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Notiziario Marketpress di Mercoledì 13 Gennaio 2010
I METABOLITI DEL COLESTEROLO, “CHIAVE DI VOLTA” NELLA RICERCA SUI TUMORI UNA SCOPERTA DEI RICERCATORI DEL SAN RAFFAELE APRE LA STRADA A NUOVE TERAPIE CONTRO I COSIDDETTI “BIG KILLERS”  
 
Milano, 13 gennaio 2010 – I ricercatori del San Raffaele di Milano hanno scoperto un nuovo meccanismo attraverso cui i tumori inibiscono il funzionamento del sistema immunitario, crescendo e diffondendosi in modo incontrollato. La scoperta di questa ulteriore modalità con cui i tumori paralizzano “le sentinelle” del nostro corpo ha permesso di individuare anche le procedure terapeutiche che, bloccando questo meccanismo, ripristinano il funzionamento del sistema immunitario. Lo studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista biomedica Nature Medicine, è stato realizzato da una équipe di medici e ricercatori guidata dal dottor Vincenzo Russo, Unità di Terapia Genica dei Tumori dell’Istituto Scientifico Universitario San Raffaele, con il contributo del gruppo della dottoressa Catia Traversari di Molmed S. P. A. E di diversi ricercatori dell’Università di Milano e del Karolinska Institutet di Stoccolma. E’ noto che il sistema immunitario è in grado di riconoscere ed eliminare le cellule neoplastiche. Tuttavia, i tumori mettono in opera numerosi meccanismi per sfuggire a tale controllo. L’équipe di scienziati ha scoperto che molti tumori crescono indisturbati grazie alla produzione di ligandi di Lxr, molecole derivate dal colesterolo. Tali metaboliti del colesterolo “imprigionano” alcune cellule del sistema immunitario, le cellule dendritiche, impedendogli di attivare il processo di eliminazione delle cellule cancerose. Nel corso della ricerca è stata identificata una classe di molecole, utilizzate in medicina per diminuire il colesterolo plasmatico, che sono in grado di bloccare la produzione di metaboliti del colesterolo, consentendo la cura di alcuni tumori nel modello animale. E’ stato infatti dimostrato che nei topi portatori di tumori, trattati con questa modalità terapeutica, il sistema immunitario si è riattivato e il tumore è regredito. I ricercatori hanno quindi verificato che l’utilizzo di questi farmaci permette di riattivare in modo regolare la risposta del sistema immunitario, impedendo anche ai tumori cosiddetti “big killers” (colon e polmone oltre che rene e melanoma) di inibire il sistema immunitario. Afferma Vincenzo Russo, medico ricercatore presso l’Istituto Scientifico Universitario San Raffaele e coordinatore dello studio: “Questa ricerca rappresenta un passo in avanti sia nella conoscenza dei meccanismi biologici che rendono i tumori insensibili all’attacco delle cellule del sistema immunitario, sia nell’identificazione di nuovi target terapeutici che consentiranno di mettere a punto, nei prossimi anni, nuove terapie antitumorali. ”. .  
   
   
IL CUORE NON TIENE IL RITMO? É SCRITTO NEL DNA SCOPERTI NOVE GENI CHE PREDISPONGONO AD UNA ALTERAZIONE DELL´INTERVALLO PR DELL’ELETTROCARDIOGRAMMA, PREDITTORE DI ARITMIE CARDIACHE E MORTI PREMATURE.  
 
 Roma, 13 gennaio 2010 - Alcune varianti del Dna sono responsabili dell’aumento dell’intervallo Pr, il parametro che, durante l’elettrocardiogramma, misura la velocità della conduzione elettrica nel nodo atrio-ventricolare, fondamentale per la diagnosi precoce di aritmie importanti come la fibrillazione atriale. È quanto emerso da uno studio condotto dal consorzio internazionale ‘Charge’ che coinvolge 65 ricercatori di 48 centri di ricerca europei e americani e più di 28. 000 volontari. All’interno di Charge opera anche il progetto Progenia dell’Istituto di neurogenetica e neurofarmacologia del Consiglio nazionale delle ricerche (Inn-cnr), con l’analisi dell’intero genoma di circa 4. 000 volontari sardi dell’Ogliastra. Grazie alla collaborazione tra i laboratori di tutto il mondo interessati alla genetica umana e all’epidemiologia genetica, Charge conduce dal 2005 lo studio di associazione dell’intero genoma Gwas (Genome wide association study), identificando regioni cromosomiche e geni che regolano tratti quantitativi e aumentano il rischio di sviluppare malattie. Attraverso l’analisi delle variazioni genetiche frequenti nella popolazione e distribuite su tutto il genoma, sono stati considerati per ogni individuo più di 2 milioni dei cosiddetti Snps o Polimorfismi a singolo nucleotide. “La ricerca”, spiega Serena Sanna dell’Inn-cnr, responsabile della parte statistica del progetto, “ha permesso di identificare alcune varianti del Dna comuni in nove geni che predispongono, coloro che ne sono portatori, a cambiamenti della conduzione atriale, con aumento dell´intervallo del Pr di circa 19 millisecondi: Meis1, Nkx2-5, Cav1/cav2, Wnt11, Sox5, Tbx5/tbx3, Arhgap24, Scn5a, Scn10a”. I primi sei, continua la ricercatrice, “hanno funzioni importanti nello sviluppo dell´apparato cardiaco nell´uomo e pertanto persone portatrici di tali mutazioni possono manifestare malformazioni del setto atriale o della giunzione atrioventricolare, come ad esempio Nkx2-5, trovato mutato in pazienti affetti da ‘tetralogia di Fallot’ (malformazione cardiaca congenita che consiste in una comunicazione intraventricolare). Scn5a e Scn10a codificano invece due canali di sodio (Nav1. 5 e Nav1. 8), che insieme ai canali del potassio regolano i processi di depolarizzazione e ripolarizzazione della membrana cellulare. Nessun dato precedente, infine, ha finora collegato il gene Arhgap24 con l´apparato cardiaco”. “I ricercatori”, dichiara Manuela Uda dell’Inn-cnr, coordinatore del progetto, “hanno quindi testato il ruolo dei geni individuati tramite i Gwas in circa 5. 700 pazienti affetti e 4. 000 individui sani. Cinque delle nove varianti comuni studiate (quelle dei geni Scn5a, Scn10a, Nkx2-5,cav1/cav2, Sox5), mostrano in effetti un lieve aumento del rischio di manifestare fibrillazione atriale. Questi risultati migliorano le conoscenze scientifiche sulla fisiologia e patofisiologia delle condizioni cardiache, e suggeriscono dettagli importanti per lo sviluppo di nuove terapie farmacologiche e per la prevenzione”. Studi successivi avranno per oggetto il meccanismo biologico con cui questi geni agiscono nel prolungare l´intervallo Pr, dal momento che le conseguenze cliniche di un valore anomalo in questo parametro non sono trascurabili. “Il 10% di italiani ultra 70enni”, conclude Sanna, “è colpito da fibrillazione atriale e sono sempre più gli under 40 ad esserne minacciati, con notevoli ricadute in termini di costi sanitari”. . .  
   
   
SPECIE BATTERICHE COSTRETTE A COOPERARE TRA LORO PER SOPRAVVIVERE  
 
Bruxelles, 13 gennaio 2010 - Se minacciate dalla fame, gruppi di cellule del batterio sociale Myxococcus Xanthus (M. Xanthus) lavorano insieme per creare "corpi fruttiferi" con spore in grado di resistere allo stress. Le scoperte di uno studio del fenomeno sono state pubblicate dalla rivista Current Biology. Ricercatori dell´Istituto neerlandese per l´Ecologia e dell´Università dell´Indiana (Stati Uniti) presentano i risultati riconoscendo che la ricerca è stata fatta da altri ricercatori. L´obiettivo era lo studio delle interazioni sociali tra i microbi impegnati in comportamenti cooperativi. Il problema - sottolineano i ricercatori - è che "poco si sa della misura in cui in natura, in una fase iniziale, i microbi cooperativi si diversificano in genotipi socialmente in conflitto. " Il gruppo di studio ha concentrato la propria attenzione sull´M. Xanthus, un batterio predatore del suolo che uccide e consuma altri microbi con la secrezione di composti tossici. A fronte di scarsità di cibo e quando i batteri sono minacciati dalla fame, gruppi di cellule cooperano per creare forme di corpi fruttiferi. Il ruolo di alcune delle cellule è la costruzione della struttura del corpo fruttifero. Altre cellule si trasformano in spore per garantire la sopravvivenza. Gregory Velicer, dell´Università dell´Indiana spiega che in alcuni microbi sociali la cooperazione avviene principalmente tra cellule identiche o molto simili. Lo scopo è la competizione contro individui relativamente poco correlati. "Questo non accade negli esseri umani, che tendono a cooperare sia con individui non correlati che con quelli molto vicini. Nei batteri che studiamo, la cooperazione sembra essere molto limitata", aggiunge Velicer. Secondo il gruppo di ricerca, le cellule di M. Xanthus sono in grado di riconoscere le più piccole differenze genetiche delle altre cellule, differenze che anche gli scienziati stentano a identificare. Nello studio, i ricercatori hanno unito, a pochi centimetri gli uni dagli altri, ceppi di M. Xanthus per capire se ci sia cooperazione o competizione. Hanno scoperto che anche per i ceppi che hanno vissuto sullo stesso campione di coltura e che presentano caratteristiche genetiche praticamente identiche, la deviazione esistente era comunque sufficiente ad impedire la capacità reciproca di produrre spore. Un ulteriore risultato dello studio è che la competizione era molto serrata tra batteri prelevati da siti tra loro distanti. È molto probabile, dunque, che la cooperazione tra le cellule può essere motivata dalla necessità piuttosto che dalla volontà. Per la seconda fase dello studio, il dottor Velicer intende unire ceppi strettamente correlati ed effettuare una valutazione globale delle specifiche differenze genetiche che producono antagonismo ed esclusione sociale. Lo scopo - aggiunge - è comprendere come le nuove specie di batteri sociali possano evolversi in aree geografiche condivise con specie parentali. Egli conclude: "Se le forti incompatibilità sociali si evolvono rapidamente, questo influisce sulla comprensione di come i ceppi che interagiscono tra loro divergano sul lungo termine. " Per maggiori informazioni, visitare: Current Biology: http://www. Cell. Com/current-biology/home Netherlands Institute of Ecology: http://www. Nioo. Knaw. Nl/ Indiana University Bloomington http://www. Iub. Edu/ .  
   
   
STANZIATI 1,8 MILIONI PER TRE ANNI. 109 RICHIESTE VALUTATE DA ESPERTI INTERNAZIONALI RICERCA CONTRO IL CANCRO: FINANZIATI 33 PROGETTI ITT ROSSI: «CONTINUITÀ E RISORSE, FORTE CONTRIBUTO DELLA REGIONE TOSCANA»  
 
Firenze, 13 gennaio 2010 - Per il secondo anno consecutivo la ricerca in oncologia riceve cospicue risorse dalla Regione Toscana. Si è chiuso infatti con l´attribuzione dei finanziamenti ai progetti migliori il bando annuale dell´Istituto Toscano Tumori, che per il 2009 distribuisce 1,8 milioni di euro per il primo anno di studi della durata da uno a tre anni. I progetti finanziati sono stati 33, su 109 domande pervenute, e riguardano i principali settori della ricerca sul cancro, dalla ricerca di base alle terapie innovative. Come previsto dal bando, possono accedere ai finanziamenti ricercatori ed oncologi di qualunque struttura della Toscana; in pratica la maggior parte dei titolari dei progetti approvati operano nei tre atenei della Regione, nelle Aziende Ospedaliere Universitaria di Careggi, Pisa e Siena, presso l´Ispo (Istituto per lo studio e la prevenzione oncolog ica) e nel Cnr. «Anche nel campo della ricerca la continuità è determinante ai fini dei risultati – osserva l´assessore regionale per il diritto alla salute Enrico Rossi – Grazie al buon andamento dei conti della nostra sanità e nonostante i tagli governativi siamo soddisfatti di aver potuto replicare l´esperienza del primo anno, aumentando sia il budget complessivo a disposizione sia il numero dei progetti finanziati, che sono stati 24 il primo anno e sono 33 per il 2009. » «Il metodo con cui si è fatta la selezione dei progetti - spiega il professor Lucio Luzzatto, direttore scientifico dell´Istituto Toscani Tumori – è stato quello, trasparente e rigoroso, che l´Istituto Toscano Tumori si è dato programmaticamente: le domande sono passate attraverso due “esami”, quello di un gruppo di “referees” esterni e quello dello Scientific Advisory Board dell´Itt. » I tito lari dei progetti Itt collaboreranno anche con il laboratorio centrale dell’Itt, ("Core research laboratory") che si concentra particolarmente sui meccanismi molecolari alle origini dei tumori e che consiste attualmente di 4 unità: 3 a Careggi (genetica e trasferimento genico in oncologia, meccanismi molecolari dell´oncogenesi, biologia della cellula tumorale), ed 1 a Siena (trasduzione del segnale). In più vi è un Centro di Coordinamento delle Sperimentazioni Cliniche. .  
   
   
ICTUS CELEBRALE, “STROKE UNIT” ALL’OSPEDALE SAN CARLO DI POTENZA  
 
Potenza, 13 gennaio 2010 - È stato approvato dalla Giunta Regionale il progetto messo a punto dall’Azienda Ospedaliera Regionale San Carlo, di concerto con il Dipartimento Salute, per l’attivazione della Stroke Unit. La struttura, riferisce in una nota l’assessore alla Sanità, on. Antonio Potenza, sarà operativa nelle prossime settimane presso l’Ospedale San Carlo di Potenza e sarà destinata al trattamento di pazienti affetti da ictus cerebrale, una patologia grave e diffusa con un grande impatto sulla salute dei cittadini. In Italia l’ictus è la terza causa di morte dopo le malattie cardiovascolari e le neoplasie, causando il 10-12% di tutti i decessi per anno e rappresenta la principale causa di invalidità. In Basilicata, ogni anno circa 1400 persone sono colpite da ictus cerebrale. L’ictus cerebrale, quindi, è una malattia che ha un grande impatto sulla salute delle popolazioni sia per il numero che per l’età delle persone colpite, che è paragonabile all’infarto miocardico. Nonostante l’elevato impatto e la disponibilità di trattamenti efficaci, l’assistenza allo stroke nei sistemi sanitari dei paesi industrializzati non gode della stessa priorità che viene riservata ad altre patologie importanti, come ad esempio le malattie di cuore, per cui una buona parte delle persone colpite da ictus cerebrale non ricevono un trattamento appropriato, né nella fase acuta né nella fase di riabilitazione e di reinserimento sociale. La nuova struttura, che si inserisce tra le poche esistenti nel Sud Italia per la dotazione di posti letto e per le figure professionali esclusivamente dedicate, dovrà integrarsi con il sistema dell’Emergenza Regionale (118), con il Pronto Soccorso, la Neuroradiologia, la Fisiatria, la Neurochirurgia ed i Chirurghi vascolari al fine di garantire al paziente con patologia cerebrovascolare acuta il monitoraggio continuo delle funzioni vitali e gli interventi terapeutici, anche ad elevata complessità (trombolisi), indispensabili per garantire il massimo recupero funzionale. .  
   
   
OSPEDALE MONZA, NASCE GRUPPO DI LAVORO TECNICO FORMIGONI PROPONE LA REALIZZAZIONE DI UNA STRUTTURA NUOVA  
 
Milano, 13 gennaio 2010 - Regione Lombardia, Comune di Monza, Provincia di Monza e Brianza e Azienda ospedaliera San Gerardo daranno vita nei prossimi giorni ad un gruppo di lavoro tecnico che avrà il compito, nei prossimi tre mesi, di analizzare i diversi progetti in campo per la ristrutturazione dell´attuale sede dell´ospedale, valutarne pro e contro e individuare la soluzione migliore. E´ questa la proposta, immediatamente accolta, che il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, ha rivolto al sindaco di Monza, Marco Mariani, e al presidente della Provincia di Monza e Brianza, Dario Allevi, nel corso di un incontro che si è svolto questa mattina al Palazzo della Regione. Il gruppo di lavoro tecnico concluderà dunque la sua attività entro tre mesi. Nei 90 giorni di tempo a disposizione verranno studiate e approfondite le soluzioni progettuali attualmente in campo per realizzare i lavori di ristrutturazione del San Gerardo. Avendo così stabilito, il presidente Formigoni ha avanzato un´ulteriore proposta, del tutto innovativa, affermando che Regione Lombardia è pronta a costruire a Monza un ospedale completamente nuovo, di ultima generazione, e cioè con una piastra di servizi importante e qualificata, integrata dai reparti di degenza. La condizione è che venga individuata un´area adeguata, vicina all´attuale sede del San Gerardo, anche in considerazione della necessità di non allontanare la struttura dall´Università. L´idea è stata subito accolta dal sindaco Mariani e dal presidente Allevi, che avranno il compito nelle prossime settimane di verificare se esiste un´area con queste caratteristiche per realizzare un nuovo ospedale. Dunque si lavorerà in parallelo su due fronti: la ristrutturazione dell´attuale sede (con il gruppo di lavoro tecnico) e l´ipotesi di un ospedale completamente nuovo. L´assessore alla Sanità, Luciano Bresciani, avrebbe dovuto partecipare alla riunione di ieri mattina ma, per un improvviso impegno, non ha potuto essere presente. Informato dei risultati dell´incontro, l´assessore ha espresso la sua piena condivisione per gli esiti dei lavori. .  
   
   
PEDIATRIA:AL VIA IL COMITATO PERMANENTE ABRUZZESE  
 
L´aquila, 13 gennaio 2010 - Si è costituito, con il parere favorevole della Giunta regionale, il Comitato Permanente Regionale di Pediatria in Libera Scelta, con sede a Pescara presso la direzione regionale Politiche della Salute. Lo rende noto l´assessore alla Sanità, Lanfranco Venturoni, che lo presiede. Per la parte sindacale ne fanno parte i rappresentanti regionali della Fimp (Federazione Italiana Medici Pediatri) e della Cipe (Confederazione Italiana Pediatri); per la parte pubblica invece un responsabile della Medicina Specialistica di Pediatria di Libera Scelta in rappresentanza di ciascuna Azienda Sdanitaria. Il Comitato decide le scelte in materia di gestione della pediatria, così da garantirne l´uniformità di erogazione del servizio nel territorio abruzzese, dà indirizzi in materia di formazione dei pediatri (corso di formazione della Regione), controlla sistematicamente la gestione del ´libretto della salute´ dei bimbi sino ai 14 anni, si occupa del monitoraggio delle problematiche pediatriche delle zone interne e maggiormente disagiate. "L´organismo - aggiunge Venturoni - è previsto dall´Accordo Collettivo Nazionale per la disciplina dei rapporti con i medici pediatri, sancito lo scorso luglio e stabilisce che in ogni Regione sia istiuito il Comitato che deve essere composto da rappresentanti dell´ente regionale e dai rappresentanti delle organizzazioni sindacali (Oo. Ss. ) maggiormente rappresentative, nonchè da una quota aggiuntiva delle stesse Oo. Ss. Firmatarie dell´Accordo, direttamente proporzionale alla rispettiva consistenza associativa, purchè espressione di almeno il 10% del numero complessivo degli iscritti alle Organizzazioni stesse". .  
   
   
DISAVANZO BILANCIO AZIENDA USL DI FORLÌ, SARANNO VALUTATE LE INIZIATIVE LEGALI OPPORTUNE  
 
Bologna, 13 gennaio 2010 - A seguito della mancata approvazione del bilancio 2008 e delle richieste di chiarimenti formulate dalla Regione, la nuova Direzione dell’Azienda Usl di Forlì ha trasmesso ulteriori informazioni in merito ad uno scostamento tra la rappresentazione dei bilanci d’esercizio 2008, di previsione 2009 e la reale situazione economico finanziaria dell’Azienda. La Giunta regionale, informata dei fatti nella seduta del 21 dicembre, ha dato mandato all’ assessore alle Politiche per la salute Giovanni Bissoni di costituire un gruppo di verifica per l’accertamento della situazione, l’individuazione delle cause che l’hanno determinata e delle relative responsabilità. La relazione consegnata dal Gruppo di verifica e illustrata alla Giunta regionale nella seduta di ieri ha evidenziato l’effettiva consistenza di uno scostamento di circa 30,5 milioni tra il risultato esposto nel bilancio d’esercizio 2008 deliberato dall’Azienda e quello rideterminato, da attribuirsi alle seguenti partite: costi di competenza dell’esercizio trasferiti nell’esercizio successivo; insussistenze dell’attivo; accantonamenti per rischi ed oneri. I punti più critici relativi al sistema di non corretta contabilizzazione rilevati dal Gruppo di verifica sono stati: la tardiva registrazione dei documenti commerciali, secondo un comportamento seguito in modo palesemente anomalo per ripetitività ed entità; la non corretta determinazione delle partite di fine esercizio (accantonamenti e svalutazioni) la non corretta iscrizione di alcune partite creditorie. “Al riguardo – spiega l’ assessore Giovanni Bissoni - dagli elementi emersi dalla verifica effettuata ed illustrati ora nella relazione, si conferma che le disfunzioni gestionali non sono da ricollegarsi a fatti appropriativi o a fenomeni di distrazione dalle finalità assistenziali del denaro pubblico. “Ciò non toglie – aggiunge Bissoni - che vi sia stata una falsata rappresentazione della reale situazione di bilancio dell’Azienda, che registra di fatto una spesa significativamente superiore a quanto previsto dalla programmazione regionale. Sulla rilevanza di tali false rappresentazioni l’ufficio legale della Regione sta ora valutando le opportune iniziative”. La Regione Emilia-romagna, oltre a ripianare i disavanzi emersi, affiancherà l’ Azienda sanitaria e la Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria nella predisposizione di un piano di rientro che, salvaguardando l’alto livello qualitativo raggiunto dai servizi forlivesi, riconduca la gestione finanziaria ad una situazione di graduale ma rigoroso equilibrio. “L’eccezionalità e unicità della situazione dell’ Azienda di Forlì – dice l’assessore - e il preventivo intervento regionale in sede di approvazione del consuntivo 2008 dimostrano, da un lato, la complessiva corretta gestione finanziaria del Servizio sanitario regionale e, dall’altro, l’esistenza di un efficace sistema di controllo. “Accreditare questo percorso ad una supposta volontà regionale di drammatizzare una situazione finanziaria locale per imporre un nuovo assetto organizzativo alle Aziende sanitarie di Forlì e Cesena – è la conlcusione di Bissoni - è destituito di fondamento, contraddetto da ogni atto concreto della Regione, delle Conferenze Territoriali Sociali e Sanitarie, palesemente strumentale, ad una visione di parte nella imminenza della prossima campagna elettorale”. .  
   
   
BOLZANO: ASSEGNO DI CURA, AUMENTATO L´IMPORTO DEL LIVELLO UNO DI ASSISTENZA  
 
Bolzano, 13 gennaio 2010 - Buone notizie per gli oltre 4. 700 altoatesini che ricevono l´assegno di cura per il livello assistenziale uno, quello che comprende le persone che necessitano di un numero di ore di assistenza compreso tra le 60 e le 120 alla settimana. L´importo dell´assegno, infatti, è passato da 510 a 517 euro al mese. Lo rende noto l´assessore provinciale Richard Theiner. La decisione è stata presa dalla giunta provinciale nel corso della penultima seduta del 2009, ed è motivata dall´adeguamento al tasso di inflazione dell´assegno di accompagnamento nazionale, che, in Alto Adige, viene ricompreso proprio nel livello base dell´assegno di cura per non autosufficienti. Gli importi degli altri livelli assistenziali, infatti, rimangono invariati: dai 900 euro al mese per il livello due, ai 1. 350 del livello tre, per finire con i 1. 800 euro al mese del livello quattro di assistenza. La Ripartizione politiche sociali, che lo scorso mese di dicembre ha elargito circa 16 milioni di euro ai 13. 316 aventi diritto all´assegno di cura, avvisa che per motivi contabili e burocratici, il primo importo del nuovo anno potrà essere liquidato a febbraio, ovvero dopo la distribuzione dei mezzi finanziari contenuti nel fondo per la non autosufficienza. Attualmente, in Provincia di Bolzano, sono 9. 810 le persone che ricevono un assegno di cura e che vengono assistite in casa, il 74% dei quali ricade nelle fasce uno e due dei livelli assistenziali. Il 59% dei 3. 506 beneficiari dell´assegno di cura che vengono ospitati nei centri di cura e degenza, invece, fanno parte dei livelli di assistenza tre e quattro. .  
   
   
INVALIDI CIVILI. IL VENETO CHIEDE DECRETO RIPARATORE: REGIONI VIRTUOSE CONTINUINO A GESTIRE PROCEDURE;ALTRIMENTI E’ FEDERALISMO ACCENTRATORE A DANNO PIU’ DEBOLI  
 
Venezia, 13 gennaio 2010 - “Siamo già al collasso. Il ritorno dell’Inps, dal primo gennaio, nella gestione del sistema di riconoscimento delle invalidità civili sta bloccando il sistema in tutto il Veneto. Perciò chiedo al Ministro Sacconi di emanare un decreto legge di riparazione. In tutto il Veneto ci sono proteste e segnalazioni allarmate che mi sono riportate da tutte le associazioni degli invalidi civili e delle persone con handicap. Si ristabilisca che le Regioni, come il Veneto, che hanno ben funzionato in questi anni come responsabili delle procedure continuino ad esserlo”. Così si è espresso l’Assessore regionale alle politiche sociali Stefano Valdegamberi durante l’incontro con il Commissario regionale dell’Anmic (associazione mutilati invalidi civili) Bruno Vidal che è anche presidente provinciale di Venezia, tenutosi stamani a Venezia Palazzo Balbi e incentrato, appunto, sulle problematiche conseguenti alle recenti, “incomprensibili e deplorevoli”, decisioni nazionali (legge n. 102/2009 articolo 20 contrasto alle frodi). “E’ una bella dimostrazione di federalismo rovesciato, accentratore. – sostiene l’Assessore veneto – Lo Stato, non avendo fiducia nelle Regioni, si riappropria di competenze non sue facendo pagare ai più deboli, in questo caso agli invalidi civili, il peso di un’operazione sbandierata come azione di risparmio e trasparenza ma che, molto probabilmente, non porterà né risparmi alle casse statali né vantaggio alcuno per gli invalidi civili. Va ricordato a tutti che, in questi ultimi anni con la guida della Regione Veneto e delle Aziende Ullss, si è arrivati a una diminuzione significativa dei tempi burocratici (sette mesi in meno); inoltre c’è stata un’indagine regionale che ha verificato la non esistenza di frodi in questo settore”. Secondo l’Assessore veneto, “l’Inps nel Veneto sta facendo il possibile. Ma un sistema non si improvvisa in alcune settimane e il danno è tutto sulle spalle degli invalidi civili che hanno anche la beffa di essere visti, non solo come voci di costo e peso per la collettività ma anche come presunti truffatori. Sollecito Sacconi: – conclude l’esponente del governo regionale - senta urgentemente le Regioni e le associazioni. Lasci le cose come stanno in quelle dove le cose funzionano, per non pregiudicare i diritti di questi cittadini. Mi piacerebbe infine che si rispondesse ad alcune domande: quanto costa avviare questa controriforma? Dov’è il risparmio di tale operazione? Si vogliono evitare gli sprechi facendo sprechi ancora maggiori?” .  
   
   
PRESENTATA NEL CORSO DEL CONVEGNO ´SPORT INSIEME´ ´SPORTHABILE´, UNA RETE TOSCANA PER LO SPORT RIVOLTO AI DISABILI 28 STRUTTURE COMPLETAMENTE ACCESSIBILI E 2 CENTRI DOVE RICEVERE INFORMAZIONI  
 
Firenze, 13 gennaio 2010 - Sport e disabilità, la Toscana vuol diventare una regione a portata di tutti con il progetto ´Sporthabile´. Realizzato dalla Regione con la collaborazione della Fondazione Monte dei Paschi di Siena, del Comitato toscano paralimpico, del Coni toscana e del Gruppo toscano giornalisti sportivi dell’Unione stampa sportiva italiana, ´Sporthabile´ ha come obiettivo creare una rete territoriale di centri ai quali il disabile può rivolgersi per avvicinarsi alla pratica sportiva. L´iniziativa è stata presentata ieri al Mandela Forum a Firenze, nel corso del convegno ´Sport insieme. Lo sport per tutte le abilità´, al quale hanno partecipato oltre 400 persone tra sportivi, rappresentanti di istituzioni regionali politico-sportive, Federazioni, società ed enti di promozione sportiva, operatori scolastici. «Non volevamo limitarci ad organizzare un evento importante – confida l´assessore Gianni Salvadori - con il solo scopo di apparire sui media. Volevamo invece avviare un percorso duraturo e serio, fatto di azioni concrete. Per il mondo della disabilità la strada imboccato ci sta dando risultati importanti, e non solo in ambito sportivo. É una strada da battere giorno per giorno, senza proclami ma, ripeto, con azioni. In Italia il dibattito culturale sulla disabilità è fermo a trent´anni fa. Non basta più sperare di far uscire di casa queste persone. Bisogna invece provare a coniugare capacità e desideri. Aiutare a scommettere sulla propria vita, come tanti hanno avuto la fortuna di fare. Molti altri invece non ne hanno avuto la possibilità. Ecco – conclude l´assessore - noi vorremmo che questo diventasse realtà per un numero ancora maggiore». Per ´Sporthabile´ l´investimento iniziale è di 375 mila euro: 125 mila euro dalla Regione e 350 mila dalla Fondazione Mps. «Lo sport - aggiunge l´assessore Massimo Toschi - è una dimensione profonda della vita per ognuno di noi. Per i disabili però è qualcosa ancora più speciale. A me ha permesso di riappropriarmi della mia vita. Quando ero piccolo sul mio triciclo ero Bartali. Più grande, quando ho imparato a nuotare, grazie ad un mio amico, ho ritrovato la mia forza e la mia dignità di uomo. Questa non è un´iniziativa estemporanea ma l´avvio di un percorso fondamentale, per aiutare tante persone a tornare a vivere». ´Sporthabile´ vuol creare condizioni ottimali per rendere lo sport realmente accessibile a tutte le persone affette da disabilità, sensoriali, fisiche o intellettive. La rete che ufficialmente aprirà domani i battenti per ora è composta da 28 centri sparsi su tutto il territorio dove recarsi per praticare o iniziare una disciplina grazie all´aiuto di personale appositamente formato e degli ausili necessari. Per ora gli sport praticabili sono vela, tennis, basket, bocce, tiro con l´arco, canottaggio, baseball e softball, tennistavolo, arco, atletica, sci, danza sportiva, scherma, calcio a 5. Tutti i centri avranno un logo distintivo ´Sporthabile´, saranno inseriti in un apposito registro regionale e saranno sottoposti a verifiche periodiche per accertare il possesso dei requisiti di accessibilità (strutture, servizi, personale formato, disponibilità di ausili per la pratica sportiva) ed efficienza. Sempre a partire da domani apriranno i primi 2 centri ´Informhabile´, dove sarà cioè possibile ricevere assistenza a 360 gradi su tutto ciò che riguarda sport e disabilità. Uno si trova presso l´Unità Spinale del Cto di Careggi, a Firenze, l´altro presso il centro Inail di Volterra. Altri 3 apriranno entro l´anno. «Altre regioni, come Veneto ed Emilia Romagna, - spiega Massimo Porciani, presidente del Comitato toscano paralimpico - vantano una notevole esperienza in fatto di iniziative sportive rivolte ai disabili ma finora in nessun altra regione è stato realizzato un progetto così articolato, tanto che l´esperienza toscana si propone come una sorta di progetto pilota da estendere, in una fase successiva, a livello nazionale». Collegati a ´Sporthabile´ ci sono anche l´organizzazione di corsi di formazione, rivolti sia agli operatori che ai formatori, che di tutta una serie di eventi e manifestazioni che saranno ospitati nei centri stessi. Il calendario è in fase di elaborazione ma è già possibile anticipare alcuni appuntamenti. Come quello dal 16 al 18 aprile a Montecatini, con le finali del campionato italiano di bocce, quelli di luglio a Poggibonsi, finali del campionato italiano di tiro con l´arco, e a Montecatini, campionato nazionale di nuoto ´Trofeo delle regioni´. Ancora da definire la data delle finali del campionato nazionale endurance di canoa. Toscana in lizza per ospitare altre finali nazionali: water basket e salvamento. Molto presto tutto quello che c´è da sapere su ´Sporthabile´ troverà spazio sul web, grazie al sito al quale sta lavorando il Comitato regionale del Coni. .  
   
   
UTILIZZO RISORSE IDROTERMALI IN VENETO  
 
Venezia, 13 gennaio 2010 - La Giunta regionale ha approvato, su iniziativa dell’assessore agli investimenti strategici Renato Chisso, direttive relative all’estrazione di sali e di altre sostanze dalle risorse idrotermali, alla gestione del parametro temperatura, all’impiego delle acque di risulta degli stabilimenti nei quali vengono utilizzate le risorse in questione. “Abbiamo voluto chiarire una serie di aspetti – ha fatto presente Chisso – sui quali abbiamo ricevuto parecchie richieste di spiegazioni, tenuto conto che le risorse idrotermominerali, costituite sia dalle acque minerali e di sorgente (destinate all’imbottigliamento), sia dalle acque termali e minerali idropiniche (terapeutiche), sia dalle acque di risulta e dai fanghi idrotermominerari, sono “coltivate” dai titolari di concessioni minerarie regionali. Lo scopo è di assicurare omogeneità ai comportamenti degli operatori, a tutela della risorsa mineraria e delle valenze espresse dai bacini idrotermominerali e dai territori termali, tenuto conto delle connessioni che esistono tra sistema socioeconomico e territoriale, risorsa, corretto uso ed esigenze di tracciabilità della medesima”. Le disposizioni regionali in materia costituiscono prescrizioni integrative e modificative delle concessioni minerarie e delle autorizzazioni minerarie alle somministrazioni della risorsa ed all’apertura ed esercizio degli stabilimenti già rilasciate. E’ stato tra l’altro previsto il divieto all’erogazione della risorsa per estrazione dei sali a ditte titolari dell’autorizzazione all’apertura ed esercizio di stabilimenti termali o di concessioni minerarie posti al di fuori del bacino idrotermominerale o del territorio termale di riferimento, così come è vietata l’estrazione dei sali dalle risorse idrotermominerali del Veneto da parte di ditte o soggetti non autorizzati dalla Regione. Inoltre, il riconoscimento delle proprietà terapeutiche rilasciato dal Ministero della Salute è riferito alla risorsa mineraria come prelevata dalla concessione mineraria: le sostanze eventualmente estratte dall’acqua grezza e dai fanghi, quali i sali, in mancanza di specifico riconoscimento come medicinale del prodotto finale devono essere destinate solo alla realizzazione di cosmetici, rispettando peraltro le procedure di legge stabilite per la produzione dei medesimi. L’immissione in commercio di ogni medicinale di origine industriale deve essere autorizzata dall’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) o dall’Agenzia Europea per i medicinali (Emea). Il prelievo a tale uso deve essere effettuato previo assolvimento delle procedure stabilite dalle medesime agenzie. .  
   
   
CIRO VITALE. TI DICO DEGLI ASSENTI MILANO VENERDÌ 5 FEBBRAIO – VENERDÌ 12 MARZO 2010  
 
Milano, 13 gennaio 2010 - Galleria Arte Borgogna, con la cura di Francesca Guerisoli, presenta Ti dico degli assenti, la prima personale di Ciro Vitale a Milano. Il giovane artista campano parte dalla riflessione su come la società in cui viviamo sia “naturalmente” predisposta a dimenticare, sentendo quindi come un´urgenza la necessità di riaffermare alcuni valori fondanti della nostra storia. Le opere di Vitale che nascono dalla storia e dalla memoria si relazionano con l´oggi attraverso protagonisti tradotti in simboli. In mostra, per mezzo della narrazione – lineare, per associazioni o per dettagli – insita nelle opere, l´artista attua un collegamento tra passato e presente, a livello temporale ed empatico, tra le persone, i luoghi, e i fatti. La serie Frammenti riporta al tempo alla base dei lavori esposti. Dieci disegni tratti da dettagli di fotografie di famiglia degli anni trenta e quaranta, a cui è sottratta l´identità individuale a favore della rievocazione di una memoria collettiva, diventano icone di quei decenni. Il video In Absentia, costituito da stralci di filmati d´archivio montati insieme a riprese inedite, rappresenta un intreccio di episodi della storia italiana contemporanea dove sono emerse logiche antidemocratiche a cui si è contrapposta una forte reazione popolare. Attraverso i dittici fotografici In Absentia#1 e In Absentia#2, l´artista attua una riflessione sulla scomparsa di coloro i quali hanno vissuto in prima persona la Resistenza partigiana e con essa della memoria che direttamente custodiscono. Qui, i ritratti di ex partigiani, realizzati da Vitale nel 2009, sono affiancati a fotografie di luoghi-simbolo, le montagne del lecchese, costituendo una sintesi emozionale, narrativa e visiva. Elemento principe dell´installazione Senza titolo (Omaggio alla memoria di Piazzale Loreto) è il suono, attraverso cui l´artista collega idealmente uno dei luoghi della Resistenza, Piazzale Loreto, con una sala della Galleria Borgogna. Su un tavolo luminoso sono posizionati quindici lightbox con i ritratti fotografici sbiaditi dei “martiri di Piazzale Loreto”; l´elemento sonoro è costituito da una registrazione audio effettuata il 10 agosto 2009 nello stesso luogo e giorno in cui, nel 1944, furono giustiziati ed esposti al pubblico i corpi dei quindici partigiani. Con questo lavoro, l´artista da un lato intende restituire l´alto valore simbolico a Piazzale Loreto e dall´altro ne denuncia la scomparsa. Le opere di Ciro Vitale si presentano essenziali dal punto di vista formale e al tempo stesso intrise di umanità: il calore di una voce, lo sguardo di un personaggio ritratto, la forza di un dettaglio entrano in relazione e in contrasto con il minimalismo dei mezzi impiegati. Inaugurazione giovedì 4 febbraio 2010, ore 18. .  
   
   
OLIMPIADI 2020: VENEZIA CANDIDATA DA TUTTO IL VENETO  
 
 Venezia, 13 gennaio 2010 - La candidatura di Venezia come sede dei giochi olimpici e paralimpici 2020 ha la forza non solo della straordinarietà di una città unica al mondo ma dal sostegno di tutto il sistema veneto: istituzioni regionali e locali, industriali, categorie economiche e sindacali: in una parola di tutto un territorio forte dei suoi primati indiscussi e delle sue qualità. Lo si è visto ieri pomeriggio a Venezia in occasione dell’illustrazione del master plan della candidatura da parte del Comitato istituzionale Venezia 2020 rappresentato per l’occasione dal vicepresidente della Giunta regionale Franco Manzato dal sindaco di Venezia Massimo Cacciari da quello di Padova Flavio Zanonato, dall’assessore allo sport del comune di Treviso Andrea De Checchi, dal presidente degli industriali Andrea Tomat presenti i rappresentanti di tutte le province e comuni capoluogo, del sistema camerale, delle categorie produttive e dei sindacati. “Il coinvolgimento delle istituzioni e delle realtà territoriali è determinante – ha affermato Manzato – per far in modo che il consiglio nazionale del Coni trasformi la candidatura di Venezia nella proposta italiana da presentare al Cio. Per tutto il Veneto è una opportunità per proporre le sue eccellenze al mondo intero”. “La partita si gioca sulla coesione del territorio e sulla forza della qualità di una proposta internazionale assolutamente unica, espressione del Veneto dell’Italia, dell’Europa e del mondo. Noi abbiamo la volontà di andare fino in fondo – ha concluso Manzato per un traguardo che è sicuramente migliore e la più originale proposta che il nostro Paese possa avanzare”. .