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Notiziario Marketpress di Giovedì 02 Febbraio 2012
LA COMMISSIONE EUROPEA CHIEDE IL VOSTRO PARERE SU COME PRODURRE E CONSUMARE IN MODO PIÙ SOSTENIBILE  
 
 Bruxelles, 2 febbraio 2012 – Si prevede che entro il 2050 la popolazione mondiale raggiungerà 9 miliardi di abitanti e che al livello mondiale la domanda di alimenti, mangimi e fibre aumenterà del 70%. Per crescere in tali condizioni, le economie dovranno impiegare le risorse naturali in modo molto più efficiente. Il modo in cui consumiamo e produciamo sarà la chiave del successo o del fallimento dell’Europa in questo processo. Per questo motivo la Commissione intende rivedere le politiche dell’Ue sul consumo e sulla produzione ed ha avviato una consultazione pubblica che resterà aperta fino al 3 aprile. Come indicato nella Tabella di marcia per un’Europa efficiente sotto il profilo delle risorse, adottata nello scorso mese di settembre, http://ec.Europa.eu/environment/resource_efficiency/pdf/com2011_571.pdf  se vogliamo soddisfare le nostre esigenze e mantenere lo stesso livello di benessere in futuro, le imprese dovranno produrre più valore aggiunto con meno risorse e i consumatori dovranno adottare modelli più sostenibili di consumo di prodotti e servizi. In tal senso, la Commissione europea sta rivedendo le sue azioni di consumo e produzione sostenibili per assicurare il suo contributo per un impiego più efficiente delle risorse in Europa che si inserisca in un processo di crescita sostenibile a lungo termine. Nell’ambito di una revisione della politica per un consumo e una produzione sostenibili, la Commissione ha avviato un’ampia consultazione pubblica sulle sue azioni in quattro settori di massima importanza. Nel corso delle prossime nove settimane, essa intende raccogliere i pareri delle parti interessate sulle varie opzioni prese in considerazione per una politica futura più ambiziosa a livello di consumo e di produzione sostenibili. Questa consultazione effettuata via internet fa parte di un processo più ampio di riflessione che sfocerà in iniziative politiche la cui adozione è prevista entro il 2012. Con la consultazione pubblica si invitano tutte le parti interessate a condividere le rispettive opinioni sui modi più idonei per migliorare le politiche dell’Ue sul consumo e sulla produzione sostenibili in quattro settori al fine di fornire risposte mirate su: politiche concernenti la progettazione dei prodotti, il riciclaggio e la gestione dei rifiuti, ecc; appalti pubblici ecologici (incoraggiare gli organismi pubblici a privilegiare soluzioni compatibili con l’ambiente); azioni per migliorare l’efficienza ambientale dei prodotti (impronta ecologica dei prodotti – Iep); azioni per il miglioramento dell’efficienza ambientale delle organizzazioni (impronta ecologica delle organizzazioni – Ieo). La consultazione rappresenta un’ampia panoramica delle politiche dell’Ue, e pertanto comprende circa 50 quesiti di cui all’incirca la metà sono destinati al pubblico e per il resto a gruppi di parti interessate come governi, associazioni industriali e imprese private. Contesto - Consumo e produzione sostenibili costituiscono un obiettivo fondamentale per l’Unione europea dal momento della firma del trattato Ue di Maastricht nel 1992. L’idea principale è quella di soddisfare le nostre esigenze di consumo in modo tale da non sottrarre alle future generazioni la possibilità di soddisfare le proprie esigenze di consumo. Nel trattato si incoraggia l’inserimento di considerazioni e obiettivi in materia di sostenibilità in tutte le politiche europee, in modo che possano contribuire in modo integrato a conseguire obiettivi economici, ambientali e sociali. Un primo pacchetto strutturato e sinergico di azioni e proposte per migliorare l’impatto ambientale dei prodotti e incentivare la domanda di beni più sostenibili è stato inserito nel Piano d’azione sul “consumo e sulla produzione sostenibili nonché sulla politica industriale sostenibile” http://eur-lex.Europa.eu/lexuriserv/lexuriserv.do?uri=celex:52008dc0397:en:not  pubblicato nel 2008. Da allora sono state intraprese molte iniziative in tale ambito, ma occorre predisporre piani più ambiziosi per ovviare agli impatti ambientali negativi dei consumi e consentire ai consumatori di optare per consumi più efficienti sotto il profilo delle risorse. Il contesto politico per il Piano d’azione per una politica industriale sostenibile e per il Piano d’azione sulla produzione e il consumo sostenibili è rappresentato da strategia Europa 2020 , http://ec.Europa.eu/europe2020/index_it.htm  che si propone di attuare una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva ed è attualmente la strategia principale dell’Europa per favorire la crescita e l’occupazione. La politica per un consumo e una produzione sostenibili contribuisce inoltre all’iniziativa faro “Un’europa efficiente sotto il profilo delle risorse” nell’ambito di Europa 2020 aiutando a trasferire gli obiettivi di macrolivello della politica sull’efficienza delle risorse (tenendo separata la crescita economica dall’uso delle risorse e dal degrado ambientale) agli obiettivi di microlivello, permettendo in questo modo ai singoli operatori economici di realizzare la miglior prestazione ambientale possibile dal punto di vista economico. Per ulteriori informazioni: Per partecipare alla consultazione, cfr. Il sito: http://ec.Europa.eu/environment/consultations_en.htm  Per maggiori informazioni sulla politica sul consumo e sulla produzione sostenibili consultare il seguente sito: http://ec.Europa.eu/environment/eussd/escp_en.htm    
   
   
UE: TRATTATO SULLA STABILITÀ, COORDINAMENTO E GOVERNANCE NELLE UNIONE ECONOMICA E MONETARIA  
 

Bruxelles, 2 febbraio 2012  LE PARTI CONTRAENTI ... ... ... ..

CONSAPEVOLI l´obbligo delle parti contraenti, in quanto gli Stati membri dell´Unione europea, a considerare le loro politiche economiche una questione di interesse comune,

DESIDEROSE di favorire le condizioni di una maggiore crescita economica nell´Unione europea e, a tale scopo, di sviluppare un coordinamento sempre più stretto delle politiche economiche della zona euro

TENENDO PRESENTE che la necessità di governi di mantenere finanze pubbliche sane e sostenibili e ad evitare il disavanzo pubblico diventi eccessivo è di importanza fondamentale per salvaguardare la stabilità della zona euro nel suo complesso, e richiede di conseguenza l´introduzione di norme specifiche per affrontare questa esigenza, tra cui una regola del pareggio e di un meccanismo automatico di intraprendere azioni correttive,

CONSAPEVOLI della necessità di garantire che i loro deficit non superiore al 3% del loro prodotto interno lordo ai prezzi di mercato e che il debito pubblico non superi, o è sufficientemente in calo verso il 60% del loro prodotto interno lordo ai prezzi di mercato,

RICORDANDO che le parti contraenti, in quanto gli Stati membri dell´Unione europea, dovrebbero astenersi dall´adottare qualsiasi misura che rischi di compromettere la realizzazione degli obiettivi dell´Unione nel quadro dell´unione economica, in particolare la pratica di accumulare debiti fuori bilancio delle amministrazioni pubbliche,

TENENDO PRESENTE che i capi di Stato o di governo degli Stati membri della zona euro concordato il 9 dicembre 2011 su una architettura rinforzata per l´Unione economica e monetaria, sulla base dei Trattati dell´Unione europea e facilitare l´attuazione delle misure adottate sulla base degli articoli 121 , 126 e 136 del trattato sul funzionamento dell´Unione europea,

TENENDO PRESENTE che l´obiettivo dei capi di Stato o di governo degli Stati membri dell´area dell´euro e di altri Stati membri dell´Unione europea è di incorporare le disposizioni del presente Trattato il più presto possibile nei trattati sui quali si fonda l´Unione europea ,

Accogliendo favorevolmente le proposte legislative fatte dalla Commissione europea per l´area dell´euro , nel quadro dei Trattati dell´Unione europea il 23 novembre 2011, per il rafforzamento della sorveglianza economica e di bilancio degli Stati membri colpite o minacciate con gravi difficoltà rispetto alla loro stabilità finanziaria, e disposizioni comuni per il monitoraggio e la valutazione dei progetti di piani di bilancio e garantire la correzione dei disavanzi eccessivi degli Stati membri, e PRENDENDO ATTO dell´intenzione della Commissione di presentare ulteriori proposte legislative per l´area dell´euro relative, in particolare, le segnalazioni ex ante delle emissioni di debito piani, programmi di partenariato economico dettagli delle riforme strutturali negli Stati membri in procedura per i disavanzi eccessivi e il coordinamento dei piani di grande politica di riforme economiche degli Stati membri,

ESPRIMENDO la loro disponibilità a sostenere proposte che la Commissione potrebbe presentare a rafforzare ulteriormente il patto di stabilità e di crescita attraverso l´introduzione, per gli Stati membri la cui moneta è l´euro, una nuova gamma di obiettivi a medio termine in linea con i limiti stabiliti dal presente trattato,

PRESO ATTO che, in sede di revisione e monitoraggio degli impegni di bilancio ai sensi del presente trattato, la Commissione europea agirà nel quadro delle sue competenze previste dal trattato sul funzionamento dell´Unione europea, in particolare gli articoli 121, 126 e 136,

Sottolineando in particolare che, per l´applicazione del bilancio "Regola pareggio di bilancio" di cui all´articolo 3 del presente trattato, questo monitoraggio sarà effettuato mediante l´istituzione di specifici obiettivi di medio termine del paese e calendari di convergenza, se del caso, per ogni Parte contraente,

PRENDENDO ATTO che gli obiettivi a medio termine devono essere regolarmente aggiornate sulla base di un metodo di comune accordo, i principali parametri dei quali sono anche essere riesaminato regolarmente, che riflette adeguatamente i rischi di passività esplicite e implicite per la finanza pubblica, in quanto incarnato in obiettivi della Patto di stabilità e crescita,

OSSERVANDO che sufficienti progressi verso gli obiettivi a medio termine dovrebbero essere valutati sulla base di una valutazione complessiva con il saldo strutturale come riferimento, compresa un´analisi di spesa al netto delle misure discrezionali entrate, in linea con le disposizioni di cui al diritto dell´Unione europea, in particolare il regolamento (CE) n. 1466/97 del 7 luglio 1997 per il rafforzamento della sorveglianza delle posizioni di bilancio nonché della sorveglianza e del coordinamento delle politiche di bilancio, come modificato dal regolamento (UE) n. 1175/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011 (in seguito "di stabilità e crescita riveduto"),

PRENDENDO ATTO che il meccanismo di correzione da introdurre dalle Parti contraenti deve mirare a correggere deviazioni dall´obiettivo a medio termine o il percorso di aggiustamento cumulato compreso il loro impatto sulle dinamiche del debito pubblico,

PRENDENDO ATTO che il rispetto dell´obbligo di trasporre la "regola del pareggio" nel diritto nazionale attraverso le disposizioni vincolanti e permanente, preferibilmente costituzionale, dovrebbero essere soggetti alla giurisdizione della Corte di giustizia dell´Unione europea, ai sensi dell´articolo 273 del trattato sul funzionamento dell´Unione europea,

RICORDANDO che l´articolo 260 del trattato sul funzionamento dell´Unione europea autorizza la Corte di giustizia dell´Unione europea di imporre il pagamento di una somma forfettaria o di una penalità di uno Stato membro dell´Unione europea che non ha rispettato una delle sue sentenze e che la Commissione europea ha stabilito i criteri per la determinazione della somma forfettaria o della penalità da versare nel quadro di tale articolo,

RICORDANDO la necessità di facilitare l´adozione delle misure previste dalla procedura per i disavanzi eccessivi dell´Unione europea per le parti contraenti, la cui zona euro, previsto o effettivo disavanzo pubblico e prodotto interno lordo supera il 3%, mentre fortemente rafforzando l´obiettivo di tale procedura, vale a dire incoraggiare e , se necessario, costringere lo Stato membro interessato a ridurre un deficit che potrebbe essere identificata,

RICORDANDO l´ obbligo per le Parti contraenti, il cui debito pubblico supera il valore di riferimento del 60% per ridurlo ad un tasso medio di uno ventesimi per anno come punto di riferimento,

TENENDO PRESENTE la necessità di rispettare, per l´attuazione del presente trattato, il ruolo specifico delle parti sociali, in quanto è riconosciuta dalle disposizioni legislative o sistemi nazionali di ciascuna delle parti contraenti,

SOTTOLINEANDO che nessuna delle disposizioni del presente trattato, deve essere interpretato come alterare in alcun modo le condizioni di politica economica in base alle quali l´assistenza finanziaria è stato concesso ad una Parte contraente in un programma di stabilizzazione tra l´Unione europea ei suoi Stati membri e il Fondo Monetario Internazionale ,

PRENDENDO ATTO che il buon funzionamento dell´Unione economica e monetaria rende necessario che le parti contraenti lavorare congiuntamente per una politica economica, dove, pur basandosi sulle i meccanismi di coordinamento delle politiche economiche come definito nei trattati dell´Unione europea, prendono le azioni necessarie e le misure in tutti i campi che sono essenziali per il buon funzionamento della zona euro,

PRENDENDO ATTO, in particolare, la volontà delle parti contraenti a fare un uso più attivo della cooperazione rafforzata, come previsto dall´articolo 20 del trattato sull´Unione europea e gli articoli da 326 a 334 del trattato sul funzionamento dell´Unione europea, senza minare il mercato interno, come pure per fare il pieno ricorso alle misure specifiche per gli Stati membri la cui moneta è l´euro, ai sensi dell´articolo 136 del trattato sul funzionamento dell´Unione europea e di una procedura per la discussione e il coordinamento ex ante tra le Parti contraenti la cui moneta è l´euro di tutti i grandi riforme di politica economica pianificata da loro, in vista di best practices di benchmarking,

RICORDANDO l´accordo dei capi di Stato o di governo degli Stati membri della zona euro il 26 ottobre 2011 per migliorare la governance della zona euro, compreso lo svolgimento di almeno due riunioni al vertice euro all´anno, da convocarsi, se non giustificate da eccezionale circostanze, subito dopo le riunioni del Consiglio europeo o riunioni con la partecipazione di tutte le Parti contraenti che hanno ratificato questo trattato,

RICORDANDO anche l´approvazione da parte dei capi di Stato o di governo degli Stati membri dell´area dell´euro e di altri Stati membri dell´Unione europea il 25 marzo 2011 del patto Euro Plus che identifica le questioni che sono essenziali per rafforzare la competitività in zona euro,

SOTTOLINEANDO l´importanza del trattato che istituisce il meccanismo europeo di stabilità come elemento di una strategia globale per rafforzare l´Unione economica e monetaria, sottolineando che la concessione di aiuti nel quadro dei nuovi programmi nel quadro del meccanismo di stabilità europeo è subordinata, a partire dal 1 marzo 2013, sulla ratifica di questo Trattato da parte della Parte contraente interessata e, non appena il periodo di recepimento di cui all´articolo 3 (2) è scaduto, sul rispetto delle prescrizioni del presente articolo,

OSSERVANDO ... che sono parti contraenti la cui moneta è l´euro e che, come tale, saranno vincolati dalle disposizioni del presente trattato dal primo giorno del mese successivo al deposito del loro strumento di ratifica se il Trattato è in vigore in quel data; OSSERVANDO INOLTRE che ... che sono parti contraenti, in quanto gli Stati membri dell´Unione europea, hanno, alla data della firma del presente trattato, una deroga o esenzione dalla partecipazione alla moneta unica e può essere legato, purché ciò deroga o esenzione non viene abrogata, ma solo da quelle disposizioni dei titoli III e IV con la quale dichiarano, all´atto del deposito del proprio strumento di ratifica o in un secondo momento, la loro intenzione di essere vincolati,

HANNO CONVENUTO le seguenti disposizioni:

TITOLO I

SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE

Articolo 1

1. Dal presente trattato, le parti contraenti convengono, come gli Stati membri dell´Unione europea, per rafforzare il pilastro economico dell´Unione economica e monetaria, adottando una serie di norme volte a promuovere la disciplina di bilancio attraverso un compatto fiscale, per rafforzare il coordinamento delle politiche economiche politiche e di migliorare la governance della zona euro, sostenendo così la realizzazione degli obiettivi dell´Unione europea per la crescita sostenibile, occupazione, competitività e coesione sociale.

2. Le disposizioni del presente trattato si applicano integralmente alle parti contraenti la cui moneta è l´euro. Esse si applicano anche alle altre Parti contraenti, nella misura e alle condizioni di cui all´articolo 14.

TITOLO II

COERENZA E RAPPORTO CON LA LEGGE DELL ´UNIONE

Articolo 2

1. Il presente trattato sia applicata e interpretata dalle parti contraenti in conformità con i trattati su cui si fonda l´Unione europea, in particolare l´articolo 4 (3), del trattato sull´Unione europea, e con il diritto dell´Unione, compreso il diritto procedurale quando l´adozione della legislazione secondaria è richiesto.

2. Le disposizioni del presente trattato si applicano in quanto compatibili con i trattati sui quali si fonda l´Unione e con il diritto dell´Unione europea. Esse non devono invadere le competenze dell´Unione di agire nel settore dell´unione economica.

TITOLO III

COMPACT FISCALE

Articolo 3

1. Le parti contraenti applicano le seguenti regole, in aggiunta e senza pregiudizio degli obblighi derivanti dal diritto dell´Unione europea:

a. La posizione di bilancio delle amministrazioni pubbliche devono essere in pareggio o in avanzo.

b. La regola di cui alla lettera a) si considerano essere rispettata se il saldo annuale strutturale della pubblica amministrazione è al suo paese specifico obiettivo di medio termine ai sensi di stabilità e crescita riveduto, con un limite inferiore di un deficit strutturale di 0,5 % del prodotto interno lordo ai prezzi di mercato. Le parti contraenti garantiscono rapida convergenza verso i loro rispettivi obiettivo a medio termine. Il periodo previsto per tale convergenza sarà proposto dalla Commissione, prendendo in considerazione i rischi specifici per paese sostenibilità. I progressi verso il rispetto e la obiettivo a medio termine deve essere valutata sulla base di una valutazione complessiva con il saldo strutturale come riferimento, compresa un´analisi di spesa al netto delle misure discrezionali entrate, in linea con le disposizioni del patto di stabilità e crescita rivisto Patto.

c. Le parti contraenti possono temporaneamente deviare dal loro obiettivo a medio termine e il percorso di avvicinamento a tale solo in circostanze eccezionali, come definito nel paragrafo 3.

d. Dove il rapporto tra debito pubblico e prodotto interno lordo ai prezzi di mercato è significativamente inferiore al 60% e in cui i rischi in termini di sostenibilità a lungo termine delle finanze pubbliche sono bassi, il limite inferiore del obiettivo di medio termine di cui al punto b) può raggiungere un disavanzo strutturale al massimo 1,0% del prodotto interno lordo ai prezzi di mercato.

e. In caso di significative deviazioni dall´obiettivo a medio termine o il percorso di avvicinamento, un meccanismo correttivo deve avvenire automaticamente.Il meccanismo comporta l´obbligo della Parte contraente interessata ad attuare misure volte a correggere le deviazioni per un periodo di tempo definito.

2. Le disposizioni di cui al paragrafo 1 sono in vigore nel diritto nazionale delle parti contraenti al più tardi un anno dopo l´entrata in vigore del presente trattato mediante disposizioni di forza vincolante e di carattere permanente, preferibilmente costituzionale, o comunque garantito per essere pienamente rispettata e rispetti, per tutto il processo di bilancio nazionali. Le parti contraenti messe in atto a livello nazionale il meccanismo di correzione di cui al paragrafo 1.e) sulla base di principi comuni che sarà proposta dalla Commissione europea, riguardanti in particolare la natura, la dimensione e la tempistica della correzione azioni da intraprendere, anche in caso di circostanze eccezionali, e il ruolo e l´indipendenza delle istituzioni competenti a livello nazionale per monitorare il rispetto delle regole. Questo meccanismo rispetta appieno le prerogative dei parlamenti nazionali.

3. Ai fini del presente articolo, le definizioni di cui all´articolo 2 del protocollo (n. 12) sulla procedura per i disavanzi eccessivi allegato ai trattati dell´Unione europea si applica. Inoltre, "annuo del saldo strutturale delle amministrazioni pubbliche" si riferisce al saldo netto annuo corretto per il ciclo al netto delle misure una tantum e temporanee. "Circostanze eccezionali" si riferiscono il caso di un evento inconsueto non soggetto al controllo della Parte contraente interessata, che ha un forte impatto sulla situazione finanziaria delle amministrazioni pubbliche o di periodi di grave recessione economica secondo la definizione di stabilità e crescita riveduto, a condizione che la deviazione temporanea della Parte contraente interessata non mette in pericolo la sostenibilità fiscale nel medio termine.

Articolo 4

Quando il rapporto tra il debito delle amministrazioni pubbliche e prodotto interno lordo supera il valore di riferimento del 60% di cui all´articolo 1 del protocollo (n. 12), le Parti contraenti si riduce ad un tasso medio di uno ventesimi per anno come riferimento, come previsto nell´articolo 2 del regolamento del Consiglio (CE) n. 1467/97 del Consiglio del 7 luglio 1997, per l´accelerazione e chiarimento delle modalità di procedura per i disavanzi eccessivi, come modificata dal regolamento (UE) n. 1177/2011 del 8 Novembre 2011. L´esistenza di un disavanzo eccessivo a causa della violazione del criterio del debito sarà decisa in base alla procedura di cui all´articolo 126 del trattato sul funzionamento dell´Unione europea.

Articolo 5

1. Le parti contraenti che sono oggetto di una procedura per i disavanzi eccessivi di cui i Trattati dell´Unione europea deve mettere in atto un programma di partenariato economico e di bilancio contenente una descrizione dettagliata delle riforme strutturali che devono essere messe in atto e implementato per garantire una correzione efficace e durevole loro disavanzi eccessivi. Contenuto e la presentazione di tali programmi sono definiti nella legislazione dell´Unione europea. La loro presentazione alla Commissione europea e il Consiglio per l´approvazione e il loro monitoraggio si svolgerà nel contesto delle procedure di sorveglianza esistenti del patto di stabilità e crescita.

1. L´attuazione del programma, ei piani annuali di bilancio coerenti con esso, sarà monitorata dalla Commissione e dal Consiglio.

Articolo 6

Al fine di meglio coordinare la pianificazione della loro emissione di debito nazionale, le Parti contraenti comunicano ex-ante sui loro piani di emissione di debito pubblico alla Commissione europea e al Consiglio.

Articolo 7

Nel pieno rispetto degli obblighi procedurali dei trattati dell´Unione europea, le Parti contraenti la cui moneta è l´euro si impegnano a sostenere le proposte o raccomandazioni presentate dalla Commissione europea qualora ritenga che uno Stato membro dell´Unione europea la cui moneta è l´euro è in violazione del criterio del deficit, nel quadro di una procedura di deficit eccessivo. Tale obbligo non si applica qualora sia stabilito tra le parti contraenti la cui moneta è l´euro che una maggioranza qualificata di loro, calcolata per analogia con le pertinenti disposizioni dei trattati dell´Unione europea, senza tener conto della posizione della Parte contraente interessata, è contrario alla proposta di decisione o raccomandata.

Articolo 8

1. La Commissione europea è invitata a presentare in tempo utile alle parti contraenti una relazione sulle disposizioni adottate da ciascuno di essi in conformità con l´articolo 3 (2). Se la Commissione europea, dopo aver dato la parte contraente interessata la possibilità di presentare le sue osservazioni, conclude nel suo rapporto che una parte contraente non è riuscita a rispettare l´articolo 3 (2), la questione sarà portata alla Corte di giustizia delle Unione Europea da una o più delle parti contraenti. Quando una Parte contraente ritenga, indipendentemente dalla relazione della Commissione, che un´altra parte contraente non ha rispettato l´articolo 3 (2), può anche portare la questione alla Corte di giustizia. In entrambi i casi, la sentenza della Corte di giustizia è vincolante per le parti nella procedura, che prende le misure necessarie per conformarsi alla sentenza entro un periodo di tempo stabilito dalla Corte.

2. Se, sulla base della propria valutazione o di una valutazione da parte della Commissione europea, una Parte contraente ritiene che un´altra parte contraente non abbia adottato le misure necessarie per conformarsi alla sentenza della Corte di giustizia di cui al paragrafo 1, può portare il caso davanti alla Corte di giustizia e chiedere l´imposizione di sanzioni finanziarie secondo criteri stabiliti dalla Commissione nel quadro dell´articolo 260 del trattato sul funzionamento dell´Unione europea. Se la Corte dichiara che la Parte contraente interessata non si è conformato alla sentenza, può imporre su di esso una somma forfettaria o una penalità adeguato alle circostanze e che non deve superare lo 0,1% del suo prodotto interno lordo. Gli importi imposto una Parte contraente la cui moneta è l´euro sono dovuti al meccanismo di stabilità europeo. In altri casi, i pagamenti sono effettuati al bilancio generale dell´Unione europea.

3. Il presente articolo costituisce un accordo speciale tra le Parti contraenti, ai sensi dell´articolo 273 del trattato sul funzionamento dell´Unione europea

TITOLO IV

COORDINAMENTO POLITICA ECONOMICA E CONVERGENZA

Articolo 9

Sulla base del coordinamento delle politiche economiche, come definito nel trattato sul funzionamento dell´Unione europea, le Parti contraenti si impegnano a lavorare insieme verso una politica economica favorendo il buon funzionamento dell´Unione economica e monetaria e economica crescita attraverso una maggiore convergenza e competitività. Per tal fine, le parti contraenti adottano i provvedimenti necessari e le misure in tutti i campi che sono essenziali per il buon funzionamento della zona euro nel perseguimento degli obiettivi di promozione della competitività, promuovere l´occupazione, contribuendo ulteriormente alla sostenibilità delle finanze pubbliche e rafforzando la stabilità finanziaria.

Articolo 10

In conformità con i requisiti dei trattati dell´Unione europea, le parti contraenti sono pronti a fare un uso attivo, ogniqualvolta opportuno e necessario, delle misure concernenti gli Stati membri la cui moneta è l´euro, come previsto dall´articolo 136 del trattato sul funzionamento dell´Unione europea e della cooperazione rafforzata, come previsto dall´articolo 20 del trattato sull´Unione europea e gli articoli da 326 a 334 del trattato sul funzionamento dell´Unione europea sulle questioni che sono essenziali per il buon funzionamento della zona euro, senza compromettere il mercato interno.

Articolo 11

Al fine di best practices di benchmarking e di lavoro verso una politica più stretto coordinamento economico, le parti contraenti garantire che tutte le grandi riforme di politica economica che hanno intenzione di intraprendere sarà discusso ex-ante e, se del caso, coordinati tra di loro. Tale coordinamento deve coinvolgere le Istituzioni dell´Unione europea, come richiesto dal diritto dell´Unione europea.

TITOLO V

GOVERNANCE DELL´AREA EURO

Articolo 12

1. I capi di Stato o di governo delle parti contraenti la cui moneta è l´euro si riuniscono a titolo informale in riunioni al vertice euro, insieme al Presidente della Commissione europea. Il presidente della Banca centrale europea è invitata a prendere parte alle riunioni. Il Presidente del Vertice Euro sono nominati dai capi di Stato o di governo delle parti contraenti la cui moneta è l´euro a maggioranza semplice allo stesso tempo il Consiglio europeo elegge il suo presidente e per lo stesso periodo del mandato.

2. Le riunioni al vertice euro prendono posto, se necessario, e almeno due volte all´anno, per discutere questioni attinenti alle responsabilità specifiche che le Parti contraenti la cui moneta è la quota di euro nei confronti della moneta unica, altre questioni relative alla governance della zona euro orientamenti zona e le regole ad esso applicabili, e strategico per la conduzione delle politiche economiche per aumentare la convergenza nella zona euro.

3. I capi di Stato o di governo delle Parti contraenti, diversi da quelli la cui moneta è l´euro, che hanno ratificato questo trattato è partecipare alle discussioni di incontri al vertice euro in materia di competitività per le parti contraenti, la modifica dell´architettura globale della zona euro e le regole fondamentali che ad esso si applicano anche in futuro, così come, quando opportuno e almeno una volta all´anno, nelle discussioni su temi specifici di applicazione del presente Trattato sulla stabilità, coordinamento e governance nell´Unione economica e monetaria.

4. Il Presidente del Vertice Euro assicura la preparazione e la continuità delle riunioni di vertice Euro, in stretta collaborazione con il presidente della Commissione europea. Il soggetto competente per la preparazione e follow-up dei vertici euro è l´Eurogruppo e il suo presidente può essere invitato a partecipare alle riunioni del Vertice di euro per tale scopo.

5. Il presidente del Parlamento europeo può essere invitato per essere ascoltato. Il Presidente del Vertice Euro presenta una relazione al Parlamento europeo dopo ciascuna delle riunioni del Vertice Euro.

6. Il Presidente del Vertice di euro tiene le Parti contraenti la cui moneta non è l´euro e gli altri Stati membri dell´Unione europea costantemente informato della preparazione e risultati delle riunioni del Vertice Euro.

Articolo 13

Una s previsti nel titolo II del Protocollo (n. 1) sul ruolo dei Parlamenti nazionali nell´Unione europea allegato ai trattati dell´Unione europea, il Parlamento europeo ei parlamenti nazionali delle Parti contraenti definiscono insieme l´organizzazione e la promozione di una conferenza dei rappresentanti delle commissioni competenti dei parlamenti nazionali e rappresentanti delle commissioni competenti del Parlamento europeo per discutere le politiche di bilancio e altre questioni contemplati dal presente trattato.

TITOLO VI

Disposizioni generali e finali

Articolo 14

1. Il presente trattato sarà ratificato dalle parti contraenti conformemente alle loro rispettive norme costituzionali. Gli strumenti di ratifica saranno depositati presso il Segretariato generale del Consiglio dell´Unione europea.

2. Il presente trattato entra in vigore il 1 ° gennaio 2013, a condizione che dodici parti contraenti la cui moneta è l´euro hanno depositato il loro strumento di ratifica, o il primo giorno del mese successivo al deposito del dodicesimo strumento di ratifica da una Parte contraente i cui moneta è l´euro, se precedente.

3. Il presente trattato si applica a decorrere dal giorno di entrata in vigore tra le Parti contraenti la cui moneta è l´euro e che l´hanno ratificata. Esso si applica alle altre Parti contraenti la cui moneta è l´euro a partire dal primo giorno del mese successivo al deposito dello strumento di ratifica.

4. In deroga al paragrafo 3, l´articolo 12 si applica a tutte le Parti contraenti la cui moneta è l´euro a partire dalla data di entrata in vigore del presente Trattato.

5. Il presente trattato si applica alle parti contraenti, con una deroga di cui all´articolo 139 (1), del trattato sul funzionamento dell´Unione europea, o con una deroga a norma del protocollo n. 16 su talune disposizioni relative alla Danimarca allegato al trattato europeo Trattati dell´Unione, che lo hanno ratificato, come dal giorno in cui la decisione di abrogare la deroga o esenzione ha effetto, a meno che la Parte contraente interessata dichiara l´intenzione di essere vincolati a una data precedente da tutti o in parte le disposizioni di cui ai titoli III e IV del presente trattato.

Articolo 15

Il presente Trattato è aperto all´adesione da parte degli Stati membri dell´Unione europea diversi dalle parti contraenti. Adesione sarà effettiva dopo il deposito degli strumenti di adesione presso il depositario, che ne informa le altre Parti contraenti della stessa.

Articolo 16

Entro cinque anni al massimo dall´entrata in vigore del presente trattato, sulla base di una valutazione dell´esperienza della sua applicazione, le misure necessarie sono adottate, in conformità con le disposizioni del trattato sull´Unione europea e al trattato sul funzionamento dell´Unione europea, con l´obiettivo di incorporare la sostanza di questo trattato nel quadro giuridico dell´Unione europea.

Fatto a Bruxelles, ... di ... per l´anno 2012 in un unico esemplare il cui bulgaro, danese, olandese, inglese, estone, finlandese, francese, tedesco, greco, ungherese, irlandese, italiano, lettone, lituano, maltese, polacco, portoghese, rumena, slovacca, slovena, spagnola e svedese sono ugualmente fede, che sarà depositato negli archivi del Depositario che provvederà a trasmetterne copia certificata conforme a ciascuna delle Parti contraenti.

 
   
   
ANTONIO TAJANI VICE PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA SUI RISULTATI DEL CONSIGLIO EUROPEO INFORMALE  
 
Bruxelles, 2 febbraio 2012 - Di seguito la dichiarazione del Vice Presidente della Commissione europea Antonio Tajani, responsabile per l´Industria e l´Imprenditoria, sui risultati del Consiglio europeo informale: "Le conclusioni del Consiglio europeo, che pongono al centro dell´agenda la necessità di rilanciare crescita e competitività attraverso mercato interno, occupazione giovanile e Pmi, sono in linea con le priorità della Commissione e, in particolare, con l´azione da tempo intrapresa nel contesto della nuova politica per le imprese e l´industria europea." E´ quanto ha dichiarato il Vice Presidente della Commissione europea Antonio Tajani, commentando i risultati del Vertice informale del 30 gennaio. "Bisogna fare ogni sforzo per accelerare l´attuazione, a tutti i livelli, dei principi dello Small Business Act, puntando su un maggiore accesso al credito, lotta alla burocrazia e internazionalizzazione. Si deve lavorare ulteriormente affinché le Pmi beneficino maggiormente del potenziale del mercato interno che ha ancora troppi ostacoli e vincoli burocratici; cosi come vanno sostenuti gli sforzi delle imprese per andare sui mercati emergenti, anche attraverso una politica commerciale meno ingenua che garantisca un´effettiva parità di regole del gioco. La politica deve fare scelte precise, concentrando le risorse per promuovere una leadership Europea nella terza rivoluzione industriale, creando nuovo lavoro per i giovani attraverso efficienza energetica, spazio, tecnologie chiave abilitanti e infrastrutture strategiche, quali Galileo o le reti intelligenti. Cosi com´è essenziale utilizzare le risorse per il rafforzamento degli strumenti per l´accesso al credito alle Pmi. Dopo aver avviato una solida governance europea sulla disciplina dei bilanci, ora l´Europa sta finalmente mettendo la barra verso un ritorno all´economia reale e alle Pmi che sono alla base di qualsiasi strategia per la crescita e l´occupazione."  
   
   
RELAZIONE SPECIALE DELLA CORTE DEI CONTI EUROPEA: “L’ASSISTENZA FINANZIARIA DELL’UE HA MIGLIORATO LA CAPACITÀ DELLA CROAZIA DI GESTIRE I FONDI DI POST-ADESIONE?”  
 
Lussemburgo, 2 febbraio 2012 -L’assistenza preadesione dell’Ue ha lo scopo di aiutare i paesi candidati a rafforzare la propria capacità amministrativa, preparandoli così a gestire i fondi Ue di maggior entità cui avranno accesso una volta divenuti Stati membri. A partire dal 2007, l’assistenza alla Croazia è ammontata a 150 milioni di euro l’anno. La relazione n. 14/2011 della Corte dei conti europea esamina se l’assistenza preadesione dell’Ue abbia efficacemente sostenuto la preparazione della Croazia alla gestione dei fondi Ue dopo l’adesione. L’audit è stato incentrato su due aspetti principali: 1. La Commissione ha pianificato l’assistenza dell’Ue in modo da aiutare in maniera soddisfacente la Croazia a prepararsi a gestire i fondi Ue dopo l’adesione? 2. I progetti finanziati dall’Ue hanno raggiunto i risultati voluti in ordine al rafforzamento della capacità della Croazia di gestire i fondi dell’Ue? I risultati dell´audit sono basati su un’analisi dei documenti relativi alla programmazione e all’attuazione dell’assistenza preadesione, sull’audit di un campione di 16 progetti, su colloqui con personale della Commissione nonché colloqui con personale dei ministeri croati, di agenzie ed autorità regionali e locali che partecipano alla gestione dei fondi Ue. La Corte ha constatato che: l’assistenza finanziaria destinata a soddisfare le necessità della Croazia in materia di rafforzamento della capacità è stata adeguatamente pianificata dalla Commissione e dalle autorità croate; l’assistenza dell´Ue ha contribuito in maniera importante allo sviluppo della capacità della Croazia di gestire i fondi post-adesione, anche tramite l’apprendimento attraverso la pratica; l’attuazione nel settore dello sviluppo rurale ha sofferto di bassi tassi di assorbimento; i risultati che si volevano ottenere da alcuni progetti non sono ancora sicuri, e l’audit ha individuato una serie di questioni chiave al riguardo; sono state prese alcune misure importanti per rafforzare l’organismo anti-corruzione, ma rimangono aperte sfide considerevoli; malgrado vi siano ancora margini di miglioramento, la Commissione ha senza dubbio tratto insegnamenti preziosi dai precedenti allargamenti, il che ha reso più efficace l’assistenza alla Croazia. La Corte formula una serie di raccomandazioni volte ad aiutare la Commissione e le autorità croate a rendere l’assistenza dell’Ue ancora più efficace. La Commissione e le autorità croate dovrebbero: assegnare una più alta priorità allo sviluppo di capacità in tema di appalti, tramite l’attuazione di programmi formativi (sia teorici che pratici); adottare più iniziative per soddisfare i bisogni di rafforzamento della capacità a livello regionale e locale; costituire un portafoglio di progetti maturi in modo da essere in grado di assorbire pienamente i finanziamenti più ingenti che saranno disponibili dopo l’adesione; e potenziare le misure anti-corruzione.  
   
   
UE-CINA: 2012 ANNO DEL DIALOGO INTERCULTURALE  
 
Bruxelles, 2 febbraio 2012 – L´unione europea-Cina 2012 Anno del dialogo interculturale è stato ufficialmente lanciato ieri da Androulla Vassiliou, Commissario europeo per l´Istruzione, cultura, multilinguismo e la gioventù, e Cai Wu, ministro della Cultura della Repubblica Popolare Cinese . L´anno vedrà un gran numero di eventi e progetti ospitati dagli Stati membri dell´Ue e della Cina, con l´obiettivo di rafforzare il dialogo interculturale e la comprensione reciproca attraverso scambi culturali e le persone-i contatti interpersonali. Ue-cina Anno del dialogo interculturale offre anche opportunità per le istituzioni culturali cinesi e dell´Unione europea, organizzazioni e altri soggetti interessati per stabilire e sviluppare una cooperazione strutturata e sostenibile nel corso del 2012 e oltre. La cerimonia di apertura ufficiale ha avuto luogo presso il Centro delle Belle Arti (Bozar) di Bruxelles. Il Commissario Vassiliou e il Ministro Cai Wu hanno svolto i discorsi di apertura, insieme a Uffe Elbæk, il ministro danese della Cultura, in rappresentanza della Presidenza dell´Ue, e Crescenzio Rivellini, Presidente della delegazione del Parlamento europeo per le relazioni con la Cina. I cinesi Dance Company Guangdong Moderna e Rosas, il famoso ensemble creato dal coreografo belga Anna Teresa de Keersmaeker, si è esibito per gli invitati del settore culturale, autorità pubbliche e circoli diplomatici. Una conferenza di lancio dell´Anno si svolgerà il 2 febbraio e concentrarsi sulle prospettive per il rafforzamento della cooperazione Ue-cina. Relatori europei e cinesi si propongono una serie di progetti sostenuti dalla Commissione Europea per promuovere la comprensione reciproca tra l´Ue e la Cina. La conferenza riunirà responsabili politici, artisti, intellettuali e rappresentanti delle istituzioni culturali degli Stati membri dell´Ue e della Cina.  
   
   
CONCENTRAZIONI: LA COMMISSIONE VIETA LA PROPOSTA DI FUSIONE TRA DEUTSCHE BöRSE E NYSE EURONEXT  
 
Bruxelles, 2 Febbraio 2012 - La Commissione europea ha contestato, con regolamento europeo sulle concentrazioni nel progetto di fusione tra Deutsche Börse e Nyse Euronext, come avrebbe creato un monopolio virtuale per le transazioni in borsa a livello internazionale, europeo strumenti finanziari derivati. Insieme, le due borse di controllo oltre il 90% delle transazioni mondiali su questi prodotti. L´indagine della Commissione ha dimostrato che nuovi concorrenti sarebbe stato improbabile per vincere abbastanza per raggiungere il mercato ad essere una minaccia credibile competitiva per la nuova entità. Le società hanno proposto di vendere alcuni asset e il libero accesso alla loro camera di compensazione per alcune categorie di nuovi contratti, ma nel complesso, gli impegni non sono stati sufficienti a risolvere problemi di concorrenza. Joaquín Almunia, vicepresidente della Commissione responsabile della Concorrenza, ha dichiarato a questo proposito: " La fusione tra Deutsche Börse e Nyse Euronext avrebbe comportato un quasi - monopolio sul mercato internazionale dei derivati ​​finanziari in Europa. Questi mercati sono al centro del sistema finanziario ed è essenziale che ´ non rimanere competitivi nel ´ interesse del ´ tutto ´ economia europea. Abbiamo cercato di trovare una soluzione, ma i rimedi proposti sono stati largamente insufficienti a risolvere i problemi. " Piattaforma Eurex di Deutsche Börse, e Liffe, gestita da Nyse Euronext, sono le due principali borse del mondo per le transazioni in derivati ​​finanziari garantiti da sottostante Europa. Sono in concorrenza diretta e ciascuno è l´altro concorrente principale. L´operazione proposta avrebbe messo fine a questa competizione globale e ha creato un monopolio virtuale per molte classi di attività, che potrebbero causare lesioni agli utenti di prodotti derivati ​​oltre che l´economia europea nel suo complesso. La scomparsa di una vera e propria pressione competitiva sul mercato che i clienti non sarebbero più in grado di godere di una concorrenza sui prezzi. Questo potrebbe anche avere effetti negativi sulla innovazione in un settore in cui l´esistenza di un mercato competitivo è essenziale sia per le piccole e medie imprese e per le imprese più grandi. Sintesi delle conclusioni della Commissione 1. Mercato rilevante L´analisi della Commissione si è concentrata sugli effetti che la fusione proposta sui mercati dei derivati ​​in Europa (tassi di interesse europeo, derivati ​​su azioni e derivati ​​su indici azionari individuali) negoziati. Non ha riscontrato gravi problemi di concorrenza in altre aree quali i servizi di quotazione e negoziazione di azioni in contanti e post-negoziazione attività. I derivati ​​sono contratti finanziari il cui valore deriva da un´attività sottostante (ad esempio, i tassi di interesse o di azioni). Le aziende e gli istituti finanziari utilizzati per gestire il rischio finanziario. Essi sono utilizzati anche come veicoli di investimento da parte degli investitori retail e istituzionali - compresi i fondi pensione e fondi comuni che investono per conto dei consumatori finali. Vedere Memo/12/60 I derivati ​​possono essere scambiati o over-the-counter. Contratti derivati ​​scambiati sono altamente liquidi, di importo relativamente piccolo (100 000 euro per transazione) e le cui condizioni generali sono standard completamente giuridico ed economico. Strumenti derivati ​​negoziati over the counter, a loro volta, i contratti in genere molto più grande (dell´ordine di 200 milioni di euro per transazione), i termini e le condizioni legali e si basano su necessità economiche. L´indagine ha mostrato che i negoziati in borsa o derivati ​​over-the-counter non sono generalmente considerati intercambiabili dai clienti in quanto sono utilizzati per diversi scopi e in contesti diversi. Inoltre, alcuni operatori di borsa hanno mandati diversi non permettono loro di intervenire sul mercato Otc, per motivi di gestione del rischio. 2. Quasi-monopolio per i derivati ​​finanziari negoziati europei Piattaforma Eurex di Deutsche Börse, e Liffe, gestita da Nyse Euronext, sono le due principali borse del mondo per le transazioni in derivati ​​finanziari garantiti da sottostante Europa. Sono in concorrenza diretta e ciascuno è l´altro concorrente principale. L´operazione proposta avrebbe messo fine a questa competizione globale e ha creato un monopolio virtuale per molte classi di attività, che potrebbero causare lesioni agli utenti di prodotti derivati ​​oltre che l´economia europea nel suo complesso. La scomparsa di una vera e propria pressione competitiva sul mercato che i clienti non sarebbero più in grado di godere di una concorrenza sui prezzi. Questo potrebbe anche avere effetti negativi sulla innovazione in un settore in cui l´esistenza di un mercato competitivo è essenziale sia per le piccole e medie imprese e per le imprese più grandi. Mentre altre società, tra cui Chicago Mercantile Exchange (Cme), fornire servizi analoghi a livello internazionale, ma la loro attività è solo marginale nelle classi di attività coinvolte. L´inchiesta ha rivelato che a causa di significative barriere all´ingresso, nessun altro giocatore sarebbe in grado di sviluppare un volume sufficiente di attività in strumenti finanziari derivati ​​per il mercato europeo rimane competitivo. Eurex e Liffe operare tra silos verticali chiuse le loro borse a loro propria stanza di compensazione. La fusione avrebbe portato in un silo verticale singola, rendendo il commercio e la compensazione di oltre il 90% delle transazioni mondiali dei prodotti europei strumenti derivati ​​negoziati. Sarebbe stato difficile per qualsiasi nuovo giocatore di entrare nel mercato perché i clienti avrebbero esitato a commercio dei derivati ​​di questo tipo di un´altra borsa per i benefici legati al risarcimento dei contratti di simile in una singola stanza di compensazione. Pertanto, le dinamiche di mercato avrebbe rafforzato la posizione di monopolio del soggetto dopo la fusione, con conseguente aumento dei prezzi e riduzione degli incentivi a innovare. Le imprese hanno sostenuto che la concentrazione a vantaggio dei clienti attraverso una maggiore liquidità. Tuttavia, è improbabile che l´operazione proposta fornisce direttamente tali prestazioni. In passato, la concorrenza - e non il rafforzamento degli scambi - che ha portato guadagni in contanti. Le società sostengono inoltre che clienti devono fornire meno garanzie per i titoli. I benefici, comunque, dovrebbe essere inferiore a quanto sostenuto dalle società partecipanti alla fusione e potrebbe essere raggiunto in parte, senza l´operazione. In ogni caso, nessuno dei guadagni di efficienza sarebbe stata abbastanza grande da compensare i danni causati ai clienti dalla fusione. I potenziali benefici sarebbero, inoltre, non suscettibili di essere trasferiti ai clienti completamente a causa della creazione di un quasi-monopolio. 3. Rimedi offerti dalle due compagnie Le due società hanno proposto di vendere i prodotti del magazzino unico europeo che Liffe sarebbe in concorrenza con quelli di Eurex. Tuttavia, i beni trasferiti sarebbero troppo piccoli e non varia abbastanza per essere praticabile da soli. Per quanto riguarda i prodotti europei derivati ​​da tassi di interesse, più importante commercialmente, le aziende hanno offerto di vendere i prodotti che si sovrappongono, ma solo per aprire la radura della società uniti per alcune categorie di "nuovi" contratti. Queste misure sono state considerate inadeguate, soprattutto perché non si estendeva agli attuali prodotti della concorrenza. La fattibilità e l´efficacia delle azioni correttive relative all´accesso fu anche una delle maggiori preoccupazioni. La Commissione ha quindi avuto altra scelta se non concludere che l´operazione «ostacolerà in maniera significativa una concorrenza effettiva nel mercato nazionale o una parte sostanziale di esso" (art. 2, comma 3, del regolamento di concentrazioni) e ha vietato l´operazione. Passaggi precedenti La fusione è stata notificata 29 Giu 2011. Il 4 agosto 2011, la Commissione ha deciso di aprire un´inchiesta. Il termine per l´adozione di una decisione è stata estesa due volte per valutare le azioni correttive. Le parti sono state informate in una comunicazione degli addebiti inviata nel mese di ottobre 2011, la concentrazione notificata di grande preoccupazione e, in assenza di correttivi prescritti, può essere vietata. Per ulteriori informazioni sul caso, si veda: http://ec.Europa.eu/competition/elojade/isef/case_details.cfm?proc_code=2_m_6166    
   
   
UN’AGENZIA EUROPEA DI RATING, IL BLOCCO DELL’ALLARGAMENTO EUROPEO, NUOVE REGOLE DI ARMONIZZAZIONE DELLE DOGANE, FONDI EUROPEI URGENTI A SOSTEGNO DELLE IMPRESE, UN PATTO CON IL SISTEMA BANCARIO PER LA CRESCITA SOCIALE  
 
Milano, 2 febbraio 2012 - “Sono urgenti e necessarie delle riforme europee fondamentali”, dice l’on. Cristiana Muscardini, Vicepresidente della Commissione per il Commercio Internazionale del Parlamento europeo, “L’eurozona è sotto attacco anche perché probabilmente tanto la moneta unica quanto l’attività dell’Ue non coincide con i disegni dei ‘padroni’ della finanza internazionale. Di questo e di come la salvezza dell’Europa non possa e non debba essere un asse Francia-germania, ma una reale cooperazione paritetica di sviluppo tra tutti gli Stati europei sulla base di principi politici, economici e sociali urgenti da condividere concretamente per poter fronteggiare le grandi sfide del mercato globale , si parlerà a Milano , in data 3 febbraio, dalle ore 15.30 alle 18.00 al Palazzo delle Stelline in Sala Pirelli. Si tratta di un incontro aperto al pubblico. “Intendiamo dare un segnale forte e chiaro,” spiega l’on. Cristiana Muscardini, ” l’Unione Europa ha bisogno di un cambiamento radicale altrimenti l’Unione Europea non sarà più tale ma verrà fagocitata da grandi speculazioni e depauperata e distrutta da una cecità politica che non progetta scelte strategiche a lungo termine. E’ una conferenza organizzata da New Direction (Fondazione per le Riforme europee) e R.e.s. (Raggruppamento Europa Sociale) in collaborazione con il Gruppo Conservatori Riformisti del Parlamento europeo. Il titolo è “Il rilancio dell’economia attraverso la difesa della competitività europea”. “Le nostre aziende europee,” sottolinea l’on. Cristiana Muscardini,” che sono soprattutto piccole e medie, agricole, industriali e di servizi, sono sotto attacco e la politica abbiamo il dovere di prendere provvedimenti adeguati e coraggiosi che cambino la situazione al più presto. Occorre un’Agenzia di rating europea, l’utilizzo di fondi europei strutturali di coesione sociale deve essere mirato a fornire sgravi fiscali alle micro, piccole e medie imprese in tempi brevi perché queste rappresentano il nostro tessuto economico e di sviluppo. E’ necessario bloccare l’allargamento dell’Unione Europea fino a che non sarà raggiunto il consolidamento dell’attuale Unione e concordare una reale politica economica dell’Unione Europea che sostenga concretamente la politica monetaria e che non dia fondi alle banche solo per salvarle, ma dia fondi al sistema bancario al fine di agevolare l’accesso al credito delle imprese, che va monitorato, e per consentire l’inserimento nel mercato del lavoro ai giovani con detassazioni e una politica fiscale su principi condivisi nell’Unione europea. L’armonizzazione del sistema doganale rappresenta ad esempio l’anello di congiuntura fra le distorsioni del mercato internazionale e la lotta alla frode fiscale e alla contraffazione e serve una urgente integrazione ed armonizzazione fiscale, doganale con regole sinergiche tra i vari Stati dell’Unione europea perché non vi siano scorrettezze nel mercato interno”. La Fondazione New Direction ha come presidente onorario la baronessa Margaret Thatcher e questa fondazione , - che ha sede già in 14 Stati dell’Unione Europea (Regno Unito, Francia, Belgio, Olanda, Germania, Austria, Repubblica Ceca, Polonia, Svezia, Lituania, Lettonia, Slovacchia, Ungheria, Croazia) e in Turchia -, viene per la prima volta in Italia, segno che la politica dei Riformisti conservatori si sta aprendo sempre più al dialogo in un momento come questo di grave crisi economica. “Proprio il dialogo salverà l’Europa: un dialogo costruttivo senza paraocchi ed egoismi nazionali, tra politici preparati ed eticamente impegnati a sostenere progetti ed iniziative che non siano a breve termine”, sottolinea l’on. Cristiana Muscardini. I relatori oltre all’ on. Cristiana Muscardini che evidenzierà le attività della Commissione per il Commercio Internazionale del Parlamento europeo, sono l’on. Geoffrey Van Orden, Vicepresidente Presidente della Fondazione New Direction; l’on. Enzo Raisi, imprenditore, parlamentare della Camera di deputati , componente della Commissione Attività produttive, commercio, turismo, e responsabile nazionale Fli ; l’on. Charles Tannock, Commissione Attività Produttive del Parlamento europeo e Portavoce Affari esteri, Camera dei Deputati del Partito Conservatore Britannico; Mario Vigo, imprenditore, Presidente di Innovagri, componente del Consiglio di Amministrazione della Banca Popolare di Lodi-gruppo Banco Popolare; l’on. Shane Frith, Direttore della Fondazione New Direction ; modera Arnaldo Ferragni, Presidente onorario R.e.s.  
   
   
TRENTO: IL PRESIDENTE DELLAI HA INCONTRATO IL CONSOLE GENERALE AUSTRIACO SIGRID BERKA FRA I TEMI DISCUSSI GECT ED EUROREGIONE  
 
 Trento, 2 febbraio 2012 - Ieri il Presidente Dellai ha ricevuto nel suo ufficio la Console generale d´Austria a Milano signora Sigrid Berka, con la quale s´è intrattenuto in un cordiale colloquio nel corso del quale sono stati esaminati molti argomenti di interesse comune. "Non è un caso se i rapporti tra l´Austria e il Trentino sono molto forti e stretti – ha tra l´altro detto il Presidente Dellai. – Abbiamo infatti una storia in comune e legami molto particolari, che oggi si concretizzano ad esempio nel Gect, in quell´Euroregione transnazionale che vede il Trentino, appunto, l´Alto Adige e il Tirolo collaborare assieme non solo a livello istituzionale, ma anche a livello delle scuole, delle associazioni, delle università e dei centri di ricerca." La signora Berka, per parte sua, s´è detta grata per l´accoglienza ricevuta in Trentino: "Ho in programma visite frequenti e quindi avremo modo di vederci ancora e di collaborare su molte tematiche comuni". Il Presidente Dellai, sollecitato da una specifica domanda del Console austriaco, ha ribadito che, per quel che riguarda la difesa dello Statuto di autonomia e la trattativa che si sta per aprire con il governo Monti, "il Trentino e l´Alto Adige hanno elaborato una posizione comune, che è poi la posizione che il collega Durnwalder ha esplicitato nel suo recente incontro con le autorità austriache di Vienna. Noi avvieremo la trattativa con il governo italiano con l´obiettivo di difendere la nostra Autonomia e di veder rispettati i contenuti dell´Accordo di Milano. Vogliamo partecipare al riequilibrio delle finanze italiane, e infatti già lo stiamo facendo, ma chiediamo che ciò avvenga nel rispetto dello Statuto e delle nostre specificità già confermate anche dalla Corte Costituzionale". Per quel che riguarda l´Euregio, Dellai ha sottolineato come la nascita ufficiale del Gect costituisca "un evento importante non solo per il Trentino, l´Italia e l´Austria, ma soprattutto per l´Europa. Adesso però l´Euroregione, da patrimonio consolidato delle istituzioni, deve diventare patrimonio dei popoli, vissuto dalla cultura, dall´economia, dalla ricerca, dalle scuole e dai giovani". Per quel che riguarda, invece, lo specifico dei rapporti economici, sia il presidente Dellai sia il Console Berka hanno convenuto, cifre alla mano, che i canali di interscambio trentino-austriaci, che sono già molto profondi, dovranno essere ulteriormente rafforzati: "Sono 570 le imprese trentine che hanno rapporti economici di diverso titolo con il mercato austriaco – ha detto Dellai: – noi contiamo di estendere questi scambi anche alla ricerca e all´innovazione, per uscire assieme dalla crisi economica globale ancora più forti di prima." L´incontro, dopo il tradizionale scambio di doni, è poi proseguito alla presenza dell´assessore alla cultura, rapporti europei e cooperazione Franco Panizza, al quale la signora Berka ha chiesto notizie in merito alle iniziative in progetto per celebrare i cento anni dalla prima guerra mondiale, "per le quali penso sia utile e necessario avere un centro di coordinamento unico". "La Provincia autonoma di Trento – ha risposto Panizza, – che come ben si sa comincerà le celebrazioni nel 2014, un anno prima che nel resto d´Italia, s´è già dotata di un apposito Comitato ufficiale, nel quale in rappresentanza dell´Austria è presente la Croce Nera Austriaca, e di un Comitato operativo guidato dal dott. Lorenzo Baratter. Sono già molte le iniziative previste sul nostro territorio, alcune delle quali prevedono già il coinvolgimento della vostra Croce Nera, specie per quel che riguarda il recupero e la gestione dei cimiteri di guerra. Ma il nostro vuole essere un progetto aperto, in grado di attrarre anche altre proposte e altre iniziative, quindi siamo pronti ad accogliere e a far nostra la vostra richiesta di un punto di coordinamento unico". Il 24 e il 25 febbraio sono in programma gli Stati Generali dei festeggiamenti del centenario e la signora Sigrid Berka è stata fin d´ora invitata a essere presente e a tenere un intervento ufficiale. Panizza ha tra l´altro ricordato come "il Trentino si sia fatto carico non solo di restaurare e di rendere nuovamente fruibili agli appassionati di storia, di cultura e di ambiente le fortezze, i reperti e le costruzioni belliche austriache, e italiane, esistenti sul nostro territorio, ma si è fatto anche parte diligente per chiedere che tutte le strutture storiche austriache esistenti in tutta Europa vengano quanto prima considerate ufficialmente patrimonio storico e culturale dell´Unesco. Solo così gli insegnamenti che ci vengono dalla storia di cento anni fa si possono tradurre, oggi, in occasioni di conoscenza e di crescita per i giovani, ma anche in una riqualificazione di quel turismo culturale e intelligente che oggi è sempre più diffuso". L´assessore Panizza ha infine ricordato che il canale privilegiato che lega il Trentino con l´Austria è la presenza a Vienna, presso l´Accademia delle Scienze, di una nostra ricercatrice, la dottoressa Maddalena Guiotto. "È per noi importante coltivare collaborazioni vicendevoli, perché questo è il solo nodo per fare dell´Euregio un vero laboratorio di convivenza e di crescita reciproca" Il Console Sigrid Berka ha ringraziato sia il presidente Dellai, sia l´assessore Panizza per l´apertura dimostrata alle sue richieste e s´è riproposta di mettere in agenda già a breve altri incontri per rendere fecondo questo rapporti di reciproca collaborazione.  
   
   
STATO-FVG: TONDO, SAPPIAMO GESTIRE UNA SPECIALITÀ RESPONSABILE  
 
 Trieste, 2 febbraio 2012 - "Nei rapporti con lo Stato il Friuli Venezia Giulia ha dimostrato di saper gestire una specialità responsabile e quindi chiede rispetto per questa autonomia sancita dalla Costituzione e interpretata come un servizio alla regione e a tutto il Paese". Il presidente della Regione Renzo Tondo, impegnato a Roma in questi giorni in una serie di incontri istituzionali, ha inquadrato in questi termini, nell´incontro con il ministro agli Affari regionali e al turismo Piero Gnudi, le richieste che il Friuli Venezia Giulia sta avanzando nei confronti del governo nazionale affinché intervenga a correggere le conseguenze negative che diversi provvedimenti adottati in sede nazionale negli ultimi mesi hanno prodotto sulla finanza regionale e su quella dello stesso Stato. Tondo ha ricordato al ministro che il Friuli Venezia Giulia sostiene con il proprio bilancio la spesa sanitaria, interviene direttamente nella realizzazione della terza corsia della A4, ha ridotto il debito regionale di 600 milioni in tre anni. "Abbiamo le carte in regola - ha rilevato il presidente - per segnalare le contraddizioni di certe norme che finiscono con creare danni alle casse regionali e statali". Tondo ha sottolineato il costo dei carburanti che favorisce l´esodo delle vetture soprattutto verso la Slovenia e, considerata la competenza del ministro sul turismo, ha illustrato le negative conseguenze della tassa di stazionamento delle imbarcazioni, ricevendo adesione alla richiesta di modifica presentata dalla Regione. Dopo aver presentato anche gli emendamenti sulla Imposta Municipale Unica e sull´addizionale per l´energia, il presidente ha sollecitato il riavvio dell´attività della commissione paritetica, in merito alla quale Gnudi ha preannunciato soluzioni in tempi brevi. E´ stata segnalata anche al ministro Gnudi l´urgenza di attivare il tavolo Stato-regione per reimpostare, alla luce della nuova situazione, i rapporti finanziari tra le due istituzioni. In mattinata il presidente Tondo, che attende per i prossimi giorni l´incontro con il ministro della Giustizia Paola Severino, ha partecipato ai lavori della Commissione per le politiche sociali con il ministro Elsa Fornero. Tra i vari argomenti toccati, le richieste delle Regioni per un aumento del Fondo nazionale per gli interventi nel sociale e delle risorse da destinare all´assistenza alle persone non autosufficienti hanno incontrato l´apertura del ministro ma anche l´illustrazione delle difficoltà attuali nel reperimento delle risorse.  
   
   
REGIONI-GOVERNO. CAPPELLACCI E LA SPISA: "AUTONOMIE SPECIALI UNITE A TUTELA DELLE PROPRIE COMUNITÀ. SULLE ACCISE PRONTI RICORSI ALLA CONSULTA"  
 
Cagliari, 2 febbraio 2012 - "E´ assolutamente necessario contrastare l´ondata di provvedimenti chiaramente indirizzati contro le prerogative delle regioni a Statuto speciale e delle province autonome. Si tratta di una deriva pericolosissima, che non tiene conto delle ragioni della specialità". È quanto affermato dal presidente della Regione, Ugo Cappellacci e dal vice presidente e assessore della Programmazione, Giorgio La Spisa, il 31 Gennaio dopo l´incontro tra Regioni e Governo. "Rappresenteremo questa fondamentale esigenza sia nel confronto con il Governo centrale - sottolineano Cappellacci e La Spisa - e sia nel dibattito presso la Conferenza delle Regioni". Le Regioni a statuto speciale e le Province autonome, coordinate dalla Regione Sardegna nella persona del vice presidente Giorgio La Spisa, si sono riunite a Roma questo pomeriggio per affrontare i problemi conseguenti alle ultime disposizioni di carattere finanziario approvate dallo Stato. In particolare hanno rilevato che: - Le accise sull´energia elettrica consumata nelle abitazioni passano da 47 decimillesimi di euro per Kwh a 227, quelle consumate nei luoghi diversi dalle abitazioni da 31 decimillesimi a 121. Questo aumento non è stato compensato, come nelle regioni a statuto ordinario, dalla contestuale soppressione delle addizionali sull’energia elettrica. E’ un provvedimento che tocca la carne viva dei cittadini e delle imprese residenti nei nostri territori ed è in sostanza una vera e propria tassa sulla specialità. - Nel decreto sulle liberalizzazioni si prevede che in virtù del maggior gettito fiscale generato nelle regioni a statuto speciale e province autonome dall´innalzamento dell’aliquota dell´accisa sull’energia elettrica si debbano recuperare 235 milioni di euro da destinare al pagamento dei debiti statali pregressi. - L´introduzione dell´Imu (sostitutiva dell´Ici) è stata prevista senza le norme di salvaguardia e di coordinamento tra la finanza statale, la finanza regionale e la finanza degli enti locali. Ciò determinerà minori entrate per la Regione (compartecipazione all´Irpef sugli immobili non locati), e i comuni non avranno garantiti i trasferimenti delle quote compensative Ici loro spettanti. - Tutto ciò si aggiunge a quanto già previsto dalla manovra finanziaria del Governo Monti che ha stabilito di corrispondere minori compartecipazioni ai territori ad autonomia differenziata per 860 milioni di euro. I rappresentanti delle autonomie hanno deciso di impugnare tutte queste norme e ricorrere alla Corte Costituzionale e contemporaneamente di presentare al Governo appositi emendamenti per correggerne gli effetti devastanti. In conclusione si è anche stabilito di chiedere un incontro urgente al Presidente delle Regioni Errani, perché rappresenti adeguatamente le particolari problematiche delle autonomie speciali.  
   
   
UNITÀ DI INTENTI DEVE GUIDARE VERSO RAPIDA APPROVAZIONE FINANZIARIA PER IL BENE DELLA SARDEGNA  
 
 Cagliari, 2 Febbraio 2012 - "La Finanziaria punta in modo deciso verso il rilancio e pur con risorse limitate, per i tagli imposti dal Governo nazionale, si concentra su lavoro, contrasto alla crisi, università, ricerca, innovazione e imprese. Stiamo costruendo una Regione sana dal punto di vista finanziario e gli stanziamenti previsti dalle entrate sono, erano e rimangono corretti. L´impegno è quello di migliorare destinando in modo più adeguato le risorse esistenti, indirizzandole verso gli obiettivi strategici dello sviluppo e velocizzando la spesa". È quanto affermato dal vice presidente della Regione e assessore della Programmazione, Giorgio La Spisa, in merito all´avvio della discussione della Finanziaria 2012 in Consiglio. "In una situazione di emergenza come quella che stiamo fronteggiando - riprende La Spisa - al di là delle legittime posizioni deve prevalere l´unità di intenti perché si approvi la Manovra nel più breve tempo possibile e prevalga il bene della Sardegna".  
   
   
BOLZANO, INCONTRO CON MONTI: NUOVO MODELLO DI FINANZIAMENTO DELL´AUTONOMIA  
 
Bolzano, 6 febbraio 2012 - Assunzione da parte della Provincia di oneri finanziari sostenuti dallo Stato in Alto Adige, rispetto dell’Accordo di Milano, compartecipazione con equità: sono alcuni dei punti centrali della proposta di ridefinizione dei rapporti finanziari del Governo con le Province autonome, discussa il 2 febbraio a Roma nel primo incontro tra il presidente del Consiglio Mario Monti e i presidenti della Provincia di Bolzano Luis Durnwalder e del Trentino Lorenzo Dellai. "Un incontro cordiale, obiettivo e soprattuto utile per la futura collaborazione", ha detto Durnwalder. ""Non siamo qui per chiedere privilegi ma il rispetto dello Statuto: il dialogo tra le autonomie e lo Stato va attivato non attraverso i ricorsi e le impugnazioni ma sulla base degli accordi sottoscritti": è quanto ha sottolineato il presidente Luis Durnwalder nel primo vertice a Palazzo Chigi con il premier Mario Monti. L´incontro è durato circa un’ora e ha sancito l´avvio di un tavolo di confronto sul finanziamento dell´autonomia che proseguirà a livello politico e tecnico sin dai prossimi giorni. Erano presenti, oltre al premier e ai due governatori, il ministro per i rapporti con il Parlamento Piero Giarda, il viceministro all´economia Vittorio Grilli e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Antonio Catricalà. Il presidente Monti ha chiarito il suo impegno a rispettare il particolare ordinamento istituzionale delle Province autonome previsto dallo Statuto: "Ci ha detto che nessuno vuole toccare le prerogative riconosciute all´autonomia - conferma Durnwalder - e noi abbiamo ribadito che faremo la nostra parte secondo il principio di responsabilità, in base alle regole dell´autonomia e a criteri di equità." I presidenti Durnwalder e Dellai hanno ricordato quanto già fatto dalle Province per risanare i conti dello Stato: “Con l’Accordo di Milano la Provincia di Bolzano già contribuisce a riequilibrare la finanza pubblica con 518 milioni di euro l’anno”, ha detto Durnwalder. I successivi tagli finanziari richiesti (le manovre estive del precedente Governo, il decreto Monti, le riserve all’erario) comportano per la Provincia nel 2012 un sacrificio di 611 milioni di euro. Ma le ultime misure sono state previste in modo unilaterale dallo Stato attraverso una legge ordinaria, hanno osservato i due governatori, e si pongono in contrasto con lo Statuto di autonomia, che prevede un accordo preventivo, e con le competenze riconosciute alle Province . "Monti ha riconosciuto che l´esigenza di intervenire in tempi rapidi con il decreto salva-Italia ha bypassato la negoziazione con le autonomie, ma ora è pronto a impostare un confronto per definire un accordo sul loro finanziamento", aggiunge il presidente della Provincia di Bolzano. Durnwalder e Dellai hanno consegnato al premier un documento con osservazioni e proposte per fissare in modo definitivo i futuri rapporti finanziari delle autonomie con lo Stato e il loro contributo al pareggio del bilancio. Il modello di assetto finanziario presentato, ferma restando l’entità complessiva del concorso al risanamento del deficit richiesto alla Provincia dalle manovre di governo, prevede modalità nuove. In particolare, l’eventuale assunzione in capo alle rispettive Province di oneri finanziari dello Stato, il rispetto dell’Accordo di Milano con la specifica norma finanziaria di attuazione e i necessari aggiornamenti, l’approvazione di quella sulla delega in materia di ammortizzatori sociali, la definizione delle competenze provinciali sui tributi erariali e locali, accordi chiari sulle riserve all’erario e sul patto di stabilità. “C’è l’esigenza di avere regole precise per salvaguardare il finanziamento dell’autonomia”, ha sintetizzato Durnwalder al termine del vertice. A Monti i governatori hanno illustrato l’ipotesi del trasferimento o della delega alla Provincia dei costi oggi a carico dello Stato in territorio altoatesino: in concreto, da un lato la Provincia si assumerebbe le spese di alcune funzioni attualmente pagate dallo Stato e dall’altro non sarebbe chiamata a concorrere a eventuali nuovi squilibri della finanza statale. L’assunzione degli oneri di competenza dello Stato in Alto Adige rappresenterebbe un alleggerimento del bilancio statale, che non dovrebbe più sostenere i costi per le Agenzie fiscali (Entrate e Demanio) e per gli altri servizi di sua competenza sul territorio provinciale. "L´incontro è stato di grande correttezza istituzionale, obiettivo e soprattutto utile - conclude il presidente della Giunta provinciale - c´è un governo tecnico disposto a discutere sugli aggiornamenti dell´autonomia e ad impostare un confronto su nuove basi. Se questa apertura resta, la collaborazione futura potrà essere buona."  
   
   
BOLZANO, NCONTRO CON MONTI: NORME DI ATTUAZIONE E UN INTERLOCUTORE PER L´AUTONOMIA  
 
Politica, 6 febbraio 2012 - Il vertice del 2 febbraio a Roma con il premier Mario Monti non è servito solo per discutere del finanziamento dell´autonomia: "Ho sottoposto al premier e ai ministri anche alcune questioni ancora aperte, tra cui le norme di attuazione, l´Autobrennero, il servizio postale", spiega il presidente della Giunta provinciale Luis Durnwalder. Con il collega Dellai ha chiesto al premier di individuare nel Governo una persona di riferimento nei rapporti con le autonomie. Un´ora di colloquio a Palazzo Chigi per impostare un tavolo di confronto Stato-province autonome: "Abbiamo chiesto una collaborazione aperta e un puntuale coinvolgimento di Alto Adige e Trentino - riferisce Durnwalder - e il primo passo sarà l´individuazione di una persona di riferimento all´interno del Governo." Nei prossimi giorni il premier Monti indicherà l´interlocutore che coordinerà i rapporti di Roma con Bolzano e Trento. Questo perchè gli argomenti sul tappeto non riguardano solo il futuro finanziamento dell´autonomia e la compartecipazione al risanamento del deficit pubblico: "Ci sono questioni di strigente attualità che da tempo attendono un chiarimento", ha spiegato Durnwalder nell´incontro con Monti e i ministri. Il Presidente della Provincia ha consegnato al premier uno specifico promemoria in cui si chiede al Governo un deciso appoggio per un rapido varo delle norme di attuazione sul terzo consigliere di Stato di lingua tedesca, sull´uso delle lingue nelle prove di selezione dei magistrati, sul riassetto organizzativo dell´ente Parco nazionale dello Stelvio. Al nuovo Governo si chiede anche la riconferma o la rinomina quanto prima della Commissione dei 6. Durnwalder ha ricordato anche tre proposte in attesa dei relativi provvedimenti di legge o dell´assenso del Governo: l´affidamento alla Provincia del servizio di distribuzione della posta in Alto Adige, con i relativi oneri, la stipula di un analogo accordo nel campo della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti, l´assunzione da parte della Provincia del finanziamento delle trasmissioni in lingua tedesca e ladina della Rai. Infine la questione del rinvio del termine della gara per l´assegnazione della concessione dell´Autobrennero. La proroga è fondamentale "per permettere a Stato e Province di discutere e individuare la soluzione migliore tenendo soprattutto in considerazione la tutela ambientale e il finanziamento trasversale per la costruzione del tunnel ferroviario del Brennero", ha concluso Durnwalder.  
   
   
SICUREZZA: IL 55% DEI ROMANI SI SENTE SICURO, SONDAGGI; IPSOS: «CRESCE GRADIMENTO ROMANI PER SERVIZI COMUNALI»  
 
Roma, 2 febbraio 2012 - Cresce il gradimento dei cittadini romani per i principali servizi erogati dall’Amministrazione capitolina. Secondo l’ultima rilevazione effettuata fra il 13 e il 14 gennaio su un campione di 1000 interviste dalla Ipsos di Nando Pagnoncelli, la valutazione complessiva dei servizi comunali è aumentata di 3 punti, passando da 44 di ottobre scorso a 47 di quest’ultima rilevazione. Nello specifico, questa è la tabella di riferimento:
La Valutazione Dei Servizi Comunali
La soddisfazione per i servizi offerti\erogati dall´amministrazione comunale (trend: indice di soddisfazione: scala 0-100) gen-12 ott-11 mar-11 Diff gen 12/ott 11 Diff gen 12/mar 11
Attività culturali 59 55 55 4 4
Anagrafe/sportelli Municipio 56 53 55 3 1
Cura monumenti ed arte 53 54 54 -1 -1
Scuole pubbliche comunali 49 42 49 7 0
Mense e refezione scolastica 48 48 50 0 -2
Cura/manutenzione del verde 43 42 42 1 1
Operato vigili urbani 43 41 44 2 -1
Assistenza anziani 40 40 40 0 0
Valutazione complessiva 47 44 46 3 1
Soddisfazione Complessiva: Comune E Municipalizzate (trend: indice di soddisfazione: scala 0-100) gen-12 ott-11 mar-11 Diff gen 12/ott 11 Diff gen 12/mar 11
Servizi Comune 47 44 46 3 1
Atac 45 39 41 6 4
Ama 45 41 41 4 4
Acea 68 67 64 1 4
Nella rilevazione, inoltre, è stata anche affrontata la tematica della sicurezza: il 55% degli intervistati si sente molto/abbastanza sicuro, contro il 44% che si sente poco/per nulla sicuro.
 
   
   
MILANO, NUOVE GENERAZIONI. AUMENTATI DEL 39% I CITTADINI ITALIANI TRA I DICIOTTENNI FIGLI DI STRANIERI, NATI IN ITALIA  
 
Milano, 2 febbraio 2012 - Nel 2011 sono aumentate del 39,1% le concessioni di cittadinanza da parte del Comune di Milano ai ragazzi figli di stranieri nati in Italia . Nel 2011 sono state inviate 479 lettere: hanno chiesto la cittadinanza in 458, 267 maschi e 191 femmine. Nel 2012 le lettere saranno 642. Sono i dati della campagna “Una finestra sui tuoi diritti”, presentati oggi a Palazzo Marino dagli assessori alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino e ai Servizi civici Daniela Benelli. L’assessore Majorino ha scritto a tutti i diciottenni, figli di cittadini stranieri, nati in Italia che, dopo 18 anni di permanenza nel nostro Paese, possono avere automaticamente riconosciuta la cittadinanza italiana. “Il 5 febbraio la legge sulla cittadinanza compie vent’anni e penso sia l’ora di mandarla in pensione: è l’unica baby pensione che auspico”. Così l’assessore Majorino ha salutato il successo della prima edizione della campagna “Una finestra sui tuoi diritti”. “L’ottimo risultato ottenuto – ha continuato Majorino – ci sprona ad andare avanti su questa strada, anche rispetto alla cittadinanza onoraria, una questione già messa in atto da altri Comuni e che intendiamo portare in Consiglio comunale”. Nel 2009 sono state concesse 267 nuove cittadinanze, nel 2010 ne sono state concesse 329 su 482 aventi diritto, nel 2011 458 su 479. I nuovi italiani del 2011 appartengono prevalentemente alle comunità filippina (163 ragazzi), egiziana (105), cinese (94) e peruviana (22). La Lombardia si conferma la prima Regione per numero di alunni con cittadinanza non italiana: sono 173.051 (a livello nazionale 711.046), pari al 24,3% degli iscritti nelle scuole lombarde. “I ragazzi di seconda o terza generazione – ha dichiarato l’assessore ai Servizi civici Daniela Benelli – sono un esempio lampante di come l’integrazione funzioni bene e abbiamo il dovere di riconoscere loro una cittadinanza che lo è già di fatto. Questi giovani sono un’importante risorsa, perché sono ottimi mediatori con le comunità straniere cui appartengono e perché vivono quella condizione di doppia appartenenza che costituisce un fattore di innovazione essenziale per la nostra società. La Milano futura, con l’arricchimento delle tante persone provenienti da tutto il mondo, è sempre di più una città internazionale e multietnica. Questa Amministrazione – ha concluso l’assessore Benelli – è impegnata nel valorizzare tutto questo, cercando di spegnere quel clima di paura e indifferenza che nel passato ha fatto tanti danni”. I diciottenni figli di cittadini immigrati, nati in Italia possono chiedere la cittadinanza in base all’articolo 4, comma 2, della legge 91 del 1992. La norma offre la possibilità di chiedere la cittadinanza solo per un anno di tempo: una volta compiuti i 19 anni, questa finestra si chiuderà e per ottenerla ci si può rivolgere solo al Ministero dell’Interno, tramite la Prefettura, con tempi e costi decisamente più impegnativi. “Purtroppo – ha spiegato Majorino – la legislazione italiana è una delle più arretrate e rende molto difficile l’ottenimento della cittadinanza: questo è un tema cruciale che coinvolge responsabilità amministrative nazionali e locali. Il Comune di Milano si vuole impegnare in questo senso perché, come ci dicono dal servizio Anagrafe, sono molto pochi i giovani che sanno di avere questa possibilità”. La campagna “Una finestra sui tuoi diritti” è uno dei frutti del lavoro della task force composta da giovani stranieri nati e residenti a Milano, creata dall’assessorato alle Politiche sociali, che è di supporto all’Amministrazione nella definizione delle politiche riguardanti le Seconde Generazioni.  
   
   
GIOVANISÌ, LAVORARE ALL’ESTERO: AL VIA IL BANDO PER I VOUCHER TRANSNAZIONALI  
 
Firenze, 2 febbraio 2012 – Lavorare all’estero come opportunità di crescita professionale e culturale. Questo l’obiettivo al quale punta la Regione che ha finanziato con 500 mila euro per il 2012, grazie ai fondi Fse per la transnazionalità, un bando per la concessione di voucher individuali per sostenere la realizzazione di progetti di stage professionali presso aziende, private o pubbliche, in un paese estero. “Favorire la mobilità internazionale – spiega l’assessore alle attività produttive, lavoro e formazione Gianfranco Simoncini – è un modo per rafforzare le competenze tecniche, perfezionale la conoscenza delle lingue, realizzare un’esperienza di crescita professionale in un contesto internazionale. E’ uno strumento che ha dato positivi risultati sia per quanto riguarda l’inserimento nel mercato del lavoro di giovani, sia per la qualificazione di chi già lavora. Per questo abbiamo pensato di estendere, con questo bando concepito anche in coerenza con il progetto Giovanisì, la platea di coloro che possono beneficiare del contributo, rendendolo possibile, anche per coloro che lavorano a tempo determinato o con contratto atipico, come pure per i lavoratori in cassa integrazione o mobilità che non abbiamo compiuto 40 anni”. Accanto a queste categorie (atipici, tempi determinati, cassintegrati o lavoratori in mobilità purchè under 40), per la prima volta possono accedere al contributo per la mobilità internazionale anche i giovani (in questo caso non devono avere compiuto 35 anni di età), residenti in Toscana, inoccupati o disoccupati, in possesso di qualifica professionale, diploma o laurea. Grazie al voucher della Regione sarà possibile coprire le spese per il viaggio andata e ritorno, per alloggio, trasporto locale e assicurazione. I progetti possono durare da un minimo di un mese fino ad un massimo di 6 mesi continuativi e dovranno avere avvio dal prossimo settembre 2012. Le domande potranno essere presentate a partire da oggi e fino al 31 marzo 2012, alla Regione, Ufficio Transnazionalità e mobilità, via Pico della Mirandola 24, 50132 Firenze (lunedì, mercoledì, venerdì 9.30-13) o inviate per raccomandata. Il bando per i voucher si inserisce all’interno delle politiche cui la Regione ha destinato, con il programma operativo toscano del Fondo sociale europeo 2007-2013, complessivamente circa 26 milioni di euro. Servono per far muovere non solo i lavoratori, ma anche studenti, apprendisti, imprenditori, insegnanti. Ad oggi i destinatari sono stati oltre 5000, per un finanziamento complessivo di circa 14 milioni di euro. “La dimensione internazionale è un fattore indispensabile di arricchimento del nostro capitale umano e credo che mai come in questa fase servano stimoli e fattori propulsivi per innescare una ripresa duratura. Anche dallo scambio di esperienze e conoscenze e dall’intreccio fra culture diverse possono venire stimoli per aumentare la qualita’ del lavoro e la competitivita’ del sistema economico”. Http://www.regione.toscana.it/regione/multimedia/rt/documents/
2010/10/20/66236bb477efd688352446fe9292c7b1_dd5016
bandoprogettitransnazionaliallegato1.pdf
 
 
   
   
IMMIGRAZIONE: IL TRENTINO SI CONFERMA TERRA DI CONVIVENZA  
 
Trento, 2 febbraio 2012 - Sono 48.622 i cittadini immigrati che risiedono in Trentino al primo gennaio 2011. La percentuale, sul totale della popolazione residente, è pari al 9,2%. La crisi tuttavia fa sentire i suoi effetti anche in questo settore: l’aumento dei residenti stranieri in Trentino, nel 2011, è calato rispetto all´anno precedente, attestandosi ad un +5,6%, un dato inferiore anche alla media nazionale (che è pari a +7,9%). Le cifre, contenute nel decimo Rapporto annuale sull´immigrazione, elaborato dal Cinformi, sono state presentate ieri presso l´aula magna della Facoltà di Economia, a Trento, alla presenza dell´assessore provinciale alla solidarietà internazionale e convivenza Lia Giovanazzi Beltrami, dei dirigenti e tecnici del settore e degli esperti che hanno contribuito alla realizzazione del Rapporto. Il Trentino si conferma comunque una terra capace di elaborare - anche in anticipo rispetto al panorama nazionale - buone prassi sul versante dell´accoglienza, una terra che fa convivere le culture e le appartenenze e che valorizza il ruolo attivo dei "nuovi trentini", come riconosciuto ieri anche dal ministro Andrea Riccardi, a cui l´assessore Beltrami ha presentato il Piano provinciale per la convivenza. "In Trentino - ha sottolineato l´assessore nel suo intervento - non abbiamo abdicato, sul piano politico, rispetto al tema dell´immigrazione. Avere scelto di creare un assessorato ad hoc è stata di per sé una scelta importante. E´ stata inoltre molto importante l´integrazione fra i vari comparti dell´amministrazione provinciale e fra le diverse istituzioni, il contributo delle forze dell´ordine e della Questura, l´apporto delle realtà della società civile." Alla presentazione di stamani hanno preso parte il Dirigente del Servizio Politiche sociali e abitative della Provincia Luca Comper, Giuseppe Sciortino, sociologo dell´Università di Trento, Alessandro Martinelli, Direttore del Centro diocesano per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso e i curatori del Rapporto, Serena Piovesan e Paolo Boccagni dell´Università di Trento e Maurizio Ambrosini, docente dell´Università di Milano. L´occasione ha consentito in primo luogo di produrre una "fotografia aggiornata" dell´immigrazione in Trentino. Per quanto riguarda le provenienze dei “nuovi trentini”, al primo posto si collocano i cittadini originari della Romania con 8.545 presenze, seguiti da quelli dell’Albania , del Marocco e della Macedonia. Più di un quarto – circa 13.000 persone – è residente nel comune capoluogo. Quasi metà degli stranieri ha meno di 30 anni. Nelle scuole del Trentino si è passati dai 1.355 alunni con cittadinanza non italiana dell’anno scolastico 1998/99 agli 8.859 del 2010/11, con un’incidenza sul totale degli alunni passata dal 2% al 10,8%. Sul piano economico, nonostante la crisi, i segnali sono contrastanti: aumentano infatti contemporaneamente, come nel 2009, sia l’occupazione sia la disoccupazione dei lavoratori immigrati. Gli occupati nel 2010 crescono di 800 unità, pari a +4,2% rispetto al 2009. La stima del numero di disoccupati registra una crescita di 1.000 unità, pari a +47,6% rispetto al 2009. In crescita anche il lavoro autonomo. Molti i temi anche specifici emersi nel corso della mattinata, fra cui il benessere delle assistenti familiari, a cui e legato strettamente il benessere degli assistiti, e soprattutto la condizione delle seconde generazioni, che dagli studi sembrano sviluppare comunque un forte senso di appartenenza al Trentino. "Fra i nuovi impegni che ci siamo assunti - ha detto l´assessore Beltrami, richiamando anche l´incontro avuto ieri a Roma con il ministro Riccardi, - , la campagna sull´accoglienza dei profughi, per i quali abbiamo richiesto la possibilità di accedere a un anno di permesso di soggiorno per dimostrare il proprio status, la cittadinanza dei bambini, figli di immigrati, nati sul nostro suolo, la velocizzazione delle pratiche per il permesso di soggiorno, che oggi rappresentano un costo spesso esagerato a carico del richiedente. Lavorare in sinergia con il governo nazionale su queste tematiche ci dà molta più forza che in passato. Indispensabile anche la collaborazione fra le diverse realtà del tessuto sociale ed economico del Trentino, anche perché, ad esempio, un´impresa artigiana su 10 oggi è di un ´nuovo trentino´, e analoghe percentuali le ritroviamo anche in altri settori. Cresce inoltre la presenza di persone di origini straniere nelle associazioni di volontariato, come i Vigili del fuoco volontari e la Croce rossa. Importante infine la collaborazione con la Diocesi,che con iniziative come la Festa dei popoli, crea ´tessuto´, coesione, e favoriscono il dialogo interreligioso. Per queste ragioni Il ministro ha assicurato una sua prossima visita al Trentino, per partecipare al Forum sulla solidarietà internazionale, ma anche per incontrare le associazioni di nuovi trentini, realtà che dimostrano come si possa conservare un´appartenenza alla propria cultura di origine senza chiudersi in ´difesa´ ma anzi aprendosi al confronto e dando un contributo concreto alla crescita della società di accoglienza." Luca Comper ha ricordato come le politiche migratorie poste in essere in Trentino si inquadrino nella riforma più generale del welfare provinciale. Il tutto si inserisce a sua volta in un quadro di finanza pubblica che non prevede una crescita delle risorse a disposizione. Anche per questo è tanto più significativo coltivare un modello di intervento basato su una stretta sinergia fra intervento pubblico e privato-sociale. Fra le nuove problematiche, quella riguardante l´arrivo anche in Trentino di minori stranieri non accompagnati, per i quali si sta elaborando un modello di accoglienza basato sulla disponibilità di famiglie disposte a riceverli. Giuseppe Sciortino ha spostato l´attenzione sul mondo della scuola, oggetto di una ricerca dell´Università di Trento condotta nelle scuole superiori e nelle classi dove fossero presenti almeno due studenti stranieri, durata 5 anni ("la prima di questo genere in Italia, che ha coinvolto tutti, non solo gli stranieri - fossero essi nati in Trentino o all´estero - ma anche i loro compagni di nazionalità italiana e tutto il corpo docente"). Dalla ricerca la scuola ne esce come un luogo di convivenza, dove i nuovi trentini elaborano le loro nuove identità, senza rinunciare a quelle dei paesi di provenienza. Molto basso risulta essere in particolare il rischio della formazione di "subclassi" separate, definite dall´appartenenza religiosa o in senso lato politica. In generale, come spiegato da Sciortino, i giovani di origini straniere sono prima di tutto degli adolescenti, con tutte le caratteristiche della loro classe di età. Ad incidere, invece, possono essere due fattori: innanzitutto la famiglia di appartenenza, che spesso è una famiglia numerosa (e/o anche di tipo monoparentale) ed economicamente non-agiata; in secondo luogo il fatto di essere nati in Trentino o in un altro paese (chi è nato in Italia ha gli stessi comportamenti dei coetanei trentini, anche per quanto riguarda le relazioni amicali o affettive, per chi è nato all´estero, invece, dipende da quanto tempo ha vissuto all´estero e da quanto tempo si è trasferito in Trentino). Ci sono tuttavia anche aree "grigie": i figli degli immigrati hanno maggiori difficoltà scolastiche, che poi possono diventare anche lavorative. In ogni caso, ha concluso Sciortino, "non c´è motivo di temere fenomeni di segregazione o separazione, le classi trentine sono sufficientemente coese. Le definizioni identitarie sono aperte ed in generale non si guarda nemmeno agli stranieri come a portatori di una sorta di esotismo. I figli dei nuovi trentini, insomma, vengono considerati trentini come tutti gli altri". La mattinata è proseguita con la presentazione delle altre relazioni e dei contenuti specifici del Rapporto. Sintesi delle relazioni e il testo completo sono a disposizione sul sito del Cinformi: http://www.Cinformi.it/  Schede di sintesi: L´immigrazione in Trentino, rapporto 2011 - Il profilo sociodemografico dei “nuovi trentini” - Sono 48.622 i cittadini immigrati che risiedono in Trentino al primo gennaio 2011. L’incidenza degli stranieri sulla popolazione residente è del 9,2%, superiore alla media nazionale che arriva al 7,5%. Inferiore rispetto al dato nazionale (che è pari a +7,9%) è stato l’aumento dei residenti stranieri in Trentino rispetto all’anno precedente, attestatosi a +5,6%. I maggiori tassi di aumento sono da attribuire ai flussi migratori provenienti dalla Moldova, dalla Federazione russa, dal Pakistan e dall’Ucraina. Per quanto riguarda le provenienze dei “nuovi trentini”, al primo posto si collocano i cittadini originari della Romania con 8.545 presenze, seguiti da quelli dell’Albania a quota 7.004, del Marocco con 4.877 presenze e della Macedonia a quota 3.556. Relativamente alla distribuzione territoriale, è di cittadinanza non italiana un abitante su dieci della Valle dell’Adige, della Valle di Non, dell’Alto Garda e Ledro e della Vallagarina. Degli immigrati presenti in Trentino più di un quarto – circa 13.000 persone – è residente nel comune capoluogo. Quasi metà degli stranieri ha meno di 30 anni e anche nella popolazione dei giovani adulti, fra i 30 e i 44 anni, la popolazione di origine straniera è ampiamente rappresentata. Per quanto riguarda i motivi dei permessi di soggiorno prevale il lavoro; seguono famiglia e studio. La casa e l’“abitare” dei cittadini immigrati - Nel corso del 2010 le domande idonee di locazione di un alloggio pubblico nella provincia di Trento presentate da cittadini comunitari sono state 1.038; quelle in capo a cittadini non comunitari, invece, sono state 731. Per quanto riguarda le domande idonee per il contributo integrativo al canone di locazione, nel 2010 ne sono state registrate 251 da parte di cittadini comunitari e 286 da parte di cittadini non comunitari. A fronte di un fabbisogno che oltrepassa il 50% del totale, la quota di assegnazioni di alloggio riservata ai non comunitari è inferiore al 10% del totale. La cittadinanza economica - Aumentano contemporaneamente, come nel 2009, sia l’occupazione sia la disoccupazione dei lavoratori immigrati. Gli occupati crescono di 800 unità, pari a +4,2% rispetto al 2009. La stima del numero di disoccupati registra una crescita di 1.000 unità, pari a +47,6% rispetto al 2009. Malgrado la crisi, le assunzioni di cittadini immigrati nell’ultimo anno sono aumentate e non diminuite, andando a rappresentare un terzo del totale degli avviamenti in Trentino. Gran parte delle assunzioni si riferiscono ad attività stagionali, in particolare settore agricolo e comparto turistico-alberghiero. Quasi un infortunio su quattro colpisce un lavoratore immigrato e quasi un terzo degli infortuni si riferisce a due settori: industria manifatturiera e costruzioni. Per quanto riguarda il lavoro autonomo, al 30 settembre 2011 si registrano in Trentino 4.721 persone nate all’estero che ricoprono delle cariche in un’impresa. I soli titolari sono 2.374, in lieve aumento rispetto a settembre 2010 (+5,9%) malgrado la congiuntura sfavorevole. La crescita più significativa si registra nel settore degli alberghi e ristoranti (+16,5%). I titolari nati all’estero continuano ad essere concentrati in edilizia (quasi il 40%) e in secondo luogo nel commercio (25%). Le “seconde generazioni” - Sono quasi novecento i bambini di origine immigrata nati nel corso del 2010 in Trentino, pari al 16,4% dei nati da residenti. L’incidenza dei “nuovi italiani” sulle nuove nascite è quasi doppia rispetto al loro peso demografico. La presenza delle “seconde generazioni” di immigrati in senso stretto corrisponde al 13,8% dei residenti stranieri in provincia. Gli studenti di origine straniera - Nel sistema scolastico italiano la presenza di alunni con cittadinanza non italiana è una realtà strutturale e consolidata e in continua crescita, anche se negli ultimi anni si è registrato un rallentamento nei tassi di incremento. Nelle scuole della provincia di Trento si è passati dai 1.355 alunni con cittadinanza non italiana dell’anno scolastico 1998/99 agli 8.859 dell’a.S. 2010/11, con un’incidenza sul totale degli alunni passata dal 2% al 10,8%. Rispetto all’anno scolastico precedente, nell´a.S. 2010/11 la crescita degli alunni stranieri è del 4,6%; si evidenzia in particolare nel caso dei primi ordini scolastici e per la prima volta dopo molti anni non riguarda le scuole secondarie di secondo grado, dove si registra un calo del 2,2%. Risulta nato in Italia, seppure da genitori stranieri, il 47,6% degli alunni con cittadinanza non italiana inseriti nel sistema scolastico provinciale. Oltre il 60% degli studenti stranieri frequenta gli istituti tecnici e professionali; il 32% sceglie invece di frequentare un liceo. I matrimoni misti - In Trentino i matrimoni con almeno uno sposo straniero celebrati nel corso del 2010 sono stati 251, dei quali 41 unioni tra sposi stranieri, 21 tra uno straniero e un’italiana e 169 tra una straniera e un italiano. Si tratta del 15,3% dei matrimoni celebrati in provincia.  
   
   
BOLZANO: DIALOGO SULLE POLITICHE SOCIALI ALL´INSEGNA DI LAVORO E POVERTÀ  
 
Bolzano, 2 febbraio 2012 - Nell´ambito del "Dialogo sulle politiche sociali" tenutosi il 31 gennaio 2012, l´assessore provinciale Richard Theiner, assieme al presidente della Camera di Commercio Michl Ebner ed al segretario generale della Cgil-agb Lorenzo Sola si sono confrontati sulle possibili misure da adottare per evitare i rischi di povertà. I tre relatori hanno convenuto sul fatto che il divario fra poveri e ricchi si è esteso in modo pericoloso dal momento che ne potrebbero derivare tensioni sociali. Come ha riferito l´assessore Theinerin base ad uno studio dell´Istituto provinciale di statistica Astat il 18 per cento circa delle famiglie altoatesine è a rischio povertà; le prestazioni sociali in provincia di Bolzano contribuiscono a ridurre la quota di povertà del 7,4 per cento (circa 14.700 famiglie), ma la soluzione finale al problema non può essere demandata esclusivamente alle prestazioni sociali. Tra le possibili soluzioni l´assessore Theiner ha citato l´applicazione di contratti integrativi ed un migliore sistema tributario. A tal riguardo ha sottolineato come una potestà tirbutaria più ampia per l´Alto Adige favorirebbe la correzione di alcune situazioni di malgoverno. La prevista legge provinciale di sostegno alle famiglie contiene alcne misure concrete per le famiglie e per favorire la conciliabilità fra famiglia e lavoro; inoltre, come ha detto, si sta lavorando ad un sistema di garanzia minima legata al fabbisogno che coordina le varie prestazioni erogate da vari enti. Il presidente della Camera di Commercio Michl Ebner, da parte sua ha fatto presente il ruolo centrale del posto di lavoro a garanzia di un reddito e del conseguente benessere, sottolineanco come sia prioritario combattere le cause della povertà e non solo gli effetti. Il segretario generale della Cgil-agb Lorenzo Sola ha posto l´accento sulla necessità di reintegrare al lavoro gli ultracinquantenni, le donne, e favorire l´inserimento lavorativo di migranti e persone disabili. Tra le misure urgenti da implementare ha nominato la messa a disposizione di alloggi ad affitti sostenibili in considerazion del fatto che molte famiglie impoveriscono perché la metà del loro reddito va a coprire le rate del mutuo per l´acquisto dell´abitazione. Molti suggerimenti sono giunti dagli interventi del pubblico. Tutti gli intervenuti hanno convenuto sul fatto che i Dialoghi sulle politiche sociali costituiscano un´utile piattaforma per affrontare problematiche di attualità e per individuare le possibili soluzioni attraverso una più ampia base di confronto.