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MERCOLEDI
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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 09 Dicembre 2009 |
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COME LE INTERAZIONI BATTERICHE CAUSANO LE INFEZIONI |
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Bruxelles, 9 dicembre 2009 - Un team di ricerca finanziato dall´Unione europea ha individuato una nuova serie di geni che potrebbero essere alla base delle infezioni causate dai microrganismi patogeni, come ad esempio lo streptococco di gruppo A, che ogni anno causa migliaia di decessi. Lo studio è stato svolto come parte del progetto Pathogenomics - finanziato dall´Ue con 3 milioni di euro nell´ambito del Sesto programma quadro (6° Pq) - e aiuterà gli scienziati a chiarire meglio come le interazioni batteri-ospite causano le infezioni da streptococco. I risultati sono pubblicati nella rivista Plos (Public Library of Science) Pathogens. L´aumento delle infezioni causate da microrganismi patogeni è dovuto sia alla sempre maggiore resistenza dell´organismo agli antibiotici che al turismo e alla migrazione globale. Uno di questi microrganismi patogeni umani è lo streptococco di gruppo A (Gas), comunemente presente nel tratto respiratorio superiore. Il batterio, che di solito rimane inattivo, può però a volte causare una serie di malattie: da semplici infezioni della pelle e della gola (ad es. Impetigo e faringite), fino a patologie gravi come la sindrome da shock tossico o la fascite necrotizzante (negli ultimi anni ampiamente pubblicizzata dai media come "malattia mangia-carne"). Il batterio causa anche la febbre reumatica e la cardiopatia reumatica che ogni anno causano circa 500. 000 decessi. Il progetto Pathogenomics ("Trans-european cooperation and coordination of genome sequencing and functional genomics of human-pathogenic microorganisms") ha l´obiettivo di riunire programmi di ricerca in diversi paesi, per finanziare e coordinare progetti di ricerca sulla genomica. Attualmente non è ancora chiaro perché il batterio Gas a volte causi malattie patogeniche. Di solito esso è presente come "comunità" - non come singolo microrganismo - e pertanto il sistema di comunicazione tra i vari batteri è di fondamentale importanza per poter determinare l´interazione batterica con l´ospite. Gran parte della comunicazione tra le cellule batteriche avviene attraverso molecole segnalatrici secrete e "percepite" dai batteri. Quando il numero di molecole segnalatrici è abbastanza alto, può attivare l´espressione di geni capaci di coordinare il comportamento delle cellule batteriche. Questa attivazione avviene, tuttavia, soltanto se la densità di popolazione batterica è abbastanza alta (un meccanismo chiamato "quorum sensing". Lo studio, guidato dal professor Emanuel Hanski della Facoltà di medicina presso l´Università ebrea di Gerusalemme, è riuscito ad individuare una nuova serie di geni nel batterio Gas e nello streptococco di gruppo G (Ggs). Questi geni sono attivati da un peptide quorum-sensing - il Silcr - che non è attivo nei ceppi di Gas altamente invasivi. Questo indica che i geni recentemente scoperti potrebbero essere coinvolti nella colonizzazzione e nell´instaurarsi di rapporti di convivenza tra ospite e batteri. I risultati della ricerca dimostrano altresì che i ceppi Gas e Ggs riescono a "sentire" le rispettive molecole Silcr, il che significa che sono in grado di coordinare la loro patogenicità e di creare un nuovo meccanismo di comunicazione fra le stesse. "Questo studio apre delle possibilità interessanti per il controllo della patogenicità dello streptococco di gruppo A, che è causa di una serie di gravi malattie invasive", ha detto la dottoressa Marion Karrasch-bott dell´istituto di ricerca tedesco Forschungszentrum Jülich Gmbh, coordinatrice del progetto Pathogenomics. Ed ha aggiunto: "I ricercatori non hanno soltanto individuato un nuovo elemento genetico che controlla la virulenza batterica, ma anche una serie di geni controllati da tale elemento. Questo ci aiuterà a capire meglio come le interazioni batteri-ospite possono in alcuni casi condurre alla coesistenza o, in altri, all´instaurarsi di gravi infezioni. Eventualmente si potrà giungere allo sviluppo di farmaci innovativi capaci di impedire ai batteri di prendere la decisione sbagliata". Per maggiori informazioni, visitare: Pathogenomics: http://www. Pathogenomics-era. Net Plos Pathogens: http://www. Plospathogens. Org/home. Action . |
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PER ESSERE FORTI E SANI I MUSCOLI DEVONO "BUTTARE LA SPAZZATURA" |
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Bruxelles, 9 dicembre 2009 - Un gruppo di ricerca finanziato dall´Unione europea ha scoperto che i muscoli, per rimanere forti e sani, devono eliminare i propri prodotti di scarto. I risultati dello studio dell´equipe, pubblicati sul numero di dicembre della rivista Cell Metabolism, potrebbero portare a nuove cure per le malattie che compromettono la funzionalità dei muscoli. Nel corso della "ripulitura" dei muscoli - nota come "autofagia" - le cellule muscolari vengono liberate dai prodotti di scarto quali gli organuli usati, i granuli tossici di proteine e i patogeni. Lo studio è parte di due progetti finanziati dall´Unione europea, Myoage ("Understanding and combating human age-related muscle weakness") che ha ricevuto 11,2 milioni di euro dal tema "Salute" del Settimo programma quadro (7° Pq) e Exgenesis ("Health Benefits of exercise: identification of genes and signalling pathways involved in effects of exercise on insulin resistance, obesity and the metabolic syndrome"), finanziato con 12,7 milioni di euro dal tema "Scienze biologiche, genomica e biotecnologie per la salute" del Sesto programma quadro (6° Pq). Il gruppo di ricerca, guidato dal dottor Marco Sandri dell´Università di Padova (Italia), ha effettuato test su topi che mancavano del gene che presiede al processo autofagico. I topi hanno mostrato chiari segni di debolezza e atrofia muscolare la cui incidenza aumentava col crescere dell´età. "Se il sistema di rimozione di quanto è danneggiato non funziona e il danno persiste, ne risentono le fibre muscolari", dice il dott. Sandri. Tra i danni alle cellule muscolari c´è l´accumulo di proteine degradate e di radicali liberi, oltre al danno alle strutture interne delle cellule. Alla fine alcune cellule muscolari possono morire "e i muscoli, con l´avanzare dell´età, si indeboliscono sempre di più", spiega il dott. Sandri. Il gruppo di ricerca ha notato che il processo di atrofizzazione nei muscoli dei topi mostra qualche similitudine con alcune malattie di degenerazione muscolare degli esseri umani. I risultati dello studio possono dunque chiarire il processo di l´indebolimento muscolare negli esseri umani, come ad esempio la sarcopenia, il processo dovuto all´invecchiamento. Se da una parte l´autofagia è un processo di fondamentale importanza per la salute dei muscoli, un eccesso di autofagia può portare alla denegerazione e a patologie muscolari. Lo studio dimostra quanto sia importante, per i muscoli, il mantenimento di un livello normale di autofagia. Per il gruppo di ricerca questa scoperta è stata una sorpresa. "All´inizio pensavamo che un livello ridotto di autofagia potesse proteggere dall´atrofia", dice il dott. Sandri. "I dati indicano però il contrario. Ci siamo resi conto che se non si rimuove il danno, si instaura la debolezza. Secondo il dott. Sandri, la scoperta può avere implicazioni cliniche importanti: potrebbe permettere di sviluppare terapie contro il degrado delle proteine, per riuscire a curare alcune patologie legate alla degenerazione muscolare. In alcuni casi, però, "potrebbe rivelarsi più indicato attivare l´autofagia e rimuovere gli elementi di scarto delle cellule," continua Sandri. Il gruppo di ricerca ritiene che trattamenti simili potrebbero contribuire a rallentare il processo di sarcopenia dovuta all´invecchiamento. I ricercatori fanno anche notare che un altro studio ha indicato una simile perdita di efficacia del processo autofagico come parte del processo di invecchiamento. Per maggiori informazioni, visitare: Cell Metabolism: http://www. Cell. Com/cell-metabolism/home Università di Padova: http://www. Unipd. It/en/index. Htm . . |
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NUOVO PATTO PER LA SALUTE PER GLI ANNI 2010-2012 |
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Roma, 9 dicembre 2009 - Nella seduta del 3 dicembre 2009 è stato siglato tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano il Nuovo Patto per la Salute 2010–2012, che dovrà poi confluire in Finanziaria. Il Patto per la Salute è un accordo finanziario e programmatico tra il Governo e le Regioni, di valenza triennale, in merito alla spesa e alla programmazione del Servizio Sanitario Nazionale, finalizzato a migliorare la qualità dei servizi, a promuovere l’appropriatezza delle prestazioni e a garantire l’unitarietà del sistema. Sono appunto le regioni ad avere il compito di assicurare l’equilibrio economico finanziario della gestione sanitaria, in condizioni di efficienza ed appropriatezza. Da parte sua, lo Stato si impegna ad assicurare 104. 614 milioni di euro per l’anno 2010 e 106. 934 milioni di euro per l’anno 2011, un incremento del 2,8%; per l’anno 2012. Per quanto attiene alle esigenze di adeguamento strutturale e tecnologico del Ssn si è convenuto sull’opportunità di ampliare lo spazio di programmabilità degli interventi previsti nel programma straordinario di investimenti di edilizia sanitaria, elevandolo dagli attuali 23 miliardi di euro, a 24 miliardi di euro, e sulla possibilità di utilizzare, per gli interventi di edilizia sanitaria, anche le risorse Fas di competenza regionale. Governo e Regioni convengono che settori strategici in cui operare al fine di qualificare i servizi sanitari regionali e garantire maggiore soddisfacimento dei bisogni dei cittadini ed al tempo stesso un maggior controllo della spesa sono: - riorganizzazione delle reti regionali di assistenza ospedaliera; - assistenza farmaceutica; - governo del personale; - qualificazione dell’assistenza specialistica; - meccanismi di regolazione del mercato e del rapporto pubblico privato; - accordi sulla mobilità interregionale; - assistenza territoriale e post acuta; - potenziamento dei procedimenti amministrativo contabili; - rilancio delle attività di prevenzione. Quanto agli Organismi di monitoraggio, da una parte sono confermate le funzioni del Tavolo di verifica degli adempimenti e del Comitato permanente per la verifica dei Livelli essenziali di assistenza, dall’altra è istituita la Struttura di monitoraggio paritetica, composta da: sei rappresentanti del Ministero dell’economia e delle finanze, del Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali e del Dipartimento per gli Affari regionali; sei rappresentanti delle regioni (tre di competenza economica e tre di competenza sanitaria); un rappresentante della Segreteria della Conferenza delle Regioni e Province autonome ed un rappresentante della Segreteria della Conferenza Stato-regioni. Tale Struttura, il cui Presidente è scelto d’intesa fra lo Stato e le Regioni, si avvale del supporto dell’Agenas e dell’Aifa, e provvede all’aggiornamento degli strumenti di valutazione e monitoraggio, da sottoporre all’approvazione della Conferenza Stato Regioni. Circa l’assistenza farmaceutica e i dispositivi medici, Governo e Regioni si impegnano a costituire un apposito tavolo che formuli una organica proposta entro 30 giorni, sulla base dei seguenti principi: a) definizione di modalità e strumenti per il governo dell’assistenza farmaceutica ospedaliera; b) garanzia - da parte dell’Aifa – di mettere a disposizione delle Regioni dati analitici sui consumi farmaceutici; c) revisione dell’attuale disciplina del ricorso ai farmaci “off label"; d) monitoraggio della spesa farmaceutica, al fine di formulare proposte per assicurare il rispetto dei tetti programmati. Al fine di promuovere una più adeguata distribuzione delle prestazioni assistenziali domiciliari e residenziali, rivolte a pazienti anziani non autosufficienti, si conviene che: a) anche al fine di agevolare i processi di de-ospedalizzazione, nelle singole regioni e province autonome la dotazione di posti letto di residenzialità e delle strutture di semiresidenzialità e l’organizzazione dell’assistenza domiciliare per i pazienti anziani e altri soggetti non autosufficienti, sono oggetto di uno specifico atto di programmazione integrata, in coerenza con le linee prestazionali previste nel vigente Dpcm di fissazione dei Lea; b) l’ammissione alle varie forme di assistenza residenziale e domiciliare è subordinata ad una valutazione multidimensionale effettuata con gli strumenti valutativi già concordati dalle Regioni con il Ministero, del lavoro, della salute e delle politiche sociali; c) sono definitivamente attivati i flussi informativi relativi alle prestazioni di assistenza domiciliare e di assistenza residenziale afferenti al Nuovo sistema informatico sanitario (Nsis). La valorizzazione delle prestazioni registrate in tali flussi informativi deve coincidere con i valori riportati nel modello La, relativi all’assistenza residenziale e domiciliare. Quanto al monitoraggio e alla verifica dei Livelli Essenziali di Assistenza (Lea), si conviene di aggiornare il provvedimento relativo al sistema di indicatori di garanzia (di cui all’articolo 9 del decreto legislativo 18 febbraio 2000, n. 56), nonché di utilizzare, nella fase transitoria, l’apposito set di indicatori, già approvato per l’anno 2007 dal Comitato permanente per la verifica dei Lea, e di monitorare l’andamento degli stessi Lea in relazione alla definizione dei costi standard in attuazione del federalismo fiscale. . |
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PUGLIA E REGIONI SUD DICONO NO A PATTO PER LA SALUTE |
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Bari, 9 dicembre 2009 - L’assessore alle Politiche della Salute, Tommaso Fiore , ha illustrato il 4 dicembre alla stampa i motivi per i quali la Puglia, in caso di non modifiche piano di riparto del fondo sanitario regionale, non firmerà l’accordo con il Governo nazionale. “Il patto per salute così com’è – ha detto Fiore – non tiene conto delle condizioni socio-economiche e degli squilibri territoriali del mezzogiorno. La Puglia con i criteri e i fondi previsti potrebbe rischiare il commissariamento e per questo non firmeremo. Sono d’accordo con noi tutte le regioni del Sud, comprese Abruzzo e Sardegna governate dal centrodestra”. “La proposta del governo per la Puglia - ha spiegato l’assessore - è irrilevante, si passa da una quota di accesso al Fondo del 6,68% del 2009 a quella del 6,66% del 2010, sia pure su una quota complessiva lievemente più alta. Non vogliamo arrivare al no alla firma perchè si aprirebbe una grave crisi politica se si creasse una crisi all´interno della Conferenza Stato-regioni, che rappresenta l´ultimo collante di questo Paese”. “La situazione - ha precisato l´assessore - dal punto di vista politico è drammatica, ed è pesantissima dal punto di vista tecnico per la tenuta del nostro servizio sanitario regionale”. Tutte le regioni meridionali hanno chiesto di rivedere i criteri di riparto che sono assolutamente ingiusti. Quelli attuali privilegiano solo l´età nella ripartizione, privilegiando le Regioni con una fascia anziana di popolazione. Mentre tutta l’Italia meridionale ha fasce di popolazione meno anziane”. . |
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PATTO SALUTE: CHIODI (ABRUZZO), DA RITENERSI INTESA SODDISFACENTE |
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Roma, 3 dic. - "Un lungo e attento lavoro di mediazione che noi riteniamo comunque soddisfacente". È il commento del presidente della Regione, Gianni Chiodi, al termine della riunione della Conferenza delle Regioni che ha dato l´assenso di massima al Patto della salute 2010-2012. I presidenti hanno presentato nel pomeriggio nel corso della Conferenza Stato-regioni una serie di emendamenti da inserire nella stesura finale del Patto. Il presidente Chiodi ha comunque parlato da un lato di "importanti aperture del governo per quanto riguarda i fondi" e dall´altro "di situazioni che possono essere oggetto di ulteriore limatura". Per quanto riguarda l´Abruzzo, il presidente Chiodi ha detto che in sede di Conferenza delle regioni è stato presentato un emendamento al Patto che riguarda il blocco del turnover. "Un blocco così rigido e radicale del turnover ? ha detto Chiodi ? rende non coerente il sistema sanitario regionale rispetto ai servizi che esso deve garantire. Per questo abbiamo presentato un emendamento che produca la deroga del blocco del turnover, applicato alle regioni sotto controllo con Piano di rientro, compatibilmente con le esigenze del Piano di rientro stesso. Devo dire che in questo senso il Governo su richieste del genere ha mostrato una certa rigidità, ma era comunque nostro dovere sollevare il problema". Altro punto che interessa l´Abruzzo è la figura del commissario straordinario per l´attuazione del Piano di rientro, che in Abruzzo, unioca regione tra quelle commissariate, è un soggetto esterno nominato dal Governo. Il Patto ha di fatto sancito la norma che il commissario sarà il presidente della Regione. "Con questa norma ? ha concluso Chiodi ? vogliamo dimostrare che i presidente delle Regioni, come sistema delle Regioni, sono in grado di affrontare i problemi legati al controllo della spesa sanitaria. È chiaro che quando il presidente-commissario risulta inadempiente su uno o alcuni punti del Piano di rientro, il Governo nomina un commissario ad acta per quegli atti non fatti". . |
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CALABRIA: SOTTOSCRITTO PATTO PER LA SALUTE 2010-2012 |
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Reggio Calabria, 9 dicembre 2009 - L’accordo che Governo e Regioni hanno sottoscritto il 3 dicembre sul Patto per la salute 2010-2012 rappresenta – informa una nota dell’ufficio stampa della Giunta - un deciso passo in avanti rispetto alle ipotesi iniziali del Governo. “L’aspetto più rilevante - ha affermato il vicepresidente, Domenico Cersosimo che ha partecipato ai lavori della Conferenza dei Presidenti delle Regioni e poi alla Conferenza Stato-regioni - è la definizione delle risorse relative al Fondo Sanitario Nazionale che da una proposta di crescita zero per il 2010, ha incrementato di 2mild di euro arrivando a 106 miliardi”. Apprezzabile risultato si realizza anche nella parte relativa alle regole, passando d’attuale modello di governance centralizzato ad un sistema istituzionale più equilibrato con un potere regionale molto più marcato. “Si definisce in maniera precisa, che per le Regioni in disavanzo, nel caso di inadempienza all’obbligo di redazione del piano di rientro o di non raggiungimento degli obiettivi del piano – ha aggiunto Cersosimo - il commissario sarà il presidente della Regione stessa. Solo nel caso in cui il commissario non adotti gli atti previsti dal piano di rientro si nominerà un commissario ad acta per la realizzazione degli atti specifici. Scompare così la figura del sub commissario che finora ha funzionato da longa manus del Governo sulla gestione della sanità regionale”. Resta la criticità relativa al fatto che la nomina del commissario ad acta è di competenza esclusiva del Consiglio dei Ministri, sebbene sentita la Regione. Per quanto riguarda la parte tecnica è prevista le costituzione ex novo di una struttura tecnica di monitoraggio, presso la Conferenza Stato-regioni. “Ciò consentirà – ha sostenuto Cersosimo - di ridimensionare la curvatura esclusivamente economicistica del cosiddetto ‘tavolo Massicci’ conferendo una più adeguata sovranità di programmazione e di gestione dei sistemi sanitari da parte delle singole Regioni” Il patto sottoscritto non risolve tutti i problemi, permangono limiti e criticità. “Il Governo - ha detto inoltre il vicepresidente - si è mostrato sordo alle esigenze manifestate dalle regioni, rifiutando qualsiasi forma di aiuto alle regioni con disavanzo, costringendo a digerire il rospo di un utilizzare improprio dei Fas regionali per coprire i debiti sanitari, traslando dunque risorse importanti per lo sviluppo alla spesa corrente. Altrettanto penalizzante è il blocco automatico e indiscriminato del turn-over del personale del servizio sanitario regionale per due anni e il divieto di effettuare spese non obbligatorie diverse dalla sanità, per le regioni in disavanzo. Ciò è particolarmente penalizzante perché da un lato non consente la necessaria immissione di personale medico e sanitario giovane e dall’altro non consente le spese in settori vitali per le collettività, come l’assistenza e la cultura”. Resta ancora sospeso e critico un punto fondamentale che riguarda la ripartizione delle risorse finanziarie determinate nel Patto. “le Regioni meridionali - ha concluso Cersosimo - hanno chiesto di introdurre nuovi criteri che non penalizzino i sistemi economici più gracili e sottoposti a fenomeni di disaggio sociale diffuso. In particolare è iniquo un criterio basato sull’incremento demografico e sulla composizione della popolazione per fasce d’età. È infatti inevitabile che Regioni come quelle del Mezzogiorno caratterizzate da una precaria base economica finiscano per crescere meno sotto il profilo demografico e che allo stesso tempo siano interessate da una perdita di popolazione giovane a causa dell’emigrazione”. . |
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SARDEGNA: "PATTO PER LA SALUTE" |
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Cagliari, 9 Dicembre 2009 - "Il "Patto per la salute", che diventerà un emendamento alla Finanziaria nazionale, è un passo importante negli accordi tra Stato e Regioni - ha commentato l´Assessore regionale della Sanità, Antonello Liori, presente il 3 dicembre a Roma per la firma dell´accordo riferito agli anni 2010/12 - perché contiene le direttive di attuazione della spesa sanitaria, settore nel quale è assolutamente necessario voltare pagina. Dobbiamo uscire dalla fase emergenziale, anche perchè nei prossimi anni le Regioni in rosso subiranno l´aumento di Irap ed Irpef, l´inserimento dei ticket sanitari ed il controllo preventivo delle delibere con un pericoloso rallentamento dell´attività amministrativa. La Sardegna dovrà saper trarre rilevanti vantaggi da questo Patto riuscendo a migliorare i propri interventi, ad assicurare i Lea (Livelli essenziali di assistenza) e ad ottimizzare le risorse al fine di evitare gli sprechi. Sono ottimista e convinto che ci riusciremo, imboccando una strada di ‘spesa virtuosa’ che avvicinerà la Sardegna agli standard di alcune regioni del nord. Sarebbe un importante risultato del quale apprezzeremo i benefici nei prossimi anni. " . |
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APPROVATO PATTO SALUTE, DE FILIPPO (BASILICATA): SERVE PIU’ ATTENZIONE |
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Potenza, 9 dicembre 2009 - La conferenza Stato-regioni ha approvato il patto per la salute. Il Patto garantisce stabilità per i prossimi tre anni per affrontare le questioni principali della sanità. Per finanziare il servizio sanitario nazionale lo Stato si impegna ad assicurare 104. 614 milioni di euro per il 2010, 106. 934 milioni per il 2011, mentre per il 2012 si impegna ad assicurare risorse aggiuntive tali da garantire un incremento del livello del finanziamento rispetto al 2011 del 2,8%". A queste cifre vanno però aggiunte "risorse aggiuntive" per 1. 600 milioni nell´anno 2010 e per 1. 719 milioni per il 2011. Questo porta la dotazione complessiva del fondo destinato alle Regioni a 106. 214 milioni di euro per il prossimo anno e a 108. 653 milioni per il 2011. Nel 2009 la dotazione del fondo sanitario nazionale, distribuita alle Regioni, era stata di 100 miliardi e mezzo. La firma del Patto per la salute è collegata allo sblocco dei Par-fas (i piani attuativi regionali) per realizzare infrastrutture con i finanziamenti del fondo Fas per le aree sottoutilizzate. Entro dicembre dovrebbe riunirsi il Cipe per sbloccare i fondi. Anche una parte delle risorse del Fondo per l´erogazione ai lavoratori dipendenti del settore privato dei trattamenti di fine rapporto gestito dell´Inps e in capo al Tesoro andrà a far parte delle coperture del Patto per la Salute, si tratta di 3 miliardi solo nel 2010. Lo prevede l´emendamento del Governo alla Finanziaria depositato oggi in commissione Bilancio alla Camera. "La disposizione - si legge nella relazione tecnica all´emendamento - è diretta a prevedere la continuità di versamento in entrata al bilancio dello Stato delle risorse accertate dal fondo costituito in Tesoreria e gestito dall´Inps derivanti dai versamenti dei datori di lavoro che abbiano alle proprie dipendenze un numero di addetti pari o superiore a 50. Da tale disposizione - sottolinea la relazione - non derivano effetti in termini di indebitamento netto delle Pa, ma solo effetti positivi in termini di saldo netto da finanziare stimabili in 3,1 milioni di euro per l´anno 2010, 2,600 milioni per l´anno 2011 e 2. 000 per l´anno 2012". Lo Stato potrà erogare un anticipo di liquidità, fino a un massimo 1 miliardo di euro, alle Regioni sottoposte a piani di rientro per l´estinzione dei debiti pregressi fino a tutto l´anno 2005. Somme che le Regioni saranno tenute a rimborsare. Le Regioni con la sanità ´in rosso´ che non presentano piani di rientro o i cui piani di rientro non passano le verifiche previste, rischiano un aumento dell´Irap e dell´addizionale Irpef. Le Regioni del Sud, tra cui la Basilicata, hanno chiesto garanzie sulla ripartizione dei fondi per la sanità per il 2010. Le Regioni del Centro-nord si sono impegnate a far fronte alle esigenze dei territori più svantaggiati. "Noi abbiamo i conti della sanità in ordine - ha detto il 3 dicembre il Presidente della Basilicata Vito De Filippo - ma ci vuole un incremento percentuale del fondo proporzionale alle esigenze di servizi. Sono convinto che nella ripartizione le Regioni troveranno un’intesa unitaria e costruiranno un percorso collaborativo con un Governo, che fino ad oggi non sempre ha scandito in maniera puntuale le operazioni sul tema della sanità”. . |
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RICERCA FVG: NUOVE OPPORTUNITA´ PER LA BIOMEDICINA |
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Trieste, 9 dicembre 2009 - La Regione Friuli Venezia Giulia farà uscire a breve un bando per progetti di ricerca industriale, sviluppo sperimentale e formazione nel settore della biomedicina molecolare che, utilizzando a questo scopo una linea di finanziamento attivata dal ministero dell´Istruzione, dell´Università e della Ricerca (Miur) a favore del distretto tecnologico regionale di Biomedicina molecolare, potrà contare su una dotazione finanziaria di 5 milioni di euro. Lo ha annunciato l´assessore ad Università e Ricerca, Alessia Rosolen, a margine della presentazione svoltasi nella sede triestina di Friulia, alla presenza - tra gli altri - dell´amministratore delegato della finanziaria regionale, Federico Marescotti, e dei rappresentanti di alcune aziende italiane che operano sul territorio e che sosterranno le singole aree tematiche del bando: Italtbs per e-health, Euroclone per lo sviluppo di piattaforme tecnologiche, Actimex per nutrizione e salute e Bracco per ambiente e salute. "Questo bando - ha spiegato Rosolen - nasce da una forte volontà dell´Amministrazione regionale di cogliere le proposte e le esigenze della base locale, quelle formulate dalle imprese ma anche dagli enti di ricerca". L´obiettivo, ha aggiunto l´assessore, è quello di migliorare la competitività e l´attrattività del Friuli Venezia Giulia attraverso la valorizzazione del sistema dell´offerta di ricerca regionale con il finanziamento di progetti scientifici e lo sviluppo di un sistema integrato tra formazione, ricerca e produzione, favorendo a questo proposito la collaborazione tra Università, enti di ricerca, parchi scientifici, imprese e mondo della finanza. . |
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PATTO SALUTE: SANDRI (VENETO), “NOSTRO GIUDIZIO E’ POSITIVO. AVVIATO CAMMINO VERSO COSTI STANDARD E LOTTA AGLI SPRECHI” |
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Venezia, 9 dicembre 2009 - “Il giudizio del Veneto sul nuovo Patto della Salute a cui è stato dato il via libera è positivo, perché vi si ritrovano vari aspetti ai quali tenevamo molto”. Lo ha dichiarato l’Assessore regionale alla Sanità del Veneto Sandro Sandri, il 3 dicembre pomeriggio a Roma, all’uscita della Conferenza Stato-regioni. “In particolare – dice Sandri – mi riferisco alla scomparsa di risorse aggiuntive che negli anni scorsi erano riservate alle Regioni in profondo rosso e che venivano prelevate dalle altre; e al chiaro indirizzo verso l’applicazione dei costi standard con l’attuazione del federalismo fiscale, nel cui ambito il Veneto sarà considerato tra le Regioni di riferimento”. “Bene – secondo Sandri – anche la conferma della parte finanziaria del Patto, sulla base della quale il Veneto può contare sin da oggi su 667 milioni di euro in più nel triennio 2010-2012; nonchè la conferma che potremo contare su nuovi fondi ex articolo 20 per finanziare altri progetti di miglioramento della nostra edilizia ospedaliera”. . |
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"LA TUTELA DELLA SALUTE IN PROVINCIA DI TRENTO"APPROVATO IL DISEGNO DI LEGGE DI RIFORMA |
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Trento, 3 dicembre 2009 - Su proposta dell´assessore alla salute e politiche sociali Ugo Rossi, la Giunta provinciale ha approvato, il 3 dicembre, il disegno di legge "La tutela della salute in provincia di Trento". Ora sarà inviato al Consiglio provinciale per la discussione da parte dell´organo legislativo. Nel nuovo disegno di legge le funzioni di indirizzo e programmazione sono riservate alla Giunta provinciale, il consiglio sanitario provinciale è invece l´organo consultivo tecnico-scientifico, il consiglio distrettuale per la salute - istituito presso ciascun distretto sanitario - promuove la partecipazione degli enti locali alla definizione e all’attuazione delle politiche per la salute, la Provincia assicura inoltre la valorizzazione e la responsabilizzazione dei professionisti operanti nell’ambito del servizio sanitario provinciale. Sono trascorsi sedici anni dall´approvazione della legge provinciale che disciplina il servizio sanitario provinciale. Il disegno di legge licenziato oggi dalla Giunta provinciale vuole fare sintesi del dibattito sulla riforma della sanità avvenuto nelle sedi istituzionali e presso la pubblica opinione e che ha portato alla presentazione di diversi disegni di legge. Il Consiglio delle autonomie locali ha espresso parere positivo sul disegno di legge, che è stato esaminato e discusso anche dal Consiglio sanitario provinciale. Nei primi articoli il disegno di legge definisce il servizio sanitario provinciale come "il complesso delle risorse umane, dei servizi, delle attività, delle strutture, delle tecnologie e degli strumenti destinati, in modo coordinato e integrato, alla tutela e promozione della salute dei cittadini, mediante la prevenzione, incluse la sicurezza alimentare e la sanità animale, la diagnosi, la cura e la riabilitazione". Concorrono al funzionamento del servizio sanitario provinciale gli enti locali, l’azienda provinciale per i servizi sanitari, i professionisti convenzionati per l’assistenza territoriale, i soggetti pubblici accreditati e privati convenzionati gestori di servizi ed erogatori di prestazioni nonché le associazioni di volontariato che perseguono fini di tutela della salute e di servizio sociale. Universalità, equità e solidarietà; centralità del cittadino, titolare del diritto alla salute; approccio globale e unitario ai bisogni di salute, secondo criteri di appropriatezza, efficacia e sicurezza; uguaglianza sostanziale e accessibilità ai servizi su tutto il territorio provinciale; promozione e valorizzazione della partecipazione degli enti locali, delle associazioni sociali e sindacali, dei cittadini, dei pazienti nonché degli operatori sanitari al servizio sanitario provinciale; economicità, efficienza gestionale e responsabilizzazione del cittadino: sono i principi a cui si ispira il servizio sanitario provinciale. Tra le novità previste dal disegno di legge c´è inoltre l´istituzione, presso il dipartimento provinciale competente in materia di sanità, dell´osservatorio per la salute, con funzioni di supporto tecnico-scientifico della Giunta provinciale, di monitoraggio dello stato di salute della popolazione e di rilevazione e verifica delle prestazioni erogate dal servizio sanitario provinciale. Viene inoltre promossa, congiuntamente agli enti locali, l’integrazione socio-sanitaria dei servizi finalizzati a soddisfare bisogni di salute della persona che necessitano dell’erogazione congiunta di prestazioni sanitarie e di azioni di protezione sociale allo scopo di garantire la continuità curativa e assistenziale nell’area materno-infantile, anziani e disabilità. Sono previste anche norme specifiche per la cooperazione interregionale e per il contenimento dei tempi di accesso alle prestazioni sanitarie . Al direttore generale dell´Azienda provinciale per i Servizi Sanitari è riservata la nomina del direttore sanitario, del direttore amministrativo, del direttore per l´integrazione socio-sanitaria e dei responsabili delle articolazioni organizzative aziendali. Il consiglio di direzione, composto dal direttore generale, dal direttore sanitario, dal direttore per l´integrazione socio-sanitaria e dal direttore amministrativo, approva il bilancio di previsione, il programma annuale delle attività e il bilancio di esercizio dell´Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari. . |
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VIMERCATE, CONCLUSA COSTRUZIONE NUOVO OSPEDALE TEMPI RISPETTATI, SOLO TRE ANNI PER I LAVORI |
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Vimercate/Mb, 9 dicembre 2009 - Un nuovo ospedale con 500 posti letto, realizzato in soli 3 anni su una superficie di oltre 100. 000 metri quadri e dotato delle migliori tecnologie, oltre che di strutture confortevoli e accoglienti (che si affacciano su un parco), in grado dunque di soddisfare le esigenze di cura, ma anche di garantire il contatto e l´integrazione con la città. Sono queste alcune delle principali caratteristiche del nuovo ospedale di Vimercate, i cui lavori di costruzione si sono conclusi lo scorso 15 ottobre. Sono state ora avviate le attività di fornitura e installazione delle attrezzature e degli arredi. "Abbiamo rispettato i tempi prefissati - ha sottolineato il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni visitando oggi la struttura, insieme all´assessore alla Sanità, Luciano Bresciani - e mantenuto la promessa fatta, mobilitando per quest´opera 215 milioni. Realizzare un ospedale da 500 posti letto in soli 3 anni è un´impresa davvero lodevole. In Italia il tempo medio impiegato per costruire un ospedale è 12 anni: a noi ne sono bastati molti meno, la metà della metà". Presenti all´appuntamento del 4 dicembre anche l´assessore alla Qualità dell´Ambiente, Massimo Ponzoni, e tutte le autorità cittadine e provinciali. Il Cantiere - "La rapidità nelle costruzione del complesso - ha proseguito Formigoni - che rispetta tutte le più recenti norme antisismiche e antincendio, si è accompagnata, tra l´altro, con un elevato livello di sicurezza". Nel gennaio 2008 il cantiere (primo in Italia di un ospedale in costruzione) ha ottenuto infatti il Bollino Blu da parte della Cassa Edile di Milano, un´attestazione che fa riferimento al rispetto delle condizioni di sicurezza e delle regolamentazioni. Per la realizzazione dell´ospedale, Infrastrutture Lombarde spa ha svolto il ruolo di stazione appaltante. Le Strutture - "Quando progettammo l´ospedale - ha proseguito Formigoni - il nostro scopo era di realizzare un nuovo centro in grado di soddisfare sempre meglio le richieste di cura provenienti non solo dal nostro territorio, ma anche da altre Regioni. A questa domanda era necessario rispondere prontamente costruendo un nuovo complesso ospedaliero dotato di una superficie doppia rispetto a quella occupata dalla struttura storica, nel quale potesse essere riservata particolare attenzione a servizi strategici come l´accoglienza e l´attività ambulatoriale, e nel quale sviluppare le attività di chirurgia vascolare, oncologia medica e medicina nucleare". Il nuovo nosocomio è suddiviso in tre blocchi. Il primo, su tre piani e con un livello seminterrato, è destinato all´accoglienza: al primo piano del parallelepipedo si trova l´area commerciale, il servizio di ricezione e accettazione dell´ospedale. Il secondo blocco consiste in un edificio rettangolare, detto "piastra" dove sono collocati i servizi veri e propri dell´ospedale: chirurgia, sale operatorie (11 più una sala parto), radiologia, pronto soccorso e tutte le funzioni sanitarie. Il terzo blocco, destinato alla degenza, è immerso nel verde che circonda l´ospedale. Viene collegato con la piastra ed è costituito da quattro edifici a "petalo" disposti a semi-raggiera. "Si tratta - ha detto Bresciani - di una struttura adeguata ai bisogni dei pazienti e del personale, in linea con la mutata situazione demografica e sociale e pienamente inserita nella rete dei presidi lombardi". Accoglienza - "Un elemento importante che balza all´occhio - ha notato Formigoni - è il clima di accoglienza di questo ospedale. La trasparenza delle ampie vetrate della hall, ad esempio, realizza una perfetta integrazione tra questa struttura e la città di Vimercate, superando lo stereotipo coltivato in passato che vedeva nell´ospedale un luogo chiuso e d´isolamento. Questo passo in avanti risponde alla nostra visione della malattia come momento che fa parte della vita delle persone e dalla quale è possibile guarire senza mai perdere il contatto con il mondo esterno". Tecnologie - "L´ospedale - ha detto ancora Formigoni - avrà a disposizione tutte le più avanzate tecnologie biomediche e informatiche e sarà il primo senza carta perché in tutti i reparti sarà utilizzata la cartella clinica elettronica". L´ospedale è completamente cablato con fibra ottica: ogni letto, dunque, sarà dotato di una stazione polifunzionale al quale potranno accedere gli stessi pazienti oltre che il personale sanitario che potrà visualizzare le immagini diagnostiche e i dati clinici. E´ stato dotato anche di un impianto di cogenerazione alimentato a gas che garantisce la completa copertura dei fabbisogni di energia elettrica. Il Contesto - L´azienda ospedaliera di Desio e Vimercate può contare su 5 presidi ospedalieri (Vimercate, Carate Brianza, Desio, Giussano, Seregno), 10 presidi ambulatoriali e 15 strutture psichiatriche e nueropsichiatriche. L´azienda ospedaliera di Vimercate ha garantito nel 2008 1,6 milioni di prestazioni ambulatoriali (1,5 milioni nel 2007) e ha avuto, sempre nel 2008, 72. 000 accessi in pronto soccorso (69. 000 nel 2007). . |
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TRENTO: APPROVATI DALLA GIUNTA PROVINCIALE GLI OBIETTIVI 2010 PER L´AZIENDA SANITARIA |
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Trento, 9 dicembre 2009 - Apertura sperimentale in un distretto sanitario di un Punto unico di accesso e presa in carico dell´utente, predisposizione del Piano strategico di avvio ed esercizio del Nuovo Ospedale Villa Rosa, aumento nell´erogazione dei cicli di procreazione medicalmente assistita, riorganizzazione in un unico presidio ospedaliero del servizio di flebologia, dipartimentalizzazione dei servizi amministrativi dell´Apss e la verifica sulle modalità di gestione del personale: questi gli obiettivi sui quali dovrà lavorare nel 2010 l´Azienda provinciale per i servizi sanitari. La delibera, che porta la firma dell´assessore alla salute Ugo Rossi, contenente gli obiettivi annuali specifici assegnati all´Apss per il prossimo anno è stata approvata il 3 dicembre dalla Giunta provinciale. Due le aree di intervento interessate dai 6 obiettivi: la prima riguarda i livelli di assistenza sanitaria e l´organizzazione dei servizi; la seconda le strategie per il miglioramento dei servizi. Come sempre, ad ogni obiettivo specifico è stato assegnato un "peso" in base ad una classificazione (in tre categorie A, B, C) basata sul livello di complessità e di difficoltà di realizzazione. Area 1 - Livelli Di Assistenza Sanitaria E Organizzazione Dei Servizi - Obiettivo N. 1 Distretto Sanitario - Punto unico di accesso e presa in carico: sperimentazione modello organizzativo Sperimentare, in uno dei Distretti, il modello organizzativo incentrato sulla creazione del "Punto unico di accesso e presa in carico dell´utente" per assicurare - attraverso le funzioni di informazione, coordinamento ed orientamento - la continuità assistenziale nei livelli di assistenza sanitaria e socio-sanitaria. Alla Unità valutativa multidisciplinare sarà assegnato un ruolo più incisivo ed unificante, allargandone la competenza a tutti gli interventi di assistenza sanitaria e socio-sanitaria (oggi di fatto limitati alla selezione per l´ospitalità nella Residenza sanitari assistenziale o per l´Assistenza domiciliare integrata). Obiettivo N. 2 Nuovo Ospedale Villa Rosa - Piano strategico di avvio ed esercizio Nel corso del 2011 è prevista l´apertura della nuova sede dell´ospedale Villa Rosa a Pergine quale centro di riferimento provinciale ma anche interregionale ad alta specializzazione per la riabilitazione, con una disponibilità di 132 posti letto (24 dei quali per ricovero diurno). Nella nuova e modernissima struttura troveranno collocazione varie tipologie di riabilitazione: motoria, cardiologica, respiratoria, un Nucleo stati vegetativi organizzato in moduli temporanei (6 mesi) e residenziali, ed attività didattiche e formative. In vista dell´apertura del nuovo ospedale, l´Apss dovrà predisporre nel corso del prossimo anno uno specifico Piano strategico per l´avvio e l´esercizio con relativo Piano delle attività e Piano economico-finanziario. Obiettivo N. 3 Infertilità E Sterilità - Potenziamento attività L´attività di Procreazione Medicalmente Assistita (Pma) è iniziata nel 2006 presso l´Ospedale Alto Garda e Ledro: nel corso dei primi due anni si sono avuti buoni risultati (oltre 200 i bambini nati), con una produzione annua di circa 300 cicli di Pma di 2° livello. In base ai parametri nazionali, il Centro dovrebbe essere in grado di offrire circa 500 cicli all´anno, per evitare liste d´attesa troppo lunghe che comprometterebbero la già bassa probabilità di gravidanza. Anche in ragione di un ordine del giorno approvato nel marzo scorso dal Consiglio provinciale che impegna la Giunta a sviluppare ulteriormente l´attività, con particolare riferimento all´informazione per la protezione della fertilità e la prevenzione dell´infertilità ed ai percorsi assistenziali, all´Apss è stato assegnato l´obiettivo di avvicinarsi gradualmente al parametro di 500 cicli annui, prevedendo per il 2010 di arrivare all´erogazione di almeno 400 cicli di 2° livello. Obiettivo N. 4 Flebologia - Concentrazione attività Oggi l´attività di chirurgia flebologica è erogata da diverse strutture a gestione diretta dell´Azienda sanitaria, oltre che da strutture private accreditate. Nell´intento di superare le criticità esistenti riguardo ai tempi di attesa, la Giunta provinciale ha dato mandato all´Apss di avviare nel prossimo anno presso il presidio ospedaliero S. Giovanni di Mezzolombardo, un Servizio dedicato all´attività di Flebologia che, utilizzando le risorse professionali e strumentali attualmente disponibili nella sezione day surgery - sia finalizzato a concentrare, in detta struttura, l´attività offrendo tutta una gamma di opzioni terapeutiche disponibili sul versante medico e chirurgico. Area 2 - Strategie Per Il Miglioramento Dei Servizi Obiettivo N. 5 Servizi Amministrativi - Dipartimentalizzazione A molti anni di distanza dalla creazione di un´unica Azienda sanitaria e dei diversi interventi di rimodulazione in seguito attuati, si rileva l´esistenza di ulteriori margini di azione per un intervento di razionalizzazione riguardo l´area amministrativa. In tale quadro, entro giugno 2010, l´Apss dovrà progettare la realizzazione del Dipartimento Amministrativo aziendale. Obiettivo N. 6 Personale - Processi di reclutamento, mobilità interna, flussi in uscita dall´Azienda, strumenti di gestione strategica del personale L´obiettivo finale è quello di superare alcune criticità, quali le difficoltà di reclutamento di talune figure professionali specifiche - medici ma anche dirigenti e altro personale con funzioni sia assistenziali che tecnico/amministrative - ed a garantirne la presenza stabile nelle sedi decentrate, oltre al fenomeno del deflusso di personale verso altri servizi sanitari regionali, altri enti del comparto pubblico trentino o verso soggetti privati. Qual è l´ampiezza del fenomeno? Quali le aree e le sedi maggiormente interessate? E qual è la valutazione degli strumenti gestionali finora adottati in materia di gestione del personale dell´Apss? Per saperlo l´Apss dovrà realizzare entro metà del prossimo anno uno specifico studio. L´indagine, tra l´altro, dovrà analizzare vantaggi e criticità di un approccio innovativo per migliorare l´impiego delle risorse infermieristiche secondo l´organizzazione dell´assistenza per "livelli di intensità di cura". . . |
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TRENTO: NUOVE FRONTIERE PER LA CURA DEI TUMORI PROTONTERAPIA: FIRMATO IL CONTRATTO CHE AVVIA I LAVORI L´APERTURA DEL CENTRO È PREVISTA PER IL 2013 |
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Trento, 9 dicembre 2009 - E’ partita lo scorso 3 dicembre la realizzazione del centro di Protonterapia oncologica in Trentino. Nel palazzo della Provincia autonoma di Trento è stato firmato il contratto per la realizzazione della struttura, nell’ambito di uno schema innovativo di partenariato pubblico-privato. Presenti il presidente della Provincia Lorenzo Dellai, assieme all´assessore alla salute e politiche sociali Ugo Rossi, il direttore dell’Agenzia provinciale per la protonterapia (Atrep), Renzo Leonardi, Jean Marc Andral, Presidente della società appaltatrice belga Iba, leader del settore e capofila del pool di imprese che realizzerà il centro, nonché responsabile per la parte tecnologica del progetto, Enrico Carletti, procuratore generale di Iba e Piergiorgio Baita, presidente della Mantovani spa, che si occuperà della realizzazione della parte edilizia. Con la firma, del contratto di fornitura parte dunque ufficialmente la realizzazione del centro, realtà di assoluta eccellenza in Europa per la lotta ad alcune forme tumorali e primo centro di protonterapia d’Italia dotato di camera rotante. Il centro nascerà nella zona sud di Trento, nell’area delle ex Caserme Bresciani che ospiterà anche il futuro nuovo ospedale. L´apertura è prevista per il 2013. Lavorerà 16 ore al giorno per 5 giorni la settimana e 8 il sabato e a regime potrà curare fino a 1000 pazienti all´anno. Sarà gestito dal sistema sanitario provinciale, con il supporto tecnico-operativo della società appaltatrice per i primi 15 anni. La copertura finanziaria per la realizzazione della parte edilizia è assicurata da Mediocredito Trentino Alto-adige, capofila di un pool di banche che si farà garante con l´Associazione Temporanea d´Impresa costituitasi per la realizzazione del progetto di un finanziamento di 40 milioni di euro. Analoga procedura finanziaria sarà posta in essere da un pool di istituti di credito belgi per quanto riguarda la fornitura della parte tecnologica, in capo a Iba. Soddisfazione è stata espressa al momento della firma dal presidente Lorenzo Dellai e dall´assessore Ugo Rossi per questo nuovo impegno che conferma il ruolo pionieristico del Trentino nel campo della lotta ai tumori. Vediamo qual è la storia e quali sono le caratteristiche del centro che nascerà a Trento. La Provincia autonoma di Trento istituì con legge, nel 2004, l’Agenzia Provinciale per la Protonterapia (Atrep) con la specifica missione di pianificare, progettare e costruire un centro di protonterapia oncologica a Trento. L’individuazione delle caratteristiche tecnico-cliniche del centro, le definizione delle specifiche tecnologiche e delle prestazioni, le modalità operative e di funzionamento ed infine lo schema contrattuale e le modalità di finanziamento hanno richiesto un notevole impegno di risorse umane ed un tempo adeguato; al completamento della fase di pianificazione Atrep ha bandito una gara europea tramite procedura negoziata per la fornitura delle apparecchiature, delle strutture edilizie, dei servizi di supporto e dei servizi finanziari richiesti. Al termine del processo di selezione, la costruzione della struttura è stata assegnata ad un’associazione di imprese formata dalla ditta Costruzioni Mantovani, che si occuperà della parte edilizia, e alla ditta belga Iba, leader nel settore, fornitrice delle apparecchiature di protonterapia e unica mandataria dell’Associazione Temporanea d´Impresa (Ati) così costituita. Si prevede che il centro cominci l’attività clinica nel 2013. La durata di vita prevista è di 30 anni. La gestione operativa e la responsabilità clinica del Centro sarà in capo del committente pubblico, ovvero dell´Agenzia provinciale appositamente costituita dalla Provincia. Per i primi quindici anni funzionamento e manutenzione saranno a carico del soggetto vincitore della gara d´appalto, dopodiché il centro passerà direttamente al sistema sanitario trentino. Il Centro si svilupperà su tre piani: il piano terra sarà dedicato all’accoglienza dei pazienti e alla preparazione ed esecuzione dei trattamenti; il primo piano sarà riservato ad ambulatori ed uffici, mentre il piano interrato ospiterà laboratori ed infrastrutture tecniche necessarie al funzionamento dell’apparecchiatura. Il centro di Trento sarà in grado di trattare tutte le lesioni che presentano indicazioni per la radioterapia e sarà il primo in Italia ad utilizzare camere rotanti. La scelta delle tecnologie e delle tecniche di trattamento è stata fatta per ampliare il più possibile la tipologia di pazienti ai quali offrire i vantaggi di un trattamento di protonterapia ed ha richiesto lo sviluppo di strumenti tecnologici ad hoc. La protonterapia viene usata soprattutto nella cura di tumori che aggrediscono organi vitali e che necessitano quindi di una particolare precisione durante la terapia radiante, al fine di colpire la parte tumorale senza danneggiare i tessuti sani circostanti. Un campo di applicazione peculiare è inoltre quello dei tumori pediatrici. Scheda: caratteristiche tecniche del centro di Protonterapia di Trento - Sul piano tecnologico il ‘cuore’ del centro sarà costituito da un ciclotrone, cioè un acceleratore di particelle in grado di produrre un fascio di protoni di energia adeguata, e da una camera rotante, struttura metallica dalle grandi dimensioni che, tramite i suoi magneti, consente di variare la direzione del fascio rispetto al paziente, in modo da scegliere l’ingresso che meglio permetta di irradiare il volume bersaglio ed allo stesso tempo di risparmiare i tessuti sani circostanti. La configurazione di base prevede inizialmente una sola camera rotante ed una linea fissa. L’opzione di aggiungere una seconda camera rotante è prevista già da subito, permettendo in tal caso di trattare 800-1000 pazienti l’anno. In futuro la progettazione permette, se richiesto, di arrivare fino ad un massimo di tre stanze di trattamento. I protoni verranno indirizzati sul bersaglio utilizzando la tecnica denominata ‘pencil beam scanning’, nella quale piccoli fasci, dalle dimensioni di qualche millimetro, vengono controllati individualmente tramite l’uso di magneti; questa tecnologia di nuova generazione permette di eliminare gli applicatori per la conformazione del fascio posti in prossimità del paziente che, da una parte, rendono laboriosa e poco efficiente l’erogazione del trattamento, dall’altra sono causa di produzione di neutroni e quindi di una dose di radiazione indesiderata. Nella fase di definizione delle specifiche tecniche del centro, particolare cura è stata posta alle modalità di allineamento del paziente rispetto al fascio di particelle. La protonterapia, infatti, è in generale più sensibile della radioterapia convenzionale agli errori di puntamento; per esempio, differenze anche piccole nell’anatomia del paziente rispetto alla situazione pianificata possono portare ad errori nell’erogazione della dose. L’esigenza di massima accuratezza nel posizionamento, unita all’intenzione di trattare un numero adeguato di pazienti, ha portato a valutare l’opportunità di posizionare il paziente esternamente alle sale di trattamento tramite immagini di tomografia assiale computerizzata in combinazione con imaging ottico e di trasportarlo in seguito nelle camere rotanti con un sistema che minimizzi la possibilità di movimenti anche piccoli dell’anatomia rispetto ai punti di riferimento identificati in precedenza. In parallelo alla definizione delle caratteristiche tecniche del centro, il progetto di Trento ha ritenuto prioritario dedicare attenzione e risorse alla selezione e formazione del personale medico e fisico-medico, per evitare il rischio che l’alto potenziale tecnologico disponibile nel centro non fosse sfruttato a pieno fino dalle fasi operative iniziali. E’ stata quindi costituita una rete di collaborazione con alcuni dei centri più rappresentativi della protonterapia su scala mondiale, come ad esempio il laboratorio Paul Scherrer Institute di Zurigo e il Massachusetts General Hospital di Boston, allo scopo sia di fornire al personale occasioni di stage in centri di eccellenza, sia di instaurare collaborazioni su argomenti di ricerca e sviluppo di interesse comune. Scheda 2: il centro di Protonterapia "in pillole" Il centro di Trento è stato progettato per una durata operativa di 30 anni, a partire dalla sua entrata in funzione. La sua gestione sarà pubblica, ovvero in capo al sistema sanitario provinciale. Per la parte tecnico-operativa essa sarà in capo per i primi quindici anni al soggetto appaltante. Lo schema contrattuale si inquadra in una linea di partenariato pubblico-privato. Le sue caratteristiche principali in sintesi sono: richiesta di autofinanziamento del Centro da parte dell’Ati ; pagamento parziale dell’investimento all’atto del suo collaudo analitico e globale (per la configurazione di base dopo circa 3 anni e mezzo); manutenzione e operatività tecnologica per 15 anni dall’entrata in funzione in capo all’appaltatrice; dopodiché il centro passerà integralmente sotto la responsabilità’ del sistema sanitario trentino; operatività e responsabilità clinica del Centro è in capo alla committente; funzionamento giornaliero per 16 ore al giorno dal lunedì’ al venerdì e 8 ore al sabato; disponibilità garantita per le operazioni cliniche giornaliere, a regime, del 98%; il pagamento dei canoni contrattuali è modulato dalla effettiva disponibilità raggiunta; lo schema illustrato è concepito in modo da stimolare l’appaltatrice a realizzare un centro altamente affidabile su lunghi periodi di tempo, tramite procedure di manutenzione semplici e operatività “user friendly “; Il centro di Protonterapia si inserisce in una tradizione radiooncologica locale di lunga data che la Provincia autonoma di Trento ha voluto consolidare per offrire un ulteriore prezioso strumento nella lotta contro il cancro. I costi: Fra quattro anni, quindi al collaudo, la Provincia verserà una cifra di circa 80 milioni, cifra comprensiva dei costi di finanziamento e delle spese finanziarie delle società. La rata annuale per spese di manutenzione e di operatività che la Provincia verserà dall´entrata in funzionamento della struttura e per 15 anni è calcolata essere di circa 5,9 milioni massimi (calcolato su un´operatività della struttura del 98%. Se l´operatività è inferiore cala anche la rata e scattano delle penali). La cifra comprende un cambio completo di tutte le apparecchiature (dopo i primi sette anni e mezzo circa di operatività), quattro rinnovi completi di tutta l´attrezzatura informatica, il costante aggiornamento e ampliamento del software e così via. Per quanto riguarda i rimborsi per paziente curato (a carico delle diverse strutture sanitarie di riferimento), la materia è ancora in fase di definizione da parte del Governo, ma si stima possa aggirarsi fra un minimo di 10. 000 euro e un massimo di 20. 000 euro per paziente. Hanno detto: “Aver vinto questo appalto pubblico rafforza la posizione di Iba come società leader nella costruzione di strutture per la protonterapia in tutto il mondo. Desideriamo infatti iniziare al più presto la costruzione di questo quarto centro europeo. Questa tecnologia offre miglioramenti innegabili per i pazienti e siamo entusiasti di poter cogliere questa opportunità per contribuire alla lotta al cancro in Europa. Gli esperti di Atrep hanno già ottenuto un riconoscimento internazionale nel settore della protonterapia. Iba è lieta di averli tra i propri clienti e si propone di collaborare con loro per la ricerca e lo sviluppo di nuove soluzioni che sfruttino la protonterapia a beneficio di tutti i pazienti”. Pierre Mottet, Chief Executive Officer (Ceo) di Iba. “Il competente supporto professionale e le positive reazioni di Iba durante le esigenti fasi della procedura negoziata rappresentano una forte garanzia per una collaborazione duratura e di successo con la società Iba. Attendiamo ora con impazienza l´apertura del centro di protonterapia prevista per il 2013 per poter così offrire, in Italia, a migliaia di malati di cancro, i benefici di questa innovativa tecnologia". Professor Renzo Leonardi, fisico nucleare dell’Università di Trento e Direttore di Atrep Scheda 3: aspetti clinici della protonterapia Gli avanzamenti tecnologici osservati nel campo della radioterapia negli ultimi 10-15 anni hanno condotto allo sviluppo di più opzioni terapeutiche nella battaglia contro il cancro. Da una parte la possibilità di individuare ed irradiare bersagli, anche di dimensioni limitate, sempre più precisamente per la migliore risoluzione anatomica offerta dall’imaging morfologico e funzionale (Tac, Risonanza magnetica, Pet…) e dall’altra le possibilità terapeutiche offerte dagli sviluppi in campo informatico e tecnico, hanno reso possibile l´uso di metodiche di trattamento radiante di alta precisione. Malgrado tali progressi, vi è ancora molto spazio per il miglioramento del rapporto terapeutico che ha come fine ultimo il maggior controllo tumorale con il massimo risparmio dei tessuti normali per la maggior parte delle sedi neoplastiche di malattia. L’aumento dell´efficacia del trattamento può essere raggiunta grazie alle qualità specifiche della terapia con particelle cariche (ioni e protoni). La protonterapia in particolare non è una novità in senso assoluto e l’uso dei protoni in oncologia è stato proposto per la prima volta da R. Wilson della Harvard University di Boston nel 1946 e poi reso possibile tecnologicamente negli anni ’70. L’uso della protonterapia è stato però confinato sino alla fine del secolo scorso in laboratori dedicati a ricerche di fisica fondamentale ovviamente non dotati di strumentazioni adeguate al trattamento clinico e disponibili solo per periodi di tempo limitato sottratti all’uso di ricerca. Solo con l’avvento di novità tecnologiche, fisiche ed ingegneristiche che hanno permesso lo sviluppo di centri dedicati al trattamento clinico, si sono potute apprezzare nella loro potenzialità le qualità dei fasci di protoni. Infatti questi hanno delle peculiarità dal punto di vista fisico, quali il caratteristico picco di Bragg, che determina una ridotta dose in entrata e la virtuale assenza di dose in uscita. Ciò permette di colpire con estrema precisione il bersaglio tumorale, anche con dosi elevate di radiazioni, limitando la dose agli organi sani di rispetto consentendo, grazie alla specifica selettività spaziale, un trattamento altamente conformazionale. La terapia con protoni è particolarmente adatta nelle situazioni in cui la radioterapia convenzionale presenta un rischio difficilmente accettabile per il paziente. Tale situazione si presenta frequentemente in casi di neoplasie oculari, della base cranica e nei casi pediatrici. In particolare i tumori pediatrici rappresentano un problema peculiare: l´evitare persino dosi basse-moderate di irradiazione ai tessuti normali è di capitale importanza per evitare disfunzioni nel corso dell’accrescimento e tumori radioindotti nel corso della vita adulta. Altro campo di applicazione di estremo interesse è l’uso in associazione alla chemioterapia dove la ridotta irradiazione di volumi tessutali (dose integrale) da parte dei protoni permette un aumento della dose radiante e/o un aumento della dose-intensity dei farmaci nella combinazione radio-chemioterapica. Il trattamento conformazionale così preciso della protonterapia è in grado di ridurre gli effetti secondari precoci e tardivi tipicamente connessi alla radioterapia convenzionale senza effetti negativi apprezzabili. Risultati clinicamente significativi si sono ottenuti sinora nelle neoplasie della base cranica (cordomi e condrosarcomi), nei melanomi oculari, nei tumori in stadio iniziale del polmone, nelle neoplasie prostatiche ed epatiche. Lo sviluppo recente di nuovi centri di terapia protonica, dotati di moderne camere isocentriche di trattamento, permetterà di aumentare la casistica clinica e approfondire con studi adeguati la comparazione con il trattamento tramite altre particelle cariche, di uso sinora sperimentale, quali il Carbonio 12. L’evoluzione delle tecniche di trattamento radiante con raggi X di nuova proposta (tomoterapia, Imrt, cyber-knife) permetterà poi di selezionare meglio e di delimitare ed affinare il campo di intervento dei protoni, dato l’impegno economico di tali centri, alla luce di valutazioni di health technology assessment. Scheda 4: i centri di terapia oncologica con particelle cariche nel mondo (2009) La terapia con particelle cariche di tumori radiosensibili ha avuto di recente un grande impulso, sia in Europa che negli Stati Uniti che in Asia. L’efficacia delle terapie con particelle poggia sulla loro precisione balistica e quindi sulla possibilità di minimizzare l’irraggiamento di tessuti sani ed è abbinata in alcuni casi (carbonio 12) alla possibilità di avere una maggior efficacia distruttiva delle cellule tumorali (efficacia radiobiologica). La maggior efficacia radiobiologica richiede però contestualmente un rigorosissimo controllo dei potenziali sconfinamenti della radiazione ai tessuti sani. Dal punto di vista fisico, sono già disponibili apparecchiature che possono accelerare sia protoni che carbonio 12; tuttavia, dato il maggior peso del carbonio 12, la possibilità di scegliere arbitrariamente la direzione da cui colpire, con il fascio di irraggiamento, il tumore richiede, nel caso del carbonio 12, delle camere rotanti (gantry) più complesse di quelle richieste dai protoni. Negli Stati Uniti la scelta tecnologica finora adottata è senz’altro quella della protonterapia condotta con l’uso di camere rotanti. Limitandoci, in questa breve nota, ad impianti di protonterapia sorti o in via di sviluppo in centri ospedalieri (e non in laboratori di ricerca) la protonterapia ha visto fra i suoi centri pioneristici quelli di Loma Linda, California (1990), del Massachusetts General Hospital, Boston (1998), di Bloomington, Indiana (2004), di Houston, Texas (2006), di Jacksonville, Florida (2006) e di Oklahoma (2009). In questi ultimi anni gli Stati Uniti hanno visto la pianificazione e l’avvio della costruzione di molti altri centri di protonterapia. Fra questi, i cinque impianti del gruppo Procure (Illinois (2), Michigan, Washington, Florida) e quello dell’Università di Pennsylvania. Come si vede, la protonterapia negli Stati Uniti è in pieno sviluppo. Tutti questi impianti sono stati finanziati da gruppi privati. In Asia, il Giappone ha sviluppato un diffuso sistema di impianti di terapia oncologica con particelle cariche con la costruzione di sei centri già in funzione e tre in costruzione. Anche Cina, Taiwan e Corea si sono dotati di impianti di protonterapia. In Europa, la nazione che sta maggiormente investendo nel settore della terapia con particelle cariche è la Germania. È appena entrato in funzione un centro di protonterapia a Monaco di Baviera (privato), è in corso di completamento un centro alla Clinica Universitaria di Essen (pubblico); un impianto sia per protoni che carbonio 12 a Marburgo (privato), uno simile a Kiel (pubblico), entrambi senza camere rotanti, ed infine il più ambizioso progetto europeo, appena completato, presso l’Istituto di tumori di Heidelberg; quest’ultimo fornito di camere rotanti per protoni ed una mastodontica camera rotante (600 tonnellate) per carbonio 12. In Francia sta per entrare in funzione un centro di protonterapia con camera rotante per conto dell’Ospedale Curie di Parigi ed è in progetto un centro sia per protoni che carbonio 12 a Lione. E’, inoltre, in fase di progettazione ed allestimento un centro ad Uppsala in Svezia. Anche l’Olanda, l’Austria e l’Inghilterra hanno in corso la progettazione di impianti di protonterapia. Infine, la fase di costruzione di un centro di protonterapia si è appena avviata a Praga. La capacità di trattamento dei centri sopramenzionati oscilla attorno agli 800-1500 pazienti per anno a seconda del numero di linee di trattamento disponibili (tipicamente 3-5 linee di trattamento per centro). Anche l’Italia ha intrapreso lo sviluppo delle terapie con particelle cariche. A parte il Centro dei Laboratori Nazionali del Sud dell’Infn a Catania, limitato esclusivamente ad alcune terapie per tumori oculari, è in corso di avanzata costruzione a Pavia il centro nazionale Cnao con disponibilità sia di protoni che di carbonio 12. Tuttavia senza, per ora, l’ausilio di camere rotanti. Con l’avvenuta aggiudicazione e la conseguente firma, del contratto fra l’Agenzia Provinciale Per la Protonterapia (Atrep) e l’associazione temporanea d’imprese Iba-mantovani, sarà costruito a Trento il primo centro italiano di protonterapia dotato di camere rotanti e dei sistemi più innovativi per l’irraggiamento di tumori radiosensibili con protoni. . |
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FIRMATO IN SARDEGNA PRE-ACCORDO CON LE LINEE GUIDA PER LA STIPULA DELL´ACCORDO INTEGRATIVO REGIONALE DI MEDICINA GENERALE |
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Cagliari, 9 Dicembre 2009 - E´ stato firmato il 3 dicembre il pre-accordo tra l’assessorato regionale della Sanità ed i sindacati (Snami, Fimmg, Smi e Intesa sindacale) contenente le linee guida per la stipula dell’Accordo integrativo regionale di Medicina generale e le variazioni al contratto nazionale in tema di modifiche normative ed incentivi economici. La precedente intesa, in vigore dal 10 marzo 2008, "ha trovato scarsa applicazione - recita il testo sottoscritto da Assessorato e Sindacati - per la macchinosità di molte procedure di esecuzione, per la difficoltà interpretativa di fondamentali passaggi normativi, e soprattutto per il bassissimo livello di gradimento da parte dei destinatari dell’accordo, con particolare riferimento ai medici di assistenza primaria”. Tra i contenuti più importanti del pre-accordo: medicina d’iniziativa: impulso alle attività che portano la Medicina generale all’interno delle strutture familiari per stimolare e creare una ‘coscienza della salute’ che affronti con criteri diversi alcune patologie di grande rilevanza sociale; semplificazione burocratica: facilitare le procedure per la convocazione ed il funzionamento delle ‘Unità di valutazione territoriale’, l’iter per l’attivazione e la modulistica per le Cure domiciliari integrate e per l’inserimento dei pazienti nelle residenze protette; ripristinare la possibilità della multiprescrizione per patologie croniche, verificandone l’effettivo impatto sulla spesa farmaceutica; attivare un sistema di mailing certificato per ridurre i costi di comunicazione tra Medicina generale e Servizio sanitario regionale (Ssr); ruolo cardine della Medicina generale: la medicina di famiglia è il primo presidio del Ssr, perciò nella prevenzione e gestione delle patologie ad alto impatto sociale va riconosciuto e implementato il suo ruolo cardine; continuità assistenziale: indispensabile ruolo come primo avamposto di erogazione di servizi sanitari per i cittadini, che rende necessari un controllo condiviso negli ambiti territoriali, la creazione di percorsi formativi dedicati e le verifiche sulla possibilità di potenziare la dotazione di alcuni punti-guardia, specie in zone disagiate per la distanza da presidi ospedalieri o per particolari situazione geografiche o di viabilità; emergenza territoriale: i medici del 118 saranno incardinati nel Ssr come dipendenti dal 2011, consentendo una migliore integrazione del sistema di emergenza territoriale coi dipartimenti di emergenza ospedalieri ed una migliore razionalizzazione del servizio; formazione: indispensabile per garantire la qualità dei servizi erogati ai cittadini. Fino ad oggi, le indicazioni contenute negli accordi, nazionale e regionale, per la formazione in Medicina generale, Continuità assistenziale ed Emergenza territoriale sono state ampiamente disattese dalle Asl. Perciò, punto fondante dell’Accordo sarà la natura cogente delle norme per garantire formazione e aggiornamento continui. “Abbiamo voluto gettare le basi per una collaborazione basata sulla condivisione dei percorsi normativi, sia in ambito burocratico che scientifico - ha sottolineato l’assessore regionale della Sanità, Antonello Liori - L’obiettivo è il miglioramento della qualità dell’assistenza e la razionalizzazione degli interventi a tutela della salute dei cittadini, anche attraverso la condivisione e la collaborazione tra Assessorato, Sindacati e le altri parti del Servizio sanitario regionale, specialisti, ospedalità pubblica e privata. Perciò, si sono riscritti alcuni articoli importanti con l’intendimento di semplificare la burocrazia, attribuendo maggiori responsabilità alla medicina di famiglia come settore guida della gestione della salute dei cittadini”. Lo stanziamento per la realizzazione dell´Accordo è di 15 milioni 351. 158 euro, 3,5 milioni in più del precedente. . . . |
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ONCOLOGIA: ALLO IOV DI PADOVA STRUTTURA UNICA IN ITALIA PER APPARATO DIGERENTE. |
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Padova, 9 dicembre 2009 - L´irccs Istituto Oncologico Veneto di Padova è dal 4 dicembre l´unico in Italia ad essersi dotato di una struttura ad alta tecnologia per la diagnosi completa e la terapia delle malattie dell´apparato digerente, a cominciare dai tumori. Questo, grazie alla realizzazione della nuova Unità di Endoscopia che riunisce nella stessa sede tutte le apparecchiature più sofisticate necessarie, gestite da equipes mediche ad altissima preparazione. Il tutto è stato inaugurato oggi dall´Assessore alla Sanità della Regione del Veneto Sandro Sandri, alla presenza di un folto pubblico e numerose autorità. Sandri era affiancato dal Commissario dello Iov Piercarlo Muzzio, dal Direttore Scientifico Alberto Amadori, dal Professor Ermanno Ancona e dal responsabile dell´Unità Giorgio Battaglia. “Una vera e propria eccellenza internazionale – ha commentato Sandri. In Italia non esiste nulla di simile e pochi esempi si trovano anche in Europa e nel Mondo. Frutto di un´intuizione geniale della Regione che a suo tempo volle fortemente un Irccs oncologico nel Veneto, del lavoro e della dedizione di professionisti affezionati alla loro missione tanto che oggi ho visto parecchi occhi lucidi, della sinergia che abbiamo saputo creare su questo progetto tra pubblico, privato, impresa e banche, come testimonia l´impegno su quest´ultima realizzazione da parte della Fondazione Antonveneta”. Sandri ha anche sottolineato che “nemmeno nella mia recente missione negli Stati Uniti ho visto nulla di simile: un livello tecnologico e professionale che mettiamo al servizio gratuito dei nostri malati e che mi consente di poter dire senza tema di smentite che, qualunque sarà la nuova Regione che uscirà dalle urne di Marzo, l´appoggio per rafforzare e proseguire l´esperienza dello Iov non mancherà“. Le nuove apparecchiature, alcune ancora mai utilizzate in Italia, permettono diagnosi precise e rapide come mai prima sia per le patologie più semplici che per quelle più delicate e rendono possibili interventi endoscopici molto complessi che permettono di evitare l´intervento del chirurgo. In particolare, l´endoscopio ad auto fluorescenza, l´unico presente in Italia ed il secondo in Europa, può identificare un tessuto prima che diventi tumore illuminandolo con una particolare lunghezza d´onda; l´ecoendoscopio “cieco”permette di individuare l´estensione di un tumore all´esofago anche quando le sue dimensioni non consentono il passaggio delle normali sonde; l´endoscopio a laser focale riesce a compiere di fatto un esame istologico “virtuale” individuando immediatamente le cellule malate. Nel corso della giornata è stato tratto anche un lusinghiero bilancio dell´attività sin qui svolta dallo Iov: dalla sua nascita nel marzo 2006 gli operatori sono passati da 59 a 520; sono state realizzate due sale operatorie ed un modernissimo reparto di chirurgia, una nuova radiologia ed un punto prelievi. Effettuati 2. 000 interventi chirurgici e 200. 000 trattamenti. Il valore della produzione ha raggiunto i 50 milioni di euro l´anno, sempre con il bilancio in ordine, con un piccolo utile prima delle tasse. Lo Iov è molto amato anche dalla gente: nell´ultimo anno, un milione di euro è arrivato dalle sottoscrizioni del 5 per mille. . |
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SAINT-VINCENT CONVEGNO INTERNAZIONALE FAST TRACK IN COLORECTAL SURGERY |
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Saint-vincent, 9 dicembre 2009 - L’assessorato della sanità, salute e politiche sociali informa che, nei giorni 10 e 11 dicembre 2009 presso il Centro Congressi del Grand Hotel Billia a Saint-vincent, nel quadro del calendario delle manifestazioni co-finanziate dal Casino de la Vallée, si terrà il convegno internazionale sul tema Fast track in colorectal surgery, la cui segreteria scientifica è stata curata dalla Società Valdostana di Chirurgia Umberto Parini – Société Valdôtaine de Chirurgie Umberto Parini presieduta dal Dott. Rosaldo Allieta e coordinato dal Dott. Paolo Millo in collaborazione con il Servizio di Anestesia diretto dal Dott. Alessandro Albani. Il convegno riunisce i massimi esperti europei sul tema Fast Track, un protocollo di lavoro atto a migliorare il decorso post operatorio dei pazienti operati di patologie a carico del grosso intestino e volto alla diminuzione delle complicanze postoperatorie sia in chirurgia tradizionale che mininvasiva, una tradizione già sperimentata negli anni passati, dal dott. Umberto Parini. Il protocollo prevede, anche le dimissioni precoci del paziente dall’ospedale con il fine di permettere a breve una migliore ripresa in una dimensione più familiare. Questo nuovo modo di lavorare coinvolge i chirurghi, gli anestesisti, gli infermieri e gli amministratori poiché alla riduzione dei tempi di degenza e delle spese ospedaliere deve corrispondere una ricettività da parte del territorio che riceve il paziente dimesso. Si tratta dunque di far interagire al meglio ospedale e territorio per un miglioramento dei risultati oncologici e per un precoce ritorno alla vita attiva del paziente. Nelle due giornate di convegno, saranno riuniti, i massimi esperti europei, italiani e della sanità valdostana per approfondire il protocollo Fast Track e le sue applicazioni. La Valle D’aosta si propone dunque, nel panorama internazionale, come regione modello per una nuova concezione futura dell’organizzazione ospedale - territorio. . |
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AD ADRIA IL PRIMO OSPEDALE CON MENÙ “A KM ZERO”. |
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Venezia, 9 dicembre 2009 - “Chi si nutre bene, guarisce meglio. E’ per questo che l’iniziativa dell’Ulss 19, diretta dal dottor Giuseppe Dal Ben, è esemplare di una nuova cultura del cibo che dobbiamo promuovere tutti, in special modo quando si vuol legare la consapevolezza della qualità dei nostri prodotti alla tutela della salute”. Il vicepresidente della Giunta regionale Franco Manzato commenta con queste parole l’iniziativa dell’Ulss 19 di Adria (Rovigo), che il 4 dicembre ha ricevuto da Coldiretti la targa “a km zero” per aver convertito la mensa ospedaliera ai prodotti locali. “Legame tra qualità dei prodotti di territorio e salute è un principio che mi sforzo di ribadire in ogni sede: il consumo di prodotti veneti tutela i nostri agricoltori ma anche noi che li scegliamo, perché siamo sicuri della loro provenienza e caratteristiche, oltre che della stagionalità e della freschezza dei cibi. Insomma: con questo genere di azione si garantisce la redditività alle aziende locali e si incentiva la qualità intrinseca di ciò che consumano i pazienti ma anche il personale medico. Credo che questa iniziativa ancora pionieristica sia da promuovere e far conoscere a tutti i livelli affinchè, sia imitata da altre aziende ospedaliere come eccellenza della nostra Regione. Rinnovo il mio apprezzamento al dottor Dal Ben, a Slow Food e al presidente di Coldiretti Rovigo Valentino Bosco, invitandoli ad estendere anche alle altre province del Veneto le stesse proposte perché la regione diventi la prima a livello italiano a portare avanti su larga scala iniziative di questo genere”. . |
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INFLUENZA : REGIONE VENETO ACQUISTA OLTRE 4000 OSSIMETRI PER MEDICI DI BASE E PEDIATRI. |
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Venezia, 9 dicembre 2009 Entro il 15 dicembre, 3. 500 medici di medicina generale e 530 pediatri di libera scelta verranno dotati dalla Regione del Veneto di altrettanti ossimetri, strumenti adatti a misurare velocemente (nelle visite a domicilio o ambulatoriali) il livello di ossigenazione del sangue e particolarmente utili per valutare la necessità o meno del ricovero di un paziente con problemi respiratori. Lo annuncia l’Assessore regionale alla Sanità Sandro Sandri dopo la conclusione della gara d’appalto per l’acquisto. “L’opportunità di dotare i nostri medici di questi strumenti – ricorda Sandri – era emersa nell’ambito dell’Unità di Crisi Regionale sull’Influenza ed era una richiesta dei medici stessi. E’ occorso un po’ di tempo perché non è stato facile individuare le migliori caratteristiche che tali strumenti dovessero possedere, ma si tratta di una dotazione che ovviamente rimarrà anche al termine dell’epidemia influenzale e sarà particolarmente utile per definire una diagnosi approfondita in tutte le situazioni d’insufficienza respiratoria, a prescindere dalle cause. Credo che anche in questa occasione la sanità veneta abbia dato un segnale di efficienza e di attenzione alle necessità dei suoi professionisti e dei suoi cittadini”. La gara ha avuto un ottimo esito anche dal punto di vista del prezzo ottenuto: 53 euro cadauno contro un costo medio di mercato di 70-80 euro. Gli ossimetri verranno recapitati dalla ditta vincitrice alle varie Ullss del territorio, che provvederanno a farli avere ai medici della loro area di competenza. . |
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SANITA’: PROBABILE RIDUZIONE DELLE TASSE PER I SICILIANI |
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Palermo, 9 dicembre 2009 – “Se i risultati economici confermeranno le nostre previsioni, la Sicilia uscirà presto dal piano di Rientro e ridurrà le addizionali Irap e Irpef che in questi ultimi anni sono state imposte ai siciliani per coprire un deficit di quasi un miliardo di euro provocato da una spesa fuori controllo che oltretutto non ha prodotto una sanità efficiente”. Lo ha affermato il 7 dicembre l’assessore regionale alla Sanità, Massimo Russo, a commento del Patto nazionale per la Salute che ha ribadito il principio secondo cui le Regioni che non riusciranno ad avere i conti in ordine saranno costrette ad aumentare le tasse ai propri concittadini per ripianare il disavanzo. “E’ quello che è successo alla Sicilia negli ultimi anni – ha spiegato Russo - e che non succederà più a partire dal 2010 a condizione che si vada avanti con una rigorosa politica del controllo della spesa e di una adeguata distribuzione delle risorse. Non solo i siciliani non vedranno aumentare le tasse ma il governo regionale sta già lavorando alla riduzione delle attuali aliquote. E’ una sfida ancora più importante ed ancora più difficile rispetto a quella degli ultimi mesi. Nel 2010, usciti dal Piano di rientro, dovremo camminare con le nostre gambe e senza contare sul gettito di tasse aggiuntive che restituiremo ai cittadini. Dimostreremo, come hanno già fatto molte regioni del nord già alcuni anni fa, che si può riqualificare l’offerta sanitaria, aumentando i servizi per i cittadini e la qualità delle prestazioni, senza sprecare le risorse economiche. I risultati ottenuti in questi diciotto mesi confermano che abbiamo intrapreso la strada giusta, un percorso virtuoso dal quale non è più possibile tornare indietro, e che ha permesso anche alla Sicilia di conquistare in tutta Italia una grande credibilità politica e amministrativa”. . |
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SANITÀ ED EFFICIENZA ENERGETICA IN BASILICATA: FIRMATO ACCORDO |
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Potenza, 9 dicembre 2009 - - Presso il Dipartimento Salute, Sicurezza e Solidarietà Sociale, Servizi alla Persona ed alla Comunità della Regione Basilicata il 3 dicembre è stato sottoscritto l’Accordo tra Dipartimento, Aziende Sanitarie e Società Energetica Lucana Sel Spa finalizzato alla promozione di interventi di sostegno alla domanda pubblica di energia. In particolare la Sel e le Aziende Sanitarie effettueranno un monitoraggio dei consumi energetici, allestiranno una centrale unitaria di committenza energetica nel settore sanitario ed avvieranno azioni per l’efficienza energetica dei fabbricati aziendali e la produzione di energia da fonti rinnovabili, con particolare riferimento alla copertura fotovoltaica degli spazi fruibili nonché delle altre soluzioni tecnologiche più moderne. Per il Governo complessivo dell’iniziativa presso il Dipartimento Salute sarà insediato un Tavolo di indirizzo e monitoraggio dell’innovazione delle politiche energetiche nel Sistema Sanitario Regionale. L’accordo inaugura azioni congiunte tra Sel e settore sanitario – evidenzia il presidente della Sel Rocco Colangelo - per la riduzione e razionalizzazione dei costi energetici, della diffusione e promozione dell’efficienza energetica e dell’utilizzo sostenibile delle risorse energetiche e naturali della regione Basilicata. “Si tratta di un progetto innovativo di miglioramento dell’efficienza energetica nel comparto pubblico – è il commento dell’assessore regionale alla Salute Antonio Potenza – che consentirà di incidere positivamente sia sui costi delle Aziende Sanitarie sia sulla gestione complessiva del servizio energetico”. . |
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IN ARRIVO RIMESSE REGIONE LAZIO PER OSPEDALI RELIGIOSI |
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Roma, 9 dicembre 2009 - "Nei prossimi giorni, subito dopo la pausa festiva, la Regione Lazio provvederà comunque, nonostante le mancate rimesse governative ed in attesa che si concretizzi lo sblocco annunciato, a versare le rimesse di ottobre alle strutture dell´ospedalità classificata e dunque anche alla clinica Cristo Re. Questo dovrebbe permettere alla dirigenza delle cliniche interessate di far fronte agli impegni presi ed in particolare a quelli con i lavoratori". . |
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SANITÀ NEL LAZIO, STUDI MEDICI FAMIGLIA: PER AUTORIZZAZIONE BASTA PRESENTAZIONE DOMANDA |
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Roma, 9 dicembre 2009 - Si avvia a soluzione il percorso per rilasciare agli oltre 5000 medici di famiglia e pediatri di libera scelta operanti nel Lazio la prevista autorizzazione regionale necessaria per il funzionamento dello studio. Il vice presidente della Giunta regionale Esterino Montino ha incontrato il presidente dell´Ordine dei medici di Roma e del Lazio , Mario Falconi, con il quale ha concordato il percorso per sbloccare una situazione di stallo che si trascinava da tempo. Nei prossimi giorni la Regione invierà a tutti i medici interessati una lettera nella quale si ribadisce che in base alla legge 4 del 2003 coloro che hanno presentato domanda, possiedono di fatto l´autorizzazione. Questo in attesa che gli uffici regionali definiscano tutti gli adempimenti previsti. Al fine di rendere questo percorso il più lineare possibile, la Regione attiverà un servizio specifico sul portale sanità. "E´ un passaggio importante - spiega Esterino Montino - perché elimina un problema per gli oltre 5000 medici e pediatri di base permettendo loro di lavorare con maggiore serenità, fatto ancora più importante in questo momento che vede i medici di medicina generale impegnati sul fronte della pandemia influenzale della H1n1 oltre che per quella stagionale e in una fase di riorganizzazione del comparto per realizzare 800 studi di riferimento aperti 9 ore al giorno. Secondo quanto stabilito dall´accordo gli studi potranno essere aperti anche il sabato, là dove le Asl lo riterranno opportuno". . |
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MILANO: PRESENTATO SERVIZIO DI “CICLOSOCCORSO” |
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Milano, 9 dicembre 2009 - L’assessorato alla Salute del Comune e il comitato locale della Croce Rossa Italiana hanno dato vita al “Ciclosoccorso”, il servizio di primo soccorso in bicicletta nel centro città. Nelle aree urbane pedonali ad alta densità commerciale spesso si verificano incidenti che non richiedono il trasporto in ospedale, in altri casi invece la gravità delle condizioni dell’infortunato richiede un tempestivo intervento di personale qualificato e abilitato al soccorso. Nel primo caso l’invio di un’ambulanza risulterebbe inutile mentre nel secondo, complice l’alta concentrazione di pedoni, l’arrivo dell’ambulanza potrebbe risultare ritardato. Proprio in queste situazioni è utile un servizio che utilizzi mezzi agili come le biciclette. Così la Croce Rossa milanese si è dotata di biciclette “mountain bike” attrezzate con borse contenenti il necessario per un primo soccorso, predisponendo squadre di volontari con la qualifica di Operatore Trasporto Infermi (Oti) certificati 118. Nella fase iniziale il servizio funzionerà in una “area test” compresa tra largo Cairoli e piazza San Babila, che distano circa 1,5 km percorribili in 7 minuti, e vedrà presenti i volontari nei fine settimana e in occasione degli eventi del periodo natalizio e dei saldi di fine stagione. Successivamente il servizio verrà esteso ad altre aree pedonali della città. “A Milano oggi il 24% degli spostamenti cittadini avviene a piedi – spiega l’assessore alla Salute Giampaolo Landi di Chiavenna – e a livello nazionale, secondo una ricerca Nextplora, il 38% degli italiani dichiara di sentirsi insicuro girando a piedi per le città. Senza contare che i pedoni non solo sono vittime di incidenti causati da auto, moto e bici, di infortuni causati da marciapiedi scivolosi e danneggiati, ma anche vittime di malori improvvisi. Il servizio che inauguriamo oggi si propone quindi di salvaguardare la salute del pedone in qualsiasi caso”. “Diamo una risposta simbolica di attenzione e concreta di azione a una vera e propria questione di civiltà – ha detto il Presidente del Consiglio comunale Manfredi Palmeri, che ha sostenuto la petizione ‘Make roads safe’ destinata all’Onu –: la sicurezza sulle nostre strade e la tutela della vita di chi le utilizza richiedono sempre nuovi progetti e maggiori risorse. Il servizio di Ciclosoccorso va a integrare l’offerta di intervento in aree specifiche dei centri urbani”. “Un’iniziativa particolare e sicuramente interessante, che coniuga l’attenzione ai problemi della mobilità nelle grandi città alla maggiore richiesta di sicurezza sanitaria – afferma Luca Bottero, Presidente della Croce Rossa di Milano – e che coinvolgendo un numero maggiore di soccorritori potrà essere estesa anche ai parchi cittadini, in occasione di grandi manifestazioni sportive che la città organizza come la Milano City Marathon o la Stramilano o in vista del prossimo Expo 2015”. . |
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SERVIZI SOCIOSANITARI: COMUNE DI MILANO, PROVINCIA E ASL FIRMANO ACCORDO DI PROGRAMMA |
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Milano, 9 dicembre 209 - E´ stato firmato il 3 dicembre l´Accordo di Programma sui servizi sociosanitari della città di Milano che rende operativo il Piano di Zona 2009/2011, una sorta di “Piano regolatore” dei servizi sociali di Milano. A siglare l’importante documento, previsto dalla legge regionale 3/2008 (Governo della rete degli interventi e dei servizi alla persona in ambito sociale e sociosanitario)che mette a sistema l’offerta dei servizi rivolti alle famiglie, agli anziani e agli adulti in difficoltà, gli assessori Mariolina Moioli (Famiglia, Scuola e Politiche sociali) e Giampaolo Landi di Chiavenna (Salute), Massimo Pagani, assessore alle Politiche sociali della Provincia e Walter Locatelli, direttore generale dell’Asl di Milano. “Con questa firma vengono ridefiniti gli ambiti di intervento di ciascun ente in campo sociale, sanitario e sociosanitario – ha spiegato Moioli – in modo che i cittadini possano avere una rete di supporto completa. Lavorando in quest’ottica potenziamo i servizi rivolti alle famiglie integrando l’aspetto educativo con quello sociale e potenziando il servizio di ‘Segretariato sociale’, che permetterà agli utenti di rivolgersi a un unico sportello per ricevere una risposta alle proprie esigenze”. "Si tratta di un importante momento che costituisce le premesse per un´integrazione dei servizi sanitari e socio-sanitari tra Comune, Asl e Provincia", ha aggiunto Giampaolo Landi di Chiavenna. "Esprimo soddisfazione per l´attenzione rivolta alla salute mentale e a nuove aree tematiche come ´salute e stili di vita´". Per la prima volta, anche la Provincia partecipa al Piano di Zona di Comune e Asl Milano. “Una svolta epocale – commenta l´assessore Pagani –. E’ la prima volta che la Provincia collabora con il Comune di Milano in questo ambito, confermando di voler essere presente là dove può contribuire a soddisfare le esigenze del cittadino. E’ con orgoglio che firmiamo questo accordo perché siamo arrivati dove altri non erano riusciti, svolgendo al meglio il nostro compito nel campo dei rapporti interistituzionali. E’ importante il contributo che potremo dare a Milano e, allo stesso tempo, il capoluogo ci consente di monitorare in anticipo tendenze e bisogni che saranno poi di tutta la Provincia, e di agire di conseguenza”. La partecipazione della Provincia porterà in dote i dati offerti dall’Osservatorio per le Politiche sociali e strutture e servizi nel campo degli interventi a sostegno dei disabili, con particolare riferimento a quelli sensoriali. L’intesa è volta anche a promuovere il sostegno alle famiglie e all’integrazione scolastica. “Questo accordo di programma è un fatto importante – ha dichiarato il direttore della Asl Locatelli -, che conferma anche l’efficacia della linea di collaborazione che Asl e Comune hanno intrapreso da tempo. Un fatto che rientra nell’ottica di un’azione propositiva e risolutiva dei bisogni dei cittadini che fra partner istituzionali dovrebbe essere la regola. L’accordo declina in modo puntuale le indicazioni di Regione Lombardia che vedono nella sussidiarietà delle reti istituzionali la chiave di volta per il reale funzionamento di un sistema”. . |
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MILANO, PALAZZO REALE. LA MOSTRA “GIAPPONE POTERE E SPLENDORE” CHIUDE L’ANNO DEDICATO AL SOL LEVANTE |
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Milano, 9 dicembre 2009 - Dal 7 dicembre all’8 marzo 2010, Palazzo Reale ospiterà la mostra “Giappone. Potere e splendore 1568 -1868”, una selezione di oltre duecento capolavori conservati nei più prestigiosi musei giapponesi. Le opere, provenienti dal Tokyo National Museum, Kyoto National Museum e Osaka Municipal Museum of Art, non sono mai state esposte in Italia. Tra di esse un “Tesoro Nazionale” e diverse “Proprietà Culturali Importanti”. La mostra, promossa dal Comune in collaborazione con 24 Ore Motta Cultura e patrocinata dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, ha il privilegio di illustrare per la prima volta la trasformazione della società giapponese in Stato moderno negli stessi secoli in cui tale fenomeno si verificava in Europa (1568 – 1868). “Dalla natura alla città, dal potere alla tradizione, dalle arti applicate alla ‘scienza olandese’, ossia alle prime relazioni anche conflittuali con l’Occidente, potremo ritrovare nei colori, nelle figure e nelle forme la sensibilità estetica e la profondità filosofica e letteraria di una terra affascinante e misteriosa – spiega l’assessore alla Cultura Massimiliano Finazzer Flory -. Ospitare a Milano questa importante iniziativa significa promuovere e consolidare, con ancora maggior forza, le relazioni d’amicizia con il Giappone che lungo tutto quest’anno ha avuto un posto d’onore nella nostra città che gli ha dedicato eventi, mostre, concerti e proiezioni cinematografiche. Per vivere, in un clima di approfondimento etico, la seducente esperienza del confronto fra le culture”. Paraventi di imponenti dimensioni, rotoli verticali e orizzontali dipinti su carta e seta, ma anche preziose lacche e ceramiche, armi, tessuti e maschere raccontano l’affascinante capitolo della storia giapponese identificato con la nascita del mondo moderno, che si costruì intorno ai due fondamentali nuclei culturali e di potere: Edo (attuale Tokyo), capitale amministrativa, e Kyoto, capitale imperiale. La mostra chiude in modo spettacolare l’iniziativa ‘Giappone a Milano’, il ciclo di attività dedicate quest’anno dal Comune alla cultura del Sol Levante, e copre un arco di tre secoli, dal periodo di Momoyama (1568-1615) al periodo di Edo (1615-1868), individuando sei percorsi tematici: Natura, Potere, Occidente, Città, Arti decorative e Tradizione. Partendo dal rapporto con la natura si arriva all’immagine della città e delle attività che vi si svolgevano; si passa dalla rappresentazione del potere e della religione, ai capolavori della pittura, con le correnti pittoriche più significative, e alla vita quotidiana; dall’affascinante mondo del teatro sino al rapporto conflittuale con l’Occidente. La mostra è curata da Gian Carlo Calza. . |
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UNOSOLO PRESENTA LA MOSTRA UNIVERSOLO ELíN HANSDóTTIR |
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Roma, 9 dicembre 2009 - unosolo, la project room di 1/9 unosunove, inaugura oggi alle ore 19 lʼinizio della propria attività con una installazione site-specific realizzata da Elín Hansdóttir (Reykjavík, 1980). In occasione della sua prima mostra personale in Italia lʼartista islandese ha lavorato profondamente sullo spazio e con lo spazio della project room per poterne sfruttarne le peculiari caratteristiche architettoniche al fine di creare qualcosa che sembrasse familiare ma che allo stesso tempo portasse con sé i presupposti per una esperienza spaziale inaspettata. Alterando ciò che normalmente troveremmo al nostro ingresso, Elín Hansdóttir tenta di spostare lʼattenzione da una situazione esterna allʼesperienza intima del visitatore. Le installazioni site-specific di Elín Hansdóttir assumono molteplici forme e includono illusioni ottiche e uditive, elementi architettonici mobili e tunnel labirintici. Lʼartista crea mondi autosufficienti che sembrano operare secondo proprie regole, trasformando completamente uno spazio in un altro che possa sfidare ogni nostra aspettativa e che sembra esistere solo in un momento particolare nel tempo. Sebbene le sue installazioni siano complicate in termini di progettazione e realizzazione tecnica, esse assumono un aspetto semplice, austero: il suo lavoro opera così come una sorta di pagina vuota pronta per essere riempita dallʼesperienza e dallʼinterazione con lʼosservatore. Elín Hansdóttir vive e lavora a Berlino. Tra le più recenti mostre personali ricordiamo Parallax, Reykjavik Art Museum, Islanda (2009) e Path, Maribel Lopez Gallery, Berlino, Germania. Ha realizzato installazioni site-specific presso numerose istituzioni pubbliche internazionali quali il Den Frie Center of Contemporary Art, Copenhagen, Danimarca (2009), la National Gallery of Iceland (2008)ed il Zkm Karlsruhe, Germania (2007). La mostra proseguirà fino a venerdì 8 gennaio 2010. . |
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GOLF - LET: A DUBAI ULTIMO TORNEO STAGIONALE CON CINQUE ITALIANE |
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Roma, 9 dicembre 2009 - Il Ladies European Tour conclude la sua stagione a Dubai, così come era avvenuto per il circuito maschile. Sul Majlis Course dell’Emirates Golf Club si disputa l’Omega Dubai Ladies Masters (9-12 dicembre) con il bel montepremi di 500. 000 euro. Vi prendono parte cinque giocatrici itailane: Stefania Croce, Diana Luna, Federica Piovano, Margherita Rigon e Veronica Zorzi. Ottimo il field al quale danno un ulteriore tocco di qualità le statunitensi Michelle Wie e Christina Kim. Tra le proettes europee reciteranno il ruolo di favorite la francese Gwladys Nocera, la norvegese Marianne Skarpnord, la spagnola Tanoa Elosegui, la danese Iben Tinning, l’inglese Melissa Reid, la coreana Amy Yang, la gallese Becky Brewerton e la paraguaiana Julieta Granada. Samanah Masters: Guerisoli E Delpodio 38. I - Marco Guerisoli e Matteo Delpodio hanno concluso al 38° posto con 75 colpi il primo giro del Samanah Masters European Satellite Tours Grand Final, che si sta svolgendo al Samanah Country Club di Marrakech in Marocco, sul tracciato disegnato da Jack Nicklaus. Sono ammessi al torneo 56 giocatori: 51 scelti tra i migliori (ordine di merito a scalare) dei quattro circuiti di cui si compone il Satellite Tour - Alps Tour, Nordic League, Epd Tour e Europro Tour - e cinque atleti del Paese ospitante. In vetta con 64 l’inglese Daniel Brooks che ha preso ben cinque colpi di vantaggio sui connazionali James Ruebotham, Lee Corfield e Andrew Thorpe (tutti dell’Europro Tour), sul norvegese Christian Aronsen (Nordic League) e sul francese Julien Foret (Alps Tour). La gara si disputa sulla distanza di 54 buche. Il Senior Tour 2010 Parte Da Mauritius - Il Senior Tour 2010 parte con anticipo sull’anno solare dall’Isola di Mauritius. Sul percorso del Constance Belle Mare Plage si svolge il Mauritius Commercial Bank Open (11-13 dicembre) al quale prendono parte Costantino Rocca e Giuseppe Calì. In campo quasi tutti i migliori esponenti del circuito tra i quali lo scozzese Sam Torrance, vincitore della money list 2009, insieme ai connazionali Ross Drummond e John Chillas, gli inglesi Peter Mitchell e Roger Chapman, gli spagnoli Joé Rivero e Juan Quiros e il sudafricano David Frost. Il montepremi è di 230. 000 euro. Finale Qualifying School: Otto Giocatrici Europee Prendono La ‘Carta’ - Otto giocatrici europee hanno ottenuto la ‘carta’ nella finale della Qualifying School del Lpga Tour, disputata al Lpga International di Daytona Beach in Florida e vinta dalla statunitense Amanda Blumenherst (351 - 72 71 73 67 68). Sono la norvegese Marianne Skarpnord vincitrice dell’Open d’Italia, terza con 353, le spagnole Azahara Muñoz, quinta con 355, Maria Hernadez, sesta con le stesso score, e Beatriz Recari, decima con 356, la danese Iben Tinning, 15ª con 358, la francese Gwladys Nocera, 16ª con 359, l’iberica Tania Elosegui, 17ª con 359 e la svedese Pernilla Lindberg, 19ª con 359. Tra le 20 giocatrici che hanno avuto la categoria 11 anche la paraguaiana Julieta Granada, 4ª con 354. Finale Qs Pga Tour: Vince Troy Merritt - Troy Merritt (410 - 67 69 68 67 70 69) ha vinto la finale della Qualifying School dell’Us Pga Tour che si è svolta sul tracciato del Bear Lakes Cc a West Palm Beach in Florida. Tra i giocatori con un passato sul circuito hanno riconquistato la ‘carta’ Jeff Maggert, secondo con 411, Neal Lancaster, quinto con 415, J. P. Hayes, ottavo con 417, Brenden Pappas, 12° con 420, Omar Uresti e Joe Ogilvy, 15° con 412, e Chris Riley, 19° con 422. . |
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