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Notiziario Marketpress di Lunedì 15 Ottobre 2012
UE: DICHIARAZIONE DEL PRESIDENTE BARROSO SULL’ATTRIBUZIONE DEL NOBEL PER LA PACE 2012  
 
 Bruxelles, 15 ottobre 201 2- Dopo l’annuncio dell‘assegnazione del premio Nobel per la pace 2012 il presidente Barroso ha rilasciato la seguente dichiarazione: "Signore e signori, ammetto che questa mattina, al risveglio, non avrei mai immaginato che sarebbe stato un giorno così bello. Con grande emozione ho appreso che l’Unione europea è stata insignita del Premio Nobel per la pace 2012. Ricevere dal Comitato per il Nobel il riconoscimento per la pace è un grande onore per l’Unione europea, così come è certamente un grande onore per 500 milioni di cittadini europei, per gli Stati membri e per le istituzioni europee. Il premio è il giusto riconoscimento per un progetto unico portato avanti dall´Europa per il bene dei propri cittadini e del mondo intero. Non dobbiamo dimenticare che il progetto europeo è nato dall’unione di nazioni che uscivano dalle rovine e dalla devastazione della Seconda guerra mondiale, riunite in un progetto di pace basato su istituzioni sovranazionali che rappresentavano un interesse europeo comune. L´unione europea – sin da quando si chiamava Comunità europea - ha riunificato paesi separati dalla guerra fredda basandosi su valori quali la dignità umana, la libertà, la democrazia, la giustizia, lo Stato di diritto e il rispetto dei diritti umani. Grazie al suo potere di trasformazione l´Unione europea è riuscita, partendo da sei paesi, a riunificare quasi l´intero continente europeo. I valori della libertà, della democrazia, della giustizia, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani sono i valori ai quali aspira il mondo intero. Si tratta dei valori che l´Unione europea promuove affinché il mondo diventi un posto migliore per tutti. Siamo orgogliosi di essere l’entità che, su scala mondiale, fornisce assistenza allo sviluppo e aiuti umanitari in misura maggiore, e di essere all´avanguardia negli sforzi compiuti a livello globale per proteggere il pianeta tramite la lotta ai cambiamenti climatici e la promozione del bene pubblico. L´odierno riconoscimento da parte del Comitato per il Nobel dimostra che in questi tempi difficili l´Unione europea continua ad essere una fonte d´ispirazione per paesi e popoli di tutto il mondo e che la comunità internazionale ha bisogno di un´Unione europea forte. Il Comitato per il Nobel e la comunità internazionale mandano un messaggio molto importante all´Europa: l´Unione europea è qualcosa di molto prezioso, che dobbiamo proteggere per il bene degli europei e del mondo intero. Grazie per l’attenzione.  
   
   
MESSAGGIO VICEPRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA, ANTONIO TAJANI  
 
Bruxelles, 15 ottobre 2012 - "Il Nobel per la Pace all´Unione europea ci riempie di orgoglio e, al contempo, è un´iniezione di fiducia per il nostro impegno presente e futuro per il rafforzamento della costruzione europea. Si tratta di un riconoscimento al lavoro che l´Unione svolge per promuovere nel mondo i suoi valori fondanti di rispetto dei diritti e della dignità umana, della pace, della democrazia e dello stato di diritto", ha commentato il Vicepresidente della Commissione europea, Antonio Tajani, in un messaggio diffuso a Bruxelles a seguito della notizia del conferimento del premio Nobel per la Pace all´Ue. "Il Nobel per la Pace è il coronamento di oltre 60 anni di processo d´integrazione, economica e politica, che ha assicurato il più lungo periodo di pace e prosperità della storia del nostro continente - ha aggiunto Tajani -. Questo modello di cooperazione e convivenza pacifica tra Stati, può essere d´ispirazione ad altre aree del mondo".  
   
   
RICONOSCIMENTO PER UN PROGETTO BASATO SULLA PACE E FONTE DI ORGOGLIO PER 500 MILIONI DI CITTADINI EUROPEI  
 
Bruxelles, 15 ottobre 2012 - L´unione europea è stata insignita del Premio Nobel per la pace 2012. Tra le motivazioni, il Comitato per il Premio Nobel ha evidenziato che uno dei più prestigiosi riconoscimenti viene concesso all´Ue in quanto "da oltre sessant’anni contribuisce a promuovere pace, riconciliazione, democrazia e diritti umani in Europa". Questo premio rende onore a tutti i cittadini dell´Unione e ci rende orgogliosi di far parte di un progetto comune che ha cambiato i destini dell´umanità. È un riconoscimento ancora più importante visto che giunge in una fase in cui l´Ue sta affrontando una crisi senza precedenti. È la dimostrazione che quanto è stato realizzato fino ad ora è, e continuerà ad essere, un modello di riferimento e d´ispirazione per tutti, dentro e fuori dal continente europeo. Il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso ha dichiarato: "Il premio è il giusto riconoscimento per un progetto unico portato avanti dall´Europa per il bene dei propri cittadini e del mondo intero." Per la vicepresidente della Commissione Viviane Reding, responsabile per la Giustizia, i diritti fondamentali e la cittadinanza, "l´Unione europea rappresenta il più grande progetto per la pace nel mondo. Per la prima volta nella storia dell´umanità, delle nazioni decidono di condividere la propria sovranità per essere più forti insieme". Il vicepresidente Antonio Tajani, responsabile per l´Industria e l´imprenditoria, ha sottolineato: "Il Nobel per la pace all´Unione europea ci riempie d´orgoglio e, al contempo, è un´iniezione di fiducia per il nostro impegno presente e futuro per il rafforzamento della costruzione europea. Si tratta di un riconoscimento al lavoro che l´Unione svolge per promuovere nel mondo i suoi valori fondanti di rispetto dei diritti e della dignità umana, della pace, della democrazia e dello stato di diritto". Contesto - Nei tempi duri del dopoguerra la priorità assoluta per l´Europa è stata il ritorno a livelli accettabili dellaprosperità economica del continente attraverso il mantenimento della pace. Lo strumento fondamentale per conseguire questo obiettivo fu fin da subito la progressiva creazione di un mercato comune. Con il miglioramento delle condizioni di vita, l´Ue si è sempre più impegnata a consolidare i diritti sociali e ha attribuito maggiore importanza alla promozione della democrazia, dei diritti umani e della società civile, nonché alla lotta contro le discriminazioni. Tutto questo rimaneva legato all´obiettivo di fondo del mantenimento della pace in Europa. Tra i principali successi della costruzione europea, che è un´esperienza unica a livello mondiale e senza pari nella storia, si possono annoverare: le disposizioni sulla parità tra uomini e donne per quanto riguarda l´accesso al lavoro, la formazione, l´avanzamento di carriera e le condizioni di lavoro, come pure la parità retributiva, le prestazioni di sicurezza sociale e il diritto al congedo parentale; la Carta dei diritti fondamentali, che raccoglie i principi essenziali dell´Ue in materia di rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali; un processo tra i più avanzati al mondo per il coinvolgimento diretto e trasparente dei cittadini nella definizione delle politiche e delle norme europee attraverso discussioni, dibattiti e consultazioni pubbliche. L´ue si adegua ai tempi, definendo diritti di portata sempre più ampia. Tra le sue priorità assolute figurano ora il diritto ad un ambiente sostenibile, la tutela dei consumatori e la protezione dei dati personali. Nella vita di tutti i giorni 55 anni di cooperazione europea hanno apportato numerosi benefici concreti ai cittadini europei: spostamenti più agevoli e senza passaporto nella maggior parte dei paesi dell’Unione e transazioni finanziarie transfrontaliere più semplici, effettuate in una moneta unica, l’Euro. Milioni di giovani europei hanno inoltre avuto la possibilità di studiare e vivere in un altro paese grazie ai programmi di scambio per studenti organizzati dall’Ue. Nella vostra regione - Fin dalle sue origini l’Ue ha incentrato la sua attività sulla politica regionale e sugli interventi volti a stimolare l’economia delle aree svantaggiate. Negli ultimi 55 anni, l’Ue ha finanziato migliaia di progetti di sviluppo economico e sociale per ridurre il divario esistente tra le regioni più ricche e quelle più povere. Per maggiori informazioni sui progetti in Italia consultate il sito: http://ec.Europa.eu/regional_policy/projects/stories/search.cfm?lan=en&pay=it&region=all&the=all&type=all&per=2  Nella tutela dei vostri diritti - L’ue ha istituito alcuni servizi on-line per offrire soluzioni rapide ai problemi transfrontalieri che possono insorgere tra imprese, cittadini e autorità pubbliche nazionali. Per maggiori informazioni consultate il sito: http://ec.Europa.eu/solvit/site/index_it.htm  Nell’elaborazione delle politiche - Nel corso degli ultimi 55 anni l’Ue ha avviato una serie di iniziative legislative volte a migliorare le politiche in campo sociale, fiscale, ambientale e regionale. Per maggiori informazioni consultate il sito: http://europa.Eu/pol/index_it.htm  Il passo più recente sulla strada per la pace – Il trattato di Lisbona - Il 1° dicembre 2009 è entrato in vigore il trattato di Lisbona. Il nuovo tratta ha comportato ulteriori importanti vantaggi per i cittadini. Ora l´Unione europea si dedica pienamente a cercare un´uscita sostenibile e duratura dalla crisi economica e finanziaria e a portare avanti la strategia Ue 2020 per una crescita più intelligente, sostenibile ed inclusiva. Il trattato di Lisbona pone il cittadino al centro del progetto europeo, convogliando tutte le energie verso il raggiungimento dei risultati che contano per i nostri cittadini. Con il nuovo trattato i cittadini europei hanno voce in capitolo negli affari europei e i loro diritti fondamentali sono sanciti da un´apposita Carta. L´ue ha ora i mezzi per rispondere alle aspettative dei cittadini nei settori dell´energia, del cambiamento climatico, della criminalità transnazionale e dell´immigrazione e sarà anche in grado di esprimersi con più forza sulla scena internazionale. Tra i principali miglioramenti: un´Unione più democratica, più aperta e più responsabile – il Parlamento europeo e i parlamenti nazionali avranno d´ora in poi più voce in capitolo nel processo decisionale dell´Ue e i cittadini avranno il diritto di sapere cosa decidono i loro ministri a livello dell´Unione. Tutti i cittadini europei avranno l´opportunità di influire sulle proposte legislative dell´Ue; un´Unione più efficace – grazie a istituzioni più efficienti e a un processo decisionale più celere e coerente in materia di pubblica sicurezza, l´Ue potrà contrastare meglio la criminalità, il terrorismo e la tratta di esseri umani; più diritti per i cittadini europei – i valori e gli obiettivi dell´Ue saranno illustrati in modo quanto mai chiaro. Inoltre la Carta dei diritti fondamentali avrà lo stesso valore giuridico dei trattati stessi; un attore globale di maggiore spicco – sono state create nuove figure istituzionali per assicurare maggiore coerenza tra i diversi settori della politica esterna, come la diplomazia, la sicurezza, gli scambi e gli aiuti umanitari. Questi miglioramenti conferiscono all´Unione la capacità di imprimere cambiamenti, di assicurare ai cittadini europei maggiore sicurezza e prosperità, ma anche l´opportunità di partecipare attivamente alla globalizzazione. Dieci esempi di vantaggi per i cittadini europei - Diritto dei cittadini di invitare la Commissione a presentare una nuova proposta ("iniziativa dei cittadini europei"). Maggiore protezione per i cittadini grazie al nuovo status conferito alla Carta dei diritti fondamentali. Tutela diplomatica e consolare garantita a tutti i cittadini dell´Ue che si recano o vivono all´estero. Assistenza reciproca in caso di calamità naturali o provocate dall´uomo all´interno dell´Unione (inondazioni, incendi boschivi, ecc.). Nuove possibilità di affrontare gli aspetti transfrontalieri della politica energetica e della protezione civile e di contrastare le gravi minacce per la salute a carattere transfrontaliero. Azione comune contro le organizzazioni criminali implicate nel favoreggiamento dell´immigrazione clandestina. Norme comuni per evitare il fenomeno dello "shopping" delle domande d´asilo, spesso presentate in più paesi. Lotta contro il terrorismo mediante il congelamento dei beni. Approccio più democratico del processo decisionale dell´Ue (rafforzando il ruolo del Parlamento europeo e dei parlamenti nazionali). Possibilità di prestare assistenza finanziaria urgente ai paesi terzi. Governo dell´economia Più forti che mai: le soluzioni dell´Ue per affrontare la crisi finanziaria, rafforzare l´unione economica e monetaria e spianare la strada ad una più forte unione politica. Il nuovo governo dell´economia dell´Ue si fonda su tre pilastri: Un´agenda economica rafforzata, con una maggiore sorveglianza da parte dell´Ue. Ne fanno parte le priorità e gli obiettivi strategici concordati nell´ambito della strategia Europa 2020; gli impegni aggiuntivi presi dagli Stati membri che partecipano al patto Euro Plus; una maggiore sorveglianza da parte dell´Ue delle politiche economiche e di bilancio nazionali nell´ambito del patto di stabilità e crescita, integrato da nuovi strumenti per affrontare gli squilibri macroeconomici; un nuovo metodo di lavoro – il semestre europeo – per discutere le priorità economiche e di bilancio ogni anno nello stesso periodo. Interventi per salvaguardare la stabilità dell´area dell´euro. Nel 2010 l´Ue ha reagito alla crisi del debito sovrano istituendo a favore degli Stati membri meccanismi di sostegno temporanei, che nel 2013 saranno sostituiti da uno strumento permanente, vale a dire il meccanismo europeo di stabilità (Esm). Le misure di sostegno sono subordinate al risanamento delle finanze e a programmi di riforma rigorosi e sono messe a punto in stretta collaborazione con l’Fmi. Misure per rimediare ai problemi del settore finanziario – L’ue ha istituito nuove regole e nuovi organismi per fronteggiare eventuali problemi con maggiore anticipo e garantire che tutti gli operatori finanziari siano adeguatamente disciplinati e controllati. Sono in corso ulteriori iniziative, in particolare per garantire che le banche europee dispongano di riserve di capitale sufficienti per resistere ad eventuali future crisi del sistema finanziario e possano continuare a funzionare correttamente e fornire crediti alle famiglie e alle imprese. Un mercato unico per imprese e consumatori - Per i consumatori europei il mercato unico è sinonimo di una scelta più ampia e di prezzi più bassi, ai cittadini ha offerto l´opportunità di viaggiare liberamente nonché di stabilirsi e di lavorare dove lo desiderano, ai giovani ha dato la possibilità di studiare all´estero, consentendo a oltre 2,5 milioni di studenti di cogliere questa opportunità negli ultimi 25 anni. Il mercato unico ha consentito a 23 milioni di aziende dell´Ue di accedere a 500 milioni di consumatori e ha generato investimenti esteri. Una responsabilità a livello mondiale - Per importanza economica, commerciale e finanziaria, l´Unione europea è una protagonista della scena mondiale. Prima potenza commerciale, dotata della seconda valuta più importante del mondo, l’Ue ha accordi commerciali e di partenariato con nazioni di tutto il mondo ed eroga oltre 7 miliardi di euro l´anno per gli aiuti ai paesi in via di sviluppo. L´ue svolge un ruolo importante sulla scena mondiale e il suo peso sta crescendo man mano che i paesi europei adottano sempre di più decisioni comuni in materia di politica estera.  
   
   
UE: UN SOLO MERCATO, TANTI VANTAGGI: PARTE OGGI LA SETTIMANA DEL MERCATO UNICO  
 
Roma, 15 ottobre 2012 - Una settimana di conferenze, mostre e workshop tematici per celebrare i vent´anni del Mercato Unico e ribadirne il ruolo centrale a favore della crescita. La Settimana del mercato unico è stata inaugurata oggi a Roma dal Vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani. In occasione del 20mo anniversario di forse una delle più tangibili conquiste dell´integrazione europea e solo pochi giorni dopo il conferimento all´Ue del Premio Nobel per la Pace per il 2012, in Italia e, contemporaneamente, in tutta l´Unione europea, si apre la Settimana delle Piccole e medie imprese e del Mercato unico con una serie di conferenze, mostre e workshop tematici che ribadiranno il ruolo centrale dell´azione a favore di imprese e mercato unico per rilanciare la crescita. Inaugurando le celebrazioni, il Vicepresidente Tajani ha dichiarato: "Per uscire dalla crisi e ridare speranza, l´Europa sta portando avanti una strategia per fermare il declino industriale e fare tornare tutta l´Unione un luogo favorevole all´impresa e agli investimenti industriali. Uno dei pilastri di questa strategia è il completamento del Mercato europeo affinché possa esprimere tutto il suo potenziale per la crescita e per la creazione di nuovo lavoro. Il Nobel alla nostra Unione deve rappresentare un´iniezione di fiducia nel cammino intrapreso verso un´Unione più politica, con un vero governo dell´economia, nella prospettiva di arrivare un giorno agli Stati Uniti d´Europa". L´evento ufficiale di apertura si è svolto al Campidoglio alla presenza della Vicepresidente del Parlamento europeo Roberta Angelilli, del ministro degli Affari europei Enzo Moavero Milanesi, di atri rappresentanti delle istituzioni, del mondo economico e della società civile. L´iniziativa è stata introdotta dai saluti del sindaco di Roma Gianni Alemanno.  
   
   
AGENDA EUROPEA 15-19 OTTOBRE 2012  
 
 Bruxelles, 15 ottobre 2012 - A dominare il calendario della prossima settimana, le celebrazioni per il ventesimo anniversario del Mercato unico, che si svolgeranno in contemporanea in tutti gli Stati membri tra il 15 e il 20 Ottobre. Si aprirà a Bruxelles, il 15 ottobre, la Settimana del Mercato unico - Eventi istituzionali e workshop tematici ribadiranno il ruolo cruciale che il Mercato unico ha avuto per il processo di integrazione e approfondiranno singoli aspetti chiave. La settimana sarà anche l’occasione per presentare l’azione delle reti europee sul territorio italiano e le loro attività tese a garantire la fruizione del mercato unico da parte dei cittadini europei. A Roma l´iniziativa vedrà la partecipazione, fra gli altri, del vicepresidente della Commissione Antonio Tajani, dei vicepresidenti del Parlamento europeo Roberta Angelilli e Gianni Pittella, del ministro degli Affari europei Enzo Moavero Milanesi e di tanti altri parlamentari europei, rappresentanti delle istituzioni, del mondo economico e della società civile. I lavori saranno aperti dai saluti del sindaco di Roma Gianni Alemanno. Per ulteriori informazioni http://ec.Europa.eu/italia/attualita/primo_piano/
dalla_rappresentanza/singlemarketweek2012_it.htm
 Sempre il 15 ottobre, la Commissione europea pubblicherà la Sme Performance Review 2012, il principale strumento della Commissione europea per monitorare e valutare le prestazioni degli Stati membri per l´attuazione dello Small Business Act (Sba). Lanciato nel 2008, rappresenta una fonte completa di informazioni sulle prestazioni delle Pmi in Europa. A Bruxelles martedì 16 e mercoledì 17 ottobre 2012 si celebreranno invece gli Eu Dev Days: l´evento europeo dedicato allo sviluppo. I temi di questa edizione saranno: la sicurezza alimentare, il settore privato, la crescita e la protezione sociale. Consulta il sito internet della manifestazione per conoscere il programma. Mercoledì 17, invece, la Commissione presenterà un pacchetto di norme più severe per la sostenibilità dei biocarburanti, per garantire che i biocarburanti utilizzati nell´Ue garantiscano sostanziali riduzioni di gas a effetto serra se comparati alla benzina o al diesel. La proposta mira a spostare l´uso di biocarburanti provenienti da colture alimentari a biocarburanti ricavati dai rifiuti agricoli (ad esempio il resto della pianta dopo il raccolto dei grani di mais o di frumento) che non "consumino" il suolo delle colture alimentari.
 
   
   
UE: MCCARTHY: "NESSUNA VIA DI FUGA PER CHI ABUSA DEL MERCATO" ´INCARCERAZIONE DA DUE A CINQUE ANNI PER I REATI PIÙ GRAVI, NUOVE MISURE PER LA SPECULAZIONE ALIMENTARE  
 
 Bruxelles, 15 ottobre 2012 - La crisi finanziaria ha lasciato liberi gli attori di un sistema finanziario senza controllo, in un mercato vittima di manipolazioni e che premia gli operatori di borsa che utilizzano pratiche illecite. Ma le cose stanno cambiando. Il 9 ottobre la commissione agli Affari economici e monetari ha votato l´incarcerazione per i reati più gravi. La relatrice di centro sinistra Arlene Mccarthy ci spiega perché. Sembra che le autorità di regolamentazione dei mercati finanziari non riescano a gestire tutti i nuovi strumenti che permettono di utilizzare delle pratiche illecite. In che modo questa direttiva riesce franare gli abusi del mercato? Arlene Mccarthy - La vera lezione da imparare dalla crisi finanziaria è che bisogna focalizzarsi sulla creazione di regole e sanzioni per prevenire la crisi; e non agitarsi e reagire solo dopo che le banche hanno messo in pericolo la fiducia dei cittadini e dei mercati. Gli obiettivi di queste nuove regole sono di assicurare che tutti gli abusi siano soggetti a sanzioni criminali, di colmare le lacune nell´ordinamento dei nuovi mercati, compresi quelli fuori borsa. I casi di abuso di mercato sono complessi e difficili da esaminare. Come spiegare ai cittadini che gli autori dello scandalo Libor (tasso interbancario di offerta sulla piazza di Londra) siano usciti dalla vicenda indenni? Cosa sta facendo il Parlamento europeo in questo senso? Amc - Lo scandalo Libor ha dimostrato che la cultura del settore finanziario non è cambiata. E che abbiamo bisogno di regole per frenare i suoi abusi. Attualmente gli Stati membri hanno adottato posizioni diverse rispetto agli abusi di mercato. L´armonizzazione delle sanzioni criminali nei diversi Stati membri è fondamentale perché assicura che non vengano utilizzate delle scappatoie. Non devono esistere vie di fuga per chi abusa del mercato. Per la prima volta introduciamo in Ue una serie di sanzioni criminali che prevedono la reclusione con una pena minima fissata a due anni. E per la massima fissata ad almeno cinque anni. Pensa che il sistema finanziario non riformato sia al servizio del cittadino o viceversa? Amc - C´è ancora molto lavoro da fare per conquistare la fiducia nelle banche e nel settore dei servizi finanziari. Dobbiamo riuscire a far ripartire l´economia reale e far sì che i consumatori siano protetti all´interno di un sistema finanziario. Rispondendo ai messaggi delle Ong, stiamo anche introducendo delle nuove misure per interrompere la speculazione abusiva nel settore alimentare. La speculazione sul mercato dei prodotti di base provoca dei picchi nei prezzi degli alimenti mettendo in pericolo le fasce più povere dei paesi in via di sviluppo. Dobbiamo mettere fine a queste pratiche.  
   
   
IL COMITATO DELLE REGIONI CHIEDE UN BILANCIO 2014-2020 PARI ALL´1,14 % DEL RNL DELL´UE ED ESORTA GLI STATI MEMBRI A RISPETTARE LE PROCEDURE DI CODECISIONE  
 
Bruxelles, 15 ottobre 2012 - Il Comitato delle regioni è la prima istituzione dell´Ue a rispondere formalmente alle recenti proposte della Commissione europea e del Consiglio europeo nel contesto dei negoziati sul Quadro finanziario pluriennale (Qfp) 2014-2020. In un parere elaborato dalla prima vicepresidente Mercedes Bresso (It/pse), il Comitato esamina il Qfp riveduto proposto dalla Commissione il 6 luglio, alla luce dell´andamento economico degli Stati membri negli ultimi tempi e delle esigenze finanziarie connesse con l´adesione della Croazia. Il parere, adottato all´unanimità dalla sessione plenaria del Cdr, comprende anche una valutazione dello schema negoziale presentato dalla presidenza cipriota il 18 settembre. "Gli sviluppi recenti dei negoziati aprono uno scenario preoccupante, non solo per gli enti regionali e locali, ma anche per diversi Stati membri i cui investimenti dipendono massicciamente dai finanziamenti dell´Ue", ha dichiarato Mercedes Bresso commentando i dati aggiornati forniti in luglio dalla Commissione, che potrebbero comportare tagli per oltre 5,5 miliardi di euro a spese della politica di coesione. "Le regioni e le città", ha osservato, "ribadiscono il pieno appoggio alla posizione del Parlamento europeo, e chiedono un bilancio per il periodo 2014-2020 pari all´1,14 % del Rnl degli Stati membri dell´Ue". Il Presidente del Cdr, Ramón Luis Valcárcel Siso, si è rallegrato per l´intensa cooperazione col Parlamento europeo sulle questioni finanziarie e ha sottolineato che, "in questa fase critica, l´Europa ha bisogno di un bilancio che poggi su progetti a favore della crescita, in grado di produrre risultati chiari per i nostri cittadini e di promuovere la coesione territoriale, in modo che tutte le regioni e le città possano trarre beneficio dal mercato interno". Per quanto riguarda il recente schema di negoziato, che servirà da base per il dibattito in seno al Consiglio europeo straordinario del 22 e 23 novembre, il Cdr ritiene inaccettabile un accordo su temi che non siano stati prima sottoposti all´attenzione del Parlamento europeo previa consultazione del Cdr, nel rispetto della procedura di codecisione, come nel caso dell´introduzione di un tetto alla quantità di fondi per la coesione che possono essere forniti agli Stati membri. Rivolgendosi alla plenaria del Cdr, i correlatori del Parlamento europeo per il Qfp, Reimer Böge (De/ppe) e Ivailo Kalfin (Bg/s&d), hanno chiesto un bilancio dell´Ue favorevole alla coesione. "Il Parlamento europeo è deciso a negoziare ogni singolo dettaglio", ha dichiarato Böge, che si è soffermato anche sui tempi del negoziato: "Naturalmente, siamo interessati a una soluzione rapida, ma non a qualunque costo. E nulla è deciso fino a che non sarà deciso tutto". Il correlatore Kalfin sintetizza così la situazione: "La Commissione europea ha proposto di congelare il bilancio dell´Ue, alcuni Stati membri vogliono tagliarlo del 10 %. Il Parlamento considera inaccettabile qualunque riduzione delle politiche europee a favore della crescita". Mercedes Bresso avverte contro il rischio di uno stallo istituzionale che impedisca di approvare il nuovo bilancio nei tempi previsti: "Sarebbe allarmante sia per i cittadini europei che per gli enti locali e regionali, che devono poter pianificare le proprie strategie di crescita per il prossimo periodo. In quanto regioni e comuni, dobbiamo compiere tutti gli sforzi possibili per convincere gli Stati membri della fondamentale importanza di un Qfp adeguato con una politica regionale forte, sia a Bruxelles che nelle nostre capitali rispettive, come hanno chiesto i presidenti delle principali istituzioni dell´Ue qualche giorno fa". Per quel che concerne nello specifico la riforma della politica di coesione, le posizioni fondamentali del Cdr, pienamente condivise dal Pe, sono ulteriormente chiarite nel parere: la ferma opposizione a qualunque forma di condizionalità macroeconomica e il sostegno all´introduzione della nuova categoria di "regioni in transizione". Il presidente del gruppo Ppe presso il Cdr, Michael Schneider (De), ha sottolineato l´importanza di dare alle regioni e alle città un quadro chiaro in cui cominciare a formulare i loro programmi: "Le regioni e le città vogliono cominciare a lavorare sui programmi per il nuovo esercizio finanziario, ma potranno farlo solo una volta che le regole e il bilancio saranno stati definiti. Ogni mese risparmiato sarà un mese guadagnato per l´occupazione e la crescita in Europa". Il presidente del gruppo Pse, Karl-heinz Lambertz (Be), ha insistito sul ruolo della politica regionale dell´Ue: "Coesione significa mostrare che l´Europa non esiste soltanto per salvare le banche, ma anche per creare occupazione e crescita". Secondo il presidente del gruppo Alde, Bas Verkerk (Nl), "è in gioco la credibilità dell´Europa: dobbiamo poter dimostrare che siamo in grado di mantenere le promesse, e che i cittadini possono trovare un impiego o avviare un´attività grazie al nostro lavoro". A nome del gruppo Alleanza europea, Brian Meaney (Ie) ha dichiarato che "i cittadini europei si aspettano un piano chiaro per affrontare i problemi, e hanno bisogno che i politici adottino le decisioni giuste alla fine di novembre".  
   
   
LE AGENZIE DELL’UE, PRESE IN ESAME DALLA CORTE DEI CONTI NON HANNO GESTITO ADEGUATAMENTE LE SITUAZIONI DI CONFLITTO D’INTERESSI  
 
Lussemburgo, 15 ottobre 2012 - Negli ultimi anni, la stampa ha riferito di numerosi presunti casi di conflitto d’interessi riguardanti certe agenzie Ue e a proposito dei quali il Parlamento europeo ha espresso la propria preoccupazione. Nel 2011, il Parlamento europeo ha invitato la Corte a “procedere a un´analisi globale dell´approccio delle agenzie alla gestione delle situazioni in cui sussiste un potenziale conflitto d´interessi”. Gli auditor della Corte hanno valutato le politiche e le procedure per la gestione di situazioni di conflitto d’interessi di quattro Agenzie, che sono state selezionate in quanto prendono decisioni di vitale importanza per la sicurezza e la salute dei consumatori. Esse sono l’Agenzia europea per la sicurezza aerea (Aesa), l’Agenzia europea per le sostanze chimiche (Echa), l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) e l’Agenzia europea per i medicinali (Ema). La Corte dei conti europea ha concluso che nessuna delle Agenzie controllate ha gestito adeguatamente le situazioni di conflitto d’interessi. Nelle politiche e nelle procedure specifiche di ciascuna Agenzia, come pure nell’attuazione delle stesse, si è riscontrata una serie di carenze di diversa importanza. “Dopo avere esaminato la situazione in queste Agenzie, abbiamo formulato una serie di raccomandazioni di carattere generale e specifico che, se attuate in modo appropriato, potrebbero apportare significativi miglioramenti alla gestione delle situazioni di conflitto d’interessi non solo presso le Agenzie selezionate ma anche nell’insieme delle istituzioni e degli organismi decentrati dell’Ue”, ha affermato Igors Ludboržs, il Membro della Corte dei conti europea responsabile della relazione in questione. Note per la stampa: Le relazioni speciali della Corte dei conti europea sono pubblicate nel corso dell’anno e presentano i risultati di audit selezionati su specifici settori del bilancio Ue o su temi relativi alla gestione. La relazione speciale n. 15/2012 “La gestione del conflitto di interessi in quattro Agenzie Ue” ha esaminato e valutato le politiche e le procedure per la gestione di situazioni di conflitto d’interessi in quattro Agenzie che sono state selezionate in quanto prendono decisioni di vitale importanza per la sicurezza e la salute dei consumatori. Viene definito come conflitto d’interessi il conflitto tra la missione pubblica e gli interessi privati di un funzionario pubblico, in cui quest’ultimo possiede a titolo privato interessi che potrebbero influire indebitamente sull’assolvimento dei suoi obblighi e responsabilità pubblici. Certi rischi di conflitto d’interesse sono insiti nella struttura delle Agenzie selezionate (ad esempio, la stessa organizzazione è al tempo stesso un rappresentante della direzione ed un fornitore di servizi) e nella loro dipendenza dalla ricerca svolta dalle industrie. In quest’ottica, è fondamentale che le Agenzie selezionate abbiano solidi sistemi per gestire un elevato rischio inerente di conflitto d’interessi. Non vi è alcun quadro normativo generale a livello Ue dedicato al conflitto d’interessi che sia in grado di garantire requisiti minimi comparabili in materia d’indipendenza e trasparenza validi per tutte le agenzie Ue e per tutti i soggetti importanti che influiscono sulla strategia, sull’attività e sul processo decisionale. In mancanza di tale quadro normativo, gli orientamenti dell’Ocse in materia, che fissano un parametro internazionale per la definizione di una politica generale in materia di conflitto d’interessi, sono stati considerati quale parte del quadro di riferimento per l’audit in questione. La Corte ha concluso che nessuna delle Agenzie selezionate ha gestito in modo adeguato le situazioni di conflitto d’interessi. Le carenze rilevate sono tuttavia di diversa importanza. Nell’ambito delle Agenzie selezionate, l’Ema e l’Efsa hanno sviluppato le politiche e le procedure più avanzate per quel che riguarda la dichiarazione, la valutazione e la gestione del conflitto d’interessi. Sebbene l’Echa abbia sviluppato una propria politica e specifiche procedure per la gestione del conflitto d’interessi, la politica e le procedure per il personale e la commissione di ricorso dell’Agenzia presentano carenze significative. La Corte ha rilevato che l’Aesa non dispone di una propria politica e di proprie procedure in materia di conflitto d’interessi. L’aesa non richiede, o non valuta, le dichiarazioni d’interessi del personale, dei membri del consiglio di amministrazione e della commissione di ricorso e degli esperti. La Corte raccomanda che le Agenzie selezionate migliorino le proprie politiche e procedure in materia di conflitto d’interessi nel modo seguente: i) effettuando uno scrutinio dei candidati, prima della loro nomina, per quel che riguarda il conflitto d’interessi; ii) definendo politiche e procedure in materia di conflitto d’interessi in grado di garantire che le situazioni di conflitto d’interessi siano gestite secondo norme comparabili da parte delle autorità nazionali che svolgono compiti esternalizzati (Aesa ed Ema); iii) stabilendo criteri chiari e oggettivi per la valutazione delle dichiarazioni d’interessi ed applicandoli in maniera coerente; iv) introducendo politiche e procedure in materia di regali e inviti valide per l’intera Agenzia (Aesa, Echa ed Efsa); v) definendo politiche e procedure chiare, trasparenti e coerenti in materia di abuso di fiducia valide per l’intera Agenzia; vi) migliorando la trasparenza degli interessi dichiarati nel corso delle riunioni e nel contesto dei processi decisionali scientifici; vii) garantendo una formazione esauriente e obbligatoria sui conflitti d’interesse; viii) affrontando i problemi che intervengono successivamente alla fine del rapporto di lavoro in maniera coordinata con tutti gli organi competenti per la nomina. La Corte dei conti europea raccomanda inoltre che il legislatore Ue, possibilmente in consultazione con altre istituzioni dell’Ue, consideri di sviluppare ulteriormente il quadro normativo Ue volto alla gestione di situazioni di conflitto d’interesse, utilizzando quale riferimento gli orientamenti dell’Ocse e le migliori pratiche esistenti.  
   
   
IL PARLAMENTARIUM FESTEGGIA UN ANNO  
 
Bruxelles, 15 ottobre 2012 - È ancora molto giovane, ma il centro visitatori del Pe è già stato visitato da 250.000 persone. Si è imposto come un´importante attrazione turistica di Bruxelles. Permette ai visitatori di scoprire la storia dell´integrazione europea e i meccanismi dell´Ue attraverso un percorso innovativo e interattivo. La maggior parte dei visitatori sono cittadini belgi, francesi, tedeschi, spagnoli e polacchi. Ma c´è anche un 15% che viene da lontano, fuori dai confini dell´Ue. Display multimediali interattivi e dinamici guidano i visitatori lungo il cammino dell´integrazione europea, mostrando il suo impatto sulla nostra vita quotidiana. Il Centro si rivolge ai visitatori in tutte le 23 lingue ufficiali dell´Unione europea. L´entrata è gratuita. Più di 500 studenti hanno giocato a essere deputati durante delle simulazioni di sessioni plenarie. Un gioco interattivo che permette di provare in prima persona il lavoro di un deputato e di capirne il funzionamento. Secondo Tripadvisor, il Parlamentarium è una delle metà più apprezzate dai turisti a Bruxelles e ha già vinto numerosi premi artistici. Ospita infatti delle mostre temporanee. Come per esempio una selezione della collezione d´arte del Pe, aperta fino al 31 ottobre. La mostra successiva inizierà il 15 novembre e sarà sul premio Sacharov.  
   
   
SACHAROV 2011: IL VINCITORE RICEVE IL PREMIO IN PERSONA  
 
Bruxelles, 15 ottobre 2012 - Dopo mesi passati a nascondersi dalle autorità siriane, il premio Sacharov Ali Ferzat ha ricevuto il premio dalle mani del presidente del Pe Martin Schulz a Bruxelles. Autore di satira politica e presidente dell´Associazione vignettisti arabi, negli ultimi decenni ha disegnato oltre 15mila caricature con un obiettivo preciso: ridicolizzare i dittatori. Durante il dibattito annuale organizzato dal Network del Premio Sacharov al Parlamento europeo di Bruxelles, Ali Ferzat ha dichiarato: "Il regime siriano compie un errore non riconoscendo la libertà. Dio ha creato l´uomo libero e nessuno può levargli questa libertà. Sono molto onorato di ricevere questo riconoscimento". Il 25 agosto 2011, Farzat sarebbe stato trascinato da alcuni uomini nella piazza Umayyad, nel centro di Damasco, dove è stato picchiato selvaggiamente e le sue mani spezzate. Dei passanti lo hanno trovato più tardi lungo la strada per l´aeroporto e lo hanno portato all´ospedale. La sua valigetta e i suoi disegni sono stati presumibilmente confiscati dagli assalitori. Nel 2011 i rappresentanti della Primavera araba sono stati i vincitori del premio Sacharov. Asmaa Mahfouz (Egitto), Ahmed al-Zubair Ahmed al-Sanusi (Libia) e Ali Farzat (Siria) si sono confrontati sulle loro esperienze, sull´idea di democrazia e hanno risposto alle domande dei partecipanti e quelle inviate via Facebook e via Twitter.  
   
   
UE: PREMIO EUROPEO CARLO MAGNO DELLA GIOVENTÙ 2013  
 
Bruxelles, 15 ottobre 2012 - È stato aperto il bando per il premio europeo Carlo Magno della gioventù 2013. Il Premio viene assegnato a progetti, intrapresi da giovani, che favoriscano la comprensione e promuovano l´emergere di un sentimento comune dell´identità europea. I tre vincitori della scorsa edizione hanno visitato il Parlamento europeo il 9 e il 10 ottobre per incontrare il presidente del Pe Martin Schulz e per presentare i proprio progetti alla commissione alla Cultura. Li abbiamo incontrati per sapere cosa ha significato vincere il premio l´anno scorso e perché altri giovani dovrebbero partecipare al concorso. Chi ha vinto nel 2012? Il progetto greco di Eleftheria Makri "Europe on the Ground" ha vinto il premio Carlo Magno per la gioventù 2012. Il programma "Europe Meets School" di Renata Kopřivová, un programma di scambio per studenti Erasmus (Repubblica ceca) si è aggiudicato il secondo premio. Mentre il progetto "Cycle Me Home" di Daniel Vérten, un documentario road-movie ungherese è arrivato terzo. I tre progetti riceveranno rispettivamente 5.000, 3.000 e 2.000 euro. I vincitori saranno anche invitati a visitare il Parlamento europeo nei mesi a venire. "È stato molto importante partecipare a questo concorso per capire cosa stanno facendo altri giovani, quali sono i loro progetti. Mi ha permesso un interessante scambio di idee" ha spiegato Renata Kopřivová. Vincere il premio è anche un modo di finanziare il proprio progetto e farlo evolvere. "Useremo questi soldi per investire in siti web professionali, poster e presentazioni". Vérte ha aggiunto: "Ci sentiamo rappresentati da quello che abbiamo creato, e voglio ancora evolvere". Riconoscimento - "Tutti i progetti presentati sono iniziative di singoli individui o di gruppi che non hanno nulla a che vedere con le istituzioni. È un grande riconoscimento da parte delle istituzioni pubbliche". Eleftheria Makri a poi aggiunto: "L´innovazione inizia sempre da attività marginali. Da qualcuno che vive e lavora nel caos. La passione è difficile da trovare quando si vive in una posizione agiata". Partecipa! Il bando per il 2013 è ormai aperto. Eleftheria Makri invita tutti i giovani interessati a partecipare senza esitazione. "Non è facile ottenere dei fondi, ci vuole tempo… ma qualcuno deve pur sporcarsi le mani. Se il progetto andrà in porto o meno, non è importante, perché avrete comunque imparato qualcosa". I candidati hanno tempo fino al 28 gennaio 2013 per inviare i propri progetti. Per i dettagli clicca sul link http://www.Charlemagneyouthprize.eu/view/it/introduction.html    
   
   
BOLZANO, MACROREGIONE ALPINA: DURNWALDER E I GOVERNATORI LANCIANO LA STRATEGIA COMUNE  
 
 Bolzano, 15 ottobre 2012 - Una strategia comune per l´arco alpino sui temi dell´innovazione, dell´ambiente e dell´energia, del traffico transalpino: è un segnale forte ai governi nazionali e all´Ue quello lanciato il 12 ottobre a Innsbruck dai governatori delle Regioni delle Alpi. Il presidente della Provincia Luis Durnwalder e i colleghi italiani, tedeschi, austriaci, francesi e svizzeri hanno illustrato al commissario Ue Johannes Hahn e al presidente austriaco Heinz Fischer l´azione congiunta della macroregione alpina. "E´ il momento di cantare non da solisti, ma in coro": con questa immagine il presidente della Provincia Luis Durnwalder ha sintetizzato oggi nel suo intervento a Innsbruck la strategia macroregionale per l´arco alpino promossa dalle Regioni coinvolte di Italia (Alto Adige, Trentino, Piemonte, Lombardia, Val d´Aosta, Veneto e Friuli), Austria, Svizzera, Francia, dalla Baviera e dal Lichtenstein. Nel salone della Hofburg, la sede del Land Tirolo, la Conferenza degli Stati e delle Regioni alpine ha segnato un deciso passo avanti verso l´azione congiunta della macroregione a tutela delle Alpi: "È un ampliamento dell´Arge Alp nata quarant´anni fa, un adeguamento ai tempi per tutelare le Alpi, per unire le forze e risolvere i problemi presentandosi assieme a Roma e a Bruxelles. Una nuova iniziativa partita dal basso, dai territorio, non dagli Stati come avvenuto per altre macroregioni", ha ricordato Durnwalder davanti non solo ai colleghi governatori ma anche al presidente della Repubblica austriaca Heinz Fischer e al commissario Ue alle politiche regionali Johannes Hahn. Le Regioni alpine, è stato detto negli interventi dei loro Presidenti o rappresentanti, vogliono coordinarsi nelle politiche regionali, nazionali e europee che riguardano un territorio abitato da 70 milioni di persone e costituito da aree molto sviluppate, con un tessuto imprenditoriale e centri di innovazione di prim´ordine. La strategia macroregionale, che non significa nuove strutture né maggiori spese per i cittadini, punta a garantire lo sviluppo economico e l´occupazione in un ambiente preservato. Sviluppo fondato su tre pilastri: innovazione e competitività, ambiente e energia, accessibilità e trasporti. Commissione Ue e governi nazionali sono stati sollecitati oggi a Innsbruck ad adottare tutti i passi necessari per favorire l´attuazione di questa strategia macroregionale per le Alpi. Sia il Capo dello Stato austriaco che il Commissario Ue sostengono questa iniziativa: "In un´area sensibile come le Alpi l´innovazione passa solo attraverso la sostenibilità", ha ricordato Heinz Fischer condividendo una proposta "che conferma la lunga tradizione delle Regioni nell´adozione di responsabilità. Oggi date un importante impulso alla collaborazione transnazionale." Il commissario Hahn vede nello sviluppo dell´Arge Alp verso una macroregione "la giusta strategia per cercare obiettivi chiari e individuare misure per raggiungerli" e ha citato due esempi di possibile intervento: "Il turismo alpino, che rappresenta il 10% del turismo mondiale e che fa delle Alpi la più grande area turistica del mondo, e poi il traffico, perchè il futuro è nello sviluppo della rete ferrioviaria per trasferire le persone e le merci dalla strada alla rotaia." Hahn promuove l´idea della strategia della macroregione alpina "che può motivare gli Stati e contribuire ad abbattere i confini amministrativi" e nel suo intervento ha annunciato che ha proposto di aumentare il finanziamento Ue alla cooperazione transfrontaliera del 30% nel periodo 2014-2020, portando gli stanziamenti da 9 a 13 miliardi di euro. "A novembre si entra nella fase decisiva, invito le Regioni a impegnarsi a fondo", ha detto il commissario Ue. Le Regioni coinvolte intendono ora costituire una sorta di "comitato di pilotaggio" per coordinare la loro azione e i prossimi passi nonché illustrare l´iniziativa ai diversi livelli istituzionali.  
   
   
EUROPA:REGIONI IN TRANSIZIONE;ECCO TESTO CONSEGNATO A HANHN  
 
L´aquila, 15 ottobre 2012 - Di seguito il documento integrale sottoscritto dai rappresentanti politici delle Regioni in transizione e consegnato l’ 11 ottobre al Commissario europeo agli Affari regionali, Johannes Hanhn. "Considerando che la riduzione delle disuguaglianze sociali, economiche e territoriali resta una delle principali sfide dell´Unione Europea in termini di solidarietà e che nessun territorio dovrebbe trascurare il raggiungimento degli obiettivi previsti dalla ´Strategia Europea 2020´; considerando che, pur essendo innegabile il contributo della Politica di Coesione alla crescita ed alla prosperità nelle Regioni Europee, vi sono tuttavia delle Regioni il cui Pil procapite resta chiaramente inferiore alla media europea, senza far parte delle Regioni meno sviluppate; considerando l´esistenza di un effettivo rischio di declino economico, ovvero di sostanziale calo nella crescita di queste Regioni, qualora non dovessero ricevere adeguato sostegno dall´Unione Europea nel corso del prossimo periodo di programmazione; considerando che fanno parte dell´Unione Europea circa 280 regioni e che la situazione socio-economica delle Regioni necessita di essere presa in considerazione, Con questo Appello, le Regioni Europee: Sostengono fortemente la creazione della categoria di ´Regioni in Transizione´ nell´ambito delle politiche di coesione per il dopo 2013, nella misura in cui questa nuova categoria non impedisca a tutte le regioni dell´Unione Europea di continuare a ricevere i fondi strutturali. Chiedono fortemente alle Istituzioni Europee di creare un sistema semplice, equo, trasparente ed efficiente per le Regioni in Transizione, che comprenda tutte le regioni europee il cui Pil pro capite è compreso tra il 75% ed il 90% della media Ue, indipendentemente dal fatto che la regione sia in relativa crescita o in declino. Fanno notare che l´introduzione di questa categoria consentirebbe una fedele applicazione del principio di coesione territoriale, come sancito dal Trattato, favorendo un trattamento più equo per le regioni con un livello di sviluppo economico simile. Sottolineano come il budget proposto per le Regioni in Transizione non comporti né un aumento del bilancio complessivo della politica di coesione, né una riduzione dell´intensità di aiuto delle regioni che si trovano, rispettivamente, nelle categorie "meno sviluppate" ovvero ´più sviluppate´. Concordano con il principio della concentrazione tematica nella Strategia Europa 2020, ma continuano a sostenere che deve essere riconosciuta una maggiore flessibilità a tutte le Regioni in Transizione con lo scopo di riflettere le diverse realtà di sviluppo locale. Questa flessibilità dovrebbe riflettere la posizione economica nella quale si trovano queste regioni, a metà strada tra le meno sviluppate e le più sviluppate. Tale flessibilità offrirà, inoltre, un sostegno più ampio alle regioni che intendono colmare il divario della produttività e della competitività, contribuendo alla realizzazione delle priorità Europa 2020".  
   
   
NUOVO INCONTRO SULLA MACROREGIONE ALPINA  
 
Torino, 15 ottobre 2012 - Il presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota, ha partecipato alla riunione della conferenza delle Regioni e degli Stati alpini aderenti al progetto della Macroregione tenutasi il 12 ottobre a Innsbruck. Cota ha iniziato il suo intervento dicendosi “molto dispiaciuto che a questa importante conferenza manchi soltanto il rappresentante del Governo italiano. E’ segnale negativo, in un momento in cui da noi le autonomie regionali sono pesantemente minacciate”. “Noi qui oggi - ha sottolineato - siamo a discutere dei problemi e delle potenzialità dei nostri territori, mentre qualcuno pensa di poter di discutere la politica delle Alpi da Roma. Occorre avere le spalle larghe e forti per sopportare il peso di questo attacco, e con gratitudine voglio ringraziarvi del sostegno che ci arriva da voi”. Il presidente piemontese ha quindi ringraziato il presidente federale austriaco Fischer e quello del Tirolo Platter “per la loro ospitalità, le loro posizioni e il sostegno ufficiale alla Macroregione alpina” e il commissario europeo Hahn, “che ha ricordato come le Regioni esistano da prima degli Stati nazionali ed esisteranno sempre, e che solo un’Europa con Regioni forti possa essere un’Europa forte”. “Vedo con favore - ha concluso Cota - le prospettive di breve-medio periodo della Macroregione per poter risolvere i problemi comuni dei nostri territori e per la possibilità di avere nel medio-lungo periodo accesso ai fondi comunitari. Perché i territori omogenei devono poter operare insieme senza soggiacere alle camice di forza degli Stati nazionali”.  
   
   
VALLE D’AOSTA: PROSEGUE IL CAMMINO DELLA STRATEGIA PER LA MACROREGIONE ALPINA  
 
Aosta, 15 ottobre 2012 - La nuova tappa verso la Macroregione alpina è stata questa volta nel Tirolo del Nord, ad Innsbruck, in una riunione, che si è svolta nella mattinata di, venerdì 12 ottobre, e alla quale erano presenti le massime autorità austriache, i rappresentanti degli Stati, i Presidenti e gli eletti di tutte le Regioni dell´Arco alpino. Per la Valle d´Aosta hanno partecipato il Presidente della Regione, Augusto Rollandin, che ha seguito anche le altre riunioni preparatorie con un ruolo propulsivo, e il consigliere regionale, Luciano Caveri, che si occupa del complesso dossier a livello europeo. Nel suo intervento, il Presidente Rollandin ha esordito dicendo: « La sfida, per la Regione che qui oggi rappresento, e per i territori di montagna in generale, è quella di poter definire dei programmi e individuare nuove forme di cooperazione, quali ad esempio le strategie macroregionali, che possano realmente rispondere alle specificità e alle esigenze che sono proprie di questi territori e, al tempo stesso, contribuire a raggiungere gli obiettivi comuni individuati dalla Strategia Europa 2020». Mentre il consigliere Luciano Caveri ha sottolineato: «Come componente del Comitato delle Regioni sono contento delle parole assai incoraggianti di quest´oggi del Commissario europeo alla politica regionale, Johannes Hahn, il cui ruolo a livello europeo è importante per ottenere l´attesa "strategia alpina", anche se il Commissario ha ricordato che gli Stati devono esprimersi con chiarezza. Le tappe future - compresi quelli che Hahn ha definito gli "obiettivi comuni" - non saranno semplici, ma il sentiero intrapreso è quello giusto. La logica autonomistica alla base dell´incontro è consolante, pensando a certe mortificazioni in corso del regionalismo in Italia». E a proposito di regionalismo Rollandin, ha dichiarato: « Nous ne pouvons d’autre part ignorer qu’une vague neo-centraliste et contraire à partager le pouvoir avec les régions et les territoires se manifeste en ces temps dans différents milieux européens et particulièrement en Italie. Croire de pouvoir surmonter les difficultés et les problématiques de la crise économique contemporaine par un retour au passé, à des formes de centralisme du vieux temps, représenterait une grave erreur, un remède illusoire, qui aurait des conséquences très négatives pour nos communautés». «La notizia più significativa di oggi - ha aggiunto il Presidente della Regione - è che esiste ora uno Stato membro dell´Unione che si è offerto come capofila, vale a dire l´Austria, pronta a inserire il tema all´ordine del giorno del Consiglio europeo. Come non notare come questa volta si sia partiti con il piede giusto: l´approccio ascendente della macroregione alpina è stato avviato con impegno dalle Regioni e non imposto da nessuno e questa procedura è condivisibile perché Regioni e enti locali dell´area alpina conoscono il loro territorio e sono abituati ad avere una progettualità comune».  
   
   
TRENTO: TRA SEPARATISMO E CENTRALISMO LA TERZA VIA: L´AUTONOMIA RESPONSABILE  
 
Trnto, 15 ottobre 2012 - "L´europa oggi ha bisogno delle Alpi soprattutto perché qui sono conservate risorse preziose per tutti i Paesi dell´Unione. Parliamo di risorse naturali, naturalmente, ma anche di risorse culturali e civili, generate dal pluralismo delle lingue, delle tradizioni, delle sensibilità dei tanti popoli che abitano lo spazio alpino e cementate dalle antiche tradizioni di autogoverno che da sempre permettono loro di convivere con un ambiente magnifico ma anche aspro e difficile". Lo ha detto il 12 ottobre il presidente della Provincia autonoma di Trento Lorenzo Dellai nel corso della riunione dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome dell´Arge Alp, svoltosi ad Innsbruck alla presenza del Presidente della Repubblica austriaco Heinz Fisher e del Commissario Europeo alla politica regionale Johannes Hahn. "Proprio da questi valori tipicamente alpini, inseriti organicamente in una prospettiva europea, possono scaturire - ha detto ancora Dellai - le linee-guida per il percorso che abbiamo davanti. Un percorso che per noi è alternativo sia alle tentazioni neocentraliste e stataliste sia ai rigurgiti del neoseparatismo e dell´egoismo territoriale. Noi siamo per una terza via: quella della autonomia responsabile e della governance multilivello. L´unica via, questa, anche per superare la crisi, attraverso la coesione e la responsabilizzazione di tutti i territori e di tutte le componenti sociali." Dellai ha espresso piena condivisione dell´obiettivo perseguito oggi a Innsbruck e cioè quello di una rete europea fra tutti i territori delle Alpi. Ciò a condizione che la prospettiva di macroregione europea abbia come protagonisti i territori alpini stessi, evitando che essi diventino solamente un pretesto usato strumentalmente dalle grandi aree metropolitane collocate a nord e a sud delle Alpi. La macroregione alpina, dunque, deve essere pensata e gestita dai territori alpini e non deve rappresentare un´occasione o un pretesto per avallare spinte antinazionali. Altro punto importante e´ che in questo progetto la priorità assoluta sia rappresentata dal tema dell´autogoverno dei territori alpini. E´ centrale quindi in questo disegno la difesa delle forme speciali di Autonomia dei territori che già la possiedono e l´impegno solidale di tutti per sostenere le battaglie autonomistiche di quelli che ne sono oggi privi. "Le riflessioni che sviluppiamo qui oggi - ha concluso Dellai - meritano una particolare attenzione da parte del Governo italiano. Occorre evitare assolutamente per i territori del Nord la trappola dell´alternativa tra centralismo statalista e separatismo e ciò può essere fatto solo rilanciando una idea responsabile, rigorosa ma decisa di regionalismo e di autogoverno solidale."  
   
   
RIUNIONE MACROREGIONI ALPINE A INNSBRUCK,VENETO: UNA GIORNATE IMPORTANTE CHE RIBADISCE IL RUOLO STRATEGICO DELLE REGIONI  
 
Venezia, 15 ottobre 2012 - L’assessore regionale al bilancio e alla cooperazione transnazionale e transfrontaliera, Roberto Ciambetti, ha partecipato il 12 otrtobre alla conferenza delle Regioni e degli Stati alpini aderenti al progetto della Macroregione che si è tenuta a Innsbruck definendo l’incontro “una giornata di lavori importante che riafferma il ruolo di protagonista delle Regioni e delle macroaree sovranazionali nel futuro dell’Unione Europea”. L’assessore Ciambetti ha ribadito, inoltre, l’importanza della cooperazione: “la possibilità di collaborare e costruire sinergie tra regioni e territori vicini – ha detto - costituisce una grande opportunità. Il saper fare squadra può diventare un traino per l’economia dei territori, ad esempio, nel settore turistico. Attraverso alleanze e collaborazioni possiamo diventare ancora più competitivi. Le bellezze dei nostri paesaggi, come per esempio le montagne, insieme al patrimonio artistico e culturale sono un patrimonio unico che i cinesi non ci possono copiare o imitare e che, quindi, dobbiamo valorizzare a tutti i costi. E la cooperazione transfrontaliera è uno strumento efficace per farlo.” In un passaggio del suo intervento l’assessore regionale ha definito le Alpi “come grande cerniera, come motivo di unione anziché di separazione tra popoli e lingue diverse. Questi territori per secoli hanno saputo convivere tra loro e tra loro scambiarsi esperienze, commerci, prodotti ma anche saperi, conoscenze, reciproca stima attraverso legami che sono andati approfondendosi e che oggi noi riaffermiamo come base della strategia di sviluppo di una nuova politica macroregionale.” “Le regioni della macroarea alpina – ha continuato Ciambetti – hanno una grande storia che condividiamo assieme e, soprattutto, abbiamo un grande avvenire davanti e sta a noi cogliere questa occasione di sviluppo che si offre a noi tutti. Ciò implica anche grandi responsabilità verso i nostri cittadini e verso i nostri territori: siamo qui per questo e per questo crediamo nella grande casa comune europea e nei valori etici oltre che morali che devono ispirare la nostra Unione. Come Veneti noi ci riconosciamo in questi valori, sentiamo nel nostro cuore oltre che nella mente la nostra vicinanza e piena adesione alla cultura del rispetto, del rigore, del sacrificio, che ispira la migliore Europa. La nostra comune storia, i nostri comuni valori, sono i primi collanti della nostra macroregione. L’assessore regionale Ciambetti è intervenuto, infine, sulla recente ipotesi di modifica dell’articolo V della Costituzione da parte del Governo: “spero che non ci tolgano competenze su un ambito così importante come la cooperazione transfrontaliera e che poi alle riunioni ci mandino l’usciere di Palazzo Chigi.”  
   
   
A BOLZANO: "LE REGIONI OFFRONO ALL´EUROPA PROSPETTIVE PER IL FUTURO"  
 
Trento, 15 ottobre 2012 - L´assessore provinciale alla solidarietà e alla convivenza Lia Beltrami Giovanazzi ha aperto il 12 ottobre a Palazzo Widman di Bolzano i lavori del Gruppo di lavoro "Calre" (la Conferenza delle Assemblee Legislative Regionali Europee), chiamata a confrontarsi sull´uguaglianza di genere e sulle pari opportunità. "In una Europa che sta vivendo un grave momento di crisi economica, ma anche istituzionale ed etica – ha tra l´alto detto l´assessore nel suo intervento introduttivo, – è bene sottolineare che sono le Regioni, sono i territori, sono le piccole comunità locali a farsi carico dei problemi per riuscire a trovare una soluzione e il modo per uscirne. Sono le Regioni europee, oggi rappresentate a Bolzano dai presidenti delle loro assemblee legislative, a farsi propositive e a indicare quei valori fondanti e profondi che l´Europa pare aver perso". Poi l´assessore Beltrami ha così continuato: "Ricordo che nel 1995, all´epoca della guerra nei Balcani, a Trento, quando Dellai era sindaco del capoluogo, si ritrovarono i rappresentanti istituzionali di 270 comuni europei per rilanciare l´idea di una Europa delle città. Bene: oggi è arrivato il tempo di riprendere in mano quel senso, di far rivivere quel significato partecipativo. E quello delle pari opportunità è uno dei temi sui quali cominciare a lavorare assieme, a ricostruire quella comunità europea che sa condividere anche i problemi e sa individuare le prospettive future. Ecco perché il Calre di Bolzano è un momento importante, è un punto di ripartenza per dare fiato a chi sa cercare le soluzioni in modo unitario e compartecipato". I lavori odierni della Conferenza hanno visto, dopo l´assessore Beltrami, gli interventi di Roberto Bizzo, assessore della Provincia autonoma di Bolzano per le pari opportunità e di Rosa Zelger Thaler, presidente del Consiglio regionale del Trentino-alto Adige, nonché coordinatrice del Gruppo di lavoro Calre "Gender equality and equal gender opportunities". L´analisi delle "quote di genere in Europa, le esperienze, gli sviluppi e le opportunità" hanno visto intrecciarsi le relazioni di Alessandra Casarico, docente del dipartimento di analisi delle politiche e management pubblico dell´Università Bocconi di Milano, di Jolanta Reingarde, docente e capo del dipartimento di sociologia presso la Vytautas Magnus University della Lituania e di Renate Wielpütz, dell´Agenzia per le pari opportunità nell´Esf di Berlino. In tarda mattinata Isabella Rauti, consigliera regionale del Lazio, ha coordinato un brainstorming che ha visto alternarsi presidenti e membri del gruppo di lavoro, ognuno con le proprie esperienze e le proprie analisi. Al termine dei lavori – e prima delle conclusioni della presidente Rosa Zelgher Thaler, – Maria Ida Germontani, della Commissione per le pari opportunità del Senato della Repubblica e Heindrica G.w.ruijgrok, membro del Forum di esperti dell´Istituto europeo sull´uguaglianza di genere (Eige) hanno approfondito il tema "Parità di genere e pari opportunità di genere. La posizione delle istituzioni europee".  
   
   
PROSEGUE IL CAMMINO DELLA STRATEGIA PER LA MACROREGIONE ALPINA  
 
 Aosta, 15 ottobre 2012 - La nuova tappa verso la Macroregione alpina è stata questa volta nel Tirolo del Nord, ad Innsbruck, in una riunione, che si è svolta nella mattinata di venerdì 12 ottobre, e alla quale erano presenti le massime autorità austriache, i rappresentanti degli Stati, i Presidenti e gli eletti di tutte le Regioni dell´Arco alpino. Per la Valle d´Aosta hanno partecipato il Presidente della Regione, Augusto Rollandin, che ha seguito anche le altre riunioni preparatorie con un ruolo propulsivo, e il consigliere regionale, Luciano Caveri, che si occupa del complesso dossier a livello europeo. Nel suo intervento, il Presidente Rollandin ha esordito dicendo: « La sfida, per la Regione che qui oggi rappresento, e per i territori di montagna in generale, è quella di poter definire dei programmi e individuare nuove forme di cooperazione, quali ad esempio le strategie macroregionali, che possano realmente rispondere alle specificità e alle esigenze che sono proprie di questi territori e, al tempo stesso, contribuire a raggiungere gli obiettivi comuni individuati dalla Strategia Europa 2020». Mentre il consigliere Luciano Caveri ha sottolineato: «Come componente del Comitato delle Regioni sono contento delle parole assai incoraggianti di quest´oggi del Commissario europeo alla politica regionale, Johannes Hahn, il cui ruolo a livello europeo è importante per ottenere l´attesa "strategia alpina", anche se il Commissario ha ricordato che gli Stati devono esprimersi con chiarezza. Le tappe future - compresi quelli che Hahn ha definito gli "obiettivi comuni" - non saranno semplici, ma il sentiero intrapreso è quello giusto. La logica autonomistica alla base dell´incontro è consolante, pensando a certe mortificazioni in corso del regionalismo in Italia». E a proposito di regionalismo Rollandin, ha dichiarato: « Nous ne pouvons d’autre part ignorer qu’une vague neo-centraliste et contraire à partager le pouvoir avec les régions et les territoires se manifeste en ces temps dans différents milieux européens et particulièrement en Italie. Croire de pouvoir surmonter les difficultés et les problématiques de la crise économique contemporaine par un retour au passé, à des formes de centralisme du vieux temps, représenterait une grave erreur, un remède illusoire, qui aurait des conséquences très négatives pour nos communautés». «La notizia più significativa di oggi - ha aggiunto il Presidente della Regione - è che esiste ora uno Stato membro dell´Unione che si è offerto come capofila, vale a dire l´Austria, pronta a inserire il tema all´ordine del giorno del Consiglio europeo. Come non notare come questa volta si sia partiti con il piede giusto: l´approccio ascendente della macroregione alpina è stato avviato con impegno dalle Regioni e non imposto da nessuno e questa procedura è condivisibile perché Regioni e enti locali dell´area alpina conoscono il loro territorio e sono abituati ad avere una progettualità comune».  
   
   
NOMOS & KHAOS 2012 VIII RAPPORTO SULLE PROSPETTIVE ECONOMICO-STRATEGICHE  
 
Bologna, 15 Ottobre 2012 - L’edizione 2012 di Nomos & Khaos – curata dal generale Giuseppe Cucchi, già Direttore del Dipartimento Informazioni per la Sicurezza della Presidenza del Consiglio, e da Germano Dottori – rinnova l’esercizio con il quale l’Osservatorio Scenari Strategici e di Sicurezza di Nomisma traccia annualmente uno “stato del mondo”, esaminando i principali sviluppi intervenuti nell’ambito politico-strategico e in quello politico-economico negli ultimi dodici mesi. Il Rapporto, realizzato anche quest’anno con il contributo di Finmeccanica ed Elettronica, rileva la persistenza di rilevanti elementi di squilibrio sulla scena internazionale, instabile da entrambi punti di vista. Sotto il profilo politico-strategico emergono, infatti, tre elementi centrali. Il primo: il cambio di paradigma strategico operato dagli Stati Uniti alla fine del 2010 in favore del cosiddetto Smart Power si è dimostrato compatibile con le scelte più recenti compiute da Washington. Si sta affermando una “Dottrina Obama”, che implica ritiri selettivi delle forze statunitensi dai teatri ritenuti non più strategici, come l’Afghanistan Ciò allo scopo di concentrare le energie laddove paiono più necessarie, come nel Pacifico, e per trasferire su alleati, competitori e rivali la responsabilità di stabilizzare vaste aree del pianeta. L’america tenta così di perpetuare la propria supremazia in modo innovativo ed originale, contribuendo però con la generazione di nuovi “vuoti geopolitici” ad accrescere l’instabilità complessiva. Il secondo: a dispetto del ricorso alla creazione di diversioni strategiche per comprometterne le ambizioni navali ed aerospaziali, alcuni tra i maggiori rivali degli Stati Uniti non sembrano ancora aver alterato le proprie priorità. Cina, India e Russia continuano, infatti, ad investire ingenti risorse nelle capacità militari che gli Usa ritengono critiche ai fini degli equilibri globali e su cui essi appaiono decisi a mantenere una assoluta supremazia. Il terzo: l’Europa sembra invece soffrire notevolmente della nuova postura globale prescelta dagli Stati Uniti. Il ridimensionamento dell’importanza annessa da Washington al nostro Continente ha favorito, infatti, una rinazionalizzazione delle politiche dei suoi Stati membri, con effetti palesi tanto nel campo politico-strategico propriamente detto – dove si sta approfondendo la crisi dell’Alleanza Atlantica – quanto in quello economico-finanziario, nel quale è a rischio anche il futuro dell’euro. L’indebolimento europeo, al quale è dedicato un saggio di Lucio Caracciolo, ha quindi cause politiche oltre che tecnico-economiche.Viii Rapporto Nomisma sugli Scenari Strategici e di Sicurezza – Nomos & Khaos 2012 pag. 2 Al contrario di quanto da più parti si afferma, la politica non sarebbe pertanto impotente, malgrado il fatto che la deregulation e le nuove tecnologie abbiano sensibilmente modificato gli equilibri precedentemente esistenti tra gli Stati ed i mercati. Si riscontra piuttosto un’asimmetria tra le maggiori potenze, tuttora in grado di perseguire i propri interessi insieme ai più influenti produttori di informazione e ricchezza, dei quali spesso condividono obiettivi e visioni, e quelle meno forti, che appaiono invece in crescente difficoltà e sempre più eterodirette. Ciò permette di concludere che tra democrazia e mercati esista un confronto tuttora almeno in parte irrisolto, come evidenzia nel suo contributo il Presidente di Nomisma, Pietro Modiano. Lo svantaggio appare particolarmente pronunciato nell’infosfera, dove è ormai possibile ad alcuni Paesi esercitare un monitoraggio completo e continuo, in tempo reale, di quanto gli utenti del web scrivono, pensano ed acquistano, come sottolinea Francesco Vitali. È proprio in ragione della debolezza dei Paesi Ue singolarmente presi che Nomos & Khaos raccomanda ancora una volta il rilancio del processo di integrazione europea, muovendo dalla correzione delle maggiori vulnerabilità sistemiche dell’edificio comunitario. La crisi dei debiti sovrani, in questo senso, potrebbe essere una preziosa occasione, da sfruttare ad esempio per accrescere i poteri della Bce e sottrarre l’Eurozona ad un’applicazione meccanica ed intransigente del cosiddetto modello non accondiscendente di sviluppo, che ha finora avvantaggiato soprattutto la Germania. Il Rapporto, inoltre, esamina i problemi relativi alla governance politico-economica e politico-strategica internazionale, con apporti di Domenico Lombardi e Carlo Pelanda, nei quali è descritta la crisi che ha colpito i maggiori raggruppamenti multilaterali e si auspica un nuovo patto euro-atlantico. Nomos & Khaos contiene altresì approfondimenti dedicati alla gestione delle risorse agroalimentari (elaborato sotto la guida di Paolo De Castro), alla geopolitica dell’energia (Paolo Migliavacca e Davide Tabarelli), alle prospettive della cosiddetta Primavera Araba (Riccardo Radaelli) e del commercio estero (con un contributo redatto congiuntamente da Riccardo Monti e Federico Eichberg). Un saggio di Emanuele Castelli è inoltre dedicato al contenzioso sul nucleare che coinvolge Israele ed Iran. È infine presente una disamina degli avvenimenti di maggior importanza verificatisi nelle maggiori macroaree geopolitiche in cui, per comodità analitica, si è scelto di suddividere il pianeta. Hanno collaborato alla stesura dell’edizione 2012 di Nomos & Khaos, oltre agli autori già menzionati, prestigiosi accademici, giornalisti ed analisti italiani e stranieri: Felice Adinolfi, Gian Paolo Calchi Novati, Jorgelina Di Pasquale, David Gosset, Fyodor Lukyanov, Roberto Menotti, Roberto Nigido, Alessandro Politi, Daniele Riggio e Francesco Sisci.  
   
   
BOZZA DI ACCORDO STATO-REGIONI SU AMMORTIZZATORI IN DEROGA E POLITICHE ATTIVE 2013-2016  
 
Firenze, 15 ottobre 2012 – Sugli ammortizzatori sociali in deroga le Regioni lavorano per un accordo. Nel corso della Ix Commissione della Conferenza delle Regioni coordinata dall’assessore toscano al lavoro Gianfranco Simoncini, è stata approvata una bozza di testo che verrà sottoposto al Governo. “Credo che, in questa fase tuttora molto critica per i livelli produttivi e per l’occupazione – spiega l’assessore Simoncini – sia urgente arrivare al più presto ad un nuovo accordo sugli ammortizzatori in deroga, per evitare l’interruzione di una continuità che potrebbe provocare ritardi e disservizi e anche perchè, come sottolineiamo nel testo, sappiamo che la cassa e la mobilità in deroga rappresentano un importante strumento nella transizione verso il nuovo regime di ammortizzatori sociali previsti dalla riforma del mercato del lavoro attuata dal governo e uno strumento fondamentale per sostenere il reddito di tanti lavoratori e lavoratrici”. Sottolineando il positivo confronto in corso con le strutture del ministero del Lavoro, l’assessore ha auspicato che sul testo si possa concordare a breve cosi da poterlo discutere in Conferenza Stato Regioni nella prima seduta di novembre. “Sarebbe un fatto importante – sottolinea Simoncini – anche per dare certezza e tranquillità a milioni di lavoratori e migliaia di imprese”. Il documento approvato in commissione, sulla base della positiva esperienza condotta da parte delle Regioni dal 2009 ad oggi e degli orientamenti discussi col ministero, ipotizza la conferma della gestione regionale delle autorizzazioni che saranno effettuate. Per quanto riguarda la ripartizione delle risorse, si chiede che venga fatta sulla base della spesa storica, mentre si prevede di lasciare facoltà ai singoli territori di definire la regolamentazione dei criteri di accesso per i beneficiari, sulla base di linee comuni. Le Regioni hanno inoltre concordato di impegnarsi, sulla base dell’esperienza positiva realizzatasi nel quadriennio precedente, a programmare ed attuare politiche attive del lavoro finalizzate all’arricchimento professionale ed all’eventuale ricollocazione dei lavoratori. Le Regioni si dicono preoccupate perchè temono che la dotazione complessiva di 1 miliardo sia insufficiente a coprire tutto l’anno e, su questa base, chiedono che venga effettuato un monitoraggio della spesa e che il Governo garantisca comunque la copertura delle risorse necessarie.  
   
   
DAL GOVERNO NORME INVASIVE DELL´AUTONOMIA, DOBBIAMO DIFENDERE LA SARDEGNA  
 
Cagliari, 15 Ottobre 2012 - "Nel disegno di legge di modifica del Titolo V della Costituzione ci sono norme invasive dell´Autonomia delle regioni Speciali. Dobbiamo difendere la nostra regione e il nostro popolo dalla deriva populista e dal timore della tecnocrazia. Il Governo sta introducendo il controllo preventivo dei progetti di governo e di legge delle regioni e questo è gravissimo perchè l’equilibrio di bilancio verrà reso statutario per tutti, con enormi conseguenze. Occorre un dibattito più ampio al quale siamo disponibili perché il momento è davvero grave e oggi il presidente Cappellacci ha fatto bene a chiedere l’intervento del presidente Napolitano. I sardi si aspettano che i valori di un popolo e di una terra vengano difesi, per questo la Giunta continuerà ad impugnare tutti gli atti che violano l’Autonomia della Sardegna”. E’ quanto affermato l’ 11 ottobre dal vice presidente della Regione e assessore della Programmazione, Giorgio La Spisa, intervenendo in Aula, a nome della Giunta regionale in merito alla risoluzione 11 sulle recenti iniziative del Governo in materia di autonomia e finanza locale.  
   
   
BASILICATA, DE FILIPPO: “PAROLE DI NAPOLITANO PIENE DI BUON SENSO” “IMPRESCINDIBILE CONDIVISIONE E CONCERTAZIONE CON I TERRITORI SU MATERIE STRATEGICHE E DELICATE”  
 
Potenza, 15 ottobre 2012 - “Le parole del presidente Napolitano sono parole di buon senso, che partono dal concorrente impegno che tutte le istituzioni dello Stato devono dare per la soluzione dei problemi di questa come di altre congiunture”. E’ il commento del presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, dell’ 11 ottobre dopo l’incontro delle Regioni con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. “Proprio in questo concetto si racchiude la richiesta di condivisione e concertazione che i territori, e per loro conto le Regioni, giudicano imprescindibile su materie strategiche e delicate, e che nessuno, tanto meno chi è privo di una forte e diretta legittimazione popolare, può pensare di superare a piè pari”.  
   
   
TITOLO V COSTITUZIONE - LE REGIONI INCONTRANO IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA - SPACCA:"SODDISFATTI E GRATI".  
 
Ancona, 15 ottobre 2012 - “Abbiamo approfondito i temi relativi alla riforma del Titolo V della seconda parte della Costituzione. E’ stato un incontro molto cordiale, di cui siamo molto soddisfatti e decisamente grati al Presidente della Repubblica”. Così il presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca, l’ 11 ottobre al termine dell’incontro delle Regioni con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.  
   
   
DELLAI: CI RICONOSCIAMO NELLE PAROLE DI NAPOLITANO  
 
Trento, 15 ottobre 2012 - Il Presidente Dellai dopo l´incontro avvenuto lo’ 11 ottobre con il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, assieme agli altri Presidenti delle Regioni italiane, ha espresso vivo apprezzamento per l´incontro e per i contenuti del successivo comunicato diramato dal Quirinale. "Il Capo dello Stato - ha commentato Dellai - ha voluto ribadire per l´ennesima volta che, nell´ordinamento della Repubblica, le Regioni e le Province Autonome hanno un ruolo fondamentale e che questo fatto non può essere messo in discussione per effetto di distorsioni o comportamenti riprovevoli verificatisi in alcune realtà del Paese." "Il Presidente della Repubblica - ha proseguito Dellai - ha richiamato tutti ai propri doveri e responsabilità in un momento difficile per il Paese e la sua finanza pubblica, un principio sempre rispettato da parte nostra. Ci riconosciamo pertanto pienamente nelle parole pronunciate da Napolitano". Per quanto riguarda le proposte di modifica del Titolo V della Costituzione avanzate dal Governo, Dellai apprezza in particolare che il Capo dello Stato abbia invitato tutti al dialogo. "Ciò rafforza la convinzione, espressa da tutti i presidenti delle Regioni, che debbano essere evitate forzature frettolose, soprattutto in un crescente clima di generica ostilità nei confronti dei poteri locali. "Mi auguro - ha concluso Dellai - che il Governo e il Parlamento sappiano accogliere questo invito al dialogo evitando forzature e semplificazioni che porterebbero solo ad esasperare i problemi e ad aumentare il conflitto istituzionale in un momento nel quale invece il Paese ha bisogno di coesione e di impegno comune. Del resto, le urgenti necessità di controllo della spesa pubblica di tutti i livelli istituzionali - centrale e locali - sono garantite dall´avvenuta, recente approvazione dell´articolo 81 della Costituzione, in tema di pareggio di bilancio, che troverà tra breve cogente attuazione, ovunque, attraverso l´approvazione di una specifica legge".  
   
   
LEGGE STABILITÀ: CAPPELLACCI CONSEGNA LETTERA A NAPOLITANO  
 
Cagliari, 15 Ottobre 2012 - Il presidente della regione, Ugo Cappellacci - nel corso dell’incontro dei Presidenti delle Regioni l 11 ottobre al Quirinale - ha consegnato al Capo dello Stato, Giorgio Napolitano una lettera per denunciare le conseguenze delle decisioni adottate dal Governo Monti che violano palesemente l’autonomia e i diritti dei cittadini sardi. Di seguito il testo della lettera del Presidente Cappellacci al Capo dello Stato Napolitano ; Illustrissimo Sig. Presidente della Repubblica italiana, molto forti sono state le aspettative e la gratitudine della nostra Regione quando, nel corso della sua recente visita in Sardegna, Ella ha voluto ascoltare e comprendere le antiche e profonde ragioni del malessere della società sarda, legate anche alla nostra specificità insulare, impegnandosi a farsi portavoce delle stesse nei confronti del Governo nazionale. Quel suo impegno si tradusse, nel giro di poche settimane, per iniziativa diretta del Capo del Governo Monti, nell’attivazione di un tavolo di confronto Regione - Governo che avrebbe dovuto approfondire le principale questioni aperte ed in particolare quelle riguardanti l’autonomia finanziaria e lo sviluppo industriale e infrastrutturale della Sardegna. Gli esiti di quel confronto, e tutti gli ulteriori tentativi di composizione delle principali questioni aperte: da quelle riguardanti il nuovo regime delle entrate, a quelle dei divari infrastrutturali e della continuità territoriale, non hanno ancora sortito gli effetti sperati a causa di un comportamento del Governo a dire poco dilatorio, poco orientato al risultato e per niente attento a comprendere le ragioni delle diseconomie che colpiscono una regione insulare come la Sardegna. A nulla sono serviti i recenti pronunciamenti della Corte costituzionale che ha, in modo cristallino, riconosciuto le ragioni della Sardegna, sia sull’immediata percettibilità delle nuove entrate, sia sulla correttezza dell’iscrizione delle stesse nei nostri bilanci, sia sul conseguente adeguamento proporzionale del patto di stabilità che lo Stato deve riconoscere. A questo quadro di criticità, come noto, si sono aggiunte, per le condivisibili esigenze di finanza pubblica del nostro Paese, le azioni sistematiche di tagli e limitazioni della spesa nei confronti degli Enti locali e delle Regioni, e di quelle a Statuto speciale in particolare, che si sono abbattute come una terribile mannaia sulla già debole ed “irrisolta” situazione finanziaria della Sardegna. Questi forti sacrifici richiesti alla Sardegna, anche per la irrisolta questione delle entrate e del patto di stabilità, avevano già oltrepassato il limite della sostenibilità con l’ultimo decreto legge riguardante la cosiddetta spending review. Quel provvedimento, peraltro, nel chiamare anche le autonomie territoriali ed in particolare quelle regionali alla realizzazione del vasto programma di revisione della spesa pubblica, risulta strutturato, ancora una volta, in forme e con contenuti del tutto illegittimi che mortificano le prerogative costituzionali delle autonomie speciali. Come se tutto questo non bastasse, con la proposta di legge di stabilità approvata qualche giorno fa dal Governo, non solo si prefigurano ulteriori tagli per 500 milioni alle Regioni a Statuto speciale, ma è di tutta evidenza che con i provvedimenti varati si sferra un ulteriore ingiustificato attacco contro il regionalismo e contro le autonomie regionali speciali che mette a rischio la coesione sociale nazionale. Dopo anni di battaglie condivise per il decentramento e per un’ampia riforma federalistica del nostro Stato, mai completata, si propone, sull’onda dell’emotività, un’ipotesi di centralismo di ritorno che mina le fondamenta della nostra organizzazione statuale. Non possiamo accettare che in maniera subdola si insinui l’idea che la specialità regionale, voluta dai padri della nostra Patria, possa essere oggi etichettata come un’anomalia da rimuovere o come una reliquia del passato. Non è accettabile Sig. Presidente che i gravi e censurabili fatti che hanno colpito le Regioni e che hanno portato all’attenzione dell’opinione pubblica deprecabili comportamenti di certa classe politica, possano essere usati come scudo dietro il quale il Governo mina le basi costituzionali del nostro Stato ed in particolare le profonde ragioni, storiche, identitari e culturali dalla specialità regionale nel nostro Paese. Non si può, con il pretesto di curare le patologie della democrazia, che ci sono e sulle quali siamo già intervenuti in Sardegna anche prima del Governo centrale, andare a tagliare non i benefici dei politici, ma i diritti dei cittadini. L’idea che la legittimazione dell’articolazione dello Stato e il giudizio sull’operato della stessa possano essere posta nelle mani di un Governo tecnico-politico, rischia di rappresentare una pericolosa deriva per la democrazia e un’appropriazione indebita di quella sovranità che appartiene solo al Popolo. Così com’è una pericolosa deriva quella che vede un progressivo ritiro dello Stato dai territori, accompagnato da un indirizzo politico che spoglia Regioni e Comuni delle loro competenze, lasciando, di fatto, soli i cittadini e privandoli di servizi essenziali. Per la Sardegna sarebbe una desertificazione istituzionale che sconfinerebbe in una vera e propria secessione al contrario dello Stato dalla nostra Regione. Per queste ragioni, la proposta di legge di stabilità del Governo Monti rischia di creare un solco che allontanerebbe definitivamente la Sardegna dall´Italia. Vanificherebbe tutti gli sforzi in atto per colmare i gravi e storici ritardi nello sviluppo, accumulatisi nel tempo, e renderebbe impossibile ogni tentativo di recupero dei divari legati all’insularità. Sig. Presidente, anche a nome di tutta la comunità dei Sardi, interpretando una più ampia volontà comune che unisce i rappresentanti di tutte le forze politiche, parlamentari, regionali e locali, a prescindere da logiche di appartenenza, Le chiedo un Suo urgente intervento che riporti equilibrio e moderazione nei rapporti istituzionali e scongiuri il rischio di strappi che minerebbero la coesione sociale e territoriale del nostro Paese.  
   
   
VDA: REFERENDUM PROPOSITIVO REGIONALE  
 
Aosta, 15 ottobre 2012 - La Presidenza della Regione, in vista del referendum propositivo regionale del 18 novembre 2012, specifica le seguenti indicazioni: Fino a lunedì 29 ottobre 2012 gli elettori interessati ad esprimere il voto presso la propria abitazione devono far pervenire, al Sindaco del Comune nelle cui liste elettorali sono iscritti, un’espressa dichiarazione di tale volontà, corredata della prescritta documentazione sanitaria attestante l’effettiva infermità e la conseguente impossibilità ad allontanarsi dalla propria abitazione. Per tutto l’arco della campagna elettorale, la consultazione è regolamentata, in materia di parità di accesso ai mezzi d’informazione e di comunicazione politica, dalle disposizioni contenute nella legge 22 febbraio 2000, n.28, e nella delibera di attuazione dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni n.37/05/Csp del 17 maggio 2005, pubblicata sula Gazzetta ufficiale; Fino alla chiusura delle operazioni di voto, è fatto divieto a tutte le amministrazioni pubbliche di svolgere attività di comunicazione, ad eccezione di quelle effettuate in forma impersonale e indispensabili per l’efficace assolvimento delle proprie funzioni. Da sabato 3 novembre 2012 fino alla chiusura delle operazioni di voto è vietato rendere pubblici o comunque diffondere i risultati di sondaggi demoscopici sull’esito delle elezioni e sugli orientamenti politici degli elettori, anche se tali sondaggi siano effettuati in un periodo antecedente a quello del divieto. Da sabato 17 novembre 2012 fino alla chiusura delle operazioni di voto, sono vietati i comizi, le riunioni di propaganda elettorale diretta o indiretta, in luoghi pubblici o aperti al pubblico e le nuove affissioni di stampati, giornali murali e manifesti.  
   
   
ELEZIONE DIRETTA DEL SINDACO, DEL VICESINDACO E DEL CONSIGLIO COMUNALE DI COURMAYEUR  
 
Aosta, 15 ottobre 2012 - La Presidenza della Regione, in vista della prossima consultazione elettorale per l’elezione diretta del Sindaco, del Vicesindaco e del Consiglio comunale di Courmayeur, prevista per l’11 novembre prossimo, specifica le seguenti indicazioni: Fino a lunedì 22 ottobre 2012 gli elettori interessati ad esprimere il voto presso la propria abitazione devono far pervenire, al Sindaco del Comune nelle cui liste elettorali sono iscritti, un’espressa dichiarazione di tale volontà, corredata della prescritta documentazione sanitaria attestante l’effettiva infermità e la conseguente impossibilità ad allontanarsi dalla propria abitazione. Per tutto l’arco della campagna elettorale, la consultazione è regolamentata, in materia di parità di accesso ai mezzi d’informazione e di comunicazione politica, dalle disposizioni contenute nella legge 22 febbraio 2000, n.28, e nella delibera di attuazione dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni n.43/12/Csp del 15 marzo 2012, pubblicata sula Gazzetta ufficiale. Fino alla chiusura delle operazioni di voto, è fatto divieto a tutte le amministrazioni pubbliche di svolgere attività di comunicazione, ad eccezione di quelle effettuate in forma impersonale e indispensabili per l’efficace assolvimento delle proprie funzioni. Da sabato 27 ottobre 2012 fino alla chiusura delle operazioni di voto è vietato rendere pubblici o comunque diffondere i risultati di sondaggi demoscopici sull’esito delle elezioni e sugli orientamenti politici degli elettori, anche se tali sondaggi siano effettuati in un periodo antecedente a quello del divieto. Da sabato 10 novembre 2012 fino alla chiusura delle operazioni di voto, sono vietati i comizi, le riunioni di propaganda elettorale diretta o indiretta, in luoghi pubblici o aperti al pubblico e le nuove affissioni di stampati, giornali murali e manifesti.  
   
   
PAOLO FILIPPI RIMANE ALLA GUIDA DELLA PROVINCIA DI ALESSANDRIA  
 
Alessandria, 15 ottobre 2012 - Niente dimissioni per il Presidente della Provincia di Alessandria, Paolo Filippi. «Porto avanti il mio mandato nel rispetto della volontà degli elettori nonostante le pessime condizioni finanziarie e normative in cui versano gli enti locali a causa dei tagli effettuati dal Governo. Resteremo fino a quando sarà possibile, fino ad un minuto prima che ulteriori tagli al bilancio, voluti dal Governo ci portino ad una situazione insostenibile». Filippi ha anche annunciato la riduzione del numero degli Assessori in Giunta da nove a sei, «come segnale che quando si fanno le operazioni straordinarie si parte dalla testa».  
   
   
ARMOSINO SI È DIMESSA DA PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI ASTI  
 
Asti, 15 ottobre 2012 - L´on. Maria Teresa Armosino ha rassegnato le dimissioni dall´incarico di presidente della Provincia. Nella lettera inviata ai consiglieri provinciali, Armosino ricorda che «le ultime disposizioni normative porteranno alla soppressione della Provincia e che i recenti tagli ai trasferimenti statali causeranno all´ente uno squilibrio di bilancio, nonostante l´amministrazione abbia, sin dal suo insediamento, attivato le operazioni volte alla riduzione delle spese e la gestione risulti corretta, trasparente e in linea con le previsioni di bilancio. Il decreto salva enti in via di pubblicazione provocherà, infatti, l´inevitabile e incolpevole dissesto delle Province. Assicurerò comunque a questa terra e ai suoi abitanti - conclude Armosino - la prosecuzione del mio impegno nell´ambito della mia attività di parlamentare».  
   
   
SARDEGNA, GIUNTA: A PROVINCE E COMUNI 23 MILIONI 233 MILA EURO PER PATTO DI STABILITÀ TERRITORIALE 2012  
 
Cagliari, 15 Ottobre 2012 - Incrementare la capacità di spesa complessiva del sistema delle autonomie locali, come previsto dalla Legge Regionale 16 del 2010, e dare un concreto sostegno a Comuni e Province isolani vista la difficile situazione economica che sta investendo la Sardegna in gran parte dei settori produttivi. Con queste finalità la Giunta regionale su proposta dell´assessore degli Enti locali, Nicola Rassu, ha ceduto a Comuni e Province un´ulteriore quota di 23 milioni e 234 mila euro, a valere sui propri impegni di parte corrente del bilancio regionale. "La Regione sta continuando a sostenere con ogni mezzo e in tutte le sedi istituzionali i Comuni e le Province sarde - ha commentato l’assessore - quella di oggi rappresenta una grande vittoria per gli Enti locali che grazie all’intervento messo in campo dall’Esecutivo potranno rilanciare le loro attività in questo momento di grande difficoltà finanziaria". Nello specifico le Province isolane potranno aumentare la propria capacità di spesa di 16 milioni e 699 mila euro mentre i Comuni di 6 milioni 535 mila euro che si aggiungono ai 70 milioni, ceduti con delibera di Giunta dello scorso 6 settembre, per lo smaltimento dei loro residui passivi. "Oggi abbiamo dato un´ulteriore risposta alle esigenze di Comuni e Province emerse nelle recenti sedute della Conferenza Regione - Enti locali e fatte proprie dall’Esecutivo. In stretta collaborazione con le rappresentanze delle autonomie locali abbiamo messo in campo un provvedimento che permetterà agli Enti di aumentare la loro capacità di spesa di 93 milioni di euro. Con questa delibera la Giunta Cappellacci, rideterminando l’obiettivo programmatico della Regione e degli Enti locali, ha così potuto dare nuovo impulso alla loro economia – ha concluso Rassu – e gli Enti locali potranno così far fronte nell’immediato, e fino al 31 dicembre prossimo, ai pagamenti in favore di imprese e famiglie e in un momento di grande difficoltà economica come questo si potrà dare nuova linfa agli investimenti utili a uscire al più presto dalla crisi che sta attanagliando la nostra Regione".  
   
   
AUT. LOCALI: 200 MILA EURO AI COMUNI DI RIVIGNANO E TEOR  
 
Udine, 12 ottobre 2012 - I comuni di Rivignano e Teor, che stanno procedendo verso la fusione, potranno beneficiare di un sostegno da parte della Regione pari a 200 mila euro. La Giunta, su proposta dell´assessore alle Autonomie Locali Elio De Anna, ha infatti deliberato l’ 11 ottobre lo stanziamento del contributo che prevede l´incentivazione in via straordinaria di percorsi per agevolare la fusione tra i Comuni. La richiesta formulata dalle due amministrazioni consiste nell´utilizzare la somma per la pubblicità referendaria riguardante la consultazione popolare indetta affinché le due realtà si possano unire in un unico Comune (40 mila euro), la pubblicazione di un volume sul fiume Stella che riguarderà i due territori comunali (15 mila euro) e lo studio preliminare del nuovo piano regolatore generale comunale e studio di marketing territoriale della nuova realtà locale (30 mila euro). Infine altri 50 mila euro verranno assegnati per la realizzazione di una ecopiazzola e 65 mila euro per il miglioramento degli edifici comunali a seguito della riorganizzazione dei servizi e degli uffici connessi alla fusione.  
   
   
VOTO DEI CONSIGLI COMUNALI DI SAN MAURO PASCOLI E SAVIGNANO SUL RUBICONE A FAVORE DELLA FUSIONE  
 
 Bologna, 15 ottobre 2012 - “Il voto dei Consigli comunali di San Mauro Pascoli e Savignano sul Rubicone a favore della fusione e della nascita di un nuovo e più forte Comune è una cosa importante”. Così Simonetta Saliera, vicepresidente e assessore al Rapporto con le Autonomie Locali della Regione Emilia-romagna, commenta l’ 11 ottobre il voto avvenuto nei Consigli Comunali dei due Comuni che hanno deciso di dare vita ad un’unica realtà municipale. Saliera ricorda come “La frammentazione territoriale è uno dei principali problemi del nostro Paese, è dunque importante che ci siano delle comunità e delle amministrazioni che affrontino seriamente questo tema per perseguire con razionalità l’efficacia e il rapporto costi-benefici dell’organizzazione del Nuovo Comune nonché la sua efficienza. Ci pare un modo intelligente di applicare il principio della revisione della spesa (spending review) senza tagli aprioristici, ma con la possibilità di estendere a tutti la stessa qualità dei servizi e ridurre nel tempo le spese fisse di funzionamento per liberare risorse da destinare a nuovi e necessari investimenti: la Regione, da sempre impegnata sul tema dell’associazionismo fra Comuni, accompagna dunque anche quei processi di fusione che nascono sul territorio perché ne riconosciamo la grande importanza”.  
   
   
ON LINE I REDDITI 2011 DI ASSESSORI, CONSIGLIERI COMUNALI E AMMINISTRATORI DI SOCIETÀ PARTECIPATE DI PRATO DIRETTAMENTE SUL SITO DEL COMUNE  
 
Prato, 15 ottobre 2012 - I redditi 2011 di assessori, consiglieri comunali e amministratori di Società Partecipate del Comune di Prato sono pubblicati sul sito web del Comune a questo link: http://www.Comune.prato.it/trasparenza/redditi/    
   
   
A PARMA IL PRIMO “OPEN DAY DELLA CITTADINANZA ECONOMICA”  
 
 Parma, 15 ottobre 2012 – Che senso hanno i soldi? Perché mamma e papà pagano le tasse? Cosa vuol dire risparmiare? Domande difficili in un paese come l’Italia dove parlare di denaro e del suo valore è ancora un tabù. Un impegno a riportare al centro di una comunità questi argomenti, per farne elemento di una cittadinanza attiva e insegnare ai ragazzi, chiamando in causa anche gli adulti, comportamenti consapevoli, se lo sono presi il Consorzio Patti Chiari, la Provincia di Parma, Cariparma Crèdit Agricole, l’Ufficio scolastico provinciale con l’Ite Bodoni. Sono questi soggetti che a Parma hanno promosso per venerdì 19 e sabato 20 ottobre un ”Open day della cittadinanza economica”. Due giorni di lezioni che sono anche un po’ spettacoli e un po’ giochi, per i bambini delle primarie di primo e secondo grado e per i ragazzi delle superiori. Un incontro mirato con gli insegnati e dirigenti scolastici per ragionare di quale contributo può dare la scuola alla creazione di una cittadinanza economica. Un’assemblea con la città per parlare dell’educazione economica in famiglia ai tempi della crisi. Il senso di quello che si cercherà di fare, e per la prima volta in una comunità provinciale, lo hanno spiegato questa mattina nella sede della Provincia i promotori dell’iniziativa. “ Un Open Day della cittadinanza economica può spaventare ma in realtà insieme vogliamo fare formazione ai giovani e agli adulti sul denaro, sul suo valore, sulla presenza nelle diverse forme nella vita degli individui. Lo facciamo con una iniziativa che si pone l’obiettivo di far crescere la cittadinanza attiva, e che reputiamo l’inizio di un percorso di cui c’è bisogno” ha detto Giuseppe Romanini assessore alle Politiche scolastiche della Provicnia di Parma che ha patrocinato l’Open Day. “Il nostro impegno è quello di riportare il valore del denaro inteso come senso etico. Vorremmo che i bambini che stanno crescendo in un mondo in cui i bancomat sputano soldi capissero molto bene che i soldi che escono dal muro hanno dietro la fatica dei genitori. Noi parliamo di approccio responsabile verso il denaro e offriamo questi programmi a tutt’Italia perché spiegando bene queste cose è molto più facile da adulti avere comportamenti più consapevoli”- ha spiegato Giovanna Boggio Robutti responsabile programmi Educazione finanziaria del Consorzio Pattichiari. “Il tema della cittadinanza e Costituzione è una delle attività trasversali nell’attività formativa, un ambito in cui questa iniziativa si inserisce a pieno titolo, completando le attività svolte ed è apprezzabile lo sforzo di coinvolgimento di tutti i soggetti che compongono l’alleanza formativa” ha osservato Adriano Monica dell’Ufficio scolastico provinciale. “E’ un progetto bello e innovativo che coinvolge dai ragazzi agli insegnanti alla collettività. Una iniziativa fra quelle che promuoviamo mirata non a pubblicizzare un prodotto ma alla socialità e se riusciamo a comunicare un po’ di quella complessità che ci circonda facciamo tutti meglio il nostro mestiere” ha commentato Marco Dell’otti, direttore territoriale Parma, Cariparma Crédit Agricole. “Ci rendiamo conto che il rapporto dei giovani con il denaro è distorto e c’è tanto da lavorare, non solo a Parma. Basta ricordare che l’Ocse sta pensando di avviare una indagine sulle competenze e conoscenze finanziarie dei giovani e la nostra scuola che con la riforma è diventata istituto tecnico economico, è stata una di quelle campione” ha sottolineato Luciana Donelli, dirigente scolastico dell’Ite Bodoni. Il programma prevede appuntamenti e lezioni in plenaria condotte dagli esperti di Cariparma Crédit Agricole e Pattichiari che si svolgeranno nella mattinata di venerdì 19 in due le sessioni: dalle 9 alle 10,30 e dalle 11 alle 12,30. Gli alunni delle scuole primarie potranno partecipare alla lezione “Vivere in una comunità: perché mamma e papà pagano le tasse?” che si terrà presso il Palazzo di Cariparma Crédit Agricole, Sala de Strobel in Via Cavestro 3. Gli studenti delle scuole secondarie di I grado lavoreranno su “Dalla paghetta al bilancio famigliare: impariamo il valore del denaro”, lezione plenaria che si svolgerà presso la Sala Riunioni Ic di Via Montebello, 18/A. Quelli delle scuole secondarie di Ii grado interverranno a una lezione su ”Giovani e denaro: istruzioni per l’uso”, che si svolgerà presso l’Aula Magna dell’Ite “Bodoni” in Viale Piacenza 14. La Sala De Strobel di Palazzo di Cariparma Crédit Agricole sarà la sede, nel pomeriggio, dell’incontro dedicato agli insegnanti e dirigenti scolastici dal titolo “Cittadinanza economica: quale contributo può dare la scuola?”. Sabato 20 ottobre si terrà, dalle 11 alle 12.30 presso l’Aula Magna Ite “Bodoni” di Viale Piacenza 14 il dibattito aperto alla cittadinanza “L’educazione economica in famiglia ai tempi della crisi: generazioni a confronto”, un incontro dedicato ad avvicinare in famiglia i giovani all’uso consapevole del denaro fin dall’infanzia.  
   
   
«RICOLLOCAMI 2» SELEZIONA E RIPORTA AL LAVORO 500 PERSONE IN PARTENZA, PER LA SECONDA VOLTA, UN PROGETTO INNOVATIVO DOVE PUBBLICO E PRIVATO UNISCONO LE FORZE PER SOSTENERE LE POLITICHE DEL LAVORO  
 
 Milano, 15 ottobre 2012 - Mille disoccupati da formare e riavviare al lavoro: è questo l’obiettivo ambizioso del progetto «Ricollocami 2», in partenza a Milano nei prossimi giorni, dopo i buoni risultati ottenuti lo scorso anno. Sono coinvolti nell’intervento attori pubblici e privati: Formatemp, ente bilaterale costituito sotto forma di libera associazione senza fini di lucro tra l’associazione di rappresentanza delle Agenzie per il lavoro (Assolavoro), le organizzazioni sindacali dei lavoratori somministrati (Alai-cisl, Nidil-cgil, Cpo-uil) e le tre Confederazioni sindacali (Cgil, Cisl e Uil) per la formazione dei lavoratori in somministrazione a tempo determinato, Afol Milano, azienda speciale provinciale con un ruolo attivo nel reclutamento dei potenziali utenti, la Provincia di Milano con un contributo economico a sostegno della stabilizzazione e le Agenzie per il Lavoro (Adecco, Agenziapiù, e-work, Gi-group, Kelly Services, Lavorint, Maxwork, Metis, Oasi Lavoro, Obiettivo Lavoro, Quanta, Randstad Italia, Risorse e Umana) che finanziano il progetto. Quattro le fasi previste da «Ricollocami»: 1) Una indagine approfondita sul mercato del lavoro locale con l’obiettivo di identificare le qualifiche professionali più richieste dalle imprese e le professionalità disponibili; questa indagine avverrà tramite l’analisi sugli avviati nell’ultimo anno e sarà curata dal Dipartimento di Statistica dell’Università Bicocca di Milano; 2) l’individuazione dei partecipanti al progetto: si calcolano circa 500 persone residenti o domiciliate in provincia di Milano che dovranno essere reclutate tra lavoratori o lavoratrici provenienti dalle liste di mobilità e fra i disoccupati con immediata disponibilità all’inserimento lavorativo; 3) l’offerta di servizi di formazione (per un totale di 100 ore) e accompagnamento al lavoro, capaci i primi di ridurre lo sfasamento tra le competenze richieste dalle imprese e quelle possedute dai lavoratori, i secondi di aumentare il grado di occupabilità dei singoli lavoratori; 4) il monitoraggio e la valutazione degli interventi per accompagnare il lavoratore nel suo percorso e a valutarne i risultati. La realizzazione del progetto è possibile grazie alle risorse (oltre 1 milione di euro) provenienti dalle Agenzie per il Lavoro e attraverso Formatemp, cui si aggiunge la disponibilità della Provincia di Milano di un plafond fino a 500.000 euro per incentivare le assunzioni alla fine dei percorsi di accompagnamento. La formazione sarà realizzata secondo i criteri e le regole previste dal vademecum Formatemp, che si pone da tempo come modello di best practice nella formazione per il lavoro in tutta Europa. «Ricollocami costituisce uno dei programmi anticrisi varati dalla Provincia per affiancare, anche alla luce della difficile congiuntura, i cittadini della Grande Milano - ha dichiarato il presidente Guido Podestà -. In tal senso, sono fiero del fatto che tale progetto rappresenti una sorta di incubatore di esperienze e contributi provenienti dalle agenzie, dalle università e dalle parti sociali. Questa collaborazione ci permette, infatti, di formare e di indirizzare verso un lavoro chi, purtroppo, l’ha perso. Mi riferisco, in particolar modo, a chi vive maggiori difficoltà nella ricerca di una nuova collocazione, poiché disoccupato o in mobilità. Dunque, una strada che intendiamo percorrere non solo per creare opportunità professionali ma anche per consegnare alle nostre imprese personale altamente qualificato». «In particolare il contributo di Afol Milano al progetto – ha aggiunto il presidente di Afol Milano, Silvia Sardone, - prevede un intervento nella fase di reclutamento e presa in carico degli utenti e nello screening iniziale con valutazione delle competenze e motivazioni di ingresso. Afol Milano, data l’esperienza e la professionalità maturata, individuerà la rosa di candidati a cui rivolgere la proposta di adesione al progetto e si occuperà di convocare gli utenti potenzialmente ammissibili, a cui illustrare obiettivi, contenuti e percorso progettuale». Ai partecipanti verrà proposto di aderire a tutte le iniziative previste con la sottoscrizione di un Patto di Adesione al Progetto. Afol Milano coinvolgerà i partecipanti in un percorso di analisi della motivazione e delle competenze iniziali finalizzato alla costruzione di un progetto personalizzato e concreto. I risultati emersi dall’indagine sul mercato del lavoro saranno utili anche per coinvolgere l’utente in attività coerenti con le sue competenze e con quelle richieste dal mercato del lavoro locale al fine ultimo di agevolare il suo ingresso nel mondo del lavoro. Uso di internet, lettura critica delle inserzioni, pianificazione della ricerca e gestione dei colloqui di selezione saranno alcune delle esperienze trasferite all’utente, che potrà essere selezionato da Afol Milano o dalle Agenzie di Lavoro. Le Agenzie per il Lavoro e Afol Milano avranno come obiettivo l’inserimento lavorativo in aziende operanti in provincia di Milano, mentre la Provincia di Milano sosterrà il progetto riconoscendo un incentivo economico a quelle aziende che assumeranno gli utenti coinvolti. Tale incentivo varierà in base al sesso e alla tipologia di assunzione.  
   
   
PARTE DA BERGAMO L’ALTERNATIVA CIVICA A FORMIGONI  
 
Bergamo,15 ottobre 2012 – Consiglieri regionali, provinciali e comunali, sindaci e amministratori rappresentativi di tutte le province lombarde, a titolo personale e senza etichette di partito, si sono incontrati sabato 13 ottobre alla Casa del Giovane di Bergamo (via Gavazzeni, 13) con le organizzazioni del mondo del lavoro e della economia che hanno promosso il Documento di Todi per il Buon Governo. Un consistente pezzo del Pil lombardo (Cisl, Confindustria, Confartigianato, Confcommercio, Coldiretti, Confcoperative) ricerca una base sociale e culturale con una rete di amministratori e politici della Lombardia che sia sprone alle incertezze romane per una nuova area centrale dell’assetto politico nazionale che consenta la continuità degli impegni assunti con l’Europa per uscire dalla crisi. Dopo il fallimento di Formigoni e della Lega al governo della Lombardia per quasi vent’anni, la ricerca di un’alternativa forte e credibile dei moderati e dei riformatori vuole essere una spinta propulsiva, con la proposta di una rete civica per la Lombardia, alla formazione delle “Liste per l’Italia”. Disegno di progettualità politica che può consentire il mantenimento degli impegni di integrazione europea prevalendo su massimalismi e populismi diffusi a destra e a sinistra. Segreteria organizzativa valerio.Bettoni@consiglio.regione.lombardia.it  
   
   
LE RIFORME PER UNA POLITICA SANA ED ETICA : LE PROPOSTE CONCRETE DEL NUOVO MOVIMENTO “CONSERVATORI SOCIALRIFORMATORI” IN EUROPA  
 
Milano, 15 ottobre 2012 – Oggi alle ore 17 nella Sala degli Affreschi all’Umanitaria di Via Daverio, 7 a Milano l’on. Cristiana Muscardini presenterà alla stampa il Movimento Conservatori Social Riformatori. All’incontro poi dalle 18, aperto al pubblico, parteciperanno gli on. Geoffrey Clifton Brown, membro del Parlamento inglese e Presidente dell’ufficio internazionale del Partito dei Conservatori Britannici, e Martin Callanan, Presidente del Gruppo dei Conservatori e Riformisti al Parlamento europeo. “Il nostro movimento Conservatori Social Riformatori”, dice l’on. Cristiana Muscardini, Portavoce Csr, “ é stato fondato da cittadini la cui unica ambizione é cercare di essere utili all´Italia ed agli italiani e perciò saremo chiari nel proporre i nostri obiettivi e le strade per raggiungerli ed attenti all´ascolto ed al confronto. Ci chiamiamo Conservatori e Riformatori insieme perché vogliamo avere la capacita di riconoscere ciò che va conservato e ciò che va riformato senza avere paura delle parole e con una chiara visione sociale”. Nel corso dell’incontro saranno spiegati ed esposti tutti i punti programmatici del nuovo Movimento e i saranno spiegati i contenuti del manifesto costitutivo chiamato Alpha. “Si tratta,” sottolinea l’on. Cristiana Muscardini,”dell´inizio di un percorso che intendiamo costruire insieme a tutti coloro che sanno che prima di aspirare al futuro bisogna ricostruire il presente. E nel presente dobbiamo occuparci subito della lotta all’evasione come unico metodo per riportare l’imposizione fiscale entro limiti corretti, equi e sopportabili. Dobbiamo combattere la corruzione che distorce i meccanismi della libera concorrenza, danneggia il bilancio dello Stato, aggravando il deficit, e rafforza il patto scellerato tra cattiva impresa e cattiva politica”. Il nuovo Movimento politico per l’Italia propone una serie di interventi urgenti tra cui una nuova legge elettorale grazie alla quale il cittadino torni a scegliere, si possano fare controlli dei budget di spesa e la ineleggibilità per chi è condannato anche in primo grado e l’eliminazione dei doppi incarichi sia di tipo elettivo, che nelle società pubbliche e partecipate; la chiusura delle sedi all´estero delle Regioni; fissare il numero dei consiglieri e dipendenti attraverso un parametro nazionale basato sul numero degli abitanti e il Pil.  
   
   
LEGGE STABILITÀ: FVG, TAGLI INDISCRIMANTI NON SONO TOLLERABILI  
 
 Trieste, 15 ottobre 2012 - "Non possiamo più tollerare una politica fatta di tagli lineari indiscriminati, che non tengono in alcuna considerazione gli sforzi fatti negli ultimi anni dalla nostra Regione e che equiparano il Friuli Venezia Giulia a chi, al contrario, ha abusato della propria autonomia sprecando denari pubblici". Il vicepresidente Ciriani interviene nel dibattito in seguito all´approvazione dei nuovi provvedimenti del Governo Monti e aggiunge: "questo Governo continua a chiederci sacrifici, ma si dimostra indisponibile al confronto e sordo alle necessità. Con il presidente Tondo difenderemo la nostra esperienza e i nostri risultati, e mi auguro che questa non sia la battaglia di una parte politica ma che tutti i rappresentati di questo territorio si esprimano con coesione perché il conto degli sprechi altrui non debba essere ingiustamente pagato dai cittadini del Friuli Venezia Giulia". "Non ci siamo mai tirati indietro - ha spiegato il vicepresidente - quando ci è stato chiesto di fare la nostra parte per la nazione e per il risanamento dei conti, processo che in verità noi abbiamo anticipato a partire dal 2008, ma ora si è travalicato il limite fra le richieste legittime e l´arrogante volontà punitiva verso le autonomie e, in generale, verso gli organismi locali. La riforma del titolo V della costituzione può essere anche un tema da affrontare, ma non nella maniera unilaterale che ha scelto Monti. La risposta agli sprechi non può né deve essere l´accentramento ma, viceversa, la responsabilizzazione delle classi dirigenti locali, che ovunque devono essere chiamate a rispondere del proprio operato come da sempre succede in Friuli Venezia Giulia".  
   
   
NUOVE ALIQUOTE IRPEF, PER LE FAMIGLIE FIORENTINE RISPARMIO MEDIO DI QUASI 325 EURO  
 
Firenze, 15 ottobre 2012 - Il calcolo degli esperti dell’ufficio comunale di statistica sulla base delle proposte del Governo Con le nuove aliquote Irpef il risparmio medio, in termini di imposta lorda, delle famiglie fiorentine sarebbe di 324,48 euro, con variazioni da un minimo di poco più di 200 euro per le famiglie unipersonali a un massimo di poco più di 400 euro per le famiglie composte di una coppia con figli. E’ quanto hanno calcolato gli esperti dell’ufficio comunale di statistica sulla base delle proposte del Governo per la rimodulazione delle aliquote per gli scaglioni fino a 15.000 euro (22%) e fino a 28mila euro (26%), e prendendo a base i redditi dichiarati per l’anno 2009, I dati degli imponibili Irpef sono gli ultimi disponibili ricondotti alle strutture dei nuclei familiari fiorentini. Inoltre, trattandosi di stime sull’imposta lorda, gli importi netti, cioè i risparmi effettivamente a disposizione dei cittadini, dipenderanno dall’ammontare delle detrazioni per l’anno di applicazione delle nuove aliquote, oltre che dai redditi effettivamente percepiti e dichiarati in quel periodo. Infine, ci si è basati sui dati dei residenti che hanno pagato imposte per il 2009, supponendo che rimangano invariate le posizioni di non soggezione all’imposta, in altre parole, chi non aveva pagato allora si suppone che non paghi nemmeno adesso. Dal punto di vista dei singoli, per chi si colloca nella classe di reddito da zero a 15.000 euro, il risparmio medio sarebbe di 98,61 euro, mentre per coloro che sono nella classe successiva, fino a 28.000 euro, il risparmio sarebbe di poco più di 200 euro. Ovviamente per tutte le classi di reddito superiori si ha un risparmio medio individuale di 280 euro. (fn) Imposta Irpef lorda su redditi 2009 (Dichiarazioni 2010), per tipologia familiare. Stime con nuove aliquote “Disegno di Legge di Stabilità”. Valori in euro.
Tipologia Familiare Irpef media 2010 Irpef media 2013 Differenza media
Coppia con figli

17.219,27

16.812,68

406,59

Coppia senza figli

12.488,62

12.175,96

312,66

Famiglia monoparentale

10.765,02

10.475,20

289,82

Famiglia unipersonale

7.789,59

7.589,52

200,07

Altra tipologia

11.404,37

11.064,87

339,50

Totale

11.473,28

11.148,80

324,48

 
   
   
CALABRIA: DISEGNO DI LEGGE RELATIVO ALLA DOPPIA PREFERENZA DI GENERE ATTUALMENTE ALL’ESAME DEL PARLAMENTO  
 
Catanzaro, 15 ottobre 2012 - La Consigliera regionale di Parità Stella Ciarletta è intervenuta sul disegno di Legge relativo alla doppia preferenza di genere attualmente all’esame del Parlamento. “L´approvazione della Doppia Preferenza al Senato – ha detto la Consigliera Ciarletta - è una conquista a metà. Concluso l´iter piuttosto lungo in Commissione Affari Costituzionali, il 10 ottobre il Senato ha approvato, con modifiche, il Disegno di Legge sulla doppia preferenza di genere (As n. 3290), contenente norme a favore della parità nelle Giunte e nei Consigli degli Enti Locali e delle Regioni. Il testo dovrà tornare nuovamente alla Camera, a seguito degli emendamenti apportati, ma ieri, malgrado l´approvazione del Ddl con 148 voti favorevoli, 60 contrari e 30 astenuti, il Senato si è spaccato con un Pdl decisamente contrario. Il leghista Sergio Divina, a capo dei 30 astenuti, ben sapendo che l´astensione a Palazzo Madama vale voto contrario - ha spiegato che "il mondo femminile è in gran parte disinteressato alla politica", e che "se noi forzosamente imponiamo alle donne di dover partecipare alla vita democratica, violiamo il principio di meritocrazia". Ecco, quando si discute in aula cade giù la maschera degli uomini politici ed emerge il loro vero volto antidemocratico ed impregnato di pregiudizi comodi nei confronti delle donne pur di salvaguardare la poltrona! Ma quali sono le novità che introdurrebbe la legge, che tanto spaventano i 90 senatori? La legge approvata ieri, se riuscirà a superare l´ultimo esame della Camera, nonostante i propositi bellicosi del centrodestra, andrà applicata dalle prossime elezioni. Prevede che nelle liste dei candidati alle comunali nessuno dei due sessi possa essere rappresentato in misura superiore ai due terzi, e che, qualora così non fosse, la lista venga ridotta cancellando i nomi dei candidati appartenenti al genere più rappresentato. In caso di violazione di questo principio, nei Comuni sopra i 15mila abitanti, la lista decade. I paesi più piccoli sono stati salvaguardati dalla sanzione più dura perché lì decadrebbe anche il sindaco. C´è poi la possibilità di esprimere due preferenze, invece che una, per i candidati a consigliere comunale, a patto che si tratti di un uomo e di una donna. In caso contrario, si annulla la seconda preferenza. Niente di particolarmente diverso da quello che succede da anni in moti altri Paesi europei – ha concluso Stella Ciarletta - dove la rappresentanza femminile è pari al 40 percento mentre da noi è ferma al 20 percento in Parlamento e proporzionalmente più bassa presso le Regioni ed Enti Locali”.  
   
   
SEMINARIO: DONNE ELETTE NELLE AMMINISTRAZIONI LOCALI  
 
Trenot, 15 ottobre 2012 - Si è tenuta a Roncegno Terme presso l’Hotel Villa Angiolina la 7° edizione del Seminario residenziale per le donne elette nelle amministrazioni locali della provincia di Trento. Sabato 13 e domenica 14 ottobre le donne amministratrici dei comuni trentini e delle Comunità di Valle hanno partecipato alle due giornate di formazione organizzate dall’Assessorato alla solidarietà internazionale e alla convivenza – Ufficio per le politiche di pari opportunità. Ha aperto i lavori l’assessore Lia Beltrami Giovanazzi. Il grande successo riscosso negli anni scorsi dall’iniziativa ha confermato l’opportunità di prevedere anche per quest’anno l’organizzazione del Seminario residenziale per approfondire specifiche tematiche, favorire la reciproca conoscenza fra le amministratrici locali del nostro territorio e avviare possibili progetti comuni. Per il secondo anno, oltre a alla partecipazione delle amministratrici comunali il Seminario ospiterà anche le donne elette nelle Comunità di Valle. Per quanto riguarda il programma, sabato 13 ottobre l’obiettivo è stato quello di fornire alle amministratrici un’occasione per confrontarsi e condividere alcuni strumenti utili rispetto al tema della conciliazione fra vita familiare e vita lavorativa. La mattina il tema è stato condotto da Marcella Chiesi, consulente e formatrice, mentre il pomeriggio il tema è stato affrontato secondo il metodo dell’Open Space Technology basato sull’animazione partecipata, che ha consentito alle partecipanti di essere le vere protagoniste del confronto. La mattina di domenica 14 ottobre è stata invece dedicata al modello Family Audit che è stata illustrato da Luciano Malfer, Dirigente dell’Agenzia per la famiglia, la natalità e le politiche giovanili. Rispetto all’applicazione concreta del Family Audit, e quindi all’applicazione di soluzioni organizzative innovative e competitive relativamente alla flessibilità del lavoro e alla cultura della conciliazione, le amministratrici potranno poi ascoltare le testimonianze dei rappresentanti di enti pubblici e privati che hanno conseguito la certificazione. Il programma www.Pariopportunita.provincia.tn.it  oppure contattando l’Ufficio per le politiche di pari opportunità al numero 0461/493219  
   
   
TRENTO: ESAME PER EDUCATORE NEI NIDI, APERTI I TERMINI LE DOMANDE ENTRO IL 30 OTTOBRE 2012  
 
 Trento, 15 ottobre 2012 - A decorrere dal , 10 ottobre 2012, sono aperti i termini per la raccolta delle domande per l’ammissione all’esame per il conseguimento della qualifica professionale di educatore nei nidi d’infanzia e nei servizi integrativi riservato a coloro che siano in possesso di un idoneo diploma di laurea negli ambiti psico-pedagogico e socio-educativo. Termini e modalità per la presentazione delle domande sono pubblicati sul Bollettino Ufficiale della Regione Trentino-alto Adige parte I e Ii n. 41 del 9 ottobre 2012 e sono reperibili anche sul sito www.Vivoscuola.it La domanda di partecipazione va redatta su carta semplice avvalendosi del modulo pubblicato sui siti istituzionali www.Modulistica.provincia.tn.it e www.Vivoscuola.it e va presentata al Servizio Istruzione – Ufficio Infanzia, Via Gilli 3, 38121 Trento entro e non oltre il 30 ottobre 2012.