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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 17 Febbraio 2009
LA PESCA VERSO IL NAUFRAGIO  
 
Il settore della pesca è in seria difficoltà. I posti di lavoro sono in pericolo e le scorte ittiche al bordo del collasso. La politica comune della pesca (Pcp) ha sempre vissuto momenti di tempesta, ma le nuove riforme, previste per il 2013, dovrebbero ridare qualche speranza a un settore in pieno naufragio. Le prime misure europee in tema di pesca risalgono al 1970. La politica comune della pesca (Pcp) è entrata invece in vigore solo nel 1983, dopo lunghe e difficili negoziazioni. Venti anni dopo si è avuta la prima riforma che prevedeva tra l´altro un nuovo "bilancio di salute" all´orizzonte del 2012. Lo scorso martedì, 10 febbraio, la commissione parlamentare della pesca (Pech) ha affrontato il tema delle riforme della Pcp in presenza del commissario europeo per la pesca, Joe Borg, e dei rappresentanti degli Stati membri e delle organizzazioni di pescatori. Questa consultazione precede il progetto di riforma della Pcp previsto per il 2013. L´inevitabile ristrutturazione del settore Il deputato conservatore inglese, Struan Stevenson (Ppe/de), il cui elettorato comprende molte persone che lavorano nel settore ittico, è stato molto critico sulla politica attuale: "La politica comune della pesca è stata creata per proteggere la pesca e i posti di lavoro nel settore: in entrambi i casi si è rivelata un fallimento. Ci sono sedici specie i cui stock sono in pericolo e questo si tradurrà nella perdita di molti posti di lavoro". Ancora più drastico il deputato dei Verdi, Ian Hudghton, secondo il quale "l´Unione europea starebbe meglio senza la politica comune della pesca". Qualche dato in più • con una produzione di quasi 7 milioni di tonnellate nel 2005, l´Unione europea è la seconda potenza mondiale del settore, dopo la Cina • le aringhe, le acciughe e gli sgombri sono le specie più pescate • oggi circa 190 000 addetti sono direttamente occupati nelle attività di cattura Joe Borg, commissario europeo per la pesca e gli affari marittimi, ha invece ricordato l´importanza della Pcp: "Abbiamo bisogno di una politica comune della pesca basata sugli stessi principi ecologici, economici e di sostenibilità sociale. Solo in questo modo possiamo essere sicuri che tutti i pescatori europei, dal Baltico al Mediterraneo, opereranno su un piano di parità. Nello stesso tempo, dobbiamo riconoscere che i nostri mari e la nostra pesca sono così ricchi, perché sono così vari". Lo "scandalo" delle catture accessorie - La deputata irlandese Avril Doyle (Ppe/de), ha sollevato la questione delle "catture accessorie": ogni anno milioni di pesci e specie marine vengono accidentalmente pescate e rigettate in mare privi di vita. Questo "scandalo" riguarda tra i 7 e i 27 milioni di tonnellate di pesci l´anno, cioè un quarto della pesca mondiale. Nel Mare del Nord, la Fao (Organizzazione delle Nazioni Unite per l´alimentazione e l´agricoltura) ha stimato che questo spreco di risorse ittiche rappresenta tra i 500 000 e le 800 000 tonnellate ogni anno. Il Parlamento europeo ha adottato, a gennaio dell´anno scorso, una relazione che mirava a ridurre queste perdite. Dopo l´incontro di martedì, il Parlamento e il Consiglio avranno degli elementi in più per decidere sul futuro della politica europea della pesca. . .  
   
   
VERSO ALTRE PARTNERSHIP TRA ITALIA E SLOVENIA  
 
La Slovenia parteciperà con l´Italia al progetto di Twinning, programma di gemellaggio istituzionale, in Montenegro e sarà nostro partner nel project team del Consorzio proposto dall´Italia. Lo rende noto l´Aise. Inoltre, si studierà con la Slovenia la possibilità di avviare partnership commerciali tra le rispettive aziende che operano nella grande distribuzione. Lo ha detto il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Luca Zaia, commentando i risultati dei contatti intercorsi tra i due dicasteri e il recente incontro dell´ambasciatore italiano con il Ministro sloveno dell´Agricoltura, Silvicoltura e Alimentazione, Milan Pogacnik. L´italia - ha ricordato Zaia - nutre un grande interesse per la Slovenia: il settore agro-alimentare italiano, in particolare quello del nord-est, guarda con attenzione a questo mercato, anche in una prospettiva di penetrazione nei Balcani occidentali. L´acquisizione di questo programma di Twinning - ha concluso il Ministro - costituisce un buon successo della nostra diplomazia economica nell´area. .  
   
   
QUORE LATTE: DALL´EMILIA-ROMAGNA EMENDAMENTI AL DECRETO GOVERNATIVO. RABBONI AI PARLAMENTARI E ALLE ORGANIZZAZIONI AGRICOLE: PROPOSTE ISPIRATE A UN CRITERIO DI EQUITÀ VERSO I PRODUTTORI ONESTI  
 
Bologna - Partono dall´Emilia-romagna le proposte di modifica al decreto del governo sulle quote latte. Le ha illustrate ieri mattina l´assessore regionale Rabboni ai parlamentari. “Questi emendamenti sono ispirati sostanzialmente a un criterio di equità nei confronti degli allevatori che fin qui hanno operato nel rispetto delle regole, non nascono da una volontà di contrapposizione al Governo, ma da un sentire diffuso e da una fortissima perplessità nel mondo agricolo e degli allevatori. Tanto è vero che sono condivisi anche dalle altre Regioni del nord, il Piemonte, ma anche la Lombardia. Credo ci sia bisogno di una riflessione comune”. Con queste parole l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni oggi a Bologna ha presentato ai Parlamentari emiliano-romagnoli delle Commissioni agricoltura della Camera e del Senato e alle Organizzazioni agricole il pacchetto di modifiche messo a punto dalla Regione Emilia Romagna al decreto legge sulle “Quote latte aggiuntive” approvato nelle scorse settimane dal Governo e prossimo al passaggio parlamentare. All’incontro erano presenti in particolare i senatori Paolo de Castro, Leana Pignedoli, Maria Teresa Bertuzzi e l’onorevole Sandro Brandolini dell’opposizione, gli onorevoli Francesco Biava e Fabio Rainieri della maggioranza. Nel suo intervento Rabboni ha espresso anche “il rammarico per il mancato coinvolgimento delle Regioni in fase di stesura del decreto, tanto più su una materia come questa che rientra pienamente nelle competenze delle Amministrazioni regionali”. “Tenendo conto delle prossime scadenze relative alla conversione del decreto – ha detto Rabboni - provvederemo a trasmettere le nostre proposte ai gruppi parlamentari e al Ministro Zaia”. “E fuori di dubbio che la quota aggiuntive devono essere assegnate agli esuberi produttivi – ha sottolineato Rabboni – ma questo deve avvenire secondo equità. ” Per fare un esempio tra i tanti: secondo una simulazione attendibile, se il decreto sulle quote latte passasse senza modifiche, chi nel 2007-2008 ha affittato quote perché produceva in esubero, e dunque ha speso per rispettare le regole, si vedrebbe riconosciuto solo il 25% delle quote affittate, mentre chi, pur producendo anch’egli in esubero, non si è preoccupato di regolarizzare la propria posizione, si vedrebbe assegnato il 100% dell’esubero. I punti contestati e le proposte di modifiche Secondo le proposte dell’Emilia-romagna va dunque innanzi tutto abrogato il comma 1 dell’art 1 del decreto che introduce surrettiziamente, per la campagna in corso, come destinatari della compensazione figure fino ad oggi escluse quali i produttori privi di quota e gli splafonatori per più del 100%. Togliendo spazio di compensazione agli allevatori in regola. Va inoltre modificata la scala delle priorità per quanto riguarda l’assegnazione delle quote latte. Precedenza dunque a chi ha subito il taglio della quota B (non solo quella prodotta, ma anche parte di quella non prodotta), a chi ha affittato quote e quindi agli splafonatori. E’ inoltre essenziale che gli assegnatari delle quote aggiuntive rinuncino a ogni contenzioso e va verificata prima dell’assegnazione ( e non dopo come è previsto attualmente) l’adesione dell’allevatore alla rateizzazione delle multe. Notevoli anche le perplessità sul Fondo alimentato dal pagamento delle rate e destinato a sostenere gli allevatori in regola. “La nostra scelta politica – ha sottolineato Rabboni – è che queste risorse vengano, prioritariamente assegnate agli allevatori in regola nel rispetto degli aiuti di Stato e delle norme vigenti e solo le risorse residue –al contrario di quanto prevede attualmente il decreto – al Ministero del tesoro” . L’emilia-romagna chiede inoltre al Governo di anticipare lo stanziamento per intervenire contemporaneamente al processo di regolarizzazione con interventi a favore del settore lattiero Caseario. I numeri sulle quote latte In Italia le aziende produttrici sono 40. 895 per una produzione totale di 10 milioni 804. 456 tonnellate di latte. In esubero sono 13. 220 aziende (per una produzione pari a 873 mila tonnellate) e quelle soggette a prelievo (cioè che pagano le “multe”) sono 1. 506. I grandi splafonatori (+ del 100%) sono 646 e da soli producono oltre la metà del totale del latte in esubero. Le aziende che per mettersi in regola hanno affittato quote sono 5. 154. In Emilia-romagna i grandi splafonatori sono solo 31 e le aziende soggette al pagamento del prelievo sono 70. Su un totale di 4. 350 aziende (1 milione 676. 599 tonnellate di latte) quelle in esubero sono 1. 933 e producono poco più di 89 mila tonnellate. Le aziende che hanno preso quote in affitto sono 891. Sul 44% delle aziende soggette al pagamento del prelievo grave l’81% della produzione in esubero. .  
   
   
QUOTE LATTE, AGIRE IMMEDIATAMENTE PER RIVEDERE IL DECRETO LEGGE  
 
Bologna - Le Organizzazioni Professionali Agricole dell´Emilia-romagna, Confagricoltura, Cia, Copagri e le centrali Cooperative Fedagri-confcooperative e Legacoop Agroalimentare, hanno posto all’assessore all´Agricoltura Rabboni l’esigenza di una profonda e sostanziale revisione del decreto del ministro Zaia sulle quote latte firmato dal Presidente della Repubblica e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 5 febbraio. Il provvedimento è giudicato dalle organizzazioni “iniquo e non rispettoso dei produttori che in questi anni hanno sempre operato rispettando le regole e hanno a questo scopo investito ingenti risorse economiche per l’acquisto di quote”. Le rappresentanze agricole hanno inoltre espresso un forte dissenso in relazione al mancato accoglimento da parte del ministro Zaia della maggior parte delle richieste avanzate dai produttori con un documento unitario sottoscritto nei giorni scorsi e sostenuto dalla Regione presso le sedi istituzionali. “In particolare - segnalano le rappresentanze agricole - è venuta meno la costituzione di un fondo di 500. 000 euro finanziato adeguatamente e destinato unicamente ai produttori che hanno acquistato quote, l’esplicita rinuncia preventiva alle azioni legali in corso da parte dei potenziali beneficiari dell’assegnazione di quote produttive per tramite della rateizzazione, l’attribuzione delle quote solo successivamente al pagamento della prima rata in seguito alla richiesta di rateizzazione”. Le organizzazioni regionali hanno chiesto inoltre l´impegno affinché venga modificata “la priorità di assegnazione delle quote inserendo anche coloro che non hanno prodotto la quota B tagliata, gli affittuari di quota, che l’assegnazione non preveda franchigie e che sia abrogata la norma che stabilisce la restituzione del prelievo pagato in eccesso anche ai produttori non titolari di quota e ai produttori che abbiano superato il cento per cento del proprio quantitativo di riferimento individuale in quanto tale disposizione attuata fine campagna mette a rischio l’entità delle compensazioni per le aziende in regola”. Perché le richieste avanzate dai produttori emiliano–romagnoli siano accolte le organizzazioni regionali - Confagricoltura, Cia, Copagri e le centrali Cooperative Fedagri-confcooperative e Legacoop Agroalimentare - si impegneranno a sensibilizzare i parlamentari regionali affinché le proposte di modifica sollecitate siano recepite nella fase di conversione in legge del decreto. Nel contempo fanno presente che “seguiranno con attenzione i lavori parlamentari per valutare il grado di accoglimento delle istanze predisposte e per decidere le eventuali azioni da mettere in atto, a tutela dei produttori rispettosi delle regole e della legge 119, non ultima la convocazione di una mobilitazione generale qualora le norme non corrispondessero agli interessi degli allevatori”. . .  
   
   
PESCE SPADA, LA NORMATIVA REGIONALE SARDA SI ADEGUA A QUELLA NAZIONALE  
 
La pesca del pesce spada in Sardegna si adegua alle norme nazionali. Con un decreto firmato il 13 febbraio dall´assessore regionale dell´Agricoltura, Francesco Foddis, è stata fatta chiarezza sulla taglia minima di cattura, uniformando di fatto la pesca nelle acque del mare territoriale della Sardegna alle condizioni previste dalla normativa nazionale. Il decreto stabilisce che la pesca del pesce spada (Xiphias gladius), specie altamente migratoria, è consentita se la taglia minima è di 140 centimetri, tenendo conto che la misurazione delle dimensioni si attua dall´apice del muso, a bocca chiusa, fino all´estremità del lobo più lungo della pinna caudale. Il decreto, che ne abroga uno precedente (il numero 1658 del 12 settembre 1995) relativamente regolamentazione della pesca del pesce spada, è arrivato dopo diversi incontri sul tema tra l´assessore Foddis e gli operatori, l´ultimo dei quali qualche giorno fa a Porto Torres. "Questo provvedimento - spiega l´assessore - venendo incontro alle sollecitazioni e alle richieste del mondo della pesca, fa chiarezza una volta per tutte sulla normativa, eliminando di fatto qualsiasi disparità tra i pescatori sardi e quelli delle altre regioni". .  
   
   
CCIAA INSIEME AL CONSORZIO PER IL PANE DI MATERA  
 
Camera di commercio di Matera e Consorzio per la valorizzazione del Pane di Matera Igp hanno concordato di lavorare insieme per un percorso operativo,che possa rafforzare la produzione e la commercializzazione del pane tipico locale. E´ quanto è stato concordato nel corso di un incontro che il presidente dell´ente camerale, Angelo Tortorelli, ha avuto con una delegazione di panificatori guidati dal presidente Massimo Cifarelli per un esame dei problemi e delle prospettive di crescita del settore e di promozione del pane. Tra gli argomenti trattati figurano l´allargamento della base produttiva, anche attraverso la individuazione dei luoghi di lavorazione, vendita e distribuzione, gli aspetti legati alla filiera produttiva che vedono impegnati i panificatori locali nel ritorno all´utilizzo del grano duro "senatore Cappelli´´, la definizione di strategie di marketing che consentano di valorizzare la produzione sul piano qualitativo e di accrescere la visibilità del prodotto "Pane di Matera´´ tra i consumatori. Allo scopo si è deciso di costituire un gruppo di lavoro per concretizzare il progetto di valorizzazione, legato alla promozione del territorio. " Il pane di Matera -ha detto il presidente, Angelo Tortorelli- è il simbolo della buona tavola e dell´economia agroalimentare locale. Con il Consorzio intendiamo lavorare in concreto alla valorizzazione di un prodotto valido sul piano qualitativo e della genuinità, perchè frutto di un disciplinare legato alla tradizione della panificazione. La Camera di commercio asseconderà questo percorso mettendo a disposizione le proprie risorse organizzative e quelle del sistema camerale, con l’auspicio – e stiamo lavorando in questa direzione- che si possano raggiungere risultati anche per altre componenti del paniere dei prodotti tipici locali. Fare sistema, concordare un percorso, utilizzare al meglio le risorse non può che far bene al territorio a tutela del reddito, dell’occupazione, a far crescere il sistema delle imprese locali’’. Per il presidente del Consorzio Massimo Cifarelli la collaborazione con la Camera di commercio rappresenta una tappa importante nel percorso di valorizzazione del pane di Matera. " Abbiamo trovato -ha detto Cifarelli- nel presidente Tortorelli un interlocutore sensibile, che insieme a noi intende lavorare in concreto alla promozione di un prodotto che intendiamo far conoscere e affermare fuori dai confini locali´´. .  
   
   
CAMPAGNA ASSICURATIVA A RISCHIO SE NON VIENE RIFINANZIATO IL FONDO DI SOLIDARIETÀ NAZIONALE. IL PRESIDENTE DELLA CIA EMILIA ROMAGNA INVIA UNA LETTERA AI PARLAMENTARI EMILIANI “SENZA RIFINANZIAMENTO DEL FONDO IMPOSSIBILE IMPOSTARE LA CAMPAGNA ASSICURATIVA PER LE PRODUZIONI AGRICOLE”  
 
Bologna - “Mentre pare intravedersi una positiva soluzione per quanto riguarda l’interpretazione autentica in materia di fabbricati rurali ai fini dell’Ici, resta - in tutta la sua drammaticità - il mancato finanziamento del fondo di solidarietà nazionale per le assicurazioni agevolate per le calamità naturali e per le avversità atmosferiche”. E’ solo una parte della lettera inviata dal presidente della Cia Emilia Romagna Nazario Battelli ai parlamentari eletti in Emilia Romagna. Nella missiva Battelli sollecita i parlamentari affinché pongano particolare attenzione ai passaggi parlamentari dopo la reiterata insensibilità del Governo nell’approvazione della Legge Finanziaria e i successivi provvedimenti ‘di contorno’ “che non sono riusciti ad affrontare alcuni nodi di particolare urgenza e necessità per l´agricoltura italiana e per quella emiliano romagnola in particolare”. Il rifinanziamento del Fondo di solidarietà nazionale consentirebbe di avviare la campagna assicurativa dei prodotti agricoli, garantendo una protezione dalle prime avversità atmosferiche delle produzioni di pregio quali quelle dell’Emilia Romagna. Il sistema realizzato con l’intervento del Fondo di solidarietà è uno dei più efficienti d’Europa, ricorda ancora Battelli, e nella sola Emilia Romagna nel 2008 sono stati assicurati prodotti per 951 milioni di euro. “Per assicurare produzioni di pari valore – precisa Battelli – senza il Fondo l’agricoltura della nostra regione dovrebbe pagare qualcosa come 70 milioni di euro contro i 23 dell’anno precedente, con il costo delle polizze che verrebbero triplicate”. “Gli agricoltori emiliano romagnoli pagano oltre un quarto dei premi assicurativi rispetto al dato nazionale – scrive in sintesi Battelli - contribuendo in maniera sostanziale ad uno strumento valido, moderno e che, oltretutto, garantisce allo Stato un notevole risparmio netto fra quanto sin´ora investito annualmente per il Fondo di solidarietà in parola (circa 200 milioni di euro) rispetto a quanto occorrere elargire -ex post- a seguito delle calamità (oltre 1 miliardo di euro)”. “Si aggiunge ora anche la necessità di recuperare la tutela degli interessi della sostanziale totalità dei produttori di latte della nostra regione – conclude infine Battelli - offesi dalla decretazione su questa delicata materia e impediti dal poter usufruire di quell´"atterraggio morbido" verso il superamento del regime delle quote latte che caratterizzerà, invece, gli altri Paesi europei”. .  
   
   
MIA DI RIMINI E BIOFACH DI NORIMBERGA, LE MARCHE SI PROMUOVONO  
 
 . Doppio appuntamento per la promozione del made in Marche di qualita`. Le eccellenze enogastronomiche regionali saranno in mostra alla 39^ edizione del Mia di Rimini, il salone internazionale dell´alimentazione, in programma dal 14 al 17 febbraio. A Norimberga, invece, dal 19 al 22 febbraio saranno in passerella le produzioni biologiche marchigiane, protagoniste alla 20^ edizione del Biofach, la fiera internazionale del biologico piu` importante d´Europa. ´La nostra regione ´ dice il vice presidente e assessore all´Agricoltura, Paolo Petrini ´ e` una di quelle che punta maggiormente sulle produzioni biologiche, con una superficie dedicata al biologico che rappresenta il 10 - 12% della superficie agricola totale e con un´importante tradizione cominciata gia` all´inizio degli anni ``80. Questa Fiera rappresenta una rilevante opportunita` per i nostri produttori per avviare contatti all´estero grazie alla spinta dell´internazionalizzazione´. A Rimini saranno ventidue le aziende marchigiane ospitate nello stand della Regione, circa 350 metri quadri al padiglione A1, mentre nella citta` tedesca saranno undici le aziende presenti allo stand regionale. ´Quelle di Rimini e Norimberga ´ sottolinea Petrini - sono importanti occasioni per promuovere le eccellenze enogastronomiche e le produzioni biologiche marchigiane. Il Programma di sviluppo rurale ha l´obiettivo di valorizzare l´agricoltura biologica e di qualita` nella regione. La consulenza aziendale, la promozione del prodotto, la sua trasformazione e commercializzazione per filiera, sono le direttrici su cui muoversi per la piena valorizzazione di attivita` con importanti riflessi ambientali ed economici. Per avere la massima valorizzazione delle produzioni, infatti, un´attenzione particolare viene data alle esperienze innovative di collegamento diretto dei produttori biologici con i consumatori e le mense scolastiche locali. Oltre a cio` vanno percorse tutte le strade per garantire diffusione e assorbimento delle eccellenze e tipicita` regionali, in questa prospettiva le vetrine di Rimini e Norimberga sono sicuramente appuntamenti di tutto interesse. Puntiamo a diversificare l´economia regionale, scommettendo su eccellenze e territorio´. L´appuntamento di Rimini vede la collaborazione con i ´Cuochi di Marca´, immancabili le degustazioni in vari momenti della giornata. Il padiglione in cui saranno presenti le Marche ospitera` anche una serie di eventi ad alta visibilita`, anche televisiva. A Norimberga, invece, sara` presente anche l´Assam che, con un workshop, effettuera` la presentazione del Progetto Life ´ Sapid, iniziativa diretta a evitare contaminazioni tra produzioni tradizionali e produzioni geneticamente modificate. (f. B. ) .  
   
   
BASILICATA: EMERGENZE FITOSANITARIE: NUOVO SERVIZIO PER GLI AGRICOLTORI  
 
Un nuovo servizio specialistico rivolto agli agricoltori sulla previsione e sull’avvertimento delle emergenze fitosanitarie: è questa una delle principali novità emerse nel corso del Consuntivo Fitosanitario 2008, il consueto appuntamento organizzato di recente presso l’Azienda “Pantanello” dall’Alsia, l’Agenzia Lucana di Sviluppo e di Innovazione in Agricoltura, per fare il punto sulle principali emergenze del comparto e sui programmi in atto. Il nuovo servizio (che si chiamerà Fitospa - Servizio di Previsione ed Avvertimento), che partirà in primavera, è stato definito d’intesa tra l’Agenzia ed il Dipartimento Agricoltura, Sviluppo Rurale ed Economia Montana della Regione Basilicata. Già attivo in alcune regioni del Centro e Nord Italia, vedrà la Basilicata come prima regione del Mezzogiorno. Come tra l’altro sottolineato nei numerosi interventi e nelle conclusioni di Paolo Galante, Commissario dell’Alsia, ad occuparsi del servizio sarà proprio l’Agenzia, attraverso la sua rete di Aziende agricole sperimentali divulgative. In fase di ultimazione i lavori sulla prima fitopatia: la ticchiolatura del melo. A partire dal mese di marzo, l’Alsia fornirà i dati e le informazioni sulla previsione della ticchiolatura e gli avvertimenti per i relativi trattamenti, diffusi gratuitamente tramite brevi messaggi sul telefono cellulare, posta elettronica e comunicati stampa, a seconda della tempestività necessaria e del tempo disponibile per l’avvertimento. Dal punto di vista climatico, nel corso del Consuntivo è stato sottolineato l’andamento caratterizzato da un’estate particolarmente siccitosa e da un autunno molto piovoso. Tecnici e specialisti hanno messo in guardia gli operatori agricoli dai rischi connessi con lo sviluppo di malattie fungine a causa della grande quantità di acqua ora presente nei terreni che, tra l’altro, rende difficile l’accesso nei terreni per eseguire i necessari trattamenti con prodotti fitosanitari. Dal punto di vista fitosanitario, come vera emergenza è stata evidenziata l’epidemia di sharka, la più pericolosa e distruttiva virosi delle drupacee (albicocchi, peschi etc. ). Questa virosi è ormai diffusa nel Metapontino in maniera epidemica, e saranno indispensabili forti azioni di controllo, informazione e sensibilizzazione già dalla prossima fioritura, fase in cui è più facile individuare i sintomi della sharka. .  
   
   
FERRAZZI: L´AGRICOLTURA DEL LUINESE E´ ECCELLENTE REGIONE LOMBARDIA OPERERA´ PER IL RITORNO DELLA RASSEGNA MIPAM  
 
Veddasca/va, - L´assessore all´Agricoltura della Regione Lombardia, Luca Daniel Ferrazzi, ha visitato ieri il "mondo" agricolo delle Valli del Luinese. Prima tappa: l´agriturismo Pian du Lac di Veddasca dove è stato accolto dal presidente della Comunità montana Valli del Luinese, Ido Locatelli. "I prodotti del Luinese sono davvero d´eccellenza - ha detto Ferrazzi - e oltre alla tipica e famosa formagella di capra Dop, ce ne sono altri ottenuti dalla mungitura delle capre nere razza Verzasca (che fanno collaborare il mondo agricolo varesotto e quello svizzero), oltre al miele che aumenta la sua produzione e la sua qualità di anno in anno". L´assessore Ferrazzi ha sostenuto a questo proposito la necessità di mettere a punto strategie di marketing dei prodotti dell´agricoltura e dell´allevamento del varesotto. "La provincia di Varese ha una realtà agricola significativa e ancora promettente - ha aggiunto Ferrazzi - ma ha bisogno di fare più sistema per conquistare mercati. Perciò auspico la ripresa, già da settembre, del Mipam, l´importante rassegna luinese di agricoltura e zootecnia che rappresenterebbe una vetrina importante per tutto il vivace mondo agricolo del Luinese e del Varesotto". "In un difficile momento economico - ha sottolineato Ferrazzi - chi ha un prodotto di qualità da proporre ha davanti una storia da costruire. Regione Lombardia opererà con il suo sostegno anche attraverso il progetto Gal (7,5 milioni di euro a disposizione) che ha come riferimento proprio la Val Veddasca". "Regione Lombardia sarà sempre al fianco di un territorio come quello varesino - ha aggiunto l´assessore - che conta ben 346 aziende agricole e 84 agriturismi. E´ inoltre in corso di definizione un Accordo quadro per l´agricoltura della provincia di Varese per cui sono attesi i contributi del territorio". Ferrazzi ha ricordato anche che "il Programma di sviluppo rurale di Regione Lombardia sostiene lo sviluppo delle realtà agricole anche in zone svantaggiate come le colline e le montagne". "Sostenere l´agricoltura - ha concluso l´assessore - significa anche davvero tutelare lo sviluppo del territorio preservandone i valori tradizionali e i sapori autentici". .  
   
   
AGRICLTURA, INCONTRO CIA CON AMMINISTRATORI METAPONTINO  
 
L’istituzione di un comitato di coordinamento permanente tra organizzazioni professionali agricole ed amministratori del Metapontino è stata decisa oggi a Scanzano Jonico in un incontro promosso dalla Cia-confederazione Italiana Agricoltori al quale hanno partecipato sindaci ed amministratori di Bernalda, Pisticci, Montalbano, Scanzano, Policoro e Tursi. L’obiettivo dell’iniziativa – che vedrà il coinvolgimento anche delle altre organizzazioni del mondo agricolo lucano – è quello di rimettere al centro dell’Agenda Politica Regionale l’agricoltura del Metapontino con tutte le sue problematiche alla vigilia dell’avvio del Psr 2007-2013 e delle opzioni di spesa a favore del comparto. La Cia ha annunciato che entro la fine del mese terrà a Scanzano un incontro con i parlamentari lucani ed una manifestazione con un presidio di trattori della Ss 106 Jonica per proseguire la mobilitazione avviata da tempo anche in altre aree della regione. Le grandi difficoltà – è stato sostenuto nell’incontro a Scanzano - andrebbero affrontate in un quadro di una forte e condivisa responsabilità, in particolare, da tutti coloro che sono stati chiamati a gestire le istituzioni che anche a livello locale possono fare la loro parte. Le imprese agricole, come riconfermano i dati sulla conclusione dell’annata agraria 2008, stanno lavorando - da troppi anni - in forte perdita. L’impazzimento dei costi di produzione, l’andamento dei prezzi alla produzione, le speculazioni, stanno determinando tutte le condizioni per l’espulsione di migliaia di addetti dal comparto agricolo (lavoratori autonomi e dipendenti). La Cia di Basilicata ha lanciato dal mese di novembre 2008 una fase di forte mobilitazione per richiamare il governo nazionale e regionale ad un maggiore ascolto alle ragioni degli agricoltori. Di qui la decisione della Direzione regionale della Cia lucana di promuovere iniziative territoriali più incisive, che culmineranno con una manifestazione regionale il 21 marzo a Potenza. Il presidente della Cia Donato Distefano ha ricordato le proposte prioritarie presentate sia all’esecutivo che alle forze parlamentari e alle Regioni e agli enti locali: la proroga di tre anni (ora ferma al 31 marzo prossimo) degli sgravi contributivi; correzioni al decreto legge sulle quote latte, attualmente inaccettabile; riduzione, anche con interventi di carattere fiscale, dei pesanti costi produttivi (solo i concimi sono rincarati di oltre il 60 per cento); alleggerimento degli oneri burocratici; finanziamento del Fondo di solidarietà nazionale per le calamità naturali. .  
   
   
DELIZIANDO: 12 AZIENDE EMILIANO-ROMAGNOLE A "PRODEXPO", LA FIERA DELL´ALIMENTARE DI MOSCA . OLTRE 50 MILA I VISITATORI.  
 
Bologna - Si è conclusa il 13 febbraio a Mosca, con la visita dell’ambasciatore italiano in Russia Vittorio Surdo allo stand della Regione Emilia-romagna, la sedicesima edizione di Prodexpo, la più grande manifestazione fieristica alimentare per i mercati dell’Est Europa. Sono 12 le aziende agroalimentari regionali che hanno partecipato alla fiera, grazie a “Deliziando”, il progetto sostenuto da Regione, Unioncamere e Ice per offrire alle piccole e medie imprese “made in Emilia-romagna” concrete opportunità di commercializzazione all’estero. In collaborazione con i principali Consorzi di tutela dei prodotti, l’Enoteca regionale e le Camere di commercio provinciali, si sono svolti gli incontri con i buyer e i più importanti distributori locali. Oltre 50. 000 visitatori di tutto il mondo nei cinque giorni di fiera hanno potuto degustare il meglio della produzione enogastronomica dell’Emilia-romagna, dal Parmigiano-reggiano al prosciutto di Parma, dal Lambrusco al Pignoletto, dal Sangiovese all’Albana. “In Russia – ha detto Surdo - soprattutto nella fascia alta della popolazione, c’è una forte propensione ad acquistare italiano, e prodotti d’eccellenza come il prosciutto di Parma o il Parmigiano-reggiano hanno tutte le caratteristiche necessarie per mantenere e incrementare le vendite”. Parere condiviso anche dal direttore dell’Istituto per il commercio estero di Mosca, Roberto Pelo, che ha sottolineato l’efficacia del progetto Deliziando,. “Il mercato russo ha enormi potenzialità di sviluppo - ha spiegato il direttore dell’Ice - ma dobbiamo continuare a lavorare per la promozione dei nostri prodotti. Per questo motivo iniziative di collaborazione tra pubblico e privato sono particolarmente utili ed importanti”. .  
   
   
MSE, RIMINI: MARE IN ITALY, CORSI PER IMPARARE A CUCINARE IL PESCE IN 30 MINUTI  
 
Pochi minuti per migliorare le proprie capacità in cucina e rubare qualche segreto nella preparazione di crostacei, pesci o molluschi. Nel corso dell’Mse Seafood and Processing, in programma a Rimini dal 14 al 17 febbraio, Mare in Italy, associazione per la promozione della cultura del mare legata alla Federcoopesca-confcooperative, organizzerà, presso l´area dimostrativa nel padiglione B1 delle brevi lezioni didattiche di cucina della durata di circa 20/30 minuti (2 volte al giorno, alle ore 12. 00 e alle ore 15. 00, nei giorni di sabato 14, domenica 15 e lunedì 16 febbraio), che coinvolgeranno il pubblico presente in fiera. Le lezioni pratiche che saranno tenute dagli chef Thomas Schiavi e Simone Nanni. “Un modo –sottolinea l’associazione- per favorire un consumo più consapevole e per rendere meno faticosa la preparazione di pietanze a base di prodotti ittici”. Eliminare, insomma, tutti quei problemi e quelle difficoltà che 2 intervistati su 3 (sondaggio Mare in Italy) dichiarano di avere nel cucinare prodotti ittici in casa e che spesso li porta a consumare orate, spigole e seppie solo al ristorante. Per chi poi volesse approfondire l’argomento ci sarà la possibilità - nel corso del Mia- di iscriversi al prossimo corso Mare in Italy sul “Potere del cibo”. Le lezioni saranno tenute dallo Chef Andrea Bartoli con l’obiettivo di fornire gli strumenti per saper scegliere quegli alimenti che ogni giorno introdotti nel nostro corpo possono creare disturbi o curare stati di salute non ottimali. E in questo anche i prodotti ittici giocano un ruolo fondamentale. Il corso sarà suddiviso in una parte teorica le cui lezioni verteranno su come associare gli alimenti tra loro, su come curare/sedare alcuni disturbi ed una parte pratica dove verranno associati e realizzati dei menu tematici. .  
   
   
CARNI AVICOLE E L’ALTA RISTORAZIONE: UN BINOMIO VINCENTE  
 
Il matrimonio fra l’alta ristorazione e le carni avicole affonda le sue radici nell’alto gradimento che il gotha della gastronomia italiana sta manifestando verso pollo, tacchino & co. Infatti, secondo una recente indagine condotta dalla Doxa per l’Unione Nazionale dell’Avicoltura – sondaggio realizzato nell’ambito di “Aggiungi un pollo a tavola” – tra i top chef ben 2 su 3 servono sempre o spesso carni avicole nei loro menu. Questo rinnovato slancio dei gourmet verso il pollo e il tacchino riflette un cambiamento più generale che riguarda lo scenario socio-gastronomico odierno. In cucina, oggi, stanno tornando alla ribalta i sapori veri, dopo una parentesi in cui il ruolo e il peso della tecnologia e delle tecniche (e dei cuochi-divi che le utilizzavano) è stato quasi preponderante rispetto a quello del cibo: suscitare stupore è stato il deus ex machina di quasi ogni preparazione. E se il 56% degli chef più autorevoli sulla piazza, come emerge dal sondaggio Doxa, considera le carni avicole come il simbolo di questo ritorno ai sapori veri e alla sobrietà delle presentazioni, sono tutti concordi (il 97%) nel dire che in questo mutato panorama, le carni avicole giocano un ruolo di primo piano. “ Le carni avicole – commenta Carla Aradelli, chef dei Jre - hanno accompagnato la mia formazione e crescita professionale: dalla trattoria ad una ristorazione più raffinata, queste carni sono state una costante e uno stimolo all’innovazione. Le carni avicole sono infatti perfette per esprimere la mia personale concezione di alta cucina: creatività a partire dal rispetto dell’identità e della tradizione gastronomica di un luogo”. Entrata nella sua seconda annualità, la campagna “Aggiungi un pollo a tavola” intende continuare a informare correttamente e in maniera completa sulle carni di pollame e, in particolare, sulle loro caratteristiche nutrizionali e organolettiche, sulle garanzie di tracciabilità e sicurezza offerte dai sistemi produttivi europei e sulla cultura gastronomica legata a questi prodotti. “In continuità con la prima annualità – commenta Aldo Muraro, Presidente dell’Unione Nazionale Avicoltura - la campagna intende inoltre sottolineare quattro aspetti legati alle carni avicole: sicurezza, salute, gusto, convenienza, con particolare attenzione al binomio gusto salute. ” “sapori con le ali – quando l’alta ristorazione incontra le carni avicole” con il contributo dell’Ue e dello stato italiano. Questo il titolo dell’iniziativa realizzata nell’ambito della campagna “Aggiungi un pollo a tavola – Prenditi il gusto di scegliere sano”, finanziata con il contributo dell’Ue e dello Stato Italiano e organizzata dall’Unione Nazionale Avicoltura in collaborazione con i Jeunes Restaurateurs d’Europe. Un matrimonio d’eccezione fra le carni avicole e la cucina italiana d’autore che si celebra per una settimana e che coinvolgerà 60 ristoranti dei Jre. Nomi del calibro di Emanuele Scarello – neo Presidente dei Jeunes Restaurateurs d’Europe, Marco Bistarelli, Fabrizia Meroi, Carla Aradelli, per citarne solo alcuni, proporranno ciascuno la propria ricetta gourmand a base di carni avicole. Giunta alla seconda annualità, la campagna - oltre a questa importante partnership - prevede anche la pubblicazione di un ricettario griffato Jre e si concentrerà principalmente sul binomio gusto-salute nelle carni avicole. Da una parte la qualità, la tradizione e la versatilità gastronomica di pollo, tacchino, cappone, faraona, anatra etc. Dall’altra la migliore cucina d’autore italiana, quella degli chef dei Jeunes Restaurateurs d’Europe. Organizzata nell’ambito della campagna “Aggiungi un pollo a tavola – Prenditi il gusto di scegliere sano”, “Sapori con le ali” nasce per essere un’esplorazione, in chiave gourmand, delle infinite potenzialità gastronomiche di queste carni - così popolari e amate dai consumatori - e insieme un “omaggio” da parte dei giovani talenti della cucina italiana a degli “evergreen” della tavola: pollo e tacchino in primis, ma anche anatra, faraona e cappone. Dal petto di anatra laccato al miele e scalogni fondenti firmato Marco Bistarelli, al pollo con radicchio, vellutata di patate e porro di Fabrizia Meroi, alle caramelle di tacchinella al burro d´arancio e frutta secca di Carla Aradelli: sono, questi, solo alcuni fra i piatti gourmand che saranno inclusi nei menu dei ristoranti Jre. Il tutto per la gioia dei clienti Jre, ma anche degli amanti della buona cucina e degli aspiranti chef: le preparazioni più sfiziose saranno infatti raccolte all’interno di un ricettario realizzato ad hoc per l’iniziativa che sarà distribuito nei ristoranti Jre e consultabile sul sito www. Aggiungiunpolloatavola. It, nella sezione dedicata a “Sapori con le ali”. "Sapori con le ali" ha stimolato subito la nostra fantasia di chef creativi e particolarmente attenti alla qualità degli alimenti – commenta Emanuele Scarello, neo Presidente dei Jre. Le carni avicole rappresentano un ottimo spunto di attenzione verso un alimento disponibile in tutte le stagioni dell´anno, versatile, gustoso e leggero. In questo momento l´alta ristorazione ritorna ad apprezzare i sapori pieni, fatti di consistenze ed aromi, e le carni avicole, dalle più disponibili a quelle più pregiate, diventano uno degli ingredienti interessanti da ristudiare sotto il profilo del nostro motto "talento e passione". Per questo abbiamo accettato con entusiasmo di partecipare all´iniziativa, confidando nella capacità professionale di riproporre in chiave innovativa prodotti non sempre valorizzati dall´alta ristorazione”. Esprime soddisfazione per questa importante partnership anche il presidente uscente dei Jre, Marco Bistarelli. “Questa iniziativa rappresenta per noi un doveroso omaggio a degli alimenti che sono parte integrante delle nostre radici sociali e quindi gastronomiche. Per le loro caratteristiche, le carni avicole sono dei perfetti interpreti di una tipologia di ristorazione che sappia coniugare tradizione e innovazione, gusto, leggerezza e il tutto a costi accessibili” .  
   
   
DANACOL: LATTE SCREMATO FERMENTATO ADDIZIONATO DI STEROLI VEGETALI. EFFICACIA TESTATA PER FAVORIRE UNA RIDUZIONE DEI LIVELLI DI COLESTEROLO NEL SANGUE  
 
Danacol è una bevanda a base di latte scremato fermentato addizionato di steroli vegetali. Grazie a questi ultimi favorisce una riduzione dei livelli di colesterolo nel sangue. Una bottiglietta di Danacol contiene 1,6 grammi di steroli vegetali, dosaggio che lo Scientific Committee of Food ha stabilito essere appropriato per garantire all´organismo una provata efficacia ipocolesterolemica, per questo va assunta una volta al giorno, tutti i giorni, in concomitanza con uno dei pasti principali. Il consumo di Danacol va accompagnato con una dieta equilibrata (che riduca l´apporto di acidi grassi saturi e che comporti un adeguato apporto di frutta e verdura, in modo da mantenere alti i livelli di carotenoidi) e con sane abitudini comportamentali. L’efficacia di Danacol. L´efficacia di Danacol è garantita da studi clinici, condotti in conformità con le Good Clinical Practices. Diversi studi scientifici hanno dimostrato che il consumo regolare di Danacol aiuta a ridurre i livelli di colesterolo nel sangue . A settembre 2007 è stato ultimato il primo studio multicentrico nazionale . Condotto in 7 centri italiani, ospedalieri e universitari, su un campione rappresentativo della popolazione italiana adulta con ipercolesterolemia lieve, lo studio ha verificato l’efficacia di Danacol in soggetti caratterizzati con valori di colesterolo “cattivo” border-line, cioè compresi tra 130 e 190 mg/dL. Il gruppo caso ha consumato, ogni giorno e per 6 settimane, una bottiglietta di Danacol mentre il gruppo di controllo ha consumato per lo stesso periodo un placebo. È emerso che, tra tutti i partecipanti del primo gruppo, già a partire dalla terza settimana di trattamento, il valore del colesterolo Ldl si è ridotto, in maniera significativa, in misura di circa il 10%. Tale riduzione si è poi mantenuta costante anche nell’arco delle sei settimane. In tutti i soggetti del secondo gruppo, invece, si è mantenuto costante il valore del colesterolo Hdl (“buono”). È bene ricordare che Danacol è un prodotto destinato esclusivamente alle persone che intendono ridurre il proprio livello di colesterolo nel sangue. Potrebbe non essere adatto alle donne in gravidanza, durante l´allattamento e per i bambini di età inferiore ai 5 anni. Nel caso si stia seguendo una cura per la riduzione del colesterolo, consumare il prodotto solo sotto controllo medico. Il ruolo dei fitosteroli. Gli steroli vegetali sono sostanze grasse di origine vegetale presenti principalmente in oli vegetali e frutta secca e in quantità minore in frutta fresca e verdura. Contenuti elevati di steroli vegetali sono presenti in particolare nei broccoli, nei cavolfiori,nei cavolini di Bruxelles e nelle olive. Hanno proprietà ipocolesterolemizzanti note già dagli anni ’50. Da allora sono stati condotti più di 60 studi scientifici che ne hanno provato l’efficacia. L’apporto alimentare varia con la composizione della dieta tra i 150 e i 400 mg/die. L’assorbimento netto dei fitosteroli presenti nella dieta è solo del 2-2,5%. L’apporto alimentare quindi è notevolmente inferiore ai 1600-2000 mg/die necessari per un sensibile effetto ipocolesterolemizzante. È evidente quindi che non è possibile assumere attraverso il consumo di alimenti vegetali la quantità di steroli vegetali utile per la riduzione del colesterolo. È per questo che sono stati sviluppati alimenti arricchiti con i fitosteroli e cioè alimenti a cui è stato aggiunto un concentrato di steroli vegetali estratti dalle piante. Il consumo di una maggiore quantità di steroli vegetali non apporta ulteriori benefici. È importante invece consumarli quotidianamente: attraverso gli studi scientifici si è osservato che il consumo giornaliero di 1,6 g di fitosteroli è in grado di ridurre significativamente il livello di colesterolo del sangue già a partire dalla terza settimana di consumo. .  
   
   
ARRIVA LA NUOVA ARANCIATA SANPELLEGRINO: IN UN SOLO SORSO TUTTO IL GUSTO FRIZZANTE DELLA NATURALITÁ  
 
Le aranciate Sanpellegrino, le uniche fatte con sole arance di Sicilia, da oggi si rinnovano: una bibita più gustosa grazie al 30% di succo d’arancia in più accompagnata da nuova ed elegante veste grafica. Ideale per il tempo libero fuori casa o per un break gustoso, da sempre le Aranciate Sanpellegrino sono la scelta giusta per chi ama il gusto, senza rinunciare alla naturalità. E da oggi diventano ancora più ricche grazie al 30% di succo d’arancia in più, per donare tutto il piacere della frutta e delle bollicine. Con una nuova grafica, più fresca ed elegante, l’Aranciata Sanpellegrino diventa una vera e propria icona per chi ama vivere con un preciso stile cosmopolita ma allo stesso tempo saldamente legato alle proprie origini. L’aranciata Sanpellegrino è inconfondibile e tutta italiana grazie alle arance provenienti dai migliori agrumeti di Sicilia e la sapiente e lunga tradizione che la contraddistingue fin dal 1932. Un prodotto che porta con sé tutte le caratteristiche dell’Italian Style: l’eleganza e l’alta qualità, senza trascurare sia la cura dei dettagli per ciò che riguarda i pack e la grafica, che l’attenzione al gusto. Per questo oggi l’Aranciata Sanpellegrino è ancora più ricca grazie al 30% di succo d’arancia in più, con il 10% di zuccheri aggiunti in meno, priva di coloranti e conservanti per non alterare il sapore deciso e unico delle migliori arance, non dimenticando il brio frizzante. Sempre in tre imperdibili versioni: L’aranciata, la versione classica, nasce per chi ha voglia di assaporare il gusto pieno delle arance con tante bollicine, L’amara è pensata per chi ricerca una nota di gusto in più, conferita dal pregiato estratto di corteccia di china; la Dolce, che continua ad essere perfetta per chi ama dissetarsi godendo di un piacevole e intenso sapore dolce. Se le declinazioni rimangono inalterate, la veste grafica è tutta nuova grazie ad un’immagine raffinata per comunicare in modo forte e distintivo il gusto e la naturalità: il logo circondato e decorato da 2 foglie verdi, l’agrume, icona di gusto e naturalità, è immerso in un vortice di acqua e bollicine. Il messaggio è chiaro: naturalità, freschezza, gusto, dissetanza e tanta succosa polpa d’ arancia, questi i punti di forza della nuova Aranciata Sanpellegrino. Ma le novità non sono finite: oltre alla nuova veste grafica arriva anche la nuova rivisitazione, con un tocco un po’ retrò, dell’intramontabile clavetta da 20cl, in vetro trasparente, elegantissima, per sorseggiare il gusto inconfondibile di Aranciata Sanpellegrino nei locali più cool. Made in Italy, gusto, qualità e naturalità: questi i concetti che caratterizzano la filosofia di queste bibite a cui si ispirano tutti coloro che, condividendone spirito e valori, hanno fatto dell’identità autenticamente italiana uno stile di vita. Un vero e proprio mondo fatto di gente che ama la qualità e l’esclusività anche nel consumo fuori casa, che vuole circondarsi di eleganza senza dimenticare il gusto in ogni momento della giornata. .  
   
   
MOSCATO DI SCANZO QUINTA DOCG DA BERGAMO LA CONFERMA DELLA QUALITA´ DELL´ENOLOGIA REGIONALE  
 
Importante riconoscimento nazionale per il mondo vincolo lombardo. "Il Moscato di Scanzo - annuncia l´assessore all´Agricoltura, Luca Daniel Ferrazzi - ha ottenuto ieri in sede di Commissione ministeriale il riconoscimento di Docg. Con questo riconoscimento il vino prodotto nel comprensorio di Scanzorosciate, in provincia di Bergamo, diventa la quinta Docg della Lombardia. Si tratta di un´ulteriore conferma che la strada delle qualità che caratterizza il lavoro dei nostri viticoltori è sempre più riconosciuta. La Lombardia ha quindi da oggi un motivo in più per essere fiera dei suoi vini". "Dopo le bollicine di Franciacorta e Oltrepò Pavese, i grandi rossi di Valtellina con le Docg Sforzato e Valtellina Superiore - ricorda Ferrazzi - è quindi il turno di un vino dolce e autoctono. Tutti portabandiera di un mondo, quello del vino lombardo, che vanta circa 15. 000 addetti e una superficie coltivata 23. 400 ettari. Va inoltre ricordato che tutto il vino prodotto in Lombardia ricade in zone a Denominazione d´Origine". Il Moscato di Scanzo è un vino passito ottenuto esclusivamente dalla vinificazione delle uve provenienti dall´omonimo vitigno autoctono. Il processo di lavorazione delle uve è lungo e laborioso. Dopo la raccolta, le uve subiscono un appassimento per un periodo non inferiore ai 21 giorni per raggiungere un idoneo grado zuccherino e successivamente il vino ottenuto dalle uve appassite deve essere sottoposto ad un invecchiamento minimo di due anni. La Docg Moscato di Scanzo si caratterizza per essere la più piccola d´ Italia: la zona di produzione è limitata a una porzione del Comune di Scanzorosciate (Bg) e i produttori sono 39, di cui 33 aderenti al Consorzio di Tutela. La superficie a vigneto non supera i 31 ettari, con una produzione vinicola di poco superiore alle 60. 000 bottiglie all´anno. "Pubblico ed esperti di settore - dichiara Ferrazzi - sono sempre più concordi nel riconoscere al vino lombardo una propria identità, che si conferma nella crescita di altre realtà emergenti, come quelle di Garda, Valcalepio, Colli Mantovani, del vino di Milano prodotto nel territorio di San Colombano, ma anche con le nuove Igt Ronchi Varesini e Igt Terre Lariane". "L´impegno di Regione Lombardia - conclude Ferrazzi - è quello di continuare a supportare questa crescita generale dei propri distretti vinicoli, contribuendo a promuovere le etichette e allo stesso tempo far conoscere l´intera offerta dei territori dai quali questi grandi vini hanno origine. Un impegno che proseguirà nei prossimi mesi e per il quale è necessaria la collaborazione di tutti coloro che possono testimoniare al consumatore la qualità e l´identità dei nostri vini". . .  
   
   
DOC INTERREGIONALE ´PROSECCO´ TRA FVG E VENETO  
 
Udine - Sarà costituita entro la prossima vendemmia una Doc interregionale tra il Friuli Venezia Giulia e il Veneto per tutelare e valorizzare la produzione del Prosecco. Lo annuncia il 13 febbraio l´assessore regionale alle Risorse Agricole, Naturali e Forestali, Claudio Violino, confermando che l´iter per la costituzione della nuova zona a Denominazione di Origine Controllata è ormai avanzato, in quanto le due Regioni hanno già approvato l´adesione all´iniziativa con provvedimenti delle relative Giunte. Inoltre è già stata redatta una bozza del disciplinare al quale si dovranno attenere i produttori dell´area interessata. "L´obiettivo che ci siamo posti - spiega Violino - è quello di creare una Doc interregionale sfruttando il nome del territorio, e attraverso la quale proteggere il prodotto a livello internazionale". Infatti i vigneti coltivati a Prosecco stanno proliferando anche al di fuori del territorio comunitario. "Coniugare la notorietà nel mondo - aggiunge l´assessore - di un vitigno che è presente soprattutto nel Veneto, al nome del territorio, che è nostro (la località di Prosecco di trova in Comune di Trieste) significa tutelare uno dei vini italiani più ricercati qual è il Prosecco, e consente di elevare lo stesso prodotto al riconoscimento di V. Q. P. R. D. (Vino di qualità prodotto in Regioni determinate)". "Di fatto - puntualizza Violino - l´azione che abbiamo messo in atto ripercorre per certi versi l´iter seguito dall´Ungheria per sottrarci il Tocai". "Inoltre - aggiunge l´assessore - se c´è una denominazione che su scala internazionale può rivaleggiare con lo Champagne, questa è proprio quella del Prosecco, affermatosi come spumante italiano". La denominazione di origine controllata, aggiunge Violino, "non certifica soltanto la provenienza, ma fotografa il contesto naturale nel quale un vino viene realizzato, e descrive i fattori umani che stanno alla base di ogni coltura". Nella nuova Doc, puntualizza ancora l´assessore, "tra Friuli Venezia Giulia e Veneto ci sarà un rapporto paritario; ciò nonostante il Veneto possa vantare una superficie vitata di Prosecco di circa 14 mila ettari, mentre nella nostra realtà, al momento, i vigneti di Prosecco ricoprono appena 200 ettari". "Questo accordo con il Veneto è stato dunque possibile - conclude Violino - proprio perché la denominazione di una Doc non può prescindere da quella di un Comune, che è Prosecco, che appartiene al Friuli Venezia Giulia". Ma ecco le prossime fasi dell´iter per il riconoscimento della Doc interregionale del Prosecco, che non sarà l´unica tra le due realtà regionali. Infatti, già esiste la Doc Lison-pramaggiore, a cavallo tra i confini regionali del Friuli Venezia Giulia e del Veneto. La richiesta di riconoscimento della Doc è stata trasmessa al Comitato nazionale per la tutela e la valorizzazione delle denominazioni di origine e delle indicazioni geografiche tipiche dei vini; organismo che fa parte del Ministero per le Politiche Agricole e Forestali. Nel mese di marzo sarà fissata l´audizione pubblica sui contenuti del disciplinare. L´area interessata dalla Doc Prosecco comprende tutte le Province del Friuli Venezia Giulia nonché quelle venete di Belluno, Treviso, Venezia, Vicenza, Padova. .  
   
   
VITIVINICOLO E AGROALIMENTARE FRIULANI IN RUSSIA  
 
È nell’ambito del progetto di promozione e sviluppo delle relazioni economiche tra la regione Fvg e la Federazione Russa, “Federazione russa progettare per competere”, avviato nel 2005 nell’ambito degli accordi Istituto per il Commercio Estero e la Regione Fvg, che tredici aziende del settore vitivinicolo della Regione nei prossimi giorni voleranno a San Pietroburgo. Il progetto, gestito dagli enti camerali di Pordenone e Udine, in collaborazione con gli Enti camerali di Gorizia e Trieste, e giunto alla sua quarta annualità, ha visto l’organizzazione di numerose iniziative di promozione economica: incontri, seminari, consulenze personalizzate, realizzazione di missioni economiche, incoming, presentazione di note settoriali. “I dati dimostrano l’interesse delle imprese del Fvg verso la Russia: dal 2005 ad oggi oltre 350 imprese hanno preso parte agli incontri organizzati in regione – spiega il Presidente della Camera di Commercio di Pordenone Giovanni Pavan - circa 30 hanno preso parte a missioni imprenditoriali in Russia, e oltre 50 sono state coinvolte in attività di accoglienza, con un totale di 84 check up aziendali individuali dedicati alle imprese”. “Tra i molteplici settori economici del Fvg che vantano caratteristiche meritevoli di essere promosse in un paese come la Russia, che dimostra di apprezzare particolarmente le produzioni made in Italy, ci sono il vitivinicolo e agroalimentare – prosegue Pavan - protagonisti appunto della missione a San Pietroburgo, dal 18 al 20 febbraio. Oltre ad essa, è previsto un incoming di operatori del settore meccanica nel territorio friulano, ai primi di maggio di quest’anno”. Nei due giorni di visita a San Pietroburgo sono in programma, inoltre, un corso di cucina dedicato agli chef russi impegnati nella ristorazione italiana coordinato dell’esperto Walter Filiputti con la collaborazione di due cuochi friulani; una degustazione guidata dei vini scelti dalle imprese partecipanti con abbinamenti di prodotti tipici dedicata ai sommelier e agli operatori di settore; incontri individuali per le imprese con potenziali partner commerciali. Ad oggi l´adesione agli eventi è molto elevata: oltre 70 operatori hanno confermato la loro presenza alla degustazione guidata dei vini friulani, e circa 30 cuochi al corso di cucina. Ci sarà anche un appuntamento culturale che nasce dalla collaborazione tra la Presidenza del Consiglio Regionale del Friuli Venezia Giulia e il Centro Ricerca ed Archiviazione della Fotografia e con il supporto delle Camere di commercio di Pordenone e Udine e gli Istituti Italiani di Cultura di Mosca e San Pietroburgo, che accompagnerà la missione a San Pietroburgo: si tratta della mostra fotografica “Italia 1946-2006 – dalla ricostruzione al Nuovo Millennio”. . .  
   
   
I MIGLIORI “GRAPPOLI” DI VENETO, TRENTINO E ALTO ADIGE ALLA GRAN GUARDIA  
 
Sabato 21 febbraio evento clou dell’Ais Veneto. In degustazione circa 250 etichette. In programma anche il convegno “La cultura nel bicchiere: il territorio gli uomini le storie" e il “Concorso Miglior Sommelier del Veneto 2009” Anche quest’anno grazie alla disponibilità e all’impegno del Comune di Verona i migliori “grappoli” di Veneto, Trentino e Alto Adige tornano negli imponenti saloni del piano nobile di Palazzo della Gran Guardia, affacciato sulla centralissima Piazza Bra. In vetrina ci saranno le più blasonate etichette di Veneto, Trentino e Alto Adige, premiate dalla Guida Duemilavini edizione 2009, l’annuale pubblicazione dell’ Ais. L’evento è patrocinato e sostenuto dal Comune di Verona, dalla Provincia di Verona e gode anche del patrocinio di Union Camere, Regione Veneto e Veronamercati. A riunire più di un centinaio di produttori sarà l’Associazione italiana sommelier del Veneto che sabato 21 febbraio, dalle ore 10 alle ore 20, organizza, in collaborazione con l’Ais del Trentino e con l’Ais dell’Alto Adige, la nona edizione de “I grappoli del Veneto, del Trentino e dell’Alto Adige”. La manifestazione è aperta al grande pubblico che avrà, così, l’occasione di degustare, ma anche di approfondire la conoscenza, di circa 250 vini presentati direttamente dai produttori e dalla sommelerie veneta. Al banco degli assaggi anche altre tipicità del Veneto, grazie alla presenza di partner importanti quali il Consorzio per la tutela del formaggio Monte Veronese Dop, l’ Associazione italiana produttori olivicoli, l’Associazione panificatori della provincia di Verona, il Consorzio per la tutela dell’ultimo Igp del Veneto, il Radicchio Rosso di Verona, e poi ancora altri prodotti che rappresentano l’eccellenza gastronomica veneta. La cultura nel bicchiere. La kermesse scaligera il mattino prevede anche uno spazio di riflessione e riprende il filo del tema aperto un anno fa. Dall’alcool e dalla sicurezza stradale, trattato nella scorsa edizione, si passerà quest’anno a un approfondimento di tipo culturale, forti della mission di Ais che da sempre si occupa di comunicare la cultura del bere. La cultura nel bicchiere: il territorio gli uomini le storie è il titolo del seminario che a partire dalle 10 proporrà una serie di testimonianze di esperti della cucina, del vino, dell’arte dei loro legami con l’arte e la letteratura. Agli interventi di Dino Marchi, presidente Ais Veneto e di Terenzio Medri, presidente nazionale Ais, si uniranno quelli di Giovanni Gregoletto, produttore e titolare dell’azienda Vallis Mareni, appassionato ricercatore di testi antichi e di Sandro Boscaini titolare dell’azienda Masi e fondatore del premio Masi che da metà anni Settanta premia personaggi illustri del mondo della letteratura e dello spettacolo, dell´arte e della scienza. Previsti anche gli interventi di Chiara Lungarotti, titolare dell’omonima azienda e prima attrice con la fondazione Lungarotti nella gestione del Museo del Vino e dell’olio di Togiano e del maestro orafo Alberto Zucchetta che nella sua lunga carriera ha prestato spesso la sua straordinaria sensibilità anche al mondo del vino. In questa cornice Paolo Valerio, direttore del Teatro stabile di Verona, regalerà ai presenti la lettura di alcuni brani e di alcuni versi raccolti a cavallo della storia millenaria del vino. Sul tavolo dei relatori c’è anche Giorgio Gioco, chef storico della cucina veronese e veneta, titolare del Ristorante Xii Apostoli. Il concorso “Miglior Sommelier del Veneto”: un esempio per i giovani Alla “cultura” dello spritz, i giovani sommelier del Veneto oppongono la cultura della competizione, ovvero quella del talento e della preparazione, anche nel bere. Il calendario della manifestazione prevede infatti, alle ore 15, la prova finale e a seguire la premiazione del concorso "Miglior Sommelier e Sommelier professionista del Veneto 2009”. Una gara serrata dove professionalità e savoir fair vengono messi alla prova e diventano uno spettacolo singolare, naturalmente aperto al pubblico. Ai vincitori sarà assegnato Premio "Contarini Spumanti". La casa vinicola Contarini di Conegliano sostiene, infatti, per il terzo anno di un progetto di valorizzazione della professionalità dei giovani talenti del Veneto. Info@aisverona. It .