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VENERDI

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Notiziario Marketpress di Venerdì 19 Novembre 2010
MILANO (VIA MONTE NAPOLEONE): SOPRA IL SOTTO - TOMBINI ART RACCONTANO LA CITTÀ CABLATA - MOSTRA OPEN AIR 18 NOVEMBRE 2010 - DICEMBRE 2011 (1 ANNO)  
 
5 urban painter internazionali, 5 capitali mondiali della street art, 20 tombini art, la fashion-street iconica più famosa del mondo e un illuminato mecenate, Metroweb, l’azienda titolare della più grande rete metropolitana di fibre ottiche d’Europa. Dopo il grande successo della prima edizione, che ha visto sorridere 32 tombini d’artista in zona Tortona, torna infatti a Milano, il progetto “Sopra il Sotto – Tombini Art raccontano la Città Cablata”, nato da un’idea di Monica Nascimbeni per Metroweb, la mostra open air di tombini art in ghisa (quelli della rete in fibra ottica Metroweb posti sui marciapiedi ai lati della strada) che sperimenta un nuovo linguaggio d’arte e di comunicazione. Questa volta il taglio è globale: dalle capitali mondiali della public art e del graffitismo (Milano, Berlino, Parigi, Londra, New York) sono stati chiamati cinque grandi artisti della street art internazionale, invitati a realizzare una opera multipla su più tombini, quasi una personale ciascuno. La direzione artistica è di Gisella Borioli, che da alcuni anni è concentrata sulla tematica e la promozione della street art come nuova forma d’arte contemporanea a tutti gli effetti, in collaborazione con Matteo Donini, curatore e collezionista di street art. Shepard Fairey (New York), Flying Fortress (Berlino), Rendo (Milano), The London Police (Londra), Space Invader (Parigi) saranno in mostra on the road dal 18 novembre 2010 fino a dicembre 2011 in Via Montenapoleone, nel cuore di Milano, in una delle vie simbolo della moda, del made in Italy e del lusso mondiale, confermando la sensibilità crescente anche del mondo dalla moda ad uscire da confini e classificazioni e aprirsi all’arte contemporanea e al design con progetti site specific, soprattutto in ambito internazionale. Shepard Fairey, artista divenuto fenomeno culturale con l’iconografia di Barack Obama, una delle più efficaci illustrazioni della politica americana, ha progettato dei moderni “mandala” astratti, quasi tribali; Space Invader propone i suoi famosissimi alieni “pixelati” ispirati al mitico video game anni ’70; i tombini di Rendo invece sono grafici, astratti e tridimensionali, come elementi sospesi nello spazio; Flying Fortress stupisce con i suoi orsi che rimandano al simbolo di Berlino e i suoi “Teddy Troups”; i The London Police hanno reinterpretato i loro giocosi “omini” tutti amore-pace-amicizia  
   
   
MILANO (MUSEO DIOCESANO): LA NATIVITÀ DI FILIPPO LIPPI PER LA PRIMA VOLTA A MILANO, DAL 16 NOVEMBRE 2010 AL 30 GENNAIO 2011  
 
È la Natività con San Giorgio e San Vincenzo Ferrer di Filippo Lippi (Firenze, 1406 - Spoleto, 1469) l’opera scelta per la ottava edizione dell’iniziativa culturale “Un Capolavoro per Milano”, promossa dal Museo Diocesano di Milano e da Anima Sgr. Il Museo Diocesano di Milano ospita il dipinto (158x168 cm), proveniente dal Museo Civico di Prato, attualmente chiuso per restauri, dal 16 novembre 2010 al 30 gennaio 2011. Si tratta di una delle opere più interessanti della bottega di Filippo Lippi a Prato, realizzata presumibilmente attorno al 1456. Oltre alle figure sullo sfondo (angeli, pastori e musici), la tavola rappresenta la Sacra Famiglia con San Giorgio e San Vincenzo Ferrer. Inizialmente, Lippi aveva pensato di limitare l’opera al gruppo centrale, conferendo alla pittura una forma ogivale ma, in seguito, aggiunse alla composizione le figure dei due santi, probabilmente a seguito di una nuova richiesta dai committenti. Sottolinea Salvatore Catalano (Presidente di Anima Sgr): “Con l’iniziativa culturale Un Capolavoro per Milano, Anima Sgr, insieme con il Museo Diocesano, offre ogni anno alla Città la possibilità di godere della bellezza straordinaria di un’opera d’arte, attraverso un rapporto personale e diretto. L’evento, giunto all’ottava edizione, esprime ancora una volta l’impegno di Anima nel sostenere l’arte e la cultura”. “Nel 2002, il Museo Diocesano - afferma il direttore Paolo Biscottini - ha dato il via a questa fortunata e innovativa formula di presentare un solo capolavoro in uno spazio esclusivo del suo percorso espositivo, una formula che si è rivelata cosi vincente da essere ben presto imitata anche da altre istituzioni della città. E in otto anni, l’iniziativa, grazie alla qualità della proposta, ha saputo meritarsi la fiducia dei milanesi che l’hanno eletta come uno degli appuntamenti più attesi della loro stagione espositiva”. Nella tavola stupisce tanto l’eleganza della figura dei santi, quanto la descrizione naturalistica dello sfondo, memore della tradizione pittorica che ha in Giotto il suo caposaldo. L’opera del Lippi coinvolse certamente anche alcuni preziosi collaboratori. Oltre a quello di Fra Diamante, l’assistente più vicino del pittore, si può riconoscere la mano di Domenico di Zanobi, particolarmente nella figura esile di San Giorgio e in quella degli angeli. Nella tavola di Filippo Lippi, i personaggi sono raffigurati nelle loro pose più tipiche: da un lato, la Vergine in adorazione del Bambino, inginocchiata nei pressi della stalla con l’asino e il bue; dall’altro, San Giuseppe, assopito, ma vigile, colto sotto le rocce che si stagliano su un fondale composto da una vegetazione formata da una serie di piante simbolo della penitenza (vite, mirto, agrifoglio). Accompagna la mostra un catalogo Silvana Editoriale, a cura di Paolo Biscottini. Le precedenti opere esposte: § nel 2002, l´Ecce Homo di Antonello da Messina, prestito del Collegio Alberoni di Piacenza; § nel 2003, l´Annunciazione di Domenico Beccafumi, proveniente dalla chiesa di San Martino e Santa Vittoria di Sarteano (Siena); § nel 2004, la Cattura di Cristo del Caravaggio, proveniente dalla National Gallery of Ireland di Dublino; § nel 2006, la Sacra Famiglia con Sant´elisabetta e San Giovannino di Andrea Mantegna, proveniente dal Kimbell Art Museum di Fort Worth in Texas; § nel 2007, L’annunciata di Antonello da Messina proveniente dalla Galleria Regionale della Sicilia di Palazzo Abatellis a Palermo; § nel 2008, la Giuditta del Botticelli, proveniente dagli Uffizi di Firenze; § nel 2009, la Natività di Lorenzo Lotto, proveniente dalla Civica Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia. Milano, 15 novembre 2010 Un Capolavoro Per Milano La Natività con San Giorgio e San Vincenzo Ferrer di Filippo Lippi Milano, Museo Diocesano (Corso di Porta Ticinese, 95) 16 novembre 2010 – 30 gennaio 2011 Orari: dal martedì alla domenica, 10.00 – 18.00. Lunedì chiuso Biglietti: € 8,00 intero; € 6,00 gruppi; € 5,00 ridotto; € 2,00 scolaresche; € 5,00 possessori Amami card. Martedì: ingresso € 4,00 Catalogo: Silvana Editoriale (www.Silvanaeditoriale.com), pp. 88; Euro 15. Per informazioni Museo Diocesano Tel 02 89420019 – fax 02 89407577 info.Biglietteria@museodiocesano.itwww.Museodiocesano.it  Proposte didattiche e prenotazioni Ad Artem srl, tel. 02 6596937 – fax 02 6599269 www.Adartem.it  
   
   
MILANO (GALLERIA GIÒ MARCONI):MATTHEW BRANNON "THE INEVITABLE AND THE UNNECESSARY" - DAL 19 NOVEMBRE AL 22 GENNAIO 2011  
 
La Galleria Giò Marconi è lieta di presentare nei suoi spazi al piano terra "The Inevitable and the Unnecessary", seconda personale dedicata all´artista newyorkese Matthew Brannon. La mostra inaugura venerdì 18 novembre ed è visitabile fino al 22 gennaio 2011. In primo piano nelle opere dell´artista temi come l´incoerenza, l´accesso, il desiderio represso, l´alcolismo, la carriera. Nel corso degli anni, il lavoro di Brannon si è espresso in un´ampia varietà di forme: arazzi, stampe in rilievo, silkscreens, affreschi, registrazioni sonore, scritti e film. A questa lista ora l´artista aggiunge le più convenzionali tra le forme d´arte: la pittura ad olio e il disegno. Le pitture, realizzate in tonalità monocromatiche di grigio, bianco e nero, raffigurano forme floreali astratte ispirate a disegni che Brannon ha realizzato dal vivo. Alcune rimandano a scenari di giardini notturni; a ltre sembrano immortalare foglie bianche che cadono su sfondi grigio pallido. Esposti uno accanto all´altro i dipinti danno luogo ad una serie che letteralmente rovescia la pittura com´è convenzionalmente espressa e recepita. I lavori fronteggiano metaforicamente il muro e mostrano allo spettatore il retro. Così facendo rendono visibile la materia grezza di cui si serve l´artista, o chi si fregia di tale nomina. Insieme ad una varietà di acrilici Brannon presenta nuove sculture. In esse si percepisce il tono canzonatorio di Brannon nei confronti di quella che è l´immagine clichè di artista: solo nel suo studio, di notte, che beve vino, fuma, legge stropicciate edizioni tascabili, ascolta dischi jazz e si pulisce le mani sporche di pittura sui jeans. Altre sculture ricostruiscono scaffali da bar su cui sono appoggiate mani scolpite a grandezza naturale e bottiglie di legno dipinte, i cui colori rimandano a quelli da l gusto neutro dei dipinti. Sia il piacere del bere che le sue conseguenze sono state e sono un soggetto costante nel lavoro di Brannon. In mostra anche due letterpress, lavori distintivi dell´opera di Brannon, in cui illustrazioni e testi convivono. Alla domanda "qual´è il ruolo dell´arte?", una volta Brannon ha risposto " l´arte è una frustrazione produttiva e una piacevole irritazione". Una delle priorità dell´artista è il coinvolgimento del pubblico: il suo lavoro vuole essere irritante o provocatore/canzonatore, non per distrarre ma per diventare un´opportunità di porsi domande sulle nostre motivazioni e i nostri desideri. Un´´opportunità di ricostruire la storia come se ci trovassimo sulla scena del crimine: è sangue questo sparso su tutto il pavimento o è solo vino versato? Matthew Brannon è nato a St. Maries, Idaho, nel 1971. Vive e lavora a Ne w York. Nel 2011 Matthew Brannon terrà una mostra personale a cura di Daniel Birnbaum presso Portikus, a Francoforte. Negli anni Brannon è stato protagonista di mostre personali quali: Mouse Trap, Light Switch, Museum M, Leuven, Belgio; Reservations, Ursula Blickle Stiftung, Kraitchal, Germania; Where Were We, Whitney Museum of American Art at Altria, New York; e Try and Be Grateful, Art Gallery of York University, Toronto. I suoi lavori sono stati presentati in tutto il mondo in numerose mostre tra cui: At Home/not at Home: Works from the Collection of Martin and Rebecca Eisenberg, Center for Curatorial Studies, Bard College, Annandale-on-hudson, Ny; Cabinet of Curiosities con Pablo Bronstein, Matthew Brannon, Anthea Hamilton, and Wayne Koestenbaum, Nottingham Contemporary, Nottingham, Inghilterra; Beg, Borrow, Steal, Rubell Family Collection, Miami; 50 Moons of Saturn, T2 Trienniale di Torino, Torino, Italia; the 2008 Whitney Biennial, Whitney Museum of American Art, New York; and Multiplex: Directions in Art, 1970 to Now, Museum of Modern Art, New York  
   
   
MILANO (FONDAZIONE MUDIMA): SILVERIO RIVA - 23/11 / 23/12/2010  
 
La Fondazione Mudima riscopre con una mostra antologica l’intenso percorso artistico di una voce significativa della scultura italiana della seconda metà del Ventesimo Secolo. Silverio Riva, nato a Voghera nel 1940, diplomatosi al Liceo Artistico continua gli studi in scultura con Luciano Minguzzi all’Accademia di Brera di Milano, distinguendosi molto presto per l’originalità e l’afflato poetico delle sue opere. Segnalato da Alberico Sala sul Corriere della Sera come una delle figure più originali della scena artistica di quegli anni, dal 1965 si avvia verso un’importante carriera che lo porta ad esporre il suo lavoro in prestigiose gallerie ed istituzioni nazionali (Milano, Padova, Albissola, Piacenza, Savona, Campione d’Italia, Torino, Parma, etc.) ed estere (Amsterdam, Atene, Tel Aviv, Stoccolma, Basilea, etc.) in mostre personali e collettive. Oltre alla sua attività di scultore e di professore all’Accademia di Brera, Riva nei primi anni ’80, è stato anche ideatore e curatore per il Comune di Voghera di una innovativa iniziativa artistica chiamata “Arte e Ambiente” che coinvolse l’Oltrepò pavese e che si rivolse, in anticipo sui tempi, alla sensibilizzazione del patrimonio ecologico e alla valorizzazione del territorio. In quella occasione, e per alcune edizioni, Riva riuscì a riunire un collettivo di artisti tra i maggiori scultori italiani (Arnaldo Pomodoro, Finotti, Somaini, Sangregorio, Staccioli, Bodini e altri) che operarono in situ coinvolgendo la popolazione locale. A più di dieci anni dalla scomparsa di Silverio Riva, la mostra alla Fondazione Mudima gli rende omaggio ripercorrendo tutte le tappe della sua carriera artistica: dagli inizi come pittore a metà anni ’50, all’immediato e definitivo passaggio alla scultura negli anni ’60 con i primi lavori influenzati da Alberto Giacometti, fino alla definizione successiva del linguaggio più maturo della produzione degli anni ’70 e ’80 e ’90. Dalla panoramica delle opere in mostra (circa 50 opere disposte su due piani: gessi, bronzi e quadri al piano terra; terrecotte più litografie e disegni al primo piano), risulta evidente da una parte il profondo sentimento elegiaco che Riva riesce ad imprimere alla materia, trasportando la creazione artistica a diretto contatto con la purezza della natura, dall’altra la sua straordinaria abilità a trascorrere sui materiali senza soluzione di continuità: dall’uso del legno in una serie di opere dal sapore Pop della metà degli anni ’60 che avevano per soggetto nuvole, onde e soli esposte in una importante mostra alla galleria San Fedele di Milano, ai bronzi e alle ceramiche degli anni ’70 e ‘80 fino al recupero delle origini storiche della scultura classica e barbarica con un uso quasi esclusivo della terracotta negli anni ’90. Hanno scritto di lui Alberico Sala, Roberto Sanesi, Agenore Fabbri, Luigi Carluccio, Leonardo Vergani, Vittorio Emiliani, Rossana Bossaglia, Raffaele De Grada e altri. Catalogo con testi critici di Andrea B. Del Guercio e Gianluca Ranzi, edito da Mudima Edizioni, Info: via Tadino 26, 20124 Milano - tel. +39 02.29.40.96.33 fax +39 02.29.40.14.55 - www.Mudima.net  - info@mudima.Net    
   
   
MILANO (PALAZZO REALE) : “ČIURLIONIS: UN VIAGGIO ESOTERICO 1875 – 1911”  
 
Nella mostra “ČIurlionis: Un viaggio esoterico 1875 – 1911” saranno esposte ben 79 opere dipinte su tela o cartoncino in tempera e pastello, 30 acquerelli, chine e disegni di varia natura, 24 fotografie e molti documenti, tra cui una raccolta inedita di lettere provenienti dal Museo Nazionale d’Arte di M.k. Čiurlionis, tempio dell’arte moderna lituana – di Kaunas, in Lituania. L’artista lituano Mikalojus Konstantinas Čiurlionis (1875 – 1911) sognava di far conoscere le sue opere all’Europa Occidentale, l’invito ricevuto dal grande Maestro Vasilij Kandinskij, favorevolmente impressionato da alcuni dipinti in esposizione a S. Pietroburgo, fu l’occasione per tradurre il sogno in realtà. Il Maestro invitò l’artista lituano ad esporre a Parigi e nello stesso anno Künstlervereinigung ebbe un’idea simile a Monaco. Sfortunatamente l’invito fu tardivo, all’età di 36 anni Čiurlionis morì. “Per noi lituani, il “viaggio” delle opere di M.k. Čiurlionis è di straordinaria importanza – afferma l’Addetto Culturale della repubblica di Lituania e Coordinatrice della mostra tra l’Italia e la Lituania prof.Ssa Ieva Gaizutyte – perché attraverso le sue creazioni il Grande Maestro ha contribuito alla formazione dell’identità culturale del popolo lituano. Per comprendere l’importante significato che possiede Čiurlionis nella nostra cultura, è necessario comprendere il quadro storico in cui lui ha vissuto: era il periodo della dominazione dell’Impero Russo, la cultura tradizionale era pressoché inesistente e veniva fatto divieto di insegnare, scrivere e pubblicare in lingua lituana. Čiurlionis riuscì a diffondere e far conoscere al mondo intero il concetto della cultura lituana attraverso la passione del creare, perseguendo questo scopo a costo della sua vita.” Attraverso le opere di Čiurlionis possiamo cogliere l’enigma della natura ed intravvedere gli archetipi del mondo arcaico, figli di ogni cultura tradizionale. Ha rispecchiato la sensibilità dell’animo lituano e il rispetto per la natura dell’ultimo popolo pagano d’Europa. Le sue opere trasmettono amore per la Patria, per le tradizioni del suo popolo ed hanno diffuso nel mondo il messaggio sulla libera esistenza dell’Individuo nel Cosmo. “Colgo l’occasione per esprimere i miei più sentiti ringraziamenti al Sindaco di Milano Letizia Moratti e a tutti coloro che hanno contribuito alla perfetta riuscita di questo evento: Palazzo Reale, la Fondazione Antonio Mazzotta, l’Ambasciata ed il Consolato della Repubblica di Lituania e il Museo Nazionale d’Arte di M.k. Čiurlionis. Ringrazio inoltre la Fondazione Cariplo, la Viscione Editore, la “Valartes” e l’Associazione Culturale “Vytis” per il sostegno economico e la preziosa collaborazione ma il mio ringraziamento si estende anche ai molti che hanno contribuito all’organizzazione e alla realizzazione della Mostra.” Conclude la prof.Ssa Gaizutyte. La mostra sarà aperta fino al 13 febbraio 2011. Per maggiori informazioni: http://www.mostraciurlionis.it/ ; www.Comune.milano.it/palazzoreale ; http://www.mazzotta.it/  
   
   
MILANO (LA PERMANENTE): “L’ARTISTA, IL POETA” A CURA DI FLAMINIO GUALDONI E ALBERTO PELLEGATTA - “I DISEGNI DELLA RESISTENZA DELLA COLLEZIONE ADA E MARIO DE MICHELI” – FINO AL 9 GENNAIO 2011  
 
La Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente di via Turati 34 a Milano giovedì 11 novembre 2010 alle ore 18.00 inaugura la mostra “L’artista, il poeta” a cura di Flaminio Gualdoni e Alberto Pellegatta, e l’esposizione “I disegni della Resistenza dalla collezione Ada e Mario De Micheli”, legate fra loro dal confronto con tematiche politico-sociali, che rimarranno aperte al pubblico sino al 9 gennaio 2011: L’artista, il poeta propone un percorso parallelo fra arte e poesia, attraverso le opere di alcuni tra i maggiori artisti italiani del Novecento che più o meno continuativamente si sono espressi anche attraverso la parola poetica, indagando forme e cadenze della stessa o, più semplicemente, utilizzando la scrittura come uno studio preparatorio, un bozzetto. Venticinque artisti per una straordinaria rassegna che spalanca le porte alla produzione lirica e non solo pittorica. Tra temi storici, allegorici e poetici la rassegna ripercorre in modo attento e affascinante la dimensione inesplorata dell’inconscio poetico dei maggiori artisti italiani, pittori e scultori del secolo scorso, che hanno attinto non solo al sentimento e all’estro artistico ma anche all’intelletto della poetica letteraria. La curatissima selezione ad opera di Flaminio Gualdoni e Alberto Pellegatta annovera i seguenti artisti: Ardengo Soffici, Carlo Carrà, Umberto Boccioni, Francesco Cangiullo, Ottone Rosai, Arturo Martini, Filippo De Pisis, Mino Maccari, Scipione, Francesco Messina, Luigi Bartolini, Fillia, Regina, Farfa, Fausto Melotti, Toti Scialoja, Luigi Broggini, Umberto Bellintani, Emilio Tadini, Ruggero Savinio, Alberto Ghinzani, Emilio Villa, Roberto Sanesi e Vicenzo Agnetti, Ugo Carrega. In esposizione circa 80 opere tra sculture, dipinti e disegni, oltre a manoscritti assolutamente inediti e testi dispersi in edizioni introvabili, per riconoscere in questi versi l’arte pittorica e scultorea di alcuni fra gli autori più singolari e straordinari, giunti fino a noi attraverso le più importanti collezioni sia pubbliche sia private, e qui nelle sale della Permanente proposti in un percorso espositivo che rispecchia diligentemente il periodo cronologico stilistico cui le opere si riferiscono. A testimonianza del lavoro e della ricerca di questa originale rassegna, unica nel suo genere per modalità di proposta, la scelta di accompagnare l’esposizione non con un semplice catalogo ma con una vera e propria antologia. (Edizioni Skira) La seconda inaugurazione in programma I disegni della Resistenza propone una selezione di disegni della Resistenza appartenuti alla Collezione Ada e Mario De Micheli, e da oggi in comodato d´uso per cinquanta anni al Museo della Permanente di Milano dal Comune di Trezzo sull´Adda. La collezione andrà ad arricchire il già consistente patrimonio artistico in visione permanente alla Società per le Belle Arti di Via Turati. In mostra saranno esposti circa quaranta dei settanta disegni della Collezione Ada e Mario De Micheli, la maggior parte dei quali realizzati con matita grassa o inchiostro su carta, oltre a qualche acquarello e a qualche carboncino sempre su carta. "I disegni sono stati eseguiti negli anni della Resistenza dagli artisti che vi parteciparono. Si tratta di una memorabile testimonianza d´arte e di impegno civile, unica nel suo carattere, pazientemente raccolta e donata al Comune di Trezzo perchè rimanga vivo e perenne il ricordo eroico e drammatico di quei giorni “, così si esprimeva lo stesso Mario de Micheli. Tra i numerosi artisti che saranno presenti in mostra troviamo tra gli altri Bruno Cassinari, Renato Guttuso, Aligi Sassu, Renato Birolli, Franco Rognoni, Ernesto Treccani, per citarne solo alcuni, che con il loro impegno e la loro straordinaria forza emotiva hanno fatto grande la storia dell’arte italiana. La Donazione Ada e Mario De Micheli, acquisita nel 1984 dal Comune di Trezzo attraverso il lascito effettuato dal Professore Mario De Micheli e da sua moglie Ada Tommasi, è stata costantemente arricchita negli anni successivi fino al 2007, quando gli eredi Anna e Giuseppe De Micheli hanno conferito un ulteriore fondo di libri e l´archivio personale. L’identità della Donazione si presenta infatti come un bene inestimabile e di grande valore storico, testimonianza preziosa e originale realizzata in oltre sessant’anni di raccolta documentata e vissuta direttamente da Ada e Mario de Micheli, figure emblematiche nella cultura italiana. La conferma la possiamo ritrovare anche negli scritti e nel percorso biografico del critico e storico dell’arte De Micheli, intellettuale di prima grandezza nel panorama artistico del secondo dopoguerra e di sua moglie Ada Tommasi, sposa coraggiosa e indimenticabile compagna di vita, a tracciare uno spaccato della storia d’Italia di ieri, per una memorabile ricostruzione delle poetiche grafiche di tanti nostri importanti artisti  
   
   
INVERUNO (CENTRO SERVIZI PER LA CULTURA E L’IMPRESA - SALA FRANCESCO VIRGA INVERUNO): GIANCARLO COLLI. PITTORE D’IMPEGNO E DI NATURA A CURA DI GIORGIO SEVESO – FINO AL 9 GENNAIO 2011  
 
Ritorna a novembre l’ormai consolidato appuntamento autunnale espositivo di Inveruno, voluto dall’Amministrazione Comunale in occasione dell’Antica Fiera di San Martino (13-14-15 novembre 2009) e realizzato con la collaborazione della Fondazione Antonio Mazzotta. Dopo il successo delle mostre dedicate a Marc Chagall, Salvador Dalí, Giambattista Piranesi e Salvatore Quasimodo, quest’anno sarà presentata una ricca selezione di opere del pittore Giancarlo Colli, pittore di impegno e natura, come lo definisce il curatore Giorgio Seveso nel suo testo in catalogo. La natura e l’impegno, cui Colli ha affidato il compito di esprimere il senso definitivo del suo lavoro, si riflettono infatti, nei vari soggetti (ritratti, paesaggi, corpi, avvenimenti, volti, aquiloni, fiori, campi…) e nei vari periodi; a volte in maniera ben distinta l’una dall’altra, a volte intrecciate e simultanee nella medesima immagine. Nelle tele, nei pannelli, nei fogli dei disegni e nella grafica, compare, espressa in modo più o meno esplicita e univoca, “la doppia direzione della sua sensibilità narrativa: da una parte la contemplazione del mondo naturale in cui viviamo, dall’altra l’esplicita presa di posizione assorta e combattiva a fianco delle ragioni del lavoro”. “Nelle opere qui raccolte - scrive il curatore -, c’è una pittura colma e c’è una filosofia della pittura stessa, un pensiero iconico appropriato al tempo nostro, laddove soprattutto la turbata identità degli uomini e delle donne di quest’Italia di crisi e disvalori, di speranze e disperazioni, viene a specchiarsi nell’immaginario di un artista che dell’alienazione esistenziale, ma anche del suo riscatto nella poesia del vivere, ha fatto radicalmente e ostinatamente il proprio motore interiore. Ed è proprio in questa radicalità decisiva, appassionata e fedele a se stessa, insieme linguistica e tematica, segnica e poetica, che Colli ha affondato le mani per trarne la straordinaria vicenda delle sue immagini”. Giancarlo Colli, nato a Malvaglio (Milano) nel 1931, vive e lavora a Inveruno e a Milano. Inizia a dipingere nei primissimi anni Cinquanta a Malvaglio e poi a Brera, all’Accademia di Belle Arti, dove frequenta i corsi di pittura e scultura. Dal 1962 ha tenuto mostre personali a Milano, Roma, Parma, Reggio Emilia, Castano Primo, Robecchetto, Inveruno, Magenta, Corbetta, Abbiategrasso, Torino, Brescia, Palermo, Cremona e altrove. Ha partecipato a concorsi, mostre collettive nazionali e internazionali, tra cui: varie edizioni del Premio Sant’ilario d’Enza (1° premio nel 1962); Suzzara (premiato nel 1962, ’63, ’64); Premio Ramazzotti, Milano (premiato nel 1967); Premio Resistenza, Chiari (premiato nel 1966); Premio Rinascita Omaggio a Che Guevara, Milano (premiato nel 1967); varie edizioni del Premio Scalarini, Reggio Emilia (premiato nel 1964 e nel ’69, 1° premio nel ’67); Iv Premio Cinisello Balsamo (premiato nel 1967); Premio Abbiategrasso (1° premio nel 1977). Il catalogo edito da Mazzotta comprende il saggio di Giorgio Seveso, uno scritto di Giancarlo Colli e una ricca antologia critica con scritti di Mario De Micheli, Gianni Cavazzini, Flaminio Gualdoni, Giovanna Ginex, Antonello Negri, Aurora Scotti, Vittorio Seroni e molti altri. Info: Centro Servizi per la Cultura e l’Impresa - Sala Francesco Virga (Largo S. Pertini 2, Inveruno) - tel. 029788121 - biblioteca@comune.Inveruno.mi.it  - www.Comune.inveruno.mi.it  
   
   
MILANO: A PALAZZO MORANDO UNA MOSTRA DI ROBERTO CAVALLI  
 
Giovedì 18 novembre, nelle sale di Palazzo Morando, in via Sant´andrea 6, è stata inaugurata la mostra fotografica "Il nero non è mai assoluto" a cura di Roberto Cavalli, organizzata in collaborazione con l´Assessorato alla Cultura del Comune. L’esposizione di Palazzo Morando riproduce una selezione di scatti provenienti dall´archivio dello stilista: un autentico "diario di bordo" che testimonia il percorso creativo che ha portato Roberto Cavalli ad essere protagonista di un successo internazionale e di 40 anni di inarrestabile carriera. Un´idea progettuale che vuole dimostrare come la creatività non sia frutto dell´estro di un momento, ma il risultato di una ricerca complessa. "Qual migliore set di Palazzo Morando per una mostra che fonde Moda, Costume e Immagine in un unico progetto artistico – ha commentato l´assessore alla Cultura Massimiliano Finazzer Flory –. Ma è un set su cui si inseguono tre lettere ‘S’: storie, stupore, seduzione. In ogni sua fotografia vi è un timone attraverso il quale Cavalli ha orientato le proprie mete che qui sono prima di tutto non luoghi fisici ma mentali”. “Questa mostra è il mio diario, dove non ci sono i giorni e le date, ma un percorso che testimonia i miei anni di vita - ha detto Roberto Cavalli -. Una piccola parte del mio archivio fotografico, che rende accessibile a tutti il processo creativo, che porta alle stampe dei miei tessuti. Le mie stampe nascono sempre dalle mie fotografie e dalle stampe nascono i miei vestiti. L’oggetto più comune può far rinascere in me ricordi lontani e diventare fonte di ispirazione per una collezione o un semplice dettaglio di un abito. Ho fissato nella mia mente e poi nella mia macchina fotografica quei momenti, cose, persone. Ho guardato un cielo nero e ho aspettato con pazienza, per ore, che si aprisse un varco di sole. Ecco, il nero non è mai assoluto. Dietro c’è sempre una luce”. La mostra resterà aperta fino al 12 dicembre, da martedì a domenica, con orario continuato dalle ore 9 alle ore 17.30. L´ingresso è gratuito  
   
   
150° ... IN VERDE! I PARCHI PIEMONTESI PREPARANO I FESTEGGIAMENTI DEL 2011  
 
Da riserve del Re... A parchi di tutti! Il 2011 vedrà il Piemonte festeggiare i 150 anni dell´Unità d´Italia con manifestazioni, rievocazioni e incontri a tema: un anno ricco di appuntamenti per ripercorrere la storia d´Italia. Il progetto "Parchi 2011" è un´iniziativa attraverso cui 8 parchi naturali piemontesi racconteranno al pubblico anche la propria storia , legata alla nascita dell´Italia o alla Casa Reale dei Savoia spesso all´origine della loro istituzione come riserve di caccia o "polmoni" verdi per le residenze di villeggiatura. Un modo per rivalutare il patrimonio naturalistico della regione attraverso animazioni, incontri, mostre e passeggiate per conoscere più da vicino aree protette che "da riserve del Re" sono diventate grazie all´Unità d´Italia "parchi di tutti"! In effetti buona parte delle aree verdi della Regione Piemontesono oggi tutelate proprio grazie a chi allora ne valutò le potenzialità naturalistiche e ambientali per trasmetterle intatte alla collettività. "Parchi 2011" vuole dunque evidenziare uno dei grandi regali dell´unificazione a tutti gli italiani: 8 aree protette, di cui 2 nazionali (Parco Nazionale del Gran Paradiso, Parco Val Grande, Parco delle Alpi Marittime, Parco della Mandria, Parco Fluviale del Po e dell´Orba, Parco Naturale della Collina di Torino, Parco Burcina e Parco della Val Troncea) che nella primavera 2011 apriranno al pubblico con manifestazioni e opportunità "speciali" a seconda delle vocazioni di ogni territorio. Il ricco calendario degli eventi verrà presentato a Febbraio 2011 presso il Museo di Scienze Naturali di Torino dove il pubblico verrà accolto da personaggi in costume che racconteranno aneddoti sulla vita di corte e potrà degustare prodotti tipici dei diversi territori. In questa occasione verranno presentate alcune pubblicazioni sulla storia dei Parchi, realizzati grazie alle ricerche di Luca Avataneo e Michele Vacchiano. Tra queste anche una particolare edizione illustrata per bambini, dal titolo: "Nel regno dei Parchi" ideata dai settori Educazione dei vari Parchi e dalla Provincia di Torino, con illustrazioni di Roberta Accatino e Stefania Cavalieri. Corredato dai testi di Serena Campa, il libro avvicina i più piccoli alla storia dei parchi naturali naturali attraverso il viaggio di una bambina, Fiore, che in sogno si trova a passeggiare in compagnia del suo cavallo Gedeone tra le aree protette. Fiore e il suo cavallo scoprono le peculiarità di ogni parco attraverso paesaggi, riferimenti all´architettura, flora o fauna tipiche e personaggi che ne hanno segnato la storia, come Vittorio Emanuele Ii o il Conte di Cavour. Il grande sogno di Fiore si trasforma così nell´invito, rivolto a tutti i bambini e alle loro famiglie , a scoprire la natura meravigliosa delle aree protette. Per Informazioni Parchi 2011: www.Threesixty.it    
   
   
PADOVA (CENTRO CULTURALE SAN GAETANO): PIERO BROMBIN - IL MITO, L’INGANNO, IL GIOCO - 50 YEARS ON THE ROAD OF ART - EXHIBITION & ARTISTIC EVENTS - 13 DICEMBRE 2010 / 3 FEBBRAIO 2011  
 
Sarà una mostra evento quella che a partire dal 13 dicembre occuperà gli spazi espositivi e l’Auditorium del Centro Culturale San Gaetano di Padova. Con il titolo “Il mito, l’inganno, il gioco” Piero Brombin, un artista che “produce in modo naturale, esattamente come a qualunque altro essere umano piacerebbe poter produrre, privo di complessi sociali, senza ostacoli compositivi, senza preclusioni mentali”, come ha scritto Patrizio Grandesso, propone il dialogo, costantemente rinnovato, con artisti, movimenti, fenomeni, strumenti espressivi, produzione industriale, che hanno caratterizzato il suo “fare arte”, nei cinquant’anni della sua attività. La mostra-evento documenta un periodo di ricerca e di lavoro nell’ambito delle arti visive, dell’architettura, del design e dell’ambiente con interventi, progetti, manifestazioni internazionali. Il tutto documentato con un progetto espositivo dove troveranno posto una serie di opere (disegni, fotomontaggi, modelli) che rappresentano un periodo di lavoro di Piero Brombin che parte dagli anni ‘50 per arrivare al 2010. L’opera di Piero Brombin, per dirla con Bruno Zevi “è un atto di poesia” di grande intesità e delicatezza. Anche “evocando silenziosamente immani tragedie, Piero Brombin – dice ancora Zevi – ha raggiunto la “leggerezza” di cui parla Calvino come prima qualità della poesia”. Lo spazio che andrà ad occupare la mostra sarà l’Agorà al piano terra del Centro Culturale Altinate, con un progetto espositivo dove troveranno posto una sessantina di opere di pittura, architettura, design (disegni, fotomontaggi, modelli). Durante le ore notturne su uno schermo di proiezione, attivato da un impianto tecnologico, scorreranno una serie di immagini, documenti filmati e testimonianze visibili del percorso artistico di Brombin. Dallo spazio centrale dell’Agorà si creeranno, secondo un programma stabilito, degli accadimenti “interagenti” di musica, teatro, forum, dibattiti sugli accadimenti socio-culturali che hanno spronato la produzione artistica, performance, con la partecipazione di collaboratori invitati esclusivamente per questo evento. L’intento sarà di realizzare una manifestazione sempre viva, sempre in movimento, nella quale sarà dato grande spazio agli interventi o opere degli allievi, degli amici e compagni di viaggio. “Il mito, l’inganno, il gioco” non è una semplice mostra di oggetti e visioni – come evidenziato fin dal titolo e nemmeno una pura retrospettiva dell’attività di Piero Brombin, ma, in consonanza con il modo di intendere il fatto artistico da parte dell’autore, l’esposizione-evento vuole funzionare da catalizzatore, da occasione e da contesto per altri eventi che riguardano il fare arte. Da qui un programma di appuntamenti con il cinema, il teatro, la musica . Interventi di altri artisti. Vi saranno interventi individuali di gruppi o di artisti con i quali Brombin, ha lavorato. Tra questi: Michele De Lucchi, Gaetano Pesce, Alessandro Mendini, Tobia Scarpa, Enzo Siviero, Adolfo Natalini, Ugo La Pietra, Gruppo Calicanto, Franco Raggi, Italo Zannier e tanti altri oltre a testimonianze di comuni lavori con personalità scomparse: Carlo Scarpa, Ettore Sottsass, Bruno Zevi e altri ancora. E infine le scuole. “Il mito, l’inganno, il gioco” è una mostra che racconta arte, si raccorda all’arte, al fare e all’apprendere il fatto artistico. Che diventa nuovo fare e conoscenza. Le scuole protagoniste: Istituto d’Arte Padova, Università di Padova, I.u.a.v., Scuola di design. Il catalogo Anche il catalogo della mostra si presenta come oggetto artistico, con tiratura limitata del formato di cm 34 x 45, pagine circa 250 e copertine in cartone fatte a mano. Gli Incontri Una mostra evento con un ricco calendario di appuntamenti a ripercorrere le tracce del “fare arte” degli ultimi cinquant’anni con una visione prospettica su ciò che ci accade. Allestimento La mostra si inaugurerà il 18 dicembre, ma, per un’esposizione che concepisce il “fare artistico” e non solo l’opera “finita” sarà aperta al pubblico anche la fase dell’allestimento che inizia il 13 dicembre. 15 dicembre 2010 Concerto dei Calicanto di musica popolare con omaggio a Carlo Scarpa. 18 dicembre 2010 Inaugurazione e apertura al pubblico de Il mito, l’inganno, il gioco 14 gennaio 2011 Conferenza di Gaetano Pesce, designer. Ore 18,00 Auditorium Centro Culturale San Gaetano. 18 gennaio 2011 Incontro con Michele De Lucchi, architetto designer, Franco Raggi, architetto designer, Alessandro Mendini, architetto ore 18,00 Auditorium Centro Culturale San Gaetano 29 gennaio 2011 Convegno “Non chiamiamolo più design”, all’interno presentazione del concorso “Coltivare l’architettura”. Ore 18,00 Auditorium Centro Culturale San Gaetano. Info: Comune di Padova Settore Attività Culturali – Servizio Mostre - infocultura@comune.Padova.ithttp://padovacultura.Padovanet.it. Orario mostra: 10.00 - 19.00 Chiusura: lunedì non festivi, Natale, Santo Stefano, Capodanno. Ingresso: gratuito  
   
   
LA "LUNGA NOTTE DEI MUSEI DI BOLZANO"  
 
Venerdì 26 novembre, dalle ore 16, sette musei bolzanini apriranno gratuitamente le loro porte offrendo visite guidate, mostre, musica e intrattenimento. Sono previste iniziative speciali per bambini e famiglie. Chiuderà la serata un After.night.clubbing al Museion. Museo Archeologico, Museo Civico, Museo della Scuola, Museo di Scienze Naturali, Museo Mercantile, Museion e Castel Roncolo: sono i sette protagonisti della “Lunga notte dei Musei di Bolzano 2010” che si svolgerà venerdì 26 novembre. A partire dalle ore 16, i sette Musei proporranno un variopinto programma ad ingresso libero per tutte le età che si concluderà all’una di notte. Per i più nottambuli un After.night.clubbing di chiusura al Museion si protrarrà dalle ore 23 fino all’alba. La manifestazione è stata presentata questa mattina (18 novembre) presso la sede del Museo Archeologico dell’Alto Adige da Othmar Parteli, direttore della Ripartizione provinciale dei Musei provinciali altoatesini, dal sindaco di Bolzano, Luigi Spagnolli, e da Gerhard Brandstätter, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Bolzano. Fino alle ore 20 l’offerta è pensata appositamente per bambini e famiglie. L’edizione 2010 dedica loro uno spazio maggiore rispetto all’anno precedente, perché anticipa l’inizio della “Lunga notte dei Musei di Bolzano” di un’ora, dalle 17 alle 16. Appositi bus navetta gratuiti collegheranno Castel Roncolo al centro città. Le fermate si trovano in via Cassa di Risparmio davanti al Museo Archeologico e nel parcheggio del Castello. Un’atmosfera magica ed insolita farà da cornice alle numerose proposte. Dai suoni della preistoria al Museo Archeologico alle avventure bolzanine di Casanova al Museo Mercantile, dalle letture da quaderni e testi di una volta al Museo della Scuola ai ritmi flamenchi al Museo di Scienze Naturali, dalle performance artistiche al Museion fino al viaggio nel Medioevo a Castel Roncolo ed ai doni d’amore al Museo Civico, la Lunga notte offrirà nove ore di cultura ed intrattenimento per scoprire i tesori della città di Bolzano. Parallelamente, dalle ore 23 il piano interrato di Museion ospiterà un evento di chiusura collettivo di tutti i musei, l’After.night.clubbing con musica e servizio bar. Fino alle 4 del mattino si alterneranno alla consolle i Broken Reform (Paolo Marris, Egon Strabella e Luca Venus) e Dj Andrea Toro, immersi negli scenari luminosi ideati da Hack this Sound (Andrea Tebon). L’ingresso alla serata clubbing costa 12 euro. Il programma dettagliato della “Lunga notte dei Musei di Bolzano” si può consultare alla pagina web www.Lunganotte.it  o nella brochure blu “Lunga notte dei musei di Bolzano” distribuita in tutti i musei aderenti. Giunta quest’anno alla nona edizione, fin dal suo debutto nel 2002 la Lunga notte dei musei di Bolzano è sostenuta dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Bolzano  
   
   
PIEVE DI SOLIGO - IL SECONDO NOVECENTO NEL PAESAGGIO TRA VENEZIA E LE DOLOMITI - SPRINGOLO, DE PISIS, CADORIN, BARBISAN, PIZZINATO, MUSIC, ZIGAINA - 21 NOVEMBRE 2010 / 27 FEBBRAIO 2011  
 
Seconda puntata della quadriennale ricerca sulla pittura di paesaggio nel Veneto, di Laguna e di Terraferma, che Dino Marangon sta portando avanti per conto di Euromobil e del Comune di Pieve di Soligo. Questo nuovo capitolo dell´indagine sfocia, dal 21 novembre al 27 febbraio, in una ampia rassegna ospitata da Villa Brandolini a Pieve di Soligo, nel cuore delle colline trevigiane del Prosecco. Un luogo paesaggisticamente emblematico, quindi, per ospitare una mostra che indaga, questa volta sul versante più specificatamente figurativo, quel connubio, incontro-scontro tra l´arte e il paesaggio in artisti legati per residenza, attività, ispirazione al particolarissimo territorio che dalle Alpi discende alla Laguna veneziana. Non un luogo qualsiasi, quindi, ma un territorio italiano che, grazie anche alla Biennale, è punto di incontro privilegiato, sul mondo e con il mondo. Lo scorso anno, sempre a Villa Brandolini, Oltre il paesaggio puntava ad esemplificare il paesaggio interiore, sublimazione e superamento di quello reale. Nel paesaggio - questo il titolo del nuovo appuntamento espositivo - indaga invece "le diverse ipotesi creative e le molteplici indagini contemporaneamente sviluppatesi proprio a partire da un più ravvisabile rapporto con il mondo fenomenico concepito come spunto e occasione di sempre nuove e diverse possibilità di invenzione e di interpretazione". Cento opere, molte inedite e con importanti prestiti da Ca´ Pesaro e dall´Accademia dei Concordi, per documentare l´intrecciarsi di differenti filoni creativi, il formarsi ed evolversi di universi linguistici e spunti immaginativi nuovi, talvolta sotterraneamente collegati alla grande pittura di tradizione. Fermenti che contagiano anche Maestri dalla personalità consolidata, come evidenzia il rarefarsi della pittura di Filippo De Pisis, mentre Guido Cadorin rende magici i colori, le luci artificiali, la modernità di Venezia e Giuseppe Cesetti sperimenta nuove e più trasognate variazioni coloristiche. Per parte sua Nino Springolo penetra con sempre maggior lucidità la poesia del comune vivere quotidiano, mentre Pio Semeghini viene ulteriormente distillando le proprie immagini, quasi esplorando la loro fatica ad apparire. Fedeli allo spontaneo mito delle atmosfere locali, artisti dotati di grandi qualità pittoriche e disegnative come Fioravante Seibezzi, Luigi Scarpa Croce, Eugenio da Venezia, Neno Mori, Carlo Dalla Zorza e i loro amici Marco Novati, Eugenio Varagnolo, Mario Vellani Marchi, Gigi Candiani, pur senza sconvolgere il loro ormai consolidato universo creativo, sanno variarlo e arricchirlo, mentre, quasi a reagire alla loro mobilissima e raffinata pittura di tocco, Giorgio Valenzin, Remigio Butera, Girolamo De Stefani, Aldo Bergamini, Guido Carrer e Mario Dinon, vanno enucleando visioni più segreta e ferma espressività. Se per questi pittori sarà soprattutto Venezia con le sue lagune a costituire il riferimento più frequente, per altri artisti di grande sensibilità e raffinatezza come Orazio Celeghin, Luigi Cobianco, Juti Ravenna, saranno soprattutto Treviso, le sue strade, le sue abitazioni, i suoi giardini, unitamente all´ampio corollario delle sue campagne, dei suoi fiumi e dei suoi colli a offrire lo spunto per le loro equilibrate ricerche cromatiche e formali, ricerche che troveranno magistrale espressione anche nelle acutissime indagini grafiche e pittoriche di Giovanni Barbisan e di Lino Bianchi Barriviera. Un capitolo a parte meriterebbe poi un´indagine sui pittori legati alle proprie origini montanare: ci si dovrà limitare a documentare la dura consapevolezza esistenziale dei paesaggi di Fiorenzo Tomea, le robuste cadenze consapevolmente popolaresche e vernacole di Davide Orler, il sapido naturalismo di Luigi Cillo. Venezia è officina dell´arte che assorbe personalità di diversa tradizione. Quella ebraica di Giorgio Valenzin, o l´armena di Leone Minassian o quella dei confini orientali di Zoran Music. Il nuovo, di impronta internazionale, permea l´opera di Bruno Saetti quanto le liriche marine di Gastone Freddo o le tele di Armando Pizzinato, protagonista del Fronte Nuovo delle Arti. Giuseppe Zigaina intanto dilata le proprie sintesi paesistiche in emblematiche visioni del mondo, emergenti dalla profondità del ricordo, dagli infiniti meandri della psiche. Riallacciandosi alle gloriose esperienze dei capesarini, nuove generazioni di artisti, intraprendono nuove articolate ricerche: Renato Borsato, Giorgio Dario Paolucci, Alberto Gianquinto, Saverio Barbaro, Corrado Balest, ciascuno con una propria cifra e linguaggio. A testimoniare come il paesaggio, lungi dall´essere un "genere" superato, continui ad essere luogo di ricerca e di confronto privilegiato. Realizzata nell´ambito Paesagire (tutta una serie di convegni, iniziative e incontri sui più diversi aspetti del paesaggio promossi dall´assessorato alla Cultura del Comune di Pieve di Soligo) Nel Paesaggio si propone quindi all´attenzione di chi voglia riflettere su questa essenziale tematica la cui conoscenza appare per molti aspetti indispensabile ad una fruizione più creativa, felice e consapevole dell´ambiente e del territorio. Nel Paesaggio Pieve di Soligo (Treviso), Villa Brandolini centro culturale F.fabbri - Solighetto (piazza Libertà 7), 21 novembre 2010 - 27 febbraio 2011. Mostra promossa dal Comune di Pieve di Soligo - Assessorato alla Cultura, dalla Regione Veneto e dal Gruppo Euromobil, con la collaborazione della Galleria Internazionale d´Arte Moderna di Ca´ Pesaro - Venezia. A cura di Dino Marangon. Catalogo edizioni Antia per Euromobil, a cura di Dino Marangon, con interventi di Michele Beraldo e Franca Bizzotto. Informazioni e prenotazioni: 0438985335  
   
   
GENOVA (PALAZZO DUCALE - SALE DEL MUNIZIONIERE): “PANE AL PANE” - MEDITERRANEAN FOOD & DESIGN – 4/16 DICEMBRE 2010  
 
Pane al Pane, iniziativa alla sua prima edizione, che si inserisce tra le manifestazioni della Biennale del Mediterraneo 2010, si svolgerà dal 4 al 16 Dicembre a Palazzo Ducale a Genova. Ideata e progettata da Rosaria Ricevuti di Ta-toh srl é realizzata in collaborazione con Genova Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura e con il Corso di Laurea in Disegno Industriale della Facoltà di Architettura di Genova. La rassegna è dedicata all’approfondimento della cultura del cibo mediterraneo, come e dove nasce fino all’arrivo sulla nostra tavola, attraverso tutti quei passaggi che possono, trasformandolo, renderlo prodotto di qualità. Un viaggio nello straordinario mondo degli alimenti, dalla loro produzione alla conservazione e distribuzione, dai nuovi progetti di food-design fino ai laboratori di cucina, dalle degustazioni all’arte del convivio, attraverso un’esposizione culturale ed esperienziale dove il visitatore può incontrarsi, discutere, divertirsi, mangiare bene in modo sano e in ultimo acquistare anche dei prodotti. Incentrata sui vari sistemi di produzione e di consumo del cibo, si sviluppa ad anello nella prima area perimetrale del Munizioniere e ci racconta attraverso storie illustrate con immagini e oggetti progetti innovativi che attualmente interessano il modo di produrre il cibo, di distribuirlo ed infine di mangiarlo nel miglior modo possibile, ancora carico delle sue caratteristiche organiche, senza tralasciare l’aspetto economico, fondamentale in un genere di prima necessità. Si articola in tre sezioni: Il Fai Da Te, L’artigianale E L’industriale. La prima sezione propone al visitatore con filmati, fotografie e cartelloni di divertenti fumetti, il modo di produrre il proprio cibo autonomamente. Come coltivare in piccoli spazi un orto domestico con i nuovi sistemi a parete, come costruire delle serre domestiche per avere sulla propria tavola insalate, verdure e odori di prima mano. La seconda si rivolge a quelle modalità di produzioni artigianali che vanno scomparendo e ultimamente sono rivalutate. Come scoprirle? Come possono giungere a noi? La terza sezione legata al prodotto industriale, ci fa vedere sempre attraverso oggetti, fotografie, filmati e prototipi come le nuove ricerche e tecnologie fanno arrivare sulle nostre tavole alimenti, dove la qualità e la bontà sono preservate. Qui l’Archivio Storico Barilla presenta le scenografie e la storyboard della pubblicità realizzata da Alessandro Baricco e W.wenders, Olio Carli propone l’esperienza dall’albero alla tavola. Assoluta novità sono i modelli del futuro negozio di vicinato in una moderna versione dell’antica bottega. Proposti e studiati per Confesercenti dal corso di Disegno Industriale della Facoltà di Architettura di Genova, nascono dalla collaborazione con gli studenti e da relativi work-shop. Da segnalare le nuove modalità di packaging e di distribuzione, studiate per Madi Ventura, che presenta dei prototipi per il consumo individuale e consapevole del cibo, che ne valorizzano gli aspetti salutistici anche secondo le necessità caloriche. Nella seconda parte perimetrale del Munizioniere, è allestita con arredi di design un’area di degustazioni offerte dalle aziende partecipanti. Il visitatore ha l’opportunità di assaggiare in modo nuovo degli alimenti, quindi di conoscerli sotto aspetti diversi sia per l’accostamento dei sapori, degli odori e della preparazione. Non può mancare in questa kermesse del cibo il cioccolato d’autore; la Scuola del Cioccolato Perugina con un mix di arte e gusto propone in assaggio il meglio dei propri prodotti. Il percorso della rassegna continua nel cuore del Munizioniere per un momento di pausa conviviale con il Salotto del Gusto, dove professionisti dell’Associazione italiana Sommeliers , con degustazioni cibo-vino, ci guidano nella scelta dei giusti accostamenti. Le sale laterali del Munizioniere sono dedicate ai Laboratori e alla Scuola di Cucina. Con i corsi di cucina proposti da Eataly e Coop Liguria si può imparare a declinare i prodotti del proprio territorio con la creatività di grandi chef; preparare non solo piatti raffinati, ma sperimentando l’arte del connubio tra educazione alimentare e cucina, si possono portare sulle nostre tavole piatti belli, buoni e sani. Tra le proposte dei vari corsi anche quello dedicato alla tavola del Natale. I Laboratori invece insegnano ad acquistare e preparare il cibo e il beverage, ad autoprodurlo, confezionarlo, condividerlo con gli altri nel modo più appropriato. L’associazione Italiana Sommelier Liguria propone esperienze di degustazione per gli abbinamenti cibo-vino e l’Associazione Palatifini ci fa apprezzare gli antichi sapori della cucina ligure, insegnando anche l’utilizzo del mortaio per la preparazione del pesto. Per chi desidera acquistare prodotti di alta qualità è stata allestita un’area Pro-shop. Andare a casa e poter rivivere i gusti e i profumi del Mediterraneo lasceranno un ricordo indimenticabile di “Panealpane Mediterannean Food & Design”. Sito: www.Panealpanemfd.it    
   
   
BRESCIA (MUSEI MAZZUCCHELLI): MOSTRA IL TEATRO ALLA MODA  
 
La Moda è una componente centrale della cultura contemporanea e nell’ambito delle sempre più frequenti e reciproche contaminazioni tra Moda e Arte, un nuovo eccezionale evento espositivo, intitolato Il Teatro alla Moda. Costume di scena. Grandi Stilisti, sarà alla ribalta a Roma, riunendo per la prima volta le creazioni dei più grandi stilisti italiani, nostra eccellenza nel mondo, per il Teatro, l’Opera e la Danza. Cento costumi originali, insieme a bozzetti, figurini e a rari documentari video dei relativi spettacoli, saranno allestiti negli spazi del Museo della Fondazione Roma, in via del Corso, dal 5 novembre al 5 dicembre 2010. Sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica Italiana, la mostra è promossa da Altaroma, dalla Fondazione Roma e dai Musei Mazzucchelli di Brescia, è prodotta e organizzata con Arthemisia Group, e vede così attuarsi una partnership inedita tra mondo dell’arte e della moda. La mostra vanta il Patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero degli Affari Esteri, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, del Ministero del Turismo, della Provincia di Roma e dell’Istituto nazionale per il Commercio Estero; vanta inoltre il premio di Alta Rappresentanza della Presidenza della Camera dei Deputati, il contributo di Regione Lazio, Assessorato alla Cultura, Arte e Sport, il supporto dell’Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione del Comune di Roma e la collaborazione della Fondazione Cinema per Roma e della Fondazione Musica per Roma. Main sponsor a sostegno dell’iniziativa è Barclays Wealth, che insieme agli sponsor American Express, Enel, Fpc Partners Llp, e agli sponsor tecnici Fnac e Samsung, ha reso possibile questo straordinario evento nella città di Roma. La serata inaugurale sarà inoltre un evento charity grazie al coinvolgimento di Agenda Sant’egidio, un’Associazione senza scopo di lucro che ha come finalità promuovere e favorire il sostegno di tutte le attività contro la povertà e l’assistenza promosse dalla Comunità di Sant’egidio. Infatti una quota dell’importo dei biglietti d’ingresso alla mostra sarà devoluta all’Associazione. A cura di Massimiliano Capella, la mostra Il Teatro alla Moda è l’occasione per ammirare abiti e costumi realizzati per famosissime rappresentazioni teatrali, operistiche e coreutiche, da alcuni tra i più importanti stilisti italiani, quali Gianni Versace, Roberto Capucci, Emanuel Ungaro, Fendi, Missoni, Giorgio Armani, Antonio Marras, Romeo Gigli, Alberta Ferretti, Valentino, Enrico Coveri. Attraverso un’accurata selezione delle loro creazioni, provenienti da prestigiose collezioni teatrali (Teatro alla Scala e Piccolo Teatro di Milano, Teatro dell’Opera di Roma, Teatro Regio di Parma, Teatro San Carlo di Napoli, National Opera di Washington Dc), oltre che dalle Maison coinvolte e dalle collezioni di attori e cantanti, si ripercorre uno dei momenti più glamour del teatro internazionale moderno e si intende valorizzare l’indiscussa qualità artistica del Made in Italy. Il titolo è un omaggio al testo “Il Teatro alla Moda” di Benedetto Marcello; trattazione nella forma di saporito commento umoristico del teatro lirico, apparso in prima edizione nel 1720. Si dovrà attendere tuttavia il Xx secolo per assistere all’intreccio tra “mondi” diversi; oltrepassando la settorialità delle discipline a favore della condivisione delle arti: dalla pittura alla scultura, dall’architettura al design, dal gesto teatrale al canto e alla danza. Il teatro rappresenta uno dei luoghi privilegiati di questa rivoluzione linguistica e, proprio sul palcoscenico, gli artisti hanno trovato spazio per esprimere la loro fantasia più libera, al servizio di regie, scene e costumi innovativi. Anche l’alta moda, entra nel “luogo teatro” e vi accede già nell’Ottocento con Worth, Poiret e, soprattutto, nel 1924 quando Coco Chanel, su invito di Sergej Pavlovich Diaghilev (1872-1929), disegna i costumi per Le Train Bleu, di Cocteau. Dopo questo importante debutto, nel corso del Xx secolo, l’affascinante liason tra Moda e Teatro si rafforza. A partire dai primi anni Ottanta nei cartelloni delle più prestigiose compagnie d’opera e balletto compaiono i nomi dei maggiori stilisti italiani le cui straordinarie creazioni si possono oggi ammirare nel percorso dell’esposizione romana, divisa in otto sezioni. La Mostra Prima Sezione: Moda, Teatro e Grandi interpreti Dagli anni Ottanta del Novecento i grandi nomi della moda italiana si uniscono a quelli di registi, scenografi e, soprattutto, ai grandi interpreti internazionali del teatro: Luciano Pavarotti, Montserrat Caballè, Katia Ricciarelli, Cecilia Gasdia, Luciana Savignano, Carla Fracci, Kiri te Kanawa, Teresa Stratas, Raina Kabaivanska, Luciana Serra, Lucia Aliberti, Sesto Bruscantini. Ogni volta che un creatore di moda si avvicina al teatro vi imprime il proprio marchio di unicità, andando oltre la ricostruzione filologica propria di un vero costumista. Lo stilista impone la propria griffe e si parla dunque de Il Flauto Magico di Gigli, della Lucia di Lammermoor di Missoni, del Capriccio e della Salomè di Versace, del Così fan Tutte di Armani. In questa sezione si possono ammirare alcuni importanti esempi usciti dall’atelier di Gianni Versace tra cui spiccano, per il Capriccio di Strauss (in scena a San Francisco, all’Opera House, e a Londra, al Royal Opera House, nel 1990), l’abito creato per Dame Kiri te Kanava interprete della Contessa, interamente ricamato con cristalli policromi che formano motivi geometrici ispirati alle grafiche di Sonia Delaunay; e l’abito ricamato per la ballerina Luciana Savignano interprete di Eva Peron nel Patrice Chéreau, devenu danceur, règle la rencontre de Michima e Eva Péron di Béjart, presentato al Théatre de la Monnaie di Bruxelles nel 1988. Si trovano qui esposti anche i costumi realizzati da Genny per la Ricciarelli, da Capucci per la Kabaivanska, da Missoni per Pavarotti e di Fendi per la Gasdia. Seconda Sezione: Fendi. L’opera in Pelliccia La seconda sezione della mostra è interamente dedicata all’amore delle sorelle Fendi per l’opera lirica. L’opera si mette in pelliccia: costumi con inserti di pelliccia, manicotti, mantelle; tutta l’eleganza delle Fendi viene esibita in numerose produzioni, da Verdi a Puccini, da Mozart a Bizet, con una continuità che non ha eguali. Uno dei vertici teatrali è rappresentato dal manto in pelliccia rosa color cipria, qui esposto, realizzato nel 1984 e indossato da Raina Kabaivanska per la Traviata di Mauro Bolognini, con i costumi di Piero Tosi, allo Sferisterio di Macerata. L’impegno operistico più articolato di Fendi è però rappresentato dai sessantatre costumi (di cui tre esempi in mostra) realizzati per Carmen di Bizet all’Arena di Verona nel 1986, con la regia di Pier Luigi Pizzi, in una rilettura di forte impatto cromatico, essenziale e moderna. Una storia dove tutto è danza, passione, movimento e colore, una storia di vita povera e libera, dove i costumi di Fendi creano una sorprendente modernità: jeans con inserti di pelliccia in una esplosione di colori mischiati. Terza Sezione: Missoni. Dalle nebbie di Scozia alla luce di Africa I Missoni si presentano nel 1983 al grande pubblico del Teatro alla Scala con 120 costumi disegnati per Lucia di Lammermoor di Donizetti, con regia di Pizzi. Sette di questi abiti sono esposti in mostra e rivelano una suggestiva fusione delle linee e dei materiali impiegati per i modelli con la musica e la storia dell’opera, tratta da Walter Scott, ambientata tra le nebbie di Scozia. D’altra parte, nelle esperienze teatrali, i Missoni rispettano sempre la loro essenza creativa. E così avviene nell’happening Africa di Missoni, ideato per Italia ’90. Ne possiamo ammirare i costumi in cui righe, zig-zag, geometrie primitive, espliciti riferimenti alla cultura Masai, Mali, Atuna, Dogon, Chad, Senufo, Bantù, si intrecciano a simboli artistici più colti, ispirati a Klee e alla cultura metafisica. Quarta Sezione: Roberto Capucci e le primedonne del belcanto La sezione illustra l’attività teatrale di Roberto Capucci che nel 1986 debutta sulla scena operistica dell’Arena di Verona, con i suoi 500 metri di taffetas bianco, argento e ghiaccio, utilizzati per i 12 costumi delle vestali in sfilata solenne sulle note di Casta Diva, un omaggio a Maria Callas. La teatralità delle creazioni di Capucci diventa segno imprescindibile delle primedonne del belcanto che indossano i suoi abiti in occasione di importanti recital. Abiti plasmati sul carattere delle interpreti, sul loro repertorio e sui loro atteggiamenti in scena: l’eleganza dell’attrice-cantante Kabaivanska, la soavità della purezza vocale della Ricciarelli, l’aerea leggerezza della Bonfadelli e la solennità della tragedienne Antonacci. Nel 2002 vengono presentati al Teatro San Carlo di Napoli due costumi realizzati per un nuovo Capriccio di Strauss, con le scene di Arnaldo Pomodoro. June Anderson indossa nel primo atto un costume in taffetas plissé in nove toni di rosso e nel secondo atto un costume-manto in taffetas e lamé in nove sfumature dal giallo, al beige, all´oro. È questo uno dei rari casi in cui moda, teatro, arte e musica si fondono magistralmente e naturalmente viene messa in scena la capacità espressiva e comunicativa dell’abito-costume che, attraverso l’eloquenza delle stoffe, descrive un carattere, suggerisce e costruisce un personaggio femminile capace di essere unico. Quinta Sezione: Armani Il primo impegno di Giorgio Armani come costumista teatrale risale al 1980. Per Janis Martin in Erwartung di Schönberg al Teatro alla Scala, disegna un abito-tunica bianco, segno luminoso in una scena buia e spoglia. Negli impegni teatrali successivi lo stilista lavora come puro creatore di moda, con adattamenti cromatici dei suoi abiti alle scene. Segni della sua produzione si trovano nell’Elektra di Richard Strauss per il Teatro alla Scala nel 1994, in Les Contes D´hoffmann di Offenbach sempre per la Scala nel 1995, nel Rigoletto di Verdi alla Los Angeles Opera nel 2000 con la regia del cineasta Bruce Beresford e, soprattutto, nel Così fan Tutte di Mozart, presentata il 18 gennaio 1995 alla Royal Opera House Covent Garden di Londra e il mese seguente a Roma. La produzione teatrale di Armani trova tuttavia il suo terreno d’elezione nella danza e nel musical com’è ben dimostrato dai costumi per Bernstein Dances di Neumeier, per Tosca Amore Disperato (2003) di Lucio Dalla, liberamente ispirata all´opera di Giacomo Puccini, e soprattutto dalla spettacolare Bata de Cola indossata da Joaquin Cortes in Joaquin Cortes Show (2002), mai esposta in Italia prima d’ora. Sesta Sezione: Marras da Sogno Le suggestioni, il mistero e la magia del teatro shakespeariano inducono Antonio Marras a creare nel 2008 i costumi, qui esposti, per il Sogno di una notte di mezza estate, allestito al Piccolo Teatro di Milano con la regia di Luca Ronconi e le scene di Margherita Palli. La storia, intrisa di libertà e fantasia, dell’amore di Titania e Oberon, di Elena, Lisandro, Ermia e Demetrio, viene trasposta da Ronconi in una sorta di scenario urbano, un bosco-città, una foresta incantata, dove i costumi dello stilista sollecitano il mondo visionario del testo, alternano il tulle oscuro delle fate e la garza bianca stropicciata dei quattro amanti, divise eleganti e, per gli elfi, un look stile vittoriano-dark. Settima Sezione: Il Made in Italy diventa teatro A partire dalla metà degli anni Novanta, accanto a stilisti che mantengono una continuità nell’impegno teatrale, si registrano apparizioni solitarie, ma sorprendenti, come nel caso di Romeo Gigli che disegna nel 1995 i costumi per Die Zauberflöte di Mozart al Teatro Regio di Parma, esposti in questa sezione; in un gioco di intrecci tra colori, fogge surreali, con riferimenti al passato e a un’idea di futuro, lo stilista mette in risalto il tema della trasformazione dello spirito umano, amplificato dal movimento dei danzatori e dalla voce umana. Nel segno di Carmen è l’esperienza teatrale di Alberta Ferretti che nel 2001 disegna 490 costumi di scena (di cui cinque magnifici esempi in mostra) per l’opera di Bizet alle terme di Caracalla a Roma, dove reinventa una Spagna essenziale, tutta giocata sui colori bianco, rosso e nero. Il clima degli anni Venti del Novecento, con riferimenti all’art déco, alla cultura del jazz e del charleston, è rievocato invece nei costumi di Enrico Coveri per i protagonisti di Il Grande Gatsby, andato in scena nel 2000 al Teatro alla Scala e, soprattutto, nei costumi creati da Valentino per l’opera contemporanea in due atti The Dream of Valentino, presentata nel 1994 in prima mondiale al Kennedy Center di Washington Dc. La storia di Rodolfo Valentino viene ripercorsa nella sua fase americana, tra il 1913 e il 1926, con creazioni che spaziano dalla rievocazione settecentesca per i costumi à la française di Monsieur Beaucaire, al modello da gaucho per la citazione del film Sangue e Arena, ai modelli femminili che rimandano alle linee e alle decorazioni tipiche degli anni Venti. Ottava Sezione: Versace Teatro “Il teatro è il mio vero amore...” così affermava Gianni Versace parlando della sua passione per l’opera e per la danza. Il teatro per la maison Versace è un impegno continuo, con la creazione di costumi che esprimono pienamente il trionfo del suo gusto barocco, in un’accezione di pura teatralità seicentesca. Lo sguardo di Versace si apre ad una libertà totale di inventiva e la collaborazione con Maurice Béjart, Bob Wilson, Roland Petit, John Cox, William Forsythe e Twyla Tharp gli offre la possibilità di reinventare il passato coniugandolo con il presente. Si trovano qui riuniti capolavori assoluti, dai costumi per il balletto Josephlegende di Richard Strauss, in scena al Teatro alla Scala nel 1982, a quelli per il Don Pasquale di Gaetano Donizetti del 1984; anno in cui incontra anche il coreografo Maurice Béjart e realizza i costumi del balletto Dionysos. E soprattutto quelli creati nel 1987 per Salomé di Strauss, messa in scena da Bob Wilson al Teatro alla Scala di Milano, in cui raggiunge uno dei suoi vertici creativi: velluto, taffetas e crêpe de chine di seta, organza, raso, cordoni di fili di seta, con un chiaro omaggio a Elsa Schiaparelli, nelle fogge anni Quaranta, e a Roberto Capucci per le maniche a scatola. La regia sdoppiò i personaggi su due piani, i cantanti con modelli altamente scenografici, e i promozione@museimazzucchelli.Itmimi e i ballerini, rivestiti da strutture che sintetizzavano lo spirito del costume principale. Gli impegni per il teatro diventano per Versace sempre più numerosi; lavora moltissimo con Béjart, ma anche con Roland Petit e l’American Ballet Theatre. L’intreccio tra arte e moda raggiunge l’apice nel 1989 nelle invenzioni per Doktor Faustus, presentato al Teatro alla Scala con la regia di Bob Wilson: intreccio di combinazioni cromatiche e libertà informali delle linee, abiti e copricapi sculture, con segni grafici arditi, netti, ispirati alle invenzioni di Mirò. Ogni sezione è corredata da un video con immagini tratte dalle principali rappresentazioni teatrali, in cui i costumi ideati dagli stilisti si possono vedere indossati dagli interpreti, godendo così a pieno della bellezza e dell’arte di queste creazioni nel contesto per cui sono nate  
   
   
ROMA (GALLERIA CONSORTI, VIA MARGUTTA 52/A): LORIS LIBERATORI. LA "NOUVELLE VAGUE"  
 
"Catturare lo splendore del vero" questo lo scopo del movimento dei cineasti che rivoluzionò gli schermi francesi tra gli anni Cinquanta e Sessanta. Così Jean-luc Godard, giovane critico dei Cahiers du Cinéma, raccontava la Nouvelle Vague, quella "nuova onda" che nel cinema anteponeva la realtà alla finzione... E al tema della Nouvelle Vague si ispira la mostra di Loris Liberatori che sarà inaugurata sabato 13 novembre 2010 alla Galleria Consorti di Roma (a partire dalle ore 18,00). Le onde, il mare e tutte le forme dell´acqua rappresentano la fonte di ispirazione e il soggetto preferito dal pittore, spezzino di origine, ma da anni residente nella Capitale; immagini reali, ma continuamente analizzate e scomposte per dilatarne l´energia. Proseguendo la sua ricerca Liberatori propone Onde Nuove, sempre più essenziali ed emozionanti, accompagnate da momenti di riflessione in acque più calme, in cui il parco di Ninfa, nel Lazio, i giardini di Bagatelle a Parigi o le rive del Tamigi a Londra, sono rappresentati come un mondo rovesciato che si specchia nel movimento dei flutti. Info: Galleria Consorti via Margutta 52/a, Roma fino al 4 dicembre 2010 tel06.3614053 / 3392067403 / info@galleriaconsorti.It    
   
   
ROMA: MUSEI IN MUSICA - SECONDA EDIZIONE - SABATO 20 NOVEMBRE A DALLE ORE 20.00 ALLE ORE 02.00  
 
La notte di sabato 20 novembre, Roma si trasformerà nuovamente in un grande palcoscenico per la musica dal vivo grazie alla seconda edizione di Musei In Musica, un’iniziativa promossa da Roma Capitale - Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione, Sovraintendenza ai Beni Culturali e Assessorato alle Politiche Educative Scolastiche della Famiglia e della Gioventù, e dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali -Direzione Generale per la valorizzazione del patrimonio culturale, in collaborazione con le Banche Tesoriere del Comune di Roma (Bnl Gruppo Bnp Paribas, Unicredit Banca di Roma e Monte dei Paschi di Siena) e con il contributo della Camera di Commercio di Roma. L’organizzazione è curata da Zètema Progetto Cultura. Dalle ore 20.00 alle ore 02.00, oltre 100 eventi musicali animeranno 47 siti culturali nella città di Roma, tra musei e altri spazi espositivi, università, accademie e istituti internazionali, luoghi di culto e altri luoghi di interesse culturale, straordinariamente aperti di sera per l’occasione e ad ingresso completamente gratuito. Dopo il grande successo della passata edizione, quest´anno il Mibac ha esteso l´evento a livello nazionale coinvolgendo molte altre città italiane con oltre 100 spettacoli musicali in alcuni tra i più importanti musei statali della nostra penisola. Gli eventi di Musei In Musica sono tutti ad ingresso gratuito. I musei interessati, inoltre, rimarranno aperti e visitabili gratuitamente fino alle 02.00. Protagonista della straordinaria iniziativa è la musica in tutti i suoi generi, dalla classica alla leggera, dal tango al jazz, dal blues alle sonorità latinoamericane, fino ad arrivare alla musica folk. In particolare, la sezione dedicata alla musica folk è sostenuta dall’Unione europea nell’ambito del programma Cultura con il progetto “Folk Music in Museums - Young musicians and old instruments”, al fine di valorizzare i giovani musicisti folk. Tra i molti artisti ospiti, annunciamo la star israeliana Idan Raichel, il grande chitarrista classico messicano Juan Carlos Laguna, il musicista e maestro concertatore Ambrogio Sparagna, massimo esponente della musica popolare italiana, il noto pianista Enrico Pieranunzi. Tra gli eventi segnaliamo il suggestivo Progetto Audioarte - Gnam "Rethink" in cui sarà la musica originale di Francesco Cerasi a commentare con una modalità del tutto insolita le opere esposte nelle sale della Gnam - Galleria Nazionale D´arte Moderna. Segnaliamo, inoltre, l’imperdibile notte di tango a Roma presso la Galleria Alberto Sordi con la Milonga e la musica dal vivo del quintetto Buenos Aires Café che accompagna i rinomati maestri ospiti: Roberto Ricciuti e Claudia Fusillo, Mauro Barreras e Ambra De Angelis, Roberta Beccarini e Pablo Garcia, Daniel Montaño e Natalia Ochoa. La Centrale Montemartini, nell’ambito della rassegna Centrale di Note ospita il concerto del Quintetto Cirano con musiche dedicate al cinema di Nicola Piovani (ore 20, 21.15, 22.30). La notte del Macro Testaccio è dedicata alla musica tradizionale delle province d’Europa con il progetto Folk music in musEums che prevede i concerti (ore 20, 21, 22) dei gruppi Cyclades Armonia (Grecia), Ensemble Viljandi (Estonia), Svidal - Tillung - Ulvik Trio (Norvegia). A concludere lo speciale evento, sarà Ambrogio Sparagna con l’Opi - Orchestra Popolare Italiana dell’Auditorium Parco della Musica di Roma (ore 23). Ai Mercati di Traiano si svolge In viaggio tra le due Americhe con i concerti di musica jazz e contaminazioni della musica popolare sudamericana eseguiti dall’Accademia Nova Jazz Quartet e dal Duo Goya (ore 21, 22 e 23). Ai Musei Capitolini si esibisce il pianista Enrico Pieranunzi, protagonista tra i più noti e apprezzati della scena jazzistica europea (ore 21, 22.15 e 23.30). Doppio spettacolo presso il Museo dell´Ara Pacis con la danza egiziana Raks Shakti della compagnia Rakkase Dance Troupe (ore 20, 21 e 22) e con il concerto alle ore 24 di Mike Moran per Toll Ayros Rare Friends Concert, con Francesco Puglisi in Trio, Little Princess e Andrea Vergari al piano, Francesco Infarinato dei Silenzio Assenzio. Il Museo Civico di Zoologia ospita Oscar Bonelli in concerto (ore 21, 22 e 23) con Il suono sacro delle conchiglie alle campane tibetane, mentre al Museo Napoleonico è di scena la musica da camera con Nova Amadeus Quintet con Angelo Colone, chitarra solista (ore 20.30, 21.30 e 22.30). Al Museo di Roma - Palazzo Braschi ha luogo concerto dell’Ensamble Keplero (ore 20.30, 22 e 23.15) con musiche di Mozart, che vedrà il quartetto d’archi tradizionale fondersi e concertarsi con due corni. Al Museo di Roma in Trastevere si svolge lo spettacolo Le Maschere Romane con canzoni, poesie, sonetti e monologhi romaneschi (ore 21, 22.15 e 23.30). Il Museo di Scultura Antica - Giovanni Barracco ospita un concerto dedicato ai suoni del flauto con il flautista Marco Celli Stein e il pianista Alessandro Maietta (ore 20.30, 21.30, 22.30). Al Planetario e Museo Astronomico lo spettacolo itinerante e multisensoriale Cosmiel e La Musica dei Pianeti - Danza, musica e teatro all’improvviso al tempo di Athanasius Kircher (ore 20.30, 22 e 23.15 - prenotazione obbligatoria allo 060608). Alla Galleria Nazionale D’arte Antica di Palazzo Corsini si esibisce il Trio Fla-vi-a (ore 20 e 21.30), con Giuseppe Megna (flauto), Carolina León Páez (viola) e Katia Catarci (arpa). La Galleria Nazionale D´arte Antica in Palazzo Barberini ospita il Concerto dell’orchestra d’archi Roma Tre, violoncello solista e direttore Bruno Weinmeister (ore 21 e 22.30). Alla Galleria Spada l’Ensemble Radix Harmonica esegue Arie popolari del Seicento Italiano (ore 20 e 21), mentre alla Gnam - Galleria Nazionale D´arte Moderna sarà protagonista il Progetto Audioarte - Gnam "Rethink" con musiche di Francesco Cerasi (ore 21). All’istituto Nazionale per la Grafica - Palazzo Poli si svolge il concerto Dal Barocco al Futurismo dell’Accademia Barocca di Santa Cecilia (ore 21.30). Presso il Museo Nazionale dell’Alto Medioevo è previsto il concerto dell’Ensamble “L’amoroso Cantar” con brani del Xiii secolo (ore 21), mentre il Museo Nazionale delle Arti e delle Tradizioni Popolari ospita una rassegna di musica popolare, etnica e world a partire dalle ore 20.30. Al Museo Nazionale di Castel Sant’angelo sono previsti i concerti Antonio Vivaldi: le quattro stagioni dell´Orchestra Arcus Caelestis (ore 20, 21.30 e 23), Tra le forme della polifonia rinascimentale a tre voci miste e Tra le forme della polifonia rinascimentale a quattro voci miste dell´Ensemble vocali del Conservatorio “San Pietro a Majella” di Napoli (dalle ore 20 alle 24). Il Museo Nazionale di Palazzo Venezia ospita (ore 20) il concerto Inaudita, meraviglie inedite del ‘600 italiano a cura di Musica Antiqua Latina. Al Museo Nazionale Preistorico Etnografico Luigi Pigorini sono in scena le emozioni e virtuosismi del pianoforte argentino con i concerti di Caterina Di Cecca e Mauricio Annunziata (piano). Musiche di Gardel, Piazzolla, Annunziata (ore 20, 21 e 21.30). Nel Museo Nazionale Romano - Crypta Balbi sono di scena Affetti e Dispetti, balletti a 3 voci con i soprani Carlotta Caruso e Sara Della Porta, tiorba e chitarra barocca Stefano Maiorana (ore 21.30, 22.30 e 23.30). Il Museo Nazionale Romano in Palazzo Altemps accoglie l’Orchestra Giovanile di Roma diretta da Vincenzo Di Benedetto che esegue musiche di Albinoni, Vivaldi, Marcello (ore 21). Al Museo Nazionale Romano in Palazzo Massimo si svolge alle ore 22 il concerto di Pierpaolo Iacopini (sax) e Annachiara Mantovani (voce). Al Museo Nazionale Romano alle Terme di Diocleziano è in programma alle ore 20 la conversazione-concerto con Francesco Vizioli Musica, simmetrie e caos organizzato, con musiche di Bach e Vivaldi, a cura della Sapienza Università di Roma. Alle ore 21.30 è la volta del Coro Sacrum et Profanum con musica vocale profana del Rinascimento, e alle 22.30 si svolge il concerto del chitarrista Antonio Balbis. Il Museo Nazionale degli Strumenti Musicali ospita alle ore 20.30 il concerto di chitarra barocca di Rosario Cicero Danzas de rasgueado y punteado, alle 22 il concerto del chitarrista Giuliano Balestra Omaggio al Liutaio Giovanni Mancini, e alle 23.30 il concerto del chitarrista Damiano Rosa Johann Kaspar Mertz . Al Palazzo delle Esposizioni si svolge il concerto del grande chitarrista classico messicano Juan Carlos Laguna (ore 21.00 e 22.30). La Fondazione Memmo in Via del Corso presenta il concerto Portraits - a century of music dell’Ensemble La Fantasia, orchestra barocca su strumenti originali, diretto da Luca Marconato (ore 20.30, 21.30, 22.30). Il Museo Venanzo Crocetti ospita il duplice evento musicale Blues and Acustic Memories con i concerti di D.a.c. Blues Quartet e del Twin Picks Guitar Trio (ore 20, 21, 22 e 23). Al Polo Museale di Atac si esibiscono i due gruppi musicali Stasi e Standby (dalle ore 20 alle 24). Saranno aperti al pubblico per l’occasione, con performance musicali, due rilevanti luoghi di culto quali la Chiesa di Sant’ignazio di Loyola in Campo Marzio, che ospita alle ore 21 il concerto della Pleasanton Catholic Community Choir (Usa) e il Tempio Maggiore, la più grande Sinagoga di Roma, con i concerti del Coro del Tempio Maggiore di Roma dedicati alla musica liturgica ebraica di rito italiano (ore 20.30), e al ciclo delle festività ebraiche (ore 22.30). Importanti istituzioni straniere partecipano alla manifestazione aprendo le loro prestigiose sedi con concerti di musica dal vivo. All’accademia Belgica si svolge il concerto di jazz tradizionale anni ’30 New Orleans Jazz Quintet eseguito da Andrea Tardioli & the Jazz Gangster (ore 20, 21 e 22), mentre l’Accademia di Romania ospita il concerto di Ag Weinberger & band (ore 20.30 e 22.30), il primo chitarrista, cantante, compositore di blues della Romania. Presso l’Iila - Istituto Italo-latino Americano è previsto invece il concerto Noite Brava Gli Estalegal a Palazzo Santacroce, con sonorità e suggestioni classiche e moderne di bossa nova, samba, tango e bolero (ore 20.30 e 21.45). Alla Casa dell´Architettura si svolge il concerto acustico di The Idan Raichel Project, uno dei più acclamati gruppi di world music a livello internazionale guidato dalla star israeliana Idan Raichel (ore 22). La Casa del Jazz propone il concerto del pianista Bojan Z nell´ambito di Gezz. Generazione Jazz- Roma Jazz Festival 2010 (ore 21). Alla Casa delle Letterature si svolge la performance di musica, danza e pittura Tonalità Rosso Flamenco, con Maurizio Pio Rocchi, il duo flamenco Michele D´asaro (percussioni) e Federico Pesce (chitarra), e le danzatrici Vanessa Valle e Jada Gubinelli (ore 21.30 e 23.00). Al Tempio di Adriano è in programma (ore 21 e 22) La notte della pizzica con Maria Rosaria Convertino, fisarmonica e Umberto Vitiello, percussioni e tamburelli. In collaborazione con l’Azienda Speciale Promoroma. Presso la Sala Casella - Giardini dell’Accademia Filarmonica Romana è in scena il trio musicale Bossa Nova con sax tenore, voce, chitarra e percussioni (ore 20, 22.30, 24). Nella Sala della Protomoteca in Campidoglio si svolge invece il concerto del Trio Jolivet che propone musiche di Beethoven, Mozart, Schubert, Haydn (ore 21.45, 22.45 e 23.45). Alla Galleria Alberto Sordi è prevista alle ore 23 una grande serata di Milonga, a cura di Teatro Greco Dance Company, con la musica dal vivo del quintetto Buenos Aires Café e l’esibizione dei danzatori Roberto Ricciuti e Claudia Fusillo, Mauro Barreras e Ambra De Angelis, Roberta Beccarini e Pablo Garcia, Daniel Montaño e Natalia Ochoa. Musicalizador Foxy John. Al Borgo di Ostia Antica è in programma (ore 20.30) lo spettacolo L’eco der core, un viaggio alla scoperta della tradizione poetica e musicale romana, con la voce di Stefano Onofri accompagnata da Massimo Antonietti alla chitarra e Stefano Indino alla fisarmonica. La Corte di Cassazione, aprirà eccezionalmente per Musei in Musica la propria Aula Magna al pubblico con il concerto del Quartetto del Teatro dell’Opera (ore 20.00, 21.00 e 22.00), musiche di Puccini. La Sapienza Università di Roma partecipa a Musei in Musica con quattro eventi con accesso da Piazzale Aldo Moro. La musica jazz è in scena alle 21.30 presso l’aula magna del Rettorato con il concerto di Musa Jazz diretta dal maestro Silverio Cortesi. Alle ore 21.00 le note del pianoforte di William Carbone accompagneranno i visitatori del Museo di geologia. Nelle due sale del Museo di mineralogia due diverse proposte musicali: Daniela Rotondi (voce) e Marta Cametti (piano) interpretano brani da musical e colonne sonore, mentre Graziella Antonucci (voce) e Marco Quintiliani (chitarra) eseguiranno canti di lavoro della tradizione popolare italiana (ore 20.30, 22.30, 23.15). Info: L’elenco completo dei musei e degli eventi è consultabile sui siti www.Museiincomuneroma.it  - www.Beniculturali.it  - Info 060608  
   
   
LUCCA (EX MANIFATTURA TABACCHI, CORSO VITTORIO EMANUELE): TRACEY MOFFAT - "REVOLUTION" - "DOOMED" - "LOVE" - 20 NOVEMBRE / 12 DICEMBRE 2010  
 
L´immaginazione d´artista di Tracey Moffatt viaggia nei meandri della memoria personale e collettiva e i suoi occhi scrutano i comportamenti della società contemporanea. Poi, con una regia mentale abile e organizzata, Tracey Moffatt, la più celebrata artista australiana, aborigena di nascita e allevata fin dall´infanzia in una famiglia bianca, fotografa, regista sperimentale e produttrice di video musicali, elabora e costruisce video e racconti fotografici, punteggiati da una sottile ironia di fondo. Il cinema di Hollywood è la sua biblioteca visuale inesauribile dove attinge a piene mani. E dai "movies" e dagli schermi televisivi riprende immagini, colori e quel groviglio di stereotipi, cliché e scene melodrammatiche che non smettono di nutrire la fantasia e i sogni di migliaia di spettatori. La sua arte performativa segue una metodologia simbolica e sviluppa storie originali dove emergono pregiudizi, illusioni, fughe dalla realtà, paure, conflitti e violenza che rispecchiano quest´epoca moderna. L´artista australiana è stata una delle protagoniste alla Z2o Galleria - Sara Zanin di Roma, nella mostra collettiva del 2008 intitolata "Le immagini disorientate di Tracey Moffatt, Marina Paris e Beatrice Pediconi" a cura di Jonathan Turner e ha partecipato all´esposizione con la trilogia, composta dai suoi due ultimi video, Revolution (2008) e Doomed (2007), e dal video Love (2003); tutti realizzati in collaborazione con Gary Hillber. A fine novembre, per gentile concessione della gallerista Sara Zanin, i tre video saranno proiettati al Luccadigitalphotofest. I video della Moffatt , segnalati dal Direttore della Video Arte di Lucca, Luciano Bobba, proprio in vista dell´edizione del Festival di quest´anno che vede in primo piano l´arte internazionale declinata al femminile sono esposti all´Ex Manifattura Tabacchi fino al 12 dicembre con la curatela di Mariateresa Cerretelli. Revolution (2008) 14 minuti - Presentato alla Biennale di Sydney 2008, Revolution nasce come studio sulla costruzione degli stereotipi associati alle scene sulla rivoluzione nella storia del cinema. Spezzoni di film universalmente conosciuti sono giustapposti con clipsB-movies, in una composizione dinamica, accompagnata da una colonna sonora ritmata e melodrammatica. Prese da Doomed (2007) 10 minuti - Il video collage Doomed presenta scene di distruzione e catastrofi con immagini di guerra, violenza e terrore che vengono utilizzate nel cinema per intrattenere lo spettatore. Il video della Moffat sembra mostrare delle vere e proprie ricostruzioni di eventi catastrofici; ogni scena, carica di simbolismi, e´ montata con un dinamico e insistente "copia e incolla" che evidenzia il lato tetro del nostro odierno panorama psicologico. Love (2003) 21 minuti - Love, secondo le parole dell´artista:" è un montaggio vertiginoso di alcuni dei miei preferiti melodrammi hollywoodiani, che descrivono scene d´amore che finiscono per essere tutto tranne che romantiche". Le scene scelte, che inizialmente evocano immagini dolci e romantiche, trascinano lo spettatore, attraverso il crescendo delle sequenze, in atmosfere violente e spaventose. Info: Associazione Toscana Arti Fotografiche - Tel. 05835899215 - tel. +390583 316337 - info@ldpf.It  - www.Ldpf.it    
   
   
FIRENZE (GALLERIA POGGIALI E FORCONI): ANALOGIE E SCULTURE LUCA PIGNATELLI A CURA DI MARINA FOKIDIS - 28 NOVEMBRE 2010 / 13 FEBBRAIO 2011  
 
Il 27 novembre inaugurerà negli spazi della Galleria Poggiali e Forconi di Firenze, Analogie e Sculture, mostra personale di Luca Pignatelli, a cura di Marina Fokidis. Il nucleo centrale della mostra è rappresentato da oltre 20 grandi lavori inediti, con al centro immagini di sculture della tradizione greco-romana, classica ed ellenistica. Le sculture-fotografie in bianco e nero abitano la memoria collettiva e ci sono familiari: sono soggetti della mitologia, eroi, antenati culturali, statue classiche conosciute nelle forme odierne, quindi decapitate. A loro l’artista dona una nuova appartenenza: la scultura perde la natura specifica della pietra e diviene quadro. Alle immagini apollinee ed eroiche, si contrappone un fondo dionisiaco scuro, fatto di inchiostri tempere pezze e cuciture che si amalgamano come una tettonica a placche, in subbuglio, un cantiere sulla tela. Nell’insieme, è difficile dire a quale tempo appartengano queste opere: di fronte a noi convivono il senso di urgenza del contemporaneo e la quieta profondità del passato. In mostra a Firenze anche alcune opere di piccolo formato intitolate Analogie, che utilizzano riproduzioni del suo sterminato archivio. È la prima volta che l’artista fa entrare il pubblico nell’officina visiva a cui in tutti questi anni ha attinto per la sua ricerca e ispirazione, mostrando materiali e anche una procedura di lavoro finora restati privati. Sono immagini entrate a far parte di questo ‘giacimento’ in epoche diverse, che come fiumi carsici affiorano e si combinano quasi casualmente, talvolta per un semplice spostamento di carte. Per Luca Pignatelli c’è una relazione stretta fra Analogie e la storia dell’arte secondo Aby Warburg, fatta di associazioni, anacronismi e fantasmi, vale a dire con immagini e cose che sono evocabili perché passate e imprevedibili perché quasi decadute. Proprio scrivendo di questi lavori di piccolo formato, la curatrice della mostra Marina Fokidis osserva: “Le analogie paradossali di Luca Pignatelli fra diverse immagini e oggetti del passato sembrano uno strumento per capire l’essere dell’esistenza al presente. Che cosa sarebbe lo sviluppo senza la follia di quei pochi che preservano ciò che ritengono sia eccezionale e meritevole di essere trasmesso alle generazioni future? Che cos’è la storia se non una sequenza di preferenze individuali raggruppate a caso per convivere insieme e inseguire una traiettoria parallela? Collezionista appassionato di oggetti-reliquie del passato, generalmente sotto forma di libri con riproduzioni, Pignatelli, ri-esamina la nozione bipolare di bellezza, depravazione, terrore, vanità, potere e altro ancora. Le sue composizioni, spesso seduttive e serene a un primo sguardo, possono rivelare elementi visivi imprevedibili che agiscono come allarmi dal tempo presente su ciò che ci sembra più sacro!” Luca Pignatelli commenta così il nuovo ciclo di opere: “Il mio modo di reinterpretare il repertorio antico è come un andare in visita a un lontano parente: sappiamo che la persona che abbiamo davanti è cambiata, ma in testa abbiamo il ricordo di come era tanto tempo fa. Per me invece ripetere è importante. Nel riproporre modelli e tipologie preesistenti a me, io mi incrocio con loro e faccio da ponte verso altri luoghi”. Per l’occasione sarà pubblicato un catalogo. Il lavoro artistico di Luca Pignatelli conosce una risonanza di portata internazionale sin dagli anni ‘90. Ha esposto – limitando l’elenco alle mostre personali più recenti –, alla Biennale di Venezia e al Mamac di Nizza (2009), al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, al Teatro India di Roma (2007), alla Annex Plus–white Box e alla Ethan Cohen Fine Arts di New York (2006), alla Galerie Daniel Templon a Parigi e alla Galerie Mudimadue di Berlino (2005), alla Generous Miracles Gallery di New York. Vive e lavora a Milano. Marina Fokidis è una critica d’arte e curatrice indipendente. Insieme a Sotirios Bahtsetzis ha fondato la Kunsthalle Athena. È membro fondatore e direttore di Oxymoron, un’associazione non profit dedicata alla promozione dell’arte contemporanea visiva in ambito internazionale. È stata fra i curatori della prima Biennale di Tirana nel 2001, e Commissario del Padiglione greco alle 50° e 53° Biennali di Venezia. Nel 2009 ha curato a New York il progetto internazionale Pulse Play. Vive e lavora ad Atene. Info: Firenze - Analogie e Sculture, Luca Pignatelli - Galleria Poggiali e Forconi - Via della Scala, 35/A - info@poggialieforconi.It  - www.Poggialieforconi.it  
   
   
IL FORTE MALATESTA AD ASCOLI PICENO, UNA DELLE ARCHITETTURE FORTIFICATE RINASCIMENTALI PIÙ IMPORTANTI E SPETTACOLARI IN ITALIA E UNO DEI SITI MONUMENTALI PIÙ AFFASCINANTI DELLA RAFFINATA CITTÀ MARCHIGIANA, CHIUSO DAL 1978, TORNA ALLA CITTÀ  
 
Appena completata la ristrutturazione durata 10 anni (iniziata infatti nel 2000) da parte della Sovrintendenza ai Beni Culturali delle Marche, dopo un’apertura straordinaria di un solo giorno, nel 2009 a cura del Fai, la splendida fortezza a forma di stella irregolare la cui attuale struttura di mastio dodecagonale porta la firma di Antonio da Sangallo il Giovane si riapre definitivamente ospitando la mostra Aspetti di arte astratta nella raccolta Fiocchi con più di 230 opere sull’astrattismo. Ll forte, appena fuori dal centro storico, sorge a difesa della sponda sinistra del fiume Castellano: in epoca preromana e romana era un baluardo che sbarrava l´accesso al ponte. Distrutto e ricostruito più volte, nel 1349 Galeotto Malatesta, condottiero delle milizie ascolane nella guerra contro Fermo, provvide a rinforzarlo e divenne un tipico forte medievale che prese il nome di Forte Malatesta. Seguirono altre distruzioni, finchè ai primi del ´500, nella fortezza in rovina, fu costruita una chiesa di forma dodecagonale dedicata a Santa Maria del Lago, ancora visibile nel corpo centrale della costruzione. Fu però Antonio da San Gallo il Giovane nel 1543, su incarico di Papa Iii Farnese, a erigere su quello stesso sito un nuovo forte a forma di stella irregolare. Nel 1828 il Forte fu restaurato e utilizzato fino al 1978 come carcere giudiziario. Si tratta quindi di un complesso architettonico di grande valore storico culturale oggetto di un consistente intervento di restauro comprendente anche il cambiamento della destinazione d’uso a struttura museale polivalente. Sarà ospitato qui infatti, all’ultimo piano, con una vista scenografica sulla città, il Museo dell’Alto Medievo. Gli altri piani invece sono già da ora adibiti a spazio espositivo per mostre ed eventi temporanei (700 mq). La nuova destinazione d’uso prevede l’utilizzo del Forte come museo stabile dell’Alto Medioevo localizzato all´ultimo piano per un totale di sei ambienti comprendendo anche l’ultimo livello della chiesa della Madonna del Lago. La ‘Sala degli Ori di Castel Trosino’ sarà l’elemento centrale di tutta l’esposizione sia per l’importanza dei reperti sia per il fatto che l’esposizione avverrà nell’ambiente a maggiore valenza storico monumentale di tutto il Forte Malatesta. Al primo livello oltre alla biglietteria è presente un ambiente destinato a sala conferenze. Il secondo e il terzo livello sono destinati ad attività culturale di carattere non permanente quali mostre, esposizioni, convegni ed incontri per un totale di circa 700 mq. Un recupero, reso possibile dai fondi di Lotteria Italia, del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali e dell’Amministrazione Comunale di Ascoli Piceno, che va nella direzione di una sempre maggiore valorizzazione del patrimonio storico artistico cittadino, accreditando l’immagine di Ascoli Piceno quale centro di grandi tradizioni culturali, di richiamo per il turismo internazionale e sede di grandi mostre inserita a pieno titolo nel circuito dei grandi eventi. In questi primi giorni di “riappropriazione” da parte della città saranno i più giovani e soprattutto i bambini i primi a beneficiarne. Per loro infatti è previsto un calendario fitto di iniziative e attività: non solo visite didattiche, ma anche visite guidate animate e “ludiche” nel corso delle quali i ragazzi saranno accolti da operatori - attori che impersoneranno personaggi storici e di fantasia (come Galeotto Malatesta, Lo Spirito del Forte, Cecco d’Ascoli ecc…) che racconteranno la storia del Forte e ne faranno rivivere i momenti più salienti. Giochi di ruolo, laboratori sui costumi medievali ma anche laboratori didattici sull’arte contemporanea legati alla Mostra della Collezione Fiocchi nel corso dei quali saranno analizzate e rielaborate le tecniche utilizzate dai maggiori artisti presenti. Info: www.ascolimusei.it  
   
   
IL GUSTO DELLA TRADIZIONE NEI PARCHI  
 
Il 19 novembre - natura e gastronomia al Parco Nazionale della Val Grande (Piemonte) I Sentieri Del Gusto - Ristorante Il Campanile Nell´ambito della decima edizione de "I Sentieri del Gusto", rassegna enogastronomica per la valorizzazione dei prodotti tipici, appuntamento venerdì 19 novembre a Miazzina (Vb), alle ore 20.00 presso il Ristorante Il Campanile - Via Vittorio Emanuele, 39 - Miazzina (Tel. 0323/494260). Il Menù Crostone di segale al caprino e miele (Piatto del Parco) - Girello di manzo carpacciato - Barchetta ai funghi porcini Carnaroli alle mandorle e asparagi mantecato al caprino d´alpe - Fusilli alla Campanile con erbe aromatiche della Val Grande Rondò di cinghiale grigliato su letto di porri e cacao e scaglie di caprino stagionato - Costine di agnello scottadito con purea di zucchine e caprino Pere caramellate al limone con castagne Caffè Acqua minerale Terme di Vigezzo Vini: Dolcetto Piemonte (Casa vinicola Garrone - Domodossola). Altre info sul Parco Nazionale della Val Grande http://www.Parks.it/parco.nazionale.valgrande  Il 20 novembre - notturna al Parco Regionale dei Laghi di Suviana e Brasimone (Emilia-romagna) Il Parco Di Notte Trekking o ciaspolata notturna (in presenza di neve) tra le praterie del Poranceto. Ritrovo alle ore 21.00 presso il Museo del Bosco di Poranceto - Camugnano (Bo), termine previsto alle ore 24.30 circa. Possibilità di cenare in foresteria alle ore 19.30, per prenotare contattare il 335/5344413. Costo dell´escursione: Euro 10,00 per gli adulti, Euro 5,00 per i minori di 14 anni, eventuale noleggio ciaspole: Euro 5,00. Evento organizzato dalla Cooperativa Madreselva con il patrocinio del Parco dei Laghi. Prenotazione obbligatoria telefonando al 0534/46712, via mail promozione.Parcodeilaghi@cosea.bo.it  oppure info@coopmadreselva.It  Altre info sul Parco dei Laghi di Suviana e Brasimone http://www.Parks.it/parco.suviana.brasimone  Il 20 novembre - le zone umide al Parco Naturale Regionale dell´Aveto (Liguria) Gli Anelli Del Parco Un´escursione per conoscere le numerose zone umide della Valle Sturla, le "moglie", ambienti preziosi che ospitano un´elevata biodiversità. Partendo dalla Diga di Giacopiane, il percorso si snoderà in un´alternanza di pascoli e boschi, lasciando spazio anche per splendidi affacci panoramici. Ritrovo alle ore 9.15 nella piazza del Comune a Borzonasca (si proseguirà poi in macchina fino al punto di inizio del sentiero). Rientro alle ore 16.00. Difficoltà: media. Costo: 8 Euro (incluso pass transito automezzi per diga di Giacopiane). Per ulteriori info: Tel. 0185343370 - Email: ce.Aveto@libero.it  Altre info sul Parco dell´Aveto http://www.Parks.it/parco.aveto  Il 20 e 21 novembre - amici alati al Parco Fluviale Gesso e Stura (Piemonte) Indovina Chi Viene A Pranzo Consigli utili per preparare menù personalizzati per i nostri piccoli amici alati: un divertimento, ma anche un hobby intelligente. A Cuneo, presso il Centro didattico del giardino naturale Lipu in Viale Angeli 81 (discesa Country Club) dalle ore 14.30. Per ulteriori informazioni: 328/9592878 - Email: lipucuneo@alice.It  Altre info sul Parco Fluviale Gesso e Stura http://www.Parks.it/parco.gesso.stura  Il 21 novembre - alla scoperta del Parco Regionale La Mandria (Piemonte) La Carrozza Dei Golosi Un parco da scoprire in carrozza, escursione della durata di circa 4 ore con partenza dall´ingresso Ponte Verde, alle ore 11.00. Costo: 40 Euro a partecipante tutto compreso. Per ulteriori informazioni: Tel. 011/4993381 - E-mail: info@parcomandria.It Altre info sul Parco La Mandria http://www.Parks.it/parco.mandria Il 21 novembre - tradizioni e gastronomia al Parco Fluviale del Po - tratto torinese (Piemonte) Disne´ - Il Pranzo Piemontese Della Domenica Come Si Faceva Una Volta Un salto nel passato recente, rivivendo da protagonisti il rito del pranzo domenicale (disnè) che i Piemontesi si concedevano negli anni Sessanta per fare festa, in trattorie caratteristiche per degustare piatti tipici del territorio. Oggi il disnè, grazie alla collaborazione fra "Turismo Torino e Provincia" e il Parco del Po Torinese, può essere rivissuto nella terra di "Po Confluenze Nord Ovest", per scoprire le tradizioni della cucina delle pianure e delle colline attorno al Po. Cucina dei Signori Imbarco del Re da Perosino Viale Virgilio 53 - Torino (To) Prezzo: Euro 32 vini inclusi Prenotazione obbligatoria entro il venerdì precedente il Disnè presso l´Ufficio di Ivrea di Turismo Torino e Provincia: Tel. 0125618131. Altre info sul Parco Po Torinese http://www.Parks.it/parco.po.to  Il 21 novembre - esperienza speleologica al Parco dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell´Abbadessa (Emilia-romagna) Visita Guidata Speleologica Alla Grotta Della Spipola La visita alla Grotta della Spipola è una vera esperienza speleologica, avventurosa e adatta anche ai bambini a partire dai 7 anni. Costi: Euro 15 per i maggiorenni; Euro 7 per i minorenni e over 65. Ritrovo alle ore 9.30 presso il Parcheggio "La Palazza" - Via Benassi angolo Via La Palazza Ponticella di San Lazzaro di Savena (Bo). Note: difficoltà media, occorre un abbigliamento particolare. Per informazioni: Parco Gessi, Via Jussi 171 - 40068 Farneto - San Lazzaro di Savena (Bo) - Tel. 051/6254821 - www.Parcogessibolognesi.it  Altre info sul Parco dei Gessi Bolognesi http://www.Parks.it/parco.gessi.bolognesi  Il 21 novembre - escursione fotografica al Parco di Veio (Lazio) Obiettivo Sui Colori D´autunno Escursione fotografica dall´Isola Farnese a Ponte Sodo, per apprendere gli elementi base della fotografia natualistica. Tipo di attività: fotografia naturalistica. Appuntamento alle ore 9.30 a Isola Farnese (Roma), presso il parcheggio della Mola. Lunghezza in km e durata: 3,5 km - 4 ore. Grado di difficoltà: basso. Dislivello: basso. Abbigliamento: scarponcini da trekking, borraccia, macchina fotografica, digitale o analogica. Prenotazione obbligatoria: 800727822 - 06 9042774. Altre info sul Parco di Veio http://www.Parks.it/parco.veio  Il 21 novembre - con il tuo cane al Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi (Veneto) Bau Bau Mazarol! Tu e il tuo cane assieme in escursione! Iniziamo il percorso alla scoperta del dog trekking col Mazarol. Percorso: Igne, C.ra Brustolà, Podenzoi, Col Da Lol, Igne. Ritrovo presso l´albergo "4 Valli" (Longarone - Bl), ore 8.00. Dislivello: 500m. Difficoltà: media - istruzioni dalla segreteria Mazarol. Ammessi solo cani con vaccinazione antirabbica. Per ulteriori informazioni: Tel. 0439/3328 - Email: info@dolomitipark.It  Altre info sul Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi http://www.Parks.it/parco.nazionale.dol.bellunesi  Il 21 novembre - ricette, ingredienti e prodotti del territorio al Parco Regionale di Montevecchia e della Valle del Curone (Lombardia) Antiche Ricette Brianzole Ricette, ingredienti e prodotti del territorio in una cascina immersa in un ambiente immutato dai secoli passati... Piatti di antica origine e antichi profumi, cucinati e serviti in un contesto di grande suggestione. Appuntamento a Montevecchia, Centro Parco Ca´ Soldato, alle ore 10.00. Prenotazione obbligatoria. Per informazioni è possibile telefonare il venerdì sera dalle ore 21.00 alle ore 22.30 presso il Centro Parco Ca´ Soldato allo 039/5311275 o scrivere un´e-mail all´indirizzo gev.Curone@libero.it   Altre info sul Parco di Montevecchia http://www.Parks.it/parco.montevecchia    
   
   
CATANIA (FONDAZIONE PUGLISI COSENTINO): CARLA ACCARDI - SEGNO E TRASPARENZA A CURA DI LUCA MASSIMO BARBERO - 6 FEBBRAIO / 12 GIUGNO 2011  
 
Inaugurazione: 5 febbraio 2011 La Fondazione che Alfio Puglisi Cosentino ha creato a Palazzo Valle, nel cuore di Catania, propone, dal 6 febbraio al 12 giugno 2011, una grande mostra di Carla Accardi curata da Luca Massimo Barbero. Sarà una mostra assolutamente irrepetibile: l´artista, infatti, ne è doppiamente protagonista: con le sue opere ma anche con la sua personale interpretazione delle architetture e degli spazi dello storico Palazzo, capolavoro del Vaccarini. Una grande mostra-installazione, quindi, dove ciascun ambiente sarà connotato in modo diverso, secondo la relazione che Carla Accardi percepisce tra le sue opere e le architetture della sede destinata ad accoglierle. Lungo questo percorso attraverso il Palazzo pensato dall´artista, si intrecceranno e susseguiranno in un ordine ideale i suoi primi lavori sul dialogo tra spazio, segno e colore, sino alle sperimentali superfici trasparenti di sicofoil, su cui dipinge, e alle articolate installazioni di grande dimensione. Carla Accardi (Trapani, 1924) vive e lavora a Roma dal 1946. Ha partecipato al gruppo romano Forma dal 1947 ed è considerata uno tra i protagonisti dell´arte astratta italiana dal secondo dopoguerra: dal 1948 ha partecipato in più occasioni alla Biennale di Venezia. Il suo lavoro si fonda sulla feconda interazione tra segno, superficie, luce e colore, che si dirama in realizzazioni che spaziano dal dipinto all´installazione. Le prime sale della mostra saranno dedicate alle articolazioni di quelli che possono essere definiti i "segni cromatici" della Accardi, che iniziano a proliferare sulle tele dei primi anni Cinquanta in configurazioni libere e distese, per poi assumere alla metà del decennio la caratteristica bicromia del positivo / negativo, che determina la superficie tra bianco e nero. Un intenzionale scarto cronologico, nella medesima sala, mette in relazione questi lavori con l´installazione Casa Labirinto del 1999-2000, opera percorribile in cui il plexiglas è attraversato da segni bianchi e neri, proponendo un confronto diretto tra le diramate stagioni espressive di Accardi. Dopo una sala dedicata alla serie delle opere a sviluppo centrico, denominate "tondi" o "cervelli", la mostra concentrerà la propria attenzione sulla strutturazione del segno in griglie e regolarità ritmiche, di cui oggi si può leggere la straordinaria attualità sia cromatica sia linguisitica. Anche per queste ragioni, la mostra approfondisce in modo inedito e come mai in precedenza la fisicità del dialogo tra segno e trasparenza nel lavoro di Accardi: si concentra così in particolare sulle opere realizzate su sicofoil, che vanno dai lavori su telaio rettangolare o quadrato, agli accenni installativi dei telai sagomati, alle vere e proprie realizzazioni in chiave ambientale oltre il dipinto. A sottolineare questa tensione ambientale del lavoro di Accardi, l´intero itinerario della mostra è concepito come un percorso nel Palazzo che dialoga con la fisicità stessa delle sue sale, anche attraverso opere recenti e realizzate per l´occasione, come la grande superificie di ceramica concepita per il suo cortile. Il tracciato dell´esposizione sarà inoltre punteggiato da installazioni collocate in relazione con l´architettura e con le opere alle pareti, come ad esempio Rotoli (1965-69), Cilindrocono (1972), Paravento (1972), la serie dei Coni in maiolica (2004), Si dividono in vano (2006). Al piano superiore, la mostra presenta una straordinaria sala dedicata ai grandi dipinti realizzati dall´artista per la sua sala personale alla Biennale di Venezia del 1988, per culminare con Pasos de Pasaje (2007), grande lavoro che realizza la fusione di architettura e segno: pavimento di piastrelle in gres dipinto, con segni alternati di colore verde e cobalto su sfondo bianco, che intende anche rimandare a un forte legame con la tradizione creativa delle arti applicate in Sicilia ed è stata realizzata a quattro mani con Gianna Nannini, che ha concepito per essa un suo brano come specifica presenza sonora parallela a quella visiva. Realizzata in collaborazione con lo Studio Accardi, sede dell´archivio dell´artista, e Ram radio arte mobile di Roma, che è la sua principale galleria di riferimento, la mostra avrà anche la straordinaria occasione di presentare al pubblico il nuovo catalogo ragionato in corso di pubblicazione, a cura di Germano Celant, oltre ad essere il primo nuovo grande riscontro espositivo dell´artista in Italia dopo la serie di significative mostre internazionali che le sono state dedicate, come quella al Centro Cultural Recoleta di Buenos Aires. In occasione della mostra, verrà pubblicata una monografia a colori a cura di Luca Massimo Barbero, edita da Silvana Editoriale, che attraverso un ricco apparato iconografico intrecciato a saggi inediti e a una selezione di materiali documentari, intende proporre un percorso di lettura mirato dell´opera di Accardi, dedicato alla relazione tra segno e trasparenza. "Carla Accardi Segno e trasparenza". Catania, Fondazione Puglisi Cosentino (Palazzo Valle, via Vittorio Emanuele 122), 6 febbraio - 12 giugno 2011. Orario: dal martedì alla domenica 10-13.00; 16.00-19.30 il sabato sino alle 21.30; chiuso il lunedì; aperture straordinarie su prenotazione. La biglietteria chiude mezz´ora prima. Biglietti interi: 8 euro, ridotti: 5 euro, scolaresche: 2,50 euro, i pomeriggi di martedì e venerdì ingresso 1 ?. Mostra a cura di Luca Massimo Barbero, promossa dalla Fondazione Puglisi Cosentino in collaborazione con Studio Accardi e Ram radio arte mobile. Sponsor Finsole Spa. Monografia sull´artista a cura di Luca Massimo Barbero edita da Silvana Editoriale. Per informazioni e prenotazioni: Fondazione Puglisi Cosentino tel. + 39 095 7152228, + 39 095 7152118 info@fondazionepuglisicosentino.It  www.Fondazionepuglisicosentino.it    
   
   
SABATO E DOMENICA LA FESTA DEI SENTIERI IBLEI  
 
E´ stata presentata il 17 novembre a Siracusa, nel salone dell´ ex villa Vinci, la quarta edizione della "Festa dei Sentieri Iblei, 2010", ispirata alla Festa della Montagna e in programma sabato 20 e domenica 21 novembre. Le istituzioni, il mondo dell´associazionismo naturalistico, culturale ed educativo, ma anche semplici cittadini e studenti si confronteranno sui temi della conservazione e valorizzazione della biodiversita´, della fruizione e della gestione del territorio ibleo, con particolare riferimento al patrimonio storico-archeologico, naturalistico, floristico, faunistico e agroalimentare. La manifestazione e´ organizzata dall´azienda Foreste demaniali, con la collaborazione della soat di Siracusa e di 35 enti pubblici e associazioni. In occasione della presentazione sono intervenuti, tra gli altri, il dirigente provinciale dell´Ufficio azienda foreste demaniali di Siracusa, Carmelo Frittitta, il dirigente della Soat di Siracusa, Francesco Azzaro e il dirigente dell´unita´ Demanio Forestale, Nino Attardo, che ha coordinato l´attivita´, ed i rappresentanti degli enti che hanno collaborato. Due le location scelte: sabato 20, la "Festa dei sentieri iblei" si svolgera´ nel nuovo Centro Regionale per la Conservazione del Germoplasma agrario e vegetale di Marianelli alla Riserva Oasi faunistica di Vendicari; domenica 21, invece, nel le Cave del Carosello e di San Calogero di Noto Antica, dove l´Azienda ha in questi ultimi anni svolto un importante lavoro di recupero della percorribilita´ dei sentieri e di fruizione delle concerie medievali