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LUNEDI
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Notiziario Marketpress di
Lunedì 14 Dicembre 2009 |
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RAI, GARIMBERTI TELEFONA A BASSOLINO. SÌ AD INCONTRO SU CPTV DI NAPOLI |
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Napoli, 14 dicembre 2009 - In seguito alla lettera inviata il 10 dicembre sulla situazione del Cptv di Napoli e sull´agitazione in corso dei lavoratori Rai, il presidente della Regione Campania Antonio Bassolino ha ricevuto una telefonata dal presidente della Rai Paolo Garimberti. "Nel corso del cordiale colloquio - ha detto Bassolino - ho riaffermato al presidente Garimberti il valore delle competenze e delle professionalità del Cptv di Napoli. Garimberti si è detto interessato ad approfondire la situazione e il ruolo del centro di produzione sentendosi anche con la direzione generale della Rai. Abbiamo infine concordato che ci incontreremo al più presto" ha concluso Bassolino. . |
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TV DIGITALE: TRUFFA AGLI ANZIANI. |
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Lecce, 10 dicembre 2009 - Si sono rivolti in questi giorni al sottoscritto Giovanni D’agata componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori diversi cittadini, soprattutto anziani, denunciando il tentativo di furti e truffe perpetrati ai loro danni da persone che, spacciandosi per incaricati di emittenti televisive, tentavano di introdursi nelle loro abitazioni con la scusa di consegnare o far prenotare i decoder per la televisione digitale. Come al solito, non mancano i malfattori che, facendo leva su notizie di portata nazionale, come la progressiva entrata in vigore del digitale terrestre, tentano di compiere furti e truffe ai danni delle fasce più deboli, e fra queste soprattutto gli anziani. Il Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori si fa portavoce di questi cittadini indifesi, e denuncia pubblicamente questi tentativi, invitando le forze dell’ordine a vigilare per prevenire e reprimere questi abusi. Giovanni D’agata componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori, ai cittadini raccomanda la massima attenzione, e soprattutto di non aprire la porta né far entrare in casa sconosciuti, soprattutto se si tratta di persone che chiedono di vedere qualcosa che si trova in casa (televisioni, elettrodomestici ecc. ). Rammenta che il digitale terrestre in Puglia non è ancora stato avviato e che quando ciò avverrà sarà data notizia con notevole anticipo su tutti gli organi di stampa; in ogni caso, ciascun cittadino dovrà provvedersi del decoder acquistandolo presso i negozi specializzati, senza alcun obbligo di accogliere in casa chi tenti di venderlo porta a porta. Anche il sottoscritto Giovanni D’agata componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori vigilerà perché non si compiano abusi ai danni dei consumatori più deboli. . |
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A FIRENZE LA PREMIAZIONE DEL FILM VOTATO AL N.I.C.E. – U.S.A. 2009 , XIX EDIZIONE, 12 – 22 NOVEMBRE 2009 DA UN PUBBLICO DI 6700 SPETTATORI |
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Firenze, 14 dicembre 2009 - Dopo aver fatto registrare il sold-out per tutta la durata della rassegna (12-22 novembre) con un totale di circa 6700 spettatori, il pubblico americano della Xix edizione del N. I. C. E (new italian cinema events), lascia ora i festeggiamenti alla città sede ufficiale del Festival, Firenze. “Viola di Mare”, giudicato il miglior film italiano di nuova generazione, sarà al centro della serata intitolata “Premio N. I. C. E. Città di Firenze” svoltosi l’ 11 dicembre presso il cinema Odeon (Piazza Strozzi). Istituito con il fondamentale contributo dell’Assessorato alla Cultura, con la collaborazione del Consolato Americano ed inserito nel cartellone dei 50 giorni di cinema internazionale a Firenze promossi dalla Mediateca Regionale Toscana Film Commission, lo storico e prestigioso riconoscimento ad un’opera prima del cinema italiano rappresenta l’apice del Festival nonché la tappa finale di una tourné che ha visto coinvolte San Francisco e Seattle con i rispettivi San Francisco Film Society e Seattle International Film Festival. La giuria popolare, determinata dagli intervenuti al N. I. C. E. , ha votato il film tra i vari in concorso grazie al tradizionale sistema delle ‘vote-card’ per il ballot (il sorteggio). Una pioggia di “excellent” (a fronte dei possibili ‘good’ e ‘poor’) è piovuta nelle mani degli organizzatori che non hanno fatto altro che ratificare l’unanime giudizio. L’opera vincitrice del concorso sarà dunque proiettata nel capoluogo toscano alla presenza delle varie rappresentanze delle istituzioni locali, in primis dell’assessore alla cultura del Comune di Firenze Giuliano da Empoli che torna a parlare del N. I. C. E. Come di “un appuntamento ormai consolidato e uno spazio interessante per il cinema italiano”. Riceveranno la targa Agis, messa a disposizione dell’Agis Toscana, la regista del film Donatella Maiorca e una delle attrici protagoniste, Valeria Solarino, cui sarà inoltre assegnato il premio Susan Batson per la migliore interpretazione. “Credo che il film abbia trovato la sua strada e, come succede in una separazione, devo lasciarlo andare. Questa vittoria è la conferma che il film ha un valore, come una persona fisica. Fa riflettere”. Così la Maiorca alla vigilia della cerimonia che si svolgerà a partire dalle ore 20. 30 sul palco dell’Odeon e alla quale seguirà la proiezione del film sottotitolata in inglese. La designer di bigiotteria di lusso Angela Caputi, da sempre sostenitrice del N. I. C. E. , farà omaggio ad entrambe le artiste di alcune sue creazioni. Vince infine, unitamente alla Targa Agis, il Premio Kodak per il miglior cortometraggio 2009 il film diretto da Tommaso Volpi, “Universi Paralletti” (Francia, 2007, durata 5, 35 mm – 1. 85-colore). Scelto tra le trenta proposte pervenute quest’anno presso la sede del Festival il corto è risultato il migliore secondo una giuria composta eccezionalmente da soli studenti (Palazzo Spinelli, Istituto Professionale Tornabuoni, Nyu) coordinati da Daniela Pepi, responsabile selezione short. “Un successo inaspettato. Non pensavo neppure di essere stato preso in considerazione, figuriamoci la vittoria”. E’ l’emozione a prendere piede nel commento di Volpi che domani ritirerà il Premio del valore di 1. 500 Euro da impiegare nella produzione di una pellicola. “Anche se l’idea di questo cortometraggio è stata partorita dal mio inconscio - prosegue il giovane filmaker che si divide tra Italia e Francia - in realtà è un riflesso preciso di quelle che sono le mie coscienti ossessioni come uomo e, inevitabilmente, come regista. Una di queste è la ristrettezza, temporale o spaziale, della vita di ogni individuo”. Torna anche la collaborazione con Telethon che da anni sostiene la ricerca scientifica nel campo delle malattie genetiche. Divenuta una costante all’interno dell’organizzazione del Festival, l’ente no-profit avrà nel gala un’ulteriore occasione per sostenere i propri progetti. Il pubblico infatti potrà contribuire chiamando successivamente da telefono fisso il numero 48548 (offerta minima di 5 Euro) oppure sul momento mandando un sms sempre allo stesso numero (per almeno 2 Euro). Chi lo desidera può recarsi anche presso le agenzie della Bnl o donare con carta di credito all’800113377. . |
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ECCO "CASERME ROSSE", IL FILM SUL LAGER DI BOLOGNA. |
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Bologna, 14 dicembre 2009 - Un film per raccontare quel che accadde nelle Caserme Rosse, il lager di Bologna in cui tra maggio e ottobre del 1944 i nazifascisti imprigionarono decine di migliaia di persone, prima di deportarle nei campi di sterminio tedeschi. Militari, come i Carabinieri che a Roma si rifiutarono di rastrellare gli ebrei, oltre a tanti civili accusati di collaborare con la Resistenza e a quanti non vollero combattere assieme ai nazisti e per Salò. Con un film-documentario di 53 minuti, i registi Danilo Caracciolo e Roberto Montanari ricostruiscono la storia degli orrori del campo di prigionia di via di Corticella, dove arrivarono interi treni pieni di prigionieri militari e si stima che i rastrellati civili siano stati almeno 36 mila (il 70% dei quali finì in Germania). Alla vigilia della sua prima proiezione (svoltasi a Bologna il 12 dicembre al Cinema Lumiére), il film-documentario “Caserme rosse. Il lager di Bologna” è stato presentato dai registi Caracciolo e Montanari, insieme al capo di gabinetto della Giunta regionale Bruno Solaroli, al presidente del Quartiere Navile di Bologna Claudio Mazzanti, a Luca De Donatis della produzione e al presidente della Sezione Anpi Bolognina Armando Sarti. Al termine della proiezione vi è stato un incontro con i registi, il direttore dell’Istituto storico Parri Emilia-romagna Luca Alessandrini, Monsignor Antonio Allori (presidente della Fondazione Gdo, successore di Don Giulio Salmi) e il presidente della Sezione Anpi Bolognina Armando Sarti. L’attività del lager di Bologna, scoperto grazie allo studio di una fotografia scattata nel ‘44 da un ricognitore dell’aviazione inglese Raf, si interruppe il 12 ottobre quando fu bombardato dagli alleati, nel corso di un attacco che provocò la morte di 400 persone in tutta la città e diversi morti e feriti dentro lo stesso campo. “Quello che lì accadde deve essere ancora svelato”, ha sottolineato Sarti. “Vogliamo ricordare e rendere omaggio alle vittime e a quei carabinieri che furono deportati perché rimasero fedeli al loro giuramento”. I registi e sceneggiatori Caracciolo e Montanari hanno sottolineato che “Caserme rosse è un emblema che ha attraversato un periodo di oblio e che abbiamo voluto far riemergere, anche per dar luce alla resistenza senz’armi, nella quale si sono impegnati tantissimi bolognesi”. Tra questi, “spiccano il medico del campo Antonino De Biase e Don Giulio Salmi che nelle sue omelie dava indicazioni per far fuggire le persone dal lager”. Nel film, che è stato finanziato anche dalla Film Commission della Regione Emilia-romagna, la storia di quel che accadde nel campo è ricostruita da 17 testimonianze . |
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CINEMA E MUSICA A LAGONEGRO ASSEGNATO AL M° ANDREA TERRINONI, COMPOSITORE DELLA MUSICA ORIGINALE DEL FILM “IL PIEDE DI DIO” DEL REGISTA LUIGI SARDIELLO |
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Lagonegro 14 dicembre 2009 - Nelle città di Lagonegro e Latronico si è tenuta la settima edizione del Festival Cinema & Musica manifestazione che premia le migliori composizioni di musica originale del cinema italiano di recente produzione. Tra i compositori giunti in gara, nella fase finale e scelti dalla direzione artistica affidata a Marco Mazzieri e Antonio Brigante: Nicola Tescari per Lo Spazio Bianco di Francesca Comencini, Gatto Ciliegia E Il Grande Freddo, Max Casacci per Cosmonauta di Susanna Nicchiarelli, Andrea Terrinoni per Il Piede Di Dio di Luigi Sardiello e Pasquale Catalano per La Doppia Ora di Giuseppe Capotondi, la giuria tecnica composta da: M° Pino Racioppi, musicista - presidente, Marco Mazzieri, regista, M° Pietro Cantisani, musicista, M° Francesco Langone, musicista e Antonio Brigante, direttore artistico, ha assegnato il Primo Premio al M° Andrea Terrinoni compositore della musica originale del film “Il Piede di Dio” del regista Luigi Sardiello Nelle precedenti edizioni il Festival ha premiato: il M° Franco Piersanti per la musica originale del film Tutta La Vita Davanti di Paolo Virzì ( 2008 ), i M° Daniele Furlati e Marco Biscarini per la musica originale del film Il Vento Fa Il Suo Giro di Giorgio Dritti ( 2007 ), il M° Antonio Castrignanò per la musica originale del film Nuovomondo di Emanuele Crialese ( 2006 ), il M° Giuliano Taviani per la musica originale del film Saimir di Francesco Munzi (2005), il M° Teho Teardo per la musica originale del film Lavorare Con Lentezza di Guido Chiesa ( 2004 ) e il M° Salvatore Bonafede per la musica originale del film Il Ritorno Di Cagliostro di Ciprì e Maresco ( 2003 ). . |
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PREMIO “FESTIVAL DEL LIBRO E DELLA SCRITTURA” |
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San Giuseppe Vesuviano, 14 dicembre 2009 - Approda quest’anno al Festival del Libro e della Scrittura un nuovo premio, dedicato agli autori di case editrici emergenti. Un comitato scientifico composto da giornalisti, scrittori e docenti ha selezionato, tra i numerosi testi letti nei mesi antecedenti il Festival, sei vincitori per sei diversi generi letterari. Cronaca/inchiesta, sport, narrativa, noir/gialli, saggi/attualità, giovani/emergenti. I vincitori sono autori che hanno contribuito con le loro opere a lasciare un segno nella produzione libraria nazionale e soprattutto campana. Le loro opere sono il frutto di una ricerca attenta e minuziosa, per alcuni incentrata sul linguaggio e sulle forme espressive, per altri rivolta a documenti e testimonianze che appartengono al quotidiano giornalistico. Il “Premio Festival” viene assegnato dall´Associazione Culturale "Un uomo che legge ne vale due", promotrice ed organizzatrice della Terza Edizione del Festival del Libro e della Scrittura. Nella serata di Venerdì 11 che si svolgerà all’interno del tendone del Festival (Piazza Elena d’Aosta – San Giuseppe Vesuviano) esponenti del mondo della cultura e del giornalismo, consegneranno i premi ai vincitori. Segue l’elenco dei premiati. Cronaca/inchiesta - Vince il Premio Festival per la sezione cronaca/inchiesta, il giornalista Simone Di Meo con il romanzo "Faida di camorra, La più sanguinosa guerra di camorra mai combattuta a Napoli in uno sconvolgente romanzo-verità" ( Newton & Compton Ed. ) Il Libro: Ai margini della città di Napoli, dilaniata dal degrado e dalla disoccupazione, si trova il più grande mercato di droga in Europa: Secondigliano. È qui che si combatte la spaventosa faida di camorra tra il clan del boss latitante Paolo Di Lauro e il gruppo degli "spagnoli", una guerra in grado di provocare più di settanta morti tra il 2004 e il 2005. In palio c´è il controllo della più ricca impresa criminale del Sud Italia: il traffico internazionale di stupefacenti. In quei mesi, i killer delle due cosche decapitano traditori, uccidono e danno alle fiamme le fidanzate, i padri e le madri dei nemici e appiccano il fuoco a decine di negozi e appartamenti per snidare i rivali. La terza metropoli italiana si trasforma in un campo di battaglia, mentre il magistrato che indaga sulla strage scopre di essere intercettato abusivamente e il fratello di un senatore della Repubblica trema al pensiero di cadere vittima di un´imboscata. Di Meo ha il coraggio di raccontare una storia avvincente come un romanzo, ma terribile come la realtà. L’autore: Simone Di Meo, 28 anni, napoletano, laureato in Scienze della comunicazione, è un giornalista professionista e collabora con settimanali e quotidiani nazionali su temi di attualità, politica ed economia. Ha curato per il canale satellitare dedicato agli Italiani nel mondo, Inm Channel (Sky 888), approfondimenti e speciali televisivi sulla criminalità organizzata a Napoli e in Campania. Vicedirettore del mensile «Forumitalia», ha coordinato la cronaca nera e giudiziaria per il quotidiano «Cronache di Napoli». Attualmente scrive per il quotidiano «Il Roma» e si occupa della comunicazione della presidenza della delegazione italiana presso l´assemblea parlamentare della Nato. Indirizzo web: simonedimeo. Blogspot. Com Attualita’ - Trionfa nella sezione di attualità Agnese Palumbo con “Centouno cose da fare a Napoli almeno una volta nella vita”. (Newton & Compton Ed. ) Il Libro: Si arriva a Napoli con il pregiudizio che questa città sia tutta sole, pizza e mandolino. Premesso che la pizza è una delle cose migliori che esistano al mondo e che la musica napoletana resta uno dei patrimoni dell´umanità, possiamo serenamente affermare che Napoli oggi è molto altro. È l´arte contemporanea fruibile da tutti, è storia che trasuda dai palazzi, è Eleonora Pimentel De Fonseca e le altre donne della rivoluzione del ´99, è entrare in un vicolo e trovarsi davanti a un Caravaggio che sconvolge, è la nebbia sottile che fa sparire il Vesuvio, è trovarsi sotto il naso la mappa della città affacciati da San Martino. Napoli è il sapore dei taralli che lascia la lingua in fiamme per tutto il pomeriggio, è il caffè intellettuale di via Bellini o quello caotico di via San Sebastiano, è passeggiare per via Tribunali con la musica del Conservatorio che riempie le stradine strette. L’autore: Agnese Palumbo è una giornalista, ha scritto e condotto il programma televisivo Miraggi (www. Dixtv. It). Attualmente collabora con “Il Riformista”, Metropolis e il magazine on line. Gialli/noir - Vincitore nella categoria dei romanzi gialli/noir, il giornalista Pietro Treccagnoli con "Non sono mai partito". (Cento Autori Ed. ) Il Libro: Nel racconto del testo edito da “Cento Autori”, due voci narranti si intrecciano ripercorrendo gli accadimenti dei cosiddetti "anni di piombo": una è quella del gretto commissario Ascione (personaggio già presente nell´opera prima di Treccagnoli "Non lo chiamano veleno", 2006), un poliziotto in pensione sulle tracce di un uomo scomparso 30 anni prima; l’altra è quella dell’autore che scava nel passato alla ricerca di risposte a domande su quella che è anche la sua generazione, quella che ha vissuto la crisi del Partito comunista sul finire degli anni ´70. L’autore: Pietro Treccagnoli è un giornalista. Nella sua carriera ha spaziato dalla cronaca all’attualità, dagli spettacoli alla cultura, vivendo sempre le situazioni in prima persona, entrando in contatto con personaggi e con le storie che ha raccontato. Per Il Mattino ha intervistato personaggi del calibro di Woody Allen, Attilio Bertolucci, Robert De Niro, il leader del gruppo rock U2, Bono Vox. E ancora Meryl Streep, seguita nella sua visita agli Scavi di Pompei dove si era camuffata per confondersi tra i turisti, e Mario Vargas Llosa, candidato alla presidenza del Perù. Narrativa - Premiato per la sezione narrativa, Gerardo Caputo con "Il funambolo" . (Giraldi Ed. ) Il Libro: Pubblicato nel 2006 dalla Casa Editrice “Giraldi” di Bologna, Il funambolo è una continua sfida ai più classici meccanismi di scrittura narrativa. Nel romanzo d’esordio del docente, si viene a contatto con una realtà fatta di continue fughe in avanti e pause indivisibili di meditazione. Una scrittura molto spesso simile ad un testo teatrale, ma ricca di nomine di personaggi e anche di ambientazioni che guidano e anche confondono il lettore, se non estremamente attento. I passaggi di scena riservano sempre una sorpresa. “Si potrebbe vivere per mille anni, per mille vite – scrive Caputo – per mille vite di mille anni ognuna, se uno scoprisse la maniera di evocare l’insolito, di suscitare ogni volta il nuovo”. L’autore: Gerardo Caputo ha 46 anni, è napoletano ma vive e lavora a Benevento, dove insegna nelle scuole secondarie. E’ fondatore e curatore de “Il Gruppo Teatro”, composto da alunni di svariate età provenienti da diverse realtà del territorio. Il Gruppo Teatro, nato sotto il progetto “Il Teatro per Educare” ha vinto il premio nazionale di drammaturgia giovane “Michele Mazzella” organizzato a Roma dall’associazione culturale “Teatro Giovane”, al quale hanno partecipato centosessantadue istituti provenienti da tutta Italia. Sport - Per la sezione dedicata allo sport il riconoscimento è stato assegnato al giornalista napoletano Marco Lobasso per il saggio "Potito Starace". (Edisud Salerno Ed. ) Il Libro: Questo libro di sport nasce da un’idea di Angelantonio Starace, che si scopre scrittore, trasformando i suoi ricordi e i suoi appunti in una meravigliosa storia di vita e di tennis. E’ l’avventura di suo figlio Potito, talento in erba del tennis italiano, poi promessa, infine campione di livello internazionale. Dalla città Irpina di Cervinara al tempio del tennis, il Roland Garros di Parigi: dal 1987 al 2004, anni di appunti, di ricordi, di emozioni, uniti insieme in un testo diventato libro, con l’aiuto e l’esperienza del giornalista napoletano, Marco Lobasso. Quattro mani appassionate si sono intrecciate per raccontare una storia semplice ma allo stesso tempo unica: la storia di un padre e di un figlio, di una famiglia unita e di un ragazzo che, giorno dopo giorno, si scopre stella del tennis. L’autore: Napoletano, 44 anni, giornalista professionista. E’ autore di libri di storia dello sport, tra cui spiccano le pubblicazioni in occasione dei 100 anni del Tennis Club Napoli (2005) e del Tennis Club Vomero (2007) e per i 90 anni della Coppa Lysistrata di canottaggio, la gara remiera più antica d’Italia (2001). Coordina la redazione sportiva di Leggo Napoli, è articolista de Il Mattino e de Il Tennis Italiano. Da 25 anni racconta gli eventi sportivi in Campania. Giovani/emergenti - Vince il premio per la categoria giovani/emergenti, Sonia Sodano con "Memorie di un padre". (Il Filo Ed. ) Il Libro: “Memorie di un padre” è il primo libro di Sonia Sodano, pubblicato da Il Filo Edizioni. La storia di un padre alla ricerca della figlia. Una ricerca, spirituale prima ancora che fisica, dettata da uno stato d’animo che pochi al mondo possono comprendere. In un momento della vita si rende conto di star male, di aver pensato sempre e solo a se stesso, trascurando ciò che di più importane la vita gli ha donato: il rapporto con sua figlia, l’ innocente creatura che non aveva chiesto di nascere e che ora ne paga il prezzo senza capirne il perché. L’uomo, preparandosi dentro di sé per quell’incontro, parte per una ricerca attraverso la quale spera di trovare il senso della vita. Uno strano gioco del destino gli permetterà di donare il suo amore paterno, ma spesso il destino scombina le cose più di quanto possano gli uomini stessi. Quasi il testamento di un padre lasciato alla propria figlia o ad altri uomini perché non commettano gli stessi errori. L’autore: Sonia Sodano è nata a Napoli nel 1989. Ama la danza, la musica e la pittura. Ha partecipato a numerosi concorsi letterari. Sul social network Facebook le è stato dedicato un fans club. Www. Festivaldelibro. It . . |
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I NUOVI ARCHIVI DEL FUTURISMO LA PIÙ GRANDE OPERA DI DOCUMENTAZIONE MAI DEDICATA ALLA MOLTEPLICE ATTIVITÀ DEL MOVIMENTO |
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Roma, 14 dicembre 2009- La più grande opera che sia stata mai dedicata al Futurismo, i Nuovi Archivi del Futurismo, è stata presentata venerdì 4 dicembre a Roma. L´opera è costituita da sei volumi, che documentano la molteplice attività svolta dal movimento nei trentacinque anni della sua storia, cominciata nel 1909 con la pubblicazione del famoso manifesto fondativo sul quotidiano parigino "Le Figaro" e conclusasi con la morte di Filippo Tommaso Marinetti nel 1944. I promotori - E’ la Quadriennale di Roma che promuove la pubblicazione dei Nuovi Archivi del Futurismo presso De Luca Editori d´Arte. Sono decisivi partner dell´iniziativa tre Direzioni Generali del Ministero per i Beni e le Attivit` Culturali (Beni Librari, Archivi e Organizzazione-innovazione). A loro si aggiungono il Cnr, la Fondazione Roma, la Fondazione Banco di Napoli e il Comitato per le Celebrazioni del Centenario del Manifesto futurista, centenario che ricorre quest´anno. Il Ministero degli Affari Esteri h partner imprescindibile per la diffusione dell´opera all´estero, soprattutto tramite la rete degli Istituti Italiani di Cultura. Il coordinamento scientifico dell´opera h di Enrico Crispolti, Professore emerito di Storia dell´Arte contemporanea nell´Università di Siena, che ha costituito una iquipe di studiosi affermati nell´ambito degli studi sul Futurismo e di giovani ricercatori. Le caratteristiche editoriali - I sei volumi avranno formato 24x33 cm, rilegati in tela con sovraccoperta, con uno sterminato apparato iconografico a colori. Saranno arricchiti da abstract in lingua inglese, dato il rilievo internazionale dell´opera. I primi due volumi, intitolati Manifesti programmatici e Cataloghi di esposizioni - ognuno di circa seicento pagine - usciranno a maggio del 2010. Le riproduzioni dei singoli manifesti e delle pagine dei cataloghi, oltre a conferire piacevolezza ai volumi, consentono una estrema facilità ed immediatezza di consultazione, offrendo al lettore attraverso reprint un rapporto diretto con la realtà grafica dei documenti. Gli altri quattro volumi saranno pubblicati gradualmente entro il 2012. I precedenti dell´opera - Nel 1958 la Quadriennale promosse presso De Luca l´edizione degli Archivi del Futurismo, due volumi curati da Maria Drudi Gambillo e da Teresa Fiori (Enrico Crispolti, giovanissimo, ne redasse l´indice analitico). I due volumi sono da tempo introvabili anche nella ristampa De Luca-mondadori, apparsa nel 1986. I Nuovi Archivi del Futurismo costituiscono lo sviluppo e l´ampliamento di quella prima "ricognizione" effettuata sulla produzione dei futuristi, che oltre mezzo secolo fa era conosciuta solo parzialmente. I due volumi, stampati rispettivamente nel 1958 e nel 1962, ristampati appunto nel 1986, restano ancor oggi tra i "reference-book" delle biblioteche italiane e all´estero - da quella di Tokyo a quella del Moma di New York. Libri di consultazione, imprescindibili. Come quelli ora in presentazione. I sei volumi Il Futurismo - è noto - aprì la strada alle altre avanguardie storiche e si pronunciò quasi in ogni campo: dalla pittura e dalla scultura al "complesso plastico", dall´architettura al design, dalla poesia al teatro, dalla musica alla danza, dalla fotografia al cinema, dalla editoria alla pubblicità e alla cucina. I "veicoli" di tali pronunciamenti furono i manifesti programmatici: testi spesso brevi, sovente contenuti in due o quattro facciate di un volantino. Il Volume 1 ne accoglie una quantità mai vista prima e sorprendente: oltre trecento, molti dei quali altrimenti irreperibili. Ne è curatore Matteo D´ambrosio, Docente di Critica letteraria e letterature comparate nell´Universit` "Federico Ii" di Napoli. Il Volume 2 - che esce contemporaneamente al primo ed h curato da Crispolti - raccoglie quasi trecento cataloghi di esposizioni: di manifestazioni programmatiche di gruppo o di partecipazioni futuriste nelle grandi rassegne, come le Biennali di Venezia o le Quadriennali di Roma o le Triennali di Milano, o nelle stesse Sindacali, nazionali, regionali o locali, e in grandi esposizioni internazionali, quali quelle di San Francisco, di Parigi; oppure anche di mostre piccole ma importanti. Documenti scovati qua e l` in Italia e fuori, presso istituzioni pubbliche o private o collezionisti. Il Volume 3 - a cura di Enrico Crispolti e Antonello Negri, Professore ordinario di Storia dell´Arte contemporanea nell´Università Statale di Milano - uscir` nel dicembre 2010 e rimanda, come anche il Volume 4, a una ben nota, iperbolica e poetica ambizione di Marinetti e compagni: quella di mettere mano al rinnovamento in ogni campo. S´intitola infatti Ricostruzione futurista dell´universo: Pittura, Scultura, Disegno. Qui Crispolti e Negri riuniscono un repertorio di circa tremila opere, tra le quali, ovviamente, tutti i più noti capolavori, ma anche le opere significative dei protagonisti, dei comprimari e dei "minori". Le opere plastico-visive, migliaia, sono state selezionate secondo rigorosi criteri qualitativi storico-filologici. E naturalmente vengono pubblicate in riproduzioni d´adeguata leggibilità, col rilievo d´apparato scientifico dovuto alla loro singola importanza. Ugualmente nel Volume 4 - che si vale anche della curatela di Ezio Godoli, Professore Ordinario di Storia dell´Architettura nell´Università di Firenze - si riflette l´originalit` espressa dai futuristi nei restanti ambiti dell´universo propriamente plastico-visivo: l´architettura, il design, la moda, lo spettacolo, la grafica, la pubblicità, la fotografia, il cinema. Anche il Volume 4 sarà costituito da un apparato repertoriale, iconografico e di schede scientifiche di circa tremila opere. Ma i futuristi sparsero rivoluzionaria novità pure in altri domini. E furono novità generatrici o suggeritrici di cambiamenti che capita di vedere germogliare anche oggi: nella letteratura, nella musica, nella pubblicistica e nella progettazione di giornali e periodici. Di questi aspetti si occuperà il Volume 5, curato da Matteo D´ambrosio, Enrico Crispolti e da Daniele Lombardi, docente di pianoforte al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano. Il Volume 5 costituisce il catalogo unitario di un migliaio di abstract relativi a opere di poesia, prosa, teoria, critica e pubblicistica inerenti a circa 500 autori. Conterr`, inoltre, una ricognizione catalogica delle "tavole parolibere" sparse fra libri e pagine di periodici. Con una sezione interamente dedicata alla schedatura delle principali realizzazioni musicali futuriste, corredata da una adeguata repertoriazione di spartiti. Chiude l´opera il Volume 6, summa ideale di tutti gli altri, per chi comprende un poderoso Regesto, una Bibliografia ragionata, i Fondi Archivistici e l´Indice Analitico Generale. Con Crispolti lo curano D´ambrosio, Godoli e Negri. E’ forse il volume piy prezioso per le finalit` di "centrale" di ricerca perchi di fatto coordina quanto apportato nei cinque volumi precedenti e permette di ricostruire analiticamente, quasi ad diem e in tutti i suoi aspetti, l´attività del movimento. Per la prima volta si propone anche un prezioso censimento aggiornato dei fondi documentari inerenti al Futurismo, a cominciare da quelli depositati presso gli istituti di conservazione statali, ma esteso anche ad altri fondi pubblici (centrali e/o periferici) e privati non soltanto nazionali. Questo primo censimento potr` successivamente costituire il nucleo embrionale di una guida on line dei fondi documentari inerenti al Futurismo quantomeno nazionali, che potrà essere pubblicata sui sistemi informativi del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. C´è infine un proposito che è fuori cantiere, per così dire. Ed è il proposito - soltanto tale, per adesso - di aggiungere ai Nuovi Archivi del Futurismo un settimo volume che documenti quanto produssero i movimenti futuristi che si sono manifestati fuori d´Italia. Il titolo sarà d´obbligo: Futurismi. . |
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PRESENTATA LA XX EDIZIONE DEL PREMIO “TRICHIANA – PAESE DEL LIBRO” PER RACCONTI INEDITI |
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Venezia, 14 dicembre 2009 - “L’appuntamento” è il tema delle ventesima edizione del Premio letterario nazionale “Trichiana – Paese del libro” presentato il 10 dicembre a Palazzo Balbi dall’assessore alle Funzioni amministrative per la Provincia di Belluno Oscar De Bona. Il premio riservato a racconti inediti ha due sezioni. Nella prima possono partecipare racconti di non oltre 25. 000 battute. I dieci finalisti avranno il loro racconto pubblicato in un’antologia a cura dell’amministrazione comunale in collaborazione con Kellerman Editore e il primo classificato riceverà un premio di 2. 000 euro. L’altra sezione è riservata a studenti delle scuole primarie e secondarie di I e Ii livello. I ragazzi possono partecipare individualmente con un racconto della lunghezza massima di 3. 500 battute per le primarie, di 5. 500 battute per le secondarie di I livello e di 5. 500 battute per le secondarie di Ii livello. “Trichiana – ha ricordato l’assessore Oscar De Bona presentando l’iniziativa – è un piccolo paese con meno di 5. 000 abitanti che si fregia del titolo di Paese del Libro riconosciutogli nel 1974 dal presidente della Repubblica Sandro Pertini. Questo premio letterario negli anni è cresciuto e riceve ora elaborati da tutta Italia”. “Educare – ha aggiunto il Segretario regionale alla Cultura Angelo Tabaro - alla scrittura creativa e alla lettura nell’era del digitale è davvero una delle sfide per il futuro”. . . |
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19.500 EURO PER CENSIMENTO INCUNABOLI IN LOMBARDIA |
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Milano, 14 dicembre 2009 - La Giunta regionale, su proposta dell´assessore alle Culture Identità e Autonomie della Lombardia, Massimo Zanello, ha stanziato 19. 500 euro per la realizzazione del censimento degli incunaboli presenti nelle biblioteche regionali. "Contestualmente - ha detto l´assessore Zanello - abbiamo approvato uno schema di convenzione con l´Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, che è riconosciuta a livello internazionale come un centro di eccellenza nello studio della catalogazione degli incunaboli, patrimonio storico di inestimabile valore del nostro territorio e matrice dell´identità lombarda". Il progetto ha come obiettivo quello di creare una mappatura delle copie di incunaboli presenti in Lombardia attraverso l´individuazione e l´uso di strumenti bibliografici già disponibili come l´Igi (Indice generale degli incunaboli delle biblioteche d´Italia). I risultati acquisiti costituiranno la base d´avvio per la creazione di una banca dati on line collegata al Servizio bibliotecario nazionale (Sbn) e accessibile dal portale regionale dei beni culturali. . |
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PRESENTATO A ROMA A “COSSIGA SUITE – IN PRAISE OF BROTHERLY LOVE’, IL NUOVO LIBRO DEL SENATORE RAFFAELE LAURO |
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Roma, 14 dicembre 2009 - Nel libro in inglese del senatore Raffaele Lauro la storia di un uomo rinascimentale e la sua amicizia con il presidente emerito. Tra i retroscena, la ‘fuga’ di Bush senior a Lugano e la cena del presidente Usa dalla madre dei lauro. L’amicizia con Pavarotti, tra dolore e filantropia Alla presenza dell’autore, è stato presentato a Roma presso il Senato della Repubblica (Sala Atti Parlamentari-palazzo della Minerva, Piazza della Minerva “Cossiga Suite - In Praise of Brotherly Love’, Sono intervenuti il Presidente del Senato, Renato Schifani, Daniela Brancati, giornalista; Carlo Mosca, Consigliere di Stato; la senatrice Diana De Feo, Commissione Istruzione Pubblica e Beni Culturali del Senato; Gaetano Quagliariello, Vicepresidente Gruppo Pdl al Senato; Beppe Pisanu, Presidente Commissione Antimafia; Enzo Scotti, Sottosegretario di Stato al Ministero degli Affari Esteri, il senatore a vita Emilio Colombo. A sorpresa, ma non troppo, anche il presidente emerito Cossiga, il quale ha narrato con la consueta sagacia episodi collegati alla sua amicizia con Anello Lauro. Ha moderato il giornalista Massimo Milone. Sulla copertina del libro (nella foto) risalta un verde intenso, con piccoli squarci di giallo sole sul colore a coprire tratti neri che sulla tela come nella vita ci sono sempre. Era intitolato ‘Speranza’ l’ultimo quadro dipinto da Aniello Lauro, storico direttore dello ‘Splendide Royal’ in Lugano e organizzatore culturale per centinaia di personaggi del ”jet-set” internazionale. Proprio a ‘Nello‘, come lo chiamavano affettuosamente gli amici di tutto il mondo, morto nel febbraio 2008, è dedicato il nuovo libro del fratello, senatore del Pdl Raffaele Lauro: si intitola ‘Cossiga Suite – In Praise of Brotherly Love‘, in lingua inglese e porta la prefazione di Francesco Cossiga (Goldengate Edizioni). ”Mio fratello era un uomo rinascimentale – ha dichiarato all’Adnkronos il senatore Lauro – già il titolo del libro è la metafora dell’accoglienza di cui Nello è stato un esempio”, come quella galleria fotografica che lo stesso Aniello Lauro curava e che comprendeva oltre a capi di Stato e di governo, attori come Sophia Loren, musicisti come Ray Charles ed altri ancora. E svelando il perchè di questo titolo, Raffaele Lauro, consigliere politico e per la Sicurezza del Ministro dello Sviluppo Economico Scajola, rivela: ”Nello ‘Splendide Royal Hotel’ di Lugano, Nello fece ristrutturare la Suite, decorandola con i simboli della grazia e del potere e la intitolò a Cossiga. Anzi: era talmente geloso di questa suite che per lui avrebbe dovuto soggiornarvi solo il presidente emerito. Permise poi solo a François Mitterrand a George Bush di dormirci”. ”Questo fatto – aggiunge l’ex prefetto Lauro – è anche la cifra dell’amicizia di Nello con il senatore a vita. Mi è parso intrigante intitolare così il libro, edito in lingua inglese data la statura e la dimensione internazionale del personaggio”. Le pagine ripercorrono dunque ”la biografia di Nello e la sua storia umana, dagli inizi negli alberghi di famiglia a Sorrento all’approdo a Lugano, alla crescita progressiva e senza sosta nel tessuto ticinese. Un percorso in cui quest’uomo di altri tempi ha saputo conquistarsi stima e affetto, vincendo sempre sul campo con il sorriso e le braccia aperte. C’è un ponte ideale – rimarca Raffaele Lauro – a congiungere la costiera sorrentina a Lugano, ed è proprio la storia di Nello, per il quale un grande albergo doveva essere anche un luogo di profondo confronto culturale. Ecco che da direttore d’albergo si trasforma così in un grande operatore culturale”. La seconda fase raccontata nel libro è Aniello Lauro ‘politico’. ”Della politica si interessa a tal punto – spiega ancora il fratello Raffaele Lauro – che Cossiga gli appare l’unico politico vero, insieme a George Bush senior. A quest’ultimo lo unisce una profonda amicizia tanto che l’ex presidente degli Stati Uniti, dopo che mio fratello gli parlò tanto di nostra madre, venne a cena a casa nostra a Roma per conoscerla, nel 1998. E dopo pochi anni, quando Bush tornò in Italia, deviò per Lugano. Non era previsto e ci fu il panico. Uscito nella hall dello ‘Splendide’, l’ex capo della Casa Bianca disse ai giornalisti che lo inseguivano: nessun trucco e nessuna cosa che non posso confermare. Sono venuto a trovare il mio amico Nello”. E poi altri tratti della storia di Aniello Lauro che compongono come un romanzo ‘Cossiga Suite – In Praise of Brotherly Love’. Tra questi, ”il suo amore per la pittura, incoraggiato a coltivare quest’arte dal barone Hans Heinrich von Thyssen-bornemisza di Kaszon, il più grande collezionista d’arte privato del mondo. Dopo averlo conosciuto, Nello si fa pittore. Di giorno lavora come general manager, di notte dipinge. Il tutto per arricchire quell’ospitalità di cui è stato maestro”. Come non ricordare anche ”l’amore di mio fratello per la musica. E’ morto come il suo amico Luciano Pavarotti, con un tumore al pancreas. Al grande tenore modenese lo unisce ”il fatto che entrambi erano pittori dilettanti, ma soprattutto li unisce la filantropia. Tutti e due lavoravano per aiutare i bambini del Terzo Mondo malati di Aids”. Penultimo capitolo del libro è dedicato all’amore di Aniello Lauro per la famiglia. Qui il senatore del Pdl rivela che ”nel giardino di una villa sopra Lugano, Nello aveva ricreato un vero e proprio orto sorrentino. Andava personalmente a prendere le piantine e le curava, le mostrava con orgoglio agli amici. Per lui era un modo per rimarcare la bellezza di quelle radici che non aveva mai abbandonato”. Un modo anche per portare nei successi imprenditoriali e umani la forza di quel mare azzurro della Costiera sorrentina che indica sempre l’aperto e il confronto, ed è traccia di senso per chi vi nasce. Insomma, sottolinea il senatore Lauro, ”il vuoto che Nello ha lasciato è certo incolmabile, ma la sua figura è stata talmente ricca che ricordarlo era un dovere”. . |
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LA COMPAGNIA TEATRALE QUELLI DI GROCK PRESENTA IL MALATO IMMAGINARIO AL TEATRO LEONARDO DA VINCI |
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Milano, 14 dicembre 2009 - L’ipocondriaco Argante è un uomo ricco e di buona salute, che si crede gravemente malato e prossimo alla fine. È talmente occupato a seguire i dettami di medici e farmacisti di cui ama circondarsi, da non accorgersi che l’amatissima moglie Belinda è in realtà una donna avida e calcolatrice. Infatti, pur di mettere le mani sul cospicuo patrimonio del marito, non esiterebbe a far chiudere la bella figlia Angelica in convento. Argante per conto suo la promette in moglie ad un giovane dottore, in modo da potersi garantire un sereno - e gratuito - futuro di consulti e ricette. Angelica però è innamorata di Cleante… Tonietta, la governante astuta e fedele, ritratto della vera saggezza popolare, cercherà con ruvida schiettezza di far ragionare Argante e ordirà infinite trame per aiutare i due innamorati. Ad accompagnare il pubblico nella vita e nei deliri di Argante e a introdurre i personaggi, sarà, attraverso il canto, Monsieur Partout, contrappunto caratteriale al protagonista de Il malato immaginario. La celebre commedia di Molière è una sorta di cabaret tragicomico, in cui i vizi dei protagonisti vengono messi alla berlina senza la benevolenza di un sorriso, ma al contrario con ghigni e sberleffi. L’opera è stata concepita dall’autore come una commedia-balletto: Quelli di Grock ha raccolto l’indicazione di Molière dandone una rilettura libera e festante, che combina differenti linguaggi - parola, movimento, canto, balletto, musica, pantomima, clownerie e giocolerie - che la Compagnia sperimenta e approfondisce da più di trent’anni. Uno spettacolo non convenzionale che mette il corpo al servizio del testo in una perfetta combinazione di parole e movimento, in cui la musica e il canto rivestono, come nell’originale, un ruolo fondamentale e le coreografie animano la scena con vivacità e ironia. Il tutto con il risultato di rendere quanto mai attuale l’umorismo beffardo e amaro di Molière. Www. Quellidigrock. It . |
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AL VIA LA PRIMA STAGIONE MUSICALE DEL FATEBENEFRATELLI |
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Milano, 14 dicembre 2009 - La musica migra dalle pareti dei Conservatori e dalle Sale da Concerto e approda in Ospedale per offrire la propria magia e la propria bellezza a tutti. E’ questo lo spirito che anima la Prima Stagione Musicale dell’Azienda Ospedaliera Fatebenefratelli e Oftalmico di Milano che gode del Patrocinio della Regione Lombardia: sette appuntamenti che scandiranno piacevolmente il tempo di chi è ricoverato e di chi lavora nella struttura ospedaliera del capoluogo lombardo, regalando le belle emozioni che la musica sa trasmettere. La stagione, dal titolo I concerti del Fatebenefratelli-oftalmico - Via pulchritudinis: dalla bellezza alla speranza, si apre sabato 19 dicembre alle ore 16. 00 con la presenza dell’Orchestra “Ludwig van Beethoven” diretta da M° Adriano Bassi sullo sfondo “inusuale” del nuovo ingresso dell’Ospedale di Piazza Principessa Clotilde, 1. Il primo concerto Il Natale nella musica contempla un programma di vario genere che metterà in risalto i virtuosismi e gli stilemi della musica del Settecento. Si parte dall’area tedesca, con le note dell’Aria dalla Suite n° 3 in Re maggiore di Johann Sebastian Bach e quelle del Canone di Johann Pachelbel. Sarà poi il turno di Antonio Vivaldi con Concerto in Mi maggiore Op. Iii n° 12 per violino e archi (Violino solista: Marco Corsini), per passare a Benjamin Britten con Playful pizzicato e Sentimental Saraband dalla Simple Symphony. Il genio di Wolfgang Amadeus Mozart farà la sua apparizione con Divertimento n° 1 in Re maggiore. Il famoso ed indimenticabile Concerto grosso n° 8 di Arcangelo Corelli e il caldo ed accogliente Stille Nacht di Gruber, con i loro riferimenti al Natale, saranno motivo per uno scambio di sinceri auguri fra tutti coloro che saranno presenti. Per l’occasione verrà distribuito ai pazienti un omaggio ed una cioccolata calda. La “via della bellezza” si snoderà anche nei mesi successivi con altri sei concerti che allieteranno - una domenica al mese, da gennaio a giugno – degenti, parenti, medici e infermieri dell’Ospedale milanese, nella cornice della Cappella di Santa Lucia. L’appuntamento è per sabato 19 dicembre alle ore 16. 00 presso l’Azienda Ospedaliera Fatebenefratelli e Oftalmico, entrata in C. So di Porta Nuova, 23. L’ingresso è libero ma i posti sono limitati. . |
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LE SEDIE IN PRIMA NAZIONALE AL TEATRO STUDIO DAL 16 AL 20 DICEMBRE 2009 |
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Milano, 14 dicembre 2009 - La vacuità dell’esistenza nella farsa tragica di Ionesco a cent’anni dalla nascita dell’autore Pietro Carriglio prosegue la sua ricerca registica sul teatro del Novecento e sui temi dell’assurdo Dopo Il re muore, Pietro Carriglio torna a Ionesco, nel centenario della nascita dell’autore franco-rumeno, scegliendo Le sedie “farsa tragica” scritta nel 1951. Protagonisti Nello Mascia e Galatea Ranzi nel ruolo di due anziani coniugi che vivono in un faro abbandonato su un’isola deserta. Una vita fatta di piccoli gesti quotidiani, ma anche dell’assoluta mancanza di comunicazione con il mondo esterno che i due anziani decidono di rompere per trasmettere un “messaggio all´umanità”. Attraverso le parole dei due protagonisti prendono vita sulla scena un gran numero di personaggi invisibili: alla porta è un continuo via vai di persone, saluti e strette di mano di individui inesistenti nella realtà, ma lucidamente delineati nella loro mente. Persone che si materializzano solo attraverso il moltiplicarsi di sedie oggetto-simbolo, unico segno concreto del senso di vuoto che l´autore intende trasmettere. Www. Piccoloteatro. Org - www. Piccoloteatro. Tv . |
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AL TEATRO VENTAGLIO SMERALDO PROMEMORIA 15 ANNI DI STORIA D’ITALIA AI CONFINI DELLA REALTÀ DI E CON MARCO TRAVAGLIO |
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Milano, 14 dicembre 2009 - “La prima Repubblica muore affogata nelle tangenti, la seconda esce dal sangue delle stragi, ma nessuno ricorda più niente. La storia è maestra, ma nessuno impara mai niente. Avanti il prossimo: se non vi sono bastati Andreotti, Craxi e Berlusconi, ora magari arrivano Lele Mora e Flavio Briatore. ” Il Travaglio della memoria: così, oltre il gioco di parole, potremmo chiamare questo nostro tentativo di coniugare il puntuale e quasi implacabile impegno giornalistico di Travaglio con la musica di Corvino. Una musica che quindi non è né descrittiva né tantomeno lenitiva ma si propone di volta in volta come cornice, evocazione, suggestione o provocazione a risaltare la nitidezza del racconto della nostra storia recente che, a partire dall´affogamento nelle tangenti della prima Repubblica, passando per la resistibile ascesa di Berlusconi, sembra precipitare sempre di più, di capitolo in capitolo, coi toni della farsa, del grottesco, della tragicommedia ma con la tragedia sempre dietro l´angolo. Vorremmo, tramite la musica, ottenere un effetto di " galleggiamento" di questa memoria che Travaglio così precisamente ci propone, per sfuggire alle facili lusinghe dell´antipolitica ed anzi per assumerci le nostre responsabilità poiché si tratta pur sempre della nostra storia; e come si sa la storia insegna, ma nessuno impara mai niente. . |
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AL TEATRO VENTAGLIO SMERALDO GIAN ANTONIO STELLA E GUALTIERO BERTELLI CON LA PARTECIPAZIONE STRAORDINARIA DI BEBO STORTI IN UN PAESE DI GENTE PER BENE |
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Milano, 14 dicembre 2009 - Liberamente ispirato a “La Casta: così i politici italiani sono diventati intoccabili” (Rizzoli, 2007) e “La Deriva: perché l´Italia rischia il naufragio” (Rizzoli, 2008) di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo. “Un paese di gente per bene” è un altro appuntamento del Teatro Ventaglio Smeraldo con il teatro civile, il “teatro delle storie”, il teatro che ha qualcosa di importante da raccontare. Sul palco Gian Antonio Stella e Bebo Storti ci parlano a modo loro di questo “Paese di gente per bene” attraverso storie, racconti e aneddoti intervallati da canti provenienti dal patrimonio popolare italiano, eseguiti dal cantautore veneziano Gualtiero Bertelli accompagnato da Paolo Favorido al pianoforte, Maurizio Camardi ai fiati e Domenico Santaniello al contrabbasso. L´italia è un Paese straordinario che, nonostante la sua storia, le sue eccellenze, i suoi talenti, appare ormai alla deriva. Un Paese che una classe politica prigioniera delle proprie contraddizioni e dei propri privilegi non riesce più a governare. La denuncia di come una certa politica, o meglio la sua caricatura obesa e ingorda, sia diventata una oligarchia insaziabile e abbia allagato l´intera società italiana. Storie stupefacenti, numeri da bancarotta, aneddoti spassosi nel reportage di due grandi giornalisti. Un dossier impressionante, ricchissimo di notizie inedite e ustionanti. Che dovrebbe spingere la classe dirigente a dire: basta. . |
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“FIORE DI CACTUS” DI PIERRE BARILLET & JEAN PIERRE GREADY AL TEATRO SAN BABILA DI MILANO |
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Milano, 14 dicembre 2009 - “Fiore di Cactus” è una commedia brillante, con situazioni pazze e malintesi, già messe in scena nel famoso film del 1969 con Walter Mathau, Ingrid Bergman e Goldie Hawn. E’ la storia di Giuliano Foch, dentista e impenitente donnaiolo, che per evitare coinvolgimenti sentimentali con le proprie amanti, inventa di avere una moglie e tre figli. Tutto fila liscio fino a quando non incontra Tonia che, innamoratasi di lui, una volta saputo che Giuliano è sposato tenta il suicidio e questi, per placare il suo senso di colpa, le chiede di sposarlo. Per rendere più credibile la messa in scena il dentista chiede a Stefania, la sua infermiera da sempre segretamente innamorata di lui, di fingersi sua moglie…Da qui partiranno una serie di malintesi comici e situazioni ingarbugliate che scateneranno l’ilarità e il sorriso, fino allo sbocciare dell’amore, improvviso e imprevisto proprio come un “fiore di cactus”. . |
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SOWETO GOSPEL CHOIR DIRETTAMENTE DAL SUD AFRICA SUL PALCO DEL TEATRO DAL VERME |
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Milano, 14 dicembre 2009 - Domenica 27 dicembre 2009 alle ore 21 sul palco del Teatro Dal Verme sarà in concerto il Soweto Gospel Choir con una nuovissima produzione che poi proseguirà con un lungo tour in tutta Europa. Un condensato di energia e vocalità dato dal connubio perfetto tra canzoni del repertorio Gospel e rivisitazioni di musiche tradizionali africane, il tutto interpretato attraverso balli sfrenati ed una perfetta sincronia tra gesto e vocalità. Con 26 artisti in scena, tra cantanti, ballerini e percussionisti, Soweto Gospel Choir In Concert rappresenta un evento musicale unico, sia per qualità artistica che per impegno sociale. Il Coro esegue qui un repertorio di gospel internazionale e sudafricano tradizionale attraverso un ritmo vibrante, danza energica e ricerca vocale. Lo spettacolo è un viaggio spirituale cantato che passa in rassegna brani riguardanti i molteplici aspetti dello spirito umano, come spirito religioso (canzoni gospel), amore per un’altra persona o desiderio di convivenza in armonia tra popoli. Il Soweto Gospel Choir, fondato nel 2002 sotto la direzione di David Mulovhedzi e Beverly Bryer, ha tra le sue fila i migliori talenti vocali formatisi nelle molte chiese di Soweto, il grande sobborgo di Johannesburg - Sud Africa, ed è riconosciuto come uno dei più importanti gruppi del panorama musicale gospel degli ultimi anni. Il Coro nasce per celebrare l’eccezionale energia e la forza ispiratrice della musica Gospel sudafricana ed ha come missione la condivisione della gioia e della fede attraverso di essa. Inoltre è ambasciatore internazionale, insieme a Bono degli U2 e Brad Pitt, della 46664 Foundation di Mandela, Fondazione per la lotta all’Hiv intitolata dall’ex presidente sudafricano in memoria dei suoi giorni di reclusione a Robben Island, sotto il regime di apartheid (Nelson Mandela prigioniero n°466, imprigionato nel ’64). Attraverso raccolte benefiche si occupa anche di sostenere gli enti di Nkosi’s Haven e Nkosi’s Haven Vukani, fondati entrambi nel 2003 e intitolati a Nkosi, bambino nato sieropositivo, che ha impegnato la sua breve vita per la lotta all’Hiv in Africa. Il Soweto Gospel Choir ha ottenuto in questi anni numerosi riconoscimenti tra cui ben tre Grammy Awards per il miglior album di musica tradizionale dal mondo nel 2006, 2007 e 2008 e una nomination all’81 edizione dei premi Oscar - Annual Academy Awards 2009. Il Coro è stato infatti segnalato nella categoria Miglior Canzone Originale per la canzone Down To Earth, presente nella pellicola animata Wall-e di Andrew Stanton, realizzata a seguito della preziosa collaborazione del Coro con il compositore e musicista Peter Gabriel assieme a Thomas Newman. In questa sede il Soweto Gospel Choir è stato riconosciuto come il primo artista proveniente dal Sud Africa e si è esibito sul palco degli Oscar insieme a John Legend. La tournée italiana del 2008 ha visto il Coro impegnato a Milano, Genova, Bologna, Firenze e Roma con lo spettacolo African Spirit, raggiungendo un totale di 10. 000 spettatori per sole 7 repliche, un successo che fece il tutto esaurito già ad agosto 2007 al Festival di Edimburgo e altrettanto durante il 51esimo Festival dei Due Mondi di Spoleto nell’estate del 2008. . |
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AL TEATRO CIAK – FABBRICA DEL VAPORE DON BOSCO IL MUSICAL |
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Milano, 14 dicembre 2009 - Un musical pensato dal regista del fortunatissimo Forza Venite Gente (Piero Castellacci) in cui Marcello Cirillo il famoso cantante e presentatore televisivo interpreta la vita del fondatore dell´ordine dei Salesiani e del primo oratorio in Italia un musical dedicato alla vita di Don Bosco, il Santo che centocinquanta anni fa è stato fondatore dell´ordine dei Salesiani e del primo oratorio in Italia. Dopo il successo incontenibile di “Forza venite gente” e di “Madre Teresa”, questo nuovo musical di Piero Castellacci è dedicato alla figura di un grande innovatore dell´educazione e della storia religiosa italiana: Don Bosco. Un personaggio attualissimo che sognò una carta dei diritti per gli adolescenti costretti fin dalla tenera età a lavorare, consacrandosi come una sorta di precursore dei sindacati dei nostri giorni. Un prete di strada che faceva lavorare i giovani per sottrarli alla “malavita”, un prete che educava ai valori, un grande uomo con un cuore semplice e un’umiltà infinita. A interpretare la vita del Santo sarà Marcello Cirillo, da sempre cantante, pupillo di Renzo Arbore ai tempi di “Quelli della notte”, oggi conosciuto ai più per il suo ruolo di presentatore televisivo (Mezzogiorno in famiglia, Telethon, Nientepopodimenochè). Accanto a lui ci saranno Roberto Bartoletti e Pino delle Chiaie, ovvero due colonne portanti del musical di successo Forza Venite Gente. Le musiche e i testi di Don Bosco sono stati pensati da Castellacci in collaborazione con Olimpio Petrossi (produttore della Rca che ha partecipato alla realizzazione di dischi storici di Venditti, Patty Pravo, Cocciante, De Gregori, Amii Stewart), le coreografie sono di un ex ballerino di punta per programmi come Domenica In, Premiatissima, Fantastico08, le luci sono a cura di Pepi Morgia (Light Designer di fama internazionale, regista, scenografo, direttore artistico di molti festival culturali, ambasciatore Unicef, attaché culturale, art director (dal teatro agli yacht), consulente di grandissimi eventi). 2009: l’anno di celebrazioni per Don Bosco e l’ordine dei Salesiani. Con una lettera indirizzata a tutti i Salesiani del mondo, il Rettor Maggiore Don Pascual Chávez annuncia ufficialmente nel 2009 la celebrazione del 150° anniversario della Fondazione della Congregazione Salesiana. Richiamato più volte, soprattutto durante il Capitolo Generale 26, e indicato come avvenimento di riferimento per la Strenna del 2009, l’anniversario ricorda il raduno avvenuto il 18 dicembre 1859 nella camera di Don Bosco presso l’Oratorio di San Francesco in Valdocco, Torino, dove le persone invitate – secondo quanto scritto nel verbale da don Alasonatti - decisero “di erigersi in Società o Congregazione che, avendo di mira il vicendevole aiuto per la santificazione propria, si proponessero di promuovere la gloria di Dio e la salute delle anime, specialmente delle più bisognose di istruzione e di educazione”. Il 2009, definito da Don Chávez “Un anno di grazia”, deve aiutare i Salesiani a ricordare le proprie origini e le mete alle quali sono chiamati. In questo stesso anno le reliquie di Don Bosco, racchiuse in una apposita urna, inizieranno un pellegrinaggio attraverso le 8 regioni della Congregazione, avviando così il cammino di preparazione alla celebrazione del bicentenario della nascita di Don Bosco nel 2015. Aprendosi il 31 gennaio, festa di Don Bosco, l’”anno di grazia” sarà caratterizzato da alcune date ed eventi: la festa dell’Ausiliatrice, spostata al 25 maggio perché in concomitanza con l’Ascensione, il 24 giugno, giorno onomastico di Don Bosco, il 16 agosto, giorno della sua nascita. Particolare rilievo sarà dato al 18 dicembre quando i Salesiani di tutto il mondo saranno invitati a rinnovare la Professione religiosa. Al fine di offrire un cammino di riflessione e approfondimento in questo “anno di grazia” il Rettor Maggiore ha convocato una commissione di lavoro coordinata da don Francesco Cereda, Consigliere per la Formazione. Un anno che deve aiutare i Salesiani a “prendere coscienza della nostra identità di persone consacrate, votate al primato di Dio, alla sequela di Cristo obbediente, povero e casto, pienamente disponibili allo Spirito, e proprio per questo totalmente dedicate ai giovani”. Due i testi di riferimento per il 2009: le Costituzioni, “via della fedeltà al carisma di Don Bosco”, e il documento finale del Capitolo Generale 26, “volto della Congregazione oggi”. Don Chávez raccomanda inoltre ai Salesiani di “narrare ai giovani la storia degli inizi della Congregazione, della quale essi sono stati ‘confondatori’ insieme a Don Bosco” e di essere consapevoli del compito ad essi affidato: “evangelizzatori dei giovani e animatori di una famiglia carismatica”. . |
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SUL PALCOSCENICO DEL TEATRO FRANCO PARENTI MASSIMO RANIERI IN POLVERE DI BAGHDAD DA LE MILLE E UNA NOTTE CON ELEONORA ABBAGNATO |
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Milano, 14 dicembre 2009 - "Se oggi chiediamo a un giovane, o ad un vecchio, cosa pensano se pronunciamo la parola Bagdad – ricorda Scaparro – a nessuno viene più in mente Sherazade, oppure Simbad, i giardini fioriti e gli straordinari racconti di un´antica civiltà. In pochi anni le guerre del Golfo hanno cancellato secoli di cultura e di storia che erano parte del nostro bagaglio culturale, anche di noi italiani affacciati su quel mare che da sempre è stato punto di incontro tra Europa e mondo arabo; una perdita che ha creato un solco profondo fra queste due culture che, oggi, sembra non riescano più a dialogare". Da qui parte la riflessione di Scaparro per creare uno spettacolo teatrale, ambientato in una Bagdad dei giorni nostri, dove sono evidenti le tracce delle violenze e delle atrocità della guerra. Alcuni personaggi, uno degli ultimi cantastorie, un soldato europeo che non sa bene perché si trova là, un professore, una bella ragazza inconsapevole Sherazade, un suonatore iracheno di liuto arabo sono i protagonisti dello spettacolo con cui Maurizio Scaparro tenta di riprendere il filo della speranza. Polvere di Bagdad, liberamente ispirato a Le Mille e una notte (da cui Scaparro aveva negli anni passati tratto uno spettacolo di grande successo con Massimo Ranieri protagonista), si avvale dell´adattamento teatrale di uno dei più grandi poeti del Mediterraneo, Adonis, di integrazioni drammaturgiche di Massimo Nava, lo scrittore giornalista italiano che è stato corrispondente di guerra a Bagdad e della elaborazione musicale affidata a Mauro Pagani. Polvere di Bagdad vedrà, ancora una volta, come protagonista Massimo Ranieri assieme ad attori e musicisti italiani e del Bacino del Mediterraneo. . |
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ARRIVA IN ITALIA IL MUSICAL “IL MONDO DI PATTY, IL MUSICAL PIÙ BELLO” TRATTO DALLA SERIE TV CULTO PER RAGAZZI “IL MONDO DI PATTY, LA STORIA PIÙ BELLA” AL PALASHARP DI MILANO |
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Milano, 14 dicembre 2009 - “Il Mondo di Patty, Il Musical più Bello” debutterà in Italia il 16 dicembre 2009 al Palasharp di Milano e sarà in tournée nelle principali città italiane fino febbraio 2010. “Il Mondo di Patty, il Musical più bello” è la versione teatrale del telefilm argentino di grande successo “Il Mondo di Patty, La storia più bella” e porterà sui palcoscenici italiani, nel ruolo di Patty, proprio l’attrice Laura Esquivel, già protagonista della serie tv, e nel ruolo di Giusy, la migliore amica di Patty, Ambra Lo Faro, ovvero la bella Mafy della serie tv della Disney “Quelli dell’intervallo” e già voce della sigla italiana del telefilm Il Mondo di Patty: “Un angolo nel cuore”. In Italia il Musical è prodotto dalla Società italiana Poltronissima che nel 2005, con Mas Music Arts & Show - il Centro Internazionale di Formazione per lo Spettacolo - ha lanciato il genere “Family show” grazie alle precedenti produzioni “Winx Power Show”, “Scooby Doo Live on Stage” e “Winx On Ice”. La storia del musical In vista della gara di danza di fine anno alla Pretty Land School of Arts ci si prepara intensamente. La squadra che vincerà rappresenterà la scuola al Concorso di Musical Interscolastico. Come sempre Popolari e Divine, i due gruppi più preparati di tutta la scuola, scendono in campo capitanate dalle loro indiscusse e tanto diverse leader: la solare Patty e la maliziosa Antonella. In un gioco di inganni ed emozioni, in una cornice mozzafiato da vero concerto pop, prenderà forma questa simpatica vicenda che, storia nella storia, non mancherà di far emergere i caratteri e le personalità delle due amate protagoniste, e ci porterà a tifare per l´una o per l´altra, senza negarci momenti magici, di sogno e d´amore. E così ci si coinvolgerà con le vicende sentimentali di Carmen e Leandro, con la contesa del giovane Mattias, con le canzoni degli Skratch e con le avventure di Pia, Bruno, Fabio, Giusy, Tamara e tutti gli altri amati protagonisti della serie. Per arrivare senza un fili di respiro alla gara tanto attesa. Ma chi vincerà? Chi rappresenterà la scuola al concorso? Patty e le Popolari? Antonella e le Divine? Grande attesa, vivaci coreografie e un po´ di frizzante suspense ci porteranno al verdetto finale senza negarci il miglior lieto fine. Ma senza qualche improvvisa e stupefacente sorpresa! . |
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MUSEO STORICO ARTISTICO “TESORO DI SAN PIETRO” |
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Milano, 14 dicembre 2009 - Torna all’antico splendore la “cappella sistina in bronzo” del Pollaiolo, straordinario e prezioso monumento bronzeo dedicato a papa Sisto Iv. Si è inaugurato dopo due anni di restauro il Monumento a papa Sisto Iv conservato nel museo del tesoro di San Pietro. L’opera, che racchiude in sé molte e significative valenze, si disvela quale splendida macchina bronzea caratterizzata da uno straordinario complesso figurativo, inusitato per quel tempo, dal quale si evincono i caratteri figurativi “moderni” delle fanciulle che il Pollaiolo ritrae nelle formelle, sia delle virtù sia delle arti. Anticipa di ben quarant’anni, lo scultore fiorentino, l’estetica dei corpi, dalle forti e tese muscolature, delle Sibille michelangiolesche nella Cappella Sistina, che dal pontefice stesso prende il nome. Nel prezioso e singolare monumento, in antico detto la “Cappella Sistina in bronzo”, si intrecciano le storie di due pontefici e le vicende dell’arte e degli artisti, attivi fra Roma e Firenze, del periodo che segna la fine del ‘400 e l’inizio del Rinascimento che fu fervida fucina dei più grandi tesori dell’arte e dell’architettura. A Sisto Iv, cui il monumento è dedicato, già si lega la grandezza e la sensibilità del coltissimo pontefice umanista quale mecenate delle Arti: è lui, infatti, a volere in vita la realizzazione della Cappella Sistina - da cui il nome - ed è lo stesso pontefice che chiama a Roma da Firenze il Botticelli, il Ghirlandaio, il Perugino, il Pinturicchio e il Rosselli che diedero la prima magnificente impronta artistica alla cappella Sistina. Alla morte del Pontefice, è ancora una volta un artista fiorentino a recarsi a Roma per realizzare il suo monumento funebre, ed è il nipote, il Cardinale Giuliano della Rovere a far sì che, attraverso un’abile partita diplomatica che coinvolse lo stesso Lorenzo il Magnifico, giungesse in Vaticano Antonio Benci, detto del Pollaiolo, ritenuto sul finire del ’400, abilissimo orafo e abile cesellatore ma soprattutto il massimo scultore vivente, fama sorpassata solo dal “divino” Michelangelo. Il Pollaiolo realizza in dieci anni d’intenso lavoro (1484-1493) il grandioso monumento. Già la concezione dello stesso segna una svolta importante: è il primo monumento funebre papale realizzato a tutto tondo, tutti i precedenti e quelli addivenire sono realizzati a parete. L´opera, straordinaria e inusuale, viene concepita come monumento regale ed evoca piuttosto i modelli delle tradizionali sepolture d’oltralpe. In effetti, il catafalco sistino, appare un monumento più da re che da papa, confermando la volontà di Giuliano della Rovere di sottolineare esplicitamente il significato “Rinascimentale” politico e temporale del pontificato dello zio. In maniera assai più peculiare si nota nell’opera la totale assenza di figure sacre, il sepolcro, pur presentando una ricca iconografia, ne è totalmente scevro. La figura del papa giace su un materasso coperto da un lenzuolo ricamato circondata dalle sette Virtù d’ispirazione botticelliana, e nelle dieci specchiature sui lati convessi del basamento trovano posto le immagini allegoriche di Arti e Scienze in una struttura libera e istoriata. Soprattutto l’aspetto di fanciulle discinte con cui il Pollaiolo immagina le allegorie delle Arti e delle Scienze, non mancarono di scandalizzare qualche commentatore dell’Ottocento, anche se, non va dimenticato che questa inaudita struttura di bronzo dialogava, nella sua collocazione originaria, con la Madonna col Bambino e angeli del Perugino dove il papa francescano Sisto Iv veniva raffigurato genuflesso ed alla presenza dei santi Pietro e Paolo, nonché di Francesco d´Assisi ed Antonio da Padova (opera andata perduta). Fra i dati più significativi che emergono dall’attenta osservazione delle figure femminili realizzate dal Pollaiolo nella lavorazione delle formelle in bronzo, sia nel caso delle Virtù che per le Arti e Scienze, vi sono le muscolature asciutte e nervose e le pose elastiche e sensibili delle fanciulle che popolano la tomba. Qui si trova un coerente sviluppo d´idee che il Pollaiolo aveva già sperimentato nelle prove migliori del suo periodo fiorentino, e la piena maturazione di quelle premesse insite nella tradizione delle botteghe artistiche della città, nelle quali profondamente affonda le radici della propria cultura. Soprattutto, si può evidenziare come, il vigore plastico dell’anatomia dei volti, le torsioni, la scattante tensione muscolare, contrapposta ai nervosi panneggi delle vesti increspate - tanto da creare vivaci contrasti luministici - che caratterizza le figure muliebri si possa riferire direttamente alle Sibille che Michelangelo dipinge quarant´anni dopo nella Cappella Sistina. Ancora una volta la sommità dell´arte e del mecenatismo si fondono in un unicuum storico straordinario: la Cappella Sistina, voluta da Francesco della Rovere, Sisto Iv, che si arricchisce ulteriormente per volere di Giuliano della Rovere, ora papa Giulio Ii, degli affreschi michelangioleschi ha un fil-rouge nell’estetica delle fanciulle del Pollaiolo, ne è la riprova il fatto che il monumento di papa Sisto Iv fu denominato “la cappella Sistina in bronzo”. Giulio Ii, pontefice illuminato e ambizioso, pone la prima pietra dell’attuale Patriarcale Basilica il 18 aprile del 1506, è lui ad illuminare San Pietro di quel gioiello d’arte e architettura unico al mondo. E’ lui a volere con sé i più grandi artisti viventi e, come fece per il Pollaiolo, ancora una volta, chiama a Roma da Firenze Raffaello e Michelangelo per quella straordinaria avventura che ha segnato uno degli episodi più importanti della storia universale dell´arte. Il lungo e minuzioso intervento di restauro, protrattosi per più di due anni ha restituito al monumento funebre la piena leggibilità degli infiniti particolari e per la prima volta ha permesso di rilevare le diverse fasi della realizzazione dell’opera nei successivi passaggi. È ora evidente come nel monumento a papa Sisto Iv Pollaiolo trasferì le stesse attenzioni e il medesimo operare riservato alla piccola e minuziosa produzione orafa, applicando con successo la sua esperienza nel compimento di un’opera dalle dimensioni monumentali, enormemente complessa per tecnica e ricchezza materiale. La lavorazione delle formelle in bronzo, che rese possibili tali straordinari bassorilievi, è il frutto della sapiente fusione del metallo, della lavorazione delle masse metalliche e delle superfici attraverso specifiche e lentissime operazioni e numerosi passaggi che vanno dalla preparazione dei modelli in cera d’api ai trattamenti finali, agevolati dalla sapiente scelta della composizione della lega metallica impiegata in questi casi ricca di stagno che ha conferito maggiore morbidezza e duttilità del bronzo. Le molte indagini scientifiche effettuate prima e durante i lavori, ed in modo particolare le analisi metallografiche condotte su numerosi punti delle formelle, delle grandi foglie di acanto e delle cornici perimetrali, hanno infatti confermato l’ipotesi “di cantiere” che l’artista abbia volontariamente utilizzato leghe con composizione differente in relazione alla parte da realizzare. La raccolta di questi dati, insieme ad una attenta e dettagliata analisi visiva degli aspetti tecnologici del manufatto, ha permesso di realizzare un quadro conoscitivo approfondito della preziosa opera scultorea e delle tecniche proprie del grande maestro fiorentino. Il Monumento funebre di Sisto Iv non fu mai utilizzato come tale, il pontefice, la sera seguente la sua morte, avvenuta il 12 agosto 1484, fu sotterrato, secondo le sue stesse disposizioni, in un avello al centro della Cappella del Coro dei canonici della vecchia Basilica. Solenne e monumentale, al punto da renderne difficile la collocazione dal momento in cui viene rimosso dalla sede originaria, il catafalco sistino entra a far parte della collezione del Museo del Tesoro di San Pietro nel 1971. Oggi, lo straordinario complesso bronzeo, è fra le opere di maggior pregio storico e artistico del Museo e rappresenta, senza dubbio, la magnificenza della collezione del Capitolo di San Pietro. . |
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DUOMO DI MILANO, PRESENTATO RESTAURO AREA ARCHEOLOGICA |
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Milano, 14 dicembre 2009 "Finalmente uno dei luoghi più importanti di Milano viene nuovamente ridato ai cittadini. In questo spazio è nata la Milano capitale dell´Impero e del mondo conosciuto allora, da cui giunsero i personaggi più importanti; un´area ricca di significato anche dal punto di vista laico. Il senso religioso di questo spazio è sotto gli occhi di tutti: proprio qui, nella Pasqua del 387, il vescovo di Milano Ambrogio ha battezzato sant´Agostino". Lo ha detto l´assessore alle Culture, Identità e Autonomie della Lombardia, Massimo Zanello, durante la presentazione dei restauri e del riallestimento dell´area archeologica del Battistero di San Giovanni alle Fonti e dell´abside di Santa Tecla, situati sotto il sagrato del Duomo. L´intervento di restauro, iniziato nel luglio del 2008, è stato realizzato dalla Veneranda Fabbrica del Duomo con il contributo di Regione Lombardia. In particolare sono state fatte delle indagini con nuove esplorazioni del sito, restauri murari, lapidei e pittorici mentre il percorso di visita è stato rifatto con un´illuminazione adeguata e nuovi pannelli esplicativi. Da lunedì 14 dicembre l´area Archeologica sarà aperta al pubblico; il costo del biglietto (4 euro) sarà destinato direttamente all´attività di restauro e conservazione del Duomo, svolta quotidianamente dalla Veneranda Fabbrica. "Il nostro impegno non si ferma certo qui - ha ricordato Massimo Zanello -. Con la Veneranda Fabbrica del Duomo e altri soggetti istituzionali stiamo avviando un accordo di programma per una serie di interventi che riguardano in particolare il prosieguo dei lavori sull´area archeologica, il restauro della guglia centrale del Duomo e il museo archeologico. Credo che il tutto si possa realizzare in tempi piuttosto ravvicinati anche perché la ´Guglia Maggiore´ ha bisogno di interventi urgenti". . |
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INCA. ORIGINE E MISTERI DELLE CIVILTÀ DELL’ORO A BRESCIA - MUSEO DI SANTA GIULIA |
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Milano, 14 dicembre 2009 - 270 opere, provenienti dai maggiori musei del Perù, ripercorrono l’intera storia delle civiltà dell’oro. Insieme alla mostra gemella “Plus Ultra. Oltre il Barocco”, è uno dei principali appuntamenti delle celebrazioni in Italia del Bicentenario dell’indipendenza delle colonie americane della Spagna (1810-2010). Al Museo di Santa Giulia, fino al 27 giugno 2010, è in programma la mostra Inca. Origine e misteri delle civiltà dell’oro. Promossa dal Comune di Brescia e dalla Fondazione Cab, prodotta e organizzata da Fondazione Brescia Musei e da Artematica, in collaborazione con la Regione Lombardia e con il patrocinio della Provincia di Brescia, la mostra Inca. Origine e misteri delle civiltà dell’oro è la prima parte di un percorso espositivo - voluto come “Omaggio alla civiltà dell’America Latina e dei Caraibi” - che si conclude con la mostra Plus Ultra. Oltre il Barocco, dedicata invece all’arte dell’epoca post-colombiana, allestita in contemporanea nel medesimo monastero-museo di Santa Giulia. L’evento bresciano, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, col patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, del Ministero degli Affari Esteri, del Ministero dell’Istruzione e della Ricerca Scientifica, dell’Ambasciata del Perù in Italia, dell’Ambasciata d’Italia a Lima, presenta oltre 270 opere che ripercorrono l’intera storia delle civiltà dell’oro. I pezzi esposti provengono dai maggiori musei peruviani: il Museo Nacional de Arqueología, Antropología e Historia del Perú, il Museo Arqueológico Rafael Larco Herrera, il Museo “Oro del Perú”-“armas del Mundo” – Fundación Miguel Mujica Gallo, il Museo Nacional Sicán, il Museo Arqueológico Nacional Brüning, il Museo Tumbas Reales de Sipán e altri ancora. Si tratta del primo grande evento in Italia interamente dedicato alle civiltà dell’oro. In particolare, sono presentati oggetti in oro, terrecotte, sculture in pietra e in legno. Le opere in oro, argento, bronzo e rame, oltre a rappresentare il più numeroso complesso di reperti in metalli preziosi mai esposto al mondo, consentono di scoprire quei tesori che abbagliarono i conquistadores e che per secoli hanno fatto del Perù il simbolo stesso della ricchezza. L’iniziativa è organizzata in stretta collaborazione col governo peruviano che ha concesso, per questo appuntamento, tesori finora mai esposti al di fuori dei confini nazionali e gode del sostegno delle istituzioni peruviane presenti in Italia. La curatrice della mostra è Paloma Carcedo de Mufarech, studiosa esperta d’arte precolombiana della Pontificia Universidad Católica del Perú di Lima; i co-curatori sono Antonio Aimi, dell’Università degli Studi di Milano, e Giuseppe Orefici, direttore del Centro Italiano Studi e Ricerche Archeologiche Precolombiane. Il Comitato scientifico è composto da Walter Alva Alva, direttore del Museo Tumbas Reales de Sipán di Lambayeque, Christian Mesias Montenegro, direttore del Museo Nacional de Arqueología, Antropología e Historia del Perù di Lima, Claudio Cavatrunci, archeologo e Responsabile della sezione “America” del Museo Nazionale Preistorico ed Etnografico “L. Pigorini” di Roma, Carlos G. Elera Arévalo, direttore del Museo Nacional Sicán di Lambayeque, Francesca Morandini, conservatrice e archeologa dei Civici Musei di Arte e Storia di Brescia, Fernando Rosas Moscoso, docente della Universidad Ricardo Palma e della Pontificia Universidad Católica del Perú, Luisa María Vetter Parodi, archeologa, ricercatrice associata al Museo Nacional Sicán e alla Pontificia Universidad Católica del Perú e professoressa alla Universidad Mayor de San Marcos a Lima, Carlos Wester La Torre, direttore del Museo Arqueológico Nacional Brüning di Lambayeque. La mostra, articolata in dieci sezioni – Cronologia, Le Tecniche di trasformazione del metallo, La Cosmovisione, Le Linee di Nasca, I Costumi, Le Libagioni, La Musica, La Guerra, La Morte, I Preziosi – si snoda lungo l’intera storia delle civiltà dell’oro e offre una ricca panoramica delle culture precolombiane che sono fiorite in Perù dal 1500 a. C. Fino all’arrivo degli Spagnoli nel 1532. Un viaggio attraverso gli aspetti inconsueti e meno conosciuti di questi popoli, con la ricostruzione dell’ambiente, dei miti e dei riti alla base del contesto socio-culturale che ha consentito di creare alcuni dei capolavori assoluti dell’arte di tutte le epoche. Il percorso espositivo presenta i vestiti interamente ricoperti d’oro dei sovrani dell’antico Perù, i paraphernalia (coltelli sacrificali, diademi, strumenti musicali, ecc. ) utilizzati nei rituali che garantivano l’equilibrio del cosmo e la crescita dei raccolti, gli ornamenti (corone, orecchini, narigueras, collane, pettorali, raffigurazioni di uomini e animali e divinità, ecc. ) sempre in oro, che visibilmente mostravano la condizione semidivina dei re, i reperti del corredo funerario (maschere in oro, sculture in terracotta e legno, ecc. ), che accompagnavano i morti nel loro viaggio nell’Inframondo. In questo contesto si trova anche una mummia, concessa in prestito in via del tutto eccezionale. Grazie alla maestosità e alla straordinaria bellezza dei reperti esposti, il pubblico ha un’occasione unica per scoprire la spiritualità dei popoli dell’antico Perù, fondata su religioni che permeavano ogni aspetto della vita quotidiana e che garantivano un continuo rapporto con le divinità del Cielo, della Terra e dell’Inframondo e coi mondi “altri” che custodivano gli “alter ego” di tutte le cose animate e inanimate e la conoscenza del passato e del futuro. . |
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HENRI CARTIER-BRESSON. RUSSIA GENOVA, PALAZZO DUCALE 4 DICEMBRE 2009 – 14 FEBBRAIO 2010 |
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Genova, 14 dicembre 2009 - Oltre 40 fotografie di Henri Cartier-bresson, scattate durante i suoi viaggi in Russia, sono esposte a Palazzo Ducale, nella Loggia degli Abati, dal 4 dicembre 2009 al 14 febbraio 2010. La mostra “Henri Cartier-bresson. Russia”, uno straordinario documento storico, presenta per la prima volta in Italia, a Genova, insieme ad alcuni degli scatti più famosi del fotografo francese, altre immagini meno note e difficili da incontrare. Henri Cartier-bresson è stato il primo fotografo occidentale autorizzato a fotografare in Unione Sovietica dopo la Seconda Guerra Mondiale. Recatosi in Urss nel 1954, accompagnato da un interprete, si interessa alla popolazione, al lavoro, ai divertimenti, insomma a tutti gli aspetti della vita quotidiana. Vi fa ritorno diciannove anni dopo, quando ancora il periodo della Guerra Fredda non poteva definirsi terminato, intrecciando nuovamente il filo della grande Storia con le vite delle persone che incontrava. Così, con questi viaggi, Henri Cartier-bresson ci porta a Mosca, nella Repubblica Federale Russa, in Estonia, nelle repubbliche caucasiche e dell´Asia centrale. È interessante questa frase che Henri Cartier-bresson scrive successivamente: ” Dix-neuf ans après un premier voyage, j’ai désiré revoir l’Urss. Rien en effet n’est plus révélateur que de comparer un pays avec lui-même, en saisissant ses différences, d’essayer de surprendre le fil de sa continuité" "A distanza di diciannove anni dal primo viaggio, desiderai tornare indietro e visitare nuovamente la Russia. Non c´è nulla di più rivelatorio che confrontare una nazione con se stessa osservandone i cambiamenti e cercando di individuare il suo filo conduttore". Al proposito, aveva scritto anche: "L’appareil photographique n’est pas un instrument apte à répondre au pourquoi des choses, il est plutôt fait pour l’évoquer, et dans les meilleurs cas, à sa manière propre, intuitive, il questionne te répond à la fois. Je m’en suis donc servi dans une flânerie active, à la poursuite du hasard objectif". "L´apparecchio fotografico non è uno strumento adatto a rispondere al perché delle cose, essendo piuttosto fatto per evocarle, e nei casi migliori, alla propria maniera, intuitiva, pone domande e dà risposte allo stesso tempo. Dunque me ne sono servito, andando in giro alla ricerca di una casualità oggettiva”. Henri Cartier-bresson, che è stato spesso definito l’occhio del secolo, ha saputo condensare nella sua intensa attività fotografica e artistica un’osservazione sempre puntuale e profonda, attenta e originale, sul mondo intorno a sé, i protagonisti, gli avvenimenti principali ma anche i piccoli, apparentemente insignificanti, ma densi di vita, “attimi decisivi” che lui – e solo lui – riusciva a cogliere con la sua macchina fotografica quando, come affermava, si riesce a “mettere sulla stessa linea di mira il cuore, la mente e l’occhio”. Le fotografie presenti in mostra sono del 1954 e del 1972-73, raccolte in un libro uscito in Francia nel 1973, A propos de l´Urss, Henri Cartier-bresson, (Editions du Chêne, Paris), e non sono mai state pubblicate in Italia. . |
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SARÀ ALLESTITA A ROMA LA MOSTRA FOTOGRAFICA “GEOGRAFIA DELL´ANIMA-LA CALABRIA DI LEONIDA RÈPACI” |
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Roma, 14 dicembre 2009 - Martedì 15 dicembre, alle ore 17. 30, sarà inaugurata a Roma la mostra fotografica “Geografia dell´anima-La Calabria di Leonida Rèpaci” promossa dall´assessorato regionale all´Ambiente, dal ministero per i Beni e le attività culturali e dalla Biblioteca “Vallicelliana” che ospiterà la rassegna nella sala Borromini - Piazza della Chiesa Nuova, 18. È stata ideata da Antonio Minasi, presidente dell’associazione “Amici casa della cultura Leonida Rèpaci” di Palmi che ne ha prodotto l’allestimento. L’esposizione sarà aperta dal presidente della Regione Calabria Agazio Loiero e dall’assessore regionale all’Ambiente Silvio Greco. “Ho accettato con enorme piacere e senza nessuna remora di patrocinare questa mostra – ha dichiarato l’assessore Greco – perché per me, per noi calabresi, Leonida Rèpaci significa da sempre affrontare un viaggio nella regione attraverso la testimonianza di chi ha conosciuto e amato profondamente la Calabria. L’evento - ha spiegato Greco - vuole essere un omaggio a Rèpaci che, tra i primi nella nostra regione, si è posto il problema della salvaguardia ambientale delle realtà geografiche calabresi divenuti nel tempo luoghi dell´anima”. La mostra è composta da 60 pannelli fotografici (formato cm. 100x70), realizzati da Stefano Vecchione e Attilio Zagari che mettono a confronto le parole dello scrittore con immagini capaci di restituirne le emozioni. Per l’assessore Greco si tratta di “un percorso originale che diventa sintesi del patrimonio storico, artistico, ambientale, della regione tutta”. “La produzione letteraria di Leonida Répaci – ha detto l’assessore all’Ambiente - può essere letta e interpretata come testimonianza delle radici culturali e dei tenaci vincoli che legano la società calabrese al suo territorio. Ma occasioni del genere - secondo Greco - sono basilari per farla amare anche da chi calabrese non è”. Interverranno all’inaugurazione anche la direttrice della biblioteca “Vallicelliana” Maria Concetta Petrollo Pagliarani, il presidente dall´associazione “Amici casa della cultura Leonida Rèpaci” Antonio Minasi, la giornalista Rai Annarosa Macrì, la docente all’Università di Messina Maria A. Brancato, gli scrittori Arcangelo Mafrici e Gabriella Sobrino (segretaria del Premio “Viareggio” fondato da Rèpaci), l’avvocato Nino Marazzita, i giornalisti Enzo Romeo e Santino Salerno, il sindacalista Natale Pace. L’attore Salvatore Puntillo interpreterà alcuni brani dell´opera letteraria di Rèpaci, accompagnato dalla musica del maestro Martino Schipilliti. Verrà anche riproposta un´intervista televisiva dello scrittore realizzata dalla Rai nel 1973 nella villa della Pietrosa di Palmi. L’evento potrà essere seguito in diretta internet, collegandosi al sito www. Beniculturali. It. . |
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LE DIGHE DELLA SARDEGNA IN MOSTRA |
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Cagliari, 14 Dicembre 2009 - Trenta scatti per raccontare le dighe della Sardegna, mirabili esempi di ingegneria idraulica che nel tempo hanno strappato l´isola alla sua secolare siccità regalandole nuove possibilità di sviluppo economico e sociale. Sono stati esposti, a partire da venerdì 11 dicembre, sulla Terrazza del Bastione di Saint Remy a Cagliari, nella mostra “Dighe della Sardegna” organizzata dall´Enas, in collaborazione con l´assessorato regionale dei Lavori Pubblici, per far conoscere al pubblico alcuni tra i più importanti, e anche tra i più belli, sbarramenti che danno origine ad altrettanti laghi artificiali. L´esposizione, composta da 32 pannelli del formato di 170x110 cm, raccoglie una serie di immagini realizzate dal fotografo Roberto Salgo a cavallo dei mesi di luglio e novembre di quest´anno, accompagnate da alcuni sintetici testi che descrivono l´attività dell´Ente acque della Sardegna e le caratteristiche di ciascuna diga. In tutto si ripercorrono 16 dei 32 sbarramenti gestiti dall´Enas, visti però in un´ottica inconsueta che permette di coglierne tutto il fascino. Ecco allora che qui alle tradizionali foto di dighe viste dall´alto, o da valle, si contrappongono immagini che catturano i particolari: tubi, boe, pareti massicce costruite con tonnellate e tonnellate di calcestruzzo, sprazzi di laghi, porzioni di diga immersi nella nebbia. Opere ingegneristiche di grande importanza si mescolano con la natura selvaggia della Sardegna, dando vita a molteplici suggestioni. La mostra, il cui progetto grafico è curato da Stefano Asili, e realizzata insieme al Servizio dighe dell´ente, ripercorre le dighe della Sardegna seguendo il criterio della territorialità, oltre che della suggestione: nella scelta degli sbarramenti si è cioè voluto riportare qualcosa che rappresentasse i diversi territori dell´isola. Così, a fianco delle due grandi dighe del Mulargia e del Flumendosa, vi è anche la possente Cantoniera, nell´Oristanese. E ci sono anche le dighe del Liscia, di Sos Canales e di Monte di Deu, in Gallura, dell´Alto Temo e di Monte Lerno, nel Sassarese, di Monte Pranu e Punta Gennarta, nel Sulcis, sino a quella di Pedra ´e Othoni, a Dorgali, sul Torrei, tra Tiana e Tonara, del Cixerri, in provincia di Cagliari, sul Rio Leni, nel Medio Campidano, passando per le dighe di Santa Vittoria, a Mogoro, e di Is Barroccus, nella zona di Isili. Venerdì alle ore 11 ad inaugurare l´esposizione saranno l´assessore regionale dei Lavori Pubblici, Angelo Carta, insieme al presidente dell´Enas, Sergio Vacca. Sarà presente anche l´assessore regionale al Turismo, Sebastiano Sannitu. La mostra potrà essere visitata sino alla prima metà del maggio 2010. . |
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COMO, 500.000 EURO PER IL RESTAURO DEL "PATRIA" VIA A 2° FASE DI RECUPERO DELLO STORICO PIROSCAFO |
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Milano, 14 dicembre 2009 - Sarà di 500. 000 euro il contributo che Regione Lombardia destinerà al recupero e alla valorizzazione del piroscafo "Patria". Lo ha deciso la Giunta regionale su proposta dell´assessore alle Culture, Identità e Autonomie della Lombardia, Massimo Zanello. Il completamento del recupero del "Patria" è uno dei 72 progetti previsti dall´Accordo Quadro di Sviluppo Territoriale (Aqst) della provincia di Como, firmato il 31 luglio scorso tra Regione, Provincia, Comune e Camera di Commercio di Como. Ora, un´apposita convenzione sottoscritta fra Regione e Amministrazione provinciale definirà le fasi per il definitivo recupero del piroscafo. La prima parte dell´intervento ha permesso di sottrarlo al degrado strutturale in cui versava e si è conclusa il 30 giugno. Con l´avvio della seconda fase dei lavori, grazie anche al contributo regionale, si renderà di nuovo navigabile il natante, il cui varo è previsto per il 2011. "Il ´Patria´ - ha ricordato l´assessore Zanello - di cui è proprietaria la Provincia, è uno dei pochissimi esemplari di piroscafi a ruota esistenti in Europa, insieme al Concordia sul lago di Como, l´Hohentwiel sul lago di Costanza e il Thalia sul lago di Worthersee in Austria. Il suo recupero rappresenta pertanto un passo significativo per la riscoperta e la valorizzazione della vocazione nautica del territorio lariano". "Con questo intervento - ha concluso Zanello - riusciremo a integrare nel pieno rispetto delle sue caratteristiche questo importante bene che tornerà a solcare le acque del lago di Como". Il costo totale del restauro è di 4 milioni di euro. . |
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