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Notiziario Marketpress di Lunedì 23 Novembre 2009
PARLAMENTO EUROPEO, SESSIONE PLENARIA DEL 23 - 26 NOVEMBRE FRA I I PUNTI FORTI: TRATTATO DI LISBONA, STRATEGIA DI ALLARGAMENTO DEL 2009 E ACCORDO AMBIZIOSO A COPENAGHEN  
 
Strasburgo 23-26 novembre 2009 - Voto finale sul "pacchetto Telecom", incluse le garanzie sull´accesso ad Internet - I deputati europei esprimeranno il loro voto finale sulla revisione delle regole Ue in materia di telecomunicazioni, che mira a rinforzare i diritti degli utenti telefonici e di Internet e migliorare la competizione fra le compagnie telefoniche europee. Le nuove regole, che avranno effetto a metà 2011, garantiranno maggiori diritti ai consumatori, l´accesso ad Internet, la protezione dei dati personali, una maggiore competizione e un più moderno utilizzo delle frequenze radio. Etichettatura degli pneumatici per aiutare i consumatori a compiere una scelta informata - Tutti i nuovi pneumatici d´Europa saranno etichettati per aiutare i consumatori a scegliere quelli con il minor impatto ambientale. Dal novembre 2012, infatti, gli pneumatici avranno un´etichetta in relazione al livello di consumo di carburante, aderenza sul bagnato e rumorosità, con un sistema simile a quello già in uso per gli elettrodomestici, come ad esempio i frigoriferi. L´accordo raggiunto dai rappresentanti di Parlamento e governi Ue su tale legislazione sarà dunque messo ai voti. I deputati chiedono un accordo ambizioso a Copenaghen - I deputati inviteranno i Capi di governo dei paesi europei ad inserire nelle loro priorità il successo del prossimo Summit di dicembre sui cambiamenti climatici a Copenaghen, dando prova così della loro leadership politica. In una risoluzione, che sarà votata mercoledì, i deputati sostengono che se l´azione globale verrà ulteriormente ritardata, le prossime generazioni non saranno in grado di controllare il cambiamento climatico. I passeggeri dovrebbero essere ricompensati nel caso di fallimento di una compagnia - I passeggeri che hanno prenotato un volo presso una compagnia aerea che fallisce, non dovrebbero essere vittime della bancarotta, ma essere ricompensati del denaro speso. I deputati, in una risoluzione presentata dai gruppi Ppe, S&d, Alde e Verdi che sarà discussa e votata mercoledì, chiederanno alla Commissione di rivedere la legislazione attuale o proporne una nuova per assicurare che i passeggeri non siano lasciati a terra, senza un alloggio o un volo per tornare a casa. Il Parlamento adotterà la sua posizione sulla strategia di allargamento del 2009 - Il Parlamento analizzerà i progressi compiuto nell´ultimo anno dai paesi candidati a entrare nell´Ue. Una risoluzione sarà votata giovedì, sulla base della strategia di allargamento del 2009 preparata dalla Commissione europea, che conduce i negoziati con i paesi candidati. Il consenso del Parlamento è necessario per approvare l´adesione di un nuovo Stato membro, che segue la lunga procedura dei negoziati con i paesi candidati. Il Parlamento si prepara per il Trattato di Lisbona - Il Parlamento si sta preparando per i cambiamenti che saranno introdotti dall´entrata in vigore del Trattato di Lisbona. I deputati voteranno una serie di riforme al proprio Regolamento interno per adattarlo all´arrivo dei 18 nuovi deputati, ai nuovi e più ampi poteri legislativi e alla nuova procedura di bilancio che pongono il Parlamento ed i governi nazionali dell´Ue sullo stesso piano. Il Parlamento concederà il discarico 2007 al Consiglio - Il Parlamento dovrebbe approvare il discarico del bilancio 2007 del Consiglio. E questo in base alla raccomandazione formulata dalla commissione per il controllo dei bilanci, a seguito dell´accordo con il Consiglio sull´accesso ai documenti, alle risposte ottenute a varie interrogazioni e agli incontri organizzati con i rappresentanti del Pe. .  
   
   
LIBERA CIRCOLAZIONE DEI CAPITALI: LA COMMISSIONE EUROPEA INVITA L´ITALIA AD APPLICARE LA SENTENZA DELLA CORTE DI GIUSTIZIA  
 
 Bruxelles, 23 novembre 2009 - La Commissione europea ha deciso di rammentare all´Italia l´obbligo di dare esecuzione alla sentenza della Corte di giustizia del 26 marzo 2009. Detta sentenza ha stabilito che la normativa concernente i criteri per l´esercizio di poteri speciali nelle imprese privatizzate (articolo 2 del decreto legge 332/1994), applicabile tra l´altro nei settori delle telecomunicazioni e dell´energia, è contraria agli obblighi che l´Italia deve rispettare in base al trattato Ce riguardo alla libera circolazione dei capitali (articolo 56) e al diritto di stabilimento (articolo 43). La richiesta di informazioni in merito all´esecuzione della sentenza della Corte è stata inviata all´Italia sotto forma di "lettera di costituzione in mora", conformemente alla procedura di infrazione prevista dal trattato Ce in caso di mancata esecuzione di una sentenza della Corte (articolo 228). Nella sentenza del 26 marzo 2009 relativa alla causa C-326/07, la Corte di giustizia ha dichiarato che, adottando le disposizioni di cui all´articolo 1, comma 2, del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 10 giugno 2004, recante definizione dei criteri di esercizio dei poteri speciali, di cui all´articolo 2 del decreto legge 31 maggio 1994, n. 332, la Repubblica italiana è venuta meno agli obblighi ad essa incombenti in forza del trattato Ce con riguardo alla libera circolazione dei capitali e al diritto di stabilimento. Tali disposizioni stabiliscono i criteri per l´esercizio dei poteri di opposizione da parte dello Stato all´acquisizione di partecipazioni e alla conclusione di patti tra azionisti che rappresentino una determinata percentuale dei diritti di voto, previsti all´articolo 2, comma 1, lettere a) e b), del decreto legge 332/1994, nonché del potere di veto in ordine a talune decisioni in materia di gestione di cui all´articolo 2, comma 1, lettera c), del decreto legge in esame. La Corte ha riconosciuto che i criteri in questione riguardano interessi generali, come l´approvvigionamento minimo di risorse energetiche e di beni essenziali alla collettività, che possono giustificare talune restrizioni all´esercizio di principi fondamentali. Tuttavia, essa ha ritenuto che tali criteri fossero formulati in modo troppo vago e impreciso per consentire alle parti interessate di prevedere le circostanze oggettive specifiche in cui i poteri possono essere esercitati, conferendo così un eccessivo potere discrezionale alle autorità nazionali. Inoltre, la Corte ha ritenuto che l´assenza di un nesso tra tali criteri e i poteri di opporsi all´acquisizione di partecipazioni e alla conclusione di patti tra azionisti accentui l´incertezza riguardo all´esercizio di tali poteri. Con riferimento al fatto che le disposizioni in questione prevedono poteri speciali di opposizione, la Corte ha constatato che la Repubblica italiana è venuta meno agli obblighi che le incombono in virtù degli articoli 43 e 56 del trattato, mentre con riguardo al diritto di veto su talune decisioni in materia di gestione essa è venuta meno al rispetto dell´articolo 43. A seguito della sentenza, le autorità italiane hanno informato la Commissione che stavano valutando le possibili soluzioni per conformarsi al dettato della stessa. Non avendo ancora ricevuto alcuna comunicazione sulle misure adottate a tale riguardo, la Commissione ha deciso di inviare alle autorità italiane una lettera di costituzione in mora per chiedere maggiori ragguagli. .  
   
   
ANDERS RASMUSSEN, SEGRETARIO GENERALE NATO: "PIÙ COOPERAZIONE CON LA UE"  
 
Bruxelles, 23 novembre 2009 - In questa intervista esclusiva il neo-segretario generale della Nato spiega perché un rafforzamento della difesa europea non sarà d´intralcio alle operazioni Nato, conferma che l´Afghanistan resta la "priorità numero uno" ed espone la sua visione sulle relazioni con la Russia. La differenza fra essere premier e segretario generale della Nato? È solo una questione di giorni. Anders Rasmussen ci accoglie negli uffici della Nato a Bruxelles. E´ in grande forma e si intrattiene con noi per oltre mezz´ora. Rasmussen, a 56 anni, è stato due volte primo ministro in Danimarca. Ha lasciato Copenaghen ad agosto per ricoprire il più importante incarico dell´Alleanza Atlantica. L´europa sta sviluppando la sua politica di sicurezza e difesa. Come vede la futura cooperazione fra Ue e Nato? Sono molto favorevole al rafforzamento della politica e difesa dell´Ue. Spero che un giorno l´Unione europea sarà capace di condurre operazioni di peacekeeping e gestione delle crisi in cooperazione con la Nato. Non considero lo sviluppo di una politica comune di sicurezza e difesa come una concorrenza alla Nato, ma come una forma di complementarietà. Una cooperazione rafforzata è importante sia dal punto di vista politico che militare. Politicamente, la maggior parte degli Stati membri dell´Ue sono anche membri della Nato, per cui spartendoci i compiti, possiamo avere un valore aggiunto. Come in Kosovo, dove la Nato conduce le operazioni militari e la missione Ue è più sul versante civile. O come in Bosnia, dove avviene il contrario: abbiamo passato la responsabilità per le operazioni militari all´Ue. Questi sono ottimi esempi di come si può lavorare insieme. Militarmente, se uniamo le risorse, possiamo ottenere soluzioni più efficienti ed economiche. Penso a gare di appalto comuni, acquisti condivisi, tecnologie sviluppate insieme. La Nato ha la sua Assemblea parlamentare. Realisticamente parlando, che ruolo possono avere i parlamenti nazionali, o quello europeo, nella definizione della politica di sicurezza e difesa? Il peso dei parlamenti nazionali nella politica di sicurezza dipende dalla Costituzione di ogni Paese, in alcuni contano di più e in altri meno. Io personalmente, essendo stato parlamentare per molti anni, ritengo che i parlamenti dovrebbero avere un ruolo forte sulla difesa e la sicurezza. Questi temi una volta erano relegati a un circolo ristretto di diplomatici e militari. Oggi l´uomo della strada vuole essere informato e vuole dire la sua sulla politica estera. Credo che quello che succede nel mondo oggi ha più influenza sulla vita di tutti i giorni, per questo i parlamenti vanno coinvolti. A inizio dicembre andrà a Mosca per parlare con la leadership russa. Quale sarà il suo messaggio? Che futuro vede per i rapporti fra la Nato e la Russia? La mia visione di lungo termine prevede una partnership strategica con la Russia. Secondo me, guardando attentamente, la Russia e gli alleati della Nato hanno interessi comuni sulla sicurezza. Questo non significa negare le tensioni, per esempio sulla Georgia. E´ chiaro che non abbiamo la stessa posizione: noi vogliamo l´integrità e la sovranità della Georgia. Ma queste divergenze non devono occultare il fatto che noi e la Russia siamo davanti alle stesse sfide e le stesse minacce in termini di sicurezza. Per esempio l´Afghanistan. La Russia sa bene che se non si risolvono i problemi, i terroristi rimetteranno radici in Afghanistan. E che questo costituisce una minaccia anche per loro. Anche la proliferazione delle armi di distruzione di massa è un pericolo comune: la Russia è nel raggio di azione dei missili iraniani. Penso anche ai pirati somali. Quindi il mio compito quando andrò in Russia sarà di convincere i leader politici che la Nato non è nemica della Russia. Anzi, abbiamo molti interessi in comune. Ai tempi delle elezioni in Afganistan lei ha detto che in termini di sicurezza era stato un "successo", perché solo il 3% dei seggi aveva subito attacchi. Qual è la sua posizione oggi, alla luce di quanto è emerso sui brogli? Non pensa che le autorità afgane abbiano un po´ preso in giro la Nato? E´ ancora vero che dal punto di vista della sicurezza le elezioni sono andate bene, perché quasi tutti i seggi elettorali sono potuti restare aperti. Ma certo non possiamo nascondere che il processo elettorale è stato duro, che è stato troppo lungo, e che non è stato gestito in modo credibile. Questo è un problema, e dobbiamo affrontarlo. La partita è ancora aperta, è per questo che abbiamo deciso di rinnovare il "contratto" fra la comunità internazionale e il presidente Karzai. Il suo governo deve assicurare una buona governance, deve fornire i servizi essenziali agli afgani, e combattere la corruzione. E in questo percorso, la comunità internazionale deve essere presente e rafforzare il suo impegno. In Europa l´opinione pubblica è sensibile alle perdite subite dai nostri soldati. A quel punto la Nato dichiarerà "missione compiuta"? Quali sono i criteri per stabilire quando sarà ora di partire? "Missione compiuta" solo quando gli afgani saranno in grado di prendere in mano la responsabilità del loro Paese e della sicurezza. Dobbiamo man mano delegare loro i compiti, provincia per provincia secondo il loro livello di sviluppo. Per questo la formazione e l´educazione dei soldati sono il nostro obiettivo chiave. La Nato ha messo in atto un programma di formazione delle forze di sicurezza, è importante che abbia il sostegno e le risorse necessarie. Il trasferimento di responsabilità secondo me può iniziare l´anno prossimo in alcune aree del paese, e avanzare gradualmente. Obama deve decidere presto se e quanti soldati in più mandare in Afganistan. Qual è la sua sensazione rispetto a questa decisione, e che implicazioni crede che avrà? Credo che verrà deciso di mandare più soldati, ma è troppo presto per dire quanti. Siamo in una fase di consultazione con i 43 Paesi che fanno parte della Forza di Sicurezza. Io ho molto a cuore la missione di formazione perché credo che il trasferimento delle capacità alla leadership afgana sia l´unica via d´uscita. Ma non si può ancora stabilire il numero. In un certo senso le risorse della Nato sono al limite; se ci fosse un altro conflitto, sareste in grado di trovare le forze? La Nato è attualmente l´alleanza militare più forte al mondo, con un´immensa capacità, ma chiaramente al momento le risorse sono impiegate in Afghanistan. Permettetemi di ricordare perché siamo in Afghanistan. E´ perché i terroristi che hanno attaccato gli Usa il 11/09/2001 erano radicati in Afghanistan. E il giorno dopo l´Alleanza Atlantica ha deciso di invocare per la prima volta nella sua storia l´Articolo 5, la clausola di difesa collettiva che stabilisce che l´attacco contro uno dei membri è considerato un attacco contro tutti. E questa missione non è ancora finita. La Nato sta sviluppando un nuovo concetto strategico. Paesi come gli Usa, l´Inghilterra, i Paesi Bassi preferiscono una strategia più globale, mentre la Francia e molti dei nuovi membri pensano a un approccio regionale. Per quale propende lei? Non vedo nessuna contraddizione. La funzione chiave della Nato da quando è stata fondata 60 anni fa, è quello della difesa territoriale secondo l´Articolo 5, e questo valore è ancora la nostra ragion d´essere. Oggi dobbiamo affrontare nuove minacce, come quella del cyber-terrorismo. E´ chiaro che bisogna trasformare le nostre forze armate per rispondere ai nuovi attacchi. Il 70% della nostra capacità militare è stanziale. Credo che la prima sfida è riuscire a renderla più mobile, per avere corpi militari flessibili e pronti allo spiegamento. In sintesi, non vedo alcuna contraddizione fra approccio territoriale e prospettiva globale. Il mio ruolo è di costruire il ponte fra queste due visioni. L´ultima domanda: che differenza c´è fra essere primo Ministro e Segretario generale della Nato? Credo che nel mio caso ci siano più somiglianze che differenze. Ovviamente essere Segretario generale della Nato comporta una responsabilità particolare: devi costruire il consenso fra 28 nazioni sovrane con 28 interessi particolari. Ma come primo ministro in Danimarca, io ero a capo di una coalizione che non aveva la maggioranza in Parlamento. Per cui dovevo sempre costruire il consenso e le maggioranze. Direi che provengo da un ambiente politico e da un Paese in cui la mediazione e la costruzione del consenso sono tradizione. In Danimarca, come capo del Governo, avevo una riunione settimanale con i Ministri ogni martedì. Alla Nato ho una riunione settimanale con il Consiglio Nordatlantico ogni mercoledì. Forse la differenza sta solo nel giorno della settimana! . .  
   
   
LA COMMISSIONE EUROPEA ADOTTA IL PIANO DI AIUTI ALIMENTARI PER GLI INDIGENTI PER IL 2010  
 
Bruxelles, 23 novembre 2009 - Nonostante l´elevato tenore di vita medio, in media il 17% della popolazione dell´Ue vive al di sotto o al limite della soglia di povertà ed è afflitto da povertà alimentare. Il piano di aiuti alimentari ridistribuisce alle persone bisognose le eccedenze di prodotti alimentari (cereali, zucchero, latte in polvere e burro), integrandole con acquisti sul mercato. La partecipazione degli Stati membri al programma è volontaria e la Commissione adotta un nuovo piano ogni anno Quest´anno 19 Stati membri hanno deciso di partecipare e di assegnare al programma un bilancio di quasi 500 M€. La Commissione europea ha pubblicato il 20 novembre il piano di aiuti alimentari per gli indigenti per il 2010. Originariamente attuato per cedere alle persone bisognose le eccedenze di prodotti agricoli ("scorte di intervento"), il sistema è stato modificato a metà degli anni novanta per consentire, in alcune circostanze, di completare le scorte di intervento con acquisti sul mercato. Quest´anno, tuttavia, le eccedenze (cereali, zucchero, latte in polvere e burro) hanno ampiamente coperto i bisogni individuati nel piano per il 2010, pertanto sarà sufficiente un ricorso ridotto ad acquisti aggiuntivi. Il bilancio assegnato, 500 milioni di euro, corrisponde a quello del piano per il 2009. Mariann Fischer Boel, commissaria per l´agricoltura e lo sviluppo rurale, ha dichiarato in merito al programma: "Si tratta di un aiuto concreto dell´Unione europea a favore di una parte delle persone più svantaggiate della nostra società, pertanto è essenziale che venga attuato in maniera corretta affinché i prodotti siano effettivamente distribuiti a chi ne ha bisogno". .  
   
   
ABRUZZO: DAL FONDO DI SOLIDARIETÀ UE UN PRESTITO DI MEZZO MILIARDO DI EURO  
 
 Bruxelles, 23 novembre 2009 - Paweł Samecki, commissario europeo responsabile per la politica regionale, e Guido Bertolaso, sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri italiano e direttore del dipartimento della protezione civile, hanno firmato oggi un accordo che conferma la concessione di 493,7 milioni di euro all’Italia in seguito al terremoto che ha devastato l’Abruzzo nell’aprile scorso. Questo aiuto è stato mobilitato tramite il Fondo di solidarietà dell’Unione europea (Fsue) e consentirà di compensare le spese sostenute dall’Italia per gli interventi d’emergenza In occasione della firma dell’accordo il commissario Samecki ha dichiarato: “Questo è l’aiuto più sostanzioso concesso dal Fondo di solidarietà dell’Unione europea a partire dalla sua creazione nel 2002. Questo stanziamento è proporzionale all’entità dei gravi danni subiti dall’Italia. È prioritario fornire alloggi e aiuti alle decine di migliaia di terremotati rimasti senza un tetto a causa di questa catastrofe. ” La domanda d’intervento delle autorità italiane - Il 6 aprile 2009 il terremoto ha provocato gravi danni in Abruzzo ed è costato la vita a quasi 300 persone. A giugno le autorità italiane hanno presentato una domanda d’intervento del Fondo di solidarietà dell’Unione europea. Il Fondo di solidarietà può intervenire esclusivamente a partire da una determinata soglia che, per l’Italia, è fissata a 3,4 miliardi di euro di danni. I danni diretti provocati dal terremoto in Abruzzo sono stati valutati a 10,2 miliardi di euro, il che giustifica ampiamente l’intervento europeo. Nel luglio 2009 la Commissione europea ha presentato al Consiglio e al Parlamento, che costituiscono l’autorità di bilancio dell’Unione, una proposta mirante a mobilitare il Fondo di solidarietà. A ottobre il Parlamento e il Consiglio hanno adottato una rettifica di bilancio che consente sin d’ora di mettere gli stanziamenti a disposizione delle regioni colpite. La relativa rapidità della procedura si deve alla buona cooperazione delle autorità italiane con la Commissione. L’accordo di attuazione - L’accordo firmato tra la Commissione europea e l’Italia definisce le modalità di utilizzo di questo stanziamento nella totalità della provincia dell’Aquila, nella maggior parte della regione Abruzzo e nelle regioni vicine. L’aiuto contribuirà a coprire le seguenti spese (importi indicativi): Gli interventi d’urgenza, le attività di soccorso e di ricerca (attrezzature speciali, assistenza medica, sostegno logistico): 50 milioni di euro. La realizzazione di alloggi provvisori per i sinistrati: importo da definire. Il progetto “Case” (case temporanee) ha definito 19 zone d’intervento e consentirà di costruire 183 edifici, di cui almeno 4 500 che potranno accogliere 17 000 persone: 350 milioni di euro. Il progetto “Map” (moduli abitativi provvisori) impernia la sua azione sul centro del sisma nel territorio dell’Aquila e consentirà di costruire 2 000 case temporanee per gli abitanti di 53 comuni; infine, il progetto “Musp” (moduli ad uso scolastico provvisori) prevede la costruzione di 34 scuole temporanee alloggiate in edifici prefabbricati da costruirsi nei comuni di L’aquila, Campotosto, Ovindoli, Rocca di Mezzo, Scoppito, Arsita e Popoli: 93,7 milioni di euro per i due progetti. .  
   
   
SETTIMANA DELLE REGIONI INNOVANTI IN EUROPA  
 
Granada, 23 novembre 2009 - Dal 15 al 17 marzo 2010 si terrà a Granada (Spagna) la Settimana delle regioni innovanti in Europa (Wire 2010). Sotto l´egida della presidenza spagnola del Consiglio dell´Unione europea, durante i primi sei mesi del 2010, il governo spagnolo coglierà l´opportunità per attirare l´attenzione dei leader politici e delle parti sociali interessate sulla competitività delle regioni europee. In particolare, l´evento si concentrerà sull´utilizzo delle risorse dedicate alla ricerca e allo sviluppo (R&s), soprattutto i Fondi strutturali (Sf) e le potenziali sinergie con i programmi quadro (Pq) dell´Ue e il Programma quadro per la competitività e l´innovazione (Cip). La settimana delle regioni innovanti in Europa prevede tre eventi diversi: una conferenza sull´uso efficiente ed efficace del bilancio riservato ai Fondi strutturali per la ricerca e lo sviluppo tecnologico (Rst) e all´innovazione, incluse le sinergie con i Pq e il Cip; una conferenza sulla ricerca potenziale, incentrata sulla valutazione dei risultati e l´individuazione delle migliori pratiche degli inviti Regpot (potenziale di ricerca) nell´ambito del programma "Capacità" del Settimo programma quadro (7° Pq), volto ad aumentare le capacità di ricerca dei migliori centri di ricerca delle regioni europee; una conferenza "Regioni della conoscenza", che affronterà la valutazione dei risultati e l´individuazione delle migliori pratiche degli inviti Regions (Regioni della conoscena) nell´ambito del programma "Capacità" del 7° Pq. Per ulteriori informazioni, visitare: http://web. Micinn. Es/wire/ .  
   
   
ALPE ADRIA: CAMBIO DI MARCIA E NUOVO RUOLO IN UE  
 
Passariano, 23 novembre 2009 - La Comunità di lavoro Alpe Adria Pannonia ridefinisce i propri obiettivi proponendosi un ruolo positivo nello sviluppo del Centro e Sud Est Europa quale interlocutore forte dell´Unione europea per le politiche di coesione in questa parte del continente. Lo ha fatto, dopo oltre 30 anni di attività, con l´assemblea annuale plenaria delle 12 regioni aderenti, italiane, austriache, ungheresi assieme a Slovenia e Croazia, che si è svolta il 19 novembre a Villa Manin di Passariano sotto la presidenza di Renzo Tondo. "E´ un vero e proprio cambio di marcia - ha detto il presidente - dopo che nel corso degli ultimi mesi si è rafforzata la comune volontà di rilanciare l´azione politica della Comunità, anche attraverso la realizzazione di una Conferenza in Croazia entro l´estate 2010, nella quale coinvolgere vaste aree dei Balcani ed una parte importante del Centro Europa". Nell´intervento che ha delineato l´attività del secondo anno del suo mandato come presidente della Comunità, Tondo ha affermato che "l´obiettivo è quello di mettere le basi per definire una seria alleanza nella macroarea Alpe Adria - Pannonia - Adriatico" parallelamente a quanto sta già avvenendo nella prospettiva delle macroaree Baltica ed Atlantica. E´ una prospettiva coerente con gli sviluppi europei anche nella programmazione dei Fondi strutturali comunitari che saranno impegnati ´per macropolitiche e macroaree´. "Le politiche di coesione europee nella programmazione 2014-2020 - ha ribadito Tondo - devono vederci pronti a rappresentare territori più vasti delle singole regioni, se non vogliamo correre il rischio di rimanere marginali rispetto ad altre aree europee, anche per quanto riguarda le risorse finanziaria". Intanto, il 17 novembre scorso, Friuli Venezia Giulia, Veneto e Carinzia - ha illustrato il presidente - hanno sancito l´accordo politico sull´avvio della "Euroregione Senza Confini", già aperta all´allargamento alla Slovenia e a due contee croate "non appena riterranno di aderire al percorso comune avviato". "E´ comunque evidente - ha detto Tondo - che per il Friuli Venezia Giulia tutti i partner della Comunità Alpe Adria Pannonia dovrebbero far parte di una unica Euroregione che dovrebbe subito operare per allargarsi ulteriormente alle aree del Centro e Sud Est Europa". La Presidenza di turno del Friuli Venezia Giulia nel secondo anno di mandato - ha annunciato Tondo - è impegnata in questo senso e andrà in questa direzione "che ci porta a superare la fase solamente culturale e sportiva per andare con decisione sui temi dell´economia e dello sviluppo comune". La Comunità di lavoro Alpe Adria Pannonia, che ha tenuto la sua assemblea plenaria a Villa Manin di Passariano comprende 12 regioni e due Stati. Vi aderiscono infatti le italiane Friuli Venezia Giulia, Veneto e Lombardia, i laender austriaci Carinzia, Burgenland, Alta Austria e Stiria, le contee ungheresi Baranya, Vas e Zala e le due Repubbliche di Slovenia e Croazia. Il presidente Renzo Tondo ha ricordato la buona collaborazione a livello di Presidium, formato da Friuli Venezia Giulia e Croazia, e la buona partecipazione dei soci "se si eccettua la Regione Lombardia, che non partecipa attivamente da qualche anno. Ma potrebbe esserci una ripresa, nelle nuove prospettive della Comunità - ha detto - e mi impegno a sollecitare in proposito il presidente Formigoni". .  
   
   
"L´ITALIA E LA CRISI: QUANDO FUORI DAL TUNNEL?"  
 
Milano, 23 novembre 2009 - Il 2 dicembre prossimo, alle ore 15. 00, l´Ispi e il Centro Einaudi promuovono una Tavola Rotonda dal titolo: "L´italia e la crisi: quando fuori dal tunnel?" L´incontro trae spunto dalla pubblicazione dal Xiv Rapporto sull´Economia globale e l´Italia del Centro Einaudi dal titolo “Alla Scuola della Crisi” (ed. Guerini e Associati). L´incontro, che si svolgerà a Palazzo Clerici (Via Clerici, 5 - Milano). Www. Ispionline. It .  
   
   
LE IMPRESE DELL´UE INVESTONO IN R&S ANCHE IN TEMPI DI CRISI ECONOMICA  
 
 Bruxelles, 23 novembre 2009 - Il 2009 ha visto gli investimenti nella ricerca e sviluppo (R&s) aumentare dell´8,1% - anche a fronte della crisi economica - secondo le cifre pubblicate il 19 novembre settimana nel Quadro di valutazione degli investimenti industriali europei nella ricerca e sviluppo per il 2009. Le cifre indicano che le imprese europee hanno superato le loro controparti americane e giapponesi, che hanno aumentato i propri investimenti in R&s rispettivamente del 5,7% e del 4,4%. A livello mondiale, gli investimenti delle imprese in R&s sono aumentati del 6,9%. Tra i primi dieci della classifica del Quadro di valutazione degli investimenti figurano due società europee. Il costruttore di automobili tedesco Volkswagen è al terzo posto, con un investimento in R&s di 5,93 miliardi di euro. All´ottavo posto c´è la Nokia, società finlandese di comunicazioni. A livello globale il primo posto è occupato dalla società giapponese Toyota Motor, che ha investito 7,61 miliardi di euro in R&s. Tra gli altri primi dieci investitori a livello mondiale troviamo le americane Microsoft, General Motors, Pfizer, Ford e Johnson & Johnson. Le cifre pubblicate nel Quadro di valutazione degli investimenti indicano anche forti e promettenti investimenti in R&s nel settore delle tecnologie per le energie rinnovabili. "La notizia è ottima: nel 2008 le imprese dell´Ue hanno aumentato gli investimenti in R&s, anche a fronte della crisi economica", dice Janez Potocnik, commissario europeo per la Scienza e la ricerca. "Non c´è strategia migliore per uscire ancor più forti dalla crisi". "È fondamentale sostenere gli sforzi delle imprese dell´Ue e dare incentivi per rafforzare i settori Ue a forte caratterizzazione di ricerca. La creazione di uno Spazio della ricerca veramente europeo è parte della risposta, data anche dalle iniziative dell´Ue per la promozione di investimenti intelligenti nella R&s. Sono anche lieto dell´aumento degli investimenti in R&s da parte delle imprese europee attive nelle tecnologie energetiche a basso contenuto di carbonio. Queste tecnologie sono la nuova fonte di crescita e di occupazione per l´Unione Europea. " Le cifre del Quadro di valutazione degli investimenti indicano che le imprese europee sono le prime ad investire in R&s, in settori quali quello automobilistico e dei pezzi di ricambio, delle strumentazioni elettroniche ed elettriche e dei prodotti chimici. A livello mondiale, le cifre indicano che i settori più importanti di investimento in R&s sono i settori farmaceutico e biotecnologico. Altro settore universalmente popolare per gli investimenti in R&s è il settore automobilistico e dei pezzi di ricambio: Il 27% degli investimenti in R&s in questo settore avviene in Giappone, il 25% nell´Ue. Le imprese dei paesi in via di sviluppo hanno mostrato il più alto tasso di crescita degli investimenti in R&s. Prima la Cina, con un aumento del 40%, seguita dall´India con un aumento del 27%, Taiwan con un aumento del 25,1% e il Brasile con un aumento del 18,6%. Gli ultimi dati pubblicati non rispecchiano del tutto gli effetti dell´attuale crisi economica, seppur ve ne siano tracce in settori quali le vendite, la capitalizzazione di mercato e per le imprese che operano sui profitti, crollati del 30,5% per le imprese dell´Ue e del 19,1% per le imprese americane. Il Quadro di valutazione degli investimenti industriali europei in R&s è un documento fondamentale, pubblicato ogni anno dalla Commissione europea. La relazione si concentra sull´Unione europea e fornisce informazioni aggiornate sugli investimenti delle imprese, nonché altri dati economici e finanziari. I dati provengono dalle prime 1. 000 imprese europee e dalle prime 1. 000 imprese non europee che investono in R&s. Per maggiori informazioni e per scaricare la relazione, visitare: Quadro di valutazione degli investimenti industriali europei in R&s: http://iri. Jrc. Ec. Europa. Eu/research/scoreboard_2009. Htm .  
   
   
MARE, LA POLITICA TOSCANA PIACE ALL´UNIONE EUROPEA E RISCUOTE IL PLAUSO  
 
Bruxelles Firenze, 23 novembre 2009 - “Il sistema di governance delle politiche del mare della Toscana è una buona pratica europea che le istituzioni Ue intendono promuovere e valorizzare”. Questo, secondo l’assessore alle politiche marittime della Regione Toscana, Giuseppe Bertolucci, l’esito di una serie di incontri a Bruxelles che hanno riscosso interesse e consensi tra gli interlocutori della Commissione, del Parlamento e del Comitato delle Regioni. “Le politiche marittime integrate – ha detto Bertolucci ai suoi interlocutori – sono una dimostrazione concreta di come si potrà uscire dalla crisi economica rafforzati, grazie alla valorizzazione di una grande risorsa che, se gestita settorialmente, non è capace di assicurare un valore aggiunto alle popolazioni dei territori marittimi” . Alla Dg Mare Bertolucci ha presentato l’architettura del sistema toscano di governance del mare, consistente nella Consulta del Mare (che riunisce comuni e province costiere e isolane e dialoga con gli attori sociali del territorio) e nell’Agenda del mare, documento approvato ogni anno con tutte le realizzazioni e i finanziamenti effettuati, oltre al carnet delle azioni previste per l’anno successivo. L’agenda della Toscana si muove sui tre assi della competitività e sostenibilità del mare, della tutela dell’ecosistema marino e della promozione della qualità della vita sulla costa e sulle isole, nel rispetto della coesione sociale e delle pari opportunità per tutti i territori. L’esperienza illustrata da Bertolucci ha riscosso molto interesse, tanto che la Commissione ha proposto di organizzare in Toscana, nel giugno 2010, un evento europeo in cui si farà il punto sullo stato dell’arte delle politiche maritt ime integrate dell’Ue. Con l’eurodeputato Guido Milana, Bertolucci ha esaminato le nuove opportunità, normative e finanziarie, che sono all’esame del Parlamento europeo per sostenere i progetti di integrazione delle politiche marittime. Una particoalre attenzione è stata riservata all’acquacoltura, che dovrà puntare al raddoppio della produzione per liberare l’Ue dal pesante vincolo delle importazioni: un programma ambizioso che finanzierà le aree marittime che si faranno trovare pronte con un vero e proprio “piano regolatore del mare” per impianti di produzione costieri e off-shore. “La Toscana – ha detto Bertolucci - ha tutte le carte in regola per presentarsi a questo appuntamento con un buon numero di aree in grado di ottenere i finanziamenti Ue”. Novità sono in arrivo anche sul fronte dei porti con una nuova disciplina che semplificherà le procedure di accesso: “Anche questa novità è particolarmente importante per la Toscana - ricorda Bertolucci - che ha sul suo territorio tre porti nazionali che potranno avvantaggiarsi delle nuove norme. Su questi due temi, acquacoltura e porti, sarà convocata nel prossimo gennaio un’apposita riunione della Consulta toscana del Mare, alla quale l’on. Milana ha dato la disponibilità a partecipare”. .  
   
   
ROMANIA, PREVISIONI NEGATIVE PER STIME AUTUNNALI  
 
Bucarest, 23 novembre 2009 - La National Prognosis Commission romena conferma nelle proprie stime autunnali le previsioni sull´andamento dell´economia nel 2009: il dato generale mostra una contrazione del 7,7 per cento; il settore industriale con un calo del 7,3 per cento si pone in linea con la media nazionale, mentre critica è la situazione del settore delle costruzioni, con un -19,6 per cento, scrive "Seeurope". Nel 2010 è prevista una lieve ripresa (+0,5 per cento), destinata a consolidarsi nel 2011 con un incremento del 2,4 per cento e nel 2012, +3,7 per cento. Nel 2013 e 2014 le previsioni sono rispettivamente per un +4,4 e un +5,2 per cento. Le stime autunnali peggiorano il dato precedentemente previsto per il 2009 (-5,8 per cento), ma migliorano lievemente quello relativo al 2010 (-1,3 per cento). Il settore agricolo è previsto in contrazione del 7 per cento nel 2009 e in crescita dell´1,6 per cento nel 2010. Al crollo di oltre il 19 per cento di quest´anno, per le costruzioni è prevista una crescita del 3,6 per cento nel 2010. -4,8 per cento i servizi nel 2009, + 0,6 per cento il prossimo anno. Il deficit è previsto in calo al 4,6 per cento del Pil rispetto al 12,3 per cento del 2008, da 16,897 miliardi di euro a 5,27 miliardi; nel 2010 è previsto nuovamente in crescita al 5,1 per cento (6,27 miliardi). . .  
   
   
WORLD REGIONS FORUM.IL G15 DELLE REGIONI PRENDE IL LARGO FIRMATA LA CARTA DI MILANO: IMPEGNI SU RICERCA, CLIMA, SANITA´ I MINISTRIFRATTINI E GELMINI. FORMIGONI:APPUNTAMENTO NEL 2011  
 
 Milano, 23 novembre 2009 - Con la "Carta di Milano" sottoscritta da tutti i partecipanti al World Regions Forum decolla ufficialmente il G15 delle Regioni, riunito dal presidente della Lombardia a Palazzo Mezzanotte a Milano e che ha concluso i suoi lavori sabato 21 novembre con la partecipazione dei ministri degli Affari Esteri, Franco Frattini, e dell´Istruzione, Mariastella Gelmini. Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, aveva apprezzato l´iniziativa e sottolineato il protagonismo delle regioni in un videomessaggio inviato il 20 novembre. E nel 2011 la Lombardia è pronta ad ospitare la seconda edizione di questo Forum, al quale hanno chiesto di aderire anche le Regioni del Cairo, di Bombay e il Massachussets (presente comunque con una delegazione economico-imprenditoriale), mentre Dubai aveva già aderito, anche se all´ultimo momento la delegazione ha dovuto rinucniare alla partecipazione per questioni loro interne. Le altre 15 Regioni che e hanno sottoscritto la Carta di Milano sono, oltre alla Lombardia: Baden Wuerttenmbergm Baviera, California (il cui governatore Schwarzenegger era stato a Milano da Formigoni due giorni prima del Forum proprio per presentarl0o ufficialmente), Gauteng (Johannesburg, Sudafrica), Ile de France (Parigi), Illinois, Madrid, Nuevo Leon (Messico), New South Wales (Sidney, Australia), Quebec, San Pietroburgo, San Paolo del Brasile, Shangai, Singapore. Bilancio dunque pienamente positivo di questa manifestazione che "getta la basi per un più deciso protagonismo dei governi nazionali e subnazionali della governance del mondo post-crisi", ha detto Formigoni, aggiungendo: "Abbiamo avuto ragione" a sviluppare queste intuizioni e prendere questa iniziativa. "Nasce una rete permanente - ha spiegato Formigoni - di relazioni e di collaborazione tra le aree più dinamiche dei cinque continenti. Nei lavori di questi giorni è emersa la consapevolezza dell´importanza che i governi regionali hanno nell´affontare la grande sfida del nostro tempo sul piano internazionale, e cioè la sfida di uno sviluppo sostenibile, che dunque promuova insieme il capitale umano, la crescita economica, e la tutela dell´ambiente". E proprio a economia della conoscenza, ambiente, e sanità sono stati dedicati i lavori delle sessioni tematiche di questi giorni, ma anche le tre reti telematiche per lo scambio continuo dei dati e dei progetti condivisi che verranno avviate da subito per entrare a regime all´inizio del 2011. Capitale Umano - All´economia della conoscenza e alla crescita del capitale umano è stata dedicata la seduta di lavoro della prima parte di questa mattina, cui ha partecipato anche il ministro Gelmini. Il ministro ha ricordato la necessità di "rilanciare e rinnovare in un´ottica di scambio internazionale la trasmissione delle conoscenze teoriche e pratiche, l´attenzione alla occupabilità, lo sviluppo della ricerca, la mobilità degli studenti e dei ricercatori". "L´internazionalizzazione dell´economia della conoscenza - ha detto ancora Gelmini - della formazione e della ricerca configurano come una materia ´concorrente´ tra Stati e Regioni". "L´attenzione al capitale umano - ha detto Formigoni -, in particolare ai giovani studenti e ricercatori, è l´investimento più importante per il futuro dei nostri territori. In un contesto di globalizzazione deve essere sempre più facile per queste persone muoversi, confrontarsi, arricchirsi reciprocamente. Abbiamo perciò deciso la costituzione di una rete che favorisca e faciliti lo scambio di studenti, ricercatori e docenti tra le grandi scuole e le grandi università delle nostre Regioni". L´intervento Di Frattini - Il ministro Frattini ha ricordato "di aver subito apprezzato e collaborato, anche attraverso la rete diplomatica, l´iniziativa di Formigoni del World Region Forum" (che il presidente della Lombardia aveva presentato al premier Berlusconi e immediatamente dopo al ministro degli Esteri), "tanto più con convinzione dal momento che esso veniva a coincidere con il periodo di presidenza italiana del G8. E´ giusto che i governi subnazionali e regionali esercitino un ruolo adeguato nella governance del mondo contemporaneo: c´è bisogno anche di essi nei luoghi delle decisioni". Frattini ha anche sottolineato l´importanza dell´ingresso, nel G15 delle Regioni, di delegazioni del mondo arabo (come appunto Dubai e il Cairo hanno già fatto). (Ln - segue) Firmata La Carta Di Milano: Testo Della Dichiarazione Finale Premessa - I sottoscritti partecipanti: - riconosciuta l´importanza dei governi subnazionali nella gestione delle sfide più importanti a livello internazionale; - considerato che lo sviluppo sostenibile racchiude la dimensione economica, sociale ed ambientale per le generazioni presenti e future; - compreso che la governance globale si basa sulla cooperazione tra diverse comunità; si impegnano ad affrontare le sfide globali assumendo ruoli chiave in grado di sostenere e migliorare lo sviluppo ambientale, sociale ed economico dei rispettivi territori. Obiettivi - I partecipanti, a qui in poi indicati come "Regioni" o "Governi Subnazionali" si sono incontrati a Milano per condividere ed integrare competenze, esperienze e buone pratiche in modo da proporre modelli innovativi di cooperazione internazionale che dovranno essere messi a disposizione delle rispettive comunità e del mondo intero per contribuire a fronteggiare l´attuale crisi economica, nonché le sfide presenti e future, promuovendo la crescita e il benessere a livello globale nell´ambito della realtà post-crisi. Motivazioni - In qualità di attori globali, le Regioni e i Governi Regionali si trovano in una posizione unica per la loro capacità di esercitare il loro ruolo in modo da stabilire un legame forte e flessibile al tempo stesso tra gli attori locali e le comunità nazionali ed internazionali. Tali opportunità e responsabilità possono essere sostenute dalla creazione di reti su scala globale e di relazioni, partenariati e accordi internazionali, inclusi rapporti di collaborazione pubblico-privato, in modo da migliorare l´impiego delle risorse a vantaggio dell´intera umanità e della conservazione del pianeta. Aree Di Collaborazione - A livello globale, il sistema di governance post-crisi deve riconoscere la crescente importanza dei governi subnazionali come punto di incontro tra interessi locali, nazionali e globali. Il ruolo dei Governi Regionali deve essere pertanto rafforzato, in quanto fattore cruciale per garantire la migliore interazione possibile tra i vari livelli di governo, la società civile e il settore privato. I sottoscritti partecipanti riconoscono e accettano tale responsabilità e intendono creare una rete per la cooperazione strategica. La creazione di una collaborazione proficua tra le Regioni richiede l´individuazione di sfere di priorità di interessi comuni, competenze, know-how ed esperienze. Tali priorità dovrebbero concentrarsi sulle aree che generalmente sono di diretta competenza dei Governi Regionali, e/o su aree in cui i Governi Regionali possono esercitare un´influenza nell´interesse dei loro cittadini, delle loro comunità, dell´ambiente, dello sviluppo sociale ed economico dei propri territori. Conveniamo quindi di lanciare questo tentativo di cooperazione nelle seguenti aree, inter alia: 1- Economia basata sulla conoscenza: capitale umano, istruzione, R&d, innovazione ed efficienza delle risorse, finanziamenti innovativi e trasferimento di tecnologia. 2 - Sviluppo sostenibile: cambiamenti climatici, controllo dell´inquinamento locale, protezione delle biodiversità, energie sostenibili (fonti rinnovabili ed efficienza energetica), ambiente urbano e rurale. 3 - Welfare: sanità, applicazioni legate alla e-health, creazione di una rete internazionale di confronto sulle principali patologie. Progetti Congiunti - Intendiamo sviluppare un confronto politico in tali aree attraverso progetti individuati in maniera congiunta. Iniziative imprenditorali nella sfera pubblica e privata, istituti di ricerca, università, associazioni di vario genere, Ong, organizzazioni senza scopo di lucro, etc. Sono invitate a partecipare a tali progetti congiunti. I partner dovranno risiedere nelle Regioni firmatarie e possedere un´esperienza rilevante in attività riconosciute a livello internazionale nelle aree individuate. Conclusioni - I sottoscritti partecipanti, per poter raggiungere gli Obiettivi stabiliti nella presente Dichiarazione, prevedono la costituzione di un gruppo di lavoro congiunto, il cosiddetto Joint Working Team (Jwt), per coordinare l´avvio dei progetti da definire. Il Jwt potrà tra l´altro: individuare ulteriori aree di interesse comune; - valutare la possibilità di creare una rete organizzata (World Regions Forum), definire proposte per la propria struttura operativa, norme, strumenti (tra cui un sito web dedicato), nonché un programma di incontri; - proporre strategie per consolidare le relazioni e migliorare le attività (anche da un punto di vista commerciale) tra i sistemi economici rilevanti (imprese, sistemi finanziari, università) nell´ambito del Forum; - analizzare le possibilità di condividere i vantaggi che scaturiscono dalla rete con altre Regioni e avanzare proposte in merito alle procedure correlate; - coordinare le azioni con quelle promosse da altre reti delle Regioni e delle agenzie di sviluppo. Il gruppo sarà composto da un membro di ogni Regione, nominato dal Governatore; ogni membro potrà essere supportato da altre persone dello staff. Il membro nominato dal Governatore della Regione Lombardia fungerà da Coordinatore del Jwt. Il gruppo lavorerà principalmente attraverso comunicazioni e incontri telematici, se e quando ritenuto necessario. Ciascun Governo Regionale si assumerà i costi del proprio staff. In modo da agevolare le attività del Jwt, presso gli uffici del Governo Regionale della Lombardia sarà organizzata una Segreteria, che fornirà supporto operativo e logistico e sarà responsabile dello sviluppo e della manutenzione del sito web e di eventuali altre iniziative congiunte. I 15 Firmatari - Baden Wuerttemberg, Baviera, California, Gauteng (Johannesburg, Sudafrica), Ile de France (Parigi), Illinois, Lombardia, Madrid, Nuevo Leon (Messico), New South Wales (Sidney, Australia), Quebec, San Pietroburgo, San Paolo (Brasile), Shangai, Singapore. .  
   
   
WORLD REGIONS FORUM. VIA ALLA RETE SANITARIA DEL G15 FORMIGONI: PIENO ASSENSO A RETE STABILE GOVERNI SUBNAZIONALI  
 
Milano, 23 novembre 2009 - Al termine della sessione "politica" della mattinata del 20 novembre, il presidente lombardo Roberto Formigoni ha registrato con soddisfazione "il consenso unanime e convinto" delle Regioni del G15, convenute a Milano per il World Regions Forum, a realizzare "una rete stabile" di collegamento e scambio sui temi cruciali dello sviluppo sostenibile, individuati in ricerca e capitale umano, ambiente, sanità. E proprio su quest´ultimo argomento si è svolta la prima sessione "tematica", presieduta dalla Governatrice della Regione sudafricana del Gauteng, che ha messo a punto e condiviso un progetto di Network delle Regioni nel campo sanitario, per mettere in rete le realtà più avanzate nel campo della cura, della ricerca e dell´impresa. "Lo scopo - ha detto Formigoni - è di mettere in comune conoscenze ed esperienze innovative per affrontare la principale esigenza dei moderni sistemi sanitari: accrescere l´efficacia e la qualità dei servizi e nel contempo contenere l´aumento dei costi, attraverso l´efficienza e l´ottimizzazione delle risorse". In pratica, sono state individuate due aree di interesse prioritario: lo sviluppo della e-health, la sanità elettronica, e la creazione di una rete di patologia internazionale. Le innovazioni della e-health riguardano database clinici, fascicoli dei pazienti in formato elettronico, telemedicina, e-learning, accesso alle informazioni e ai servizi tramite smart-card ("grande interesse ha destato la Carta regionale dei servizi realizzata da Regione Lombardia", ha ricordato Formigoni). Mentre la rete delle patologie riguarderà innanzitutto la patologia oncologica, quella cario-cerebro-vascolare e la patologia cronica. A queste, su esplicita richiesta del Gauteng, è stata aggiunta una sezione dedicata all´Aids. L´insieme del progetto si concretizzerà nella costituzione di un World Regions Patology Network (Wrpn), basato su un website del cui avvio si farà carico Regione Lombardia, a partire da gennaio 2010, per entrare a pieno regime dall´inizio del 2011. .  
   
   
WORLD REGIONS FORUM. FORMIGONI: INSIEME CONTRO LA CRISI IL G15 DEI GOVERNI SUBNAZIONALI SU AMBIENTE RICERCA E SANITA´  
 
Milano, 23 novembre 2009 - Il 20 novembre Sono entrati subito nel vivo, questa mattina alle 9. 30 a Palazzo Mezzanotte a Milano, i lavori del G15 delle Regioni, il World Regions Forum, composto dai "governi subnazionali" delle aree più avanzate e innovative dei cinque continenti. Attorno al tavolo le delegazioni di Baden Wuerttemberg, Baviera, California, Gauteng (Sud Africa), Illinois, Lombardia, Regione di Madrid, Massachussets, Nuevo Leon (Messico), New South Wales (Australia), Quebec, San Paolo del Brasile, Regione di San Pietroburgo, Shangai, Singapore. Il ruolo dei governi subnazionali nel mondo globale, di fronte alla crisi economica e alle grandi sfide poste dalla necessità di uno sviluppo sostenibile: sono stati questi i tempi posti al centro della sessione di lavoro di stamane dalla relazione introduttiva del presidente della Lombardia, Roberto Formigoni. Mercati E Regole - "Avviare un confronto tra questi Governi - ha esordito Formigoni - nel momento della più grave crisi economico-finanziaria del dopoguerra può sembrare una contraddizione. Ci è invece apparso evidente che la crisi globale richiede che i Governi, a tutti i livelli (quindi nazionali ma anche subnazionali, cioè regioni, grandi aree metrolitane, lander, ecc. ) ritornino al proprio ruolo di soggetti regolatori del sistema economico-finanziario, del mercato, della competizione internazionale, dello sviluppo e dell´equità sociale, insomma dell´intero sistema politico-istituzionale. Un ruolo spesso sottovalutato o persino dimenticato, in nome di una deregulation che non può e non deve significare mancanza di regole". Del resto "proprio grazie alla vicinanza ai propri territori, i grandi Governi regionali e subnazionali hanno dimostrato, di saper reagire alla crisi in modo più rapido ed efficiente rispetto ai sistemi nazionali, interpretando efficacemente i bisogni dei propri cittadini e delle proprie imprese e supportandoli nella lotta contro la crisi stessa. Nello svolgere questo ruolo, tali Regioni hanno poi trascinato in un meccanismo virtuoso anche i propri sistemi nazionali". Le Ragioni Del Forum - Per Formigoni i grandi sistemi subnazionali e le regioni avanzate presentano cinque particolari caratteristiche che sono altrettante buone ragioni per dar vita al Forum mondiale: la funzione di locomotiva dello sviluppo dei loro Paesi, il crescente ruolo diretto nella competizione internazionale, il protagonismo in un sistema di governance multilivello (vedi i processi di devoluzione e federalismo), la capacità di creare reti, l´attitudine a tessere alleanze in cui le loro eccellenze sono messe a servizio anche di altre aree. Gli Obiettivi - "Il primo e fondamentale obiettivo - ha ricordato Formigoni - è politico: condividere la riflessione sul ruolo che i nostri Governi intendono avere all´interno della governance globale". "Il secondo obiettivo - ha spiegato poi Formigoni - è operativo: dare avvio ad alcuni progetti di collaborazione che abbiano il duplice scopo di creare reti efficaci a supporto delle nostre Regioni e dare il senso visibile di una collaborazione forte e strutturata". Sono i progetti che, a partire dalla ripresa dei lavori oggi pomeriggio e domani, verranno discussi nelle tre sessioni tematiche dedicate a capitale umano e ricerca, sviluppo sostenibile e ambiente, sanità. L´attenzione al capitale umano, in particolare ai giovani studenti e ricercatori, è per il presidente lombardo "l´investimento più importante per il futuro dei nostri territori". In tema di sviluppo sostenibile, i problemi dell´inquinamento locale e di quello globale "sono strettamente connessi". Quanto alla sanità vede intrecciarsi "l´aumento delle aspettative di qualità e aspettativa di vita con la crescita dei costi del sistema", nodo che si deve cercare di sciogliere con il rinnovamento dei modelli organizzativi e con la ricerca. Dopo la relazione di Formigoni, tutte le delegazioni hanno preso la parola per sottolineare ragioni e prospettive della loro adesione al Forum e la decisione di avviare e proseguire un lavoro sui temi cruciali oggetto del Forum stesso. La Dichiarazione - All´attenzione delle delegazioni vi è già una bozza di dichiarazione congiunta destinata ad essere sottoscritta al termine dei lavori, domani. .  
   
   
WORLD REGIONS FORUM. IL MESSAGGIO DI BERLUSCONI  
 
Milano, 23 novembre 2009 - Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha fatto pervenire un videomessaggio ai partecipanti al Forum Mondiale delle Regioni in corso a Milano, a Palazzo Mezzanotte. Ecco il testo. "Sono lieto di salutare le delegazioni giunte a Milano per il Forum mondiale delle Regioni, promosso dalla Regione Lombardia con il sostegno del Governo italiano. Il vostro ruolo di governo delle Regioni merita un pieno riconoscimento, anche e soprattutto di fronte alla crisi economica mondiale: all´interno dei vostri Paesi, voi siete il motore trainante dell´economia e dello sviluppo, e vi fate spesso carico anche di aiutare le realtà territoriali meno fortunate. Di fatto, la competizione globale si svolge in primo luogo tra le realtà territoriali più dinamiche. E´ perciò assolutamente opportuno promuovere una rete tra le Regioni, con l´obiettivo di coinvolgere altre realtà come le vostre nel mondo. Il fatto che questo Forum si svolga a Milano nell´anno di presidenza italiana del G-8 dimostra quanto sia forte la vocazione internazionale dell´Italia. Ringrazio il Presidente Formigoni che ha ideato questa iniziativa, che ho condiviso immediatamente. Ringrazio anche il Ministro Franco Frattini che, con le strutture del Ministero degli Esteri ha efficacemente collaborato per la sua realizzazione. Rinnovo a tutti le mie congratulazioni per il lavoro già svolto, ed esprimo l´augurio che questa iniziativa abbia un seguito affinché le reti di cui avete discusso possano essere concretamente realizzate, in ausilio della vostra azione di governo, ma anche per il bene delle nostre nazioni. Quando incontrerò i capi di Stato e di Governo dei vostri Paesi, non mancherò di commentare con loro questo evento, che alcuni hanno definito in modo felice il G-15 delle Regioni, e sono certo che tutti concorderanno nell´apprezzamento dei vostri sforzi. Auguro a tutti buon lavoro e un felice soggiorno a Milano e in Italia". .  
   
   
WORLD REGIONS FORUM. AMBIENTE,FORMIGONI: SI´ A WEB AGENZIA  
 
Milano, 23 novembre 2009 - La nascita di un´agenzia internazionale dell´ambiente via web (World Regions Enviromental Agency) che giorno dopo giorno permetta di conoscere i dati sull´inquinamento locale e globale e le migliori pratiche per combatterlo. E´ questo l´importante decisione annunciata dal presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, al termine della sessione del World Regions Forum dedicata all´ambiente. "La messa in rete del sapere e dei dati, così come la conoscenza delle buone pratiche e delle criticità che ciascuna Regione sperimenta - ha spiegato Formigoni - è condizione indispensabile alla costruzione di politiche ambientali di portata strategica globale e insieme di immediata e puntuale efficacia". Da qui l´importanza di un accordo sovranazionale che crei maggiori opportunità di condivisione di programmi e obiettivi, anche tramite il coinvolgimento del mondo imprenditoriale, facilitando e promuovendo allo stesso tempo un maggiore numero di scambi tecnologici e di joint venture industriali e commerciali. L´agenzia concentrerà il proprio lavoro su sei macroaree: Energia, Acqua, Gestione dei rifiuti, Qualità dell´aria a livello locale e in relazione al tema del cambiamento climatico, Gestione della mobilità e Agricoltura e alimentazione. Avrà a disposizione un sito web dedicato che confluirà nel portale del World Regions Forum. Anche l´Agenzia dell´ambiente avrà uno sviluppo che si articolerà in tappe. Fra gennaio e maggio 2010 comincerà la fase di screening e avvio, cui seguirà quella del testing per entrare poi a regime a tutti gli effetti nel gennaio 2011. "Anche in questo settore - ha aggiunto Formigoni - le Regioni possono dire e fare molto. Per questo, il mese prossimo, saremo presenti al vertice mondiale di Copenaghen per indicare ai Governi nazionali la strada della green economy, vale a dire delle aziende nuove a impatto zero. Una strada che in Lombardia abbiamo già intrapreso e che ci ha portato a varare il Piano della Lombardia Sostenibile. Un piano lungimirante che, nei prossimi 5 anni, ci consentirà di generare 40. 000 nuovi posti di lavoro di qualità". "È la strada di una modernizzazione che sfida la crisi - ha concluso Formigoni -. Così facendo, miglioreremo la qualità della vita dei nostri cittadini". .  
   
   
SOMALIA LOMBARDIA: PRESTO AIUTI A SANITA´ E INFRASTRUTTURE  
 
Milano, 23 novembre 2009 - Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, ha ricevuto il 19 novembre , insieme al delegato per i rapporti internazionali Robi Ronza, il primo ministro della Somalia, Omar Abdirashid Sharmarke, accompagnato dall´ambasciatore in Italia, Hussein Adde. "Il primo ministro Sharmarke - ha detto Formigoni - ha chiesto la collaborazione di Regione Lombardia nei campi sanitari e delle infrastrutture, proseguendo la tradizione che vede le nostre due realtà impegnate a portare avanti insieme diversi progetti". "Regione Lombardia - ha proseguito Formigoni - è pronta, in tempi brevissimi, ad aiutare le strutture sanitarie della Somalia. Ho chiesto al primo ministro di indicarci un ospedale somalo di riferimento e ho anche messo a disposizione le strutture sanitarie lombarde per formare il personale medico e infermieristico che poi opererà in Somalia. Noi vogliamo inviare medicinali e apparecchiature in base alle esigenze della popolazione e dei sanitari somali". "Sul fronte delle infrastrutture - ha concluso il presidente - ho suggerito un approfondimento tecnico affinché il contributo di know-how di Regione Lombardia alle opere in corso di realizzazione nello Stato africano sia il più efficace possibile". . .  
   
   
BILANCIO PARTECIPATO: OLTRE 57MILA PREFERENZE ESPRESSE DAI CITTADINI DEL LAZIO. PREMIATI I TEMI DI AMBIENTE E MOBILITÀ  
 
Roma, 20 novembe 2009 - Energie rinnovabili, raccolta differenziata e trasporto pubblico: sono queste le voci di spesa che hanno ottenuto il maggior numero di preferenze tra i cittadini del Lazio che hanno partecipato alle votazioni organizzate dalla Regione nell´ambito del "Bilancio partecipato 2010". La consultazione ha visto il coinvolgimento di 12. 580 cittadini che hanno espresso 57. 010 preferenze. La voce di spesa che è stata giudicata più importante dalle persone che si sono espresse è quella delle energie rinnovabili (5. 122 preferenze) seguita dalla raccolta differenziata dei rifiuti (4. 302) e, in terza posizione, il trasporto pubblico (4. 053). Al quarto e al quinto posto sono stati individuati la sicurezza degli edifici scolastici (4. 047) e il diritto allo studio e alla formazione (3. 899). In molti hanno dimostrato poi sensibilità per i temi del welfare che, con le voci del reddito minimo garantito e politiche sociali per le persone e famiglie, ha raccolto molte preferenze, così come non è mancata l´attenzione verso il "sostegno all´inserimento degli immigrati nella società". Soddisfatto l´assessore al Bilancio Luigi Nieri - ideatore del bilancio partecipato - anche per l´alta percentuale di giovani che ha espresso la sua opinione sulle priorità che gli amministratori devono avere nel destinare risorse. "Un segnale - ha detto commentando il fatto che il 14,88% delle indicazioni è venuta da giovani tra i 16 e i 18 anni - che se si abbassa l´età del voto i giovani sono pronti a poter decidere della loro vita". Ma non solo. Quest´anno un aiuto importante è venuto dal voto elettronico (e-poll) espresso tramite 293 postazioni informatiche (totem) grazie alle quali hanno espresso le loro preferenze 10. 236 persone residenti in 67 tra Comuni e Municipi di Roma. Altre 2. 340 persone hanno scelto il sito web per esprimere le proprie preferenze. Secondo l´assessore Nieri "con l´adesione dimostrata quest´anno al bilancio partecipato si dimostra che i cittadini sono più avanti della politica"; per questo "è importante proseguire su una strada che già oggi mette il Lazio al primo posto delle realtà in grado di coinvolgere i cittadini nelle scelte". Ma se il voto elettronico serve, "è stato fondamentale aver fatto incontri pubblici nei territori. Questo - ha ammesso - ci ha permesso anche di capire cosa c´è veramente dietro alla domanda dei cittadini che vivono in realtà lontane da Roma e di cui spesso non si capiscono le ragioni". .  
   
   
REGIONE EMILIA ROMAGNA, LA GIUNTA PRESENTA IL BILANCIO DI PREVISIONE 2010. IN PRIMO PIANO INTERVENTI A SOSTEGNO DELLE PERSONE, DELLE FAMIGLIE, DEL LAVORO E DELLE IMPRESE, PER SUPERARE LA CRISI E PORRE LE BASI PER UNA RIPRESA DURATURA.  
 
 Bologna, 23 novembre 2009 – Un bilancio volto a sostenere il sistema Emilia-romagna non solo nella fase di uscita dalla crisi, ma orientato a creare anche solide basi per una ripresa duratura, che salvaguardi i posti di lavoro, la qualità ambientale e sociale e lo sviluppo della società regionale come realtà moderna e socialmente coesa. E’ la cifra del bilancio di previsione della Regione Emilia-romagna per il 2010 (entrate e spese per 14. 111,2 milioni di euro), approvato dalla Giunta regionale e nelle prossime settimane al vaglio della Assemblea legislativa per il varo definitivo, assieme al Piano pluriennale 2010-2012 e al Documento di politica economico-finanziaria. “E’ un bilancio solido – ha spiegato il Presidente della Regione Vasco Errani – che ci permette di affrontare in modo organico la crisi economica da tutti i punti di vista, senza per questo rinunciare alle scelte che riteniamo strategiche per questa regione, come ad esempio l’impegno per l’innovazione e la ricerca, la salute, la tutela dell’ambiente anche attraverso il risparmio del territorio, la riqualificazione urbana, la trasformazione ecologica dell’economia, l’incentivazione delle fonti di energia rinnovabili, la promozione del sapere, l’incentivazione del trasporto ferroviario. Sono interventi che, assieme ad altri, ci permettono di guardare al futuro, al dopo crisi” La Regione pone in primo piano, in un contesto generale di difficoltà della finanza pubblica, gli interventi per vincere la battaglia in difesa dell’occupazione, finanziando gli ammortizzatori sociali posti a tutela del posto di lavoro, gli interventi a sostegno delle persone, delle famiglie, del lavoro e delle imprese, per salvaguardare il sistema del welfare e dell’ambiente, attraverso lo sviluppo sostenibile. “Il tutto razionalizzando ulteriormente i costi di funzionamento dell’Ente – ha chiarito il Sottosegretario alla Presidenza Alfredo Bertelli – senza introdurre ticket o incrementare il prelievo fiscale, in linea con le priorità condivise con la società regionale e previste sia nel Patto per la qualità dello sviluppo, sia nel Patto contro la crisi, avviato nel 2009 con una dotazione di 520 milioni di euro per gli ammortizzatori sociali in deroga (tra risorse statali e risorse del Programma regionale Fondo Sociale Europeo), in modo tale da far fronte ai problemi posti dalla crisi nel biennio 2009/2010”. Per quanto riguarda il Patto di Stabilità, che sta comportando diverse difficoltà per la gestione delle risorse da parte di molti Enti locali, “stiamo lavorando ad una proposta innovativa – ha detto il Presidente Errani – di sincero federalismo, condivisa con le Associazioni dei Comuni e delle Province: un Patto di stabilità territoriale che possa essere applicato all’insieme dei Comuni, delle Province e alla Regione, con un unico obiettivo territoriale e con maggiori margini di flessibilità, per governare insieme questi processi”. Il Contesto Generale E Le Priorità Della Regione - Anche se si affacciano segnali di ripresa, la situazione generale del Paese è ancora pesante. Con un Pil al – 4. 8% nel 2009, secondo i dati resi noti oggi dall’Ocse, le previsioni per il 2010 parlano di un + 1. 1%. Pur potendo contare su un contesto più favorevole, la situazione complessiva anche per l’Emilia-romagna rimane complessa. Tutto ciò comporta, accanto ad altri effetti significativi, anche una caduta delle entrate fiscali, e quindi una situazione difficile per la finanza pubblica. In questo scenario, la Regione ha scelto di privilegiare alcuni ambiti di intervento decisivi per garantire un buon percorso di uscita dalla crisi, sostenendo da un lato le famiglie e dall’altro il sistema produttivo, investendo maggiori risorse proprie per contrastare gli effetti derivanti dai minori trasferimenti dallo Stato. La Regione Contro La Crisi - La Regione è impegnata ad affrontare gli effetti della crisi nel suo complesso. Tra gli impegni prioritari, in primo piano vi è la tutela del lavoro, attraverso il sostegno agli ammortizzatori sociali in deroga, nell’ambito del Patto contro la crisi, promosso dalla Regione e sottoscritto dai rappresentanti del sistema economico e sociale dell’Emilia-romagna. Per questo sono previste nel 2010 risorse regionali per 148 milioni di euro. Imprese, competitività e green economy - Per sostenere la competitività delle nostre imprese sono previste risorse complessive per 108,9 milioni di euro, cui si aggiungono 226,5 milioni di euro di investimenti del Programma operativo regionale Fesr 2007-2013, che nel 2010 vedrà l’avvio della realizzazione dei tecnopoli per la ricerca industriale e delle nuove aree ecologicamente attrezzate. Centrale, in questa fase di crisi, è il tema dell’accesso al credito per le imprese. Per il commercio e turismo sono previsti interventi in garanzia per 7,7 milioni di euro, mentre per l’industria e l’artigianato è prevista la costituzione di un fondo straordinario di garanzia di 50 milioni di euro, in gestione ai consorzi fidi regionali, che porta le risorse complessive a 95,7 milioni di euro. Per il sostegno al credito delle imprese agricole sono previste 9,7 milioni di euro. Per l’internazionalizzazione delle imprese vanno 10 milioni di euro, mentre per il sostegno alla costruzione di reti di imprese e l’avvio di nuove iniziative imprenditoriali sono destinati 6,5 milioni di euro, ai quali si aggiungono risorse europee pari a 8 milioni di euro. Anche il programma del Fondo Europeo per la pesca avrà risorse importanti, pari a circa 3 milioni di euro, mentre per la promozione turistica sono previsti interventi pari a 18 milioni di euro, a cui si aggiungono i fondi del Programma operativo Fesr 2007-2013 per oltre un milione di euro. In uno scenario che subisce gli effetti pesanti della crisi, la Regione ha deciso di avviare azioni importanti nel campo della green economy. Oltre alla realizzazione delle aree ecologicamente attrezzate, che permetteranno di attivare investimenti specifici per la realizzazione di impianti a fonti di energia rinnovabile, sono previsti interventi per dotare gli edifici pubblici di fonti di energie fotovoltaiche e per avviare la certificazione energetica degli edifici. Per questi interventi sono previste risorse pari a 76 milioni di euro. Il sostegno al welfare - Altro settore cardine di intervento è il sostegno al welfare, con un impegno forte teso a consentire l’accesso ai servizi a tutti i cittadini, senza alcuna discriminazione rispetto ai benefici previsti in ogni legge regionale. Per le politiche sociali sono destinati quasi 88 milioni di euro, 22 dei quali costituiscono un Fondo straordinario al quale potranno attingere i Comuni, in crisi di risorse per effetto della diminuzione dei trasferimenti statali. Saranno sostenuti economicamente soprattutto gli interventi a tutela degli adolescenti, dei giovani e per prevenire rischi di abbandono o maltrattamento. Nel 2010 la sanità potrà contare su oltre 7. 788 milioni di euro provenienti dal fondo sanitario nazionale. Ma si tratta di risorse insufficienti per coprire il fabbisogno del Servizio sanitario regionale, e quindi restano fondati motivi di preoccupazione per il pieno sostegno alla qualità dei servizi sanitari resi ai cittadini dell’Emilia-romagna. In questo senso la Regione prevede di investire proprie risorse, in misura significativa, per il miglioramento dei servizi per la salute. Viene inoltre incrementato il fondo per la non autosufficienza degli anziani di ulteriori 10 milioni di euro, superando così i 410 milioni di euro. 188 milioni di euro, che si aggiungono al rifinanziamento degli investimenti previsto dal nuovo Patto per la Salute, saranno destinati per la realizzazione, ristrutturazione, acquisto, completamento di strutture sanitarie. Per il diritto allo studio, l’accesso al sapere, l’istruzione, le borse di studio e per il lavoro e la formazione sono previsti complessivamente 411,71 milioni di euro, a cui si aggiungono 7 milioni per l’edilizia scolastica e universitaria e l’acquisto di attrezzature. Sempre nell’ambito degli interventi a tutela delle famiglie, sono previsti interventi per la realizzazione di 10. 000 alloggi in 10 anni, per l’affitto e per la prima casa. Per sostenere l’acquisto della casa per giovani coppie sono previsti ulteriori 12 milioni di euro, che si aggiungono agli oltre 13 milioni già previsti nel 2009. Per il sostegno all’affitto è previsto un fondo per 3 milioni di euro. Confermati gli indirizzi di legislatura in tema di cultura. In particolare, viene destinata particolare attenzione alla differenziazione dell’offerta culturale e della sua diffusione sul territorio. L’impegno per il 2010 è di circa 25 milioni I giovani sono una risorsa per la crescita del territorio. Per questo la Regione interviene in questo ambito, in stretta relazione con gli Enti locali, sul versante della creatività giovanile e dei centri di aggregazione. La qualità delle infrastrutture, dell’ambiente e del territorio - Per il trasporto pubblico locale e i sistemi di mobilità sono destinati 938,59 milioni di euro, di cui 491 milioni per la rete stradale e per l’acquisto e l’adeguamento di bus anti-smog, per il potenziamento delle linee e l’acquisto di nuovi treni. Per riequilibrare il sistema di trasporto delle merci, sviluppando quello ferroviario, sono previsti 3 milioni di euro per le imprese logistiche e ferroviarie (condizione è che "scontino" il contributo dalle tariffe applicate ai clienti). Queste misure si collocano nell’ambito della realizzazione del progetto “La cura del ferro”. Per l’ambiente e lo sviluppo sostenibile sono previste risorse pari a 156,26 milioni di euro, mentre all’agricoltura sono destinati 116 milioni di euro. Inoltre la Regione cofinanzierà il Piano di Sviluppo Rurale 2007-2013 con circa 90 milioni di euro. Gli interventi di sicurezza territoriale, difesa del suolo e della costa e gli interventi di protezione civile saranno complessivamente finanziati per 142,94 milioni di euro. Meno costi di funzionamento e meno debiti - Continua l’impegno della Regione per razionalizzare il funzionamento della propria struttura amministrativa. Alcuni interventi, come ad esempio il passaggio del Bollettino ufficiale dalla carta al formato digitale, consentono consistenti risparmi. Nel complesso, questo ed altri interventi portano ad una riduzione della spesa per il funzionamento dell’Ente, in linea rispetto ad un andamento ormai costante da diversi anni. Il dato di previsione per il 2010 è inferiore dell’1,5% rispetto al dato 2009. Continua anche la riduzione dello stock del debito della Regione: nel 2010 si riduce rispetto all’anno precedente di 55,84 milioni di euro. L’emilia-romagna è, tra le regioni a statuto ordinario, quella che presenta il più basso indebitamento pro capite e il più basso indebitamento su Pil regionale. Le Entrate - Le entrare della Regione (tributi propri, quote di partecipazione a tributi statali, trasferimenti di risorse dallo Stato e dalla Ue, vendita di beni, mutui e prestiti e altre entrate varie) saranno nel 2010 pari a 14. 111,2 milioni di euro, al netto delle regolarizzazioni contabili con lo Stato. Aumentano le quote di partecipazione a tributi statali (da 4. 384,5 a 4. 621,7 milioni di euro) e diminuiscono (-137,8 milioni di euro) i trasferimenti dallo Stato, sia di parte corrente che in conto capitale, mentre non sono ancora disponibili le cifre per quanto riguarda i trasferimenti dalla Ue. Le Spese - Continua la politica di razionalizzazione della spesa regionale, attenta all’equilibrio finanziario ma altrettanto attenta a sostenere lo sviluppo del sistema Emilia-romagna. Il dato 2010 fissa a 14. 111,2 milioni di euro il tetto della spesa regionale, comprensivo della parte corrente e degli investimenti. Per quanto riguarda questi ultimi, la Regione aumenta le risorse proprie per contrastare i minori trasferimenti da parte dello Stato: le risorse regionali per il sostegno agli investimenti crescono, rispetto al 2009, di oltre 32,7 milioni di euro mentre si registra una contrazione delle autorizzazioni agli investimenti finanziati con risorse statali (-125,5 milioni di euro). Analogamente a quanto detto per la parte “entrate”, anche sul versante “spesa” non sono comprese le risorse derivanti dai fondi Fas, non ancora determinate. La spesa corrente - Si tratta delle risorse necessarie (11. 742,6 milioni di euro) per garantire i servizi messi a disposizione dei cittadini (ad esempio quelli sanitari, sociali, ecc. ) e per il pagamento delle quote interessi sui mutui. Sono comprese anche le spese per il funzionamento dell’Ente, 352,4 milioni di euro (2,5% del bilancio), in calo dell’ 1. 5% rispetto al dato 2009. Tra le voci di maggior rilievo vi sono la tutela della salute e la salvaguardia dello stato sociale (8. 830,5 milioni di euro), il territorio, ambiente e trasporti (508,8 milioni di euro), l’istruzione e la cultura (413,4 milioni di euro). Le spese per investimento - In primo piano le risorse per territorio, ambiente, trasporti, viabilità e casa, con una dotazione di 1. 145, 3 milioni di euro, dei quali 503,4 sono destinati a trasporti e viabilità. Poi interventi per lo sviluppo economico (608,4 milioni di euro) e salute e solidarietà sociale (228,4 milioni di euro). Il dato complessivo degli investimenti al 2010 raggiunge quota 2. 248,2 milioni di euro, al netto dei fondi Fas. .  
   
   
BILANCIO EMILIA ROMAGNA - SULL´ART. 42 DELLA FINANZIARIA REGIONALE: ALLARGARE LA PLATEA DEI CITTADINI CHE UTILIZZANO I SERVIZI, INTRODUCENDO UN ELEMENTO DI ANTIDISCRIMINAZIONE. IN ASSEMBLEA LEGISLATIVA UN EMENDAMENTO PER MODIFICARE IL CALCOLO DELL´ISEE A FAVORE DELLE FAMIGLIE NUMEROSE.  
 
Bologna, 23 novembre 2009 - “Con questo articolo abbiamo scelto di introdurre un elemento di antidiscriminazione, allargando la platea dei cittadini che utilizzano i servizi sociali e lo abbiamo fatto applicando una norma nazionale. ” Con queste parola il presidente della Regione Vasco Errani ha spiegato il 19 novembre a Bologna nel corso della conferenza stampa di presentazione del Bilancio di previsione 2010, l’art. 42 sulla parità di accesso ai servizi. “Semplicemente riconosciamo anche alle diverse forme di convivenza previste dal Decreto del Presidente della Repubblica n. 223 del 1989 il diritto all’accesso ai servizi regionali – ha precisato ancora Errani - Non è un articolo che norma la famiglia, fatto questo che non rientra nemmeno nelle competenze di una Regione”. Errani ha anche annunciato la presentazione, durante la discussione in Assemblea legislativa della legge di bilancio, di un emendamento per modificare il calcolo dell’Isee con una particolare attenzione a favorire le famiglie numerose. .  
   
   
MILANO, COMUNI E PATTO DI STABILITÀ: VERSO IL GOVERNO POSIZIONE FERMA MA COLLABORATIVA  
 
Milano, 23 novembre 2009 - “Il nostro atteggiamento nei confronti del Governo è di collaborazione e non di contrapposizione”e “la posizione assunta è di fermezza ma anche di attesa delle risposte che il Governo ci darà in un tempo ragionevole, come assicurato dal Presidente Berlusconi”. Così è intervenuto questa mattina, in rappresentanza del Comune, l’assessore al Bilancio Giacomo Beretta all’incontro dei sindaci del nord Italia organizzato dall’Anci delle regioni Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna , Friuli e Liguria che si è svolto il 20 novembre a Milano. L’assessore Beretta dopo aver ricordato “l’intenso e proficuo lavoro che il Comune di Milano sta portando avanti di concerto con Anci”, ha portato la sua testimonianza riguardo l’incontro avuto lo scorso mercoledì a Roma con il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi al quale sono state presentate le richieste dei comuni italiani, confermando di aver trovato “un interlocutore attento e disponibile a cercare soluzioni condivise”. Le richieste presentate al Presidente Berlusconi sono state riconfermate all’incontro dei sindaci attraverso la votazione unanime di un ordine del giorno nel quale è chiesto che le regole del patto di stabilità interno siano modificate fin dal 2010, in modo da consentire ai Comuni di sostenere la spesa per investimenti. I Comuni chiedono inoltre che vengano immediatamente stanziate le somme necessarie al totale reintegro del mancato gettito Ici per la prima casa e la possibilità di utilizzare le giacenze di tesoreria fuori dai limiti imposti dal patto. “Tuttavia - ha sostenuto Beretta - occorre che il governo consenta agli enti locali di aumentare la possibilità di fare investimenti, poiché essi sono in grado di generare posti di lavoro con immediate ricadute positive sul territorio. Proprio in ragione di ciò, mi sembrerebbe assurdo che il Governo, che ha stanziato ingenti contributi per la realizzazione di opere necessarie ad un evento straordinario come Expo 2015, quali le nuove metropolitane milanesi, non ci consentisse di considerare fuori dal Patto di stabilità proprio gli investimenti per la realizzazione negli anni a venire delle opere medesime”. .  
   
   
LA VIA TOSCANA ALLA GREEN ECONOMY PRESENTATO GREEN DAYS DAL 25 AL 27 NOVEMBRE A FIRENZE SONO INTERVENUTI ANCHE GLI ASSESSORI REGIONALI BARONTI, BETTI E BRAMERINI  
 
Firenze, 23 novembre 2009 - «La crisi economica si combatte soprattutto con nuove idee di sviluppo. Per questo la via scelta dal governo regionale è incentrata sulla green economy, opzione unica per garantire un futuro alle prossime generazioni e al nostro pianeta; scelta indispensabile per sostenere e rinnovare in questa fase di passaggio il sistema economico della nostra regione. » Con queste parole il presidente Claudio Martini ha presentato la prima edizione dei “Green Days”, tre giorni interamente dedicati all´ambiente e allo sviluppo, organizzati a pochi giorni dalla Conferenza di Copenaghen sui mutamenti climatici. Martini ha continuato: «La sostenibilità fa bene all´economia, oltre che all´ambiente, ed è necessario ora più che mai investire in ricerca e in sviluppo tecnologico. Compiere oggi scelte trasversali nel settore della Green economy vuol dire introdurre una consistente discontinuità nel modo di governare, dalla cultura d´impresa ai nostri modi di vivere. Una discontinuità che dovrà coinvolgere tutti, a partire dalla Regione agli Enti locali, dalle Università al mondo della cultura e dell´economia, dalle imprese fino ai singoli cittadini. » Ecco quali sono per il presidente Martini gli obiettivi delle politiche economiche regionali fondate sulla sostenibilità: «E´ necessario sviluppare politiche pubbliche fortemente integrate fra di loro per realizzare un sistema in grado di ottimizzare la diffusione delle energie rinnovabili tra le famiglie, le imprese e le pubbliche amministrazioni. Dobbiamo anche ridurre le importazioni di energia, a partire dal petrolio e creare una conoscenza specifica sulle alternative possibili, grazie al ruolo delle università e dei centri di ricerca. Allo stesso tempo – ha continuato Martini - vanno create le condizioni per la nascita di un’industria vocata alla produzione di impianti o di componenti di impianti green e a tutta una serie di nuove professionalità altamente qualificate. Infine – ha concluso il presidente – è necessario sviluppare le potenzialità della Green economy nel settore agricolo, che più di altri soffre questa crisi. » Alla conferenza stampa hanno preso parte anche gli assessori regionali più coinvolti nel portare avanti politiche sostenibili nel territorio toscano. L´assessore alla casa Eugenio Baronti ha ricordato come sia importante «riqualificare profondamente uno dei settori trainanti dell´economia, quello dell´edilizia e quindi della bioedilizia; il nostro obiettivo è quello proporre la Toscana come territorio chiave per la progettazione, produzione e commercializzazione di tecniche e materiali costruttivi adatti per la fascia climatica mediterranea e combattere così l´espansione del riscaldamento terrestre. » L´assessore alla difesa del suolo e ai servizi idrici Marco Betti ha fatto il punto su come affrontare l´evoluzione dei tempi: «Viviamo un´epoca grave, che ci obbliga a riconsiderare il pensiero economico e politico figlio del Novecento. La prima è più importante opera pubblica utile al Paese è quindi la manutenzione e la messa in sicurezza del territorio. Allo stesso tempo è necessario lavorare per la tutela della biodiversità, per la difesa del suolo e delle risorse idriche. » Anna Rita Bramerini, assessore all´ambiente, ha ricordato infine: «l´importante lavoro svolto dalla Regione in questi anni nell´ambito della sostenibilità ambientale; un lavoro utile a ridefinire l´identità dell´intera regione partendo dai servizi di pubblica utilità, come ad esempio la gestione dei rifiuti. Affrontare la sfida dell´innovazione in questo campo è il necessario passaggio per far tornare a competere le nostre imprese. » .  
   
   
CREDITO ABRUZZO: PRESENTATO IL NUOVO CDA DELLA FIRA VERSO AMPLIAMENTO FUNZIONI E CAMBIO DI DENOMINAZIONE  
 
Pescara, 23 novembre 2009 - La Fira Spa verso il cambio di denominazione ed un ampliamento di funzioni rispetto al recente passato. L´ipotesi di variazione del nome della Finanziaria regionale abruzzese è stata lanciata, questa mattina, a Pescara, nella sede della Regione, nel corso di una conferenza stampa indetta per presentate il nuovo consiglio di amministrazione della stessa Fira, dal vice presidente della Regione ed assessore allo Sviluppo Economico, Alfredo Castiglione. "Se servirà per evitare che l´opinione pubblica continui ad associare il nome Fira al malaffare derivante dalle note vicende che hanno coinvolto qualche anno fa il vertice dela struttura, faremo anche questo - conferma Castiglione - ma si tratta di un aspetto marginale. Ciò che conta davvero - ha sottolineato - è che, da un lato, si trasformi in un ente erogatore di fondi di contro-garanzia e di co-garanzia a beneficio della piccole e medie imprese abruzzesi e, dall´altro, che intensifichi i rapporti con il rinnovato sistema dei confidi diventando una cerniera autentica tra il mondo che produce ed il sistema bancario". Nel presentare alla stampa il nuovo consiglio d´amministrazione della Fira, ancora composto da nove membri (cinque indicati dalla Regione, il presidente Rocco Micucci, già sindacao di Rapino, il consulente finanziario di Teramo, Giacomo Agostinelli, il commercialista di Pescara, Andrea Di Prinzio, il commercialista di Francavila al Mare, Giordano Albanese, ed il direttore di un´azienda rosetana, Nicola Di Marco, oltre ai quattro esponenti confermati dalla Casse di Risparmio, Claudio Di Gennaro (Tercas), Tonino Di Berardino (Caripe), Mario Falconio (Carichieti) e Marco Fanfani (Carispaq)) Castiglione ha sottolineato come sia stata "fatta la scelta di mantenere inalterato il numero dei componenti del cda a fronte, pero´, di un taglio dei compensi del 30% che arriva dopo che, già in precedenza, c´era stata una riduzione degli emolumenti". Il vice presidente della Regione ha, inoltre, confermato la necessità di "operare un riassetto interno della finanziaria regionale anche nell´ottica di restituirle credibilità e ripristinare quel fondamentale rapporto di fiducia che deve avere con il mondo delle piccole e medie realtà imprenditoriali del nostro territorio". Dopo aver operato quasi esclusivamente nella gestione e nel monitoraggio di misure agevolative a carattere regionale, la Fira (a capitale misto pubblico (51 per cento Regione) e privato (49 per cento detenuto dalla banche) si avvia quindi a trasformarsi in un nuovo operatore finanziario territoriale che si occuperà anche di finanza innovativa (strumenti di supporto per la crescita e la creazione del valore) e di consulenza sia nel project financing che a vantaggio degli Enti Locali. Intanto, per incidere significativamente nel rapporti banca-impresa, occorrerà iscrivere la Fira nell´elenco speciale degli intermediari finanziari non bancari vigilati dalla Banca d´Italia (ex art. 107 del Tub, il testo unico bancario). Inoltre, verrà predisposto un protocollo d´intesa con la banche operanti nel territorio abruzzese (anche se non soci Fira) per finanziamenti alle piccole e medie imprese, a tassi concordati con la Regione. E´ in programma, poi, la costruzione di una nuova generazione di servizi di intermediazione e di interventi strutturali di sostegno alle imprese al fine di favorire un più agevole ricorso al credito da parte delle imprese stesse. Il neo presidente Rocco Micucci ha parlato della Fira come di un "asse cardinale promotore di una politica di sistema per il territorio che deve restituire centralità al sistema delle imprese operando in sinergia sia con l´assessorato allo Sviluppo Econimico che con Abruzzo Sviluppo". .  
   
   
SARANNO FATTE IL DIECI GENNAIO LE PRIMARIE PER LA SCELTA DEL CANDIDATO ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA  
 
 Reggio Calabria, 23 novembre 2009 - Il Presidente Loiero ha annunciato che, per come deciso all’unanimità dalla Giunta regionale, le primarie per la scelta del candidato alla Presidenza della Regione si svolgeranno il dieci gennaio 2010. “La data stata – ha detto evidenziato Loiero - rispetta alla necessità di lavorare nei tempi giusti per una procedura che è inedita e che comporta tutta una serie di adempimenti. Faremo una pubblicità costante delle primarie, per permettere a tutti i cittadini calabresi di partecipare. .  
   
   
DOPO GLI ACCORDI TRA REGIONE LIGURIA E PARTI SOCIALI PARTONO I BANDI PER I LAVORATORI E LE IMPRESE. AL VIA BANDI DI SOSTEGNO ALL´OCCUPAZIONE PER 16,5 MILIONI DI EURO DAL 16 DICEMBRE AZIENDE E DATORI DI LAVORO POTRANNO RIVOLGERSI AI CENTRI PER L´IMPIEGO PER PRESENTARE LA DOMANDA  
 
Genova, 23 Novembre 2009 - Potranno essere presentate ai centri per l´impiego competenti territorialmente a partire dal 16 dicembre le domande relative ai bandi attuativi del piano di interventi straordinario a sostegno dell´occupazione varato dalla Giunta regionale a giugno e rivolto ai lavoratori e alle imprese. In totale 16,5 milioni di euro, quale prima tranche del finanziamento complessivo di 50 milioni di euro per gli anni 2009-2010, suddivisi per le quattro province liguri di cui 9,8 milioni di euro per Genova, 1,7 milioni per Imperia, 2,3 milioni di euro per La Spezia e 2,5 milioni di euro per Savona, per la realizzazione di corsi di formazione e di tirocini e per la concessione di agevolazioni alle imprese sotto forma di contributi alle assunzioni a tempo indeterminato per almeno 3 anni. Lo hanno comunicato oggi il presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando e l´assessore regionale al Lavoro, Enrico Vesco. I due bandi si inseriscono tra le iniziative contro la crisi economica e l´aumento della disoccupazione assunte dalla Regione Liguria. Il primo riguarda il piano di interventi straordinario a sostegno dell´occupazione ed è rivolto ai lavoratori con residenza o domicilio nel territorio ligure e in particolare a lavoratori in cassa integrazione per i quali non è previsto il rientro in azienda o a lavoratori licenziati in mobilità indennizzata. Il bando si rivolge inoltre a lavoratori disoccupati che abbiano avuto un rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato o determinato o precari per un periodo di almeno due anni nell´ultimo triennio. Ai lavoratori in cassa integrazione verrà proposto un percorso di inserimento lavorativo per un periodo di 10 mesi con il riconoscimento di un´indennità di partecipazione fino ad un massimo di 309,87 euro al mese. Ai lavoratori disoccupati che hanno avuto un rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato o determinato o precario per un periodo di almeno due anni verranno proposti percorsi di reinserimento lavorativo e corsi di formazione presso gli Enti accreditati. Per le imprese sono previste agevolazioni a partire da 5. 000 euro fino a 12. 000 sotto forma di contributi all´assunzione a tempo indeterminato per almeno tre anni dei lavoratori (disoccupati in cerca di lavoro, licenziati che usufruiscono di ammortizzatori sociali, dipendenti sospesi dal lavoro per crisi o ristrutturazione aziendali, lavoratori assunti con contratto a tempo determinato e occupati che intendono cambiare lavoro) e la possibilità di ospitare in tirocinio lavoratori in cassa integrazione. Una seconda linea di finanziamento per un ammontare complessivo di 71,5 milioni di euro é destinata alla cassa integrazione in deroga e alla mobilità in deroga e comprende tutte le tipologie di lavoro, dai contratti a tempo indeterminato a quelli a tempo determinato, dagli interinali ai soci lavoratori di cooperative e precari. Per acquisire informazioni è possibile rivolgersi al numero verde della Regione Liguria 800 445 445 o della Provincia di Genova 800 363622 o ai numeri delle altre province liguri Imperia 0183/704471, La Spezia 0187/779351, Savona 019/8313700. .  
   
   
CONFIDI: FORTE IMPEGNO DEL VENETO PER SOSTENERE LORO ATTIVITA’  
 
Venezia, 23 novembre 2009 - Ammonteranno complessivamente a circa 15 milioni di euro le risorse che la Regione metterà a disposizione del sistema Confidi di primo e secondo grado per i Fondi di Garanzia e a favore dei settori dell’industria, del commercio e dell’artigianato. Lo ha annunciato l’Assessore alle politiche Economiche della Regione del Veneto, Vendemiamo Sartor, intervenuto a Marcon ( Ve ) ad un convegno promosso dalla Confartigianato del Veneto. “Si tratta – ha precisato – di uno sforzo notevole da parte della Regione, che ha sempre creduto nel sistema dei Confidi, attuando non solo politiche di sostegno ordinario, ma anche straordinario nei momenti di crisi. In particolare e non per discriminazione, ma solo perché la Regione ha sempre avuto competenze in materia di artigianato, i confidi di questo settore sono sempre stati seguiti con particolare attenzione. Ciò non toglie – ha poi precisato – che non siano mancati investimenti anche in altri settori, tant’è che nella nostra regione il Confidi svolge un ruolo molto più determinante rispetto ad altre regioni e a questo proposito, vorrei ricordare che alla fine del 2009, anno della crisi, il loro intervento si chiuderà sicuramente con oltre il 50% in più rispetto all’anno precedente. Quindi – ha ribadito – il Confidi si dimostra uno strumento estremamente indispensabile nel rapporto banca impresa, in particolare proprio durante i momenti di crisi”. Sartor ha poi detto di condividere l’intervento dell’Avvocato Malvestio secondo il quale il percorso che questi organismi devono compiere è quello di una forte aggregazione, perché- ha sottolineato - attraverso una massa critica superiore i Confidi riusciranno a trasformarsi in intermediari finanziari “ex art. 107 Tu”, fornendo in tal modo garanzie più forti e nel contempo riuscendo ad abbassare il costo del denaro. Inoltre, ha spiegato, attraverso la collaborazione tra confidi e i sistemi associativi, che forniscono i servizi alle imprese, è necessario migliorare la consulenza finanziaria alle imprese per renderle più competitive nelle esportazioni. Non solo, ma anche assisterle nel definire una fotografia dell’impresa e un programma di prospettiva per poter fornire al sistema bancario tutti gli elementi utili a rendere più accessibile il credito. “I Consorzi Fidi quindi, - ha ribadito – come strumento indispensabile non solo per la garanzia al credito, ma soprattutto per una maggiore efficienza del sistema. Solo così si riuscirà a facilitare e rendere più fluido il rapporto banca e impresa e quindi superare le attuali criticità”. .  
   
   
AL VENETO 80 MILIONI DI EURO AGGIUNTIVI PER LA CASSA INTEGRAZIONE IN DEROGA  
 
Venezia, 23 novembre 2009 - Ottanta milioni di euro di risorse aggiuntive per trattamenti di cassa integrazione in deroga, mobilità e di disoccupazione speciale a favore delle piccole e medie imprese. E’ quanto ha ottenuto la Regione del Veneto con un accordo firmato dall’assessore alle Politiche della formazione, istruzione e lavoro Elena Donazzan e il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi. L’assessore Elena Donazzan ha annunciato lo stanziamento aggiuntivo nel corso delle riunione della Commissione per la concertazione con le parti sociali che si è tenuta il 19 noembre  a Palazzo Balbi, a Venezia. “Un finanziamento - ha spiegato l’assessore - che verrà integrato con una compartecipazione da parte della Regione del Veneto”. Alle parti sociali l’assessore alle Politiche del lavoro ha anche annunciato che a novembre 2009 l’effettivo utilizzo da parte delle aziende delle risorse per la cassa integrazione in deroga si è fermato al 40% dell’autorizzato: “Pertanto - ha detto - possiamo da subito liberare ulteriori risorse a favore dei lavoratori e delle imprese che in questo momento sono in difficoltà”. L’accordo firmato con il ministero del Lavoro prevede che si possa valutare un ulteriore stanziamento di risorse sulla base del monitoraggio della spesa effettiva. .  
   
   
DA REGIONE LAZIO NEI PROSSIMI TRE MESI 33,5 MILIONI PER LAVORO  
 
Roma, 23 novembre 2009 - Dalla Regione Lazio sono in arrivo 33,5 milioni per i prossimi 3 mesi, per sostenere il mercato del lavoro nel Lazio, oltre ai 36 milioni di euro già resi disponibili. E´ quanto ha annunciato l´assessorato al Lavoro, Pari opportunità e Politiche giovanili della Regione Lazio. "In questo scorcio di legislatura segnato da una recessione che, nonostante qualche timido segnale di ripresa, sembra non demordere nel nostro territorio, continua l´impegno della regione Lazio contro la crisi". Così Alessandra Tibaldi, Assessore al Lavoro, Pari opportunità e Politiche giovanili della regione Lazio, è intervenuta stamattina al convegno ´Formazione&lavoro. Piano di lavoro trimestrale del Fondo sociale europeo´, svoltosi nella sala Tirreno della Regione Lazio, a Roma. L´assessore ha quindi elencato i finanziamenti previsti dall´Assessorato Regionale al Lavoro contro la fase recessiva, nell´ambito del Programma operativo regionale (Por) - Fse per il quinquennio 2007-2013, e che per i prossimi tre mesi ammontano a 33,5 milioni di euro. "Per le iniziative in corso -ha sottolineato- si tratta di oltre 36 milioni di euro, per quelle in cantiere nei prossimi tre mesi di 33,5 milioni. Gli interventi attuati riguardano, in primo luogo, il programma per i tirocini e le azioni di supporto al Masterplan dei servizi per l´impiego e l´attuazione delle politiche di emersione (15 milioni), quindi il bando di sovvenzione globale per gli incentivi all´assunzione e i voucher per i soggetti svantaggiati (10 milioni) e, a seguire, una pluralità di interventi per l´outplacement (quasi 5 milioni), l´inserimento lavorativo dei disabili (4 milioni), il potenziamento del Sistema informativo del lavoro per il governo pubblico del mercato del lavoro (quasi 1,5 milioni), gli incentivi all´assunzione e gli interventi consulenziali per le imprese artigiane e del settore turistico (900mila euro) e la sicurezza sul lavoro (400mila). Sono questi - ha rimarcato l´Assessore - i finanziamenti derivanti dal Fse, cui la regione ha aggiunto ulteriori risorse regionali, o assegnateci dallo Stato, per ulteriori 18,8 milioni". "Questa ricca offerta di interventi strategici per la buona occupazione e il sostegno al mercato del lavoro - ha aggiunto Tibaldi - è potenziata attraverso altri programmi e azioni di sistema che saranno resi disponibili nel prossimo trimestre. Mi riferisco, in primo luogo, all´avviso per il reinserimento e la stabilizzazione dei lavoratori precari, per cui sono programmate risorse Fse per 14,5 milioni di euro. E - ha aggiunto - nell´ambito delle politiche di flexicurity di genere, 5 milioni per le azioni volte a favorire le politiche di conciliazione a favore delle lavoratrici e delle donne imprenditrici, 4,7 milioni per il miglioramento dell´organizzazione e gestione delle risorse umane in un´ottica di genere, 5 milioni per interventi a sostegno del prestito d´onore e 2,3 milioni rivolti ai lavoratori in condizione di svantaggio (progetto ´Pari´) e ad altrettante risorse per l´avviso per l´autoimpiego dei soggetti in condizione di svantaggio". Inoltre, l´amministrazione regionale prevede di aumentare ulteriormente i fondi a disposizione. "Anche in questi casi, la Regione - ha detto Tibaldi - incrementa i finanziamenti con risorse proprie e di derivazione statale per complessivi 56,9 milioni di euro, in particolare per progetti sui disabili, gli over 45 e il sostegno alle imprese". Soddisfatto anche l´Assessore Regionale alla Formazione, Marco Di Stefano. "Da qui a dicembre - ha spiegato - mobiliteremo le risorse messe a disposizione dal Fondo sociale europeo per dare una risposta concreta all´attuale crisi economica, fornendo uno strumento d´aiuto a tutte quelle categorie che oggi risultano escluse dal mercato del lavoro o fortemente penalizzate al suo interno. Inoltre, attraverso questi provvedimenti forniremo incentivi alle imprese che assumono, potenzieremo l´autoimprenditorialità e il consolidamento delle stesse aziende sul territorio. E infine - ha concluso Di Stefano - metteremo in atto degli interventi complessi per potenziare i settori della lirica, del teatro e del teatro comico". .  
   
   
INTERNAZIONALIZZAZIONE:ISTITUZIONI E IMPRESE FRONTE COMUNE IN ABRUZZO VERSO L´OSSERVATORIO UNICO REGIONALE  
 
Pescara, 21 novembre 2009 - Qualità del territorio e sinergia tra Regione, le altre Istituzioni ed il mondo imprenditoriale, è la formula vincente per puntare in modo efficace sull´internazionalizzazione. Questo il messaggio unanime espresso nel Network sull´internazionalizzazione, i cui lavori si sono aperti il 20 novembre, nel padiglione della Camera di Commercio, presso il porto turistico di Pescara. Una giornata che chiude la prima fase di firme di protocolli, dando il via ufficiale alla fase operativa. Presenti al Tavolo, di fronte al numeroso pubblico del mondo imprenditoriale e non, il vicepresidente ed assessore allo Sviluppo Economico, Alfredo Castiglione, il presidente del Centro Estero delle camere di Commercio, Daniele Becci, e l´europarlamentare, Salvatore Tatarella. "La regione Abruzzo crede fermamente nell´internazionalizzazione delle nostre imprese - ha esordito Castiglione nel suo intervento di apertura - e in questo senso intende investire tempo e, per quanto può, anche risorse finanziarie. In questo momento di crisi, in cui il mercato ci mette di fronte ad una serie di variabili da governare, siamo tutti chiamati alle proprie responsabilità. Partendo da una forte arma che possediamo, cioè quella rappresentata dalle grandi potenzialità dei nostri territori, unita alla giusta ottica di fare tutti fronte comune, potremo raggiungere i risultati cui auspichiamo". Il presidente Becci, ha messo in evidenza come fino ad oggi la grande debolezza sia stata proprio "la carenza nel fare sistema, che è invece un fattore determinante, affinchè il mondo istituzionale si muova all´unisono". Mentre, l´europarlamentare Tatarella, dopo un´attenta analisi delle criticità attuali, ha rivolto un´esortazione alle imprese a "non temere l´internazionalizzazione. Solo un quinto delle piccole e medie imprese esporta ed ha una filiale all´estero - ha sottolineato - nonostante l´Unione Europea abbia creato un enorme mercato comune, e la liberalizzazione ridotto gli ostacoli alla libera circolazione delle merci. E´, dunque, fondamentale offrire maggiore informazione alle imprese - ha dichiarato - provvedere ad elevare lo standard dei nostri operatori, attraverso la formazione, garantire i canali di accesso ai finanziamenti, e certamente fare sistema tra Istituzioni ed imprese". "Quelli dell´Informazione e della Formazione, sono due aspetti importanti su cui investire - ha ripreso il vicepresidente Castiglione - perchè creare un forte substrato di competenze, ci garantisce validi imprenditori del futuro. Internazionalizzare il nostro sistema imprenditoriale - ha ribadito - consente, da un lato, di affrontare meglio e superare la situazione di crisi, e dall´altro, di favorire la competitività dell´intero sistema produttivo. Guardando principalmente al bacino del Mediterraneo - ha sottolineato - e ponendo le basi per giungere, quanto prima , alla costituzione di un importante organismo quale l´Osservatorio Unico regionale sull´internazionalizzazione. Questo strumento consentirà - ha spiegato il vicepresidente Castiglione - di monitorare costantemente le attività, di razionalizzare e mettere in rete le opportunità che i diversi attori possono esprimere, per non creare nè buchi neri nè doppioni. E ancora, consetirà di ottimizzare le risorse a disposizione per proiettare le nostre aziende nei mercati esteri". L´incontro di oggi, lancia altri due importanti appuntamenti, "il meeting del Mediterraneo che si svbolgerà a Chieti il 3 e 4 dicembre prossimi - ha anticipato Castiglione - ed una Tavola rotonda, nell´ambito degli incontri adriatico-ionici, a Teramo il 4 e 5 dicembre, durante la quale si sigleranno una serie di protocolli d´intesa tra Regione, Università ed Enti di ricerca". .  
   
   
ARTIGIANATO: IN SICILIA FIRMATI DECRETI PER 25 MILIONI DI EURO  
 
Palermo, 23 novembre 2009 – L’assessore regionale alla cooperazione Titti Bufardeci ha firmato le direttive che prevedono uno stanziamento di 25 milioni di euro per il settore artigianale siciliano. Le somme saranno gestite da Artigiancassa, mediante un comitato costituito con l’amministrazione regionale. Le direttive, così come previsto dalla recente legge sugli aiuti alle imprese, sono state trasmesse al Presidente della Regione che dovrà inoltrarle alla commissione legislativa competente all’Ars. “Con questi fondi – spiega Bufardeci – continuiamo il percorso virtuoso a sostegno dell’artigianato siciliano, settore strategico che rappresenta tante eccellenze del nostro tessuto imprenditoriale. Grazie alle modifiche introdotte recentemente dal legislatore regionale, la possibilità di attingere a queste risorse, previste sia da norme regionali sia nazionali, sono state modificate, per adeguarsi alle necessità del settore e alle sfide di innovazione che deve affrontare”. I 25 milioni di euro derivano da risorse miste statali e regionali. Potranno essere presentate richieste per interventi destinati alla tutela dell’ambiente e alla sicurezza del lavoro, all’acquisto di aziende o di rami di azienda, attrezzature e macchinari nuovi o usati, innovazione tecnologica e delle linee di produzione, pacchetti informatici, servizi reali nel marketing e nella comunicazione. I fondi potranno essere utilizzati anche per il consolidamento, a breve e medio termine, di passività e per locazioni finanziarie immobiliari. .  
   
   
SARDEGNA: DEFINITI I NUOVI CRITERI PER I CONTRIBUTI ALLE COOPERATIVE  
 
Cagliari, 24 Novembre 2009 - L´assessore regionale del Lavoro, Formazione professionale e Cooperazione, Franco Manca, il 19 novembre ha incontrato la commissione che sta definendo i nuovi criteri di assegnazione dei fondi regionali destinati alle cooperative sarde finanziate dalla legge regionale n. 5/1957. Tali criteri, infatti, devono essere adeguati entro l´anno alla nuova normativa regionale: il 31 dicembre, infatti, è la data ultima per impegnare il finanziamento assegnato dalla Regione che, per il 2009, è di complessivi tre milioni di euro. I rappresentanti delle Associazioni cooperativistiche hanno espresso un parere favorevole sul metodo proposto dall´assessore Manca, il quale intende valorizzare il capitale umano delle società cooperative. "Dobbiamo mettere al centro della nostra attenzione l´Uomo, in questo caso i soci, e non le risorse finanziarie", ha sottolineato Manca. Nella seduta del 13 ottobre scorso, la Giunta aveva già destinato i contributi a favore delle Associazioni cooperativistiche (Agci, Confcooperative, Legacoop, Unci e Unicoop), pari a un milione 600mila euro. .  
   
   
SOPPRESSO L´ENTE IRRIGUO: MARTINI E LORENZETTI PROTESTANO I PRESIDENTI DI TOSCANA E UMBRIA SCRIVONO A BERLUSCONI, CALDEROLI E ZAIA GRAVI LE RICA DUTE SU CITTADINI E AZIENDE AGRICOLE. CHIESTO INCONTRO URGENTE  
 
Firenze, 23 novembre 2009 - Il Consiglio dei ministri non ha accolto la proposta di trasformazione e ha soppresso per mancato riordino l’Ente Irriguo Umbro-toscano. «Si tratta, con ogni evidenza – affermano in una lettera a firma congiunta il presidente della Regione Toscana, Claudio Martini e la presidente dell´Umbria Maria Rita Lorenzetti - di un operazione improntata alla massima improvvisazione istituzionale che non mancherà di produrre ricadute assai negative sui cittadini utilizzatori della risorsa idrica, sulle aziende agricole che utilizzano l’acqua per scopi irrigui, sul sistema delle imprese che hanno in corso appalti di lavori per conto dell’Ente concessionario dello Stato ed attuatore di interventi di protezione civile». Così i presidenti delle due regioni hanno espresso la loro protesta sc rivendo al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi e ai ministri alla semplificazione amministrativa, Roberto Calderoli e dell´agricoltura, Luca Zaia. «Chiediamo con la massima urgenza – aggiungono Martini e Lorenzetti - un incontro per ricercare congiuntamente il percorso istituzionale più corretto per uscire dalla situazione che si è determinata, anche al fine di evitare altri problemi, oltre a quelli già di per se gravi prodotti con le scelte compiute, auspicando soluzioni condivise e giuridicamente corrette, in grado di evitare la soluzione di continuità delle molteplici attività svolte dall’Ente soppresso». Le due regioni avevano già richiesto la trasformazione dell´ente (istituito nel 1961) ed esprimono quindi “la più viva disapprovazione per la decisione assunta e la preoccupazione per le gravi conseguenze derivanti dalla scelta incautamente compiuta” ricordando come il bil ancio dell´ente fosse sostanzialmente in equilibrio dal 2002 e come l´ente si occupasse di questioni di fondamentale importanza per gli interessi delle due regioni in materia di approvvigionamento irriguo, idropotabile, tutela ambientale, gestione degli eventi di piena e regolazione dei deflussi. «Sorprende e sconcerta soprattutto – concludono Martini e Lorenzetti - che tale decisione sia maturata senza alcun confronto preventivo con le regioni che hanno competenza preminente in materia di governo delle risorse idriche e, come pubblicamente riconosciuto dallo stesso ministro della Funzione pubblica Renato Brunetta, in presenza del più completo fallimento dell’operazione “taglia enti” che ha avviato le procedure di riordino di tutti, ad eccezione dell’Irriguo Umbro Toscano, senza peraltro conoscere nemmeno la denominazione e l’eventuale utilità di quelli automaticamente soppressi». .  
   
   
PRIVATIZZAZIONE ACQUA: VENDOLA, "UN IGNOMINIA INACCETTABILE"  
 
 Bari, 23 Novembre 2009 - “Approvare un decreto sulla privatizzazione dell’acqua attraverso il voto di fiducia è una vergogna istituzionale e un crimine contro l’umanità. Spacciare per concorrenza di mercato quello che è un vero e proprio furto del diritto alla vita è un’ignominia assolutamente inaccettabile”. Lo ha detto il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, subito dopo l’approvazione del decreto Ronchi approvato oggi dalla Camera. “Dagli Stati Uniti alla Francia, è ormai acclarato che la gestione privatistica dell’acqua si è rivelata un danno, anche sotto il profilo economico. Il Governo Berlusconi al contrario apre le porte agli speculatori e prepara il terreno per un rialzo delle tariffe che inevitabilmente si scaricherà sui cittadini” ha aggiunto Vendola. “La Regione Puglia ricorrerà alla Consulta contro questa legge e metterà a punto un disegno di legge che tuteli il carattere pubblico della proprietà e della gestione delle risorse idriche. L’acqua è e deve restare un bene comune, non un prodotto per fare business. I responsabili di questo crimine dovranno risponderne all’opinione pubblica e a Dio”. .  
   
   
LA NUOVA LEGGE LASCIA DEI MARGINI IMPORTANTI PER SOLUZIONI CHE CONSENTANO AL MOLISE, DI MANTENERE UNA GESTIONE PUBBLICA DELL´ACQUA.  
 
Campobasso, 23 novembre 2009 - "La nuova Legge lascia dei margini importanti per soluzioni che consentano al Molise, viste le sue caratteristiche orografiche e dimensionali, di mantenere una gestione pubblica dell´acqua. Il tutto garantendo anche la presenza necessaria ed utile dei privati in alcuni settori del ciclo distributivo. In quest´ottica abbiamo avviato le procedure per il varo al più presto di un´apposita Legge Regionale che applichi praticamente questi obiettivi". Lo ha detto il 19 novembre il Presidente della Regione Michele Iorio in relazione al Decreto legge del Governo, approvato dal Parlamento, che prevede la liberalizzazione di vari servizi locali tra cui l´acqua. .  
   
   
BOLZANO, DURNWALDER INCONTRA I SINDACATI: BILANCIO 2010, CASA E CRISI ECONOMICA  
 
Bolzano, 23 novembre 2009 - Il bilancio provinciale 2010, l´edilizia abitativa con la necessità di alloggi, il sistema sanitario che funziona, il redditometro, le misure anticrisi: sono stati i temi centrali discussi dal presidente della Provincia Luis Durnwalder il 20 novembre a Bolzano nell´incontro con i rappresentanti delle organizzazioni sindacali. Nell´incontro a Palazzo Widmann durato oltre un´ora e mezza Durnwalder ha illustrato ai rappresentanti di Sgb/cisl, Uil/sgk, Cgil/agb e Asgb il bilancio provinciale 2010, che verrà discusso in Consiglio provinciale a dicembre, e che deve fare i conti con la necessità di tagli in media del 9% ma senza riduzioni nei settori cruciali delle prestazioni ai cittadini come sanità e sociale. Si è parlato di edilizia abitativa e Durnwalder ha ricordato che la Giunta provinciale ha focalizzato l’attenzione su due aspetti: i prezzi di acquisto che restano alti (e quindi si è intervenuto nella legge omnibus con adeguamenti che possano favorire l’acquisto di una abitazione) e la carenza di terreni edificabili: “Vogliamo trovare la migliore soluzione per assicurare ai cittadini le superfici necessarie secondo le possibilità e senza saccheggiare le aree”, ha detto Durnwalder. L’obiettivo di fondo della Giunta: ogni cittadino deve avere la possibilità di usufruire di un alloggio, sia esso in proprietà o in affitto. Durnwalder ha inoltre annunciato ai sindacati che nei casi di risanamento della prima casa nei centri urbani sarà prevista la concessione di contributi. In tema di sanità in Alto Adige le parti hanno concordato sul fatto che il sistema sanitario pubblico funziona: “Non vogliamo una sanità a due velocità ma un sistema che resti pubblico e che possa collaborare con le strutture private, come già avviene”, ha ribadito Durnwalder. Riguardo al settore sociale, il Presidente ha ricordato che la Provincia lavora per perfezionare ulteriormente i servizi pubblici, in primis con l’armonizzazione delle tariffe nell’assistenza agli anziani e ai non autosufficienti. “Nei prossimi 5 anni si dovrà arrivare a una armonizzazione delle tariffe e del livello qualitativo delle prestazioni su tutto il territorio”, ha assicurato Durnwalder. Case di riposo e i centri di degenza devono quindi completare il processo di armonizzazione entro il 2014. Alla richiesta di introduzione del redditometro nel settore sociale, Durnwalder ha informato i sindacati che “la Giunta intende andare in questa direzione. ” Infine il capitolo crisi e sostegno dei lavoratori: Durnwalder ha ricordato il pacchetto di misure varato dalla Giunta, tuttora in corso, e ha confermato che per i lavoratori in mobilità o temporaneamente senza lavoro verranno garantiti aggiornamento e formazione per aiutarli a restare sul mercato e qualificati. “Programmi speciali di integrazione sono previsti per le categorie lavorative più deboli come donne, adulti e diversamente abili”, ha concluso Durnwalder. Dei 2 milioni € messi a disposizione nel 2009 come misura straordinaria anticrisi, cui si aggiunge un milione dai fondi europei del Fse, la Formazione professionale provinciale ha finora investito 1,4 milioni: ne hanno beneficiato circa 1600 lavoratori per 5. 891 ore di formazione. .  
   
   
GLI EMIGRATI AIUTINO A INTERNAZIONALIZZARE IL TRENTINO CHIUSA LA CONFERENZA ANNUALE DEI CONSULTORI PER L´EMIGRAZIONE  
 
Trento, 23 novembre 2009 - Il presidente Dellai ha preso parte il 19 novembre alla riunione conclusiva dell´annuale Conferenza dei Consultori per l´emigrazione. "Voi siete i rappresentanti della Provincia autonoma di Trento nei vostri Paesi - ha tra l´altro detto Dellai, - e con questo ruolo istituzionale vi chiediamo di proseguire nel vostro impegno a favore delle comunità dei Trentini all´estero. So che in questi giorni avete esaminato collegialmente sia le situazioni ordinarie della vostra attività, sia i problemi e gli interventi di solidarietà per quei casi che richiedono il nostro supporto e il nostro sostegno. Vi posso assicurare che la Provincia non farà mancare le risorse e la fiducia in un settore come quello dell´emigrazione, che è di straordinaria importanza". Ma quello del presidente non è stato solo un intervento di circostanza. "Vi chiedo - ha infatti esortato - di impegnarvi anche in modo creativo e innovativo, per individuare la strada che aiuti il Trentino a internazionalizzarsi. Quella che unisce, oggi, noi che abitiamo in provincia di Trento e voi che risiedete ai quattro punti cardinali della terra è una rete di scambi culturali, formativi e anche di solidarietà. Mi piacerebbe che da questa rete venissero anche opportunità economiche, che nascessero progetti in cui Centri di ricerca, Università, Provincia e comunità di Trentini all´estero rafforzassero i legami di scambio e di reciproca crescita, di reciproco sviluppo. Tutto ciò, naturalmente, sarà possibile solo se punteremo con convinzione e con coraggio sui giovani: sono le giovani generazioni che ci assicurano ricambio, idee nuove e nuove finestre aperte sul mondo di domani". Gli undici Consultori che hanno chiuso, oggi, la consueta Conferenza annuale rappresentano l´Australia (Franco Dondio), Gli Stati Uniti d´America (Rosemarie Viola), il Canada (Lucia Flaim), il Messico (Laura Versini), il Cile (Nadia Arnoldi), il Brasile Centro-nord (Josè Eraldo Stenico), il Brasile Sud con Paranà, Santa Caterina e Rio Grande do Sul (Edmar Matuella), l´Argentina Nord (Hugo Zurlo), l?Argentina Sud (Mariano Roca), l´Uruguay e il Paraguay (Laura Vera Righi), l´Europa occidentale con Benelux, Francia, Germania, Gran Bretagna e Svizzera (Giuseppe Filippi). Assente giustificato Pero Andreata per l´Europa orientale con Bosnia-erzegovina, Serbia e Romania. Per quattro giorni i Consultori, che sono nominati dalla giunta provinciale su indicazione delle associazioni che organizzano i discendenti dei Trentini nel mondo, delle Ambasciate e dei Consolati e che rimangono in carica per la durata della legislatura, hanno confrontato le reciproche esperienze, hanno messo sul tavolo i problemi e le difficoltà che incontrano nella loro attività. Hanno parlato di borse di studio per la frequenza ai corsi di laurea dell´Università degli studi di Trento; di interventi di solidarietà; di rimpatri definitivi in Trentino per coloro che vogliono ritornare stabilmente nella terra di origine; di rientri temporanei per dare la possibilità ai discendenti di poter almeno una volta in vita visitare le valli e i paesi da cui partirono, magari più di cent´anni fa, i loro progenitori. Un capitolo importante è stato quello dei giovani e degli interventi messi in campo dalla Provincia per i soggiorni culturali in Trentino, per i soggiorni formativi, per i Seminari di studio e per i programmi di interscambi giovanili. Molto attesa è stata la giornata di martedì, nel corso della quale i Consultori hanno illustrato la situazione nei relativi paesi di origine. Tutti hanno dovuto purtroppo evidenziare gli influssi negativi e le conseguenze anche drammatiche della crisi economica mondiale, per la quale a pagare sono state soprattutto le fasce più deboli di popolazione. Quindi licenziamenti, indebolimento dei redditi, spesso sbandamenti anche psicologici: insomma, il lavoro dei Consultori, nel corso di questo 2009, è stato difficile e oneroso. Comunque dalla Conferenza appena conclusa sono emerse anche molte proposte. Le più pressanti riguardano la necessità di coinvolgere i giovani nelle attività dei Circoli e delle Famiglie, attività quindi che devono essere organizzate in modo da risultare accattivanti e coinvolgenti. Mercoledì sul far della sera, accompagnati da Carlo Giordani, gli undici Consultori si sono recati al cimitero di Pedersano per una preghiera sulla tomba di Rino Zandonai, allargata naturalmente al ricordo anche degli altri due trentini scomparsi nelle acque dell´oceano Atlantico, Giovanni Battista Lenzi e Luigi Zortea. E´ stata una vena di profonda malinconia, quella che ha accompagnato i lavori di questi quattro giorni: il ricordo dei tre amici, però, ha però sostenuto e continuerà a sostenere i Consultori per l´emigrazione nella loro preziosa attività di contatti e di patrocinio. "Vorrei che capiste quanto importanti sono, per tutti noi, la vostra presenza e il vostro ruolo, che è un ruolo istituzionale prezioso, sul quale faremo sempre più affidamento". .  
   
   
TRENTO: IMMIGRAZIONE ALLO SPECCHIO NEL RAPPORTO CINFORMI 2009  
 
Trento, 23 novembre 2009 - Possiamo “fare a meno degli immigrati”? La risposta è no. E’ stato il professor Maurizio Ambrosini, fra i curatori del Rapporto 2009 sull´immigrazione in Trentino, a rispondere a questa domanda che dava il titolo al suo intervento del 19 novembre. Nonostante la crisi economica internazionale, in Trentino, come nel resto d´Italia, non c´è stato un “ritorno” della comunità autoctona verso i lavori che vengono svolti in gran parte dai cittadini immigrati. E non è nemmeno prevedibile un ritorno al Paese d´origine da parte degli stranieri attualmente presenti in Trentino e più in generale in Italia. Queste sono solo alcune delle tante indicazioni che emergono dal Rapporto realizzato dal Centro informativo per l´immigrazione della Provincia autonoma di Trento, curato da Maurizio Ambrosini, Paolo Boccagni e Serena Piovesan e presentato stamane a Trento, presso la Facoltà di Economia. Lo studio, giunto all’ottava edizione, presenta i risultati di un’attività di ricerca che da anni si propone con rigore scientifico di fare chiarezza sull’evoluzione della stabilizzazione della popolazione immigrata sul territorio trentino e su specifici temi socialmente rilevanti. Intervenendo alla presentazione, l´assessore provinciale alla Solidarietà internazionale e alla Convivenza, Lia Giovanazzi Beltrami, ha sottolineato l´importanza di questo strumento che consente di far emergere sia gli aspetti positivi che le eventuali criticità sulle quali intervenire. "E´ fondamentale – ha affermato l´assessore Giovanazzi Beltrami – conoscere i dati reali, offrire alla comunità il quadro corretto del fenomeno migratorio per fornire validi strumenti conoscitivi al di là di quelle che sono le singole posizioni personali. " Stamane sono intervenuti in qualità di relatori Marco Martiniello (Centre d´Etudes de l´Ethnicité et des Migrations - Università di Liegi), Pietro Pinto (Comitato Scientifico Dossier Statistico Immigrazione Caritas/migrantes), Maurizio Ambrosini (curatore del Rapporto - Università di Milano), Paolo Boccagni (curatore del Rapporto - Università di Trento). Di seguito una sintesi del Rapporto 2009 sull´immigrazione in Trentino. La presenza immigrata in provincia di Trento - Sono 42. 577 i cittadini stranieri residenti in Trentino alla fine dell’anno 2008, il 12% in più rispetto all’anno precedente. L’incidenza degli stranieri sulla popolazione residente in provincia di Trento è dell’8,2%, a fronte di una media nazionale del 6,5% e di una media del Nord-est del 9,1%. Il bilancio demografico degli stranieri in Trentino nel 2008 si è arricchito, tra l’altro, di circa 850 nuovi nati e si è impoverito per l’acquisizione della cittadinanza italiana di circa 900 stranieri. Nell’insieme il saldo migratorio è ampiamente positivo, anche per effetto dei ricongiungimenti familiari, della mobilità interna e dei nuovi ingressi per lavoro. La popolazione straniera in Trentino è assai più giovane di quella autoctona, con una quota di minorenni che mediamente sfiora il 25% del totale. L’età media della popolazione straniera è di 30 anni, mentre quella della popolazione trentina è di 43. Due stranieri su tre in Trentino provengono dal continente europeo. Le presenze dall’Africa sfiorano la quota del 20%, mentre il peso relativo dell’immigrazione di provenienza asiatica e latinoamericana è pari, rispettivamente, all’8,5% e al 7% circa. Riguardo i paesi di provenienza, al primo posto si trova la Romania con oltre 7mila presenze, seguita dall´Albania con circa 6. 400, Marocco (circa 4. 500), Macedonia (circa 3. 000), Serbia e Montenegro (2. 250) e Ucraina (1. 900 circa). Mentre tra i migranti europei le donne sopravanzano gli uomini, soprattutto per quanto riguarda i paesi “neocomunitari”, nelle altre macroaree di provenienza è piuttosto netta la prevalenza maschile. Un´eccezione è rappresentata dall’America latina, caratterizzata da un’emigrazione a larga predominanza femminile. Più della metà degli stranieri vive nei comprensori di Trento e di Rovereto. I “picchi” delle presenze straniere non riguardano soltanto la Valle dell’Adige e la Vallagarina, ma anche la Valle di Non e l’Alto Garda e Ledro. Le motivazioni del soggiorno - Oltre la metà dei permessi di soggiorno rinnovati o rilasciati dalla Questura di Trento nel corso del 2008 riguarda motivi di lavoro, a fronte di una quota appena più bassa legata a motivi familiari (40% circa). L’incidenza dei permessi per motivi di studio è del 6% e per protezione umanitaria del 3%. Oltre la metà delle 1. 200 richieste di ricongiungimento familiare è stata effettuata nel 2008 da tre gruppi nazionali soltanto: Albania, Moldova, Marocco. Il maggior numero di carte di soggiorno è stato invece rilasciato a cittadini immigrati di nazionalità di più antico insediamento, ovvero l´albanese e la marocchina, la macedone e la serbo-montenegrina. La cittadinanza economica - Si stima che nel 2008 siano circa 18mila i cittadini stranieri occupati, quasi 2. 000 in più rispetto al 2007, che equivale ad un incremento del 12,4%, un valore particolarmente significativo in un anno già segnato dalla recessione. Il tasso di occupazione risulta pari al 64,4%, mentre quello di disoccupazione, superiore a quello della popolazione italiana, è del 9,1%, con un incremento rispetto all’anno precedente dello 0,2%. Gli immigrati maschi sono occupati soprattutto nel settore delle costruzioni, nell’industria di trasformazione e nei trasporti. Le donne invece si concentrano nel settore dei servizi alla persona, della sanità, dei servizi alle imprese (pulizie) e dell’industria alberghiera. L’80% dei lavoratori stranieri è classificato come operaio, l’8% svolge un lavoro autonomo e un altro 6,7% lavora come impiegato o quadro. Dal raffronto tra le assunzioni di immigrati e quelle complessive emerge che il numero dei lavoratori stranieri sul complesso degli assunti non solo non è diminuito, ma ha conosciuto un lieve incremento (+0,5%) rispetto al 2007. Ciò vuol dire che la sostituzione degli italiani nei posti di lavoro passati agli immigrati nell’ultimo decennio non è avvenuta, almeno finora. In agricoltura, in particolare, tre assunti su quattro sono stranieri, con un leggero incremento rispetto allo scorso anno (+1,0%). Nei servizi privati la quota degli immigrati cresce leggermente e si avvia a rappresentare un quarto del totale. L’industria è l’unico settore in cui si registra un modesto calo (-0,3%), ma i cittadini stranieri continuano a fornire più di un terzo degli assunti. I primi dati del 2009 ci mostrano però un arretramento dei valori relativi alla partecipazione degli immigrati e una certa difficoltà da parte loro a rientrare nel mercato del lavoro regolare, con un aumento della quota di persone prive di occupazione. Il lavoro autonomo: tra rifugio e ricerca di promozione - Lo sbocco principale delle aspirazioni di miglioramento sociale dei migranti è rappresentato dal passaggio al lavoro autonomo. Al 31 luglio 2009 i titolari d’impresa sono poco più di 2. 200, di cui 1. 772 cittadini non comunitari e 471 comunitari. Si confermano inoltre le principali specializzazioni per nazionalità: marocchini concentrati nel commercio, romeni, albanesi, serbi, macedoni, tunisini nelle costruzioni, cinesi nel commercio e in minor misura nella ristorazione, pakistani ancora nel commercio. Alunni stranieri nelle scuole trentine - In circa un decennio, gli studenti stranieri sono passati dalle 1. 355 unità dell’anno scolastico 1998/1999 alle 7. 876 presenze dell’anno scolastico 2008/2009, andando a rappresentare ormai il 9,8% del totale della popolazione scolastica. L’incremento annuale è del 7,9%, ovvero 575 iscritti in più rispetto all’anno scolastico precedente. Gli alunni stranieri sono concentrati in particolare nelle scuole elementari, seguite dalle medie e dalle materne. All’ultimo posto vi sono gli istituti superiori. Negli istituti professionali, gli studenti con cittadinanza non italiana hanno rappresentato il 15,2% del totale, negli istituti tecnici il 7,3%, nei licei e nelle scuole magistrali soltanto il 4,8%. Condizioni abitative e accesso al mercato immobiliare - La pressione più forte sul mercato abitativo investe un numero di territori relativamente circoscritto (anche se fortemente popolato): Trento e Rovereto con i rispettivi comprensori e poi Alta Valsugana e Alto Garda e Ledro. Su questi quattro comprensori si registra, per quanto riguarda i cittadini non comunitari, poco meno del 90% delle domande di edilizia pubblica ammesse a graduatoria nel corso del 2008. Il grosso delle domande rilevate nel 2008 è riconducibile a richieste di contributo integrativo su alloggio privato (83% delle domande idonee; valore che, per quanto riguarda i cittadini comunitari, scende al 71%). I matrimoni misti - I matrimoni misti celebrati nel corso del 2008 – con almeno uno dei coniugi residente in provincia – sono stati circa 300. Si tratta del 16,6% delle unioni matrimoniali celebrate in provincia. La maggior parte dei matrimoni “misti” – oltre tre casi su quattro – si traduce in unioni coniugali tra un uomo italiano e una donna straniera. Per quanto riguarda, infine, i gruppi nazionali più coinvolti, tra le spose straniere c’è una prevalenza relativa di romene, brasiliane e moldave. Nelle fila degli sposi stranieri, invece, le collettività maggiormente rappresentate sono quelle degli immigrati albanesi, marocchini e tunisini. .  
   
   
RICOSTITUITA INSARDEGNA LA CONSULTA REGIONALE PER L´EMIGRAZIONE  
 
Cagliari, 23 Novembre 2009 - Dopo soli dieci giorni dal suo insediamento, il neoassessore del Lavoro, Franco Manca, ha rimesso ordine in un settore che attendeva questo provvedimento da otto mesi: la Consulta, infatti, era decaduta dopo lo scioglimento del Consiglio regionale, al termine della scorsa legislatura. L´organismo, istituito con la legge regionale n. 7/1991, ha la finalità di coordinare gli interventi a favore dei sardi emigrati all´estero e nella penisola. Sarà lo stesso assessore Manca a presiedere la Consulta, nella quale trovano posto i rappresentanti di una serie di enti e organismi indicati dalla legge n. 7/1991, in particolare le Associazioni di tutela che operano nel campo dell´emigrazione e, più in generale, dei migranti (Acli, Aitef, Anfe, Filef, Atm “Emilio Lussu” e Istituto “Fernando Santi”). Il Consiglio regionale dovrà ora nominare tre esperti del settore. La nuova Consulta regionale risulta così composta: Presidente: Franco Manca (Assessore del Lavoro) - Rappresentanti dei Circoli degli emigrati: Vittorio Vargiu (Argentina), Pietro Schirru (Australia), Ottavio Soddu (Belgio), Alberto Caschili (Brasile), Alberto Mario Delogu (Canada), Francesco Laconi (Francia), Alberto Musa ed Efisio Manai (Germania), Bruno Fois (Olanda), Giancarlo Farris (Perù), Raffaele Melis Pilloni (Spagna), Domenico Scala (Svizzera), Tonino Mulas e Serafina Mascia (Italia) - Rappresentanti delle Associazioni di tutela: Giuseppe Dessì (Acli), Fausto Soru (Aitef), Bonaria Spignesi (Atm Lussu), Giorgio Randaccio (Anfe), Alexandro Jan Lai (Filef) e Pierpaolo Cicalò (Istituto Santi) - Rappresentanti dei sindacati: Onofrio Napoli (Ugl), Oriana Putzolu (Cisl) e Maria Eleonora Di Biase (Cgil) - Rappresentante del Ministero degli Affari esteri: Stefano Verrecchia. Il ruolo di segretario della Consulta sarà affidato a un funzionario nominato dall´Assessorato regionale del Lavoro. L´assessore Manca vorrebbe convocare la prima riunione dell´organismo entro il prossimo mese di dicembre. .  
   
   
LA DONNA TRENTINA FRA FAMIGLIA E LAVORO FLESSIBILITÀ E SERVIZI ALLA FAMIGLIA I FATTORI CONDIZIONANTI  
 
Trento, 23 novembre 2009 - Presentato il 19 novembre a Sociologia il rapporto sulla condizione femminile in Trentino, "Le Donne Trentine Tra Famiglia E Lavoro", risultato di un´indagine effettuata dall´Università degli studi di Trento in collaborazione con l´Opes, l´Osservatorio permanente per l´economia, il lavoro e per la valutazione della domanda sociale, e il Servizio Statistica della Provincia autonoma di Trento. Presenti l´assessore provinciale alla solidarietà internazionale e alla convivenza, Lia Giovanazzi Beltrami, il professor Antonio Schizzerotto, coordinatore della pubblicazione con la dirigente del Servizio statistica Giovanna Fambri, Federica Santangelo e Giovanna Beccalli. Il rapporto cerca di chiarire in particolare perché i tassi di attività femminile in Trentino siano più elevati rispetto al resto del paese, ma inferiori rispetto agli standard europei e a quelli della componente maschile, ed eventualmente come fare per modificare questa situazione. Poco più di una donna trentina su cinque (21,0%) risulta inattiva, anche se la grande maggioranza di queste ultime dichiara di aver compiuto almeno un’esperienza di lavoro. L’abbandono dell’occupazione è avvenuto, in otto casi su dieci, per dimissioni volontarie. I fattori chiave sembrano essere da un lato l´arrivo di un figlio, che induce molte donne ad abbandonare il lavoro, per la difficoltà a conciliarlo con i tempi da dedicare alla famiglia, e dall´altro il titolo di studio (quanto più è elevato tanto più la donna è spinta a investire di più nell´attività lavorativa). I fattori condizionanti per il rientro al lavoro sono invece la flessibilità (non solo in termini di part time ma anche di vicinanza del posto di lavoro all´abitazione e di possibilità di modulare gli orari) e il miglioramenti dei servizi per l´infanzia. Ad aprire i lavoro l´assessore Lia Giovanazzi Beltrami, che si è detta convinta del fatto che, nonostante le tante misure prese in Trentino in favore della famiglia, rimanga ancora un cammino da compiere, e per farlo "bisogna innanzitutto disporre dei dati giusti, mentre constatiamo come quelli fondamentali ancora non sono conosciuti. Perciò le rilevazioni come quella presentata stamani sono importanti. " Il professor Schizzerotto ha ripreso la questione del lavoro femminile, per sottolineare come "la miglior assicurazione per il benessere della comunità, per la prevenzione della povertà e anche per l´equilibrato sviluppo del bambino sia la partecipazione della donna al mercato del lavoro, a patto che sia una partecipazione qualificata. " Giovanna Fambri ha esposto la metodologia della ricerca, uno studio complesso basato su quattro rilevazioni campionarie diverse, due Istat (condotte dal Servizio Statistica della Provincia) e due svolte nell´ambito di Opes. Scheda: La ricerca "Le donne trentine fra famiglia e lavoro" La ricerca è stata svolta su istanza della Presidenza della Provincia autonoma di Trento, al fine di comprendere la posizione che le donne ricoprono all’interno del mercato del lavoro nella provincia di Trento e le motivazioni che le spingono ad allontanarsi dalla sfera lavorativa o a non entrarvi mai. Al fine di approfondire e arricchire la descrizione della realtà femminile in Trentino è stata effettuata una comparazione con il contesto nazionale. Gli interrogativi a cui si è cercato di rispondere erano quindi in sostanza: l’inattività femminile è un problema in Trentino? Qual è il ruolo della flessibilizzazione degli orari di lavoro nel consentire alle donne di conciliare un’occupazione retribuita con gli impegni di cura familiare? Detto altrimenti, il lavoro a tempo parziale, segrega, come alcuni sostengono, le donne in occupazioni a bassa possibilità di carriera e meno remunerative oppure, come ritengono altri, rappresenta una opportunità di conciliazione tra ruoli familiari e professionali? L’inattività è una scelta determinata dalla struttura delle preferenze di alcune donne che, all’avere un’occupazione, preferiscono la vita familiare? Ed ancora: quali sono i motivi di insoddisfazione lavorativa che contribuiscono ad allontanare le donne dal mercato del lavoro? Come vengono ripartiti gli oneri familiari all’interno della coppia? Fino a che punto restano a carico delle donne indipendentemente dalle preferenze o dalla condizione occupazionale? Come e quanto incidono gli eventi del ciclo di vita, quali l’inizio di un’unione e la nascita di un figlio, sulla vita professionale delle donne? Infine, si è cercato di capire quali fattori incentiverebbero le inattive a cercare nuovamente un’occupazione. Per rispondere a tali interrogativi si è fatto ricorso ad una pluralità di fonti statistiche: due indagini locali, quella sulla Condizione femminile e quella sulle Condizioni di vita delle famiglie trentine condotte da Opes in collaborazione con il Servizio Statistica della Provincia; e due rilevazioni nazionali Istat, la Multiscopo sull’Uso del Tempo e la Rilevazione Continua delle Forze di Lavoro. L´indagine ha rilevato innanzitutto come i tassi di attività femminile in Trentino siano più elevati rispetto al resto del paese, ma si attestano a livelli inferiori rispetto agli standard europei e ben al di sotto di quelli relativi alla componente maschile. Osservando il tasso di attività della popolazione tra i 15 e i 64 anni, si nota, infatti, che le donne trentine (con un tasso pari al 58,8% per il 2007) si collocano in una posizione più favorevole rispetto alle italiane (che presentano un tasso di attività pari al 50,7%) ma considerevolmente inferiore sia rispetto agli uomini trentini (77,6%) sia rispetto alla componente femminile dell’Ue-15 (64,8%). Soffermandosi sul campione di donne tra i 25 e i 54 anni (ossia su quello considerato nell’indagine locale sulla condizione femminile), si osserva un tasso di attività pari al 79,0%. All’interno del gruppo delle donne attive, il 92,1% risultano occupate (quasi sempre alle dipendenze), mentre le restanti sono in cerca di occupazione o in congedo lavorativo. Come si è implicitamente accennato sopra, poco più di una donna trentina su cinque (21,0%) risulta inattiva. Da notare, però, che la grande maggioranza di queste ultime dichiara di aver compiuto almeno un’esperienza di lavoro. L’abbandono dell’occupazione è avvenuto, in otto casi su dieci, per dimissioni volontarie. Complessivamente, è emerso come l’istruzione e la presenza di figli piccoli nel nucleo familiare, siano variabili chiave per spiegare lo stato di inattività di molte donne. Da un lato, il possesso di titoli di studio elevati spinge le donne ad investire maggiormente nell’attività lavorativa, dall’altro la presenza di figli pone in luce le difficoltà nel conciliare responsabilità familiari e lavoro remunerato. Nella provincia di Trento, in linea con quanto accaduto in tutti i paesi dell’Oecd (soprattutto in quelli del Nord Europa), si è registrato inoltre un consistente incremento delle occupate con orario ridotto, che nel 2007 ha raggiunto il 36,5% (a livello nazionale tale valore è pari al 27,3%). Molto più che per le donne italiane, per quelle trentine che ne usufruiscono si tratta di una vera e propria scelta e non di un ripiego legato all’impossibilità di trovare valide alternative. I dati mostrano che sono soprattutto le donne con bassi livelli di istruzione e con figli piccoli a scegliere l’orario ridotto. Il part-time risulta, inoltre, essere la “condizione ipotetica ideale” di lavoro per più di due terzi delle donne occupate. Sulla base delle loro personali preferenze (e seguendo la teoria di K. Hakim) è stato possibile distinguere tre idealtipi di donne in Trentino: 1) quelle orientate esclusivamente alla famiglia (10% delle donne) che, per l’appunto, desiderano dedicarsi interamente alla vita familiare; 2) quelle (50%) orientate alla combinazione tra la famiglia e il lavoro; 3) quelle (40%) orientate al lavoro, fortemente determinate a investire nel mondo delle occupazioni. Le analisi condotte smentiscono l’ipotesi secondo cui le scelte lavorative dipendono solo dal sistema delle preferenze personali. In effetti, a parità di queste ultime, altre variabili continuano ad esercitare effetti consistenti sul rischio di essere inattiva, come, ad esempio, la presenza di figli conviventi di età compresa fra zero e sei anni o l’assenza di aiuti per la cura dei figli. Il motivo più consistente di insoddisfazione delle donne che sono uscite dal mercato del lavoro è da ricondurre alle scarse opportunità di carriera (quattro quinti delle ex-occupate trentine afferma di non aver percepito la possibilità di crescita nel proprio ambiente di lavoro). Da notare, ancora, che i livelli medi di soddisfazione nei confronti della propria occupazione svolta risultano decisamente contenuti per ciò che riguarda la flessibilità degli orari di lavoro. Ciò è tanto più vero quanto meno qualificate sono le occupazioni svolte. Sebbene le donne attive dedichino un numero inferiore di ore alla cura della casa e dei figli rispetto alla componente inattiva, il loro carico di lavoro casalingo resta ben al di sopra di quello dei loro partner, anche se gli uomini trentini si dimostrano un po’ più collaborativi rispetto alla media degli italiani. Le donne che transitano dallo stato di attività a quello di inattività lo fanno in prossimità dell’inizio dell’unione coniugale e soprattutto in corrispondenza di una gravidanza e della presenza di figli in età compresa tra 0 e 3 anni. Le donne che con maggiore probabilità rientrano nel mercato del lavoro sono quelle che svolgono occupazioni altamente qualificate e, comunque, con qualificazioni più elevate di quelle connesse al ruolo lavorativo svolto dal coniuge o convivente. Tuttavia, l’assenza di servizi di cura per i figli in età prescolare, in particolare l’assenza di asili nido, può, a parità di altre condizioni, costituire un forte ostacolo all’attività. Più della metà delle donne inattive non mostrano un esplicito desiderio di esercitare un’occupazione. Circa un quinto non ha mai cercato di entrare nel mercato del lavoro, ma rimpiange di non essere occupata. Il restante 22% ha dichiarato di aver tentato invano di trovare un impiego. Sono le donne con i livelli di istruzione più elevati, più giovani e prive di legami di coppia a mostrare un desiderio maggiore di lavorare. Il 33,1% di tutte le casalinghe può essere definita casalinga per scelta, perché non mostra alcun interesse verso il lavoro extra domestico. Il 50,6% comprende le casalinghe sì fortemente orientate verso la cura domestica, ma anche interessate a rientrare nel mercato del lavoro qualora disponessero di condizioni in grado di facilitare la conciliazione tra occupazione e famiglia. Infine, il terzo gruppo di casalinghe è costituito da donne che sono tali per costrizione (16,3%), ovvero da quelle che vivono il loro stato di inattività come vincolo subito e che rientrerebbero immediatamente nel mercato del lavoro se solo avessero situazioni familiari favorevoli. Le analisi evidenziano come siano la flessibilità dell’orario di lavoro e la disponibilità dei servizi di cura per l’infanzia i due principali strumenti in grado di incentivare la partecipazione al mercato del lavoro delle donne inattive, poiché permettono loro di svolgere un’attività remunerata pur continuando ad occuparsi dei compiti inerenti la cura e la gestione della famiglia. .  
   
   
INFANZIA. INAUGURATO A MILANO IL PRIMO CENTRO DI DOCUMENTAZIONE MILANESE  
 
 Milano, 23 novembre 2009 - Appese ai muri le foto delle classi degli anni ’40: bambini col grembiulino bianco alle prese con i giochi dell’epoca. Negli scaffali, in bella vista, le raccolte dei programmi e dei registri. Decenni di storia dei Servizi dell’Infanzia del Comune di Milano. È stato inaugurato il 20 novembre il primo centro di Documentazione dei Servizi dedicati ai bambini da 0 a 6 anni, “il luogo dell’esperienza e dell’innovazione”, l’ha definito l’assessore alla Famiglia, Scuola e Politiche sociali Mariolina Moioli che stamattina ha tagliato il nastro della struttura di via Forze Armate. “Lo scorso anno, nei locali attigui a quello inaugurato oggi – ha proseguito l’assessore Moioli – nella giornata in cui si celebra la Giornata Internazionale dei Diritti dei bambini, abbiamo aperto il primo Centro per la Prima Infanzia del Comune di Milano: un luogo dove bambini, genitori ed educatori possono trascorrere del tempo insieme. Oggi un’altra novità. Questo spazio aperto alla città, dove operatori, ma anche genitori o studiosi della materia possono approfondire le tematiche di questo importante argomento su cui il Comune da sempre – è il caso di dire – ‘fa scuola’, garantendo alle famiglie standard qualitativi sempre elevati all’interno dei propri servizi”. Il Centro Documentazione è “uno spazio di incontro nella città”, un punto di riferimento per consultare documenti, usufruire di spazi, mostre, eventi, dibattiti, laboratori per tutti gli educatori, gli operatori, le famiglie. “Tra le finalità del Centro di documentazione – ha concluso l’assessore Moioli – oltre a raccogliere, documentare, valorizzare e mettere in circolazione le esperienze educative dei servizi rivolti alla prima infanzia, vi è anche quella di costruire la memoria storica dei servizi stessi. Promuovere cultura rispetto ai diritti dei bambini, offrire uno spazio di formazione e di incontro per operatori della prima infanzia, per cittadini utenti e non utenti e mettere a disposizione documenti per avviare ricerche da realizzare nei Servizi all’Infanzia”. Il Centro di Documentazione svolge un ruolo di supporto alla progettazione dei servizi educativi del Comune dedicando un’attenzione particolare ai livelli di qualità voluti, attesi e ricercati dall’Amministrazione. Entra in rete come “biblioteca/libreria specializzata” che attinge sia al nuovo che al materiale “storico” esistente. Offre momenti organizzati per le famiglie e i bambini in determinati periodi dell’anno con iniziative a tema. .  
   
   
IL 25 GIORNATA MONDIALE CONTRO VIOLENZA SULLE DONNE A L´AQUILA FORUM CURATO DA ASSESSORATO PARI OPPORTUNITA´  
 
Pescara, 23 novembre 2009 - Il 25 novembre è la giornata mondiale contro la violenza sulle donne, istituita dall´Onu nel 1999, un importante appuntamento internazionale per porre l´attenzione su un fenomeno sottovalutato come quello della violenza familiare e contro ogni forma di violenza e discriminazione contro le donne. L´assessorato alle Pari Opportunità, proprio in occasione di questa giornata, ha organizzato una tavola rotonda, che avrà inizio alle ore 10 di mercoledì 25, nella Sala Celestino V di Palazzo Silone, presso la sede della Regione Abruzzo, a L´aquila, con alcuni dei rappresentanti delle più importanti istituzioni regionali ed i giornalisti, per confrontarsi sulle modalità migliori da mettere in atto sul piano della prevenzione e della sicurezza, per garantire una sensibilizzazione contro il fenomeno della violenza sulle donne che parta dalle scuole, dalle famiglie e dalle istituzioni, al fine di cingere in un simbolico abbraccio tutte quelle donne vittime di abusi e violenze e far si che non si sentano più sole e abbiano la forza di rompere quel silenzio che molto spesso le condanna a morte. In questo periodo, i casi di uccisioni di donne, nel nostro Paese, sono stati numerosi e brutali, messi in atto sopratutto da mariti o ex-partner, ed, in numero minore, anche da sconosciuti. L´organizzazione mondiale della sanità ricorda con un rapporto, che la violenza domestica colpisce una donna su sei al mondo e, secondo quanto emerge da un´indagine del Consiglio d´Europa, resa pubblica recentemente, è la prima causa di morte e invalidità permanente per le donne fra i 16 e 44 anni, ancora prima del cancro, di incidenti stradali e di guerra. Alla tavola rotonda, alla quale sono ammessi a partecipare esclusivamente gli organi di informazione, interverranno l´assessore alle Pari Opportunità, Federica Carpineta, l´assessore alle Politiche Sociali, Paolo Gatti, il consulente giuridico del Ministro per le Pari Opportunità ed Esperto Unar Federica Mondani, il Questore della provincia dell´Aquila Filippo Piritore, il Prefetto dell´Aquila, Franco Gabrielli, l´Avvocato Generale della Corte d´Appello dell´´Aquila Brizio Montinaro, il Comandante provinciale dei Carabinieri dell´Aquila, Amedeo Specchia, la psicodiagnosta e criminologa, Laura Seragusa, già Comandante della Sezione Psicologia del Reparto Analisi Criminologiche dell´Arma dei Carabinieri, ed i quattro presidenti delle Provincie. .  
   
   
FAMIGLIA FVG: GARANTITO REDDITO ANTICRISI  
 
Udine, 23 novembre 2009 - "In questa difficile stagione di crisi economica è necessario garantire misure di sostegno al reddito per tutte le famiglie in cui la concomitanza della cassa integrazione può rischiare di mettere a rischio l´esercizio della principale funzione, quella della cura e dell´educazione dei figli". Lo affermano gli assessori regionali alle Politiche della Famiglia, Roberto Molinaro, e al Lavoro, Alessia Rosolen, annunciando l´inserimento di uno specifico intervento nella prossima finanziaria regionale del Friuli Venezia Giulia. "La famiglia, così come il lavoro, sono elementi fondativi della nostra comunità - sottolineano Rosolen e Molinaro - che costituiscono importanti valori di riferimento. In questa prospettiva abbiamo individuato l´urgenza di integrare la legge regionale per la famiglia e la genitorialità, completando il quadro degli interventi anti crisi messi in campo dalla Regione e assicurando un adeguato reddito per superare la temporanea condizione di difficoltà in cui versano le famiglie in cui entrambi i genitori si trovano in sospensione dal lavoro". .  
   
   
ASSOCIAZIONE LAVORATORI ARTIGIANI: AL VIA LA PROCEDURA PER REGOLARIZZARE COLF E BADANTI  
 
Roma, 23 novembre 2009 - La Prefettura di Roma ha dato il via alle convocazioni per la stipulazione del contratto di soggiorno per colf e badanti. Entro 24 ore dalla sottoscrizione del contratto di soggiorno sarà necessario inviare il modulo di regolarizzazione all’Inps ed effettuare tutti gli adempimenti previsti per legge. Gli interessati possono rivolgersi a l’ Ala (Associazione Lavoratori Artigiani) che gestirà le domande di emersione di colf e badanti extracomunitari e le informazioni relative alla regolamentazione del rapporto di lavoro, mettendo a disposizione i suoi uffici per le pratiche inerenti: la comunicazione dell’assunzione ad Inps e Inail; - la compilazione busta paga; - la richiesta bollettini per contributi Inps; - il calcolo dei contributi Inps (trimestrale). Si consiglia gli interessati di contattare l’Ufficio per il disbrigo della pratica. L’ala rimane a disposizione per qualsiasi altre informazione e per la corretta gestione delle procedure. Ala Associazione Lavoratori Artigiani Via S. Agata de’ Goti, 3 00184 Roma tel. 06/69923330 – 06/6797812 fax: 06/6797661 www. Cilanazionale. Org www. Ispanazionale. Org www. Uils. It .  
   
   
LOMBARDIA: SIGLATA INTESA PER SEZIONI PRIMAVERA  
 
Milano, 23 novembre 2009 - Regione Lombardia e Ufficio Scolastico regionale hanno sottoscritto un´intesa che permette di avviare anche quest´anno le Sezioni primavera, il servizio educativo rivolto ai bambini dai 24 ai 36 mesi iscritti alle scuole dell´infanzia statali, paritarie e private convenzionate con il Comune di residenza o agli asili nido gestiti dal Comune e dai privati in convenzione. Nell´intesa, siglata dall´assessore regionale all´Istruzione, Formazione e Lavoro, Gianni Rossoni e dal direttore dell´Ufficio Scolastico regionale, Giuseppe Colosio, le risorse stanziate restano invariate rispetto a quelle dello scorso anno, poiché il minor contributo statale (si passa da 4. 363. 000 euro a 3. 558. 133 euro) è coperto quest´anno da risorse regionali aggiuntive (da 2. 000. 000 di euro a 2. 828. 472 euro). In via prioritaria saranno finanziate le scuole che hanno avviato una Sezione primavera nell´anno scolastico 2008/2009 e per le quali, naturalmente, permangono gli stessi requisiti di ammissione. In subordine, e nel limite delle risorse disponibili, riceveranno contributi le Sezioni primavera autorizzate ma non finanziate lo scorso anno, purché i requisiti di ammissione non siano variati. "La firma di questa intesa - dichiara Rossoni - consente di mettere nuovamente in campo una risposta che le famiglie lombarde hanno dimostrato di cercare e apprezzare. I progetti finanziati lo scorso anno, infatti, sono stati oltre 250, per un totale di 3. 837 bambini dai due ai tre anni. Lo sforzo di Regione Lombardia nel coprire quest´anno i minori contributi statali permetterà di assicurare il servizio ad un numero invariato di beneficiari". Il contributo da erogare alle singole scuole, per ogni Sezione primavera autorizzata, sarà commisurato alla dimensione e alla durata del servizio giornaliero che deve essere garantito per un minimo di 5 bambini ed un massimo di 20 e per un minimo di 5 ore ed un massimo di 9. Le scuole hanno ora 10 giorni di tempo per presentare all´Ufficio Scolastico regionale la richiesta di finanziamento. . .  
   
   
FORMIGONI A MILANO SI-CURA: NUOVO WELFARE  
 
Milano, 23 novembre 2009 - "La Lombardia è terra dove, per storia, cultura e tradizione, la gente si mette insieme con grande generosità. Siamo infatti la regione con il più alto numero di soggetti del terzo settore: dai primi anni Novanta ad oggi il loro numero è addirittura aumentato del 90%, raggiungendo il numero di circa 40. 000 tra associazioni e organizzazioni di volontariato, cooperative sociali, associazioni di famiglie, fondazioni e enti senza scopo di lucro. Se il volontariato rappresenta una realtà così importante e rilevante nel nostro territorio ciò è dovuto anche all´impegno e al sostegno di Regione Lombardia: ricordo a questo proposito che nell´ultima finanziaria regionale abbiamo stanziato 1,5 miliardi di euro per il sostegno alle persone fragili e al terzo settore" Lo ha affermato il 21 novembre il presidente della Regione lombarda Roberto Formigoni intervenendo all´incontro che ha concluso la manifestazione "Milano si-cura", promossa della Casa della Carità di Milano, e che per tre giorni ha affrontato i temi dei disagio sociale e dell´emarginazione, in luoghi simbolo di Milano: carcere di Bollate, Assolombarda, Palazzo di Giustizia, Acli, Banca Unicredit, ecc. "Negli ultimi anni, inoltre, - ha proseguito Formigoni - ci siamo mossi per passare da un modello di volontariato classico di tipo assistenziale, centrato sul pubblico, a una moderna ´welfare society´, in cui tutti i soggetti presenti sul territorio, siano essi pubblici, privati o non-profit, partecipano alla costruzione della rete dei servizi e nel quale riconoscere uno spazio di intermediazione sociale alla famiglia, ai corpi intermedi e alla comunità. Pilastro di questo cambiamento è oggi la legge regionale n. 3 del 2008 "Governo della rete degli interventi e dei servizi alla persona in ambito sociale e sociosanitario", con la quale abbiamo attuato la revisione della legislazione lombarda in ambito sociale e sociosanitario. Lo abbiamo fatto mobilitando tutta la società e modificando il ruolo del pubblico: non più erogatore diretto, ma attore di governo del sistema. Si tratta di un mutamento epocale, non soltanto in campo socio-assistenziale, ma anche nella sanità, nelle politiche per l´istruzione, per la formazione e per il lavoro". .