Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 







MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web




 


MERCOLEDI

PAGINA 1 PAGINA 2 PAGINA 3 PAGINA 4 PAGINA 5 PAGINA 6 WEB E BEAUTY FLASH ALIMENTAZIONE
Notiziario Marketpress di Mercoledì 20 Giugno 2012
Politica
PARLAMENTO EUROPEO, RIFORMA DELLE AGENZIA DI RATING: SIANO REGOLATI I RATING DEL DEBITO SOVRANO  
 
 Strasburgo, 20 giugno 2012 - E’ stato votato ieri in seno alla commissione economica e monetaria il progetto volto a disciplinare i rating del debito sovrano, ridurre la dipendenza dai rating delle agenzie e limitare le possibilità di conflitti di interesse. I deputati hanno cercato di far sì che la normativa introdurrà una maggiore responsabilità, trasparenza e indipendenza nelle attività di rating del credito, e contribuisca a migliorare la qualità dei rating emessi nell´Unione europea, migliorando in tal modo la protezione per gli utenti e gli investitori. "La crisi del debito nella zona euro ha mostrato che le agenzie di rating del credito hanno guadagnato troppa influenza, al punto di essere in grado di influenzare l´agenda politica. In risposta sono state rafforzate le norme in materia di rating del debito sovrano e conflitti di interesse", ha detto Leonardo Domenici (S & D, It), l´eurodeputato guidare la riforma in Parlamento, Rating del debito sovrano, siano regolati - Dal rating del debito sovrano a compromettere la credibilità degli Stati, e quindi i loro oneri finanziari, i deputati ritengono che sia necessario regolare la loro qualità, tempi e la frequenza. Queste valutazioni devono riflettere le caratteristiche specifiche di ciascun paese, e non dovrebbero in alcun modo modifiche avvocato politica, hanno aggiunto. I deputati hanno inserito emendamenti per richiedere ad ogni agenzia di preparare e pubblicare un calendario annuale di date per la pubblicazione dei rating sovrani, in modo da dare agli Stati il ​​tempo di prepararsi. Questo calendario dovrebbe rispettare la regola generale che i rating sovrani possono essere pubblicati solo dopo la chiusura delle attività in tutte le sedi di negoziazione stabiliti nell´Ue e almeno un´ora prima di riaprire. Merito di credito Europeo di Valutazione - I deputati hanno inoltre deciso di fare il primo passo verso lo sviluppo di una capacità di rating interno pubblico a livello europeo. Il compito di creare una valutazione indipendente del merito creditizio dell´Ue sarà affidata alle istituzioni comunitarie esistenti. Esse dovranno fornire agli investitori tutti i dati rilevanti e pubblicamente divulgati e valutazioni riguardanti il ​​debito sovrano ei principali indicatori macroeconomici. Ridurre il ricorso eccessivo a giudizi - Allo stesso tempo, dovrebbe essere ridotto l’ eccessivo affidamento a giudizi. Tutte le istituzioni finanziarie regolamentate, quali banche, assicurazioni, e gestori di fondi di investimento, sarebbe necessario per sviluppare le proprie capacità di rating propri, per consentire loro di preparare le loro valutazioni dei rischi propri e quindi non affidarsi interamente su quelle esterne. Inoltre, nessuna legge Ue sarebbe autorizzata a fare riferimento al rating a fini regolamentari, e regolamentate le istituzioni finanziarie non dovrebbe essere permesso di vendere i beni automaticamente in caso di downgrade. La responsabilità delle agenzie di rating - Le agenzie stesse sarebbero tenute a garantire che i loro voti siano imparziale, e di alta qualità. Potrebbero essere ritenute responsabili per le loro valutazioni in diritto civile, in modo che un investitore i cui interessi sono stati lesi per comprare o vendere uno strumento nominale potrebbe citare in giudizio l´agenzia di rating, se si potesse dimostrare di aver commesso degli errori metodologici o commesso altre violazioni specificate nella regolamentazione comunitaria. Le norme di diritto civile applicabili sarebbero quelle del paese di residenza dell´investitore quando il danno si è verificato. I Titoli dei mercati potrebbero verificare metodologie di rating, e le valutazioni si dovrebbero essere esposte nei numeri. Essi dovranno inoltre indicare la probabilità di default ed essere accompagnata da una motivazione. Ridurre il margine di conflitti di interesse - Per ridurre le possibilità di conflitti di interesse, all’ agenzia non sarebbe stato permesso di emettere rating sulle entità che possiedono più del 2% del suo capitale o dei diritti di voto. Inoltre, non titolare di oltre il 5% del capitale o dei diritti di voto di un´agenzia può detenere azioni in un´altra agenzia di rating. Se una tale circostanza, avrebbe dovuto essere divulgate dalle agenzie in questione. Fusioni di agenzie di rating sarebbero soggette a norme severe. Le prossime tappe - Il voto consente deputati ad avviare negoziati con gli Stati membri per elaborare un accordo tra le due parti.  
   
   
PARLAMENTO EUROPEO: LE AGENZIE DI RATING DEVONO ASSUMERSI LE PROPRIE RESPONSABILITÀ  
 
Strasburgo, 20 giugno 2012 - Martedì il 19 giugno, il Parlamento ha votato delle nuove disposizioni per responsabilizzare le agenzie di rating che risponderanno direttamente delle conseguenze legate ad un loro declassamento. Oltre ad introdurre maggiore competitività tra loro. Tripla A o no? Le agenzie di rating del credito hanno spesso causato delle immense perdite finanziarie alla istituzioni. E la maggior parte di questi debiti si sono riversati direttamente sulle spalle dei cittadini. Il deputato italiano di centro sinistra Leonardo Domenici è responsabile del dossier per il Parlamento europeo. La sua relazione mira a inquadrare l´azione svolta dalle agenzie di rating. Responsabilità civile - All´inizio della crisi, le agenzie hanno indicato che degli strumenti finanziari altamente rischiosi erano invece degli investimenti sicuri. Nonostante ciò, gli investitori non sono mai stati rimborsati. "Queste agenzie devono assumersi la loro responsabilità civile" sottolinea Leonardo Domenici, aggiungendo che "il diritto applicabile dovrebbe essere quello del paese di residenza dell´investitore". Conflitto d´interesse - Le agenzie sono spesso costruite su un conflitto d´interessi. Sono finanziate dalle stesse persone che vengono valutate. La legislazione proposta dal Parlamento propone di rimediare a questa lacuna giuridica introducendo una "clausola che vieta all´agenzia di valutare un credito su richiesta di una persona che detiene più del 5% del capitale o il diritto di voto nell´agenzia, o che è nella posizione di esercitare un´influenza significativa nel suo settore d´attività". Le agenzie hanno rivisto le note dei paesi della zona euro nonostante le misure di austerità. La conseguenza? Un rimborso del debito a dei tassi d´interessi più elevati. "All´inizio ho proposto l´annullamento delle note non richieste, ma al momento non è emersa nessuna maggioranza" ha aggiunto Domenici.  
   
   
CONSULTAZIONE PUBBLICA: PROMUOVERE LA DOMANDA DI PRODOTTI INNOVATIVI E SERVIZI EUROPEI  
 
Bruxelles, 20 giugno 2012 - La Commissione europea ha lanciato una consultazione pubblica con lo scopo di raccogliere contributi delle parti interessate e dei cittadini sulla portata di possibili future azioni a livello comunitario della domanda-side delle politiche di innovazione per la politica industriale. I consumatori e committenti pubblici non dovrebbero sottovalutare il loro potere per stimolare innovazioni industriali, per esempio acquistando i prodotti che consumano meno energia e / o sono amichevole per l´ambiente. La Commissione è quindi di idee per potenziali nuove misure politiche e concentrare le aree per il futuro mirate azioni orientate sulla domanda di innovazione a livello comunitario, per consentire una diffusione più rapida delle innovazioni e di creare un ambiente migliore per la creazione di innovazioni al fine di mantenere la catena del valore e gli investimenti delle imprese in Europa. Vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani, commissario per l´industria e l´imprenditoria, ha dichiarato: "L´innovazione non è solo il risultato del lavoro di inventori, ricercatori e ingegneri anche la domanda di innovazione ha portato può essere potente, contribuendo in tal modo l´industria europea di diventare più competitiva e. Diventare leader nell´innovazione per una serie di prodotti industriali, allo stesso tempo affrontare le sfide della società. Abbiamo bisogno di idee tali da stimolare la crescita in quanto questo è l´unico modo per uscire dalla crisi economica ". La consultazione è pubblicato qui http://ec.Europa.eu/enterprise/policies/innovation/documents/innovation-consultation_en.htm  Ulteriori informazioni sui mercati guida / gestione della domanda ha portato l´innovazione http://ec.Europa.eu/enterprise/policies/innovation/policy/lead-market-initiative/index_en.htm    
   
   
LA LOTTA CONTRO LA SCHIAVITÙ DEI NOSTRI TEMPI: 40 NUOVE MISURE PER UNA STRATEGIA DELL’UE CONTRO LA TRATTA DI ESSERI UMANI  
 
 Bruxelles, 20 giugno 2012 - Centinaia di migliaia di persone sono oggetto di tratta ogni anno nell’Unione europea: donne e uomini, ragazzi e ragazze in situazioni vulnerabili sono vittime di questo fenomeno a scopo di sfruttamento sessuale o lavoro forzato, espianto di organi, accattonaggio forzato, servitù domestica, matrimonio forzato, adozione illegale e altre forme di sfruttamento. Ieri la Commissione ha adottato la Strategia dell’Ue per l’eradicazione della tratta di esseri umani (2012-2016), un insieme di misure concrete e pratiche da attuare nei prossimi cinque anni, fra cui l’istituzione di unità nazionali di contrasto specializzate nella tratta di esseri umani e la creazione di squadre investigative comuni europee incaricate di perseguire i casi di tratta transfrontaliera. "Disgraziatamente la schiavitù non è stata ancora confinata ai libri di storia. È spaventoso vedere come ancor oggi gli esseri umani siano messi in vendita e costretti al lavoro forzato o alla prostituzione. Scopo centrale della nostra iniziativa è fare in modo che le vittime ottengano sostegno e che i trafficanti siano consegnati alla giustizia. Siamo ancora lontani dall’ottenerlo, ma il nostro fine non può che essere questo: eliminare la tratta di esseri umani", ha affermato Cecilia Malmström, Commissaria per gli Affari interni. Una nuova strategia europea - La strategia comprende la prevenzione, la protezione e il sostegno alle vittime, nonché l’azione penale nei confronti dei trafficanti. Identifica cinque priorità per ognuna delle quali espone una serie di iniziative, tra le quali: sostenere l’istituzione di unità nazionali specificamente dedicate al contrasto della tratta di esseri umani; creare squadre investigative comuni e coinvolgere Europol ed Eurojust in tutti i casi di tratta transfrontaliera; fornire alle vittime informazioni chiare sui diritti di cui godono in virtù della legislazione dell’Ue e della normativa nazionale, in particolare il diritto all’assistenza e alle prestazioni sanitarie, il diritto di ottenere un permesso di soggiorno e i diritti nel campo del lavoro; creare un meccanismo dell’Ue per individuare, indirizzare, proteggere e assistere meglio le vittime della tratta; istituire una Coalizione europea delle imprese contro la tratta di esseri umani per migliorare la cooperazione tra imprese e portatori d’interesse; istituire una piattaforma a livello dell’Ue di organizzazioni e di prestatori di servizi della società civile che operano nel campo dell’assistenza alle vittime e della loro protezione negli Stati membri e nei paesi terzi; sostenere progetti di ricerca che studino Internet e le reti sociali in quanto strumenti di reclutamento sempre più attivi a disposizione dei trafficanti. Qualche cifra Secondo stime recenti dell’Organizzazione internazionale del lavoro (Oil), in tutto il mondo sono 20,9 milioni le vittime di lavoro forzato, compreso lo sfruttamento sessuale, tra cui 5,5 milioni di minori. Secondo Europol, i minori costretti a compiere attività criminali, come l’accattonaggio organizzato, sono acquistati come merci al prezzo di 20 000 euro. Si calcola che nelle economie sviluppate (Stati Uniti, Canada, Australia, Giappone, Norvegia e paesi dell’Ue) i lavoratori forzati siano circa 1,5 milioni, il 7% del totale mondiale. La tratta di esseri umani frutta ogni anno alle organizzazioni criminali internazionali di tutto il mondo profitti superiori a 25 miliardi di euro. Molte delle vittime provengono da paesi terzi, ma la tratta interna all’Ue (cioè i cittadini dell’Unione vittime di tratta nell’Unione stessa) sembra in crescita. I dati preliminari raccolti dagli Stati membri a livello dell’Ue sono coerenti con quelli forniti da organizzazioni internazionali quali l’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (Unodc) e indicano che tre quarti delle vittime individuate negli Stati membri dell’Unione sono oggetto di tratta a scopo di sfruttamento sessuale (il 76% nel 2010), mentre altre sono costrette allo sfruttamento del lavoro (il 14%), all’accattonaggio (il 3%) e alla servitù domestica (l’1%). In una prospettiva di genere, i dati preliminari a disposizione mostrano che le donne e le ragazze sono le vittime principali della tratta di esseri umani: tra il 2008 e il 2010 le vittime erano per il 79% di sesso femminile (e il 12% di queste erano ragazze) e per il 21% di sesso maschile (di cui il 3% ragazzi). Eppure sono troppo pochi i colpevoli che finiscono dietro le sbarre, mentre le vittime lottano per recuperare e reintegrarsi nella società: i risultati preliminari di raccolte di dati recenti mostrano che il numero di condanne in casi di tratta è diminuito da circa 1 500 nel 2008 a circa 1 250 nel 2010. Gli europei sono convinti che si debba fare qualcosa: secondo l’ultima indagine, il 93% dei cittadini conviene che gli Stati membri dell’Ue debbano cooperare per combattere la tratta di esseri umani. Contesto - Con la Strategia dell’Ue per l’eradicazione della tratta di esseri umani (2012-2016) la Commissione si concentra su azioni concrete che sosterranno e completeranno l’attuazione della normativa dell’Unione sulla tratta (direttiva 2011/36/Ue), il cui termine di recepimento è aprile 2013. Le misure previste dalla strategia sono il risultato di ampie consultazioni di esperti, governi, società civile e organizzazioni internazionali, parti sociali e mondo accademico, e riflettono le loro principali preoccupazioni così come quelle delle vittime, allo scopo di completare le iniziative già in corso. La strategia sarà ora discussa in sede di Parlamento europeo e di Consiglio. La Commissione continuerà a valutare i progressi compiuti nella lotta contro la tratta e ne riferirà ogni due anni al Parlamento europeo e al Consiglio. La prima relazione, che sarà pubblicata nel 2014, comprenderà una valutazione intermedia della strategia.  
   
   
UE: OGGI GIORNATA MONDIALE DEL RIFUGIATO  
 
 Bruxelles, 20 giugno 2012 - Cosa faresti tu? Resteresti nel tuo paese rischiando la vita o fuggiresti rischiando di essere rapito, la tortura o ancora peggio? Queste sono le domande poste dal´Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati in occasione della Giornata mondiale del rifugiato, il 20 giugno. Nei paesi industrializzati, l´Europa è la destinazione più domandata dai richiedenti asilo. Al momento il Parlamento sta negoziando con il Consiglio due dossier sui richiedenti asili in Europa. La deputata liberale svedese Cecilia Wikström è responsabile degli emendamenti relativi al regolamento Dublino Ii, il regolamento che stabilisce i criteri per l´esame di una domanda d´asilo presentata in uno degli Stati membri. Attualmente lo Stato membro responsabile della richiesta di asilo è il primo paese in cui il richiedente arriva. Ma il Parlamento europeo ritiene che certi paesi si facciano carico di troppe responsabilità, che dovrebbero essere divise con gli altri Stati membri. Il relatore del secondo dossier è il deputato spagnolo di centro sinistra Antonio Masip Hidalgo e si focalizza sulle condizioni minime dell´accoglienza dei richiedenti asilo. Il "richiedente asilo" significa una persona che ha richiesto l´asilo, rimanendo richiedente asilo fino a quanto la sua domanda viene accettata o respinta. Un "rifugiato" è invece un richiedente asilo che è ottenuto l´asilo.  
   
   
BOLZANO: SEMINARIO DELLA RIPARTIZIONE EUROPA  
 
Bolzano, 20 giugno 2012 - Si svolgerà venerdì 22 giugno, dalle ore 15 alle 18, nel Cortile Interno di Palazzo Widmann, in Piazza Silvius Magnago,1 a Bolzano il seminario incentrato sull’euro e la crisi finanziaria organizzato dalla Ripartizione Europa della Provincia. Dopo un saluto introduttivo del direttore della Ripartizione Europa, Thomas Mathà, sono previsti gli interventi di Fritz Breuss dell’Istituto di ricerche economiche di Vienna sul tema “La crisi dell’euro: cause e soluzioni”, Francesco Felici, del Dipartimento del Tesoro di Roma “Un’agenda per l’Italia – Il programma Nazionale di riforma” e Martin Larch, della Direzione generale per l’economia e le finanze della Commissione europea “Solidarietà o identità nazionale nella politica economica europea”.  
   
   
BOLZANO, 20 ANNI DELLA CHIUSURA DELLA VERTENZA ALTOATESINA: A VIENNA SGUARDO AL FUTURO DELL´AUTONOMIA  
 
Bolzano, 20 giugno 2012 - Vent´anni fa l´Austria consegnava la quietanza liberatoria che sanciva l´adempimento delle misure del Pacchetto per l´Alto Adige: nello stesso giorno e nella stessa sala in cui il Nationalrat aveva dato via libera alla chiusura della controversia internazionale tra Austria e Italia, il 19 giugno a Vienna una cerimonia ha ripercorso il cammino dell´autonomia e anticipato i passi futuro di questo sviluppo di successo. La presidente del Nationalrat Barbara Prammer, che assieme al Ministro degli esteri Michael Spindelegger ha invitato all´evento i protagonisti di ieri e di oggi, nel suo saluto ha definito l´autonomia altoatesina "modello internazionale per la soluzione dei conflitti, la strada della negoziazione si è dimostrata quella giusta." Il ministro Spindelegger ha osservato che la quietanza liberatoria ha un significato particolare: "Un successo per la diplomazia austriaca nella fase preparatoria all´Onu, nelle trattative, nella tenacia per dare attuazione alle 137 misure del Pacchetto. Ma la tenacia è stata soprattutto dei sudtirolesi." Spindelegger ha ricordato che l´Austria nella sua funzione di tutela ha mantenuto la stessa posizione negli anni, indipendentemente dal colore del governo di Vienna: "Abbiamo imparato che buone soluzioni non vengono dall´oggi al domani, servono negoziati, consapevolezza, convinzione della propria posizione." Oggi, ha aggiunto il ministro e vicecancelliere, l´autonomia si è consolidata, si è aggiornata, guarda alla collaborazione in Europa. Spindelegger ha sottolineato che l´Austria ha rapporti stretti e amichevoli con l´Italia, "siamo orgogliosi che questo sostegno ai sudtirolesi non abbia mai messo in gioco i nostri rapporti con l´Italia. Si può lavorare assieme bilateralmente quando il dialogo è aperto e franco." Il ministro degli Esteri austriaco ha ricordato che negli ultimi tre anni ha sempre trovato la comprensione anche dei ministri Franco Frattini e Giulio Terzi: "Mettere i problemi sul tavolo e cercare una soluzione è la strada anche per il futuro", ha detto Spindelegger. L´alto Adige, ha concluso, resta centrale nella politica estera austriaca che mantiene la sua funzione di tutela nei confronti delle minoranze. E infine il futuro: "Oggi guardiamo all´Europa, il confine non è più visibile, la cooperazione nell´Euregio e a Bruxelles conferma come le Regioni possono lavorare assieme nell´Ue." Il presidente Durnwalder ha premesso che "siamo qui per dire grazie a tutti coloro che ci hanno portato fino a questo punto del cammino dell´autonomia". Ha citato Magnago, Benedikter, Riz, Berloffa, due in particolare tra gli austriaci: il cancelliere Kreisky e il ministro Mock. I vantaggi del secondo statuto, ha ricordato, "sono stati fondamentali, ci hanno permesso di poter fare una politica adeguata perr la nostra terra. Un Alto Adige in sofferenza è diventato una provincia moderna e con un certo benessere. Ora dobbiamo confermare il livello raggiunto, assicurare anche in futuro ai cittadini un lavoro, una casa, i servizi necessari e di qualità." Secondo Durnwalder la vertenza non chiude la storia dell´autonomia, è un libro che avrà ancora molti capitoli, quelli che dovranno interpretare la realtà che cambia. "Dobbiamo riconoscere il segno dei tempi in Europa - ha ribadito il Presidente - non aver paura di aprirsi: non siamo gelosi della nostra autonomia, oggi abbiamo il compito, come zona di confine, di lavorare con le regioni a noi vicine, di unire gli Stati. Lo stiamo facendo con l´Euregio, che abbraccia 1,8 milioni di persone." In conclusione Luis Durnwalder ha definito l´autonomia "un´opera di pace delle diplomazie e di politici democratici e lungimiranti: conferma che fiducia, tenacia, dialogo, rispetto portano alla pacificazione." A questo proposito il Landeshauptmann ha ringraziato anche i politici italiani, "senza i quali non sarebbe stato possibile raggiungere il livello di sviluppo di oggi. E grazie alla popolazione che ha sempre sostenuto questi sforzi con senso di responsabilità e saggezza." I presidenti del Trentino Lorenzo Dellai e del Tirolo Günther Platter hanno ribadito la volontà della collaborazione nell´Euroregione nella solidarietà e senza dimenticare le radici alpine. Alla cerimonia nel Parlamento di Vienna hanno partecipato tra gli altri l´intera Giunta provinciale, l´ambasciatore italiano a Vienna Eugenio d´Auria, i ministri austriaci Karl Heinz Töchterle e Claudia Schmied, il sindaco di Bolzano Luigi Spagnolli, la consorte dell´ex ministro Mock, molti protagonisti di ieri e oggi della scena politica euroregionale.  
   
   
FORMIGONI A RIO+20, CONFERENZA ONU SU SOSTENIBILITÀ  
 
Milano, 20 giugno 2012 - Rio+20: a 20 anni dal Vertice della Terra di Rio de Janeiro Unced del 1992, pietra miliare in tema di sviluppo sostenibile, i Governi del mondo si ritrovano in Brasile per un bilancio aggiornato delle scelte politiche compiute in questi anni e tracciare le linee di un nuovo percorso per tutelare gli equilibri del pianeta, con un impegno comune di crescita economica socialmente equa e ambientalmente sostenibile. Si inserisce in tale contesto la missione che vedrà impegnato in Brasile dal 19 al 21 giugno il commissario generale di Expo Milano 2015 e presidente di Regione Lombardia Roberto Formigoni, su richiesta del Governo italiano, insieme al ministro dell´Ambiente Corrado Clini. I lavori preparatori della Conferenza di Rio, infatti, hanno individuato sette aree prioritarie per definire gli aspetti più strategici della green economy e dello sviluppo sostenibile, tra i quali un posto d´onore assumono il tema della sicurezza alimentare e dell´agricoltura sostenibile, l´acqua e l´energia, dimensioni centrali per lo sviluppo dei contenuti della piattaforma dell´Esposizione Universale milanese. Gli Scopi Della Missione - Gli obiettivi principali della missione del Commissario generale Formigoni a Rio +20 possono essere così sintetizzati: - coinvolgere i protagonisti mondiali del dibattito culturale e politico per sviluppare e includere ulteriori riflessioni declinandole nel documento programmatico, ormai prossimo alla presentazione e diffusione ufficiale da parte del Commissario Generale; - sollecitare, attraverso incontri governativi di alto livello, la partecipazione del Brasile a Milano Expo 2015 per il crescente protagonismo che il Paese riveste nell´ambito delle questioni sulla sicurezza alimentare, intesa sia come lotta alla fame, sia come sviluppo di sistemi di produzione sostenibile di cibo; - promuovere Expo Milano 2015 come la vetrina internazionale che nel 2015 saprà rappresentare, per tutto il mondo imprenditoriale legato alle sfide della sostenibilità, la piattaforma più aggiornata a livello internazionale su tali contenuti - promuovere Expo Milano 2015 come grande evento sostenibile, mettendo a frutto eventuali sinergie con altri Paesi che dovranno prossimamente ospitare grandi eventi, com´è, appunto, il Brasile. I Rapporti Con Istituzioni E Imprese Locali - Non solo: la missione sarà anche l´occasione per rinsaldare i numerosi rapporti e legami di collaborazione che Regione Lombardia ha già da anni proficuamente portato avanti con istituzioni e imprese locali. Ecco perché l´agenda dei lavori del commissario generale e presidente Formigoni sarà costituita, oltre che dalle sessioni plenarie della Conferenza, da un fitto programma di incontri politici ai massimi livelli istituzionali. L´agenda Degli Appuntamenti - Domani alle ore 12, presso il Padiglione italiano (allestito e gestito dal Ministero dell´Ambiente), Formigoni sarà impegnato con il ministro Corrado Clini e il presidente dell´Ice Riccardo Monti in un incontro con i rappresentanti delle imprese italiane operanti in Brasile mirato a far conoscere le potenzialità di Expo Milano 2015 alle più vivaci e consolidate realtà economiche locali; alle 15 prenderà parte alla sessione plenaria dei lavori della Conferenza. Seguirà l´incontro con il governatore dello Stato del Pernambuco Eduardo Campos e con altre alte carice del Governo brasiliano. I Grandi Eventi Del Quadriennio Brasiliano - Giovedì 21 giugno Formigoni guiderà la presentazione dell´Esposizione universale milanese nell´ambito dei grandi eventi brasiliani (l´Incontro mondiale della Gioventù nel 2013, la Coppa del Mondo di calcio nel 2014, i Giochi olimpici del 2016). Parteciperanno anche l´ad di Expo Spa Giuseppe Sala, l´Arcivescovo di Rio, Orani Joao Tempesta, e gli esponenti dei comitati organizzatori di questi eventi sportivi. Sempre nel corso della giornata è previsto un colloquio personale con il governatore dello Stato di San Paolo Gerardo Alckmin, e dello Stato di Rio de Janeiro Sergio Cabral. Sono previsti altri numerosi incontri con istituzioni, organizzazioni governative e associazioni interessati ad approfondire un possibile coinvolgimento ai lavori di Expo Milano 2015. Infine, proprio oggi, il commissario generale ha annunciato l´adesione di Panama a Expo Milano 2015. I partecipanti ufficiali salgono così a quota 88.  
   
   
UMBRIA; PRESIDENTE MARINI RICEVE AMBASCIATORE VIETNAM  
 
Perugia, 20 giugno 2012 - La presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, ha ricevuto ieri a Palazzo Donini il nuovo ambasciatore designato del Vietnam in Italia, Nguyenhoang Long. Nel corso del cordiale colloquio sono stati toccati numerosi argomenti d´interesse politico ed economico. L´ambasciatore, che era accompagnato dal Consigliere commerciale dell´Ambasciata vietnamita in Italia, Bui Vuong Anh, ha manifestato il suo personale interesse, e quello del Governo del Vietnam, a sviluppare le già positive relazioni tra l´Umbria ed il suo Paese, sia in campo culturale che economico e commerciale. Soprattutto in vista del quarantesimo anniversario dei rapporti diplomatici bilaterali tra Italia e Vietnam, che ricorrerà il prossimo anno. La presidente Marini e l´ambasciatore hanno concordato di avviare un programma di rafforzamento dei legami tra Umbria e Vietnam, sia nell´ambito della formazione di giovani vietnamiti presso le Università di Perugia, sia in quello economico visto l´interesse per molte imprese italiane ed umbre verso il mercato del paese asiatico.  
   
   
BOLZANO, DURNWALDER A VIENNA DAL PRESIDENTE FISCHER: IL 5 SETTEMBRE VISITA IN ALTO ADIGE  
 
Bolzano, 20 giugno 2012 - Il presidente della Repubblica austriaca Heinz Fischer sarà in Alto Adige il prossimo 5 settembre per ricevere la massima onorificenza della Provincia in occasione dell´anniversario dell´autonomia: lo ha confermato il 19 giugno a Vienna al presidente Luis Durnwalder in un cordiale colloquio in cui si è parlato anche di autonomia e rapporti con Roma. È durato circa un´ora l´incontro alla Hofburg tra il Capo dello Stato austriaco Heinz Fischer e il presidente della Giunta provinciale Luis Durnwalder, che guidava una delegazione composta tra gli altri dal vicepresidente Hans Berger e dagli assessori Richard Theiner e Thomas Widmann. Nella visita di cortesia prima di partecipare alla festa organizzata nel Parlamento viennese in occasione dei vent´anni della chiusura della vertenza internazionale, Durnwalder ha ripercorso con Fischer le fasi di sviluppo dell´autonomia e ha aggiornato sullo stato attuale dei rapporti tra Bolzano e Roma. Fischer ha riferito a Durnwalder di aver avuto di recente un lungo colloquio telefonico con il presidente della Repubblica italiana Giorgio Napolitano, "sia in preparazione di questo incontro sull´Alto Adige che per parlare della situazione economica. Napolitano ha ribadito la sua fiducia sulla solidità e sulla forza di innovare del suo Paese", ha detto Fischer al termine del colloquio con Durnwalder. Il Presidente austriaco ha confermato di aver accolto l´invito della Giunta a partecipare il 5 settembre a Castel Tirolo alla consegna della massima onorificenza provinciale a Austria e Italia, nell´anniversario del 40 anni della nuova autonomia e dei 20 anni della quietanza liberatoria. Alla Hofburg Durnwalder ha ringraziato il presidente Fischer, "un amico dell´Alto Adige, che conosce i nostri problemi ed ha sempre una particolare attenzione verso la nostra terra" e nella persona del Capo dello Stato ha voluto ringraziare l´Austria "che assieme alle forze democratiche dell´Italia ha saputo con lungimiranza accompagnare lo sviluppo dell´Alto Adige attraverso l´autonomia. Non c´è stato nulla di scontato, ma solo con il dialogo e l´impegno congiunto sono state create le condizioni per la pacificazione, il lavoro, il benessere dei tre gruppi linguistici." Fischer ha indicato la strada per il futuro: rispetto dei patti e degli impegni presi e allo stesso tempo adeguamenti, se necessari, alle nuove condizioni della società e ai nuovi rapporti. Riguardo al finanziamento dell´autonomia, Durnwalder ha illustrato a Fischer lo stato delle trattative con Roma ("serve più dialogo, siamo consapevoli delle difficoltà complessive e siamo pronti a fare la nostra parte nel rispetto dello Statuto") e dei prossimi passi delineati con il Governo Monti. Con il Capo dello Stato austriaco appuntamento al 5 settembre (la data della firma dell´Accordo Degasperi-gruber) in Alto Adige.  
   
   
BOLZANO, DURNWALDER INCONTRA IL CANCELLIERE AUSTRIACO FAYMANN: AUTONOMIA E ECONOMIA  
 
Bolzano, 20 giugno 2012 - Il percorso verso un’autonomia integrale, la situazione economica europea, i rapporti tra Roma, Bolzano e Vienna: questi i temi affrontati ieri pomeriggio 19 giugno nella capitale austriaca dal presidente della Provincia Luis Durnwalder nell’incontro con il cancelliere Werner Faymann. "Abbiamo informato il governo austriaco del progetto di aggiornamento dell’autonomia e delle difficoltà con Roma, ma senza chiedere di intervenire. Tocca alla Provincia trattare", ha ricordato Durnwalder. Entro l’anno Faymann ha intenzione di fare una visita in Alto Adige. Al termine della cerimonia nel Parlamento austriaco per i vent’anni della chiusura della vertenza altoatesina (si veda comunicato a parte), il presidente Durnwalder e l’assessore Richard Theiner hanno avuto un colloquio con il cancelliere Werner Faymann. "Sono contento di questo scambio di informazioni – ha dichiarato Faymann a fine incontro – che confermano i costanti rapporti di stretta collaborazione. Entro l’anno conto di compiere una visita ufficiale in Alto Adige." Nei 45 minuti di cordiale colloquio nella sede del premier si è discusso della situazione economica in Europa e nei rispettivi Paesi ("la politica deve tornare ad essere più importante dei mercati finanziari", ha detto il cancelliere austriaco), ma anche di questioni prettamente altoatesine. Durnwalder e Theiner hanno consegnato a Faymann la documentazione e la risoluzione sul percorso verso un’autonomia integrale, proposte che il capo del governo austriaco intende approfondire: "Il nostro sostegno all’Alto Adige proseguirà anche in futuro – ha concluso Faymann – il rilascio della quietanza liberatoria non fa venire meno l’interesse dell’Austria verso le minoranze in Alto Adige." La piena autonomia, ma nell´immediato le riforme del governo Monti, potrebbero ridisegnare l’assetto finanziario dell’autonomia. "Di tutta la situazione abbiamo voluto informare Vienna, ma senza chiedere di intervenire: tocca alla Provincia condurre le necessarie trattative con Roma e giungere alle intese più favorevoli per la popolazione altoatesina", ha precisato Durnwalder.  
   
   
TRENTO, DELLAI A VIENNA: L´ATTUALITÀ EUROPEA DEL PROGETTO AUTONOMISTICO  
 
 Vienna, 20 giugno 2012 – - "Siamo qui oggi per celebrare una tappa importante di una storia di successo. Un successo non facile e per nulla scontato". Lorenzo Dellai, presidente della Provincia autonoma di Trento, ha iniziato così il suo discorso alla Nationalratsitzungsaal del Parlamento di Vienna dove oggi si è celebrato il ventennale della cosiddetta "quietanza liberatoria", l´insieme delle misure a tutela della popolazione altoatesina di madrelingua tedesca, che entrarono a far parte del Secondo Statuto di Autonomia del Trentino Alto Adige. La manifestazione, introdotta dal presidente della Camera dei Deputati del Parlamento austriaco Barbara Prammer e dal vicencancelliere e ministro degli esteri austriaco Michael Spindelegger, ha visto la presenza dei tre presidenti dell´Euregio, Lorenzo Dellai per il Trentino, Luis Durnwalder per l´Alto Adige e Günther Platter per il Tirolo, presenti molte autorità, dall´ambasciatore italiano a Vienna, Eugenio d´Auria, al presidente della Commissione dei Dodici, Mario Malossini, a rappresentanti della Giunta provinciale altoatesina e del Comune di Bolzano presente col suo sindaco, Luigi Spagnolli. Nel suo intervento Dellai ha ricordato "la saggezza di statisti italiani ed austriaci, nel solco di Alcide De Gasperi e Karl Gruber, la pazienza coraggiosa e lungimirante delle leadership locali, la fede e la determinazione delle popolazioni: insieme hanno fatto vincere il dialogo, la mediazione, il rispetto delle diversitá", non nascondendo gli errori commessi in passato ma rilanciando con forza il progetto di collaborazione, che ora più che mai vede vicini i tre territori alpini. "Come cittadino italiano, penso che il nostro Paese abbia anche bisogno di tutto questo per ritrovare se stesso e recuperare il senso del proprio cammino interrotto ed scorgere il profilo di un orizzonte verso il quale ha perduto la bussola. Come cittadino europeo - ha aggiunto Dellai - penso che l´Europa non abbia bisogno solo di difendere la sua moneta comune imponendo sacrifici, ma anche e soprattutto di riscoprire "l´anima" e la "ragione sociale" della costruzione comune". Nel 1960 l´Austria portò la questione sudtirolese alle Nazioni Unite. Dopo lunghe e difficili trattative venne infine rilasciata la cosiddetta "quietanza liberatoria", contenente tutta una serie di misure a tutela della popolazione altoatesina di madrelingua tedesca, che entrarono a far parte del Secondo Statuto di Autonomia del Trentino Alto Adige. Dopo vent´anni, il 19 giugno del 1992, si giunse alla conclusione dell´applicazione di tali misure; fu così depositata presso il segretario generale delle Nazioni Unite, a New York, la quietanza liberatoria che pose fine alla vertenza. Oggi l´Autonomia del Trentino Alto Adige è considerata in tutto il mondo un modello di soluzione pacifica di tensioni e conflitti di natura etnica; altrettanto esemplari sono le politiche di sviluppo regionale poste in essere grazie ad essa e la collaborazione nata all´interno dell´Euroregione fra i tre territori che componevano il Tirolo storico (gp). Il testo integrale dell´intervento del presidente della Provincia autonoma di Trento, Lorenzo Dellai "Sono onorato di portare la testimonianza del Trentino e la sua piena e consapevole partecipazione a questa cerimonia. Siamo qui oggi per celebrare una tappa importante di una storia di successo. Un successo non facile e per nulla scontato. La storia poteva prendere (e in certi momenti ha preso) una strada diversa e drammatica, come altrove in Europa é accaduto, quando hanno prevalso nazionalismi ed estremismi. La saggezza di statisti italiani ed austriaci, nel solco di Alcide De Gasperi e Karl Gruber, la pazienza coraggiosa e lungimirante delle leadership locali, la fede e la determinazione delle popolazioni, hanno invece fatto vincere il dialogo, la mediazione, il rispetto delle diversitá. Noi trentini siamo stati, siamo e saremo parte integrante di questa storia, in forza del nostro ruolo specifico nell´ambito della speciale relazione che lega Trento, Bolzano, Innsbruck, Roma e Vienna. Senza uno di questi pilastri, l´intera costruzione si indebolisce. Non sempre noi trentini siamo stati all´altezza di questo ruolo e coerenti con questa radice della nostra stessa Autonomia. Per un lungo periodo, abbiamo dimostrato di non voler capire l´intima sofferenza dei sudtirolesi, costretti ad accettare uno Stato che non sentivano come proprio, a parlare una lingua diversa da quella dei loro padri, a vedere italianizzati i nomi dei luoghi simbolici della loro Heimat. Eppure, avremmo dovuto ricordare quanto noi stessi, a parti invertite, avevamo sofferto per mantenere la nostra cultura ed usare la nostra lingua. Venne il "Los von Trient" e, di nuovo, venne l´opera saggia e coraggiosa di veri leaders, che seppero faticosamente riannodare la trama spezzata, creando di nuovo le condizioni per il successo che oggi celebriamo. Siamo grati a Silvius Magnago, Bruno Kessler, Alcide Berloffa, e a quanti, con loro, si spesero per ricostruire il dialogo e garantire cosí alle generazioni successive libertá, autonomia e benessere. Noi abbiamo lavorato a partire da queste solide basi ed oggi siamo qui, come trentini, ben consapevoli del nostro ruolo e del nostro dovere, che intendiamo esercitare in modo solidale e indissolubile con Bolzano e con Innsbruck. Con loro stiamo costruendo una vera e propria Regione Europea del Tirolo storico, che vogliamo sia emblema di pluralismo culturale e linguistico e che, soprattutto, vogliamo sia utile ai nostri giovani per essere "cittadini del mondo globale" senza perdere i valori delle nostre tradizioni alpine. Celebriamo dunque oggi un successo: ne assumiamo, per il futuro, piena responsabilitá e ne siamo orgogliosi. Questa storia comune è un patrimonio prezioso per le nostre popolazioni e per tutti i gruppi linguistici, compreso quello dei sudtirolesi di lingua italiana, che pure ha vissuto una condizione del tutto particolare, non priva di disagi e di contraddizioni, ma che oggi si riconosce pienamente nel progetto autonomistico. Ma lo è anche per le nostre due nazioni e per l´Europa. Ne siamo pienamente consapevoli, non vogliamo banalizzare queste nostre vicende, non le vogliamo appiattire in una dimensione solamente utilitaristica. Perció lavoreremo ancora piú intensamente assieme per alimentare un´idea alta ed esigente delle nostre Autonomie e per difendere questo patrimonio prezioso contro ogni insidia del centralismo e contro ogni tentazione di egoismo localistico o di micronazionalismo. Siamo e vogliamo rimanere profondamente europei, poiché questo è il respiro della nostra storia comune ed assieme è anche il nostro futuro. Autorità, Signore e Signori, in questo tempo di inquietudini e paure, la nostra piccola grande storia ci aiuta a sviluppare gli anticorpi contro i rischi della demagogia, del populismo, dello svuotamento della democrazia. Perché la nostra è storia di responsabilità, di pace, di laboriosità, di solidarietà, di impegno concreto. Nelle nostra valli alpine ancora si vive la "comunità" come dimensione collettiva; le persone non sono "numeri"; l´economia non è il luogo dei pirati senza scrupoli e senza etica; la sobrietà non è uno slogan ma un valore antico e vissuto; le regole e la legalità non sono parole vuote ma punti fermi della convivenza civile; l´autogoverno è il frutto della voglia di fare da sé, di non chiedere sempre agli altri ma - semmai - di "dare". Come cittadino italiano, penso che il nostro Paese abbia anche bisogno di tutto questo per ritrovare se stesso e recuperare il senso del proprio cammino interrotto ed scorgere il profilo di un orizzonte verso il quale ha perduto la bussola. Come cittadino europeo, penso che l´Europa non abbia bisogno solo di difendere la sua moneta comune imponendo sacrifici, ma anche e soprattutto di riscoprire "l´anima" e la "ragione sociale" della costruzione comune. E questa operazione fondamentale non può che essere fatta "dal basso", a partire da quei territori di cerniera tra le nazioni europee, come sono state e sono le Alpi, come è stato il Tirolo storico, come vogliamo continuare ad essere noi a Bolzano, ad Innsbruck e a Trento.  
   
   
CORRUZIONE NELLA PA: ECCO IL “CODICE ETICO”. DALLA TOSCANA UN SEGNALE IMPORTANTE PER RESTITUIRE DIGNITÀ ALLA POLITICA  
 
 Firenze, 20 giugno 2012 – Il pubblico amministratore non può accettare (“per sé, congiunti, familiari o affini”) regali – sopra la cifra massima di 100 euro all’anno – se offerti da impiegati della Pa, concessionari, gestori di pubblici servizi, appaltatori e fornitori. Non può neppure accettare “alcun tipo di vantaggio o altra utilità” che sia riconducibile a prestazioni erogate. Lo prevede il punto 5 della “Carta di Pisa“, codice etico elaborato nella città toscana da “Avviso Pubblico“, presentato questa mattina – nella Presidenza di Regione Toscana – agli amministratori locali toscani come “primo tentativo di formulazione di una politica anticorruzione in base a un’istanza nata dal basso”. L’input a predisporre il codice etico – si legge nella prefazione curata da Andrea Campinoti e Pierpaolo Romani, presidente e coordinatore nazionale dell’associazione chiamata “Avviso Pubblico” – è nato lo scorso anno sulla scia della campagna “Corrotti” che “Avviso Pubblico” ha condotto insieme a “Libera” raccogliendo un milione e mezzo di firme da consegnare al Capo dello Stato affinché sollecitasse il Parlamento “a emanare norme adeguate per prevenire e contrastare la corruzione”. Citati i principi costituzionali che vincolano qualunque politico titolare di cariche e incarichi pubblici al dovere di “servire la Comunità con diligenza, rettitudine e trasparenza”, il codice entra nel merito su trasparenza (anche patrimoniale) degli amministratori pubblici, obbligo di astensione nei casi previsti dalla legge, impegno a utilizzare le informazioni in modo da evitare indebiti vantaggi personali. Oltre ai limiti in regali e utilità, si indicano obblighi in tema di lotta al clientelismo e si definiscono diverse situazioni riguardanti i conflitti di interesse sottolineando la necessità che l’amministratore (“anche qualora non vi sia un obbligo giuridico in tal senso”) renda pubblica la sua eventuale situazione in conflitto di interesse. Altri quattro punti riguardano il cumulo dei mandati politici (fra l’altro un amministratore deve “astenersi dall’assumere o esercitare cariche, professioni, mandati o incarichi che implichino un controllo sulle sue funzioni amministrative”), l’esercizio delle competenze discrezionali (l’amministratore “si astiene dall’attribuire a sé, ad altri soggetti od organizzazioni un indebito vantaggio personale, diretto o indiretto”); le pressioni indebite(con l’obbligo di astenersi “dal chiedere o dall’esigere, da concessionari o gestori di servizi pubblici, l’esecuzione di o l’astensione da qualsiasi atto da cui possa derivare un vantaggio personale diretto o indiretto”); le restrizioni successive all’incarico (divieto per l’amministratore pubblico, nei 5 anni successivi alla cessazione del mandato, di svolgere “attività lavorativa o professionale presso soggetti privati destinatari delle sue decisioni o attività”). Dopo il capitolo sul finanziamento dell’attività politica (divieto di accettare ogni forma di finanziamento o sostegno irregolare o non dichiarato sia diretto che indiretto, obbligo di rendere pubbliche ogni anno tutte le fonti di finanziamento politico, astensione dal ricevere finanziamenti e sostegni da concessionari o gestori e da privati legati all’amministrazione con rapporti contrattuali), si dettano regole sul comportamento di ogni amministratore (fra queste: “evitare toni e linguaggio che sottintendano messaggi di aggressività e di prevaricazione” ma anche “respingere qualsiasi pressione indebita rendendola pubblica ed eventualmente avviando azione penale“). Obbligo, almeno annuale, di render conto su come si è rispettato il codice e obbligo di rispondere (“diligentemente”) a qualsiasi (“ragionevole”) richiesta dei cittadini. L’amministratore deve inoltre “opporsi” al reclutamento del personale “basato su principi che non siano il riconoscimento dei meriti e delle competenze professionali” e “ridurre allo stretto necessario” il ricorso a consulenti esterni e a collaboratori di staff politico. Ogni nomina va condizionata alla preliminare adesione, al codice etico, dei soggetti da nominare. Se le nomine richiedano competenze tecniche, l’amministratore ha l’obbligo di effettuarle “a seguito di un bando di valutazione comparativa dei candidati”. Due ultimi punti: i rapporti con i media (l’amministratore deve rispondere “in maniera diligente, sincera e completa” alle domande dei giornalisti ma anche incoraggiare la diffusione di notizie); i rapporti con l’autorità giudiziaria in presenza di indagini (l’amministratore deve assicurare “la massima collaborazione fornendo, anche se non richiesta, tutta la documentazione e le informazioni utili alle attività degli inquirenti”). Se rinviato a giudizio per corruzione, concussione e altri reati gravi, l’amministratore si impegna a dimettersi. Se ad essere rinviati sono dipendenti, l’amministratore ha l’obbligo di promuovere la costituzione di parte civile dell’amministrazione in quel processo. Un articolo, l’ultimo, riguarda le sanzioni in caso di inadempimento. Premessi i dati (“impressionanti e inaccettabili”) su mafie e corruzioni (“minaccia seria, concreta e attuale per la democrazia italiana”) con le stime dei costi economici della illegalità mafiosa, della corruzione, dell’evasione fiscale (rispettivamente 150 miliardi, 60 miliardi, 120 miliardi di euro all’anno per un totale di 330 miliardi annui), la presentazione della “Carta di Pisa” precisa che il documento non va considerato né rigido né immodificabile. Si tratta, infatti, di un “duttile strumento di riferimento dal quale ogni ente potrà attingere per cercare di agire concretamente sul versante della prevenzione delle nuove e più insidiose forme di corruzione”. Quattro le modalità previste per l’adozione della “Carta”: mediante atto del sindaco (presidente di Provincia o di Regione), mediante delibera di Giunta, mediante delibera di Consiglio; mediante sottoscrizione volontaria del singolo amministratore. La presentazione è avvenuta questa mattina nella sala Pegaso di Palazzo Strozzi Sacrati con il coordinamento di Stella Targetti, vicepresidente di Regione Toscana. “E’ una Carta indubbiamente sfidante – ha detto – e per molti aspetti più avanzata rispetto alle norme previste nel ddl anticorruzione: un segnale importante per restituire dignità alla politica”. Targetti ha annunciato che Regione Toscana sta pensando di adottarla (“Spero facciano altrettanto anche molte amministrazioni locali”) precisando peraltro che, in Toscana, già esistono norme regionali contenenti aspetti oggi disciplinati dalla Carta (“Non mancano però, nella Carta, elementi originali” come le norme anti-clientelismo, quelle sul finanziamento alla politica, i divieti nel quinquennio successivo alla fine del mandato, la possibilità di rinunciare, se imputati, al diritto di difesa). Alla presentazione della Carta – illustrata da Alberto Vannucci docente all’Università di Pisa e dal vicepresidente di Avviso Pubblico Gabriele Santoni – è intervenuto anche il sindaco di Pisa Marco Filippeschi. La città della torre pendente è la prima, in Toscana, ad aver adottato il codice etico (“così – ha detto il sindaco – si prende la distanza dal cinismo del potere che inquina la democrazia alla radice”). Per adesso Pisa è stata imitata solo da Certaldo e dalla Provincia di Pisa, ma sono diverse le amministrazioni che risultano interessate. Qui il testo integrale della Carta su: http://www.Regione.toscana.it/diritti/legalita    
   
   
SI È RIUNITA AD AOSTA LA COMMISSIONE PARITETICA STATO –REGIONE  
 
 Aosta, 20 giugno 2012 - Dopo alcune sedute a Roma, la nuova Commissione Paritetica Stato Regione, prevista dallo Statuto speciale della Valle d’Aosta, ha deciso di riunirsi in Valle d’Aosta. I 6 componenti che ne fanno parte, 3 di nomina statale e 3 di nomina regionale, si sono ritrovati, nella mattinata di venerdì 15 giugno, nella saletta delle commissioni del Consiglio regionale. Marco Cappelli, Presidente Commissione Paritetica - Venire in Valle è un piacere. Io sono di Bologna e, quindi, l’idea di venire in Valle d’Aosta, cui sono legato da tante cose, mi fa molto piacere. A parte tutto, ci sono una ragione istituzionale e una ragione, diciamo, di buona amministrazione, di modo di lavorare, in modo più solido e corretto. Quella istituzionale è il riconoscimento dell’importanza delle istituzioni, un rispetto nei loro confronti e la Commissione è contemporaneamente voce di Stato e della Regione, ma anche equidistante dalle due e quindi non c’è un centro al quale faticosamente si tende, ma ci sono incontri e luoghi in cui ci si incontra, si parla e si cerca di cooperare. Diciamo in qualche modo che è l’espressione di questa par condicio e di questa cooperazione in termini più istituzionali. Poi c’è un aspetto anche più specifico, che riguarda gli affari e le cose di cui discutiamo. Naturalmente, avere la possibilità di sfiorare, quantomeno sfiorare, anche se non conoscere perfettamente, o meglio rendersi conto direttamente delle cose, aiuta a discuterne con maggior ragion veduta e con più sensatezza, il che non guasta mai. In apertura dei lavori è intervenuto anche per un breve saluto il Presidente della Regione Augusto Rollandin. Augusto Rollandin, Presidente Regione Valle d’Aosta - Di tanto in tanto, oggi su iniziativa del collega Caveri, abbiamo la possibilità di ospitare la Commissione, e questo ci da l’opportunità di far vedere alla Commissione la nostra realtà, di illustrarla, di prendere coscienza, in un modo ancora più approfondito, di quelle che sono le nostre aspettative in merito alle richieste di norme che adeguino il sistema legislativo nazionale alla proposta che noi dobbiamo fare per ottenere lo stesso risultato o risultati attesi tenendo conto delle nostre specialità. E’ un lavoro importante, la Commissione sta lavorando molto bene, ci aspettiamo dei risultati sulla base di quelle che sono le esigenze. La Commissione paritetica è un organo consultivo cui spetta il compito di esprimersi sulle norme di attuazione dello Statuto speciale. Luciano Caveri, membro della Commissione Paritetica - Bisogna considerare la Commissione Paritetica, prevista dall’articolo 48bis dello Statuto, come un organo estremamente importante perché vara queste norme di attuazione che consentono all’autonomia speciale di essere un elemento dinamico, non una cosa che sta ferma ma una cosa che si muove in un contesto nazionale ed europeo che non è proprio brillante per la democrazia. Nella riunione di venerdì i commissari hanno deciso di portare in approvazione al Consiglio regionale e al Consiglio dei Ministri la proposta di regionalizzazione delle competenze degli Archivi di Stato e della Sovrintendenza Archivistica. Luciano Caveri, membro della Commissione Paritetica - Intanto abbiamo discusso ancora oggi, perché la parte Statale è stata quasi del tutto rinnovata nei metodi. Con la presidenza Cammelli abbiamo, per così dire, istituito, un rapporto con lo Stato ancora più proficuo di quello che è avvenuto in passato, non che in passato non si siano ottenuti i risultati, abbiamo delle norme di attuazione importanti che sono state approvate, penso al federalismo fiscale, penso alla sezione di Controllo della Corte dei Conti, mi riferisco al trasporto ferroviario purtroppo non ancora applicata, però ci sono degli argomenti che sono già transitati positivamente nella Paritetica. Oggi abbiamo varato una proposta, che andrà al parere del Consiglio regionale e poi, se tutto va bene, del Consiglio dei Ministri, che prevede la delega per regionalizzare gli archivi di Stato e la sovrintendenza archivista, due organi dello Stato che non sono mai nati in Valle e noi in questo dipendiamo purtroppo ancora da Torino.  
   
   
STATO-REGIONE: TONDO INCONTRA PARLAMENTARI FVG  
 
Trieste, 20 giugno 2012 - "Un incontro complesso, ma positivo, per il quale ringrazio i partecipanti". Il presidente della Regione ha concluso così l´incontro di ieri con gli undici parlamentari che sono intervenuti nella sede della Regione a Roma. E´ stato fatto un esame della situazione sui punti che erano stati affrontati nel precedente incontro dello scorso 15 maggio. Tondo e i parlamentari hanno condiviso la scelta di sollecitare il Governo a mantenere l´impegno di avviare i tavoli tecnici sui rapporti finanziari che, dopo l´incontro preliminare con il ministro Piero Gnudi ed il sottosegretario Vieri Ceriani del 24 maggio, attendono ancora di iniziare il loro lavoro, nonostante reiterate sollecitazioni della Regione. Sollecitazioni rivolte anche al ministro della Giustizia per ottenere un incontro sui temi riguardanti le sedi giudiziarie. Non avendo ottenuto riscontri è stato deciso di predisporre un documento condiviso della presidenza della Regione e dei parlamentari da presentare in tempi brevi al governo nazionale. La realizzazione della terza corsia dell´autostrada Trieste-venezia, la cui necessità non è messa in discussione, è stata oggetto di un confronto serio ed aperto che ha permesso di analizzare i diversi punti di vista e le relative motivazioni in merito alle modalità concrete utili a raggiungere questo obiettivo in tempi adeguati alle esigenze. Le risultanze sono ora all´attenzione delle varie forze politiche. All´incontro sono intervenuti i parlamentari Ivano Strizzolo, Ettore Rosato, Angelo Compagnon, Manlio Contento, Ferruccio Saro, Carlo Monai, Isidoro Gottardo, Vanni Lenna, Mario Pittoni, Flavio Pertoldi e Carlo Pegorer.  
   
   
POR FSE: 729 MILIONI DI EURO, OPPORTUNITÀ CHE LA SARDEGNA NON PUÒ VANIFICARE  
 
Cagliari, 20 Giugno 2012 – "Con 729 milioni di euro di dotazione, il Por Fse è un’importante opportunità che la Sardegna non può vanificare." Lo ha detto l’assessore regionale del Lavoro, Antonello Liori, nel suo intervento durante la riunione del Comitato di sorveglianza del Por Sardegna Fondo sociale europeo 2007/13 - Obiettivo 2 "Competitività regionale e occupazione". "Abbiamo dimostrato una buona capacità di spesa rispettando i target imposti dal’Europa, ma dobbiamo e possiamo fare ancora meglio - ha proseguito Liori – Finora, gli interventi realizzati hanno consentito alla Sardegna di contrastare le difficoltà della crisi, attenuando gli effetti negativi della crisi occupazionale. Soprattutto, grazie ad alcune iniziative nel campo delle politiche attive del lavoro, che hanno visto tra i principali destinatari, categorie deboli come giovani, donne e disoccupati. Tra queste, i bandi per favorire la creazione di nuove imprese, con particolare attenzione all’imprenditoria femminile, il microcredito, l’apprendistato; nel campo degli enti locali, il fondo per i piccoli comuni; per i giovani, master and back, alta formazione e borse di studio. Ovviamente, una particolare attenzione è stata riservata ai lavoratori in difficoltà, con un consistente impegno per gli ammortizzatori sociali, con un numero di domande triplicato tra il 2009 ed il 2011". "La buona spendita dei fondi Por è un obiettivo strategico al quale non possiamo sottrarci - ha concluso Liori - Una gestione virtuosa ci consentirà di accelerare e completare i programmi cofinanziati, evitando di perdere importanti risorse comunitarie in questo delicato momento socio-economico per la nostra Isola. E´, perciò, opportuno riprogrammare le politiche da attuare in futuro, soprattutto puntando alla creazione di nuove opportunità di lavoro. In questo senso favorendo anche il dialogo con le forze sociali".  
   
   
REGIONE VENETO PRESENTA DPEF A TAVOLO DI CONCERTAZIONE  
 
Venezia, 20 giugno 2012 - Snellezza e leggibilità. Sono queste le caratteristiche più evidenti della proposta di Documento di Programmazione Economica e Finanziaria (Dpef) della Regione per il 2013 che il vicepresidente della giunta veneta ha presentato ieri a Palazzo Balbi, riunendo il tavolo di concertazione in cui sono presenti i rappresentanti delle categorie economiche, produttive e professionali, della cooperazione, delle organizzazioni sindacali, delle associazioni, degli enti locali e delle istituzioni. Il Dpef è l’atto di indirizzo annuale per l’attività di governo della Regione, degli enti, delle aziende e delle agenzie regionali e raccoglie gli obiettivi della programmazione, proponendo le attività, organizzate per politiche, che caratterizzeranno l’azione regionale. Zorzato ha chiesto ai partecipanti al tavolo di concertazione di valutare il documento e di formulare le loro osservazioni nel giro di una settimana, in modo che possa essere portato subito dopo all’esame della giunta e del consiglio regionale. Il tavolo ha particolarmente apprezzato che il documento quest’anno sia proposto come strumento snello, di grande leggibilità. Delinea come si svilupperà l’attività regionale nell’arco del 2013 e gli obiettivi che si intendono realizzare. Sono quattro le macroaree di riferimento: la persona e la famiglia; il territorio, l’ambiente e le infrastrutture; lo sviluppo dell’economia e l’internazionalizzazione; l’assetto istituzionale e la “governance”. Zorzato ha sottolineato anche che uno degli obiettivi prioritari della Regione è la semplificazione che verrà perseguita in tutti i settori, in particolare per quanto riguarda le procedure amministrative richieste alle imprese. Ha evidenziato inoltre che si sta procedendo all’aggiornamento del Piano Territoriale Regionale di Coordinamento, adottato nel 2009, attraverso un’apposita variante con valenza paesaggistica.  
   
   
VENDOLA SALUTA LA TASK FORCE SU START UP INNOVATIVE DEL MINISTERO DELLO SVILUPPO  
 
 Bari, 20 giugno 2012 - “O si è in grado di usare la bussola dell’innovazione per orientarsi nel mare agitato della crisi, oppure penso che saremo condannati a naufragare”. Lo ha dichiarato il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola accogliendo ieri mattina la Task force – Start up innovative del Ministero dello Sviluppo Economico che si è riunita ieri a Bari per concludere i lavori che porteranno ad individuare in tempi brevi le misure da attuare per creare in Italia un ambiente favorevole alle start up innovative. “L’innovazione – ha spiegato Vendola ai componenti della Task force – è stata la fissazione della mia Amministrazione. Nel 2005 c’era un dato che turbava molto i nostri sonni: eravamo agli ultimi posti tra le regioni d’Europa per interventi sull’innovazione. Innovazione intesa come costruzione di un ambiente sociale favorevole, realizzazione di raccordi tra il sistema universitario e della ricerca e gli apparati produttivi. Nel quinquennio 2000-2005 erano stati spesi meno di 100 milioni di euro sul capitolo “sviluppo-ricerca-innovazione”, nel quinquennio 2005-2010 sono stati investiti un miliardo e 700 milioni di euro. In generale, innovazione per noi significava non una delega specialistica, ma il modo di ripensare tutte le politiche pubbliche”. L’obiettivo della Task force è quello di favorire le condizioni per cui i giovani – e i meno giovani – pieni di talento, energia, e creatività portino avanti i loro progetti imprenditoriali. La Task Force è stata coordinata da Alessandro Fusacchia, consigliere del Ministro Passera per gli affari europei e i giovani, il merito e l’innovazione, ed è composta da esperti di riconosciuta competenza. Proprio le politiche giovanili, ha ricordato Vendola, “qui in Puglia non sono state immaginate come una sorta di specialismo ornamentale, ma un osservatorio particolare del rapporto tra la formazione delle giovani generazioni, il carattere asfittico del mercato del lavoro e l’arretratezza di un sistema produttivo, che dovrebbe sentire la necessità di sfidare i propri competitors nell’era globale. Trovare il raccordo tra il talento e l’economia”. “Noi – ha continuato Vendola – in questi anni abbiamo messo in piedi i rudimenti di una forma di economia della creatività, accanto a investimenti forti nella direzione dell’economia della conoscenza. Le politiche giovanili per noi non sono state un fenomeno di giovanilismo retorico, ma il tentativo di riflettere su come si riaggancia una generazione”. “Resto convinto – ha concluso Vendola – che le politiche di innovazione siano le uniche che ci possano aiutare a trarci su dalla palude della crisi e penso che questa terra non ha fatto discorsi retorici sui giovani, ma ha fornito loro delle chance, aiutandoli ad entrare nel mondo del lavoro e a diventare protagonisti del cambiamento”.  
   
   
LO STATO VERSI ALLA SARDEGNA LE RISORSE CHE LE SPETTANO  
 
Cagliari, 20 Giugno 2012 - "Una relazione che testimonia quanto abbiamo sempre affermato sia in relazione all´esercizio 2011 e sia in sede di discussione della Finanziaria 2012. Lo Stato deve dare alla Sardegna le risorse che le spettano e ricorreremo in ogni sede per rivendicare questo credito. La cifra di un miliardo e 460 milioni rappresenta per la Sardegna e i sardi un´opportunità di rilancio che non possiamo perdere. In questi anni, nonostante la crisi, siamo riusciti a mantenere inalterate le risorse per imprese, infrastrutture e ricerca ottenendo buoni risultati dagli strumenti che abbiamo attivato. Il Forum permanente per il Credito ha permesso di verificare in modo costante, insieme alle banche, le azioni avviate per le politiche sul credito. I 238 milioni per il Fondo di Garanzia messi a disposizione dalla Regione stanno costituendo un sostegno forte di contrasto alla crisi e rilancio del settore produttivo, sulle infrastrutture sono state sbloccate risorse prima per oltre un miliardo, poi altri 300 milioni su innovazione ricerca e competitività, e complessivamente circa altri cento milioni su tutela ambientale". E’ quanto affermato dal presidente della Regione, Ugo Cappellacci e dal vice presidente e assessore della Programmazione, Giorgio La Spisa, in merito alla relazione della Corte dei Conti sulla verifica del rendiconto della Regione per l´esercizio 2011. "Rimangono ancora da programmare 462 milioni che saranno sbloccate con successive delibere Cipe - riprendono Cappellacci e La Spisa - per altre infrastrutture che saranno finanziate di concerto con lo Stato attraverso il Piano per il sud. Il rifinanziamento della Legge 7 sulla ricerca con 34 milioni all’anno per tre anni e l’arrivo di altri 25 milioni dal Miur rappresentano un segnale di attenzione deciso verso formazione e innovazione che riteniamo prioritari per la crescita e lo sviluppo".  
   
   
IL PRESIDENTE SCOPELLITI È INTERVENUTO ALLA FIRMA DEL PROTOCOLLO FINCALABRA-BANCA CARIME  
 
 Catanzaro, 20 gennaio 2012- Il Presidente della Regione Giuseppe Scopelliti è intervenuto nel corso della conferenza stampa di presentazione dell’accordo quadro per iniziative a sostegno finanziario alle imprese, tra Fincalabra e Banca Carime, che si è svolta presso la sala convegni dell’hotel “Guglielmo” di Catanzaro. Il protocollo d’intesa è stato siglato dal presidente di Fincalabra, Umberto De Rose, e dal vice direttore generale di Banca Carime, Giuseppe Minervino. “Sono convinto che se cresce un’impresa – ha affermato il Presidente Scopelliti - cresce la comunità ed anche il territorio in cui insiste. Ci stiamo impegnando, seppur tra grandi difficoltà, per sostenere concretamente tutte le realtà ed in special modo le piccole e medie imprese perché sono profondamente convinto che la partita vera, qui in Calabria, si gioca sulla capacità di sintonizzarsi sul cambiamento. Oggi la Regione, attraverso Fincalabra, presenta uno strumento da mettere al servizio del mondo delle impresse al quale guardiamo come unica vera grande risorsa di questa terra poiché in grado di operare il cambiamento, laddove il pubblico è ancora pesantemente imbrigliato in vecchie logiche ed appesantito. Questo protocollo d’intesa è particolarmente significativo poiché consente a Fincalabra di assolvere pienamente a quella che è la sua mission finanziaria fungendo da interlocutore e interfaccia privilegiato delle imprese. Solo se si ragiona e si opera in una logica di squadra – ha concluso il Presidente Scopelliti – e si realizzano un dialogo costante e una condivisione di intenti con il mondo imprenditoriale calabrese questa terra sarà in grado di uscire dall’empasse e vincere la propria sfida per lo sviluppo e la crescita.”  
   
   
BANKITALIA; MARINI: "RIFORME STRUTTURALI PER SOSTENERE POLITICHE DI SVILUPPO"  
 
Perugia, 20 giugno 2012 - "In assenza di politiche pubbliche in grado di favorire, stimolare, accompagnare lo sviluppo e la crescita, sarà difficile superare la grave crisi economica che investe l´Europa, l´Italia e, dunque, anche l´Umbria". E´ quanto affermato dalla presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, nel corso del suo intervento di chiusura dell´iniziativa di Banca d´Italia, a Perugia, di presentazione del Rapporto annuale sullo stato dell´economia in Umbria. Rivolgendosi a tutti i rappresentanti delle istituzioni regionale, del mondo dell´economia, dell´industria, delle organizzazione sindacali presenti alla illustrazione del Rapporto la presidente Marini ha ricordato che "qui tutti insieme abbiamo un unico obiettivo: come contribuire, ciascuno per la propria parte, a far ripartire economia e sviluppo e, quindi, il benessere della nostra comunità". "Occorrono grandi cambiamenti - ha proseguito la presidente - da parte di tutti. Mai come in questo momento è necessario evitare che ciascuno si chiuda nel suo recinto, ma anzi si deve avere la forza di confrontarsi, di capire le ragioni dell´altro". Per la presidente la crisi economica impone nove politiche ad ogni livello, da quello europeo, a quello nazionale e regionale: "in questi anni forse l´Europa nel suo insieme ha sbagliato ad avere un approccio finanziario e di esclusiva logica di mercato alla ´governance´ europea, non considerando l´altra gamba fondamentale su cui deve poggiarsi la stabilità dell´euro, ovvero la ´governance´ politica. Ora, dunque, dobbiamo essere pronti a cedere un po´ di sovranità nazionale affinché si possa dare all´Europa la possibilità difendere non più e non solo il mercato unico, ma la nostra moneta unica". Riferendosi poi al tema della spesa pubblica (nel Rapporto di Banca d´Italia si evidenzia la positiva tenuta dei conti pubblici, in particolare nella sanità, della Regione) la presidente Marini ha affermato che "non basta più tenere i conti in ordine, in quanto in futuro dovremo continuare a fare ciò che facciamo bene ora, ma con molte meno risorse. Da qui la nostra scelta di andare verso riforme strutturali, da quella del sistema sanitario a tutte le altre riforme relative all´assetto istituzionale regionale, grazie alle quali - ha concluso la presidente - potremo recuperare quelle risorse necessarie da destinare a nuove politiche di investimenti pubblici che possano generare crescita e sviluppo".  
   
   
VENDOLA SU BANKITALIA: "UN RAPPORTO CHIARO, CON INDICATORI POSITIVI PER NOI"  
 
Bari, 20 giugno 2012 - “La Puglia risponde meglio alle crisi rispetto non solo alla regioni del sud ma anche a molte altre regioni del nord. Non c’è chiaroscuro, questo è un rapporto in chiaro, è un rapporto di indicatori positivi”. Lo ha detto il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola al termine della presentazione del rapporto di Bankitalia sull’andamento dell’economia pugliese. “In questo momento di burrasca e di catastrofe – ha aggiunto Vendola - con lo sprofondamento dell’intero sud in una condizione di recessione e di paura, con il nord che tocca quota 10% di disoccupazione, i nostri indicatori, ci dice Bankitalia, premiano il senso delle politiche pubbliche che abbiamo fatto fino ad oggi. Politiche fatte di sostegno al raggruppamento di imprese e di sistemi a rete, di sostegno nei confronti del trasferimento tecnologico, con un’altra maniera di star dentro la globalizzazione”. Vendola poi ha ricordato anche “le politiche sostenute in direzione dell’innovazione e della promozione della qualità e del talento”. “Ci sono settori in cui cresciamo incredibilmente, come ad esempio quello agroalimentare e quello agricolo – ha spiegato Vendola – settori cioè in cui abbiamo inventato una politica con la bussola dell’innovazione. Siamo ovviamente consapevoli della sofferenza del nostro territorio come degli altri territori. Non è un’isola la Puglia, la Puglia è dentro l’italia, è dentro il mezzogiorno ed è dentro questa Europa che si sta deflagrando. Noi resistiamo, è un corpo a corpo contro la crisi”. “Penso che l’elemento salutare, l’elemento di igiene nell’economia mondo – ha concluso Vendola - sarebbe quello di tornare a considerare come fondamento di qualunque produzione di ricchezza non il denaro ma il lavoro. Restituire valore sociale al lavoro sarebbe, credo, la piu importante delle risposte a questa stagione dei crisi”.  
   
   
SARDEGNA - CAPPELLACCI, DELIBERA PER RAZIONALIZZAZIONE PARCO AUTO ENTI-AGENZIE-ORGANISMI SOCIETARI  
 
Cagliari, 20 Giugno 2012 - La Giunta ha deliberato uno specifico atto di indirizzo affinché gli enti, le agenzie e i vari organismi societari e non, partecipati o controllati dalla Regione Sardegna, provvedano al dimezzamento delle autovetture di servizio attraverso modalità che ne consentano la riduzione regolino l’atività del parco auto, introducendo modalità innovative che privilegino l’adozione di modalità di car sharing. Lo ha annunciato il presidente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci. "Vogliamo estendere anche a tali enti - ha spiegato nel corso della seduta il governatore - le linee già adottate per l´amministrazione regionale, che hanno condotto a una sostanziale riduzione del parco auto con un azzeramento dei duplicati e all’adozione di modalità di condivisione del mezzo. L’obiettivo è quello di razionalizzare la spesa, rispettare i principi di economicità, efficacia ed efficienza e dare un segnale concreto in un momento storico in cui si impone a tutti i livelli la linea dell’austerità".  
   
   
ERASMUS PER GIOVANI IMPRENDITORI, SPORTELLO A TRENTINO SVILUPPO IL PROGRAMMA FINANZIA UN’ESPERIENZA IMPRENDITORIALE DI SEI MESI ALL’ESTERO  
 
 Trento, 20 giugno 2012 - Sei un giovane imprenditore, o lo stai per diventare, e vuoi metterti alla prova trascorrendo un periodo di lavoro all’estero? Oppure hai un’impresa già avviata e desideri ospitare qualche giovane startupper proveniente da uno dei Paesi dell’Unione Europea? Trentino Sviluppo è lo sportello informativo sul territorio in grado di fornire tutte le informazioni sul programma “Erasmus per giovani imprenditori”. Si tratta di un’iniziativa della Commissione Europea che offre la possibilità di trascorrere all’estero un periodo fino a sei mesi o di ospitare presso la propria azienda imprenditori in fase di avvio. Il programma “Erasmus per giovani imprenditori”, finanziato dalla Direzione Generale Imprese e Industria della Commissione Europea, intende favorire la competitività e l’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese attraverso un periodo di scambio presso un’altra azienda europea. Si rivolge a nuovi imprenditori (come meno di 3 anni di esperienza o con un’idea imprenditoriale) e ad imprenditori affermati (con più di 3 anni di esperienza). Per quanto riguarda i nuovi imprenditori, il Programma offre loro l’opportunità di imparare a gestire un’azienda o a sviluppare nuovi contatti commerciali grazie a un periodo di collaborazione presso un’ impresa europea. L’imprenditore ospitante ha invece l’occasione di considerare la propria attività sotto nuovi punti di vista, sviluppare nuove competenze, collaborare con partner stranieri e informarsi su nuovi mercati europei. Lo scambio si realizza all’interno di periodo di lavoro che va da 1 a 6 mesi presso la sede dell’imprenditore ospitante, il quale aiuta il nuovo imprenditore ad acquisire le competenze necessarie a gestire una piccola azienda. Il nuovo imprenditore beneficia infine di un contributo finanziario della Commissione europea che può variare a seconda del paese di destinazione. Il programma rappresenta un interessante strumento per avviare nuovi rapporti commerciali, facilitare l’accesso a mercati esteri, scambiare conoscenze ed esperienze ed estendere la rete di contatti a livello europeo. Il Programma Erasmus per giovani imprenditori è quindi uno strumento utile sia per le start-up, per crescere e sviluppare nuove competenze, sia per le imprese mature per estendere e rinnovare il proprio business. Trentino Sviluppo rappresenta il punto di riferimento per gli imprenditori del Trentino per ricevere informazioni sul Programma e per una prima valutazione delle candidature. Per informazioni: g.Sonda@trentinosviluppo.it  , tel. 0464 443238.  
   
   
SARDEGNA: DISCIPLINATA L´OFFERTA FORMATIVA PER L´APPRENDISTATO PROFESSIONALIZZANTE  
 
Cagliari, 20 giugno 2012 - L´assessorato del Lavoro ha approvato la disciplina dell´offerta formativa regionale integrativa finalizzata all´acquisizione delle competenze di base e trasversali nell’ambito dei contratti di apprendistato professionalizzante stipulati dalle imprese sarde a partire dal 26 aprile 2012. Ricordiamo che la formazione di base e trasversale riguarda le competenze basilari che ogni lavoratore deve possedere, qualunque sia il settore in cui presta la sua opera. In base alla nuova disciplina dell´apprendistato professionalizzante (o contratto di mestiere), per questo tipo di formazione l´azienda interessata può scegliere tra due modalità di erogazione: - interna, prevedendo che l´attività sia gestita e finanziata in proprio e sia realizzata dalla stessa impresa singolarmente o nell´ambito di uno stesso gruppo d´imprese, sulla base di progetti comuni; - esterna, avvalendosi dell´offerta formativa integrativa regolamentata e finanziata dalla Regione. La formazione di base e trasversale esterna è prioritariamente rivolta alle piccole e micro imprese sarde con i seguenti requisiti: - numero di dipendenti inferiore a 15; - presenza al proprio interno di un tutor aziendale che abbia svolto un percorso formativo attestato o certificato. Le imprese interessate potranno accedere all´offerta formativa regionale integrativa presentando la relativa richiesta, secondo le modalità che saranno successivamente comunicate dall´Amministrazione regionale. L´offerta formativa sarà finanziata con una quota della riserva di premialità prevista dall´avviso per l´istituzione del catalogo per l´apprendistato: l´Assessorato invita, pertanto, le agenzie formative incluse in tale catalogo a presentare il primo report intermedio (ossia la relazione contenente i dati sullo stato di attuazione delle diverse macro-azioni finanziate), in modo da poter procedere entro questo mese alla ripartizione della riserva.  
   
   
TRENTO: REDDITO DI GARANZIA, ADOTTATE SIGNIFICATIVE NOVITA´ NELLA DISCIPLINA  
 
Trento, 20 giugno 2012 - Cambiano le regole per il "reddito di garanzia", intervento di carattere economico adottato fin dal 2009 dalla Provincia autonoma di Trento in linea con quanto avviene in numerosi paesi europei e non presente in altre realtà territoriali nazionali che é volto a sostenere i nuclei famigliari in stato di particolare indigenza in possesso di determinati requisiti economico patrimoniali, di residenza sul territorio provinciale (almeno 3 anni) e di volontà di ricerca di una occupazione. E proprio perché è uno strumento che va a favore dei più deboli deve accompagnarsi alla responsabilizzazione di chi ne beneficia. La modifica della disciplina, adottata dalla Giunta provinciale su proposta dell´assessore alla salute e politiche sociali Ugo Rossi, ha proprio come principio cardine la responsabilizzazione di chi beneficia dell´intervento, soprattutto per quanto riguarda la veridicità delle dichiarazioni sulla propria situazione personale fornite dai richiedenti agli uffici, l´impegno ad attivarsi nella ricerca di un lavoro e il rispetto delle fondamentali norme di convivenza civile. "La Provincia ti aiuta ma bisogna mettersi in gioco personalmente e impegnarsi a rispettare le regole": potrebbe essere questo lo slogan che descrive il senso delle novità introdotte oggi. Sono previsti infatti controlli più serrati sulle dichiarazioni fornite dalle persone che vogliono accedere al "reddito di garanzia", controlli che si estenderanno, in caso di dichiarazioni false, a tutte le altre provvidenze di cui si sta beneficiando. Verrà ridotto l´importo per chi non si attiva a trovare un lavoro. Non saranno considerati nei nuclei familiari coloro che si rendono responsabili di condotte particolarmente gravi o che destano particolare allarme sociale. Queste le principali novità contenute nella nuova disciplina: 1. Chi dichiara il falso sui requisiti di accesso residenza e situazione economico patrimoniale non può presentare domanda per il beneficio nei 18 mesi successivi; 2 se sono accertate dichiarazioni false si provvede al controllo dei requisiti dichiarati dal soggetto su tutti gli altri benefici dallo stesso ricevuti dall’amministrazione provinciale; 3. Per evitare dichiarazioni false: il requisito della residenza verrà accertato immediatamente al momento della presentazione della domanda; 4. I soggetti che abbiano commesso o ai quali siano contestate dall’autorità giudiziaria condotte personali che appaiono particolarmente gravi o che destano particolare allarme sociale (reati con pene superiori ai tre anni) sono cautelativamente sospesi dal beneficio della misura fino a che non siano stati assolti o abbiano scontato la pena. Continuano a beneficiare del "reddito di garanzia", se in possesso dei requisiti, i familiari; 5. La misura dell’intervento viene ad essere via via diminuita se i componenti il nucleo familiare idonei al lavoro non svolgono nessuna attività lavorativa; 6. Coloro che non accolgono le offerte di lavoro o formazione proposte dall’Agenzia del lavoro non possono presentare domanda per i 12 mesi successivi; 7. La seconda e la terza domanda di rinnovo possono essere presentate dopo un intervallo di quattro mesi dalla prima erogazione. Dopo la terza domanda di rinnovo è stata introdotta una interruzione minima di dodici mesi prima di poter ripresentare la domanda; 8. Rimane ferma per i casi più gravi la possibilità di rivolgersi ai servizi sociali per la individuazione di un progetto sociale di sostegno ad hoc.  
   
   
CON ´LAVORARE IN ABRUZZO 2´ CREATI 1.172 POSTI STABILI  
 
Pescara, 20 giugno 2012 - Sono 1.172 i lavoratori che grazie al progetto "Lavorare in Abruzzo 2 - seconda edizione" hanno ottenuto un rapporto di lavoro a tempo indeterminato in 258 imprese della Regione. Questo il principale dato emerso dalla chiusura del bando finanziato dal Fondo Sociale Europeo. L´avviso, aperto a febbraio, prevedeva tre linee: un bonus del valore di 10.000 euro per l´assunzione a tempo indeterminato di lavoratori svantaggiati che ha prodotto 601 nuovi posti di lavoro a tempo indeterminato; un bonus di 5.000 euro per la trasformazione dei contratti a termine in contratti a tempo indeterminato, che ha consentito la stabilizzazione di 347 lavoratori; e, infine, una nuova linea per l´aumento delle ore nei contratti part-time, opportunità utilizzata per 224 lavoratori. L´elenco delle aziende e dei lavoratori ammessi ai finanziamenti sono pubblicati sul sito della Regione Abruzzo. "Siamo davvero soddisfatti dell´esito del progetto - ha affermato l´assessore al Lavoro, Paolo Gatti - abbiamo di fatto esaurito tutte le risorse messe a disposizione e nel corso delle tre diverse edizioni e abbiamo creato oltre 4.100 nuove opportunità di lavoro a tempo indeterminato per altrettanti lavoratori abruzzesi; coinvolto oltre 1.300 aziende della nostra regione finanziate con 34 milioni di euro, di cui 26 disimpegnati dalle precedenti giunte e recuperati grazie alla nostro dialogo con la Commissione Europea. L´iniziativa, come nelle precedenti edizioni, puntava alla crescita e alla salvaguardia dei livelli occupazionali. Un obiettivo che possiamo dire essere stato raggiunto. "Lavorare in Abruzzo" è stato uno strumento di contrasto davvero efficace alla dura crisi del mercato del lavoro, imitato e replicato in questi anni in altri territori italiani ed europei, perché ha saputo incidere con efficacia su due aspetti cruciali dell´attuale crisi economica: da un lato ha contrastato la precarietà spingendo le aziende a creare rapporti di lavoro stabili e a tempo indeterminato o a incrementare il monte ore dei lavoratori; dall? altro ha dato un segnale di abbattimento in modo considerevole del costo del lavoro per le imprese. Siamo fiduciosi che anche per il progetto "Giovani (in)determinati" la risposta del tessuto imprenditoriale abruzzese sia altrettanto attenta e lungimirante".  
   
   
LOMBARDIA: STAGE PER I GIOVANI NEI COMUNI, 300 EURO AL MESE  
 
Milano, 20 giugno 2012 - Per un mese, gli Enti locali interessati (Comuni, Unioni di Comuni e Comunità Montane) potranno accedere a un apposito bando - ´Voucher sperimentale Leva Civica Volontaria Regionale - Percorsi di cittadinanza attiva per il potenziamento delle opportunità dei giovani´ -, attraverso il quale ragazzi di età compresa tra i 18 e i 35 anni potranno fare uno stage formativo di durata compresa tra i 6 e i 12 mesi a seconda del progetto presentato dall´Ente. Rimborso Spese - "I giovani della Lombardia - ha spiegato l´assessore allo Sport e Giovani della Regione Lombardia Luciana Ruffinelli - potranno effettuare un´esperienza lavorativa con la possibilità di imparare, attraverso un percorso di formazione, la vita all´interno dell´Amministrazione pubblica. Un progetto concreto, a cui destiniamo 500.000 euro e che permetterà ai ragazzi di avere una piccola retribuzione mensile di 300 euro". Il Bando - L´iniziativa nasce in attuazione dell´Accordo di Programma Quadro ´Nuova Generazione di idee: ulteriori iniziative da attivarsi a favore dei giovani´. Gli Enti locali abilitati potranno ottenere un contributo pari al 50 per cento della spesa ammissibile per attivare sul loro territorio progetti sperimentali di leva civica destinati ai giovani, i quali potranno acquisire conoscenze e competenze professionali e conseguire un attestato al termine di ogni percorso. La domanda di partecipazione al bando deve essere presentata esclusivamente on line collegandosi, da domani, al link https://gefo.Servizirl.it/  Le candidature saranno aperte fino alle ore 12.00 del 20 luglio 2012. Per ulteriori informazioni è possibili consultare il sito: www.Giovani.regione.lombardia.it  Cittadinanza Attiva - "Questo progetto - ha aggiunto l´assessore - è un modo concreto per stimolare nei nostri giovani un percorso di cittadinanza attiva, uno degli obiettivi che la comunità europea ci indica e a cui Regione Lombardia ha sempre guardato con favore. In un momento di crisi, in cui i ragazzi non riescono a individuare qual è la strada per il proprio futuro, l´ipotesi di lavorare negli Enti pubblici o nell´Amministrazione pubblica può essere testata in maniera concreta attraverso questa opportunità".  
   
   
FAMILY AUDIT, DAL TRENTINO ALL´ITALIA: PARTE LA SPERIMENTAZIONE  
 
Trento, 20 giugno 2012 - Enel, 36.842 occupati; Atm Lombardia, 9.065; Nestlè Lombardia, 5.600: sono tre delle realtà aziendali private che sperimenteranno su base nazionale lo standard Family Audit "inventato" dalla Provincia autonoma di Trento e che il 18 giugno, a Roma, nell´incontro presso la sala monumentale di Largo Chigi, ha vissuto un momento particolarmente importante. Alla presenza dei vertici del Ministero dell´Integrazione - che si occupa della Famiglia - e dell´assessore alla salute e politiche sociali della Provincia autonoma di Trento, Ugo Rossi, c´è stato infatti l´avvio della sperimentazione, su scala nazionale, dello strumento di management che consente alle organizzazioni di sviluppare e ottimizzare i sistemi di conciliazione tra vita familiare e vita lavorativa. Un progetto, sperimentato inizialmente in Trentino dall´Agenzia per la famiglia, poi divenuto oggetto di un Protocollo d´intesa siglato a Milano durante la conferenza Nazionale sulla famiglia tra il Dipartimento per le politiche della famiglia e l´ Agenzia trentina stessa. Oggi la presentazione dello standard, il confronto tecnico tra le organizzazioni aderenti alla sperimentazione, finora 50 gli enti selezionati, e la Cabina di regia nazionale del Family audit e il varo del progetto esecutivo. "Siamo orgogliosi - ha detto l´assessore Rossi - di riscontrare interesse e adesione al nostro progetto. Che è nato, e così lo interpretiamo giorno per giorno, quale nostro contributo concreto alla modernizzazione del Paese. Quello che stiamo esportando è il nostro modo di stare dalla parte delle famiglie, del lavoro femminile in particolare, di una ritrovata natalità. Il fatto che stia riscontrando tanto e tale interesse anche da parte delle aziende private ci indica che la strada tracciata è interessante, condivisa, importante". Ai lavori di oggi sono intervenuti Angelo Mari e Francesca Gagliarducci della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento delle politiche per la famiglia e Luciano Malfer, Provincia autonoma di Trento, Agenzia per la famiglia. "La nostra - ha aggiunto l´assessore Ugo Rossi - vuole essere anche una indicazione precisa per uscire da talune gabbie mentali che, nel mondo del lavoro, si fanno sentire, eccome. Per contrastare ad esempio la centralità del timbrare il cartellino, quando invece è spesso la mortificazione delle potenzialità del lavoratore. Per questo la Provincia autonoma di Trento punta ora ad un part time che non sia più un diritto acquisito una volta per sempre, bensì uno strumento realmente democratico e flessibile, a disposizione di chi ne ha veramente bisogno. Analogamente ci stiamo impegnando per il telelavoro: in questi giorno inizia la sperimentazione per i primi dipendenti della Provincia che lavoreranno a domicilio con, tra l´altro, un risparmio concreto e immediato in buoni pasto; in co2 grazie ai minori spostamenti; in ore di straordinario e di recupero. Riscontrare che a quanto intrapreso in Trentino guardano con attenzione non solo altre realtà della pubblica amministrazione, ma anche importanti strutture private, è oggi motivo di orgoglio ma anche sprone a proseguire su questa strada". Lo standard Family Audit, è uno strumento di management che consente alle organizzazioni di sviluppare, attraverso una logica di partecipazione e di coinvolgimento dei lavoratori, una migliore conciliazione tra vita familiare e vita lavorativa. Il processo di auditing e re-auditing mira, infatti, all’attuazione di politiche “aziendali” che, poste in atto volontariamente da enti pubblici e privati, favoriscano l’adozione e la diffusione di specifici piani di azione gestionale delle risorse umane e strumentali e realizzino concreti ed efficaci metodi di conciliazione tra le esigenze familiari e di lavoro. La Provincia autonoma di Trento - Agenzia per la famiglia, la natalità e le politiche giovanili dopo un’iniziale sperimentazione, ha definitivamente adottato lo standard Family Audit nel 2010. Nel corso della Conferenza nazionale della famiglia tenutasi a Milano nel novembre dello stesso anno è stato siglato il Protocollo d’intesa per l’adozione dello standard su scala nazionale tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per le politiche della famiglia e l´Agenzia. Al Protocollo è seguita la sottoscrizione dell’Accordo di collaborazione tra le istituzioni coinvolte che, a novembre 2011, hanno approvato lo schema di “Avviso alle organizzazioni” interessate all’adozione dello standard. L´avviso ha dato avvio alla procedura per la sperimentazione su base nazionale. Ad oggi sono cinquanta gli enti, rappresentativi di quattordici regioni, che hanno manifestato il loro interesse all’iniziativa e tutti sono stati ammessi al percorso di conferimento della certificazione dello standard.  
   
   
EMILIA ROMAGNA: NIDI, AL VIA LA RIFORMA  
 
Bologna, 20 giugno 2012 - Un sistema più semplice, più accessibile, senza dimenticare la qualità delle prestazioni erogate. Il tutto a costi sostenibili. E’ la riforma dei servizi educativi per la prima infanzia (zero-tre anni) approvata ieri in Assemblea legislativa, che modifica ed integra la legge regionale 1/2000 “Norme in materia di servizi educativi per la prima infanzia”. La modifica della normativa si è resa necessaria innanzi tutto per mantenere ed implementare la qualità; per perseguire la sostenibilità (soprattutto in questi momenti di crisi) e anche per semplificare i percorsi per il suo funzionamento. "La legge interviene per introdurre ulteriori elementi di flessibilità nei servizi per la prima infanzia - ha dichiarato Teresa Marzocchi, assessore alle Politiche sociali della Regione Emilia-romagna - per avvicinarli ancora di più alle esigenze delle famiglie e dei territori. I nidi sono un patrimonio della nostra regione, ora si tratta di migliorare ulteriormente l´offerta, allargando le modalità di utilizzo. In particolare, i servizi domiciliari dedicati a gruppi ristretti di bambini, da servizio sperimentale diventano ora un´offerta integrativa che può essere utilizzata in quelle realtà periferiche dove il nido d´infanzia risulterebbe sovradimensionato. Nella legge puntiamo anche sulla qualità dell´offerta educativa, ad esempio unificando i requisiti di accesso del personale educativo per tutte le tipologia di offerta". La nuova legge - La nuova normativa, che sarà aggiornabile con una flessibilità superiore a quella che occorre per intervenire su una legge, prevede all’interno del sistema educativo, una razionalizzazione delle tipologie di offerta che restano comunque 4: nidi d’infanzia, servizi domiciliari (piccoli gruppi, fino a 7 bambini), servizi integrativi e servizi sperimentali (ideati sul territorio). Però ai consolidati nidi si aggiungono piccoli gruppi educativi, per restare vicini alle esigenze dei bambini, alle famiglie e ai territori, dando valore ai servizi integrativi e introducendo un percorso accompagnato di sperimentazione di servizi innovativi. Inoltre, nell’iter di riforma dei servizi educativi per la prima infanzia, si prevede la valorizzazione della figura dell´educatore e il rafforzamento del ruolo del coordinatore pedagogico, che dovrà anche verificare la sostenibilità finanziaria dei servizi offerti alle famiglie. In particolare i titoli per l’accesso al ruolo di “educatore” continueranno ad essere gli stessi per tutte le tipologie. La nuova legge apre la strada all’emanazione di altri due atti: una direttiva tecnica di attuazione (in materia di requisiti strutturali ed educativi), e linee guida che consentano la gestione dei servizi all´infanzia su criteri di qualità. La direttiva entrerà maggiormente nel dettaglio sia per quanto riguarda l’organizzazione di spazi e strutture dedicate all’infanzia, sia per quanto riguarda le modalità organizzative. Il tutto in linea con l´evoluzione dei contesti sociali. I Servizi Educativi Per La Prima Infanzia - Anno Educativo 2010 - 2011 - Nell´anno scolastico 2010 -2011 il numero dei posti dei servizi dedicati all´infanzia in regione rispetto all´anno precedente ha raggiunto il 31,6%, con un numero complessivo di 1223 servizi (1220 l´anno precedente) di cui 986 nidi, 170 servizi integrativi e 67 sperimentali. I bambini iscritti ai servizi educativi per la prima infanzia sono stati 39.812 (rispetto ai 37.993 del 2009-2010). L´emilia-romagna con questi dati raggiunge il 31,12 % dell’utenza potenziale (media italiana circa il 12%- obiettivo Ue 33%) . Il percorso della riforma - Questi obiettivi sono stati ampiamente condivisi, innanzi tutto dagli amministratori locali, attraverso incontri che si sono svolti durante l´anno in ciascuna delle Province, promossi dall’Assessorato regionale alle politiche sociali, in raccordo con la V Commissione assembleare e in collaborazione con Anci/upi/legautonomie. Il 29 settembre 2011 si è svolto in Regione anche un incontro che ha dato voce a gestori pubblici e privati e alla rappresentanza sindacale, anticipando i tre concetti chiave di: qualità, sostenibilità e semplificazione. Dall´incontro è emerso che le norme regionali e regolamenti comunali, in aggiunta alla continuità degli investimenti degli Enti locali, hanno consentito alla Regione di raggiungere risultati importanti in termini di qualità e quantità dei servizi educativi rivolti ai bambini e alle loro famiglie. Al contempo è stata sottolineata la necessità di semplificare le procedure, introdurre elementi di flessibilità e differenziazione della spesa, salvaguardando la qualità. Sono stati infine attivati anche due gruppi tecnici, entrambi fortemente partecipati dai rappresentanti dei gestori pubblici e dei gestori privati (Legacoop – Confcooperative – Agci – Fism) che hanno presentato proposte di revisione della Direttiva regionale 646/2005 in materia di requisiti strutturali ed educativi e di Linee guida (sperimentali) per la valutazione dei servizi educativi per la prima infanzia.