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Notiziario Marketpress di Mercoledì 12 Gennaio 2011
PUCHTA SI AGGIUDICA SOVVENZIONE DEL CER PER LO SVILUPPO DI NUOVE TECNICHE CHE CONSENTANO DI CONTROLLARE IL PATRIMONIO EREDITARIO DELLE PIANTE  
 
I consumatori lamentano spesso che la frutta e la verdura che consumano sono insapori. E mentre molti accusano i coltivatori di utilizzare una quantità troppo elevata di pesticidi, gli stessi coltivatori affermano di ricorrervi per garantire la qualità e la sicurezza degli alimenti che consumiamo. Per fortuna molti ricercatori stanno lavorando per mettere a disposizione dei consumatori alimenti che abbiano il gusto che dovrebbero avere. Tra questi il professor Holger Puchta dell´Istituto di tecnologia di Karlsruhe (Kit), in Germania, al quale il Consiglio europeo della ricerca ha appena assegnato una sovvenzione di ricerca "Advanced Research Grant" del valore di 2,5 milioni di euro. Il professor Puchta sta lavorando allo sviluppo di nuove tecniche che consentano di controllare il patrimonio ereditario delle piante per migliorare, in modo selettivo, le proprietà delle varie specie mediante il pool genico presente in natura. Per esempio, il ricercatore sta lavorando a specie in grado di resistere sia a malattie che a condizioni atmosferiche avverse senza rimetterci sotto il profilo del sapore. "Gli innesti vengono da sempre praticati allo scopo di ottenere proprietà agronomiche migliori", ha spiegato il professor Puchta, direttore dell´Istituto di botanica del Kit. Fino ad oggi, i ricercatori hanno avuto difficoltà a raggiungere risultati positivi per il numero di esperimenti, di errori e di possibilità insiti in queste tecniche. Ma è questo il punto che entrano in gioco il professor Puchta e il suo team. L´équipe, infatti, utilizzerà nuove tecniche per controllare e influenzare in modo efficace lo scambio genetico (meiosi), in modo selettivo. "Intendiamo rendere il processo arbitrario di trasmissione del patrimonio in un processo controllato, in modo tale da poter determinare preventivamente le proprietà che vengono trasmesse", afferma il professore. L´ingente quantità di organismi in natura è alla base dell´immenso pool genico a noi noto. "Per utilizzare questo pool in modo ottimale per la dieta umana, dobbiamo imparare come trasferire alcune proprietà specifiche - come la resistenza alle malattie e agli insetti nocivi - dalle piante selvatiche a quelle coltivate", continua il professore, specificando che questo potrebbe schiudere nuove possibilità per le coltivazioni. "Poiché un´alta percentuale del genoma, o delle informazioni genetiche, delle piante da raccolto non viene scambiato nella trasmissione del patrimonio è piuttosto difficile inserire nuove proprietà nelle specie coltivate". I ricercatori hanno utilizzato per i loro studi l´arabetta comune (Arabidopsis). "I prodotti che otteniamo non hanno nulla a che fare con gli organismi geneticamente modificati (Omg) in senso tradizionale", ha spiegato Puchta, aggiungendo che le condizioni preliminari per lo studio sono ideali. "Nel corso degli ultimi anni, le tecniche per il sequenzialmente del genoma hanno fatto enormi progressi". Per esempio, i ricercatori utilizzano gli enzimi di restrizione (chiamati anche "forbici del Dna"), che consentono di tagliare e ricombinare le informazioni genetiche nella linea ascendente. Infine, i ricercatori del Kit utilizzeranno le risorse naturali per migliorare le piante coltivate. Il professor Puchta utilizzerà vari approcci per manipolare il patrimonio del modello utilizzato. Secondo le sue aspettative, i primi risultati positivi arriveranno nell´arco di cinque anni. "Sono abbastanza certo che ora di allora avremmo le prime soluzioni per controllare il patrimonio nelle piante coltivate come i pomodori", ha detto Puchta. Le "Advanced Researcher Grant" vengono assegnate ai ricercatori che ottengono risultati positivi nel loro ambito di attività. Il professor Puchta ha lavorato alla ricombinazione del Dna per più di 20 anni. Per maggiori informazioni, visitare: Istituto di tecnologia di Karlsruhe (Kit): http://www.Kit.edu/  Consiglio europeo della ricerca (Cer): http://erc.Europa.eu/    
   
   
DOPO LA VITE E IL MELO, ECCO IL GENOMA DELLA FRAGOLA PUBBLICATO SU NATURE GENETICS L’ARTICOLO SCIENTIFICO FIRMATO DA 72 AUTORI DI 37 ISTITUZIONI  
 
Trento - Dopo il sequenziamento del genoma della vite e del melo, l’Istituto Agrario di San Michele all’Adige è protagonista di un altro importante risultato di portata internazionale: la decodifica del genoma della fragola, precisamente della fragolina di bosco, varietà Hawaii4. Il progetto è durato due anni ed è stato realizzato da un consorzio internazionale formato da 37 istituzioni scientifiche, coordinate dall’università della Florida, dove l’Italia è rappresentata unicamente dall’Istituto di San Michele. I risultati sono riportati in un articolo scientifico firmato da 71 autori di 37 Istituzioni, pubblicato on line, il 27 dicembre 2010 , alle ore 19 (ore 13 New York) sulla prestigiosa rivista Nature Genetics, lo stesso mensile scientifico del gruppo Nature dedicato alle eccellenze nel settore genetico e genomico, che nel numero di ottobre ha riservato la copertina al genoma del melo. I geni identificati sono 34.809 ed è il più piccolo genoma di pianta coltivata finora decifrato. Grazie a questo risultato si potrà sostenere e potenziare la ricerca nel campo della fragola e dei piccoli frutti (ad es. Lampone) per ottenere in modo rapido nuove varietà di fragola: i tempi del miglioramento genetico convenzionale saranno velocizzati per ottenere piante in grado di produrre frutti più salubri e gustosi e che si difendono da sole dalle malattie e dagli insetti, riducendo così gli interventi agronomici in campagna e realizzando una frutticoltura più sostenibile. “Dopo pochi mesi dalla pubblicazione sulla stessa rivista dell’articolo sul genoma del melo questo risultato è per noi motivo di orgoglio e soddisfazione –spiega il presidente Francesco Salamini-. Proseguiremo con la ricerca nel settore della genomica con l’idea di utilizzarla a garanzia di una agricoltura sostenibile, per dare risposta alle esigenze dei produttori e dei consumatori”. Il progetto ha visto partecipare 25 centri di ricerca nordamericani, due sudafricani, uno norvegese, uno francese, due spagnoli, due cileni, uno israeliano, e uno italiano, appunto, l’Istituto Agrario di San Michele all’Adige, che ha partecipato sia per le competenze sviluppate nei due progetti di sequenziamento di vite e melo, completate rispettivamente nel 2007 e nel 2010, nonché per le strumentazioni all’avanguardia di cui si è recentemente dotato durante i due progetti. “Il sequenziamento del genoma della fragola, come lo è stato per vite e melo –spiegano gli autori italiani Roberto Viola (dirigente del Centro ricerca e innovazione), Riccardo Velasco (coordinatore dell’area agricoltura del Cri) e la ricercatrice Michela Troggio- amplifica di almeno mille volte le nostre conoscenze relativamente a questa importante pianta agraria, in particolare le sue proprietà nutrizionali, l’impatto ambientale, l’esplorazione della biodiversità, gli studi filogenetici ed evolutivi”. Il genoma della fragola ora, dunque, non è più un segreto e le sequenze del Dna saranno disponibili da gennaio sulle banche dati internazionali, liberamente consultabili da parte della comunità scientifica. Nel corso del 2008 e 2009 sono state prodotte le sequenze del Dna di fragola (circa 8 miliardi di nucleotidi sequenziati) e nel corso di quest’anno i ricercatori hanno effettuato l´assemblaggio e la ricostruzione del contenuto ordinato dei geni dei 7 cromosomi della fragola. Le sequenze coprono 40 volte il genoma della fragola, con oltre il 90% del genoma assemblato nei cromosomi e 34.809 geni ancorati ad una precisa posizione dei cromosomi. La fragola sequenziata è la fragolina di bosco (Fragaria vesca), la quale ha contribuito per un quarto al genoma della fragola che troviamo sulle nostre tavole (Fragaria x ananassa). Il progetto ha permesso, inoltre, di identificare le relazioni tra i cromosomi della fragola e i cromosomi del pesco (entrambe sono della famiglia botanica delle Rosaceae, come del resto il melo) e le loro relazioni filogenetiche. I “numeri” del genoma della fragola: · 8 miliardi i nucleotidi sequenziali; · 7 i cromosomi della fragola; · 210 milioni le basi di Dna; · 34.809 i geni identificati; · 72 gli autori della pubblicazione scientifica; · 37 le istituzioni partecipanti, di cui una italiana (Iasma).  
   
   
IL PLANCTON TRA LE CAUSE DELL´ESTINZIONE DELLE AMMONITI  
 
Le ammoniti, tra i fossili guida più importanti del pianeta, sono da sempre un punto di riferimento importante per i paleontologi. Parenti estinti di piovre, calamari e seppie, le ammoniti sono i molluschi marini che hanno popolato i mari per ben 350 milioni di anni, prima di estinguersi 65,5 milioni di anni fa. Nonostante siano soggetti molto studiati, le ricerche sulla loro alimentazione sono molto recenti e sono da attribuire a un gruppo di scienziati franco-americani che dalle pagine della rivista Science affermano che questa specie si nutriva di plancton. Una scoperta, questa, che chiarisce le cause della loro estinzione. Utilizzando il Laboratorio europeo delle radiazioni al sincrotrone (Esrf) di Grenoble (Francia), i ricercatori hanno creato delle immagini a raggi X tridimensionali che ritraggono le varie parti della bocca di tre specie di ammoniti rinvenute negli Stati Uniti (South Dakota), un´area che attira numerosi amanti dei fossili. Le immagini mostrano anche i resti dell´ultimo pasto consumato dai molluschi: il plancton. Gli studi condotti in passato avevano evidenziato come lo stesso asteroide che ha causato l´estinzione dei dinosauri fosse alla base di un repentino declino della disponibilità di plancton. Sarebbe questa - secondo gli scienziati - la motivazione alla base dell´estinzione delle ammoniti. La ricostruzione in 3D consente di osservare da vicino mandibole e denti dei molluschi e in un caso è stato addirittura possibile individuare nella bocca di uno dei campioni la presenza di una piccola lumaca e di tre crostacei. "La specie fossile Baculites, una delle poche specie di questa famiglia resistita fino al passaggio dal Cretaceo al Paleogene, se non addirittura oltre, disponeva di mandibole e radula, una sorta di lingua ricoperta di denti", affermano i ricercatori. Gli scienziati hanno scoperto che la cuspide più alta della radula misurava 2 mm, e che i denti, decisamente sottili, avevano forme diverse (sciabola, pettine ecc.). Poiché i fossili di plancton non sono stati rinvenuti altrove sui campioni raccolti, gli scienziati concludono che l´esemplare deve essere morto proprio consumando quell´ultimo pasto, escludendo quindi che il plancton si sia introdotto nella bocca del mollusco a morte avvenuta. Il primo autore dello studio, la dottoressa Isabelle Kruta, del Muséum national d´histoire naturelle (Mnhn), in Francia, ha affermato: "Mi ha molto sorpresa vedere i denti e trovare il plancton nella bocca dell´esemplare. Per la prima volta abbiamo avuto modo di osservare la finezza di queste strutture dallo stato di conservazione eccezionale e di utilizzare dettagli ad alta definizione per ottenere informazioni sull´ecologia di questi enigmatici animali. Neil Landman dell´American museum of natural history di New York, co-autore dello studio, ha detto: "Prendendo in considerazione l´ampia mandibola inferiore delle ammoniti e queste nuove informazioni sui denti, si capisce che questi animali dovevano avere una nutrizione diversa dai Nautilus, che si nutrono invece di carcasse. Le ammoniti hanno una mandibola inferiore molto ampia, dotata di denti sottili. L´effetto non è però quello della bocca del lupo di Cappuccetto rosso. In questo caso una bocca grande rende più facile mangiare le prede più piccole. Il dott. Landman continua dicendo che la ricerca mette in luce diversi fattori, tra cui il fatto che la radiazione delle ammoniti potrebbe essere collegata a quella del plancton nel Giurassico inferiore. Questi risultati potrebbero aiutare gli scienziati a comprendere il ciclo del carbonio in quell´epoca. Parlando dell´uso della microtomografia con il sincrotrone a raggi X, Paul Tafforeau dell´Esrf, un altro degli autori dello studio, la definisce una delle tecniche più sensibili per analizzare la struttura interna dei fossili senza danneggiarli. "È stata utilizzata per la prima volta dieci anni fa sui denti dei primati ed è oggi ampiamente utilizzata in paleontologia", dice. "Abbiamo fatto un primo test sui campioni di ammoniti dopo il fallimento di un tentativo con uno scanner tradizionale. La qualità dei risultati ottenuti ci ha convinti ad utilizzare questa tecnica su tutti gli altri campioni. In quasi tutti i casi abbiamo scoperto una radula e in un caso molte altre strutture. Isabelle Rouget del Laboratoire de paléontologie dell´Université Pierre et Marie Curie di Parigi, tra gli autori dello studio, ha detto: "Ora sappiamo che le ammoniti occupavano una nicchia nella rete trofica diversa da quanto finora ritenuto. Per maggiori informazioni, visitare: Laboratorio europeo delle radiazioni al sincrotrone (Esrf): http://www.Esrf.eu/  Muséum national d´histoire naturelle (Mnhn): http://www.Mnhn.fr/  American museum of natural history: http://www.Amnh.org/  Science: http://www.Sciencemag.org/    
   
   
ENERGIA: CIA BASILICATA , CONVOCARE TAVOLO TECNICO CON AGRICOLTORI  
 
E´ necessario convocare un tavolo tecnico tra gli uffici regionali competente e le organizzazioni professionali agricole per illustrare in dettaglio le linee guida per la progettazione degli impianti di produzione di energia alternativa e fornire l’assistenza dovuta agli agricoltori lucani. E´ quanto auspica l´Ufficio di Presidenza della Cia lucana, per il quale il provvedimento della Giunta regionale rappresenta un passo avanti per raccogliere la forte sollecitazione del mondo agricolo lucano che da tempo rivendica "la possibilità di diventare “produttori di energia alternativa” attraverso la realizzazione di mini-impianti (eolici, fotovoltaici, biomasse, idroelettrici, da processi agronomici) innanzitutto per l’auto-approvvigionamento delle aziende agricole”. “Condividiamo – è scritto nella nota – l’obiettivo illustrato dall’assessore regionale Erminio Restatino di consentire di accedere alla libera attività di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili in condizioni di uguaglianza e senza discriminazioni nelle modalità, condizioni e termini per il suo esercizio, mettendo fine ad una sorta di monopolio di società e gruppi specializzati. E’ soprattutto lo snellimento delle procedure che ci interessa tenuto conto che i tempi imposti dall’Enel ed avallati dall’Autorità Energia Elettrica e Gas sono troppo lunghi e scoraggiano gli imprenditori agricoli: il tempo necessario per la realizzazione delle opere per la connessione alla rete elettrica è stimato dall’Enel in 16 mesi per la realizzazione del nuovo impianto di trasformazione (Cp) 150/20 Kv; 20 mesi per la realizzazione della Stazione Rtn 380/150 Kv; 16 mesi per la nuova S.e. Rtn fino a 150 Kv; 8 mesi più un mese al Km per i raccordi alle linee Rtn. Se a tutto ciò si aggiungono i tempi relativi all’ìter autorizzativo si deve calcolare – secondo la Cia – in media non meno di sei anni prima che un’azienda agricola possa allacciare il proprio mini-impianto energetico alla rete Enel".  
   
   
APICOLTURA: UN BANDO DA CIRCA 537MILA EURO PER IL MIGLIORAMENTO DELLA PRODUZIONE E LA COMMERCIALIZZAZIONE DEI PRODOTTI. LE DOMANDE PER ACCEDERE AI CONTRIBUTI DEVONO ESSERE PRESENTATE ENTRO IL 7 MARZO PROSSIMO.  
 
 Bologna - Entro il 7 marzo 2011 gli apicoltori emiliano-romagnoli potranno presentare la domanda – o riconfermare le preadesioni già formalizzate nei mesi scorsi – per accedere ai contributi previsti dal programma triennale 2011-2013 per il miglioramento della produzione e la commercializzazione dei prodotti dell’apicoltura. Il bando, per un importo di circa 537mila euro, relativo alla prima annualità del programma è stato pubblicato sul Bollettino ufficiale della Regione Emilia-romagna n. 1 – parte seconda – del 5 gennaio 2011. Le domande definitive dovranno essere presentate con le nuove modalità informatiche (Sop) stabilite da Agrea e rese note dall’agenzia stessa anche sul proprio sito internet. Per l’assessore regionale all’Agricoltura Tiberio Rabboni “l’avvio del programma triennale, in attesa del definitivo divieto di utilizzo dei prodotti a base di neonicotinoidi per la concia del mais, rappresenta uno strumento significativo per migliorare e qualificare un comparto produttivo a bassissimo impatto ambientale, che svolge un ruolo fondamentale per l’attività agricola nel suo complesso e per sostenere la presenza di operatori in aree marginali di collina e di montagna. Per questo invito gli apicoltori emiliano-romagnoli, singolarmente o in forma associata, a utilizzare compiutamente le opportunità offerte dal nuovo bando”. L’apicoltura regionale, che coinvolge circa 10.000 operatori (di cui 800 professionali), è tra le più sviluppate a livello nazionale e ha un valore economico e ambientale particolarmente rilevante, sia per il valore delle produzioni, sia per l’insostituibile attività di impollinazione delle piante coltivate realizzata dalle api che, secondo stime dell’Osservatorio nazionale sulla produzione e sul mercato del miele, vale da sola 2,5 miliardi di euro. L’intervento regionale intende contribuire in modo significativo al miglioramento dell’efficienza di questo comparto produttivo che, negli anni scorsi, ha dovuto affrontare il grave problema dello spopolamento degli alveari, attualmente in fase di risoluzione grazie alla sospensione dell’utilizzo di prodotti a base di neonicotinoidi per la concia delle sementi di mais sostenuta fortemente dalla Regione Emilia-romagna. Sono previsti contributi per sostenere programmi di assistenza tecnica per la lotta alla varroa, un acaro che provoca la distruzione completa delle famiglie di api, per la razionalizzazione della cosiddetta “transumanza”, e cioè lo spostamento delle arnie sul territorio per seguire la fioritura delle principali piante nettarifere. Altri interventi ammissibili a finanziamento riguardano l’analisi delle caratteristiche chimico - fisiche del miele, l’acquisto di api regine per il ripopolamento e la realizzazione di programmi di ricerca per la predisposizione del “Piano di risanamento e profilassi” di gravi malattie che colpiscono gli alveari, come la cosiddetta “peste” americana ed europea. Http://agrea.regione.emilia-romagna.it/  
   
   
DIOSSINA, NESSUN RISCHIO PER I CIBI IN LOMBARDIA CONTROLLI SU PRODOTTI SONO RIGOROSI  
 
Milano - Di fronte alle notizie che provengono dalla Germania, dove alcuni imprenditori hanno contaminato i mangimi zootecnici con tracce di diossina, gli assessori regionali alla Sanità, Luciano Bresciani, e all´Agricoltura, Giulio De Capitani, esprimono piena fiducia nei confronti delle produzioni e del sistema dei controlli della Lombardia. "L´italia è sostanzialmente autosufficiente per la produzione di uova - commentano Bresciani e De Capitani - e non c´è quindi il rischio di acquistare in Lombardia prodotti tedeschi interessati dal ´sistema di allerta sanitario europeo´. L´uovo è un alimento importante e prezioso che può essere consumato fresco o come ingrediente di tanti prodotti di cui quotidianamente ci nutriamo". "Per quanto riguarda le produzioni lattiero-casearie - proseguono gli assessori - l´Italia non è invece autosufficiente. Va però rilevato che tutto il latte fresco che troviamo nei supermercati e nei negozi è perfettamente controllato e garantito e non interessato dal sistema di allerta attivato dalle autorità tedesche. Una tazza di latte, una porzione di formaggio, in modo particolare il Dop lombardo, sono alimenti sani, indispensabili allo sviluppo di grandi e piccini. Sono prodotti nelle stalle della nostra regione e soggetti a controlli continui, che ne garantiscono totalmente la qualità e la sicurezza". Lo stesso ragionamento sviluppano Bresciani e De Capitani a proposito delle carni bovine e suine: "Il consumatore oggi ha la possibilità di controllare sull´etichetta la provenienza degli alimenti. Sulla sicurezza e sulla qualità di uova, latte e carne prodotti in Lombardia mettiamo la mano sul fuoco".  
   
   
PARMA, CAVALLI & GRAIANI: DAL 2 FEBBRAIO SI TORNA A PRODURRE PRESENTATO IN PROVINCIA L’ACCORDO RAGGIUNTO DALLE PARTI E CON IL NUOVO ACQUIRENTE. SALVI I POSTI DI LAVORO E LA PRODUZIONE DI QUALITÀ. SI ASPETTA IL VIA DAI CREDITORI  
 
Un accordo serio e vero, che può garantire un futuro alla “Cavalli e Graiani”, salvando l’occupazione e garantendo i creditori. L’anno nuovo per lo storico salumificio di Corniglio porta con sé la speranza di continuare a produrre e di farlo nel luogo dove è nato. Il lavoro del tavolo istituzionale, che si aperto nel maggio scorso, ha dunque portato a un buon risultato, un accordo per la vita dell’azienda, che questa mattina è stato presentato in Provincia. “Dal 1 febbraio la nuova azienda acquirente inizierà la produzione con gli stessi dipendenti. Sono posti di lavoro salvati che pesano di più, perché sono in montagna - ha spiegato il vicepresidente della Provincia Pier Luigi Ferrari nell’incontro di oggi - E’ l’esito sperato di una crisi che abbiamo seguito con attenzione, insieme a tutti i soggetti coinvolti, una soluzione che è un’indicazione anche per le banche, che sono i maggiori creditori, a guardare con occhio positivo alla vicenda”. La presenza di un compratore disposto a rilevare l’azienda serio e motivato, con una forte tradizione alle spalle, Ferrari la annunciò nel luglio scorso, sempre in occasione di una riunione del tavolo istituzionale. I mesi intercorsi sono stati necessari a trovare le intese per un accordo mirato a garantire non solo la continuità produttiva ma anche il mantenimento dell’occupazione. Dal 1 febbraio dunque la società Italpork srl di Pistoia prende in affitto l’immobile in cui si trova il salumificio e, grazie all´accordo con la stessa Cavalli e Graiani e i sindacati, si impegna all´assunzione a tempo determinato per un anno dei cinque dipendenti con un contestuale nuovo impulso alla produzione di prosciutto nel sito di Corniglio. Si tratta di una soluzione ponte, in attesa del pronunciamento dei creditori (per la maggioranza istituti bancari) di fronte alla nuova procedura di concordato, presentata il 31 dicembre. Se sarà positiva l´Italpork acquisirà l´azienda, con la trasformazione dei contratti di lavoro a tempo indeterminato. “In un momento difficile si è fatto squadra per individuare una realtà che potesse subentrare e che non avesse solo l’intenzione di fare profitto ma anche di continuare una produzione di qualità. Questo ci fa ben sperare in un futuro di sviluppo per questa azienda” - ha sottolineato Matteo Rampini della Flai Cgil. “E’ stata una grande operazione di relazione industriale. Dal 2 febbraio si riprenderà a lavorare, salvaguardando questa realtà produttiva e l’occupazione, con un impegno del nuovo compratore, attraverso una fideiussione, al soddisfacimento dei crediti. E’ il primo passo di un cammino che ci porterà davanti all’assemblea dei ceditori e speriamo nel salvataggio definitivo dell’azienda” - ha detto Marco Pedretti, dello studio omonimo che ha rappresentato la “Cavalli e Graiani”. “Siamo vicini ad una soluzione positiva e questo è importante – ha osservato il vicesindaco di Corniglio Tito Cattani – in un momento come questo il mio pensiero va anche ai vecchi proprietari per quanto hanno fatto. Penso sia bene tenere fermo l’obiettivo del mantenimento di questa realtà e dell’occupazione. Proprio in questi giorni il comune ha assunto due nuovi addetti, numeri piccoli ma che in montagna contano”. “Questo accordo è la dimostrazione che lavorando insieme si può farcela – ha commentato l’assessore provinciale al Lavoro Manuela Amoretti – “Il nostro compito istituzionale è di continuare ad accompagnare questa realtà che vuole rafforzarsi e consolidarsi, in modo che possa agganciare i segnali positivi di ripresa che cominciano a intravvedersi “.  
   
   
LOMBARDIA: SUI NITRATI AGGIORNAMENTO CONDIVISO  
 
Milano - Prima riunione, ieri mattina, nell´Auditorium Gaber di Palazzo Pirelli, per la conferenza di Valutazione ambientale strategica (Vas) del Programma d´Azione Regionale Nitrati per la tutela e il risanamento delle acque dall´inquinamento causato da nitrati di origine agricola per aziende localizzate in zone vulnerabili. "Con questo incontro - ha spiegato l´assessore all´Agricoltura della Regione Lombardia Giulio De Capitani - abbiamo avviato la fase di consultazione e di coinvolgimento attivo dei numerosi soggetti pubblici e privati interessati all´aggiornamento delle regole di quello che, nel mio giro di ascolto nelle province, ho definito il ´problemone´ dell´agricoltura". Il tema della Direttiva Nitrati è strategico per la competitività del sistema agroalimentare lombardo. Il principale elemento di criticità che la Conferenza di valutazione dovrà affrontare è il delicato rapporto tra la sostenibilità ambientale, in particolare la difesa delle acque, e la sostenibilità economica dell´attività agricola. "Bisogna però sottolineare - ha proseguito De Capitani - che le difficoltà emergono in modo più marcato nelle province della fascia padana della Regione. Si tratta infatti di una zona dove sono presenti numerose aziende zootecniche, la cui presenza diffusa è anche ragione del primato della Lombardia come prima regione agricola del Paese, che si devono confrontare con i limiti imposti dalla Direttiva Nitrati all´utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento". "Regione Lombardia è particolarmente sensibile al problema ed è intervenuta recentemente con la sospensione temporanea del divieto di spandimento e con l´assegnazione alle province di un contributo di 8 milioni di euro per l´attuazione del bando sul Programma Straordinario Nitrati".  
   
   
COMUNE DI TRIESTE. SERVIZIO SOCIALE: CONTRIBUTI ECONOMICI “VOUCHERIZZATI”  
 
Ristochef Spa, Società leader in Italia nel settore dell’emissione di Buoni Servizio e Voucher Sociali destinati a sostituire l’erogazione in denaro dei contributi economici, ha attivato il servizio a favore del Comune di Trieste a partire dal mese di dicembre 2010. I Voucher Sociali a marchio Allright, emessi dall’omonima Divisione Welfare di Ristochef - si affermano come soluzione agile e funzionale prescelta sempre più spesso da quelle Amministrazioni Pubbliche che intendano avvalersi, in luogo dei tradizionali contributi in denaro, di titoli sostitutivi di prestazioni economiche accettati da una Rete di P.s.a. - Punti di Servizio Accreditati (farmacie, cartolibrerie, ottici, lavanderie, supermercati, cooperative sociali, ecc.). In tal modo il Servizio Sociale comunale potrà sfruttare appieno i vantaggi derivanti dall’utilizzo dei voucher: la certezza che i Beneficiari acquistino unicamente i prodotti indispensabili per le necessità della vita quotidiana e il monitoraggio analitico delle risorse destinate alle politiche di contrasto alla povertà, che la corresponsione di denaro non rende possibile. La Divisione Welfare Allright ha allestito sul territorio del Comune di Trieste una Rete di oltre 150 P.s.a. Abilitati all’accettazione dei Voucher Sociali utilizzati dai numerosi Beneficiari del servizio cui è ora assicurata una fruizione più efficace nell’ambito del programma di Welfare stabilito dal Comune. In questo contesto sono molti gli Enti Pubblici e le Organizzazioni No Profit che si avvalgono dei servizi offerti dalla Divisione Welfare “Allright” e tra questi: i Comuni di Udine, Firenze, Pavia, Terni, Novara, Olbia, la Caritas, la Società di San Vincenzo de’ Paoli e molti altri Enti locali in tutta Italia. Emanuele Cipriani, Direttore della Divisione Welfare Allright, commentando l’avvio del servizio nel Comune di Trieste, si è così espresso: “L’azienda prosegue nell’attività di ampliamento della propria offerta di servizi destinati alle Politiche di Welfare, confermandosi quale interlocutore professionale in grado di assicurare trasparenza e costante monitoraggio degli obiettivi sociali che gli Enti intendono conseguire e ciò grazie a soluzioni all’avanguardia come quella dei Voucher Sociali forniti sia su supporto cartaceo che elettronico”. Ristochef è il principale fornitore italiano di Voucher Sociali Elettronici ed ha offerto al Comune di Trieste la possibilità di sperimentare la soluzione ospitata a bordo della Carta Regionale dei Servizi emessa dalla Regione Fvg. Questa versione elettronica, denominata Crsvoucher, già utilizzata in altre regioni (tra le quali la Lombardia), consente di utilizzare la Crs come carta acquisti ricaricabile, offrendo al Servizio Sociale comunale la possibilità di gestire gli interventi di assistenza economica a favore dei Beneficiari, “caricando” i contributi economici sulla Crs e dematerializzando (e quindi voucherizzando) l’intero ciclo di erogazione, utilizzo e rendicontazione dei contributi.  
   
   
AGRICOLTURA: 13 MLN DI EURO PER LA BIODIVERSITA´ IN SICILIA  
 
Palermo - Il Dipartimento Interventi Strutturali in Agricoltura ha emanato un bando pubblico che finanzia progetti per il recupero, la conservazione e la diffusione di specie e varieta´ di piante coltivate in Sicilia e a rischio di estinzione. La consistente dotazione economica di 13 milioni di euro, e´ frutto delle risorse pubbliche a disposizione della Regione provenienti dal Programma per lo Sviluppo Rurale -Sicilia 2007-2013, misura 214/2 azione A, con l´obiettivo specifico di preservare il ricco e particolare patrimonio di biodiversita´ siciliana. Verranno sovvenzionati progetti per l´individuazione,la raccolta, la conservazione e la propagazione di ecotipi e varieta´ locali di specie agrarie. I finanziamenti riguarderanno la costituzione di centri di raccolta del germoplasma, di piantagioni per la realizzazione sia di "campi collezione" sia di produzione di piante madri di specie autoctone rare o soggette a minaccia di scomparsa. La preservazione delle risorse genetiche regionali ha come obiettivo finale la diffusione sul territorio delle essenze vegetali a rischio di erosione. Pertanto, superata la fase di conservazione e riproduzione, saranno incentivate le azioni di reintroduzione delle varieta´ protette nelle aziende agricole della regione accompagnate con iniziative di informazione e consulenza. Inoltre i risultati ottenuti dovranno essere di pubblica consultazione attraverso l´inserimento in rete, realizzando banche dati e pubblicazioni su siti web. Il bando prevede un sistema di adesione in tre sottofasi annuali, distribuite nel triennio dal 2011 al 2013, durante la quali si potranno presentare le istanze nel periodo compreso tra il primo febbraio e il 29 aprile di ciascun anno. Le domande di sovvenzione andranno presentate, secondo le disposizioni emanate dall´Autorita´ di gestione consultabili sul sito istituzionale www.Psrsicilia.it, da Enti o Istituti pubblici che svolgono attivita´ di conservazione di germoplasma autoctono e che istituzionalmente si occupano di programmi di divulgazione e conservazione della biodiversita´. L´importo finanziabile e´ del 100% dell´investimento e per singolo beneficiario non puo´ superare 500.000 euro. L´impegno al recupero e alla salvaguardia della variabilita´ delle specie agricole nasce dalla consapevolezza che la biodiversita´ siciliana e´ un bene pubblico costituito dall´eredita´ di un prezioso patrimonio genetico le cui proprieta´ salutiste sono molto ricercate dalle attuali tendenze affermatesi nella societa´ e nel mercato. L´incentivazione di produzioni di eccellenza serve sia a proteggere la tradizione culturale ed alimentare della Sicilia sia a creare nuovi spazi economici e di mercato da affiancare ad un comparto agricolo fortemente sorretto da logiche di globalizzazione..  
   
   
A GENNAIO UN NUOVO CORSO PER LA FORMAZIONE DI ISPETTORI IRVEA  
 
Si svolgerà a Roma, il 24 e il 25 Gennaio 2011 la terza edizione del corso preparatorio per la Selezione dei Nuovi Ispettori da inserire all’interno del Programma per la Certificazione delle Qualità Agro-alimentari. Il Corso fin dalle sue prime edizioni non è stato solo un mezzo per acquisire le competenze specifiche necessarie per l’inserimento all’interno del Programma, ma è stato anche un momento di scambio tra i partecipanti, che ha fatto emergere le enormi difficoltà operative riscontrate nel proporre la propria professionalità alle aziende del settore agro-alimentare. Per questo Irvea, dopo aver valutato dettagliatamente le esigenze e le aspettative dei corsisti, ha deciso di porsi in una prospettiva orientata a facilitare e razionalizzare l’impiego dei candidati al fine di incrementare le reciproche opportunità operative e professionali. In base a queste considerazioni Irvea sta valutando l’opportunità di creare un consorzio di professionisti, una sinergia organizzata e razionale, di supporto e valorizzazione degli addetti ai lavori e dei diversi comparti dell’agroalimentare nel suo complesso. Il Corso per Ispettori Irvea è stato creato per fornire le basi per la campionatura legale dei prodotti alimentari e sarà tenuto da avvocati ed esperti in ambito legale e normativo, Ispettori dell’Icqrf -Istituto Controllo Qualità e Repressione Frodi Agroalimentari (già Ufficio Centrale Repressione Frodi), Tecnici esperti nelle attività di campionatura legale delle derrate alimentari e controllo per la sicurezza alimentare e del lavoro, offrirà inoltre titolo preferenziale per le selezioni dei 60 Ispettori promosse da Irvea. Il personale selezionato opererà con la qualifica di Pubblico Ufficiale nell’esercizio delle funzioni affidate, mediante rilascio di Decreto di nomina che verrà richiesto da Irvea alle Prefetture competenti. Www.irvea.org/    
   
   
AGRICOLTURA IN UMBRIA : COMMISSARIO “ARUSIA”: “ABBIAMO FATTO E CONTINUEREMO A FARE”  
 
Perugia - "Anche nel 2010 abbiamo svolto una importante azione nel settore agroalimentare, dando risposte puntuali e certe al mondo agricolo ed alle sue associazioni". Lo ha detto il commissario straordinario dell´"Arusia" (l´Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l´Innovazione in Agricoltura) Adolfo Orsini, nel tradizionale appuntamento di fine/inizio anno con i giornalisti, nel corso del quale ha tracciato un bilancio dell´attività dell´agenzia, attualmente in attesa del processo di riforma (allo studio della giunta regionale), che dovrà ridisegnare e ridefinire attività e competenze finora svolte dall´agenzia. "Pur se ´sotto riforma´ - ha detto Orsini - possiamo affermare di aver dato vita ad una serie di significative azioni innovative, sia in termini di assistenza tecnica alle imprese nei vari comparti, sia per quanto riguarda l´avanzamento degli strumenti informatici per ´sburocratizzare´ e snellire le procedure per i finanziamenti. Anche per il nuovo anno, in attesa del compimento della riforma, le imprese agricole continueranno a trovare nell´agenzia un punto di riferimento, capace di dare risposte efficaci e tempestive, in un momento in cui l´agricoltura sta attraversando un momento di grande difficoltà". Tra le novità del 2010 - ha detto Orsini, citandola a mo´ di "chicca" e di creativa vitalità dell´opera svolta dall´"Arusia"- c´è perfino un nuovo vino, un "muffato" frutto di un esperimento di "vendemmia tardiva", che l´Agenzia per lo Sviluppo e l´Innovazione ha contribuito a far nascere nella Cantina Sperimentale di Orvieto, e che a marzo verrà presentato ufficialmente alla stampa, in occasione di un´apposita visita alla Cantina. "Insomma - ha concluso Orsini -, nonostante un personale che negli ultimi quattro anni si è praticamente dimezzato, abbiamo prodotto una grande mole di lavoro". Piano di sviluppo rurale, informatizzazione, assistenza e sperimentazione in agricoltura, servizio fitopatologico: questi i settori d´intervento dell´"Arusia" nel 2010, così come sono stati illustrati da Orsini, sulla base di un "promemoria" consegnato alla stampa. Piano di Sviluppo Rurale. L´arusia - è detto nel "promemoria" - ha gestito alcune misure del Piano di sviluppo rurale, il principale strumento a sostegno dell´integrazione e dell´innovazione. I problemi creati nell´istruttoria e quindi nella liquidazione dei finanziamenti da una diversa metodologia dell´organismo pagatore sono stati superati, permettendo di recuperare i ritardi accumulati nell´evasione delle domande. In questa ottica, è stata anticipat al mese di dicembre 2009 l´apertura dei bandi regionali, che si chiuderanno il 31 marzo 2010; è stata avviata una semplificazione amministrativa,che snellisce la mole di cartaceo da presentare, grazie anche alla maggiore informatizzazione attraverso il "Siar" (Sistema Informativo Agricolo Regionale), le cui potenzialità si stanno rivelando molto utili a snellire l´iter burocratico connesso al "Psr". "Arusia" ha ottenuto da Agea le banche-dati, in formato utile per l´istruttoria delle domande di aiuto presentate non solo per l´anno 2010, ma anche per 2008 e 2009, campagne per le quali, ancora nel mese di maggio 2010, non si era provveduto alla elaborazione delle graduatorie e all´emissione di elenchi di liquidazione. A giugno 2010, "Arusia" ha provveduto ad approvare 26 graduatorie per varie annualità: la somma totale delle spettanze agli agricoltori umbri sfiora i 40 milioni di euro. A partire dal mese di luglio 2010, "Arusia" ha potuto avviare l´istruttoria delle domande, pervenendo alla emissione di alcuni elenchi di liquidazione per altri 30 milioni di euro circa. Il "promemoria" sottolinea l´imponente lavoro istruttorio legato alle pratiche della "Misura 121" (Ammodernamento delle aziende agricole), che ha portato alla gestione di circa 700 domande e alla approvazione di piani di investimento per circa 131 milioni di euro, cui corrisponde un contributo totale pari a circa 54 milioni di euro. Informatizzazione. L´agenzia ha curato lo sviluppo e la manutenzione del proprio sistema informativo, sviluppando le procedure informatiche necessarie, e la gestione del proprio sito Web (www.Arusia.umbria.it). In tale contesto è ricompreso il S.i.a.r. (Sistema Informativo Agricolo Regionale), le cui procedure sono utilizzabili on-line dagli utenti pubblici e privati a ciò abilitati. Un´altra esigenza a cui si è dato corso è stata la "dematerializzazione" dell´Albo Regionale delle Aziende Biologiche e una prima definizione del sistema per la gestione delle informazioni georeferenziate per l´analisi del patrimonio agricolo regionale dell´Umbria. Vitivinicoltura. Nella vitivinicoltura sono in corso attività volte alla caratterizzazione e valorizzazione di vitigni locali, con particolare riferimento al Pecorino di Norcia, al Moscato di Nocera, all´Uva Cornetta e si sta avviando il recupero di alcune varietà tradizionali dell´Alto Tevere. Le attività di campo sono integrate da prove di microvinificazione condotte presso la cantina sperimentale di Orvieto, in collaborazione con il Centro Servizi per la vitivinicoltura. Da segnalare l´avvio di un programma di sperimentazione sulla produzione di vino muffato, prodotto caratteristico del comprensorio orvietano, volto alla definizione di un processo innovativo di elaborazione delle uve, al fine di ottenere le muffe "nobili", responsabili della peculiarità del prodotto. Frutticoltura e cerealicoltura. Prosegue il programma di valutazione e caratterizzazione della Pesca di Montecorona, i cui risultati, presentati in un convengo svolto nel mese di agosto, si preannunciano interessanti circa la possibilità di rilanciare la coltivazione di questa varietà tradizionale dei territori umbri. Rispetto alla cerealicoltura sono state condotte, come da molti anni si sta facendo, prove di confronto su diverse varietà di grano tenero e duro, orzo, finalizzate alla scelta di quelle più idonee alla coltivazione nella nostra Regione, per caratteristiche qualitative e di resistenza alle patologie. Zootecnia. È stato confermato l´impegno sul fronte della zootecnia, in modo particolare nel settore in cui ha svolto la sua attività in questi anni, volto allo sviluppo dell´allevamento all´aperto di Suini Umbria. A seguito dell´importante lavoro svolto negli anni passati, che ha consentito la selezione del suino ibrido umbro e la messa a punto di un Manuale per l´allevamento all´aperto, varie aziende si sono indirizzate verso questa tipologia di allevamento, chiedendo di entrare a far parte della filiera promossa dall´Arusia. La filiera viene realizzata dalla Soc. Agr. Consortile Suino Umbria Allevato all´Aperto "Sua". Biodiversità. In tale ambito è stata avviata una sperimentazione sin dal 2006, congiuntamente con Syngenta e con l´Università di Perugia, volta a realizzare delle fasce di terreno a lato di più ampi spazi di coltura in cui favorire lo sviluppo di insetti pronubi. È stato constatato, infatti, che la presenza di tali insetti determina un migliore sviluppo, qualitativo e quantitativo, delle colture limitrofe. Bioenergie. "Arusia" sta svolgendo un ruolo di informazione, orientamento, supporto tecnico e istituzionale finalizzato all´accesso alle misure e alle opportunità per le singole aziende e alla nascita di progetti integrati di filiera bioenergetica. Servizio fitosanitario regionale. Il servizio ha svolto attività di profilassi fitosanitaria, di protezione contro l´introduzione e diffusione di organismi nocivi ai vegetali e di analisi e controllo dell´attività orto-floro-vivaistica, occupandosi anche di tutte le pratiche connesse. Nel corso del 2010 è stata dedicata una particolare attenzione al "cinipide galligeno" del castagno, un imenottero originario della Cina che colpisce esclusivamente il castagno, provocando il deperimento della pianta e compromettendone la possibilità di produzione.  
   
   
PESCA: ASSOCIAZIONI, BENE AUDIZIONE SENATO SU TEMATICHE SOCIALI E LAVORO  
 
 “E’ stato un confronto proficuo per fare un bilancio di fine anno sui temi pesca più attuali”. Questo il commento di Agci Agrital, Federcoopesca-confcooperative e Lega Pesca al termine dell’audizione che hanno avuto il 21 dicembre 2010 presso la Commissione agricoltura del Senato . Le associazioni sottolineano come “in un momento di delicata congiuntura economica, con la Legge di stabilità appena approvata e il decreto milleproroghe ai blocchi di partenza, che contiene tra l’altro la proroga del piano pesca, è stato utile poter fare il punto della situazione anche sulle tematiche sociali e del lavoro, come cassa integrazione e l’inserimento della pesca tra i lavori usuranti”. Dopo la pausa natalizia è previsto un nuovo incontro tra rappresentati di categoria e la Commissione agricoltura del Sento per proseguire il confronto e l’approfondimento dei temi affrontati oggi. “L’obiettivo del 2011 – dichiarano le associazioni- è quello di far uscire finalmente la pesca dalla marginalità. Per centrare il traguardo è indispensabile un confronto sempre più serrato tra rappresentanti di settore e Istituzioni”.  
   
   
FONDI PSR IN SARDEGNA: NEL 2010 NESSUN EURO RESTITUITO ALL´UE E SPESO IL 107% RISPETTO ALL´OBIETTIVO  
 
 Cagliari - Nel 2010 la Regione Sardegna non solo non ha restituito un solo euro a Bruxelles dei fondi del Programma di sviluppo rurale, ma ha raggiunto il 107 per cento dell’obiettivo di spesa. Un risultato confermato da Agea (l´agenzia nazionale delle erogazioni in agricoltura), che ha diffuso la tabella riepilogativa al 31 dicembre delle risorse impiegate dalle varie Regioni sui Psr. Solo nell’anno appena passato, la Sardegna è riuscita a spendere 54 milioni di euro (nel 2008 si erano spesi solo 17 milioni), arrivando a più di 172 milioni di euro dall’avvio del Psr a oggi (301,3 milioni di spesa pubblica totale). L’avanzamento della spesa si è attestato sul 23,32 per cento, cifra superiore anche rispetto ad altre Regioni quali Piemonte, Lazio, Veneto, Sicilia o Puglia. "Si tratta di ottime performance - commenta l’assessore dell’Agricoltura Andrea Prato - che rispondono prima di tutto alle esigenze del mondo agricolo di poter godere delle risorse finanziarie non più con tempi biblici. Ma è anche il risultato dell’intenso lavoro di squadra tra Regione e agenzie agricole che nell’ultimo anno e mezzo hanno permesso di portare l’Isola dal terzultimo ai primi posti come capacità di spesa. Il 2011 sarà un altro anno fondamentale e riteniamo di poter continuare a mantenere questi livelli, se non addirittura migliorarli, fino al 2013". I dati diffusi da Agea sono consultabili sul sito del ministero delle Politiche agricole.  
   
   
ALSIA: CORSO DI CUCINA TIPICA PER RISTORATORI  
 
“Percorsi gastronomici della montagna potentina” è la nuova iniziativa rivolta agli operatori della ristorazione e degli agriturismi, organizzata dall’Alsia, l’Agenzia Lucana di Sviluppo e di Innovazione in Agricoltura, e dalla Comunità Montana “Alto Basento”, con il supporto organizzativo dell’Unione Regionale dei Cuochi Lucani. Si tratta di un ciclo di quattro lezioni che si terranno il 17, 18, 24 e 25 gennaio, con inizio alle ore 15.30, presso la struttura Michele Satriano di Tito scalo (Pz). In questi incontri, quattro chef dell’Unione Cuochi Lucani proporranno delle ricette rivisitate della tradizione della montagna potentina. Gli chef sono: Mario Demuro, Giuseppe Sciaraffa, Antonio Vaccaro e Rocco Giubileo, che prepareranno rispettivamente secondi piatti, dessert, antipasti e primi piatti, con ricette come la “Minestra maritata con farro lucanica, fagiolo rosso scritto del Pantano di Pignola e cacioricotta della lucania”, le “Costolette d’agnello delle Dolomiti lucane”, le “Praline di cioccolato al vino rosso Colatammurro”, o “L’insalata tiepida di Baccalà con pomodori secchi di Tolve, peperoni, cipollotti e olive”. Lo scopo è quello di invitare coloro che lavorano nel mondo della ristorazione a riscoprire prodotti della tradizione secondo ricette nuove, per valorizzare le tipicità del territorio e creare un’ulteriore occasione di contatto tra la ristorazione e il mondo agricolo. Le lezioni sono gratuite, ma è ammesso un numero massimo di 30 partecipanti: pertanto è necessario far pervenire la propria prenotazione via fax entro il 15 gennaio 2011 al seguente numero: 0835 – 258341. Per info : Alsia – Via della Chimica 115, 85100 Potenza Tel.: 0971/494231; 0835/244508; e-mail: giuseppe.Ippolito@alsia.it  Il programma e la richiesta di adesione sono scaricabili dal portale dei Servizi di Sviluppo Agricolo dell’Alsia: http://www.Ssabasilicata.it/novita/novita_0287.html  
   
   
CHS: QUALITÀ E INNOVAZIONE AL SERVIZIO DELLA RISTORAZIONE PROFESSIONALE  
 
La Chs (Catering & Hotel Supplier) è nata dieci anni fa allo scopo soddisfare con professionalità le esigenze legate al mondo della ristorazione collettiva (catering, banqueting e strutture alberghiere) e dei grandi eventi. Con sede a Soresina (in provincia di Cremona) la Chs è una realtà dinamica e sempre in evoluzione che distribuisce in Italia food pack per il canale ho.Re.ca. La Chs è in grado di seguire il cliente a 360 gradi: dallo studio delle sue necessità, alla selezione del prodotto ideale, alla fornitura just in time, evitando al cliente costi aggiuntivi dovuti al magazzino. Una rete capillare di agenti, operativa su tutto il territorio nazionale, segue il cliente in tutte queste fasi. Non esistono minimi d’ordine, il cliente può visionare il prodotto prima di ordinarlo (la Chs invia campionature per una valutazione dell’articolo da parte del potenziale acquirente), e soprattutto le consegne avvengono con corrieri convenzionati ed espressi con evasione dell’ordine e consegna il giorno successivo all’ordine stesso. La Chs fornisce le più importanti strutture alberghiere, catering & banqueting e società di ristorazione collettiva: fra i suoi clienti la Avenance Spa che gestisce le mense Atm, Compass Group – ex Onama Fiera Milano – e il gruppo Cremonini. Si occupa di distribuire principalmente marchi internazionali quali Comatec, per il food packaging, e Strahl, bicchieri in policarbonato: prodotti di elevata qualità, dalle ottime prestazioni e dal design moderno e glamour dedicati a chi desidera offrire un catering impeccabile e di classe anche da un punto di vista del packaging e delle attrezzature. È il caso ad esempio della Linea Lux creata per Comatec dall’eclettico designer francese Philippe Starck, una linea di piatti, bicchieri, posate e vassoi in Ps (polistirene) stampato ad iniezione, una tecnica che consente di coniugare superfici perfettamente lisce e lucenti con quella sensazione di robustezza tipica dei materiali plastici rigidi. Il design ricercato fa di questi oggetti l’attrezzatura ideale per chi desidera proporre un servizio glamour e pratico al tempo stesso. Un’altra proposta molto interessante è data dalla gamma Bio di Comatec: accessori compostabili perché prodotti in materiali naturali (mater-bi, bamboo, foglia di palma, P.l.a., fibra di canna, Bois e cellulosa) che rispondono alla normativa europea sulla biodegradabilità. Quello degli accessori compostabili è un settore in cui la Chs sta sviluppando una propria gamma di accessori ad alto contenuto etico in un’ottica di sviluppo sostenibile; in uno scenario come quello della ristorazione professionale, sempre in continua evoluzione, la Chs è in grado di proporre con una propria gamma Bio (Earth in your Heart) piatti, bicchieri e posate in materiale compostabile. Che sia polpa di cellulosa, bioplast, materbi o Pla, i prodotti Chs Bio sono caratterizzati dalla elevata qualità, dalla grande resistenza e dalle alte performance tecniche e sono gli unici oggi ad essere certificati Compost Home. Un altro settore in cui la Chs sta investendo in ricerca e studio di soluzioni è la proposta dei Box Lunch: ideali per chi intende proporre una ristorazione da asporto oppure servizi di catering a domicilio per uffici o colazioni di lavoro con un certo stile. I box lunch possono essere personalizzati con il logo dell’azienda oppure, per grandi eventi, con il logo della manifestazione. Www.chsgroup.it  
   
   
CELIACHIA E TURISMO ENOGASTRONOMICO: PRESENTATI AD ALBA I CORSI GRATUITI PER I RISTORATORI CHE PARTIRANNO IN PIEMONTE A INIZIO 2011  
 
È iniziato da Alba il giro per presentare i corsi di formazione di base su celiachia e intolleranze alimentari rivolti al sistema della ristorazione e organizzati dalla Regione Piemonte (Direzione Sanità) in collaborazione con le Asl e l’Associazione Italiana Celiachia. Presso la sede dell’Aca di Alba erano presenti: Alberto Cirio, assessore al Turismo Regione Piemonte, Fabrizio Pace, Consorzio Turistico, Francesco Morabito, direttore sanitario Asl Cn2, Piero Maimone, direttore medico Igiene degli Alimenti Asl Cn2, Elda Angelino, Aic Piemonte e Val d´Aosta e vicepresidente Nazionale Aic, Piera Dutto, coordinatore Aic Provincia di Cuneo, Lucia Fransos, referente “Alimentazione fuori casa” Aic Piemonte-val D´aosta, Annamaria Marzullo, supporto al Coordinamento Progetto Regione Piemonte. L’iniziativa punta non solo a ridurre al minimo il disagio per le persone celiache o intolleranti ad alcuni cibi che vivono in Piemonte, ma anche a rendere sempre più completa ed efficiente l’offerta turistica regionale, che deve rivolgersi a tutti e ha nell’enogastronomia uno dei suoi maggiori punti di forza. I corsi partiranno a inizio 2011 e saranno gratuiti: è prevista una parte teorica, per introdurre i ristoratori al tema della celiachia e delle intolleranze alimentari, e una parte pratica, in cui chef ed esperti mostreranno le applicazioni gastronomiche della cucina senza glutine. “Poter mangiare tutto è un diritto di tutti – commenta Alberto Cirio, assessore al Turismo della Regione Piemonte – Questo è il nome di una campagna promozionale che intendo lanciare nei prossimi mesi, non soltanto per garantire le pari opportunità dei celiaci e delle persone con intolleranze alimentari, ma anche per un preciso interesse turistico ed economico: il Piemonte ha nell’enogastronomia una delle sue attrattive più forti e soltanto puntando su qualità e servizi possiamo continuare a crescere con successo. Rendere fruibili a tutti le nostre tipicità ed eccellenze gastronomiche – continua Cirio – è un impegno di questa Amministrazione, che proprio per questo intende sensibilizzare gli operatori del mondo del turismo. Nelle prossime guide che realizzeremo insieme all’Aic indicheremo i ristoranti piemontesi che servono cibi per celiaci e studieremo delle forme promozionali ad hoc per premiare i ristoratori che hanno voluto intraprendere questa strada. Il Piemonte è una regione all’avanguardia nell’affrontare le problematiche della celiachia dal punto di vista sanitario e ora lo sarà anche dal punto di vista della ristorazione e turistico, non a caso – conclude Cirio – abbiamo voluto iniziare questo giro da Alba, perché proprio il Cuneese e in particolare l’Albese e il Braidese sono una delle zone del Piemonte in cui si concentrano maggiormente i ristoranti specializzati, già oggi, nella cucina senza glutine”. “È dal 2000 che l’Associazione Italiana Celiachia ha avviato, con il progetto “Alimentazione fuori casa”, un capillare lavoro di sensibilizzazione nei confronti del sistema della ristorazione - commenta Elda Angelino, vice presidente nazionale Aic e responsabile dei rapporti istituzionali Aic Piemonte e Val D’aosta – Un’azione cresciuta nel tempo in collaborazione con i Sian, i Servizi Igiene Alimenti e Nutrizione, che nel 2005 ha finalmente ricevuto il riconoscimento normativo con la Legge 123/05, che stanzia specifici fondi ministeriali per la realizzazione di corsi di formazione di base rivolti agli operatori della ristorazione pubblica. La Regione Piemonte organizza questi corsi dal 2006 e da gennaio partirà un nuovo progetto, della durata di un anno, con cui contiamo di fornire una formazione di base ad altri 400 esercizi ristorativi dell’intero territorio regionale, 70 nella provincia di Cuneo. Prevediamo – conclude Elda Angelino – che più della metà sceglieranno di continuare ad approfondire per specializzarsi in cucina senza glutine”. In Italia i celiaci ufficialmente diagnosticati sono 100mila (circa 8mila in Piemonte), ma da screening si stima possano raggiungere i 500mila (30mila in Piemonte). Attualmente in Piemonte il progetto “Alimentazione fuori casa” di Aic conta 200 ristoranti specializzati in cucina senza glutine, 50 di questi si concentrano nella provincia di Cuneo e in particolare nelle Langhe, tra Alba e Bra. Dei corsi che partiranno nel 2011 su tutto il territorio regionale due saranno nel Cuneese (uno per ogni Asl). Per info a partire da gennaio: www.Regione.piemonte.it/sanita/sanpub/igiene/sian.htm e www.Aicpiemonte.it  
   
   
LE PIÙ RAFFINATE E ORIGINALI RICETTE A BASE DI ZAFFERANO LEPROTTO DELLA STORICA AZIENDA BONETTI.  
 
Una nuova veste grafica fresca, decisa e moderna caratterizza il tradizionale appuntamento con le più raffinate e originali ricette a base di zafferano della storica azienda Bonetti. Si intitola “Passione Rossa” l’attesa 5° edizione del ricettario Leprotto e 3 Cuochi, marchi leader sinonimo di qualità e cultura dello zafferano in Italia. Oltre 70 pagine illustrate con un taglio fotografico che rende le ricette di chiara e facile consultazione, grazie anche al pratico formato pocket, e che dimostrano come lo zafferano possa essere utilizzato in cucina nella preparazione di qualsiasi pietanza: dall’antipasto fino al dolce. Nei contenuti extra, la sezione “Perché ci fa bene” con tutte le proprietà e i benefici della spezia o quella con i trucchi per riconoscere il “vero” zafferano in Italia e all’estero o, ancora, i consigli di Claudio Sadler su come preparare un risotto perfetto o super-rapido… e tante altre curiosità!  
   
   
IL TORCOLATO CERCA MOGLIE: ALLA BEATO BARTOLOMEO È DI SCENA IL “MATRIMONIO PERFETTO IN CANTINA” DOMENICA 16 GENNAIO 2011 IN OCCASIONE DELLA “PRIMA DEL TORCOLATO” IL PUBBLICO VOTERÀ IL MIGLIOR ABBINAMENTO DI PASTICCERIA CON IL TORCOLATO  
 
La “Prima del Torcolato”, in programma nella piazza di Breganze (Vicenza) domenica 16 gennaio 2011, si arricchisce quest´anno di un nuovo goloso appuntamento. Oltre alla consueta spremitura pubblica dell´uva vespaiola dopo l´appassimento autunnale, la Cantina Beato Bartolomeo chiama a raccolta i gourmet per eleggere il migliore abbinamento con il nettare breganzese. Dalle ore 15 alle 18 presso il punto vendita aziendale (in via Roma 100 a Breganze) si terrà infatti il “Matrimonio Perfetto in Cantina”, una degustazione nella quale il Torcolato Classico Breganze Doc Beato Bartolomeo sarà abbinato a sei specialità dolciarie appositamente preparate dalla Pasticceria Vicentini di Maragnole. Sei proposte realizzate alla ricerca del migliore connubio con il tradizionale passito: Croccantina al sesamo, Nocciola caramellata al curry, Finanziera alle nocciole, Bruta ma bona, Sfoglia di cioccolato con confettura di ciliege di Marostica, Pan brioche alla cannella. Sarà quindi il pubblico presente a decretare, con il voto, la ricetta vincitrice, celebrando così il “matrimonio perfetto” con il Torcolato. “Vogliamo soprattutto divertirci giocando con i gusti – spiega Giuseppe Sartori, coordinatore commerciale della Cantina Beato Bartolomeo – consci della straordinaria qualità del Torcolato. Un vino la cui origine si perde nella storia di questo territorio e nel quale ancora oggi si può incontrare tutto il sapore della nostra terra. Il suo essere dolce-non dolce lo rende compagno ideale del dessert, ma anche indicato con cibi salati, come formaggi erborinati o fegato grasso. Un vino che sa essere sempre protagonista: sarà divertente trovargli moglie” www.Cantinabreganze.it  
   
   
NASCE BIRRA DI PARMA, LA BIONDA FIRMATA CANTINE CECI  
 
Nelle versioni Oro (chiara) e Bronzo (ambrata) è la prima birra artigianale rifermentata con i lieviti del Lambrusco Da un’idea della famiglia Ceci, in collaborazione con il Birrificio del Borgo di Rieti, una birra non filtrata, non pastorizzata, adatta per pasteggiare o per accompagnare le serate con gli amici Cantine Ceci firma la prima bionda al mondo prodotta con i lieviti del Lambrusco. Nasce infatti Birra di Parma, nelle versioni Oro (chiara) e Bronzo (ambrata). Da un´idea della famiglia Ceci di Torrile in collaborazione con Leonardo Di Vincenzo, del Birrificio del Borgo (Rieti) una birra non filtrata, non pastorizzata, rifermentata in bottiglia con i lieviti del vino che negli ultimi anni ha raggiunto l´Olimpo dell´enologia italiana. Birra di Parma Oro, golden ale giallo dorato pieno e schiuma consistente, elegante, floreale e fresca, con netti sentori di luppolo. Ha un bel corpo, morbida con la leggera nota di luppolatura che la caratterizza, fresca da bere è piacevole e leggera. Grado alcoolico 4.5% Vol. E´ ideale in abbinamento con antipasti, primi piatti non elaborati,formaggi vaccini freschi, sposa anche arrosti di carni bianche o saporite zuppe di verdure, anche se bevuta come aperitivo dà il meglio di sé. Birra di Parma Bronzo, strong ale ambrato brillante con intensa schiuma, sprigiona tutti i suoi profumi aggrumati e di camomilla. Ha un corpo pieno, riempie la bocca con la sua maltosità e i suoi sapori freschi. Ha dei gusti unici di caramello che si fondono con graziosi sentori luppolati con richiami di agrume candito. Grado alcoolico 6.1% Vol. Consigliata in abbinamento ad antipasti elaborati e primi piatti saporiti si esalta insieme a carni rosse a media cottura che rilascino un minimo di sugo oppure con formaggi mediamente stagionati. “Per la ricetta di queste birre artigianali - afferma la famiglia Ceci - abbiamo scelto una personale miscela di malti europei, che consente alla birra di avere un corpo pieno e contemporaneamente un´alta bevibilità. Il meltin pot dei luppoli è caratteristico soprattutto perché rilasciano delle decise sensazioni aggrumate e fresche, tipiche dei luppoli americani che utilizziamo. Dopo l´imbottigliamento segue la rifermentazione in bottiglia, fino a che i lieviti del Lambrusco non abbiano portato a termine la maturazione, per donare una buona schiuma ed effervescenza. Ne deriva un naturale sedimento sul fondo della bottiglia”. Birra di Parma è quindi la nuova nata in Cantine Ceci, ideale per pasteggiare o per accompagnare le serate in compagnia di amici. Chi l´ha assaggiata ne è rimasto entusiasta, si preannuncia quindi una degna compagna del celebre Otello Nero di Lambrusco, di cui prende i sentori attraverso i suoi lieviti. Www.lambrusco.it