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Notiziario Marketpress di Mercoledì 17 Novembre 2010
Politica
BILANCIO DELL´UNIONE EUROPEA: IMPASSE SUL BILANCIO - ORA TOCCA AI CAPI DI GOVERNO MA I DEPUTATI SPERANO IN UN INTERVENTO RISOLUTIVO DEL CONSIGLIO EUROPEO  
 
Bruxelles, 17 novembre 2010 - I negoziati sul bilancio dell´Ue per il 2011 sono arrivati a un punto morto lunedì 15 novembre, quando una minoranza di paesi Ue ha rifiutato di discutere con il Parlamento il futuro finanziamento del budget comunitario, mentre i rappresentanti eletti avevano da parte loro fatto importanti concessioni per contenere le spese in tempi di crisi. Ora la Commissione europea dovrà presentare una nuova proposta. I parlamentari hanno fatto sapere che sperano in uno slancio dei capi di Stato e di governo al summit europeo di dicembre. Cos´è successo . Il "trilogo" fra Parlamento, Consiglio dei Ministri e Commissione è durato fino a notte fonda, ma non è servito ad accorciare le distanze: il bilancio 2011 non è quindi stato approvato entro i termini previsti dal Trattato di Lisbona. Il presidente Jerzy Buzek, a capo della delegazione del Parlamento, ha commentato con rammarico che "l´intransigenza di pochi Stati membri" ha reso l´accordo impossibile. Il Parlamento aveva già accettato di limitare il livello di spesa a quanto richiesto dai governi, ovvero un aumento di solo il 2,9% dei pagamenti rispetto all´anno precedente. L´unica rivendicazione portata al tavolo dei negoziati lunedì, era un impegno "serio" da parte dei governi a prendere in conto il ruolo del Parlamento nelle future trattative sul bilancio e, dettaglio importante, a mantenere i margini del budget 2011 sufficientemente larghi da permettere all´Ue di affrontare eventuali emergenze finanziarie durante l´anno. Flessibilità e il futuro del bilancio - Il cosiddetto strumento di flessibilità, che corrisponde allo 0,03% all´anno del Reddito Nazionale Lordo dei paesi Ue, o circa 4 miliardi di euro, è sempre stato previsto e spesso usato come "extra" per coprire spese impreviste. Tradizionalmente, è attivato da una decisione del Consiglio a maggioranza qualificata. Ma nelle ultime tappe dei negoziati di quest´anno, un piccolo gruppo di Stati ha chiesto che tale riserva sia sbloccata solo con il voto all´unanimità: una proposta che Parlamento, Commissione e la maggior parte degli altri paesi non possono accettare. L´altra questione aperta resta il futuro finanziamento del bilancio comunitario: le prerogative dell´Ue con il Trattato di Lisbona e la necessità di trovare un meccanismo di finanziamento che non dipenda esclusivamente dagli Stati, e il coinvolgimento del Parlamento nell´approvazione del quadro finanziario pluriennale. Temi su cui lo stesso gruppo di Stati ha risposto con un niet secco, rifiutandosi persino di aprire il dibattito. La conclusione del presidente della commissione Bilanci del Parlamento Alain Lamassoure (francese, Ppe) è chiara: "a questo punto, con la crisi dei budget che c´è dappertutto in Europa, una riforma del sistema delle risorse proprie diventa imprescindibile". Un punto, però, che i governi fanno fatica a accettare, e su cui i negoziati sono appena precipitati. E ora, che succede? Secondo il Trattato, la Commissione deve ora presentare una nuova proposta, che verrà esaminata dal Consiglio in un periodo di 30 giorni al massimo. A quel punto il Parlamento avrà 42 giorni dare la sua approvazione. Ma i rappresentanti del Parlamento hanno già fatto sapere che preferirebbero che ci pensassero i primi ministri europei a sbrogliare la matassa, nel loro vertice di dicembre. Solo così il bilancio potrebbe essere votato prima della fine dell´anno. Se ciò non dovesse accadere, l´Ue entrerebbe nel 2011 con un sistema di dodicesimi, ovvero un budget mese per mese usando come riferimento il budget del 2010 diviso per dodici. Finché non ci sarà un accordo. Questa soluzione avrebbe gravi conseguenze non solo per quelle voci di bilancio che prevedono un aumento per l´anno prossimo, ma soprattutto per le funzioni e le agenzie che dovrebbero nascere nel 2011, e che non potranno farlo se non ottengono gli stanziamenti necessari. La relatrice del Parlamento Sidonia Jędrzejewska (Ppe, Polonia) è particolarmente preoccupata per le sorti del Servizio di Azione esterna e delle agenzie di monitoraggio del sistema finanziario. "La discrepanza fra quello che i governi si aspettano dall´Ue e i mezzi che sono disponibili ha fornirle continua a crescere", ha commentato oggi con amarezza.  
   
   
BILANCIO DELL´UNIONE EUROPEA, BUDGET 2011: FINE DEL ROUND IN COMMISSIONE, LA PAROLA PASSA ALLA PLENARIA  
 
 Bruxelles, 17 novembre 2010 - La differenza fra proposta della Commissione, posizione dei governi e voto del Parlamento: a partire da qui le tre istituzioni dovranno negoziare, per arrivare a un possibile compromesso entro novembre. Il 2011 sarà l´anno cruciale per la ripresa dell´economia, e il budget europeo è una risorsa fondamentale per orientare lo sviluppo dell´Europa post-crisi. Ciò nonostante, i governi europei hanno tagliato drasticamente il progetto di bilancio proposto dalla Commissione. Con il voto della settimana scorsa, il Parlamento ha ristabilito i massimali, e si batte per un bilancio all´altezza delle ambizioni dell´Ue. La posizione finale del Parlamento verrà votata nel corso di ottobre durante la sessione plenaria, prima della "conciliazione" finale con gli Stati membri. Ma la commissione Bilancio - con un voto durato circa una settimana - ha già espresso la sua posizione, rimettendo al proprio posto tutte le voci che il Consiglio aveva tentato di tagliare rispetto alla proposta della Commissione, per un totale di 3,5 miliardi di euro di differenza. Le cifre del bilancio 2011 - I membri della commissione Bilancio propongono un totale di 142,65 miliardi di euro in impegni e 130,14 miliardi in pagamenti. Queste cifre rappresentano un leggero aumento rispetto al budget del 2010 e sono molto vicine a quelle presentate dalla Commissione. Il Parlamento si trova nella difficile posizione di dover assicurare il rigore finanziario in un´epoca di crisi, e allo stesso tempo garantire strumenti adeguati all´azione comunitaria, e specialmente alle misure necessarie alla ripresa dell´economia, come la ricerca e l´innovazione. In generale il Parlamento insiste sul bisogno di fornire all´Ue gli strumenti adeguati alle nuove sfide previste dal Trattato di Lisbona come, per esempio, la politica estera comune. "Sono consapevole che in un´epoca di crisi bisogna fare tagli e concessioni", ha detto settimana scorsa la relatrice Sidonia Jędrzejewska (polacca del Ppe) durante il dibattito, ma "non possiamo dimenticare che il futuro della nostra economia dipende dagli investimenti di oggi, specialmente nelle aree della ricerca, l´educazione e l´innovazione". Negoziati duri fra governi e Parlamento - Il progetto di bilancio 2011 presentato dalla Commissione in aprile prevede una spesa di 142,56 miliardi in impegni - pari all´1,13% del Reddito Nazionale Lordo dell´Ue - e 130,13 miliardi in pagamenti, ovvero l´1,06% dell´Rnl europeo. Questo corrisponde a un aumento del 2,2% negli impegni e 5,9% nei pagamenti rispetto al 2010. Il quadro pluriennale delineato nel 2005 per il periodo 2007-2013 prevedeva tetti di spesa un po´ più elevati. In agosto, però, i rappresentanti dei 27 governi hanno tirato al ribasso le cifre, tagliando il budget a 141,77 miliardi in impegni e 126,53 miliardi in pagamenti: una riduzione di oltre 3,5 miliardi rispetto alla proposta iniziale, che si ripercuoterebbe soprattutto sui fondi destinati alle regioni povere, all´agricoltura e agli aiuti internazionali, ma anche sull´amministrazione delle istituzioni europee. Non solo: sette paesi membri (Regno Unito, Svezia, Olanda, Finlandia, Danimarca, Repubblica ceca e Austria) hanno votato contro il compromesso del Consiglio, chiedendo una stretta ancora più dura sui conti dell´Ue.  
   
   
COME FUNZIONA IL BILANCIO DELL´UE: SETTE IN UNO  
 
 Bruxelles, 17 novembre 2010 - Per semplificare, bilancio dell´Ue può essere visto come un insieme diviso in sette parti più o meno uguali. L´insieme è il quadro pluriennale, e le parti sono il budget di ogni anno, in un sistema che permette allo stesso tempo una programmazione strategica di lungo termine, e la necessaria flessibilità e trasparenza. Il quadro pluriennale dura sette anni (dal 2007 al 2013) e fissa i tetti massimi di spesa e le priorità su cui i fondi Ue andranno utilizzati. Il budget annuale copre nel dettaglio tutte le uscite dell´Ue, dalle penne per i funzionari comunitari, alle dotazioni per gli agricoltori europei, ai fondi per costruire ponti e autostrade. Soprattutto, non si tratta di spese superflue per l´Ue: i contributi comunitari favoriscono lo sviluppo locale, e hanno fatto da volano per l´economia di molti paesi europei. Il "quadro pluriennale" include i massimali di spesa per il periodo previsto, e una suddivisione delle uscite capitolo per capitolo e tema per tema, anche se le cifre precise sono stabilite anno per anno. In totale l´Ue spende per i suoi cittadini quasi l´1% del Reddito Nazionale Lordo (Rnl) dei paesi europei, ovvero circa 130 miliardi l´anno. Il che significa che ogni cittadino contribuisce al bilancio Ue con 235 euro circa l´anno. Il quadro finanziario attuale (2007-2013) verrà a breve sottoposto a una revisione di metà percorso. La Commissione europea presenta le sue proposte il 19 ottobre, ma il Parlamento ha già chiesto più flessibilità nella gestione dei fondi, con una risoluzione approvata il 22 settembre. Il Parlamento si prepara anche ai negoziati sul periodo di programmazione finanziaria post 2013, e ha creato una commissione speciale che dovrà proporre quali sono le priorità da finanziare, ma anche da dove devono venire la risorse, e quanto dovrà durare il prossimo quadro pluriennale. Anche se molte questioni sono aperte, quindi, una cosa resta certa: il prossimo bilancio, come tutti i bilanci, avrà il lato delle entrate e il lato delle spese, e i soldi continueranno ad arrivare dagli Stati membri Ue, e verranno distribuiti a beneficio dei cittadini. Il lato delle entrate: risorse del bilancio Ue - Dal lato delle entrate, sono le cosiddette "risorse proprie" a sostenere il bilancio comunitario. Si tratta principalmente di tre fonti, raccolte dagli Stati membri e trasferite all´Europa: Le "risorse proprie tradizionali", costituite da diritti doganali e quote sullo zucchero, sono diritti prelevati sull´importazione di prodotti dai paesi terzi e prelievi sull´esportazione di zucchero. Rappresentano circa il 12% del bilancio Ue. La "risorsa basata sull´Iva" è una parte dell´Iva raccolta dagli Stati, e versata all´Ue. Rappresenta l´11% delle entrate del bilancio. La "risorsa basata sul Reddito Nazionale Lordo" è un contributo annuale diretto di ogni Stato Ue, in proporzione al suo reddito (circa l´1% dell´Rnl), e rappresenta i tre quarti del bilancio Ue. E´ soggetta a vari meccanismi di aggiustamento, come lo "sconto britannico" che permette al Regno Unito di recuperare parte del suo contributo. Da vari anni si discute della riforma delle entrate, per rendere l´Ue più autonoma dai contributi diretti degli Stati membri. Il Parlamento ha in varie occasioni sostenuto l´idea di una tassa (o parte di una tassa) versata all´Ue, adeguata a finanziare le priorità comunitarie senza pesare sulle spalle dei contribuenti. Il dibattito sulle "risorse proprie" riprenderà nei prossimi mesi. La differenza principale fra il budget dell´Ue e quello di uno Stato, è che l´Ue non può avere deficit. Questo significa che il lato delle entrate e quello delle spese devono uguagliarsi: l´´Ue non può spendere più di quello che c´è in cassa. Il lato delle spese: sei capitoli - Dal lato delle spese, sono due voci ad assorbire la gran parte del budget: la politica agricola comune e le altre spese legate alla tutela dell´ambiente, e la politica di coesione (i fondi strutturali). Insieme questi due pilastri delle politiche Ue rappresentano quasi il 70% delle spese. Nel quadro pluriennale 2007-2013, sono in totale sei i capitoli di spesa. Oltre ai due menzionati, ci sono gli interventi dell´Europa nel mondo, la competitività, la sicurezza e la giustizia, e l´amministrazione. Ogni capitolo è suddiviso in titoli, che dettagliano i programmi e le azioni Ue, ognuno sia in termini di "pagamenti" (quello che l´Ue eroga effettivamente nel corso dell´anno) che di "impegni" (quello che sottoscrive). Tutti questi capitoli e titoli sono ripresi nei bilanci annuali, che dettagliano i livelli effettivi di spesa fino all´ultimo centesimo. In totale, il quadro pluriennale prevede una spesa di circa 925 miliardi di euro, ovvero l´1% dell´Rnl europeo. Spesso i programmi europei sono "co-finanziati": le autorità nazionali, regionali o locali completano il contributo comunitario con fondi propri, specialmente i "fondi strutturali", necessari a realizzare infrastrutture o progetti di sviluppo economico. I negoziati: un confronto spesso duro - Il quadro pluriennale è stabilito in seguito al confronto -spesso molto duro - fra Consiglio dei Ministri dell´economia e Parlamento europeo. Lo stesso vale per il budget annuale, che ha sempre visto opporsi i due rami legislativi dell´Ue. Il Trattato di Lisbona prevede una procedura nuova, che dà al Parlamento nuovi poteri sul budget, conferendogli competenze sull´insieme delle spese comunitarie, mentre prima aree intere del bilancio, come l´agricoltura o gli esteri, restavano nelle sole mani dei governi. Seguendo le regole del Trattato, la Commissione presenta a fine aprile o inizio maggio la sua proposta di bilancio per l´anno successivo. Il Consiglio è tenuto a apportare le sue modifiche prima della fine dell´estate. La versione modificata dal Consiglio è allora esaminata dalla commissione Bilanci del Parlamento, che vota i suoi emendamenti a inizio ottobre. La plenaria conferma il voto della commissione durante la plenaria di ottobre. Se le proposte del Consiglio e quelle del Parlamento non coincidono, le due istituzioni si riuniscono in un "comitato di conciliazione", che intraprende una negoziazione finale di 21 giorni massimo, alla fine dei quali deve sottoporre ai due rami del potere legislativo una soluzione di compromesso. L´adozione del testo da parte del Parlamento nella sessione di dicembre marca la fine della procedura. Se il comitato di conciliazione non raggiunge un accordo, l´Ue è obbligata a procedere l´anno successivo con un budget mese per mese con il sistema dei dodicesimi, ovvero dividendo il budget dell´anno prima per 12, finché non viene trovato un compromesso.  
   
   
BILANCIO 2011: BILANCIARE ESIGENZE DEL PRESENTE E VISIONE DEL FUTURO IL FINANZIAMENTO TRADIZIONALE DELLA UE DAI GOVERNI NAZIONALI NON BASTA PIÙ  
 
Bruxelles, 17 novembre 2010 - Sarà una settimana di fuoco quella che si aprirà lunedì prossimo: il Parlamento europeo metterà ai voti la bozza del bilancio 2011 dell´Unione europea in cui la Commissione Bilanci del Parlamento ha voluto nuovamente inserire gran parte dei finanziamenti proposti originariamente dalla Commissione europea e affossati dai governi nel Consiglio dei Ministri dell´economia. Ma per capire l´insistenza del Parlamento nel voler reintrodurre le voci di spesa e conoscere quali saranno i punti chiave delle trattative con il Consiglio nelle prossime settimane abbiamo parlato con il presidente della commissione Bilanci , l´europarlamente francese del gruppo popolare Alain Lamassoure. Onorevole Lamassoure, la Commissione Bilanci ha votato per introdurre nuovamente gran parte dei tagli fatti dal Consiglio dei ministri sulla bozza di bilancio 2011. I governi sostengono che bisogna risparmiare non soltanto a livello nazionale, ma anche a Bruxelles. Qual è la posizione del Parlamento europeo? A livello europeo abbiamo gli stessi dilemmi e le stesse difficoltà che si presentano a livello nazionale. Bisogna fare economia a livello di bilancio, è vero, ma dobbiamo anche difendere le spese per il futuro: in ricerca, istruzione, innovazione, e per aiutare coloro che hanno perso il lavoro e cercano di riconvertirsi. Ogni Stato cerca di trovare al suo interno un buon equilibrio tra queste due preoccupazioni che possono sembrare un po´ contraddittorie. Il Parlamento insiste però sul fatto che il bilancio europeo è essenzialmente un bilancio che fa da leva sull´economia, guarda al futuro e sostiene i redditi, incoraggiando domanda e rilancio economico, visto che non contiene che il 6% di spese amministrative. È un bilancio che fa da volano alle attività economiche. Di conseguenza, secondo il Parlamento, non bisogna sacrificare troppo le politiche dell´Ue, sarebbe contrario agli obiettivi di noi tutti. Nelle trattative con il Consiglio, fino a che punto il Parlamento ha deciso di arrivare prima di tracciare una linea netta e iniziare a rifiutare le posizioni dei governi? Io penso che la linea di demarcazione principale non riguardi il bilancio 2011. Sappiamo bene, come lo sanno gli Stati membri, finanziatori del bilancio europeo, che non abbiano aumentato il loro contributo quest´anno. I governi devono però accettare che si approfitti di questo periodo di crisi per mettersi d´accordo sulla definizione delle spese future, a partire dall´anno prossimo. Il rilancio economico nel 2010 ha cominciato a farsi sentire e speriamo che possa consolidarsi nel 2011. Penso che nel 2012 potremo cominciare a finanziare nuove azioni, sia relative alle politiche previste dal Trattato di Lisbona sia in materia di energia, di lotta contro l´effetto serra, per le nuove industrie o attività legate alla ricerca nello spazio, o ancora in un campo completamente nuovo, la politica sull´immigrazione. Ci sono politiche per le quali abbiamo bisogno di mezzi. Inoltre aspettiamo che il Consiglio constati il vicolo cieco nel quale siamo oggi per finanziare il bilancio europeo. Sono i bilanci nazionali quelli che dovrebbero contribuire, ma in questo momento affrontano già grandi problemi. È venuto il momento di riflettere su nuove risorse proprie per alimentare direttamente il bilancio europeo senza pesare sui bilanci nazionali. Da parte nostra è una richiesta molto forte. Finché non avremo delle risorse proprie il bilancio europeo resterà limitato su un livello decisamente troppo basso in rapporto alle competenze e alle ambizioni dell´Unione europea. I governi potrebbero accettare questa proposta? Al momento no. Ma una riflessione in proposito non è ancora iniziata, siamo veramente soltanto all´inizio. Spero che la accetteranno entro la fine dell´anno.  
   
   
SULLA STRADA VERSO LA SOSTENIBILITÀ  
 
Bruxelles, 17 novembre 2010 - Gli scienziati hanno identificato cinque "Grandi sfide" che la comunità della ricerca deve affrontare se vuole aiutare il mondo ad avanzare nel percorso verso la sostenibilità. Le sfide riguardano la delicata questione di come far fronte ai problemi ambientali mondiali soddisfando allo stesso tempo i bisogni delle popolazioni di cibo, acqua, energia e sicurezza. I dettagli delle Grandi sfide, che sono il risultato di un incontro tenuto dal Consiglio internazionale per la scienza (Icsu) e dal Consiglio internazionale di scienze sociali (Issc), sono stati pubblicati sulla rivista Science. Secondo gli autori dell´articolo di Science, il mondo si trova attualmente davanti a due problemi: oltre a sviluppare strategie che rispondano ai cambiamenti globali e raggiungano gli obiettivi di sviluppo, dobbiamo approfondire le nostre conoscenze del funzionamento del sistema della Terra e delle sue soglie critiche, spiegano. Aggiungono: "Per promuovere lo sviluppo sostenibile è necessaria la ricerca su un´ampia gamma di questioni sociali, economiche, culturali, istituzionali e ambientali." Per far luce su quelli che sono gli ostacoli allo sviluppo sostenibile, l´Icsu e l´Issc hanno chiesto il parere di scienziati giovani e anziani di tutto il mondo che si occupano di scienze naturali e sociali. Hanno anche interrogato le persone che usano i risultati della ricerca. Le cinque Grandi sfide identificate in questa prova soddisfano quattro criteri, cioè l´importanza scientifica; il bisogno di una coordinazione globale; la rilevanza per i responsabili delle decisioni; e la capacità di risolvere diversi problemi allo stesso tempo. La prima sfida comporta la previsione. Gli scienziati devono migliorare la loro capacità di anticipare le conseguenze delle attività umane su diversi aspetti del sistema climatico - a livello sia regionale che globale su diversi lassi di tempo. Allo stesso modo, la ricerca è necessaria per valutare le conseguenze dei cambiamenti ambientali sulle economie, sull´approvvigionamento di cibo e acqua, sulla salute, sulla biodiversità e sulla sicurezza dell´energia. La seconda sfida riguarda l´esigenza di migliorare i sistemi di osservazione usati per valutare e gestire i cambiamenti ambientali. L´articolo lamenta in particolare il fatto che i dati economici e sociali sono raramente raccolti in scale che permettano ai ricercatori di studiare i collegamenti tra sistemi sociali e naturali. Secondo i ricercatori, questo "compromette la capacità dei politici e del pubblico di approntare risposte adeguate a minacce emergenti e di far fronte alle necessità dei gruppi più vulnerabili". La terza sfida consiste nel "Determinare come prevedere, evitare e gestire i dirompenti cambiamenti ambientali globali".. Una questione fondamentale in questo contesto è l´identificazione dei punti critici (punti oltre ai quali i cambiamenti diventano irreversibili) nel sistema della Terra. La quarta sfida invita i ricercatori a "determinare cambiamenti istituzionali, economici e comportamentali che permettano progressi effettivi verso la sostenibilità globale", cosa che richiede una maggiore integrazione delle scienze sociali e biofisiche. In particolare, i ricercatori affermano: "dobbiamo capire come istituire un governo ambientale più efficace in un momento di sfiducia verso le forme tradizionali di governo". La quinta sfida infine mette in luce l´esigenza di innovazione nelle attività tecnologiche, politiche e sociali per ottenere una sostenibilità globale. "Le sfide costituiscono le più urgenti priorità per la ricerca sul sistema della Terra e forniscono uno schema onnicomprensivo per la ricerca. Se noi, la comunità scientifica, riusciamo a occuparci di tali priorità nei prossimi dieci anni, elimineremo barriere critiche che impediscono il progresso verso uno sviluppo sostenibile," ha commentato l´autore principale dell´articolo di Science, il dott. Walt Reid della David e Lucile Packard Foundation negli Stati Uniti. "Per affrontare queste sfide sarà necessaria una nuova forza di ricerca alla quale partecipino in particolare giovani scienziati e scienziati provenienti da paesi in via di sviluppo e un insieme equilibrato di ricerca disciplinare e interdisciplinare che coinvolga in modo attivo parti interessate e politici," ha aggiunto. Nel frattempo la prossima sfida consiste nel creare un metodo di finanziamento internazionale coordinato per affrontare le sfide appena messe in evidenza. Questo è già in fase di attuazione attraverso il Belmont Forum, un gruppo internazionale di enti di finanziamento per la ricerca sui cambiamenti globali. La Direzione generale per la ricerca della Commissione europea fa parte del gruppo, così come altri enti nazionali di finanziamento. Per maggiori informazioni, visitare: Science: http://www.Sciencemag.org/  Icsu: http://www.Icsu.org/    
   
   
EUROMED 2030  
 
Bruxelles, 17 Novembre 2010 La conferenza Euromed 2030 intitolata "A forward look on the long-term challenges for the Mediterranean area" ("Una prospettiva sulle sfide a lungo termine nella regione del Mediterraneo") avrà luogo il 16 dicembre 2010 nell´edificio Charlemagne della Commissione europea a Bruxelles, in Belgio. Organizzata dalla Commissione, la conferenza Euromed 2030 intende analizzare le tendenze, le tensioni e le possibili transizioni che si verificheranno nella zona Euromed entro il 2030. La conferenza fa parte delle attività prospettiche dell´Ue e si basa sulle ricerche condotte dal gruppo di esperti Euromed 2030. Il gruppo è stato istituito dalla Commissione nell´ambito dell´attività di previsione del tema Scienze socio-economiche ed umanistiche (Ssh) del Settimo programma quadro. Per ulteriori informazioni, visitare: http://ec.Europa.eu/research/social-sciences/forward-looking_en.html http://ec.Europa.eu/transparency/regexpert/detail.cfm?ref=2390  
   
   
CROAZIA, NUOVA LEGGE SUL SISTEMA PENSIONISTICO  
 
Zagabria, 17 novembre 2010 - Dal primo novembre in Croazia è entrata in vigore la nuova Legge sul sistema pensionistico. Entro il 2030 verrà equiparata l´età degli uomini e delle donne per accedere alla pensione (65 anni). Con la nuova Legge si prevedono penalizzazioni più severe per i pensionamenti anticipati dal 9 al 20 per cento per 5 anni del pensionamento anticipato. Per tale motivo, prima dell´entrata in vigore della nuova Legge, nei primi nove mesi dell´anno 2010 hanno chiesto il pensionamento anticipato 13.873 persone, ossia il 63 per cento in più rispetto all´anno scorso.  
   
   
LA MANOVRA DI BILANCIO IN PARLAMENTO  
 
 Roma, 17 nvoembre 2010 - E’ stata approvata nel fine settimana dalla commissione Bilancio della Camera la manovra finanziaria per il 2011 composta dal disegno di legge di bilancio e da quello di stabilità (ex legge finanziaria). La manovra all’esame dell’Assemblea di Montecitorio da martedì 16 per poi passare all’altro ramo del Parlamento dove continua la sessione speciale di esame e autorizzazione dei conti pubblici. Il testo licenziato dalla V Commissione recepisce un ampio emendamento del Governo ed alcune proposte parlamentari e dispone maggiori risorse per alcuni obiettivi fra cui l’università e gli ammortizzatori sociali. Novità anche per l’ambiente, l’editoria, il patto di stabilità interno. Le risorse stanziate dall´emendamento ammontano per il 2011 a circa 5,7 miliardi di euro e provengono in primo luogo dalla vendita delle frequenze e dalla lotta al gioco d’azzardo illecito. Dalla vendita delle frequenze vengono stimate entrate non inferiori a 2.400 milioni di euro. Le procedure di assegnazione devono concludersi in termini tali da assicurare che gli introiti dell´assegnazione siano versati all´entrata del bilancio dello Stato entro il 30 settembre 2011. Per quanto riguarda, invece, il contrasto all´evasione fiscale nel settore del gioco, verrà realizzato nel 2011 un programma straordinario di almeno trentamila controlli in materia di giochi pubblici, con particolare riferimento ai settori del gioco on line, delle scommesse nonché del gioco praticato attraverso apparecchi da intrattenimento e divertimento. Tra le altre novità, inserite nel corso dell´esame in commissione, segnaliamo le modifiche al trattamento tributario del contratto di leasing applicato al settore immobiliare; la concessione di un credito d´imposta a favore delle imprese che affidano attività di ricerca e sviluppo a università o enti pubblici di ricerca; l´incremento della dotazione al Fondo per il finanziamento ordinario delle università per l´anno 2011, di 800 milioni di euro, nonché di 500 milioni di euro annui a decorrere dall´anno 2012. Con decreto del Ministro dell´istruzione, dell´università e della ricerca, da emanare entro il 31 gennaio di ciascun anno, è approvato un piano straordinario per la chiamata di professori di seconda fascia per ciascuno degli anni 2011-2016 e l´aumento di 100 milioni di euro per l´anno 2011 sul Fondo di intervento integrativo per la concessione dei prestiti d´onore e delle borse di studio da ripartire tra le regioni. Infine, per velocizzare i pagamenti dei comuni nei confronti delle imprese fornitrici, è istituito un fondo presso il Ministero dell´interno con una dotazione di 60 milioni di euro per l´anno 2011 per il pagamento degli interessi passivi maturati dai comuni per il ritardato pagamento dei fornitori. Il disegno dì legge di stabilità per il triennio 2011-2013 ed il disegno di legge di approvazione del bilancio di previsione dello Stato per il medesimo triennio sono stati approvati dal Consiglio dei Ministri lo scorso 14 ottobre.  
   
   
IL “WELFARE FUTURO PRESENTE” È GIÀ UNA REALTÀ.  
 

(Pubblicità Redazionale)

Anche quest’anno, dal 23 al 25 novembre 2010, avrà luogo a Milano la mostra/convegno “RisorseComuni” promossa dall’A.N.C.I.-Associazione Nazionale dei Comuni Italiani con il patrocinio, tra gli altri, del Ministero per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione.

 

L’evento consentirà di approfondire il grado di operatività ormai raggiunto dalle nuove soluzioni informatizzate per l’esecuzione dei servizi di welfare che la tecnologia più avanzata e gli operatori più all’avanguardia hanno saputo realizzare dematerializzando i flussi e creando virtuose sinergie a partire dai supporti informatizzati già in possesso di ogni cittadino italiano (come la Tessera Sanitaria Nazionale e le Carte Regionali dei Servizi). Tutto ciò a vantaggio dei beneficiari delle politiche di assistenza e degli stessi Enti Locali, finalmente in grado di avvalersi di soluzioni realmente in grado di coniugare efficacia ed efficienza dell’azione amministrativa.

 

E’ ciò di cui diffusamente si parlerà durante il Convegno che si svolgerà il 24 novembre 2010 intitolato: “Welfare futuro presente. L’informatizzazione dei processi nei Servizi Sociali e la CRS: dematerializzazione, efficienza e controllo di gestione”.

 

La Carta Regionale dei Servizi (CRS) e la Tessera Sanitaria Nazionale saranno le protagoniste della presentazione di una serie di soluzioni applicative realizzate da ALLRight Divisione Welfare di RistoChef Spa e ormai adottate da molti Comuni che se ne avvalgono come strumento per l’attribuzione di risorse economiche ai destinatari dei piani di assistenza.  

Sostituendosi completamente al “sistema” della dazione diretta di denaro (che, per definizione, non è tracciabile quanto alla sua concreta destinazione verso le finalità che le politiche di welfare si prefiggono di conseguire), i Voucher Sociali gestiti tramite CRS o con la Tessera Sanitaria  Nazionale hanno il pregio di canalizzare la spesa pubblica realmente e solo verso i servizi e le prestazioni di natura sociale previste dai piani di intervento, dando così piena efficacia alle politiche di sostegno al reddito, alla gestione dei pagamenti dei servizi (ad esempio: gli asili nido), alle iniziative di sostegno della natalità o del diritto allo studio.

 

Il Seminario si segnala non solo per gli interventi di ALLRight Divisione Welfare di RistoChef (tramite il Direttore di Divisione Emanuele Cipriani), del partner tecnologico Progetti&Soluzioni Spa, software house specializzata nel settore dei servizi alle P.A. (interverrà il D.G. Stefano Bonasegale) e di Lombardia Informatica Spa (presente con Daniele Crespi, Responsabile Sviluppo Servizi CRS), ma soprattutto per le case-history che alcuni Comuni illustreranno citando la loro esperienza diretta per dimostrare come la soluzione CRS-Voucher® abbia rappresentato una vera svolta innovativa capace di migliorare le performance dei servizi e contemporaneamente accrescere il controllo gestionale sul capitolo di spesa stanziato per il welfare: sono casi di vera e propria eccellenza che meritano attenzione per la loro capacità di rappresentare il benchmark cui farà riferimento la Pubblica Amministrazione di domani.

 

RisorseComuni

24 novembre 2010 / h: 10.00

Milano - C.so Magenta

Palazzo Stelline - Sala Chagall

INFO: www.all-right.it/

 

RistoChef Spa – Società del Gruppo ELIOR

70.000 unità affiliate (Esercizi Pubblici e Punti di Servizio Accreditati per il Welfare).

Oltre 25.000.000 titoli emessi annualmente.

Leader italiano nel settore dei Buoni Pasto e dei Voucher Sociali Elettronici

con oltre 35.000 Smart Card emesse

e 3.700.000 transazioni elettroniche gestite annualmente.

Volume d’affari 2008-2009: 86,6 M€.

Amm.re Delegato: Dr. Giovanni Scansani

Direzione ALLRight Divisione Welfare: Dr. Emanuele Cipriani

Internet: www.all-right.it/  

Relazioni Esterne: Dr.ssa Sabrina Citterio / e-mail: mktg@buonchef.it

 
   
   
PROGRAMMA OPERATIVO NAZIONALE RICERCA E COMPETITIVITÀ 2007-2013  
 
Roma, 17 novembre 2010 - Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 261 del 8 novembre 2010 il decreto del 29 ottobre "Programma operativo nazionale ricerca e competitivita´ 2007-2013, regioni della convergenza Campania, Puglia, Calabria, Sicilia. (Avviso - Asse I: Sostegno ai mutamenti strutturali - Obiettivo operativo: reti per il rafforzamento del potenziale scientifico-tecnologico delle regioni della convergenza - I azione: distretti di alta tecnologia e relative reti - Ii azione: laboratori pubblico-privati e relative reti)". Per "Distretti ad alta tecnologia" si intendono aggregazioni su base territoriale di imprese, università ed istituzioni di ricerca, guidate da uno specifico organo di governo, focalizzate su un numero definito e limitato di aree scientifico-tecnologiche strategiche, idonee a sviluppare e consolidare la competitività dei territori di riferimento e raccordate con insediamenti di eccellenza esistenti in altre aree territoriali del paese. I "Laboratori pubblico-privati" costituiscono un insieme integrato e organico di attività di ricerca, industriale e sviluppo sperimentale, che contempla la partecipazione congiunta di atenei, imprese ed enti pubblici di ricerca per il perseguimento di obiettivi scientifico-tecnologici sia di breve-medio periodo sia di medio-lungo periodo. Il Protocollo di intesa tra il Miur e le 4 regioni della convergenza (Campania, Puglia, Calabria, Sicilia) del 25 giugno 2009, e i successivi Accordi di programma quadro (Apq), hanno destinato risorse finanziarie, tra quelle di competenza del Miur, complessivamente pari a 915 milioni di euro, finalizzate sia al potenziamento delle migliori esperienze esistenti, sia al sostegno di nuove esperienze. Le dinamiche del cambiamento tecnologico, la rapida evoluzione e convergenza delle tecnologie abilitanti (tra le altre, le tecnologie genetiche, le tecnologie dei materiali, le tecnologie dell´informazione e della comunicazione, le tecnologie connesse al funzionamento del cervello, le tecnologie per l´energia e per l´ambiente) aprono nuove opportunità per il mercato e la società, in termini di nuovi prodotti, nuovi servizi, nuovi mercati, nuovi settori produttivi, diverse modalità di organizzazione della produzione, delle istituzioni, dei servizi sociali ed in particolare della pubblica amministrazione. Per valorizzare questi spazi di opportunità e quindi il loro impatto sulla mutazione strutturale dei sistemi economici delle regioni della convergenza, auspicata come obiettivo di fondo del Programma operativo nazionale Ricerca e Competitività, assumono rilevanza le operazioni strategiche interistituzionali (imprese, università, enti pubblici di ricerca) con valenza inter-disciplinare ed internazionale, finalizzate ad integrare ricerca-formazione-innovazione. I distretti ad alta tecnologia, i laboratori pubblico-privati ed eventuali nuove aggregazioni pubblico-private debbono pertanto concorrere a realizzare sistemi integrati e coerenti di “ricerca-formazione-innovazione” da identificare come propulsori della crescita economica sostenibile delle regioni della convergenza. I distretti ad alta tecnologia, inglobando e/o collegandosi ai laboratori pubblico-privati, nonchè stabilendo e valorizzando possibili connessioni con analoghe esperienze esistenti al di fuori delle regioni della convergenza, attraverso progetti di ricerca interdisciplinari connessi alle tecnologie abilitanti e attraverso pratiche lavorative eccellenti ed approfondimenti teorici, debbono sviluppare una massa critica di competenze interdisciplinari, capacità innovative e creare l´imprenditorialità emergente dai saperi scientifici e tecnologici.  
   
   
POLVERINI, DA NEW YORK IMPORTANTI RISULTATI SU SICUREZZA (ACCADEMIA DELLE POLIZIE LOCALI REGIONALE) E MADE LAZIO  
 
 Roma, 17 novembre 2010 - Si è conclusa con la visita al centro enogastronomico di Eataly la missione istituzionale a New York della presidente della Regione Lazio, Renata Polverini. “Andiamo via molto soddisfatti – ha spiegato Polverini tracciando un bilancio della quattro giorni statunitense -. Abbiamo portato a casa due importanti risultati sul fronte della sicurezza e su quello della promozione dei prodotti tipici della nostra regione”. Accompagnata dall’assessore alla Sicurezza, Pino Cangemi, la Presidente ha avviato una collaborazione con la polizia federale di New York, al fine di dar vita a una vera e propria Accademia delle polizie locali regionale, e ha realizzato accordi per promuovere i prodotti della regione e il Made in Lazio “che insieme alla tracciabilità dei prodotti – ha sottolineato Polverini - è tra i nostri obiettivi strategici”. Un tema già al centro dell´incontro, sabato, con la comunità laziale di Harlem, dove Polverini ha lanciato l´idea di coinvolgere le comunità del Lazio nel mondo per la diffusione delle tipicità agroalimentari. Proposta rilanciata nel corso della visita all’Eataly, il polo dell’enogastronomia italiana presente a livello internazionale e che dal 9 dicembre 2011 arriverà a Roma negli spazi dell´Air Terminal di Ostiense. Polverini ha annunciato l’accordo con Eataly di ospitare nella sua sede romana una vetrina dei prodotti tipici regionali.  
   
   
FVG/BAVIERA, RAFFORZARE CONTATTI ISTITUZIONALI  
 
Trieste, 17 novembre 2010 - Friuli Venezia Giulia e Baviera confermano la comune volontà di rafforzare i loro rapporti bilaterali, hanno sottolineato ieri a Trieste il presidente del Friuli Venezia Giulia, Renzo Tondo, il presidente del Consiglio regionale, Maurizio Franz, e la presidente del Parlamento (Landtag) bavarese, Barbara Stamm. Oggi nel capoluogo giuliano per la tavola rotonda "La Baviera e il Friuli Venezia Giulia, il cuore dell´Europa. Così vicini, così lontani?" (promossa dai Goethe Institut in Italia), la presidente Stamm ha infatti incontrato i presidenti Tondo e Franz, ribadendo la necessità di più strette relazioni tra le realtà regionali della Ue e tra queste e la stessa Unione europea. Tra i fondatori della Comunità di lavoro internazionale dell´Alpe Adria nel 1978, Friuli Venezia Giulia e Baviera possono e debbono rinsaldare contatti e strategie sviluppando nuove sinergie, hanno osservato Tondo e Franz, riattivando rapporti e progettualità già molto concrete in anni passati. E in questo senso, il presidente Tondo ha accolto l´invito della presidente del Parlamento bavarese a una prossima visita a Monaco. Sia Tondo che Franz, che ha aperto la successiva tavola rotonda, moderata dal presidente dell´Associazione italo-bavarese dei giornalisti Ulrich Ritter, hanno concordato sul fatto che Trieste e il Friuli Venezia Giulia rappresentano "la porta dell´economia bavarese verso il Mediterraneo" come ha sottolineato la stessa Stamm, segnalando - in questo contesto - i progetti di sviluppo indicati per i porti di Trieste e Monfalcone, "con l´ambizione - ha affermato Tondo - di realizzare un sistema portuale e retroportuale a servizio dell´Europa". "Ritengo - ha poi ribadito Franz - che oggi sia necessario un ulteriore sforzo per far comprendere all´Europa l´importanza di un asse infrastrutturale ed economico Baviera-friuli Venezia Giulia, per tornare a essere il porto della Baviera". Il presidente Franz ha inoltre ricordato come "il percorso già avviato nel nostro Paese per giungere quanto prima a una riforma, oltre che fiscale, anche istituzionale, in senso federale, del nostro Stato, ovvero per avvicinare, se non proprio per raggiungere le prerogative che la Baviera ha saputo ritagliarsi nell´ambito del proprio ordinamento statuale, possa essere utile, ma anche di stimolo, per far crescere, in maniera sinergica, le nostre Regioni, i nostri rapporti e soprattutto le nostre economie". Alla tavola rotonda, assieme ai presidenti Franz e Stamm, al commissario di Governo Alessandro Giacchetti e al presidente dell´Aeroporto di Ronchi Sergio Dressi, hanno partecipato la direttrice del Goethe Institut Italia Susanne Hoehn, i docenti universitari Maria Carolina Foi (germanista all´ateneo triestino) e Flavio Rodighiero ("La Sapienza" di Roma), il presidente di Air Dolomiti Michael Kraus (bavarese, da 7 anni a Verona), il regista e giornalista Alessandro Melazzini, che oggi vive a Monaco, e Michael Nadler, curatore della mostra "Bayern-italien", che ad Augusta e Fuessen ha messo in luce anche alcuni aspetti dell´emigrazione carnica in Baviera.  
   
   
INVESTIRE SUI GIOVANI PER RIAVVIARE LO SVILUPPO A LIVORNO IL CONVEGNO PER FARE IL PUNTO SUL FONDO SOCIALE EUROPEO  
 
Firenze, 17 novembre 2010 - Investire sui giovani per riavviare lo sviluppo e dare un futuro all´economia e alla società toscane. Se il problema di uscire dal tunnel della crisi continua a dominare lo scenario delle politiche che la Regione sta mettendo in campo per favorire la ripresa, oggi si pone con sempre più forza la necessità di pensare al dopo. E´ proprio sull´obiettivo di consolidare il sistema produttivo per prepararlo ad affrontare le sfide dell´economia globalizzata che convergono gli sforzi della Regione che ha orientato, su questo, le ingenti risorse messe a disposizione dai fondi europei (oltre 2 miliardi di euro da Fse e Fesr, per gli anni 2007-2013). “Superare la crisi e investire sui giovani” è, non a caso, il tema del seminario organizzato a Livorno per fare il punto sul programma del Fondo sociale europeo che, con una dote di 665 milioni di euro, si prefigge di favorire l´occupazione e la qualità del lavoro attraverso gli investimenti sul capitale umano. «La crisi morde ancora - ha detto l´assessore alle attività produttive, lavoro e formazione Gianfranco Simoncini - e i numeri della cassa integrazione, che lo scorso settembre ha toccato il record storico di 6 milioni e 800 mila ore autorizzate, lo confermano. Così come il tasso di disoccupazione che a giugno era del 6,2%, con 103.000 persone in cerca di lavoro, contro le 82.000 dell´anno precedente. I segnali di ripresa non segnano per ora una inversione di tendenza, soprattutto per l´occupazione. Per questo l´azione della Regione deve tenere insieme, come da tempo andiamo dicendo, tenuta sociale e spinta allo sviluppo». Ma la crisi - i dati dell´osservatorio regionale sul mercato del lavoro lo confermano - non colpisce in modo uniforme il tessuto sociale toscano: i giovani, le donne, i lavoratori precari sono i soggetti più a rischio. E i giovani, spesso, appartengono a tutte e tre queste categorie. «E´ da qui che dobbiamo ripartire - prosegue l´assessore – perché i giovani sono un fattore di dinamismo e innovazione, una enorme opportunità: tenerli fuori dal mercato del lavoro e dal sistema produttivo significa rinunciare a far crescere la nostra economia. Significa rinunciare al futuro». Tenuta e sviluppo Per quanto riguarda la tenuta sociale la Regione, spiega Simoncini «continua a presidiare le vertenze aziendali, a sostenere il reddito dei lavoratori e l´accesso al credito per le imprese, intervenendo sugli elementi di debolezza preesistenti alla crisi e, nello stesso tempo, ad investire sul capitale umano per favorire competitività, innovazione, per attrarre investimenti e incentivare la costruzione di reti di imprese, in grado di ovviare alla piccola dimensione. Tutte queste politiche sono inserite nel Piano regionale d i sviluppo, il più importante atto di indirizzo per la legislatura, sul quale è avviata la discussione in queste settimane e si concretizzeranno già nel bilancio 2011 dove, nonostante le difficoltà legate alla finanziaria del governo, posso dire che non è stato tagliato un euro alle politiche per il lavoro o per il sostegno delle imprese». Integrare e riprogrammare Se è chiaro l´obiettivo, altrettanto chiaro è lo strumento, Anzi gli strumenti. La Regione affronta il 2011 con una marcia in più. La ricetta - l´assessore Simoncini insiste su questo - si chiama integrazione. «Se l´impegno per la tenuta quello per lo sviluppo viaggiano di pari passo, così lavoriamo in maniera integrata con i due fondi europei (Fse e Fesr). Non a caso la Toscana conta oggi su un assessore al lavoro, formazione e attività produttive che si occupa, fra le altre cose, anche della gestione, prima distinta, dei d ue fondi. Unendo le risorse dei due fondi, in tutto circa 2 miliardi di euro, abbiamo ancora a disposizione, di qui al 2013, una buona riserva da usare per riannodare il fili delle politiche per il lavoro e la formazione e quelli per il sostegno dello sviluppo e dell´innovazione del sistema produttivo». Ma non basta. «Non ci limiteremo - precisa l´assessore - a fare bandi e avvisi integrati fra Fse e Fesr. Vogliamo andare oltre, avviando una riprogrammazione dei fondi, per adeguarli alla nuova fase, spostando risorse da un settore all´altro, per concentrarle laddove sono più utili per rafforzare l´intervento su capitale umano, competitività, innovazione, attrattività, reti di impresa, integrazione». Fra le priorità ci sono, appunto, il rafforzamento della formazione professionale e gli interventi a favore dei giovani. Fse e giovani La disoccupazione giovanile in Toscana nel 2009 è cresciuta del 15% nella fascia 15-24 e del 23% in quella 25- 34 anni, mentre nel primo trimestre 2010 i giovani in cerca di occupazione nelle due fasce di età erano in tutto 69 mila, con un tasso di disoccupazione del 26% nella fascia fino a 24 e del 12% in quella fino a 34. Il tasso di disoccupazione delle donne, in queste fasce di età, è doppio rispetto a quello degli uomini. Ma la Toscana si caratterizza anche per una debole domanda di lavoro per i giovani con alti livelli di istruzione (vedi scheda di approfondimento). Invertire la tendenza Per contribuire a correggere un gap che rischia di penalizzare la Toscana, la Regione ha messo e metterà in campo una serie di interventi, nella maggior parte dei casi finanziati o cofinanziati dal Fondo sociale europeo, per favorire formazione, occupazione e qualificazione professionale dei giovani toscani: ad oggi il 47% degli interventi del Programma operativo toscano d el Fse è stato rivolto ai giovani. Dei circa 70 mila destinatari delle attività già avviate, circa 30 mila sono under 35. Tutte queste iniziative saranno parte di un Progetto integrato giovani al quale sta lavorando la presidenza. Una scelta precisa che sarà attuata nei prossimi mesi dalla giunta che l´ha assunto come tema prioritario e collegato al bilancio 2011 che la giunta ha appena licenziato e che sarà nei prossimi giorni all´esame del consiglio. Il progetto si propone di coordinare strumenti e politiche, superando la frammentazione degli interventi ed ovviando alla esiguità delle risorse.  
   
   
LA REGIONE VENETO ASSEGNA UN MILIONE E MEZZO DI EURO ALLE UNIONI DEI COMUNI  
 
Venezia, 17 novembre 2010 - La Giunta regionale ha approvato ieri il riparto per l’anno 2010 dei contributi a favore delle Unioni di Comuni per la gestione associata di funzioni ad esse trasferite. Le risorse assegnate ammontano complessivamente a circa 1,5 milioni di euro e sono destinate a sostenere le spese di investimento necessarie per il primo impianto, la riorganizzazione e l’ampliamento delle strutture e dei servizi, attivati prima dell’inizio di quest’anno, da diciassette Unioni che operano nelle province di Verona, Vicenza, Padova e Belluno. “Entro la fine dello scorso giugno – spiega l’assessore regionale Roberto Ciambetti – abbiamo ricevuto richieste di contributo dalle Unioni di Comuni per oltre 1,9 milioni di euro e, avendo fissato una percentuale massima di contribuzione pari all’80% sulle spese d’investimento preventivate e ammesse, siamo riusciti a soddisfare tutte le istanze pervenute. Questo a testimonianza della particolare attenzione che la Giunta regionale ripone nelle azioni di promozione e sviluppo dell’associazionismo intercomunale, considerando quest’ultimo uno degli strumenti più utili per garantire maggior efficacia ed economicità nella gestione di servizi di primaria importanza per i cittadini, quali la vigilanza e il controllo del territorio, l’assistenza sociale, la manutenzione del verde e delle infrastrutture pubbliche, il potenziamento dei sistemi informativi”. Questo il riparto dei contributi: Provincia di Verona - Unione Destra Adige Euro 40.960 - Unione Roverè/velo/san Mauro Euro 79.872 - Unione Verona Est Euro 129.026 - Unione dall’Adige al Fratta Euro 97.140. Provincia di Vicenza - Unione Colli Berici/val Liona Euro 200.000 - Unione Marosticense Euro 58.036 - Unione Cassola Mussolente Euro 99.840 - Unione Campolongo/pove/solagna Euro 29.360 - Unione Basso Vicentino Euro 200.000 - Unione Caldogno/costabissara/isola Vic. Euro 65.118. Provincia di Padova - Unione Colli Euganei Euro 19.920 - Unione Camposampierese Euro 59.040 - Unione Padova Nord Ovest Euro 52.444 - Unione Sculdascia Euro 70.764 - Unione Alta Padovana Euro 19.200 - Unione Città della Riviera del Brenta Euro 169.746. Provincia di Belluno - Unione Basso Feltrino/setteville Euro 105.600.  
   
   
IL CONSIGLIO REGIONALE DELLA BASILICATA APPROVA ALL’UNANIMITÀ UNA PROPOSTA DI LEGGE PER L’ISTITUZIONE DELL’“ANAGRAFE PUBBLICA DEGLI ELETTI E DEGLI AMMINISTRATORI”  
 
Potenza, 17 novembre 2010 - Il Consiglio regionale della Basilicata, che si è riunito ieri a Potenza, ha approvato all’unanimità una proposta di legge sull’“Anagrafe pubblica degli eletti e degli amministratori”. Il testo, licenziato dalla prima Commissione, costituisce la sintesi di due proposte di legge, presentate, rispettivamente, dal consigliere Romaniello (Sel) e dal consigliere Singetta dell’Api (sottoscritta in questo caso dai consiglieri Falotico di Plb, Mazzeo Cicchetti di Idv, Mollica dell’Mpa, Navazio di Ial, Rosa del Pdl e Scaglione di Pu). L’anagrafe pubblica degli eletti e degli amministratori riguarderà consiglieri, assessori, sindaci, presidenti di Regione e Province, nonché amministratori di enti, aziende, società, agenzie, istituzioni, consorzi e organismi controllati, vigilati e partecipati dalla Regione, comprese le aziende sanitarie e i concessionari di servizi pubblici regionali. L´obiettivo è quello di fornire ai cittadini tutte le informazioni disponibili nei vari uffici rendendole consultabili on line per una maggiore garanzia di trasparenza e di buona amministrazione. In particolare, il Consiglio e la Giunta regionale dovranno rendere disponibili sui propri siti internet, entro sei mesi dall´entrata in vigore della legge, per ciascun eletto al Consiglio regionale, per il presidente della Giunta regionale e ogni componente della stessa, le seguenti informazioni, tra l’altro: tutti gli incarichi elettivi ricoperti nel tempo; titolo di studio e professione esercitata; indennità, rimborsi e/o gettoni di presenza percepiti a qualsiasi titolo dalla Regione; dichiarazione dei redditi propri, e del coniuge se consenziente, e degli interessi finanziari relativi all´anno precedente l´assunzione dell´incarico, degli anni in cui ricopre l´incarico; dichiarazione dei finanziamenti, delle donazioni o di qualsiasi altra elargizione o atto di liberalità; prospetto delle presenze ai lavori della Giunta, del Consiglio, delle Commissioni di cui fa parte e i voti espressi sui provvedimenti adottati dagli stessi; atti presentati con relativi iter fino alla loro conclusione, siano essi progetti di legge, emendamenti a progetti di legge presentati, risoluzioni, ordini del giorno, interpellanze ed interrogazioni; registro delle spese complessive, comprensive delle spese per lo staff, per gli uffici, per i viaggi, telefoniche, per la dotazione informatica e ogni altra spesa sostenuta nell´esercizio dell´attività politico - istituzionale. Dovranno, inoltre, essere resi disponibili su internet alcuni dati (in parte già oggi disponibili) quali il bilancio dell´istituzione, con relativi allegati, i bilanci con relativi allegati dei gruppi politici, l´elenco delle proprietà immobiliari della Regione e loro destinazione d´uso, i lavori consiliari e, infine, per ogni ente strumentale o società controllata o partecipata dalla Regione, la ragione sociale, i dati essenziali del bilancio, i nominativi dei consiglieri di amministrazione e i relativi emolumenti, l´elenco relativo agli incarichi affidati dalla Regione, dalle società partecipate e controllate e dagli enti strumentali. Nel dibattito sulla proposta di legge sono intervenuti i consiglieri Romaniello, Singetta, Navazio, Santochirico, Venezia e Pagliuca e il presidente De Filippo. In precedenza il Consiglio ha deciso all’unanimità di iscrivere all’ordine del giorno della prossima seduta una mozione del consigliere Mollica (Mpa) sugli atti di violenza nei confronti dei cristiani in Irak e una mozione del Pdl, primo firmatario il consigliere Pici, sul progetto salute e ambiente. L’assemblea, poi, per quanto attiene l’attività di controllo, ha approvato a maggioranza (con 16 si di Udc, Idv, Pd, Sel, Pu e Api, e 11 no di Pdl, Ial, Mpa e Plb) una variazione al bilancio 2010 e a quello pluriennale dell’Apt. Sempre a maggioranza (con 17 voti a favore di Udc, Idv, Pd, Sel, Pu, Api e Psi, 9 voti contrari del Pdl e dell’Mpa e 2 astensioni di Ial e Plb) è stato approvato l’assestamento di Bilancio dell’Ente Parco di Gallipoli - Cognato. Rinviati invece in Commissione, per ulteriori approfondimenti, una proposta di legge di iniziativa popolare di modifica della legge regionale n.27/1991 (Norme relative alla costituzione della Commissione regionale per le parità e le pari opportunità tra uomo e donna) ed una delibera di Giunta riguardante l’acquisto di un fabbricato, di proprietà del Comune di Lagonegro, da adibire a sede degli uffici territoriali regionali. E’ stato infine approvato all’unanimità l’assestamento al bilancio di previsione 2010 del Consiglio regionale.  
   
   
ROMA, PIANO DI RIENTRO; IL COMMISSARIO STRAORDINARIO PAGA DEBITI PREGRESSI PER 30 MILIONI ALLE PMI  
 
Roma, 17 novembre 2010 - Massimo Varazzani, commissario straordinario per il Piano di Rientro di Roma Capitale, ha comunicato all’Amministrazione capitolina di aver di liquidato circa 30 milioni di euro per l’estinzione dei vecchi debiti vantati dalle imprese fornitrici nei confronti del Campidoglio. Si tratta della prima tranche di pagamenti di natura commerciale che rientra nell’ingente stock di debito ereditato dalla Giunta Alemanno e che è stato affidato alla gestione del commissario di Governo nell’ambito delle misure adottate per evitare il default finanziario della Città e salvaguardare l’equilibrio del bilancio ordinario. La somma liquidata fa riferimento a circa 8.500 mandati di importo unitario fino a un massimo di 50.000 euro e aventi data antecedente al 28 aprile 2008 ed è stata disposta a favore le piccole e medie imprese che avevano lavorato per la precedente Amministrazione ma che non erano state mai pagate. «Apprendo con soddisfazione che la Gestione Commissariale ha iniziato a liquidare i debiti pregressi vantati delle aziende creditrici – sottolinea il Sindaco Alemanno – e concordo con il criterio prescelto dal commissario di Governo, Massimo Varazzani, di privilegiare innanzitutto il pagamento dei crediti maturati dagli imprenditori più piccoli. Si tratta di misure che avranno un impatto positivo per il tessuto produttivo della Città e che sono state adottate in tempo molto rapidi considerando la complessità delle procedure e il fatto che la nomina del nuovo Commissario di Governo risale allo scorso 12 ottobre».  
   
   
LAVORO FVG: PRESENTATO RAPPORTO SU MERCATO DEL LAVORO  
 
Udine, 17 novembre 2010 - Riconferma degli ammortizzatori sociali in deroga, dei contratti di lavoro socialmente utili e di quelli di pubblica utilità; estensione della formazione professionale a tutti i lavoratori coinvolti nella crisi e continuità dell´istituto del contratto di solidarietà difensivo, che ha registrato nel 2010 un notevole successo. Sono questi i principali interventi - evidenziati dall´assessore regionale al Lavoro, Angela Brandi, al convegno di presentazione del Rapporto 2010 sul mercato del lavoro del Friuli Venezia Giulia svoltosi oggi nell´Auditorium della Regione a Udine - che l´Amministrazione regionale intende perseguire, in continuità e con l´ammodernamento delle azioni finora attuate, anche nel 2011. La presentazione del Rapporto annuale sul mercato del lavoro regionale si colloca a due anni dall´inizio della crisi produttiva "in un momento - ha rilevato l´assessore Brandi - in cui convivono insieme segnali di ripresa e criticità, in particolare sul fronte del mercato del lavoro" e rappresenta "un´occasione importante per verificare l´efficacia degli interventi anticrisi messi in campo dall´Amministrazione regionale, ma soprattutto per guardare al futuro". Quest´anno, per affrontare in modo ancora più esauriente le questioni trattate, il Rapporto è articolato in due volumi: il primo analizza le criticità concernenti la domanda e l´offerta di lavoro così a livello regionale che provinciale e le trasformazioni intervenute nella produzione manifatturiera e nella caduta degli indicatori produttivi e commerciali settoriali; il secondo dà invece conto delle scelte compiute e dei risultati conseguiti dalle politiche attive e passive del lavoro che compongono il Piano regionale anticrisi. "In questo modo si vuole offrire - ha sottolineato l´assessore - un contributo utile al confronto per la messa a punto di politiche condivise (di protezione e di sviluppo occupazionale) a favore dei lavoratori e delle imprese con l´obiettivo di difendere il patrimonio imprenditoriale e professionale del territorio regionale e sfruttare al meglio i segnali di ripresa che si stanno delineando nell´economia". La congiuntura negativa ha registrato nel 2009 nella nostra regione i seguenti dati: calo del Pil del 6,1 p.C.; diminuzione dell´occupazione di 13 mila unità; crescita della disoccupazione da 23 a 28 mila unità; la domanda di cassa integrazione raggiunge i 17,8 milioni di ore; incremento del 46,6 p.C. Degli ingressi nelle liste di mobilità (passano dalle 5.691 unità del 2008 alle 8.344 del 2009); le assunzioni su base annua passano dalle 212 mila a 170 mila con una diminuzione del 19,8 p.C.; il saldo avviamenti/cessazioni risulta negativo di oltre 14 mila unità. Nell´analisi dell´evoluzione della crisi nel corso del 2010, l´assessore Brandi ha sottolineato l´incremento tendenziale della produzione industriale, del fatturato, degli ordinativi e, soprattutto, delle esportazioni. Nello specifico, "ci troviamo di fronte - ha spiegato - a un significativo recupero del Pil (si colloca in una forbice tra l´1,3 e l´1,9 p. C.) e della occupazione (migliore sia rispetto all´andamento del Nord Est che alla situazione italiana); un saldo avviamenti/cessazioni tornato positivo; un notevole rallentamento degli ingressi in mobilità; alla tenuta della disoccupazione e al crollo del ricorso alla cig nel mese di settembre e ottobre di quest´anno". Nella presentazione delle politiche e degli interventi per fronteggiare la crisi si è parlato delle iniziative relative alla formazione professionale, finalizzate al potenziamento dell´occupabilità dei lavoratori sospesi dal lavoro o licenziati e del rafforzamento della rete dei Servizi pubblici e privati per il lavoro con l´obiettivo di velocizzare l´erogazione dei servizi e degli adempimenti, in particolare dei Centri per l´Impiego. "In sostanza, si tratta di un Piano regionale anticrisi - ha concluso l´esponente dell´esecutivo regionale - che da un lato presenta molti elementi di continuità con il passato, ma dall´altro si propone di introdurre importanti segnali di novità anche attraverso il confronto con le forze sociali e l´istituto della concertazione". Sono intervenuti al convegno il direttore dell´Agenzia regionale del Lavoro, Domenico Tranquilli, l´ordinario di Econometria dell´Università Ca´ Foscari di Venezia, Domenico Sartore, il docente di Economia del Lavoro presso la Facoltà di Economia dell´Università di Trieste, Laura Chies, e gli esperti ovvero ricercatori dell´Agenzia regionale del Lavoro: Roberta Molaro, Carlos Corvino, Filippo Muzzi, Chiara Cristini, Luca Dordit, Stefano Bretoni e Andrea Giacomelli.  
   
   
SIGLATO ACCORDO TRA MINISTERO DEL LAVORO E REGIONE LIGURIA PREVISTI ULTERIORI 20 MILIONI DA DESTINARE A TRATTAMENTI DI CASSA IN DEROGA E MOBILITÀ  
 
 Genova, 17 Novembre 2010. - Venti milioni di euro da destinare ai trattamenti di cassa integrazione in deroga e di mobilità. Sono il frutto di un accordo siglato tra la Regione Liguria e il Ministero del Lavoro per far fronte alle problematiche occupazionali del territorio e la fine delle precedenti risorse. Lo comunica l’assessore regionale al lavoro, Enrico Vesco che sottolinea il costante aumento del numero delle domande provenienti dalle aziende in crisi. “Abbiamo assistito quest’anno – spiega l’assessore Vesco – al raddoppio delle richieste per le procedure di cassa integrazione in deroga. Siamo passati infatti dalle 390 del 2009 alle oltre 600 di quest’anno che non è ancora concluso e solo negli ultimi tre giorni sono arrivate 65 domande”. Questo ulteriore accordo si è reso necessario considerata l’insufficienza delle risorse attribuite alla Regione Liguria da parte del Ministero per fronteggiare le crisi aziendali. I 20 milioni, a valere sui fondi nazionali, serviranno infatti per la concessione o la proroga dei trattamenti di cassa integrazione in deroga o di mobilità destinati ai lavoratori subordinati, sia a tempo indeterminato che determinato. L’erogazione del contributo viene effettuata dall’Inps sulla base dell’autorizzazione della Regione Liguria.  
   
   
TRENTO: TORNA A CRESCERE LA CASSA INTEGRAZIONE STRAORDINARIA I DATI DELL´ULTIMA RILEVAZIONE DI AGENZIA DEL LAVORO  
 
 Trento, 17 novembre 2010 - Agenzia del Lavoro ha diffuso ieri gli ultimi dati relativi alle richieste di cassa integrazione e alle iscrizioni nelle liste di mobilità in provincia di Trento. In ottobre le ore autorizzate di Cigs sono state circa 341mila, il monte ore mensile più elevato dell´anno dopo quello di giugno, con un incremento del 315 % rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Quasi tutte le richieste sono concentrate in due soli comparti: metallurgico (53,6 %) e meccanico. Considerando anche la Cassa integrazione ordinaria, le ore complessivamente autorizzate nel solo mese di ottobre 2010 sono state quasi 400mila, il 19 % in più di quelle concesse un anno fa. Per quanto riguarda la mobilità, gli iscritti ad ottobre risultano essere 4.446, uno stock in calo dell´1,2 % in meno sul mese precedente ma del 14,4 % superiore a quello di un anno fa. In allegato i dati nel dettaglio.  
   
   
FVG: GARANTITI AMMORTIZZATORI IN DEROGA 2011  
 
Trieste, 17 novembre 2010 - Saranno garantite anche nel 2011 le risorse per gli ammortizzatori in deroga. Lo ha assicurato l´assessore regionale al Lavoro, Angela Brandi, sulla base di un consuntivo aggiornato ai primi di novembre, in occasione della riunione del Tavolo di concertazione con le parti sociali, che si è svolta ieri a Trieste. Dei 53,3 milioni di euro sinora stanziati negli ultimi due anni per gli ammortizzatori, sono a disposizione ancora 28, mentre il Governo nazionale ha assicurato la sua parte di finanziamento anche per il prossimo anno. Sono stati perciò appena intaccati, come ha precisato l´assessore, i 30 milioni aggiunti nel 2010. La situazione, quindi, è "sufficientemente sotto controllo". L´assessore Brandi ha anche ricordato "con soddisfazione" che, nel progetto di Bilancio 2011 preparato dalla Giunta, il settore Lavoro ha ottenuto 10 milioni di euro in più rispetto allo scorso anno, il che permetterà non solo di far fronte agli ammortizzatori sociali ma anche di rafforzare le politiche attive del lavoro. Oggi sono stati anche forniti i dati sul totale delle domande di cassa integrazione in deroga sino ai primi di novembre. Le domande ammontano finora a 2.132, di cui 1.149 presentate nel 2009 e 993 nel 2010; le aziende che hanno presentato richiesta sono state 1.183 per un totale di 11.385 lavoratori, suddivisi circa a metà tra il 2009 e quest´anno. Va tuttavia tenuto conto che il "tiraggio", come viene definito nel linguaggio tecnico, vale a dire le ore effettivamente utilizzate dalle aziende rispetto a quelle richieste, si aggira attorno al 50 per cento del totale. Nella riunione di ieri del Tavolo è stato anche dato il "via libera" ad alcune domande di cassa integrazione in deroga, in particolare per i lavoratori della Fondazione Ospizio Marino di Grado, per ulteriori due mesi (da oggi al 15 gennaio 2011) nella prospettiva - come hanno confermato i liquidatori - di una soluzione positiva per dare continuità all´attività aziendale. Il Tavolo ha espresso parere favorevole anche per due aziende di Mossa (Gorizia): la Medeot Mario (19 lavoratori nel periodo tra oggi e l´11 marzo 2011) e la Bertolini Walter in liquidazione (72 lavoratori per quattro mesi). Parare positivo anche per la domanda della Maral di Castions di Strada (Udine) per 23 lavoratori, dal 2 novembre scorso fino al prossimo 24 dicembre. L´assessore Angela Brandi ha presentato anche i dati sulle domande per i lavori di pubblica utilità. Grazie alla proroga della scadenza, sono state raccolte domande per 259 progetti della durata di otto mesi e di 707 lavoratori interessati. Il finanziamento di questi progetti richiederà 14,5 milioni di euro, rispetto a 6,9 stanziati, ma la differenza sarà coperta - è stato assicurato - attingendo alle disponibilità del Fondo Sociale Europeo (Fse). Nel corso della riunione del Tavolo è stata favorevolmente esaminata anche la proposta della Provincia di Pordenone di una riorganizzazione territoriale dei Centri per l´impiego, in modo da rispondere meglio alle esigenze del Distretto del Mobile di Brugnera, ed è stato approvato l´aggiornamento annuale dei profili formativi dell´apprendistato professionalizzante.  
   
   
IMMIGRATI? SÌ, PURCHÉ COLTI UN’INDAGINE DELL’IRPPS-CNR RILEVA LA PERCEZIONE DEGLI ITALIANI VERSO I LAVORATORI DELL’EST EUROPEO: I LAUREATI SONO MEGLIO ACCETTI. MA FINISCONO PER OCCUPARE POSTI INFERIORI AI LORO TITOLI DI STUDIO.  
 
 Roma, 17 novembre 2010 - In Italia il flusso migratorio costituito da laureati provenienti dai paesi dell’Est europeo è rilevante, ma la percentuale di quanti svolgono professioni intellettuali è molto bassa: un caso di ‘spreco di cervelli’ (‘brain waste’). L’istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali del Consiglio nazionale delle ricerche (Irpps-cnr), che svolge da tempo studi sulle ‘skilled migrations’, ha presentato p una recente ‘Indagine sull´inserimento lavorativo delle immigrazioni qualificate provenienti dai Paesi dell´Est europeo’, pubblicata su ‘Studi emigrazione’, martedì 16 novembre presso la sede centrale del Cnr durante una tavola rotonda su ‘Le migrazioni qualificate dall’Europa dell’Est verso l’Italia’. Lo studio dell’Irpps-cnr si è articolato in un’indagine telefonica sulla percezione della popolazione italiana riguardo agli immigrati qualificati, effettuata su un campione di 1.500 adulti ripartiti proporzionalmente per genere, classi d´età e aree geografiche. “Il 30% degli intervistati considera positivo il ruolo svolto dagli immigrati per alcuni settori della nostra economia e il 26% circa lo ritiene tale anche per la nostra cultura, mentre il 23,7% dichiara che genera insicurezza e il 15,4 teme che aumenti la disoccupazione”, spiega la curatrice dell’indagine, Maria Carolina Brandi. “Solo il 9,8% ritiene che l’immigrazione costituisca un ‘grave problema’ mentre molti la ritengono eccessiva, specialmente le persone meno istruite (il 47%). Inoltre il 13,5%, soprattutto tra i più anziani, teme che tale presenza dai paesi dell’Est aumenti la criminalità. Peraltro, è diffusa (62%) l’opinione che su questo tema giornali e televisioni riportano una realtà falsata e appena il 16% crede ai mass media, specialmente tra i laureati ed i giovani”. In questo quadro, l’atteggiamento degli italiani verso gli immigrati ad alta qualificazione è molto più favorevole rispetto a quello sull’immigrazione in generale. “Anche se il 54% degli italiani non sa quanti siano i laureati dell’Est Europa”, prosegue la ricercatrice dell’Irpps-cnr, “la quasi totalità (93,1%) ritiene che debbano essere pagati quanto gli italiani e l’87% pensa che un laureato esteuropeo debba potere esercitare la propria professione in ogni paese dell’Ue. Tuttavia il 68,2% ritiene giusto che un laureato di qualsiasi paese accetti lavori inferiori ai suoi titoli e più della metà disapprova norme per incentivarne l’ingresso: da notare che tra i laureati e tra i giovani la quota cala sensibilmente nel primo caso ma aumenta nel secondo, evidentemente per la preoccupazione della possibile ‘concorrenza’ sul mercato del lavoro qualificato”. L’irpps-cnr ha inoltre svolto, in collaborazione con il Dipartimento di Sociologia dell’Università di Torino e l’Ires Piemonte, un’indagine mediante un questionario rimasto on line sul sito dell’Istituto durante tutto il 2009, cui hanno risposto 547 immigrati dell’Europa Orientale ad alta qualificazione. Il 30,4% degli uomini ed il 33,8% delle donne è impiegato in un lavoro operaio, assimilato o di bassa qualificazione, nonostante non l’avesse mai svolto nel paese di origine. “Lo studio conferma”, conclude Brandi, “come il mercato del lavoro qualificato italiano sia molto meno ampio di quello della maggioranza dei paesi Ocse, tanto che anche gli stessi laureati italiani scelgono la migrazione, mentre sono disponibili posti non qualificati per i quali la manodopera nazionale è insufficiente. Tuttavia, una volta che l’immigrato laureato occupa per necessità questa fascia del mercato del lavoro, non viene più riconosciuto come appartenente all’emigrazione di élite a cui, pure, larga parte degli italiani concede fiducia, finché non riesce a collocarsi in una posizione che lo renda riconoscibile come ‘intellettuale’ e quindi accettato”.  
   
   
POLITICHE SOCIALI IN EUROPA. L’ASSESSORE VENETO REMO SERNAGIOTTO E’ IL NUOVO PRESIDENTE DELLA RETE EUROPEA ELISAN: “IMPORTANTE RICONOSCIMENTO PER IL MODELLO VENETO DELLE POLITICHE SOCIALI”  
 
 Venezia, 17 novembre 2010 - Remo Sernagiotto, assessore alle politiche sociali della Regione del Veneto, è il nuovo Presidente della rete europea per lo sviluppo delle politiche sociali Elisan. La Rete Elisan è stata costituita tre anni fa e raggruppa 1200 città del vecchio continente di undici Stati membri dell’Unione Europea (Italia, Francia, Spagna, Germani, Belgio, Bulgaria, Grecia, Irlanda, Polonia, Romania, Svezia), che lavorano per migliorare gli interventi di inclusione sociale, dell’invecchiamento della popolazione, delle nuove povertà. La presentazione al nuovo incarico europeo di Sernagiotto è avvenuta a Bruxelles, nella sede del Comitato delle Regioni, durante l’Assemblea del network europeo alla presenza del Commissario Europeo per le politiche sociali e l’inclusione sociale Laszlo Andor. “Le politiche sociali devono essere parte attiva, propositiva, rilevante anche per lo sviluppo economico, di tutte le politiche europee – ha detto Sernagiotto al momento del suo insediamento, dopo l’elezione da parte dell’Assemblea dell’Elisan – e questa rete europea intende diventare sempre più un punto di riferimento per il Parlamento e per la Commissione Europea, perchè da parte di tutti gli attori istituzionali si riconosce l’importanza di assumere le buone pratiche che si sono realizzate in tante parti d’Europa nel settore delle politiche sociali. Da questo punto di vista – ha proseguito l’assessore Sernagiotto – il Veneto è un esempio e un modello per tutta l’Europa, e questa elezione deve essere intesa anche come un riconoscimento delle azioni da noi messe in atto, che si caratterizzano per la forte integrazione tra interventi sociali e interventi sanitari”. Sernagiotto ha anticipato anche alcune linee d’intervento che saranno attuate nel Veneto: nel campo del carcere per favorire il reinserimento dei carcerati nel mondo del lavoro, nel campo della disabilità, e dell’integrazione dei rom. Nel nuovo consiglio direttivo della rete europea Elisan sono stati eletti altri due veneti: il Sindaco di Crocetta del Montello Eugenio Mazzocato (nuovo tesoriere della rete) e Alessandro Pigatto coordinatore dei direttori sociali delle Aziende Ullss del Veneto.  
   
   
A FIRENZE L´APPUNTAMENTO INTERNAZIONALE DI AIFREF IL CONGRESSO SUOI SERVIZI PER L´INFANZIA MADRI E PADRI, NONNI E FRATELLI, ZII E CUGINI IN UNA FAMIGLIA CHE CAMBIA  
 
Firenze, 17 novembre 2010 - Esperti e testimoni da tutta Europa a Firenze per il congresso internazionale (il tredicesimo) di Aifref su “Educazione familiare e servizi per l´infanzia”. Si parlerà di come cambiano i diversi ruoli educativi dei vari attori nell´arcipelago “famiglia”: madre, padre, nonni, fratelli, zii, cugini ... La manifestazione si apre, mercoledì 17 novembre 2010 (ore 10) alla “sala Pinocchio” della Fortezza da Basso con i saluti delle autorità. La Regione Toscana è rappresentata dalla vicepresidente, e assessore all´Istruzione, Stella Targetti. Aifref (Association Internationale de Formation et de Recherche en Education Familiale) svolge il suo congresso fino al 19 novembre. Responsabile scientifico e presidente è Enzo Catarsi, docente all´Università di Firenze. Tre le relazioni della prima mattinata: i rappor ti fra “genitorialità e post moderno” (con l´italiano Franco Cambi, professore all´Università di Firenze); i problemi dei genitori in difficoltà (Catherine Sellenet, dell´università di Nantes in Francia); le questioni legate ai sostegni alla genitorialità (con il belga Michel Vandenbroeck, dell´ateneo di Gand).  
   
   
FAMIGLIA, CONTRO LA VIOLENZA DI GENERE "MI ASPETTO RISPETTO" IL PROGETTO COINVOLGERÀ 500 RAGAZZI FINO A GIUGNO CON LABORATORI E COMUNICAZIONE SOCIALE  
 
Como, 17 novembre 2010 - "Mi aspetto rispetto" è il progetto di prevenzione della violenza di genere dalla preadolescenza all´età adulta presentato il 15 novembre in Municipio dall´Assessore alle Politiche Educative ed alla Famiglia, Anna Veronelli, e Giulia Casartelli, Presidente del Soroptimist Club di Como. "Mi aspetto rispetto", cofinanziato da Regione Lombardia, attraverso il Bando "Piccoli progetti per grandi idee" 2010 (sono stati presentati 15 progetti a livello regionale e finanziati 12: è stato valutato con il punteggio di 145 punti su 155 assegnabili ricevendo il massimo cofinanziamento pari a 15.000 euro) ha ottenuto il patrocinio del Ministro per le Pari Opportunità e si svolgerà fino a giugno 2011. "Mi Aspetto Rispetto si ispira ad una campagna che è stata promossa negli Stati Uniti - ha commentato Anna Veronelli -, per contrastare la violenza nella pre-adolescenza, fenomeno che poi si manifesta anche nell´età adulta. Un progetto che a Como è nato da un percorso intrapreso nel 2007 in seguito ad una relazione di Valerie Moretti in cui parlava appunto del fenomeno della violenza nelle coppie di adolescenti. Un progetto importante, dunque, che si svolgerà in due fasi: un percorso formativo con laboratori che coinvolgeranno oltre 500 ragazzi di età compresa tra i 13 ed i 18 anni ed una campagna di comunicazione sociale multimediale con manifesti, spot e spettacoli teatrali". Soggetto capofila è il Soroptimist International, Club di Como. Partner: il Comune di Como - Assessorato alle Politiche educative e alle pari opportunità; Amministrazione provinciale di Como - Assessorato all´Istruzione; Ufficio Scolastico Territoriale di Como; Ipsia Luigi Ripamonti; Cooperativa Attivamente; Teatro Sociale di Como - Aslico; Espansione Tv; Comitato per la promozione dell´imprenditoria femminile di Como e Asf Autolinee. Il progetto - Nel novembre 2007, al convegno "Violenza e abusi sui minori. Le prevenzioni possibili" la dott.Ssa Valerie Moretti presentò un primo studio sulla violenza nelle coppie adolescenti. Il tema venne ripreso anche durante gli incontri del Progetto Aurora (2008 e 2009). Per contrastare e prevenire la violenza di genere, l´Assessorato alle politiche educative e alla pari opportunità ha realizzato tra il 2007 e il 2008 il progetto "E non chiamiamolo amore." realizzato anche grazie al primo bando regionale "Piccoli progetti per grandi idee". Il progetto "Mi aspetto rispetto" prosegue il cammino avviato e prosegue il percorso di formazione e di promozione di azioni per la prevenzione della violenza di genere: coinvolgerà nella prima fase in interventi di formazione e laboratori 500 ragazzi dai 13 ai 18 anni delle scuole di Como insieme ai loro insegnanti e si rivolgerà nella seconda fase all´intera popolazione della provincia di Como, attraverso una campagna di comunicazione sociale multimediale che sarà ideata dai ragazzi stessi: manifesti, cartoline, spot televisivo. Si potenzierà il percorso di formazione anche attraverso specifici seminari aperti a tutti, due trasmissioni televisive ed altrettanti spettacoli teatrali dedicati al tema della violenza che saranno rivolti alle scuole di tutta la provincia e diretti anche alle famiglie, agli educatori e all´intera comunità. Il primo spettacolo "Biancaneve ha le mutande di pizzo" (regia e drammaturgia di Jacopo Boschini) andrà in scena il 15 aprile e sarà preceduto dal seminario "Le relazioni in adolescenza tra amore e cattiveria" al Teatro Sociale. Il secondo spettacolo sarà ideato e realizzato dagli alunni e dai docenti dell´Ipsia Ripamonti e rappresentato sempre al Teatro Sociale. Verrà inoltre realizzata una mostra urbana dei lavori (manifesti, cartoline) realizzati dagli studenti e, grazie alla collaborazione con Asf Autolinee la campagna viaggerà anche sugli autobus della nostra provincia. Il fenomeno della violenza di genere e la possibile prevenzione - I dati statistici a nostra disposizione evidenziano che una popolazione compresa tra il 3,7 ed il 20,2% degli adolescenti subisce una forma di violenza. Se il 32% degli adolescenti subisce violenza da parte di altri soggetti, ben il 68% dei casi di abuso (fisico, sessuale, o psicologico) sui ragazzi compresi tra i 16 ed i 19 anni viene perpetrato da un pari o da un partner all´interno della coppia. Le poche ricerche che paragonano le violenze subite da maschi e femmine sembrano evidenziare una maggiore vittimizzazione femminile rispetto a quella maschile, anche se vi sono in letteratura ricerche recenti che evidenziano la stessa incidenza tra i generi. L´adolescenza è stata definita come una finestra di opportunità per aiutare i ragazzi al raggiungimento di obiettivi di sviluppo, come l´apprendimento dell´autonomia e del controllo, lo spostamento della dipendenza dai genitori ai pari, le prime relazioni amorose. Ciò rende questa fase di crescita particolarmente adatta alla presentazione di progetti educativi volti allo sviluppo di relazioni sane e rispettose e incentrati sulla risoluzione non violenta dei conflitti. Se la finalità fondamentale della prevenzione è la riduzione della violenza di coppia tra gli adolescenti e la promozione di sani e rispettosi stili relazionali, al fine di ottenere questo obiettivo, i progetti di prevenzione devono incorporare elementi che sostengono la promozione alla salute e la prospettiva ecologica. Questo approccio suggerisce che per prevenire la violenza di genere tra gli adolescenti devono essere tenuti in considerazione i fattori sociali, comportamentali e ambientali, che promuovono e sostengono i comportamenti violenti e abusanti. Appare cruciale intervenire con progetti di prevenzione mirati a partire dalla preadolescenza: gli studi a nostra disposizione provano che la violenza/abuso sessuale subita nei rapporti di coppia adolescenziali è infatti predittiva di rapporti violenti/abuso sessuale in futuro. I programmi di prevenzione nelle scuole hanno evidenziato dati molto incoraggianti, riportando una diminuzione degli episodi di violenza (subita o imposta) che varia dal 56% al 92%. Pur non essendovi a oggi, un consenso su cosa costituisca un programma completo di prevenzione, gli approcci che hanno ottenuto maggiori risultati nella riduzione dell´uso della violenza nelle relazioni adolescenziali, contengono molti di questi elementi: • Sane relazioni tra pari e di coppia; • Controllo e potere in una relazione; • Disuguaglianza nella coppia; • Stereotipi legati al genere e ai ruoli; • Lettura critica dei messaggi mediatici che presentano modelli violenti e abusanti; • La dinamica dell´aggressione e del bullismo; • Reagire alla pressione dei pari; • Reagire alla rabbia e alla delusione in modi non violenti. Il progetto di prevenzione ai comportamenti abusanti nelle relazioni adolescenziali "Mi aspetto rispetto" ha l´obiettivo di presentare l´individuo come entità che si sviluppa e cambia nelle diverse fasi della vita, e le cui diverse dimensioni devono essere tutte opportunamente sviluppate per permettere la sua espressione serena e rispettosa. Sviluppo del Progetto nelle scuole medie e presso l´Ipsia Ripamonti - Sono state coinvolte 4 scuole secondarie di primo grado di Como, 12 classi terze (3 classi terze della Scuola Marconi (Istituto comprensivo Como Albate; della Scuola Parini (Istituto comprensivo Como Centro Città); della Scuola Virgilio (Istituto comprensivo Como Borghi) e della Scuola Fogazzaro (Istituto comprensivo Como Rebbio), e tre sezioni dell´Ipsia Ripamonti. Il progetto prevede una giornata full immersion (6 ore) per le classi coinvolte che lavoreranno attivamente su tre dimensioni fondamentali: biologica, culturale e relazionale affettiva. L´incontro sarà tenuto da Valerie Moretti, psicopedagogista e formatrice insieme a Jacopo Boschini, teatroterapeuta, presidente della cooperativa Attivamente. Il progetto per le classi dell´Ipsia Ripamonti prevede oltre alle giornate di full immersion (22 e 29 novembre) anche laboratori di comunicazione audiovisiva e grafica finalizzati alla realizzazione della campagna di comunicazione sociale e dello spettacolo teatrale (a cura dei professori Edoardo Colombo e Silvio Dessì). Il progetto vedrà i ragazzi lavorare sia sul piano puramente cognitivo sia sul piano emotivo, corporeo e relazionale. Per tale motivo si alterneranno attività che stimolano le diverse aree, con lavori sia di gruppi sia individuali.  
   
   
VITTIME STALKING: LE AZIONI DELL’ADOC BASILICATA  
 
Potenza, 17 novembre 2010 - Prosegue l´azione dell´Adoc di Basilicata per la tutela e la difesa delle vittime del reato di stalking di cui al nuovo articolo 612 bis del codice penale. “Due nuovi casi di stalking in Basilicata – si legge in un comunicato dell’associazione - sono stati incardinati nelle aule giudiziarie penali. Le prime udienze dei processi sono previste - rispettivamente – per gennaio 2010 l´una e per marzo 2010 l´altra. Risulta dunque premiato, sin d´ora, il lavoro svolto dallo staff dell´Adoc presieduto dal dott. Canio D´andrea”. Infatti, - sottolinea la nota dell’Adoc - dapprima l´attività di supporto psicologico garantita dalla dott.Ssa Rocchina Romaniello e, poi, l´attività di consulenza e assistenza legale svolta dall´avv. Matteo Restaino, hanno consentito alle assistite dell´associazione di affrontare il problema nel migliore dei modi. “Certamente, ha dichiarato l´avv. Matteo Restaino, ci costituiremo parte civile per richiedere la punizione degli stalker e – in uno – richiedere per le nostre assistite il risarcimento dei danni derivati dalla reiterazione degli atti persecutori realizzati nei loro confronti”. Soddisfazione esprime sul punto il presidente D´andrea poiché “l´instaurazione del giudizio penale costituisce già la prima forma di risarcimento per le vittime del reato di stalking. Chi soggiace agli atti persecutori infatti vede palesi diminuzioni della propria libertà psichica soprattutto, con conseguenti menomazioni sulla normale vita sociale. Ad esempio una delle due assistite Adoc, perseguitata dal proprio vicino di casa, si è vista costretta per mesi interi prima a rimanere segregata in casa e poi, addirittura, a trasferirsi in un paese vicino”. L´adoc è riuscita, dunque, - conclude la nota - a farsi portavoce delle esigenze di tutela delle proprie assistite e - in uno - a rassicurarle sulla effettività di tale tutela garantita dal nuovo codice di procedura penale.  
   
   
ATTIVATO A VARESE LO SPORTELLO ANTISTALKING  
 
Varese, 17 novembre 2010 - Dopo la presentazione del progetto avvenuto a Villa Recalcati in primavera, in questi giorni ha aperto lo Sportello Antistalking, iniziativa concretizzata da Provincia e Comune di Varese per contrastare lo stalking, fenomeno in continua crescita negli ultimi anni e particolarmente pericoloso per le vittime di questo tipo di molestie. Lo Sportello si trova in via Veratti, nella sede dell´Urp del Comune di Varese, ed è possibile accedervi dopo aver contattato il numero nazionale 06-44246573 (attivo dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 19). Tutte le modalità d´accesso sono state studiate in modo tale da garantire la totale privacy di chi decide di rivolgersi al servizio. Al fianco degli Enti pubblici locali, infatti, c´è un´organizzazione di specialisti, che opera su scala nazionale e che valuta i casi segnalati. Una volta appurato la presenza di stalking, le vittime vengono indirizzate allo sportello, dove potranno trovare l´adeguato supporto fornito da psicologi ed avvocati che hanno partecipato a un corso di formazione ad hoc in questi mesi finalizzato a fornire tutti gli strumenti adeguati. Il termine del servizio, inizialmente fissato per il 30 marzo 2011, è stato concordemente prolungato, senza costi aggiuntivi per le Amministrazioni, fino al 30 giugno 2011.  
   
   
OGGI A MESTRE IL SEMINARIO "DONNE PER LA NUOVA AMMINISTRAZIONE"  
 
Mestre, 17 novembre 201 0- Oggi dalle ore 15 alle 18.30, al Municipio di Mestre, si terrà un seminario pubblico dal titolo "Donne per la nuova amministrazione" promosso dalla Consulta delle Cittadine del Comune di Venezia. L´incontro, che segue quello tenuto nel giugno scorso, ha lo scopo di trattare tematiche importanti quali la relazione tra le donne dentro e fuori l´Amministrazione e le proposte per il futuro, anche in previsione del rinnovo della Consulta delle Cittadine che avverrà entro breve. Sono state invitate le donne assessori e consigliere comunali e di Municipalità attualmente in carica e della passata amministrazione, nonché le donne attive all´interno dei rispettivi partiti.  
   
   
IN TOSCANA SOLO 1 PADRE SU 10 USUFRUISCE DEI CONGEDI PARENTALI  
 
Firenze, 16 novembre 2010 - In Toscana soltanto un lavoratore ogni 10 usufruisce dei congedi previsti per i padri in caso di nascita di un figlio. Una percentuale piuttosto bassa, ma che è raddoppiata negli ultimi 5 anni, passando dal 5% del 2005 al 10% del 2010. Il dato è stato reso noto nel corso del convegno dal titolo “Conciliazione tempi di vita e tempi di lavoro: la legge 53 del 2000 compie dieci anni” svoltosi il 12 novembre alla Biblioteca delle Oblate a Firenze. Per fare il punto sull’applicazione della legge erano presenti, fra gli altri, l’onorevole Livia Turco, che di quella legge fu la promotrice, la senatrice Maria Ida Germontano, della Commissione per la parità e le pari opportunità del Senato, Daniela Lastri, consigliera dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale della Toscana e Marina Capponi, consigliera regionale di parità della Toscana. L’incontro è stato organizzato dalle tre centrali cooperative della Toscana, Agci, Confcooperative e Legacoop. Rispetto al 60% di donne occupate previsto dalla Comunità europea in Italia ci si ferma al 46%, ma questo dato nelle imprese cooperative della Toscana è più alto, raggiungendo il 63%, con più donne che lavorano nelle province di Firenze, Prato, Arezzo e meno donne impiegate nelle province costiere. Per Gianfranco Tilli, presidente di Confcooperative Toscana, che ha aperto i lavori a nome delle tre centrali cooperative, “in questi anni sono stati fatti molti passi avanti sul tema delle pari opportunità, come dimostra anche la legge 53, un provvedimento che ha bisogno di essere meglio conosciuto, per incentivare sempre più la cultura della conciliazione vita-lavoro nella famiglia, nelle imprese e nella società”. È stata l’onorevole Livia Turco a sottolineare come “la parte relativa ai congedi per i padri è una di quelle della legge – assieme ai congedi straordinari per i genitori con figli andicappati – a funzionare di meno. Questo perché c’è stato un problema di applicazione e soprattutto di promozione e conoscenza delle opportunità offerte dalle legge. Inoltre la quota del 30% di salario riconosciuto ai padri in congedo è bassa e bisognerebbe innalzarla”. Secondo la senatrice Germontani occorre lavorare “ad una tassazione differenziata del lavoro femminile, per fare in modo che la donna abbia maggiori disponibilità da investire nella cura della famiglia, e questo non solo per le lavoratrici dipendenti ma anche per le lavoratrici autonome”. Per Daniela Lastri “in Toscana in questi anni è stato compiuto anche dai Comuni un lavoro ed esperienze importanti sul tema dei tempi delle città”.  
   
   
MATERA: SEMINARIO PER L’IMPRENDITORIA FEMMINILE  
 
Matera, 17 novembre 2010 - Aspetti gestionali, procedurali che possono contribuire a ottimizzare i costi e rendere competitive le imprese saranno esaminati a Matera nel corso di un seminario formativo sul tema “ Le problematiche fiscali e contabili delle piccole e medie imprese’’, in programma giovedì 18 novembre, alle 9.30, presso la sala convegni della Camera di commercio. L’iniziativa, promossa dal Comitato provinciale per l’imprenditoria femminile e organizzata dall’azienda speciale Cesp, prevede gli interventi del presidente del Comitato Chiara Giannatelli e dell’assessore alle Infrastrutture e Mobilita’ della Regione Basilicata Rosa Gentile, La giornata di studi sarà condotta dal Benedetto Pepe, esperto di settore, che illustrerà gli aspetti fiscali e contabili. Il 25 novembre apputamento con il secondo seminario sul tema “ L’azienda e la sua organizzazione’’. “Con l’approfondimento dei temi relativi agli aspetti fiscali e contabili– ha detto Chiara Giannatelli, presidente del Comitato per l’imprenditoria femminile presso la Camera di commercio di Matera – si entra nel cuore della vita delle imprese. Una attenta conoscenza, valutazione e programmazione di questi aspetti sono il presupposto per operare con efficienza ed efficacia e guardare con fiducia e competitività alla sfida dei mercati, in una fase difficile per il nostro sistema produttivo”.