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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 13 Marzo 2007
LA GRANDE DISTRIBUZIONE ITALIANA FINALMENTE IN CINA. TRA PECHINO E SHANGAI SUBITO QUATTRO FLAG STORES NEL SEGNO DEL MADE IN ITALY. DE CASTRO: “UN PROGETTO STRATEGICO DA APPLICARE ANCHE IN ALTRI PAESI”.  
 
Una catena di negozi bandiera-flag stores per portare i prodotti italiani ai consumatori cinesi. Nel segno dell’internazionalizzazione delle imprese e della produzione italiana per i mercati esteri, la nostra grande distribuzione arriva nel Paese della grande muraglia grazie al progetto “Piaceri italiani in Cina”. E’ il risultato di un importante accordo commerciale siglato tra partner italiani e cinesi: sugli scaffali produzioni di alta qualità per far conoscere l’Italia attraverso le eccellenze agroalimentari. Oggi, al Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, il Ministro Paolo De Castro, nel corso di un vertice tecnico, ne ha illustrato i contenuti. “E’ un’iniziativa fortemente voluta da questo Ministero – ha sottolineato De Castro –. In questi mesi abbiamo lavorato alla sua applicazione in stretta sintonia con l’Ambasciata italiana, il Ministero degli Esteri, il Ministero per il Commercio internazionale e i partner delle varie società agroalimentari coinvolte. E’ una modalità estremamente interessante per un Paese come il nostro che all’estero non ha grossi sbocchi commerciali. Permette ai prodotti di arrivare su mercati che, nonostante la domanda di Made in Italy, finora non sono raggiunti dalla grande distribuzione organizzata”. Grazie all’accordo commerciale siglato con partner cinesi, Crai, la catena italiana di grande distribuzione alimentare, arriva in Cina in collaborazione con alcuni protagonisti dell’industria agroalimentare quali il Consorzio Grana Padano, Cavit e Conserve Italia. La prima fase dell’intesa prevede la realizzazione, prima delle Olimpiadi del 2008, di quattro flag-stores, due a Shangai e due a Pechino, successivamente di 400 shop in the shop, 12 cash&carry, quattro centri distributivi. A regime è previsto un giro d’affari di oltre 700 milioni di euro all’anno. “Se l’operazione avrà successo – ha detto il Ministro Paolo De Castro al termine dell’incontro – punteremo ad accordi simili anche in Russia, India, America Latina e in tutti quei Paesi dove e’ molto forte la domanda per il Made in Italy”. .  
   
   
IL VICE PRESIDENTE DELLA CONFAGRICOLTURA SERGIO LENZI: "DALLA NUOVA OCM ORTOFRUTTA NUOVO IMPULSO ALLA COMOPETITIVITÀ DELLE IMPRESE"  
 
“Aggregare l’offerta: è questa l’unica strada percorribile per il settore ortofrutticolo per competere a livello internazionale. E l’Organizzazione comune di mercato è uno strumento per incentivare queste dinamiche. ” Lo ha detto il vicepresidente della Confagricoltura Sergio Lenzi intervenendo, a Faenza, al convegno “La competitività dell’ortofrutta: innovazione, mercati, ocm”. Lenzi ha spiegato che l’azienda ortofrutticola “produttrice” non è più un modello sostenibile. Il valore aggiunto derivante dal condizionamento, dalla prima lavorazione, dalla promozione di un marchio commerciale è l’unica strada che può traghettare le imprese verso un futuro migliore. “La nuova proposta va in questa direzione – ha detto - introducendo elementi di flessibilità che potranno far crescere il numero delle Organizzazioni di produttori”. C’è poi l’esigenza di spendere i soldi dei programmi operativi in modo intelligente, focalizzando l’attenzione su investimenti che facciano crescere la competitività e l’innovazione abbassando di conseguenza i costi di produzione. Lenzi si è quindi soffermato sull’altro grande tema di questa riforma, il disaccoppiamento. Confagricoltura ha preso una scelta che privilegia il disaccoppiamento totale degli aiuti alla trasformazione. Non si tratta, come qualcuno ha pensato, di mettere in difficoltà l’industria, ma di fare in modo che l’intero settore possa finalmente crescere libero da influenze esterne, valorizzare il lavoro fatto dalle cooperative di autotrasformazione e dalle industrie che hanno saputo creare un rapporto corretto con i propri fornitori. .  
   
   
CRISI DI MERCATO VITELLO DA CARNE  
 
La Giunta veneta, su proposta del vicepresidente Luca Zaia, ha deciso di chiedere al Ministero delle politiche agricole l’attivazione del fondo per le crisi di mercato allo scopo di favorire la ripresa economica e produttiva delle imprese agricole della Regione che operano nel settore dell’allevamento del vitello da carne. “Si tratta di una attività zootecnica nel quale il Veneto primeggia in Italia – ha fatto presente Zaia – collaterale all’intera filiera bovina. L’uniceb, l’Unione importatori, esportatori, industriali, commissionari, grossisti, ingrassatori, macellatori e spedizionieri carni, bestiame, prodotti e derivati, ha tuttavia segnalato a Veneto, Lombardia, Piemonte ed Emilia – Romagna come il settore, a partire dal secondo semestre 2006, soffra di una profonda crisi di mercato”. “Anche per il 2007 – ha aggiunto Zaia – si stanno prolungando situazioni particolarmente critiche per la collocazione di tale produzione, che risulta frequentemente invenduta o vede la concorrenza straniera con importazioni tali da determinare un eccesso di offerta, con la conseguente “caduta” dei prezzi ai produttori sull’ordine del 25 per cento. In questo contesto, per il produttore i prezzi risultano talmente bassi da non essere in grado di remunerare i fattori della produzione e quindi di assicurare un minimo di redditività per l’imprenditore e la propria famiglia, in una situazione, tra l’altro, di aumento costante dei costi di acquisto delle materie prime”. Rispetto a questo, lo Stato ha previsto l’istituzione del fondo per le crisi di mercato presso il Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali. “Benché non risultino ancora definite le modalità operative per l’applicazione della normativa, che andranno concordate in Conferenza Stato-regioni – ha concluso Zaia – abbiamo deciso di chiedere l’attivazione del fondo per poter fronteggiare appena possibile la situazione, richiedendo altresì l’avvio delle procedure per definire le modalità di applicazione della normativa”. .  
   
   
PREZZO DEL LATTE: “AUSPICHIAMO CHE SI ARRIVI AD UN ACCORDO SODDISFACENTE” LA CIA DELL’EMILIA ROMAGNA APPOGGIA L’AZIONE CONGIUNTA DELLE ORGANIZZAZIONE AGRICOLE LOMBARDE NELLE INIZIATIVE SINDACALI CHE COINVOLGERANNO LE IMPRESE INDUSTRIALI DELLA LOMBARDIA  
 
 E’ saltata la trattativa tra le rappresentanze degli industriali del latte e le associazioni agricole lombarde Coldiretti, Cia e Federlombarda per la definizione del prezzo del latte 2007 . “Assolatte infatti - spiega in una nota Nazario Battelli, presidente della Cia Emilia Romagna - non ha voluto riconoscere ai produttori agricoli un aumento del prezzo del latte che invece è più che giustificato dall’andamento reale del mercato. Stiamo seguendo con attenzione e preoccupazione l’andamento della trattativa – continua- anche se l’atteggiamento arrogante delle rappresentanze delle imprese acquirenti aderenti ad Assolatte ha portato ad una inevitabile rottura delle trattative con le Organizzazioni professionali della Lombardia. Le Cia Emilia Romagna - prosegue Battelli - ritiene quindi importante l’azione congiunta intrapresa e proporrà alle associazioni emiliano romagnole di sostenere le annunciate le iniziative sindacali che coinvolgeranno le imprese industriali sul territorio lombardo. Auspichiamo – conclude Battelli - che si possa raggiungere in tempi brevi un accordo soddisfacente che porterebbe anche certezze alle conclusioni dei contratti in Emilia Romagna ”. .  
   
   
PISA, AGRICOLTURA: LE INIZIATIVE DELLA CAMERA DI COMMERCIO  
 
L’agricoltura rappresenta nello scenario economico della provincia di Pisa un elemento sempre più importante e per questo la Camera di Commercio ha intrapreso da tempo, in accordo con le imprese e con le associazioni di categoria, una politica di sostegno e valorizzazione. Da una logica “quantitativa”, difficilmente spendibile in un mercato globalizzato, si è progressivamente passati verso un equilibrio quantità/qualità dando a quest’ultima una connotazione sempre più significativa esaltando quei prodotti locali tradizionali che possono meglio competere coi mercati nazionali e internazionali ed essere apprezzati anche in quelli locali. Nella giornata di lunedì 5 marzo la Bip, ha consegnato alle aziende: Az. Agr. San Gervasio, Fattoria Sorbaiano, Fattoria Uccelliera, Az. Agr. Il Frantoio di Vicopisano, Oleificio Sociale dei Monti Pisani, Cooperativa Oleificio Sociale di Buti, Società Cooperativa Agricola Le Macine, che hanno partecipato ad un percorso formativo legato alla certificazione e alla tracciabilità, i manuali di tracciabilità ed un attestato di partecipazione. Successivamente, in collaborazione con Barbara Paolucci della Borsa Merci Telematica Italiana, è stato illustrato il servizio Borsa Merci Telematica che consente una contrattazione on line dei prodotti agricoli, agroalimentari ed ittici, in tempo reale. Con 4397 contratti scambiati, quasi 580. 000 tonnellate scambiate, 140 milioni di euro transati e 875 operatori accreditati (dati 2006), la Borsa Merci costituisce un importante strumento innovativo che garantisce, ancor più delle attuali borse merci, condizioni di trasparenza e visibilità dei prezzi oltre a dare maggiori sicurezze agli operatori grazie al “filtro” che viene previsto prima di accettare il nuovo soggetto, verificandone l professionalità, la solvibilità e la correttezza. Dopo l’illustrazione del servizio, si è proceduto ad una serie di simulazioni esemplificative che hanno permesso di verificare la semplicità e l’efficacia del servizio. Agli attuali 32 prodotti inseriti nelle contrattazioni, e ai 2 di prossimo ingresso, se ne potranno aggiungere ancora altri: la condizione necessaria è quella che un gruppo di produttori (anche di province e/o regioni diverse) ne faccia richiesta alla Camera di Commercio che avvierà le pratiche per la costituzione del Comitato di filiera che ha il compito di redigere un regolamento del prodotto merceologico da sottoporre a giudizio e ratifica della Deputazione Nazionale della Bmti che ne consente l’adozione. A questo punto il prodotto entra a pieno titolo nella contrattazione della Borsa Merci telematica. Grazie alla convenzione stipulata tra Bip-camera di Commercio di Pisa e la società Bmti (Borsa merci telematica italiana), le aziende della provincia che ne faranno richiesta, potranno accreditarsi gratuitamente alla Borsa. .  
   
   
BULGARIA, SALGONO PREZZI PRODOTTI ALIMENTARI  
 
I prezzi dei prodotti alimentari sono aumentati tra il 2 p. C. E il 5 p. C. , secondo rilevazioni ufficiali del mese di febbraio, riportate dalla Sofia News Agency. In particolare, lo zucchero e il latte sono cresciuti tra l´1 p. C. E il 3 p. C. Rispetto al mese precedente, e un chilogrammo di riso costa in media il 5,2 p. C. In più. L´incremento del prezzo dei pomodori è invece stato del 3,3 p. C. Per chilogrammo. Altri prodotti alimentari, come le uova, hanno mantenuto invariato il loro prezzo. .  
   
   
DONNE E AGRICOLTURA: UN BINOMIO VINCENTE NEL LAZIO  
 
 "Il Lazio si tinge di rosa grazie alle tante donne e al loro importante lavoro, soprattutto quello che fanno le donne in agricoltura. Dobbiamo impegnarci per cancellare quel brutto primato che posiziona l´Italia al 72° posto nel mondo per le Pari Opportunità". Con queste parole il presidente Marrazzo si è rivolto alla platea, composta soprattutto di donne, durante il convegno “Donne e agricoltura. Una sfida possibile” alla Casa del Jazz di Roma. Presenti il ministro per le Politiche agricole Paolo De Castro e l´assessore regionale all´Agricoltura Valentini. Poco prima si era esibito il coro delle Mondine di Novi di Modena con canti tradizionali. "Le donne sono il motore dell´agricoltura – ha detto l’assessore Valentini - la risorsa ed il valore aggiunto per l´economia della nostra Regione. Per questo motivo nel Piano di sviluppo rurale abbiamo previsto misure di finanziamento per i giovani e per le politiche di genere, ovvero per le donne". Rispetto al 2005 la presenza femminile nelle imprese agricole è raddoppiata: sono passate, infatti, da 67 mila a oltre 73 mila le aziende laziali guidate dalle donne. Le donne guidano aziende di media e grande dimensione (il 55% sopra i 10 ettari) e tecnologicamente avanzate (il 70% ha introdotto nuovi macchinari). Le donne sono anche attente alle coltivazioni biologiche. .  
   
   
CICCOLELLA S.P.A.: BILANCIO 2006 PERDITA DI EURO 673 MILA, DERIVANTE PER EURO 314 MILA DAL’ATTIVITÀ TESSILE SVOLTA NEI PRIMI DUE MESI DELL’ESERCIZIO PATRIMONIO NETTO DI EURO 10.434 MILA  
 
 Si è riunito il 9 marzo 2007 a Molfetta (Ba), sotto la presidenza del Dr. Corrado Ciccolella, il Consiglio di Amministrazione di Ciccolella S. P. A. , per esaminare il progetto di bilancio dell’esercizio chiuso al 31 dicembre 2006 che verrà sottoposto all’approvazione dell’Assemblea degli Azionisti convocata per il prossimo 20 aprile 2007 in prima convocazione e per il 15 maggio 2007 in seconda convocazione. Dall’esercizio 2006 la società ha adottato i nuovi principi contabili internazionali Ias/ifrs. Ciò ha comportato la rielaborazione dei bilanci degli esercizi precedenti. Dalla cessazione dell’attività in campo tessile, avvenuta nel mese di marzo 2006, la società non ha svolto attività operativa. Non è pertanto significativo il confronto dei valori al 31 dicembre 2006 con quelli del precedente esercizio riportati nei prospetti contabili di bilancio. La società, in quanto detentrice esclusivamente di disponibilità liquide, non ha redatto il bilancio consolidato. L’esercizio si chiude con una perdita di euro 673 mila, derivante per euro 314 mila dall’attività tessile svolta nei primi due mesi dell’esercizio. Il patrimonio netto è passato da euro 8. 565 mila al 31 dicembre 2005 ad euro 10. 434 mila al 31 dicembre 2006 per effetto della plusvalenza di euro 2. 542 mila generata dalla cessione dell’attività tessile portata direttamente ad incremento del patrimonio netto e del decremento derivante dalla perdita di euro 673 mila conseguita nell’esercizio. La posizione finanziaria al 31 dicembre 2006 è positiva per euro 10. 493 mila. Il Consiglio di Amministrazione proporrà all’Assemblea di riportare a nuovo la perdita dell’esercizio, in attesa di avviare l’attività operativa. .  
   
   
CENTRALE DEL LATTE DI TORINO & C. S.P.A.: APPROVATO IL PROGETTO DI BILANCIO DELL’ESERCIZIO 2006. CRESCE DEL 17,9% L’UTILE NETTO CONSOLIDATO PARI A 2,3 MLN DI EURO (VS 2 MLN DI EURO AL 31/12/2005). PROPOSTA LA DISTRIBUZIONE DI UN DIVIDENDO DI 0,05 EURO PER AZIONE.  
 
 Il Consiglio di Amministrazione di Centrale del Latte di Torino ha approvato il 9 marzo il progetto di bilancio dell’esercizio 2006 che sarà sottoposto all’approvazione dell’assemblea degli azionisti che si terrà il 26 aprile 2007. A livello consolidato, nell’esercizio 2006, il Gruppo ha raggiunto ricavi netti pari a 96,5 milioni di Euro in aumento dell’1,4% rispetto ai 95,2 milioni di Euro al 31/12/2005 grazie alla capacità di presidio dei mercati di riferimento e alla valorizzazione dei brand del Gruppo. Alla crescita dei ricavi hanno inciso positivamente il segmento del latte fresco (+3,3%), dello yogurt (+3,9%) e degli altri prodotti confezionati (+2,1%) della linea di prodotti freschi-freschissimi. Quest’ultimo segmento, in particolare, continuerà ad essere arricchito di nuove referenze nella frutta e nella verdura di Iv gamma grazie all’avvio dell’attività nel nuovo stabilimento di Casteggio (Pv) della collegata Salads & Fruits che produce, confeziona e distribuisce insalate e frutta fresche sia per il Gruppo che per altri importanti clienti. A livello di marginalità, al 31 dicembre 2006, il Gruppo ha registrato un Ebitda (margine operativo lordo) pari a 10,3 milioni di Euro, in aumento del 7,8% rispetto ai 9,6 milioni di Euro del 2005 e un Ebit (risultato operativo) di 5,9 milioni di Euro, in crescita del 16,9% rispetto ai 5,1 milioni di Euro nell’anno precedente. In crescita rispetto all’anno precedente risulta essere anche l’utile netto che al 31/12/2006 è pari a 2,3 milioni di Euro, rispetto ai 2 milioni di Euro del 2005 (+17,9%). La posizione finanziaria netta del Gruppo al 31/12/2006 è negativa per circa 6 milioni di Euro rispetto ai 3,4 milioni di Euro al 30/9/2006 e ai 2,6 milioni di Euro del 31/12/2005. Tale risultato è influenzato dal pagamento dell’acconto delle imposte d’esercizio e, parallelamente, dal mutuo di 10 milioni di Euro stipulato per la costruzione del nuovo stabilimento di Vicenza. Per quanto riguarda la Capogruppo Centrale del Latte di Torino, a fine dicembre 2006 ha registrato ricavi complessivi di 57,9 milioni di Euro, in crescita dell’1,9% rispetto ai 56,8 milioni di Euro del 2005; l’Ebitda sale a 8 milioni di Euro, in crescita del 8,9% rispetto ai 7,4 milioni di Euro del 2005, mentre il risultato operativo è di 6,4 milioni di Euro, in incremento del 19,1% rispetto ai 5,3 milioni di Euro del 2005 e l’utile netto è di 2,7 milioni di Euro rispetto ai 2,9 milioni di Euro del 2005. Alla luce dei positivi risultati ottenuti, il Consiglio di Amministrazione ha deciso di proporre alla prossima Assemblea degli azionisti, che si terrà a Torino il prossimo 26 Aprile, la distribuzione di un dividendo pari a 0,05 Euro per azione (invariato rispetto a quello distribuito nel 2006) in pagamento dal 10 maggio 2007 con stacco della cedola il 7 maggio 2007. All’assemblea degli azionisti, che si riunirà sempre il 26 Aprile anche in sede straordinaria, verranno proposte inoltre le modifiche statutarie ai sensi del D. Lgs. 262 del 28/12/2005 (la cosiddetta Legge sul Risparmio) e la proroga della durata dell’incarico di revisione contabile sul bilancio d’esercizio alla società Kpmg S. P. A. A tutto l’esercizio 2014. Il Consiglio di Amministrazione ha inoltre approvato la relazione annuale sulla Corporate Governance. .  
   
   
MARR: STIPULATA LA CONVENZIONE DI FORNITURA CON INTERCENT-ER PER UN VALORE DI 31 MILIONI DI EURO. LA CONVENZIONE HA PER OGGETTO LA FORNITURA DI DERRATE ALIMENTARI E NON ALIMENTARI ALLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI DELL´EMILIA-ROMAGNA.  
 
 Rimini – Marr ha stipulato l’ 8 marzo 2007 la convenzione con l´Agenzia Regionale Intercent-er per la fornitura di prodotti alimentari e non alimentari alle Pubbliche Amministrazioni della regione Emilia-romagna. La convenzione, della durata di due anni, rinnovabili per ulteriori 12 mesi fino a concorrenza del valore della fornitura, ha un valore di 31 milioni di Euro. La fornitura ha per oggetto una gamma di circa 900 referenze, tra prodotti alimentari - con preferenza per quelli a marchio Dop e Igp e di provenienza biologica – e non food (accessori per la consumazione del pasto). L´agenzia - denominata Intercent-er Agenzia regionale di sviluppo dei mercati telematici - costituisce una nuova modalità per gestire gli acquisti di beni e servizi attraverso strumenti telematici innovativi. Nata all´interno del progetto Intercent-er, l´Agenzia ha il compito di promuovere e sostenere il processo di ottimizzazione degli acquisti e di gestire la piattaforma tecnologica predisposta dalla Regione. La convenzione stipulata prevede la gestione telematica degli ordini di fornitura provenienti delle Pubbliche Amministrazioni, attraverso il sito web di Intercent. Nel 2006 le vendite di Marr agli Enti Pubblici hanno rappresentato circa 1´1% di 960 milioni di Euro di ricavi delle vendite del Gruppo. "La stipula della convenzione con Intercent-er – ha commentato l´Amministratore Delegato di Marr Ugo Ravanelli – consente di dare un ulteriore e significativo impulso ai nostri piani di sviluppo. L´aggiudicazione di questa gara conferma che soltanto operatori di dimensioni rilevanti come Marr sono in grado di gestire forniture complesse come quella Intercent-er, garantendo un elevato livello di servizio". .  
   
   
ZOOTECNIA; NITRATI,FRONTE COMUNE PER TUTELA SETTORE REGIONE CHIEDE A MINISTERO AMBIENTE DI PRENDERE POSIZIONE CHIARA  
 
 Milano - Scelte strategiche condivise e azioni concrete per affrontare in maniera efficace il problema dei nitrati. In un incontro svoltosi a Milano, la vicepresidente e assessore regionale all´Agricoltura, Viviana Beccalossi, l´assessore alle Reti e Servizi di pubblica utilità, Massimo Buscemi, e i rappresentanti delle Organizzazioni Professionali (Coldiretti, Confagricoltura, Cia), tracciano una strategia comune e fanno fronte compatto su un tema complesso e delicato. La Commissione dell´Unione Europea, sul tema nitrati, pretende infatti la ridefinizione delle zone vulnerabili (ampliandole a tutta la Pianura padana) e un adeguamento dei programmi di azione, con i relativi tempi di attuazione. In assenza di tali impegni, la Commissione intende avviare la procedura di infrazione davanti alla Corte di Giustizia europea che determinerebbe, tra l´altro, il fondato pericolo di non approvazione del Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 e il blocco delle relative risorse finanziarie. "Il nostro obiettivo - commentano gli assessori Beccalossi e Buscemi - è di limitare la ricaduta negativa per l´intero comparto zootecnico, settore che trova la massima espressione nazionale nella in Lombardia. La ridefinizione delle aree ha già determinato un ampliamento del territorio regionale vulnerabile, già molto difficile da sostenere e pari ora a circa il 56% della pianura lombarda a fronte del 100% richiesto dalla Commissione Europea". Le preoccupazioni di Regione Lombardia riguardano anche l´atteggiamento del Governo centrale. "All´esecutivo - aggiungono Beccalossi e Buscemi - chiediamo di esprimersi in maniera chiara. Devono dirci se la nostra proposta di ampliamento al 56% delle zone vulnerabili è condivisa o se invece ci si vuole allineare al 100% richiesto da Bruxelles. Le notizie che giungono da Roma sono tutt´altro che rassicuranti, il ministro dell´Ambiente, Pecoraro Scanio, sembrerebbe infatti propenso ad applicare alla lettera i dettami comunitari". "Qui è in gioco - ricordano Beccalossi e Buscemi - il futuro di migliaia di aziende agro-zootecniche soprattutto delle province di Brescia, Cremona, Mantova, Lodi e Bergamo. Solo facendo fronte compatto tra tutte le Regioni coinvolte e con una risposta forte e precisa anche da parte del ministero dell´Ambiente, potremo ottenere dall´Unione Europea il risultato che agricoltori e allevatori si aspettano. In tal senso abbiamo chiesto alle Organizzazioni Professionali della Lombardia di attivarsi con i loro colleghi di Emilia Romagna, Veneto, Piemonte e di tutte le altre zone per far sì che il nostro impegno trovi riscontro anche in queste realtà" Queste, in sintesi, le azioni attivate da Regione Lombardia sul tema nitrati: a livello nazionale sono in atto azioni che coinvolgono il Ministero delle Politiche Agricole e il Ministero dell´Ambiente, affinché considerino adeguati i provvedimenti adottati senza richiedere ulteriori delimitazioni di territorio; a livello comunitario, si sta sostenendo con ampia documentazione l´adeguatezza dei provvedimenti assunti rispetto alla direttiva comunitaria per ottenere le deroghe ai limiti di utilizzazione agronomica dei reflui; a livello regionale è previsto un piano esclusivo per le zone vulnerabili finalizzato alla realizzazione di impianti aziendali e consortili per la produzione di energia elettrica e biogas da reflui zootecnici e biomasse vergini. L´obiettivo è quello di fornire agli allevatori uno strumento per lo smaltimento delle eccedenze di reflui ed un´opportunità per integrare il proprio reddito attraverso la produzione di energia elettrica finalizzata al risparmio in azienda e alla vendita. .  
   
   
IN ALTO TEVERE SI STUDIA COME FAR MANGIARE MEGLIO CANI E GATTI  
 
Perugia - Chi l’ha detto che dieta e buona cucina riguardino solo gli umani? Cani e gatti nell’Alto Tevere Umbro s’improvvisano “gourmand”: toccherà infatti a loro “testare” nuovi alimenti, pensati specificatamente per migliorare la qualità, il sapore e la salubrità dei cibi loro destinati, così da garantirne il benessere e il complessivo stato di salute, aumentando il livello di sicurezza e magari anche comprimendo i costi. E’ il risultato di una convenzione fra la Regione dell’Umbria, l’Università degli Studi di Perugia, l’Asl n. 1, la Comunità Montana “Alto Tevere Umbro” e la società “Conagit” di Città di Castello, un’azienda di spessore nel comparto della mangimistica. Sarà una vera e propria sperimentazione quella che coinvolgerà gli oltre 100 ospiti a quattro zampe del canile comprensoriale a Mezzavia di Lerchi (alla cui realizzazione ha contribuito la Regione), nel comune di Città di Castello, che dovranno “assaggiare” e giudicare con il loro istinto sicuro nuovi prodotti, messi a punto dalla “Conagit” con l’aiuto professionale di giovani laureati della Facoltà di Veterinaria. “Il nostro scopo – dice Gonario Guaitini, responsabile del Servizio di Sanità Veterinaria e Sicurezza Alimentare della Regione dell’Umbria – è quello di mettere insieme, operativamente, sinergie pubbliche e private, facendo incontrare l’interesse di un’azienda a migliorare la propria produzione con la necessità di salvaguardare il benessere animale, garantendo un’accurata sorveglianza veterinaria”. Guatini sottolinea come, con i nuovi regolamenti comunitari previsti dal “Pacchetto d’Igiene sulla Sicurezza Alimentare”, il cibo per gli animali sia ormai sottoposto (in tempi di “mucca pazza” e di “influenza aviaria”) alla stessa attenzione ed alla stessa necessità di controlli, che vigono per l’alimentazione umana, e che ciò non vale soltanto per i cosiddetti “animali da reddito”, ma anche per gli “animali d’affezione”: i quali – ha ricordato Guaitini – muovono, per quanto riguarda gli alimenti a loro destinati, un mercato miliardario in costante crescita, a testimonianza di quanto cani e gatti siano diventati importanti in una società, dove problemi affettivi e di solitudine vengono spesso compensati dalla “compagnia” dei fedeli amici a quattro zampe. Alla Regione sottolineano il valore sperimentale e di ricerca dell’iniziativa, che consente una collaborazione attiva tra i laureati della Facoltà di Veterinaria, dando loro la possibilità d’impiegare sul campo il loro sapere, e un’azienda, che può avvalersi di una qualificata opera di consulenza, a tutto vantaggio del benessere e della sicurezza e, perché no, anche dell’economicità. .  
   
   
MONTAGNA A VALLOMBROSA LA TERZA CONFERENZA REGIONALE LA "FOTOGRAFIA" DELLO SVILUPPO NEL CONTRIBUTO DELL´IRPET FINITA L´EPOCA DELLO SPOPOLAMENTO, EMERGONO QUATTRO "TIPI" DI MONTAGNA  
 
Vallombrosa (Fi) - Un territorio pari a circa la metà di quello regionale, abitato da circa un quinto dei cittadini toscani: ma anche un complesso di problemi, sfide, opportunità la cui conoscenza è premessa fondamentale per costruire il futuro della montagna toscana. Con una precisa consapevolezza: "Le montagne toscane appaiono oggi come una realtà molto più diversificata rispetto al passato, quando tutte le aree erano accomunate dal fatto di essere rimaste ai margini dello sviluppo industriale". E´ questa la visione di insieme che questa mattina, nella prima giornata della Conferenza regionale delle montagne di Toscana, è stato possibile proporre grazie alla "fotografia" elaborata dall´Irpet. Un quadro che sarà alla base della futura Intesa per uno sviluppo sostenibile dei territori toscani e che, sulla base anche degli appuntamenti che hanno preceduto la Conferenza, si articola su tre assi principali: le risorse umane, le risorse economiche e le risorse territoriali. In sintesi. Le risorse umane. Dopo i decenni dello spopolamento dal 2000 in poi si è registrata una vera e propria inversione di tendenza. Le aree montane toscane hanno cominciato ad attrarre di nuovo popolazione, anche se con dimensioni molto inferiori a quelle dell´esodo (6 mila nuovi abitanti nel periodo 2000-2004 contro i 150 mila persi tra il 1951 e il 1971). L´accessibilità dei servizi resta comunque assai diversa rispetto a quella delle aree non montane. In montagna gli asili nido hanno bacini di utenza di 193 chilometri quadrati contro i 32 delle aree non montane, le farmacie di 45 chilometri quadrati contro i 15, gli uffici postali di 30 contro 19, gli alimentari di 6 contro 2 chilometri quadrati. "Di fronte a una prospettiva futura che vede da un lato un tendenziale aumento della domanda di servizi di cura (a causa dell´invecchiamento della popolazione e dell´aumento delle persone sole) - si legge nel documento dell´Irpet - e dall´altro un andamento ´non crescente´ delle risorse economiche disponibili, diviene sempre più stringente il problema dell´innovazione". Non è un caso che le Comunità montane siano stati gli enti più attivi nella riorganizzazione della rete dei servizi attraverso le gestioni associate. Le risorse economiche. In generale rispetto alle aree non montane, la montagna risulta ancora meno vivace dal punto di vista economico e occupazionale e meno interessata ai processi di terziarizzazione, ma anche caratterizzata da una maggiore presenza relativa delle attività manufatturiere (sono il 45 per cento del totale in montagna contro il 35 per cento del resto della regione) e da una loro maggiore tenuta. Nell´ultimo decennio, infatti, gli addetti all´industria sono diminuiti del 4,6 per cento nelle aree non montane e dello 0,6 per cento in quelle montane. Il settore primario, che pesa solo per il 2 per cento sul Pil regionale, rappresenta circa il 4 per cento in montagna. Sono 51 mila le aziende agricole della montagna toscana, con una dimensione media per azienda superiore a quella regionale (15 ettari contro 12), anche se con una redditività minore. Importante lo sviluppo sia dell´agricoltura biologica, con quote di superficie che in alcune realtà (colline del Fiora, Alta val di Cecina) arriva e supera il 40 per cento, che delle attività agrituristiche (in montagna si concentrano circa il 40 per cento delle strutture). Le risorse territoriali. Con oltre un milione di ettari di boschi la Toscana detiene la più vasta superficie territoriale toscana. Di essi una quota importante ricade in montagna. In montagna e in collina sono compresi 1. 460 ettari di parchi e aree protette, pari al 73,4 per cento della superficie totale regionale. Quattro tipi di aree. La "fotografia" dell´Irpet ha consentito di individuare quattro tipi di aree. Un primo tipo (area lucchese, val di Bisenzio, Media valle del Serchio) ad alto potenziale di sviluppo, il cui fattore trainante è la presenza di importanti attività manifatturiere; un secondo, (Appennino nordorientale e Alta Versilia) con potenzialità di sviluppo medio-alte, con relativa vicinanza ai maggiori centri urbani e diversificazione produttiva; un terzo (Valtiberina, Cetona, Val di Merse, Garfagnana, Val di Cecina e Arcipelago toscano) anch´esso caratterizzato dalla diversificazione produttiva ma da una maggiore lontananza dai centri urbani, tanto è vero che le difficoltà risiedono essenzialmente in una maggiore accessibilità ai servizi; un quarto infine costituito dalla aree tradizionalmente più deboli, segnate dalla forte perifericità, dalla scarsa accessibilità anche infrastrutturale, dalla debolezza della base produttiva e demografica, ma anche da buone potenzialità legate a una attenta valorizzazione delle risorse naturali e culturali. .  
   
   
MONTAGNA: LA TERZA CONFERENZA REGIONALE A VALLOMBROSA DAL FEDERALISMO FISCALE NUOVA EQUITÀ TRA TERRITORI L´OBIETTIVO È INDIVIDUARE NUOVI STRUMENTI PER GARANTIRE SERVIZI E QUALITÀ DELLA VITA  
 
 Vallombrosa (Fi) - "E´ possibile, o forse necessario, visto che il federalismo fiscale sembra avviarsi all´attuazione, prevedere a livello territoriale un´azione di riequilibrio a favore di territori svantaggiati come la montagna?". L´assessore regionale al bilancio Giuseppe Bertolucci ha posto questo quesito alla platea della terza Conferenza regionale delle montagne di Toscana. "Il tema della cosiddetta ´perequazione´ tra territori - ha proseguito l´assessore - ha assunto una grande rilevanza nelle politiche pubbliche ed in particolare in quelle regionali e locali, in un contesto in cui le disuguaglianze territoriali esigono sempre di più modalità di compensazione e redistribuzione dei vantaggi. E´ cresciuta, infatti, la percezione della necessità di un´equità non solo sociale, ma anche di tipo territoriale per garantire i servizi essenziali minimi a tutti i cittadini". Di perequazione parla anche l´articolo 119 della Costituzione, al comma terzo, facendo riferimento ai territori con minore capacità fiscale e il tema è al centro della discussione e del confronto tra Stato, Regioni ed Enti locali, oltre ad essere fortemente presente anche nella politica di sviluppo regionale dell´Unione europea. Le risorse provenienti dal Fondo Europeo per lo sviluppo regionale (Fesr) sono infatti distribuite tra Regioni con una modalità prevalentemente riequilibrante. Per valorizzare la competitività dei territori montani la Toscana si è mossa finora con due misure: da un lato la riduzione dell´aliquota Irap dal 4,25% al 3,75% per tutte quelle imprese con una produzione netta nei territori montani inferiore a circa 77. 000 euro. Ne sono escluse le aziende agricole e le cooperative di piccola pesca. Dall´altro lato l´esenzione Irap per gli empori di montagna. Il risultato è un risparmio d´imposta di circa 1,35 milioni di euro nel 2004 in favore delle imprese situate in territori montani. Sono stati anche concessi crediti agevolati a sostegno di imprese che investono nei territori montani mediante l´istituzione di un apposito Fondo gestito da Fidi Toscana. "Per tutelare l´ecosistema montano, i cui benefici sono goduti prevalentemente in altri territori, si può ricorrere ad una tassazione ´di scopo´- precisa Bertolucci - che, però, con la legislazione vigente ed in assenza di una compiuta riforma della finanza regionale è piuttosto difficile strutturare. Certamente potrebbero aprirsi prospettive diverse nell´ambito del processo di federalismo fiscale, che dovrebbe consentire margini più rilevanti di autonomia tributaria alle Regioni, trasformando gli strumenti attuali in autentiche misure di fiscalità ambientale". Questi o altri strumenti impositivi regionali potrebbero entrare a far parte delle risorse che alimentano il Fondo per la montagna. Rispetto alla qualità della vita e ai servizi sono ipotizzabili misure di tipo prevalentemente sociale, dirette a individui o famiglie, legate alla residenza in territorio montano. Attualmente i tributi regionali disponibili sono pochi - in pratica solo l´addizionale regionale all´Irpef e l´addizionale regionale all´imposta di consumo sul gas metano - e non sono differenziabili in base alla residenza. Ma per fare questo bisogna aspettare il federalismo fiscale. .  
   
   
MONTAGNA LA TERZA CONFERENZA REGIONALE A VALLOMBROSA MARTINI : "DALLA CRESCITA DELLA MONTAGNA BENEFICI PER L´INTERA REGIONE" STOP AI FINANZIAMENTI A PIOGGIA. LE RISORSE PER PROGETTI INNOVATIVI E DI QUALITÀ. ALLA DIFFUSIONE DELLA BANDA LARGA NELLE AREE RURALI E MONTANE 20 MILIONI DI INVESTIMENTI ENTRO IL 2010  
 
Vallombrosa (Fi) - "Dalla montagna, che costituisce gran parte della Toscana, può venire un grande contributo al rilancio dell´intera regione. Montagna significa turismo di qualità, significa energia, significa agricoltura legata al territorio, significa nuovo slancio dell´economia rurale. Ora bisogna sviluppare per la montagna un nuovo dinamismo economico, fondato sulla qualità. In questo modo si aiuta la montagna e la montagna aiuta a crescere tutta la Toscana. Per questo abbiamo stanziato nel piano regionale per la montagna 16 milioni di euro nei prossimi quattro anni, a cui vanno aggiunte le risorse specifiche dei piani di settore, come quello sanitario, rurale o ambientale". Così il presidente della Regione Toscana, Claudio Martini, ha concluso la terza Conferenza regionale della montagna nella sala del Capitolo dell´Abbazia benedettina di Vallombrosa, affollata di sindaci dei piccoli comuni, di rappresentanti delle 20 comunità montane e dei tanti portatori di interessi delle montagne di Toscana accanto a gran parte della giunta regionale, ai vertici anche nazionali dell´Uncem e ai rappresentanti del governo, come il sottosegretario agli affari regionali Pietro Colonnella e Pietro Piacentini del Ministero dell´ambiente. "E´ finita l´epoca dei finanziamenti a pioggia - ha proseguito Martini. Non ci sarà la pioggia, in nessun senso, ci sono problemi persino per quella che viene dal cielo. Potremmo dire - ha ironizzato il presidente rivolgendosi alla numerosa platea di amministratori locali - che è finita la stagione della pioggia. Dobbiamo rendersi conto che viviamo una fase non transitoria di finanziamenti decrescenti. Ma per i progetti integrati (che riescono a mettere insieme realtà diverse), innovativi e di qualità, i fondi li troveremo. E´ il caso del progetto per la banda larga nelle aree rurali della Toscana per ridurre quello che viene chiamato divario digitale delle aree emarginate. Entro il 2007 assicureremo ad almeno 200. 000 cittadini e 15. 000 imprese, che ne sono attualmente privi, i servizi di connettività veloce. Entro il 2010, grazie a investimenti complessivi di 2 milioni di euro, la copertura sarà completa e i divari ridotti". "E´ anche questo un modo - ha detto ancora Martini - di praticare la perequazione tra i territori. Per noi perequazione vuol dire condivisione, non contrapposizione; vuol dire riconoscere ai territori montani, ma lo stesso discorso vale anche per le città e per la costa, il contributo e le risorse che mettono a disposizione per il bene di tutti, dell´intera regione". "Il compito che abbiamo ora davanti - ha concluso il presidente Martini - è di costruire un sistema coeso in cui le tante Toscane e le tante montagne si ritrovino in una dimensione non conflittuale ma parte di un unico sistema di dimensione regionale. E oggi è proprio dai settori considerati marginali come la montagna che arrivano segnali incoraggianti di dinamismo, da cui ci aspettiamo una spinta forte all´innovazione e ad uno sviluppo di qualità". .  
   
   
AGRICOLTURA: GIOVEDI´´ CONVEGNO SULLE FATTORIE DIDATTICHE  
 
 Udine - Il punto sul programma relativo alle fattorie didattiche del Friuli Venezia Giulia, un programma che consente ai giovani di avvicinarsi al mondo dell´agricoltura e alla civiltà contadina riscoprendo così i valori delle radici della nostra comunità e riappropriandosi degli spazi aperti e legati alla natura e alle attività agricole, sarà fatto giovedì 15 marzo, con inizio alle ore nove, nella Villa Manin di Passariano, nel corso di un convegno organizzato dall´Ersa, l´Agenzia regionale per lo sviluppo rurale. Il convegno, che sarà l´occasione per la presentazione delle guide "A scuola in fattoria" e "La spesa Bio con mamma e papà nei negozi a cielo aperto", finalizzate a consentire ai più piccoli cittadini di prendere contatto con la realtà agreste e con le produzioni biologiche, prevede l´intervento degli assessori regionali alle Risorse Agricole, Naturali e Forestali, Enzo Marsilio, e all´Istruzione, Cultura, Sport e Pace, Roberto Antonaz. Nel corso dei lavori saranno illustrati gli obiettivi delle fattorie didattiche, che sono indirizzate al mondo della scuola, da parte del direttore centrale delle Risorse Agricole, Naturali, Forestali e Montagna, Augusto Viola. Si parlerà inoltre del tema "cultura che nutre", nonchè delle scelte consapevoli da parte dei giovani consumatori. .  
   
   
SERVIZIO FORESTE DELLA PROVINCIA INTERVIENE CONTRO LA PROCESSIONARIA DEL PINO  
 
Bolzano - Le favorevoli condizioni climatiche hanno portato nell´Italia settentrionale a un aumento delle popolazioni di processionaria del pino, un bruco che attacca le piante. Il Servizio Foreste sdella Provincia segue costantemente l´evolversi dell´infestazione di processionaria del pino e nei casi più gravi su vaste superfici boscate, come ad esempio in Val Venosta, provvede al trattamento di lotta con specifici prodotti biologici. Al cittadino vengono illustrate alcune regole di comportamento. La processionaria del pino è un lepidottero (farfalla) diffuso nell´Europa centro-meridionale e nel bacino del Mediterraneo. I bruchi vivono su diverse specie di pino (occasionalmente cedri, douglasie) dei quali divorano gli aghi. Alla fine dell’inverno abbandonano i nidi con tipiche “processioni” alla ricerca di cibo. Oltre alla maggiore presenza di processionaria del pino in Alto Adige, l’inverno mite ha determinato quest’anno un’anticipata fuoriuscita dei bruchi dai lori nidi invernali. Il Servizio forestale provinciale segue costantemente l´evolversi dell´infestazione di processionaria del pino. Nel caso di forti infestazioni su vaste superfici boscate - come in Val Venosta - il Servizio forestale provvede al trattamento di lotta con specifici prodotti biologici. Nel caso di singoli o piccoli gruppi di alberi nei centri abitati, i tecnici della Provincia offrono il proprio supporto tecnico ad amministrazioni comunali e ai singoli proprietari sulle misure di lotta più idonee da adottare. In questo caso si consiglia di contattare la Stazione Forestale territorialmente competente. Nell´uomo - osserva il Servizio forestale provinciale - le setole urticanti sia degli adulti che dei bruchi possono provocare reazioni allergiche, irritazioni a carico della cute e delle mucose (in genere braccia, collo, bocca, occhi, etc. ). È pertanto consigliabile evitare il contatto diretto con i bruchi, non toccare i nidi, nei boschi infestati non smuovere a mani nude lo strato di lettiera e il terreno, evitare di sostare nelle immediate vicinanze di piante infestate. Nel caso di sintomi allergici su parti del corpo, bisogna lavare abbondantemente la parte con acqua corrente e rivolgersi all’assistenza medica specificando il contatto con l’insetto. . .  
   
   
PUGLIA: AGROALIMENTARE: 16 AZIENDE PUGLIESI AL FOODEX JAPAN  
 
Sedici aziende pugliesi dal 13 al 16 marzo 2007 parteciperanno alla 32ma edizione della manifestazione “Foodex Japan International Food and Beverage Exhibition”, che si svolgerà presso il Nippon Convention Center – Makuhari Messe di Tokio. La fiera, di frequenza annuale è rivolta ai prodotti alimentari e bevande, con esclusione degli ortofrutticoli e delle carni suine preparate, di cui è vietata l’importazione in Giappone. La partecipazione avviene con il supporto organizzativo e finanziario del Centro Regionale per il Commercio Estero della Puglia, in collaborazione con l’assessorato alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia. “L’evento può rappresentare – dice Luigi Lepri, presidente del Centro Regionale per il Commercio Estero della Puglia - una importante occasione di sviluppo e consolidamento di relazioni commerciali con il mercato asiatico nel settore alimentare e delle bevande, ma anche di approfondimento de visu delle realtà industriali eccellenti giapponesi”. Ammonta ad oltre 22 milioni di euro l’export di prodotti alimentari (agricoli e trasformati) della Puglia in Giappone nei primi nove mesi del 2006, con un aumento del 4,05% rispetto allo stesso periodo del 2005. “Un mercato da coltivare, quello nipponico per le aziende pugliesi del comparto – aggiunge Lepri - ma soprattutto per enti ed istituzioni impegnati nella promozione del territorio, nella consapevolezza che i prodotti alimentari siano testimonial d’eccellenza non solo di gusti e sapori ma anche sintesi di contesti ambientali, naturali, di storie e tradizioni, che molto interesse possono suscitare in turisti giapponesi e asiatici”. .  
   
   
BERGAMO: NUOVA NORMATIVA SULLA SOMMINISTRAZIONE ALIMENTI E BEVANDE  
 
La nuova normativa sulla somministrazione, L. R. 5/07, ha modificato la L. R. 30/03 “Disciplina delle attività di somministrazione di alimenti e bevande”, apportando le seguenti novità: possibilità di nominare un delegato anche per le ditte individuali; modifica dei requisiti professionali previsti per l’esercizio dell’attività di somministrazione di alimenti e bevande. Gli esami di idoneità da sostenere davanti ad apposita Commissione presso la Cdc sono stati sostituiti dalla “pratica commerciale” ossia “aver prestato la propria opera, per almeno due anni nell’ultimo quinquennio, presso imprese esercenti la somministrazione al pubblico di alimenti e bevande, in qualità di dipendente qualificato addetto alla somministrazione oppure, se trattasi di coniuge, parente o affine entro il terzo grado dell’imprenditore, in qualità di coadiutore familiare, comprovata dall’iscrizione all’Inps”. Per ulteriori informazioni contattare l’Ufficio Rec Albi e Ruoli, tel. 035 4225272.
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MARR: STIPULATA LA CONVENZIONE DI FORNITURA CON INTERCENT-ER PER UN VALORE DI 31 MILIONI DI EURO. LA CONVENZIONE HA PER OGGETTO LA FORNITURA DI DERRATE ALIMENTARI E NON ALIMENTARI ALLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI DELL’EMILIA-ROMAGNA.  
 
Rimini – Marr (Milano: Marr. Mi), società attiva in Italia nella commercializzazione e distribuzione di prodotti alimentari al foodservice, ha stipulato l’ 8 marzo 2007 la convenzione con l’Agenzia Regionale Intercent-er per la fornitura di prodotti alimentari e non alimentari alle Pubbliche Amministrazioni della regione Emilia-romagna. La convenzione, della durata di due anni, rinnovabili per ulteriori 12 mesi fino a concorrenza del valore della fornitura, ha un valore di 31 milioni di Euro. La fornitura ha per oggetto una gamma di circa 900 referenze, tra prodotti alimentari - con preferenza per quelli a marchio Dop e Igp e di provenienza biologica – e non food (accessori per la consumazione del pasto). L´agenzia - denominata Intercent-er Agenzia regionale di sviluppo dei mercati telematici - costituisce una nuova modalità per gestire gli acquisti di beni e servizi attraverso strumenti telematici innovativi. Nata all´interno del progetto Intercent-er, l´Agenzia ha il compito di promuovere e sostenere il processo di ottimizzazione degli acquisti e di gestire la piattaforma tecnologica predisposta dalla Regione. La convenzione stipulata prevede la gestione telematica degli ordini di fornitura provenienti delle Pubbliche Amministrazioni, attraverso il sito web di Intercent-er (www. Intercent. It). Nel 2006 le vendite di Marr agli Enti Pubblici hanno rappresentato circa l’1% di 960 milioni di Euro di ricavi delle vendite del Gruppo. “La stipula della convenzione con Intercent-er – ha commentato l’Amministratore Delegato di Marr Ugo Ravanelli – consente di dare un ulteriore e significativo impulso ai nostri piani di sviluppo. L’aggiudicazione di questa gara conferma che soltanto operatori di dimensioni rilevanti come Marr sono in grado di gestire forniture complesse come quella Intercent-er, garantendo un elevato livello di servizio”. .  
   
   
AGEA: ON-LINE LE DOMANDE PER OTTENERE IL PAGAMENTO DELL’AIUTO DISACCOPPIATO  
 

 

L’organismo pagatore dell’AGEA ha reso disponibili sul sito istituzionale (www. Sian. It) le funzioni che consentono la presentazione ‘on-line’ delle domande per ottenere il pagamento dell’aiuto ‘disaccoppiato’ 2007.

Ciascun produttore avrà la possibilità di controllare sul video dei Centri di Assistenza Agricola (CAA) la propria domanda di aiuto già compilata in tutte le sue parti e, verificata l’esattezza dei dati riportati, procedere con una semplice convalida, alla presentazione della stessa.

Tale modalità di presentazione che, in linea con gli obiettivi della riforma della PAC, semplifica al massimo di adempimenti dichiarativi e riduce drasticamente la possibilità di errori, si è resa possibile grazie all’integrazione su base nazionale di tutte le informazioni presenti nel sistema integrato di gestione e controllo (SIGC) validato dalla Commissione europea.

Grazie ai dati aziendali presenti nel SIGC e ai titoli iscritti nel registro nazionale è stato così possibile predisporre, per oltre un milione e trecentomila aziende agricole aventi diritto, il modulo di domanda precompilato agevolando enormemente la presentazione della domanda stessa.

Tale servizio, grazie alla tecnologia di impianto e la quantità dei dati informativi disponibili nel SIGC, è replicabile sull’intero territorio nazionale.

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BERGAMO: PARTECIPAZIONE AGEVOLATA ALLA FIERA AGROALIMENTARE SIAL CINA  
 
 La Camera di Commercio di Bergamo informa che sono aperte le iscrizioni alla fiera Sial Cina, organizzata dalla Regione Lombardia in collaborazione con il Centro Estero Camere di Commercio Lombarde e Ice (Istituto per il Commercio Estero). L’iniziativa, che si terrà a Shanghai dal 10 al 12 maggio, è riservata ai seguenti prodotti: vino, olio d’oliva, formaggi, prosciutti, pasta, sughi e conserve, caffè e prodotti dolciari. La fiera, che registra una significativa partecipazione di importatori provenienti da tutta l’area asiatica, rappresenta un’importante opportunità di promozione per i prodotti enogastronomici italiani, che nel mercato cinese sono particolarmente apprezzati e percepiti come uno status symbol. Grazie ad un contributo regionale, il costo per l’acquisizione di uno stand individuale assistito da un servizio di interpretariato è di soli 1. 000 euro. Maggiori dettagli sono contenuti nella circolare dell’iniziativa scaricabile, unitamente alla modulistica, dal sito camerale all’indirizzo www. Bg. Camcom. It alla voce “Esteronews - Iniziative”. Per eventuali informazioni contattare il Centro Estero Camere Commercio Lombarde tel. 02 607990310, fax 02 607990333 - email: pinna@centroesterolomb. Com .  
   
   
ALL’UNIVERSITÀ DI BOLOGNA, CORSO DI LAUREA IN SCIENZE E TECNOLOGIE ALIMENTARI ESSEDUE ALIMENTARE FINANZIA IL DOTTORATO IN SCIENZE E BIOTECNOLOGIE DEGLI ALIMENTI  
 
Aziende, ricerca e università, un sodalizio possibile Aziende e università, una sinergia possibile nel segno della ricerca. Essedue Alimentare, media e giovane impresa del Nord Est specializzata nella produzione di gnocchi di patate, affronta la sfida del mercato puntando sulle competenze e sull’innovazione. L’azienda veneta guidata da Nadia e Fabio Scattolin, sin dalla sua nascita (1992) orientata verso un percorso di ricerca e sviluppo nella qualità, ha stretto una collaborazione con l’Università di Bologna finanziando il dottorato di ricerca attivato nel Xxii ciclo (2006/2007) in Scienza e biotecnologie degli alimenti del corso di laurea in Scienze e tecnologie alimentari – Alma Mater Studiorum – Università di Bologna – Campus di Scienza degli Alimenti. Oggetto di studio del dottorato, il prodotto alimentare di punta dell’azienda veneta, lo gnocco o meglio la Pasta di Patate Patamore, che, avendo come componente principale la patata fresca appena cotta, si differenzia da analoghi prodotti denominati “gnocchi” o “gnocchi di o con patate” industriali ottenuti da semilavorati industriali che risultano succedanei della vera polpa di patata, come fecola o fiocchi di patate. Il Dottorato di Ricerca è il più alto grado di istruzione previsto nell´ordinamento accademico italiano ed è volto all´acquisizione delle competenze necessarie per esercitare attività di Ricerca di alta qualificazione presso Università, enti pubblici e soggetti privati. A Bologna sono attive 14 Scuole di Dottorato che hanno il compito di coordinare e razionalizzare le attività dei corsi di Dottorato di Ricerca loro afferenti. La finalità del Dottorato in Scienze e Biotecnologie degli Alimenti finanziato da Essedue è quella creare e mantenere un dialogo continuo con la ricerca universitaria, per un confronto continuo e costruttivo sulle tematiche della ricerca e dell’innovazione tecnologica. Gli aspetti che verranno studiati comprendono la conservazione dei prodotti alimentari, gli aspetti nutrizionali, il rapporto tra trasformazione, produzione, controllo analitico, l’impiego e lo smaltimento dei sottoprodotti delle industrie agro-alimentari. Se è vero che di rado le imprese si avvicinano al mondo dell’Università sponsorizzando e sostenendo percorsi formativi, quella affrontata da Essedue Alimentare è una sfida che s’inserisce in un più ampio progetto di investimenti nella ricerca e nella qualità. Nata come un piccolo laboratorio artigiano agli inizi degli anni Novanta a Treviso, nel cuore del Nord Est delle piccole e medie imprese, Essedue Alimentare, certificata Iso 9001:2000, ha al proprio interno un Ufficio tecnico con laboratori di ricerca e sviluppo e si avvale di un vero team di esperti, tra cui Luca Lovatti. “Da sempre – afferma il presidente di Essedue Alimentare Fabio Scattolin - crediamo nella ricerca e la scelta di investire in un Dottorato è coraggiosa e strategica: non c’è un´altra azienda della nostra dimensione, del Nord Est e del comparto agro-alimentare che abbia messo in campo un progetto di questa dimensione; quando è nata questa opportunità abbiamo pensato che fosse troppo ambiziosa per noi, abbiamo pensato di essere troppo piccoli, finché non abbiamo capito come stavano veramente la cose: non si deve diventare grandi per poter fare ricerca, ma fare ricerca per diventare grandi. Il dottorato s’inserisce all’interno di un progetto di sviluppo; è un progetto che si basa principalmente su collaboratori con grande professionalità ma soprattutto grande passione e cuore”. Essedue è lo specialista veneto degli gnocchi di patate, produttore di Patamore, prodotto che riporta lo gnocco alla sua originalità: pasta di patate, per il fatto che si tratta di gnocchi la cui componente principale è la patata appena cotta. “Lo studio oggettivo delle caratteristiche qualitative dei prodotti alimentari – sottolinea il professor Marco Dalla Rosa, ordinario di Tecnologie Alimentari presso il Campus di Scienze degli Alimenti di Cesena a proposito del rapporto fra il percorso di studi finanziato da Essedue e il prodotto di punta dell’azienda, Patamore - riveste particolare importanza nel caso in cui un alimento di produzione industriale venga proposto sul mercato evocando proprietà gastronomiche proprie della tradizione territoriale. In questa cornice si possono collocare prodotti che si differenziano da quelli comunemente proposti industrialmente e che si contraddistinguono per una particolare attenzione alla qualità delle materie prime, all’industrializzazione di procedure di lavorazione generalmente confinate nella “cucina di casa” o nelle produzioni artigianali e che si propongono di estendere ad un ampio pubblico la possibilità di consumare ed apprezzare le peculiarità sensoriali tipiche di un prodotto tradizionale. Si può parlare quindi di prodotti innovativi pur se strettamente legati ad una gastronomia tradizionale, a cui si possono affiancare variazioni di formulazione in grado di fornire nuove ed interessanti sensazioni gustative, nel rispetto delle necessarie garanzie di sicurezza e stabilità sanitaria, chimica, fisica e sensoriale dei prodotti stessi”. In questo senso, secondo il professor Dalla Rosa l’oggetto dello studio del Dottorato di ricerca finanziato dall’azienda trevigiana, risulta scientificamente interessante per gli aspetti della sicurezza del prodotto (la produzione industriale di un prodotto formato a base di polpa o pasta di patata proprio della tradizione gastronomica italiana, come gli gnocchi, pone la necessità del controllo delle condizioni di lavorazione della materia prima e delle fasi di stabilizzazione), della qualità organolettica (la scelta di formulare il prodotto a partire direttamente dall’utilizzo della patata fresca anziché da semilavorati industriali disidratati comporta la possibilità di raggiungere caratteristiche sensoriali di qualità superiore che portano il prodotto a differenziarsi positivamente da alimenti industriali convenzionali), dell’interesse della ricerca per i prodotti trasformati a base di patata in relazione alla stabilizzazione di fenomeni alterativi di origine biologica ed enzimatica che dovranno essere esaminati ricorrendo a procedure analitiche adeguate e che possono dare un significativo contributo alla conoscenza scientifica in campo alimentare, della caratterizzazione e differenziazione del prodotto. “Il prodotto alimentare oggetto di studio, lo gnocco Patamore – spiega il docente - si differenzia da analoghi prodotti denominati “gnocchi” o “gnocchi di o con patate” spesso ottenuti da semilavorati industriali che risultano succedanei della vera polpa di patata. Un accurato studio, parte del lavoro di ricerca oggetto del Dottorato, è in corso per valutare con metodologie statistiche le risposte dei consumatori in relazione alla percezione delle proprietà sensoriali derivanti dalle differenti formulazioni e verificare la presenza di elementi oggettivi a supporto dell’incremento di valore aggiunto dato dalla realizzazione di questa proposta alimentare all’utilizzo di una materia prima considerata povera come la patata”. La patata è, dopo i cereali, il prodotto agricolo più consumato al mondo. E’ originaria dell’America centrale e meridionale, in particolare di Perù e Cile. Coltivata dagli indios più di 5000 anni fa è arrivata in Europa nel Xvi secolo dalla Spagna attraverso i conquistadores. La diffusione della sua coltivazione inizia solo nel Xviii a partire da produzioni marginali che progressivamente hanno acquistato importanza crescente nel contesto delle produzioni vegetali. Nella seconda metà del 1700 iniziarono coltivazioni su larga scala in diverse regioni italiane, principalmente nelle zone degli archi appenninici e alpini. Oggi è coltivata in tutto il mondo ed è disponibile in tutti i periodi dell’anno. Le centinaia di cultivar si distinguono per il colore della polpa e della buccia, per la forma, tutte caratteristiche che vanno ad indicare o meno la loro attitudine ai vari tipi di cottura e trasformazione. Necessario è dunque individuare, tra le centinaia di varietà presenti nel mercato, le più adatte al tipo di trasformazione. Secondo il tipo d’utilizzo sono richiesti criteri qualitativi diversi poiché la struttura del tubero è il risultato delle caratteristiche intrinseche della varietà genetiche e dei fattori di coltivazione che li influenzano (area di produzione). “Essedue Alimentare – afferma Nadia Scattolin, fondatrice col fratello Fabio dell’azienda – si è specializzata sin dalla sua nascita nella produzione di gnocchi di patate unendo tradizione e modernità. Col passare degli anni, abbiamo compreso quanto fosse fondamentale la costante ricerca tecnologica e di prodotto, tanto da costituire internamento un Ufficio tecnico e il laboratorio di Ricerca e Sviluppo. I laboratori sono un modo concreto per creare sempre nuovi abbinamenti e prodotti graditi ai consumatori, ma in linea con la filosofia dell’azienda, ecocompatibile e rispettosa della naturalità degli ingredienti. Patamore è tradizione, la vera innovazione in tavola”. .  
   
   
UNA "MINORANZA TRAINANTE" NELLA NUOVA AGRICOLTURA ITALIANA  
 
C’è un nucleo vitale di imprenditori che sta proiettando in avanti l’agricoltura italiana e che costituisce una “minoranza trainante” portatrice di una moderna cultura del fare azienda. E’ quanto emerge da una ricerca del Censis commissionata da Confagricoltura in vista del Forum nazionale dell’Organizzazione agricola “Il futuro fertile”, in programma a Taormina dal 22 al 24 marzo. “Siamo partiti dalla fotografia della situazione attuale – ha spiegato il presidente Federico Vecchioni – per avviare il dibattito sull’agricoltura dei prossimi anni, alla luce dei cambiamenti che inevitabilmente interverranno. E lo faremo a Taormina, tra pochi giorni, con rappresentanti delle Istituzioni, economisti, imprenditori e con il mondo della ricerca, richiamando l’attenzione di tutti su questa “minoranza trainante”, che può essere di esempio e stimolo per il successo dell’imprenditoria agricola del nostro Paese. ” La “minoranza trainante” che emerge dalla ricerca Censis-confagricoltura: fa sistema: fitte reti di collaborazione e di conoscenza con altre imprese sono attivate dall’80% delle aziende analizzate, che condividono nella maggior parte dei casi (75%) il proprio know-how; guarda oltre i confini nazionali: il 27% opera all’estero, prevalentemente attraverso attività d’esportazione dal quale ricava il 30% del fatturato; fa innovazione: il 90% ha apportato negli ultimi anni innovazioni di processo o di prodotto e il 64% lo ha fatto rafforzando il processo di fidelizzazione con la propria clientela; non teme il passaggio generazionale: il 42% degli imprenditori agricoli intervistati non ha un problema di continuità aziendale, per il 30% i figli o i parenti del titolare lavorano o lavoreranno in azienda; esprime una leadership plurale: gli imprenditori sono sempre più aperti alla condivisione delle decisioni con figure professionali specialistiche (in oltre il 30% dei casi); è capace di stabilire un processo empatico con il mercato: il 25% ha scelto di posizionarsi in nicchie alte di mercato, il 33% di innalzare la qualità dei prodotti, 21% di puntare sulla comunicazione e su nuove formule distributive; ha attivato una integrazione efficiente tra produzione-trasformazione-commercializzazione: il 50% delle imprese analizzate opera tramite marchio proprio o con marchio di origine, il 36% produce e trasforma i propri prodotti e il 31% vende direttamente al cliente finale. Se queste sono le caratteristiche comuni, la ricerca individua in questa minoranza trainante anche quattro “profili” aziendali distinti: i trend setter (34,3%); i selettivi efficienti (26,2%); le imprese in via di consolidamento (27,2%), e infine un’area al di sotto della soglia di competitività (12,3%). “La ricerca - ha detto il presidente di Confagricoltura, Federico Vecchioni - conferma l’esistenza di un’impresa agricola dinamica, che investe e che tenta di raggiungere il mercato in modo efficace, anziché subirlo. Ma c’è anche un’impresa agricola che chiede spazio e che non ha la dimensione e gli strumenti per affermarsi. Sono migliaia e migliaia di imprenditori. Che vanno aiutati a crescere, affrancandoli dalle illusioni. Che vanno accompagnati con politiche altrettanto innovative e coraggiose, salvaguardando le ragioni della competitività, per misurarsi con le nuove sfide di un’economia globalizzata. Il Forum di Taormina è un’occasione preziosa per richiamare l’attenzione di tutti su questi temi”. .  
   
   
LA PRIMAVERA CONGUSTO - I NUVOI CORSO SONO ON-LINE  
 
 Per la Primavera Congusto ha pensato a una serie di corsi per risvegliare i nostri sensi, intorpiditi dall’inverno, affaticati dal lavoro, dagli ambienti chiusi e dalla mancanza di giornate splendenti di Sole. Inoltre, per questa Primavera Congusto oltre a puntare sul piacere di ricevere ritrovando la natura, coi corsi dedicati al miele con i mieli di Thun e alla freschezza delle ricette col pomodoro in collaborazione con Mutti, i fiori, nella ricerca del decor della tavola di ispirazione Provenzale con i consigli di Nuncas, o i sapori tradizionali con un bel corso dedicato alla Pasqua e a uno dei suoi piatti più tipici come l’agnello, ha deciso di puntare anche sull’amicizia. Non solo perchè ricevere, invitare gli amici è una delle cose che ci fa star bene, riempie la casa di allegria come una bella giornata di sole, ma proprio per rafforzare lo spirito di convivalità che contradditingue Congusto e i suoi corsi. Abbiamo quindi pensato che partecipare a un corso di cucina è bello, ma essere accompagnati con un amico/a è ancora più bello e divertente. Perciò Congusto per i corsi di Primavera ha deciso di fare un regalo a tutti i suoi amici: chi si iscriverà ad alcuni corsi potrà invitare gratuitamente a partecipare un amico che potrà partecipare al corso al quale è stato invitato senza pagare l’importo del corso. Così potrete anche organizzare dei party, delle cene, dei brunch dividendovi i compiti ai fornelli! Congusto non ha dimenticato che uno dei più bei rapporti d’amicizia da piccoli l’abbiamo avuto coi nostri nonni che ci hanno raccontato di storie favolose, di tempi passati e ci hanno anche insegnato, le nonne soprattutto, a fare i nostri primi pasticci in cucina. Per questo abbiamo pensato al corso “Bimbi e nonni ai fornelli”. Per ritornare tutti un po’ bambini. Congusto per la primavera risveglia quindi i sentimenti più veri, l’affetto, l’amicizia, la passione, nuovi corsi e percorsi per scoprire nuove ricette, nuove tecniche o più semplicemtne nuovi approcci in cucina e non solo grazie anche alla presenza dei nostri partner, Elica, Mutti e Nuncas sempre più presenti nei corsi, e ancora Krups, Garofalo, Laboratorio Pesaro, ma anche La Bottega dell’Asino e La Via Lattea con le loro squisite selezioni. .  
   
   
CASA ARTUSI CERCA DIRETTORE LE DOMANDE DEVONO ESSERE INVIATE ENTRO IL 30 MARZO 2007 AL COMUNE DI FORLIMPOPOLI  
 
A. A. A. Direttore cercasi, e subito. E’ appena uscito il bando per la ricerca del Direttore per la gestione di Casa Artusi a Forlimpopoli, il primo centro di cultura gastronomica dedicato alla cucina domestica. Il Direttore avrà l’onore e l’onere di condurre Casa Artusi verso l’inaugurazione, fissata per il 23 giugno 2007 nel corso della Festa Artusiana, e di farle muovere i primi passi. Una sfida certamente impegnativa ma affascinante, considerata la varietà di offerta eno-gastronomica e culturale che ruoterà intorno a Casa Artusi. La struttura, che occupa 2. 000 mq all’interno dell’isolato della Chiesa dei Servi, comprende infatti: una biblioteca specializzata dedicata alla cucina domestica italiana (libri, giornali, riviste, raccolta multimediale con cd-Rom, Dvd, risorse on line ); cucine per il ristorante Casa Artusi, tutt’ora in cerca di gestore; cucine, per la scuola gastronomica; sale e salotti, per incontri, degustazioni ed eventi culturali. I requisiti professionali richiesti al Direttore sono: una buona esperienza in campo organizzativo, turistico, di marketing territoriale ed eno-gastronomico; una buona conoscenza della lingua inglese, sia scritto che parlato. Tra i titoli di preferenza, la laurea, la conoscenza di una seconda o più lingue, ulteriori esperienze in ambito turistico, commerciale, del marketing. “Casa Artusi cerca un Direttore dotato di autonomia decisionale ed operativa, orientato ad una gestione per obiettivi e progetti, caratterizzato da esperienza nel lavoro di team, anche con persone appartenenti ad altri organismi pubblici o privati – specifica Paolo Lucchi, Presidente di Casa Artusi”. Inoltre, dovrà capire l’importanza del progetto condiviso di promozione e di sviluppo culturale ed economico del territorio, e dovrà essere in grado di rendere operativi gli indirizzi del Consiglio di Amministrazione di “Casa Artusi”, società consortile di cui fanno parte il Comune di Forlimpopoli, la Provincia di Forlì-cesena, la Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì. ” Il contratto proposto al Direttore è un contratto a progetto per 8 mesi (sino al 31 dicembre 2007), rinnovabile, con un impegno di lavoro esclusivo con “Casa Artusi”. Il compenso lordo complessivo previsto ammonta a circa Euro 28. 500,00 (per il 2007). Le domande, da inviare entro il 30 marzo 2007 a “Casa Artusi” presso il Comune di Forlimpopoli (P. Zza Fratti, 2 - 47034 Forlimpopoli, o via e. Mail a info@casartusi. It), dovranno essere corredate dal curriculum dettagliato, predisposto secondo formato europeo (cerca Cv sul sito http://europass. Cedefop. Europa. Eu). Il Consiglio di Amministrazione, a seguito di preselezione effettuata sulla base dei curricula inviati, si riserva la facoltà di chiamare a colloquio i candidati ritenuti, a proprio insindacabile giudizio, meritori di attenzione. Il bando completo si trova sul sito www. Pellegrinoartusi. It. .  
   
   
INSIEME C’È PIÙ GUSTO”: IL BANCO ALIMENTARE ONLUS ANCHE IN UMBRIA CONTRO LA POVERTÀ  
 
 Perugia - Come possono le aziende agroalimentari contribuire alla lotta contro la povertà e l’emarginazione? Una risposta la dà l’edizione 2007 di “Insieme c’è più gusto”, una iniziativa della “Fondazione Banco Alimentare Onlus” (con il patrocinio del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, Confcooperative Fedagri, Federalimentare, Legacoop agroalimentare, Unioncamere d’Italia), che è stata presentata l’ 8 marzo a Perugia, a Palazzo Donini, in una conferenza-stampa cui hanno preso parte i responsabili del progetto Valter Venturi e Marco Clementi, l’assessore allo Sviluppo Economico del Comune di Perugia Ilio Liberati, e il dirigente del Servizio Produzioni vegetali e politiche per l’innovazione della Regione Umbria, Cesare Vignoli. Il progetto propone alle aziende umbre “un gesto di carità”, che si concretizza attraverso il dono di prodotti alimentari (derivanti dalle eccedenze delle aziende), non commerciabili ma perfettamente commestibili, da distribuire ai 22mila poveri assistiti in Umbria (a fronte dei 65 mila, che si trovano al di sotto della “soglia di povertà”). La Fondazione Banco Alimentare Onlus intende ampliare la raccolta e la distribuzione anche al settore del “fresco” (pane, carne, frutta e verdura), e in questo senso ha presentato uno specifico progetto alla Regione dell’Umbria. L’edizione 2006 di “Insieme c’è più gusto - ha spiegato Valter Venturi (presidente del progetto “Colletta Aziendale” del Banco Alimentare dell’Umbria) ha visto coinvolte 207 aziende del comparto agroalimentare, tra cui 12 dell’Umbria, che hanno donato complessivamente 842 tonnellate di prodotti ai 20 banchi regionali presenti in tutto il territorio nazionale. Complessivamente - ha aggiunto - la Rete Banco Alimentare raggiunge più di 1 milione 280mila persone bisognose, attraverso l’opera degli oltre 7 mila 700 enti caritativi convenzionati. “E’ un progetto di grande significato - ha affermato l’assessore allo sviluppo economico del comune di Perugia, Ilio Liberati -, che esprime un concetto di carità che va nel senso della solidarietà, ed anche un modo per recuperare risorse che andrebbero perdute. Ora - ha aggiunto - si tratta di allargare il più possibile la platea di coloro che possono dare un contributo”. Sono oltre 20 (fra industrie e distribuzione) i “donors” per l’Umbria. Cesare Vignoli ha ribadito l’interesse e il sostegno della Regione all’iniziativa, nella consapevolezza - ha detto - “che il progetto è portatore di un alto valore etico ed umanitario”. La “mission” di “Insieme c’è più gusto” - ha sottolineato infatti Marco Clementi, responsabile regionale del “Banco Alimentare” - è infatti “quella di rendere l’uomo più creativo proprio attraverso la carità, così da rendere il più fruttuoso possibile il lavoro di ciascuno”. .  
   
   
“MADE IN MOLISE “ IN MOSTRA LE PRODUZIONI ENOGASTRONOMICHE DELLA PIÙ SCONOSCIUTA REGIONE ITALIANA  
 
Si chiama “Made in Molise” la cittadella standistica con circa duecento espositori che nei giorni 1, 2 e 3 giugno 2007 a Roma, in villa Lazzaroni (via Appia Nuova 518) intende far conoscere alla platea romana le produzioni agroalimentari e artigianali della più sconosciuta regione della nostra Penisola. L’iniziativa è promossa dall’associazione “Forche Caudine”, lo storico circolo dei molisani a Roma, dalla società “Pankrea” di Larino (Campobasso), specializzata nell’organizzazione di grandi eventi e da una serie di enti istituzionali molisani e laziali. Per quanto poco conosciuto, il patrimonio enogastronomico della più piccola regione del nostro Mezzogiorno, al centro dell’iniziativa romana, è di tutto rispetto. Pochi sanno, ad esempio, che il Molise è il maggior produttore europeo di tartufo bianco. Fino a non molti anni fa l’area molisana costituiva una specie di “territorio di conquista” da parte di intraprendenti cacciatori di tuberi provenienti da altre regioni. Da qualche anno, invece, la regione sta acquisendo coscienza dell’alta qualità delle proprie produzioni e sul fronte del tartufo si moltiplicano iniziative di valorizzazione nonché la nascita di consorzi. Il paese-simbolo del tartufo molisano è San Pietro Avellana. Crescente attenzione sta riscuotendo anche l’olio molisano, la cui denominazione d’origine protetta è riservata a tutti gli extravergine della regione. In particolare i comprensori di Venafro e di Larino rivendicano la bontà “storica” del proprio prodotto, grazie ai numerosi testi antichi (dal “De re rustica” di Marco Terenzio Varrone al “De oleo” di Plinio il Vecchio, dal “De agricoltura” di Catone il Censore all’Epigramma 101 del libro 13 di Marziale) che già sottolineano la bontà dell’olio dell’attuale territorio molisano. La zona di Larino, in particolare, è specializzata in pregiate varietà di olive come la “aurina”, la “rosciola” e la “nera di Colletorto”. Un’altra bandiera gastronomica del Molise è costituita dai formaggi. Il “Made in Molise” a Roma sarà l’occasione per apprezzare, ad esempio, la stracciata, formaggio a metà strada tra ricotta e mozzarella, una delle produzioni gastronomiche emergenti di questo lembo d’Appennino, prodotta esclusivamente ad Agnone, Capracotta e Carovilli. Più note le mozzarelle e i fior di latte di Bojano, diffusi in tutta Italia. Ma il Molise è celebre anche per formaggi stagionati a pasta filata prodotti con latte vaccino come il burrino (o burriello), che contiene al suo interno una palla di burro o il caciocavallo più o meno piccante, ottenuto da latte di mucca a una temperatura di 36-38 gradi usando caglio di vitello o di capretto, il cui originale nome deriverebbe dall’abitudine di appendere le forme a cavallo di un bastone orizzontale (i migliori, prodotti a maggio o a luglio, sono in alto Molise, tra Agnone, Vastogirardi e Frosolone). Da ricordare, ancora, il pecorino molisano del Matese (principalmente di Campitello) e dell’Alto Molise (Agnone, Capracotta, Carovilli, Pescopennataro, San Pietro Avellana e Vastogirardi); il caprino prodotto con latte di capra da aprile a settembre (celebre quello di Montefalcone del Sannio); la treccia di Santa Croce di Magliano, formaggio a pasta filata con l’aspetto di un nastro intrecciato; il cacio di Pietracatella, dell’omonimo paese in provincia di Campobasso, che si realizza tutto l’anno con latte bovino, ovino e caprino, caglio di vitello, agnello e capretto, sale da cucina, fatto riposare in “fruscelle” di giunco. Infine un accenno alla mozzarella di bufala, che pur essendo più legata alla tradizione campana e pontina, ha una sua zona di produzione molisana nell’area di Venafro. Anche sul fronte dei vini il Molise è terra di “scoperte”. Tra le doc spicca il vino da pasto prodotto nelle tipologie Aglianico, Cabernet, Chardonnay, Falanghina, Greco bianco, Montepulciano, Moscato, Moscato passito, Moscato spumante, Pinot bianco, Sangiovese, Sauvignon, Trebbiano. Discorso a parte merita il fiore all’occhiello del panorama enologico locale: la Tintilia, vitigno autoctono a bacca rossa, di colore nero-bluastro, ricco in polifenoli (tannini, antociani), introdotto nel settecento dagli spagnoli (non a caso il nome deriva da “tinto” che in lingua iberica significa “rosso”) e riscoperto solo di recente, con la crescente attenzione - nella filiera vitivinicola molisana – alla massima qualità e al recupero dei vitigni autoctoni a lungo trascurati. Il vino che ne deriva è rosso rubino con sentori di frutti di bosco e liquirizia su fondo di vaniglia. L’ente regionale di sviluppo agricolo del Molise ha compiuto uno studio sulla caratterizzazione del vitigno, soprattutto per fugare ogni dubbio sulla presunta parentela con il vitigno sardo Bovale Grande, al quale la Tintilia viene associata nell´Albo internazionale dei vitigni. Spazio anche all’artigianato: il ‘Made in Molise’ sarà allietato dalle zampogne di Scapoli, uno degli ultimi centri italiani dove viene realizzato a mano questo antichissimo strumento e dal cui territorio continuano a partire gruppi di zampognari. ”Made in Molise e-mail: info@forchecaudine. It.  
   
   
AL FURORE INN RESORT UN NUOVO CHEF: ANTONIO SORRENTINO, CHE QUEST´ANNO SARÀ AI FORNELLI DEI RISTORANTI ITALIAN TOUCH E LA VOLPE PESCATRICE  
 
Italian Touch & La Volpe Pescatrice Ristoranti Lo Chef. Executive chef Antonio Sorrentino Nato e risiede a Torre del Greco (Na) Dopo il percorso formativo presso l’Istituto Alberghiero di Sant’agnello (Na), comincia la sua attività lavorativa in Germania nel 1988, dove rimane fino al 1991. Lavora in diversi ristoranti, acquisendo tecnica e conoscenze. Nel 1992 rientra in Italia, e presta la sua opera presso alberghi a 3 e 4 stelle, fino all’anno 2000, quando in uno dei piu prestigiosi Hotel della Costiera Amalfitana si trova a lavorare con lo Chef Enrico Crippa e conosce il Grande Maestro Gualtiero Marchesi. La cucina : Cucina del territorio, ricerca dei prodotti e rispetto degli stessi. Evoluzione si ma senza forzature. Ricerca ed eleganza con un pizzico di creatività ed estro al Ristorante Italian Touch, tradizione e semplicità alla Volpe Pescatrice. I due menu proposti ai due ristoranti del Furore Inn Resort, rispecchiano la personalità e l’idea dello Chef : estro e creatività, ricerca ed evoluzione, attenzione al dettaglio e cura dei particolari, il tutto rispettando e mai dimenticando l’antica tradizione culinaria della Costa D’amalfi, e dell’ Italia. A questo punto Antonio comincia una serie di stage formativi presso rinomati ristoranti stellati, tra i quali Erbusco, Cesenatico, Milano, Alba, dove dai grandi maestri apprende tecniche e fa nuove esperienze che lo portano a migliorare sempre di piu la sua cucina. La continua ricerca e la voglia di emergere e di distinguersi gli ha permesso di svolgere la sua attività di Chef, in prestigiosi alberghi della Costiera Amalfitana e Ristoranti Italiani. Oggi inizia la sua nuova avventura in qualità di Executive Chef dei Ristoranti “Italian Touch” e “La Volpe Pescatrice” del Furore Inn Resort. Www. Furoreinn. It .  
   
   
CUCINA LIGHT CON SALMONE, STOCCAFISSO E BACCALÀ DI NORVEGIA  
 
Ancora una volta il Norwegian Seafood Export Council - Nsec si è fatto promotore di un incontro culinario volto a svelare tutta la versatilità e la bontà dei prodotti ittici norvegesi: un corso di cucina creativa che ha dimostrato come il salmone, lo stoccafisso e il baccalà di Norvegia possano essere protagonisti di piatti leggeri, sani e ricchi di gusto. Grazie all’estro e alla creatività dello chef Simone Rugiati, i prodotti ittici norvegesi danno vita a piatti buoni e belli da presentare, perché cucina light non significa monotonia e mancanza di sapore. Salmone, stoccafisso e baccalà di Norvegia non soddisfano solo palato e occhi, ma sono anche preziosi per il nostro organismo perché ricchi di importanti nutrienti. Il consumo regolare di pesce, afferma il Dott. Andrea Poli, Direttore Scientifico del Nfi (Centro Studi dell’Alimentazione), è importante e funzionale al nostro benessere, a qualunque età, per la ricca quantità di vitamine, minerali, acidi grassi Omega-3 e proteine nobili che possiede. Il merluzzo contiene oltre il 18% del peso in proteine, un patrimonio che i suoi derivati, il baccalà e lo stoccafisso, conservano in una forma perfettamente funzionale e concentrata. Le proteine, oltre ad assolvere in maniera ottimale il compito di costruzione e ricostruzione dell’organismo, contribuiscono in modo significativo ai meccanismi della sazietà: stoccafisso e baccalà sono quindi dei preziosi alleati anche per chi è a dieta. Il salmone, oltre ad essere un’ottima fonte di proteine nobili, vitamine e minerali, è soprattutto molto ricco di acidi grassi Omega-3, indispensabili per una sana alimentazione. Questi ultimi sono noti da tempo anche per la loro funzione protettiva sul sistema cardiocircolatorio, la funzione di supporto allo sviluppo del sistema nervoso dei bambini e la funzione preventiva contro le infiammazioni di vari distretti corporei, come le articolazioni e i polmoni. Salmone, stoccafisso e baccalà di Norvegia, prodotti di altissima qualità, con un apporto nutritivo straordinario e con effetti sulla salute differenti, ma per certi versi complementari, sono quindi perfettamente in linea con le esigenze di un’alimentazione moderna ed equilibrata. .  
   
   
I CARCIOFI VIOLETTI DI SANT’ERASMO UNA SPECIALITÀ QUASI INTROVABILE, MOLTO AMBITA DAI VENEZIANI- JADA È IL MARCHIO CHE SELEZIONA SPECIALITÀ VENETE CHE SI CARATTERIZZANO, OLTRE CHE PER L’ALTO PROFILO GASTRONOMICO, PER LA PROPRIA TIPICITÀ E UNICITÀ.  
 
Per questo motivo portare sulle nostre tavole i carciofi violetti di Sant’erasmo non è stato facile. Questi carciofi crescono solo a Sant’erasmo, la più grande fra tutte le isole della laguna di Venezia, un luogo speciale che rappresenta l’orto esclusivo dei veneziani. Germogliano verso la fine di marzo e il loro nome dialettale è castraùre che significa letteralmente "castrata", un termine riferito al carciofino di prima fioritura che viene reciso dal cuore di ogni pianta, la quale poi continua a produrre tanti altri carciofi nel corso della stagione. Contesi dagli intenditori sono un piccolo e raro gioiello gastronomico della laguna. La lavorazione e gli ingredienti I carciofi violetti di Sant’eresmo, raccolti e selezionati con cura, vengono trattati secondo un metodo di preparazione attento e originale che ne lascia integro il sapore. La prima fase prevede la sbollentatura in abbondante acqua salata addizionata con aceto e vino bianco; i carciofini vengono quindi scolati e lasciati raffreddare. Dopo un’accurata asciugatura sono disposti a uno a uno nei vasi di vetro, ricoperti con olio extra vergine d’oliva, prezzemolo, aglio e qualche grano di pepe. Una volta pastorizzati i vasetti sono fatti riposare per almeno 2 settimane. Confezioni e prezzo di vendita Proposti in vasetti da 320 g i Carciofi Violetti di Sant’erasmo sono racchiusi in una elegante confezione che ne aumenta il prestigio. Il costo indicativo al pubblico è € 17,20. Il prodotto viene distribuito presso le migliori Gastronomie, Enoteche e Wine Bar. Gusto e abbinamenti Immersi in un fine olio extra vergine d’oliva, i carciofini, appena il vasetto viene aperto, sprigionano tutta la loro freschezza e il loro aroma. All’assaggio si rivelano delicati nel gusto e forti di carattere perché, oltre al sapore, mantengono la consistenza tipica del carciofo senza che la polpa si disfi. Ideali da servire come antipasto e contorno, sono perfetti per creare suggestivi abbinamenti con formaggi stagionati, confetture e gelatine. Inoltre si possono utilizzare per condire riso e pasta e per farcire, insieme ad altri ingredienti, ravioli, involtini e rotoli di carne e pesce. Conservazione casalinga I vasetti ancora chiusi si conservano in luogo fresco e asciutto per circa 2 anni. Una volta aperto, il vasetto va conservato in frigo e il prodotto consumato entro 15 giorni. Per informazioni: Specialità Gastronomiche Jada Via Valborra, 1 – 31040 S. Stefano di Valdobbiadene (Tv) Tel. 0423 900213 – e-mail: jada@jada. It www. Gustosissimo. It .  
   
   
DALLE COLLINE DI VALDOBBIADENE UNA DELIZIOSA COLOMBA AL PROSECCO GLASSATA ALLE MANDORLE  
 
La colomba, simbolo di pace e di serenità, a Pasqua è rappresentata da un delizioso dolce della tradizione che non manca mai sulle tavole in festa degli italiani. Jada, azienda veneta, di proprietà della famiglia Bisol, che distribuisce specialità alimentari di alta gamma, ne propone una speciale. La Colomba al Prosecco glassata alle mandorle Jada è un dolce da forno a lievitazione naturale insaporito con vino Prosecco di Valdobbiadene Bisol Doc (6,5%) che contiene uvetta sultanina, rimasta in infusione nel prosecco per una notte. Preparata con cura artigianale e con materie prime selezionate, deve la sua morbidezza e il suo profumo alla presenza, all’interno dell’impasto, di vino Prosecco e in particolare dell’uvetta sultanina che, imbevuta di Prosecco, mantiene l’impasto a umidità costante conservando intatta per lungo tempo la sua fragranza. Proposta nel formato da 1 kg la Colomba al Prosecco glassata alle mandorle Jada viene confezionata a mano in carta regalo arancione. Viene distribuita presso nelle migliori Gastronomie, nelle Enoteche e nei Wine Bar. Il costo indicativo al pubblico è € 19,80 (1 kg) .  
   
   
DA KENWOOD UNA GAMMA DI ROBOT DA CUCINA CHE UNISCE UN DESIGN COMPATTO A UN’ESTREMA FUNZIONALITÀ  
 
La gamma Multipro presenta un design verticale salva-spazio. Con l’attacco posto direttamente sopra il motore, tutti gli accessori vengono montati sulla stessa base. Gamma di accessori in dotazione per frullare, amalgamare, macinare, sminuzzare, tritare, grattugiare, montare, spremere e impastare. Innovativo sistema di azionamento Dual Drive che consente di eseguire tutte le preparazioni servendosi di un’unica base. Tutti gli accessori, dal frullatore all’impastatore, vengono azionati dai due attacchi concentrici ad alta e bassa velocità. Regolazione elettronica velocità più funzione pulse. Corpo in metallo spazzolato. In dotazione frullatore in vetro da 1,5 l. E porta accessori Kenstore. Ciotola da 3 l. Ad alta efficienza. Lama in acciaio inox a doppia rettifica. Minirecipiente. Spremiagrumi. Doppia frusta in metallo. Disco per grattugiare finemente. Disco per sminuzzare/affettare finemente. Disco per sminuzzare/affettare grossolanamente. Disco per tagliare a julienne/centrifuga. Lama impastatrice. Maxi coperchio. Innovativo sistema avvolgicavo. .  
   
   
LA COOKINGMANIA DI NEFF: CHE PASSIONE CUCINARE!  
 
Già dal 1877 il marchio Neff continua a sviluppare idee innovative, accessibili e funzionali, per permettere a tutti coloro che amano cucinare di diventare dei veri “gourmet”in cucina. Il valore delle idee di Neff trova la sua massima espressione nelle novità della gamma 2007. La cottura, piatto forte di Neff, trova il suo apice nei nuovi modelli di forni oggi arricchiti dal nuovo modello di forno combinato aria calda e vapore, ideale per una cottura sana e gustosa, e per mantenere inalterati i colori e le proprietà nutritive degli alimenti. Per aver in tavola, ogni giorno, tutte le ricette più sane e gustose. E non solo. Il nuovo modello di forno combinato vapore e aria calda, grazie al sistema Circosteam, permette di distribuire il vapore e il calore in modo omogeneo all’interno del vano cottura, così da permettere la realizzazione di qualsiasi tipo di menù. Forno compatto a vapore o tradizionale, forno compatto con microonde, microonde con aria calda e grill…. Neff offre nel complesso un’ampia gamma di forni dove c’è solo l’imbarazzo della scelta! Molteplici modelli che si adattano non solo ad ogni esigenza di cottura, ma anche a qualsiasi tipologia d’ambiente, avendo soluzioni anche per i luoghi più piccoli. Sempre nella nuova gamma 2007 di Neff troviamo tutti i piani cottura a gas con le funzioni Flametronic e Flamecontrol, per una totale sicurezza. A questi si aggiungono gli eleganti e comodi piani elettrici e i potenti piani ad induzione. L’ampia gamma di lavastoviglie, già ricche di programmi automatici e sistemi di riduzione dei consumi, è stata potenziata grazie a Variospeed, la nuova funzione che permette di ridurre fino al 50% i tempi di lavaggio indicati dal programma selezionato. Per avere un ambiente cucina funzionale e armonico, anche nelle forme, ecco le nuove cappe Kubus per cucinare gustando solo gli aromi più piacevoli, e dall’estetica sempre perfettamente in linea con i piani, i forni e le lavastoviglie Neff. I frigoriferi in classe di efficienza energetica A +, per conservare anche gli alimenti più delicati, a consumi ridotti, completano la gamma. Grazie al design interno, al volume netto maggiorato e al nuovo sistema d’illuminazione, si può avere tutto sotto controllo con una perfetta visibilità: ogni alimento trova il suo giusto spazio. Www. Neff. It .  
   
   
TONNO DI QUALITÀ: CHEF INTERNAZIONALI A CARLOFORTE PER IL GIROTONNO DAL 17 AL 20 MAGGIO QUATTRO GIORNI DI SAPORI, CULTURA E TRADIZIONE  
 
Carloforte (Carbonia-iglesias) - Chef stellati provenienti da tutto il mondo saranno a Carloforte, dal 17 al 20 maggio, sull’isola di San Pietro (Carbonia-iglesias), nel sud-ovest della Sardegna, in occasione della quinta edizione del “Girotonno – Uomini, storie e sapori sulle rotte del tonno”. La kermesse internazionale coinvolge gastronomi, chef di fama internazionale esperti di cucina di tonno, giornalisti ed esperti della gastronomia mediterranea, candidando Carloforte “Capitale del tonno di qualità”, ossia il “tonno da corsa” che viene pescato nella tonnara di San Pietro proprio nei giorni della manifestazione. Quattro giorni di appuntamenti, incontri unici legati alle tradizioni culturali, artistiche ed enogastronomiche, musica e spettacolo, convegni e dibattiti per celebrare l’antica tradizione e la cultura del tonno, storicamente legata al territorio. La manifestazione, incentrata su una gara gastronomica internazionale a base di tonno, che l’anno scorso ha attirato oltre 65 mila visitatori, ha accolto nella terra antica del Sulcis Iglesiente, nel sud-ovest della Sardegna, golosi e estimatori per promuovere l´antica tradizione delle tonnare che tuttora si pratica e si tramanda oralmente da rais a rais, da tonnarotto a tonnarotto. E per citare qualche numero, sono state 4 le tonnellate di tonno, 400 i fusti di birra alla spina, 4. 000 le fritture di pesce e 5. 500 i piatti di tonno consumati durante l’ultima edizione dell’evento. Durante i quattro giorni della rassegna, organizzata dal comune di Carloforte in collaborazione con l’agenzia palermitana Feedback, a Carloforte si rinnova l’antico rito della mattanza: il Tonno rosso - bluefin (Thonnus Thynnus), viene pescato ‘‘di corsa” nell’antica tonnara dell’isola, l’unica attiva nel Mediterraneo. Di cotte e di crude: a gara di tonno - Fulcro della manifestazione sarà la terza edizione del “Tuna Cuisine Competition”, la gara gastronomica internazionale alla quale parteciperanno chef stellati provenienti da tutto il mondo per strappare il titolo al Libano, paese vincitore dell’ultima edizione. Invitate a partecipare le delegazioni di Australia, Danimarca, Francia, Italia, Giappone, Libano, Perù, Spagna, Stati Uniti e Tunisia che si sfideranno proponendo una selezione di ricette a base di tonno cotto e crudo ad una giuria composta da giornalisti ed esperti di enogastronomia nazionali ed internazionali. Presidente della giuria sarà Enzo Vizzari, giornalista e curatore delle guide de “L’espresso”. “Il Girotonno è un’avventura nata cinque anni fa – ha detto il sindaco di Carloforte, Marco Simeone -che oggi raggiunge obiettivi e respiro internazionali. La manifestazione è cresciuta, infatti, edizione dopo edizione, potenziando sempre di più la sua dimensione internazionale e oggi è diventata uno dei maggiori eventi organizzati in Sardegna. Quest’anno l’obiettivo che ci poniamo è molto ambizioso: portare a Carloforte chef stellati provenienti da cinque Continenti, l’eccellenza della cucina internazionale di tonno. ” L’evento - L’antica e caratteristica cittadina tabarkina, rotta privilegiata del “corridore dei mari”, diventa il palcoscenico per un prezioso momento di confronto e scambio culturale tra le regioni mediterranee che ancora mantengono viva la cultura di tonni e tonnare. Le officine gastronomiche sveleranno i segreti delle ricette internazionali legate al tonno con il sapiente aiuto di Vittorio Castellani, alias chef Kumalé, giornalista gastronomade esperto di cucina etnica, mentre il Tuna Village si snoderà sul lungomare e lungo le stradine del centro storico di Carloforte, offrendo ai visitatori le migliori ricette e le specialità agroalimentari locali. Tornano anche gli affollatissimi “Tuna Hours”, momenti in cui i pescatori di Carloforte mostrano il pescato, la lavorazione e il taglio del tonno in un ideale viaggio dal mare alla tavola. Al tramonto, il Girotonno Live darà spazio a musica, cabaret, spettacoli teatrali e rappresentazioni artistiche. La tonnara di Carloforte - Tra le più antiche tonnare del Mediterraneo, quella di Carloforte si attesta ai vertici internazionali della pesca del tonno di qualità con circa 4. 000 esemplari pescati. Prima nel Mediterraneo per quantità, la tonnara vanta una plurisecolare attività mai interrotta dal 1738, anno di fondazione della città. E prima ancora, con il nome di Ieracon, in epoca fenicia, e di Acipitrum Insula, nel successivo periodo romano, l’attuale Isola di San Pietro e’ la più antica sede di tonnare di cui si hanno reperti e testimonianze visibili. Nel corso della storia si e’ consolidata una ritualità profonda che lega questo meraviglioso luogo del Mediterraneo al tonno. I Fenici, amavano a tal punto il tonno da coniarlo sulle proprie monete. Nel loro ossessivo peregrinare sulle rotte del Mediterraneo alla ricerca di metalli, questi mercanti e navigatori leggendari, fondarono città e stabilirono colonie, convissero con Greci, Romani, Siculi e Sardi… e concepirono le tonnare. La mattanza. Sulle rotte del tonno di corsa - Già Aristotele, notando la regolarità del passaggio dei tonni, ne aveva cercato, invano, una spiegazione logica. Fenici, Arabi, Romani e Spagnoli pensarono di sfruttare la periodicità dell’evento per dare impulso all’attività di pesca lungo le coste sarde. Nacque così una sorta di rito laico che si perpetua da millenni, con ritmi ampiamente prevedibili, perché il passaggio dei tonni, come il respiro delle maree, e’ una delle suggestive costanti mediterranee. I tonni adulti, chiamati ‘‘tonni di corsa”, entrano dall’Oceano nel Mediterraneo per riprodursi. Ben pasciuti ed attirati dal richiamo sessuale, in primavera migrano a branchi lungo la costa. La credenza dice, addirittura, che il tonno: ‘‘segue la costa e nuota guardando solo dal lato sinistro…’‘. Vero o no, i tonnaroti, resi esperti da una tradizione antichissima, tendono le loro reti dalla riva verso il largo dalle classiche e grandi barche nere (bastarde), quasi fossero braccia invisibili tese verso i branchi di tonni in amore. Eros e Thanathos, amore e morte: oggi come ieri si ripete a Carloforte un rito antico, un antico mistero. Carloforte Carloforte affonda le sue radici nella mescolanza di etnie dell’intero bacino del Mediterraneo. Nel 1738 alcuni navigatori genovesi provenienti da Tabarka, già colonia ligure sulla costa tunisina, sbarcarono sull’isola di San Pietro - allora disabitata - su invito di Carlo Emanuele Iii di Savoia, attratti dai banchi di corallo e dalla ricca presenza di tonni. Da questa migrazione nacque Carloforte – così chiamata in onore del Sovrano - e ancor’oggi quelle radici marinare rimangono tenacemente inalterate, perché è dal mare che gli isolani traggono benessere, cultura ed una tradizione che ne fa inimitabili maestri d’ascia e tonnaroti per vocazione. Ulteriori informazioni sul sito www. Girotonno. It .  
   
   
IN CUCINA IL SILENZIO È D’ORO A LA MAGGIORANA DI RIVOLI (TO) CORSI DI CUCINA PER AUDIOLESI.  
 
Esiste un modo di comunicare che può andare al di là delle parole e dei suoni, un modo semplice e diretto che passa attraverso canali sensoriali “alternativi” rispetto all’udito. Lontano dai frastuoni e dal caos di una qualsiasi città di oggi, c’è un’isola felice dove si chiacchiera con pentole, tegami, mestoli e fruste, dove i sapori sono ancora autentici così come i rapporti e le amicizie che in questo luogo nascono. Siamo a casa di Erica Maggiora, chef illuminato e particolarmente dotato – oltre che di uno spiccato senso armonico e creativo per l’arte della cucina – di uno spirito attento e aperto alle cose del mondo. L’idea di promuovere dei corsi di cucina per audiolesi nasce nel 2002 quando Erica Maggiora incontra, in maniera del tutto casuale, un non-udente. In quel periodo però la sede non può ancora essere utilizzata a seguito di lavori di ristrutturazione e soltanto nell’aprile del 2004 comincerà finalmente un rapporto che dopo quattro anni risulta ormai consolidato. Nessuno ci aveva pensato prima, forse pochissimi dopo questa esperienza avranno preso spunto e cercato di imitarla. Spetterà alla sensibilità e alla voglia di sperimentare dello chef Erica Maggiora il primato di una scelta che si schiera apertamente contro i pregiudizi. Il successo è immediato, il primo gruppo di audiolesi che vogliono frequentare i corsi di cucina è di circa cinquanta persone, tantissime, i gruppi diventano due e comincia così una frequenza che ancora oggi segue una cadenza mensile. Nei ricordi di Erica Maggiora, rispetto a questa esperienza, c’è il timore di non trovare subito la via giusta per comunicare, ma anche lo stimolo a raccogliere una nuova sfida… ma si sa: il segreto in tutte le cose risiede nella genuinità e nella semplicità. Fin dal primo momento questo nuovo gruppo di “apprendisti in cucina” risulta più che attento, nulla sfugge poiché gli occhi del singolo sono gli occhi di tutti: mai la definizione di “gruppo” è stata così giustamente interpretata. Se qualcuno perde un passaggio ci pensa un altro componente a richiamarlo, a renderlo nuovamente partecipe su ciò che sta accadendo in quel momento. Questi individui sono costantemente impegnati nell’attenzione rispetto al proprio mondo, alla propria persona e a quella degli altri componenti del gruppo. Il senso dell’udito è sostituito dagli occhi e dall’attenzione degli altri e tutto ciò dà un senso di protezione e di appartenenza difficili da spiegare: è come se mani, occhi e bocca per assaggiare e gustare appartenessero in realtà ad un’unica entità, in assoluta sintonia e empatia con tutte le sue parti. La sinergia che si va creando tra lo chef e gli studenti dà risultati sorprendenti, le lezioni scorrono facilmente, gli allievi imparano terminologie tecniche, preparazioni di base e si capiscono al volo con l’insegnante. Per festeggiare adeguatamente la fine del corso e premiare gli studenti così attenti e motivati, Erica Maggiora ha voluto regalare loro un momento di rara intensità: “è stata quasi la realizzazione di un sogno”, racconta Erica, “organizzare il concerto di Natale per pianoforte e vedere come queste persone – apparentemente tagliate fuori da esperienze “sonore” come quelle che la musica può offrire – riuscissero a percepire, con l’aiuto di un palloncino gonfiato da stringere al petto, e tradurre i suoni in vibrazioni. Un’esperienza come questa è solo un esempio di tutto ciò che ognuno di noi, nel suo piccolo e nel proprio campo, può fare nei confronti degli altri. L’idea di dare a tutti quanti una possibilità è al fondo di questa piccola storia di vita e di cucina, raccontata per fornire un esempio di integrazione, poiché quella che dovrebbe essere la normalità risulta spesso l’eccezione. .  
   
   
TOCAI FRIULANO: TAVOLO AL MIPAAF. QUATTRO PUNTI PER AFFRONTARE L’EMERGENZA. DE CASTRO: “RISPOSTE POSITIVE E CONDIVISE AL COMPARTO”  
 
Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali On. Paolo De Castro ha incontrato il 7 marzo a Roma le Associazioni Agricole di categoria del Friuli Venezia Giulia, i rappresentanti dei Consorzi Doc e della Cooperazione guidati dall’Assessore Regionale all’Agricoltura Enzo Marsilio. Il tavolo ha esaminato e valutato la situazione creatasi per il Tocai Friulano dopo la recente sentenza del Consiglio di Stato (conferma della sospensiva dell’utilizzo del sinonimo friulano già oggetto di sentenza in tal senso da parte del T. A. R. Del Lazio). Produttori e Associazioni nel ribadire l’importanza della denominazione “Tocai Friulano” hanno sottolineato che riterranno definita l’intera vicenda solo con la sentenza della Corte di Giustizia Europea prevista entro l’autunno. In attesa di questo pronunciamento hanno rimarcato la necessità di certezze per la commercializzazione della produzione 2006. Quattro i punti, che l’Assessore Marsilio ha chiesto al Ministro De Castro di concentrare il proprio impegno al fine di una soluzione transitoria condivisa. I punti che hanno formato oggetto della discussione sono: 1) Una richiesta sospensiva al tribunale di I° istanza che il 21 marzo a Lussemburgo deve esprimersi in merito al divieto di utilizzo delle denominazioni di tocai friulano dal 1 aprile p. V. 2) La definizione di prodotto detenuto per la vendita che permetta la commercializzazione dell’intera produzione 2006 di tocai friulano facendo riferimento al registro di cantina. 3) L’impegno congiunto tra tutti gli attori presenti al tavolo odierno per definire ulteriori o nuovi provvedimenti normativi e/o legislativi – nell’eventualità che la Corte di Giustizia si esprima prima della prossima campagna- solo in modo concordato e congiuntamente. 4) Mantenimento dei fondi per la promozione, promozione che verrà attivata dopo la sentenza della Corte di Giustizia, sia se rimarrà la denominazione “Tocai Friulano” sia in sinonimo friulano. “In questo modo, pur attendendo ulteriori passaggi giuridici – ha detto il Ministro De Castro - siamo in grado di dare risposte positive e condivise a un settore importante per l’economia della Regione Friuli Venezia Giulia e più in generale all’intero comparto vitivinicolo italiano”. .  
   
   
"AUTOCTONI", IN UN LIBRO I TOP 100 D´EUROPA "VINO É": I VITIGNI DEL VECCHIO CONTINENTE  
 
I vitigni "autoctoni", a differenza di quelli "internazionali", capaci di adattarsi ovunque, si trovano e danno il meglio di sé soltanto in alcuni luoghi e non in altri, grazie a quel particolare microclima ed ambiente circoscritti. Ce ne sono tanti nel Vecchio Continente. Sono oltre 100: dalla Germania all´Austria, alla Francia, all´Ungheria; dal Portogallo alla Spagna, alla Grecia; dalla Slovenia alla Slovacchia, alla Repubblica Ceca; da Malta alle Canarie, alle Azzorre; dalla Corsica a Cipro, all´isola di Madeira, alla Corsica, fino all´antichissima Creta. E danno origine a vini eccellenti. La "mappa" completa del Vigneto Europa, un inesplorato "tesoro" vitivinicolo ed enologico continentale, ora è diventata una pubblicazione. Il libro si intitola "Vino é, i vitigni autoctoni d´Europa" ed è stato realizzato da Gribaudo Editore, su iniziativa di Unavini, nell´ambito della campagna "Vino é", finanziata da Italia ed Unione Europea, in collaborazione con l´Enotéca Italiana di Siena. "Baluardi alla mondializzazione della viticoltura e all´uniformità del gusto", si legge in apertura dell´elegante volume la cui introduzione è affidata agli interventi del presidente di Unavini, Gianluigi Biestro e di Flavio Tattarini, presidente, e Fabio Carlesi, direttore di Enoteca Italiana. I vitigni autoctoni, infatti, sono un simbolo di identità e rappresentano anche "un´occasione di rilancio del territorio". Ed inoltre un´opportunità "per riattivare piccole microeconomie e tutelare le diversità vitivinicole e le tante biodiversità che l´Europa custodisce". Il volume, vademecum utile ed unico nel suo genere, ha un ricco apparato iconografico e storico. Dalle origini della vite e del vino e le prime tracce scoperte in Asia Minore, risalenti al Paleolitico, alla diffusione della vitis vinifera in Italia, con gli Etruschi e poi i Romani, che la esportarono in Gallia (I sec. A. C. ), fino alla moderna enologia del Xix e Xx sec, e ai più recenti mutamenti di tendenza di mercato, sintetizzabili nello slogan Abc: Anything But Chardonnay/cabernet. A sottolineare "l´esigenza di scoprire prodotti autentici e ben identificabili", contro la diffusione di "vini fotocopia: tutti corposi, tutti barriccati, tutti dal colore intenso. ". Non si tratta però di uno scontro tra "autoctoni e vitigni internazionali", avvertono gli addetti ai lavori. Nel libro è delineato "il panorama ampelografico del Vecchio Continente" allo scopo di "conservare la memoria storico-degustativa di una società", una scelta strategica la cui "importanza deve essere compresa e adeguatamente sorretta da parte di governi". Salvati in più occasioni dall´estinzione (grande gelata del 1709, epidemia di fillossera nel 1865), i vitigni autoctoni d´Europa rappresentano un patrimonio unico al mondo per il quale oggi si finanziano progetti di ricerca scientifica. Il miglioramento genetico (selezione clonale, autofecondazione), assieme ad un rinnovato sistema di "menzioni" che garantisca unicità è qualità "nel Far West legislativo", sembrano essere oggi la carta vincente per gli "autoctoni". Anche se il panorama è piuttosto eterogeneo. Basti pensare che tra vini a Indicazione Geografica (Ig) e a Denominazione di Origine (Do), sono oltre 10mila le tipologie diffuse nell´Unione Europea. Lo stesso limite massimo di altitudine di coltivazione della vite, dà forse la misura delle differenze culturali, storiche, ambientali. Un "salto" che va dai 300 mt dell´Ungheria, ai 500 mt della Svizzera, ai 1000 mt di Pirenei, Val d´Aosta e Val di Susa, fino ai 1300 dell´Etna, e poi sempre più in alto, nel mondo, fin sulle vette dell´Himalaya (2500 mt) e delle Ande (3500 mt). .  
   
   
INAUGURAZIONE DEL VINITALY SUL PRIMO TRENO DEL VINO  
 
 Da Verona a Desenzano del Garda e ritorno, sul primo Treno del Vino. In occasione dell´inaugurazione del Vinitaly, il prossimo 29 marzo, il Ministro per le Politiche agricole alimentari e forestali Paolo De Castro terrà a battesimo le prime carrozze arredate con i colori del vino in occasione del Vinitaly. Insieme al Ministro ci saranno il presidente di Città del Vino, Valentino Valentini, accompagnato dai principali promotori dell´iniziativa; 60 sindaci di Città del Vino ed i testimonial dell´evento Lina Wertmuller e Gad Lerner. .  
   
   
DEDICATO A B ON, VIVACE ANCHE… OLTRE CONFINE PER IL SECONDO ANNO CONSECUTIVO, LA PUBBLICAZIONE MADE IN OLTREPÒ SARÀ DISTRIBUITA IN ANTEPRIMA ALLA PROWEIN DI DUSSELDORF  
 
Dal 18 al 20 marzo 2007, il Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese parteciperà per il secondo anno consecutivo a Prowein, Fiera Internazionale di Vini e Liquori organizzata a Dusseldorf (Pad 4 stand B 61 – Vinum; Pad 4 stand B 33 - Wein+markt). Il vino d’elezione proposto durante una della fiere più prestigiose e frequentate nel panorama europeo sarà il Bonarda, come accaduto nel 2006. Alcuni dati della precedente edizione di Prowein: 3. 000 espositori, 32. 125 visitatori specializzati (di cui il 78% dalla Germania e il 22% da Paesi esteri), con una percentuale dell’84% fra i decision maker internazionali. Ai dati generali, si sommano quelli dell’Oltrepò. Primo fra tutti, il riscontro avuto sulla stampa tedesca, dagli articoli pubblicati da “Vinum” e “Merum” all’attenzione dimostrata da “Stern” che, in conseguenza a Prowein, ha dedicato al Bonarda dell’Oltrepò un servizio siglato dalle autorevoli firme di Cornelius e Fabian Lange. Così come lo scorso anno, il Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese distribuirà durante Prowein il “Bonarda Style Magazine”, pubblicazione che si propone come un annuario delle iniziative Bonarda Style. Informazioni su Bonarda, Croatina e sulle maggiori produzioni vitivinicole dell’Oltrepò, sul Consorzio e sugli appuntamenti Bonarda Style: questo il contenuto anche della seconda edizione del Magazine, ma con la novità di una grande spazio riservato alle immagini della sfilata B*on, organizzata lo scorso 4 dicembre presso il Circolo della Stampa di Milano. B*on, ossia capi d’abbigliamento vivaci e abbinamenti piacevolmente sorprendenti per indicare, non con parole ma con immagini, con abiti e accessori, quanto il Bonarda prodotto in Oltrepò sia altrettanto vivace e abbinabile ai più diversi sapori e gusti. Un messaggio che sta facendo letteralmente il giro del mondo, come dimostra l’articolo di Yuki Kumagawa, pubblicato sul sito d’informazione giapponese Nikkei lo scorso gennaio. Dopo Prowein, la nuova edizione di Bonarda Style Magazine sarà in distribuzione anche in occasione di Vinitaly (Verona, 29 marzo – 2 aprile) presso lo stand del Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese. . .