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Notiziario Marketpress di Lunedì 27 Febbraio 2012
OTHMAR KARAS: "UN DIALOGO COSTRUTTIVO PER LA CRISI DEL DEBITO"  
 
 Bruxelles, 27 febbraio 2012 - Il vicepresidente del Parlamento europeo Othmar Karas rappresentava il Parlamento Europeo al summit di Riyad, in Arabia Saudita, dal 24 al 26 febbraio (in preparazione al G20 di giugno in Messico). Nel suo discorso, il deputato austriaco responsabile degli accordi multilaterali e degli istituti finanziari, ha illustrato le misure della politica economica adottata dall´Unione europea. Prima della sua partenza sono state rivolte alcune domande: A Ryad incontrerà i rappresentanti dei parlamenti che parteciperanno al G20. Qual è l´obiettivo di questo summit? Othmar Karas - Saranno presenti i presidenti dei parlamenti dei paesi del G20 - 19 paesi e l´Unione europea -. Questo meeting permetterà al Parlamento europeo di rinsaldare il dialogo con le altre istituzioni nazionali. Al centro del dibattito ci sarà il dialogo tra culture e l´energia, ma anche la crisi finanziaria e le sue conseguenze - un tema su cui lavoro da molti anni. Il Parlamento europeo ha infatti costituito una commissione speciale per la crisi. Mi aspetto un dialogo costruttivo sulla crisi del debito e sulla creazione di un sistema finanziario globale, oltre ad un sistema sociale ed economico. I parlamenti devono anche interrogarsi sul futuro del G20 stesso. Perché il Parlamento europeo partecipa a questo meeting? Ok - L´unione europea è un membro importante e cofondatore del G20. L´ue rappresenta un quarto dell´economia mondiale e il Pe 500 milioni di cittadini. La legittimità democratica delle decisioni politiche gioca un ruolo fondamentale tanto in Europa quanto a livello globale. Insisterò anche sull´importanza d´includere i parlamenti ogni volta che devono essere prese delle decisioni a livello mondiale. Qual è il messaggio del Parlamento europeo ai parlamenti del G20? Ok - La presidenza messicana del G20 si è posta come priorità il rinforzamento del sistema finanziario e il miglioramento della struttura finanziaria a livello mondiale. La responsabilità comune legata alla moneta unica, l´euro, farà parte dell´ordine del giorno. Siamo coscienti che molti cittadini si aspettano delle risposte dall´Unione europea e, nel mio intervento, metterò l´accento sull´idea che la lezione da imparare dalla crisi è che l´unione politica dell´Ue è fondamentale. L´altro aspetto che voglio evocare nel mio discorso è quello che l´Unione europea deve essere un attore principale nel caso di negoziati a livello internazionale. Come per esempio sul clima, sulle misure ambientali o la regolazione dei mercati finanziari.  
   
   
PREVISIONI INTERMEDIE: AREA DELL’EURO IN LEGGERA RECESSIONE CON SEGNALI DI STABILIZZAZIONE  
 
Bruxelles, 27 febbraio 2012 — L´inatteso arresto della ripresa alla fine del 2011 dovrebbe proseguire nei primi due trimestri del 2012. Tuttavia, una modesta crescita è prevista nel secondo semestre dell´anno. Secondo le previsioni, nel 2012 la crescita del Pil reale su base annua dovrebbe rimanere invariata nell´Ue (0,0%) e ridursi dello 0,3% nell´area dell´euro. L´incertezza rimane forte e diseguale è l´andamento nei vari paesi. Le previsioni relative all´inflazione per il 2012, riviste leggermente al rialzo rispetto all´autunno, a causa del persistere di prezzi elevati dell´energia e degli aumenti delle imposte indirette, indicano attualmente il 2,3% nell´Ue e il 2,1% nell´area dell´euro. Olli Rehn, Vicepresidente e Commissario responsabile per gli Affari economici e monetari, ha dichiarato: "Nonostante l´arresto della crescita, si intravedono segnali di stabilizzazione dell´economia europea. Il clima economico rimane a livelli bassi, ma le tensioni sui mercati finanziari si stanno allentando. Molte delle misure essenziali per garantire la stabilità finanziaria e creare le condizioni per una crescita più sostenibile e per la creazione di posti di lavoro sono state adottate. Con un´azione decisa possiamo superare la crisi e procedere dalla stabilizzazione allo stimolo alla crescita e alla creazione di posti di lavoro.". Riviste al ribasso le previsioni di crescita per l´Ue e per l´area dell´euro - A fronte dell´affievolirsi della spinta alla crescita e del persistere di bassi livelli di fiducia, nel 2012 il Pil reale dovrebbe restare invariato nell´Ue (0,0%) e diminuire dello 0,3% nell´area dell´euro. Si tratta di una revisione al ribasso di 0,6 punti percentuali per l´Ue e di 0,8 punti percentuali per l´area dell´euro rispetto alle previsioni d´autunno pubblicate il 10 novembre 2011. Se si esaminano i singoli Stati membri, il divario di crescita rimane pronunciato. Secondo le previsioni, nel 2012 la crescita del Pil dovrebbe essere negativa in nove paesi, rimanere invariata in uno ed essere positiva negli altri diciassette. I livelli più elevati di crescita saranno registrati in Lettonia, Lituania e Polonia e i livelli più bassi in Grecia e Portogallo. Prospettive relative alla domanda interna e mondiale - Le prospettive sono condizionate da un´economia mondiale meno favorevole, e l´indebolirsi in atto della domanda mondiale peserà sulle esportazioni nette. La fiducia delle imprese e dei consumatori dell´Ue è ancora a livelli bassi, nonostante il recente lieve miglioramento osservato dopo i segnali di stabilizzazione registrati nel settore finanziario. Politiche credibili nei paesi vulnerabili e il crescente riconoscimento dei continui progressi nell´affrontare la crisi del debito sovrano hanno contribuito a stabilizzare i mercati. Recentemente, per alcuni paesi, la percezione del rischio sovrano si è leggermente ridotta, ma i differenziali rimangono elevati e le condizioni creditizie per il settore privato sono diventate più restrittive. Mentre la situazione dei mercati finanziari dell´Ue rimane fragile, e l´incertezza si fa ancora sentire pesantemente sugli investimenti privati e sui consumi, il rischio di una stretta creditizia è stato ridotto, in gran parte grazie alle misure di liquidità adottate dalla Bce. Inoltre, tenuto conto del calo della domanda, le condizioni creditizie non dovrebbero limitare gli investimenti e i consumi nel corso del periodo di riferimento. Nel complesso, si prevedono un graduale ripristino della fiducia e la ripresa degli investimenti e dei consumi nel secondo semestre del 2012. L´inflazione si sta riducendo solo gradualmente - A causa del persistere di prezzi dell´energia elevati, l´inflazione è rimasta superiore alle previsioni d´autunno. Con l´inflazione di fondo stabilizzatasi a circa il 2% e i recenti aumenti delle imposte indirette che impediscono il rapido calo della pressione sui prezzi, l´inflazione generale Ipca1 ha registrato una riduzione più graduale del previsto. A causa del previsto calo dell´attività economica, l´inflazione dovrebbe continuare a ridursi lentamente nel corso del periodo di riferimento. Per l´intero 2012 il tasso di inflazione Ipca dovrebbe attestarsi al 2,3% nell´Ue e al 2,1% nell´area dell´euro. Valutazione del rischio - In un contesto di persistente incertezza, sulle prospettive di crescita dell´Ue nel 2012 pesa il rischio di un andamento negativo. Se l´aggravarsi della crisi del debito sovrano dovesse determinare in ultimo una stretta creditizia e il crollo della domanda interna, ciò comporterebbe probabilmente una prolungata fase di profonda recessione. Tra le possibili evoluzioni con effetto di aumento sul Pil rientrano una ripresa della fiducia più forte del previsto e una domanda mondiale più resiliente, grazie ad esempio alla stabilizzazione del mercato degli alloggi negli Stati Uniti. Per quanto riguarda l´inflazione, i rischi sembrano nel complesso compensarsi. L´andamento al ribasso sarebbe soprattutto legato ad un calo del Pil più netto del previsto, che attenuerebbe a sua volta la sottostante dinamica dei prezzi. Effetti al rialzo potrebbero venire dall´interruzione dell´approvvigionamento di petrolio a causa di tensioni geopolitiche e da una domanda più forte del previsto da parte dei mercati emergenti, che potrebbero alimentare l´inflazione dei prezzi dei combustibili. La relazione dettagliata è disponibile all´indirizzo: http://ec.Europa.eu/economy_finance/articles/eu_economic_situation/2012-02-23-interim_forecast_en.htm    
   
   
DA FACEBOOK A TWITTER: UN PARLAMENTO EUROPEO SEMPRE PIÙ SOCIALE  
 
Bruxelles, 27 febbraio 2012 - Sempre più 2.0 e luogo di scambio di idee, il Parlamento europeo ha lanciato negli ultimi anni diverse piattaforme on line per far comunicare i cittadini direttamente con i deputati. Ecco dove trovarci. Twitter - Sono circa 37.000 i followers delle 22 versioni linguistiche dei conti Twitter del Parlamento europeo. Eventi in streaming, conferenze stampa, gli ordini del giorno e i dibattiti vengono twittati in diretta. Clicca su Follow e segui gli aggiornamenti del Parlamento in live! Linkedin - Pensi che i 140 caratteri di un Tweet non siano abbastanza? Se è così, c´è un sito su cui puoi trovare maggiori informazioni e partecipare alle discussioni sull´attualità del Parlamento europeo. Si tratta del nuovo gruppo Linkedin del Pe. Aperto a tutti i membri del social network. Facebook - La pagina Facebook del Pe è quella più attiva e conta 370.000 fans provenienti da tutta Europa (il 70% abita negli Stati membri). Desideri più interattività? Allora partecipa alle chat organizzate su Facebook due volte al mese con i presidenti, i leader dei gruppi politici, i presidenti delle commissioni parlamentari o le personalità in visita al Parlamento. E non dimenticare di dare un occhio alla sezione degli uffici nazionali per ricevere le ultime novità in italiano. Flickr - Vuoi sapere come funziona una chat su Facebook? Visita la nostra pagina Flickr per scoprire le slideshow con i retroscena del Parlamento europeo, 3400 foto e le infografiche. Non importa se sei un singolo cittadino, se rappresenti un´organizzazione o una società: tutto il materiale è libero da copyright. Youtube - Guarda tutti i video prodotti da Europarltv o i video dei fans di Facebook invitati in sessione plenaria a Strasburgo. Le cifre parlano chiaro: 900.000 visite e 520 video. Foursquare - Non ci siamo ancora. Ma è solo questione di tempo!  
   
   
ACTA PER PRINCIPIANTI  
 
Bruxelles, 27 febbraio 2012 - Pro o contro? L´accordo commerciale anti-contraffazione (Acta) ha provocato reazioni contrastanti fin dal primo giorno in cui è stato reso pubblico. Tale accordo prevede il rinforzamento della protezione dei diritti della proprietà intellettuale a livello internazionale. Molti paesi sviluppati temono che la contraffazione e la pirateria informatica possano indebolire le loro economie. Chi si oppone a Acta sostiene che l´accordo favorirebbe gli interessi delle multinazionali. A spese del cittadino. Attualmente il destino di Acta dipende dal Parlamento europeo. Infatti, senza la sua approvazione, Acta non potrà entrare in vigore all´interno dell´Unione europea. In questo dossier troverai tutte le informazioni necessarie a capire il contenuto dell´accordo e come il Parlamento farà la sua scelta. Potrai anche leggere gli aggiornamenti, i dettagli sulle commissioni interessate e altri link utili.  
   
   
UE: CONSIGLIO "COMPETITIVITÀ": I MINISTRI DELL´INNOVAZIONE DISCUTONO I PRO E I CONTRO DI ORIZZONTE 2020  
 
Bruxelles, 27 febbraio 2012 - I ministri dell´innovazione si sono riuniti al Consiglio "Competitività" il 21 febbraio 2012, per discutere delle proposte della Commissione per il nuovo programma Orizzonte 2020. Il 30 novembre 2011 il commissario per la Ricerca, l´innovazione e la scienza, Máire Geoghegan-quinn, aveva illustrato i piani di un nuovo programma semplificato per il finanziamento comunitario della ricerca e l´innovazione che prenderà il via nel 2014. Durante la riunione, presieduta dal ministro danese per la Scienza, l´innovazione e l´istruzione superiore Morten Østergaard, i ministri hanno discusso di questioni trasversali nell´ambito del programma Orizzonte 2020, con particolare attenzione al ruolo delle scienze sociali e umanistiche, nonché alla partecipazione delle piccole e medie imprese (Pmi). Si è trattato del terzo incontro dei ministri per passare in rassegna i piani d´azione. L´ultima volta si erano incontrati a una riunione informale del Consiglio "Competitività" tenutasi a Copenaghen il 2 febbraio, che ha fatto seguito al primo scambio di vedute generale al Consiglio "Competitività" del 6 dicembre. La bozza del piano della Commissione afferma che il bilancio di 80 milioni di euro di Orizzonte 2020 si concentrerà sul sostegno all´eccellenza scientifica, affrontando le sfide della società e garantendo la leadership industriale e contesti competitivi. Tutte le delegazioni hanno espresso il loro sostegno per facilitare la partecipazione delle Pmi al processo di innovazione. Il vice rappresentante permanente presso l´Ue del Regno Unito, Andy Lebrecht, ha detto: "[La loro partecipazione] è fondamentale per la creazione di una crescita intelligente e sostenibile. Se da un lato la semplificazione degli adempimenti amministrativi e l´introduzione di nuovi strumenti dovrebbe incoraggiare una maggiore partecipazione delle Pmi, anche gli Stati membri avranno un ruolo da svolgere. Nel Regno Unito ci accingiamo a rivedere il sistema di supporto offerto alle organizzazioni che intendono partecipare al programma quadro (Pq). Vogliamo evitare le attività di finanziamento parallele e strategiche; i gruppi dedicati, quali il Forum strategico per la cooperazione internazionale in campo scientifico e tecnologico (Sfic), dovrebbero limitarsi alla condivisione delle informazioni e a un ruolo consultivo e non dovrebbero essere direttamente coinvolti nell´assegnazione di finanziamenti, invece dovremmo nazionalizzare le iniziative esistenti e nuove, se del caso, quali le reti Era-net, le iniziative di programmazione congiunta e i programmi dell´articolo 185." Ha citato come aspetto fondamentale il miglioramento della messa in rete di partecipanti del programma quadro esperti con le Pmi meno esperte, e l´allineamento con i programmi di finanziamento nazionali. Ha anche riferito che nel Regno Unito un numero più elevato di Pmi ha partecipato ai programmi Era-net + dopo aver completato un programma nazionale pertinente. Zeljko Jovanovic, che rappresenta l´imminente Stato membro Croazia, ha echeggiato queste idee. Ha detto che "ridurre gli oneri amministrativi per le Pmi e per gli altri investitori è un dovere" e che la Croazia "sostiene l´idea di un meccanismo consultivo." Molte delegazioni degli Stati membri hanno messo in rilievo i benefici di incorporare le scienze sociali e umanistiche nei progetti di ricerca affinché possano essere affrontate meglio le grandi sfide sociali che si pongono all´Europa. La delegazione austriaca ha detto: "Ho chiesto che venga prestata un´adeguata attenzione alle scienze sociali nell´approccio Orizzonte 2020. Le sfide della nostra epoca possono essere superate soltanto se diamo la dovuta importanza alle scienze sociali. Non tutte le sfide possono essere risolte tecnicamente. Un uso più efficiente delle conoscenze dipende dal comportamento e dalle condizioni sociali." Rivolgendosi ai ministri al termine della riunione, il commissario Geoghegan-quinn ha assicurato che le scienze sociali e umanistiche avrebbero ricevuto la dovuta attenzione: "Le scienze sociali e umanistiche saranno pienamente integrate nei tre pilastri principali di Orizzonte 2020 e saranno incluse come parte integrante delle attività volte ad affrontare tutte le sfide della società, lavorando al di là delle singole discipline. È necessario comprendere meglio le sfide prima di imbarcarsi in soluzioni specifiche." Ha inoltre sottolineato che Orizzonte 2020 userebbe come base "il successo dei programmi quadro precedenti" e avrebbe continuato ad essere "completamente aperto alla partecipazione di paesi terzi." Il 27 febbraio sarà la volta del Parlamento europeo di discutere le proposte di Orizzonte 2020, quando la sua commissione Itre (Industria, ricerca ed energia) terrà un primo scambio di opinioni sulla bozza del pacchetto. L´eurodeputata (Mep) spagnola Teresa Riera Madurell, del gruppo dell´Alleanza Progressista di Socialisti e Democratici (S&d), presenterà il suo documento di lavoro sul programma quadro Orizzonte 2020. La ricerca e l´innovazione giocano un ruolo chiave nelle priorità della Presidenza danese che, quando è subentrata a quella polacca nel mese di gennaio, ha annunciato che avrebbe difeso la ricerca e l´innovazione per contribuire a promuovere le imprese innovative e garantire una crescita più verde e più sostenibile. Parte di questo obiettivo significa lavorare alle proposte della Commissione quali il progetto Eed (Energy Efficiency Directive), l´Iniziativa faro finale di Europa 2020. Nel corso della riunione Itre i membri della commissione voteranno anche su questo tema prima di passare ad una votazione in seduta plenaria a marzo. I danesi sono desiderosi di guadagnare terreno sull´Eed prima di consegnare le redini a Cipro nel mese di luglio. È molto importante il coordinamento dei vari portafogli politici di Europa 2020. Ad esempio, i progetti realizzati grazie ai finanziamenti dei programmi quadro di ricerca dell´Ue sostengono direttamente la ricerca che aiuta a mettere in atto altre iniziative politiche faro come l´Eed. La Presidenza spera che i negoziati sulle specifiche di Orizzonte 2020 in seno al Consiglio si concluderanno entro maggio 2012, affinché si possa aprire la strada per il lavoro futuro e garantire una tempestiva adozione degli atti legislativi finali da parte del Consiglio e del Parlamento europeo. Dal 2014 Orizzonte 2020 sostituirà ufficialmente il Settimo programma quadro (7° Pq). A metà del 2012 saranno pubblicati alcuni inviti a presentare proposte finali nell´ambito del 7° Pq per contribuire a colmare il divario tra i due programmi. Per maggiori informazioni, visitare: Consiglio dell´Unione europea: http://www.Consilium.europa.eu/homepage?lang=en  
Orizzonte 2020 http://ec.Europa.eu/research/horizon2020/index_en.cfm?pg=home  
 
   
   
RIO+20: L´AZIONE LOCALE EUROPEA ENTRA IN SCENA AL FORUM MINISTERIALE MONDIALE SULL´AMBIENTE  
 
 Bruxelles, 27 febbraio 2012 - Mercedes Bresso, Presidente del Comitato delle regioni, ha presentato le iniziative in materia di economia verde sviluppate dalle città e dalle regioni europee, intervenendo a fianco del ministro per l´Ambiente del Brasile Izabella Teixeira all´apertura della 12a sessione del Forum ministeriale mondiale sull´ambiente organizzato a Nairobi (Kenya) dal 20 al 22 febbraio. La Presidente ha esortato all´azione, insistendo su quanto sia urgente integrare meglio gli enti locali e regionali nell´elaborazione, a livello mondiale, delle politiche e nell´attuazione dei programmi in materia di ambiente e sviluppo sostenibile. Il Forum ministeriale mondiale del Programma delle Nazioni Unite per l´ambiente (Unep) che si è svolto a Nairobi, riunendo i ministri dell´Ambiente di più di 100 paesi, rappresenta l´ultimo grande appuntamento prima della Conferenza delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile, in programma a giugno a Rio de Janeiro. Per la prima volta, anche il Cdr è stato invitato a partecipare alle consultazioni ministeriali dell´Unep. La sua Presidente Mercedes Bresso si è unita alla delegazione dell´Unione europea, guidata dal commissario responsabile per l´Ambiente Janez Potočnik e di cui faceva parte anche la commissaria responsabile per l´Azione per il clima Connie Hedegaard. La Danimarca, che attualmente esercita la presidenza del Consiglio dell´Ue, era anch´essa rappresentata con la partecipazione del suo ministro per l´Ambiente Ida Auken. Nel suo intervento, pronunciato alla tavola rotonda che ha aperto il Forum, la Presidente del Cdr ha ricordato i progetti di sviluppo sostenibile adottati da numerose città e regioni dopo la conferenza di Rio del 1992, ossia le Agende 21 locali. Facendo riferimento al programma delle città per uno sviluppo sostenibile e inclusivo, avviato dal 2010 su proposta del commissario Potočnik, Mercedes Bresso ha ricordato che "le nostre «capitali verdi europee» collaborano attualmente con sindaci e governatori di tutto il mondo. Si osserva un´energia positiva veramente notevole nei territori e in tutti i continenti. Nel prossimo vertice di giugno a Rio dovremo mettere a profitto queste esperienze sul campo rafforzandole, ampliandole e adattandole. Sosteniamo la posizione dell´Unione europea sulla necessità di impegni vincolanti in materia di ambiente a livello mondiale, oltre che una migliore attuazione sul campo di questi impegni". La Presidente del Cdr ha espresso la sua preoccupazione per il fatto che, in mancanza di ciò, i circa 600 accordi multilaterali in materia di ambiente rischiano di rimanere semplici dichiarazioni d´intenti. Più specificamente, in rapporto al settore dell´energia, Mercedes Bresso ha accolto con soddisfazione il lancio in Africa dell´iniziativa "Un´energia sostenibile per tutti" del Segretario generale dell´Onu Ban Ki-moon. Nell´incontro a Nairobi con Sha Zukang, Segretario generale della Conferenza delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile, la Presidente del Cdr ha chiesto la creazione di una piattaforma mondiale per lo scambio di buone pratiche che non sia circoscritta al piano nazionale e coinvolga anche il livello locale. Mercedes Bresso ha spiegato che "nel quadro di questa piattaforma l´Europa potrebbe condividere l´esperienza del Patto dei sindaci, attraverso cui più di 3 500 città e 100 regioni si sono volontariamente impegnate a ridurre le loro emissioni di Co2 di oltre il 20 % entro il 2020, andando così al di là degli obiettivi che l´Europa si è fissata". Il Consiglio dei ministri dell´Ambiente europei ufficializzerà la posizione negoziale dell´Ue, in vista del vertice di Rio, nella sua prossima riunione in programma il 9 marzo.  
   
   
L´AGENDA SEMPLIFICAZIONE CONVINCE L´EUROPA IL PROGETTO LOMBARDO INDICATO FRA LE BEST PRACTICES  
 
Milano, 27 febbraio 2012 - Regione Lombardia è sulla strada giusta nel lavoro di semplificazione amministrativa, riduzione della burocrazia e miglioramento dei servizi al cittadino. Lo ha ufficialmente certificato l´Unione europea, che ha inserito il programma regionale denominato ´Agenda Lombardia Semplice´ tra le 45 ´best practices´ che, in tutto il territorio europeo, sono in grado di migliorare le politiche di semplificazione per i prossimi anni da parte dell´Unione, degli Stati membri e dei sistemi locali. Quella lombarda è l´unica esperienza italiana meritevole di segnalazione da parte della Commissione. ´Si tratta di un risultato importantissimo - ha commentato l´assessore alla Semplificazione e Digitalizzazione di Regione Lombardia Carlo Maccari - perché certifica l´impegno concreto assunto in questa legislatura dall´Amministrazione regionale, che considera la semplificazione come uno dei fattori chiave per la crescita e lo sviluppo. Non a caso è stato deciso di creare un Assessorato ad hoc per occuparsi di questi argomenti: una scelta che si sta rivelando vincente´. Il Riconoscimento - Il Report ´Europe can do better´, consegnato ieri al presidente della Commissione Europea José Manuel Barroso, rappresenta la sintesi del lavoro di raccolta, discussione e selezione delle migliori prassi di semplificazione dell´intera Unione europea. Lo studio è stato coordinato da Edmund Stoiber, ex primo ministro della Baviera, a capo di una commissione di 15 membri indipendenti e non politici (High Level Group of Indipendent Stakeholders on Administrative Burdens - Hlg) Il Gruppo ha adottato più di 30 pareri su come ridurre gli oneri amministrativi. Il potenziale risparmio di questi pareri è stimato in 41 miliardi di euro all´anno. Nell´ambito del suo mandato l´Hlg ha inoltre chiesto ai Governi nazionali, alle Autorità regionali e locali e alle organizzazioni imprenditoriali di presentare esempi di ´best practices´ in materia di semplificazione a livello nazionale e sub-nazionale in Europa. Azioni Anti Burocrazia - L´agenda Lombardia Semplice è il ´contenitore´ di azioni pensato da Regione Lombardia per aggredire la burocrazia. Tra gli strumenti adottati nell´ultimo anno e mezzo, vanno segnalati l´adozione di una ´check list´ di azioni, cui ogni ufficio dovrà attenersi prima di adottare un nuovo atto, rispondendo soprattutto alla necessità della misurazione dei costi che questo comporta. È stata istituita la ´Task Force Zero Burocrazia´, saranno convenzioni con gli Enti territoriali regionali per condividere le banche dati e azzerare le sovrapposizioni e le duplicazioni di competenze. Si è favorito, attraverso l´uso di bandi e voucher agli Enti Locali, l´adozione di progetti innovativi e l´adozione di nuove tecnologie per migliorare la qualità dei servizi amministrativi. Stipendi E Obiettivi - ´Tra le novità introdotte - ha aggiunto Maccari - va sottolineato che Regione Lombardia, caso unico in Italia, ha legato una quota dello stipendio dei propri dirigenti, di tutti gli Assessorati, al raggiungimento di procedure di semplificazione, per un totale di circa 50 innovazioni all´anno, alcune delle quali hanno portato a un risparmio che per il 2011 è misurato in 11 milioni di euro in settori chiave come la sanità, il sociale, l´agricoltura, i trasporti. Un obiettivo che abbiamo confermato anche per il 2012, così come è stato riproposto l´obbligo di misurazione preventiva degli oneri per ciascun atto amministrativo adottato dai nostri uffici´. Un Punto Di Partenza - ´Il riconoscimento di questa attività da parte dell´Unione - ha concluso Maccari- è solo un punto di partenza. Sappiamo che il lavoro che ci aspetta è ancora molto, ma allo stesso tempo siamo orgogliosi di sapere che il nostro caso è da oggi considerato come un esempio da studiare e, perché no?, imitare in tante parti d´Europa´.  
   
   
NAPOLITANO IN SARDEGNA - CAPPELLACCI, PAROLE E APPELLI STIMOLO IN PIÙ A FAR FRONTE COMUNE - LETTERA RINGRAZIAMENTO A CAPO DELLO STATO  
 
Cagliari, 27 Febbraio 2012 - Le parole e i ripetuti appelli del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, all´Unità nazionale e alla leale collaborazione tra le istituzioni rappresentano per la Sardegna non solo uno stimolo in più a far fronte comune attorno ai Quattro Mori e al Tricolore, ma anche un obbligo in più per contribuire a colmare, anche con i sacrifici necessari, il divario tra le diverse aree dell´Italia e tra i Paesi dell´Unione Europea. Lo sottolinea il 23 febbraio il presidente della Regione , Ugo Cappellacci, in una lettera inviata al Capo dello Stato per ringraziarlo per la sua visita nell’Isola, le parole di incoraggiamento e sostegno per avviare a soluzione i problemi della Vertenza Sardegna. Cappellacci ribadisce a Napolitano gratitudine per la disponibilità all’ascolto e al dialogo, nonché per l’esempio di dedizione alle istituzioni e al bene comune. Questo il testo della lettera. Caro Presidente, a nome del Popolo sardo Le esprimo gratitudine per la visita alla nostra terra in un momento storico carico di aspettative e costellato di aspre difficoltà. Come da Lei sottolineato giustamente, la crisi che oggi patiamo e combattiamo affonda le sue radici in un passato recente, obbligando tutti noi a colmare, anche con i necessari sacrifici, il divario crescente tra le diverse aree della Nazione e i Paesi dell´Unione Europea. La sua presenza è stata di grande aiuto per far conoscere all’intero Paese la grave situazione della Sardegna, e, tra l´altro, a tenere viva la speranza di poter riabbracciare presto Rossella Urru. Le Sue parole e i Suoi ripetuti appelli all´unità Nazionale e alla leale collaborazione tra Istituzioni, sono per l´Isola uno stimolo in più a far fronte comune attorno ai Quattro Mori e al Tricolore, i nostri simboli che ci fanno sentire Sardi e Fratelli d´Italia. Nelle giornate del 20 e 21 febbraio, grazie alla sua disponibilità all´ascolto e al dialogo, abbiamo avuto conferma che il Quirinale è un saldo punto di riferimento per la Sardegna: Lei signor Presidente appare agli occhi dei sardi come il massimo garante dei nostri diritti e degli impegni presi dal precedente e dall´attuale Governo. Personalmente Le sono grato per l’esempio di dedizione alle Istituzioni e al bene comune che ci ha dato con grande sensibilità umana e politica: non lo dimenticherò. Posso infine assicurarLe che la Sardegna ha le energie, le forze , le intelligenze, le capacità, la volontà per superare questa crisi. Confidiamo nel suo alto e pieno sostegno alla nostra causa.  
   
   
LOMBARDIA: STIPENDI MANAGER REGIONALI ON LINE? GIÀ FATTO  
 
Milano, 27 febbraio 2012 - ´L´invito a rendere noti su web gli stipendi dei manager delle società del Sistema regionale, che il senatore Mario Mantovani ha rivolto a mezzo stampa alla Regione Lombardia, è tanto giusto quanto tardivo. Infatti è da circa 2 anni - dal 2010, ancora una volta anticipando lo Stato e le altre Regioni - che Regione Lombardia pubblica sul suo sito istituzionale nomi, recapiti, competenze e retribuzioni di tutti i dirigenti regionali (nella sezione Trasparenza)´. E´ quanto si legge in una Nota della Regione. ´La stessa cosa - prosegue la Nota - avviene per gli Enti del Sistema (peraltro obbligati per legge) e per le Società regionali, sui loro siti, tutti accessibili per buona misura anche direttamente dal portale di Regione Lombardia. Ancora, la stessa cosa avviene per i manager di tutte le Aziende sanitarie. Inoltre, ogni anno, con le direttive a Enti e società, la Giunta regionale indica e ribadisce gli obblighi di trasparenza a tutti i soggetti del Sistema regionale´. ´La Regione - conclude il comunicato - il suo compito lo fa; chi vuole giustamente conoscere i dati deve metterci di suo... Il click´.  
   
   
ISTAT CORREGGE PIL. VENDOLA: "EFFETTO TREMONTI. LASCIA L´ECONOMIA, SUD MIGLIORA"  
 
 Bari, 27 febbraio 2012 -“Ecco l’effetto Tremonti. Lascia l’Economia e il Sud migliora”. Così ha commentato il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola la notizia che l’Istat ha corretto di 2,7 punti percentuali il Pil della Puglia nell’anno 2009. Secondo l’Istituto nazionale di Statistica, nei 12 mesi più cupi della crisi globale, il Prodotto interno lordo pugliese, in un contesto di calo per tutte le regioni, si è ridotto del 2,3% e non più del 5%, come affermato invece dallo stesso istituto a settembre 2010. Un dato, questo, che - come si ricorderà - creò un allarme forte sia sulla stampa che nel mondo politico ed economico. La Puglia infatti appariva tra le nove regioni più danneggiate dalla crisi. Con l’uscita di scena del Ministro migliora quindi – ha continuato Vendola - non solo la Puglia, ma anche tutto il Sud visto dall’Istat. In parte si riduce la differenza con le regioni del Nord, in parte molte regioni del Sud mostrano performance addirittura migliori. Il Sud all’improvviso non appare più come il carrozzone trascinato dall’operoso e ricco Nord, ma come una realtà vitale che può essere trainante. Sarà una coincidenza, ma è curioso che l’Istat abbia pubblicato le nuove stime proprio adesso, dopo che Tremonti è andato via”. Nel report diffuso dall’Istat a febbraio 2012 e dedicato ai “Conti economici regionali”, escludendo le performance delle province autonome di Bolzano (-0.4%) e Trento (-1,5%), la Puglia appare dunque, per quanto riguarda il Pil 2009, a pari merito con la Basilicata, tra le prime sei regioni in Italia. In pratica è tra quelle che hanno tenuto meglio alla crisi, essendo il dato italiano del -3,1%. Dopo la Puglia, nella classifica nazionale appaiono Sardegna (-2,5%); Campania (-2,6%), Sicilia e Veneto (entrambe con un -2,9%), Marche (-3%), Lombardia (-3.1%), Liguria (3,6%), Abruzzo (-3,7%), Emilia Romagna (-4,1%); Friuli Venezia Giulia e Umbria (entrambe -5%). All’ultimo posto il Piemonte, con la crisi peggiore in Italia: -5,3%. Prima della Puglia (-2,3% a pari merito con la Basilicata) invece si collocano Bolzano (-0,4%), Toscana e Trento (entrambe con -1,5%), Molise (-1,6%), Valle d’Aosta e Lazio (entrambi -2,1%), infine la Calabria con un -2,2%.  
   
   
SICILIA: GIUNTA IMPUGNA ALCUNE NORME DEL DECRETO "SALVA ITALIA"  
 
Palermo, 27 febbraio 2012 - La Giunta regionale siciliana, riunita a Palazzo d´Orleans sotto la Presidenza di Raffaele Lombardo, ha deliberato di impugnare dinanzi alla Corte Costituzionale svariate norme del Decreto Legge n. 201/2011, conosciuto come decreto "Salva Italia", convertito nella legge n.214/2011. Le disposizioni legislative contestate, anche per l´assenza di clausole di salvaguardia a tutela delle prerogative proprie della Regione siciliana, comportano, secondo la Giunta regionale, una violazione dello Statuto siciliano, nonche´ del principio di leale collaborazione fra Stato e Regione. Le norme che saranno impugnate dinanzi al Giudice delle Leggi, tra l´altro, comporterebbero una cospicua sottrazione di risorse di spettanza della Regione siciliana o oneri finanziari a carico della stessa Regione in palese violazione delle norme statutarie. Si tratta nello specifico degli art 13, 14, 28 e 48 del decreto "Salva Italia" per violazione degli articoli 36, 37 e 43 dello Statuto siciliano, dell´art 2 delle norme di attuazione nonche´ dell´art. 119 comma 4 e 81 della Costituzione anche in riferimento all´art. 10 della legge costituzionale 3 del 2001 nonche´ del principio di leale collaborazione fra Stato e Regione. Fra le norme impugnate c´e´ l´Imu (ovvero la nuova versione dell´Ici), la cui applicazione comporterebbe per la Regione siciliana uno squilibrio incompatibile con il bilancio regionale in quanto, da un lato, la normativa statale ignora che l´intero gettito dell´Irpef sulla componente immobiliare nel territorio della Sicilia e´ attualmente di spettanza regionale e dall´altro, la Regione si troverebbe a dover compensare anche le perdite degli enti locali con ulteriori trasferimenti e cio´ per coprire la quota del gettito riservata allo Stato. Sarebbero in contrasto col dettato statutario anche le disposizioni dell´art. 28 che portano dallo 0,9% all´1,23% l´addizionale regionale Irpef e indirettamente riducono la quota di compartecipazione dello Stato alla spesa sanitaria. Ancora illegittima secondo Palazzo d´Orleans la riduzione dei trasferimenti ai Comuni siciliani alla quale la Sicilia si troverebbe a dover far fronte senza introiti compensativi. Ancora una volta lo Stato intende attuare il federalismo fiscale a carico della Regione violando le prerogative statutarie della stessa Regione in materia finanziaria. Unitamente alle predette norme in materia tributaria e finanziaria, il Presidente della Regione, in sede di Giunta, ha sottolineato la necessita´ di impugnare anche la norma in materia di "esercizi commerciali", che prevede una totale deregulation in materia di apertura ed esercizio di attivita´ commerciali. La norma e´ lesiva della competenza esclusiva della Regione siciliana attribuita dallo Statuto speciale in materia di commercio e di valorizzazione, distribuzione, difesa dei prodotti agricoli e delle attivita´ commerciali. In forza di questa competenza la Regione potrebbe "adattare" la normativa di settore, pur nel rispetto della Costituzione e delle direttive comunitarie, a quelle che sono le specificita´ del suo tessuto economico-sociale, fatto di piccoli esercizi commerciali e favorire la vendita dei propri prodotti agricoli. Lo Stato, invece, senza rispettare le norme statutarie, che sono di livello costituzionale, finisce con lo schiacciare le peculiarita´ regionali.  
   
   
ELEZIONI: GIUNTA SICILIA, 148 COMUNI E 2 PROVINCE 6 MAGGIO AL VOTO  
 
 Palermo, 27 febbraio 2012 - Si votera´ il 6 e 7 maggio, per il rinnovo degli organi amministrativi, in 148 comuni siciliani, 16 circoscrizioni e 2 province regionali. L´eventuale ballottaggio e´ fissato per il 20 e 21 maggio. Lo ha deciso, su proposta dell´assessore per le Autonomie locali e la Funzione pubblica Caterina Chinnici, la giunta regionale riunita a Palazzo d´Orleans sotto la presidenza do Eaffaele Lombardo. Unici capoluoghi coinvolti sono Agrigento, Palermo e Trapani. Tra gli altri centri maggiori che andranno al voto: Marsala, Misterbianco, Paterno´, Alcamo, Sciacca, Barcellona Pozzo di Gotto, Caltagirone, Avola e Castelvetrano. Gallodoro, in provincia di Messina, e´ invece il comune piu´ piccolo con 389 abitanti. Oltre che negli enti il cui rinnovo era gia´ fissato per scadenza naturale, si votera´ anche a Campobello di Licata, Sciacca, Aci Catena, Militello Val di Catania, Palagonia, Tremestieri Etneo, Fiumedinisi, Altavilla Milicia, Scicli e Salemi, dove i sindaci si sono dimessi o sono stati sfiduciati. Interessati al voto sono poco piu´ di 2 milioni e mezzo di siciliani, compresi coloro che andranno alle urne per il solo rinnovo delle province regionali di Ragusa e Caltanissetta. Entrambe, in attesa del completamento dell´iter legislativo del disegno di legge sui liberi consorzi, infatti, sono inserite nell´elenco. Si vota anche in 16 circoscrizioni comunali di 5 centri: Nicosia (circoscrizione Villadoro), Villarosa (Villapriolo), Lipari (Vulcano, Panarea, Stromboli e Filicudi-alicudi), Palermo (tutte le 8 circoscrizioni) e Melilli (Villasmundo e Citta´ Giardino). Saranno ricompresi nell´elenco, ovviamente, anche tutti quei Comuni nei quali gli organi amministrativi dovessero cessare dalla carica anticipatamente e la cui definizione dei provvedimenti dovesse avvenire prima della firma, da parte dell´assessore Chinnici, del decreto di indizione dei comizi elettorali, ovvero tra il 60mo e il 55mo giorno antecedenti le elezioni. - Questi i comuni nei quali si votera´ domenica 6 maggio, dalle 8 alle 22, e lunedi´ 7, dalle 7 alle 15: Provincia di Agrigento (14): Agrigento, Aragona, Bivona, Campobello di Licata, Casteltermini, Cattolica Eraclea, Comitini, Lampedusa e Linosa, Montallegro, Racalmuto, Raffadali, Santa Margherita Belice, Sciacca e Villafranca Sicula. Provincia di Caltanissetta (9): Acquaviva Platani, Butera, Campofranco, Marianopoli, Niscemi, Resuttano, San Cataldo, Santa Caterina Villarmosa e Sommatino. Provincia di Catania (21): Aci Bonaccorsi, Aci Catena, Calatabiano, Caltagirone, Castiglione di Sicilia, Fiumefreddo di Sicilia, Licodia Eubea, Linguaglossa, Mazzarrone, Militello in Val di Catania, Mirabella Imbaccari, Misterbianco, Nicolosi, Palagonia, Paterno´, Raddusa, San Michele di Ganzaria, Sant´agata Li Battiati, Santa Maria di Licodia, Tremestieri Etneo e Vizzini. Provincia di Enna (7): Barrafranca, Centuripe, Nicosia, Nissoria, Regalbuto, Sperlinga e Villarosa. Provincia di Messina (43): Acquedolci, Alcara Li Fusi, Barcellona Pozzo di Gotto, Brolo, Caprileone, Castelmola, Castroreale, Cesaro´, Fiumedinisi, Francavilla di Sicilia, Gaggi, Gallodoro, Gioiosa Marea, Itala, Letojanni, Librizzi, Lipari, Longi, Malfa, Mazzarra´ Sant´andrea, Meri´, Mirto, Montalbano Elicona, Motta d´Affermo, Nizza di Sicilia, Novara di Sicilia, Pagliara, Pettineo, Piraino, Roccavaldina, Roccella Valdemone, Rodi´ Milici, San Pier Niceto, San Piero Patti, Sant´alessio Siculo, Santa Marina Salina, Santa Teresa di Riva, Santo Stefano di Camastra, Saponara, Savoca, Sinagra, Venetico e Villafranca Tirrena. Provincia di Palermo (34): Alia, Altavilla Milicia, Altofonte, Balestrate, Belmonte Mezzagno, Bisacquino, Blufi, Bolognetta, Caccamo, Campofelice di Fitalia, Camporeale, Castelbuono, Castellana Sicula, Cefalu´, Chiusa Sclafani, Ciminna, Corleone, Ficarazzi, Gangi, Giardinello, Isnello, Mezzojuso, Palazzo Adriano, Palermo, Petralia Soprana, Petralia Sottana, Piana degli Albanesi, Prizzi, San Cipirello, San Giuseppe Jato, Santa Flavia, Trappeto, Valledolmo e Villabate. Provincia di Ragusa (6): Chiaramonte Gulfi, Giarratana, Monterosso Almo, Pozzallo, Santa Croce Camerina e Scicli. Provincia di Siracusa (6): Avola, Canicattini Bagni, Cassaro, Floridia, Melilli e Solarino. Provincia di Trapani (8): Alcamo, Calatafimi-segesta, Castelvetrano, Erice, Marsala, Salemi, Petrosino e Trapani.  
   
   
REGIONE TOSCANA E UNIONE PROVINCE ITALIANE AL LAVORO INSIEME PER IL DOPO PROVINCE. PROSSIMO INCONTRO CON I SINDACATI  
 
Firenze, 28 febbraio 2012 – Sulle funzioni delle Province, dimagrite e trasformate dal governo Monti in enti di secondo grado non più eletti dai cittadini, rimangono ancora incertezze e norme che il legislatore nazionale dovrà completare. Ma nel frattempo si può iniziare a lavorare, “almeno per dissodare il terreno, magari per discutere anche di aree vaste e città metropolitane”, e Regione, Upi, ovvero l’unione toscana della Province, ma anche l’Anci, l’associazione dei Comuni, hanno deciso di iniziarlo a fare insieme. Lo hanno deciso il 24 febbraio, dopo una riunione che il presidente dell’Upi e della Provincia di Pisa Andrea Pieroni, il collega fiorentino Andrea Barducci, il presidente della provincia di Arezzo Roberto Vasai e di Pistoia Federica Fratoni hanno avuto a Palazzo Cerretani a Firenze con l’assessore Riccardo Nencini, il collega Gianfranco Simoncini e tecnici e dirigente della Regione. Gli incontri inizieranno già questa settimana ed è una partita che si giocherà da qui alla fine dell’anno su tre tavoli, distinti ma incrociati: i destini del personale – 4.800 dipendenti suddivisi nelle attuali dieci province toscane, a cui si aggiungono gli addetti di agenzie o cooperative che per quelli enti lavorano- , la riallocazione delle funzioni delle Province, che in buona parte dovranno presumilmente essere cedute a Comuni e Regione, ma anche un ragionamento più complessivo sull’assetto isituzionale che la Toscana vorrà darsi. “E in questo assetto, che dovrà essere razionale e coerente – si sofferma l’assessore Nencini – dobbiamo considerare le unioni dei Comuni previste dalla norma nazionale, quelle incentivate dalla legge regionale di riordino approvato alla fine di dicembre, ma anche le aree vaste e la città metropolitana”. “Le città metropolitane e le aree vaste – aggiunge – sono infatti l’unica dimensione attraverso cui passa lo sviluppo e in cui molti servizi si programmano e si gestiscono assieme. E’ una scelta obbligata, se vogliamo essere più competitivi, e per questo una discussione sulla città metropolitana e le aree vaste non può essere rinviata al prossimo anno ma va affrontata subito”. Quanto ai dipendenti delle Province, Upi e Regione incontreranno assieme i sindacati e le rappresentanze sindacali.  
   
   
L’ABRUZZO LANCIA "LA REGIONE IN AZIENDA"  
 
Pescara, 27 febbraio 2012 - ´La Regione in Azienda´, è una iniziativa messa in campo dal vice presidente della Regione con delega allo Sviluppo Economico, Alfredo Castiglione, con il fine di incontrare, ogni settimana, il mondo dell´industria e dell´artigianato abruzzese. L´iniziativa in questione è stata presentata, il 23 febbraio, in Regione, a Pescara, nel corso di una conferenza stampa. "Si tratta di una serie di visite a industrie e piccole e medie imprese - ha detto Castiglione - che ha l´obiettivo di far uscire l´assessorato dal ?"Palazzo", dalla sua forma prettamente istituzionale, e di avvicinarlo il più possibile al territorio e alla realtà imprenditoriale, in quanto si ritiene più utile un´azione di ascolto oltre i tavoli istituzionali e gli incontri con i rappresentanti dei settori". Nel corso delle tappe, il vice presidente della Regione, coinvolgendo anche le associazioni di categoria dell´industria e dell´artigianato, incontrerà sia le grandi che le piccole imprese. Le testimonianze raccolte serviranno per cogliere le aspettative degli imprenditori e capire come gli strumenti, che la Regione mette a disposizione, siano recepiti e utilizzati. "Con tale iniziativa - ha ripreso Castiglione - si vuole individuare tutto ciò che ha impatto maggiore sulle aziende che rappresentano un punto alto dell´imprenditoria abruzzese e concentrarsi su questi aspetti e sulle risorse che si andranno a mettere in campo, cercando nello stesso tempo di superare la distinzione tra industria e artigianato. Entrambi, infatti, rappresentano una risorsa unica e strategica per tutto il nostro territorio, perché i numeri e le caratteristiche di molte realtà testimoniano che si tratta di ambiti analoghi. Gli esempi e le testimonianze raccolte in giro per l´Abruzzo - ha proseguito - devono indubbiamente aumentare il grado di attenzione da parte delle istituzioni. Chi è in difficoltà non sempre chiede risorse economiche, ma l´opportunità di far parte di una squadra e di fare sistema, unendo la propria grande capacità di essere imprenditore a chi ha potenzialità soprattutto nella logistica e nel marketing. Questo dimostra che esiste un forte senso di responsabilità quando viene messo in gioco il proprio lavoro soprattutto da parte di chi crede nel ´made in Italy by Abruzzo´ e si trova di fronte a una grande opportunità di accrescere la competitività attraverso la valorizzazione del capitale umano". La politica industriale regionale varata dalla Giunta Chiodi, ha incentrato le sue azioni programmatiche soprattutto sul sostegno alla ricerca e l´innovazione. Dopo una prima fase di contenimento dei danni provocati dalle crisi che hanno investito l´intera regione, quella congiunturale (diretta emanazione della crisi mondiale) e quella post-sismica, "ora la Regione è attivamente impegnata nella Fase Ii, quella dello Sviluppo. E´ questo il momento di mettere in campo quelle misure che, a più livelli, possono realmente rilanciare il nostro sistema produttivo". In questa fase particolarmente determinante è l´azione dell´assessorato allo Sviluppo Economico, primo motore della politica industriale della Giunta Chiodi. "In questo contesto - ha rimarcato il vice presidente - appare strategica un´interlocuzione diretta tra la Struttura e i suoi referenti ´´privilegiati´: Le Aziende".  
   
   
UMBRIA-MARCHE INSIEME PER RILANCIARE L’ITALIA DI MEZZO. TURISMO E CULTURA FATTORI TRAINANTI  
 
Perugia, 27 febbraio 2012 - L’esigenza di portare avanti azioni che leghino la cosiddetta Italia mediana, una collaborazione cioè tra regioni limitrofe anche nelle politiche del turismo e della cultura è stata al centro di un incontro che si è svolto nel Palazzo Ducale di Camerino, organizzato dall’Associazione di cultura politica “Nuovo riformismo” in collaborazione con l’Università di Camerino. All’incontro erano presenti l’assessore regionale alla cultura e turismo dell’Umbria, Fabrizio Bracco, gli assessori regionali alla cultura, Marcolini, al turismo, Moroder, all’industria ed artigianato, Giannini, ed alle politiche agricole, Petrini, della Regione Marche, oltre ai sindaci di Camerino, Fabriano e Macerata, al rettore dell’università di Camerino ed all’europarlamentare Roberto Gualtieri. “Umbria e Marche, ha affermato Bracco, sono legate da un retroterra storico, culturale, economico e sociale largamente omogeneo. L’esperienza del terremoto del 1997, della gestione dell’emergenza e del modello di ricostruzione esemplare che insieme abbiamo portato avanti e che dobbiamo sempre ricordare e rivendicare, deve vederci ancora impegnati nel mettere in campo progetti di sviluppo per continuare una traiettoria a quei tempi avviata e non compiuta, ma anche per rispondere alla crisi in atto (es. Antonio Merloni, Faber, etc.). Penso a come, dopo la fase della ricostruzione e a quella in atto dell’infrastrutturazione viaria (con il progetto “Quadrilatero”), che determinerà nuove condizioni di accessibilità e di potenziale attrattività per le due regioni, sia necessario concentrare gli sforzi e le iniziative per promuovere un nuovo sviluppo. In questo senso è importante la progettualità che si sta avviando nella logica del Distretto Culturale Evoluto (Dce) tra il fabrianese e l’eugubino-gualdese, il Parco nazionale dei Monti Sibillini ed infine guardare oltre i confini regionali, il cui superamento dal 2013 diventerà rapidissimo dalle Marche verso Foligno e per andare verso Terni-roma o verso Perugia-firenze. Ciò renderà anche il mare Adriatico più vicino, con una potenziale ricaduta positiva sul turismo balneare. Penso infine alla strutturazione dei percorsi delle vie storiche e religiose, penso alla direttrice Roma-assisi-loreto, alle vie francescana e lauretana”. “Rapporto Marche-umbria, ha aggiunto l’assessore Bracco, anche come primo passo per allargare lo sguardo al Centro Italia, al ruolo che questa area geografica del Paese può svolgere come cerniera di una rinnovata unità nazionale. La cosiddetta Italia di Mezzo, e cioè Umbria, Marche, Toscana, Abruzzo ed Emilia Romagna, fino alle province di Rieti e Viterbo nel Lazio, che ha un’identità economico-sociale simile con punti di forza comuni, quali il tessuto produttivo fondato sulla piccola e media impresa, lo straordinario patrimonio culturale diffuso sul territorio, l’ambiente naturale di fascino, un’agricoltura di qualità, il turismo e la cultura intese come attività produttive di primissimo rilievo e chiave di volta del futuro sviluppo. Un’area non solo geografica ma anche storico-culturale, dai molteplici legami che deve sempre più attrezzarsi per superare la crisi economica e competere con successo”. L’assessore umbro ha sottolineato l’importanza dell’iniziativa che “si inquadra in quel comune obiettivo di creare sempre più strette collaborazioni nell’area dell’Italia di mezzo nello sforzo di battere strade nuove per favorire lo sviluppo di quest’area, stretta troppo spesso tra i due grandi blocchi, settentrionale e meridionale, del paese. Le cinque Regioni possono costituire, insieme, un‘unicum’ in grado di intercettare e rappresentare quelle nuove istanze di un turismo che privilegia la natura, il paesaggio, la cultura e che vuole percepire tutta la storia di un territorio e le tradizioni di una popolazione locale ospitale e accogliente. Turismo e cultura, che sono veri e propri assi portanti di quest’area, ha concluso Bracco, possono essere il denominatore comune di una collaborazione che dovrà trovare prosecuzione anche in altri settori dell’economia, tenendo conto che la prossima programmazione comunitaria ha assunto come fattore prioritario lo sviluppo integrato ed inclusivo, destinando a questo tipo di azioni il 47 per cento delle risorse comunitarie 2014-2020”.  
   
   
UMBRIA, CONSIGLIO REGIONALE: PAGINA TRISTE DELLA STORIA DELLA REGIONE  
 
Perugia, 27 febbraio 2012 – Di seguito una nota dell’assessore regionale Fabrizio Bracco sulla riunione del consiglio regionale del 22 febbraio: “Ieri si è consumata una pagina triste nella storia della Regione dell’Umbria. Nei suoi quarantadue anni di vita non era mai successo che le minoranze si sottraessero all’obbligo di garantire il funzionamento del Consiglio. Purtroppo si è confuso il piano istituzionale con quello politico. La responsabilità istituzionale degli eletti è garantire la “normalità” della dialettica democratica e preservare la sacralità delle istituzioni. Quella politica sta nel confronto tra le diverse ragioni e visioni sul futuro della Regione. Confondere i due piani rischia di stravolgere il ruolo propulsivo delle assemblee elette nella percezione dei cittadini, aggravando la crisi di fiducia nella politica, che sta crescendo nel Paese e nella nostra Regione. Di queste considerazioni non si è vista traccia nel Consiglio Regionale di ieri. Un Consiglio in cui il funzionamento ed il prestigio (la “sacralità”) dell’Istituzione sono stati piegati a mero terreno di scontro politico, in cui ognuno ha giocato una propria particolare partita. Quello che è accaduto è tanto più incomprensibile alla vigilia dell’esame del Dap (il principale documento di programmazione economica della Regione), che potrebbe favorire un confronto aperto e franco, anche duro se necessario, ma libero da politicismi di sorta, animato solo dall’interesse per l’Umbria e dalla volontà di offrire soluzioni ai problemi dell’economia, dell’occupazione e dello sviluppo della comunità regionale. Rispetto a tutto questo, gli organi di garanzia del Consiglio non possono essere terreno di scontro, ma la condizione per lo svolgimento della normale dialettica politica, ed il loro funzionamento deve prescindere dalla lotta tra i partiti”.  
   
   
ABRUZZO: 10 MLN PER NUOVI BONUS ASSUNZIONALI DAL 2010 FINANZIATE 1.071 AZIENDE CON 3.000 POSTI IN PIU´  
 
 L´aquila, 27 febbraio 2012 - "´Lavorare in Abruzzo´ ha prodotto in 22 mesi oltre 3.000 nuove opportunità di lavoro a tempo indeterminato, coinvolgendo oltre 1.000 aziende della nostra regione, finanziate con ben 26 milioni di euro. E´ un progetto divenuto un modello di contrasto efficace alla dura crisi del mercato del lavoro, imitato e replicato in altri territori italiani ed europei perché incide con efficacia su due aspetti cruciali dell´attuale crisi economica: contrasta la precarietà spingendo l´azienda a creare rapporti a tempo indeterminato, abbatte in modo considerevole il costo del lavoro per le imprese. Nella prima edizione abbiamo, inoltre, garantito l´ingresso di molti giovani e donne nel mercato del lavoro grazie agli incentivi maggiorati per queste categorie. Siamo fiduciosi che offrire nuovi stimoli alle imprese possa essere la strada giusta per conservare i livelli occupazionali o comunque evitare in questa fase di crisi pesanti emorragie di posti di lavoro. L´avviso pubblicato oggi si rivolge, come nella sua prima edizione, nuovamente a tutte le aziende dell´Abruzzo. Per questo mettiamo a disposizione del sistema produttivo regionale e del tessuto sociale una cifra importante: ben 10 milioni di euro, che potenzialmente potranno generare 1.000 nuove opportunità di lavoro". Questo il commento dell´assessore al Lavoro Paolo Gatti alla pubblicazione dell´avviso "Lavorare in Abruzzo" finanziato con 10 milioni di euro del Piano Operativo 2009/10/11 del Fse 2007/2013 e giunto alla sua terza edizione. L´avviso prevede bonus del valore di 10.000 euro per l´assunzione a tempo indeterminato di lavoratori svantaggiati, un bonus di 5.000 euro per la trasformazione dei contratti a termine in contratti a tempo indeterminato; è prevista, infine, anche una nuova linea che consente l´aumento delle ore nei contratti part-time. L´iniziativa, come nelle precedenti edizioni, punta alla crescita e alla salvaguardia dei livelli occupazionali regionali ed è diretto ai datori di lavoro e alle imprese abruzzesi che intendono incrementare i livelli occupazionali. I 10 milioni di euro del progetto sono destinati alle assunzioni per tutte le aziende operanti nella Regione. Potranno essere assunti i lavoratori svantaggiati e i lavoratori disabili. I beneficiari del bonus devono essere assunti con un contratto di lavoro subordinato ex art. 2094 c.C. A tempo indeterminato (anche a tempo parziale, purché non inferiore a ventiquattro ore settimanali), con l´impegno da parte del datore di lavoro o dell´impresa a non licenziare il lavoratore durante i primi ventiquattro mesi successivi all´assunzione. Le candidature dovranno pervenire entro il 20 aprile alla Regione Abruzzo. La selezione della candidature prevederà una valutazione che seguirà i seguenti criteri: appartenenza delle aziende alle Aree di Crisi e ai settori dei Poli di Innovazione, numero delle assunzioni a tempo indeterminato; prodotto/servizio offerto; mercato di riferimento e strategia commerciale; programma degli investimenti; coerenza tra strategie di sviluppo; redditività dell´intervento e fabbisogno di risorse umane.  
   
   
LA POPOLAZIONE RESIDENTE IN PROVINCIA DI TRENTO ATTRAVERSO L’ANAGRAFE E I FLUSSI DEMOGRAFICI  
 
Trento, 27 febbraio 2012 - “La popolazione residente in provincia di Trento attraverso l’anagrafe e i flussi demografici” è il titolo di un approfondimento tematico realizzato dal Servizio Statistica della Provincia autonoma di Trento. Attraverso un ricco insieme di dati, grafici e indicatori statistici, la pubblicazione offre un’analisi dell’evoluzione della popolazione residente in provincia di Trento a partire dagli anni ‘60 sino ai giorni nostri, con un’attenzione particolare per le Comunità di Valle. Dallo studio emerge che la popolazione trentina nell’ultimo ventennio è in continua e costante ascesa. Attualmente si cresce in un solo anno quasi come un tempo (tra il 1981 e il 1991) si cresceva in dieci anni. Nel corso del tempo, dal 1921 ad oggi, si è assistito ad un mutamento radicale nell’andamento della popolazione. Mentre negli anni ’20 e ’30 la popolazione residente ha subito un progressivo decremento (con circa 371.000 residenti nel 1936), risentendo sia delle vicende belliche che dei movimenti migratori dei trentini verso l’estero, nei decenni successivi, ed in particolare durante il periodo del boom economico, la popolazione ha registrato un deciso incremento, raggiungendo la quota di circa 443.000 persone nel 1981. Negli anni ’80 la crescita ha subito una nuova battuta d’arresto: la popolazione è cresciuta ad un ritmo pari a meno della metà dell’incremento verificatosi nei tre decenni precedenti. Negli ultimi due decenni, infine, si è assistito ad un aumento significativo della popolazione: tra il 1991 ed il 2001 l’incremento è stato del 6% e dal 2001 al 2011 quasi dell’11%. La dinamica della popolazione dipende da due componenti: una naturale (nati e morti) e una sociale (iscrizioni e cancellazioni anagrafiche). Analizzando dapprima la componente naturale, si rileva che la consistenza dei nati in provincia di Trento ha subito notevoli variazioni nel corso del tempo. Negli anni ’60 nascevano oltre 7.000 bambini ogni anno, toccando quota 8.079 nel 1964. A seguire, si è assistito dapprima ad una progressiva diminuzione fino a metà degli anni Ottanta, in cui i nati sono scesi a poco più di 4.000 unità, e poi ad una ripresa graduale fino ai circa 5.500 nati del periodo più recente. Per quanto riguarda i morti, questi si sono mantenuti quasi sempre al di sotto delle 5.000 unità. Nel primo periodo, quindi, i nati sono risultati nettamente superiori ai deceduti e si è registrato un saldo naturale (differenza tra nati e morti) che ha superato anche le 3.000 unità. Negli anni ’80 il saldo naturale è diventato invece negativo, per tornare su valori positivi dal 1992 ad oggi. L’evoluzione della popolazione è influenzata anche dall’andamento delle iscrizioni e cancellazioni anagrafiche. Il volume complessivo degli iscritti, provenienti sia dall’Italia che dall’estero, è stato pari a circa 12.000 unità fino alla fine degli anni ‘90, per poi crescere progressivamente fino alle circa 20.000 degli anni più recenti. Nello stesso periodo le cancellazioni anagrafiche si sono attestate tra 8.000 e 9.000 unità per la maggior parte del periodo, con valori prossimi alle 13.000 solo negli anni più recenti. Il saldo sociale è risultato, quindi, sempre positivo e via via crescente, contribuendo in modo significativo all’incremento demografico della provincia. La lettura di alcuni indicatori demografici, calcolati in serie storica, permette di comprendere anche gli aspetti qualitativi legati all’evoluzione della popolazione. L’età media della popolazione attualmente è pari a 42,2 anni ed appare crescente nel tempo; distinta per genere, è di 40,6 anni per i maschi e 43,7 per le femmine, confermando la maggior presenza delle donne nelle età più anziane. Dal 1986 ad oggi l’età media è aumentata di circa 4 anni sia nel valore complessivo che distinta per genere. L’area sensibilmente più giovane è quella del Comun General de Fascia (età media pari a 40,2 anni) mentre la Magnifica Comunità degli Altopiani cimbri è la zona più anziana, con un’età media pari a 45,9. Il numero medio di figli per donna dagli anni sessanta in poi ha subito notevoli modificazioni. Nel 1964, anno del baby-boom, la donna trentina partoriva in media 2,8 figli, per poi calare fino a 1,3 nel 1984. Attualmente risulta pari a 1,53. La provincia di Trento si colloca al secondo posto nella graduatoria nazionale, dopo la provincia di Bolzano, da sempre tra le aree con la più elevata fecondità in Italia. A livello internazionale, invece, la provincia di Trento si situa ad un livello molto lontano da quello di altri paesi europei, quali Francia e Regno Unito, prossimi a 2 figli per donna. La speranza di vita alla nascita (o vita media) indica il numero medio di anni che una persona si attende di vivere al momento della nascita. Dal 1982 ad oggi è cresciuta di circa nove anni per i maschi e sette per le femmine; attualmente gli uomini vivono mediamente 79 anni e le donne 85, ma la differenza si sta progressivamente riducendo. In conseguenza dell’allungamento della vita media, aumenta l’incidenza sia degli anziani (di 65 anni ed oltre) che dei grandi anziani (di 80 anni ed oltre), in particolare per la componente femminile. L’indice di vecchiaia, costruito rapportando il numero degli anziani (di 65 anni ed oltre) al numero dei giovani (fino a 14 anni compiuti), è triplicato dal 1961 ad oggi, passando dal 42,2% al 126,0%. Distinto per genere, l’indice di vecchiaia si differenzia in modo significativo: nel 2009 è pari a 100,6 per i maschi e a 153,0 per le femmine. A livello di Comunità di Valle esistono differenze significative: il Comun General de Fascia si conferma come l’area più giovane del Trentino (96,7 anziani ogni 100 giovani), mentre nella Magnifica Comunità degli Altopiani cimbri e nella Comunità di Primiero si rileva la maggior presenza di anziani (rispettivamente 199,6 e 149,9 ogni 100 giovani). L’indice di carico sociale è calcolato rapportando la popolazione in età non lavorativa (convenzionalmente “a carico” perché giovane o anziana) a quella in età lavorativa (tra i 15 ed i 64 anni): nel corso del tempo ha subito contenute modificazioni nel suo valore complessivo, passando dal 45,7 degli anno ’80 al 53,0 nel 2009, mostrando che la quota di persone “a carico” è pari a circa la metà delle persone in età lavorativa. Distinto per genere, ammonta a 47,9 per i maschi e 58,3 per le femmine. Scomponendo l’indicatore nelle sue due componenti (i giovani e gli anziani) risulta che la quota più rilevante del “peso” è imputabile alla componente anziana e che l’incremento del valore dell’indice è legato al progressivo invecchiamento della popolazione. A livello di Comunità di Valle, si nota come la Magnifica Comunità degli Altopiani cimbri sia l’area con il più basso valore dell’indice di carico sociale giovani (19,1) ma il più alto indice di carico sociale anziani (38,1), confermando la presenza di una popolazione residente relativamente più vecchia che nel resto del Trentino. L’indice di ricambio (calcolato rapportando la popolazione tra i 60 e i 64 anni e quella tra i 10 e i 14 anni) misura il rapporto tra la popolazione che per convenzione sta per uscire dal mercato del lavoro e quella che vi sta entrando. Nel 2009 l’indice è risultato pari a 114,6, indicando che, dal solo punto di vista demografico, il numero di chi si appresta ad uscire dal mercato del lavoro è maggiore di quello di coloro che stanno per entrarvi. A livello di Comunità di Valle, l’indice varia tra il minimo della Comunità della Valle di Cembra (91,0) e il massimo della Magnifica Comunità degli Altopiani cimbri (146,5). Analizzando la componente straniera, si rileva che attualmente gli stranieri residenti in provincia di Trento sono poco più di 46.000: la loro consistenza è andata via via crescendo a partire dall’inizio degli anni Novanta. Distinti per genere, sono costituiti per il 51,5% da donne. La prevalenza della componente femminile è un fenomeno recente ed è collegato anche alla presenza delle badanti. Negli anni Novanta e fino al 2006 la quota più consistente era, infatti, rappresentata dai maschi, che inizialmente erano quasi il doppio delle femmine. La comunità straniera con la maggior consistenza numerica è quella romena, seguita a lunga distanza da quelle marocchina e macedone. A livello di Comunità di Valle, si nota una presenza cospicua di stranieri residenti nel Territorio Val d’Adige e nella Comunità Rotaliana-königsberg, mentre le aree in cui gli stranieri residenti sono meno numerosi sono la Comunità di Primiero e la Magnifica Comunità degli Altopiani cimbri. La popolazione straniera è nettamente più giovane e questo contribuisce a rendere relativamente più giovane la struttura per età della popolazione trentina. Nel 2009 l’età media degli stranieri è pari a 30,3 anni (29,2 anni per i maschi e a 31,3 anni per le femmine). La popolazione straniera ha, quindi, mediamente 12 anni in meno di quella complessiva trentina. Anche la natalità degli stranieri contribuisce in modo determinante a sostenere il peso della componente giovane. Nel 2009 il tasso di natalità risulta pari a 20,2‰ per gli stranieri e a 9,3‰ per gli italiani; nel complesso, determinato sulla popolazione totale, ammonta invece a 10,3‰. La pubblicazione è disponibile sul sito del Servizio Statistica della Provincia, all’indirizzo: www.Statistica.provincia.tn.it  
   
   
PROMETEIA PRESENTA LO SCENARIO DELLE MARCHE NELLA CRISI DELL´EUROPA. IL 2012 L´ANNO PIU` DIFFICILE.  
 
Ancona, 27 Febbraio 2012 - Il 2012 sara` un anno molto difficile per l´Europa e l´Italia. Lo sara` anche per le Marche, regione tra le piu` manifatturiere ed aperte al mercato internazionale e quindi piu` esposta di altre ai colpi della crisi. Uno scenario in cui ogni cittadino deve essere pienamente consapevole che non avra` piu` a disposizione le risorse economiche, sociali e finanziarie avute negli anni precedenti. E questo sara` anche per la pubblica amministrazione e i settori privati. Si richiede quindi una grande condivisione su progetti selettivi che incrementino la produttivita` delle risorse impiegate. E´ il quadro descritto il 24 febbraio dal rapporto Prometeia ´Lo scenario della Regione Marche nella crisi dell´Europa´ presentato questa mattina a Palazzo Raffaello dal presidente di Prometeia Angelo Tantazzi e dal responsabile delle Pubbliche amministrazioni Massimo Guagnini al presidente Gian Mario Spacca, alla Giunta regionale e alla dirigenza della Regione al completo. Obiettivo del seminario, confrontare la programmazione regionale con le visioni di medio termine. Quadro macroeconomico di riferimento e prospettive per le Marche nel periodo 2012-2014, la lettura offerta dal rapporto che ha evidenziato una congiuntura ancora molto difficile per l´anno in corso e una lenta ripresa per il 2013 e 2014. Le elaborazioni di Prometeia hanno rafforzato le previsioni regionali di un 2012 ancora piu` duro del 2009, gia` ribattezzato ´annus horibilis´. In questo scenario le strategie individuate dalla Regione per il medio termine, e` stato evidenziato questa mattina, vanno ulteriormente accelerate, per reagire con ancora piu` immediatezza alle difficolta`. Il contesto che viene descritto dalla societa` di analisi e di ricerca macroeconomica dimostra che tali strategie sono giuste e appropriate a rispondere alle evoluzioni socio-economiche in atto. Tuttavia e` necessario cambiare la velocita` di attuazione, anticipando le azioni: internazionalizzare, innovare, accrescere la produttivita`, spostare risorse sugli investimenti pubblici, semplificare ed accelerare le procedure amministrative.  
   
   
CALABRIA: PRESENTATO IL PROGETTO CHE COLLEGA IL MONDO DEL LAVORO CON IL CAPITALE UMANO REGIONALE  
 
Catanzaro, 27 febbraio 2012 - E’ stato presentato a Vibo Valentia, dopo Crotone e Catanzaro, il “Sistema regionale delle competenze”, progetto dell´Assessorato regionale alla Cultura che collega il mondo del lavoro con il capitale umano della regione. Nel corso dell’incontro, cui seguiranno quelli di Cosenza e Reggio, è stata illustrata la creazione della "Banca dati regionale delle competenze" che dovrà essere animata dagli stessi attori del soggetto, sopratutto imprenditori, diplomati e laureati. L’assessore Mario Caligiuri, nel suo intervento, ha illustrato le politiche sullo sviluppo culturale e sociale avviate dalla Giunta regionale, guidata dal Presidente Scopelliti e le varie iniziative di potenziamento delle scuole e delle università, sottolineando il collegamento col mondo del lavoro. Sono anche intervenuti il Dirigente generale del Dipartimento “Cultura”, Massimiliano Ferrara, e quello del Dipartimento “Politiche del Lavoro”, Bruno Calvetta, Mario Romano per la Confindustria provinciale, Domenico Barile, presidente della Fondazione “Field” e Caterina Nano, responsabile Area animazione della stessa Fondazione.  
   
   
INTERNAZIONALIZZAZIONE FVG: SÌ A COMITATO E PIANO STRATEGICO  
 
Trieste, 27 febbraio 2012 - Carlo Dall´ava per il turismo, Franco Buttazzoni per l´artigianato, Monica Paoletich per il commercio e Lucia Cristina Piu per l´industria sono i componenti del Comitato tecnico di indirizzo che avrà il compito di valutare i progetti per l´internazionalizzazione e la promozione internazionale delle Pmi. Lo ha stabilito il 24 febbraio la Giunta regionale del Friuli Venezia Giulia su proposta dell´assessore alle Attività produttive, Federica Seganti, recependo le indicazioni delle principali associazioni di categoria. Il Comitato resterà in carica tre anni e sarà presieduto dall´assessore regionale alle attività produttive, ma nessuno dei suoi componenti avrà compensi per questa specifica attività. Oltre alla designazione del Comitato d´indirizzo, la Giunta ha provveduto all´approvazione, sempre su indicazione di Federica Seganti, del Piano strategico 2012-2014 in ambito internazionale. Il piano, conferma l´assessore Seganti, avrà una durata di 3 anni ed è stato elaborato dalla Segreteria tecnica dello Sportello regionale per l´internazionalizzazione (Sprint).  
   
   
FVG: SUCCESSO DEI VOUCHER/LAVORO NEI COMUNI DELL´AREA MONTANA  
 
Trieste, 27 febbraio 2012 - Solo un mese fa sono stati presentati ad Amaro dal presidente della Regione, Renzo Tondo, i contributi per il sostegno all´utilizzo di prestazioni occasionali di tipo accessorio (voucher), a favore dei comuni inseriti nell´area montana del Friuli Venezia Giulia, e oggi l´iter può già dirsi praticamente concluso, dal momento che sono pervenute alla direzione Lavoro 100 domande dai 104 municipi interessati. Lo rende noto l´assessore regionale al Lavoro, Angela Brandi, manifestando apprezzamento per la risposta ricevuta dal territorio e per la rapidità con la quale è in via di esecuzione l´intervento. I voucher per le aree di montagna, infatti, sono direttamente rivolti ai Comuni, i quali a loro volta possono utilizzare i disoccupati per prestazioni occasionali di tipo accessorio nell´ambito dei lavori di giardinaggio, pulizia, manutenzioni di edifici, strade, parchi e monumenti. Ma l´intervento include una doppia finalità: oltre a quella occupazionale, infatti, c´è anche la tutela del territorio montano, molto sentito dagli amministratori locali. Proprio per questo, dei 2 milioni di euro previsti per il progetto, 250mila vengono investiti, attraverso la Protezione civile, in attrezzature e macchinari destinati allo svolgimento di quelle opere di conservazione e di cura dell´ambiente montano. Inoltre, i lavoratori che andranno a svolgere compiti più specializzati, saranno indirizzati ai corsi di formazione realizzati dalla Direzione Risorse naturali e forestali della Regione in collaborazione con la stessa Protezione civile. "Questa iniziativa - ha commentato l´assessore Brandi - si contraddistingue per la velocità dell´attuazione e per il valore educativo dello strumento, che non ha un profilo assistenziale, quanto piuttosto educativo e sociale, dal momento che porta i lavoratori a svolgere compiti di stretta utilità per la comunità locale". "I comuni - continua l´esponente regionale - hanno già avuto comunicazione dell´assegnazione del finanziamento per l´acquisto dei voucher e sono quindi nelle condizioni di attivare fin da subito le procedure per l´avviamento al lavoro dei disoccupati". Per quel che riguarda la distribuzione sul territorio regionale delle domande pervenute, la provincia con più richieste presentate alla Direzione regionale del Lavoro, per naturali ragioni morfologiche del suo territorio, è quella di Udine con 61 comuni e un totale di 270 lavoratori coinvolti, di cui 187 da avviare alla formazione. Segue la provincia di Pordenone con 27 comuni e 103 lavoratori interessati, di cui fra questi 75 alla formazione. Più ridotti i numeri delle province di Gorizia e Trieste: la prima ha registrato 8 domande di comuni interessati per 25 lavoratori, di cui 22 da avviare ai corsi di formazione, mentre in quella di Trieste 4 comuni hanno presentato domanda per un totale di 13 lavoratori di cui 8 rivolti alla formazione.  
   
   
TRENTO: FONDO SOCIALE EUROPEO, 16 MILIONI A SOSTEGNO DELL´OCCUPAZIONE  
 
Trento, 27 novembre 2012 - La Commissione europea ha approvato nelle scorse settimane la decisione della Provincia autonoma di Trento di destinare, nel prossimo biennio (2012 - 2013), 16,60 milioni di euro a favore di chi è senza lavoro. La decisione è stata presa sulla base delle nuove priorità, dettate dalla crisi economica, e di sostegno del mercato del lavoro. Dopo il via libera di Bruxelles, la giunta provinciale ha approvato il 24 febbraio all´unanimità la delibera a firma del presidente Lorenzo Dellai con cui si formalizza la destinazione dei fondi comunitari. La destinazione di 16 milioni di euro a contrasto della disoccupazione, deliberata oggi dalla giunta provinciale su proposta del presidente Lorenzo Dellai, riguardano il Programma operativo del Fondo sociale europeo della Provincia autonoma di Trento, riferibile all´Obiettivo 2 "Competitività regionale e occupazione" per gli anni 2012-2013. La decisione rientra appieno nell´articolato disegno strategico messo in campo dall´esecutivo provinciale a contrasto della crisi economica e che a permesso, fino ad oggi, alle aziende trentine di affrontare i contraccolpi di un mercato in forte contrazione. Nel caso della delibera di oggi, il finanziamento ammonta a 16,60 milioni di euro che saranno destinati ai disoccupati. In dettaglio, tre sono le motivazioni che hanno spinto la Provincia a offrire un nuovo strumento alle persone che hanno perso il lavoro. Innanzitutto, il mercato ha evidenziato - come ha riconosciuto la stessa Commissione europea - un ampliamento delle criticità del mercato del lavoro trentino. Si tratto di una situazione che richiede specifiche politiche di carattere preventivo per evitare una vera e propria emergenza sociale. Esiste anche la volontà - ed è la seconda ragione - del Trentino di rientrare negli obiettivi dettati dall´Agenda europea per il nuovo decennio, che comporta la modifica delle politiche delle sviluppo economico e delle politiche del lavoro del governo provinciale. Infine, le risorse del Fondo sociale europeo serviranno a dare maggiore vigore alla duplice azione di "sistemizzazione" degli interventi sperimentali, attivati durante il periodo di crisi, e l´avvio dei nuovi strumenti di politica per l´occupazione e lo sviluppo delle risorse umane.  
   
   
SICUREZZA: REGIONE, RIPARTITI I FONDI PATTO LAZIO SICURO  
 
Romam, 27 febbraio 2012 - Il ‘Primo Patto per il Lazio Sicuro’ entra nella sua piena fase operativa. Sono stati ripartiti alle singole Prefetture i fondi stanziati dalla Regione Lazio, pari a 1 milione di euro, per finanziare gli interventi programmati, individuati dai Prefetti, sulla base delle necessità riscontrate nelle singole province. E’ quanto emerso il 23 febbraio dal tavolo di coordinamento, che si è riunito presso la Regione Lazio, al quale hanno partecipato la presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, l’assessore regionale alle Politiche per la sicurezza, Giuseppe Cangemi, e i cinque prefetti del Lazio: il prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, in qualità di coordinatore generale del progetto; il prefetto di Frosinone, Paolino Maddaloni; di Latina, Antonio D’acunto; di Rieti, Chiara Marolla e di Viterbo, Antonella Scolamiero. “La riunione di oggi – spiega la presidente Polverini – è un ulteriore passo in avanti che conferma il costante impegno della Regione sulle politiche per la sicurezza. Attraverso questi fondi, le forze di polizia verranno dotate di nuovi mezzi e strumenti più moderni richiesti per sostenere le forze dell’ordine nel loro operato, al fine di garantire il diritto alla sicurezza dei cittadini e la tutela del territorio”. In particolare, come previsto dalla convenzione operativa stipulata contestualmente al Patto stesso, sono stati stanziati 300.000 euro alla Prefettura di Frosinone, per il potenziamento del parco auto delle forze di polizia; 206.850 euro alla Prefettura di Latina per il potenziamento del parco auto delle forze di polizia e l’implementazione delle dotazioni informatiche; 192.909 euro a quella di Rieti per l’implementazione del sistema di videosorveglianza grazie all’acquisto di 20 nuove telecamere e il potenziamento del sistema e 300mila euro alla Prefettura di Viterbo per il potenziamento del parco auto delle forze di polizia. “Perché si possano conseguire risultati apprezzabili – aggiunge l’assessore Cangemi – è necessaria la partecipazione sinergica di tutte le istituzioni: dal Governo alla Regione, agli Enti Locali. Il patto per il Lazio sicuro descrive bene lo spirito di servizio delle istituzioni, impegnate insieme, organicamente, per il benessere dei cittadini”. Il “Patto per il Lazio Sicuro” prevede l’adozione di un piano di interventi urgenti mediante la promozione di politiche e di provvedimenti sul piano della prevenzione sociale, anche attraverso intese locali in materia di sicurezza urbana, in raccordo con le politiche di sicurezza adottate dalle competenti autorità statali, tenuto conto della specificità del territorio e dell’andamento dei fenomeni criminali.  
   
   
CONFERENZA PERMANENTE REGIONE - ENTI LOCALI, INTESA SU POLIZIA LOCALE E PICCOLI COMUNI  
 
Cagliari, 27 Febbraio 2012 - Parere positivo della Conferenza permanente Regione - Enti locali sulle norme proposte dall’esecutivo in materia di ‘Piccoli comuni’ e di ‘Polizia locale’. Durante la riunione del 22 febbraio a Cagliari nella sede dell’assessorato regionale degli Enti locali, è stata trovata l’Intesa sulle azioni portate avanti dalla Giunta per il supporto alle Autonomie locali, con particolare riferimento, da un lato, alle misure di sostegno dei piccoli Comuni riguardo le attività socio -assistenziali, gli interventi nel settore edilizio a favore delle famiglie e ancora la promozione e lo sviluppo del sistema dei servizi e, dall’altro, al nuovo Regolamento sulle nuove norme previste all’articolo 16 relativo agli strumenti operativi e ai segni distintivi e uniformi delle forze di polizia locale. Alla Conferenza hanno preso parte, oltre all’assessore regionale, Nicola Rassu, anche il presidente dell’Anci, Cristiano Erriu, il presidente dell´Ups, Ignazio Congiu, il presidente dell´Asel, Rodolfo Cancedda, il presidente della provincia di Oristano, Massimiliano De Seneen e i sindaci di Cagliari, Massimo Zedda, di Gonnosfanadiga, Sisinnio Zanda e di San’andrea Frius, Giuseppe Cappai. L’assessore Rassu nel rafforzare e rilanciare il percorso di collaborazione con le Autonomie locali della Regione ha evidenziato come siano fondamentali le intese con le rappresentanze degli Enti locali sardi per tracciare i nuovi percorsi che mirano a ridare impulso alle comunità locali finalizzati a fronteggiare lo stato di crisi attuale ma anche e soprattutto per creare nel lungo periodo nuove condizioni di sviluppo con norme certe e di ampio respiro. Dall’incontro è emersa, inoltre, una forte condivisione degli obiettivi che la Regione e i rappresentanti delle associazioni si sono prefissi di raggiungere e proprio dalle autonomie locali è arrivato il parere positivo per le proposte esaminate. Durante la Conferenza l’esponente dell’Esecutivo ha affrontato anche la questione legata alla necessità di accelerare il percorso per l’approvazione di una disciplina organica e bilanciata alle esigenze del territorio in materia di ordinamento delle Autonomie locali, il cui Disegno di Legge ha avuto una prima presa d’atto dalla Giunta. "Mai come oggi vi è la necessità di trovare rapidamente una via comune per completare quella legge organica sugli Enti locali che la Giunta Cappellacci ha già tracciato e che vuole migliorare e condividere attraverso il confronto e la condivisione con le istituzioni a tutti i livelli”, ha detto nel suo intervento l’assessore Rassu. "La Sardegna deve essere pronta per affrontare il confronto con il Governo nazionale su materie di così grande rilevanza per la vita e il funzionamento delle autonomie locali con tutti gli strumenti necessari per far rispettare primariamente la volontà popolare e l’autonomia riconosciuta alla Sardegna dallo stesso Statuto”. "Dobbiamo lavorare per dotarci al più presto di una legge completa e organica che possa rispondere alle esigenze che il territorio sardo ci ha rappresentato - ha concluso Rassu - Stiamo per questo operando attivamente affinché l’Isola abbia uno strumento legislativo che rappresenti tutte le identità territoriali tale da creare nuove vie di sviluppo socio-economico".  
   
   
SENTENZA RESPINGIMENTI, PUGLIA: PERMESSI SOGGIORNO PER IMMIGRATI NORDAFRICA  
 
Bari, 27 febbraio 2012 - L’assessore alla Cittadinanza attiva e alle politiche di inclusione dei migranti, Nicola Fratoianni, il 23 febbraio ha diffuso la seguente nota: “La sentenza con cui questa mattina la Corte Europea dei diritti dell´uomo di Strasburgo ha condannato l´Italia solleva un problema grave e diffuso. La pratica dei respingimenti collettivi in mare e nei nostri porti è purtroppo diffusa e si inserisce nel quadro di una politica sull´immigrazione sbagliata e da cambiare. Fino ad oggi le politiche del nostro paese sono state caratterizzate dall´idea che l´immigrazione sia un pericolo da combattere e contrastare nell´ambito di una logica perennemente emergenziale. La nostra legislazione ha in questi anni ristretto progressivamente gli spazi legali di ingresso, determinando di fatto una dilatazione delle dimensioni della presenza irregolare. Lo squilibrio nella distribuzione delle risorse a favore delle politiche di contrasto e controllo rispetto all´integrazione e all´accoglienza lo dimostra chiaramente. E´ arrivata l´ora di cambiare. Da questo punto di vista il Governo attuale ha certamente segnato una importante discontinuità sul terreno del linguaggio e dell´approccio culturale ma è necessario che a questi primi segnali seguano azioni concrete. In questo senso voglio rinnovare al Governo la richiesta di intervenire per garantire alle migliaia di migranti arrivate dalla Libia e attualmente accolte nell´ambito della cosiddetta "Emergenza Nord Africa" un permesso di soggiorno che le sottragga ad una condizione di incertezza e precarietà”.  
   
   
FORMIGONI-SEVERINO,VIA A ITER PER PIANO CARCERI INCONTRO CON MINISTRO GIUSTIZIA,RILANCIO DELLA COLLABORAZIONE  
 
Roma, 27 febbraio 2012 - ´Nell´incontro con il ministro Severino abbiamo condiviso l´esame della situazione delle carceri in Regione Lombardia e delle diverse criticità esistenti´. E´ il commento del presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni al termine dell´incontro, il 24 febbraio, a Roma, col ministro della Giustizia Paola Severino. ´E´ stato dunque deciso - prosegue il presidente Formigoni - di riprendere la collaborazione tra Ministero e Regione Lombardia in particolare per quanto riguarda l´attuazione di un nuovo Piano carceri, che preveda la realizzazione di nuovi padiglioni all´interno di istituti penitenziari esistenti e lo studio della possibile realizzazione di nuovi istituti penitenziari´. Dal momento che con il decreto Milleproroghe i poteri di commissario delegato per l´edilizia penitenziaria sono attribuiti al dottor Angelo Sinesio, vice prefetto a Catania, è con lui che Regione Lombardia definirà a breve i particolari del nuovo piano.  
   
   
MAFIA, LA GIUNTA LIGURE INCONTRA DON CIOTTI PER SOSTENERE L’UTILIZZO DEI LOCALI CONFISCATI SIGLATO ACCORDO CON LIBERA E L’UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE. UN CONCORSO CREATIVO PER DIRE NO ALLE MAFIE  
 
Genova, 27 Febbraio 2012 - La Giunta regionale ligure incontrerà Don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, l’associazione che da anni si batte contro le mafie, per sostenere l’utilizzo degli immobili sequestrati in Liguria. Lo ha comunicato l’assessore regionale alla formazione e al bilancio, Pippo Rossetti. L’iniziativa si inserisce nell’ambito del sostegno da parte della Giunta regionale a Libera che il prossimo 17 marzo celebrerà a Genova la giornata della memoria in ricordo di tutte le vittime delle mafie. “La Regione ritiene fondamentale – ha spiegato Rossetti - che l’educazione ad una cittadinanza consapevole e alla legalità avvenga in un quadro di integrazione tra il mondo dell’istruzione e della formazione, coinvolgendo docenti, ragazzi, le amministrazioni pubbliche e le associazioni private. Per questo abbiamo siglato un protocollo con Libera e l’Ufficio scolastico regionale per dare continuità all’evento del 17 marzo contro le mafie e trasformarlo in un impegno reale”. Il sostegno a Libera, oltre a un contributo di 40.000 euro, prevede una serie di iniziative che da oggi fino a novembre si svolgeranno in tutta la regione. A cominciare da un concorso di creatività giovanile per sensibilizzare contro la mafia, coinvolgendo in particolare i giovani e il mondo della scuola. Per aderire basterà registrarsi presso l’apposito point della Regione Liguria che dalle 9 alle 13 sarà in piazza della Vittoria durante la Giornata della Memoria del 17 marzo, dove si potrà ritirare e consegnare la scheda di partecipazione. Il concorso che vuole promuovere la lotta contro le mafie delle dipendenze da droga, alcol e gioco d’azzardo, si articolerà su diverse forme di comunicazione creativa. Tutti gli elaborati saranno premiati in un apposito evento al Salone Orientamenti a novembre.  
   
   
LA CONVIVENZA DEL TRENTINO PROTAGONISTA AL “VILLAGGIO SOLIDALE” DI LUCCA IL PORTAVOCE DEL MINISTRO RICCARDI: “LA VOSTRA È UNA ESPERIENZA ALL´AVANGUARDIA SU IMMIGRAZIONE E SOLIDARIETÀ INTERNAZIONALE”  
 
 Lucca, 27 febbraio 2012 - La “terza via” trentina, con il Cinformi e il modello di convivenza adottato con successo in provincia di Trento, con particolare riferimento all´associazionismo e al volontariato dei “nuovi trentini”, sono stati oggi protagonisti al “Villaggio solidale”, il Salone del Volontariato italiano in programma fino a stasera a Lucca. Quattro giorni di eventi hanno animato il Polo Fieristico per la seconda edizione della manifestazione, punto di riferimento del settore per organizzazioni, enti e istituzioni. Il “Villaggio solidale” è stato organizzato dal Centro Nazionale per il Volontariato, dalla Fondazione Volontariato e Partecipazione e dal Centro Servizi Volontariato Toscana, con la collaborazione di Regione Toscana e Lucca Fiere e Congressi. Alla rassegna, aperta con il saluto del Capo dello Stato Giorgio Napolitano, ha partecipato oggi l´assessore alla Solidarietà internazionale e alla Convivenza della Provincia autonoma di Trento Lia Beltrami Giovanazzi, intervenendo alla sessione di lavori intitolata “Volontariato e immigrazioni.” “Il Trentino – ha detto l´assessore – è stata terra emigrazione ed oggi è laboratorio di scambio culturale. Il volontariato e la capacità di inclusione sociale sono nel dna della nostra comunità e in tal senso l´immigrazione rappresenta una grande opportunità. Attraverso il Piano Convivenza elaborato dall´assessorato e approvato dalla Giunta provinciale vogliamo avvicinare proprio ´nuovi trentini´ e mondo del volontariato. Questo percorso si trova in una fase già avanzata e i migrantes giunti in Trentino sono già entrati in molte fra le realtà che animano il ´cuore pulsante´ della comunità, come i Nu.vol.a, la Sat, la Croce Rossa e i Vigili del Fuoco. E fra gli esempi più recenti, l´emergenza umanitaria Nord Africa rappresenta una fra le più significative dimostrazioni dell´impegno dei migrantes e del valore della rete del volontariato sul territorio provinciale: trentini e nuovi trentini si adoperano fianco a fianco in un progetto che va ben oltre la semplice accoglienza e il soddisfacimento dei bisogni primari, consentendo tra l´altro, grazie al loro impegno, un notevole risparmio di risorse pubbliche. E fuori dal territorio provinciale i nuovi trentini, attraverso le loro associazioni, sono impegnati anche nella solidarietà internazionale, collaborando alle tante iniziative di cooperazione allo sviluppo che vede la nostra provincia protagonista sulla scena mondiale. Insomma, l´impegno dei migrantes nel volontariato è una strada maestra per consentire loro di entrare nel cuore della comunità di cui oggi fanno parte. Una comunità che non vuole ´assimilare´ o limitarsi a ´integrare´ spogliando i migrantes della loro identità, ma che intende valorizzare le differenze mettendo al centro la persona.” Il bilancio della sessione di lavori è stato tracciato da Giovanni Grasso, portavoce del ministro per la Cooperazione internazionale e l´Integrazione Andrea Riccardi e giornalista di Avvenire. “L´incontro di oggi – ha detto Giovanni Grasso – ha rappresentato una preziosa opportunità di conoscenza di buone prassi ed esperienze positive. Un´occasione, in particolare, per conoscere ulteriormente e ancora più dettagliatamente l´esempio del Trentino, notoriamente laboratorio di innovazione all´avanguardia nel campo dell´immigrazione e della solidarietà internazionale.” Al “Villaggio” ha partecipato con uno stand anche il Cinformi, Centro informativo per l´immigrazione della Provincia autonoma di Trento, tra l´altro soggetto attuatore del Piano Convivenza. Lo stand, al quale oggi era presente il coordinatore del Cinformi Pierluigi La Spada, è stato allestito mettendo in risalto proprio le azioni e le parole chiave del Piano. Lo spazio espositivo è stato organizzato e gestito in collaborazione con il settore Volontariato del Servizio politiche sociali e abitative della Provincia. Una preziosa opportunità, in un vero e proprio crocevia di autorevoli soggetti quotidianamente impegnati nel campo del sociale, per far conoscere ulteriormente al grande pubblico la risposta trentina al fenomeno migratorio. Nelle quattro giornate di svolgimento il Villaggio solidale è stato animato infatti da più di 50 eventi, mentre sono state oltre 100 le realtà coinvolte e circa 200 i relatori.  
   
   
PARI OPPURTUNITA´: PDLR PRESENZA PARITARIA SU LUOGHI LAVORO  
 
L´aquila, 27 febbraio 2012 - La Commissione Pari Opportunità della Regione Abruzzo si è incontrata con le consigliere di Parità provinciali e con le componenti delle Commissioni Pari Opportunità comunali e provinciali per definire la proposta per il riequilibrio delle rappresentanze di genere e per concordare un programma di iniziative per la raccolta delle firme a supporto di tale proposta. La raccolta firme avrà inizio a partire dal 15 marzo prossimo e terminerà il 30 maggio 2012. Sono previsti incontri programmati sul territorio con associazioni di donne, con le rappresentanze sindacali e di categoria, con il mondo della scuola, nei luoghi di lavoro e di aggregazione. Questi contenuti che saranno inseriti nella nuova legge elettorale regionale, proposti dalla Commissione Pari Opportunità: a) obbligo della presenza in lista del 50% di donne, con i candidati e candidate in posizione alternata; b) l´elettore può esprimere, nelle apposite righe della scheda, uno o due voti di preferenza, scrivendo il cognome ovvero il nome ed il cognome dei due candidati compresi nella lista stessa. Nel caso di espressione di due preferenze, una deve riguardare un candidato di un genere e l´altra un candidato dell´altro genere della stessa lista, pena l´annullamento della seconda preferenza; c) sanzioni come l´inammissibilità delle liste o delle candidature, per il mancato rispetto della quota del 50% delle donne in lista, con l´eventuale alternativa, nel caso di liste proporzionali, della riduzione d´ufficio del numero dei candidati del genere sovra rappresentato; d) la ´par condicio di genere´ per l´accesso ai mass media in campagna elettorale e un sistema di incentivi e di sanzioni sui rimborsi elettorali ai partiti a sostegno delle candidature e della elezione di donne. Inoltre nella proposta della Commissione si fa richiesta che durante la campagna elettorale per l´elezione del Consiglio Regionale i soggetti politici debbano garantire la presenza di donne candidate alla carica di consigliere regionali in misura proporzionale al 50% del tempo riservato al soggetto politico da ciascuna emittente. Inoltre, i messaggi autogestiti previsti dalla vigente normativa sulle campagne elettorali devono evidenziare la presenza di donne candidate alla carica di consigliere regionali nelle liste presentate dal soggetto politico che realizza il messaggio. Il mancato rispetto delle suddette norme dovrà comportare una sanzione amministrativa irrogata dalla competente struttura regionale, coadiuvata nei compiti di vigilanza e controllo dal Corecom.  
   
   
BOLZANO: PRESENTATO IL PROGETTO "DONNE CHE DECIDONO" IL 23 FEBBRAIO  
 
Bolzano, 27 febbraio 2012 - Il progetto Interreg Iv Italia-austria: “Donne che decidono“ è stato presentato giovedì 23 febbraio 2012. La presentazione è stata preceduta da una videoconferenza interregionale con i referenti politici delle sei realtà territoriali coinvolte; l´assessore Roberto Bizzo ha rappresentato la Provincia di Bolzano. Il progetto "Donne che decidono", che ha quale background l´Agenda Europea (Strategia di Lisbona 2010), copre l´arco temporale 1° settembre 2011 - 31 agosto 2013. Coordinati dall´Assessorato alle politiche femminili e alla parità di genere della Regione Carinzia – che funge da partner capofila – altri cinque assessorati dei Länder del Tirolo, Salisburgo, della Provincia di Bolzano (Ripartizione lavoro-Servizio Donna-commissione provinciale per le pari opportunità), della Regione Friuli Venezia Giulia e della Provincia di Udine hanno dato vita a questo progetto comune che nasce sotto l’egida del programma Interreg Italia-austria. Lo scopo perseguito dall´iniziativa, come ha riferito Astrid Pichler che coordina il progetto in provincia di Bolzano, è quello di creare una rete di contatti transfrontaliera per donne che ricoprono posizioni direttive o che rivestono ruolo in politica, dando loro la possibilità di scambiarsi conoscenze, informazioni e competenze ed acquisirle tramite una piattaforma elettronica, e di sostenersi a vicenda nella propria carriera politica o dirigenziale, puntando altresì ad aumentare la quota di partecipazione delle donne alle funzioni direttive. La piattaforma www.Donne.eu.net  che prevede l´integrazione protetta di strumenti del web.2 quali i social networks intende rendere possibile alle donne registrate la collaborazione in rete e la diffusione di informazioni d´interesse comune cono lo scopo di garantire sostegno alle donne in posizioni dirigenziali. La registrazione sarà possibile dal 31 agosto 2012 quando la e-piattaforma con la banca della competenze andrà online. Le attività progettuali prevedono interventi per la e-piattaforma (attivazione banca dati, interfaccia con altre banche dati, messa in rete delle donne) dal 1° settembre 2011 al 31 luglio 2013 che dopo continuerà ad essere gestita dal Land della Carinzia in stretta connessione con i servizi preposti delle altre cinque realtà regionali coinvolte. A questa piattaforma potranno aderire tutte le donne che lo desidereranno. Un altro settore del progetto punta al rafforzamento delle competenze delle donne nel periodo compreso tra il 1° dicembre 2012 ed il 31 maggio 2013 (coadiuvazione di donne nell´elaborazione del curriculum foramtiva e rafforzamento delle competenze digitali tramite formazione, nonché implementazione della e-piattaforma nella vita quotidiana delle donne). Un ulteriore passo è costituito dalla divulgazione e messa inrete tra il 1° dicembre 2011 ed il 31 luglio 2013 tramite manifestazioni informative capillari, anche a livello di circondari (una di queste è la presentazione odierna del progetto); tra i prossimi appuntamenti vi è un incontro il 19 marzo 2012, una conferenza delle donne in politica ad Innsbruck il 1° giugno 2012, e la manifestazione finale in Carinzia nel luglio 2013. L´altro segmento progettuale che spazia dal 1° settembre 2011 al 31 agosto 2013 si riferisce alle pubbliche relazioni ed alal gestione del progetto con attività di controlling e reporting. In provincia di Bolzano i contatti sono il Servizio Donna nella persona di Ulrike Sanin ( ulrike.Sanin@provincia.bz.it ) e la responsabile di progetto Astrid Pichler ( astrid.Pichler@lessing-uni.net ) . La presentazione è stata preceduta da una videoconferenza interregionale (la prima sia perla Carinzia che per l´Alto Adige), riuscita appieno, con i referenti politici delle sei realtà territoriali coinvolte; l´assessore Roberto Bizzo ha rappresentato la Provincia di Bolzano. Vi hanno preso parte Beate Prettner, assessora regionale della Carinzia, Gabi Burgstaller, presidente della Giunta regionale del Salisburgo, Patrizia Zoller-frischauf, assessora regionale del Tirolo e l´assessora Elena Lizzi di Udine. Negli interventi è emersa la necessità e l´intento di portare un numero maggiore di donne in politica e nelle posizioni dirigenziali. Patrizia Zoller-frischhauf ha posto in evidenza che una delle misure per elevare la soglia di reddito delle donne è quella di favorire la scelta di impieghi tecnici fra le donne. Come ha detto Gabi Burgstaller: il segreto della riuscita riseide nel lavoro in rete. Da parte sua l´assessore Bizzo ha sottolineato come siano ancora poche le donne in posizioni decisionali rispetto agli uomini ed ha ricordato le misure poste in essere in provincia di Bolzano in favore delle donne (legge 8 marzo 2010, audit familiare, legge di sostegno all´imprenditorialità femminile). Per portare avanti le best practices, come ha detto Elena Lizzi, è di fonadamentale importanza il confronto in rete fra regioni. Per Beate Prettner è opportuno motivare e far forza alle donne attraverso esempi positivi affinché puntino a posizioni più elevate nel mondo lavorativo ed in politica. La Riparazione Lavoro, come ha riferito il suo direttore Helmuth Sinn, condivide appieno gli obiettivi del progetto.Ulrike Oberhammer, presidente della Commissione provinciale per le pari opportunità, ricordando come in provincia di Bolzano la quota di occupazione femminile superi il 60 per cento fissato dalla Strategia di Lisbona e come l´obiettivo da raggiungere entro il 2013 sia una quota del 65 per cento, ha, quindi, snocciolato alcuni dati riferiti alle donne in politica ed in posizioni dirigenziali in Alto Adige: nella Giunta provinciale la rappresentanza femminile si attesta all´11,11 per cento, nel Consiglio provinciale al 25,71 per cento; con riferimento alle elezioni comunali 2010: tra i consiglieri eletti il 21,90 per cento sono donne, mentre fra gli assessori le donne sono il 24,20 per cento, mentre fra i sindaci solo l´8,60 per cento. Nell´amministrazione provinciale sono le posizioni apicali al femminile si attestano per le direzioni di dipartimento al 16,6 per cento, al 7,1 per cento per le direzioni di ripartizione, al 25 per cento per le direzioni d´ufficio, al 32 per cento per le direzioni di scuole professionali e d all´86 per cento per le direzioni di scuole materne per un totale del 26 per cento di donne in posizioni dirigenziali.  
   
   
UMBRIA: FAMIGLIE: ANCI E VICEPRESIDENTE CASCIARI INCONTRANO ASSOCIAZIONI  
 
Perugia, 27 febbraio 2012 - Attivare una sinergia sempre più forte tra le istituzioni umbre, Regione, Anci Umbria e le associazioni impegnate sul territorio per individuare percorsi e strategie utili a fronteggiare il delicato momento economico che sta mettendo in crisi, anche in Umbria, numerosi nuclei familiari. E´ quanto è stato condiviso durante un incontro promosso dalla coordinatrice dell´Anci Umbria per le politiche per la famiglia, Maria Pia Bruscolotti e dalla vicepresidente della Regione Umbria, Carla Casciari. All´appuntamento, che si è svolto il 24 febbraio presso la sede dell´Anci di Perugia, sono intervenuti la coordinatrice Anci per le politiche sociali, Luciana Bianco, i rappresentanti dell´Associazione delle famiglie numerose, del Forum delle Associazioni Familiari, dell´Associazione Genitori Scuole Cattoliche, dell´Associazione Meritiamoci Pantalla, Associazione Insieme per volare, Associazione Casa Maria Elisabetta, l´Associazione famiglie Centro Speranza di Fratta Todina e del Forum del Terzo Settore. "La Regione Umbria e l´Anci hanno voluto dare un ulteriore un segnale di attenzione verso le famiglie umbre, in particolare a quelle più in difficoltà - ha detto la vicepresidente Casciari - È stata quindi avviata una fase per un confronto aperto tra le istituzioni e l´associazionismo sui temi legati alla famiglie in generale e alle criticità che queste si trovano a dover affrontare". "Proprio in questa fase economico-sociale, caratterizzata da un annullamento di risorse da parte del Governo centrale per le politiche sociali inducendo le amministrazioni locali a ridefinire la loro programmazione e che si lega - ha aggiunto - ad una congiuntura economica sempre più critica che acutizza invece le situazioni di fragilità, le istituzioni devono saper rispondere coerentemente alle richieste dei cittadini anche sviluppando percorsi di sussidiarietà orizzontale con i soggetti del volontariato e del terzo settore che conoscono meglio di altri le realtà del territorio e possono così rappresentare chi vive questa crisi". Illustrando le Azioni che la Regione Umbria ha promosso per il sostegno e la tutela della famiglia, tra cui il contratto di sostegno per le famiglie vulnerabili, il bando di sostegno alle famiglie con bambini per pagamento delle rette di frequenza dei nidi, i nuovi progetti sperimentali come Family Help e i nidi familiari, nonché i progetti di conciliazione delle politiche di lavoro e famiglia e il sostegno alle attività degli oratori, Casciari ha ricordato che la Giunta regionale ha confermato anche per il prossimo anno gli impegni relativi alla famiglia sul proprio bilancio per le politiche sociali". "Si tratta di uno sforzo notevole che l´amministrazione regionale ha compiuto in un momento in cui sono venute a mancare le risorse del Fondo Nazionale per la Famiglia, del Fondo Nazionale per la Non Autosufficienza, per le Politiche sociali e l´Infanzia". "I rappresentanti dell´Anci hanno evidenziato l´impegno dei Comuni a sostegno delle famiglie attraverso i servizi e contributi in favore dei nuclei in difficoltà. Inoltre è stato ricordato il Protocollo, "Diamo credito alla tua voglia di ripartire", per la facilitazione dell´accesso al credito per le famiglie, siglato lo scorso anno tra Anci e Abi Umbria. A conclusione dell´incontro è stato deciso di individuare un progetto di lavoro comune tra istituzioni e associazionismo familiare proprio per strutturare intorno alle famiglie politiche di rete e di partecipazione. "La Regione - ha annunciato la vicepresidente Casciari - ha già affidato all´Università degli Studi di Perugia la stesura un´indagine conoscitiva sulla realtà dell´associazionismo familiare in Umbria proprio per mettere a valore l´operato di questi soggetti che svolgono un ruolo fondamentale per mantenere quella coesione sociale che, da sempre, ha caratterizzato la qualità della vita nostra regione".  
   
   
LECCO, PROGETTI DI CONCILIAZIONE PER LAVORATORI ENTRO L´ESTATE UN PIANO PER RIFORMARE IL WELFARE  
 
Lecco, 27 febbraio 2012 - Oltre 1300 famiglie coinvolte, tre progetti di conciliazione, di cui due in partnership con Regione Lombardia, e due consorzi scesi in campo per realizzare azioni in ambito sociale. Sono questi, in sintesi, i numeri delle azioni di conciliazione realizzate sul territorio lecchese dal consorzio Consolida e dal consorzio Lariano, grazie a un cofinanziamento regionale di oltre 300 mila euro. Il primo, che raggruppa realtà del terzo settore, ha realizzato due iniziative di conciliazione per i lavoratori del territorio mentre il secondo, che raggruppa alcune aziende artigiane della zona, ha previsto alcuni servizi di conciliazione per i dipendenti delle aziende aderenti. Nel 2010 Comitato Strategico - ´Questa iniziativa - ha detto l´assessore Boscagli - testimonia che la nostra idea di investire sul tema della conciliazione si è dimostrata una scelta positiva. Nel 2010 il presidente Formigoni ha insediato il Comitato strategico conciliazione donna-famiglia-lavoro, mettendo a disposizione 27 milioni di euro. Abbiamo poi proseguito nelle azioni di conciliazione con la stesura di un Libro verde, che è poi sfociato in un Libro bianco che, in Europa, è stato molto apprezzato´. Progetto ´Tempi Moderni´ - Finanziato da Regione Lombardia con un contributo di 200.000 euro, realizzato dal consorzio Consolida, con diversi Enti partner, è rivolto a 840 lavoratori. Sono previsti diversi ambiti di intervento come i centri ricreativi diurni estivi, i soggiorni presso le strutture turistiche, l´attivazione di un servizio interaziendale per l´erogazione di servizi di lavanderia, stireria, spesa a domicilio e trasporti e, infine, l´emissione di un voucher di 250 euro a parziale copertura di oneri per l´accesso a servizi di conciliazione. Progetto ´C´è Un Tempo Per Tutto: Famiglia Lavoro´ - Finanziato da Regione Lombardia con un contributo di 110.000 euro, realizzato dal consorzio Lariano, che racchiude 78 aziende artigiane, è rivolto ai bambini dai 6 ai 13 anni. L´iniziativa, pensata per rispondere alle esigenze di conciliazione dei lavoratori soci, prevede la realizzazione di un doposcuola della durata biennale. Tra le attività, il sostegno scolastico all´esecuzione dei compiti, laboratori e attività ludiche-ricreative. Sistema Welfare - ´Oggi - ha sottolineato l´assessore - il tema della conciliazione è un perno essenziale nella riforma complessiva del welfare, che riguarda non solo la Lombardia e l´Italia ma tutta l´Europa. Noi ci siamo resi conto che tutto il sistema della sicurezza sociale, così com´è stato costruito negli anni, non regge più. I motivi sono molteplici. Da un lato, c´è l´invecchiamento forte della popolazione, (in Lombardia c´è un 9 per cento di anziani over 75, quasi un milione, che assorbono il 30 per cento della spesa sanitaria), mentre dall´altro le nascite sono insufficienti a coprire le pensioni´. 13 Accordi Regionali - ´Il bisogno di iniziative di conciliazione - ha detto l´assessore - ha stimolato in Lombardia e nella realtà lecchese, alcune iniziative d´impresa. Oggi possiamo dire che un pezzo di welfare sta in piedi anche grazie all´intervento delle imprese. Noi, come Regione Lombardia, abbiamo fatto accordi territoriali in tutte le provincie, con tredici piani di azione come qui a Lecco e abbiamo anche un programma sperimentale sulla responsabilità sociale d´impresa che prevede, nel 2012, uno stanziamento di 900.000 euro´. Riforma Del Welfare - Il tema della conciliazione - ha detto in conclusione Boscagli - è un pilastro fondamentale; contiamo di portare in Consiglio regionale, prima dell´estate, un Progetto di legge di riforma complessivo del welfare. Vogliamo mettere mano a una serie di leggi che abbiamo e che manifestano qualche sintomo di invecchiamento. Abbiamo iniziato con il cosiddetto ´Fattore famiglia´, a breve lo sperimenteremo nei Comuni e poi proseguiremo con altre azioni concrete´.  
   
   
MATRIMONI: COMUNE DI VERONA LI INCENTIVA CON SCHEDINE “WIN FOR LIFE” IL SINDACO TOSI CON MELISSA SATTA OMAGGIA LE GIOVANI COPPIE DI SPOSI CON BENEAUGURANTI SCHEDINE DEL GIOCO DI SISAL  
 
Verona, 27 febbraio 2012 - Un romantico e originale incentivo al matrimonio (gli ultimi dati Istat evidenziano un calo del 6% del tasso di nuzialità, ndr.) viene promosso dal Comune di Verona e da Sisal attraverso l’iniziativa “Win for life, win for love”. Sabato prossimo, 25 febbraio, nell’incantevole cornice della Casa di Giulietta, il sindaco della città scaligera, Flavio Tosi, officerà alcuni matrimoni civili. Per la prima volta, al termine della cerimonia, dopo lo scambio delle fedi nuziali, il primo cittadino, coadiuvato dalla bellissima Melissa Satta, omaggerà ognuna delle coppie di novelli sposi con una simbolica dote portafortuna: 6 schedine pre-convalidate dei nuovi giochi Win For Life (Viva l’Italia, Grattacieli e Cassaforte), che danno la possibilità di vincere una rendita mensile: fino a 1.000 € al mese per 10 anni con Viva l’Italia, fino a 4.000 € al mese per 20 anni e 100.000 € subito con Grattacieli e fino a 10.000 € per 20 anni e 500.000 € subito con Cassaforte. Un augurio davvero di buon auspicio, per realizzare i progetti di vita insieme. Sisal ha infatti appena rilanciato Vinci per la Vita - Win for Life, con tre nuove differenti modalità di gioco, ciascuna con estrazione ogni 5 minuti: Viva l’Italia, Grattacieli e Cassaforte offrono maggiori probabilità di vincita di un premio e si differenziano per tipologia di rendita e diversi tagli di prezzo. Sisal, oltre all’omaggio alle coppie che hanno deciso di coronare il loro sogno d’amore, devolverà anche un contributo solidale a favore del “Progetto Nuove Povertà”, rivolto alle famiglie in difficoltà, promosso dall’Assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Verona. Le giocate di Win for Life verranno distribuite non solo alle coppie che verranno unite in matrimonio dal sindaco Tosi, ma anche a tutte quelle che, avendo sancito il vincolo coniugale negli ultimi 6 mesi proprio nella “fatal Verona”, si daranno appuntamento in quel giorno nel cortile dell’arcinota casa di Giulietta di via Cappello, lo stesso che fu teatro della celeberrima storia d’amore narrata da William Shakespeare, per celebrare un piccolo anniversario... A suon di schedine fortunate.  
   
   
ATTREZZATE CONTRO LA VIOLENZA CORSI DI DIFESA PERSONALE PER LE DONNE  
 
Parma, 27 febbraio 2011 – Il tema continua a essere d’attualità, sempre più. Sempre più presente sulle pagine dei giornali, nelle cronache dei tg: anche nel nostro territorio, funestato anche di recente da fatti tragici. La violenza sulle donne c’è, drammaticamente c’è: se ne legge e se ne sente ogni giorno, con una frequenza a dir poco preoccupante. È un fenomeno diffuso, le cui cifre “ufficiali” sono ben lontane da quelle reali: tanto, ancora, il sommerso. Maltrattamenti, calci, pugni, percosse pesanti, schiaffi, ma anche le pugnalate psicologiche, i soprusi, le ferite non fisiche: la violenza contro le donne ha tante facce. Sul tema la Provincia sta lavorando da tempo, con iniziative diverse. Ora questo impegno si arricchisce di un tassello in più: l’avvio di corsi di difesa personale femminile gratuiti coprogettati con Uisp Parma e con l’associazione sportiva Piccola idea e realizzati con il contributo della Fondazione Cariparma. Iniziative aperte a tutte le donne del territorio, finalizzate proprio ad “attrezzare” le donne di fronte alla violenza: a prevenirla ma anche a gestirla, ad affrontarla, senza dimenticare che sono spesso i partner e soprattutto gli ex partner gli uomini che fanno violenza. “È un’iniziativa importante nel preparare a gestire il conflitto, nel saper fare individuare con anticipo le situazioni difficili e nel lavorare nell’ottica delle prevenzione, che non significa solo la difesa fisica ma anche la capacità di capire psicologicamente quale può essere lo strumento che può mettere le donne in condizione di salvarsi. Questo è un “pezzo” di un grande percorso che stiamo compiendo con le forze dell’ordine e con tante realtà di volontariato, che sono poi il supporto vero in tutte le forme di accoglienza e sostegno alle donne vittime di violenza”, ha detto nella presentazione di oggi in piazza della Pace l’assessore provinciale alle Politiche sociali e alle Pari opportunità Marcella Saccani. I corsi, che s’inseriscono nell’ambito del progetto “Rete donna” della Provincia, come specifica azione di sensibilizzazione, si caratterizzano per l’insegnamento sia di tecniche fisiche di difesa sia di tecniche psicologiche e di strumenti per riconoscere, valutare e gestire la relazione conflittuale prima che essa sfoci nella violenza fisica. I primi incontri inizieranno a metà marzo, e si svolgeranno a cadenza settimanale per una durata di 5 mesi. Le iscrizioni sono già aperte nelle associazioni che gestiranno materialmente le iniziative, cioè Uisp e Piccola idea. Il corso proposto da Uisp, in collaborazione con l’associazione sportiva Lia, è incentrato sulla pratica di Sensu Aikido contro la violenza, e si pone come obiettivo quello di insegnare a riconoscere il conflitto come parte della nostra realtà individuale e sociale, a valutarlo, a prevenirlo e a gestirlo nel modo migliore nella vita di tutti i giorni. Le lezioni si terranno alla palestra Super Gym di via Viotti a partire da sabato 17 marzo. Per informazioni e iscrizioni: Uisp, via Testi 2, tel. 0521-707411, infocorsi@uispparma.It  “Questo progetto rappresenta per Uisp un forte stimolo a dedicare un’attenzione particolare alle donne, che troppo spesso si trovano a dover combattere contro diverse forme di violenza”, ha osservato Martina Berto di Uisp, che ha sottolineato come “la difesa personale significhi non solo difesa fisica ma soprattutto avviare un percorso che dia alle donne strumenti di consapevolezza e fiducia in loro stesse”. “Che cosa si farà? Dare strumenti soltanto per la violenza fisica – ha spiegato l’istruttore di arti marziali Roberto Antonietti di Lia - è importante ma non risolutivo. Con l’Aikido si possono dare strumenti per riconoscere, valutare, gestire il conflitto, mettendo in evidenza anche ciò che può essere utile per “detossificare” il conflitto, per farlo tornare indietro”. Il corso proposto dall’Associazione Piccola idea si terrà invece il mercoledì pomeriggio alla Palestra Palasprint di via Martinella ad Alberi di Vigatto, a partire dal 14 marzo (per informazioni e iscrizioni: www.Piccolaidea.it  info@piccolaidea.It  tel. 3772388923). Scopo principale dell’iniziativa è la prevenzione, quindi si punta a insegnare strategie attive di “disengaging” e “drain active strategic”, per spiegare alle donne come porsi, utilizzando il linguaggio verbale e il non verbale, di fronte un’aggressione sia fisica sia non fisica. “Conta anche la postura, la gestione del corpo, perché quello è il nostro primo linguaggio – ha spiegato l’istruttore di arti marziali Paolo Delmonte, direttore tecnico di Piccola idea -. Occorre imparare a gestire le situazioni prima di tutto”. “Non solo un approccio fisico ma anche psicologico – ha confermato lo psicologo Harold Dadomo - utilizzando anche gli strumenti della psicologia, che permette agli individui di riflettere sulle proprie esperienze. Cercheremo di insegnare a gestire una situazione critica ma anche situazioni che nel quotidiano sfumano un po’ nella violenza, facendo rimarcare alle persone che alcune modalità di relazione sono “tossiche”, pericolose”. “La cosa più importante degli animali sociali è la relazione – ha osservato il docente universitario Stefano Parmigiani, direttore del Dipartimento di Biologia evolutiva e funzionale di Parma - e l’aggressione è parte integrante dell’animale. Diventa importante capire proprio la relazione fra uomo e donna, che per sua natura ha componenti di questo tipo: capire questa base, studiarla. È questo il punto. Dobbiamo trasformare la relazione a livello coscienziale”. L’impegno della Provincia Da anni la Provincia realizza progetti di prevenzione e contrasto della violenza contro le donne: sia sul piano educativo e informativo, con l’intento di sensibilizzare i giovani e tutta la cittadinanza, sia sul piano operativo, attraverso la promozione di eventi formativi per gli operatori e l’attivazione di servizi di emergenza dedicati alle donne che subiscono violenza. Fondamentale, in quest’ambito, il lavoro di rete, che in questi anni la Provincia ha intessuto con risultati ragguardevoli. Tra gli altri va senz’altro citato il “Protocollo d’intesa per la prevenzione e il contrasto delle violenze nei confronti delle donne” siglato il 13 luglio 2009 da Prefettura di Parma, Presidenza del Tribunale, Procura della Repubblica, Provincia di Parma, Comune di Parma, Questura, Comando Provinciale dei Carabinieri, Comando Provinciale della Guardia di Finanza, Polizia Municipale del Comune di Parma, Azienda Unità Sanitaria Locale di Parma, Azienda Ospedaliero-universitaria di Parma, Ufficio Scolastico Provinciale di Parma, Ordine degli Avvocati di Parma, Consigliere di Parità di Parma e Centro Antiviolenza di Parma: un patto fondamentale che prevede compiti specifici, sul tema della violenza, per ciascun soggetto sottoscrittore. Tra le attività della Provincia attualmente in corso sulla violenza contro le donne si segnalano la formazione congiunta per operatori sociali, sanitari, forze dell’ordine e operatori di strutture che si occupano di donne vittime di violenza, il percorso formativo per le scuole superiori inserito nella Vii edizione del Premio Colasanti Lopez, la sperimentazione di modelli pedagogici di prevenzione alla violenza nella scuola primaria per bambine e bambini dai 5 ai 7 anni (progetto Allies – bando europeo Daphne Iii), il servizio di emergenza a tutela delle donne vittime di violenza (reperibilità sociale e pronta accoglienza residenziale h. 24).