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Notiziario Marketpress di Giovedì 28 Ottobre 2010
NANOPARTICELLE ANTICANCRO: LA NUOVA FRONTIERA ‘TERANOSTICA’ EFFETTUARE INSIEME DIAGNOSI E TERAPIA, INDIVIDUANDO LE CELLULE TUMORALI A UNA PRECOCITÀ MAI RAGGIUNTA: È LA PROSPETTIVA DISCHIUSA DA ALCUNE RICERCHE PRESENTATE ALLA DECIMA CONFERENZA INTERNAZIONALE SUI MATERIALI NANOSTRUTTURATI (NANO 2010)  
 
Roma, 28 ottobre 2010 - Nanoparticelle magnetiche capaci di effettuare contemporaneamente diagnosi e terapia, individuando le singole cellule tumorali: è la prospettiva ‘teranostica’ dischiusa da una ricerca congiunta delle Università di Milano, Pavia e Saragozza presentata il 17 settembre a Roma alla decima Conferenza internazionale sui materiali nanostrutturati (Nano 2010) di cui è chairman Dino Fiorani, direttore dell’Istituto di struttura della materia del Consiglio nazionale delle ricerche (Ism-cnr), insieme con Elisabetta Agostinelli, ricercatrice dell’Ism-cnr, ed Enrico Traversa dell’Università di Tor Vergata. Lo studio, già in parte testato in vivo, è stato condotto da Alessandro Lascialfari, ricercatore associato del Cnr e docente alle Università di Milano e di Pavia, e da Fernando Palacio dell’Istituto di scienza dei materiali dell’ateneo spagnolo. “Il nostro gruppo studia l’utilizzo in medicina di nanoparticelle magnetiche rivestite da un polimero come entità multifunzionali, cioè con la capacità di svolgere contemporaneamente un’azione diagnostica e terapeutica: la cosiddetta teranostica”, spiega Lascialfari. “Le particelle magnetiche possono essere utilizzate come agenti di contrasto nella risonanza magnetica nucleare per aumentare il contrasto di immagine e consentire così una migliore rivelazione del tumore. Grazie alla risoluzione su scala cellulare, si prevede che nella prevenzione oncologica ulteriori sviluppi della tecnica di risonanza consentiranno l’individuazione del tumore quando questo si è sviluppato solo a livello di poche cellule, cosa impossibile con le attuali tecniche diagnostiche”. Ma non solo. Per quanto riguarda la terapia, durante gli esperimenti effettuati le particelle magnetiche sono state utilizzate “per la ipertermia magnetica, tecnica basata sul riscaldamento mediante l’applicazione di un debole campo magnetico alternato di opportuna frequenza”, prosegue il ricercatore. “Le cellule tumorali, essendo molto più sensibili al calore di quelle sane, vengono distrutte quando si raggiunge una temperatura locale tra i 42 e i 47 °C. Le nostre ricerche hanno portato a controllare il calore trasferito alle cellule cancerose e a misurare, per ora in vitro, la temperatura al loro interno”. Infine, “un opportuno rivestimento polimerico consente di ancorare alla particella dei medicinali, che possono essere rilasciati nel tempo”, conclude Lascialfari. “Queste particelle magnetiche, insomma, individuano la posizione delle cellule tumorali attaccandosi selettivamente ad esse, tramite anticorpi, monitorano la variazione di temperatura agendo da termometri locali e rilasciano localmente il farmaco in grado di debellare il tumore”. La ricerca si avvale anche della collaborazione di altri partner europei ed italiani, come il Consorzio interuniversitario nazionale per la scienza e tecnologia dei materiali (Instm), le università di Montpellier, Verona, Roma, Lecce e Pisa, il Centro di ricerche della ditta Colorobbia di Sovigliana. Non è comunque questa l’unica applicazione nel settore della medicina e delle biotecnologie presentata alla decima edizione della Conferenza, che per la prima volta si è tenuta in Italia, presso il Cnr e l’Università La Sapienza a Roma, dove sono stati discussi gli ultimi sviluppi nei diversi settori della nanoscienza e nanotecnologia (energia, elettronica, immagazzinamento delle informazioni…). “È per esempio di particolare interesse l’applicazione di un debole campo magnetico alternato per pochi minuti, senza produrre riscaldamento, nei tumori del cervello sui quali è più difficile intervenire chirurgicamente poiché la distruzione delle membrane delle cellule tumorali danneggia anche il nucleo”, spiega Dino Fiorani. “In esperimenti effettuati da Samuel Bader del Centro sui materiali nanostrutturati del Laboratorio nazionale di Argonne, vengono utilizzati su animali pacchetti di particelle magnetiche rivestite d’oro dello spessore di poche decine di nanometri e con diametro di un micron”. Sempre in campo oncologico appare di particolare interesse la ricerca della Scuola del politecnico federale di Losanna, che fa capo a Giorgio Margaritondo. “Le nuove sorgenti di raggi x basate sulla ‘luce di sincrotrone’, fra cui quelle di Frascati e Trieste, hanno consentito di radiografare l´interno delle singole cellule” , prosegue il direttore dell’Ism-cnr. Queste tecniche permettono di osservare direttamente e in tempo reale l´interazione fra nanoparticelle e cellule, rivelando nuovi fenomeni di potenziale importanza per la diagnosi e la terapia del cancro. Giorgio Margaritondo, insieme con Yeukuang Hwu e Jung Ho Je, di Taiwan, ha dimostrato che l´oro, elemento proverbialmente passivo per i sistemi biologici come il corpo umano, diviene invece fortemente attivo sotto la forma di nano particelle e sono stati specificamente scoperti fenomeni di penetrazione selettiva e accumulazione in cellule cancerogene. Questo accumulo, che facilita la rivelazione radiografica delle cellule, può essere usato per attivare farmaci antitumorali e spesso causa direttamente la morte delle cellule tumorali”. Nuove applicazioni di “nanotubi di forma cilindrica di carbonio prospettano invece soluzioni innovative per la terapia futura di lesioni o malattie neurodegenerative”, conclude Fiorani. “Il Centro di eccellenza per le nanotecnologie dell’Università di Trieste, guidato dal Maurizio Prato, ha sviluppato tecniche di avanguardia attraverso le quali riesce ad integrare i nanotubi con i neuroni in vitro e a stimolare la connessione neuronale”. “In pratica, spiega Maurizio Prato, si cerca di comprendere il funzionamento di strutture ibride per lo sviluppo di nuovi strumenti impiantabili, controllare la generazione di segnali neuronali e potenziare la formazione di sinapsi. È un progetto di ricerca di base ma alcuni aspetti potrebbero avere future applicazioni, come la possibilità di sviluppare ponti che possano favorire la plasticità neuronale danneggiata”. Della necessità di una ingegnerizzazione selettiva delle nanoparticelle ai fini terapeutici ha parlato Marco Caruso, dell’Università di Melbourne. “In relazione allo specifico impiego terapeutico ed alla tipologia di cellule tumorali”, spiega Marco Caruso, “le particelle debbono avere una opportuna forma, dimensione, struttura e una funzionalizzazione con specifici anticorpi.” “Questo è sicuramente il migliore esempio”, aggiunge Fiorani, “del carattere intrinsecamente multidisciplinare della nanoscienza, in quanto dimostra la necessità del lavoro di un team di ricerca composto da chimici, fisici, biologi, medici ed ingegneri. Il ruolo complementare di ciascuno di essi è infatti indispensabile per realizzare ed utilizzare le nanoparticelle ingegnerizzate di cui parla Marco Caruso.”  
   
   
TEST DEL DNA PER DIAGNOSTICARE I TUMORI IL GRUPPO DI RICERCA COSTITUITO DA DUE ISTITUTI DEL CNR, UNIVERSITÀ DI MILANO E CASA SOLLIEVO DELLA SOFFERENZA DI S. GIOVANNI ROTONDO HA MESSO A PUNTO UN TEST MOLECOLARE PER LA DIAGNOSI DEI TUMORI, BASATO SULL’IDENTIFICAZIONE DI BIOMARCATORI MOLECOLARI  
 
 Roma, 28 ottobre 2010 - Un test molecolare per la diagnosi oggettiva dei tumori è stato messo a punto da un gruppo coordinato dal biologo molecolare Graziano Pesole, direttore dell’Istituto di biomembrane e bioenergetica del Consiglio nazionale delle ricerche (Ibbe-cnr) e professore presso l’Università di Bari. I risultati dello studio - cui oltre all’Ibbe-cnr hanno partecipato ricercatori dell’Istituto di tecnologie biomediche (Itb) del Cnr di Bari, dell’Università di Milano e della Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo - sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista internazionale Molecular Cancer. Durante la prima fase sono stati analizzati al computer, ricorrendo ad apposite banche dati, i profili di espressione di tutti i geni umani in diversi tessuti normali e tumorali. “Per ‘profilo di espressione’ si intende l’insieme dei geni attivamente tradotti in proteine, una sorta di impronta digitale della cellula che consente di determinare il tessuto di appartenenza e, come dimostra lo studio, di distinguere tra le cellule sane e quelle vittime di degenerazioni patologiche, ad esempio cancerose”, spiega Pesole. “In particolare ci siamo concentrati sull’analisi dello ‘splicing alternativo’, un meccanismo di maturazione dell’ Rna che interessa oltre il 90% dei nostri geni e che consente, tramite un processo di ‘taglia e cuci’, di ampliarne il potenziale di espressione, ottenendo più proteine da uno stesso gene.” La comparazione dei diversi profili di espressione, in parte prodotti dallo splicing alternativo, ha consentito di identificare proteine biomarcatori, indicative di una condizione tumorale. Durante la seconda fase dello studio l’attendibilità dei biomarcatori è stata confermata in vivo su pazienti affetti da glioblastoma, un’aggressiva forma di cancro al cervello. “I risultati di questa ricerca pongono i presupposti per una diagnosi semplice, accurata e veloce dei tumori e per la messa a punto di terapie personalizzate ed efficaci”, sottolinea il direttore dell’Ibbe-cnr. “Le piattaforme di sequenziamento di nuova generazione, una delle quali recentemente messa in esercizio presso l’Itb-cnr di Bari, consentiranno infatti di identificare in tempi e costi contenuti biomarcatori, che renderanno possibile la diagnosi delle diverse forme tumorali e costituiranno il bersaglio di nuovi farmaci, in grado di riconoscerli ed eradicare selettivamente le cellule neoplastiche, nelle quali sono espressi”.  
   
   
STATI GENERALI DELLA SALUTE, SECONDO INCONTRO LA CURA DI SÈ E LA CURA DEGLI ALTRI  
 
Potenza, 28 ottobre 2010 – Oggi alle ore 9.30, nella sala Inguscio della Regione Basilicata, a Potenza, il secondo incontro degli Stati Generali della Salute organizzati dal Dipartimento regionale alla Salute. La sessione della mattina avrà come tema “Educazione alla salute, comunicazione, stili di vita corretti, screening e prevenzione primaria”. Ad aprire i lavori moderati da Mimmo Parrella, direttore de La Nuova del Sud, sarà l’assessore alla Salute, Attilio Martorano. Seguiranno le introduzioni tecniche di Filomena Losasso e Carmela Bagnato, referenti Asp e Asm del programma nazionale “Guadagnare Salute”. Subito dopo interverrà Antonio Federici, della direzione generale prevenzione sanitaria tumori del ministero della Salute. A partecipare alla tavola rotonda saranno Vincenzo Barile, screening mammografico regionale, Sergio Schettini, screening cervice uterina regionale, Angelo Sigillito, screening colon-rettale regionale, Rocco Galasso, responsabile del registro tumori Irccs Crob. Concluderà i lavori della mattina Rocco Maglietta, direttore generale Irccs Crob di Rionero. La sessione pomeridiana, con inizio alle ore 15.00, avrà come tema: Immigrazione, inclusione sociale, lotta alla povertà, minori. Ad aprire i lavori saranno Adriano Abiusi, dirigente ufficio Cittadinanza solidale, e Lucia Colicelli, dirigente ufficio Terzo settore. Seguirà una tavola rotonda con la partecipazione di: Giuseppe bruno, presidente Federsolidarietà Confcooperative; Nicola Coviello, presidente cooperativa sociale “Punto & a capo”; Rocco Di Santo, redattore dossier immigrazione Idos/caritas italiana; Piero D’argento, ricercatore Formez; Giuseppe Romaniello, direttore Apof-il, Potenza. Dopo il dibattito chiuderà i lavori il presidente della Regione, Vito De Filippo.  
   
   
DALL’ 83° CONGRESSO NAZIONALE DELLA SOCIETÀ ITALIANA DI UROLOGIA – SIU , LA GINNASTICA INTIMA CON UN NUOVO DISPOSITIVO PER TORNARE AD AMARE DOPO INTERVENTO ALLA PROSTATA . PER LE DONNE LIFTING URO-GENITALE.  
 
 Milano, 28 ottobre 2010 - Dopo il cancro, crisi di coppia per circa 3 milioni di italiani over 50 che dopo l’asportazione radicale della prostata per tumore vogliono tornare ad amare e non si rassegnano all’impotenza . Per coloro che vivono questa indesiderata conseguenza gli urologi indicano ora per il ritorno alla normalità un’ innovativa metodica giunta recentemente anche in Italia basata su una ginnastica intima con un originale dispositivo messo a punto negli States che si chiama Erecaid ed è stato approvato dall´Fda (Food and Drug Administration) come primo approccio per la ripresa sessuale . “Si tratta” , spiega il professor Alessandro Tizzani, direttore della Clinica urologica I all´università di Torino - ospedale -Le Molinette “di una sorta di cilindro di plastica che sfrutta l´effetto ´sottovuoto´ per stimolare l´afflusso sanguigno e rieducare alla funzione erettile. Secondo i risultati di uno studio della Cleveland Clinic Foundations su 109 pazienti per due anni la ginnastica quotidiana con il cilindro è un primo approccio per la ripresa della potenza sessuale e ha consentito il ritorno all´amore per l´80-90% dei casi . Tanto che in Inghilterra dispositivi simili sono dispensati gratuitamente dal sistema sanitario".Alle Molinette è attualmente in corso un altro studio clinico su 40 pazienti operati con la nerve sparing per valutare ulteriormente l´efficacia della metodica . “I pazienti”, dice il professor Tizzani , “sono stati divisi in 3 gruppi e trattati rispettivamente con iniezioni di prostaglandina 3 volte a settimana, con farmaci stimolatori dell´erezione tutti i giorni e con la rieducazione giornaliera. I risultati preliminari indicano che la rieducazione con erecaid raggiunge i risultati migliori ed è efficace anche nel bloccare la riduzione delle dimensione ,un altro problema cui vanno incontro i pazienti operati”. “L´asportazione chirurgica completa della prostata”, conclude il l’urologo torinese "rimane l´unico intervento chirurgico in grado di curare e guarire il tumore. Ma nonostante i progressi delle tecniche laparoscopiche e robotiche, e la nerve sparing che ´risparmia´ i nervi dell´erezione, causa impotenza in oltre il 70% dei pazienti operati”. “Valide soluzioni anche per l’incontinenza urinaria maschile”, continua il professor Lucio Miano,direttore Clinica Urologica Ii - Università La Sapienza, Roma,“che si cura definitivamente con una sling posizionata sotto l’uretra (Advance) e nei casi più gravi con lo sfintere artificiale. Contro prolassi uro-genitali e fughe involontarie di urina che colpiscono 5 milioni di italiane dai 50 anni in su causati da gravidanze, parti e menopausa, le ultime soluzioni sono nuove tecniche chirurgiche mininvasive di lifting uro-genitale basate sul posizionamento di retine in polipropilene che sostituiscono il supporto del pavimento pelvico danneggiato con un´efficacia dell´85/90%. Rispetto al passato questi interventi non richiedono più l´asportazione dell´utero (isterectomia) che causava una menopausa immediata e conseguenze psicologiche legate ad un organo simbolo della femminilità”.  
   
   
CONVENZIONE DI RICERCA ENEA-ESCOOP PER LA RICERCA CONGIUNTA SUGLI AUSILI TECNOLOGICI  
 
Roma, 28 ottobre 2010 - Enea, Agenzia Nazionale per le Nuove tecnologie, l’Energia e lo Sviluppo Economico Sostenibile, e Escoop, Cooperativa Sociale Europea, hanno presentato il 22 settembre, nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta presso la sede della Presidenza della Giunta della Regione Puglia, la Convenzione di ricerca stipulata tra i due organismi, che si pone l’obiettivo di sviluppare tecniche, sistemi e apparati innovativi di ausilio a supporto della persona con esigenze speciali, di mettere a punto metodi e procedure di qualificazione e certificazione di ausili, e di attivare la partecipazione congiunta a progetti di ricerca nazionali ed internazionali. Hanno preso parte alla conferenza stampa: Elena Gentile, Assessore alle Politiche Sociali della Regione Puglia, Antonio Giannatempo, Sindaco di Cerignola, Paolo Tanese, Presidente e responsabile della Convenzione per Escoop, Andrea Zanela, responsabile della Linea di Ricerca Enea “Sensoristica ed automazione per assistenza fisico-emotiva alla persona” dell’Unità “Tecnologie Avanzate per l’Energia e l’Industria” e della Convenzione Enea-escoop. Con questa Convenzione, l’Enea mette a disposizione di Escoop le proprie competenze nel campo della robotica con l’obiettivo di lavorare per il trasferimento tecnologico al settore degli ausili tecnici e a quello della bioingegneria e della riabilitazione, contribuendo alla progettazione e alla realizzazione di componenti hardware e software ad alta tecnologia, di architetture di controllo innovative e di tecniche algoritmiche. Tali settori sono particolarmente interessati alla progettazione e alla realizzazione di ausili qualificati che consentano di superare vincoli e barriere e concorrano ad aumentare l’autonomia e l’integrazione sociale delle persone che si trovano in condizione di handicap. I laboratori e le facilities dimostrative del Cercat, Centro di Esposizione, Ricerca e Consulenza sugli Ausili Tecnici, struttura tecnico scientifica della Escoop, in corso di realizzazione in Cerignola e finanziato dalla Regione Puglia all’interno del “Programma di interventi per l’infrastrutturazione sociale e sociosanitaria territoriale”, consentiranno all’Enea di sviluppare attività di ricerca sperimentale nella Regione Puglia anche in questo specifico campo. La finalità del Cercat è quella di dotare la Puglia di un Centro che prenda in carico la persona con difficoltà motorie e/o funzionali e la sua famiglia sostenendoli nella ricerca, acquisizione, collaudo ed uso degli ausili che il proprio stato richiede. L’enea, nel suo nuovo ruolo di Agenzia, svolge attività di promozione dell´innovazione tecnologica e di trasferimento verso i diversi settori produttivi del Paese, tra i quali il Terzo Settore che opera su problematiche sociali ed ambientali, fornendo il proprio supporto anche per facilitare l’accesso ai finanziamenti europei. La Cooperativa sociale europea Escoop - che ha come suoi membri associazioni, cooperative, centri educativi, persone fisiche e strutture pubbliche provenienti da sei Paesi, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Spagna - si è costituita nel quadro giuridico che l’Unione Europea si è dato al fine di adeguare le proprie strutture produttive alla dimensione comunitaria del mercato e di fornire alle società cooperative gli strumenti giuridici idonei a facilitare lo sviluppo di attività transnazionali, anche mediante la creazione di nuove imprese cooperative su scala europea. Scopo di Escoop è perseguire l´interesse generale della comunità e l´integrazione sociale dei cittadini attraverso: la gestione, sia diretta che per il tramite delle strutture operative dei soci, di servizi socio-sanitari,educativi e formativi a favore di persone svantaggiate; la gestione di attività produttive nelle quali realizzare l´integrazione e/o l´inserimento lavorativo di persone socialmente svantaggiate. Nel corso degli anni l’Enea, su sollecitazione di diversi soggetti istituzionali locali e statali e delle associazioni di utenti, ha avviato una serie di iniziative per mettere a disposizione delle imprese del settore e delle persone con esigenze speciali il proprio know-how metodologico e tecnologico. In questo quadro, l’Enea ha istituito una specifica Linea di Ricerca che ha come obiettivo lo sviluppo della sensoristica e della automazione per l’assistenza fisico-emotiva alla persona nell’ambito del Laboratorio di Robotica. Le suddette attività di Ricerca si concentrano su tre linee: La ricerca e sviluppo di ausili, sistemi tecnologici e metodi di progettazione integrata per il superamento delle barriere fisiche e degli altri elementi componenti dell´handicap. Si tratta di attività di ricerca di base e applicata su: dispositivi automatici e semi automatici di ausilio alla persona, sistemi di sensori/attuatori, modellistica per la cognizione e l’interazione con il contesto, dispositivi haptics di interfacce uomo/macchina. Le tecnologie di augmented reality ed i sistemi informativi qualificati per offrire alle persone con esigenze speciali, alle famiglie e alle strutture di assistenza, gli strumenti per operare scelte ottimali e progettare la vita quotidiana secondo le proprie specifiche esigenze individuali. L’adattamento tecnologico dei processi produttivi e del posto di lavoro per l´integrazione sociale e lavorativa di persone con disabilità.  
   
   
SANITÀ IN SARDEGNA: NESSUN TAGLIO AI TETTI DI SPESA  
 
 Cagliari, 28 Ottobre 2010 - "Apprendo con stupore che le federazioni sindacali regionali del Pubblico impiego hanno minacciato lo sciopero generale del settore sanitario sardo motivandolo con un presunto taglio deciso dalla Giunta regionale in tema di sanità privata convenzionata. Non conosco le fonti dei segretari di categoria dei sindacati Cgil, Cisl e Uil, ma posso dire che la notizia è destituita di ogni fondamento”. Lo ha detto l´assessore regionale della sanità, Antonello Liori, commentando l´ipotesi dello sciopero generale preannunciato dai sindacati. "Innanzitutto, la delibera che riguarda i fondi a disposizione del settore privato convenzionato non è stata ancora esaminata dall´Esecutivo - ha precisato l´assessore Liori - e inoltre, non è mia intenzione ridurre la somma dedicata ai tetti di spesa delle strutture private: nel 2009 era di 102 milioni e nel 2010 sarà esattamente la stessa. Qualsiasi agitazione e protesta dei lavoratori è ovviamente da considerare legittima, però sarebbe preferibile fosse basata su dati e fatti concreti, evitando, quindi, toni demagogici che creano strumentalmente allarme sociale e sfiducia nelle istituzioni sanitarie. Come quando i Sindacati parlano di “sanità sarda in grave pericolo”, infatti la Giunta e l´intero Consiglio regionale sono impegnati nella predisposizione di una riforma globale del sistema sanitario che possa portare reali benefici alla comunità isolana. Oppure, di "riduzione dei servizi ai cittadini", nonostante abbia ribadito più volte il mio impegno per la riorganizzazione del sistema senza tagli o riduzione dei servizi, bensì con una razionale gestione della spesa".  
   
   
NASCE FEDERAZIONESANITÀ, LA STRUTTURA DI CONFCOOPERATIVE TOSCANA CHE RAPPRESENTERÀ LE COOPERATIVE DI MEDICI, A SPECIALIZZAZIONE SANITARIA, COOPERATIVE FARMACEUTICHE E MUTUE SOCIO SANITARIE L’ASSEMBLEA DI COSTITUZIONE DELLA FEDERAZIONE SI TERRÀ VENERDÌ 29 OTTOBRE A CONFCOOPERATIVE LUCCA  
 
Lucca, 28 ottobre 2010 - Contribuire alla costruzione di una rete di assistenza territoriale in ambito sanitario e aprire spazi di dibattito tra le varie “anime” e categorie che oggi operano nel settore, cogliendo la sfida del nuovo modello policentrico di sanità e concorrendo a sviluppare una nuova cultura nell’ambito dei servizi extraospedalieri. Con questi obiettivi venerdì 29 ottobre si costituirà Federazionesanità di Confcooperative Toscana. L’assemblea si terrà alle ore 09,30, presso la sede di Confcooperative Lucca, via Romana, 615/o – Fraz. Arancio – Lucca. Federazionesanità rappresenterà anche in Toscana le cooperative di medici, a specializzazione sanitaria, cooperative farmaceutiche e mutue socio sanitarie. “La nostra finalità è quella di aiutare una migliore organizzazione dei servizi sociali e sanitari sul territorio - ha detto il presidente regionale di Confcooperative Toscana Gianfranco Tilli -; la cooperazione può dare in questa direzione un contributo fondamentale in termini di mutualità e sussidiarietà”. “La rete dell’Assistenza Primaria e Cooperativa”, questo il tema dell’assemblea costitutiva di venerdì prossimo, nella sala Bambi di Confcooperative Lucca, aperta a tutti gli operatori del settore: medici, farmacisti, odontoiatri e personale sanitario. All’appuntamento organizzato da Confcooperative Toscana, parteciperanno insieme ai rappresentanti delle varie cooperative sanitarie presenti nell’intero territorio regionale, esponenti di rilievo del mondo della sanità oltre ad alcune autorità: insieme all’Assessore Regionale per il Diritto alla Salute Daniela Scaramuccia, il presidente della Quarta Commissione Sanità del Consiglio Regionale Toscana Marco Remaschi, il Sindaco di Lucca Mauro Favilla e il presidente della Provincia Stefano Baccelli. E’ attesa inoltre, la conferma della presenza del professor Umberto Veronesi, oncologo di fama internazionale, che ha già manifestato grande interesse per l’iniziativa. Il lavori dell’assemblea, saranno aperti al mattino alle 9,30 con il saluto delle autorità e l’approvazione dello statuto della Federazione. Quindi il via alla presentazione dei progetti della Federazione Sanità, gli interventi ed il dibattito. L’incontro si chiuderà quindi con l’elezioni del Presidente della Federazione Sanità Toscana e del Consiglio Regionale della Federazione stessa.  
   
   
ASP, A VENOSA CORSO SULLA CHIRURGIA DELLA CORNEA  
 
Potenza, 28 ottobre 2010 - Organizzato dal Dipartimento Interaziendale Regionale di Oculistica, venerdì 29 ottobre, con inizio alle ore 9.00, si terrà nell’Auditorium dell’ospedale di Venosa il Corso teorico-pratico su “Chirurgia della Cornea- Cross linking up to date”. L’attività di formazione assume particolare rilievo alla luce del prestigioso riconoscimento ricevuto in questi giorni dalla unità Operativa oculistica di Venosa, inserita, insieme a quelli di Milano e di Bari, tra i Centri d’eccellenza con maggior esperienza nella cura del cheratocono. “Questa è una patologia eredo-familiare a carattere degenerativo, che riguarda la struttura corneale - spiega Domenico Lacerenza, Direttore del Dipartimento Interaziendale di Oculistica - Il cheratocono si presenta in maniera subdola, arrecando gradualmente disturbi visivi ingravescenti con il progressivo sfiancamento della struttura corneale. Dal 2007 si è aperta una nuova opportunità nella cura di questa patologia, attraverso un rivoluzionario approccio terapeutico: la chirurgia chimica. L’evoluzione della malattia viene,infatti, bloccata con il trattamento combinato raggio laser (uva) e riboflavina (vitamina B2). I dati relativi all’utilizzo della molecola in questione, elaborati dall’ unica azienda produttrice della riboflavina, evidenziano che l’Unità Operativa Oculistica di Venosa, rappresenta, insieme ai Centri di Milano e di Bari, quella con la maggiore esperienza maturata nel settore”. Partecipano all’attività di formazione specialisti oftalmologi operanti nei servizi sanitari della Basilicata e delle regioni limitrofe, che intendono ampliare i propri interessi acquisendo conoscenze e competenze relative a nuove procedure diagnostiche e a nuove tecniche chirurgiche. “Nel corso della loro formazione professionale gli oftalmologi coltivano e sviluppano interessi scientifici solitamente orientati o in senso medico o in senso chirurgico. Una volta scelto l’ambito, tendono poi a super-specializzarsi o con tecniche diagnostiche o con tecniche chirurgiche- evidenzia Domenico Lacerenza- Obiettivo della giornata di studio sarà, appunrto, quello di allargare l’orizzonte conoscitivo, consentendo agli oftalmologi di confrontarsi e sperimentare direttamente altre tecniche diagnostiche e chirurgiche”. Il corso avrà una impostazione teorico-pratica e si svilupperà con sessioni diagnostiche e chirurgiche che consentiranno al discente di interagire materialmente con il docente e di eseguire con il supporto dell’esperto l’intervento chirurgia della cataratta. I singoli interventi chirurgici saranno seguiti da tutti i corsisti tramite trasmissione in live surgery nell’Auditorium dell’ospedale di Venosa. L’asp mette, in questo modo, a disposizione dei discenti l’esperienza professionale e le tecnologie di ultima generazione in dotazione all’U.o. Di oculistica del Presidio Ospedaliero di Venosa.  
   
   
IL COMMISSARIO PER LA SANITÀ CALABRESE GIUSEPPE SCOPELLITI, A ROMA PER IL “PIANO DI RIENTRO”. POSITIVO IL GIUDIZIO DEL “TAVOLO MASSICCI”  
 
Reggio Calabria, 28 ottobre 2010 - “Abbiamo finalmente messo le basi per avviare in Calabria una nuova stagione in grado di offrire in prospettiva una sanità nuova e servizi di qualità”. Questo il primo commento del Commissario per la Sanità, Giuseppe Scopelliti, al termine della positiva riunione del “tavolo Massicci” tenutasi a Roma. I Ministeri competenti – si legge in una nota dell’Ufficio stampa della Giunta regionale - hanno riconosciuto valida la quantificazione del debito commerciale in 1,2 miliardi di euro così come comunicato recentemente dal Governatore ed è stato deciso, grazie alla concrete azioni messe in campo dalla Regione Calabria, che sarà possibile utilizzare i fondi Fas a copertura del debito al 31 dicembre 2008 ed accendere i mutui a tasso agevolato per ripianare la parte relativa ai debiti sanitari dal 2001 al 2005. I rappresentanti del Ministero hanno infatti apprezzato il modus operandi del Commissario Scopelliti giudicando positivamente, in via preliminare, la riorganizzazione delle rete ospedaliera, territoriale e dell’ emergenza - urgenza. All’appuntamento, erano inoltre presenti i due sub commissari Giuseppe Navarria ed il Generale della Guardia di Finanza, Luciano Pezzi, il Direttore Generale della Presidente della Giunta, Franco Zoccali, il D.g del Dipartimento salute Antonino Orlando ed altri dirigenti. “Sono convinto che alla prossima riunione del tavolo Massicci, così come avvenuto per altre regioni, avremo la possibilità di poter utilizzare una prima trance degli 800 milioni di premialità attualmente fermi ai ministeri per le inadempienze della precedente amministrazione – ha affermato il Presidente Giuseppe Scopelliti. Questa mattina nel corso dell’incontro sono state affrontate le problematiche in riferimento alle scadenze previste. Il tavolo si è riservato l’esame su alcuni decreti ed al prossimo appuntamento sarà espresso il giudizio definitivo. Abbiamo portato atti concreti, un gioco di squadra dei vari uffici del Commissario, dimostrando che questa classe dirigente in Calabria ha deciso, in piena sintonia con il mandato dei cittadini, di attivare procedure tese a realizzare un’inversione di tendenza per far si che la Regione possa essere in grado di affrontare la stagione del federalismo ed abbiamo riscontrato l’apprezzamento del tavolo Massicci. C’è la concreta possibilità che l’importo di 1,2 miliardi di euro possa ridursi nei prossimi mesi poiché abbiamo messo in atto una serie di azioni: la conciliazione con aziende e fornitori e gli atti transattivi. Questa prima riunione – ha concluso il Governatore - rappresenta un primo punto importante, da parte nostra daremo un’ulteriore accelerazione per rispettare le scadenze previste e avviare, finalmente, la riorganizzazione della sanità calabrese”.  
   
   
LA VALUTAZIONE DI IMPATTO SULLA SALUTE: LO STRUMENTO GIUSTO PER RIDURRE I RISCHI DELLA POPOLAZIONE PRESENTATE A ROMA LE ESPERIENZE DI TOSCANA, EMILIA ROMAGNA, PIEMONTE, ABRUZZO, LAZIO E PUGLIA  
 
Roma, 28 ottobre 2010 - Lo chiede l’Unione Europea e per molti versi l’Italia è ancora indietro, ma le prime informazioni raccolte dimostrano che la sperimentazione è decisamente positiva. La Valutazione di impatto sulla salute (Vis) aiuta infatti a ridurre i rischi per la popolazione. È il dato che è emerso dal primo workshop nazionale organizzato sul tema, il 28 settembre a Roma da Ifc-cnr, Anci, Coordinamento Agende 21 Locali Italiane e Consorzio Mario Negri Sud. “La Vis – ha spiegato Fabrizio Bianchi dell’Ifc-cnr - è una procedura che consente di stimare i rischi di progetti di diverso tipo, dare indicazioni sui miglioramenti necessari e sulle modalità di monitoraggio nel tempo”. Si tratta infatti di uno strumento che mira a supportare la pianificazione condivisa a livello territoriale, rispondendo in modo diretto alle domande dei cittadini riguardo alla propria salute. “In base alle esperienze maturate fino ad ora nelle diverse regioni del paese – ha sottolineato Paolo Lauriola, in rappresentanza del Coordinamento Agende 21 Locali Italiane – emerge la necessità di un riconoscimento normativo della Vis e di un maggiore supporto da parte delle istituzioni centrali.” Nel contesto Italiano difatti non ha ancora trovato una collocazione riconosciuta nelle amministrazioni, né tantomeno una vera e propria formalizzazione. “Abbiamo ormai vari esempi di Vis nel paese – ha messo in evidenza Flavio Morini in rappresentanza dell’Anci – ma resta un’iniziativa lasciata alla buona volontà dei singoli che invece andrebbe incoraggiata”. Tra le esperienze presentate a Roma oggi quella del piano rifiuti di Firenze, iniziata nel 2004 da Ifc-cnr e Ars Toscana che, come ha dichiarato Francesco Cipriani, responsabile dell’Osservatorio di epidemiologia dell’Ars “oltre a essersi rivelata uno strumento utile per indicare le priorità e gli interventi specifici di miglioramento della salute pubblica, ha permesso di sviluppare raccomandazioni per le mitigazioni degli effetti negativi”. “Anche in Emilia-romagna – ha spiegato quindi Pierluigi Macini, dirigente dell’Assessorato regionale alla salute - abbiamo concluso la sperimentazione nell’ambito di Moniter (monitoraggio ambientale e sanitario degli impianti di incenerimento della Regione) e coordineremo un progetto di Vis nelle Conferenze dei Servizi, finanziato del Ministero della Salute, assieme ai servizi sanitari di altre quattro regioni italiane”. Dal centro Italia, dove ad esempio Roma ha effettuato un controllo delle politiche di riduzione del traffico, si passa al nord in Piemonte dove oltre alle 15 esperienze portate avanti negli ultimi anni grazie alla partnership con l’Arpa, si aggiunge quella dei campi Rom non autorizzati a Torino, realizzata dall’Università con la collaborazione della Ong Terre del Fuoco. Per il sud è rappresentativo il lavoro fatto a Taranto dall’Arpa Puglia, le cui competenze in materia di Vis si stanno consolidando. Di grande interesse infine l’esperienza sviluppata dall’Istituto Mario Negri Sud, a partire dalla redazione di Linee Guida per la Vis nella Regione Abruzzo, nell’ambito di una legge di pianificazione territoriale nel 2008. ‘Nonostante sia mancata una norma di recepimento’ ha dichiarato Tommaso Pagliani ‘diversi enti locali stanno pianificando la realizzazione di Vis e sono in corso interessanti progetti nella regione. E’ stato poi presentato alla Ue un progetto Life+ per la Valutazione partecipata degli impatti sanitari, ambientali e socioeconomici derivanti dal trattamento di rifiuti urbani.’ Alla discussione hanno partecipato Fabrizio Oleari, Direttore del Dipartimento della prevenzione del Ministero della Salute, Carlo Zaghi, dirigente del Ministero dell’Ambiente, assieme ai rappresentanti dell’Associazione Medici per l’Ambiente e di Legambiente, che hanno sottolineato la richiesta delle associazioni e dei cittadini di operare per una programmazione partecipata, che sia sostenibile e condivisa. “La partecipazione di molti qualificati rappresentanti di Enti locali, associazioni e del governo – hanno sottolineato congiuntamente gli organizzatori - fa ben sperare che un’azione di supporto istituzionale accompagni le buone pratiche già diffuse, in accordo per altro con l’impegno di ridurre gli effetti avversi per la salute dovuti ai fattori ambientali, sottoscritto dall’Italia durante la Quinta conferenza ministeriale su ambiente e salute che si è svolta a Parma nel marzo di quest’anno.”  
   
   
PREVENZIONE DEL CARCINOMA DELL’UTERO SE NE PARLA LUNEDÌ 15 NOVEMBRE ALLE ORE 18 NELL’AULA MAGNA DELLA QUESTURA DI PAVIA AD UN CONVEGNO ORGANIZZATO DALLA C.R.I. E DA LILT, CON IL PATROCINIO DELLA PROVINCIA  
 
Pavia, 28 ottobre 2010 - Il carcinoma dell’utero è una malattia che ancora oggi in Italia colpisce migliaia di donne, malgrado le campagne di screening effettuate dai Pap Test abbiano diminuito negli ultimi decenni l’incidenza di questo tumore. Occorre quindi una più ampia sensibilizzazione verso questo tema: già dallo scorso Maggio l’Azienda Ospedaliera della Provincia di Pavia, tra le prime in Lombardia, ha iniziato presso i reparti di Ginecologia-ostetricia (Dipartimento Materno Infantile) degli Ospedali di Stradella, Vigevano e Voghera la vaccinazione verso due tipi di virus frequentemente implicati nella patologia tumorale del carcinoma del collo dell’utero. Ora scende in campo anche la Croce Rossa, Comitato Provinciale di Pavia, organizzando con Lilt (Lega Italiana Lotta contro i Tumori) e con il Patrocinio dell’Amministrazione Provinciale, un incontro informativo e di presentazione dei Centri Vaccinali dell’Azienda Ospedaliera della Provincia. L’incontro, aperto a tutti i cittadini e rivolto in particolare agli studenti delle scuole medie inferiori e superiori, è in programma Lunedì 15 Novembre alle ore 18 presso l’Aula Magna della Questura di Pavia, in via Rismondo 68. “Tra i nostri compiti istituzionali – spiega il Commissario Provinciale della C.r.i. Alberto Piacentini – vi è anche quello di fare prevenzione. E’ importante vaccinarsi fin dall’età scolare e noi vogliamo far conoscere dove potersi vaccinare per poter contribuire a combattere sempre più con forza questa malattia che colpisce ancora molte donne”. All’incontro, oltre al Commissario C.r.i. Piacentini, interverranno il Presidente della Provincia Vittorio Poma, il Prof. Amalia Bianchi, Presidente Lilt Sezione Provinciale di Pavia, il Dott. Claudio Scarabelli, Direttore Dipartimento Materno Infantile Azienda Ospedaliera di Pavia, il Dott. Luca Bottero, Commissario C.r.i. Di Milano e il Dott. Mario Sideri, Responsabile Unità di Ginecologia Preventiva Istituto Oncologico Europeo di Milano. E’ stato dimostrato che il Papilloma Virus Umano (Hpv) rappresenta la causa di questa neoplasia e delle lesioni che la precedono (precancerosi). L’hpv comprende diversi sottotipi ed è estremamente diffuso nella popolazione sana, specie quelli della cervice o collo dell’utero e quelli dell’endometrio; per lo più l’infezione, che interessa la cute e le mucose in particolare degli organi genitali, è transitoria, ma in una piccola percentuale di casi permane e nel corso degli anni successivi può causare delle alterazioni cellulari di vario grado fino al carcinoma invasivo. Il progetto di vaccinazione di Regione Lombardia, gratuito per le dodicenni, risulta indicato anche in donne fino a 26 anni, con risposta immunitaria significativa anche nella popolazione tra i 24 e i 45 anni; la Regione ha anche previsto, per le donne oltre i 12 anni, la possibilità di essere vaccinate presso le strutture accreditate, in regime di co-pagamento e con possibilità di acquisto del vaccino, a prezzo sociale.  
   
   
DISABILITÀ: DOMANI SEMINARIO SU AMMINISTRAZIONE DI SOSTEGNO  
 
Perugia, 28 ottobre 2010 - “Amministrazione di sostegno e trust di protezione”: è questo il tema del seminario di studi promosso dalla Direzione regionale alla Sanità e ai Servizi sociali che si terrà venerdì 29 ottobre nella sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia (Palazzo Graziani, Corso Vannucci 47, a partire dalle ore 9). I lavori – spiegano dagli uffici regionali - si incentreranno sul sistema normativo italiano ed europeo ed affronteranno, in una nuova ottica, i bisogni e gli strumenti di tutela delle persone che si trovano, per ragioni transitorie o permanenti, ad avere bisogno di cura particolare, e per questo hanno diritto a una speciale attenzione. “Per la Regione Umbria – sottolineano gli organizzatori – assume particolare rilevanza la tutela delle persone in stato di disabilità o di bisogno temporaneo o permanente, con difficoltà di relazione e integrazione sociale tali da determinarne un processo di svantaggio o di emarginazione. Dal 2003, con l’intento di realizzare il diritto di cittadinanza attraverso il superamento di ogni forma e aspetto di disagio sociale dei soggetti in difficoltà, la Regione ha disciplinato l’organizzazione e il funzionamento delle attività per l’amministrazione di sostegno dei disabili e soggetti in stato di bisogno”. Il seminario di venerdì, che vuole essere “un momento di studio, approfondimento e dibattito”, prevede la partecipazione di esperti di livello nazionale e il coinvolgimento di tecnici operanti in diversi ambiti professionali. Saranno presenti, inoltre, alcuni parlamentari firmatari di una proposta di legge innovativa presentata in Parlamento che prevede “Disposizioni in materia di destinazione di beni in favore di persone con gravi disabilità e di discendenti privi di mezzi di sostentamento”, con l’obiettivo di assicurare alle famiglie una serena prospettiva di cura ed attenzione, anche attraverso il coinvolgimento delle istituzioni e delle associazioni di settore.  
   
   
SALUTE. CENTRI ANTIFUMO NELLE FARMACIE COMUNALI DI MILANO UN’ESPERIENZA UNICA IN ITALIA NATA DALLA COLLABORAZIONE TRA ASSESSORATO ALLA SALUTE, ISTITUTO NAZIONALE DEI TUMORI E GRUPPO ADMENTA ITALIA  
 
 Milano, 28 ottobre 2010 - L’assessorato alla Salute del Comune di Milano, assieme all’Istituto Nazionale dei Tumori e alle Farmacie Comunali del Gruppo Admenta Italia offrono l’opportunità di accedere a un servizio ‘antifumo’, gratuito, di facile fruizione e d’immediata visibilità, con l’attivazione di Centri Antifumo specializzati di primo livello in 5 farmacie comunali. L’iniziativa, avviata questo mese, la prima con queste caratteristiche a livello nazionale, prende le mosse dai dati relativi alla presenza nel nostro Paese di 11 milioni e 100 mila fumatori (5,9 milioni uomini e 5,2 milioni donne) e vede Milano detenere il primato di città in cui si fuma di più. Un’abitudine molto diffusa tra i giovani, che in media accendono la prima sigaretta a 15 anni e mezzo. Il progetto presentato ieri s’inserisce nelle politiche e nelle strategie di prevenzione comuni al network dei soggetti promotori e prevede, per i primi 6 mesi, la presenza in farmacia dello psicologo specializzato del Centro Antifumo dell’Istituto Nazionale dei Tumori, a fianco dei farmacisti già formati per questo loro nuovo ruolo, con l’obiettivo di assisterli e di fornire un supporto diretto alle persone che necessitano di un maggiore e più specifico sostegno psicologico. L’iniziativa si avvarrà di un progressivo e stretto rapporto di collaborazione con tutti i soggetti operativi sul territorio, in primo luogo, oltre al Centro Antifumo di secondo livello dell’Istituto Nazionale dei Tumori, con i medici di Medicina Generale. L’operazione si pone come obiettivi l’incremento e il consolidamento sul territorio degli interventi di prevenzione delle patologie legate al tabagismo, per facilitare la disassuefazione, con recupero della salute e contenimento della spesa sanitaria, grazie a un approccio integrato e specializzato e ad alcune iniziative innovative. Il punto di partenza è la definizione della tipologia di paziente, ricavata dai questionari, dalle strumentazioni ad hoc (misurazione del monossido di carbonio nell’aria espirata) disponibili presso le farmacie, e più in generale dai danni causati dal fumo a tutti i livelli (polmonare, cardiovascolare, fino allo screening oncologico) rilevati nelle strutture competenti. L’approccio sarà diverso dall’automedicazione e dal ‘fai da te’: operatori sanitari seguiranno il fumatore, monitorandone l’andamento clinico, fidelizzandolo e responsabilizzandolo nel programma personalizzato di liberazione dalla dipendenza da nicotina. Centrale sarà il supporto di Counseling dello Psicologo e del Farmacista. I Centri svolgeranno il ruolo di ‘ponte’ con l’Istituto Nazionale Tumori, cui verranno indirizzati i casi più complessi. “Ovvero gli irriducibili della sigaretta – afferma l’assessore alla Salute Giampaolo Landi di Chiavenna -. Purtroppo nella nostra città, fumare è un’abitudine molto diffusa tra i giovani, che in media accendono la prima sigaretta a 15 anni e mezzo rispetto ai 16 del resto d’Italia. A farci conquistare questo primato, decisamente non edificante, è l’alta percentuale di minorenni fumatori, come emerge da un’indagine Doxa: 20 su 100, quasi il doppio della media nazionale che è di 12 su 100”. “Ma fumare – prosegue Landi - non è ‘un gioco da ragazzi’, bensì una cosa seria per le sue implicazioni sulla salute, perché produce assuefazione, perché smettere non è semplice e la volontà non basta. Seria, perché i danni prodotti nell’organismo – e non solo ai polmoni – durano negli anni, e rimediare ai guasti della sigaretta richiede un atteggiamento nuovo verso la propria salute. Riuscire a tirarsi fuori da un vizio che è anche abitudine, svago, occasione di relax e di socializzazione, non è facile e non richiede soltanto convincimento psicologico. Smettere di fumare equivale a disintossicarsi da un upper chimico di tutto rispetto, il tabacco, e richiede quindi un supporto specialistico, come quello offerto nei centri antifumo aperti nelle farmacie comunali. Sportelli orientativi su come smettere di fumare, vere ‘centrali’ di informazione e consultazione, con uno psicologo esperto, per indirizzare i tabagisti che intendono smettere verso la terapia più adeguata”. “Quel che serve è un appoggio scientificamente valido - aggiunge Roberto Boffi, responsabile del Centro danni da fumo dell’Istituto Nazionale dei Tumori - in un percorso che non sia scontato e si riesca portare a termine con successo. La figura cui abbiamo pensato non è, dunque, quella di un giudice in camice bianco, ma di un esperto psicologo disposto ad ascoltare e a condurre sulla strada giusta, piuttosto che sanzionare. Facendoci interpreti delle richieste d’aiuto dei fumatori – che molto spesso ignorano tecniche e percorsi terapeutici invece molto efficaci per liberarsi delle sigarette – e al contempo insistendo ancora una volta sulla pericolosità del fumo. Un approccio non punitivo, orientato al senso di responsabilità individuale, quella responsabilità che fa sì che ogni anno al Centro per i danni da fumo dell’Istituto Nazionale dei Tumori vengano effettuate 1000 visite per aiutare a smettere di fumare. Grazie a questo accordo, l’Istituto è oggi ancora più presente sul territorio e conferma il suo impegno per la prevenzione. Di fatto, attraverso l’attivazione di queste cinque nuove strutture, l’Istituto Nazionale dei Tumori passa da uno a sei centri antifumo a Milano. Proprio per fare fronte a questo impegno abbiamo formato direttamente i farmacisti in modo che siano in grado di aiutare i fumatori in questo percorso e, contemporaneamente, per tutti coloro che necessitano di un maggiore supporto, sarà presente in farmacia un nostro psicologo”. “Sono iniziative come questa a dare pieno significato all’identità della ‘Farmacia dei Servizi’ – commenta Leonardo Ferrandino, Vice Presidente e amministratore delegato di Admenta Italia –. Dare l’inedita possibilità ai fumatori di accedere a un servizio specializzato, personalizzato e gratuito, di assistenza nel percorso di liberazione dalla nicotina, in network con l’Assessorato alla Salute del Comune e con l’Istituto Nazionale dei Tumori, ci rende motivati e orgogliosi di questa partnership eccellente. I Centri Antifumo presso le Farmacie Comunali di Milano del Gruppo Admenta Italia, intendono essere una concreta opportunità di essere più incisivi, nell’impegno per una prevenzione attiva e consapevole, di fronte a dati allarmanti. Le cinque strutture pilota sono già attive, al servizio di tutti coloro che desiderino di smettere di fumare. Il primo obiettivo di Admenta Italia è sempre stato quello di caratterizzarsi per una proposta completa dedicata alla salute e al benessere. È peraltro in costante incremento l’utilizzo di servizi professionali di prevenzione in Farmacia. Per citare qualche esempio, sempre su Milano: il recente successo dello ‘Psicologo di Quartiere’, che vede ad oggi realizzati circa 100 incontri al mese; 40.000 misurazioni gratuite della pressione; circa 1.600 della glicemia, in 9 mesi; circa 700 i mini check-up gratuiti, nel corso della settimana dedicata ai rischi cardiovascolari, nell’ambito delle Piazze della Salute. Continuiamo su questa strada, con convinzione, in rete con il Comune di Milano e tutti i soggetti coinvolti in nuove iniziative”.
Centri Antifumo Nelle Farmacie Comunali Gruppo Admenta Italia
Farmacia Presenza Psicologo Istituto Tumori Sede Telefono
Farmacia comunale 19 lunedì pomeriggio orario: 15.30/18.30 20155 piazza Prealpi 3 02 39267723
Farmacia comunale 48 martedì pomeriggio orario: 15.30/18.30 20131 viale Abruzzi 4 02 29531606
Farmacia comunale 25 mercoledì mattina orario: 9.00/12.00 20147 via Forze Armate 44 02 40074180
Farmacia comunale 80 mercoledì pomeriggio orario: 15.30/18.30 20149 piazza Zavattari 4 02 462503
Farmacia comunale 81 giovedì pomeriggio orario: 15.30/18.30 20151 via Chiarelli 10 02 3085327
 
   
   
ARRESTO CARDIACO IMPROVVISO: 170 CASI AL GIORNO LA DEFIBRILLAZIONE PRECOCE PUÒ RIDURRE LE VITTIME  
 
Roma, 28 ottobre 2010 – 1 ogni 19 minuti: questa è la frequenza di casi di morte per arresto cardiaco improvviso in Italia, per un totale di 60.000 vittime ogni anno. La percentuale di sopravvivenza all’arresto cardiaco è inferiore al 2%, dal momento che i sistemi tradizionali di soccorso non arrivano in tempo per eseguire con successo la defibrillazione elettrica, terapia in grado di ripristinare la normale attività cardiaca. Infatti, ogni minuto di ritardo nel somministrare la scarica elettrica riduce del 5-10% le possibilità di riavviare il cuore. La tempestività dell’intervento è quindi un punto cruciale. Nonostante gli sforzi profusi negli ultimi decenni per migliorare il tasso di sopravvivenza, l´arresto cardiaco extraospedaliero continua a essere una delle principali cause di morte in tutto il mondo, soprattutto nei Paesi industrializzati: in Italia corrisponde al 10% dei decessi annui, e al 50% di tutti quelli per malattie cardiovascolari. La promozione di un’ampia diffusione dei defibrillatori automatici e semiautomatici esterni e la diffusione a larghe fasce della popolazione della cultura dell’emergenza, per formare i comuni cittadini, ad essere soccorritori in caso di necessità (punti cardine del Disegno di Legge del 30 maggio 2008, attualmente in fase di approvazione) sono i temi al centro del dibattito dal titolo: “De­brillazione precoce: tra qualità e integrazione”, tenutosi oggi a Roma presso la Sala Capitolare del Palazzo della Minerva del Senato e promosso dall’Associazione Parlamentare per la Tutela e la Promozione del Diritto alla Prevenzione, dall’associazione Conacuore Onlus e dal leader di prodotti elettromedicali Medtronic, cui hanno partecipato il Senatore Antonio Tomassini - Presidente Xii Commissione Permanente Igiene e Sanità del Senato della Repubblica che ha introdotto il dibattito, il Senatore Daniele Bosone - Vicepresidente Xii Commissione Permanente Igiene e Sanità del Senato della Repubblica, il Senatore Claudio Gustavino - Membro Vii Commissione Permanente Istruzione Pubblica, Beni Culturali, il Senatore Stefano De Lillo - Membro Xii Commissione Permanente Igiene e Sanità del Senato della Repubblica, l’Onorevole Antonio Palmieri - Presidente Parlamentari del Cuore Camera dei Deputati, il Senatore Giuliano Barbolini - Presidente Parlamentari del Cuore Senato della Repubblica e Membro Vi Commissione Permanente Finanze e Tesoro, ill Dottor Claudio Cricelli - Presidente S.i.m.g, il Professor Giovanni Spinella - Presidente Conacuore, il Dottor Antonio Destro - Responsabile di “Rimini Cuore” e Dirigente Modulo Organizzativo Emergenze Cardiologiche Ausl Rimini, il Dottor Antonio De Santis - Direttore Generale Ares 118, il Dottor Alessandro Barelli - Presidente Irc (Italian Resuscitation Council), il Generale Prof. Giuseppe Marceca - Dirigente Superiore Medico, Direttore Servizio Operativo Centrale di Sanità, Coordinatore Nazionale Blsd della Polizia di Stato, il Colonnello Prof. Angelo Giustini - Capo Servizio Sanitario del Corpo della Guardia di Finanza “Direttore di Sanità”, il Dottor Vincenzo Castelli - Presidente Fondazione Giorgio Castelli, Vicepresidente Conacuore, e l’Onorevole Domenico Di Virgilio - Membro Xii Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati, che ha concluso l’incontro. “L’arresto cardiaco improvviso rappresenta un problema che incide in maniera rilevante non solo nella vita personale della vittima e dei familiari, ma anche a livello economico e sociale - ha dichiarato il senatore Antonio Tomassini, aprendo i lavori del seminario. La legge del maggio 2008 si inserisce pertanto in un percorso di grande rilevanza sociosanitaria, partito nel 2001 e con fasi successive nel 2004 e 2005, mirato a ridurre il numero di vittime per arresto cardiocircolatorio, attraverso la regolamentazione dell’utilizzo extraospedaliero della defibrillazione precoce. Con l’ultimo Disegno di Legge si riconosce l’importanza di diffondere ulteriormente la cultura dell’emergenza, ampliando il più possibile il numero soccorritori ‘non medici’, attraverso percorsi di formazione diffusi e di facile accesso con l’obiettivo di assicurare l’impiego in piena sicurezza dei defibrillatori esterni.” Saper usare correttamente un defibrillatore semiautomatico esterno e apprendere le manovre di Blsd (Basic Life Support Defibrillation), ovvero le operazioni da attivare in caso di perdita di coscienza dovuta ad arresto cardiaco, richiede un semplice corso di formazione di poche ore, a seguito del quale si ottiene l’autorizzazione all’utilizzo del dispositivo, senza la necessità di ulteriore esperienza medica. Tuttavia, il problema dell’addestramento della popolazione “laica” è uno dei nodi cruciali della situazione italiana: ad oggi la legge prevede che i soggetti autorizzati a organizzare i corsi siano le Asl, le forze dell’ordine, il personale della rete del 118 e le associazioni di volontari che istituiscono rapporti privilegiati con questi enti. Un campo ristretto, che risente della disparità delle risorse economiche regionali e della sensibilità al problema delle singole realtà locali. “Nel nostro Paese non esiste ancora una Legge nazionale di coordinamento della formazione degli operatori non medici - dichiara il Dr. Vincenzo Castelli, vicepresidente di Conacuore Onlus – la nostra prima istanza, è che si estenda la base di coloro – onlus e associazioni di volontariato in primis - che possano impartire corsi gratuiti di Blsd, previa autorizzazione da parte degli organi competenti. Poche ore in cui trasmettere istruzioni semplici, corrette e chiare per salvare vite umane. Inoltre, un secondo punto cruciale è il riconoscimento nazionale del diploma di operatore autorizzato: paradossalmente oggi, un diploma conseguito in una Regione potrebbe non essere considerato valido in un´altra, esponendo chi generosamente si prodiga in un soccorso così impegnativo, a potenziali rischi medico-legali, nonostante l’addestramento delle procedure segua Linee Guida valide a livello internazionale. Ci aspettiamo che il Disegno di Legge del maggio 2008 elimini questi paradossi e definisca i protocolli per individuare come allargare la base dei formatori.” Un’altra importante questione è rappresentato dall’assenza di defibrillatori nei grandi luoghi pubblici come gli aeroporti, le navi da crociera, i club sportivi, i supermercati e, soprattutto, le scuole. “L’italia è uno dei Paesi europei più arretrati nella cultura dell’emergenza: purtroppo chi nel nostro Paese resta vittima di un attacco cardiaco improvviso (circa 160 – 170 persone al giorno), difficilmente potrà, in futuro, raccontare la propria esperienza, poiché il tasso di sopravvivenza è del 2% e la maggior parte dei luoghi extraospedalieri non sono dotati di defibrillatori - prosegue il Dottor Castelli – Una situazione ancora più vergognosa, se confrontata con ciò che succede fuori dall’Europa: da poco, per esempio, negli Stati Uniti è stato presentato uno studio in cui si prendono in esame 1.700 college dotati di defibrillatori, dove si pratica sport anche a livello agonistico. I risultati sono sorprendenti: la percentuale di sopravvivenza di chi è colpito da attacco cardiaco improvviso è del 64%. Una delle istanze più urgenti di Conacuore e della Fondazione Giorgio Castelli è quella di prevedere, in futuro, una Legge nazionale che sancisca l’obbligatorietà di corsi autorizzati, semplici e chiari, e della presenza di dispositivi di defibrillazione – che, ricordiamo, sono strumenti di facile utilizzo e sicuri - nei luoghi della nostra vita quotidiana: campi sportivi, treni, grandi navi da traghetto, ma soprattutto scuole ed università, luoghi preposti ad insegnare la cultura della vita e dell’attenzione verso il prossimo.” Una maggiore diffusione dei defibrillatori automatici pone le Istituzioni di fronte alla necessità di creare un sistema integrato a livello nazionale e regionale per coordinare le attività di soccorso successivo all’impiego del defibrillatore, valutare e garantire la qualità dei dispositivi disponibili, promuovere il costante aggiornamento dei defibrillatori in uso, così da garantire l’accesso a tecnologie d’avanguardia come quelle che alla funzione principale affiancano il trasferimento dei dati del paziente alle unità mobili di soccorso e agli ospedali.  
   
   
UNA SETTIMANA LUNGA… UN MESE A FAVORE DELLA MENTE  
 
Monza, 28 ottobre 2010 - I sette giorni previsti per la Prevenzione dell’Invecchiamento Mentale non sono stati sufficienti tanto che il check-up gratuito del “ben dell’intelletto” è stato prorogato da Assomensana oltre il 25 settembre. Sull’onda dei risultati positivi, l’associazione ha allo studio altri progetti per proporre le strategie che rallentano l’usura della mente e del corpo. Nelle intenzioni dell’associazione di ricerca non profit Assomensana (di Monza), il periodo dal 20 al 25 settembre scorsi sarebbe dovuto bastare per lo svolgimento della Settimana della Prevenzione dell’Invecchiamento Mentale, riservata per la terza volta allo screening delle condizioni cognitive degli italiani. Ma gli organizzatori avevano fatto male i loro conti: le richieste per effettuare gratuitamente il check-up delle facoltà intellettive individuali sono risultate così numerose che tutti i neuropsicologi aderenti hanno saturato i loro appuntamenti dedicati già nei primi giorni. Per merito dell’overbooking, gli specialisti sono rimasti a disposizione per quasi un mese, sempre a titolo gratuito, di quanti volevano sottoporsi ai test per controllare capacità cerebrali, come la fluenza verbale, la memoria visiva e dei nomi, il calcolo, l’orientamento e la concentrazione. E chi non ha fatto in tempo a prenotare e non ha potuto usufruire dell’iniziativa? Nessun problema, come afferma il presidente di Assomensana, il dottor Giuseppe Iannoccari: «per mettere alla prova e migliorare la propria abilità mentale, in attesa della quarta edizione della Settimana, il soggetto interessato può contattarci, telefonando al numero 039/2320032 oppure attraverso il nostro sito www.Assomensana.it. In tal modo potremo dare a tutti adeguate informazioni nonché i nominativi e gli indirizzi degli esperti coinvolti che però, in questo caso, al loro intervento, della durata di un’ora, applicheranno una tariffa di poche decine di euro». Ma tra gli scopi dell’associazione non ci sono solo l’esame e la definizione dell’identikit mentale delle persone e la Settimana della Prevenzione dell’Invecchiamento del “ben dell’intelletto”, dal 19 al 24 settembre 2011. In dirittura di “stampa”, a firma di Assomensana, c’è il Vademecum “Vivere 100 anni”, sottinteso sani, attivi e lucidi. In circa 40 pagine, con un linguaggio chiaro, vengono spiegate al pubblico le più recenti scoperte scientifiche, accompagnate dai consigli più utili, per la longevità del corpo e della mente. Dalle Linee Guida, messe a punto dai ricercatori per promuovere la salute dell’intero organismo e in particolare la vivacità del cervello, si apprendono regole semplici ma fondamentali. «L’adozione di uno stile di vita corretto, per arrivare in forma in tarda età, comprende un’alimentazione sana, ricca di vegetali e pesce, un sonno riposante, una vita sessuale ottimale, il controllo del peso e una regolare attività fisica», riferisce il presidente, «Alla ginnastica del corpo occorre abbinare quella del cervello. Il “fitness della mente” si pratica mediante tecniche particolari che consentono di mantenere performance cognitive costanti e ad alto livello». Per diffondere i metodi che garantiscono l’efficienza mentale, come il “training cognitivo” personalizzato, Assomensana sta valutando alcuni progetti da realizzare nel 2011, molti dei quali per ora top-secret ma che verranno svelati nel corso del prossimo anno. «Probabilmente ripeteremo Mentathlon, la competizione per tutte le età, basata su gare riguardanti prestazioni di logica, memoria visiva, calcolo e ragionamento, che ha riscosso un grande interesse nel 2008», anticipa il neuropsicologo, «Inoltre vorremmo istituire appositi “ambulatori” e portare i nostri corsi in location del benessere». Nel frattempo, non resta che attendere gli eventi, proteggendo e allenando la mente ogni giorno, perché nessuno è esente dall’affievolirsi delle prestazioni cerebrali, avverte il dottor Iannoccari: «Svolgere mansioni intellettuali (come fanno giornalisti, manager, insegnanti, scrittori, ecc.) non allontana il rischio in quanto ogni professione tende a specializzare alcune funzioni e aree del cervello mentre ne lascia inattive altre. A lungo andare questa “stasi” si trasforma in “perdita” di collegamenti sinaptici e i neuroni riducono la loro prestanza. In poche parole, la mancanza di esercizio favorisce la “caduta” delle attività cerebrali che vengono usate di meno. Sulla base di questi rilevamenti, la ricerca nell’ambito delle neuroscienze ha realizzato programmi di stimolazione cognitiva che si sono dimostrati efficaci per sviluppare e potenziare le risorse mentali, ritardando la fisiologica diminuzione di capacità, come attenzione, orientamento spazio-temporale e ragionamento, che inizia a manifestarsi già dai 30 anni d’età».  
   
   
CORSO: "PERCORSI TERAPEUTICI ATTRAVERSO IL CINEMA"  
 
Bolzano, 28 ottobre 2010 - Sono aperte le iscrizioni ai nuovi corsi organizzati in novembre e dicembre presso la Scuola per le professioni sociali di Bolzano. La Scuola provinciale per le professioni sociali in lingua italiana di Bolzano svolge un ruolo fondamentale nel campo della formazione del personale che opera sia nelle strutture pubbliche che a livello privato. Nei mesi di novembre e dicembre iniziano alcuni nuovi corsi di formazione sul lavoro particolarmente interessanti per gli operatori del settore. In particolare il 10 novembre inizia il corso "Percorsi terapeutico- riabilitativi attraverso le immagini del cinema". Secondo gli organizzatori del corso lo stigma che da sempre accompagna il disturbo psichiatrico ed i servizi che se ne occupano si alimenta attraverso l’idea che se ne è fatta la collettività anche sulla base degli stereotipi cinematografici e della cospicua iconografia in merito influenzano in modo cruciale la percezione del problema nella vita reale. Il corso vuole favorire la conoscenza dei disturbi psichiatrici attraverso linguaggi multimediali. Il corso è rivolto alle figure professionali operanti nell´équipe psichiatrica e nei servizi sociopsichiatrici: medici, psicologi, assistenti sociali, infermieri, O.t.a.p., operatori socio sanitari, ergoterapisti, educatori, tecnici della riabilitazione psichiatrica. Il corso sarà tenuto dallo psichiatra Luigi Basso, nelle seguenti date: 10, 17 e 24 novembre, dalle 14.00 alle 18.00. Per ulteriori informazioni gli interessati possono rivolgersi direttamente alla Scuola Provinciale per le professioni sociali Ufficio Formazione continua, Tel. 0471 414418 – Fax: 0471 414455; fp.Sociale@scuola.alto-adige.it .  
   
   
A COMO DAL 14 NOVEMBRE AL 19 DICEMBRE 2010 LA DOPPIA PERSONALE DI CHIARA ALBERTONI E MARTA COLOMBI  
 
Como, 28 ottobre 2010 - Dal 14 novembre al 19 dicembre 2010, lo Spazio Natta di Como (via Natta 18) ospiterà la doppia personale di Chiara Albertoni e Marta Colombi, vincitrici ex aequo della seconda edizione di Co.co.co. Como Contemporary Contest, il concorso ideato e promosso dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Como, con lo scopo di scoprire e promuovere i giovani talenti sulla scena dell’arte contemporanea e diventare punto di riferimento delle poetiche delle nuove generazioni. I lavori di Chiara Albertoni (Padova, 1979) e Marta Colombi (Milano, 1982) sono stati selezionati tra quelli di oltre 750 candidature, da una giuria composta da Mimmo di Marzio, giornalista e critico d’arte, Emma Gravagnuolo, giornalista e critico d’arte, Renato Diez, giornalista d’arte, Roberta Lietti, gallerista, Vanni Cuoghi, artista, Gianmaria Banfi, collezionista. “Questa doppia personale – commenta Sergio Gaddi, Assessore alla Cultura del Comune di Como - è l’appuntamento conclusivo della seconda edizione di Co.co.co., che si chiude con successo ed entusiasmo e che premia due artiste, Chiara Albertoni e Marta Colombi le cui opere, seppur tecnicamente agli antipodi, sono in grado di dialogare armonicamente tra loro, disegnando due interessanti filoni dell’arte contemporanea di oggi. L’idea, alla base di Co.co.co., di puntare sull’arte come opposto della precarietà, si è dimostrata vincente”. In occasione della mostra, verrà pubblicato un catalogo con testi di Emma Gravagnuolo, Renato Diez, Mimmo Di Marzio e Roberta Lietti che presenterà, oltre alle opere dei due vincitori, anche i lavori degli altri 16 artisti selezionati (Paolo Bandinu, Claudio Beorchia, Andrea Cerruto, Blerdi Fatusha, Chen Gong, Asako Hishiki, Andrea La Rocca, Gabriele Pace, Matteo Pagani, Michela Pedron, Nazzarena Poli Maramotti, Lemeh42, Emilio Rizzo, Leander Schwazer, Guido Taroni, Mattia Vernocchi), già protagonisti di una collettiva tenutasi lo scorso giugno. Chiara Albertoni, che è stata premiata con l’opera “Nebulosa”, concentra la sua ricerca sulla natura, con dipinti dominati dalla rarefazione e dal silenzio. Con una notevole padronanza tecnica, la pittrice coglie anche le più piccole sfumature dei soggetti che trova nelle campagne venete. Le immagini di Chiara Albertoni non si rivelano subito: una ragnatela coperta di brina ghiacciata può assomigliare a uno scettro, i petali dei fiori ricordare le ali delle farfalle, le sfumature di alcuni ciclamini ingranditi sembrare le campiture di colore dell´espressionismo astratto. Col suo lavoro l’artista riporta l´attenzione sulla fragilità della natura. Fiocchi di neve, foglie, tronchi ritorti, spesso resi con una tavolozza monocroma, assumono le sembianze di un sogno, le forme di un mondo minuscolo e prezioso. Come scrive Renato Diez, nel suo testo in catalogo, “la tecnica di Chiara Albertoni è prodigiosa. Eppure, è una pittura che si nutre soprattutto di poesia. Distante dall´iperrealismo racconta storie di desolazione, dolore, bellezza e rinascita. (...) Un amore che non prova neanche a nascondere per le fotografie di Edward Weston e Ansel Adams, Albertoni è una fuoriclasse del bianco e nero. Oltre ai fiori, spesso cosparsi di gocce di rugiada come le sue fittissime ragnatele - elementi rubati alla natura da un occhio acuto come l´obiettivo macro di una macchina fotografica - Chiara Albertoni dipinge alberi, tanti alberi vivi o morti, in tele alle quali regala titoli che, con il passare del tempo, si sono fatti sempre più evocativi, come La fanciulla senza mani, La strega o Metamorfosi, tanto per citarne qualcuno”. Marta Colombi, premiata con l’opera “Caos”, dimostra un´assoluta padronanza tecnica, con opere scultoree-installative che mostrano una riflessione ai principi della pura geometria, alla classicità mediterranea al fine di raggiungere ordine e purezza. Marta Colombi pone l´accento sull´idea, in opere dove la riduzione è al limite. I suoi lavori sono un esempio di antimatericità, dove aeree costruzioni fatte di sottili fili di ferro, pur senza contraddire i principi di occupazione armonica dello spazio, testimoniano una vena poetica in cui aleggia una consapevole ironia. Nel testo in catalogo, Emma Gravagnuolo afferma che “Marta Colombi incarna perfettamente l’essenza dell’arte di oggi: ha un percorso autonomo e personale con richiami e influenze stimolanti rintracciate nella storia come base intellettuale, ma sempre e comunque coerente al proprio fare. La sua scultura ha modo d’incantare e stupire chi la guarda. Fin da subito, infatti, si concentra sull’espressione della bellezza delle forme, si avvicina con accesa curiosità e molteplici punti di vista alle cose che la circondano interrogandosi sulla natura degli oggetti, delle superfici, dello spazio e sulla loro possibile interpretazione. Nella semplicità geometrica dei suoi lavori si può pensare al minimalismo ma, pur affermando che nel togliere vi è molto di più che nell’aggiungere, Marta Colombi ha sempre sottolineato di sentirsi più vicina a Giacometti, Caro, David Smith e Calder che non a Carl Andre e Dan Flavin”. Come scrive Mimmo di Marzio nel catalogo: “Entrambe le anime sfidano il concetto stesso di immagine sottraendo fino all’estremo i canoni della materia e del colore, in una rarefazione dell’oggetto che vive sempre solo e in relazione al contesto ambientale. Al contempo le due artiste testimoniano anche una tendenza che emerge in chiave positiva nel contesto contemporaneo: vale a dire il ritorno a un concetto di manualità tecnica e di artigianalità che recupera il primato dell’artista come “homo faber”.”.  
   
   
ALLA FONDAZIONE STELLINE DI MILANO DALL’11 NOVEMBRE AL 12 DICEMBRE 2010 LA PERSONALE DI IROS MARPICATI  
 
Milano, 28 ottobre 2010 - Nell’esposizione, dal titolo Paesaggi inospiti e altre presenze, 25 opere di grandi dimensioni ripercorrono gli ultimi quindici anni di produzione dell’artista bresciano. Dall’11 novembre al 12 dicembre 2010, alla Fondazione Stelline di Milano si tiene la personale di Iros Marpicati, dal titolo Paesaggi inospiti e altre presenze. La mostra, curata da Giorgio Seveso, organizzata dalla Fondazione Stelline di Milano, con il patrocinio della Regione Lombardia, della Provincia di Milano, del Comune di Milano e del Comune di Brescia, propone 25 opere di grandi dimensioni che ripercorrono la produzione degli ultimi quindici anni dell’artista bresciano. C’è l’uomo al centro della ricerca di Iros Marpicati, l’uomo contemporaneo di fronte al suo destino, a volte pervaso da una disperata cognizione del dolore, a volte, da un’ironica presa d’atto della propria condizione. Marpicati rivela nella qualità espressiva delle sue immagini una manualità rigorosa e ben esercitata nell’arte del disegno, limitata all’uso della sola grafite, così come gestisce senza difficoltà le tecniche miste, siano esse smalti o vernici spray. “Quelle di Marpicati - scrive il curatore, Giorgio Seveso – sono immagini e figure che per il controllo teso della tecnica, per la continuità e la coerenza straordinarie distillate in tutti questi anni di fervido lavoro, simultaneamente riportano alle sorgenti stesse del fare pittorico, alle radici della dimensione comunicativa del dipingere contemporaneo o, in altre parole, se volete, alla genesi delle sue conseguenze liriche. Perché in filigrana a tutto il suo lavoro c’è un forte, sensibilissimo sentimento della pittura”, assommando e riassumendo stilemi che vanno dal clima milanese del Realismo esistenziale degli anni Cinquanta-sessanta alla Nuova figurazione degli anni Settanta, dall’oggettività allucinata dei fotogrammi di cronaca alle strutture visive puramente astratte e neocostruttiviste. Le sue più recenti opere scivolano da una rigorosa figurazione verso i campi dell’astrazione. I suoi Paesaggi inospiti, infatti, sembrano strani e ostili ambienti, o enormi congegni meccanici e minacciosi, in cui l’uomo si perde. Le sue geometrie che si allungano in lame taglienti, si compattano in blocchi di colore nero, dove la figura umana, ridotta a sagoma quasi invisibile, viene inghiottita. Accompagna la mostra un catalogo con testi del curatore e dei critici che nel tempo hanno seguito il lavoro di Iros Marpicati, quali Mario De Micheli, Vittorio Sgarbi, Duccio Trombadori, Rossana Bossaglia, Luciano Caramel, Elena Pontiggia, Giorgio Di Genova, Martina Corgnati, Fabrizio D’amico, Giorgio Cortenova, e altri.   Iros Marpicati è nato a Ghedi (Brescia). Ha studiato all´Accademia Carrara di Bergamo con Achille Funi ed ha cominciato ad esporre nel 1957, incoraggiato da Mario de Micheli. In seguito ha conseguito il diploma al Liceo Artistico di Brera. Ha intrapreso gli studi alla Facoltà di Architettura presso l´Università del Politecnico di Milano, che ha abbandonato per dedicarsi alla pittura. Il suo lavoro si muove da anni su un territorio di evocazioni esistenziali. L´artista che opera tra Brescia e Milano, ha allestito diverse personali e ha esposto in importanti rassegne. Più volte gli sono stati conferiti premi e riconoscimenti. Sue opere si trovano in numerose collezioni pubbliche e private.