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LUNEDI
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Notiziario Marketpress di
Lunedì 14 Marzo 2011 |
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PARLAMENTO EUROPEO: LA LEGGE UNGHERESE SUI MEDIA NECESSITA NUOVE MODIFICHE |
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Strasburgo, 14 marzo 2011 - La contestata legge ungherese sui media necessita ulteriori modifiche per garantire l´indipendenza dei mezzi d´informazione e evitare il controllo sui contenuti editoriali, secondo quanto sostiene una risoluzione, presentata da quattro gruppi politici e approvata giovedì, che esprime preoccupazione per la situazione della libertà dei media in Italia e chiede una nuova direttiva sul pluralismo entro quest´anno. Il Parlamento chiede alle autorità ungheresi di modificare la legge sui media secondo le richieste fatte da numerose organizzazioni europee e di non applicare quei provvedimenti che risultino in contrasto con la Carta dei diritti fondamentali dell´Ue e la Convenzione europea sui diritti umani, in una risoluzione approvata con 316 voti favore, 264 contrari e 33 astensioni. Un altro progetto di risoluzione, presentato dal gruppo del Ppe, è stato ritirato prima dell´inizio della votazione. Il testo accoglieva con favore le modifiche già introdotte dal Parlamento ungherese, secondo le richieste formulate dalla Commissione europea, e criticava gli attacchi "ingiustificati" al governo ungherese, fatti in coincidenza con l´inizio del mandato di presidenza del Consiglio. Pur apprezzando gli sforzi compiuti dalla Commissione per allineare la legislazione ungherese al diritto comunitario, i deputati ritengono non sufficienti i "tre punti" sollevati dall´Esecutivo europeo. In particolare, essi chiedono al governo di Budapest nuove modifiche per di ripristinare la piena indipendenza dei mezzi d´informazione e porre fine a qualsiasi interferenza, sottolineando che una regolamentazione eccessiva del settore dei media può essere "controproducente" e limitare il pluralismo. Italia fra i paesi che destano preoccupazione - Il Parlamento sostiene che "il pluralismo e la libertà dei media nell´Ue e nei suoi Stati membri continuano a destare gravi preoccupazioni (in particolare per quanto concerne Italia, Bulgaria, Romania, Repubblica ceca ed Estonia)" e cita la risoluzione approvata nel 2004 sui rischi di violazione della libertà d´informazione in Italia e l´interrogazione orale dell´ottobre del 2009, sempre sul caso italiano, discussa in plenaria. Pertanto, l´Aula chiede alla Commissione di presentare entro l´anno, una proposta di direttiva sul pluralismo dei media nell´Ue. Lunedì scorso, il Parlamento ungherese ha approvato una serie di modifiche alla legislazione, secondo le richieste della Commissione. Tuttavia, l´Osce e il Consiglio d´Europa hanno evidenziato che restano alcune questioni aperte riguardo, ad esempio, l´indipendenza finanziaria e politica del sevizio pubblico e la confidenzialità delle fonti giornalistiche. |
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FREQUENZE RADIOELETTRICHE, TESORO: NESSUN TAGLIO MA SOLO UN ACCANTONAMENTO PROVVISORIO |
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Roma, 14 marzo 2011 - Come in altri Paesi europei - in Germania, ad esempio - e come ipotizzato anche dall´opposizione, in Italia è stata prevista la cessione di frequenze radioelettriche da destinare a servizi di comunicazioni mobili in larga banda (art. 1, commi 8 e seguenti, della Legge di stabilità per l´anno 2011).. Il corrispettivo da cessione, stimato pari a 2,4 miliardi, corrispettivo su cui va conteggiata la percentuale per liberazione delle frequenze occupate, a norma di legge deve essere incassato entro il 30 settembre 2011 (e comunque entro il 2011).. A titolo cautelativo la legge dispone che, in caso di insuccesso dell´operazione, un importo pari al corrispettivo mancante sia recuperato attraverso corrispondenti tagli di spesa pubblica.. A titolo cautelativo, in base ad un criterio di sana e prudente gestione del bilancio pubblico, in applicazione della prassi consolidata in casi simili, la Ragioneria Generale dello Stato ha disposto l´accantonamento provvisorio di un importo corrispondente.. Il Governo sta procedendo positivamente, in modo da finalizzare l´operazione nei tempi e negli importi previsti.. A titolo indicativo, il risultato ottenuto in Germania è stato pari a circa 4 miliardi. L´importo previsto in Italia si conferma ad oggi ragionevole.. Solo in caso negativo, ad oggi escluso per le ragioni di cui sopra, gli accantonamenti prudenziali saranno trasformati in tagli definitivi non lineari.. |
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IL GIORNALISMO A SCUOLA VA ON LINE CON REDAZIONE WEB DAL ‘TG DELLA MATEMATICA’ ALLA FIRENZE MULTIETNICA, TANTE CURIOSITÀ SU 14 INEDITE PUBBLICAZIONI DIGITALI. |
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Firenze 14 Marzo 2011– Dopo un anno di numeri zero, Tartaruga Express e L’eco dei Chiacchieroni escono dalla fase di rodaggio e diventano finalmente operativi nel bazar planetario delle notizie digitali. Sono due delle quattordici pubblicazioni on line editate dagli studenti fiorentini coinvolti nel progetto Redazione Web, che Portaleragazzi.it e Le Chiavi della Città dedicano al giornalismo, ai giovani e alle nuove tecnologie. Con Redazione Web entra a regime attraverso Portaleragazzi.it anche We:p, la prima Community italiana riservata alla scuola, per di più in forma protetta grazie a una serie di efficaci filtri d’accesso. Dunque no a immagini hard, pubblicità, trappole di internet, giochi equivoci e sorprese indesiderate. Con il contributo del presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Toscana Carlo Bartoli, la doppia iniziativa è stata presentata l’ 11 marzo dal presidente dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze Michele Gremigni insieme all’assessore all’Educazione di Palazzo Vecchio Rosa Maria Di Giorgi (promuovono il progetto rispettivamente attraverso Portaleragazzi e Le Chiavi della Città) e a Carlo Sorrentino, docente di Teorie e Tecniche della comunicazione di massa alla facoltà di Scienze politiche Cesare Alfieri. Presenti anche i ragazzi della elementare Balducci, redattori di Un tuffo tra gli Articoli (5A) e di L’ecoweb Junior (5B), e il gruppo misto (1°C e 3°D) della Paolo Uccello-icm Ghandi con il loro Tracce Di :Sapere. Un po´ di numeri: quest’anno partecipano a Redazione Web 8 scuole (5 elementari, 3 medie inferiori) per un totale di 15 classi e circa 320 ragazzi e ragazze tra gli 8 e i 14 anni. Durante il rodaggio hanno prodotto oltre 300 articoli corredati da 700 disegni e foto. Vari gli argomenti: cronache e attività scolastiche, fatti del quartiere e della città, eventi internazionali, vita familiare, gli amici, visite a musei, gite, recensioni di libri e film, racconti, poesie, ecc. Il criterio della redazione giornalistica si è consolidato con la pratica: proposte individuali, ma scelte collettive sotto la guida degli insegnati. Da riunioni analoghe nascono, del resto, quotidiani, periodici e Tg. Quest’anno, ulteriore novità, un giornalista professionista affiancherà un tecnico informatico negli incontri in classe. Intanto la lettura dei giornalini offre già non pochi spunti e notizie. Tra le più interessanti, il Tg della matematica pubblicato dalla scuola Dino Compagni nel giornale Quei ‘compagni’ della 3F. Un modo quanto meno insolito e certo intelligente per digerire bene formule e concetti attraverso interviste e reportage. Dalla periferica via Pistoiese, i ragazzi della Paolo Uccello segnalano invece uno dei mutamenti epocali della nostra società e su Tracce Di :Sapere fanno un sereno bilancio multietnico: sui 253 studenti della scuola, circa il 35% sono figli di immigrati: 51 cinesi, 17 rom, 3 egiziani, 5 albanesi e altrettanti marocchini, 3 peruviani, 2 rumeni e macedoni, 1 iracheno e 1 camerunense. Quanto a We:p, la Community di Portaleragazzi.it è stata ideata per offrire alla generazione dei ‘nativi digitali’ una palestra virtuale dove fare esperienza sull’uso corretto dei social network con l’assistenza di esperti e insegnanti. L’aspetto inedito per l’Italia è che si tratta di un ambiente sicuro, nel senso che possono accedere a We:p solo studenti accreditati dalle rispettive scuole. Già hanno aderito 150 classi di 38 istituti di Firenze e provincia per un totale di circa 3500 ragazzi. L’esperimento della Community sarà tra l’altro monitorato dal Dipartimento di Scienza Politica e Sociologia dell’Ateneo fiorentino. “Questi due progetti”, ha spiegato il presidente Gremigni, “sono importanti contributi che l’Ente Cassa offre al processo di alfabetizzazione informatica delle giovani generazioni, soccorrendo così il mondo della scuola che in questo strategico settore incontra pesanti difficoltà. Si tratta di occasioni preziose per gli insegnanti più sensibili e per quanti faticano ad avvicinarsi alle nuove tecnologie e al loro uso consapevole”. “Redazione Web”, ha aggiunto l’assessore Di Giorgi, “porta nei percorsi formativi delle nostre scuole novità importanti: stimola nei ragazzi capacità critiche e di valutazione delle notizie, oltre a favorire la scrittura come momento di comunicazione e di riscoperta dell’italiano. I giovani hanno così la grande opportunità di arricchire il proprio bagaglio culturale, grazie alla sinergia fra Portaleragazzi e Chiavi della Città, con la collaborazione dell’Università di Firenze e dell’Ordine dei Giornalisti”. Portaleragazzi ha ideato Redazione Web e We:p in collaborazione con l´ingegner Stefano Errico e con il contributo di Alessio Bertolani (Rinascimento Digitale) e Carlotta Bizzarri (Università di Firenze). |
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SELEZIONI PER 100 FOTOGRAFI PER VILLAGGI TURISTICI EUROPEI |
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Palermo, 14 marzo 2011 - Fino a domani, nella sala riunioni dell´Ufficio Provinciale del Lavoro di Catania, (Via N. Coviello, 6), si svolgeranno i colloqui per le selezioni mirate a individuare 100 fotografi da destinare nei villaggi turistici europei ed extraeuropei. All´evento catanese parteciperanno alcune centinaia di giovani che sono stati pre-selezionati dalla rete del Servizio Eures del Dipartimento Lavoro dell´assessorato Regionale della Famiglia, delle Politiche Sociali e del Lavoro, e convocati dall´Azienda "Il Gruppo Digitale" che curera´ i colloqui di selezione. Un modello organizzativo che coinvolgendo tutti gli Uffici Provinciali del Lavoro e i Centri per l´Impiego della Sicilia, riesce sempre di piu´ ad attrarre l´interesse delle aziende che si rivolgono al Dipartimento regionale Lavoro per avvalersi del servizio di incrocio domanda-offerta di lavoro. L´appuntamento di Catania e´ solo una delle tappe di selezione attivate dalla Rete Eures-sicilia, che in atto sta sviluppando anche le procedure relative ai Bandi ancora aperti: medici (varie specializzazioni) per strutture pubbliche e private in Francia e nel Regno Unito; vari profili per accompagnatori di gruppi-studenti (Itf - Interstudio viaggi); farmacisti per il Regno Unito; selezioni di giovani per il Dipartimento dello Spettacolo della Disney Resort Paris; ingegneri per la Germania. Tutti i bandi sono disponibili sul sito www.Regione.sicilia.it/lavoro/uffici/eures Per ulteriori informazioni: eures@regione.Sicilia.it |
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PUGLIA, DIGITALE TERRESTRE: REGOLAMENTO PER AIUTI DOPO SWITCH OFF
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Bari, 14 marzo 2011 - Approvato dalla Giunta regionale il regolamento per le agevolazioni agli investimenti delle piccole e medie imprese titolari di emittenti televisive locali per l’adeguamento e il potenziamento del sistema produttivo e organizzativo delle aziende. Il provvedimento aiuterà le televisioni pugliesi nel periodo del cosiddetto switch off dell’analogico verso l’utilizzo delle tecniche di diffusione del segnale televisivo in digitale terrestre. I soggetti destinatari delle agevolazioni saranno obbligati ad apportare un contributo pari al 25% dei costi ammissibili. |
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PREMIATI I VINCITORI DEL FESTIVAL DELLA POESIA DEI RAGAZZI SECONDA EDIZIONE DEL CONCORSO DI POESIA PER LE SCUOLE DI ROMA |
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Roma, 14 marzo 2011 - Si è svolta il 10 marzo presso il Palazzo dei Congressi dell’Eur, alla presenza dell’Assessore alla Famiglia, all’Educazione e ai Giovani, Gianluigi De Palo, la cerimonia di premiazione dei vincitori della seconda edizione del Festival della poesia dei ragazzi, concorso di poesia dedicato a tutti gli studenti del secondo ciclo della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado di Roma, organizzato dall’Assessorato alla Famiglia, all´Educazione e ai Giovani di Roma Capitale, in collaborazione con il Premio Laurentum per la Poesia. Il Festival della Poesia dei Ragazzi ha permesso di avvicinare alla poesia migliaia di giovanissimi, partendo dal presupposto che proprio attraverso l’espressione poetica s’impara a sviluppare la fantasia, a conoscere meglio se stessi e il mondo che ci circonda, e a rapportarsi in modo sempre più consapevole e significativo con gli altri. Per gli aspiranti poeti l’Assessorato e il Premio Laurentum hanno scelto come traccia: “Il mio mondo segreto: ciò che penso e non dico”- amore, paura e incertezza. Traccia che è stata accolta con entusiasmo dai dirigenti scolastici, dai docenti e dagli studenti di oltre 80 scuole capitoline (pari a 310 classi), replicando il successo della prima edizione: oltre 3 mila alunni si sono sfidati a colpi di versi mettendo a nudo i propri sentimenti e inviando 1863 elaborati da parte delle scuole primarie e 1.140 poesie da parte delle scuole secondarie di primo grado. La giuria composta da esponenti del panorama culturale italiano - lo psicologo e psicoterapeuta Massimo Canu, la coach Emanuela Mazza, la poetessa Francesca Merloni, la scrittrice e psicoterapeuta Maria Rita Parsi, la giornalista Gloria Sabatini e il poeta e saggista Davide Rondoni - ha selezionato i migliori componimenti poetici sulla base di tre criteri: creatività e originalità del testo, aderenza al tema proposto e lessico utilizzato. Gli Istituti degli autori dei tre migliori componimenti, per ciascuna classe di ogni ordine scolastico (Iii, Iv e V elementare e I, Ii, Iii media), sono stati premiati, durante una cerimonia animata, tra l’altro, dall’entusiasmo di ottocento giovani (in rappresentanza delle 80 scuole partecipanti al concorso), con materiale didattico tecnologico e targhe. I vincitori sono apparsi particolarmente emozionati alla lettura dei loro elaborati da parte dell’attrice, nota doppiatrice, Giuppy Izzo, che ha prestato la sua voce, tra l’altro, a famosi personaggi di film e cartoni animati cari al pubblico giovanile. Con questo concorso la poesia è proposta ai ragazzi proprio come mezzo espressivo capace di dar voce alle emozioni, un strumento per guardarsi dentro e per parlare del proprio mondo interiore. “Crediamo che questo Festival - spiega Roberto Sergio, direttore del Premio Laurentum - sia una grande opportunità per far avvicinare i ragazzi alla poesia, non solo come lettori ma come autori. Si è cercato di offrire loro uno strumento per esprimere le proprie emozioni e dipingere in versi il loro mondo interiore, un’occasione per riflettere sui sentimenti andando oltre l’apparenza esteriore e soprattutto per confrontarsi “ a cuore aperto”, per citare il titolo dell’ultima opera Raffaele La Capria, vincitore del Premio Laurentum ai Valori della Cultura edizione 2009. Uno stimolo e un lavoro, che riteniamo utili anche per le famiglie, per conoscere meglio i ragazzi ed i loro problemi.” “Siamo convinti che l’educazione passi anche attraverso l’espressione del mondo interiore di questi giovani. L’educazione è un fatto di cuore – commenta l’Assessore alla Famiglia, all’Educazione e ai Giovani, Gianluigi De Palo – e la poesia aiuta ad esprimere quello che si è. Oltretutto nella nostra tradizione letteraria, oltre ad essere un linguaggio artistico, la poesia è stata anche veicolo di valori civili che hanno aiutato a costruire l’Italia, basta pensare alla formazione della lingua. Essere stimolati a scrivere aiuta a conservare la memoria, è importante quindi favorire questi progetti che valorizzano il protagonismo giovanile diventando anche strumenti di cultura”. Alla cerimonia di premiazione ha contribuito anche l’assessore alle Politiche della Mobilità, Antonello Aurigemma che ha coinvolto l’Atac per il servizio di trasporto dedicato agli alunni delle scuole romane partecipanti all’evento. “Ancora una volta il trasporto pubblico della Capitale si muove per avvicinare i giovani alla cultura e alla conoscenza- commenta Aurigemma - Un percorso virtuoso che non solo stimola le nuove generazioni a scoprire il proprio talento, ma ne ravviva la coscienza civica, nel rispetto dell’ambiente e del mondo che li circonda, rendendoli consapevoli del loro contributo attivo nel promuovere un mobilità sempre più sostenibile nella propria città”. |
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"LA REALTÀ MIGRATORIA IN ROMAGNA: LA SFIDA DELL´INTEGRAZIONE", PRESENTAZIONE DEL VOLUME A CURA DI PAOLO ZURLA. 1350 I CITTADINI STRANIERI INTERVISTATI NELLE PROVINCE DI FORLÌ-CESENA, RAVENNA, RIMINI. |
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Bologna, 14 marzo 2011 – Alla domanda “Oggi, pensando al futuro dei suoi figli, cosa preferirebbe per loro?” il 55,3% degli intervistati ha risposto “che studiassero in Italia”, a fronte di un 21,1% che li preferirebbe nel proprio paese d’origine. E il 65% circa si è detto “molto” o “abbastanza” d’accordo nel caso in cui la figlia sposi un italiano. Quattrocentocinquanta le interviste effettuate per ognuna delle tre province di Forlì-cesena, Ravenna, Rimini, per un campione totale di 1350 persone originarie di 71 Paesi diversi, raccolte nel volume presentato oggi in Regione “La sfida dell’integrazione. Un’indagine empirica sulla realtà migratoria in Romagna”, a cura di Paolo Zurla, sociologo e docente universitario. L’approfondimento sulla situazione in Romagna, realizzato con un contributo economico della Regione, si colloca all’interno di una più ampia ricerca nazionale (circa 12mila immigrati intervistati in 32 diverse realtà) promossa dalla Fondazione Ismu (Iniziative e studi sulla multi etnicità), per “misurare” i livelli di integrazione sociale, economica culturale, politica e complessiva della popolazione immigrata in Italia. “Un’iniziativa positiva e originale – ha commentato l’assessore alle Politiche sociali della Regione Teresa Marzocchi – , che ha visto il coinvolgimento diretto di oltre 1300 cittadini stranieri di una parte importante del nostro territorio. Le risposte fornite confermano livelli di integrazione soddisfacenti e apprezzabili, su cui ha influito indubbiamente un lavoro già avviato da tempo: mi riferisco all’intervento legislativo regionale del 2004, alle successive programmazioni per le politiche che riguardano gli immigrati, fino all’ultimo programma triennale 2009-2010 che orienta i nostri interventi verso l’insegnamento della lingua italiana, la mediazione interculturale e il contrasto a razzismo e xenofobia”. “La scelta di ‘mirare’ l’indagine su queste tre province – ha spiegato Paolo Zurla – nasce dalla constatazione che l’area in questione presenta caratteristiche significative. Intanto, si tratta di tre province abbastanza piccole che, con il loro milione circa di abitanti complessivo, contribuiscono per un quarto alla popolazione regionale. Analogamente, la popolazione immigrata residente, abbastanza equamente ripartita, rappresenta un quarto della popolazione immigrata dell’Emilia-romagna”. L’indagine è stata realizzata da un’équipe sociologica attiva alla Facoltà di Scienze politiche “Ruffilli” del Polo scientifico-didattico di Forlì – Università di Bologna, che ha “sottoposto” al campione, con intervista personale e diretta, un questionario strutturato. Numerose le domande, nei settori più diversi, per valutare i livelli d’integrazione in ambiti differenti: da “conosce il suo medico di base?” a “quanto sente di appartenere all’Italia?”, “quanto ritiene importante che i figli di immigrati possano ottenere subito la cittadinanza italiana?”. Nel complesso, si è registrata una leggera prevalenza maschile tra gli intervistati per le province di Forlì-cesena (51,1%) e Ravenna (53,1%), femminile a Rimini (il 62,8% donne). Disparati i luoghi di rilevazione: centri servizi, centri di formazione, mercati, negozi etnici, luoghi di svago e di culto. Il volume sarà presentato ufficialmente giovedì 24 marzo alle 15 nella sede della provincia di Rimini (via Dario Campana 64, Rimini – Sala Marvelli). |
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AL TEATRO SMERALDO DI MILANO MASSIMO RANIERI TORNA IN CANTO PERCHÉ NON SO NUOTARE …DA 500 REPLICHE. LO SPETTACOLO CHE RIPERCORRE LA STORIA DEL GRANDE MATTATORE NAPOLETANO |
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Milano, 14 marzo 2011 - Dopo quattro stagioni, e più un milione di spettatori, lo show di Massimo Ranieri continua il suo tour in tutta Italia. Un successo straordinario, tale da dover rinnovare un po’ il titolo: “Canto perché non so nuotare …da 500 repliche”! Nato in occasione dei 40 anni di attività, lo show è andato ben oltre quella ricorrenza, in scena Ranieri canta balla e recita, interpretando i suoi successi più popolari, accanto a brani dei più grandi cantautori italiani. Nei prossimi appuntamenti lo spettacolo, ideato e scritto da Gualtiero Peirce e Massimo Ranieri, si arricchisce di novità: Ranieri interpreta una canzone inedita, che si aggiunge al suo repertorio più amato; all’orchestra e al balletto di sole donne si uniscono tre formidabili, giovani voci femminili; e non mancherà qualche spettacolare sorpresa nel racconto delle tappe più emozionanti della sua vita, che costituisce il filo conduttore dello show. I costumi sono di Giovanni Ciacci. Le coreografie di Franco Miseria. Il light designer è Maurizio Fabretti. La regia è di Massimo Ranieri. Massimo Ranieri, ovvero “il cantattore” come ama definirsi, e’ nato a Napoli e da bambino cantava lungo i vicoli o nei ristoranti della città. Da scugnizzo a idolo delle ragazzine e delle mamme di tutta Italia il passaggio fu un lampo grazie al successo di “Rose rosse”. Subito dopo Massimo Ranieri debutta sullo schermo con “Metello” (regia di Mauro Bolognini) ed e’ un trionfo. Non ha ancora vent’anni e ha già vinto tutto: due “Cantagiro”, due “Canzonissima”, ma soprattutto ha già venduto più di quattordici milioni di dischi. L’occasione della sua seconda vita artistica arriva da Peppino Patroni Griffi con “Napoli chi resta e chi parte” di Raffaele Viviani, Strehler con “L’anima buona di Sezuan” di Bertold Brecht e Alfredo Giannetti con il film “La sciantosa” accanto ad Anna Magnani. Continua il grande successo internazionale dapprima con “Barnum” e poi, in collaborazione con Maurizio Scaparro, “Varieta” e “Pulcinella”, portate in tournée in tutto il mondo. Garinei lo chiama al Sistina, tempio del musical italiano, per vestire i panni che una volta furono di Domenico Modugno in "Rinaldo in Campo”. Nel 1988 vince il Festival di Sanremo con “Perdere l’amore”, brano che viene successivamente votato “canzone del secolo”. Ancora teatro (“L’isola degli schiavi” regia di Strehler, “La dodicesima notte”, “Il malato immaginario” ed altro), cinema e tv, e poi, sublimando la sua interpretazione tra voce e canto, doppia con successo Quasimodo nel cartone animato “Il gobbo di Notre Dame”. Arrivano poi gli ultimi due musical osannati dalla critica e applauditi dal pubblico: “Hollywood – Ritratto di un divo” (storia d’amore tra Greta Garbo e John Gilbert) e “Il grande campione” che narra il rapporto burrascoso tra il pugile Cerdan ed Edith Piaf. La pubblicazione dell’album “Oggi o dimane” (ottobre 2001) e il ritorno in televisione, su Rai 1, con lo show “Siete tutti invitati (citoronare Calone)” sono occasioni eccellenti per riscoprire l’anima etnica e internazionale della canzone napoletana piu’ ‘classica’. Il successo televisivo e discografico convincono definitivamente Ranieri a ritornare ad esibirsi in concerto come cantante, a venticinque anni dall’ultima tournee. Ai concerti, l’accoglienza del pubblico e’ trionfale tanto che, dopo una parentesi teatrale con “Pulcinella” di Manlio Santanelli per la regia di Maurizio Scaparro (aprile/maggio 2002), il tour riprende, facendo registrare ovunque il tutto esaurito. La collaborazione artistica con Mauro Pagani porta poi ad un ulteriore lavoro di ricerca che da’ origine all’album “Nun e’ acqua” (gennaio 2003). Per il tour che segue, cosi’ come per il precedente, Ranieri allestisce uno spettacolo di ‘impronta’ teatrale, nel quale trovano spazio i successi di un tempo e le canzoni di “Nun e’ acqua”. Sul palco, e’ accompagnato da musicisti e ballerini straordinari che condividono con lui, ogni sera e in ogni angolo d’Italia, il calore e gli applausi del pubblico. Nel 2004 Massimo Ranieri si cimenta per la prima volta nella regia di opere liriche per alcuni dei Teatri più prestigiosi d’Italia, come il San Carlo di Napoli, dove cura la messa in scena dell’”Elisir d’Amore” di Donizetti. Successivamente Massimo Ranieri ritorna al cinema. Claude Lelouche lo chiama ad interpretare uno degli episodi del suo ultimo film “Le genre Humane”. Nell’episodio dal titolo “Les Parisiens” Ranieri recita il ruolo di un artista di strada italiano, ruolo che gli consente di mettere in mostra le sue innumerevoli qualita’ artistiche. L’intensità della recitazione, le qualità canore e l’abilita’ circense sono una rivelazione per i critici cinematografici francesi, che sono letteralmente conquistati da Massimo Ranieri. All’inizio del 2005 Massimo Ranieri e’ nuovamente in sala di registrazione per lavorare all’album “Accussi’ Grande”, ultimo capitolo della trilogia dedicata alla grande canzone napoletana (Sony Music, 6 maggio 2005). Scorrendo l´elenco dei brani in esso contenuti – per citarne solo alcuni, “Dicitincello Vujie” cantata in duetto con Noa, “Catari’”, “La nova gelosia”, “Tu si na cosa grande”, “Lazzarella” - ci si rende subito conto di quanto di meraviglioso sia stato scritto a Napoli negli ultimi tre secoli e soprattutto di quanto ancora ci sia da scoprire. Stili e ambientazioni si sono continuamente modificate negli anni ma univoco e continuo è l´assoluto valore melodico e la ricchezza armonica di un modo di scrivere che ha influenzato la musica popolare di tutto il mondo occidentale . Così, naturalmente, riescono a convivere la voce di Ranieri, quella bellissima e struggente di Noa e quella intensa e primordiale del senegalese Badarà Seck . Così le corde mediterranee e la produzione di Mauro Pagani e Mauro di Domenico si intrecciano senza soluzione di continuità al piano di Stefano Bollani, alle launeddas e al duduk di Gavino Murgia, al sassofono di Stefano di Battista. Il risultato ancora una volta è un’ inaspettata, raffinata rappresentazione di una civiltà musicale senza uguali. |
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LA COMPAGNIA TEATRALE QUELLI DI GROCK PRESENTA ASPETTANDO GODOT DI SAMUEL BECKETT AL TEATRO LEONARDO DA VINCI DI MILANO |
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Milano, 14 marzo 2011 - Il capolavoro di Beckett è una strana e tragica farsa in cui sembra non accadere nulla. Il vero soggetto è l’attesa, un aspetto essenziale e misterioso della condizione umana. Aspettando Godot, tra le pièce più significative del Novecento, complessa e intransigente nella sua costruzione teatrale, è un´opera irrinunciabile. Quelli di Grock, per la regia di Susanna Baccari e Claudio Orlandini, ne dà una lettura originale, benché fedele al testo beckettiano, in cui il linguaggio del corpo valorizza e riempie quello spazio dominante del testo che è il vuoto tra le parole. Alessandro Larocca e Andrea Ruberti, attori, mimi e clown, interpreti perfetti nei panni di Vladimiro ed Estragone, con la loro fisicità sottolineano e arricchiscono la metafora dell’esistenza umana presente nel capolavoro di Beckett. Una coppia di vagabondi, di clochard rappresenta le più svariate relazioni umane e private: Vladimiro ed Estragone, simultaneamente padre e figlio, amici, coniugi, innamorati, aspettano vicino ad un albero sinistro uno sconosciuto che non arriva mai, mentre passa e ripassa la crudele coppia del servo e del padrone, Lucky e Pozzo. Aspettando Godot è una poesia sul tempo, per sentire che questo può scorrere con un ritmo diverso; fermarlo, prendersi una pausa, cogliere il paradosso tra stabilità e cambiamento e, in questa sospensione, percepire la vita. In una specie di moderna catarsi, condividendo i timori più profondi, avviene durante lo spettacolo qualcosa come un processo liberatorio, che fa accettare finalmente l’assurdità della condizione umana. Piuttosto che scoraggiare, Beckett fa forse intravedere un diverso punto di partenza capace di fronteggiare il mistero, nella gioia di una libertà nuovamente trovata. Aspettando Godot è un’opera che non si riesce e non si può spiegare, proprio perché l’essenza è il mistero, lo smarrimento, l’incapacità a scoprire un significato nell’esistenza. Samuel Beckett per noi è stato un percorso da attraversare lasciandoci contagiare proprio da quel senso di incertezza che provoca, senza il bisogno di trovare risposte, ma solo con la necessità di sforzarci a capire quali domande ponga. In un universo in cui è difficile trovare un significato e affermare qualcosa, dove la frontiera tra sogno e realtà è sempre più incerta e la ricerca del “vero” diventa interminabile, noi vogliamo continuare ad illuderci, perché… “il signor Godot mi ha detto di dirvi che non verrà questa sera, ma di sicuro domani”. Www.quellidigrock.it/ |
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AL TEATRO CIAK – FABBRICA DEL VAPORE JOHN PETER SLOAN IS... AN ENGLISHMAN IN ITALY |
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Milano, 14 marzo 2011 - Giocasta e Artevox presentano una serata speciale a cura di John Peter Sloan (protagonista delle numerose serate a Zelig Cabaret targate Zelig in English) che propone uno spettacolo interattivo e divertente sulle avventure di un povero inglese nella giungla italiana. Durante la serata John, affiancato dal cast di Zelig in English, attraverso una serie di monologhi e sketch comici farà un ritratto ironico e scanzonato sul modo di comunicare degli italiani confrontandolo con quello degli inglesi. Chi è John Peter Sloan John Peter Sloan è un autore comico, attore, cantautore e insegnante di lingua inglese. John ha iniziato la sua carriera professionale come cantante del gruppo rock inglese “The Max”, facendo tournè europee che l’hanno portato a girare l’Europa per più di 15 anni. Dopo lo scioglimento del gruppo, John ha deciso di abbandonare la vita da musicista nomade e ha iniziato ad insegnare inglese nel Paese che ha sempre amato: l’Italia. Deluso dai noiosi ed inefficaci corsi che trovava in giro ha deciso di creare una nuovo modo di insegnare l´inglese. Divertendosi. Le sue lezioni erano veri e propri mini-spettacoli e l’aula era sempre piena di studenti. Dice John: “Avevo notato che tanti italiani si bloccavano proprio quando dovevano parlare in Inglese. Animare la lezione aiutava le persone a sciogliersi e rilassarsi, inoltre la giusta dose di umorismo nelle esercitazioni pratiche aiutava a far studiare molto più volentieri e a ricordare meglio”. Le sue lezioni erano così popolari e seguite che hanno finito per diventare un vero e proprio spettacolo, “Culture Shock!”, che è infine approdato sul palcoscenico di Zelig, il tempio della comicità di Milano. Dopo ben 31 serate di tutto esaurito, grazie alla visibilità raggiunta a Zelig, John ha partecipato a diverse trasmissioni televisive sulle reti Rai, Mediaset, La 7, Sky e Deejay Tv:“andata e ritorno”, “Glob”,“zelig Off”, “Sputnik”, “Le invasioni barbariche”, “Geppy Hour”, “Almost true”. Al momento John è il mattatore di 4 spettacoli in inglese: “Culture Shock”, “Full moon”, “Caveman” e “Instant English (the show)”. John ogni mese scrive anche articoli nella rubrica Culture Shock della rivista “Speak up”. Www.teatrociak.it/ |
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FORMIGONI ´FAN´ DEL MAESTRO ANTONIO STRADIVARI PRESENTAZIONE NELLA SEDE REGIONALE DI UN ESEMPLARE DEL 1726 A FAR RIVIVERE LO STRUMENTO IL MAESTRO MILANESE MATTEO FEDELI |
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Milano, 14 marzo 2011 - Anche Roberto Formigoni ha voluto ascoltare il timbro potente, penetrante e cristallino di uno Stradivari, così come era avvenuto nel 2007 in occasione della visita di Benedetto Xvi a Pavia: il violinista Matteo Fedeli, milanese trentottenne, è venuto in Regione Lombardia per presentare al presidente il principe degli archi, il violino costruito da Antonio Stradivari nel 1726 all´età di 82 anni e che ha fatto parte della collezione ´ex Adams´. Davanti a Formigoni Fedeli ha messo alla prova il violino stradivariano, assicurato per 5 milioni di euro e scortato notte e giorno, con le pagine colorite del Mosè in Egitto di Giacomo Rossini, del Rondò Capriccioso di Camille Saint-saëns e della Danza ungherese di Sergej Rachmaninov: lo Stradivari del Settecento non si è fatto intimorire dall´esuberanza del Romanticismo e ha dimostrato di non sentire il peso del tempo. La presentazione ufficiale del violino a Formigoni è coincisa con il primo quinquennio di vita del progetto ´Uno Stradivari per la gente´ che Fedeli sta portando avanti in Italia e nel resto del mondo: 80 concerti a ingresso libero con 300 mila spettatori all´anno sono le cifre di questa avventura presentata al presidente della Lombardia. E proprio dal capoluogo lombardo, il 31 gennaio 2005 alla Società del Giardino, prese avvio la tournée musicale di Fedeli. Fedeli di nome ma anche di fatto: fedele, appunto, a Stradivari. Nelle mani del virtuoso uscito dal Conservatorio di Milano sono passati - unico strumentista al mondo - 15 dei 50 Stradivari meglio conservati. ´Il segreto di Stradivari - ha spiegato Fedeli a Formigoni - sta nella fiamma dorata posta sul fondo, lo strato di vernice che il liutaio utilizzava per indurire il legno´. E proprio lo Stradivari del 1726, mostrato a Formigoni, ne è un testimone. ´Tra il 1710 e il 1725 - ha proseguito il concertista - Stadivari raggiunse l´apice della sua arte liutaria, realizzando strumenti in cui seppe coniugare la perfezione del suono alla più alta espressione di bellezza e finitura dei suoi violini´. Prossima tappa del tour stradivariano di Fedeli ancora la Lombardia: il 19 marzo alle 21,30 il maestro si esibirà nella chiesa di san Pietro in ciel d´oro. ´Splendida iniziativa - ha commentato Formigoni dopo aver ascoltato la voce potente dello Stradivari nelle mani di Fedeli -. Avvicinare il pubblico alla magia della liuteria lombarda e alla musica è un´opera di grande valore culturale´. |
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CULTURA: AL VIA MERCOLEDÌ 16 A UDINE GLI STATI GENERALI |
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Trieste, 14 marzo 2011 - Mercoledì prossimo 16 marzo, con una giornata di audizioni cui seguiranno appuntamenti "a tema", prenderanno avvio a Udine, nella sede della Regione di via Sabbadini, con inizio alle ore 15.00, gli Stati generali della Cultura. L´evento, come spiega l´assessore Elio De Anna, nasce dall´esigenza di dar vita ad un nuovo quadro normativo regionale di riferimento, o comunque ad un suo aggiornamento, in relazione alle profonde e talora rapide trasformazioni che negli ultimi anni hanno interessato anche il settore dei beni e delle attività culturali. Si apre così una fase di "ascolto", aperta a tutti coloro che, nei diversi ambiti e nelle diverse istituzioni, pubbliche e private, producono cultura od operano per la tutela e la valorizzazione dei beni culturali del Friuli Venezia Giulia. Dopo un´introduzione dell´assessore De Anna, l´intero pomeriggio di mercoledì darà spazio a chi vorrà presentare proposte, idee suggerimenti. Per intervenire è sufficiente compilare la scheda di iscrizione, scaricabile dalla sito internet della Regione www.Regione.fvg.it/ , entro la mezzanotte di martedì 15 marzo. La Conferenza sarà così la sede per elaborare gli elementi emersi e per enucleare degli indirizzi operativi, da tradurre in una riforma organica della politica culturale della Regione, condivisa dal territorio. |
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COLLEZIONE CHRISTIAN STEIN. UNA STORIA DELL’ARTE ITALIANA AL MUSEO CANTONALE D´ARTE, LUGANO |
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Lugano, 14 marzo 2011 - Il Museo Cantonale d’Arte di Lugano ospita fino al 22 maggio 2011 l’esposizione Collezione Christian Stein. Una storia dell’arte italiana, una selezione di circa cento capolavori dell’arte italiana del dopoguerra, in coproduzione con l’Ivam, Institut Valencià d’Art Modern di Valencia. La mostra si iscrive nella linea espositiva del Museo Cantonale d’Arte dedicata al collezionismo e, al contempo, a quella rivolta all’arte italiana dagli anni Cinquanta ad oggi. La Galleria Christian Stein La Galleria Christian Stein fu fondata nel 1966 a Torino dove iniziò da subito a rappresentare, tra gli altri, quegli artisti che furono poi inscritti nella fortunata denominazione di Arte povera, formulata da Germano Celant. Aprì in seguito, negli anni ottanta, nuovi spazi a Milano e, per qualche stagione, a New York. La Galleria è tuttora attiva a Milano. Margherita Stein, nota con il nome di Christian, scomparsa nel 2003, fu un’esponente di spicco della tradizione dei galleristi-collezionisti, preferì infatti conservare le opere che più la appassionavano piuttosto che limitarsi ad alimentare il mercato dell’arte. A caratterizzare la sua attività fu, inoltre, lo straordinario rapporto instaurato con gli artisti, amicizie rimaste intatte per quarant’anni. La sua avventura nel mondo dell’arte ebbe inizio a Torino nella Galleria di Via Teofilo Rossi per proseguire nella casa-galleria di Piazza San Carlo. Qui si tenevano incontri quotidiani tra Christian Stein e gli artisti. Boetti e Paolini furono i primi ad esporre insieme a Manzoni e a Fontana. Tutti, o quasi tutti, coloro che daranno vita all’Arte povera frequentarono la Galleria. La signora Stein, pur ovviamente informata sull’arte americana e tedesca già ben presente nell’Italia degli anni settanta, preferì la complicità dei “suoi” artisti, l’arte italiana divenne il suo mondo. Furono le conversazioni con Mario Merz, Luciano Fabro o Giulio Paolini, per citarne solo alcuni, a nutrire la sua quotidianità; non mancarono certo le discussioni, ma la sua condivisione fu sempre rinnovata. Le opere rimasero con lei: tenne con sé l’intero nucleo di lavori con cui Alighiero Boetti realizzò la sua prima personale in Galleria, nel 1967. Più tardi Giuseppe Penone, Gilberto Zorio, Giovanni Anselmo e Claudio Parmiggiani esporranno regolarmente. Remo Salvadori e Domenico Bianchi furono chiamati a rappresentare la generazione successiva, quella degli anni ottanta. L’esposizione In mostra sono presenti circa cento opere selezionate tra le molte, raramente esposte o, al contrario, cedute in seguito ai migliori musei del mondo. Cento opere che evocano e ripercorrono la storia della Collezione Stein, mitica narrazione di un momento irripetibile della storia culturale europea. L’esposizione propone monocromi di Manzoni e Lo Savio, sculture di Melotti, tagli di Fontana, una scultura di Colla, cementi armati di Uncini, “manifesti” di una nuova radicalità, che narrano gli anni cinquanta e sessanta di una Italia intrisa di storia classica e, al contempo, immersa nella contemporaneità del dopoguerra e del boom economico. Una collezione attraverso cui scoprire l’arte italiana nei suoi aspetti emblematici: l’eredità e le relazioni con le avanguardie storiche, le risposte all’ascesa dell’arte americana, un modo radicalmente diverso, peculiarmente italiano, di guardare alla storia dell’arte e di vivere la cultura dell’epoca. L’esposizione evoca una stagione in cui la visione degli artisti corrispondeva a quella degli allora rari collezionisti, un’epoca nella quale l’intenso incontro con un’opera poteva trasformare una gallerista in collezionista attenta a conservare per le generazioni successive la funzione testimoniale dell’arte. La mostra offre al pubblico un’occasione per riflettere sul sistema dell’arte, sulle possibili modalità di coltivare una collezione, ma soprattutto propone un percorso tra capolavori di grande vibrazione emozionale e di profondo rigore intellettuale. Esposizione realizzata in coproduzione con Ivam, Institut Valencià d’Art Modern, Valencia, Spagna. Mostra a cura di Jean Louis Maubant e Francisco Jarauta Bettina Della Casa (per il Museo Cantonale d’Arte) Catalogo a colori pp.352, italiano-inglese, a cura di Bettina Della Casa con testi di Jean Louis Maubant, Francisco Jarauta, Bruno Corà, Giulio Paolini e una ricca sezione di apparati. Electa editore, Milano La mostra è dedicata a Jean Louis Maubant, recentemente scomparso. In occasione della mostra Collezione Christian Stein. Una storia dell’arte italiana, il Museo Cantonale d’Arte organizza sabato 7 maggio 2011, dalle ore 10.30 alle 18.30 una giornata di studio dal titolo Archivi e Fondazioni: l’arte italiana tra attualità e storia, dedicata agli Archivi e alle Fondazioni preposti alla gestione e alla tutela dell’opera dei principali artisti italiani del dopoguerra. Particolare attenzione viene rivolta alla conservazione del patrimonio artistico di Lucio Fontana, Fausto Melotti, Piero Manzoni e Enrico Castellani unitamente ad alcuni esponenti dell’Arte Povera (Alighiero Boetti, Luciano Fabro, Mario Merz, Giulio Paolini), artisti rappresentati da Archivi o Fondazioni e presenti nell’esposizione in corso. |
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EASY COME, EASY GO LA PERSONALE DI ANDREA MASTROVITO A CASA TESTORI A CURA DI JULIA DRAGANOVIC |
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Napoli, 14 marzo 2011 - Il programma espositivo di Casa Testori per il 2011 si apre con la mostra del vincitore della rassegna Giorni Felici, l’evento dello scorso giugno grazie al quale le stanze abitate dallo scrittore Giovanni Testori si sono animate con le opere e installazioni di giovani artisti under 35, affiancati da importanti pittori, scultori e designer italiani, come Enzo Cucchi e Alessandro Mendini. Andrea Mastrovito, bergamasco classe 1978, è stato il più votato dal pubblico e propone ora un’eccezionale antologica con numerose opere realizzate per l’occasione. Nonostante la giovane età, Mastrovito è un artista internazionale che vive tra Bergamo e New York e ha all’attivo numerose mostre in Italia, in Europa e negli Stati Uniti. Anche grazie alla sua straordinaria capacità nel disegno e nell’utilizzare, trasformandoli, i più diversi materiali, Andrea ha dato vita ad opere installative e multimediali che hanno affascinato i visitatori dei due continenti: dal Museum of Art and Design di New York, alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino, al Museo Pecci di Prato e al Maxxi di Roma. A Casa Testori Mastrovito realizza la sua personale più ambiziosa, invadendo 19 stanze della casa con disegni, collage, videoanimazioni, installazioni e interventi sitespecific sui muri e sugli ambienti della casa. Il titolo, Easy come, easy go (Così come vengo, così me ne vado) è un verso di Bohemian Rhapsody, la celebre canzone dei Queen protagonista di una delle stanze, oltre che degli ultimi mesi di vita di Giovanni Testori; il verso, traducibile anche con “mi lascio trasportare, sono un indolente” è stato scelto dall’artista come espressione della giovinezza in genere, del proprio carattere e della condizione dell’artista a Casa Testori, chiamato a fare i conti con un luogo magico e pieno di storia. Al pian terreno Mastrovito si soffermerà su alcune delle opere realizzate negli ultimi anni, mostrando al pubblico per la prima volta le radici nascoste del suo lavoro in un’inedita raccolta di 26 autoritratti a matita. Ogni stanza riserverà una scoperta e, grazie alle celebri installazioni di libri ritagliati, un’aiuola fiorirà nella stanza del camino, una biblioteca virtuale di fotocopie ritornerà nella biblioteca testoriana mentre la drammatica video-installazione Johnny colmerà di emozioni il grande salone della casa. Molte saranno le novità proposte da questo artista così versatile e capace di non lasciare indifferenti i grandi curatori di mostre come i semplici visitatori. Molti gli interventi appositamente realizzati e, al primo piano, grazie ad incisioni sul muro che disegnano la figura umana attraverso gli strati d’intonaco e vernice accumulatosi nei 100 anni di vita della casa, Mastrovito farà venire a galla la storia di questo luogo e il visitatore verrà “accompagnato” dalla presenza del padrone di casa: Giovanni Testori. La mostra (1 aprile - 8 maggio 2011) è curata da Julia Draganovic, responsabile di importanti rassegne internazionali come Art Miami (2009-2010) e Art First (2010-2011), nonché direttrice artistica d’istituzioni pubbliche, come il Chelsea Art Museum di New York (2005-2006) e del Pan - Palazzo delle Arti Napoli (2007-2008). Www.associazionetestori.it/ www.Casatestori.it/ |
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AL MART DI ROVERETO LA RIVOLUZIONE DELLO SGUARDO. CAPOLAVORI IMPRESSIONISTI E POST-IMPRESSIONISTI DAL MUSÉE D’ORSAY |
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Rovereto, 14 marzo 2011 - I capolavori del Musée d’Orsay di Parigi saranno esposti in Italia. Dal 19 marzo al 24 luglio 2011, al Mart di Rovereto si potranno ammirare settantacinque dipinti provenienti dalla più importante collezione del Xix Secolo del mondo. E’ proprio il parigino Musée d’Orsay, infatti, che conserva le opere maggiormente significative, per numero e qualità, di quegli artisti che hanno cambiato alla fine dell’800 il corso della storia dell’arte moderna: se si parla di Impressionismo e Postimpressionismo non c’è infatti raccolta più prestigiosa di quella conservata oggi nel Museo francese, un luogo fondamentale per gli studi su Monet, Cézanne, Pissarro, Sisley, Renoir, Degas, Toulouse-lautrec, Van Gogh, Gauguin, Morisot, Vuillard, Bonnard, Denis, Courbet, etc. I capolavori di tutti questi artisti saranno presenti nella mostra del Mart: un’occasione unica per conoscere da vicino, attraverso opere esemplari, il più entusiasmante periodo della ricerca pittorica tra Ottocento e Novecento. L’esposizione intitolata La rivoluzione dello sguardo. Capolavori impressionisti e post-impressionisti dal Musée d’Orsay, è resa possibile grazie all’accordo di collaborazione tra il Mart e il Museo francese, che in fase di restauro (riapertura prevista per l’autunno 2011) ha concesso per la prima volta un nucleo così rilevante di opere in prestito per una itineranza di sole tre tappe, che ha toccato Australia, America e ora, unica sede il Mart, l’Italia. Il progetto presenta un’eccezionale selezione di dipinti, dalla grande stagione dell’Impressionismo alla vigilia delle avanguardie: lo scandaloso realismo di Gustave Courbet nella celeberrima tela L’origine du monde (1866), esposta per la prima volta nel nostro Paese; la nuova visione temporale che Claude Monet introduce nella serie di dipinti dedicati alla Cattedrale di Rouen (1892), della quale il Mart ospita una tra le più intense versioni; la straziante solitudine di Van Gogh e della sua Chambre ad Arles (1889); lo sguardo introspettivo, declinato al femminile, di Berthe Morisot, il cui dipinto Le Berceau (1873) fu presentato con scandalo alla prima mostra del’Impressionismo nel 1874 a Parigi; l’esotismo di Paul Gauguin con le Donne di Tahiti (1891); e poi, lo sguardo di Degas sulla danza e l’Omaggio a Cézanne (1900) di Maurice Denis, testimonianza di una fedeltà all’artista da molti considerato il più importante di quell’epoca. Questi sono solo alcuni degli straordinari capolavori presenti nella mostra, che segue un percorso tematico, attraverso appunto quella “rivoluzione dello sguardo”, che gli artisti impressionisti e post-impressionisti tra Ottocento e Novecento hanno aperto alla visione della modernità. L’esposizione La rivoluzione dello sguardo. Capolavori impressionisti e post-impressionisti dal Musée d’Orsay, ideata e curata da Guy Cogeval, presidente del Musée d’Orsay, e Isabelle Cahn, con la direzione scientifica di Gabriella Belli, direttore del Mart, propone dunque una rilettura di quel cruciale passaggio che ha preparato il terreno alle avanguardie artistiche europee del primo Novecento. Il percorso espositivo La mostra si snoda lungo un percorso suddiviso in otto sezioni a tema che mettono in luce i profondi legami dell’arte e degli artisti con la società e la cultura del tempo. La prima sezione, intitolata L’artista non è più solo, racconta la vicenda di quel precoce gruppo d’innovatori impegnati, negli anni sessanta dell’Ottocento, nella produzione di un’arte rivoluzionaria. A Parigi, lo studio di Édouard Manet, nel quartiere Batignolles, diventa il luogo di ritrovo per un nuovo orientamento naturalista. Non a caso, una tela emblematica come Un Atelier aux Batignolles di Henri Fantin-latour, del 1870, rappresenta il gruppo di giovani rivoluzionari, da Emile Zola a Pierre-auguste Renoir e Claude Monet, riuniti intorno al maestro, considerato uno dei più scandalosi pittori del tempo. A quest’opera si accosta il celebre Omaggio a Cézanne di Maurice Denis, che immortala il gruppo dei Nabis, nella bottega di Ambroise Vollard: la rivoluzione contro l’accademia è resa possibile anche grazie alla nascita di nuove figure, come il critico e il mercante, che assumeranno un ruolo sempre più rilevante nella valorizzazione e promozione dell’arte. La seconda sezione ruota attorno al tema dell’Artista emarginato che, contestando il sistema accademico, si trova spesso ad essere bandito dalla società. Il modello del bohémien, privo di legami e di sostanze, ben rappresenta questa condizione. Van Gogh, Gauguin e Cézanne si trovano in questo percorso solitario e ciascuno racconta, in modi diversissimi, la drammaticità della propria condizione. La stanza vuota di Van Gogh ad Arles, così come l’Autoritratto con Cristo giallo (1890-91) eseguito da Gauguin poco tempo prima della sua partenza per Tahiti, esprimono la sofferenza e il sacrificio dell’artista alle prese con una società che lo rifiuta. Non è certo da meno Cézanne nella sua solitaria e quasi ossessiva ricerca di una visione pittorica sempre più accreditata dalla scienza. Erano molti i luoghi della regione parigina, della Normandia e della Francia meridionale, scelti dagli artisti impressionisti e postimpressionisti per esprimere una nuova “visione del mondo”. La sezione I luoghi dell’Impressionismo testimonia i paesaggi, urbani e rurali, che hanno ispirato artisti quali Monet, Renoir, Sisley e Pissarro, impegnati a mettere al centro dello sguardo pittorico il variare della luce, delle stagioni e degli effetti atmosferici en plein air , come testimonia l’eccezionale prospettiva che Monet offre in La Rue Montorgueil pavoisée, del 1878 o nella già citata serie dedicata alla Cattedrale di Rouen. La sezione Parade presenta invece scene contrapposte: da una parte i piaceri notturni di Parigi, metropoli accesa dal ritmo frenetico degli spettacoli del Moulin Rouge; dall’altra parte lo sguardo “psicologico” di Degas, che immortala gli esercizi di danza delle ballerine dell’Opéra- la serie completa della sue Ballerine in bronzo sarà tutta esposta al Mart- da accostare all’esperienza dei cabaret di Toulouse-lautrec e anche di Seurat con il circo. I temi dell’ascolto interiore, della famiglia e del rapporto maschile-femminile, sono altrettanti titoli di sezioni della mostra, in cui il percorso espositivo prende una piega più intima e riflessiva, alla ricerca dei pensieri e dei sentimenti con i quali gli artisti impressionisti e postimpressionisti tentano di rappresentare le singolarità dello spirito e della vita psichica, alle prese con i grandi mutamenti sociali dell’epoca. Isabelle Cahn, curatrice della mostra, scrive a proposito di queste sezioni: “ L’esplorazione del mondo cerebrale, della sfera emotiva, dell’immaginazione e dell’inconscio incitò gli artisti di fine secolo ad allontanarsi definitivamente dai lidi della narrazione. L’incomunicabilità tra la vita interiore e il mondo esterno fu dimostrata magistralmente da Vuillard attraverso il tema del sonno. In questo stato ipnotico, durante il quale l’inconscio affiora nei sogni, il mistero della psiche resta intatto e i personaggi, ripiegati su se stessi, sono esposti senza difese allo sguardo altrui”. La “trasgressione dello sguardo” rappresentava la sfida costante dei pittori realisti, il limite estremo lo raggiunge Gustave Courbet con L´origine du monde “dipingendo l’irrappresentabile, il punto di partenza di ogni vita e l’origine del mondo”. Siamo nel momento più intenso della mostra, non solo perché la straordinaria tela di Courbet esce eccezionalmente dal Musée d’Orsay, mai prestata in Italia, ma anche perché quest’opera mantiene intatta dopo oltre due secoli, la capacità di coinvolgere. Di fronte a L´origine du monde è impossibile restare indifferenti. Il tema del Paradiso terrestre chiude il percorso espositivo, è l’immagine di un mondo “altro” – utopico, spirituale e bucolico – che fa da controcanto alle angosce della società moderna, sconvolta dalla rivoluzione industriale e dal trionfo del positivismo scientifico. Ecco allora la ricerca scientifica che abbraccia quella pittorica nella magistrale opera “Montagne Sainte-victoire” (1890) di Cézanne, o l’Eden geograficamente ben identificato nella fuga a Tahiti di Gauguin. A questo tema aggiungono complessità opere come la “Sinfonia pastorale” (1916-1920) di Bonnard, tra le ultime acquisizioni del Musée d’Orsay, che segnala come la vita industriale sia stata vissuta dagli artisti non solo come fonte di sconvolgimenti ma anche stimolo alla creazione di nuove visioni. |
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PALAZZO CARIGNANO A TORINO. GLI APPARTAMENTI BAROCCHI E LA PITTURA DEL LEGNANINO |
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Torino, 14 marzo 2011 - Il 20 marzo 2011, dopo oltre mezzo secolo, saranno finalmente accessibili al pubblico gli Appartamenti barocchi di Palazzo Carignano, la parte certamente più spettacolare del palazzo, progettato nella seconda metà del Seicento da Guarino Guarini e giustamente considerato uno dei capolavori del Barocco europeo. Con il restauro di questi ambienti – che ospitarono tra l’altro lo studio del conte di Cavour – in occasione delle celebrazioni dell’Unità d’Italia nasce a Torino un nuovo percorso museale: si potranno infatti visitare l’Appartamento di Mezzogiorno, noto anche come “Appartamento dei principi” e famoso per lo splendore delle boiseries e degli specchi che ne rivestono le pareti, l’Appartamento di Mezzanotte, lo scalone monumentale, che conduce al Parlamento Subalpino, visibile nel percorso, ed anche alcune zone da sempre chiuse al pubblico e dunque in qualche modo ‘segrete’, come le scale elicoidali su piazza Carignano e i suggestivi sotterranei. Proprio in questi ambienti la Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte, in stretta collaborazione con la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Piemonte, allestirà una mostra dedicata a Stefano Maria Legnani detto il Legnanino (1661-1713), l’autore di quasi tutte le decorazioni a fresco di Palazzo Carignano. Formatosi tra Milano, Bologna e Roma, ove si avvicinò al grande principe dell’Accademia, Carlo Maratta, il pittore divenne ben presto uno dei maestri più noti del suo tempo, specie nel campo della grande decorazione a fresco e delle pale d’altare. Rendono testimonianza della sua qualità le imprese realizzate in Piemonte, a Novara e soprattutto a Torino: la capitale sabauda conserva infatti tra l’altro le splendide prove nella cappella della Congregazione dei Banchieri e dei Mercanti e nell’attuale Palazzo Barolo. La mostra, ideata e curata dal Soprintendente Edith Gabrielli, si sviluppa intorno ad una trentina di opere, provenienti da chiese, palazzi e musei di tutta Italia. In buona parte esse spettano allo stesso Legnanino, come la pala per la chiesa romana di San Francesco a Ripa – la prima opera nota – o il grande telero di Miasino. Altre, invece, testimoniano il lavoro dei maestri e dei contemporanei, da Carlo Maratta, presente con tre prove d’eccezione, tra cui la Fuga in Egitto di Sant’isidoro, a Andrea Pozzo fino a Daniele Seiter: di quest’ultimo in particolare, grazie alla concessione della Procura della Repubblica di Chieti, si presenta una splendida pala per la chiesa torinese di Santa Cristina, attualmente sotto sequestro giudiziario. L’allestimento è curato dall’architetto Salvatore Simonetti, a cui si deve inoltre la direzione degli interventi di restauro nel Palazzo. L’apertura del percorso di visita negli Appartamenti barocchi e la mostra dedicata a Legnanino sono resi possibili grazie al fondamentale sostegno della Compagnia di San Paolo, partner privilegiato della Soprintendenza di Torino, specie per quanto riguarda Palazzo Carignano. L’opera Barolo ha inoltre garantito una preziosa collaborazione istituzionale, consentendo anche l’accesso gratuito al proprio palazzo. La mostra si avvale del generoso contributo della Banca Regionale Europea. L’organizzazione è stata affidata a Civita. Il catalogo della mostra è edito da Giunti Arte Mostre Musei. La visita è organizzata per fasce orarie e guidata da storici dell’arte specializzati. La tariffa di ingresso include sia la visita guidata che la prenotazione, vivamente consigliata per avere la certezza dell’ingresso. Sono inoltre disponibili percorsi didattici dedicati alle scuole di ogni ordine e grado e ai bambini accompagnati dai genitori. La mostra è inclusa nel circuito Musei Torino Piemonte: gli abbonati 2011 e i possessori della Torino+piemonte Card avranno perciò diritto all’ingresso gratuito. Per promuovere la conoscenza delle grandi imprese di Legnanino e per valorizzare Palazzo Carignano nel suo insieme, il biglietto della mostra consentirà l’ingresso gratuito a Palazzo Barolo e alla vicina cappella della Congregazione dei Banchieri e dei Mercanti, oltre all’ingresso ridotto al Museo Nazionale del Risorgimento, situato nello stesso palazzo e nelle cui sale si trovano alcune delle volte affrescate da Legnanino. Parallelamente sarà riconosciuto l’ingresso ridotto in mostra ai possessori del biglietto del Museo del Risorgimento. |
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CULTURA FVG: APERTURA "DEDICA A CEES NOOTEBOOM" |
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Pordenone, 14 marzo 2011 - "La Regione riconosce l´importanza e la qualità di ´Dedica Festival´ sia per le sue valenze culturali sia per quelle promozionali dell´immagine di Pordenone e dell´intero Friuli Venezia Giulia nel mondo". Lo ha affermato il 12 marzo a Pordenone l´assessore regionale alla Cultura, Elio De Anna, intervenuto in rappresentanza del presidente Tondo all´inaugurazione della 17/esima edizione di "Dedica", che ha come protagonista lo scrittore e intellettuale olandese, Cees Nooteboom. Porgendo a Nooteboom il benvenuto in regione, De Anna ha anche sostenuto che "la scelta degli organizzatori (l´associazione Thesis) di ´indagare´ una personalità multiforme come quella di Nooteboom, dimostra l´impegno di Dedica nella ricerca dei motivi profondi che stanno alla base della cultura come mezzo di elevazione dell´uomo e di conoscenza dell´altro". Infine l´esponente regionale ha ricordato che "la Regione punta anche sui grandi eventi culturali, oltre che su quelli sportivi, per un´offerta turistica diversa, più ampia e di qualità. In questo contesto Dedica rientra a pieno titolo tra gli eventi importanti: il risalto che la stampa nazionale oltre che regionale ha già dato in questi giorni a tale manifestazione ne è la conferma". Con De Anna era presente all´inaugurazione anche il vicepresidente del Consiglio regionale, Maurizio Salvador; il sindaco di Pordenone, Sergio Bolzonello, ha invece portato il saluto di Pordenone. Erano inoltre presenti l´ambasciatore del Regno dei Paesi Bassi in Italia, Alphonsus Hermanus Maria Stoelinga, il console generale Johan Kramer, il consigliere per gli affari culturali Klaus de Rijk, Margo Curto del consolato generale di Milano, e il console onorario a Trieste, Giovanni Cervesi. Nell´occasione l´ambasciatore ha consegnato all´editore italiano di Nooteboom, Emilia Lodigiani di Iperborea, l´onorificenza di Cavaliere dell´Ordine di Orange-nassau. "Dedica a Cees Nooteboom" - che da oggi si protrarrà fino al 26 marzo con incontri, letture teatrali, mostre d´arte e di fotografia, concerti e proiezioni cinematografiche tutti legati all´opera dello scrittore e saggista - ha scelto quest´anno un personaggio complesso, che ha fatto del "viaggio" il motivo portante della sua attività. Viaggio come mezzo di conoscenza e di incontro con l´altro, mai raccontato come successione di fatti, persone, monumenti, ma come mezzo di approfondimento e di interconnessione storica, artistica, sociale. I motivi di fondo dell´opera di Nooteboom sono stati illustrati nell´incontro inaugurale con il confronto tra lo scrittore e il critico Goffredo Fofi. |
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LA MUSA INQUIETA. VITA, ARTE E MIRACOLI DI MARTA MARZOTTO A MILANO, PALAZZO MORANDO – COSTUME, MODA, IMMAGINE |
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Milano, 14 marzo 2011 - In occasione degli ottant’anni di Marta Marzotto, Palazzo Morando, prestigiosa sede espositiva del Comune di Milano ospita la mostra La Musa Inquieta. Vita arte e miracoli di Marta Marzotto a cura di Marta Brivio Sforza e promossa dall’Assessorato alla Cultura. In mostra fino al 4 aprile 2011 le creazioni della vulcanica Contessa che ispirò artisti, poeti e scrittori, da Renato Guttuso ad Alberto Moravia. “Nella mia vita ho agito solo per istinto, per seguire la mia voglia di tutto e subito”, così scrive di sé Marta Marzotto, dalle cui case sono passati innumerevoli personaggi della cultura internazionale. Piena di vita, fotografa, costumista e designer, alla fine degli anni Sessanta fu la figura femminile dominante nella pittura e nella vita privata di Renato Guttuso, musa ispiratrice e modella prediletta per circa venti anni. La mostra intende mettere in scena il suo mondo straordinario di Marta attraverso fotografie che raccontano i luoghi amati, le persone, le opere e i sogni di Marta. Accanto alle foto alcuni oggetti da lei creati con fantasia, talento e con un gusto speciale: borse, gioielli, caftani, tutti coloratissimi. Moltissime le creazioni dedicate alle donne, per valorizzarne la bellezza ed avvicinarle ad un mondo immaginifico e dimenticare le fatiche, la tristezza, il tradimento della vita reale. Nel catalogo Electa, che illustra la mostra, afferma Letizia Moratti, Sindaco di Milano: “Marta ha fatto dell’allegria e del buon umore uno stile di vita, mettendo l’amore sempre al primo posto. Lei, con il suo sorriso contagioso, la sua generosità innata ed il suo impegno per la cultura ci insegna, giorno dopo giorno, la bellezza del tempo e della vita”. “Di Marta vi è un lato pubblico ed uno privato. Quest’ultimo è la base su cui ruota l’asse della sua azione. – spiega l’Assessore alla Cultura del Comune di Milano, Massimiliano Finazzer Flory - Questo lato privato è la “ragione arricchita dalla fantasia” che “si sviluppa secondo la necessità di una legge superiore” che proibisce la volgarità della vita e ne addita come trasgressori i pigri, gli ipocriti e i pavidi. Come dire gli indifferenti di fronte alla bellezza. Una bellezza pensata”. E la curatrice, in una lettera a Marta: “Non mi illudo di contenerti tutta nello spazio limitato di questo bellissimo museo, ma spero di avere almeno rappresentato il fascino che mi conquistò la prima volta che ti incontrai a Roma, regina nelle tue stanze della splendida tua casa al Pincio, colma di luci, quadri, stoffe che apparve ai miei occhi di ragazza come la Grotta di Alì Babà. Il tuo più grande desiderio è quello di regalare qualcosa ad ogni persona che incontri, che sia una frase, un oggetto che sia un lasciapassare nel fantastico mondo di Marta, da legare, da amare da scoprire, da seguire in capo al mondo in una corsa senza fine”. Amore, generosità, passione. Con questi sentimenti, da molti anni, Marta Marzotto sostiene la Fondazione per la Ricerca della Fibrosi Cistica onlus (Ffc), alla quale andranno i proventi dei cataloghi in vendita in mostra. Catalogo| Electa |
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CULTURA IN ABRUZZO: INTESA MARRUCINO-ISA PER PROMUOVERE LE ECCELLENZE GIA´ATTIVA SINERGIA TRA ISA E SINFONICA MARCHIGIANA |
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Pescara, 14 marzo 2011 - L´accordo presentato, l’ 11 marzo , a Chieti, nel foyer del Marrucino, tra il Teatro Lirico d´Abruzzo, unico teatro regionale di tradizione, e l´Istituzione Sinfonica Abruzzese (Isa) in occasione della prossima stagione lirica, è stato definito dall´assessore alla Cultura, Luigi De Fanis, "un connubio ideale tra due eccellenze culturali che consente di proporre un´offerta artistica di grande spessore, in grado di varcare con successo i confini regionali". Per l´assessore De Fanis, "nonostante il difficile momento economico che si sta affrontando e la cronica carenza di risorse finanziarie, la cultura in Abruzzo è ancora viva. Per sostenerla adeguatamente, però, occorre che scendano in campo tutte insieme e facciano la loro parte realtà istituzionali pubbliche e private come, del resto, è avvenuto in questa occasione con il determinante apporto finanziario di una importante Fondazione bancaria". All´odierna conferenza stampa, infatti, oltre allo stesso De Fanis, al sindaco di Chieti, Umberto Di Primio, al senatore Fabrizio Di Stefano, delegato al Teatro Marrucino, al presidente della Provincia di Chieti, Enrico Di Giuseppantonio, al maestro Fabio D´orazio, al presidente dell´Isa, Antonio Centi, c´era anche il presidente della Fondazione Carichieti, Mario Di Nisio. "Non nascondo di essere particolarmente emozionato - ha aggiunto l´assessore De Fanis - per il fatto di trovarmi qui, nel tempio abruzzese della musica e del teatro, vanto di un´intera regione. Esistono già da tempo leggi specifiche che fanno del Marrucino un teatro di prestigio ma la sinergia con un´altra storica istituzione culturale come l´Isa che opera ormai da circa quaranta anni e che ha sede e radici a L´aquila, significa non solo dare un calcio ai campanilismi che, in passato, hanno, talvolta, prevalso nella nostra regione, ma anche fare in modo che la Cultura con C maiuscola, che per noi rappresenta una maestra di vita ed uno strumento fondamentale di conoscenza dei popoli, possa davvero essere esaltata attraverso un´espressione artistica di altissimo profilo". L´assessore De Fanis, spiegando, infine, la strategia in campo culturale del Governo regionale di puntare sulle eccellenze delle eccellenze, ha ricordato come "appena la scorsa settimana, ci sia stato un altro importante accordo di collaborazione artisitca che ha legato l´Istituzione Sinfonica abruzzese alla consorella marchigiana per dare vita ad una grande struttura Filarmonica dell´Adriatico". |
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TOSCANA: IL CONGELAMENTO DI 27 MILIONI DEL FONDO DELLO SPETTACOLO È UN ATTACCO CONTRO LA CULTURA |
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Firenze, 14 marzo 2011 – “Il nuovo congelamento di 27 milioni del Fondo Unico per lo Spettacolo (Fus) è un attacco contro la cultura – ha dichiarato l’assessore regionale alla cultura Cristina Scaletti – e metterà a rischio tutta la realtà nazionale del settore”. “Questa nuova misura, legata ad un preciso mandato del ministro Tremonti, il quale non a caso sostiene che “la cultura non si mangia” – ha aggiunto l’assessore Scaletti –, costringerà istituzioni culturali pubbliche alla privatizzazione o alla chiusura. Così come si ridurrà l’attività di cinema, musica, danza e teatro, vista la drastica riduzione dei fondi”. “Questo governo sta uccidendo il mondo della cultura in modo graduale, ma deciso – ha concluso l’assessore-; non è stato sufficiente ridurre il fondo a 258 milioni di euro, ora congelano 27 milioni fino alla fine dell’anno. E il ministro Bondi si rende complice e responsabile di una vera e propria catastrofe nazionale”. Scaletti ha ricordato fra le istituzioni nazionali a rischio estinzione Cinecittà e l’Istituto Luce, pezzi della memoria storica del nostro Paese. “In Toscana non possiamo non ricordare i rischi che corre il Maggio fiorentino, e insieme a lui teatri e compagnie, circoli e sale cinematografiche, centri musicali. Un patrimonio che come Regione sosterremo fin dove potremo con la massima energia, anche se non potremo certo sostituirci al fondamentale, e dovuto, intervento dello Stato”. |
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ROMA, SPETTACOLO. ALEMANNO: «BERLUSCONI INTERVENGA PER IL FUS» |
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Roma, 14 marzo 2011 «L’ulteriore taglio per i finanziamenti del Fondo unico dello spettacolo (Fus) è realmente insostenibile per tutte le istituzioni culturali della nostra nazione a cominciare da quelle di Roma Capitale, l’Accademia di Santa Cecilia e il Teatro dell’Opera. Per questo chiedo l’intervento del presidente del Consiglio dei Ministri, Silvio Berlusconi, per garantire il reintegro dei finanziamenti per il Fus. Nei prossimi provvedimenti di natura finanziaria bisogna trovare le risorse necessarie per garantire il livello base per assicurare a tutte le fondazioni e gli istituti dello spettacolo la possibilità di riformarsi e migliorare la loro produttività. In questo contesto invito Bruno Cagli, presidente sovrintendente dell’Accademia nazionale di Santa Cecilia, a non rassegnare le dimissioni ma a lottare insieme a noi per ottenere finanziamenti adeguati al rilancio della storica accademia». Lo ha dichiarato il 10 marzo il sindaco di Roma, Gianni Alemanno. |
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CULTURA - ULTERIORE TAGLIO DI 27 MILIONI AL FONDO PER LO SPETTACOLO. MEZZETTI: "L´ENNESIMO ATTO SPREZZANTE NEI CONFRONTI DI UN SETTORE CHE RISCHIA DI ESSERE DEFINITIVAMENTE UCCISO. TREMONTI VADA A FAR COMPAGNIA A BONDI" |
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Bologna, 14 marzo 2011 - “E’ l’ennesimo atto irridente e sprezzante da parte del ministro dell’Economia nei confronti di un mondo della cultura già messo in ginocchio e che ora rischia di essere definitivamente ucciso”. Così l’assessore alla Cultura della Regione Emilia-romagna, Massimo Mezzetti, ha commentato l’ulteriore taglio di 27 milioni di euro ai danni del Fondo unico per lo spettacolo (Fus), che dai 258 milioni stanziati per quest’anno scende a 231 (nel 2009 era 457 milioni). “Avevo già chiesto e ottenuto in sede di Commissione cultura della Conferenza Stato-regioni – ha affermato Mezzetti – che il ministro dell’Economia fosse chiamato a rendere conto di queste sue scelte. A quasi due mesi di distanza non abbiamo ricevuto alcuna risposta all’invito. E ora il ministro Tremonti manifesta ancora una volta, oltre che una volontà vendicativa nei confronti del mondo della cultura, una totale ignoranza riguardo all’incidenza positiva sull’economia e sull’occupazione che il settore dello spettacolo ha in Italia”. “A questo punto – conclude Mezzetti - credo che il settore culturale e gli assessori regionali, che si troveranno a gestire questa complicatissima situazione, dovrebbero invitare il responsabile dell’Economia a far compagnia a Bondi, ormai in procinto di lasciare il ministero”. |
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LA MARCHE PARTECIPANO ALLE INIZIATIVE CULTURALI PER I 150 ANNI DELL´UNITA` D´ITALIA |
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Ancona, 14 Marzo 2011 - Le Marche e il contributo che hanno offerto alla nazione dal 1861 ad oggi saranno raccontati nella mostra ´Regioni e Testimonianze d´Italia´, uno degli eventi centrali del programma nazionale per le celebrazioni del 150 anniversario dell´Unita` d´Italia, che si svolgera` a Roma dal 31 marzo al 3 luglio 2011. ´La Regione ´ spiega l´assessore regionale alla Cultura, Pietro Marcolini ´ aderisce all´iniziativa e partecipa a questa importante tappa della storia nazionale. Celebrare oggi l´Unita` Italiana non puo` prescindere dal ricordare come la varieta` e la peculiarita` delle singole Regioni costituisca uno dei caratteri principali del nostro Paese e uno dei suoi maggiori punti di forza. Le Regioni potranno presentare non solo il loro eccezionale patrimonio storico, culturale, tecnologico e industriale, ma anche la nuova identita` che si e` venuta costruendo in centocinquanta anni di vita e, piu` in particolare, negli ultimi decenni´. Attraverso opere d´arte, oggetti, fotografie, vite di personaggi simbolo, video, pannelli illustrativi, le Regioni testimonieranno il lungo e articolato percorso di questi 150 anni, attraverso il quale ciascuna di esse ha segnato l´evoluzione e la crescita del Paese. Potranno presentare i momenti piu` significativi che hanno contribuito a formarne l´immagine e come questa si e` relazionata con la storia del territorio e si e` integrata nella tradizione nazionale. ´E´ importante - continua Marcolini - testimoniare alle nuove generazioni il senso del processo unitario della nostra nazione e il ruolo significativo svolto nel Xix secolo dalle popolazioni della nostra regione. Partecipiamo al progetto sia per il ritorno in termini di immagine istituzionale che ne puo` derivare, sia in relazione ai numerosi richiami rivolti a tutte le istituzioni da parte del Capo dello Stato affinche` il 150 dell´Unita` d´Italia possa essere ricordato in forme adeguate e condivise´. La mostra avra` sede a Valle Giulia, al Vittoriano, al Palazzo di Giustizia, in Piazza Giovanni Xxiii e ai giardini di Castel Sant´angelo. Essa prevede la costruzione di architetture effimere nella zona di Belle Arti, sulla Scalea Bruno Zevi, nel Piazzale Simone Bolivar, nella zona di Castel Sant´angelo a Piazza Giovanni Xxiii e nei giardini di Castel Sant´angelo. All´interno di queste strutture saranno allestite le isole delle Regioni e delle aziende che hanno contribuito con la loro storia a fare l´Italia. La cura e la consulenza storica dell´esposizione sono di Lucio Villari, storico e docente di storia contemporanea all´Universita` degli Studi Roma Tre. Curatore della mostra ´Arte e Regioni´, che e` parte integrante dell´iniziativa ed e` ospitata nel Salone Centrale del Complesso del Vittoriano, e` Louis Godart, consigliere per la conservazione del Patrimonio Artistico della Presidenza della Repubblica Italiana. Questa mostra, in particolare, si propone di raccogliere le testimonianze della produzione artistica italiana dal 1861 ad oggi attraverso l´esposizione di quattro opere d´arte per ciascuna Regione. In prossimita` dei vari ingressi e sulle pareti esterne dei padiglioni sara`, inoltre, realizzata una mostra storica attraverso fotografie che raccontano l´Italia dal 1861 ad oggi curata da Giuseppe Tornatore. Ogni Regione avra` a disposizione spazi espositivi di 160 mq. Quello assegnato alle Marche sara` a Valle Giulia nel Piazzale Simone Bolivar, dove sara` presentata la storia regionale tra passato, presente e futuro attraverso video, documenti, fotografie, manufatti e memorie. Il percorso espositivo sara` aperto dalla testimonianza di un personaggio marchigiano di rilievo che illustrera` la regione, con le sue eccellenze e peculiarita`. Le Regioni avranno, poi, una presenza espositiva all´Aeroporto di Roma ´Leonardo da Vinci´, con un monitor che mostrera` un video promozionale turistico del territorio regionale, oltre a una postazione computer per visualizzare e navigare sul sito internet regionale e a una vetrina per esporre un oggetto o manufatto simbolo della regione. |
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A SIENA, TRA LE INIZIATIVE PER CELEBRARE I 150 DELL’UNITÀ D’ITALIA, AL SANTA MARIA DELLA SCALA UNA MOSTRA-EVENTO CHE SPOSA LE ARTI ALLE NUOVE TECNOLOGIE. L’ANIMA E LA MUSICA. L’ESPERIENZA ROMANTICA E L’ETÀ DEL RISORGIMENTO TRA DIPINTI E SUGGESTIONI MULTIMEDIALI |
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Siena, 14 marzo 2011 - A Siena, fino al 19 giugno, un viaggio nell’Europa dell’Ottocento attraverso dipinti, musica e elaborazioni multimediali. Sarà la multimedialità e il matrimonio tra arti e nuove tecnologie la vera novità della mostra evento “L’anima e la musica”, in programma a Siena, nel Complesso Museale Santa Maria della Scala, dal 12 marzo al 19 giugno. Dipinti, documenti, musica saranno valorizzati da elaborazioni multimediali di grande impatto emotivo, che offriranno al pubblico uno straordinario spaccato della realtà storica e culturale dell’Europa dell’Ottocento. Un’esposizione a cura di Sergio Carrubba, Orietta Rossi Pinelli e Roberto Venuti, promossa dal Comune di Siena e dalla Fondazione Monte dei Paschi di Siena, che in occasione delle celebrazioni per il 150° anniversario dell´Unità d´Italia, racconta l’esperienza romantica e l’età del Risorgimento. Un percorso suggestivo guiderà il visitatore alla scoperta di quel “Romanticismo” che ha rivoluzionato la sensibilità e il gusto di un’epoca, trasformando in modo irreversibile la cultura europea, attraverso una diffusione geografica internazionale se pur segnata da forti peculiarità nazionali, abbracciando contemporaneamente i tre grandi campi della vita artistica (letteratura, musica, arti figurative) e influenzando in modo fondamentale anche le diverse discipline del pensiero (filosofia, economia, archeologia, psicologia) e più in generale la vita pubblica (politica, religione) e i rapporti privati (amore, amicizia, passione, famiglia). Una stagione - di cui la rivoluzione europea del 1848, la «primavera dei popoli» rappresenta il momento più emblematico – diventata anche il contesto culturale e politico entro cui si innesta il Risorgimento italiano. Il Risorgimento italiano ha, infatti, un debito sia culturale, sia politico nei confronti del Romanticismo. La presenza di Verdi a Milano all’indomani delle Cinque giornate o la visita che Garibaldi fece a Manzoni sono due momenti di questo intreccio, che arrivano dopo il lungo soggiorno italiano di Shelley e Byron in Italia (e il coinvolgimento di quest’ultimo nei moti carbonari prima di andare a morire per l’indipendenza della Grecia) e di un altro soggiorno significativo, quello di Stendhal a Milano, dove lo scrittore francese iniziò il suo celebre “De l’Amour”. Nell’esposizione senese, la rilettura del Romanticismo avviene attraverso il prisma dei generi musicali propri dell’epoca (notturni, mazurche, ballate, polacche, valzer, preludi, concerti) e del loro intreccio con i temi propri della cultura e sensibilità romantica che hanno costituito i momenti più innovativi della ricchissima stagione culturale del Romanticismo (il contrasto tra classico e moderno, tra ingenuo e sentimentale, la scoperta del folklore, dei miti, di fiabe e leggende, il ruolo del sogno, il gusto per il frammento, il grottesco, il sublime, l’uso dell’allegoria e del simbolo, il senso della patria, della nazione, l’impeto rivoluzionario e solidaristico, l’amore rinnovato e trasformato in modo definitivo accogliendo insieme passione e sentimento, amore spirituale e fisico, emozioni e struggimento, il perdersi nell’altro/a, intimità e complicità, trasgressione individuale e vita familiare). Le grandi figure della cultura romantica (da Schubert a Mendelsshon, da Schumann a Liszt, da Wagner a Verdi per quanto riguarda la musica; da Byron a Stendhal, da Novalis a Manzoni, da Pushkin a Mickiewicz per la letteratura, solo per citarne alcuni) animeranno con la loro presenza tutta la mostra. La pittura, la musica e la letteratura si intrecceranno attraverso una narrazione multimediale che si svilupperà lungo le sale in modo originale e fortemente innovativo. Il percorso nella mostra il cui allestimento è curato dall’architetto Andrea Milani è, infatti, concepito come una vera e propria esperienza multisensoriale, che coinvolge oltre che la vista, anche l´udito e l´olfatto. Insieme alle opere originali tra cui spiccano quelle di Fussli e Ingres, Blechen e Friedrich, Constable e Vernet, Caffi esposte nell’ultima sala dedicata al Risorgimento, saranno visibili, in successione e su schermi al plasma, alcune opere virtuali, attraverso un gioco di proiezioni e stampe serigrafiche su supporti a parete, davvero suggestivo. Il viaggio nel mondo romantico e risorgimentale avverrà attraverso una grande esperienza virtuale il cui sfondo e contesto saranno le sale di una casa ottocentesca che permetterà di rivivere i personaggi, i quadri, le musiche, le parole legate insieme attorno ai temi del Viaggio, del Popolo, della Nazione, dei Notturni, dell’Amore. Il visitatore si troverà immerso nella biblioteca, nel salotto, in un giardino d´inverno e nell’“alcova dell´amore” di questa suggestiva casa ottocentesca, mentre schizzi e appunti di viaggio, lo accompagneranno come in un viaggio, di cui la musica, sarà il filo conduttore. E proprio la musica avrà un ruolo centrale nel percorso espositivo perché diffusa in ogni sala e in alcune sale, le campane sonore riprodurranno voci narranti di viaggi e brani tratti da opere di poeti e viaggiatori del tempo. Proprio per il suo intreccio tra arte, musica e letteratura “L’anima e la musica”, promossa dal Comune di Siena e dalla Fondazione Monte dei Paschi di Siena, si offre in modo innovativo al pubblico con l’obiettivo di parlare anche a chi del Romanticismo ha una memoria che risale agli anni della scuola, rinnovando curiosità e suggerendo nuovi percorsi ed interpretazioni. Infine, la Delegazione Fai di Siena parteciperà alla mostra con il progetto “Apprendisti Ciceroni al Museo” la scuola coinvolta in un servizio culturale per il pubblico. Alcune classi di studenti senesi opportunamente preparate dai loro insegnanti e dalle strutture educative del Santa Maria della Scala, accompagneranno gruppi di visitatori provenienti da altre scuole, dall’Università per stranieri, dalle Contrade, dalla cittadinanza senese stessa ecc. Nel percorso espositivo, illustrando il contesto culturale politico che guida la mostra e le singole opere esposte. La mostra “L’anima e la musica”, a cura di Sergio Carrubba, Orietta Rossi Pinelli e Roberto Venuti e promossa dal Comune di Siena e dalla Fondazione Monte dei Paschi di Siena resterà aperta dal 12 marzo al 19 giugno 2011 dalle 10,30 alle 19,30 tutti i giorni compresi i festivi presso il Complesso museale Santa Maria della Scala. Con il biglietto della mostra, si entrerà con il biglietto ridotto nel Museo Civico di Siena e viceversa. Catalogo Silvana editoriale. Per informazioni, tel. 0577 534511 o 0577 534501. |
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NON C’ERA UNA VOLTA L’ITALIA… PER I 150 ANNI DELL’UNITÀ D’ITALIA |
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Chiavari, 14 marzo 2011 - In occasione della ricorrenza del 150° Anniversario della Proclamazione dell’ Unità d’Italia, questa Orchestra Sinfonica ha preparato una produzione – musica e voci recitanti - che racconta, in modo originale e senza retorica, la storia di protagonisti “minori”, ma non per questo meno importanti, la cui vicenda personale si inserisce, vivendola, nell’esplosione vitalistica del Risorgimento Italiano. La nostra produzione, “Non C’era Una Volta L’italia… - Per i 150 anni dell’Unità d’Italia”, propone una chiave piu’ intima di lettura e un lato piu’ romantico delle vicende di giovani, uomini e donne, che scelsero di unirsi nella lotta per l’Unità del nostro Paese. Vedremo come la musica – soprattutto quella immortale di Giuseppe Verdi - sia stata il vero protagonista di questo straordinario periodo storico e come abbia fatto da collante ad eventi storici di largo respiro. Si tratta dunque di un concerto con voci recitanti , che verrà presentato a Rapallo e a Moneglia proprio il 17 marzo 2011, e che ha le seguenti caratteristiche: Non C’era Una Volta L’italia… Per i 150 anni dell’Unità d’Italia: Orchestra Sinfonica di Chiavari, Musiche di Giuseppe Verdi da I Vespri Siciliani, Attila, Forza del Destino, Macbeth, Nabucco ed a. Direttore: Roberto Tolomelli; Voci recitanti: Clara Costanzo e Davide Bardi; Testi: Tonino Farina. 17 marzo 2011 Comune di Rapallo Teatro Auditorium delle Clarisse Ore 16.30. 17 marzo 2011 Comune di Moneglia Auditorium Burgo Ore 21.00. |
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APRES LA CLASSE E NIDI D’ARAC A MONTREUX JAZZ FESTIVAL IN COLLABORAZIONE CON ITALIA WAVE LOVE FESTIVAL E PUGLIA SOUNDS |
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Arezzo, 14 marzo 2011 - Saranno i pugliesi Apres La Classe e Nidi D’arac a rappresentare l’Italia il 5 luglio 2011 alla prossima edizione di Montreux Jazz Festival. Grazie alla Italia Wave Love Festival, che lavora con Montreux dal 2009 e che dal 2004 promuove l’esportazione della musica italiana, e Puglia Sounds, programma regionale pugliese che sostiene la presenza di band regionali all’estero, i due gruppi italiani si esibiranno in uno dei festival più prestigiosi del mondo. Montreux Jazz festival si svolge in 16 giorni e attrae circa 230.000 spettatori. Apres La Classe e Nidi D’arac si esibiranno nel palco “Music in the Park”, situato nel Parc Vernex con accesso gratuito. È qui, in un’allegra atmosfera di concerti open air, che si dirige il pubblico più curioso, attento alle novità per scoprire nuovi gruppi internazionali di grande qualità. Dal 2008, con la creazione della “Fondation 2”, il Parc Vernex è diventato uno dei luoghi in cui si svolgono progetti speciali e di scambio culturale, in collaborazione con scuole, ambasciate straniere o altre associazioni. È qui che nel 2009 è stata organizzata la prima serata “Italia Wave” e che adesso accoglie di nuovo ospiti dal nostro Paese. Gli Après La Classe sono una band salentina nata nel 1996 e subito affermatasi nei vari live club sparsi in Puglia. Nel 2002 nasce il primo lavoro discografico "Après La Classe", con il secondo cd "Un Numero” inizia la ricerca musicale del gruppo verso mondi sonori lontani dai canoni discografici italiani mentre nel 2006 esce il loro terzo album “Luna Park” seguito da una raccolta live. Nel 2010 viene pubblicato "Mammalitaliani" per la Sunnycola, etichetta di Caparezza, e distribuito dalla "Universal Music Italia": un album insolito dove nuove idee e sonorità si mescolano all’esperienza live con diverse sperimentazioni elettroniche. Il gruppo salentino Nidi D’arac da sempre sperimenta la tradizione della propria terra attraverso macchine e strumenti del nuovo millennio, proponendo un concerto insolito che rappresenta la sintesi e il punto d’arrivo del percorso artistico intrapreso dal 1998 attraverso sperimentazioni sonore, innumerevoli esibizioni e memorabili collaborazioni con gli artisti più prestigiosi della World Music. Il loro concerto è un vero e proprio viaggio che parte dalla musica tradizionale del Salento fatta di canti d’amore, di lavoro e di pizziche per arrivare all´innovazione attraverso la contaminazione dei suoni metropolitani: come fossero rave di musica etnica, i concerti dei Nidi d’Arac diffondono lunghe onde emotive all’interno di costruzioni sonore molteplici, che partono da antichi spartiti di pizzica, per deformarli con ritmi trance, sintetizzatori alieni e componenti elettronici in cortocircuito. La serata italiana a Montreux Jazz Festival sarà anche l’occasione per distribuire materiale promozionale della 25esima edizione di Italia Wave Love Festival che si svolgerà a Lecce dal 14 al 17 luglio. Fondato nel 1967 da Claude Nobs, il Montreux Jazz Festival è divenuto negli anni un punto di riferimento irrinunciabile per gli amanti della musica, in Svizzera come nel resto del mondo. Nei suoi numerosi palchi si sono esibiti tutti i più grandi, da Miles Davis a Ray Charles, passando per David Bowie o Prince. Se il jazz costituisce l’origine storica del festival, molto presto anche gli altri stili musicali hanno trovato la loro collocazione, avendo in comune la curiosita l’uno nei confronti dell’altro. La sua particolarità rimane da sempre la programmazione ambiziosa; il Montreux Jazz Festival è una piattaforma ideale per i musicisti di tutti i generi. Www.italiawave.com/ www.Montreuxjazz.com/ www.Pugliasounds.it/ |
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MASSIMO DALLA POLA MINIMA ANTHOLOGICA IN MOSTRA A MILNAO DAL 15 MARZO AL 6 APRILE |
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Milano, 14 marzo 2011 - Pop Solid, studio di progettazione multidisciplinare che lavora nell’ambito dell’architettura, interni, design e grafica e che fa della ricerca continua, il filo conduttore di tutte le attività, si impegna anche nell’organizzazione di mostre d’arte, fotografia e design all’interno dello spazio, che attiva così una comunicazione continua con l’esterno. Martedì 15 marzo 2011, Pop Solid inaugura la mostra personale di Massimo Dalla Pola, minima anthologica, che raccoglie i lavori degli ultimi tre anni che si concentrano intorno ad un tema centrale del pensiero filosofico occidentale, la relazione dell´uomo con l’altro da sé. L’artista rileva e mette in scena la relazione che l´uomo ha con l´esistente, con cui nel corso della storia è stato obbligato a confrontarsi, a relazionarsi e a interagire, e con le opere da lui stesso create. Non si può parlare di evoluzione, termine da sempre associato ad un´idea fin troppo ottimista di progresso e miglioramento. Dalla produzione di Dalla Pola si evince invece una sorta di sconfitta e regressione della scienza e della ragione umana. Nelle sue opere però non emerge nessun giudizio e nessuna morale: ciò che possiamo vedere e leggere è una rappresentazione della condizione esistenziale dell´uomo di oggi. Una presa d´atto. Una riflessione che si manifesta chiaramente nei tre cicli che vediamo esposti presso Pop Solid - The bad plants, Zibaldone e A moral zoo. The bad plants è un ciclo di stampe su Pvc che raffigurano piante velenose iperbolicamente ingigantite e innaturalmente semplificate. La grande dimensione, il disegno levigato e glaciale, il supporto che diventa materia stessa delle opere, creano un disagio emozionale, uno spaesamento e un crollo delle certezze. La ricerca affannosa e, in un certo modo, forzata di comunione e di armonia con la natura viene qui ribaltata e, anzi, viene sottolineato come quest´ultima possa essere subdola e pericolosa. Una natura matrigna di leopardiana memoria. Zibaldone è invece un work in progress, un “grand tour” fotografico attraverso l’Europa urbana, che comprende un gruppo numeroso di scatti digitali sovraesposti, stampati su carta per acquarello. Nei paesaggi ritratti, attraverso l’intervento poderoso della luce, vengono a mancare coordinate visive usuali a favore di una rappresentazione lirico-surreale della realtà. Le città in quanto agglomerato abitativo-produttivo-celebrativo e le sopravvivenze naturali che vi operano, vegetali e animali, bloccate nel tempo di uno scatto in uno stato di totale disorientamento visivo, si manifestano quasi fossero un’allucinazione, spesso iconica e fortemente simbolica. Si avvicina al ciclo delle "plants" A moral zoo, un´installazione seriale che prende a modello le illustrazioni di un anonimo bestiario tardo medioevale e le traspone in forma di moderni bassorilievi in forex. Sono rappresentate creature del cielo del mare e della terracon vividi tratti antinaturalistici e fortemente espressivi ma raggelati in bianche lastre plastiche lavorate con una fresa industriale. La tradizione popolare e la cultura pre-scientifica si sono occupate della vita animale come specchio della natura umana; al contrario, la scienza moderna ha osservato che quei comportamenti, che si attribuiscono unicamente al genere umano e che trattiamo nell’ambito della morale, sono in realtà patrimonio comune a molte specie del regno animale. Paradossalmente, questo cambio radicale di prospettiva ha trasformato quell’antica esperienza diretta dell’animale (per quanto irrazionale e simpatetica) in un rapporto uomo-bestia ormai innaturale e gerarchico, mediato dalla ragione e dalle conoscenze tecniche, spesso puramente virtuale. Massimo Dalla Pola è nato nel 1971, vive e lavora tra Milano e la provincia. Nel 2002 esordisce nella project room di Luciano Inga-pin a Milano; ha partecipato a personali e collettive in Italia e all’estero – Berlino, Londra, Bandirma (Turchia). Dal 2008 espone in mostre personali presso la galleria Allegra Ravizza Art Project di Milano. Nel 2011 ha partecipato ad Artefiera Bologna. |
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