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Notiziario Marketpress di Lunedì 23 Maggio 2011
UN DISPOSITIVO INNOVATIVO PERMETTE UNA DIAGNOSI PIÙ PRECOCE DEL CANCRO AL SENO  
 
Bruxelles, 23 maggio 2011 - Un team di ricercatori finanziati dall´Ue ha sviluppato un nuovo tipo di tecnica per la mammografia che usa l´imaging molecolare e che potrebbe aiutare a scoprire prima il cancro al seno. Questa tecnica è stata oggetto di ricerca nell´ambito del progetto Mammi (Mammography with molecular imaging) che ha ricevuto 2,5 Mio Eur di finanziamenti all´interno dell´Area tematica "Scienze della vita, genomica e biotecnologia per la salute" del Sesto programma quadro (6° Pq). Coordinato dal Consiglio nazionale spagnolo per la ricerca (Csic), il team pan-europeo era formato da scienziati provenienti da otto istituzioni di Germania, Paesi Bassi, Portogallo e Svezia. Il dispositivo Mammi, progettato specificamente per rilevare il cancro al seno nelle prime fasi, offre la più alta risoluzione e sensibilità attualmente disponibili. Questo significa che sarà usato principalmente per la diagnosi precoce del cancro al seno e per valutare come i pazienti rispondono alla chemioterapia. Per catturare un´immagine con questo dispositivo, la paziente si stende in posizione prona su un tavolo disegnato per questo scopo e mette un seno in una delle aperture. Accanto al tavolo, lo specialista che aziona il dispositivo posiziona un carrello sul quale si trova il sistema di rilevamento basato su un sensore a raggi gamma. Grazie alla forma ad anello del rilevatore, che circonda la forma del seno, non è necessario comprimere il seno. Il dott. José María Benlloch del Csic spiega come questo potenzia significativamente la "visualizzazione e la diagnosi", visto che i tumori sono a volte "molto vicini alla base del muscolo pettorale". Nelle prime fasi del cancro, le cellule maligne si moltiplicano in modo incontrollato e dopo qualche anno la lesione diventa visibile con le attuali tecniche. In seguito, la lesione si estende e ci vuole circa un altro anno perché sia rilevabile al tatto. Le attuali pratiche di diagnosi e le mammografie tradizionali si basano su immagini morfologiche e di conseguenza non riconoscono il cancro finché non c´è una lesione; al contrario, una radiografia della ghiandola mammaria fatta con il dispositivo Mammi si basa sulla tecnica di tomografia a emissione di positroni (Pet) per la diagnosi del cancro al seno, che offre una serie di vantaggi. La tecnica Pet nel dispositivo Mammi misura l´attività metabolica del tumore localizzando l´alto assorbimento di glucosio da parte delle cellule cancerose. Questo permette agli specialisti di rilevare la malattia molto prima, uno sviluppo che sarà accolto positivamente per chi ne soffre; la ricerca condotta finora conferma che la diagnosi precoce riduce la mortalità del 29%. Sebbene attualmente si usino scansioni Pet di tutto il corpo, per la maggior parte esse sono riservate a coloro cui è stato già diagnosticato il cancro al seno o alle persone che hanno un alto rischio di soffrire di questa malattia e anche in questi casi il risultato è un´immagine a bassa risoluzione che non rileva i tumori piccoli. Il dispositivo Mammi, però, si concentra esclusivamente sui seni in modo che i rilevatori siano molto vicini a essi ed è in grado di identificare tumori nei primissimi stadi. Il dispositivo Mammi riesce a vedere lesioni di 1,5 mm, rispetto al limite di 5 mm degli attuali macchinari. Quindi, oltre a migliorare la diagnosi in tutti i pazienti, la tecnica può essere particolarmente efficace per le donne che hanno protesi al seno o per le donne nelle quali è difficile ottenere un´immagine chiara a causa della densità del seno. Il dispositivo Mammi è inoltre più comodo per i pazienti, il che significa che sarà particolarmente utile per curare gli anziani e i disabili. Ospedali e centri sanitari di tutto il mondo hanno mostrato interesse nell´acquisto del dispositivo. Attualmente è in uso presso l´Istituto nazionale per il cancro di Amsterdam nei Paesi Bassi. È stato usato per un certo periodo anche presso il Politecnico di Monaco in Germania e sarà presto istallato all´Ospedale provinciale di Castellon in Spagna. Questo dispositivo per la mammografia può monitorare inoltre se la cura del cancro al seno seguita da un paziente sta funzionando, mostra infatti l´assorbimento di glucosio e rivela se ci sono ancora tessuti cancerosi dopo l´operazione. Con le tecniche esistenti è impossibile distinguere il tessuto tumorale dalla cicatrice lasciata dall´operazione. Questo nuovo tipo di terapia può mostrare anche se i livelli di radiazioni e di chemioterapia sono efficaci o devono essere modificati. Per maggiori informazioni, visitare: Consiglio nazionale spagnolo per la ricerca (Csic): http://www.Csic.es/web/guest/home    
   
   
SCIENZIATI TROVANO BATTERI INTESTINALI DIVISI IN ENTEROTIPI  
 
Bruxelles, 23 maggio 2011 - Un team internazionale di scienziati ha scoperto che i batteri intestinali umani possono essere divisi in tre gruppi principali conosciuti come enterotipi. Presentato sulla rivista Nature, lo studio spiega come i batteri intestinali di ciascun enterotipo si dispongono in grappoli stabili e distinti con caratteristiche comuni. Queste scoperte, che potrebbero portare a una migliore informazione per le persone che hanno bisogno di assistenza medica o nutrizionale, sono il risultato del progetto Metahit ("Metagenomics of the human intestinal tract") che ha ricevuto 11,4 milioni di euro nell´ambito del tema "Salute" del Settimo programma quadro (7° Pq). Il team di ricerca del Metahit è formato da esponenti del mondo accademico e industriale provenienti da Belgio, Brasile, Cina, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Giappone, Italia, Paesi Bassi, Regno Unito e Spagna. Secondo loro, vari fattori come la salute, l´età o il luogo di residenza non hanno conseguenze su questi tipi di batteri intestinali. Gli scienziati di Metahit hanno prima caratterizzato la flora batterica dell´intestino di 39 persone provenienti da Europa, Sud America e Asia. In seguito hanno incluso nello studio altre 85 individui provenienti dalla Danimarca e 154 dagli Stati Uniti. Dopo un´avanzata analisi bioinformatica, i loro studi di queste popolazioni hanno rivelato tre diversi gruppi di batteri intestinali nelle persone, chiamati dai ricercatori"enterotipi". Nessun fattore di differenziazione, come età, genere, nazionalità o stato di salute, avevano un ruolo importante negli enterotipi riconoscibili. Sebbene molto più piccoli delle cellule umane, le cellule batteriche sono molto numerose nel corpo umano: per ogni cellula delle nostre, ci sono 10 batteri che vivono nel nostro corpo, la maggior parte dei quali nell´intestino. Sulla base dei risultati della ricerca, i tre enterotipi hanno dimostrato categorie diverse di batteri con un diverso impatto sull´intestino. Cioè, i batteri intestinali Batteroidi dominano l´enterotipo 1; il team ha inoltre scoperto che i batteri formano un gruppo distinto della flora intestinale con altre specie di batteri. L´enterotipo 2 è dominato dai batteri Prevotella e l´enterotipo 3 è dominato principalmente dai batteri chiamati Ruminococco, oltre ad altre specie di batteri come lo Stafilococco e il Gordonibacter. L´enterotipo 3 è il più comune, dicono gli esperti. I grappoli di batteri forniscono anche energia, secondo i ricercatori. Un esempio è l´enterotipo 3, che è specializzato nella scomposizione della mucina. La mucina, un tipo di proteina prodotta dalle cellule dell´epitelio, ha la funzione di produrre e secernere gel nell´organismo. Scomporre la mucina, per fare un esempio, aiuta l´intestino ad assorbire frammenti come nutrimento del corpo. Tutti e tre gli enterotipi producono vitamine. Per esempio, l´enterotipo 1 produce le vitamine B7 (biotina), B2 (riboflavina) e C (acido ascorbico), mentre l´enterotipo 2 produce la vitamina B1 (tiamina) e l´acido folico. Grazie ai grappoli di batteri e alle variazioni nel loro funzionamento, ogni enterotipo riflette un modo diverso di produrre energia che è molto compatibile con la persona che lo ospita. Le popolazioni batteriche possono non lavorare insieme al loro ospite su diversi livelli, con conseguenze per la salute della persona. Il team di Metahit ha pubblicato il primo catalogo di geni dei batteri intestinali umani, quello che gli esperti chiamano il secondo genoma, o il "metagenoma". Queste popolazioni di batteri codificano 150 volte più geni rispetto al genoma umano. Nel catalogo, i ricercatori spiegano che di un insieme di oltre 1000 specie di batteri che vivono nell´intestino umano, ogni persona ne ospita diverse centinaia di tipi. I risultati di questo studio aiuteranno i ricercatori e i medici nel loro impegno per venire incontro alle esigenze dei pazienti, in particolare in termini di fornitura di consigli medici e dietetici personali e preventivi. Per maggiori informazioni, visitare: Metahit: http://www.Metahit.eu/ Nature: http://www.Nature.com/  
   
   
CONFERENZA SULLA COOPERAZIONE CON L´EUROPA ORIENTALE E L´ASIA CENTRALE NELLA RICERCA SANITARIA  
 
Bruxelles, 23 maggio 2011 - Il 7 giugno 2011 si svolgerà a Bruxelles, in Belgio, una conferenza sulla cooperazione con l´Europa orientale e l´Asia centrale nella ricerca sanitaria. Il tema principale dell´evento sarà la cooperazione tra l´Ue e i paesi dell´Europa orientale e dell´Asia centrale nel settore della ricerca sulla salute, concentrandosi su tre gruppi di parti interessate: i responsabili politici, i partner del mondo accademico e universitario e il pubblico della ricerca più ampio. L´evento è organizzato dal progetto Eecalink ("Promotion and facilitation of international cooperation with eastern European and central Asian countries"), finanziato dall´Ue. Il progetto è finanziato nell´ambito del tema "Salute" del Settimo programma quadro, e riunisce 17 partner provenienti da 12 paesi: Armenia, Bielorussia, Repubblica ceca, Georgia, Ungheria, Italia, Kazakistan, Moldavia, Polonia, Russia, Ucraina e Uzbekistan. Per ulteriori informazioni, visitare: http://www.Eecalink.eu/?cat=news&id=134&tag=all    
   
   
TUMORI DEI BAMBINI, NASCE IL REGISTRO NAZIONALE “IL MODELLO DI CURA ITALIANO ESEMPIO PER L’EUROPA”  
 
Catania, 23 maggio 2011 – Ogni anno in Italia circa 1500 bambini si ammalano di tumore, con un aumento costante dell’1,7%. Per capire le cause di questo fenomeno e scattare una fotografia delle neoplasie infantili nasce il primo registro per queste forme di cancro. L’iniziativa è dell’Associazione Italiana di Ematologia ed Oncologia Pediatrica (Aieop) e dell’Airtum (Associazione Italiana dei Registri Tumori). “Oggi – spiega il prof. Fulvio Porta, presidente dell’Aieop - disponiamo di analisi di laboratorio che ci permettono di capire, quando la cura è in corso, se la chemioterapia convenzionale funziona o se si deve ricorrere a un trapianto di cellule staminali. Grazie alle tecnologie molecolari, studiando frammenti del Dna delle cellule malate, possiamo muoverci in anticipo, senza dover attendere, come un tempo, il risultato finale del trattamento. Ma non sappiamo le ragioni del continuo aumento dei casi di cancro infantile. Il registro permetterà di tracciare una mappa che ne fotografi l’evoluzione nel tempo e nelle diverse Regioni”. Alle ricerche sulla biologia molecolare è dedicato il convegno “Aieop…in Lab” che si apre oggi a Catania (Museo Diocesano), con la partecipazione di più di 100 esperti. Particolare evidenza viene data agli studi dei giovani ricercatori. “L’italia – continua il prof. Porta – è l’unico Paese europeo in grado di applicare protocolli di cura uniformi su tutto il territorio nazionale. Questo significa che a un piccolo colpito, ad esempio, da leucemia linfoblastica acuta verranno applicati gli stessi criteri diagnostici e terapeutici in un ospedale di Bolzano o di Palermo. La nostra Associazione riunisce 53 strutture di oncoematologia pediatrica che adottano gli stessi protocolli. La via italiana rappresenta un punto di riferimento a livello internazionale”. È la leucemia linfoblastica acuta la forma di cancro più frequente (rappresenta il 30% di tutti i tumori dei bambini e l’80% delle leucemie), ma i piccoli possono essere colpiti anche da neoplasie del sistema nervoso centrale, dai linfomi, dal neuroblastoma e da altre forme più rare. Al convegno di Catania parteciperanno anche il prof. Carmelo Iacono, presidente dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom), e il prof. Fabrizio Pane, presidente dell’Associazione Italiana di Ematologia (Sie). “Vogliamo promuovere un’alleanza tra società scientifiche per dare vita a una piattaforma comune – conclude il prof. Porta - perché la ricerca in oncoematologia possa continuare ad essere svolta al meglio nel nostro Paese. Oggi ci troviamo in una situazione difficile. Gli studi clinici indipendenti di fatto sono bloccati a causa dell’aumento dei costi assicurativi. Insieme lanciamo un appello alle Istituzioni perché intervengano al più presto”.  
   
   
FVG: SARA´ PRESTO ADOTTATO IL SECONDO PIANO ONCOLOGICO REGIONALE  
 
Udine, 23 maggio 2011 - Per far fronte ai crescenti bisogni di salute della popolazione non si può più fare politica raccontando solo ciò che siamo stati capaci di fare ma occorre saper evidenziare ciò che ancora non siamo riusciti a fare, a quali domande non abbiamo ancora dato risposte. Pertanto è ormai ineludibile una riforma della sanità regionale, nel senso di una riorganizzazione dei servizi e di una razionalizzazione della spesa, che ponga l´attenzione ai pazienti prima di quella per le carriere, che sappia superare la rigidità dell´offerta o delle posizioni di quelle comunità che si sentono proprietarie di un ospedale. Lo ha affermato a Udine l´assessore regionale a Salute, integrazione sociosanitaria e politiche sociali, Vladimir Kosic, intervenuto al 15esimo congresso nazionale del Cipomo (Collegio italiano dei primari oncologi ospedalieri), dal titolo "L´oncologia motore dell´innovazione in sanità". I dati e i saperi che ci vengono trasmessi dal convegno di Udine, aggiunti a quelli in nostro possesso che, tra l´altro, parlano di 4.400 persone morte lo scorso anno in Friuli Venezia Giulia per patologie tumorali, di nuovi interventi diagnostici e terapeutici sempre più costosi, di adeguata presa in carico dei pazienti in una logica di rete - ha spiegato Kosic - impongono alla politica scelte precise, non certo basate sulla ricerca del consenso. Scelte che, proprio per quanto riguarderà l´oncologia, troveranno presto sintesi nel secondo Piano oncologico regionale che sarà adottato dalla Giunta nei prossimi mesi dopo un lavoro propedeutico di un gruppo tecnico che ha già visto il confronto con tutti i diversi portatori di interesse (professionisti, istituzioni, associazioni) per raccogliere indicazioni e suggerimenti. Un percorso di ascolto, analogo a quello che ha caratterizzato il Libro Verde e il Piano sociosanitario, che si è posto l´obiettivo di garantire un equo e sostenibile trattamento delle patologie oncologiche in una logica di rete e verso i migliori standard clinici e assistenziali, premendo l´acceleratore anche sugli aspetti della prevenzione. Se Gianpiero Fasola ha legato il suo nome a forse l´unica vera riforma del sistema sanitario in Friuli Venezia Giulia degli ultimi 20 anni, sono convinto che l´assessore Kosic ed io legheremo il nostro nome alla prossima che ormai diventa ineludibile. Le parole sono del presidente della Regione, Renzo Tondo che, richiamandosi a quanto affermato dall´assessore alla Salute, ha portato il suo contributo al convegno di Udine "L´oncologia motore dell´innovazione in sanità", promosso dal Cipomo (Collegio italiano dei primari oncologi ospedalieri), di cui lo stesso Fasola, direttore di oncologia medica all´ospedale di Udine, è stato promotore insieme a Sergio Crispino. Nel suo intervento, Tondo ha ricordato i pilastri su cui si è incentrata l´azione della Giunta regionale nei primi tre anni di legislatura: la ricerca della coesione sociale e lo sviluppo delle infrastrutture, senza assolutamente trascurare i temi della sanità, rispetto alla quale si è cercato di continuare un percorso di ottimizzazione delle risorse e di miglioramento dei servizi, mettendo sempre i bisogni delle pazienti al centro delle scelte. Riferendosi poi al tasso di mortalità (il più alto d´Italia) per malattie tumorali in Friuli Venezia Giulia, Tondo ha confermato come l´aggiornamento della pianificazione regionale in ambito oncologico rappresenti una priorità nell´agenda della Giunta, perché le aspettative sono molto forti e quale punto qualificante dell´impegno nel settore sanitario. E´ evidente, ha aggiunto il presidente, che occorre fare i conti con i crescenti costi legati in particolare ai nuovi farmaci. Per questo abbiamo il compito di creare le condizioni economiche per sostenere qualità dei servizi. Da qui l´esigenza di stimolare lo sviluppo per produrre ricchezza da investire in sanità. In questo contesto tutta la Pubblica amministrazione deve affrontare con grande responsabilità il compito di gestire senza sprecare un euro. Una responsabilità che è di chi deve programmare e fare le scelte di governo; ma è anche delle Autonomie locali che non devono barricarsi dietro la difesa di un ospedale o di un distretto, guardando più alla tutela di interessi, pur legittimi, di chi vi opera piuttosto che a quelli di chi ha bisogno di un servizio; ed è pure della classe medica, che deve saper entrare in questa logica. Molto spesso non siamo riusciti ad affrontare un percorso di modernizzazione proprio perché ci siamo trovati di fronte a forti resistenze, ha affermato il presidente. Tondo ha quindi auspicato che gli atti del convegno di Udine possano diventare patrimonio di tutti e si è dichiarato disponibile a portare la proposta di portare queste valutazioni all´attenzione della Conferenza Stato-regioni.  
   
   
SANITÀ IN LOMBARDIA: 40 SPECIALIZZANDI IN PIÙ,STANZIATI 2 MLN  
 
Milano, 23 maggio 2011 - La Giunta della Regione Lombardia, su proposta dell´assessore alla Sanità Luciano Bresciani, ha deciso di sostenere, con un primo finanziamento di 2 milioni di euro, l´attivazione di 40 contratti per medici specializzandi nelle Università lombarde, in aggiunta a quelli stabiliti dal Ministero dell´Istruzione, Università e Ricerca. Con la stessa delibera sono stati anche stanziati altri 2.575.000 euro per la copertura dei 31 contratti aggiuntivi, già attivati nel 2010 grazie sempre a risorse regionali. ´Con questo provvedimento - spiega il presidente Roberto Formigoni - diamo una prima risposta concreta al problema della carenza di medici prevista in Lombardia da qui al 2015. Insieme all´assessore Bresciani abbiamo già attivato un tavolo di lavoro con i rettori delle Facoltà di Medicina degli atenei lombardi, mentre proseguono i contatti con il Governo per trovare una soluzione a un tema che si presenta di fondamentale importanza per la sanità lombarda nei prossimi anni´. ´Questi 40 posti in più finanziati con risorse proprie da Regione Lombardia - aggiunge l´assessore Bresciani - si aggiungono ai 755 posti stabiliti dal Ministero, un numero che riteniamo insufficiente rispetto all´effettivo bisogno di medici sul territorio lombardo. Con questa decisione veniamo incontro a una precisa richiesta che i rettori delle facoltà di medicina ci hanno presentato nell´ambito del Tavolo di lavoro che è stato attivato´. I 40 contratti aggiuntivi saranno attivati in queste specialità: anatomia patologica (1), anestesia e rianimazione (2), chirurgia generale (4), chirurgia pediatrica (1), ematologia (1), ginecologia e ostetricia (3), igiene e medicina preventiva (1), malattie dell´apparato cardiovascolare (2), medicina interna (4), nefrologia (1), neurologia (2), oftalmologia (1), ortopedia e traumatologia (1), otorinolaringoiatria (1), pediatria (5), psichiatria (3), statistica sanitaria e biometria (2), malattie infettive (1), neuropsichiatria infantile (1), gastroenterologia (1), urologia (1), medicina d´emergenza e urgenza (1).  
   
   
INVESTIMENTI IN SANITÀ, LA REGIONE TOSCANA METTE A DISPOSIZIONE 250 MILIONI  
 
Firenze, 23 maggio 2011 - La Regione ha messo a disposizione 250 milioni per il 2011 per investimenti in sanità e il rinnovo del parco tecnologico. Tante sono le iniziative già realizzate nell’anno e in corso di realizzazione: il Dea della Aou (Azienda ospedaliero-universitaria) di Siena e dell’ospedale di Cecina, il centro ustioni del Meyer, tecnologie innovative nel campo della robotica e della telemedicina, il potenziamento dell’elisoccorso sulle isole, i mammografi dell’Ispo, nuove macchine per la radioterapia, la prossima apertura del trauma center metropolitano al Cto. Oltre agli investimenti, l’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia ha annunciato stamani in Consiglio regionale, nel corso della comunicazione che ha tenuto davanti alla Iv Commissione sulla situazione del Servizio sanitario della Toscana negli anni 2010 e 2011, anche le principali iniziative di sviluppo del sistema: il rilancio dell’Ispo, dell’Organizzazione toscana trapianti, il potenziamento della sanità di iniziativa e della gestione della cronicità. “Nonostante il periodo difficile, in cui ci troviamo nei fatti di fronte a una riduzione delle risorse disponibili e a un aumento dei costi – ha detto l’assessore -, abbiamo messo a punto un piano strategico, rivolto non al mero contenimento dei costi, ma a una rimodulazione dell’offerta sanitaria, in funzione della qualità, appropriatezza e sicurezza delle cure, progressiva eliminazione dei duplicati, potenziamento della rete. Una revisione che nulla ha a che fare con i tagli, e molto con la capacità gestionale e il coinvolgimento dei professionisti. Azioni, progetti e programmi per garantire equità e parità di accesso agli utenti. L’obiettivo è che l’eccellenza arrivi al paziente, e non che il paziente debba inseguire il professionista ritenuto eccellente e, in quanto tale, a volte non accessibile a tutti”. Queste alcune delle azioni di ottimizzazione già attuate, o di imminente attuazione: le adozioni di iniziative sull’appropriatezza nell’utilizzo di farmaci (per il colesterolo e l’ipertensione) e dispositivi medici (protesi d’anca, pace makers, mezzi di contrasto), con la selezione a minor costo e pari efficacia di farmaci e presidi; l’incremento della distribuzione diretta dei farmaci generici da parte delle aziende; il nuovo dipartimento interaziendale di radiodiagnostica dell’area metropolitana fiorentina, per migliorare l’utilizzo delle macchine, ridurre le liste di attesa e consentire un risparmio del 30% dei costi (se la sperimentazione fiorentina funzionerà, verrà progressivamente estesa a tutta la Toscana); la riduzione delle duplicazioni nelle aziende ospedaliero-universitarie e l’integrazione dell’attività tra università, ospedale e territorio. “Tutte azioni – osserva l’assessore Scaramuccia – che fanno ottenere risparmi, senza diminuire l’offerta, anzi ottimizzando le risorse e migliorando la qualità del servizio offerto ai cittadini”. Sul bilancio 2010 ha ovviamente pesato la vicenda della Asl di Massa. “Il bilancio della sanità regionale ha cambiato radicalmente volto nell’ottobre 2010 – ha riconosciuto l’assessore – ma grazie a una serie di misure messe in atto, la Toscana ha superato positivamente il monitoraggio ministeriale. Ed è importante segnalare che nello stesso periodo l’assessorato ha potenziato i meccanismi di controllo dei risultati di gestione, attivando innovativi strumenti di monitoraggio, avviando un laboratorio regionale per la regìa dei controlli di gestione”. I bilanci di molte aziende non sono ancora definitivamente chiusi, ha detto l’assessore alla Commissione; il percorso si completerà con l’adozione di tutti i bilanci da parte delle aziende, l’acquisizione del parere dei sindaci revisori, della Conferenza dei sindaci, la successiva approvazione della giunta e il superamento del consuntivo 2010 al Tavolo degli adempimenti ministeriali, che avviene solitamente nel mese di settembre. La chiusura dei bilanci 2010 ha evidenziato un peggioramento del deficit della Asl 1 di Massa e Carrara di ulteriori 18 milioni di euro, rispetto alle stime previste a fine anno. Quanto al 2011, solo in aprile è avvenuta l’allocazione definitiva del Fondo Sanitario Nazionale: per la Toscana, 58 milioni di euro in più rispetto all’anno precedente. Ma se da questa cifra si sottraggono una serie di voci – 30 milioni di euro a copertura delle mancate risorse del Fondo nazionale per la non autosufficienza, la copertura del ticket derivante dal non adeguamento dei prezzi dei farmaci al prezzo di rimborsabilità Aifa, che la Regione ha ritenuto di dover sostenere a tutela dei cittadini, e altre, per un totale di oltre 90 milioni di euro – “ci ritroviamo nei fatti con una riduzione delle risorse disponibili per il finanziamento delle aziende”, chiarisce Daniela Scaramuccia. Per questo, di fronte a un incremento dei costi e a una riduzione delle risorse, a tutte le aziende è stato chiesto di mettere in atto iniziative di appropriatezza e ottimizzazione delle risorse. “Il primo obiettivo – sottolinea l’assessore – deve restare il cittadino, al quale dobbiamo offrire salute prima che prestazioni sanitarie”.  
   
   
SANITÀ: REGIONE UMBRIA IMPEGNATA PER PREVENZIONE TOSSICODIPENDENZE E RIATTIVAZIONE PROGETTO NAZIONALE  
 
Perugia, 23 maggio 2011 - Per la Regione Umbria la mortalità per overdose ha rappresentato e continua a rappresentare un problema di salute decisamente rilevante al quale si continua a dedicare molta attenzione. Per tale ragione sono state individuate tutte le strade per poter riattivare al più presto, il progetto del Dipartimento per le Politiche Antidroga relativo alla prevenzione delle patologie correlate alle tossicodipendenze, confermando anche l´assegnazione del finanziamento da parte del Ministero alla nostra Regione". E´ quanto precisa l´Assessorato regionale alla sanità in merito alle notizie riportate dalla stampa sulla mancata attivazione del progetto "Rilevazione Nazionale delle attività di prevenzione delle patologie correlate, di riduzione dei rischi e dei danni finalizzata all´analisi di fattibilità della definizione ed applicazione di Lea", da parte della Regione. "L´iniziativa - ha precisato il direttore regionale Emilio Duca - aveva una portata di carattere nazionale con ricadute operative solo nell´ambito della Asl 4 di Terni, tra l´altro con la compartecipazione finanziaria della Regione Umbria. Per la realizzazione piena del progetto era indispensabile il consenso e l´adesione delle altre Regioni italiane, e tale percorso è stato seguito sia informalmente che formalmente attraverso il Coordinamento Tecnico della Commissione Salute ed in particolare all´interno del Gruppo Tecnico delle Regioni e Province Autonome sulle dipendenze. In tale sede - precisa il direttore regionale - sono state manifestate notevoli perplessità e avanzate numerose proposte di modifica sia sul piano metodologico, sia sui costi connessi alla concreta attuazione del progetto stesso. In particolare si chiedeva la piena responsabilizzazione delle Regioni sui criteri di adesione e l´effettiva partecipazione delle stesse alla cabina di regia del progetto". "Tali proposte - precisa non sono state recepite dal Dipartimento che ha rigettato i molteplici tentativi di mediazione da parte della Regione Umbria, inserendo in maniera unilaterale, senza averlo preventivamente concordato, l´obiettivo della "promozione e realizzazione di azioni ed interventi concreti e permanenti di prevenzione delle patologie correlate nei Dipartimenti delle Dipendenze" che, pur essendo pienamente condiviso dalla Regione Umbria in linea di principio, avrebbe preteso a maggior ragione il pieno coinvolgimento e la piena adesione delle Regioni italiane, non potendo la Regione Umbria intervenire sugli ambiti decisionali, operativi ed organizzativi di altre Regioni". Di conseguenza, la Regione Umbria si è trovata, nell´impossibilità di ratificare formalmente la nuova versione del progetto esecutivo, unilateralmente modificata, che scadeva perentoriamente entro il 31 gennaio 2011. "Della problematica la Regione Umbria ha investito la Commissione Salute che, nella riunione del 4 maggio, ha ribadito la volontà di realizzare il progetto rimodulato secondo le indicazioni formulate dalle Regioni, confermando l´Umbria nel ruolo di capofila. Subito dopo la riunione, l´Umbria e il Veneto, in rappresentanza della Commissione Salute, hanno incontrato il Direttore Generale del Dipartimento che ha assicurato la riapertura del progetto, confermando l´assegnazione del finanziamento alla nostra Regione". Il direttore regionale precisa anche che rispetto al complesso fenomeno della mortalità per overdose, sono state attivate risposte sia regionali, sia a livello di ciascuna Asl, con il coinvolgimento dei Servizi dedicati alle dipendenze - come i Dipartimenti Dipendenze, i Sert, i Centri a Bassa Soglia, Unità di Strada, Centri di Accoglienza Diurni, le strutture residenziali - e dei servizi attivati nell´ambito del privato sociale, nel contesto di una rete d´intervento più ampia rappresentata da altri Servizi Sanitari - Sistema dell´urgenza-emergenza 118 -, dai Servizi Sociali dei Comuni, dalle istituzioni impegnate a vario titolo nel settore, dalle associazioni del volontariato. In merito alla prevenzione la Regione, accanto a progetti di sensibilizzazione e di promozione culturale, destinati soprattutto all´ambiente scolastico, ha previsto l´attivazione di percorsi di "prevenzione selettiva" destinata a target specifici, esposti a fattori di rischio, quali la disgregazione familiare o comunque situazioni di disagio all´interno della famiglia, il fallimento scolastico, l´emarginazione o la mancata inclusione sociale, i comportamenti devianti, che rappresentano l´area di intervento meno presidiata e che richiede oltre ad un adeguamento delle risorse e delle competenze, una maggiore sinergia ed integrazione interistituzionale.  
   
   
FVG, SALUTE/SOCIALE: RIORGANIZZARE PER SODDISFARE BISOGNI INEVASI  
 
Trieste, 23 maggio 2011 - Il nuovo Piano sociosanitario regionale è partito da un´analisi dei servizi esistenti e dalla volontà di comprendere ciò di cui vi è necessità, puntando ad una riorganizzazione complessiva del sistema per recuperare risorse volte a soddisfare i bisogni inevasi, mettendo sempre al centro della programmazione le persone con i loro diritti e le loro esigenze. Lo ha ribadito il 19 maggio l´assessore regionale alla Salute Vladimir Kosic ad un convegno sulle cure palliative e la terapia del dolore, promosso dalla Cisl Pensionati, nel corso del quale ha sottolineato come tutte le problematiche connesse al fine vita rappresentino una priorità per l´Amministrazione regionale che, ha sottolineato, non intende lasciare da soli né i pazienti né i familiari. Cure palliative e terapia del dolore saranno presto oggetto di una legge regionale, il cui testo è stato recentemente approvato in terza commissione consiliare e sarà presto portato all´attenzione dell´aula. Esso intende adeguare alle esigenze della nostra regione quanto previsto a livello nazionale, soprattutto sviluppando la rete di servizi sul territorio e favorendo la domiciliarità, per consentire ad un maggiore numero di persone di poter trascorrere gli ultimi giorni della propria vita a casa. Tuttavia per Kosic l´aspetto più preoccupante è che le attuali risorse a disposizione di sanità e sociale tendono a non bastare. Un esempio viene dal Fondo per l´Autonomia Possibile (Fap), il quale - pur avendo incrementato la dotazione dai 17 milioni del 2007 ai 29 dell´anno in corso - non riesce ad accontentare le richieste di tutte le persone in condizioni di disagio che dovrebbero poterne beneficiare. Da qui la necessità di una riforma forte, che passi da un ammodernamento organizzativo del sistema in Friuli Venezia Giulia, e da una razionalizzazione della spesa. Una riforma cui tutti i diversi portatori di interesse dovrebbero concorrere con senso di responsabilità e anche con alleanze trasversali con l´obiettivo di tagliare spese improduttive, di migliorare l´appropriatezza dei servizi offerti e recuperare risorse da reimpiegare in nuovi servizi, rafforzandone qualità e sicurezza.  
   
   
LA SALUTE AL FEMMINILE - CONFERENZA IL 24 MAGGIO A SAN MARTINO IN BADIA  
 
Bolzano, 23 maggio 2011 - Su iniziativa della Commissione provinciale pari opportunità e del Servizio donna martedì 24 maggio 2011 a San Mattino in Badia si terrà una conferenza, in lingua tedesca, sulla salute al femminile e sulle diferenze della sintomatologia nelle donne. L´ingresso è libero. La Commissione provinciale per le pari opportunità ed il Servizio donna della Provincia organizzano in varie località altoatesine una serie di conferenze su temi specifici legati al mondo femminile. Alcune conferenze saranno tenute in tedesco ed altre in italiano. Gli incontri si svolgono in collaborazione con i rispettivi Comuni ed in particolare con le consigliere comunali e le associazioni femminili locali. L´obiettivo dell´iniziativa è quello di creare contatti con donne da tutte le parti della provincia e incentivare la collaborazione con le organizzazioni femminili e le rappresentanti politiche a livello locale. " L´obiettivo dell´iniziativa è quello di creare contatti con donne da tutte le parti della provincia e incentivare la collaborazione con le organizzazioni femminili e le rappresentanti politiche a livello locale " commenta l´iniziativa l´assessore provinciale alle pari opportunità e al lavoro Roberto Bizzo. Nell´ambito di questa iniziativa, nella conferenza, in lingua tedesca, programmata a San Martino in Badia, presso la Sala parrocchiale, martedì 24 maggio 2011, alle ore 20.00, Rosmarie Oberhammer, medico specialista in anestesia e medicina intensiva, affronterà il tema della differenza fra uomo e donna nell´ambito del trattamento sanitario prendendo ad esempio i differenti sintomi che uomo e donna presentano in caso di infarto. La domanda che la relatrice pone è se la medicina tiene debitamente conto di queste differenze. L´ingresso è libero. Info presso il Servizio Donna, in via Dante 11 a Bolzano, serviziodonna@provincia.Bz.it    
   
   
BOLZANO: CONCORSO PER LA FORMAZIONE SPECIFICA TRIENNALE IN MEDICINA GENERALE  
 
Bolzano, 23 maggio 2011 - L´ufficio formazione del personale sanitario indice periodicamente un concorso pubblico per l’ammissione al corso triennale di formazione specifica in medicina generale. Per l´ammissione al concorso è necessario il possesso dei seguenti requisiti: cittadinanza italiana o di uno degli stati membri dell’Unione europea; laurea in medicina e chirurgia; abilitazione all’esercizio della professione (esame di Stato); iscrizione all´albo dell´Ordine dei medici e degli odontoiatri. I candidati devono essere in possesso dei suddetti requisiti alla data indicata nel bando di concorso. Il termine per l´inoltro delle domande è fissato per il 30 maggio 2011 alle ore 12.00. Per ulteriori informazioni gli interessati possono rivolgersi direttamente all’Ufficio formazione del personale sanitario che ha sede nel Palazzo 12, via Gamper 1, Bolzano, Tel. 0471 41 81 45 o consultare il sito: www.Provincia.bz.it/it/servizi/servizi-categorie.asp?bnsvf_svid=1004980    
   
   
FARMACOPEA TRADIZIONALE DEI PIGMEI BAKA  
 
Pavia, 23 maggio 2011 - Lunedì 23 maggio 2011 alle ore 17.00, nell’Aula Foscolo dell’Università, verrà presentato il primo volume della Collana "Acta Ethnica" del Centro Interdipartimentale di Studi e Ricerche sull´Etnobiofarmacia dell´Università di Pavia. Saranno presenti Padre Robert Brisson e l´autrice Elsa Nervo. Questo primo volume riguarda una specie di Farmacopea dei Pigmei Baka del Camerun dedotta dal testo di un Padre Missionario, Robert Brisson, che ha raccolto, le interviste fatte ai pigmei per confrontare la lingua nelle diverse zone basandosi però sull’utilizzo che i pigmei fanno della loro biodiversità in diversi settori della loro vita. Queste notizie sono ora state elaborate da un punto di vista scientifico e ne è risultato un quadro importante dei sistemi di vita e di cura, con l’ utilizzo di numerose piante, di questa particolare etnia che si trova nel sud del Camerun. Per informazioni rivolgersi al Cistre dell´Università di Pavia http://cistre.Unipv.it/on-line/ , telefono +39 0382 987322 e-mail: vitafinz@unipv.It  vidari@unipv.It    
   
   
SANITA´IN ABRUZZO: CHIODI, A ROMA PER CAPIRE RUOLO E POTERI COMMISSARIO MARTEDI´ VERTICE A MINISTERO ECONOMIA, CHIESTO DA PRESIDENTE  
 
L´aquila, 23 maggio 2011 - Tutti i Commissari e subcommissari preposti all´attuazione dei Piani di rientro d´Italia si ritroveranno a Roma, martedì prossimo, 24 maggio (ore 10,30 Ministero dell´Economia), per una attenta riflessione sul ruolo dell´organo commissariale e sui poteri che allo stesso attengono. La riunione congiunta del Tavolo adempimenti e del Comitato Lea è stata tempestivamente convocata da Francesco Massicci del Dipartimento Ragioneria del ministero dell´Economia, in recepimento alla richiesta formulata dal presidente della Regione Abruzzo, e Commissario ad acta per la Sanità, Gianni Chiodi. Il sollecito di un chiarimento generale era stato chiesto da Chiodi appena ieri, a seguito delle ultime sentenze del Tar Abruzzo che hanno di fatto annullato alcune deliberazioni commissariali inerenti il Programma operativo 2010 e la riorganizzazione della rete ospedaliera abruzzese. "Con le riferite pronunce viene fra l´altro evidenziato - aveva scritto Chiodi in una nota inviata anche ai ministri Giulio Tremonti, Ferruccio Fazio e Raffaele Fitto - in relazione al dettato costituzionale (art. 120) ed alla recente sentenza della Corte costituzionale 361/2010, l´impossibilità per l´organo commissariale di adottare atti in difformità a previsioni legislative regionali previggenti, ovvero di disporre la sospensione di disposizioni in esse contenute". "Pertanto - sempre il Commissario Chiodi - sembra pregiudicato il potere commissariale di adottare provvedimenti di riordino del complessivo sistema sanitario regionale". "Quella del Commissario è una figura che si sta rivelando quantomai complessa - spiega Chiodi - sospesa tra la necessità di adottare provvedimenti atti a risanare il sistema sanitario ed i bilanci regionali e quella di tener conto dei dettami della recente giurisprudenza. Non sempre, anzi quasi mai, è possibile conciliare i due aspetti. Per questo - conclude - ho chiesto al Governo un confronto anche con gli altri Commissari e subcommissari d´Italia, tutti alle prese con dubbi interpretativi che compromettono la normale e più equa gestione della Sanità in Regioni già evidentemente in difficoltà".  
   
   
DISABILI, FORMIGONI A GOVERNO:ANNULLARE TAGLI REGIONE STANZIA 40 MILIONI IN PIÙ PER ASSISTENZA DOMICILIARE UN PASSO IMPORTANTE VERSO LA RIFORMA DEL WELFARE  
 
Milano, 23 maggio 2011 - Il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni ha scritto una lettera al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Maurizio Sacconi con la richiesta di annullare i tagli dei fondi per le politiche sociali e il sostegno ai disabili. Lo ha annunciato lo stesso Formigoni intervenendo il 19 maggio, insieme all´assessore alla Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà Sociale Giulio Boscagli alla manifestazione organizzata sul piazzale della Stazione Centrale di Milano dalla Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità (Ledha). No Ai Tagli - Davanti a centinaia di persone portatrici di handicap e ai loro accompagnatori il presidente Formigoni dopo essersi complimentato per "una presenza civile, compatta, composta", ha voluto assicurare che "Regione Lombardia si impegnerà al massimo perché nessuno sia lasciato da solo". "Un tema come quello della disabilità - ha aggiunto il presidente - non può essere sottoposto a tagli: sappiamo bene che c´è un momento di difficoltà economica che non interessa soltanto il nostro Paese e ci impone sacrifici ma le istituzioni devono dare la massima attenzione a chi vive in una condizione di disagio". Piano 2010-2020 - "Vogliamo lavorare con i disabili per i disabili" ha proseguito il presidente Formigoni, ricordando, a dimostrazione di questa impostazione che Regione Lombardia si è data, il diretto coinvolgimento del professor Mario Melazzini, presidente di Aisla - Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica, malato egli stesso di Sla e direttore scientifico del Centro Nemo, che coordina il Gruppo di Approfondimento Tecnico per l´attuazione del Piano d´Azione Regionale 2010-2020 per le persone con disabilità, finanziato per il 2011 con 400 milioni di euro, esclusa la spesa sanitaria. Alla manifestazione indetta da Ledha, presente il presidente Franco Bomprezzi, è intervenuto anche l´assessore regionale alla Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà Sociale Giulio Boscagli. "Condividiamo le preoccupazioni per i tagli delle risorse a livello nazionale - ha detto Boscagli - ma il nostro Piano d´Azione c´è, è stato elaborato anche grazie al contributo di idee delle associazioni dei disabili e, insieme a loro, vogliamo continuare a lavorare: le porte dell´assessorato e della Regione Lombardia sono da sempre aperte al dialogo e al confronto con chi intende collaborare con noi a fare in modo che chiunque abbia una disabilità possa continuare a partecipare alla vita comune". Assistenza Domiciliare - Sempre in tema di politiche sociali, proprio nella seduta di ieri, la Giunta regionale ha approvato una delibera che riforma il sistema dell´assistenza domiciliare, stanziando su questo capitolo 40 milioni in più, che si aggiungono ai 90 già messi a disposizione delle Asl per il 2011. Un equipe multidisciplinare che valuti in modo univoco i bisogni e indirizzi l´accesso ai servizi di assistenza, un nuovo ruolo di informazione e supporto per l´attivazione dell´assistenza domiciliare garantito dalle farmacie, formazione per il personale e l´ingresso a pieno titolo dell´Auser (associazione per l´Autogestione dei Servizi e della solidarietà) nel sistema di welfare. Dal 1 luglio, in cinque Asl della Lombardia (Milano città, Milano 1, Brescia, Varese e Lodi), sarà sperimentata una innovativa modalità di gestione dell´assistenza socio sanitaria integrata (con particolare riguardo alla domiciliarità), destinata a modificare profondamente una parte importante del welfare lombardo. Lo prevede un provvedimento approvato dalla Giunta regionale su proposta dell´assessore alla Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà sociale Giulio Boscagli. "Per realizzare questa sperimentazione, che comprende diversi interventi che coinvolgono a vario titolo Comuni, Asl, farmacie e Auser - spiega il presidente Roberto Formigoni - vengono stanziati 40 milioni di risorse in più, che si aggiungono ai 90 milioni già messi a disposizione delle Asl per il 2011. La presenza di più soggetti che concorrono allo stesso scopo in una logica di rete ha lo scopo di rispondere meglio e con maggiore efficacia alle necessità di chi ha bisogno sfruttando appunto la capillarità della presenza dei vari soggetti sul territorio e favorendo una maggiore e migliore ottimizzazione delle risorse e delle prestazioni". "Nello specifico - aggiunge l´assessore Boscagli - questi 40 milioni, assegnati per la prima volta alle Asl sulla base della popolazione anziana e disabile residente, serviranno per aumentare la platea di persone assistite a domicilio nella nostra regione, con una particolare attenzione per i casi più complessi (Sla, Stati vegetativo o di minima coscienza) e per i minori. La scelta di incentrarsi su queste tipologie è legata ad un contesto attuale in cui i casi complessi non sono seguiti adeguatamente a domicilio. I nuovi fondi serviranno quindi sia per aumentare la quantità dell´assistenza: in orario anche serale o di sabato e domenica; sia per migliorare la qualità dell´assistenza: integrando nuove professionalità, ad esempio gli educatori per i bambini con disabilità". Attualmente Regione Lombardia assiste a domicilio circa 115.000 non autosufficienti (anziani e disabili) di cui 62.000 sono casi complessi. "Questa delibera - sottolinea Boscagli - è uno dei prima passi della realizzazione di quella riforma del welfare, lanciata quest´anno da Regione Lombardia, che riconosce un nuovo protagonismo della persona attraverso un finanziamento dei servizi spostato ´dall´offerta alla domanda´, rendendo il cittadino consapevole e responsabile dell´effettivo valore dei servizi di cui usufruisce e restituendogli piena libertà di scelta". Nuove Equipe Di Comuni E Asl - Il provvedimento prevede innanzitutto la creazione in ciascuna Asl di una equipe (composta da medici, infermieri, assistenti sociali, ecc) che unisca professionalità delle Asl e dei Comuni e che sia in grado di valutare in maniera univoca e uniforme i bisogni delle persone che si rivolgono ai servizi sociali, così da rispondere in maniera più efficace a tutte le necessità della persona e definire un Piano di Assistenza Individuale. Gli interventi sull´assistenza domiciliare delle persone fragili oggi sono effettuati da più soggetti (Asl e Comuni in particolare) che, talvolta, danno valutazioni differenti sui singoli casi, non sono raccordati fra loro e offrono servizi che possono anche sovrapporsi, a scapito dell´efficacia dell´assistenza stessa. In pratica l´obiettivo sarà quello di sperimentare un "punto di accesso unico" ai servizi di assistenza che sia dotato di criteri di valutazione univoci. "Con questo ulteriore passo verso la riforma del welfare - dice ancora Boscagli - vogliamo poter aiutare chi ne ha bisogno, consentendogli di rimanere nel proprio contesto abituale di vita, disponendo di una più chiara lettura delle sue esigenze bisogno, verificando le potenzialità e la situazione della sua rete familiare, del vicinato e dell´eventuale presenza di volontari disponibili ad offrire il proprio contributo in termini di assistenza". La sperimentazione di queste nuove modalità di gestione dell´assistenza domiciliare è improntata a dare risposte globali definendo gli strumenti che saranno utilizzati per offrire le risposte adeguate. Farmacie - Nell´ambito di questa sperimentazione, alle farmacie sarà assegnato un ruolo innovativo: oltre a garantire un´informazione diffusa alle persone e alle famiglie sulle opportunità presenti sul territorio per permettere la permanenza a domicilio di chi necessita di assistenza, dovranno anche fornire un supporto nelle procedure di attivazione del servizio di assistenza domiciliare, dando piena attuazione a quanto previsto dall´accordo firmato da Regione Lombardia e Federfarma lo scorso 17 gennaio. Formazione E Auser - Completano il quadro iniziative di formazione del personale che sarà coinvolto nelle diverse azioni, promosse da Regione Lombardia, in collaborazione con Eupolis e le Asl e la sperimentazione, da parte dei Comuni associati e con la regia delle Asl, del servizio di telefonia sociale dell´Auser con l´obiettivo di integrarlo a pieno titolo nel sistema di welfare. Il servizio di telefonia sociale svolto da Auser è rivolto alla popolazione più fragile, in particolare over 65, attraverso un numero verde (800 99 59 88) gratuito, attivo 24 ore su 24 per 365 giorni l´anno, a cui sono connessi 19 punti di ascolto diffusi su tutta la Regione (a copertura dei 30 distretti telefonici). La rete Auser in Lombardia è strutturata su 14 comprensori e coinvolge 433 associazioni locali affiliate. Sono oltre 4000 gli operatori volontari coinvolti. Nel 2010 in Lombardia sono arrivate 155.777 telefonate.  
   
   
DISABILI,ANCHE APPLAUSI PER FORMIGONI E BOSCAGLI  
 
Milano, 23 maggio 2011 - "Non è tutto vero e non è tutto preciso quello che alcune agenzie raccontano sulla presenza delle istituzioni alla manifestazione dei disabili di stamattina in piazza Duca d´Aosta". Lo afferma una Nota di Regione Lombardia. "Non è vero - si legge nella Nota - che il presidente Roberto Formigoni è intervenuto a sorpresa. Il presidente infatti era stato esplicitamente invitato tramite lettera nei giorni scorsi. Il presidente Formigoni e l´assessore Giulio Boscagli avevano dato la disponibilità a incontrare una delegazione dei manifestanti ma poi, come gli organizzatori stessi hanno sottolineato, è stata concordata la presenza e la presa della parola davanti a tutti i partecipanti". "Alcune agenzie - prosegue la Nota - tacciono che nella manifestazione pacifica e corretta organizzata dalle associazioni dei disabili si sono da subito infiltrate diverse decine di persone del tutto estranee al mondo della disabilità, i Cub e una parte dei sostenitori che accompagnano Pisapia nei suoi spostamenti. Tutti schierati con la sinistra e l´estrema sinistra e tutti con l´intenzione di contestare Regione e Comune di Milano". "Infine - conclude la Nota - chi fosse dotato di udito normale ha sentito nei confronti del presidente Formigoni, dell´assessore Boscagli e del sindaco Moratti anche applausi caldi e sinceri durante diversi passaggi dei loro interventi".  
   
   
INCONTRI SUL TERRITORIO PER GLI ASSISTENTI PERSONALI (BADANTI)  
 
Aosta, 23 maggio 2011 - L’assessorato regionale della sanità, salute e politiche sociali organizza degli incontri sul territorio per fornire informazioni sull’istituzione dell’elenco unico regionale per gli assistenti personali (badanti). L’ultimo appuntamento con la popolazione è il seguente: Martedì 24 maggio alle ore 18.00 a Morgex presso la Sala del Poliambulatorio (Viale del Convento n. 5). L’elenco regionale sarà gestito dalla Direzione politiche sociali dell’Assessorato. Le persone che già svolgono il lavoro di assistente personale o sono interessate a svolgerlo in futuro possono richiedere un modulo d’iscrizione all’elenco regionale presso l’Assessorato sanità, salute e politiche sociali, i Centri per l’Impiego e le sedi territoriali dei patronati, del Centro comunale immigrati extracomunitari, del Centro Solidarietà Valle d’Aosta (Csv). La consegna della domanda deve avvenire previo appuntamento dell’interessato. L’iscrizione all’elenco presuppone nel prossimo triennio l’ottenimento della certificazione delle competenze in seguito alla frequenza di un corso di formazione o, in possesso di determinati requisiti, con l’accesso diretto all’esame, nonché con la frequentazione di iniziative di formazione continua. A partire dal 2014, solo le famiglie che assumeranno assistenti personali iscritti all’elenco regionale potranno ottenere i contributi regionali per l’assistenza a domicilio di persone non autosufficienti.  
   
   
NON AUTOSUFFICIENZA, RICERCA UIL: 73% INTERVISTATI VUOLE TENERE A CASA PROPRI ANZIANI/E; DATO CHE CONFERMA ESIGENZA SVOLTA SU DOMICILIARITA  
 
Venezia, 23 maggio 2011 - “E’ necessaria una svolta importante delle politiche sociosanitari della Regione Veneto che punti a un rafforzamento dell’assistenza domiciliare a favore delle persone non autosufficienti. Ed è una precisa richiesta delle famiglie, come la ricerca Uil dimostra. La mia proposta, che presenterò anche a livello governativo, è che i servizi domiciliari entrino a far parte dei Lea, i livelli essenziali di assistenza come rientrano i servizi residenziali”. Lo ha detto l’Assessore regionale alle politiche sociali Remo Sernagiotto intervenuto il 19 maggio al Centro Candiani di Mestre all’incontro di presentazione della ricerca su “i non autosufficienti in Veneto”, realizzata dalla Panel Data di Padova per stimare il numero di non autosufficienti presenti nelle famiglie venete ed evidenziare problematiche e possibili interventi da metter in campo. “I dati presentati oggi ci confermano ampiamente in questa scelta della domiciliarità, che tra l’altro costa 1/3 di quanto costa il servizio residenziali e che è ormai necessitata per riequilibrare un sistema assistenziale tutto sbilanciato sulla residenzialità. Si evidenzia ad esempio che il 73% degli intervistati alla domanda “Pensa di trasferire l’anziano in una casa di riposo?” rivolte a chi poteva manifestarsi questa problematica nei prossimi tre anni, risponde sì per il 4%, no per il 72,9%, non sa per il 23,1%”. Secondo Sernagiotto è ”segno inequivocabile di una forte volontà delle famiglie venete di far fare ai loro anziani/e una lunga ma anche una buona vita e quindi restino nella loro casa, nel loro ambiente”. Tra l’altro, alla domanda su cosa si potrebbe fare per migliorare l’assistenza agli anziani non autosufficienti il 56,9% risponde “migliorare l’assistenza domiciliare” e per 21,4% “maggiore disponibilità di posti in strutture pubbliche”. In estrema sintesi, la ricerca stima che nel 2010 le persone non autosufficienti siano il 3,3% della popolazione complessiva pari a circa 162 mila persone (disabili compresi) numero che, nel prossimo triennio potrebbe superare le 191 mila persona pari al 3,9%. Per chi pensa di affrontare autonomamente il problema, per il 64,5% pensa all’assistenza tramite familiari e il 35,5% con il ricorso alle badanti. Sull’aiuto esterno invece la ricerca segnala che il 36% pensa all’assistenza domiciliare qualificata, il 15,2% al trasferimento in strutture pubbliche e il 48,8% (fascia più abbiente della popolazione) al trasferimento in strutture private. Da parte di Sernagiotto, è stato sottolineato anche l’aspetto della ‘parziale non autosufficienza” che interessa molta parte di popolazione anziana e che diventerà con le prossime azioni della Regione un progetto pilota importante che partirà da Venezia”.  
   
   
A ROMA DAL 28 MAGGIO AL 4 GIUGNO, PALAZZO MARGUTTA OSPITA “EVOLUZIONI”, RACCONTO DI MUTAMENTI, TRASFORMAZIONI E RINNOVAMENTI NEI LAVORI DI 7 ARTISTI  
 
Roma, 23 maggio 2011 – L’arte è il veicolo attraverso cui l’artista, a prescindere dalla tecnica utilizzata e dalle tematiche affrontate, esprime sé stesso e il proprio talento, esorcizza le proprie paure e racconta la propria visione del mondo, comunica al pubblico le emozioni che lo invadono. E’ da questo spirito di condivisione che prende il via l’esposizione “Evoluzioni”. Così – raccolte in questa preziosa collettiva, organizzata dalla Galleria “Il Mondo dell’arte” e in programma a Palazo Margutta (Via Margutta, 55) dal 28 maggio al 4 giugno prossimi (ingresso gratuito) – trovano il proprio spazio tele che generano nello spettatore emozioni intense, talvolta a metà strada tra suggestioni oniriche e colorati tuffi nella memoria ma sempre capaci di dar vita a composizioni armoniche e di testimoniare come l’arte non rimanga statica ma conosca evoluzioni continue. Accanto ai quadri, sculture – realizzate in materiali spesso diversi e molte volte perfettamente miscelati tra di loro – caratterizzate da un linguaggio forte e da una vitalità espressiva unica che sono il segno incisivo e fiero del mondo interiore che anima e ispira l’artista. “Tutti gli autori coinvolti nell’esposizione – ha detto il Maestro Elvino Echeoni, Presidente dell’Associazione Margutta Arte e direttore artistico della società Il Mondo dell’Arte – presentano tecniche originali e affrontano temi differenti. Si va dall’arte surreale e astratta a quella minimalista, passando per pezzi in cui si evidenzia un uso del colore forte, talvolta inquieto, che riesce ad accendere l’immaginazione di chi lo osserva”. La kermesse, che è uno degli incontri fissi nel calendario della nota Galleria, ha un obiettivo ambizioso: sviluppare nello spettatore una coscienza critica che gli permetta di riconoscere, nella produzione realizzata da ciascun artista, la capacità di ognuno di loro così come di apprezzare le differenze presenti nella loro visione. L’organizzazione dell’esposizione è stata curata dal Maestro Elvino Echeoni unitamente a Remo Panacchia ed Adriano Chiusuri. A prendere parte a questo piacevole scambio artistico: Salvatore Avitabile, Fabio D’antoni, Graciela Elizalde, Ilaria Faraoni, Anna Maria Orazi, Beatrice Summa e Francesca Surace. L’appuntamento per il vernissage è fissato per sabato 28 maggio 2011 dalle 18.00 alle 22.00. Salvatore Avitabile: pittore autodidatta è l’erede del sentimento artistico da sempre presente nella famiglia materna. Fin da giovanissimo, dimostra spiccate attitudini. Dopo un periodo, nei primi anni novanta, in cui la sua pittura è strumento di analisi interiore e le sue figure sono ambientate in paesaggi astratti o surreali, in un successivo periodo sperimentale durante il quale egli attraversa con le sue esecuzioni quasi tutte le correnti artistiche del novecento fino a trovare la sua “calligrafia pittorica”, la pittura di Avitabile diviene gesto di emersione dal suo mondo personale: egli non dipinge più per se stesso, ma per comunicare al mondo esterno inizia una sua particolare lettura della vita. Sempre in quel periodo si dedica a diversi viaggi in giro per il mondo. Agli inizi del 2000 inizia un’intensa attività espositiva nella maggiori città italiane ed estere. Attualmente vive e opera a Civitavecchia. Fabio D’antoni: artista catanese già affermato nel mondo dell’arte contemporanea come pioniere di uno stile pittorico che lui stesso ha battezzato “cyber”, ha saputo imporsi per la sua capacità di dare un’affascinante impronta metafisica alle proprie opere. I suoi lavori presentano, nella suggestiva surrealità degli sfondi, paesaggi e muliebri figure che diventano un tutt’uno in armonia compositiva sospesa tra realtà ed eterea fantasia. Nei suoi quadri le figure si fondono allo sfondo fino a diventare parte integrante nella composizione artistica assumendo tramite simbolismi, metaforici significati. Apprezzato e recensito da illustri critici – tra i quali Alfredo Pasolino, Elena Caruso, Roberto Carnevale, Silvio Rossi, Nadia Velani, Milena Necioni e Ivano Diavoli – ha ricevuto in campo nazionale varie note di apprezzamento ed encomi, tra i quali si ricorda anche quello del Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Ha esposto in varie gallerie d’Italia in mostre personali e collettive, riscuotendo un notevole successo. Graciela Elizalde: nata a Buenos Aires, si diploma presso la Scuola Nazionale di Belle Arti Prilidiano Pueyrredon. Dal 1996 realizza diverse mostre individuali e partecipa a oltre 120 esposizioni di gruppo e saloni. Ha ottenuto oltre 45 premi e menzioni. Per Graciela la strada che l’ha condotta verso l’astrazione geometrica è stata breve. L’astrazione le consente di catturare la vera realtà attraverso il suo occhio e la sua sensibilità. Così nulla appare più reale e concreto che una linea, un punto, un colore. Di lei hanno detto: “Può il disegno tradizionale prescindere dalle linee curve? Graciela Elizalde, con le sue equilibrate e suggestive opere, che la fanno partecipe di uno stile intriso di severa bellezza, e definibile, per il suo clima, come l’impressionismo astratto, dà una risposta positiva ed esauriente. I suoi tessuti stretti, che non danno luogo a un eventuale sconfinamento, sono un abbagliante contrappunto di linee, il cui stile, colore e luce in un momento, abbaglia per la sua precisione formale, per la straordinaria chiarezza concreta, per precisione e regolarità, in fondo molto poetiche (una poesia chiusa ma mai ostile), dell’intergioco delle loro combinazioni, tanto formali come tonali. La pittrice conosce quel mistero che afferma che non tutti i sogni devono essere uguali, e lo traduce nelle sue belle avventure formali, compendio di una sensibilità aperta alla più tenace ispirazione” (Cèsar Magrini, scrittore e critico d’arte) Ilaria Faraoni: ancora giovanissima, si dedica allo studio del disegno e inizia a collaborare con diverse compagnie teatrali, realizzando locandine e alcuni elementi di scena per i lavori di numerosi teatri romani (Flaiano, dei Satiri, Colosseo, Rossini-renato Rascel, delle Muse, Centrale, Anfitrione, Tor di Nona, Borgo Santo Spirito, in Portico). Durante il periodo universitario comunica a frequentare i corsi di pittura della Maestra Rosamaria Rizzo presso la scuola Novamusica e Arte e a partecipare a numerose mostre collettive in sedi prestigiose. Nel 1995 e nel 1996 è tra i vincitori del Premio Internazionale Espressione indetto dall’Associazione Eurafram di Anzio. Nell’estate del 2009 allestisce la sua personale Musicaldamare, oltre 50 acquerelli interamente dedicati al mondo del musical, presso il cinquecentesco Forte Sangallo di Nettuno con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune. Sempre con il patrocinio del Comune di Nettuno tiene altre due mostre personali presso il Forte San Gallo (“Luce e Ombra” e “La poesia della Vita”) rispettivamente a dicembre 2009 e agosto 2010. Partecipa con un acquerello alla mostra Trenta artisti per Telethon e a maggio 2010 ripropone, ampliandola, Musicaldamare. La passione di Ilaria Faraoni per il disegno e la pittura non si limita alle tecniche più classiche: frequenta, infatti, il corso triennale di fumetto alla “Scuola internazionale di Comics” conseguendo il diploma nel 1999. Ha realizzato il logo per due scuole di ballo e per un Cineforum. “Dipingere è come una lotta tra il foglio o la tela bianchi e le mie mani, una battaglia tra ciò che è già ben preciso come idea e la sua realizzazione concreta. Ogni opera è il risultato di questo scontro in cui nessuna delle due parti è mai totalmente vincitrice. Con i miei quadri, olii, acquerelli o matite vorrei trasmettere emozioni e l’amore per la grande Arte del passato, fatta di tecnica, studio, cultura, osservazione, passione per il proprio lavoro, costanza, travaglio artistico.” Anna Mari Orazi: nata in Umbria nel 1948, ha trascorso trentacinque anni a Torino dove ha svolto l’attività di insegnante. Si è interessata di poesia, di teatro e di letteratura per l’infanzia. Ha vissuto nel periodo delle Brigate Rosse, della lotta politica, del disagio e del risveglio sociale. Ha sentito la tensione dell’uomo che cerca una sua dimensione, ha fatto proprio il bisogno di comprendere il percorso umano, ha tradotto il vissuto nell’arte. Ha al suo attivo un buon numero di esposizioni, accolte con successo di pubblico e di critica. Attualmente risiede e lavora a Nocera Umbra (Pg). Di lei hanno detto: “I sogni, i colori, gli impasti di materiali diversi sembrano i respiri delle nostre visioni quando, a metà strada tra le lusinghe oniriche e le suggestioni della memoria, ci troviamo persi in fantasticazioni senza spazio e tempo, in cui l’immagine e l’immaginario danno corpo a mondi segreti dominati da un senso di interrogazione mai finita. (…) In quelle forme abbozzate, scopriamo strade, case, figure che possono essere ricche di alto potere suggestivo e nello stesso tempo straordinariamente capaci di trovare, o ritrovare, gli echi evocativi più aderenti al nostro bagaglio pregresso di esperienze, emozioni, memorie. (…) Ci troviamo, dunque, di fronte ad una produzione non banale, capace di mescolare immagini antiche e nuove, sempre onestamente sincere nell’ispirazione che dà loro vita nell’impeto passionale con cui Anna Maria Orazi crea dipinti e sculture, in cui indugia a cogliere le varie sfaccettature di un’umanità che è al centro delle sue attenzioni e a cui si avvicina con umile, ma profonda sensibilità”. (Marisa Daffara) Beatrice Summa: è una giovane artista laureata in filosofia che annovera nel suo percorso di vita anche la passione per la poesia, che la vede protagonista di successo di numerosi concorsi letterari. Non manca mai, in ciò che fa, come nella scultura, il segno incisivo e fiero di tutto quel mondo interiore che da sempre la anima e la ispira. Scopre la plastica tridimensionale e la sperimenta dando attenzione ai sentimenti di amore e di speranza nei confronti della vita e del futuro. Ammirando i suoi bronzi, si può scoprire la parte più intima di lei, la sua continua tensione verso l’Alto: luogo e incontro con il senso autentico dell’esistenza. Il volto de “Il Nazareno” sembra non soltanto la mera rappresentazione di un’immagine sacra bensì il tentativo, forse raggiunto nella ricerca artistica, di conciliazione con la fede. Più terrena appare l’idea che anima i due visi giustapposti dell’uomo e della donna, quasi a voler marcare l’unione-distanza nei rapporti di coppia e quindi le dinamiche complesse che sottendono all’incontro di due diversità. Tale distanza, nel nudo femminile, suggerisce poi alla donna di elevarsi verso nuove consapevolezze, partendo dalla libertà del proprio corpo e senza sovrastrutture, così da renderla quasi eterea mentre eleva le mani verso l’Alto creando quello slancio che vuole essere di apertura alla propria crescita interiore. Non una casualità ma una scelta mirata, quella di rivolgersi all’animo delle donne rendendone, oltre il candore, come nell’opera “L’attesa”, anche la forza, la pensosità, l’inquietudine che, nel volto femminile dai tagli decisi e marcati, sono palesemente caratterizzati come pure la disposizione a nascondere la sofferenza dietro “la maschera” che difatti è il titolo dell’opera. Il tema della maschera ricorre in modo innovativo anche nella produzione di bijoux in bronzo ed in argento a cui l’artista lega manifatture di altro genere richiamando lo stile dell’oreficeria. Francesca Surace: laureatasi all’Accademia di Belle Arti di Roma, si è concentrata nello studio e nella rappresentazione delle più prestigiose manifatture delle scuole di ceramica italiana realizzando grandi opere riproducenti gli antichi decori epici risalenti al Rinascimento. Notevole disegnatrice, nei suoi lavori ha dato spazio alla sua grande passione per i cavalli, realizzando opere a olio e acrilico su tela che esprimono al meglio forza e grandiosità di questo animale vicino per fierezza alla forza caratteriale e di segno che contraddistinguono la personalità dell’artista. Altro soggetto molto amato è quello dei fondali marini che questa forte ed espressiva pittrice romana, esperta subacquea, riesce a rappresentare mescolando magia, leggerezza e fluidità. Le tele della Surace danno, dunque, vita a emozioni colorate e intense, un turbinio di pigmenti ricchi, corposi e materici che rappresentano un mondo carico di tinte dirompenti e decise, capaci di trasportare e avvolgere l’artista in un mare di emozioni trasmesse anche al fruitore delle sue opere. I quadri della Surace, attraverso la forza del colore e la vitalità delle immagini, tendono a rappresentare uno stato d’animo, un’emozione, un ricordo. Www.ilmondodellarte.com/    
   
   
ELEAZAR MILANO, DAL 31 MAGGIO AL 22 LUGLIO 2011  
 
 Milano, 23 maggio 2011 - Corsoveneziaotto inaugura la mostra collettiva “Eleazar”, curata da Alberto Zanchetta. Diversamente dal Medioevo, la società moderna ha cercato di rimuovere ogni coscienza astratta della morte, imponendo una distanza fisica, visiva e affettiva da coloro che sono passati a miglior vita. Vanificando l’immagine dei morti rischiamo però di vanificare anche la nostra immagine di morituri; ma poiché l’uomo è l’unico animale che sa di dover morire, molti artisti affrontano la consapevolezza della fragilità delle cose terrene, del tempo che corrompe la bellezza e la divora. Non è quindi un caso se la prima decade del Terzo millennio volga al termine all’insegna del macabro, gli artisti vogliono infatti ristabilire un contatto diretto con il culto dei morti, quel rapporto che la società aveva scoraggiato, fin quasi a proibirlo perché ritenuto uno dei grandi tabù dell’era moderna. Dalla notte dei tempi la morte è uno dei temi più frequentati dagli artisti, un’inquietudine che ne contrassegna l’immaginario e le opere. Ogni epoca abbonda di simboli legati all’idea della transitorietà che ci ammoniscono sulla vanità di ogni cosa terrena e ci costringono a riflettere sui fini ultimi dell’esistenza. In virtù di ciò, negli ultimi anni abbiamo assistito a un profluvio di soggetti “aggrediti dal tempo” (teschi oppure scheletri, ancora integri o con le ossa sparse). Circoscrivendo la vasta casistica della vanitas e del memento mori, la mostra intende mettere in scena una piccola tregenda contemporanea, in bilico tra questo mondo e l’aldilà. Racchiudendo – sempre e comunque – un presagio sulla fatuità della vita, i denti della “morte digrignante” e le giunture della “morte secca” diventano un pungolo ai tormenti e ai turbamenti dell’arte: voluttuose o contemplative, le opere esposte ci avvisano che è impossibile possedere o comprendere l’Hevel (quel tutto che in realtà è un vuoto a rendere), perché da morti le cose cessano di avere un significato, e in verità moriamo ogni giorno. Artisti: Bertozzi&casoni, Michael Bevilacqua, Nicola Bolla, Andrea Chiesi, Marco Cingolani, Enzo Cucchi, Nicola Di Caprio, Angelo Filomeno, Damien Hirst, Jan Fabre, Chéri Samba, Joel Peter Witkin. Disponibile in galleria il libro “Frenologia della vanitas” edito da Johan & Levi.  
   
   
SPORT: CANDIDARE L´ABRUZZO PER MONDIALE DI CICLISMO PRESENTATA TAPPA PESCOCOSTANZO DEL GIRO D´ITALIA FEMMINILE  
 
Pescara, 23 maggio 2011 - Un mondiale di ciclismo su strada in Abruzzo. E´ il grande sogno dell´assessore allo Sport, Carlo Masci, che, il 19 maggio, a Pescara, in Regione, in occasione della presentazione della tappa di Pescocostanzo del Giro d´Italia femminile, è diventata una sorta di auspicio al cospetto del presidente della Federciclismo, Renato Di Rocco. "Dopo essere stata teatro di eventi sportivi di livello nazionale ed internazionale - ha dichiarato Masci - l´Abruzzo ha tutte le carte in regola, sia dal punto di vista naturalistico che sotto l´aspetto infrastrutturale e logistico, per candidarsi ad ospitare un mondiale di ciclismo su strada. Ovviamente, sarà necessario - ha rimarcato l´assessore - mettere attorno ad un tavolo Istituzioni, Federazione ed imprenditori eventualmente interessati a dare una mano per capire quanto sia fattibile un´ipotesi del genere". Questa mattina, però, l´assessore ha mostrato grande orgoglio soprattutto per la tappa tutta abruzzese, anzi tutta all´interno del Parco nazionale della Maiella, dell´edizione numero 22 del Giro in rosa con partenza ed arrivo nella splendida Pescocostanzo il prossimo 2 luglio in quella che sarà la sua seconda frazione. "Le nostre montagne ed il nostro territorio in generale - ha aggiunto Masci - rappresentano la cornice ideale per una competizione del genere che, tra l´altro, negli ultimi anni sta raccogliendo sempre più consensi e seguito di pubblico. Oltretutto, - ha proseguito - anche quest´anno il Giro donne potrà contare su una copertura televisiva di prim´ordine da parte della Rai con una sintesi della gara in coda al lungo collegamento quotidiano con il Tour de France. Un´altra eccellente vetrina internazionale per l´Abruzzo e per le sue perle turistiche come Pescocostanzo". La tappa abruzzese si snoderà attraverso l´altipiano delle Cinquemiglia per proseguire in direzione di Sulmona, toccherà Pacentro, Passo S.leonardo per poi ritornare a Pescocostanzo passando all´interno del suggestivo Bosco di S.antonio per un totale di 91 chilometri. Tutte le migliori atlete al mondo (comprese l´attuale campionessa iridata Giorgia Bronzini e l´ex campionessa del mondo Tatiana Uderzo) saranno presenti al via di questa competizione che ormai è la più importante corsa a tappe a livello internazionale. Intanto, il prossimo 31 luglio a Sulmona ci sarà l´arrivo di una tappa del Giro d´Italia handbike, competizione per atleti diversamente abili che attraverserà quasi tutta la penisola. All´odierna conferenza stampa, oltre all´assessore Masci ed al presidente della Federciclismo Di Rocco, pescolano d´origine, hanno partecipato anche il sindaco di Pescocostanzo, Pasqualino Del Cimmuto, il presidente regionale del Coni, Ermanno Morelli, e la responsabile dell´organizzazione, Sara Brambilla.  
   
   
CALCIO: REGIONE LOMBARDIA IN CAMPO PER STEFANO BORGONOVO A MILANO, BRESCIA E COMO COINVOLTI ANCHE I PULCINI 2003 IN AMBITO SANITARIO FAVORIRE DOMICILIAZIONE  
 
Milano, 23 maggio 2011 - Centosei giocatori over 35, che in passato hanno militato in serie A e B, suddivisi in otto squadre, che si sfideranno negli stadi di Milano, Brescia e Como, raccogliendo fondi a favore dell´associazione Stefano Borgonovo. Questa la sintesi del progetto ´Tutti per Stefano Borgonovo - Sportivamente insieme per la solidarietà´, l´iniziativa benefica, promossa dalla Fondazione Milan Onlus, a cui ha aderito anche l´Assessorato allo Sport e Giovani della Regione Lombardia. La manifestazione è stata presentata oggi dagli assessori regionali allo Sport e Giovani Monica Rizzi e alla Sanità Luciano Bresciani. Alla conferenza stampa sono intervenuti anche il presidente della Fondazione Milan Onlus Adriano Galliani, il presidente del Consiglio regionale della Lombardia Davide Boni, il consigliere regionale Giorgio Puricelli e il segretario generale della Fondazione Stefano Borgonovo, Chantal Borgonovo. Presenti in sala diversi campioni, che hanno già dato la loro adesione alla manifestazione: Franco Baresi, Maurizio Ganz, Pietro Vierchowod e Daniele Massaro. "Abbiamo voluto aderire a questa manifestazione - spiega Monica Rizzi - per cercare di sensibilizzare anche i ragazzi alla diffusione della cultura della pratica sportiva, del tifo non violento, dell´inclusione sociale e della solidarietà, mettendo quindi la persona al centro. Ieri in Giunta abbiamo approvato la delibera che destinerà 60.000 euro a favore di questa grande manifestazione benefica". Monica Rizzi ha ricordato come da diverso tempo sia già stata avviata la collaborazione fra Regione Lombardia e la Fondazione Milan Onlus, citando i progetti ´Io tifo Positivo´, rivolto alla promozione di un tifo non violento, e ´Mentoring Usa Italia´, che si propone di combattere, attraverso lo sport, bullismo e abbandono scolastico. I centosei giocatori, suddivisi in otto squadre, si sfideranno, in due gironi da quattro, negli stadi: San Siro di Milano il 24 maggio, Rigamonti di Brescia il 26 maggio e Sinigaglia di Como il 31 maggio, disputando la finale in Brianza. Una scelta non casuale, che collega le tre città lombarde dove in passato ha giocato Borgonovo. Ognuna delle otto squadre verserà un contributo di iscrizione al torneo per un totale di 120.000 euro; il denaro andrà all´associazione Borgonovo, che da anni si occupa di Sla (Sclerosi Laterale Amiotrofica), per la realizzazione dell´iniziativa ´L´ospedale a casa tua´, che si propone di fornire ai malati di Sla un´assistenza globale e multidisciplinare in tutte le fasi della patologia, favorendone la domiciliarità. "La Sla - ricorda Luciano Bresciani - è una malattia degenerativa, che costringe il paziente all´immobilità. Nella nostra regione ci sono oltre 30.000 volontari, un punto di forza nel sistema sanitario, anche per l´aiuto verso questi pazienti. Lo sport è fattore di prevenzione e di identità, che si acquisisce attraverso la pratica sportiva, per tentare di superare i propri limiti ma è anche sostegno, non solo sul campo dove ci si aiuta, ma anche alla fine, dopo il 90° minuto, dove ci si dà una mano anche per superare le difficoltà e questa manifestazione, con il coinvolgimento di straordinari campioni, ne è un esempio concreto. Le nostre politiche sanitarie vanno nella direzione di portare le cure, a casa, verso il domicilio del paziente in maniera da non staccarlo dai suoi affetti. Il nostro sistema sanitario regionale sta lavorando a favore dei malati di Sla aiutati da un malato di Sla che è il professore Melazzini". "In ogni tappa della manifestazione - ha spiegato Monica Rizzi - sarà organizzato un torneo di calcio delle scuole calcio Milan di Milano, Brescia e Como, riservato ai bambini classe 2003. Ad ogni tappa sarà dedicato un tema diverso: Crescita psicofisica, Tifo non violento, Inclusione sociale e Solidarietà. Un atto concreto che unisce sport e solidarietà". Soddisfazione è stata espressa anche dal presidente del Consiglio Regionale della Lombardia Davide Boni, che ha definito questa iniziativa un esempio di ´modello lombardo´: "La capacità del fare e di realizzare cose vere per la nostra gente e i nostri giovani".