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GIOVEDI

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Notiziario Marketpress di Giovedì 24 Febbraio 2011
LO "SMALL BUSINESS ACT" PER L´EUROPA: UNO STRUMENTO PER RAFFORZARE LE PICCOLE IMPRESE E FAVORIRE LA CRESCITA  
 
Bruxelles, 24 febbraio 2011 - Per la strategia "Europa 2020" e per l´economia europea è di fondamentale importanza il contributo che possono dare le piccole e medie imprese (Pmi). Nell´ue circa 23 milioni di Pmi occupano il 67% della forza lavoro del settore privato. Lo "Small Business Act" (Sba) definisce le linee dell´azione che l´Unione europea intende condurre a favore delle Pmi, perché possano svilupparsi e creare occupazione. Tra il 2008 e il 2010 la Commissione e gli Stati membri hanno messo in atto nel quadro dello Sba iniziative dirette a ridurre gli oneri amministrativi, a facilitare il finanziamento delle Pmi e a favorire il loro accesso a nuovi mercati. La maggior parte delle iniziative previste dallo Sba sono state avviate, ma se si guarda a quanto è stato fatto finora, appare chiaro che bisogna fare di più per aiutare le Pmi. Antonio Tajani, vicepresidente della Commissione europea, commissario per l´industria e l´imprenditorialità, ha dichiarato: "Le Pmi rappresentano più del 99% delle imprese e contano in Europa più di 90 milioni di occupati. Sono il motore della nostra economia e dobbiamo mantenerle forti, competitive e innovative. Gli. Stati membri devono agire rapidamente per dare piena attuazione allo Small Business Act." Le iniziative dello Sba intraprese dal 2008 - Lo Small Business Act definisce per la prima volta le linee generali di una politica dell´Ue e degli Stati membri a favore delle Pmi. Dalla sua adozione, nel giugno 2008, notevoli progressi sono stati realizzati grazie alle azioni intraprese in numerosi settori per rafforzare le Pmi: 100 000 Pmi hanno usufruito degli strumenti finanziari del programma quadro Competitività e innovazione, creando oltre 100 000 posti di lavoro. La direttiva su ritardi di pagamento, adottata nel 2010, impone ora alle pubbliche amministrazioni di pagare i loro fornitori entro 30 giorni, il che permette di migliorare il flusso di cassa delle imprese. Nella maggior parte degli Stati membri i tempi e i costi di costituzione di una società sono stati notevolmente ridotti; per una società a responsabilità limitata la media Ue è scesa da 12 giorni e 485 euro nel 2007 a 7 giorni e 399 euro nel 2010. Procedure on-line semplificate e la possibilità di presentare offerte congiunte hanno facilitato la partecipazione delle Pmi agli appalti pubblici. Il nuovo Centro per le Pmi dell´Unione europea in Cina aiuta le Pmi ad accedere ai mercati cinesi. Tutti gli Stati membri hanno riconosciuto l´importanza di dare rapidamente attuazione allo Sba, ma le forme di intervento adottate e i risultati ottenuti variano notevolmente. Il riesame dello Sba sottolinea che gli Stati membri devono intensificare i loro sforzi per promuovere l´imprenditorialità e le Pmi nel difficile clima economico di oggi. Dare un nuovo impulso allo Sba - La Commissione intende continuare a dare priorità alle Pmi. Per tener conto degli sviluppi recenti della situazione economica, allineare lo Sba alle priorità della strategia "Europa 2020" e migliorare ulteriormente le condizioni in cui operano le Pmi, il riesame propone altri interventi in alcuni settori prioritari: Accesso più facile al credito per investire e crescere - Accesso alle garanzie di prestito per le Pmi grazie a un sistema di garanzia rafforzato. Piano d´azione per migliorare l´accesso delle Pmi al credito, compreso l´accesso ai mercati dei capitali di rischio, nonché misure dirette a informare gli investitori delle opportunità offerte dalle Pmi. Possibilità per tutte le banche, di qualsiasi dimensione, di accedere facilmente ai prestiti Bei e agli strumenti dell´Ue. Regolamentazione intelligente per consentire alle Pmi di concentrarsi sulle loro attività principali Miglioramento della normativa europea, mediante un test Pmi per le proposte legislative della Commissione, con particolare attenzione per le differenze tra micro, piccole e medie imprese. Creazione di “punti di contatto unico” negli Stati membri per facilitare le procedure amministrative. Obiettivi quantificati per limitare la pratica degli Stati membri di introdurre norme aggiuntive nella legislazione di recepimento delle direttive europee. Sfruttare tutte le possibilità offerte dal mercato unico Proposta di una base imponibile consolidata comune per le società. Misure per facilitare il recupero dei crediti transfrontalieri. Revisione del sistema di normazione europea per rendere le norme più favorevoli alle Pmi e più facilmente accessibili. Assistenza alle Pmi per l´applicazione delle regole dell´etichettatura d´origine. Aiutare le Pmi a far fronte alle sfide della globalizzazione e del cambiamento climatico Proposte miranti a sostenere le Pmi sui mercati esterni all´Ue. Nuova strategia per cluster e reti competitivi a livello mondiale. Azione specifica sul trasferimento regionale di conoscenze tra esperti in materia ambientale ed energetica nel quadro della rete Impresa Europa. Il riesame propone anche una governance rafforzata per l´attuazione dello Sba, con le organizzazioni imprenditoriali in prima linea. Le iniziative sopraelencate sono solo alcune di quelle intraprese. Per l´elenco completo, si veda il riesame dello Sba o Memo/11/109. In Memo/11/110, alcuni esempi dei risultati ottenuti nell´attuazione dello Sba e del principio "think small first” negli Stati membri. Altre informazioni: http://ec.Europa.eu/enterprise/policies/sme/small-business-act/    
   
   
UE, ITALIA, REGNO UNITO E BELGIO: “OK A REVISIONE SMALL BUSINESS ACT” ROMANI: PRIMO PAESE IN EUROPA A RECEPIRE DIRETTIVA. TRE LINEE D’INDIRIZZO: ACCESSO AL CREDITO, SOSTEGNO ALLE RETI D’IMPRESA E ALL’INTERNAZIONALIZZAZIONE, INVESTIMENTI IN RICERCA E INNOVAZIONE  
 
 Roma, 24 febbraio 2011 - Italia, Regno Unito e Belgio hanno risposto favorevolmente alla Revisione dello Small Business Act promosso dalla Commissione Europea. In una dichiarazione congiunta, il ministro per lo Sviluppo Economico, Paolo Romani, il ministro inglese per le imprese Mark Prisk, e quello per le piccole e medie imprese belga, Sabine Laruelle sottolineano che “questa revisione manda un segnale chiaro circa la centralità delle piccole e medie imprese per l’economia europea”. In particolare “lo Small Business Act, promosso nel 2008, è stato una pietra miliare dell’impegno dell’Europa per mettere le Pmi al centro delle decisioni e ha creato uno strumento legislativo utile per migliorare le condizioni nelle quali operano le stesse imprese”. “Continueremo – hanno dichiarato i ministri - a portare avanti strategie nazionali per incoraggiare le aziende e sostenere le nostre piccole imprese, e lavoreremo insieme in Europa per rimuovere tutte le barriere esistenti. Dobbiamo assicurarci che le aziende siano in grado di ottenere i finanziamenti necessari e possano avere un immediato beneficio dalle nuove opportunità offerte dal mercato”. Per questa ragione i governi hanno chiesto “alla Commissione europea di valorizzare ulteriormente lo Small Business Act, assicurando che le decisioni prese a Bruxelles migliorino le condizioni ambientali di business per le Pmi e permettendo uno scambio di vedute più trasparente e sistematico tra gli stati membri, attraverso un Forum con i Ministri competenti per mettere in comune le varie esperienze”. Da parte sua il Ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani ha sottolineato come “l’Italia sia stato il primo Paese in Europa a recepire la direttiva dello Small Business Act, uno strumento innovativo per la crescita delle piccole e medie aziende che rappresentano il 99% del nostro tessuto produttivo. Ringraziamo il Vice presidente Tajani – ha proseguito Romani – per il lavoro fatto fino ad oggi. Siamo convinti che bisogna insistere soprattutto su tre linee direttrici: favorire l’accesso al credito, aumentare il sostegno alle reti d’impresa e stimolare investimenti in ricerca e innovazione. È fondamentale, in quest’ottica, coordinare le iniziative comunitarie, a cominciare proprio dallo Sba, con altre politiche di sviluppo come quelle dell’agenda Europa 2020”.  
   
   
FINANZIAMENTI RECORD DALLA BEI NEL 2010 PER SOSTENERE L’AZIONE A FAVORE DEL CLIMA  
 
Lussemburgo, 24 febbraio 2011 – La Banca europea per gli investimenti (Bei) ha aumentato a 19 miliardi di euro i finanziamenti destinati ai progetti di sostegno all’azione a favore del clima, che rappresentano una quota eccezionale del 30% dei prestiti concessi nell’Unione europea (Ue). Si tratta di un aumento significativo rispetto ai 16 miliardi di euro dell’anno precedente, che segna un nuovo punto di riferimento nell’azione volta a promuovere la crescita sostenibile e la creazione di un futuro a bassa emissione di anidride carbonica in Europa. I prestiti complessivi della Bei nel 2010 hanno raggiunto 72 miliardi di euro, di cui 63 miliardi diretti all’interno dell’Ue e 9 miliardi al di fuori dell’Unione, favorendo circa 460 grandi progetti. È un andamento che denota il progressivo rientro sui livelli di finanziamento pre-crisi e l’adeguamento delle operazioni della Banca al nuovo contesto economico. La Bei ha continuato ad apportare un contributo essenziale alla ripresa europea ed ha completato un pacchetto di sostegno supplementare da 61 miliardi di euro nel corso dell’ultimo triennio, ovvero 11 miliardi di euro in più di quanto inizialmente previsto. Le principali beneficiarie di questo sforzo eccezionale sono state le piccole e medie imprese (Pmi) alle quali, nei periodi di crisi economica, l’accesso ai finanziamenti risulta particolarmente difficile, e le regioni europee meno sviluppate dell’Europa. Negli ultimi tre anni, circa 160 000 Pmi hanno beneficiato delle risorse della Bei insieme e 430 progetti situati nelle zone svantaggiate dell’Europa. Il Presidente della Bei Philippe Maystadt ha affermato: «Abbiamo compiuto la nostra missione di affiancare la ripresa europea finanziando progetti di stimolo alla crescita, all’innovazione e all’occupazione. Il volume eccezionale di prestiti raggiunto per i progetti a sostegno dell’azione a favore del clima ci rende particolarmente orgogliosi. Creare un futuro migliore e più sostenibile è la forza ispiratrice di tutte le nostre operazioni.» Al centro del sostegno della Bei ai progetti che rientrano nell’azione a favore del clima rimangono l’energia (energia rinnovabile e efficienza energetica) ed i trasporti sostenibili. La Banca è riuscita con successo ad aumentare, nel suo portafoglio prestiti, la quota degli investimenti destinati ai progetti nei settori delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica, ai quali sono andati rispettivamente più di 6 miliardi di euro e più di 2 miliardi di euro nel 2010. I piani d’azione nazionali per le energie rinnovabili hanno svolto, in modo rilevante, il ruolo di vettore ai finanziamenti in questi settori e le tre tecnologie emergenti (eolica, solare e biomassa) hanno tutte beneficiato del sostegno della Banca. Nel settore dei trasporti, la Bei svolge un ruolo primario nella promozione della messa a punto dei veicoli elettrici. I Paesi al di fuori dell’Ue hanno ottenuto 2 miliardi di euro dalla Banca in finanziamenti diretti a sostenere l’azione a favore del clima nel 2010. Nel prossimo triennio, la Bei potenzierà sostanzialmente il suo contributo ai progetti dedicati all’energia sostenibile in questi Paesi. Ciò riflette l’attuazione del concordato aumento di 1,5 miliardi di euro del Fondo per la sostenibilità energetica che raggiungerà un portafoglio complessivo di 4,5 miliardi di euro. Se a questo si aggiunge il proposto mandato da 2 miliardi di euro per le operazioni a favore del clima (attualmente in fase di negoziazione con il Parlamento europeo ed il Consiglio), la Banca si dimostra ben avviata a coadiuvare l’Ue nel raggiungimento degli obiettivi di tutela ambientale al di fuori dell’Europa. Nel futuro, la Bei sarà impegnata a sostenere la realizzazione della strategia «Europa 2020», gli obiettivi dell’azione a favore del clima dell’Ue e di quelli di politica estera. La Bei continuerà a erogare finanziamenti di lungo termine e competenze tecniche, adoperandosi anche nella messa a punto di nuovi strumenti con la Commissione europea, per offrire una maggiore capacità di assunzione del rischio nei settori prioritari quali le infrastrutture e le Pmi. Nel 2010, l’utile netto della Banca ha raggiunto 2,1 miliardi di euro.  
   
   
CITIZENS FOR A DEMOCRATIC LIBYA  
 
 Tripoli-benghasi, February 24th, 2011 – (Democratic Libya Information Bureau) The Citizens for a Democratic Libya are a large group of men and women, professionals, managers, bankers, entrepreneurs, officials, officers, engineers, doctors, lawyers, etc part of the Libyan middle- and high- class which can guarantee the free and democratic development of our nation. We are the key towards stability and a peaceful, democratic, free Libya and the continuation and development of all financial/industrial/commercial international commitments. We have had a good education, often studied in Western colleges, and hold a managerial or senior role in a profession or ownership/directorship of corporations. The operational arm of the Citizens for a Democratic Libya is the “Democratic Libya Information Bureau”. This media center will send daily communications to international journalists covering the developments in Libya and answer any questions as an unbiased provider of accurate information to the extent of our possibilities. The free areas in Libya, liberated from dictatorship are expanding by the hour. The return to stability and peace in the liberated areas is very rapid, for example, life and business are now ‘as usual’ and where no fighting is going on. Just to name few items, banks are open for business, the regime’s foreign mercenaries captured are jailed and not executed As a consequence of the present democratic revolt, the Libyan people, both in the cities and the tribes, are now more united than ever. To support and improve the situation in Libya and to prevent the impeding massacres and destructions that Qaddafi promised in his speech, we need the Us/eu to push in the Un for the following measures: 1. Instituting a strict no fly zone over entire Libya to protect the oil fields from bombing, except for a specific air corridor to enable the repatriation of foreign citizens which could become hostage of the dictatorship, and bring in aid and supplies. 2. Total embargo of Any type of weapons or any type of lethal instruments that can be used against the Libyan people. 3. Prohibition of providing Any type of military and security aid or cooperation with the Libyan regime, including sending any type of military or paramilitary personnel. 4. Freezing All assets of the current regime members, including the Mr. Qaddafi and his family. 5. Independent investigation of war crimes and crimes against humanity in Libya. 6. Preventing any and all members of the regime from travel anywhere in the world. 7. Declaring in very clear and unequivocal terms that current measures used by the regime against the unarmed civilian population to quell civilian protest is unacceptable and that the entire world stands against the regime and demands that the regime in Libya to cease all punitive measures the regime has taken against the population. 8. Declare Libya a humanitarian disaster area and allow International organizations to enter the country and help the people. Attached photos: Benghazi today: The Western World must know that Libya is united, Libyans are capable of running their own country better then it has been mis-run by the tyrant regime. The message we are trying to send out is an assurance message. The revolution is not lead by hordes out of control, but also by the technocrats, middle & upper class, professionals, lawyers etc etc Please publish also pictures of free Benghazi today with people conducting their daily lives as normal (attached) The real struggle is just beginning. Democratic Libya Information Bureau citizensforademocraticlibya@gmail.Com    
   
   
AL VIA LA CABINA DI REGIA DEL PIANO STRAORDINARIO PER IL LAVORO IN PUGLIA  
 
Bari, 24 febbraio 2011 - “La crisi frattura gli elementi fondativi della coesione sociale e minaccia la nostra comunità. La comunità pugliese reagisce unita, la cabina di regia è questo: è un’idea forte e allargata di comunità”. Così il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola siglando questa mattina il Protocollo d’Intesa con i sindacati e le associazioni di categoria che istituisce formalmente la Cabina di Regia del Piano straordinario per il lavoro in Puglia. Si tratta di un organismo nuovo che ha il compito di dirigere e allo stesso tempo monitorare l’attuazione del Piano per il lavoro. “Quando si presenta un programma ambizioso – ha proseguito Vendola – c’è il rischio che si stia producendo uno spot, che l’ambizione viva soprattutto nella comunicazione mediatica. La comunicazione relativa ai temi di cui ci occupiamo oggi è duplice, perché riguarda sia un tema di sostanza, che è quello del lavoro in questo passaggio drammatico di crisi economica e sociale, sia il tema della ricostruzione di un’idea nuova di concertazione. La comunità pugliese sceglie una strada per affrontare con le proprie responsabilità, i propri problemi”. La Cabina di Regia rappresenta uno dei pochi esempi in Europa di modello collaborativo di contrasto alla crisi, nel quale si legge un appello a tutte le forze sociali ed economiche per pensare e attuare interventi concreti contro il peggioramento del mercato del lavoro regionale e la sofferenza dei cittadini pugliesi senza un’occupazione. Un modello nel quale, se è rilevante il ruolo attivo delle parti sociali chiamate a scegliere le strategie, l’unione effettiva tra queste e la politica è già il primo fattore di successo. È come se la Puglia diventasse una forza unica, una comunità impegnata con tutte le energie di cui dispone a difendersi dalle aggressioni della crisi. Il clima ideale per migliorare la cooperazione tra sistema pubblico e privato e sperimentare nuove modalità di concertazione e di condivisione delle politiche regionali. Secondo Vendola “la concertazione può essere anche un trucco, può essere il tentativo di coptazione di pezzi di forze sociali in un quadro neo-corporativo, può essere un modo di guadagnare un consenso preventivo. Io sono tra coloro che ritiene che l’autonomia delle forze sociali, senza se e senza ma, con qualunque quadro di governo, è un dovere democratico in sé, perché in quell’autonomia si esprime la competenza delle forze che hanno il rapporto con la quotidianità. Tuttavia, autonomia non significa camminare lungo percorsi inconciliabili. L’autonomia può vivere sul terreno di un’idea responsabile di concertazione”. “Sono convinto – ha concluso il Presidente – che il confronto delle idee possa consentirci di scrivere insieme dei bandi efficaci, affinché non un solo euro vada perduto”. Il partenariato socio-economico è chiamato con la Cabina di regia a definire i dettagli dei bandi, a valutarne gli effetti, a rivedere eventualmente le linee di intervento, ad individuare tutti quei provvedimenti in grado di aumentare l’efficacia complessiva delle azioni realizzate e ad incrementare l’efficienza del mercato del lavoro con l’ammodernamento del sistema di incontro tra domanda e offerta. Il Protocollo - Il protocollo prevede che alla Cabina di Regia partecipino in forma stabile gli assessori al Lavoro, alla Formazione, allo Sviluppo economico, alle Politiche giovanili, i tre sindacati regionali di Cgil, Cisl e Uil, o loro delegati, i presidenti regionali delle associazioni di categoria firmatarie di contratti collettivi nazionali di lavoro. Ma ciascun incontro potrà essere esteso di volta in volta ai rappresentanti delle strutture assessorili ed amministrative direttamente interessate dall’agenda dei lavori. Per perseguire gli obiettivi del Piano per il lavoro, le parti dovranno confrontarsi periodicamente mentre la Regione Puglia avrà il compito di coinvolgere i suoi partner nella progettazione esecutiva, nell’attuazione e nel monitoraggio del Piano. Il protocollo siglato oggi prevede inoltre che le parti si impegnino a proporre suggerimenti per migliorare in corso di attuazione l’efficacia degli interventi previsti; a trasferire ai propri associati le informazioni sulle attività svolte e le opportunità di occupazione messe a disposizione dal Piano; a raccogliere dagli stessi associati il punto di vista sulle azioni promosse per riportarlo nelle sedi istituzionali appropriate; ad assumere comportamenti e decisioni coerenti con gli obiettivi e gli impegni del Piano. Una volta insediata, la Cabina di Regia definirà un calendario dei lavori per esaminare le schede tecniche proposte nel programma e definire la tempistica degli interventi. Sarà suo compito anche individuare le migliori formule di comunicazione per la promozione e la diffusione delle opportunità previste dai singoli bandi. La Cabina di Regia si avvale di una struttura tecnica individuata dall’Area Politiche per lo Sviluppo, il Lavoro e l’Innovazione e prevede incontri con altri livelli istituzionali e con enti e società partecipate della Regione. A dicembre 2011 una Conferenza regionale sulle politiche per lo sviluppo e l’occupazione della Regione Puglia servirà a condividere e valutare l’insieme degli interventi realizzati anche in funzione della loro revisione o potenziamento. Gli assessori - Soddisfazione è stata espressa dagli assessori coinvolti nella Cabina di Regia del Piano del Lavoro. “La collaborazione con le parti economiche e sociali - ha commentato la vice presidente e assessore allo Sviluppo economico Loredana Capone - è il segno del legame che gli interventi del Piano vogliono avere con il territorio, con tutti gli attori dello sviluppo economico e con tutti i cittadini della Puglia. Solo questa coesione può migliorare le nostre strategie di aggressione alla crisi e allo stesso tempo alimentare la fiducia nelle istituzioni”. Per l’assessore al Welfare Elena Gentile “la Cabina di Regia mette in atto una strategia che ci permette di non trascurare nessuno dei soggetti in difficoltà, dalle donne, ai giovani, ai precari, a chi è privo di occupazione, perché alimenta il dialogo con loro e l’ascolto delle necessità che sindacati e associazioni di categoria sono in grado di esprimere, proprio per la vicinanza con le necessità del mondo del lavoro”. “Il legame forte che la Cabina di Regia crea con le parti economiche e sociali – ha detto l’assessore alla Formazione Alba Sasso – ci assicura scelte efficaci sotto il profilo della formazione: saranno i sindacati e le associazioni di categoria in qualità di principali portavoci del sistema produttivo ad orientare la formazione nei confronti delle reali necessità del mercato, dando ai pugliesi concrete opportunità”. “Siamo di fronte ad un esperimento di collaborazione che inaugura un nuovo metodo di lavoro”, ha concluso l’assessore alle Politiche giovanili e all’Attuazione del Programma Nicola Fratoianni. “Un metodo nel quale ogni attore è chiamato ad agire e ad assumersi le sue responsabilità in un programma che è condiviso in ogni particolare. Siamo convinti che le forza vera della Puglia sia nell’unione di tutte le forze e che solo queste, insieme, possano aiutarci a superare la crisi e a dare un futuro ai nostri giovani”. Cos’ è il Piano per il lavoro - Il Piano straordinario per il lavoro è il più grande programma progettato da una Regione italiana per risollevare l’occupazione. Trecentoquaranta milioni le risorse disponibili, divise originariamente in 43 interventi (ma, per gli accordi presi, senza alcuna rigidità nel numero delle misure), rivolti a 52.035 potenziali destinatari. In particolare alla nuova occupazione sono riservati 269,8 milioni di euro (per 38.335 nuovi posti di lavoro), mentre per la salvaguardia dell’occupazione i milioni di euro impiegati sono 70.9 (per 13.700 potenziali fruitori). Sei le linee di intervento: Il lavoro dei giovani, Il lavoro delle donne, Il lavoro per l’inclusione sociale; il lavoro per la qualità della vita; Il lavoro per lo sviluppo e l’innovazione; Più qualità al lavoro. Il Piano si rivolge a lavoratori in cassa integrazione, occupati, lavoratori atipici, imprese, disoccupati, donne disoccupate, donne imprenditrici, donne occupate, giovani disoccupati, apprendisti, persone disabili disoccupate, immigrati e richiedenti asilo, ultracinquantenni, lavoratori socialmente utili (Lsu), giovani laureati, ricercatori, manager e imprenditori. È stato presentato dalla Regione Puglia l’11 gennaio 2011. Ad una settimana di distanza, il 18 gennaio, si è svolto l’incontro con le organizzazioni sindacali e il giorno successivo con le associazioni di categoria. Esito di queste riunioni, l’idea di una Cabina di Regia con le caratteristiche e i compiti illustrati. Il 21 febbraio si è tenuto un primo incontro tecnico tra tutte le parti coinvolte.  
   
   
NUOVO STATUTO REGIONALE DEL MOLISE, IORIO: «UNO STRUMENTO CHE CONSENTIRÀ DI LAVORARE MEGLIO»  
 
Campobasso, 24 febbraio 2011 - Intervenendo ieri in mattinata nel dibattito aperto in Consiglio regionale per la seconda lettura del nuovo Statuto, il Presidente Michele Iorio ha dichiarato: «Senza fare inutili enfatizzazioni, credo si possa dire che oggi questo Consiglio regionale ha dato al Molise uno strumento che consentirà alla Regione di lavorare meglio e rispondere con più tempestività e incisività alle istanze che vengono dal territorio, ma anche alle nuove responsabilità che scaturiscono dall´attivazione del Federalismo. Certo esso non può e non deve essere ritenuto punto di arrivo. In futuro, e penso agli inizi della prossima legislatura, potranno essere apportati cambiamenti ed evoluzioni che soddisfino le varie esigenze che in questi mesi, nell´ambito del dibattito svolto in quest´aula, si sono evidenziate. Esigenze che hanno trovato posto in specifici emendamenti che sono stati presentati, e poi oggi ritirati, al fine di giungere al risultato di un voto di ampia maggioranza. Personalmente avevo presentato e, in base a questo spirito di condivisione del risultato, ho provveduto a ritirare degli emendamenti che miravano ad una più precisa separazione di competenze tra Giunta e Consiglio regionale, con una riduzione dei componenti di quest´ultimo organo per renderlo più agevole. Come pure ho ritenuto di immaginare di affrontare in sede di legge elettorale, o in altri provvedimenti legislativi, la questione della garanzia di idonea rappresentanza dei due sessi nei vari organi regionali (le cosiddette quote rosa). Ad ogni modo, ringrazio in questa sede tutti coloro i quali, Maggioranza ed Opposizione, hanno voluto privilegiare la scelta di un´ampia condivisione per la stesura di un testo che, lo ripeto, è certamente perfettibile e modificabile in futuro, ma che non ha il valore di una legge ordinaria su cui legittimamente ci si può dividere, ma ha il crisma della fissazione di regole costituzionali che debbono avere un valore comune. Evidenzio, poi, la positività delle scelte contenute in merito al sistema di governo. Scelte che sposano le previsioni costituzionali e mettono questa Regione in linea con altre realtà che hanno già percorso positivamente questa strada. Non condivido le preoccupazioni e le "nostalgie" per il sistema assembleare. Sistema che, ricordo, questa Regione ha sperimentato per decenni, comprendendone affondo anche i limiti. C´è ora di fronte a noi la sfida di armonizzare a questo Statuto - e alle scelte di governo e competenze che opera - il Regolamento del Consiglio. Un Regolamento che deve dare la possibilità alla Maggioranza di esprimere in tempistiche brevi i provvedimenti inclusi nel programma di governo che ha avuto mandato di realizzare dagli elettori, e alle Opposizioni di controllare ed esprimere, senza ostruzionismi non democratici, la propria contrarietà».  
   
   
PATTO DI STABILITA´ RISPETTATO DA TUTTI GLI ENTI LOCALI UN RISULTATO CHE PREMIA L´IMPEGNO DELLA REGIONE PIEMONTE  
 
 Torino, 24 Febbraio 2011 - “ Per la prima volta dopo molti anni in Piemonte il Patto di stabilità sarà rispettato da tutti gli enti locali, dimostrando che il metodo della regionalizzazione messo in atto ha prodotto risultati immediati su tutto il territorio ”. Lo annuncia con soddisfazione l’assessore al Bilancio, Giovanna Quaglia , analizzando i dati relativi al monitoraggio del quarto trimestre. Dall’analisi emerge infatti che tutti i 142 enti locali (134 Comuni superiori ai 5mila abitanti e 8 Province) hanno centrato gli obiettivi del Psi, interrompendo il costante aumento dei casi di mancato rispetto, che si era registrato negli anni scorsi. “ Viste le difficoltà di molti Comuni – spiega l’assessore Quaglia – era necessario intervenire per ristabilire una situazione di equilibrio e soprattutto per consentire alle amministrazioni locali di sbloccare i pagamenti fermi proprio a causa delle limitazioni imposte. La strada scelta, che si è rivelata giusta, è stata quella della regionalizzazione del Patto, che ci ha consentito di distribuire diversamente le risorse e ottenere questo risultato ”. Secondo il metodo della regionalizzazione, a partire dal luglio 2010 la Giunta Cota ha dapprima autorizzato pagamenti per 65 milioni di euro a favore di 120 Comuni, ottenendo una rendicontazione pari al 99,94%, con una netta inversione di tendenza rispetto al 2009, quando la Regione aveva stanziato 80 milioni di euro - sbloccando pagamenti per circa 64 milioni - ma a favore soltanto di 26 Comuni. Oltre alle risorse regionali, grazie all’introduzione di un innovativo meccanismo di compensazioni orizzontali, la Regione ha distribuito ulteriori a 4,4 milioni di euro, disponibili grazie a quegli enti che, come previsto dal Patto stesso, hanno accettato di peggiorare il proprio obiettivo, mettendo a disposizione una parte di risorse. “ Raccogliamo oggi – conclude Quaglia - il risultato di un grande lavoro, che andrà a vantaggio delle amministrazioni locali, con importanti ricadute su tutto il territorio piemontese. Lo dimostra il fatto che, senza l’intervento regionale, ben 93 enti non sarebbero stati in grado di rispettare il Patto, a meno di non introdurre aumenti alle tariffe o tagli alle spese ”.  
   
   
ORMALIZZATA L’ISTITUZIONE DEL TAVOLO DI PARTENARIATO REGIONALE CALABRESE PER LA PROGETTAZIONE INTEGRATA  
 
 Catanzaro, 24 febbraio 2011 - E´ stata formalizzata l´istituzione del Tavolo di Partenariato Regionale per la Progettazione Integrata al quale viene conferito un ruolo strategico nella governance del processo di progettazione integrata. Al Tavolo - sede di confronto tra Regione, Province, rappresentanze delle istituzioni locali, del partenariato economico, sociale e della società civile - competono importanti funzioni di “impostazione strategica, concertazione e sorveglianza della programmazione ai fini dello sviluppo regionale e territoriale”. Contestualmente a questa prima seduta del Tavolo è stata approvata la “Carta del Partenariato”: importante dichiarazione di principi, che devono ispirare il comportamento partenariale sui territori, e quadro di riferimento delle parti istituzionali, economiche e sociali della Regione. La riunione di ieri , che si è svolta al Dipartimento Programmazione Nazionale e Comunitaria, è stata presieduta dall’Assessore Regionale al Bilancio e alla Programmazione Giacomo Mancini, ed ha visto la partecipazione di 23 rappresentanti del partenariato istituzionale, economico e sociale della Calabria. Mancini ha sottolineato l’importanza della progettazione integrata per la nostra Regione la quale ha destinato un ingente pacchetto di risorse finanziarie destinate alla crescita dei territori calabresi. L’attuazione di questa importante scelta richiede una forte cooperazione, strategica ed operativa, tra le istituzioni nonché l’identificazione di forme di governance territoriali innovative che facilitino la partecipazione del partenariato e delle imprese.  
   
   
ECONOMIA: ABRUZZO QUARTO PER TASSO DI CRESCITA IL DATO EMERGE DA UN´INDAGINE DI UNIONCAMERE  
 
 Pescara, 24 febbraio 2011 - Un´analisi di Unionmcamere sui tassi di crescita delle regioni nell´anno 2010, pubblicata dal quotidiano "Il Sole24ore", nel numero di venerdì scorso, vede l´Abruzzo al quarto posto assoluto dopo Lazio, Lombardia e Calabria. Il tasso relativo all´Abruzzo è dell´1,47%, ben al di sopra della media nazionale che si attesta sull´1,19%. A rimarcarlo è il vice presidente della Regione, Alfredo Castiglione secondo cui "la voglia di fare impresa sta tornando a discreti livelli e ciò è dimostrato anche da una indagine di tale rilievo che proietta l´Abruzzo ai vertici nazionali". Per l´assessore Castiglione "si tratta principalmente di piccole e medie aziende che guardano positivamente alla politica di sviluppo economico che da tempo stiamo attuando come Governo regionale". Per l´assessore allo Sviluppo economico "occorre certamente accelerare i processi di riforma già avviati nel settore del credito così come quelli relativi ai consorzi indutriali che abbiamo appena approvato in Giunta visto che i dati positivi vengono fuori, più che altro, dall´attività di specifici distretti produttivi che si sono via via formati in Abruzzo proprio alla luce delle politiche tese a favorire la logica delle reti di impresa e dei poli di innovazione". Così come si evince dall´analisi di Unioncamere che "alla base di questa crescita, c´è una forte volontà da parte dei neo imprenditori di mettersi in proprio senza contare che molto spesso - ha proseguito - a stimolarli sono oggettive necessità di lavorare dopo aver cercato invano per molto tempo un´occupazione. Ed è per questo che le Istituzioni oggi non possono deludere le loro aspettative". Castiglione, inoltre, fa riferimento anche al prestigioso appuntamento di domani, a Chieti, in occasionae della convention di Confindustria, "dove, tra le altre cose, verrà sviscerato ed analizzato il particolare sforzo che questa Giunta intende profondere intorno al Patto per lo sviluppo e la sfida di riaggregare gli attori sociali verso una cooperazione efficace, incentrata su ciò che unisce e non su ciò che divide. Il concetto di unità deve, infatti, diventare il valore per condividere nuovi metodi e strumenti di analisi per attuare politiche in grado di arrestare o invertire il processo di crisi economica in atto dove ognuno, ed in primis la Regione, deve assumersi le proprie responsabilità".  
   
   
LA REGIONE TOSCANA NON ‘DISMETTE’ SOCIETÀ TERMALI E FIERISTICHE  
 
Firenze, 24 febbraio 2011 – “La Regione non ha nessuna intenzione di dismettere la propria partecipazione nelle società termali e fieristiche, ma come ha più volte annunciato, ha l’obiettivo di arrivare ad una netta separazione tra gestione operativa e proprietà immobiliare, con l’intenzione, una volta compiuto un appropriato percorso di valorizzazione, di procedere alla privatizzazione della gestione rimanendo nella compagine societaria delle società immobiliari”. E’ quanto precisa l’assessore a turismo e commercio Cristina Scaletti in rapporto all’approvazione da parte della Commissione consiliare per gli affari istituzionali della delibera della Giunta del 31 gennaio scorso. “In ogni caso la privatizzazione della gestione sarà sempre condizionata ad un accurato vaglio della sostenibilità economica del piano gestionale – aggiunge l’assessore Scaletti – . Questo per evitare che si arrechi danno all’economia del territorio individuando soggetti privati inadeguati a gestire settori così importanti come sono quelli termali e fieristici. Tutto questo nella ferma convinzione che non spetta al pubblico operare in un campo come quello termale o fieristico, ma allo stesso tempo sicuri che il patrimonio immobiliare, dal cui sfruttamento dipende l’economia di intere comunità, non debba essere abbandonato, quanto invece sicuramente debba essere presidiato”.  
   
   
ROMA - STATI GENERALI, ALEMANNO: INVESTIMENTI ADEGUATI PER AVVIARE RIQUALIFICAZIONE  
 
Roma, 24 febbraio 2011 - «Decoro urbano, manutenzione delle infrastrutture, recupero delle periferie e edilizia sociale. Roma, la Capitale d’Italia, la città che si candida a ospitare le Olimpiadi del 2020, deve puntare con decisione a investimenti adeguati in questi settori per avviare una forte azione di riqualificazione del suo tessuto. L’amministrazione ha individuato gli strumenti necessari per raggiungere questi obiettivi: ora è importante passare ad azioni concrete per ottenere risultati. Per farlo è necessario superare le numerose complessità procedurali esistenti, coinvolgere i capitali privati e trasferire il “Piano strategico per la mobilità sostenibile” nel Piano regolatore, affinché diventi uno strumento per l’attuazione di una efficace politica per la mobilità urbana». Lo ha dichiarato il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, precisando alcune delle linee su cui si articola il Piano strategico di sviluppo per Roma Capitale.  
   
   
ROMA - STATI GENERALI, VISCONTI: «A CULTURA NO OPPONIAMO STRATEGIA SVILUPPO SOSTENIBILE»  
 
 Roma, 24 febbraio 2011 - «Mentre i più grandi attori della vita sociale, economica e culturale della Capitale, insieme a tanti cittadini, hanno partecipato con entusiasmo alla presentazione dei progetti per una nuova idea di città sostenibile, alcuni esponenti del Partito democratico continuano stancamente a riproporre quella stagnante cultura del no che per tanti anni ha bloccato lo sviluppo della città. Nei prossimi giorni invierò ai senatori Della Seta e Ferrante il Piano strategico per l’efficientamento energetico sostenibile, redatto da questa Amministrazione sulla base delle indicazioni di Jeremy Rifkin. Si tratta, come è stato illustrato nel corso degli Stati generali, di un concreto piano di azioni che prenderà il via venerdì prossimo con l’inaugurazione dell’impianto di cogenerazione metano-idrogeno, realizzato a servizio delle strutture sportive di Tor di Quinto. Spiace che, in un momento in cui si auspica la più ampia convergenza per investire sul futuro di Roma e vincere la sfida per la candidatura olimpica, gli esponenti del centro-sinistra sappiano solo fare ricorso alla polemica pretestuosa. Alla cultura dei no, questa Amministrazione oppone la cultura dei fatti e tanti progetti concreti per la riduzione delle emissioni inquinanti e climalteranti, la conclusione del ciclo dei rifiuti ed il rilancio della mobilità sostenibile. Per vincere le sfide, confidiamo in una repentina e decisa inversione di rotta da parte delle opposizioni». Lo ha dichiarato ieri l’assessore all’Ambiente di Roma Capitale, Marco Visconti.  
   
   
MINORANZE FVG: BILANCIO POSITIVO PER STATI GENERALI SULLE LINGUE  
 
 Udine, 24 febbraio 2011 - "Alla fine di queste tre giornate dedicate agli Stati generali delle lingue minoritarie credo che tutti i partecipanti abbiano preso consapevolezza dell´importanza di questo momento di ascolto che ora dovrà tradursi nei fatti. Per me è stata una tappa fondamentale per capire: alcune tematiche mi erano note, altre le ho comprese in queste giornate e spero entro l´anno di metterle in pratica". E´ questa la sintesi che l´assessore regionale alla Cultura, Elio De Anna, traccia a bilancio della tre giorni di approfondimento organizzata dalla Regione sulle problematiche delle tre comunità linguistiche del Friuli Venezia Giulia - friulana, slovena, tedesca - nella quale sono stati ascoltati circa ottanta interventi di enti locali ed associazioni che a vario titolo si occupano di promozione e tutela. "Oggi questo momento dedicato alla lingua friulana è partito con un primo avvio polemico ma poi nell´articolazione del dibattito mi pare di aver colto un clima costruttivo. Ho percepito, in particolare, - ha aggiunto l´assessore - una grossa richiesta di divulgazione della lingua, di comunicazione in friulano sui media, oltre ovviamente alla necessità di inserimento nella scuola, della formazione degli insegnanti e della continuità nell´azione di sostegno alla tutela". Sono stati trentacinque gli interventi che si sono alternati nell´auditorium della Regione di Udine, alla presenza degli assessori De Anna (Cultura) e Molinaro (Istruzione). Proprio a Molinaro è spettato chiudere, dopo quattro ore di ascolto, la giornata dedicata al friulano. Tanti i temi sollevati: tra gli altri, la formazione degli insegnanti, l´inserimento stabile dell´insegnamento nella scuola, l´introduzione del friulano nel servizio radiotelevisivo pubblico, il sostegno alle emittenti private per la programmazione, il ruolo e il futuro dell´Arlef, l´Agenzia regionale per la lingua friulana, la soluzione dei problemi di precariato che investe gli operatori del settore e, non da ultimo, l´emanazione dei regolamenti di attuazione della normativa regionale.  
   
   
"FAMILY IN TRENTINO": CONSEGNATI I CERTIFICATI  
 
 Trento, 24 febbraio 2011 - Consegnati il 17 febbraio, presso la Sala Belli del Palazzo provinciale, i certificati di qualità familiare alle organizzazioni trentine che hanno conseguito gli standard family. Alla cerimonia erano presenti l´assessore alla salute e politiche sociali, Ugo Rossi e il dirigente del Progetto coordinamento politiche familiari e di sostegno alla natalità, Luciano Malfer e tutti i responsabili dei progetti che si sono meritati il marchio "Family in Trentino". "La Provincia autonoma di Trento è un interlocutore attento alle problematiche familiari - ha commentato l´assessore Ugo Rossi - e vuole accompagnare tutte le iniziative rivolte alla famiglia all´interno di un percorso istituzionalizzato, iniziative che vengono portate avanti sul territorio da una rete di soggetti sensibili. Siamo garanti di un percorso preciso di sostegno alla famiglia, che vedrà un momento importante la prossima settimana, quando in Consiglio provinciale arriverà il disegno di legge destinato ad introdurre nel nostro ordinamento un sistema integrato delle politiche strutturali per la promozione del benessere familiare e della natalità. L´approvazione della legge - ha concluso l´assessore Ugo Rossi - ci permetterà di destinare risorse a progetti interessanti, ad esempio stiamo pensando a percorsi di conciliazione lavoro - famiglia rivolti ai genitori di bambini con età compresa fra 0 e 3 anni. Un obiettivo ambizioso, che ci consentirà di proiettare il Trentino in una dimensione europea anche nel campo delle politiche familiari". Dal dirigente Malfer sono arrivate parole di riconoscimento all´impegno dei singoli soggetti che hanno orientato politiche e servizi su benessere e famiglie: "Questo è il Distretto della Famiglia, ovvero un contesto territoriale che produce capitale relazionale, con l´obiettivo di accrescere l´attrattività territoriale e il benessere delle famiglie". Il marchio "Family in Trentino", promosso dalla Provincia autonoma di Trento, viene rilasciato a tutti quegli operatori, siano essi servizi pubblici, privati ed enti locali i quali si impegnano a rispettare, nella loro attività, criteri ben definiti per soddisfare le diverse esigenze delle famiglie. Il progetto, si inserisce in un percorso preciso avviato dall´ente provinciale nell´ambito degli interventi in materia di politiche familiari, per qualificare il Trentino come un territorio amico della famiglia. Il Trentino, infatti, conta oggi quasi 200 organizzazioni le quali, ciascuna per la sua specificità, sposano alcuni standard familiari, mentre i comuni che si sono avvicinati a questo processo sono ormai una trentina. E oggi tra i premiati per la prima volta una cooperativa di consumo, che è diventata "amica della famiglia" grazie a offerte rivolte alle famiglie con oltre tre bambini. Infine una novità significativa riguarda l´attivazione del progetto "Vacanze a misura... Di famiglia", promosso dalle Acli trentine e rivolto alle giovani coppie con figli, alle quali verranno offerti pacchetti vacanze al mare in strutture con elevato grado di accoglienza e un rapporto appetibile qualità - prezzo. I premiati sono stati: Family Categoria “Comuni”: Comune di Lavis, Comune di Vigolo Vattaro. Family Categoria “Servizi Per Crescere Assieme”: Associazione di promozione sociale “Orizzonti comuni” di Vigolo Vattaro; Associazione di volontariato “Gruppo Giovani Oasi di Cadine” (Tn); Centro di aggregazione “Il Kaos” gestito dalla Cooperativa sociale Kaleidoscopio di Trento; Progetto “Altro Ke” gestito dalla Cooperativa sociale Kaleidoscopio di Trento; Società cooperativa “l’Isola che non c’è” Pieve di Bono; Centro polifunzionale “Tic Tac è ora di giocare” di Rovereto. Family Categoria “Esercizi Amici Dei Bambini”: Malga Dossioli di Avio; Ristorante, pizzeria gelateria il Giardino delle Spezie di Padergnone. “Family Extra-large” : Famiglia cooperativa di Povo. Associazione Cooperativa Scolastica “Hom&work”: Progetto “Conciliazione Cooperativa”. Vacanze A Misura… Di Famiglia: Progetto Acli .  
   
   
RAPPORTO CISF, DE FILIPPO: FAMIGLIA PUNTO DI FORZA IL PRESIDENTE DELLA BASILICATA ILLUSTRA LA NOVITÀ DEL “QUOZIENTE BASILICATA” FINALIZZATO ALLA CONCESSIONE DI EROGAZIONE AI NUCLEI NUMEROSI, CON ANZIANI, DISABILI O FIGLI PICCOLI  
 
Potenza, 24 febbraio 2011 - “La serenità che ci deriva dalla tenuta sociale della Basilicata è frutto anche e soprattutto della tenuta del sistema famiglia, ma questo è un motivo in più per intervenire a sostegno di queste realtà comprendendone cambiamenti e bisogni”. Il presidente della Regione Vito De Filippo, intervenendo alla presentazione del rapporto sulla famiglia in Basilicata si è soffermato più sulle azioni da mettere in campo che sulle analisi. “La ricerca che presentiamo oggi – ha spiegato – costituisce una base importante proprio per le scelte da compiere perché il sostegno alla famiglia non deve essere solamente una posizione ideologica, ma dobbiamo riuscire a incidere nel modo più efficace su esigenze e bisogni. Per questo, ad esempio, stiamo lavorando con convinzione al cosiddetto ‘Quoziente Basilicata’, ossia un nuovo meccanismo di calcolo dell’indice di ricchezza che sostituirà l’Isee per l’accesso ai servizi pubblici riconoscendo un peso maggiore alle famiglie. Bisogna avere una maggiore attenzione per i nuclei numerosi, per quelli con anziani e disabili, per tutte quelle situazioni di maggiore fragilità che al tempo stesso contribuiscono ad arricchire la regione. Perché un anziano che vive all’interno di un nucleo familiare non solo è una persona che ha mediamente una qualità della vita migliore di chi vive in isolamento o in strutture pubbliche, ma necessita anche di minori servizi, e lo stesso avviene per un disabile, un minore e via dicendo. Ma questo – ha concluso De Filippo - non deve voler dire che la questione viene scaricata sulla famiglia, ma sono le pubbliche amministrazioni a dover attrezzarsi per sostenere la famiglia stessa nel modo migliore”.  
   
   
RAPPORTO CISF: LA FAMIGLIA LUCANA È STABILE E COESA UN’INDAGINE DEL CENTRO INTERNAZIONALE STUDI FAMIGLIA CONFERMA LA TENUTA DEL TESSUTO SOCIALE IN BASILICATA  
 
Potenza, 24 febbraio 2011 - La famiglia in Basilicata gode ancora di buona salute. Anche se sono in aumento separazioni, la regione registra la più bassa percentuale di divorzi rispetto al resto del Paese. Il tessuto sociale tiene, ma fino a quando? Che cosa è necessario, ma soprattutto che cosa devono fare le istituzioni perché la prima cellula sociale non si disgreghi e si frammenti? Le risposte a queste domande da un’indagine commissionata dalla Regione Basilicata, su iniziativa della Consulta regionale per la famiglia, al Cisf (Centro Internazionale Studi Famiglia). Il rapporto è stato presentato questa mattina durante una conferenza stampa, cui hanno partecipato il presidente della Regione, Vito De Filippo, l’assessore alla Salute, Attilio Martorano, il presidente della Consulta regionale per la Consulta, Salvatore Masi, e il direttore del Cifs, Francesco Belletti. Lo studio del Cisf mette in luce le dinamiche e le esigenze della famiglia in Basilicata, emerse attraverso 15 focus group, realizzati nel periodo compreso tra maggio e dicembre 2010 sulla base di caratteristiche socio economiche e in distinte località: a Potenza, a Matera, nei centri della collina materana, nel Lagonegrese (con Pollino e Val d’Agri), nel Vulture-melfese e nel Metapontino. Vi hanno partecipato in totale 123 persone, distribuite per “qualifica” (coppie sposate, fidanzati, amministratori più operatori). Quasi tutti i soggetti hanno sottolineato la difficoltà attuale della famiglia in Basilicata, sovraccaricata di “funzioni” e la mancanza di reti familiari con un diverso approccio degli amministratori e degli operatori più orientato alla parte dei “servizi” offerti dal pubblico, dove in genere convergono le emergenze e le criticità. Fra i bisogni evidenziati nel corso dell’indagine, inoltre, accanto a quelli relativi alla stabilità lavorativa ed economica ed alla conciliazione fra lavoro e famiglia viene segnalata anche la necessità di interventi urbanistici e sulla viabilità. “Come emerge dal rapporto – ha affermato Masi – il sistema normativo della Basilicata riserva alla famiglia attenzioni e considerazioni, insieme ad un impianto di norme sociali orientate a dare risposte a diverse fattispecie di bisogni. Vanno programmati interventi non per sostituire ma per sostenere e potenziare le funzioni proprie e l’autonomia della famiglia. Tra queste segnaliamo le politiche abitative per la famiglia, i servizi per la prima infanzia, maggior attenzione al lavoro di cura familiare, la conciliazione dei tempi del lavoro e della città con i tempi delle famiglie, il monitoraggio delle politiche familiari e il sostegno delle famiglie immigrate. Per garantire tutto ciò – ha concluso Masi – è necessario impegnarsi per coordinare le azioni e gli interventi che riguardano le famiglie, razionalizzando e rendendo maggiormente fruibili e visibili le risorse esistenti, e potenziare il fondo regionale per le politiche per la famiglia”. Il direttore del Cisf, Francesco Belletti, nell’illustrare le linee del rapporto ha affermato che: “la ricerca conferma, in continuità con il Piano socio-assistenziale del 2000, un’attenzione della Regione Basilicata verso le tematiche sociali a sostegno della famiglia. Questo è un dato interessante che si riallaccia al ruolo sempre più importante che le Regioni vengono ad avere nell’ambito del Federalismo. Le scelte strategiche della Basilicata - ha continuato Belletti - sono indirizzate a promuovere una rete con tutti i soggetti del territorio ed evidenziano una tenuta della famiglia lucana. Una tenuta che appare forte e responsabile nonostante una situazione socio-economica nazionale molto difficile”.  
   
   
INTERVENTI PER LA FAMIGLIA, L’ASSETTO NORMATIVO LA BASILICATA HA ATTUATO UN’ATTENTA ED APPROFONDITA RIFLESSIONE SUL TEMA DELLE POLITICHE SOCIALI.  
 
 Potenza, 24 febbraio 2011 - Secondo gli analisti, il sistema normativo regionale appare nel complesso ben organizzato e articolato con la presenza di una legge specificatamente dedicata alla famiglia, insieme a un impianto di welfare orientato ad un attenzione specifica a diverse tipologie di bisogni. Lo scenario normativo, comunque, “sembra porre prerequisiti interessanti perché si possano innescare progettualità e azioni amministrative innovative, capaci di costruire sistemi di risposta ai bisogni che siano ‘a misura di famiglia’, cioè promozionali, relazionali, preventivi, sussidiari”. Il Piano socio-assistenziale 2000-2002 si configura come progetto di politiche sociali attive. Contiene le indicazioni fondamentali per la determinazione degli standard strutturali e gestionali per la dotazione minima dell’offerta dei servizi e per l’individuazione dei requisiti indispensabili ai fini dell’erogazione. La legge regionale“Interventi a favore della famiglia”(n. 45/2000) mette al centro dell’attenzione la famiglia, attuando strumenti regionali di programmazione socio-assistenziale, sanitaria, culturale e territoriale orientati alla famiglia come ambito di riferimento unitario delle politiche sociali. In questo quadro sono molteplici gli interventi: dagli incentivi per l’acquisto della prima casa al riconoscimento del lavoro domestico, al sostegno della genitorialità, all’inserimento nel mercato del lavoro delle persone che si sono dedicate all’esclusivo impegno di cura. Attenzione anche alle persone non autosufficienti, alla maternità, e in particolare alle donne in difficoltà, non tralasciando le vittime di maltrattamenti fisici e psicologici. L’ultimo Piano degli interventi, relativo al 2008, prevede la misura denominata “100% famiglia” tesa all’arricchimento delle competenze relazionali ed alla scoperta di risorse inespresse dalle famiglie, al facile inserimento delle famiglie straniere attraverso il finanziamento di due progetti a valenza provinciale da realizzarsi nei due comuni capoluogo , Potenza e Matera. Con la legge regionale “Promozione della cittadinanza solidale” (n. 3/2005) si è messo in un campo una “politica attiva di contrasto alla povertà” attraverso l’erogazione di sussidi vincolati a percorsi di inclusione sociale da realizzare attraverso progetti concordati con gli strumenti del sistema formativo e sociale regionale. Attualmente il sistema del welfare lucano è regolato dalla Legge regionale denominata “Rete regionale integrata dei servizi di cittadinanza sociale” (n. 4/2007). Prevede la suddivisione dei territori in “ambiti socio territoriali” aderenti ai distretti sanitari e la riorganizzazione dei servizi sociali e socio sanitari per andare incontro ai bisogni delle persone e delle famiglie. Le aree d’intervento comprendono i problemi e le criticità della vita familiare, delle donne e dei bambini in particolare; la condizione degli anziani e delle persone con disabilità (per questi ultimi è in fase di sperimentazione l’Assegno di cura); i bisogni delle persone interessate da patologie mentali, da devianze e da dipendenze; le esigenze di integrazione sociale dei poveri, dei migranti, degli ex detenuti. Le modificazioni che negli ultimi hanno interessato sia la famiglia sia il mercato del lavoro hanno posto al centro dell’attenzione il problema della conciliazione tra vita lavorativa e vita familiare. La Regione Basilicata ha inteso far fronte a questa problematica mediante un Piano di Azione all’interno del Quadro Strategico Nazionale 2007-2013 che si propone di aumentare i servizi per l’infanzia e di cura per gli anziani, alleggerendo i carichi familiari per innalzare la partecipazione delle donne al mondo del lavoro. Capitalizzando l’esperienza del Programma di “Cittadinanza solidale”, la Regione ha dato corso al Copes – Programma regionale di contrasto delle condizioni di povertà e di esclusione sociale, una misura di integrazione al reddito per 24 mesi che prevede anche l’offerta di altri servizi di inclusione sociale destinati alla famiglia.  
   
   
"L´8 MARZO DEDICATO ALLE DONNE IN LOTTA PER LA DEMOCRAZIA IN NORD AFRICA" LA PROPOSTA ARRIVA DALL´ASSESSORE LIA GIOVANAZZI E DAL PRESIDENTE DELLAI PER UNA "FESTA VERA"  
 
Trento, 8 febbraio 2011 - "Credo che quest´anno la Festa della donna debba essere dedicate a quante in questo momento si stanno battendo per la libertà sulle sponde meridionali del Mediterraneo. Il nostro pensiero a quelle donne che in prima persona si impegnano per garantire un futuro migliore alle loro famiglie e ai loro figli". Arriva a sorpresa il presidente della Provincia autonoma di Trento, Lorenzo Dellai, alla conferenza stampa di presentazione di "Insieme per l´8 marzo", la pubblicazione che raccoglie per il quinto anno di fila tutti gli appuntamenti dedicati alla Festa della donna. Il presidente si siede accanto all´assessore alla solidarietà internazionale e convivenza Lia Giovanazzi Beltrami, anima dell´iniziativa, seguito qualche minuto dopo da Ugo Rossi, assessore provinciale alla Salute e politiche sociali. Dellai ricorda quanto la Giunta sta facendo per le donne e la famiglia, e poi avanza la richiesta di dedicare l´8 marzo alle donne che in questo momento stanno vivendo una situazione davvero delicata. Vicino a lui, i due assessore Giovanazzi e Rossi annuiscono, per confermare anche a nome dell´esecutivo la vicinanza del Trentino, della gente e delle istituzioni, alle popolazioni di Libia, Egitto, Tunisia e degli altri paesi arabi, protagoniste di forti rivendicazioni politiche e sociali. Se la dedica all´8 marzo arriva con forza dalle istituzioni trentine, con altrettanta forza si impone quest´anno il programma di "Insieme per l´8 marzo", la pubblicazione a cura dell´Assessorato alla solidarietà internazionale e alla convivenza che presenta in questa quinta edizione tutti gli appuntamenti declinati al femminile. E la forza del progetto è la capacità di far vivere un giorno (8 marzo, appunto) per un intero mese. Complessivamente - come ha confermato l´assessore Lia Giovanazzi Beltrami - sono 90 gli appuntamenti organizzato da ben 30 associazioni in 20 comuni trentini. Praticamente da dopodomani (25 febbraio) fino al 29 marzo il Trentino sarà attraversato da seminari, rassegne cinematografiche, tavole rotonde, spettacoli, occasioni di confronti interculturali e inter-religiosi, per finire con la fiera "La creatività femminile in mostra", organizzata con il Comune di Trento, rappresentato oggi dall´assessore alle politiche sociali e alle pari opportunità Violetta Plottegher. "Il programma di quest´anno - ha sottolineato l´assessore Lia Beltrami - ha visto crescere il numero di appuntamenti da 48 a 90, confermando la volontà delle associazioni sul territorio di impegnarsi per un progetto comune, un percorso di approfondimento in grado di contribuire con argomenti e spunti di qualità alla presa di coscienza della condizione femminile". Come il presidente della Provincia autonoma di Trento, Lorenzo Dellai, anche l´assessore provinciale alla Salute e alle politiche sociali, Ugo Rossi, ha voluto ricordare i provvedimenti che la Giunta e il Consiglio provinciale si apprestano a trattare in aula su temi fondamentali, quali il diritto alla famiglia e alla natalità, oltre alle politiche per l´incentivazione del lavoro in periferia, con particolare riguardo al lavoro femminile. La conferenza stampa è stata inoltre l´occasione per presentare l’importante appuntamento, organizzato per il quarto anno consecutivo dall’Assessorato alla solidarietà internazionale e alla convivenza e dal Comune di Trento, ossia la Fiera della creatività femminile, che si svolgerà sabato 12 marzo a partire dalle 10 del mattino Quest’anno saranno ben 200 le bancarelle che la Provincia autonoma di Trento metterà a disposizione delle donne che hanno colto l’opportunità di presentare e vendere i risultati della loro creatività. Alla presentazione erano inoltre presenti, la consigliera di parità, l´avvocato Eleonora Stenico, dalla presidente della commissione provinciale di pari opportunità Simonetta Fedrizzi, oltre alle rappresentanti delle diverse associazioni, tra le quali Nibras Breigheche dell´ Admi, e alla consigliera provinciale Margherita Cogo.  
   
   
LAVORO IN SICILIA: BILANCIO E NUOVE INIZIATIVE RETE CONSIGLIERE DI PARITA´  
 
Catania, 24 febbraio 2011 - L´analisi dell´attivita´ compiuta nel 2010 e l´avvio di ulteriori iniziative a sostegno delle politiche attive del lavoro. Questi gli argomenti della riunione tenuta ieri a Catania, nella sede della presidenza della Regione, dalla Rete delle consigliere di parita´. All´incontro, convocato e presieduto dalla consigliera regionale Natalina Costa, hanno preso parte le rappresentanti provinciali Maria Consoli (Ct), Mariella Crisafulli (Me), Maria Rita Picone (Pa), Nunzia Puglisi (Rg), Valeria Tranchina (Sr) e Fina Maltese (Tp). Nel corso della sessione e´ stato stilato il bilancio delle azioni messe in campo. Interventi compiuti a sostegno delle politiche attive del lavoro. Iniziative che si sono dispiegate anche per garantire, attraverso mediazioni, il rispetto del principio di pari opportunita´ da parte dei soggetti pubblici e privati; attivita´ che nei casi di rilevata discriminazione si spingono sino al supporto delle azioni in giudizio. "Sui temi della parita´ e dell´uguaglianza sul lavoro - dice la consigliera regionale Costa - a giudicare dalle svariate richieste che ci giungono, registriamo un´attenzione crescente. Si tratta di materie per le quali abbiamo supportato, e continueremo a farlo, attivita´ formative rivolte soprattutto a organizzazioni sindacali". "Nel corso di questi mesi - continua Costa - la nostra opera si e´ sviluppata anche attraverso l´avvio di rapporti sinergici formalizzati con la stipula di protocolli d´intesa, con organizzazioni datoriali, sigle sindacali e associazioni no-profit". All´ordine del giorno dei lavori anche il piano per le azioni positive. Si tratta di quel complesso di misure volte alla rimozione degli ostacoli, che di fatto impediscono la realizzazione di pari opportunita´, e dirette a favorire l´occupazione femminile e a realizzare l´uguaglianza sostanziale tra uomini e donne nel campo del lavoro (Codice delle pari opportunita´ tra uomo e donna, d.Lgs. 198/2006). Uno strumento del quale sono chiamate a dotarsi tutte le amministrazioni pubbliche. Da qualche tempo la rete delle consigliere ha avviato una vera e propria opera di monitoraggio prima, e di sollecito dopo, nei confronti di quelle amministrazioni comunali che non hanno ancora adottato tale piano.  
   
   
COME PREVENIRE IL DISAGIO INFANTILE SABATO 26 FEBBRAIO IL CONVEGNO A ROVERETO CON L´ASSESSORE UGO ROSSI  
 
Trento, 24 febbraio 2011 - "Supportare la genitorialità per prevenire il disagio infantile" è il titolo della mattina di approfondimento promossa sabato 26 febbraio, presso l´aula magna della Facoltà di Scienze cognitive in corso Bettini a Rovereto, dalla Provincia autonoma di Trento, dall´Azienda Provinciale per i Servizi sanitari e dal Laboratorio di Osservazione e diagnostica Funzionale - Discof dell’Università degli Studi di Trento. L´appuntamento riassume un anno di esperienza del progetto di prevenzione psico-sociale "Scommettiamo sui giovani". Al termine degli interventi porterà il suo contributo anche l´assessore provinciale alla salute e politiche sociali, Ugo Rossi. Il progetto "Scommettiamo sui giovani" è stato promosso un anno fa dalla Provincia autonoma di Trento attraverso la collaborazione dell´Azienda sanitaria e dell´Università di Trento - Facoltà di Scienze cognitive di Rovereto. Lo scopo del percorso è quello di intervenire sul disagio infantile attraverso la verifica scientifica di un innovativo programma di prevenzione psico-sociale, basato su visite domiciliari precoci per il supporto alla genitorialità. Sabato quindi a Rovereto un workshop per fare il punto della situazione. Il programma della mattina prevede, tra gli altri interventi, anche la lezione magistrale "Sostegno della genitorialità a rischio e prevenzione del disadattamento infantile" a cura del prof. Massimo Ammaniti, dell´Università degli Studi "La Sapienza" di Roma. Ammaniti, già formatore in Trentino sul tema della prevenzione dell´abuso e maltrattamento infantile, è sicuramente uno dei maggiori esperti in Italia sul tema della prevenzione precoce. La sua lezione vuole essere un momento di confronto tra studiosi, professionisti e rappresentanti delle istituzioni locali sul tema del supporto precoce alla genitorialità quale strategia efficace e necessaria per la prevenzione del disagio infantile. L’evento si rivolge a operatori e professionisti che a tutti i livelli si occupano di sostegno ed educazione allo sviluppo infantile e di genitorialità. La partecipazione è gratuita ed è stato richiesto l’accreditamento Ecm per le professioni sanitarie e per le assistenti sociali. Info: Supportare la genitorialità per prevenire il disagio infantile Un anno di esperienza del progetto “Scommettiamo sui giovani“. Sabato 26 febbraio 2011 Rovereto, Corso Bettini 84, presso l´Aula Magna della Facoltà di Scienze cognitive. Segreteria: Laboratorio di Osservazione e Diagnostica funzionale - Discof Università degli Studi di Trento tel. 0464 808115/16 - diagnostica.Funzionale@unitn.it  Iniziativa accreditata Ecm per le professioni sanitarie  
   
   
FVG: ATTIVARE NUMERO VERDE DENUNCE MALTRATTAMENTI ANZIANI  
 
Trieste, 24 febbraio 2011 -"Fornire ai cittadini della nostra regione la possibilità di segnalare e denunciare situazioni di emergenza in campo sociale attraverso l´attivazione di un apposito numero verde". A chiederlo è il consigliere regionale del Pdl Roberto Novelli con un´interrogazione alla Giunta. Lo scorso giugno lo stesso Novelli aveva presentato un´interpellanza sul tema della riqualificazione dell´assistenza per anziani - domiciliare e residenziale - volta a limitare i maltrattamenti, nella quale si chiedeva, tra l´altro, l´istituzione di un numero verde che fornisse informazioni esaustive agli ospiti delle strutture residenziali e ai loro familiari e che fosse collegato a un servizio pubblico per poter denunciare fatti gravi che ledono la dignità dell´anziano. "Nella risposta a questa interpellanza - rileva Novelli - l´assessore Kosic aveva annunciato l´attivazione di un numero verde con lo scopo di gestire situazioni di emergenza o urgenza in campo sociale, nonché piani di prevenzione, sensibilizzazione e promozione alla salute. Il servizio servirà, inoltre, a raccogliere eventuali segnalazioni e disservizi". "Sempre in ambito sanitario, è stato predisposto un bando per l´affidamento del nuovo servizio di prenotazione telefonica delle prestazioni sanitarie per le Ass del Servizio sanitario regionale e del servizio di accoglienza telefonica per l´orientamento e l´informazione sui servizi sociali, sociosanitari e sanitari, previsto dalla legge sulla riduzione delle liste d´attesa". "Vista l´analogia tra le due tipologie di servizio - prosegue l´esponente del Pdl - oggi chiedo all´assessore Kosic se il suddetto bando concerne anche il servizio di chiamate volto a verificare la promozione della qualità dell´assistenza nell´ambito dei servizi residenziali, in particolar modo per raccogliere eventuali denunce per maltrattamento degli anziani". "Se così non fosse - conclude Novelli - invito l´Amministrazione regionale a predisporre un bando specifico che preveda l´attivazione di un numero verde dedicato alla segnalazione di maltrattamenti, che coinvolga quelle associazioni di volontariato che già si occupano di informare i cittadini in situazioni di estrema necessità".