Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 







MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web




 


MERCOLEDI

PAGINA 1 PAGINA 2 PAGINA 3 PAGINA 4 PAGINA 5 PAGINA 6 WEB E BEAUTY FLASH ALIMENTAZIONE
Notiziario Marketpress di Mercoledì 30 Marzo 2011
Politica
AGENDA DIGITALE: LA COMMISSIONE EUROPEA CHIEDE INFORMAZIONI A 16 STATI MEMBRI SUL RECEPIMENTO DELLA DIRETTIVA SUI SERVIZI DI MEDIA AUDIOVISIVI  
 
Bruxelles, 30 marzo 2011 - La Commissione europea ha interpellato 16 Stati membri chiedendo informazioni in merito al recepimento della direttiva sui servizi di media audiovisivi (Sma) e attende le risposte entro 10 settimane. Le lettere inviate fanno parte dell’impegno della Commissione a garantire che tutti gli Stati membri abbiano correttamente recepito nel diritto nazionale le disposizioni della direttiva in tutti i loro elementi. Le questioni sollevate variano da uno Stato membro all’altro. Le richieste di informazioni non implicano una cattiva trasposizione della direttiva negli Stati membri interessati ma indicano semplicemente che, in questa fase, la Commissione desidera fare particolari domande a questo proposito. La direttiva sui servizi di media audiovisivi (2010/13/Ue) tutela il mercato unico e garantisce la certezza del diritto per il settore europeo della televisione e degli audiovisivi stabilendo condizioni di concorrenza eque per i servizi di radiodiffusione televisiva e di media audiovisivi a richiesta in tutta Europa; nel contempo, la direttiva contribuisce a preservare le differenze culturali, tutelare i minori e i consumatori in genere, difendere il pluralismo dei media e lottare contro l’odio razziale e religioso. La direttiva si basa sul principio del “paese di origine”, secondo il quale i fornitori di servizi di media audiovisivi sono soggetti unicamente alle disposizioni regolamentari del loro paese di origine e possono essere soggetti a quelle di altri paesi solo in un numero molto limitato di circostanze elencate all’articolo 3 della direttiva stessa (ad esempio nel caso di incitazione all’odio razziale). Gli Stati membri hanno concordato di recepire la direttiva Sma nelle rispettive legislazioni nazionali entro il 19 dicembre 2009 (Ip/09/1983). La Commissione ha concluso un’analisi preliminare delle misure di recepimento della direttiva nelle legislazioni nazionali comunicate da 16 Stati membri: Belgio, Bulgaria, Repubblica ceca, Danimarca, Finlandia, Francia, Grecia, Irlanda, Italia, Malta, Paesi Bassi, Romania, Slovacchia, Spagna, Svezia e Regno Unito. Sulla base di questa analisi preliminare, la Commissione ha inviato delle lettere per accertare se e in che modo fossero stati recepiti i diversi elementi della direttiva, come le disposizioni relative al paese di origine, l’introduzione di prodotti sul mercato, l’incitazione all’odio e la tutela dei minori. Tre Stati membri (Polonia, Portogallo e Slovenia) non hanno ancora comunicato alla Commissione le misure adottate per recepire la direttiva nel proprio ordinamento e nei loro confronti sono in corso dei procedimenti di infrazione (Ip/10/803). La Commissione è impegnata attualmente nell’esame delle misure notificate dagli altri Stati membri (Austria, Cipro, Estonia, Germania, Lettonia, Lituania, Lussemburgo e Ungheria), a cui potrebbe fare seguito un altro invio di lettere nel secondo trimestre nel 2011. Che cosa riguardano le domande inviate agli Stati membri? Le richieste di chiarimenti riguardano un ampio ventaglio di questioni legate al recepimento della direttiva (per maggiori dettagli si veda Memo/11/199): il principio del paese di origine e i problemi di giurisdizione legati ai servizi audiovisivi; le comunicazioni commerciali audiovisive (incluse l’introduzione di prodotti sul mercato e la sponsorizzazione, la pubblicità televisiva e le televendite); gli obblighi fondamentali imposti dalla direttiva (come prescrizioni in materia di identificazione, norme restrittive sull’incitazione all’odio, norme relative all’accessibilità, obblighi relativi all’equilibrio della copertura e registrazione dei servizi su richiesta); il diritto di rettifica (chiunque i cui legittimi interessi siano stati lesi a seguito di un’asserzione non conforme al vero contenuta in un programma televisivo, deve poter fruire di un diritto di rettifica o di misure equivalenti); la tutela dei minori; la promozione delle opere europee; la trasmissione in chiaro degli eventi di maggiore rilevanza e di notiziari brevi; la cooperazione fra organi di controllo.  
   
   
“QUALE VOLONTARIATO PER COSTRUIRE L’EUROPA?”  
 
Milano, 30 marzo 2011 - Sono più di cento milioni gli europei che mettono a diposizione il loro tempo per gli altri e per contribuire allo sviluppo delle proprie comunità. Per incoraggiare un maggior numero di cittadini a impegnarsi a loro volta, l´Unione europea ha dichiarato il 2011 anno europeo del volontariato. In tale ambito, la Rappresentanza a Milano della Commissione europea e la Delegazione regionale delle Caritas Lombarde organizzano il convegno “Quale volontariato per costruire l’Europa?”, un momento di riflessione e confronto tra rappresentanti delle istituzioni comunitarie e rappresentanti delle Caritas a livello europeo e locale sul ruolo del volontariato nella crescita personale degli individui, nella costruzione della giustizia e del bene comune nelle società dei diversi paesi. L’incontro si terrà lunedì 4 aprile 2011, dalle 9.15 alle 13, a Palazzo delle Stelline, sala Volta, corso Magenta 61 a Milano. Interverranno Matteo Fornara (direttore della Rappresentanza a Milano della Commissione europea), monsignor Giuseppe Merisi (presidente di Caritas Italiana e vescovo di Lodi), Ekaterini Karanika (rappresentante per la Commissione europea della task force per l’Anno europeo del volontariato), Patrizia Toia (europarlamentare), don Livio Corazza (responsabile del servizio europeo di Caritas Italiana), don Roberto Davanzo (direttore di Caritas Ambrosiana e delegato regionale delle Caritas lombarde), Geneviève Colas (rappresentante per la Caritas francese della task force di Caritas Europa per l’Anno europeo del volontariato), Michael Buck (direttore della Caritas della diocesi di Rottenburg-stoccarda). Lanciando l’Anno europeo del volontariato 2011, l’Unione europea invita gli Stati membri a perseguire quattro obiettivi: ridurre gli ostacoli al volontariato nella Ue; conferire autonomia e responsabilità alle organizzazioni di volontariato e migliorare la qualità del volontariato; premiare e riconoscere le attività di volontariato; sensibilizzare al valore e all’importanza del volontariato. Secondo le Caritas lombarde il volontariato può diventare mattone per la costruzione dell’Europa “se pone le proprie radici partendo dalla realtà di ognuno di noi, delle nostre comunità: è strumento che non deve sostituirsi alle istituzioni, ma che deve collaborare con esse per migliorare i servizi alla persona; è lotta alla povertà; è strumento di solidarietà che diventa stile di vita, nel momento in cui contribuisce a far crescere all’interno delle persone la volontà di una cittadinanza attiva e partecipata”. Durante il convegno, un video e una mostra fotografica illustreranno la ricchezza di diverse esperienze di volontariato organizzate da Caritas in Italia e all’estero.  
   
   
FVG, REL. INTERNAZIONALI: RAFFORZARE PROGETTUALITÀ CON BOSNIA  
 
Udine, 30 marzo 2011 - "Siamo fiduciosi nel valore aggiunto dei progetti avviati fino ad oggi da Finest e Informest che hanno riguardato il Friuli Venezia Giulia e il cantone di Sarajevo. Ma allo stesso dobbiamo guardare avanti ed essere pronti alle sfide che "Europa 2020" ci pone di fronte. Comunque il vincolo esistente verrà rinsaldato poiché le geopolitica della nostra regione guarda con grande interesse all´area balcanica". Lo ha detto ieri a Bruxelles l´assessore regionale alle Politiche Internazionali, Elio De Anna, nel corso del suo intervento alla tavola rotonda svoltasi in mattinata al Parlamento europeo sul tema "Sviluppo economico e potenziali di investimento in Bosnia Erzegovina; una questione di cooperazione transfrontaliera tra i Paesi della regione". Il Friuli Venezia Giulia è stato l´unico territorio italiano presente all´incontro. In questo contesto De Anna ha ricordato le relazioni bilaterali già in essere tra la nostra regione e il Cantone di Sarajevo, a seguito dell´accordo firmato proprio a Bruxelles nella sede di rappresentanza regionale. "In quell´occasione - ha detto l´assessore - venne formato un gruppo di lavoro misto e parecchi progetti da allora ad oggi sono stati avviati, coinvolgendo tra l´altro le nostre agenzie per l´internazionalizzazione, quali Finest e Informest. Siamo del tutto fiduciosi nel valore aggiunto di questi progetti per entrambe le nostre regioni ma allo stesso tempo dobbiamo guardare avanti. Ipa, Enpi, Interreg ma anche la Ricerca & Innovazione, la politica di sviluppo e perfino la politica rurale devono essere riviste alla luce del nuovo periodo di programmazione. Tutte questi programmi saranno influenzati da "Europa 2020". Quindi De Anna ha ricordato quali sono state le operazioni che la Regione ha avviato con la Bosnia attraverso Finest. "In questi 18 anni - ha detto l´assessore - sono stati portati avanti 22 progetti, di cui 8 ancora operativi, numeri per i quali possiamo dire che questo paese è il nono in graduatoria per operazioni condotte. Gli investimenti compiuti sono stati pari a 6,5 milioni di euro, mentre il portafoglio attualmente esposto in partecipazioni e finanziamenti è di 4,7 milioni di euro. Tutto ciò ha generato un volume di investimenti pari 27,5 milioni di euro. I principali settori di interesse sono stati quelli del legno-mobile (23 per cento), meccanica (18 per cento), chimico-tessile (14 per cento). Per quanto riguarda invece l´ammontare di fondi investiti, la meccanica ed elettromeccanica hanno assorbito il 48 per cento delle risorse, mentre il tessile e abbigliamento il 18 per cento. Seguono legno e mobile (14 per cento) e chimico (13 per cento). Le principali province interessate da queste operazioni sono quelle di Udine e Gorizia con il 23 per cento dei progetti, seguite da quelle di Belluno con il 14 per cento. Territorialmente, la maggior parte del volume di affari l´ha esercitato l´udinese (55 per cento) seguito da Gorizia (16) e Pordenone (11)". Nel pomeriggio infine De Anna ha partecipato ad una seconda tavola rotonda dedicata all´apporto delle Autorità Regionali e locali alla Sicurezza alimentare. In particolare l´assessore regionale si è soffermato sulla cooperazione nel settore agro-veterinario che il Friuli Venezia Giulia sta intrattenendo con l´Africa attraverso degli studi compiuti dall´Università di Udine. De Anna ha discusso con il Ministro dell´agricoltura del Gabon, uno dei nostri paesi partner, le prospettive future della cooperazione con le aree in via di sviluppo, nell´ottica di parternariato e non più di classico rapporto donatore/beneficiario.  
   
   
SLOVENIA, COLLOQUI SU POTENZIALI INVESTIMENTI FRANCESI  
 
Lubiana, 30 marzo 2011 - Il primo ministro sloveno Borut Pahor ha incontrato il presidente francese Nicolas Sarkozy ed il primo Ministro Fillon, discutendo degli investimenti francesi in Slovenia. Si tratterebbe di investimenti di diversi miliardi di euro, principalmente indirizzati nei settori delle ferrovie, dell´energia e delle banche.  
   
   
LIBIA, ROMANI ATTIVA TASK FORCE PER SUPPORTO IMPRESE  
 
Roma 30 marzo 2011 -E’ stata costituita presso il ministero dello Sviluppo Economico una task force a favore delle imprese italiane che operano in Libia e, più in generale, nella sponda sud del Mediterraneo. L’iniziativa, che il ministro Paolo Romani presenta oggi al governo, serve a monitorare l’impatto economico della crisi del Maghreb e dei paesi del Golfo nel medio-lungo periodo e a supportare operativamente le aziende italiane attive nell’area. La task force è stata predisposta negli scorsi giorni mettendo in rete i principali attori che operano sul fronte dell’internazionalizzazione, in particolar modo per quanto riguarda l’area del Mediterraneo. La struttura del Mise opererà in collaborazione diretta con rappresentanti del ministero degli Affari Esteri, di Simest, Sace, Confindustria, Unioncamere e Assocamerestero, oltre naturalmente all’ Ice, che ha una sede a Tripoli. Questi i riferimenti diretti che le imprese possono utilizzare per mettersi in contatto con la task force: Sito web: www.Sviluppoeconomico.gov.it/  Email: cellula.Mediterraneo@sviluppoeconomico.gov.it  Numeri telefonici: +39.0659932800; +39.0659647471. Il servizio funziona dalle 8 alle 20.00, nelle restanti ore è attiva una segreteria telefonica.  
   
   
IMMIGRAZIONE: GIUNTA SICILIA PROTESTA E SI RIUNISCE A ROMA  
 
Roma, 30 marzo 2011 - Oggi la giunta di governo della Regione Siciliana si riunisce, in segno di protesta, davanti Palazzo Chigi in concomitanza della riunione del Consiglio dei Ministri. Come annunciato dal presidente Raffaele Lombardo, gli esponenti del governo regionale sono a Roma, visto che la Regione Siciliana non e´ stata invitata al tavolo del governo, per ottenere quei provvedimenti, come l´intercettazione e l´assistenza degli immigrati in mare, che potrebbero alleviare il forte stato di crisi umanitaria ed economica che la Sicilia, Lampedusa per prima, sta subendo dall´ondata migratoria proveniente dal nord Africa.  
   
   
IN LOMBARDIA UNA NUOVA REGIA REGIONALE PER GESTIRE GLI AFFIDI  
 
Milano, 30 marzo 2011 - Un ´sistema lombardo´ degli affidi, una sorta di regia in grado di coordinare, con il coinvolgimento delle diverse realtà che se ne occupano, la gestione dei minori in affido. Questo l´obiettivo delle linee guida per l´affido familiare, presentate oggi al Tavolo del Terzo Settore, alla presenza dell´assessore alla Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà Sociale Giulio Boscagli. ´La mia presenza all´incontro di oggi - ha spiegato Boscagli - vuole essere il segnale tangibile del rapporto diretto e di continuo dialogo che c´è fra le istituzioni e la realtà che voi rappresentate. Le linee guida che oggi esaminiamo hanno bisogno di un confronto e questo incontro concretizza questo obiettivo´. La bozza esaminata dai rappresentanti del Terzo Settore sarà presentata oggi pomeriggio anche ai rappresentanti dell´Upl (Unione Province Lombarde) e Anci (Associazione Nazionali Comuni Italiani). ´Nella nostra regione - ha spiegato Boscagli - abbiamo tanti piccoli modelli locali, a volte con interventi frammentati e con scarsa integrazione degli attori che vi fanno parte. Per questo è necessario avere una cornice unitaria per l´affido familiare, valorizzando le singole realtà, gli individui e che declini ruoli e responsabilità dei diversi soggetti, istituzionali e non´. L´assessore Boscagli ha poi ricordato il ruolo fondamentale svolto dai minori nella società: ´I minori, che sono la ricchezza della collettività e che stanno al centro delle nostre politiche, hanno il diritto e dovere di essere tutelati in pieno. Sappiamo che da soli, con le mere politiche istituzionali, non possiamo farcela; per questo occorre un continuo dialogo con il Terzo Settore, che da sempre se ne occupa, in maniera da giocare insieme questa partita e vincerla per il bene dei nostri ragazzi, costruendo una società più solidale´.  
   
   
DE FILIPPO RELAZIONA A CONSIGLIO SU LAVORO TAVOLO BASILICATA OBIETTIVI: GARANZIE SU AMBIENTE, SALUTE, LAVORO, INFRASTRUTTURE E RICERCA. NEL “MEMORANDUM” PRELIMINARE PER UNA NUOVA INTESA: AGGANCIO AD ADRIATICA E FERROVIA ALTA VELOCITÀ, NUOVI COLLEGAMENTI, UN POLO DI CHIMICA VERDE, UNO DI ENERGIA  
 
 Potenza, 30 marzo 2011 - “Vorrei chiedere al Consiglio di fare un dibattito veloce e approfondito sì da consentire al governo regionale di sapere se e in che direzione poter fare i passi successivi, verso un´intesa che poi non potrà che essere sottoposta per l’approvazione al Consiglio regionale”. E’ una relazione ampia per quanto sintetica quella che il presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, ha fatto al Consiglio in merito alle interlocuzioni in essere con il Governo a quel “tavolo Basilicata” chiamato a riconoscere, con infrastrutture, sviluppo e occupazione, la funzione di servizio in campo energetico svolta dalla Basilicata in favore del Paese e per la quale ha indicato la volontà di definire la questione, recependo le indicazioni del Consiglio, prima dell’estate. De Filippo ha sottoposto all’assemblea sia questioni di merito che questioni di metodo. Tra le prime ha indicato gli ambiti di intervento che dovrebbero trovare posto in un memorandum in via di definizione tra Regione e Governo per individuare il quadro in cui lavorare e su cui poi scendere nel dettaglio. “Innanzitutto, - ha spiegato De Filippo – riteniamo necessario scrivere in maniera più chiara e netta la funzione nazionale della Basilicata. Il governo deve riconoscere che nel quadro generale delle questioni che affronta c’è una regione che non è solo un problema ma una grande opportunità per tutta l´Italia e i fatti che stanno avvenendo nel Mediterraneo rendono più chiaro questo elemento. Se il ruolo di servizio per il sistema energetico nazionale ci viene sancito in maniera nettissima e diventa una funzione nazionale, ne conseguono più facilmente gli altri elementi e siamo in condizione di sostenere questa sfida di ottenere che l’intero Paese costruisca misurabili politiche a favore della Basilicata”. Anche su queste politiche De Filippo ha indicato un nuovo sistema che la Regione vuole mettere in campo e che sarebbe esplicitato da subito nel memorandum. “Dobbiamo pretendere impegni che siano chiaramente aggiuntivi – ha spiegato – dobbiamo essere determinati ad andare oltre la questione delle royalty che esistono ope legis e non fanno parte di questa partita e anzi mi sento di dire che anche se ci sarà un ripensamento dell’utilizzo di quel 3 percento aggiuntivo di royalty attualmente destinate alla carta benzina ci sia concesso di declinarle per ragioni più importanti”. Quello che per De Filippo la Basilicata può e deve rivendicare sin dal memorandum in corso di definizione è un “contributo addizionale, chiaramente aggiuntivo” da impiegare in cinque ambiti. “Il memorandum – ha detto - mette nei primi passaggi ambiente e salute. Può sembrare materia retorica, ma su questi punti dobbiamo tenere ostinatamente il livello più alto possibile, sapendo anche che la storia di questi anni è stata descritta male, col risultato che i cittadini sono erroneamente convinti che l’Eni abbia controllato se stessa mentre ci sono stati costanti monitoraggi fatti da Metapontum Agrobios su aria, acqua, suolo e alimenti, che hanno dato risultati rassicuranti, rilevando al tempo stesso casi di inquinamento da altre fonti, come quelle legate all’attività agricola. Ma – ha detto il presidente - dobbiamo chiedere i massimi standard di attenzione ambientale e ad esempio, alla Conferenza Petrolio e Ambiente di inizio mese abbiamo discusso delle attività sperimentali in atto per la cattura di tutte le emissioni di co2, di abbattimento del rumore e degli odori e di tutto quanto altro le nuove tecnologie offrono: Questo perché oltre che ai fattori sostanziali per la salute in questo campo bisogna tener conto anche della ‘valutazione di impatto emozionale’ che attività di questo tipo comportano sulla popolazione”. Definite prioritariamente le questioni inerenti ambiente e salute “obiettivo di nuova intesa col Governo – ha detto De Filippo - non può non essere quello di un contributo addizionale, chiaramente aggiuntivo, riconosciuto alla Basilicata su infrastrutture, occupazione, ricerca e innovazione”. “Sulle infrastrutture è in composizione un quadro che porteremo al Consiglio – ha annunciato – ma inserire questo tema nell’ambito delle intese sul petrolio significa avere una ulteriore gamba finanziaria per il lavoro che la Regione sta facendo” ed ha annunciato, pur rinviando maggiori dettagli ad un’apposita relazione, l’intenzione di agganciare le grandi direttrici di collegamento nazionale, “sulla linea Napoli-bari per quel che concerne l’alta velocità ferroviaria, agganciandoci al nodo di Foggia e con la Matera-gioia del Colle per agganciarci all’Adriatica” oltre che di realizzare tratti su altre relazioni come la Salerno-potenza-bari, e l´itinerario Murgia-pollino. Sull’occupazione e lo sviluppo De Filippo ha illustrato quella che ha definito una “scelta semplice e spero più leggibile. Vorremmo provare a lavorare in settori innovativi di cui facciamo riferimenti generali nel memorandum. Ci sono rilevanti possibilità nella sismica e nella sicurezza degli edifici, e ancora nella chimica verde e nella componentistica energetica innovativa. Per raggiungere questi obiettivi, pensiamo di costruire prima una intesa forte col Governo nazionale per rilanciare l’occupazione in questi settori strategici e poi, sulla scorta di questo rapporto, di chiamare i grandi player presenti in Basilicata, ossia le compagnie petrolifere, a concorrere non finanziariamente ma agendo in prima persona o con le proprie relazioni, per far partire qui nuove imprese. Vogliamo sostenere l’occupazione – ha specificato - non in termini di incentivi, ma come piattaforma strategica unitaria con le attività estrattive”. Ma non solo. “Incidiamo nello sviluppo – ha detto anche riguardo a partite attuali e che hanno visto negativamente protagonista l’Eni, come la bonifica necessaria a Tito e in Valbasento, inquadrandola come politica di sviluppo per consentire il riutilizzo di quei suoli a fini produttivi”. Sul fronte della ricerca, il memorandum dovrebbe contenere “una più puntuale declinazione dei centri di ricerca, anche di derivazione statale, che devono crescere in Basilicata favorendo nuovi investimenti in ricerca e innovazione. Uno dei punti che è già sufficientemente delineato riguarda la creazione di un Centro studi europeo sull’energia e sulla sicurezza energetica che dovrà essere configurato come struttura a carattere sovranazionale, di diretta competenza comunitaria”. Questioni tutte che si aggancerebbero al nuovo piano industriale con cui l’Eni vorrebbe evitare un progressivo calo delle estrazioni in Basilicata (che dal 2012 nelle attuali situazioni scenderebbero progressivamente verso i 20mila barili al giorno) e salire invece a 125 mila barili/giorno. “Ci assicurano che lo farebbero con un numero di pozzi inferiori rispetto ai 52 previsti nel primo accordo di programma del 1998, che eliminerebbero totalmente le emissioni dal Centro Oli di Viggiano rimuovendo anche la fiaccola, che metterebbero in campo impianti di energie rinnovabili, ma quando con la Giunta regionale ho incontrato i vertici dell’azienda, guidati dall’amministratore delegato Scaroni, ho chiarito che la Basilicata non avrebbe affrontato la questione senza avere al proprio fianco il Governo nazionale per costruire una relazione forte”: E il presidente, nella sua esposizione, non ha trascurato la questione metodologica illustrando come per il raggiungimento di questi obiettivi sia stato messo in campo un lavoro convergente di tutte le forze politiche e dei vari rappresentanti lucani nelle varie istituzioni, indicando questa scelta come assolutamente indispensabile specie nel momento storico attuale. “Penso non sfugga a nessuno di voi – ha detto - che l´Italia sta concentrando i suoi sforzi su alcune questioni, come riduzione della spesa pubblica, della evoluzione della spesa storica, della standardizzazione dei costi. Le risorse a disposizioni sono insufficienti mentre la dinamica economica che l´Italia sta vivendo che è delle più difficili e che avrebbe richiesto più risorse”. In questo quadro generale “si percepisce una marcata debolezza del Mezzogiorno nella politica nazionale. C´è una prevalenza, riscontrata da tutti gli amministratori del Mezzogiorno indipendentemente dall’appartenenza politica, delle ragioni della geografia nelle scelte del nostro Paese rispetto a quelle della politica”. De Filippo ha citato a mo di sintesi della situazione denunciata quanto sta avvenendo in occasione dell’alluvione del Metapontino. “In questa occasione – ha detto – abbiamo costruito un’azione congiunta che ha visto lavorare per gli stessi obiettivi, al fianco della Regione, il sottosegretario Viceconte e i parlamentari di tutti gli schieramenti. Ma a oggi, a riprova della difficoltà del momento, questo grande lavoro congiunto ha prodotto poco, non per nostra incapacità ma per condizioni oggettive della finanzia nazionale, e forse tra qualche giorno una prima Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri potrà contenere una cifra di 5 milioni di euro per l’emergenza in Basilicata, di cui 2 messi dalla Regione Basilicata”. “Le questioni sono complesse perché la situazione finanziaria italiana è più complessa di quello che pensiamo e ci sono gerarchie istituzionali che si riferiscono più ad ambiti geografici che politici” ha osservato De Filippo spiegando che “in questo quadro, appare evidente la necessita di una più forte congiunta azione della Basilicata che lasci comunque intatto il profilo di differenziazioni politiche come testimoniano le posizioni in consiglio e sulla stampa, ma serve un quadro istituzionale perfettamente sintonizzato nell´interesse della nostra regione”. Ma anche su questo aspetto, che ha ricordato essere in linea con quanto enunciato nella relazione programmatica di inizio consiliatura, il presidente ha chiesto un pronunciamento del Consiglio.  
   
   
FEDERALISMO: SENZA ATTUAZIONE STATUTO,PERICOLO PER SICILIANI  
 
Palermo, 30 marzo 2011 - "L´attuazione del federalismo fiscale, se realizzato nella piena attuazione dello Statuto puo´ essere un´opportunita´ per lo sviluppo della Sicilia, altrimenti provochera´ un ulteriore divario con il resto del Paese". Cosi´ l´assessore per l´Economia, Gaetano Armao, nell´audizione di ieri in Ii° Commissione all´Ars sull´attuazione del federalismo fiscale. "Come ha detto il Presidente Napolitano - ha affermato Armao - il federalismo, e non solo quello fiscale, e´ un elemento che deve rafforzare le basi dell´unita´ nazionale. E´ opportuno, a questo punto, che l´Ars, dopo aver gia´ espresso la propria unanime posizione nell´ottobre scorso, torni a pronunciarsi in questa fase decisiva per il futuro dei siciliani di oggi e di domani. Dopo la nascita dello Statuto - ha proseguito Armao - la Sicilia vive oggi il momento piu´ significativo della rivendicazione dell´autonomia, che va rinegoziata nel contesto di un nuovo patto con il Paese. Occorre tuttavia recuperare la forte coesione che caratterizzo´ la rivendicazione autonomistica siciliana, al di la´ delle divisioni politiche, e l´Assemblea ha un´occasione unica per dimostrare che intende anteporre, ad ogni questione, l´interesse dei siciliani che non possono essere italiani dimezzati, coinvolgendo l´intera delegazione parlamentare nazionale". L´assessore Armao ha illustrato le posizioni assunte dalla Regione nel negoziato con il Governo nazionale, che hanno condotto, dopo un serrato confronto, ad ottenere il riconoscimento delle prerogative statutarie nel contesto delle quali attuare il federalismo fiscale, nei relativi decreti attuativi, e ad aprire una trattativa sulle questioni finanziarie con i Ministri Tremonti e Calderoli, in esito alla quale potranno finalmente avere applicazione gli art. 36,37 e 38 dello statuto. "Il tema della perequazione infrastrutturale - ha sottolineato - e´ certamente tra le piu´ importanti e rimane ancora del tutto tralasciata dal Governo nazionale. Ed il cosiddetto ´piano per il sud´ che riduce le risorse per la Sicilia e non offre progetti di sviluppo, piu´ che una piattaforma di interventi sembra costituire una manifestazione della tempistica che si intende adottare per affrontare il divario che riguarda non solo strade e ferrovie, ma anche energia, sanita´, istruzione, ecc. Abbiamo costruito - ha aggiunto - un rapporto collaborativo con la Regione Sardegna per raggiungere una posizione comune sul tema dei costi dell´insularita´. Non potremo accettare alcuna forma di federalismo che non affronti in modo radicale il divario tra nord e sud del Paese, senza le gambe della perequazione fiscale e di quella infrastrutturale il federalismo fiscale diventera´ una mannaia per la Sicilia. Il divario diverra´ incolmabile, ed il nostro territorio un´area irrimediabilmente depressa nella quale avremo il massimo di pressione fiscale ed il minimo di qualita´ dei servizi". L´assessore Armao si e´ infine soffermato sui costi del federalismo fiscale municipale per i comuni siciliani. "Non possiamo accettare - ha detto nel merito - che lo Stato tagli i trasferimenti, che ammontano ad oltre 1,6 miliardi di euro, ai comuni siciliani in termini unilaterali senza riversare risorse fiscali alternative, poiche´ questo si tradurrebbe in un grave peggioramento dei servizi ai cittadini siciliani e questo e´ un punto imprescindibile della trattativa con il governo nazionale". Per ultimo l´assessore si e´ soffermato sulla drammatica vicenda di Lampedusa. "Il governo regionale - ha sottolineato Armao - si e´ attivato per tempo e sta ponendo in essere il massimo degli sforzi con le risorse a sua disposizione, chiedendo, tra l´altro, che si adotti un decreto legge che sospenda il pagamento dei tributi, i cui oneri sarebbero comunque sostenuti dalla Sicilia, e delle rate di mutui e finanziamenti per i cittadini e le imprese di Lampedusa. Ma tutto cio´ non basta. Il governo centrale deve offrire un impegno significativo e durevole per evitare che anche in questa drammatica circostanza si affermi la logica perversa che prevede, come l´attuale configurazione del federalismo fiscale dimostra, che il nord si salva da solo, e al sud si salvi chi puo´".  
   
   
APPALTI PUBBLICI: GIOVEDÌ 31 MARZO SEMINARIO A VILLA UMBRA SU QUADRO EUROPEO E NAZIONALE  
 
 Perugia, 30 marzo 2011 - "Tendenze e prospettive nel regime degli appalti pubblici": è questo il tema al centro del seminario che, promosso e organizzato da Regione Umbria e "Seu - Servizio Europa" con il contributo di Sviluppumbria, si terrà giovedì 31 marzo a Villa Umbra, a Perugia (località Pila). Nell´incontro, che si aprirà alle 9 con l´intervento dell´assessore regionale ai Lavori pubblici Stefano Vinti, verrà approfondita la normativa europea sull´aggiudicazione degli appalti pubblici e il suo recepimento a livello nazionale. L´obiettivo del seminario, la cui partecipazione è gratuita, sottolineano gli organizzatori, è quello di discutere dei molteplici aspetti di cui si deve tenere conto attualmente nel diritto europeo degli appalti quali la tutela dell´ambiente, delle questioni sociali e della semplificazione delle procedure per consentire a un numero sempre maggiore di aziende di partecipare. Questo "induce i fornitori a cambiare mentalità ed a rispondere con offerte adeguate. Ad esempio, gli appalti pubblici verdi sono gare che inducono a tener conto della tutela ambientale, dell´utilizzo di energie rinnovabili, dei trasporti puliti e della ecoedilizia. Allo stesso modo - rilevano gli organizzatori del seminario - la promozione di appalti pubblici socialmente responsabili incentiva le aziende ad assumere una gestione dei contratti pubblici più rispondente a standard di protezione sociale". L´impatto che questi cambiamenti producono sul mercato è "particolarmente significativo in quanto gli acquirenti pubblici esercitano il controllo di un´importante quota di mercato specie nei settori delle costruzioni, dei servizi aziendali e dell´informazione tecnologica, con una spesa pari a circa il 17 per cento del Prodotto interno lordo dell´Unione Europea". "Il seminario - afferma Alberto Naticchioni, amministratore unico del ´Seu Servizio Europa´ - trova una sua ispirazione nel processo formale di consultazione avviato dall´Unione Europea con gli Stati membri e tutti i soggetti interessati al fine di aggiornare le norme in materia di appalti pubblici, con lo scopo di semplificarle ed armonizzarle. Allo stesso tempo, l´iniziativa consolida lo stretto rapporto avviato ormai da diversi anni fra la sede di Bruxelles della Sezione Rapporti Istituzionali con l´Unione Europea e il Seu Servizio Europa, ente di emanazione regionale, nell´attivazione di occasioni di confronto e dibattito di elevato profilo sulle principali tematiche europee da proporre ad una ampia platea di soggetti, sia a livello locale e nazionale. Il seminario si indirizza in particolare ai funzionari dell´amministrazione pubblica e agli esperti di settore. Il programma prevede, alle 9, l´intervento dell´amministratore unico del "Seu, Alberto Naticchioni. L´assessore regionale Vinti illustrerà poi la normativa regionale in materia di lavori pubblici. Seguiranno le relazioni di Giacomo Gattinara, della Commissione europea, Direzione Generale Mercato Interno e servizi, Unità Formulazione e applicazione della normativa sugli appalti pubblici, sulla "disciplina europea in materia di appalti pubblici e concessioni"; di Domenico Crocco, del Ministero delle Infrastrutture, Capo Dipartimento per le infrastrutture, gli affari generali ed il personale, sul "quadro normativo italiano sugli appalti pubblici e la sua evoluzione"; dell´avvocato Daniele Spinelli, esperto in appalti pubblici, sulla "finanza di progetto nel Codice dei contratti" e di Stefano Fantini, consigliere del Tribunale amministrativo dell´Umbria, sullo "standard di tutela nei contratti pubblici: dalla clausola di ´stand still´ all´inefficacia del contratto". A coordinare i lavori è Lorenzo Anelli, avvocato, esperto in contrattualistica pubblica.  
   
   
FIRMATO IN REGIONE MARCHE PROTOCOLLO D´INTESA PER LO SMOBILIZZO DEI CREDITI  
 
Ancona, 30 Marzo 2011 - Siglato in Regione il Protocollo d´intesa sullo smobilizzo dei crediti tra Regione Marche, Abi Marche, Anci Marche, Upi Marche, Uncem Marche. Un´intesa tra tutti i livelli istituzionali territoriali e il settore creditizio, per un sostegno concreto alle imprese, utile in una fase di perdurante congiuntura economica negativa. Presenti l´assessore alle Attivita` produttive della Regione, Sara Giannini, il presidente dell´Upi Marche, Patrizia Casagrande, il presidente dell´Anci Marche, Mario Andrenacci, il presidente dell´Uncem Marche, Michele Maiani, il presidente della commissione regionale Marche dell´Abi, Massimo Bianconi. ´L´atto che firmiamo oggi con l´associazione bancaria italiana ´ ha detto Giannini ´ e` importante e innovativo, coinvolge tutti i livelli territoriali di governo, considerato che la liquidita` e` materia molto importante per le imprese. Molte di queste quando si trovano ad operare con le amministrazioni pubbliche possono avere notevoli difficolta` nel riscuotere crediti, a causa del patto di stabilita`, mentre determinate forniture per loro natura, non possono essere interrotte. Rendere incassabili celermente i crediti, mediante la loro certificazione pubblica e il loro smobilizzo, contribuisce a limitare queste difficolta`, fornendo liquidita` immediata. Con questa misura cerchiamo di andare incontro alle esigenze del sistema produttivo, che sconta anche ulteriori problemi: i danni dell´alluvione, il taglio da parte del Governo nazionale del fondo unico per le attivita` produttive, i problemi in Nord Africa, dove operano molte imprese marchigiane´. Sono noti i vincoli a cui la Pubblica amministrazione a causa del patto di stabilita` interno e` sottoposta per far fronte ai pagamenti conseguenti ad opere, forniture e servizi gia` aggiudicati ed in corso di realizzazione, in taluni casi addirittura completati. Per risolvere questo problema e contribuire in generale all´accelerazione dei pagamenti nelle transazioni commerciali in cui e` amministrazione aggiudicatrice un ente pubblico pubblico territoriale della Regione, si punta sul meccanismo della certificazione dei crediti non prescritti, certi, liquidi ed esigibili. Una novita` nel panorama amministrativo nazionale, dove sono presenti casi di anticipazioni finanziarie, ma non di procedure di smobilizzo crediti. ´Andranno effettuati controlli ´ ha osservato Casagrande ´ sulla tipologia di crediti oggetto di smobilizzo. Il protocollo firmato oggi va ad operare su un versante strategico per le imprese, che spesso vedono nella carenza di liquidita` e nella difficolta` di accesso al credito, uno degli ostacoli maggiori´. Il sistema bancario si e` trovato in linea con le istituzioni locali. ´L´assunzione di responsabilita` di tutto il territorio per far fronte a un sistema dei pagamenti spesso farraginoso che crea problemi all´operativita` delle aziende e` molto importante´, ha detto Bianconi. Il presidente della commissione regionale Marche dell´Abi ha poi inoltre consegnato all´assessore Giannini una lettera inerente l´iniziativa di molti istituti di credito aderenti all´Abi, diretta alla costituzione di plafond per il sostegno alle imprese alluvionate. ´Molti comuni sono ingessati dal patto di stabilita`, l´intesa di oggi, va incontro a imprese e amministrazioni locali´, ha detto Andrenacci. ´I piccoli comuni e le comunita` montane pur non rientrando nel patto di stabilita`, hanno spesso difficolta` con i cofinanziamenti dei fondi europei e con i tempi per avere i rimborsi´, ha detto Maiani. Il Protocollo prevede poi anche la concessione di garanzia da parte di confidi.  
   
   
TOSCANA, UNIONE DELL’ARCIPELAGO: SCIOGLIMENTO INEVITABILE. TUTTI I DIPENDENTI ALLA PROVINCIA  
 
Firenze, 30 marzo 2011 - Nessuna proroga per l’Unione dei comuni dell’Arcipelago toscano, che già era stata commissariata dal governo per non aver approvato il bilancio . “E’ improbabile che in tre mesi l’unione possa ragionevolmente fare quello che non ha fatto in due anni, da quando è nata: ovvero svolgere le funzioni comunali in forma associata, che è un elemento imprescindibile per le unioni di comuni, almeno in Toscana – spiega l’assessore alle riforme istituzionali e ai rapporti con gli enti locali, on. Riccardo Nencini – . Non lo hanno fatto in tutto questo tempo, nonostante due diffide della Regione. Non lo hanno fatto ben oltre i sei mesi previsti dalla legge. A questo punto abbiamo dovuto prendere atto della situazione”. Così il 1 aprile, scaduto il termine per realizzare le gestioni associate, alla giunta non resterà che procedere alla ‘liquidazione’ e ‘estinzione’ dell’ente. Tecnicamente potrebbero servire dai tre ai cinque mesi. “Ma possano stare tranquilli i dipendenti dell’unione. Venuto meno l’ente, passeranno tutti alla Provincia, come prevede sempre la legge” rassicura l’assessore Nencini. Alla fine dello scorso anno l’Unione dell’arcipelago contava 14 dipendenti del comparto del pubblico impiego, tra dirigenti e impiegati. A questi si aggiungevano dieci operai forestali a tempo determinato e un co.Co.co. L’unione dei comuni conta sei dei nove comuni dell’Elba e dell’arcipelago: non ne fanno parte Rio Marina, Porto Azzurro e Marciana Marina. Quattro giorni fa, il 25 marzo, alcuni sindaci dell’Unione avevano scritto alla Regione per chiedere un’ulteriore proroga per adempiere all’effettivo esercizio di gestioni associate ed evitare così lo scioglimento. Ma la richiesta non era stata sottoscritta da tutti i comuni. Dei cinque elbani che fanno parte dell’unione l’avevano firmata solo Portoferraio, Marciana, Rio nell’Elba e Campo nell’Elba. Mancavano Capoliveri e l’Isola del Giglio. E mancavano anche rassicurazioni formali: l’unico comune che che ha fatto atti di affidamenti di funzioni è Portoferrario, anche se la gestione associata non è mai partita.  
   
   
BASILICATA: I LAVORI DEL CONSIGLIO REGIONALE APPROVATI A MAGGIORANZA I BILANCI DEGLI ENTI SUB REGIONALI  
 
Potenza, 30 marzo 2011 – Ieri in mattinata il Consiglio regionale ha affrontato il tema delle estrazioni petrolifere con la relazione del presidente della Giunta regionale, Vito De Filippo, sullo stato delle relazioni politico - istituzionali avviate con il Governo per il “Tavolo Basilicata”. Nella seduta pomeridiana l’Assemblea ha poi approvato a maggioranza (con 17 voti favorevoli di Pd, Idv, Udc, Sel e Api, 2 voti contrari di Ial e Plb e 6 astensioni di Pdl ed Mpa) il differimento al 30 giugno 2011 del termine di scadenza per l’utilizzo dei fondi non ancora utilizzati dalle aziende di trasporto pubblico locale circa l’acquisto di autobus da destinare al servizio urbano ed extraurbano. Sempre a maggioranza (con sola astensione del consigliere Navazio di Ial) approvata una Variante alle norme tecniche di attuazione del Piano del Parco archeologico storico naturale delle Chiese rupestri del Materano. I Comuni interessati dal provvedimento sono quelli di Matera e Montescaglioso che dovranno adeguare i propri strumenti urbanistici. L’aula ha, poi, approvato, ancora a maggioranza (con 16 voti favorevoli di Pd, Idv, Udc, Sel, Api e Psi) i Bilanci di previsione per l’esercizio finanziario 2011 degli Enti ed Organismi sub regionali (Arbea, con uno stanziamento di 4,365 meuro, Parco archeologico storico naturale delle Chiese rupestri del Materano, con uno stanziamento di 400 mila euro, Apt, con uno stanziamento di 2,7 meuro, Ente Parco Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti lucane, con uno stanziamento di 400 mila euro, Ardsu, con uno stanziamento di 2,1 meuro, Arpab, con uno stanziamento di 7,812 meuro). In seguito, l’Aula ha approvato maggioranza (con 17 voti favorevoli di Pd, Idv, Udc, Mpa, Sel, Api e Psi, 6 voti contrari del Pdl e 2 astensioni di Pdlb e Ial) una proposta di legge, primo firmatario il consigliere Viti (Pd), di modifica alla legge regionale 12/2008, con la quale si stabilisce che i commissari liquidatori delle disciolte Aziende sanitarie possono utilizzare in anticipazione le disponibilità finanziarie dell’Asp e dell’Asm al solo ed esclusivo fine di provvedere ai pagamenti urgenti ed indifferibili e che l’attività dei collegi sindacali è prorogata a tutto il 2011.  
   
   
TOSCANA, ROSSI: “NO A COLTANO, SÌ ALL’ACCOGLIENZA DIFFUSA”  
 
Firenze, 30 marzo 2011- No alla localizzazione di Coltano, presso Pisa, per un mega-campo da 500 posti, sì all’accoglienza dei profughi di Lampedusa in strutture più piccole, diffuse sul territorio regionale e gestite dal volontariato e dalle istituzioni locali. Su questa linea di disponibilità il presidente della Regione Enrico Rossi ha ricevuto ieri l’assenso del sistema toscano delle autonomie, i cui rappresentanti hanno partecipato oggi alla riunione convocata sul tema a Palazzo Strozzi Sacrati. C’erano tra gli altri il presidente dell’Anci Toscana, Alessandro Cosimi, rappresentanti delle amministrazioni provinciali, comunali e il prefetto di Firenze, Paolo Padoin. “La Toscana – ha detto al termine dell’incontro il presidente Rossi – ha le energie per far fronte all’accoglienza dei profughi e rispondere positivamente alla richiesta di disponibilità venuta dal presidente della Repubblica e dal governo. Noi siamo per un federalismo cooperativo e responsabile, non ci rifiutiamo di fare il nostro dovere e vogliamo affrontare questa importante prova di governo. Per questo ci vogliamo assumere la responsabilità di auto-organizzarci e proponiamo un nostro modello”. “D’imperio si è individuato Coltano come luogo dove allestire un campo – ha proseguito il presidente – Una soluzione che non condividiamo e che per caratteristiche oggettive comporta problemi e difficoltà di gestione. Penso a tensioni interne che si potrebbero creare e che potrebbero riversarsi anche all’esterno. Dobbiamo tutelare la sicurezza dei cittadini e anche il rispetto dei diritti umani, quegli stessi diritti per cui è in atto l’intervento sulla Libia. La nostra proposta è quindi quella di ospitare lo stesso numero di persone, circa 500, in strutture più piccole, diffuse nelle varie province, più controllabili e più facilmente integrabili con il territorio”. Sarà questa la proposta che il presidente Rossi avanzerà al ministro Maroni e che porterà domani pomeriggio all’esame della Conferenza Stato Regioni a Roma. Quanto alla non disponibilità all’accoglienza dei profughi annunciata dal comune di Prato il presidente Rossi ha commentato: “Un no sbagliato, tutto politico. Naturalmente avremmo tenuto conto della specificità di questa città”.  
   
   
IMMIGRAZIONE, LIGURIA OGGI A ROMA IN ATTESA DEL PIANO DEL GOVERNO. NO ALLE TENDOPOLI AFFOLLATO VERTICE RAMBAUDI-VESCO CON PROVINCE E COMUNI  
 
 Genova, 30 marzo 2011 - Immigrati, la parola definitiva adesso passa al Governo. Oggi, a Roma, le regioni si confronteranno, in attesa di conoscere tutti i dettagli dell´operazione-accoglienza delle popolazione del Nord Africa. In Liguria, al termine dell´incontro degli assessori alle Politiche sociali e all´Immigrazione Lorena Rambaudi ed Enrico Vesco, le quattro province e i 24 comuni con oltre i diecimila abitanti, chiamati a raccolta a Genova da Upi e Anci, il percorso è avviato. Anche se restano ancora molte incognite. "Dal Governo occorre conoscere con precisione i numeri, lo status delle persone e le modalità di arrivo, le procedure amministrative da adottare e come verrà garantita la copertura dei costi. Ma il metodo è condiviso, il clima è positivo e c´è volontà di collaborazione. La Regione Liguria sottolinea come, al momento, non siano stati individuati possibili siti, né siano emerse ipotesi dal confronto con i comuni, Genova compresa". "In quattro successive riunioni territoriali, nei prossimi giorni, definiremo a livello operativo i siti e le disponibilità. Cercando di evitare, nei limiti del possibile, i grossi raggruppamenti e le tendopoli", afferma la Rambaudi. "Ci adegueremo a quello che il Governo ci chiederà, non c’è in atto una gara a chi arriva prima", puntualizza Vesco.  
   
   
A PARMA IN PROVINCIA NASCE IL SISTEMA TERRITORIALE INTEGRATO PER L’ASILO FIRMATO UN PROTOCOLLO D’INTESA FRA PROVINCIA, COMUNE, PREFETTURA, QUESTURA, COMUNE DI FIDENZA, CIAC E COOP CALEIDOS  
 
Parma, 30 marzo 2011 – Nasce in Provincia di Parma il sistema territoriale integrato in materia di prima accoglienza e assistenza dei richiedenti protezione internazionale. Dopo la costituzione, poco più di un anno fa, di un coordinamento provinciale ad hoc, ora con un protocollo d’intesa interistituzionale si delinea un vero e proprio sistema territoriale integrato, con l’obiettivo di dare risposte tempestive e coordinate, seguendo prassi condivise, per una tutela e una presa in carico efficaci e il più possibile personalizzate. A firmarlo sono state ieri mattina la stessa Provincia di Parma, il Comune di Parma, la Prefettura, la Questura, il Comune di Fidenza, il Ciac e la Cooperativa sociale Caleidos. All’intesa aderiscono anche la Regione Emilia Romagna e lo Sprar – Servizio di protezione richiedenti asilo e rifugiati (gestito dall’Anci per conto del Ministero dell’Interno). “È un protocollo importante, una testimonianza della volontà di mettere insieme competenze, energie, intelligenze. È un modo di lavorare che ci piace sottolineare”, ha esordito l’assessore provinciale alle Politiche sociali Marcella Saccani, che ha coordinato l’incontro. Il documento definisce ruoli e funzioni degli enti sottoscrittori: alla Provincia è assegnato il coordinamento e monitoraggio; ai Comuni di Parma e Fidenza (in collaborazione con gli enti gestori, la Cooperativa sociale Caleidos e Ciac onlus) il coordinamento dei progetti territoriali di accoglienza attivi sul territorio; a Caleidos e Ciac onlus, in stretta collaborazione con Prefettura e Questura, la gestione dei percorsi di assistenza e accoglienza dei richiedenti asilo e rifugiati. “Tutto ciò è il frutto di un lavoro che viene da lontano, ed è il segno della disponibilità di un territorio a farsi carico di questi temi. Essere qui oggi per mettere a sistema un modo di affrontarli è un bel segnale di civiltà e una testimonianza del fatto che Parma vuole continuare a tenere questo filo anche a livello nazionale, dove tra l’altro ci è riconosciuta un’esperienza rilevante e d’avanguardia”, ha commentato il presidente della Provincia Vincenzo Bernazzoli. “Il protocollo e il lavoro che ne è alla base configurano una forte disponibilità del territorio, e ancora una volta dimostrano che quando si fa squadra si raggiungono ottimi risultati”, ha spiegato il prefetto Luigi Viana, sottolineando l’attenzione che il documento riserva anche “a quelle frange di soggetti che si trovano in una situazione antecedente al riconoscimento dello status di rifugiato”. Sul lavoro di rete si è soffermato anche il questore di Parma Salvatore Longo: “Solo facendo sistema riusciamo a lavorare bene, e anche a smorzare alla fonte eventuali problemi di ordine pubblico che potrebbero crearsi nel momento in cui dovessimo avere una forte richiesta. Fare sistema ci aiuta a lavorare meglio, e lavorare meglio ci aiuta a dare risposte immediate”, ha detto, chiarendo che il protocollo non ha nulla a che fare con l’emergenza-sbarchi in corso a Lampedusa e i suoi eventuali riflessi. Il documento serve infatti a mettere a sistema la normalità, non l’emergenza. “La vicenda della Libia – ha rimarcato il questore - ha comunque già prodotto due richiedenti asilo”. Dai Comuni di Parma e Fidenza, coordinatori dei progetti di accoglienza attivi sul territorio, l’impegno a esserci e a fare la propria parte. “Nella provincia di Parma le rete funziona, ma certo da oggi sarà una rete meglio coordinata e più efficace”, ha osservato l’assessore al Welfare del Comune di Parma Lorenzo Lasagna, che ha aggiunto: “Siglare questi atti significa anche predisporre uno sforzo commisurato alle possibilità di accoglienza che abbiamo, senza deliri di onnipotenza”. “Noi vogliamo essere terra d’asilo ma non possiamo farlo da soli, è importante non essere lasciati soli di fronte all’emergenza e alla presa in carico di questi soggetti. Abbiamo la fortuna che il nostro territorio su questa come su altre cose sa fare rete”, ha commentato l’assessore ai servizi sociali del Comune di Fidenza Marilena Pinazzini. Grande soddisfazione anche dagli enti gestori, che hanno parlato di tappa importante di un lavoro lungo e complesso. “Questo protocollo è un bel traguardo, e rappresenta una garanzia anche per noi soggetti del privato sociale. L’obiettivo è quello di garantire una presa in carico integrata della persona, all’interno di un percorso finalizzato all’autonomia”, ha affermato la presidente di Caleidos Elena Oliva. “Anche noi siamo molto contenti di questo risultato, che riconosce anche il nostro impegno di proposta e di progettazione”, ha commentato il presidente del Ciac Emilio Rossi, che ha a sua volta sottolineato l’impegno per l’accoglienza “dei richiedenti asilo che non hanno ancora completato le pratiche”. Tra gli obiettivi del protocollo: - rafforzare la rete provinciale di accoglienza rivolta ai richiedenti protezione internazionale, ai rifugiati ed ai titolari di permesso di soggiorno per motivi di protezione sussidiaria o umanitaria - garantire particolare assistenza alla persona che intende formalizzare o ha formalizzato domanda di protezione internazionale sul territorio provinciale di Parma e che si trova in una situazione di grave disagio, attraverso la definizione condivisa di una procedura comune che possa assicurare l’immediata presa in carico della persona, in particolare delle categorie più vulnerabili (vittime di tortura, donne, in condizione di emergenza sanitaria) - consolidare la sinergia tra gli enti e istituzioni coinvolte e le altre realtà presenti sul territorio e impegnate sul tema - assicurare la prima accoglienza ai richiedenti asilo in condizioni di particolare vulnerabilità e privi dei mezzi di sostentamento grazie alla disponibilità di 4 posti supplementari dedicati ai percorsi di pronta accoglienza nell’ambito della recente approvazione ministeriale dei progetti Sprar 2011 – 2013 attivi sul territorio (il progetto del Comune di Parma è passato da 24 a 26 posti, quello del Comune di Fidenza da 25 a 27) garantendo così l’assistenza annuale in pronta accoglienza sino a 12 stranieri in quattro unità abitative Sprar individuate nel protocollo - sviluppare e integrare l’intesa per migliorare il percorso di tutela ed effettiva integrazione del richiedente protezione internazionale prevedendo l’eventuale coinvolgimento e adesione al protocollo di altri soggetti del territorio.  
   
   
TRENTO, POLITICI E AMMINISTRATORI DELLE COMUNITA´: INIZIATA LA FORMAZIONE  
 
Trento, 30 marzo 2011 - E´ iniziato il 24 marzo presso la sede del Consorzio dei Comuni un percorso di formazione per politici e funzionari delle Comunità di valle, centrato sulla pianificazione sociale. Il percorso prevede 3 distinti moduli formativi e si concluderà entro aprile. Al primo incontro erano presenti il presidente del Consiglio delle Autonomie Marino Simoni, l´assessore alla salute e politiche sociali Ugo Rossi, l´assessore all´ubanistica ed enti locali Mauro Gilmozzi , assieme a dirigenti e ai tecnici della Provincia. L´iniziativa è dell´assessorato alla salute e politiche sociali e del Consorzio dei comuni, e mira a dare agli amministratori delle Comunità la visione, le competenze e gli strumenti principali per avviare e consolidare il processo di pianificazione sociale all´interno delle rispettive comunità. L’approfondimento del processo di pianificazione si sviluppa in tre moduli: - il primo modulo, di una giornata, focalizza l’attenzione sul contesto in cui si andrà ad inserire la pianificazione; - il secondo modulo si concentra su temi fondamentali della pianificazione: le tappe per la costruzione del piano, strumenti e metodi; - il terzo modulo sviluppa alcune competenze sulla gestione dei tavoli e sulla costruzione di rete. Il percorso si integrerà con alcuni seminari di approfondimento. Nella prima giornata sono stati presi in esame gli elementi cardine del processo di riforma istituzionale, delle politiche sociali e della sanità in Trentino, la relazione tra piano sociale e socio-sanitario, gli organismi previsti dalle leggi provinciali 13/2007 e 16/2010, le linee guida per la pianificazione, i ruoli dei Distretti e delle Comunità e le possibili collaborazioni, la pianificazione partecipata. Destinatari della formazione sono presidenti e assessori alle Politiche sociali delle Comunità di valle, sindaci e assessori alle Politiche sociali dei comuni di Trento, Rovereto, Cimone, Garniga ed Aldeno, responsabili delle attività socio-assistenziali delle Comunità di Valle e dei comuni di Trento, Rovereto.  
   
   
CALABRIA: L’ASSESSORE CARIDI COMMENTA LE DICHIARAZIONE DEL SOTTOSEGRETARIO CASTELLI SUGLI APPALTI PER EXPO 2015  
 
 Catanzaro, 30 marzo 2011 - In riferimento al recente intervento del sottosegretario Roberto Castelli sugli appalti per Expo 2015, l’assessore regionale alle Attività produttive Antonio Caridi ha rilasciato la seguente dichiarazione: “E’ perlomeno singolare, per non usare altri termini, che un esponente di spicco di un partito di governo, già Ministro della Giustizia, suggerisca soluzioni suggestive per evitare le infiltrazioni mafiose nel ricco ed opulento nord-est. Sarebbe già preoccupante se questa ‘sparata’ provenisse da altre fonti, ma diventa grave quando parla un autorevole rappresentante delle istituzioni, con toni ed intenti inequivocabili. Significa soprattutto non aver compreso affatto la reale dimensione del fenomeno se si pensa, come sembrerebbe nel caso specifico dell’on. Castelli, di poterlo limitare ad una questione meramente calabrese. La ndrangheta è un problema nazionale ed ha una portata che ormai supera anche i confini, come confermano sempre più ampiamente le cronache giudiziarie ed il rischio delle infiltrazioni è diffuso e reale. Vietare la partecipazione delle ditte calabresi all’Expo 2015 non sarebbe una soluzione ma solamente un espediente dal chiaro intento discriminatorio verso una Regione che sta dimostrando di volersi affrancare da certe etichettature. Resta la consapevolezza che il percorso non sarà facile né breve ma siamo convinti che serve investire nella scuola, valorizzare la cultura ed infondere fiducia nei giovani. Un impegno che deve riguardare tutti, dal legislatore agli amministratori locali, alle istituzioni, alla società civile, all’imprenditoria sana, alla Chiesa. Quello di cui siamo certi è che non sono utili alla causa certe uscite come quella del sottosegretario Castelli, secondo cui la Calabria sarebbe una terra da ghettizzare e non un patrimonio di risorse naturali, storiche, culturali ed anche umane da valorizzare, anche nell’ottica di una crescita civile e sociale che potrà portarci a combattere la mafia con ragionevoli speranze di successo”.  
   
   
LAVORO FVG: ANCORA 3 MILIONI PER FORMAZIONE DISOCCUPATI E PRECARI  
 
Udine, 30 marzo 2011 - Dopo i corsi di qualificazione abbreviata e i percorsi formativi inerenti il Catalogo regionale della formazione permanente, sta per essere pubblicato l´avviso attraverso il quale gli enti di formazione potranno presentare progetti rivolti a disoccupati, ma anche a soggetti con condizione occupazionale precaria e a lavoratori in cassa integrazione o in mobilità. ´´Questo programma - sottolinea l´assessore al Lavoro Angela Brandi - fa parte del pacchetto ´Occupabilità´ a cui sono stati destinati 22 milioni di euro rispetto all´annualità complessiva 2011 che prevede 88 milioni di euro´´. ´´Considerato il perdurare della crisi e in accordo con il Tavolo di concertazione abbiamo deciso - aggiunge Brandi - di privilegiare le attività formative riservate ai disoccupati finalizzate ad accrescere l´occupabilità attraverso varie tipologie di intervento e per tale motivo abbiamo indirizzato le risorse soprattutto su questa direttrice´´. Ogni attività formativa avrà la durata di 490 ore di cui 250 d´aula e 240 stage in impresa. Agli allievi che parteciperanno alla formazione nelle imprese compete un´indennità forfetaria pari a 420 euro. Gli enti avranno tempo fino al 28 aprile 2011 per presentare le offerte.  
   
   
EMILIA ROMAGNA: FONDO REGIONALE PER L´OCCUPAZIONE DELLE PERSONE CON DISABILITÀ  
 
Bologna, 30 marzo 2011- – “E’ un nostro obiettivo aumentare la possibilità di utilizzo del Fondo regionale per l’occupazione delle persone con disabilità: abbiamo sempre impiegato tutte le risorse a disposizione e continueremo a farlo. Stiamo lavorando per creare le condizioni, nonostante i pesanti tagli del Governo al Fondo per il diritto al lavoro dei disabili”. Così ha risposto ieri mattina in aula l’assessore regionale al Lavoro Patrizio Bianchi ad una interrogazione della consigliera Noè in merito al Fondo regionale per l’occupazione delle persone con disabilità. La Regione Emilia-romagna, come ha spiegato Bianchi in aula, sta definendo i criteri e le modalità di gestione per il triennio 2011-2013 del Fondo regionale per l’occupazione dei disabili, finanziato dagli esoneri e dalle sanzioni applicate alle aziende che non ottemperano alle disposizioni della legge 68 del 99, che obbliga i datori di lavoro pubblici e privati ad avere alle loro dipendenze un numero determinato di lavoratori con disabilità. Nel periodo 2008-2010 il Fondo dell’Emilia-romagna ha potuto disporre di 12 milioni di euro, mentre per il prossimo triennio avrà una dotazione finanziaria di circa 40 milioni. L’incremento si è avuto per l’aumento degli importi dei contributi dovuti dalle aziende esonerate, passato da 12 a 30,64 euro al giorno, un aumento che mira a disincentivare l’esonero da parte delle aziende e a favorire le assunzioni. “La programmazione su base triennale dei criteri e delle modalità di gestione del Fondo – ha aggiunto l’assessore Bianchi - è stata decisa in accordo con le parti sociali, le amministrazioni provinciali e le associazioni più rappresentative dei lavoratori disabili, per dare continuità nell’utilizzo degli strumenti per l’inserimento lavorativo delle persone disabili e rendere possibile una programmazione a medio termine”. Le risorse attribuite alle Province per il triennio 2008/2010 sono state completamente impegnate per tutte tre le annualità. Il Fondo regionale per l’occupazione dei disabili è destinato alle finalità definite dalla legge 68/99 e quindi le risorse non possono essere impiegate per altre attività diverse da quelle dell’inserimento lavorativo: si va, ad esempio, dai contributi per agevolare la mobilità casa-lavoro ai tirocini, dai contributi alle aziende per l’assunzione alla formazione, dall’acquisto di ausili per l’attività lavorativa alle attività di tutoraggio. “Nell’ambito della discussione sulla programmazione triennale 2011/2013 del Fondo regionale, la Regione e le Province stanno concordando le modalità con cui utilizzare una quota del Fondo regionale per ampliare la capacità di intervento delle Province per l’inserimento lavorativo e per sopperire ai pesanti tagli della Finanziaria 2011 – ha detto l’assessore Bianchi – la Finanziaria ha tagliato da 42 milioni del 2010 a meno di 12 milioni del 2011 il Fondo per il diritto al lavoro dei disabili, istituito presso il Ministero del Lavoro, con cui vengono finanziati gli incentivi per l’assunzione delle persone disabili: un taglio che va in direzione contraria a quanto previsto dai regolamenti della Commissione Europea”. A margine della seduta dell’Assemblea legislativa l’assessore Bianchi e i colleghi Marzocchi e Lusenti hanno incontrato una delegazione di familiari di persone disabili. “Abbiamo concordato – conclude Bianchi – di valutare la possibilità di un’azione parlamentare per ampliare le possibilità di utilizzo del Fondo e un tavolo regionale per coordinare con gli enti locali gli interventi per i disabili sul territorio”  
   
   
BOLZANO: SOLUZIONI AD HOC PER I COMUNI A RISCHIO SPOPOLAMENTO  
 
 Bolzano, 30 marzo 2011 - Sono 23 i comuni a rischio spopolamento in Provincia di Bolzano. La commissione nominata dalla Giunta provinciale ha presentato il 21 marzo all’esecutivo di Palazzo Widmann una prima bozza della situazione e dei possibili provvedimenti che dovranno essere valutati caso per caso. "Vogliamo intervenire subito prima che sia troppo tardi", ha sottolineato il presidente Luis Durnwalder. "La situazione dei comuni altoatesini a rischio spopolamento non è drammatica - ha spiegato Durnwalder - ma proprio per evitare problemi di qualsiasi tipo vogliamo intervenire il prima possibile proponendo soluzioni veloci e realizzabili in tempi contenuti". I comuni considerati a rischio spopolamento sono 23, e se ne sta occupando un apposito gruppo di lavoro nominato dalla Giunta provinciale e guidato da Helmuth Pinggera e Christoph Gufler. "I motivi di questa riduzione nel numero dei residenti sono diversi - ha precisato Luis Durnwalder - e possono riguardare non solo la mancanza di posti di lavoro adeguati o la non sufficiente qualità di vita. Ci sono alcuni paesi, come ad esempio Corvara, che vedono calare i propri abitanti per l´elevato costo delle abitazioni, e non certo perchè l´economia della zona è in crisi". La Giunta provinciale, nel corso della riunione odierna, ha discusso a lungo dei principi che dovranno ispirare gli interventi che verranno messi in campo per fronteggiare il problema, e sono stati individuati i primi assi portanti: un consolidamento dello sviluppo economico nelle zone periferiche tramite investimenti in innovazione e competitività, un miglioramento nel coordinamento, nella cooperazione e nella sinergia fra politiche settoriali (energia, sanità, scuola, ecc.) ed enti locali, e l´implementazione di un sistema di sviluppo locale basato sulla conoscenza. "Vogliamo garantire al nostro territorio uno sviluppo che sia il più equilibrato possibile tra grandi centri e periferia - ha aggiunto Durnwalder - e per questo contiamo di inserire già nella prima bozza del Lerop, che verrà discussa a giugno, delle misure ad hoc per ognuno dei singoli comuni. Le prepareranno i membri dell´apposito gruppo di lavoro d´intesa con le amministrazioni municipali. Sarà fondamentale intervenire soprattutto dal punto di vista delle infrastrutture, e penso in maniera particolare alla banda larga. Nell´analizzare e valutare le diverse situazioni verranno tenuti in considerazione non soltanto i singoli comuni, ma l´intero bacino di residenza".  
   
   
POLITICHE PER L´INFANZIA TRENTINE IN SARDEGNA  
 
Trento, 30 marzo 2011 - Dopo gli accordi con la Provincia di Verona, la Città di Lamezia Terme, il Comune di Parma, di Fano e la Provincia di Piacenza, anche la Provincia di Cagliari – Casteddu si appresta a sottoscrivere con la Provincia di Trento un protocollo di intesa per ottenere un supporto di consulenza finalizzato alla redazione ed approvazione di un Piano provinciale dei servizi alla famiglia. Obiettivo, armonizzare i tempi delle famiglie con i tempi del lavoro, nonché l’adozione di percorsi di certificazione familiare ad organizzazioni pubbliche e private analoghi a quelli già implementati in Trentino. Lo schema di protocollo d´intesa è stato approvato stamane, su proposta del presidente Dellai e dell´assessore alle politiche sociali Ugo Rossi, dalla Giunta provinciale. Analogo accordo è in corso di definizione anche con un´altra realtà sarda, la Provincia di Sassari, una cui delegazione è stata in visita in Trentino mercoledì scorso proprio allo scopo di conoscere l´esperienza trentina in materia di politiche per la famiglia. Il protocollo con la Provincia di Cagliari - Casteddu prevede, in particolare, la predisposizione di un “Piano Strategico di servizi per la prima infanzia”, con finalità di promozione e supporto all´attivazione di "nidi familiari" e altre funzioni di politiche attive per l´infanzia nei comuni del territorio provinciale cagliaritano; la costituzione e gestione di standard family per i soggetti pubblici e privati, accreditati dalla Provincia di Cagliari - Casteddu nell´attuazione di politiche particolarmente attente alla famiglia; il monitoraggio delle tariffe dei servizi gestiti dagli enti locali, ai fini di una loro flessibilizzazione ed adeguamento alle esigenze delle famiglie, mediante protocolli di intesa tra gli enti locali; la promozione di accordi con associazioni di categoria per il monitoraggio delle qualità dei servizi offerti dalle strutture ricettive e della ristorazione, in un´ottica di esigenze della famiglia. La Provincia di Cagliari – Casteddu si impegna inoltre a diffondere a livello locale la nuova cultura di politiche familiari orientate al benessere familiare e al trasferimento di standard family sulla base del modello reticolare già implementato dalla Provincia Autonoma di Trento nei propri distretti famiglia. La sigla di tale protocollo rientra nel progetto promosso dalla Provincia autonoma di Trento di istituire un network regionale sulle politiche familiari, che raggruppi le amministrazioni extraprovinciali che implementano azioni virtuose in tema di politiche familiari, come evidenziato nel Libro bianco sulle politiche familiari e per la natalità” approvato nel luglio 2009, e ribadito nella recente legge provinciale “Sistema integrato delle politiche strutturali per la promozione del benessere e della natalità”.  
   
   
BOLZANO, "PATATRAC! GIOCA IN SICUREZZA": SENSIBILIZZARE I BAMBINI SULLA SICUREZZA DOMESTICA  
 
Bolzano, 30 marzo 2011 - Dal 2 al 27 maggio 2011, presso il Palazzo Mercantile in via Argentieri a Bolzano, si svolgerà la mostra/percorso collegata alla campagna di prevenzione dei rischi in ambiente domestico e rivolta ai bambini delle scuole materne ed elementari. La Direzione Provinciale Inail di Bolzano, in collaborazione con la Camera di Commercio e con il patrocinio delle Intendenze Scolastiche, presenta “Patatrac! Gioca in sicurezza”, una campagna di prevenzione dei rischi in ambiente domestico rivolta ai bambini delle scuole materne ed elementari. La Xxii edizione nazionale di “Patatrac! Gioca in sicurezza”si svolgerà a Bolzano, dal 2 al 27 maggio 2011, presso il Palazzo Mercantile in Via Argentieri, 6. L´ingresso, riservato alle scolaresche, è gratuito e con prenotazione obbligatoria, dal lunedì al venerdì. Il percorso-gioco ha una durata di 75 minuti ed è ambientato all’interno di una struttura che riproduce una vera e propria casa dove tutto può essere osservato, toccato e sperimentato! Lo Staff di animatrici dell´Associazione Culturale “Nasinsù” accompagnerà i piccoli ospiti alla scoperta delle azioni quotidiane che possono trasformare l´ambiente domestico e gli spazi all’aria aperta in situazioni di pericolo. La visita interattiva si conclude con la consegna del patentino di “Esperto in sicurezza” che premia l´apprendimento dei bambini, il libro “La misteriosa scomparsa di Ferruccio”, per approfondire il tema a scuola, e il “Verbale della sicurezza” per registrare la sicurezza in casa. Per prenotazioni, contattare la segreteria da numero fisso, attiva dal 28 marzo 2011, dal lunedì al venerdì, dalle ore 9.00 alle ore 13.00. Numero verde Segreteria Nasinsù & Co.: tel. 800 02 91 98. Maggiori informazioni su: http://www.Nasinsu.it/patatrac.htm