare gli sgravi contributivi nazionali, come ad esempio accade per i lavoratori che, essendosi dimessi per giusta causa, non possono entrare nelle liste di mobilità". Il regolamento, ha confermato l´assessore, tiene conto anche degli apprendisti ed introduce l´incentivazione a regime per i datori di lavoro che li assumono in via definitiva; inoltre è stata riproposta l´incentivazione della stabilizzazione dei lavoratori che all´ 1 gennaio 2010 si trovassero in una situazione di precariato. Un altro dato importante introdotto dal regolamento riguarda le misure rivolte a favorire la maturazione del diritto al trattamento pensionistico, che non sono più limitate alle situazioni di grave difficoltà occupazionale ma vengono generalizzate, e la quota dei fondi da restituire in caso di revoca delle assunzioni. Virtuosa nell´assegnazione dei finanziamenti (ha impiegato il 99,9 per cento della cifra a sua disposizione, mentre Gorizia si assestava al 69,58 per cento, Pordenone al 78,12 per cento e Udine al 97,55 per cento) la Provincia di Trieste ha infatti chiesto e ottenuto che tale quota fosse incrementata.  
   
   
AGGIORNAMENTO DEL PIANO INVESTIMENTI DI TRENTINO SVILUPPO S.P.A.  
 
Trento, 22 marzo 2010 - La Giunta provinciale ha approvato il 19 maarzo il nuovo piano degli investimenti di Trentino Sviluppo S.p.a., redatto ai sensi degli articoli 33 e 34 della Legge provinciale n. 6 del 1999 (“legge unica dell’economia”). Nell’ambito dei compiti assegnati alla S.p.a. Pubblica, questo è sicuramente quello con il maggiore impatto per l’economia provinciale, almeno in termini finanziari, riguardando le acquisizioni immobiliari, le partecipazioni e gli interventi di infrastrutturazione turistica e fieristica del territorio. L’aggiornamento del piano, il quinto con riferimento al triennio 2008-2010, è sostanzialmente tecnico e si è reso necessario in funzione dell’operazione di capitalizzazione di Trentino Sviluppo S.p.a. Approvata dalla Giunta provinciale il 19 febbraio scorso ed ora in fase di attuazione. Esso prevede quindi l’utilizzo completo delle risorse rese disponibili dal bilancio 2010, comprese quelle derivanti dai cd. “Fondi F.a.s.”, per un totale complessivo di quasi 570 milioni di euro, con un incremento di 117 milioni rispetto all’aggiornamento precedente che risale a luglio 2009. Proprio per la natura “tecnica” dell’aggiornamento, il Piano di attività 2008-2010 nella sezione dedicata agli “Interventi in esecuzione” ripresenta quasi integralmente quelli licenziati nel precedente aggiornamento. Nella sezione “Nuovi interventi”, le uniche novità evidenziate sono costituite dal finanziamento con nuovi fondi (o dall’integrazione del precedente stanziamento) di alcuni interventi che erano già presenti nel piano, ma che adesso trovano una più completa definizione. E’ il caso della ristrutturazione dell’ex Manifattura Tabacchi di Rovereto, attuata in parte anche attraverso i fondi F.a.s. (sviluppo locale) e del finanziamento di tutta l´Area di inseribilità (interventi approvati ma in attesa di finanziamento) del quarto aggiornamento, per un totale di 24,1 milioni di euro. Sempre mediante l’apporto dei fondi F.a.s., viene introdotto ex novo il “Progetto Baite”, che prevede il recupero e la ristrutturazione delle baite del Trentino a fini turistici per incentivare lo sviluppo locale. A supporto del finanziamento del piano, oltre a tutti gli stanziamenti provinciali, è previsto il largo ricorso al mercato del credito (soprattutto per la realizzazione delle operazioni di “leaseback”), reso più agevole dall’operazione di capitalizzazione di Trentino Sviluppo che vedrà salire il patrimonio della stessa S.p.a. Dagli attuali 58,8 milioni a 194,3 milioni di euro.  
   
   
LAVORO FVG: ACCESSO A FONDO PRECARI E TIROCINI ESTIVI  
 
Trieste, 18 mar - Anche i lavoratori che sono stati sospesi o posti in riduzione di orario con ricorso alla Cigs o alla Cassa integrazione in deroga ed i disoccupati potranno chiedere i finanziamenti, garantiti dal Fondo precari, per l´acquisto di beni di consumo durevoli e per il credito al consumo. Lo ha confermato il 18 marzo alla Commissione Lavoro l´assessore al Lavoro, Università e Ricerca Alessia Rosolen, spiegando che il regolamento di gestione del Fondo precari e stato così modificato in modo da recepire quanto previsto dall´accordo stipulato lo scorso 1 marzo tra la Regione, le banche regionali, le rappresentanze sindacali, l´Anci e l´Upi. Sempre a sostegno delle categorie che più risentono degli effetti della crisi e, nel caso specifico, dei giovani che hanno difficoltà ad inserirsi nel mondo del lavoro, la Regione ha predisposto, ha spiegato l´assessore Rosolen, un regolamento che norma la formulazione e l´accesso ai tirocini formativi e di orientamento, che "rappresentano una modalità di inserimento - ha confermato - finalizzata all´acquisizione di competenze tecniche e di relazione utili ad agevolare le scelte professionali". La novità è data dall´inserimento nella regolamentazione della L.r.18/2005 dei tirocini estivi di orientamento, che favoriscono l´accesso di giovani ed adolescenti alle conoscenze di base e l´acquisizione di competenze spendibili nel mercato del lavoro. "Un obiettivo - ha detto Rosolen - al quale vanno ricondotte tutte le attività dei tirocinanti, che non possono sostituire un impegno professionale per cui si ricorrerebbe ad un normale contratto di lavoro, anche se il tirocinio prevede l´attivazione di diritti, obblighi e responsabilità da parte dei soggetti coinvolti". Il regolamento, che l´assessore ha illustrato al Tavolo di concertazione, prevede che il progetto formativo sia predisposto dal soggetto promotore (al quale compete l´attivazione ed il monitoraggio del tirocinio) in accordo con il tutor aziendale e che le competenze che il tirocinante acquisirà ne rappresentino l´aspetto qualificativo. L´accesso al normale tirocinio è previsto per persone inoccupate o disoccupate che abbiano assolto all´obbligo scolastico e abbiano compiuto i 18 anni. Centri per l´impiego, università, uffici ed istituzioni scolastiche, centri di formazione professionale, comunità terapeutiche e servizi di inserimento lavorativo dei disabili avranno il compito di promuovere i tirocini, anche su proposta degli enti bilaterali, dei datori di lavoro, delle associazioni sindacali e dei lavoratori.  
   
   
BOLZANO.CULTURA SOCIALIS 2010: PREMIATI CINQUE PROGETTI-MODELLO NEL SOCIALE  
 
Bolzano, 22 marzo 2010 - Sono numerosissime in Alto Adige le iniziative significative nel settore sociale, dai rapporti di vicinato all’assistenza professionale. Progetti che difficilmente arrivano sotto i riflettori, ma che l´iniziativa "Cultura socialis", giunta alla sua quarta edizione, punta invece a mettere in risalto. Il 19 marzo l´assessore provinciale Richard Theiner ha premiato a Bolzano cinque progetti modello. "Mettere in risalto e premiare l´impegno per il prossimo", questo l´obiettivo dell´assessore alla famiglia e alle politiche sociali Richard Theiner per la quarta edizione di "Cultura Socialis: dare esempio - dare risalto", iniziativa mirata a promuovere la consapevolezza di una nuova cultura del sociale e ad accrescere, a tutti i livelli, l´impegno sociale. Ogni anno vengono premiati cinque progetti che si sono particolarmente distinti nei settori imprese, mass media, lavoro sociale formale, lavoro sociale informale, politica/amministrazione a livello comunale. "Nel corso del 2009 - sottolinea il coordinatore Reinhard Gunsch - i cittadini altoatesini hanno segnalato sul sito www.Cultura-socialis.it 260 iniziative, ad assegnare i premi una giuria di 14 persone. La cerimonia si è svolta oggi al Teatro Cristallo di Bolzano nel corso di una giornata caratterizzata da un fitto programma: discussione delle iniziative messe in campo nel mondo del sociale, incontro con i promotori di questi progetti, la prima assoluta di "Stopp", rappresentazione teatrale che tratta temi quali il bullismo, l´amicizia e il coraggio civile, realizzata dai ragazzi della 2. D della Scuola Media "Albert Schweitzer" di Bolzano. Nella categoria informale è stato premiato il progetto "Sentirsi a casa nel quartiere" dell´associazione "slega la città", che affida ai soci delle cooperative edilizie di Legacoopbund le redini del quartiere Firmian di Bolzano per farne un ambiente vitale e vivibile. Nella categoria formale premiato il progetto "Nontiscordardime" della Caritas diocesana/assistenza domiciliare, per costituire una rete di volontari nel Burgraviato al fine di affiancare le famiglie che hanno in casa pazienti affetti da demenza e bisognosi di cure. Nella categoria imprese premiato il progetto di commercianti e albergatori di Lasa in occasione dell´8 marzo: hanno ricoperto le vetrine degli esercizi pubblici, per una settimana, con manifesti e frasi che sensibilizzano sulle tematice femminili. Nella categoria politica/amministrazione premiato il progetto "Ridipingere anziché pagare" del Comune di Lana, che ha invitato gli autori di graffiti e scritte (anche con contenuto offensivo) su alcune strutture pubbliche a ridipingere a proprie spese le pareti imbrattate. Coinvolti una dozzina di adolescenti. Nella categoria massmedia premiata la serie informativa in 7 puntate del settimanale diocesano Katholisches Sonntagsblatt dedicata alla depressione.  
   
   
BORSE DI STUDIO PER I FIGLI DEI LAVORATORI IN MOBILITÀ UN ASSEGNO DI MILLE EURO PER SOSTENERE LA FREQUENZA ALL´UNIVERSITÀ L´UNA TANTUM DECISA DALLA GIUNTA TOSCANA PER LE FAMIGLIE COLPITE DALLA CRISI  
 
Firenze, 22 marzo 2010 - Una borsa di studio di 1000 euro per gli studenti universitari la cui famiglia è stata colpita dalla crisi. Lo ha deciso la giunta regionale che ha approvato, su proposta dell´assessore all´istruzione, formazione e lavoro, una delibera che prevede, per l´anno accademico 2009-2010, l´istituzione di un fondo per l´assegnazione di un finanziamento, una tantum, agli studenti i cui genitori abbiano perduto il lavoro. La Regione, come ha spiegato l´assessore all´istruzione, formazione e lavoro, ha deciso questa misura per andare incontro alle difficoltà di molte famiglie che hanno visto una drastica diminuzione del loro reddito e per mitigare gli effetti sociali della forte contrazione del mercato del lavoro. La borsa di studio servirà a sostenere le spese per la frequenza all´Università degli studenti iscritti a corsi di studio universitari o di alta formazione toscani, con almeno uno dei genitori che beneficiano di cassa integrazione o indennità di mobilità da almeno 6 mesi. Per fare fronte alle spese per il pagamento delle borse, la Regione ha destinato 500 mila euro all´Azienda regionale per il diritto allo studio che, nei prossimi giorni, farà il bando per l´assegnazione e la relativa graduatoria. Il bando sarà a sportello, cioè non avrà scadenza ma si potrà fare domanda fino ad esaurimento dei fondi. Potranno presentare domanda gli studenti che abbiano almeno un genitore che, nel periodo fra il primo gennaio 2009 alla data di presentazione della domanda, abbia usufruito per un periodo di almeno 6 mesi di cassa integrazione straordinaria (anche straordinaria in deroga) o dell´indennità di mobilità. Gli studenti dovranno essere residenti con il proprio nucleo familiare di appartenenza, in Toscana o comunque co n un genitore in cassa integrazione o mobillità proveniente da impresa o unità produttiva ubicata in Toscana. Sono richiesti anche requisiti di merito: il possesso della metà dei crediti più 1, rispetto a quelli occorrenti per la richiesta delle normali borse per il diritto allo studio.  
   
   
LAVORO FVG: NUOVE REGOLE PER AMMORTIZZATORI IN DEROGA E LPU  
 
Trieste, 22 marzo 2010 - L´interesse suscitato tra i lavoratori colpiti dalla crisi per i Lavori socialmente utili (Lsu) e per il Lavoro di pubblica utilità (Lpu) ha portato ad un sistema di regolamentazione che, per quanto concerne il Lavoro di pubblica utilità, è stato illustrato oggi dall´assessore al Lavoro, Università e Ricerca Alessia Rosolen ai presenti al Tavolo di concertazione riunitosi a Trieste. I capisaldi del regolamento, che fissano i requisiti di coloro che si propongono ai Centri per l´Impiego per i Lavori di pubblica utilità, sono stati stabiliti (almeno 18 mesi di disoccupazione per donne dai 35 anni d´età e uomini che ne abbiano compiuto 40) ma sono ancora da perfezionare (e, assicura l´assessore, gli uffici stanno rapidamente lavorando in tal senso) i parametri di accesso ai bandi che consentiranno alle Autonomie locali di avvalersi, per la realizzazione dei loro progetti, di questa manodopera straordinaria. Inoltre, ha spiegato l´assessore, per andare incontro alle esigenze di specifiche categorie di lavoratori è stato necessario "inserire nell´intesa sugli ammortizzatori sociali in deroga siglata lo scorso 11 dicembre qualche modifica di forma e di sostanza", "aggiustamenti in corso d´opera - ha spiegato - necessari a garantire maggiormente la copertura dei lavoratori che più sentono gli effetti della crisi economica". "In particolare - ha detto l´assessore - si è deciso di intervenire a favore dei lavoratori che svolgono la loro attività in ambito portuale e delle imprese della piccola pesca, introducendo un nuovo massimale dei turni/mese per l´accesso agli ammortizzatori in deroga e aggiungendo, al limite unico fissato a 24 mesi, un altro di 26 mesi, in modo da consentire uniformità di accesso agli ammortizzatori in deroga indipendentemente dal contratto di lavoro stipulato e garantire così il medesimo trattamento a tutti i lavoratori di questi settori".  
   
   
PROGETTO OPEN - IMMIGRAZIONE, SERVONO PROCEDURE UNIVOCHE  
 
Ancona, 22 Marzo 2010 - Omogeneita` di procedure burocratiche per le pratiche che riguardano i cittadini immigrati, perche` le regolamentazioni son troppo frammentate sul territorio e molti enti e istituzioni preposti al rilascio di autorizzazioni o di permessi utilizzano procedure non omogenee. Questa l´esigenza che e` emersa con maggiore insistenza nel corso del seminario ´ Minoranze etniche ed immigrati:azioni positive per la tolleranza ed il rispetto´, organizzato in Regione nell´ambito del progetto transnazionale Open e organizzato dai Servizi sociali della Regione Marche in collaborazione con Svim. I numerosi relatori hanno messo in luce che nelle Marche non esistono particolari problemi per i 131.033 mila immigrati- l´8,3% della popolazione- anzi c´e` un buon indice di ´rendimento´ globale in rapporto al fenomeno migratorio per la nostra regione, siamo al 4 posto dopo Emilia Romagna, Piemonte e Abruzzo, come ha evidenziato Eduardo Barberis, sociologo dell´Universita` di Urbino. Ma ´ ha ricordato l´assessore regionale all´Immigrazione, Marco Amagliani in apertura dei lavori ´ occorre consolidare il dato positivo dell´indice di integrazione per le Marche, seconde solo al Veneto. E l´impegno della Regione e` stato in tal senso, oltre che cercare di reperire risorse, regolamentare la materia attraverso vari provvedimenti e leggi. Barberis e` stato il primo ad evidenziare la frammentazione di regolamenti, lasciati, anche da parte dell´Unione Europea, ad un localismo accentuato. Barberis ha parlato anche di un modello di ´micro regolazione locale´ che nuoce al coordinamento delle politiche di immigrazione. Il sociologo Gabriele Sospiro - ha invece illustrato alcuni dati che caratterizzano l´immigrazione marchigiana: al contrario di quanto si possa pensare, il 60% della popolazione immigrata proviene dai Paesi Ue, mentre il 21 % dall´Africa e il 14% dall´Asia. Dall´albania il maggior numero, poi Romania, Marocco, Macedonia e Cina. Sono soprattutto giovani e intere famiglie ´ segno che nelle Marche c´e` un immigrazione a carattere di stabilita`. Per quanto riguarda il lavoro, nel 2008 , secondo il dossier Caritas Migrantes, i lavoratori nati all´Estero sono 85 mila, il 17% del totale e il 54,8% e` impiegato nell´Industria soprattutto in provincia di Pesaro-urbino e Macerata. A marzo 2009 erano 7782 le imprese individuali fondate da immigrati, facendo risultare le Marche all´8 posto tra le regioni italiane per numero di titolari d´azienda stranieri. Altri relatori, come Andrea Rosenthal hanno evidenziato l´aspetto della giustizia per gli immigrati: solo l´8% delle espulsioni e` effettuato in seguito ad un reato penale compiuto, mentre il resto riguarda casi di irregolarita`. L´80% degli immigrati si rivolge ai centri d´ascolto della Caritas - ha detto Simone Breccia- ma c´e` una differenza tra le poverta`, riscontrata nell´esperienza: quella italiana e` piu` cronica, mentre le poverta` degli immigrati sono variabili e per lo piu` si attestano su 1 anno, riguardando di piu` il problema dell´accoglienza. Altro problema prospettato e molto sentito e` quello dell´attesa per i permessi di soggiorno che varia dai 6 ai 12 mesi, tempi troppo lunghi e procedure troppo variegate per ottenerlo, ha detto Sandra Magliulo dei Cir (Consiglio Italiano per i Rifugiati). Sono intervenuti poi i rappresentanti delle comunita` straniere, tra questi Mohamed Nour Dachan dell´Unione delle Comunita` Islamiche che ha richiamato un messaggio di solidarieta` e cooperazione per poter applicare tutti i giorni il concetto di convivenza. Quindi Mamadou Saliou Diallo, Presidente dell´Associazione Senegalesi di Porto Recanati che ha raccontato la sua esperienza. A conclusione il dirigente dei servizi Sociali, Paolo Mannucci ha annunciato che i risultati del ciclo di sei seminari organizzati dalla Regione, saranno portati il 21 aprile a Dresda per confrontarli con le altre regioni partner ( Aragona ´ Spagna; Sassonia- Germania; West Midlands´ Inghilterra) . Da li` partira` una seconda fase del Progetto Open: riportare i risultati agli attori politici per poi definire le linee guida generali con la Commissione Europea.  
   
   
LAVORO FVG: CI BASTANO 900 LAVORATORI EXTRACOMUNITARI  
 
Udine, 22 marzo 2010 - Con lo sguardo fermamente rivolto alla crisi economica ed occupazionale che sta interessando il Friuli Venezia Giulia, l´assessore al Lavoro, Università e Ricerca Alessia Rosolen il 18 marzo  ha proposto alla Giunta regionale riunita ad Udine di rappresentare al Ministero del lavoro e delle politiche sociali un fabbisogno di lavoratori extracomunitari per l´anno 2010 di 900 unità complessive, "meno di un terzo - rileva l´assessore - rispetto alle 3.000 unità richieste dalla Regione per il 2009". Di queste, 400 quote vengono richieste per lavoratori da adibire ad attività stagionali nei settori dell´agricoltura e del turismo i quali, a conclusione del periodo di lavoro, sono tenuti al rimpatrio. "Lo scorso anno - ha spiegato l´assessore - erano state assegnate alla Regione, per lo svolgimento di tali mansioni, 700 quote e di queste ne sono state utilizzate solo 450. "Proponiamo dunque di chiederne di meno - ha spiegato l´assessore - in modo da favorire le opportunità lavorative stagionali per i giovani del Friuli Venezia Giulia e per tutti gli altri lavoratori colpiti dalla crisi". Per quanto attiene al fabbisogno di personale domestico e di cura della persona, l´assessore Rosolen ha proposto di chiedere al Ministero 300 unità in tutto, cifra giudicata sufficiente in considerazione degli effetti della dichiarazione di emersione del lavoro irregolare prevista dalla Legge 109/2009 (le dichiarazioni presentate alle Prefetture del Friuli Venezia Giulia sono 2.246 e si stanno ultimando le procedure di regolamentazione amministrativa) e degli interventi messi in campo dall´Amministrazione regionale attraverso il progetto "Professionisti/e in famiglia". Un progetto che prevede, tra l´altro, la qualificazione del lavoro di assistenza familiare attraverso corsi di aggiornamento veloci e la previsione di un albo regionale degli assistenti e di una rete di sportelli dedicati. Infine l´assessore ha suggerito di richiedere 100 quote per lavoratori formati all´estero e altre 100 per la conversione del permesso di soggiorno dei cittadini stranieri già presenti sul territorio. Nel primo caso risulta ci siano già una sessantina i lavoratori i quali, anche a spese della Regione, che ha integrato con 60 mila euro gli impegni economici assunti dallo Stato per 332 mila euro, hanno seguito i corsi di istruzione e formazione nei loro paesi d´origine, ma non hanno potuto esser assunti dai datori di lavoro della regione per assenza di quote. Nel secondo caso, ha rilevato l´assessore, le quote a disposizione vengono utilizzate frequentemente da ricercatori o studenti non comunitari per accedere ad un´occupazione lavorativa e rientrano pertanto nell´ambito dell´immigrazione altamente qualificata.  
   
   
INCIDENTI SU LAVORO. CONFERMATI PER 2010 REQUISITI E MODALITA’ ACCESSO A FONDO ISTITUITO DA REGIONE VENETO PER FAMILIARI DI LAVORATORI DECEDUTI O GRAVEMENTE INVALIDI  
 
Venezia, 22 marzo 2010 - La Giunta veneta, su proposta dell’Assessore regionale alle politiche sociali, ha confermato anche per il 2010 i requisiti e le modalità di accesso al Fondo di Solidarietà per i familiari di lavoratori e lavoratrici deceduti a causa di incidenti nei luoghi di lavoro, fissato in 490 mila euro. L’atto riguarda gli eventi mortali avvenuti dal 1° gennaio 2010 al 31 dicembre 2010; gli aventi diritto potranno presentare domanda di sostegno economico alla Regione Veneto (Osservatorio regionale Nuove Generazioni e Famiglia, via dei Lotti 40, Bassano del Grappa) entro il 30 aprile 2011. Il provvedimento è previsto dal Fondo di Solidarietà (istituito nel 2008 dalla legge finanziaria regionale) per i familiari delle lavoratrici e dei lavoratori deceduti o gravemente invalidi a causa d’incidenti nei luoghi di lavoro e ha l’obiettivo di assicurare una prima forma di sostegno sociale ed economico alle famiglie colpite da questi drammatici eventi, e che spesso si trovano a fronteggiare, oltre al dolore e al disorientamento, anche una situazione di emergenza economica. Sono destinatari dei contributi regionali, in via prioritaria, il coniuge e i figli, residenti nel Veneto, della lavoratrice e/o del lavoratore deceduti in conseguenza ad infortunio sul lavoro con reddito Isee fino ad Euro 50.000. In assenza di essi, la domanda può essere presentata dal genitore, dal fratello o dalla sorella se conviventi della lavoratrice e del lavoratore deceduto se sono a suo carico nel momento della morte. Se il destinatario è minore di età o interdetto, la domanda va presentata a suo nome dalla persona che ne esercita la potestà o la tutela. Al nucleo familiare, individuato secondo i criteri indicati dal presente provvedimento, è destinato un contributo una tantum di € 5.000,00, incrementato di € 1.000,00 per ogni figlio minorenne, o di età compresa fra i 18 e i 25 anni se studente, o di età superiore ai 18 anni se disabile a partire dal 75%.  
   
   
LAVORO FVG: UN NUOVO BANDO FA RIPARTIRE IMPRENDERO´´  
 
Udine, 22 marzo 2010 - Il nuovo bando per l´affidamento dell´appalto di servizi volti a favorire i processi di creazione di impresa ed a promuovere la cultura imprenditoriale è stato approvato oggi dalla Giunta regionale, su proposta dell´assessore al Lavoro, Università e Ricerca Alessia Rosolen, al fine di attuare quanto previsto dal Programma Operativo Regionale del Fondo Sociale Europeo. Il progetto ha un costo di quasi 2,2 milioni di euro per i servizi da erogare entro il 30 giugno 2012, con la possibilità, qualora l´impatto sul territorio fosse rilevante, di rinnovare l´appalto fino al 31 dicembre 2013. Denominato Imprenderò nelle due edizioni precedenti, il progetto prevede percorsi di accoglienza, formazione e consulenza per la diffusione della cultura d´impresa e il supporto alla nascita di nuove attività, garantendo sostegno non solo alle neo imprenditrici e ai neo imprenditori, ma anche ai soggetti coinvolti nel passaggio generazionale, nella trasmissione di impresa, nello spin-off aziendale, oltre che alle piccole e micro-imprese attraverso percorsi di formazione manageriale. Il bando, in pubblicazione nei prossimi giorni, si propone come ulteriore strumento per contrastare la crisi economica ed occupazionale che affligge il Friuli Venezia Giulia e prevede che le proposte garantiscano particolare attenzione al coinvolgimento dei lavoratori colpiti dalla crisi e siano utili all´innesto di percorsi virtuosi per la nascita di nuove imprese, volano per l´occupazione e il rilancio economico. Sulla scia di questa edizione di Imprenderò la Regione ha già previsto di destinare 400 mila euro a favore delle neo imprese al femminile e dell´imprenditoria giovanile, un piano di finanziamenti da attuare probabilmente con la collaborazione delle Amministrazioni provinciali.  
   
   
"ROMA CITTÀ FAMIGLIA", GEMELLAGGIO ROMA-PARMA: ALLO STUDIO RIDUZIONI DI TASSE E TARIFFE  
 
Roma, 22 marzo 2010 - Roma e Parma gemellate per i servizi alla famiglia. Tra le due città è stato siglato in Campidoglio un protocollo d´intesa per condividere le esperienze maturate in campo sociale a favore delle famiglie. L´intesa nasce anche con l´idea di collaborare a nuove comuni strategie. Per iniziativa del Comune di Parma tre anni fa è nata la prima Agenzia per la Famiglia, che ha il ruolo di promuovere e coordinare tutte le attività dell´amministrazione in questo settore. L´agenzia ha saputo dialogare con le associazioni cittadine, dando vita a esperimenti originali come il cosiddetto "Quoziente Parma": un nuovo quoziente familiare per determinare tariffe, tasse e criterio di accesso ai servizi comunali (dai nidi ai servizi sociali di assistenza), aggiornato e rimodulato in base a criteri più equi per le famiglie di oggi. Dal suo canto, il Comune di Roma ha messo a punto il progetto "Roma città Famiglia", su cui verrà sviluppata una proposta di rimodulazione del sistema delle tariffe e dei modelli contributivi di sostegno ai nuclei familiari. La revisione degli attuali sistemi tariffari e dei regimi di agevolazione avverrà sulla base di principi che tengono in considerazione e valorizzano la composizione del nucleo familiare, elaborando un modello più equo e più aderente ai nuovi bisogni sociali. Il progetto romano coinvolge vari Assessorati e diversi Dipartimenti capitolini ed è coordinato dall´Assessorato alle Politiche Educative Scolastiche, della Famiglia e della Gioventù. Nel nuovo piano sono coinvolte direttamente, anche sull´esperienza di quanto già realizzato a Parma, associazioni familiari e le parti sociali, in modo da consentire alla famiglia di interpretare appieno il proprio ruolo di soggetto sociale con diritti e doveri. Un occhio attento dell´amministrazione sarà rivolto al bisogno dei nuclei familiari di conciliare tempo di lavoro e tempo dedicato ai figli, attraverso interventi e servizi sulla "genitorialità", che agevoleranno la famiglia nella cura dei figli . Con il progetto, il Comune promuoverà interventi dedicati alla famiglia, individuata come perno della crescita, dell´educazione e dello sviluppo della persona e potenzierà gli interventi a sostegno dei genitori, valorizzando gli investimenti sociali a favore dell´infanzia, dell´adolescenza e dei giovani. Infine, le due amministrazioni cittadine metteranno in campo azioni e progetti, sia a livello nazionale che europeo, e condivideranno le esperienze raggiunte sulla politiche familiari. Nelle intenzioni dei due Comuni, anche quella di avviare un tavolo di coordinamento sulle politiche per la famiglia.  
   
   
LA MEDIAZIONE FAMILIARE: PER UNA NUOVA CULTURA DELLA SEPARAZIONE PRESENTATO A TRENTO IL SERVIZIO, CHE È PUBBLICO E GRATUITO  
 
Trento, 22 marzo 2010 - Un servizio pubblico, gratuito e diffuso su tutto il territorio provinciale: la mediazione familiare è organizzata per essere a favore di tutte le coppie con figli, in via di separazione, separate o divorziate, che desiderano essere aiutate a ritrovare un dialogo, a giungere ad accordi nell´interesse del ruolo di genitori e soprattutto per il benessere dei figli. E´ stato presentato il 18 marzo presso il palazzo della Provincia alla presenza dell´assessore alla salute e politiche sociali Ugo Rossi. La mediazione familiare ha come principale obiettivo quello di promuovere il benessere e la qualità di vita dei figli salvaguardando i loro rapporti affettivi con entrambi i genitori. E´ un servizio che può essere richiesto in ogni fase del percorso di separazione o del divorzio oppure anche a distanza di tempo; può essere suggerita da un giudice o da un consulente nel corso di un procedimento giudiziale, da un legale o da altri servizi pubblici. "Vogliamo promuovere e far conoscere la mediazione familiare - ha detto l´assessore Rossi - perchè crediamo si tratti di un servizio pubblico di particolare importanza perchè ha l´obiettivo di aiutare le famiglie a trovare un rapporto corretto e responsabile in una fase delicata come la separazione, soprattutto per una maggiore tutela dei minori e per prevenire problemi più gravi che potrebbero presentarsi nel tempo". Si vuole favorire, è stato spiegato dagli stessi operatori del servizio, una nuova cultura della gestione dei conflitti familiari che non devono essere distruttivi e vedere i figli strumentalizzati come messaggeri tra i genitori o pedine delle loro incomprensioni. Alle finalità di salvaguardia dei figli si aggiungono anche obiettivi di lungo periodo come la prevenzione e il contenimento di problemi sociali e di costi che in ogni modo finiscono per ricadere su tutta la comunità, come quelli che nei casi più gravi possono portare alla marginalità e alla devianza dei più giovani. Nel mirino della mediazione familiare ci sono i disagi che ricadono sui bambini, la sofferenza emotiva di tutti i componenti della famiglia, la riduzione dei costi economici per le famiglie che sostengono vicende separative prolungate nel tempo, il contenimento della spesa pubblica sociale e il sovraccarico dei servizi socio-assistenziali e sanitari aggravati da queste situazioni complesse. La prima caratteristica della mediazione familiare è la volontarietà e quindi non l’obbligatorietà del percorso, che nulla ha a che vedere con l’iter legale. Il mediatore familiare è tenuto inoltre a garantire la riservatezza cioè non può riferire o relazionare a servizi e tribunali in merito ai contenuti del percorso. Condizione necessaria nel percorso di mediazione è la “tregua” tra i genitori, sia nelle battaglie legali intraprese, sia nella conflittualità quotidiana. Il mediatore familiare non è un terapeuta o un consulente giuridico, la sua azione non sostituisce la tradizionale via giudiziaria. Altro requisito della mediazione familiare è la neutralità del mediatore che significa soprattutto un’equidistanza, o equivicinanza, che favorisce una presenza empatica ma nel contempo imparziale, non parteggiando per l’uno o per l’altro genitore. L’obiettivo non è la riappacificazione della coppia, non si cerca di far tornare insieme i genitori o di risolvere il conflitto, quanto piuttosto di offrire loro la possibilità di parlare di aspetti riguardanti i figli. In mediazione familiare i genitori vengono aiutati a trovare accordi concreti e soddisfacenti a favore dei figli ed hanno l’opportunità di sperimentare l’efficacia e la tenuta degli accordi presi, giungendo gradualmente a riconoscersi reciprocamente nella funzione di genitore. La mediazione familiare non è uno strumento adatto a tutte le situazioni per cui il percorso presuppone una fase preliminare di osservazione Il percorso si considera concluso, dopo circa 10-12 incontri, quando i genitori riconoscono le soluzioni individuate come valide e soddisfacenti, riescono a rispettarle e sono in grado di individuarne autonomamente altre. Al percorso partecipano i genitori; non è prevista la presenza di figli. La mediazione familiare è assicurata da 17 esperti che hanno seguito un apposito percorso formativo. Vi sono tre èquipe di mediatori: gruppo A: Comprensorio Valle di Fiemme, Comunità di Primiero, Comprensorio della Bassa Valsugana e del Tesino, Comprensorio Alta Valsugana, Comprensorio Ladino di Fassa; gruppo B: Comprensorio Valle dell’Adige, Comune di Trento, Comprensorio Valle di Non, Comprensorio Valle di Sole, Comunità delle Giudicarie; gruppo C: Comprensorio Alto Garda e Ledro, Comprensorio Vallagarina, Comune di Rovereto. A fronte di una diminuzione dei matrimoni, sia civili che religiosi, in provincia di Trento si riscontra, in maniera sensibile, una crescita esponenziale delle separazioni e divorzi negli ultimi anni. Tabella relativa ai dati del Servizio Statistica della P.a.t. Sui matrimoni e separazioni:
Anno Matrimoni (civili e religiosi) Procedimento Di Separazione E Divorzi
1980 2.590 288
1990 2.680 584
2000 2.338 949
2007 1.894 1.270
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Viale Venezia, 2° Pergine Valsugana 0461/519600 servizio.Sociale@comprensorioaltavalsugana.it   Su appuntamento
Via Aosta Trento 0461/827235-0461/902190 mediazione@comprensorioc5.Tn.it mediazione_familiare@comune.Trento.it   dal lunedì al venerdì 9.00-12.00
Via Doss di Pez, 22 Cles 334-6235427 mediazionefamiliare@comprensorio.C7.tn.it   Martedì 10.00-12.00
Via Pinzolo, 66 Tione 0465/326383 c8.Assistenza@comprensori.infotn.it   Su appuntamento
Via Rosmini, 5/B Riva del Garda 0464/571729 assistenza@comprensorioc9.Tn.it   Giovedì 10.00-12.00
Via Tommaseo, 5 Rovereto 0464/484214 servizisociali@comune.Rovereto.tn.it  serviziosociale@comprensorioc10.Tn.it   Mercoledì 14.00-16.30
 
   
   
“LA CRISI CON GLI OCCHI DELLE DONNE”, INIZIATIVA A PERUGIA  
 
Perugia,  22 marzo 010 - Mentre la crisi non cessa di far sentire i suoi effetti e si tenta, da parte delle istituzioni, di limitarne i danni, le famiglie umbre come reagiscono a tali situazioni di difficoltà? Qual è la visione della crisi da parte delle famiglie e in particolare delle mogli e compagne degli operai di quelle fabbriche già toccate o minacciate dalla crisi? Quali trasformazioni già in atto all’interno del mondo operaio la crisi - e la sua lettura attraverso lo sguardo delle donne - consente di cogliere in modo più chiaro? Sono questi gli interrogativi cui si è cercato di dare alcune prime risposte durante l’incontro “Le fabbriche degli uomini attraverso lo sguardo delle donne” organizzato dall’Assessorato all´Istruzione, Formazione, Lavoro e Pari Opportunità della Regione Umbria venerdì 19 marzo, a Perugia, nel Salone d’Onore di Palazzo Donini, sede della Giunta regionale dell’Umbria. Al centro dell’incontro è stato il racconto della crisi attraverso la grande esperienza della giornalista e inviata del Tg3 Carmen Santoro, esperta in mercato del lavoro, flessibilità, precarietà e infortuni sul lavoro, e attraverso le interviste, alle mogli e compagne di un gruppo di dipendenti delle fabbriche metalmeccaniche dell’Umbria, raccolte dalla sociologa Cecilia Cristofori, docente di Metodologia della ricerca sociale e di sociologia del mutamento sociale alla Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Perugia. A svolgere le conclusioni dell’incontro è stata l’Assessore all’Istruzione, Formazione, Lavoro e Pari Opportunità della Regione Umbria. L’umbria è stata investita dagli effetti della crisi finanziaria ed economica globale dopo un periodo caratterizzato da ottimi risultati e da significativi passi avanti rispetto ad alcune criticità storiche della sua struttura produttiva. In particolare, va ricordata la buona performance del mercato del lavoro che, a fine 2008, aveva fatto registrare un drastico calo della disoccupazione e tassi di attività e di occupazione superiori alle medie centro Italia e non lontani dai traguardi fissati per l’Europa dalla strategia di Lisbona. Di fronte ai primi segnali di crisi e di sofferenza del mercato del lavoro, la Regione Umbria è intervenuta, attraverso lo strumento della Cassa Integrazione in deroga, innanzitutto per assicurare ai lavoratori delle piccole imprese, altrimenti esclusi da ogni sussidio, quegli aiuti economici necessari per salvaguardare il tessuto sociale della nostra regione e per consentire alle imprese di non disperdere quel bagaglio di competenze senza le quali sarebbe poi impossibile ripartire. Ad oggi, sono oltre 8.000 i lavoratori che, a fronte degli esami congiunti effettuati dal Tavolo regionale, hanno potuto beneficiare degli ammortizzatori sociali potenzialmente disponibili. Da ultimo, a fine 2009, è stato dato avvio dalla Regione Umbria al Programma degli interventi per la gestione degli ammortizzatori sociali in deroga e la gestione delle politiche attive del lavoro in attuazione dell’Accordo Stato, Regioni e Province autonome del 12 febbraio 2009. Si tratta di un piano di interventi - fatto oggetto di concertazione con gli attori istituzionali, economici e sociali più rappresentativi delle istanze del territorio - finalizzato a consentire ai lavoratori in cassa integrazione in deroga di beneficiare, insieme al sussidio, di interventi di orientamento e formazione professionale che ne facilitino il reimpiego. La Regione Umbria ha optato per un sistema di intervento misto, che prevede cioè una divisione dei compiti fra pubblico - i Centri per l’Impiego delle Province - e privato - le agenzie formative accreditate dalla Regione - a seconda della durata del periodo di sospensione dal lavoro dei soggetti interessati (lavoratori così detti “sopra-soglia”, ossia con almeno 60 ore di sospensione mensile e almeno una settimana a zero ore, che potranno spendere il credito di politica attiva presso le agenzie formative accreditate; lavoratori così detti “sotto-soglia”, che potranno spendere il loro credito di politica attiva presso i Centri per l’Impiego). Questo grande sforzo collettivo dovrà naturalmente essere oggetto di un attento processo di monitoraggio da parte della Regione stessa. Parallelamente alla raccolta dei dati, sarà altresì utile rinnovare le occasioni, come quella offerta dal prossimo incontro del 19 marzo, di ascolto e di confronto con la voce dei cittadini, uomini e donne della Regione, che della crisi sono purtroppo i veri protagonisti.  
   
   
ASP, BABY PARTY A VENOSA E GENZANO L´INIZIATIVA REALIZZATA DA UTENTI E OPERATORI DEL CONSULTORIO FAMILIARE  
 
 Potenza, 22 marzo 2010 - Organizzato dalle utenti del Consultorio Familiare, all’insegna della gioia e della serenità si è svolto prima a Venosa e poi a Genzano il “Baby Party”: una vera e propria festa, con la quale le neo-mamme presentano i neo-nati. Si erano incontrate in Consultorio poco prima di Natale per scambiarsi gli auguri, fiere dei loro pancioni, che evidenziavano lo stato avanzato della gravidanza. Si sono ritrovate nella stessa struttura dopo pochi mesi dal parto con i loro piccoli, amorevolmente curati e coccolati in braccio. Non solo struttura che fornisce prestazioni sanitarie e sociali a favore della famiglia,quindi, ma anche occasione per socializzare e rinsaldare i rapporti tra le donne che frequentano i servizi. Questa l’idea di Consultorio che orienta la programmazione e le attività della Direzione Strategica dell’Asp di Potenza. In tale contesto viene privilegiata la ricerca di strade nuove in grado di tradurre in azioni concrete il nuovo modo di intendere la salute come benessere psico-fisico e sociale e non solo come assenza di malattia. E, così, si consolidano e si diffondono alcune iniziative sperimentali recentemente avviate. Come, appunto, quelle del “Baby Party”: vere e proprie feste tra utenti e operatori del Consultorio familiare, con tanto di torte, pasticcini, spumante e palloncini colorati. “Abbiamo ritenuto opportuno concludere il percorso che le nostre donne fanno nel Consultorio frequentando i corsi per la gestione della gravidanza con un incontro dopo il parto- sottolinea Battistina Pinto, Responsabile attività consultoriali Asp-ambito territoriale Venosa- L’ iniziativa è molto apprezzata dalle nostre donne, che, in questo modo, hanno l’opportunità di confrontarsi, scambiarsi le esperienze, chiedere consigli tra di loro. Ma anche di discutere dei loro problemi alla presenza degli specialisti del consultorio”. Il tutto in uno stimolante clima di festa. “Il Baby Party consente alle donne di ricostituire quel gruppo che ha vissuto insieme le ansie e ha condiviso le emozioni della gravidanza e che ora vuole festeggiare insieme il momento della nascita. - sottolinea Raffaella Montereale, ostetrica del Consultorio Familiare -In questo modo l’utente si sente veramente protagonista e realmente al centro dell’attenzione della sanità”. L’iniziativa rientra nel progetto “Percorso Nascita” promosso dalla Regione Basilicata d’intesa con l’Istituto Superiore di Sanità e recepito dall’Asp di Potenza.  
   
   
GIUNTA REGIONALE UMBRA APPROVA LINEE INDIRIZZO PER INFANZIA E ADOLESCENZA  
 
Perugia, 22 marzo 2010 – L’infanzia e l’adolescenza sono sempre di più al centro delle politiche della Regione Umbria che, per tutelarne i diritti ha approvato le linee di indirizzo in materia. La condizione dell’infanzia e dell’adolescenza in Umbria si è profondamente modificata negli ultimi dieci anni – è spiegato nel documento approvato dalla Giunta regionale – Sono cambiati il quadro demografico, la struttura della popolazione e le condizioni socio-economico e culturali. Di conseguenza, è cambiata la concezione stessa delle nuove generazioni con una perdita di centralità effettiva del rispetto dei diritti dei minori da parte degli adulti. Sono mutate inoltre, le famiglie dove i bambini ed i ragazzi crescono, così come è diverso il contesto istituzionale in cui le politiche e i servizi per l’infanzia e l’adolescenza si sviluppano, sia a livello nazionale che regionale. Dopo la definizione degli obiettivi e dei criteri per la presentazione dei piani territoriali e la progettazione dei servizi socio educativi per l’infanzia e l’adolescenza del 2000, che ha trovato sviluppo nel Forum regionale 2007 con un documento per la promozione del benessere delle nuove generazioni, le linee di indirizzo approvate si collocano da un lato nel governo complessivo del sistema del welfare regionale e dei servizi di cura alla persona, dall’altro all’interno della cornice integrata di coordinamento e armonizzazione delle politiche generali che, anche in Umbria, tiene conto della programmazione comunitaria 2007-2013. Il nuovo percorso di riflessione è stato frutto del lavoro di un gruppo tecnico regionale composto da esperti della Regione, dei Comuni, degli Ambiti territoriali e del Terzo settore, che ha operato nell’arco di un anno e elaborato quattro documenti tra cui le linee di indirizzo che individuano tre assi strategici: il primo istituzionale per riordinare le politiche ed i servizi per l’infanzia e l’adolescenza a livello regionale e territoriale nell’ottica dei diritti, il secondo culturale per sviluppare l’approccio dinamico all’idea di bambino, il terzo organizzativo per la struttura e la gestione di interventi e servizi nel settore. I tre assi individuati rappresentano anche una strategia articolata di risposta ai cambiamenti dell’infanzia e dell’adolescenza, all’analisi dello stato dei servizi, alle specificità della condizione delle nuove generazioni.  
   
   
TRENTO: C’È LA SOLUZIONE PER LE PRIME ESPERIENZE DI NIDI AZIENDALI  
 
Trento, 22 marzo 2010 - L’assessore provinciale all’istruzione e allo sport, Marta Dalmaso, ha diffuso il 18 marzo una nota sulla questione dei “Nidi aziendali”, a seguito di alcune affermazioni non veritiere da parte di un consigliere di minoranza del Comune di Trento, durante una conferenza stampa. Questa la dichiarazione. “È destituita di ogni fondamento l’attribuzione di un presunto disinteresse da parte mia sulla questione dei Nidi aziendali, o di una volontà della Giunta provinciale di non affrontare l’argomento. Si tratta di una questione complessa, che va affrontata e risolta nei tempi e modi dovuti, rispettando tutti i passaggi previsti, senza strumentalizzazioni di sorta. Si sono conclusi proprio in questi giorni gli approfondimenti avviati sul tema dei Nidi aziendali dalle strutture degli Assessorati all´Istruzione e agli Enti locali della Provincia Autonoma di Trento, di concerto con i tecnici del Consiglio delle Autonomie Locali. E´ stata elaborata una soluzione tecnica che consenta l´utilizzo dei fondi messi a disposizione dall´amministrazione provinciale sul bilancio 2010 per l´attivazione delle prime esperienze di asilo nido aziendale, garantendo piena autonomia programmatoria alle amministrazioni comunali nel sostegno a questa nuova tipologia di servizio nell´ambito della prima infanzia. Nelle prossime settimane la proposta elaborata verrà sottoposta alla valutazione definitiva del Consiglio delle Autonomie locali, insieme alla bozza di regolamento provinciale di attuazione della legge sui nidi d´infanzia che disciplinerà in particolare le modalità di accreditamento dei soggetti gestori dei servizi alla prima infanzia.