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Notiziario Marketpress di Mercoledì 15 Giugno 2011
Politica
IL VICEPRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA ANTONIO TAJANI APRE LA CONFERENZA INTERNAZIONALE SULLE MATERIE PRIME CON SARKOZY E BARROSO  
 
 Bruxelles, 15 giugno 2011 - Il Vicepresidente della Commissione europea, responsabile per l´Industria e l´Imprenditoria, Antonio Tajani ha aperto ieri mattina a Bruxelles la conferenza internazionale organizzata dalla Commissione europea su "Materie prime: sfide e risposte politiche". Alla conferenza, oltre al Presidente della Commissione José Manuel Barroso e il Capo di Stato francese Nicolas Sarkozy, partecipano diversi Commissari europei, rappresentanti di Governi e organizzazioni internazionali e stakholders. Il principale obiettivo dell´iniziativa odierna è contribuire al dibattito in sede di G-20. La materie prime sono un soggetto caldo nell´agenda politica europea. Problemi legati al loro prezzo o sicurezza di approviggionamento sono al centro delle sfide di settori chiave, quali l´industria, l´agricoltura o l´energia. La politica europea é chiamata a elaborare risposte efficaci a problemi quali la volatilità dei prezzi, le restrizioni di concorrenza o le difficoltà di approvvigionamento. Tali risposte vanno inquadrate nell´ambito di una governance globale che riguarda Ue, G-20 o l´Organizzazione mondiale del commercio (Omc). Nel suo intervento, il Vicepresidente Tajani, appena tornato dal Cile dove ha concluso, tra gli altri, un primo accordo sull´approvvigionamento esterno di materie prime strategiche, fra cui il litio, ha evidenziato gli elementi essenziali della politica industriale europea in materia. In particolare, Tajani ha sottolineato rischi per la crescita dei prezzi legata alla domanda senza precedenti per la concorrenza internazionale, specie dei paesi emergenti, oltre che alla cosiddetta "economia verde" che utilizza alcune materie prime scarse quali le terre rare. La volatilità dei prezzi, secondo il Vicepresidente, è anche legata al protezionismo e alla scarsa concorrenza, oltre che alla speculazione sui mercati finanziari che di recente si sono interessati alle materie prime. Tajani ha evidenziato l´ampiezza della posta in gioco che tocca ampi interessi economici, industriali e sociali. La consapevolezza della vulnerabilità di molte economie per quanto riguarda le materie prime sta facendo emergere prepotentemente l´esigenza di una risposta politica. Basti pensare a industrie come quella automobilistica, elettronica o delle rinnovabili per capire quale sia la posta in gioca e i rischi connessi. Per il Vicepresidente della Commissione "siamo tutti sulla stessa barca" in quanto, sia i paesi industrializzati che quelli fornitori, sono interdipendenti e hanno interesse ad un mercato efficiente che garantisca il giusto prezzo e la sicurezza di approvigionamento. La sfida è sovranazionale e le risposte politiche vanno trovate a livello europeo e globale. La politica elaborata a livello Ue si basa su sei priorità: lista comune di 14 materie prime prioritarie; regole internazionali chiare ed effettive; politica di sviluppo che tenga conto dei rispettivi interessi dei paesi industrializzati e fornitori; conciliazione tra necessità di approvvigionamento e tutela dell´ambiente; riciclaggio e riuso; innovazione. Tajani ha concluso indicando il G20 come il forum più appropriato per discutere e promuovere le suddette priorità europee.  
   
   
LA COMMISSIONE EUROPEA CERCA LA CAPITALE VERDE EUROPEA DEL 2014  
 
Bruxelles. 15 giugno 2011 – Sarà la tua città la prossima capitale verde europea? Inizia oggi la ricerca della città che all´inizio del 2014 erediterà il prestigioso titolo. Fra il 2010 e il 2013 sono state finora quattro le città vincitrici, nell´ordine Stoccolma, Amburgo, Victoria-gasteiz e Nantes. Il premio Capitale verde europea distingue e ricompensa le città all´avanguardia nel proporre modalità di vita urbana rispettose dell´ambiente e in grado di diventare un modello per ispirare altre città. Questo premio annuo è stato istituito con l´intento di contribuire a rendere le città europee luoghi più gradevoli e salubri, in altri termini, città vivibili. Janez Potočnik, commissario europeo per l´Ambiente, ha dichiarato: "Il premio Capitale verde europea è un incentivo potente per convincere le autorità locali che la chiave di un futuro radioso risiede nello sviluppo urbano sostenibile. Attendo con interesse la presentazione delle nuove candidature da tutta Europa, che ci mostrano come gli investimenti nel settore della protezione ambientale possano essere combinati con la crescita economica e un maggior benessere". Oggi tutte le città europee di oltre 200 000 abitanti possono entrare in lizza per il titolo di Capitale verde europea 2014. Il premio è aperto ai 27 Stati membri dell´Ue, ai paesi candidati (Turchia, ex Repubblica iugoslava di Macedonia, Croazia, Montenegro e Islanda) e ai paesi dello Spazio economico europeo (Islanda, Norvegia e Liechtenstein). I paesi dove non vi sono città di oltre 200 000 abitanti possono candidare la città più grande. Segue I tre obiettivi principali del premio mirano a: a. Ricompensare le città che hanno regolarmente conseguito obiettivi ambientali di rilievo, b. Stimolare le città a impegnarsi in iniziative ambiziose per il miglioramento ambientale e lo sviluppo sostenibile e c. Fornire un modello in grado di ispirare altre città e promuovere le migliori prassi ed esperienze in tutte le altre città europee. Le candidature saranno valutate in base a 12 parametri: contributo locale al cambiamento climatico globale, trasporti, aree urbane verdi, rumore, produzione e gestione dei rifiuti, natura e biodiversità, aria, consumo di acqua, trattamento delle acque reflue, ecoinnovazione e occupazione sostenibile, gestione ambientale delle autorità locali e prestazione energetica. Le città possono presentare la propria candidatura per mezzo di un modulo on-line reperibile su www.Europeangreencapital.eu. Il 14 ottobre 2011 scade il termine per la presentazione delle domande per il 2014. Il premio è assegnato da una giuria internazionale affiancata da un gruppo di esperti di fama mondiale appartenenti a diversi settori ambientali. Il vincitore sarà proclamato nel mese di giugno 2012. Contesto - Il premio "Capitale verde europea" è il risultato di una proposta avanzata da città con una grande sensibilità ecologica. Tale proposta è stata inizialmente formulata in occasione di un incontro svoltosi a Tallinn (Estonia) il 15 maggio 2006, su iniziativa dell´ex-sindaco della città Jüri Ratas, quando 15 città europee e l´Associazione delle città estoni hanno firmato un memorandum di intesa sull´istituzione del premio. L´europa di oggi è una società urbana in cui i quattro quinti degli abitanti vivono in città e cittadine. La maggior parte delle sfide ambientali che dobbiamo affrontare trae origine dalle zone urbane ma sono queste stesse zone che riuniscono l´innovazione e l´impegno necessari per risolverle. Il premio "Capitale verde europea" è stato concepito come un´iniziativa intesa a promuovere e ricompensare l´impegno, spronare le città a varare nuove azioni, illustrare le migliori pratiche e incoraggiarne lo scambio fra le città europee. Oltre al ruolo di musa, questo rinnovato profilo servirà a rafforzare la reputazione della città vincitrice, facendone una destinazione interessante sotto il profilo turistico, lavorativo e abitativo. Per ulteriori informazioni: www.Europeangreencapital.eu/    
   
   
CONCENTRAZIONI: LA COMMISSIONE EUROPEA DÀ IL NULLA OSTA PER L’ACQUISIZIONE DI PARMALAT DA PARTE DI LACTALIS  
 
Bruxelles, 15 giugno 2011 - Ai sensi del regolamento Ue sulle concentrazioni, la Commissione europea non ha sollevato obiezioni riguardo alla proposta di acquisizione del gruppo italiano Parmalat, operante nel settore lattiero-caseario, da parte della società francese Lactalis, attiva nel medesimo settore. Nel suo esame la Commissione ha concluso che l´operazione non ostacolerà in grave misura l´effettiva concorrenza in Italia e in altri Stati dello Spazio economico europeo (See). Nel marzo 2011 la società Lactalis ha acquisito una partecipazione del 28,97% nella Parmalat e il 23 maggio ha lanciato un´offerta pubblica di acquisto di tutte le azioni della Parmalat. La Commissione ha esaminato le ripercussioni che l´acquisizione proposta potrà esercitare sulla concorrenza nei vari mercati dei prodotti lattiero-caseari per l´approvvigionamento di latte crudo, latte fresco, latte a lunga conservazione, panna e formaggi. La Commissione ha rilevato che l´operazione proposta non modificherà in misura considerevole la struttura dei mercati interessati, dato che l´aumento delle quote di mercato è trascurabile e che vari concorrenti validi continueranno a esercitare pressioni concorrenziali sull´entità risultante dalla concentrazione. Nel suo esame, la Commissione ha inoltre concluso che tale entità non sarà in grado di ridurre la concorrenza nell´approvvigionamento di latte crudo o come risultato dell´estensione della sua gamma di prodotti. L´operazione era stata notificata alla Commissione il 4 maggio 2011. Parmalat è un gruppo italiano del settore lattiero-caseario, che produce e commercializza latte, prodotti lattiero-caseari e bibite a base di frutta. Lactalis è un gruppo del settore lattiero-caseario, con sede in Francia, che produce tra l´altro formaggi, latte, panna e burro. Regole e procedure di controllo sulle concentrazioni - Nel 1989 è stata conferita alla Commissione la facoltà di valutare le concentrazioni e acquisizioni nelle quali partecipano imprese aventi un fatturato superiore a determinate soglie (vedere l’articolo 1 del regolamento sulle concentrazioni). È dovere della Commissione impedire le concentrazioni tali da ostacolare l’effettiva concorrenza nel See o in una sua parte sostanziale. Nella grande maggioranza dei casi, le concentrazioni non suscitano problemi di concorrenza e vengono autorizzate previo un semplice esame. Dal momento in cui le viene notificata un’operazione, in genere la Commissione dispone in totale di 25 giorni lavorativi per decidere se dare il nulla osta riguardo alla proposta (fase I) o per procedere a un esame approfondito (fase Ii). Una versione non riservata della decisione odierna sarà disponibile sul seguente sito: http://ec.Europa.eu/competition/elojade/isef/case_details.cfm?proc_code=2_m_6242    
   
   
NASCE IL GECT, TRE GIUNTE: ALTO ADIGE, TRENTINO E TIROLO DECIDONO SU ENERGIA, CORRIDOIO VERDE E SANITÀ  
 
Bolzano, 15 giugno 2011 - Entro l’estate diventa operativo il nuovo organismo di collaborazione transfrontaliera attorno all’area del Brennero, come previsto dall’Ue: i tre governatori Luis Durnwalder (Alto Adige), Lorenzo Dellai (Trentino) e Günther Platter (Tirolo) hanno infatti siglato il 14 giugno a Castel Thun in val di Non la convenzione e lo statuto del Gect, il neoistituito Gruppo europeo di cooperazione territoriale. I primi progetti: approvvigionamento di energia e istituzione del Corridoio verde lungo l’asse del Brennero, libera circolazione nelle strutture sanitarie dei tre territori, centri di ricerca specifici, offerte di studio sul web, cooperazione tra aziende. Il modello organizzativo del Gect “Euregio Tirolo-alto Adige-trentino“ e le prime aree di intervento sono stati varati a Castel Thun dalle Giunte provinciali di Bolzano, Trento e Innsbruck riunite in seduta comune per dare il via ufficiale al lavoro del nuovo organismo europeo. Durnwalder, Dellai e Platter hanno sottoscritto convenzione e statuto del Gect e illustrato il documento programmatico con i primi progetti da attuare assieme. I tre governatori hanno ricordato che il Gect è una forma strutturata di cooperazione, dotata di personalità giuridica e quindi in grado di agire direttamente in nome e per conto dei suoi membri. Le Giunte hanno sottoscritto tutti gli atti di loro competenza, entro l’estate i rispettivi Consiglio provinciali approveranno la specifica legge che autorizza l’operatività del Gect. “Assieme possiamo fare molto di più - ha sintetizzato Durnwalder la filosofia del nuovo organismo – cercando soluzioni fattibili e pragmatiche alle questioni che lungo l’asse del Brennero interessano le nostre popolazioni.” Durnwalder ha ribadito che “il Gect non sposta i confini e non fa miracoli, ma può proporre una regione europea che offre prospettive ai giovani e si fa sentire anche a Bruxelles.” Dellai e Platter hanno tra l’altro insistito sulla volontà di costruire un futuro comune attraverso una struttura snella. Approfondite molte piste di lavoro. Le indicazioni in tema di energia puntano ad accelerare il passaggio dall’attuale management a un sistema a più basse emissioni di Co2, a sfruttare risorse locali e rinnovabili e ad avvicinarsi gradualmente all’obiettivo dell’autonomia energetica. Tra le misure concrete le tre Giunte elencano la rapida realizzazione del tratto di completamento della linea elettrica a sud del Brennero, grazie a elettrodotti in cavo a 380 kV da costruire nel tunnel di base o nel cunicolo pilota del Bbt, la crescita delle sinergie tra le principali imprese energetiche, le principali municipalizzate e le aziende elettriche comunali dell’Euregio. Confermata l’intenzione di creare un Corridoio verde del Brennero, sia per il traffico che per la politica energetica. Le misure proposte: uno studio di fattibilità per lo sfruttamento del calore residuo della galleria di base del Brennero e degli altri tunnel lungo l’accesso sud, l’utilizzo del cunicolo esplorativo per veicolare energia elettrica e da altre fonti, la diffusione di distributore di carburanti “puliti” (idrogeno ed energia elettrica) lungo gli assi di traffico, innovativi progetti di mobilità sostenibile nel turismo (servizi navetta ed energia rinnovabili), la diffusione del fotovoltaico lungo l’A22, l’introduzione del marchio di qualità “Corridoio Verde” con indicazione della quantità di Co2 risparmiata. Nel settore della sanità le tre Giunte intendono rafforzare la collaborazione nel settore sanitario, in particolare con la stesura di una convenzione per aumentare la libertà di scelta sanitaria dei cittadini dei tre territori, favorendo la libera circolazione nel rispetto delle norme vigenti. Tra le proposte accolte figurano anche la cooperazione comune nel progetto di ricerca oncologica Oncotyrol, un impegno nella messa in rete delle banche dati elettroniche dei rispettivi sistemi, l’acquisto comune di attrezzature e la manutenzione delle apparecchiature in ambito clinico. “E se sussiste fabbisogno di medici di base – ha fatto un altro esempio Durnwalder – perché non coinvolgere in uno schema unico le strutture specialistiche dei tre territori?” Sul piano della ricerca, si punta a istituire un Comitato strategico per sviluppare attività di ricerca congiunte e giungere alla costituzione di centri di ricerca secondo tematiche specifiche. Con il Gect si vogliono potenziare anche gli scambi di docenti e studenti delle tre Università e offrire un sistema integrato dell’alta formazione, con la presentazione in Internet di tutte le offerte di studio di Alto Adige, Trentino e Tirolo (possibile voce: “Università dell’Euregio”). Da verificare, secondo quanto recita il documento finale, la presenza di offerte di studio uguali o analoghe, in modo da poter proporre singoli corsi di studio insieme o solo in determinate sedi. Sul fronte economico, le tre Giunte chiedono alle imprese una più stretta collaborazione transfrontaliera, necessaria per essere competitivi a livello internazionale. Sul piano politico si vogliono quindi migliorare le condizioni generali per le aziende operanti nell’Euregio, con l’obiettivo di rendere il sito economico più attrattivo e garantire posti di lavoro qualificati. Da non trascurare inoltre gli scambi di best practices tra le imprese economiche. La cooperazione transfrontaliera, secondo l’Euregio, dovrà riguardare anche l’agricoltura di montagna e il commercio, specie nelle aree marginali o svantaggiate. Attenzione massima, nelle intenzioni dei tre Governi, anche alle collaborazioni in campo culturale, puntando ad accrescere la conoscenza delle lingue parlate nell’area euroregionale, a mettere in rete le istituzioni culturali più importanti di Alto Adige, Tirolo e Trentino, a sviluppare iniziative di valorizzazione della cultura giovanile. Accennati anche gli obiettivi a lungo termine, da approfondire con altre realtà interessate: un aumento uniforme dei pedaggi per i Tir da Monaco a Verona, una presentazione congiunta delle Alpi, l’ipotesi di una macroregione alpina su tematiche ben definite. Nella prima fase la presidenza del Gect spetta alla Provincia di Bolzano, quindi a Luis Durnwalder.  
   
   
EUREGIO: FORMULA GLOCALE PER UN’EUROPA DEI TERRITORI L´INTERVENTO DEL PRESIDENTE DELLAI ALL´INCONTRO DELLE GIUNTE DI TRENTINO, ALTO ADIGE E TIROLO  
 
 Trento, 15 giugno 2011 - “Assistiamo oggi agli effetti della prima grande crisi dell’era della globalizzazione. Per farvi fronte in maniera adeguata territori come i nostri devono mettersi in rete, unire le forze, sviluppare una formula pienamente ‘glocale’ che ci consenta tanto di evitare i rischi dell’omologazione quanto di valorizzare pienamente le risorse di cui disponiamo, nel contesto europeo e mondiale”. Questo in sintesi quanto detto ieri dal presidente della Provincia autonoma di Trento, Lorenzo Dellai, in apertura dell’incontro delle Giunte di Trentino, Alto Adige e Tirolo, a Castel Thun. Non trascurando di ricordare gli effetti degli statalismi sui tre territori, Dellai ha posto l’accento sul lavoro faticoso fatto negli anni per ricucire i rapporti, le relazioni, talvolta rese più complicate dai segni della storia. “Vorrei qui, in questo momento nel quale formalizziamo la nostra collaborazione – ha detto Dellai – rivolgere un cordialissimo e sincero pensiero a Bruno Kessler, a Silvius Magnago, a Eduard Wallnöfer, grandi predecessori che hanno segnato la strada lungo la quale possiamo tranquillamente incamminarci. La costituzione del Gect è un traguardo importante, in attesa che le disposizioni nazionali ci consentano di passare il più rapidamente possibile ad una forma più forte di Euroregione. Questo passaggio di oggi ci aiuta a recuperare il senso del nostro passato ma anche a maturare un’idea di futuro. Non c’è nessuna nostalgia – ha aggiunto Dellai - , siamo qui nel nome di una storia comune per costruire il domani. Abbiamo dei temi importanti che dobbiamo ricondurre all’interno di un’idea generale sul futuro che ci aspetta. Dobbiamo lavorare insieme sui contenuti della nostra identità per trasferire ai nostri ragazzi il senso della nostra storia comune, declinandola in nuovi linguaggi, utilizzando i nuovi valori, guardando ai nuovi stili di vita in quello che ormai è diventato un villaggio globale. Dobbiamo combattere il rischio di omologazione, sapendo però che è impossibile non rapportarsi con un mondo che è diventato globale ormai da ogni punto di vista. Ecco la vera scommessa che abbiamo di fronte, e solamente stando assieme possiamo vincerla.” Sempre riferendosi al contesto alpino Dellai ha poi rimarcato “la necessità di un impegno per il recupero dei valori della democrazia e il rilancio dell’idea della partecipazione dei cittadini e dei principi della sussidiarietà e dell’autogoverno dei territori, evitando la deriva della deresponsabilizzazione. Dobbiamo dare il nostro contributo alla costruzione dell’Europa delle regioni, e tutto questo mentre assistiamo anche noi ad una crisi che non è solo economica, è la prima vera prima crisi dell’era della globalizzazione. Per superarla, al di là delle prime azioni di pura emergenza, occorre essere molto forti, dentro una visione che valorizzi quanto i territori possono dare, potenziandone le risorse in una logica di rete. Solamente così potremmo diventare un modello di globalizzazione sostenibile. Abbiamo l’ambizione di elaborare l’idea di un nuovo Tirolo, quello del Xxi secolo, un Tirolo europeo, binazionale, plurilinguistico, giovane e dinamico, in una parola glocale.”  
   
   
NAGORNO-KARABAKH: UN CONFLITTO IRRISOLTO NEL CAUCASO  
 
Strasburgo, 15 giugno 2011 - Il territorio del Nagorno-karabakh è un´enclave armena dentro i confini dell´Azerbaigian. La regione è stata devastata dalla guerra tra il 1992 e il 1994 ed è ora, di fatto, sotto il controllo dell´Armenia. Ma la mediazione internazionale non è ancora riuscita a stabilire una pace duratura nella zona. Il presidente del Parlamento Jerzy Buzek ha recentemente visitato la regione che sarà oggetto di un´audizione pubblica in commissione Affari esteri, il 15 giugno. Lo scenario attuale - Il Nagorno-karabakh è un´enclave armena etnicamente omogenea nel territorio dell´Azerbaigian, con una popolazione di circa 140 000 abitanti. Nonostante le aspirazioni indipendentistiche della regione, neppure l´Armenia, che ne detiene attualmente il controllo, la riconosce come Stato autonomo. A poco è servito il "cessate il fuoco" per mettere fine alle tensioni. Atti di violenza continuano a verificarsi tra le varie parti e molti temono che i grandi investimenti militari dell´Azerbaigian possano servire per sfidare lo status quo e tentare di riconquistare il paese con la forza. Le implicazioni per la regione - A causa del conflitto l´Armenia è stata isolata dai paesi confinanti ed è economicamente dipendente dalla Russia. La Turchia le ha chiuso i confini e all´Armenia sono rimaste solo due opzioni per il trasporto terrestre: Georgia e Iran. Anche le condutture di petrolio del mar Caspio arrivano in Turchia attraverso la Georgia e non l´Armenia. Anche la ferrovia che collegherà Azerbaigian e Turchia aggirerà il paese. Una situazione insostenibile, che la comunità internazionale è impegnata a affrontare. I tentativi di risolvere il conflitto - Sotto la presidenza congiunta di Russia, Francia e Stati Uniti, il gruppo di Minsk dell´Osce (istituito nel 1992) sta cercando di trovare una soluzione duratura nella regione. I principi da seguire, conosciuti anche come Principi di Madrid sono: La restituzione dei territori che circondano il Nagorno-karabakh al controllo dell´Azerbaigian. La determinazione dello status giuridico definitivo della zona. Un corridoio che colleghi l´Armenia e il Nagorno-karabakh. Il diritto per tutti gli sfollati interni e i profughi di far ritorno ai propri paesi di origine. In una recente visita in Azerbaigian, il presidente del Parlamento si è espresso sulla questione: "l´Ue sostiene fortemente lo sforzo internazionale per una soluzione al conflitto sul Nagorno-karabakh, sulla base dei principi di Madrid e il lavoro del gruppo di Minsk". La commissione Esteri se ne occuperà durante il suo incontro di mercoledì 15 giugno.  
   
   
"WORK AND WELFARE IN EUROPE: NEW COMPROMISES OR ONGOING DEMISE?",  
 
Bruxelles, 15 giugno 2011 - Dal 15 al 17 giugno 2011 si terrà a Bruxelles, in Belgio, un evento intitolato "Work and welfare in Europe: new compromises or ongoing demise?" ("Lavoro e welfare in Europa: nuovi compromessi o crollo che prosegue?"). L´evento si concentrerà sull´analisi dei rapporti tra lavoro e welfare. Il programma verterà su quattro aree principali: "implementare l´attivazione": discutere le principali conseguenze sociali, economiche e politiche delle varie politiche di attivazione; "trasformare la protezione sociale": trattare contenuto, politica e conseguenze dei cambiamenti nella politica sociale mirati a conciliare lavoro e welfare; "più posti di lavoro, migliori posti di lavoro?": discutere e valutare la capacità di vari paesi e riforme di combinare più posti di lavoro con una qualità prolungata o persino migliorata in questi posti di lavoro; incluse varie dimensioni del welfare, come combinare la vita lavorativa con quella famigliare. "l´Europa può aiutare?": trattare l´impatto dell´Ue nel supportare le nazioni nel loro tentativo di conciliare lavoro e welfare, oltre alla prospettiva per l´Ue di diventare più sociale. La conferenza segnerà la conclusione del progetto "Reconciling Work and Welfare in Europe" (Recwowe), una rete di eccellenza finanziata dalla Commissione europea nell´ambito del Sesto programma quadro di ricerca. Per ulteriori informazioni, visitare: http://recwowe.Vitamib.com/webevents/recwowe-final-conference    
   
   
DOMANI IL VIA ALLA CONFERENZA INTERNAZIONALE REGIONE CAMPANIA - IPALMO SU PRIMAVERA ARABA ED EUROPA  
 
 Napoli,15 giugno 2011- Comincerà giovedì 16, con inizio alle ore 15,30, presso la Sala Italia di Castel dell´Ovo, la conferenza internazionale "La Primavera Araba e l´Europa: come reagire". L´iniziativa, promossa da Ipalmo (Istituto per le Relazioni internazionali tra l´Italia e i Paesi dell´Africa, America Latina, Medio ed Estremo Oriente) e la Regione Campania, d´intesa con il Ministero degli Affari Esteri si propone di analizzare, alla luce del cambiamento in atto nell´area mediterranea intesa in senso allargato, i possibili scenari futuri e formulare proposte, come Italia e come Unione Europea, per un rilancio delle relazioni euromediterranee. La Conferenza, che si articolerà in due sessioni ed una tavola rotonda finale, affronterà le tematiche in oggetto secondo il punto di vista dei paesi della sponda Sud e Nord del Mediterraneo. Tre i panel previsti: "cosa è già avvenuto e cosa potrebbe succedere"; "la risposta europea: come rilanciare l´integrazione euro mediterranea"; "confronto tra i rappresentanti istituzionali dell´Occidente e del mondo arabo". La Conferenza sarà aperta alle ore 15.30 dai saluti istituzionali del sindaco di Napoli Luigi de Magistris e dal presidente della Regione Campania Stefano Caldoro. Seguirà una relazione introduttiva del presidente di Ipalmo Gianni De Michelis. Parteciperanno ai lavori il ministro degli Affari Esteri Franco Frattini, i sottosegretari di Stato Stefania Craxi ed Enzo Scotti.  
   
   
PROGRAMMA MED, ZOOM SULLA COOPERAZIONE TERRITORIALE EUROPEA  
 
Campobasso, 15 giugno 2011 - "Analisi, valutazione e sviluppo del Programma Med", il programma transnazionale di cooperazione territoriale europea. Questo il filo conduttore della giornata studio che si è svolta nella mattinata di ieri presso la Sala conferenze della Presidenza della Giunta regionale del Molise in Via Genova a Campobasso. I lavori sono stati aperti dall´Assessore alla Programmazione, Gianfranco Vitagliano, per essere chiusi dal Presidente della Regione Molise, Michele Iorio. Il Presidente Iorio ha evidenziato come la politica di cooperazione transfrontaliera, in una logica mediterranea, rappresenti un filone di intervento prioritario per il Governo regionale molisano. Una priorità che si rende sempre più rilevante alla luce del nuovo federalismo che impegna ogni regione a spingere al massimo sulle proprie potenzialità e sui rapporti che può instaurare con altre realtà, per la crescita economico-sociale e culturale del proprio territorio. «Va poi detto - ha concluso il Presidente Iorio - che in tempi passati la politica mediterranea non era di grosso interesse per le Istituzioni Europee. Oggi le cose stanno cambiando e il Mezzogiorno d´Italia deve raccogliere la sfida ed essere parte operativa nell´attuazione di iniziative, strategie e programmazioni europee che vedano il bacino mediterraneo, e le grosse potenzialità che esso ha, al centro dell´attenzione della Ue e dei suoi partners». Il Programma Med fa parte dell´Obiettivo 3 "Cooperazione Territoriale" della programmazione dei Fondi Strutturali 2007-2013 e copre le aree geografiche dei precedenti programmi Medocc e Archimed. Con un budget di più di 250 milioni di euro, il programma copre le regioni costiere e mediterranee di nove stati membri dell´Ue. Il tutto in considerazione che la partnership è allargata alla partecipazione dei paesi mediterranei che sono candidati o potenzialmente candidate ad entrare nell´Ue. L´obiettivo principale del è quello di fare di tutta l´area Med un territorio in grado di soddisfare il consenso internazionale per garantire la crescita e l´occupazione per le generazioni future (strategia della Conferenza di Lisbona). Sostenere la coesione territoriale che intervenire attivamente a favore della tutela dell´ambiente nel quadro di uno sviluppo sostenibile (strategia della Conferenza di Goteborg). Basato su 4 assi, il Programma Med focalizza la sua attenzione su: Innovazione: creazione e sviluppo di reti tecnologiche e scientifiche, accrescimento delle R&td regionali e delle capacità innovative, dove queste contribuiscono direttamente a realizzare uno sviluppo economico equilibrato nelle aree transnazionali (Asse 1); Ambiente: gestione delle acque, efficienza energetica,prevenzione dei rischi e attività di tutela ambientale con una chiara dimensione transnazionale (Asse 2); Accessibilità: attività per migliorare l´accesso ai servizi di trasporto e telecomunicazione se queste hanno una chiara dimensione transnazionale (Asse 3); Sviluppo urbano sostenibile: potenziamento dello sviluppo policentrico a livello transnazionale, nazionale e regionale, con un chiaro impatto transnazionale (Asse 4). La parte centrale dell´incontro è stata imperniata su alcuni interventi specifici che hanno visto le relazioni introduttive di Tarja Richard, Coordinatrice del Jts del Programma Med (Precedenti esperienze e valutazioni. Punti di forza e debolezze progettuali. Prospettive future); di Domenico Litto, Regione Campania (Obiettivi e risultati del Programma Med); di Rossella Rusca, Ministero dello Sviluppo Economico (Il futuro della politica di coesione); di Marco Lopriore, Esperto Eipa (Focus progettualità. Nuove prospettive di progettazione per l´area mediterranea); di Antonio Francioni, Direttore generale della Regione Molise (La Cooperazione territoriale in rapporti di realtà amministrativa e produttività dei territori).  
   
   
ECCO LA GERMANIA, NUOVA TIGRE TRAINANTE DELL’ECONOMIA CON L´OCSE IL DIBATTITO SU CRISI, ISTITUZIONI E SINDACATO  
 
Trento, 15 giugno 2011- È necessario investire nella ricerca e nella formazione per uscire definitivamente dalla crisi economica. Il modello tedesco deve essere d’esempio per l’intera Europa. La Germania ha saputo infatti risollevarsi dalla crisi grazie alla flessibilità interna delle sue aziende e raggiungere il tasso di occupazione più alto mai registrato dalla fine della seconda guerra mondiale ad oggi. L’italia al contrario registra un livello molto basso di qualificazione del personale con un numero di laureati pari alla metà della media Ocse (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Europeo). C’è dunque bisogno di cooperazione per uscire dalla crisi economica. Questo ciò che è emerso, il 3 giugno, al termine del convegno “Produttività e lavoro: il ruolo delle istituzioni, del sindacato e dell’impresa nell’attuale crisi economica” organizzato da Ocse-leed e Scuola sullo Sviluppo locale all’interno dell’area “Confronti” del Festival dell’Economia di Trento. Ed è il caso della Germania a dimostrare questo bisogno di cooperazione. “Tigre trainante dell’economia europea - come ha esordito Bruno Dallago, direttore della Scuola sullo sviluppo locale dell’Università di Trento - “che ha saputo uscire rinforzata dalla recente crisi economica mondiale, con un tasso di disoccupazione nel 2009 diminuito del 5%". “Le nostre imprese – ha affermato Joachim Möller, direttore dell’Istituto per la ricerca sul lavoro dell’agenzia federale tedesca per il lavoro – hanno puntato sulla flessibilità. Le aziende hanno mirato a riqualificare il loro personale accettando una diminuzione del tasso di produttività, per ora dei dipendenti, nella consapevolezza che solo così avrebbero potuto trovare una soluzione tangibile alla crisi. Gli imprenditori tedeschi, infatti, hanno sempre creduto che il capitale più importante all’interno di un’impresa sia quello umano, per questo hanno investito sulla formazione”. L’approccio vincente pare dunque essere quello di motivare e affiancare i lavoratori per spronarli a dare il meglio e far nascere nuove idee di impresa e di produttività. A riprova di ciò è sufficiente spostarsi un po’ più a nord dove si incontrano due tra i paesi europei più competitivi, Svezia e Finlandia: “Paesi che - come ha dichiarato Sergio Arzeni, Direttore del centro per l’imprenditorialità, le piccole medie imprese (Pmi) e lo sviluppo locale dell’Ocse di Parigi – hanno un livello di sindacalizzazione pari all’80% e che hanno saputo investire nella cooperazione”. O ancora, basta guardare all’Olanda che come ha raccontato Aart de Geus, vicesegretario generale dell’Ocse, “ha saputo investire nell’innovazione, chiudendo alcune imprese per aprirne altre. Per esempio è da 25 anni che l’Olanda ha smesso di produrre automobili. Ora vende il navigatore tom tom, o per meglio dire ha saputo creare un nuovo tipo di business”. Per quanto riguarda il nostro paese, come ha spiegato Dallago, si deve invece amaramente constatare che l’Italia ha un numero di laureati che è la metà della media Ocse e che si trova quindi in una posizione svantaggiata in campo di formazione e sviluppo: ”I lavoratori sono scoraggiati, non provano neanche a cercare lavoro. I nostri giovani sono tutti precari. La Germania con la sua flessibilità interna alle imprese ha superato la crisi dando speranza ai giovani. Noi con le nostre misure di flessibilità esterna alle imprese forse abbiamo messo le premesse per rallentare la fine di questa crisi’”. Appare, dunque, evidente che ci stiamo avviando in una direzione in cui il capitale umano rivestirà sempre più un ruolo fondamentale: “Sindacati e imprese devono trovare un accordo redditizio – ha concluso Aart de Gues – come hanno saputo fare i paesi del centro Europa. Ora, però, è naturale che i modelli applicati da un Paese non possono essere puramente esportati in un altro. Il settore pubblico non si può esportare. Dobbiamo quindi scoprire i punti di forza di ogni realtà e mantenere un atteggiamento sempre aperto alle strategie attuate nel resto d’Europa. Oggi per esempio si deve comprendere che è necessario investire in ricerca e sviluppo affinché lo stato incentivi la nascita di nuove start-up”.  
   
   
LIBERO SCAMBIO O PROTEZIONISMO? I DAZI NON SONO LA SOLUZIONE  
 
Trento, 15 giugno 2011 - Libero scambio o protezionismo? Questo dubbio amletico è stato al centro dell´incontro “Le parole chiave” con Gianmarco Ottaviano, docente di Economia politica dell´Università Bocconi, nella Sala conferenze della facoltà di Economia di Trento. Difficile dare una risposta ad un tema controverso, affrontato già da Platone nel Libro Ii della "Repubblica", centinaia di anni fa, e da molti altri pensatori col passare dei secoli. Quindi? Pur con tutti i suoi difetti, ad oggi il libero scambio è per molti la “migliore misura economica possibile”. I critici, però, sostengono che non sia applicabile nel mondo reale, poiché a volte possono essere indispensabili gli interventi dei governi per far fronte alle inefficienze del mercato. Ad esempio: tassare le importazioni potrebbe favorire l´economia di un Paese, ma allo stesso tempo generare una “guerra commerciale” a suon di dazi e vincoli al libero scambio che, di fatto, non produrrebbero benessere. In conclusione, ha sostenuto Ottaviano, la soluzione non possono essere dei vincoli al libero scambio, ma un coordinamento sulle politiche commerciali. Ad introdurre l´incontro Andrea Fracasso, ricercatore di Economia a Trento, che ha ripreso le parole di Dani Rodrik in apertura del Festival, sostenendo che ci sono “buone ragioni per pensare che scambi nazionali e internazionali portino benefici, ma non è detto che questo accada sempre. Ci sono - ha continuato - delle situazioni in cui possono essere opportuni dei limiti agli scambi”. Concetto ripreso dal professor Gianmarco Ottaviano, che ha fatto partire il suo ragionamento da molto lontano. “Pensiamo di vivere un momento speciale della storia economica, ma in realtà buona parte dei nostri ragionamenti sono già stati fatti millenni fa. Già Platone si chiedeva se fosse opportuno permettere il libero scambio oppure limitarlo”. Ottaviano, nella sua “lezione”, ha elencato vantaggi e svantaggi del libero scambio, cercando poi di trarre delle conclusioni. Tra gli elementi a favore ha citato il fatto che scambi più liberi creano una scelta più ampia e favoriscono, attraverso concorrenza, innovazione ed economie di scala, la crescita di un Paese. A patto che non si introducano dei vincoli al libero scambio, ovvero dei dazi. Questi, infatti, determinano prezzi più alti, consumi più bassi e generano inefficienze del sistema. Inoltre – secondo Ottaviano - qualsiasi politica che trascurasse il libero scambio verrebbe subito sfruttata da gruppi di interesse (lobbies) alla ricerca di una rendita, con una conseguente diminuzione del benessere del Paese. E i contro? Innanzitutto la convinzione che se un Paese grande (la Cina?) impone un dazio sulle importazioni o una tassa sulle esportazioni ha il potere di abbassare i prezzi delle importazioni sui mercati mondiali e genera un guadagno. Questo, però, potrebbe generare restrizioni al commercio da parte di altri Paesi ed un esito possibile sarebbe una “guerra commerciale”. Un´altra critica al libero scambio afferma che possono esserci “fallimenti” del mercato interno che a loro volta possono generare disoccupazione, sotto-utilizzo delle infrastrutture, danni ambientali causati dalla produzione privata. In conclusione, ha spiegato Ottaviano, la politica commerciale va trattata con assoluta cautela. Con la consapevolezza dell´efficienza e dell´inefficienza del mercato. Ma il messaggio che arriva dalla storia è chiaro: in assenza di un coordinamento generale su queste politiche, come scriveva appunto Platone, “faremo la guerra”.  
   
   
COMMERCIO: POLIDORI, ISRAELE ´SILICON VALLEY´ DEL MEDITERRANEO SOTTOSEGRETARIO AL COMMERCIO CON L´ESTERO APRE BUSINESS FORUM ITALO ISRAELIANO  
 
Milano, 15 giugno 2011 - "Israele e´ senza dubbio la Silicon Valley del Mediterraneo e la sua eccellenza nella ricerca si può coniugare alla perfezione con la grande capacita´ italiana nell´applicazione di tali tecnologie alla catena produttiva ed ai prodotti finiti: ricerca scientifica da una parte e ricerca applicata dall´altra possono infatti costituire gli ingredienti per una esemplare storia di successo". E´ quanto ha dichiarato il sottosegretario allo Sviluppo economico, con delega al Commercio con l´estero, Catia Polidori, inaugurando a Milano il Business Forum Italo israeliano, insieme al ministro dell´economia israeliano Shalom Simhon. L´evento, il piu´ importante momento di collaborazione economica mai organizzato tra i due Paesi, fa seguito al vertice bilaterale che si e´ svolto ieri a Roma, sotto la guida del Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e quello israeliano, Benjamin Netanyahu. Le piccole e medie imprese Italiane, infatti, ha ricordato Polidori alla platea di imprenditori di entrambi i Paesi, "sono spessissimo all´avanguardia tecnologica nei loro settori e all´avanguardia mondiale nell´evoluzione tecnologica incrementale: l´Italia eccelle nella formazione in impresa e nel "learning by doing" mentre le associazioni di categoria ed i cluster di impresa sono tra i maggiori promotori delle nostre attivita di ricerca e sviluppo". Non a caso, nel corso del Forum, nello stesso Palazzo della Borsa, hanno avuto luogo nella sola mattinata quasi 200 incontri Btob sulle risorse idriche ed altri 365 avranno luogo nel pomeriggio su altri settori, per un totale, a fine giornata, di oltre 550 "faccia a faccia" tra imprenditori".  
   
   
LOMBARDIA/ISRAELE. FORMIGONI E SIHMON RILANCIANO RAPPORTI DICHIARAZIONE COMUNE PER SVILUPPO SCAMBI IN SANITÀ E AMBIENTE EXPO, IL MINISTRO DI TEL AVIV CONFERMA PRESENZA DEL SUO PAESE  
 
 Milano, 15 giugno 2011 - "Con la sua riforma della sanità Regione Lombardia ha dimostrato grandissimo coraggio. Il presidente Formigoni è riuscito a comprendere ciò di cui i cittadini hanno realmente bisogno. Il sistema sanitario israeliano è considerato uno dei migliori al mondo, ma chi da noi ha promosso grandi cambiamenti in questo ambito non è mai stato rieletto. Cercheremo di capire come sia possibile che Formigoni, pur avendo dato vita a una grande riforma, sia stato rieletto". Inizia così, con i complimenti al presidente della Regione, Roberto Formigoni, il colloquio riservato con il ministro dell´Industria, del Commercio e del Lavoro di Israele, Shalom Simhon culminato con la sottoscrizione di una dichiarazione congiunta per l´ampliamento della collaborazione bilaterale: palcoscenico dell´incontro Palazzo Mezzanotte a Milano in occasione del primo Forum italo-israeliano con oltre 500 incontri business to business. Accanto a Formigoni erano presenti gli assessori regionali Marcello Raimondi e Luciano Bresciani, e il sottosegretario per l´attuazione del programma, Paolo Alli. La Collaborazione Tra Lombardia E Israele - "Il futuro della nostra collaborazione - ha detto il ministro - è forte. Saremmo felici di aumentare la nostra cooperazione in diversi ambiti". Il riferimento di Simhon è a due ambiti specifici: quello dello della sanità e quello della gestione delle acque. "In Israele ci sono tante società che si occupano delle sviluppo della gestione tecnologica in ambito sanitario: tramite il nostro ufficio del commercio possiamo individuare una via rapida per lo scambio di tecnologie nella sanità". Anche nel settore dell´ambiente "Israele - ha detto Simhon - è diventato un riferimento nel mondo: nel settore della gestione delle acque, in particolare, abbiamo introdotto una serie di innovazioni tecnologiche che siamo pronti a mettere a disposizione della vostra regione". A questo proposito Israele ha invitato la Lombardia a partecipare, dal 15 al 17 novembre, alla manifestazione Watec che si svolgerà a Tel Aviv: a rappresentare la Giunta lombarda ci sarà - ha confermato Formigoni al ministro - l´assessore Raimondi assieme a una delegazione di imprenditori lombardi. Il Grande Accordo Del 2008 - "Gli scambi tra Lombardia e Israele - ha notato Formigoni - stanno funzionando molto bene in ambiti molto importanti quali la sanità e la cooperazione scientifica. In particolare, quello medico e sanitario è uno dei settori privilegiati della collaborazione tra lo Stato di Israele e il nostro territorio; l´accordo bilaterale di collaborazione nei settori della sanità e della medicina tra Regione Lombardia e Governo Israeliano, che ho sottoscritto in occasione della mia ultima missione del 2008, prevedeva la promozione dello scambio di esperienze e lo sviluppo di progetti congiunti. Grazie a questo accordo si sono rafforzati gli scambi di esperienze e oggi sono numerosi i gemellaggi sanitari tra gli ospedali israeliani e quelli lombardi. C´è poi un ulteriore settore strateigo nei rapporti della Lombardia con Israele, quello della cooperazione scientifica. "Dal 2010 - ha ricordato il presidente - sono attivi 11 progetti di cooperazione scientifico-tecnologica fra realtà lombarde e università e centri di ricerca israeliani". La Nuova Intesa - Alla luce di questo percorso già avviato - ha detto Formigoni prima della firma odierna della dichiarazione d´intenti - "è nostra volontà rafforzare verso l´alto la collaborazione, scambiandoci best practices nei settori della sanità, della ricerca e dell´ambiente". Il testo sottoscritto prevede l´ampliamento della collaborazione lo sviluppo di attività comuni per l´applicazione di nuove tecnologie nell´ambito dell´ambiente e dell´energia "che possano - si legge nel documento - coinvolgere i rispettivi mondi imprenditoriali". Nell´intesa sono previste, inoltre, nuove azioni finalizzate a rafforzare gli scambi tra aziende, università e centri di ricerca, compreso l´invio di delegazioni che partecipino a missioni, seminari e corsi di formazione. Insieme Verso L´expo - Sforzi congiunti, infine, anche sul fronte dell´Expo del 2015: Israele ha confermato la sua presenza all´Esposizione in programma a Milano: "Ringraziamo il vostro Paese - ha concluso Formigoni - per aver deciso di essere presenti all´Esposizione che si svolgerà a Milano". "Parteciperemo molto volentieri - ha commentato Simhon - e ci piacerebbe molto offrire il nostro contributo alla preparazione di questo grande evento, mettendo a disposizione l´esperienza maturata nell´organizzazione di manifestazioni nel mondo".  
   
   
FORUM ECONOMICO ISRAELE.FORMIGONI: PIÙ POLITICA,PIÙ SCAMBI IL PRESIDENTE: GUARDIAMO AL MONDO SENZA GABBIE IDEOLOGICHE E A LUGLIO LA LOMBARDIA OSPITERÀ LA CONFERENZA EURO-ARABA  
 
Milano, 15 giugno 2011 - "La crescita dei rapporti commerciali dipende dalla crescita dei rapporti politici. Dobbiamo avere il coraggio di mettere più politica, più cultura e più capacità di visione: l´Italia e la Lombardia possono e vogliono essere protagoniste di queste relazioni che sono la premessa fondamentale per la crescita degli scambi commerciali". Il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni indica così le priorità che sono alla base delle relazioni bilaterali tra l´Italia e le altre nazioni del mondo. L´occasione è il primo Forum italo-israeliano dedicato al business, organizzato oggi a Palazzo Mezzanotte: presente, sul tavolo dei relatori assieme a Formigoni, il ministro dell´Industria, Commercio e Lavoro Shalom Simhon, l´ambasciatore israeliano in Italia Gideon Meir, il sottosegretario italiano per lo Sviluppo economico Catia Polidori, il presidente della Provincia di Milano Guido Podestà e il presidente di Promos Bruno Ermolli. In platea presenti anche gli assessori regionali Marcello Raimondi, Luciano Bresciani e Stefano Maullu. Lavoriamo Per Abbattere Gli Steccati - La Lombardia - dice Formigoni al Forum - "è disponibile a ospitare analoghe iniziative, che contribuiscano ad abbattere gli steccati grazie a una conoscenza più profonda e complessiva dei popoli e degli universi del Mediterraneo. Regione Lombardia auspica che tutti gli attori politici ed economici, le istituzioni, le realtà profit e no profit sappiano farsi fautori di una vera innovazione, che includa un modo nuovo di guardare all´altro da sé". L´amicizia Con Il Medioriente - Il pensiero di Formigoni è a tutta l´area del Medioriente: "La nostra amicizia di Italiani con Israele è senza se e senza ma, non ha tentennamenti né incertezze. In questa direzione abbiamo sempre lavorato in questi anni e abbiamo costruito una cultura di accoglienza e di apertura. Anche in questo possiamo essere portatori di innovazione: diventare capaci di guardare senza gabbie concettuali a ciò che accade nel mondo". Per il presidente è "interesse di tutti, mondo imprenditoriale ed economico compresi, che a nessun Paese sia negato il diritto a farsi conoscere meglio e a cercare prioritariamente nel rapporto fra le società civili le prospettive di riconciliazione, coesistenza e pace che tutti auspichiamo". L´amicizia - ha proseguito il presidente - "si estende ad altri Paesi e ad altri popoli del Medioriente. Tra poche settimane la Lombardia ospiterà il forum delle Pmi dei Paesi della Lega Araba, offrendo concreti spunti e misure al rafforzamento del partenariato economico tra la Lombardia e quella zona del mondo. Inoltre, nel prossimo autunno, Regione Lombardia organizzerà, assieme alla Camera di Commercio di Milano e al Ministero degli Esteri, la terza edizione del Forum economico e finanziario del Mediterraneo. In quel contesto Governi e privati potranno approfondire la possibilità di azioni e politiche concrete, finalizzate all´integrazione e alla cooperazione economica e finanziaria di tutta l´area euro-mediterranea".  
   
   
REGIONE EMILIA ROMAGNA: LA GIUNTA APPROVA L´ASSESTAMENTO DI BILANCIO. PIÙ RISORSE PER SANITÀ, GREEN ECONOMY E SICUREZZA DEL TERRITORIO  
 
 Bologna, 15 giugno 2011 – Risorse per garantire prestazioni aggiuntive e l’eccellenza per la sanità dell’Emilia-romagna, sostegno alla green economy e per la messa in sicurezza del territorio. L’assestamento del bilancio 2011, approvato ieri dalla Giunta regionale, è una manovra contenuta, per effetto dei tagli previsti dalle norme statali che hanno ridotto le disponibilità della Regione Emilia-romagna di 346,8 milioni di euro nel solo 2011. L’assestamento, che complessivamente ammonta a 102,7 milioni di euro, quasi tutti provenienti da risorse regionali proprie, incrementa il totale delle risorse iscritte nel bilancio di previsione di appena lo 0,75% e incide per 72,2 milioni di euro sulle spese correnti e per 22 milioni di euro sulle spese di investimento. La manovra conferma pertanto le scelte fondamentali già assunte con la legge di bilancio preventivo 2011 individuando nella sanità e nelle politiche per lo sviluppo economico i principali settori di intervento. In particolare, tra le voci più rilevanti, ci sono i 60 milioni di euro per la sanità, destinati a integrare le disponibilità finanziarie derivanti dall’erogazione di prestazioni aggiuntive rispetto ai livelli essenziali di assistenza (Lea) e 8,5 milioni di euro a sostegno del programma di investimenti per la realizzazione o il completamento di strutture, impianti, attrezzature e tecnologie a destinazione sanitaria. Nel campo della formazione sono stati previsti 1 milione di euro per le borse di studio a studenti universitari e 1 milione per l’edilizia universitaria, mentre 650 mila euro andranno a interventi nel campo dell’assistenza sociale. Sono 2 i milioni di euro destinati a promuovere l’economia verde, con il sostegno agli investimenti delle piccole e medie imprese; 4 i milioni per gli interventi di ristrutturazione straordinaria di strade, anche comunali e provinciali, danneggiate dagli eventi atmosferici, mentre 2 quelli per i lavori urgenti di messa in sicurezza del territorio, difesa del suolo e della costa e per gli interventi su opere di bonifica. 1,1 milioni di euro sono, inoltre, stanziati per interventi in campo ambientale previsti dal piano regionale; 0,55 milioni di euro per contributi finalizzati a compensare le perdite subite dalle imprese agricole per l’abbattimento di colture infette e 1,5 milioni di euro per le nuove Comunità montane e le Unioni di comuni a seguito del sostanziale azzeramento dei trasferimenti dello Stato. Con l’assestamento vengono poi destinati 2,5 milioni di euro di spese correnti e 1,5 milioni di euro di spese di investimento per cultura, sport e progetti per i giovani. Prosegue, infine, l’impegno della Regione per garantire a tutto il territorio l’accesso alla rete veloce internet, con ulteriori 9,5 milioni di euro (per il triennio 2011-2013), di cui 7,5 milioni per la copertura a banda larga anche del territorio rurale.  
   
   
ECONOMIA FVG: OGGI RIUNIONE COMITATO SORVEGLIANZA POR FESR  
 
 Trieste, 15 giugno 2011 – Oggi si riunisce a Udine, il quarto Comitato di Sorveglianza del Programma Operativo Regionale (Por Fesr) Obiettivo Competitività regionale e occupazione della Regione Friuli Venezia Giulia per l´anno 2011. Il Comitato di Sorveglianza ha la funzione di accertare l´efficacia e la qualità dell´attuazione del Programma, verificandone il funzionamento, lo stato di avanzamento e la correttezza delle procedure. Il Por Fesr Obiettivo Competitività regionale ed occupazione 2007/2013 promuove la realizzazione di innumerevoli progetti per sostenere l´economia regionale e permettere al territorio di competere in ambito nazionale e internazionale. Sono già stati emanati 24 bandi per la realizzazione di progetti diversi all´interno degli obiettivi delineati dal Por: rafforzare la competitività delle imprese (Asse 1), promuovere la sostenibilità ambientale (Asse 2), sviluppare il trasporto e i servizi informatici (Asse 3), favorire la coesione interna e la crescita territoriale equilibrata (Asse 4), promuovere l´eco-sostenibilità di lungo termine della crescita economica e l´utilizzo di fonti energetiche rinnovabili (Asse 5). L´asse 6 riguarda invece l´assistenza tecnica al Programma. Al Comitato presenzieranno i funzionari del ministero dello Sviluppo economico e, nello specifico, del dipartimento di Sviluppo e coesione economica, l´ispettorato generale per i Rapporti finanziari con l´Unione europea (Igrue) e la Commissione europea. Saranno inoltre presenti i rappresentanti del mondo economico ed istituzionale della regione.  
   
   
REFERENDUM, AFFLUENZA RECORD IN TOSCANA: SOLO SEI COMUNI SOTTO IL QUORUM  
 
Firenze,15 giugno 2011- Affluenza record in Toscana per i referendum sull’acqua, il nucleare e il legittimo impedimento. Non è la prima volta: da sempre la partecipazione è in Toscana più elevata della media nazionale. Le uniche due eccezioni, dal 1974 ad oggi, sono stati i referendum sulla caccia del 1990 e del 1997. Ma stavolta l’affluenza e la voglia di votare è stata davvero alta e con percentuali che, a seconda dei quesiti, oscillano tra il 63,56 e il 63,59 per cento la Toscana si è conquistata il terzo podio assoluto, superata solo dal Trentino Alto Adige (64,61%) e dall’Emilia Romagna (64,20%). La provincia toscana con la maggiore affluenza alle urne è stata quella di Firenze (67,52%) e le ultime Lucca (58,59%) e Massa-carrara (60,35), precedute a ruota da Prato (60,38%). Firenze è anche il capoluogo di regione primo in Italia, con il 64,95% di elettori che hanno votato. In tutte le province è stato raggiunto il quorum. In quattro province su dieci – Grosseto, Livorno, Pistoia e Massa-carrara – ci sono però stati comuni dove alle urne è andata meno della metà degli elettori: sei in tutto. E’ successo all’isola del Giglio, dove l’affluenza è stata del 42,57%. E’ successo di nuovo a Marciana (49,39%), Capoliveri (47,59%) e Capraia Isola (40,96%), sempre nell’arcipelago, e a Bagnone (47,58%) in provincia di Massa-carrara. E’ successo anche a Montecatini Terme (49,80%) in provincia di Pistoia. Una serie di tabelle dettagliate sulla partecipazione ai referendum nei 287 comuni toscani è disponibile in un fascicolo che può essere consultato sul sito della Regione Toscana, nelle pagine dell’Osservatorio elettorale.  
   
   
MARCA ADRIATICA, IORIO: «SINERGIA TRA TERRITORI»  
 
 Campobasso, 15 giugno 2011- Intervenendo nel pomeriggio del 13 giugno a Pescara, presso la sede di Confindustria Abruzzo, in un convegno dal titolo "Marca Adriatica - Abruzzo, Marche, Molise al Futuro", il Presidente della Regione Michele Iorio ha dichiarato: «In tempo di federalismo non c´è più spazio per l´enfatizzazione delle differenze e per ribadire continuamente il concetto di autonomia. E´invece imperativo far ricorso a tutte le possibili iniziative che consentano ai territori di svilupparsi lavorando in sinergia tra loro per fare massa critica e creare sviluppo e crescita socio-economica. L´euroregione Adriatica nasce a Termoli nel 2004 pensando proprio alla realizzazione di un grande organismo che unisca venti milioni di cittadini, appartenenti a varie regioni ed enti locali, a loro volta parte di diversi Stati e accomunati dall´essere bagnati dal Mare Adriatico. Tutti questi soggetti istituzionali, economici, scientifici e culturali sono legati da una storia comune millenaria, da rapporti antichi e da interessi reciproci, che hanno al centro la realizzazione di una concreta politica adriatica in un´ottica mediterranea per creare nuovo sviluppo e crescita diffusa e duratura. Un processo di messa in campo di sinergie comuni a cui il Molise ha lavorato molto e che ha visto in questi anni nascere rapporti stabili tra istituzioni, tra aziende e tra esponenti della cultura. In quest´ottica si inserisce molto bene il rapporto tra Molise, Abruzzo e Marche che si trovano ad essere il baricentro dell´Euroregione Adriatica e possono ben operare, anche all´interno delle politiche nazionali, e nell´ottica federalistica, per trovare progetti comuni, programmi di sviluppo condivisi e iniziative da intraprendere nell´interesse reciproco». All´incontro sono intervenuti anche il Presidente della Regione Abruzzo, Giovanni Chiodi, e il Senatore Mario Baldassarre.  
   
   
RAPPORTO BANKITALIA, LA SODDISFAZIONE DELLA REGIONE CAMPANIA. CALDORO: "CRESCIAMO IN RICERCA E INNOVAZIONE"  
 
Napoli,15 giugno 2011- "Grande soddisfazione" è stata espressa dalla Regione per i dati del Rapporto della Banca d’Italia sulla economia della Campania. "La Banca centrale - sottolinea il presidente Stefano Caldoro - riconosce lo sforzo prodotto dalla Regione con la riorganizzazione degli investimenti pubblici in ricerca e sviluppo avviata l´anno scorso. "Andremo avanti su questa strada nei prossimi mesi. E´ nostro intendimento produrre tutti gli sforzi utili per crescere ulteriormente in innovazione”, conclude Caldoro. "E´ un fatto di straordinaria importanza - aggiunge l’assessore alla Ricerca scientifica della Regione Campania, Guido Trombetti - che la neonata Agenzia Regionale per l´Innovazione, Campania Innovazione, sia oggetto di citazione nell´importante documento economico stilato dalla banca centrale italiana. "Con essa perseguiamo l’obiettivo di incrociare l’esigenza di innovazione delle imprese e la ricerca condotta nei nostri centri", conclude Trombetti.  
   
   
ABRUZZO: PRESIDENTE CHIODI PROMULGA DUE NUOVE LEGGI REGIONALI  
 
L´aquila,15 giugno 2011- Due le nuove leggi regionali promulgate dal presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi. La prima è la legge n.15 del 27 maggio 2011 recante "Adozione dei modelli di organizzazione e di gestione ai sensi dell´articolo 6 del Decreto legislativo 8 giugno 2001 n. 231 (Disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di responsabilità giuridica, a norma dell´articolo 11 della legge 29 settembre 2000 n. 300) e modifica dell´articolo 67 della Legge regionale n. 1 del 2001". La seconda legge promulgata, la n. 16 del 3 giugno 2011, reca "Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 10 gennaio 2011 n. 1 concernente ´Disposizioni finanziarie per la redazione del bilancio annuale 2011 e pluriennale 2011-2013 della Regione Abruzzo (Legge finanziaria regionale 2011) e alla legge regionale 10/08/2010 n. 38´".  
   
   
DISCORSO DEL SINDACO DI MILANO GIULIANO PISAPIA AL BIE  
 
Milano, 15 giugno 2011 - Di seguito il discorso di ieri del sindaco Giuliano Pisapia all’Assemblea Generale del Bie a Parigi. Signor Presidente dell’Assemblea Generale, Signor Segretario Generale, Rappresentanti dei Paesi membri del Bie - E’ un grande onore e piacere per me prendere parte all’Assemblea Generale del Bureau International des Expositions -Bie- in qualità di neo – Sindaco della Città di Milano, la Città che ospiterà nel 2015 l’Esposizione Universale. Vorrei aprire il mio intervento con una due semplici parole: impegno e responsabilità. La nuova amministrazione è già pronta a contribuire al successo sostegno di Expo Milano 2015, il principale evento internazionale che l’Italia ospiterà nei prossimi anni e che quindi rappresenta una straordinaria occasione. Per Milano, per l’Italia e per il mondo. Desidero altresì esprimere il mio sincero apprezzamento per il lavoro fin qui svolto dalla società organizzatrice, Expo 2015 S.p.a. Il progetto sviluppato dall’Amministratore Delegato e dal suo management team ha trovato il pieno sostegno del Bie in occasione della Registrazione di Expo 2015 da parte dell’Assemblea Generale lo scorso 23 novembre e ne vogliamo oggi ribadire la piena validità. Nei giorni scorsi è stato risolta una delle questioni più complesse legate a Expo Milano 2015, quella dei terreni, come ha avuto modo di illustrarvi nel dettaglio il Presidente Formigoni. Expo Milano 2015 sarà un volano per lo sviluppo economico della nostra città, uno strumento importantissimo di evoluzione sociale, culturale ed economica. Abbiamo davanti un importante e impegnativo percorso. Arriveremo in fondo con successo solo se saremo in grado di camminare tutti insieme. Il mio contributo personale e politico per Expo Milano 2015, come Sindaco di Milano, si concentrerà sul rafforzamento di alcuni dei concetti chiave del progetto contenuto nel Dossier di Registrazione. Mi riferisco in primo luogo alla dimensione “solidale” dell’Expo nella quale il tema “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita” trova piena espressione. Nonostante i leader mondiali, con il primo Obiettivo di Sviluppo del Millennio, si siano proposti di dimezzare entro il 2015 la percentuale di popolazione colpita dalla fame, negli ultimi anni il numero di persone affamate è di fatto cresciuto toccando nel 2010 il miliardo di persone. E’ questa una sfida alla quale Milano ed Expo 2015 non possono sottrarsi. Lo sviluppo di progetti di Cooperazione Internazionale legati al tema dell’Expo; un concreto aiuto per la partecipazione dei Paesi in Via di Sviluppo all’Expo; e la creazione, come eredità immateriale dell’evento di un Centro per lo Sviluppo Sostenibile, sono gli elementi portanti del carattere “solidale” della nostra Expo. Milano è nota per essere la capitale della solidarietà e cooperazione internazionale grazie alle centinaia di associazioni, Ong e fondazioni che operano sul territorio e che hanno già contribuito a promuovere nei Paesi del Sud del mondo progetti legati al tema di Expo. Chiameremo la Milano della solidarietà a mobilitarsi su questa sfida con l’aiuto di Expo Milano 2015. E approfitteremo di questa grande occasione per cominciare a disegnare un futuro sostenibile e più giusto. La Milano che tutti i cittadini vogliono e per la cui realizzazione sono stato eletto è, e vuole essere, una città sostenibile ed ecologica. Expo Milano 2015 dovrà quindi non solo essere realizzata avendo come riferimento questi principi, ma aiutare a metterli in pratica nella trasformazione della Città. Proprio per questo, e per gli obiettivi che vogliamo e intendiamo raggiungere, dobbiamo tutti insieme operare per rendere reale la progettualità connessa alla preparazione dell’evento, sulla base di quanto vi illustrerà adesso l’Amministratore Delegato di Expo 2015. Il mio impegno sarà perché vi sia un grande coinvolgimento sin da subito di tutta la cittadinanza. Non una Expo di pochi e per pochi, ma una Expo per tutti. Lascio la parola all’amministratore delegato della Società Expo 2015, Giuseppe Sala, che illustrerà la progettualità connessa alla preparazione dell’evento. Grazie per l’attenzione.  
   
   
ACCELERATORI DEL SISTEMA: LA LEVA DEGLI INVESTIMENTI PUBBLICI IL PUNTO DI VISTA TECNICO SULL´ECONOMIA TRENTINA  
 
Trento, 15 giugno 2011- Acceleratori del sistema: la leva degli investimenti pubblici nello sviluppo economico. Questo il tema del dibattito, del 3 giugno, proposto nello spazio "La tenda aperta" in Piazza Duomo. Un incontro nell´ambito dei focus sull´economia trentina che ha visto la partecipazione di Raffaele De Col (dirigente generale Dipartimento protezione civile e infrastrutture – Provincia autonoma di Trento), Diego Laner (Consigliere Trentino Sviluppo), Paolo Ferrari (Dipartimento Lavoro - Uil del Trentino), Paolo Tonelli (Assistente di presidenza - Federazione Trentina Cooperazione). Fra gli elementi evidenziati nella discussione la necessità di una logica di rete fra le diverse realtà del territorio e quella di un sistema economico in grado di favorire le aggregazioni di impresa e quindi in grado di creare una rete imprenditoriale forte. Solo così si potranno affrontare le difficili sfide del futuro e andare oltre la crisi e la precarietà che sta colpendo più il mondo del lavoro a partire dai giovani. Sulle responsabilità del pubblico nell’ambito di un ruolo di acceleratore di sistema è intervenuto Raffaele De Col. “C’è la necessità di intervenire con investimenti e non con incentivi – ha sottolineato - ma ci sono anche delle regole di mercato comunitario e norme di Stato da rispettare”. Per questo ha detto De Col "cerchiamo di far sì che innovazione e sviluppo si integrino con una modalità diversa di accesso alle gare pubbliche. Sui grandi investimenti la rapidità è molto produttiva anche per evitare l’ingresso di capitali non puliti e intendiamo procedere anche favorendo l’aggregazione di impresa per creare una rete imprenditoriale in grado di superare la frammentazione”. Diego Laner ha evidenziato come “Trentino Sviluppo operi a favore del sistema economico e delle imprese trentine attraverso tre direttive di base: il servizio alle imprese, l’area immobiliare e il capitale di rischio per le imprese. Il tutto in un’ottica di sinergia e di coordinamento”. Importante anche, secondo Laner, la razionalizzazione dei siti e delle aree produttive sul territorio provinciale per rendere più competitivo e produttivo il sistema economico territoriale. Laner si è anche detto favorevole alle partecipazioni pubbliche ma solo in un contesto di utilità non solo per il singolo beneficiario ma per tutta la filiera, valutando quindi tutte le ricadute di ogni singolo investimento. Paolo Tonelli ha posto l’accento sulla differenza dei tempi di investimento nell’ottica del mercato rispetto a quelli di un soggetto come quello del movimento cooperativo trentino: “Alla base della Cooperazione c’è un capitale intergenerazionale intoccabile, pari al momento a 2, 56 miliardi di euro, che non può essere toccato né diviso e che ci permette di avere una visione più ampia rispetto a quella dell’immediato e della contingenza a cui guarda appunto il mercato con le sue logiche”. Tonelli ha anche sottolineato l’importanza del sistema scolastico in relazione al mondo del lavoro: “Un sistema che in Trentino ha raggiunto ottimi livelli ma le cui linee guida devono essere proprio per questo ancora di più all’ìnsegna della qualità della spesa. Così come anche l’Università trentina deve intrecciarsi sempre più con la società e l’economia del territorio”. Il sindacalista della Uil Paolo Ferrari ha invece evidenziato le ricadute positive che potrebbero avere sul sistema economico trentino i lavori per il nuovo asse ferroviario del Brennero, ma solo a patto che si possa costituire un consorzio di imprese forte, altrimenti è difficile sostenere il peso della concorrenza. Ferrari ha anche parlato della crisi economica e delle sue ripercussioni sul mondo del lavoro: “Non si può dire che la crisi abbia risparmiato il Trentino, nonostante gli sforzi apprezzabili della Provincia, e questo lo si legge nei numeri che penalizzano giovani e donne. Anche per questo è sempre più necessaria una riflessione sulla stabilizzazione dei posti di lavoro per far uscire molte categorie dall’instabilità del precariato”.  
   
   
INTESA REGIONE BASILICATA SINDACATI SUL PERSONALE EX COMUNITÀ MONTANE GARANTITI SIA GLI ASSUNTI CHE I PRECARI. CI SARÀ UN RUOLO SPECIALE REGIONALE. DE FILIPPO: ABBIAMO TAGLIATO POLTRONE, NON POSTI DI LAVORO, PER MIGLIORARE I SERVIZI”  
 
 Potenza, 15 giugno 2011 - Un’intesa per garantire i lavoratori delle ex comunità montane nel passaggio al nuovo sistema di governance delle Aree Programma è stata raggiunta da Regione Basilicata e i sindacati Cgil, Cisl e Uil. L’accordo, dando seguito a quelle che erano le volontà dichiarate dalla giunta presieduta da Vito De Filippo all’atto dell’approvazione nelle nuove norme, garantisce sia i lavoratori regolarmente assunti presso le Comunità Montane che quelli impiegati con contratti Lsu e Cococo. Il tutto partendo da un “impegno della Regione al finanziamento integrale delle spese per il personale” espressamente richiamato nell’accordo sottoscritto con i sindacati. Per il personale assunto, si procederà alla istituzione di un ruolo speciale regionale ad esaurimento e alla stipula di accordi di mobilità per ciascuna area programma che saranno definiti tra gli enti interessati e le organizzazioni sindacali. Si procederà alla individuazione delle amministrazioni interessate ad acquisire personale proveniente dalla ex Comunità Montane e si definiranno compiti e dotazione organica (per categoria e profilo professionale) degli “Uffici Comuni” che dovranno svolgere i compiti nelle diverse aree programma. Nell’attuazione della mobilità, si salvaguarderà “la permanenza dei lavoratori nelle aree geografiche corrispondenti alle ex Comunità Montane e che ricomprendono il comune di residenza” cercando di limitare le percorrenze verso le nuove sedi di lavoro. I processi di mobilità garantiranno inoltre professionalità acquisiti e relativi trattamenti giuridici ed economici”. Si procederà, inoltre,a d incentivare la mobilità volontaria verso altri enti e amministrazioni e sarà garantita un’area di contrattazione decentrata “il più possibile contigua a quella della Regione Basilicata, tale da garantire uniformità sul territorio regionale”: Quanto al personale Lsu e Coco Co in servizio presso le Comunità Montane e l’Uncem regionale, l’intesa garantisce il mantenimento dello status economico e giuridico già acquisito e sancisce che “la Regione Basilicata acquisirà la titolarità dei progetti per il tempo necessario a individuare gli enti che saranno destinatari delle deleghe in materia di formazione e ambiente. Agli stessi enti, ai quali saranno trasferiti i sopra citati lavoratori precari, La Regione Basilicata assicurerà le risorse necessarie al mantenimento del suddetto personale, anche al fine di avviare e concludere futuri percorsi di stabilizzazione”. “Si tratta di un intesa che esplicita solamente quelle che erano comunque delle idee ben chiare della Giunta – spiega il presidente De Filippo – poiché avevamo da sempre sostenuto che la riforma tagliava poltrone non posti di lavoro. I dipendenti saranno tutti garantiti nel migliore dei modi e questo anche perché su di loro contiamo per fornire servizi adeguati a tutti i territori”.  
   
   
LAZIO, POLVERINI SIGLA CONVENZIONE CON INPS PER RILASCIO DEL DURC PRIMA REGIONE IN ITALIA AD ADOTTARE UNO STRUMENTO INNOVATIVO PER LE AZIENDE IN DIFFICOLTÀ  
 
Roma,15 giugno 2011- In arrivo dalla Regione Lazio una "boccata d´ossigeno" per le imprese del territorio: grazie ad una convenzione sottoscritta ieri dal presidente Renata Polverini ed il presidente dell´Inps, Antonio Mastrapasqua, da lunedì sarà operativo un fondo di garanzia Durc, appositamente costituito per aiutare le imprese in difficoltà con i debiti previdenziali. Ad illustrare il nuovo strumento, studiato dai tecnici dell´assessorato al Bilancio ed il cui schema è stato approvato in Giunta il 20 maggio scorso, è stata la stessa Polverini, insieme al presidente Mastrapasqua, nel corso di una conferenza stampa presso la sede della Regione. “Oggi – ha spiegato Polverini - le imprese non vengono pagate dagli enti pubblici a causa dei ritardi dovuti alla situazione economica, ciò non consente loro di versare i contributi previdenziali e questo non fa rilasciare il Durc, Documento Unico di regolarità contributiva, dall´Inps. Quindi, di fatto, l´impresa è costretta a fallire. Nel Lazio da oggi non sarà più così”. Grazie alla convenzione infatti, che fa parte del pacchetto “Lazio4impresa”, le aziende alle prese con debiti previdenziali potranno contare su un intervento diretto della Regione all´Inps, per una dilazione dell´obbligo contributivo, o tramite una banca convenzionata per la concessione del finanziamento destinato al pagamento del debito contributivo. “Siamo la prima Regione in Italia ad introdurre questo strumento, - ha detto Polverini - che presenterò in Conferenza delle Regioni per dare la possibilità agli altri governatori di conoscere il provvedimento e valutare se seguire l´esempio del Lazio”. Soddisfatto anche il presidente Mastrapasqua che ha definito la convenzione “una soluzione semplice ma geniale, che interrompe un circolo vizioso che portava l’azienda a fallire. Spero che anche altre Regioni – ha detto – possano prendere spunto ed imitare il Lazio”. Tutte le informazioni sulla convenzione possono essere ottenute chiamando il numero verde regionale 800 012 283.  
   
   
LAVORO: REGIONE ABRUZZO E CGIL HANNO GIA´ FIRMATO IL PATTO  
 
L´aquila,15 giugno 2011- Di seguito le dichiarazioni dell´assessore al Lavoro, Paolo Gatti, che risponde alla Cgil. "Leggo da giornali che la Cgil mi invita a sottoscrivere un piano per il lavoro. E allora mi chiedo se Cgil dimentica i documenti dove appone le proprie firme? La Regione Abruzzo e i sindacati hanno già firmato un piano per il lavoro che comprende le scelte condivise per tentare insieme di stimolare l´occupazione e sostenere i lavoratori in difficoltà. Un piano che in questi due anni di crisi economica ci ha visto, sempre insieme e in piena armonia, nelle sedi istituzionali preposte, ovvero il Cicas e la Commissione Tripartita, prendere provvedimenti per un ammontare complessivo di oltre 350 milioni di euro. Penso, solo per citare i progetti di maggiore impatto, alla gestione dei 134 milioni di euro del Piano Operativo 2009/10/11 del Fondo Sociale Europeo, ai 24 milioni di euro per il progetto ´Lavorare in Abruzzo´, agli oltre 200 milioni di euro di risorse governative per gli ammortizzatori sociali in deroga, agli oltre 6 milioni di euro per il progetto ´Obiettivo Giovani Abruzzo´ ". "Da tempo siamo abituati, prosegue Gatti , ad interloquire con due Cgil: quella responsabile e dialogante che siede nei tavoli istituzionali preposti al confronto fra mondo sindacale e governo regionale e quella inutilmente e strumentalmente polemica, che leggiamo sui giornali. Ovviamente preferiamo la prima Cgil, l´altra, purtroppo, paga il prezzo della vocazione politica di un sindacato che ritiene di dover giocare un doppio ruolo in commedia. Le politiche per il lavoro le abbiamo costruite tutti insieme, stanno funzionando bene e stanno producendo buoni risultati. L´abruzzo, infatti, presenta dati incoraggianti che ci indicano come anche in una fase fase complessa, la nostra economia sta ben fronteggiando la crisi".  
   
   
PAROLA D´ORDINE: FARE ASSIEME E VIVERE POSITIVO ALLA “TENDA APERTA” IN PIAZZA DUOMO SIGNIFICATIVE ESPERIENZE SOCIALI E INTERPERSONALI  
 
Trento, 15 giugno 2011 - All´ombra de "La tenda aperta" in piazza Duomo, il 5 giugno, si è parlato delle buone pratiche per vivere positivamente relazioni sociali e interpersonali, indispensabili al benessere di una comunità. Ospite l’Associazione “Vivo positivo la mia città”, il cui scopo è quello di organizzare eventi per la diffusione delle buone pratiche di condivisione sociale. Altro protagonista è stata l’esperienza degli Ufe (Utenti e Familiari Esperti) del Servizio di salute mentale di Trento, modello di cura in ´condivisione´ esportato in Italia e nel mondo. ‘Vivo positivo’ ha sviluppato in questi anni diversi progetti come i Qri (Quoziente Relazioni Interpersonali), la Bottega dei sogni, il Casting di voci sorridenti e la Multa al contrario. Quest’anno l´associazione ha realizzato un ´iniziativa rivolta al mondo universitario trentino dal titolo ‘Indovina chi viene a cena’. Un progetto volto a favorire l´incontro tra la città di Trento e i trentini con gli studenti universitari che vogliono vivere la città. Famiglie trentine si sono rese disponibili a ospitare a cena e a pranzo gli studenti, e si è creata così la possibilità di trovarsi attorno alla tavola imbandita, facilitati nell’incontro da una comunanza di interessi scoperti in base ai questionari compilati che rivelano i gusti culinari, i passatempi e le passioni di ognuno. Con Renzo De Stefani (Primario Dipartimento di psichiatria A.p.s.s.), Valentina Spagni (in rappresentanza di Luisa Tamanini, coordinatrice Associazione Vivo positivo) e con Maurizio Capitanio si è parlato dell’importanza del ‘fare assieme’ nel campo della psichiatria e nel quotidiano di ognuno di noi. Il Servizio di salute mentale di Trento con l’esperienza degli Ufe (Utenti e Familiari Esperti) che operano in tutte le aree del Servizio di salute mentale è riuscito nel concreto a fornire soluzioni che sono anche un modello di collaborazione fra operatori, utenti e familiari non solo nell’ambito della salute mentale, ma in tutte le aree socio assistenziali (anziani, animazione giovanile, disabilità e tossicodipendenza) in cui si desideri stimolare e valorizzare l’apporto di utenti e familiari. “L’obiettivo – ha esordito De Stefani - è stato di coinvolgere l’utente cittadino nel proprio percorso di cura perché gli esperti hanno dimostrato che nella condivisione della cura la qualità del servizio erogato migliora portando anche un risparmio di tempo e di costi. Ufe è stato il prodotto visibile del nostro fare assieme – ha affermato De Stefani - e dal 2000 a oggi ha prodotto un numero sempre crescente di familiari e utenti che scelgono la condivisione di tutte le aree del servizio, che non è più ora solo quello degli operatori di salute mentale, ma di tutti. Il Ministero della salute ha riconosciuto il valore di questa esperienza e intende portarla come modello per altri servizi mentali nazionali. A livello internazionale Svezia, Usa e Cina hanno acquisito comprato il prodotto Ufe per inserirlo nel loro programma di sostegno sociale”. Nell’ambito dell’incontro Maurizio Capitanio ha raccontato la sua esperienza di percorso di cura dalla depressione grazie all’iniziativa ‘Fare assieme’ Ufe, descrivendo passo dopo passo come la responsabilizzazione a prendersi cura anche degli altri e di dialogare parlando della propria crisi, condividendola con chi viveva un analoga patologia, gli ha permesso di uscire dal tunnel mentale della sindrome depressiva. Valentina Spagni ha aggiunto come i rapporti interpersonali siano molto importanti per il benessere psicofisico e la salute delle persone: “Esser negativi e lamentarsi non ci fa vivere meglio, anzi rischiamo di ammalarci”. Valentina ha concluso raccontando la sua esperienza dell’evento “La bottega dei sogni”: “In piazza Cesare Battisti abbiamo installato l’anno scorso una struttura tubolare, all’interno della quale chiedevamo alla gente di recarsi per raccontare i propri sogni. Ci ha sorpreso la grande affluenza di pubblico di tutte le fasce d’età che faceva a gara a tirare fuori il sogno dal cassetto. Se ognuno di noi si impegnasse a sorridere anche solo al suo vicino, la vita di tutti migliorerebbe”.  
   
   
TEL AVIV:PRESIDENTE UMBRIA MARINI FIRMA RINNOVO PROTOCOLLO “SAVING CHILDREN”  
 
Perugia,15 giugno 2011- “Va ben oltre il suo pur importantissimo obiettivo di curare i bambini, la valenza di questo protocollo d’intesa in quanto contribuisce concretamente anche alla creazione di una cultura di pace e di pacifica convivenza tra israeliani e palestinesi”. E’ quanto affermato dalla presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, in occasione della firma a Tel Aviv, del rinnovo del protocollo d’intesa tra Regione Umbria e Centro per la Pace Simon Peres del progetto “Saving Children” per un periodo di tre anni. L’atto è stato sottoscritto dalla presidente Marini per la regione Umbria, e da Ron Pundak, direttore del Centro. “L’umbria – ha dichiarato la presidente - da sempre collabora, assieme ad altre regioni italiane, con il Centro Peres nato per volere del presidente Simon Peres con il chiaro obiettivo di contribuire “dal basso” alla creazione della pace in Medio Oriente. Grazie a questo specifico progetto oltre ad assicurare cure a bambini palestinesi in difficoltà, si aiutano israeliani e palestinesi a collaborare e cooperare. Medici, personale paramedico, famiglie di una parte e dell’altra sono così messi nella condizione di dover collaborare. La pace si costruisce anche così”. Il progetto “Saving Children” o meglio definito “Salvare i bambini – La medicina al servizio della pace”, nasce nel 2004 ed è stato già rinnovato una volta in passato. Grazie ad esso circa 900 bambini, selezionati da un Comitato di 15 pediatri palestinesi, affetti da malattie non curabili nel proprio territorio, in collaborazione con il Centro Peres sono stati curati negli Ospedali israeliani di Tel Aviv, di Rambam ad Haifa e di Hedessa a Gerusalemme. Il Centro Peres per la pace di Tel Aviv ha svolto in questi anni un ruolo di facilitazione dei contatti fra i medici israeliani e quelli palestinesi allo scopo di massimizzare l’efficacia e la rapidità degli interventi. Inoltre si è fatto carico degli aspetti logistici legati al trasferimento dei bambini e del familiare accompagnatore nonché del rilascio dei permessi di soggiorno. Il Progetto ha mirato ad assicurare ai bambini palestinesi l’accesso alle prestazioni altamente specialistiche non erogabili dal loro sistema sanitario. Gli ospedali israeliani hanno effettuato le prestazioni riducendo del 50% le tariffe relative al loro trattamento, il Centro Peres ha assicurato il pagamento delle tariffe praticate dagli ospedali israeliani utilizzando i fondi erogati dalle regioni italiane che hanno sottoscritto l’Accordo.  
   
   
FVG: FRANZ CON SANTA ZANNIER, COORDINATRICE CONFERENZA CPO REGIONALI  
 
 Udine, 15 giugno 2011 - Il presidente del Consiglio regionale Maurizio Franz ha incontrato ieri a Udine, nella sede di rappresentanza della Regione, la presidente della Commissione pari opportunità del Friuli Venezia Giulia, Santa Zannier, nominata nei giorni scorsi Coordinatrice della Conferenza delle presidenti regionali delle Cpo che, in questa veste, ha illustrato il suo programma e la prima delle iniziative in calendario, che si svolgerà a Trieste a fine mese. È stata infatti fissata per il 30 giugno e l´1 luglio prossimi la riunione della Conferenza, che porterà a Trieste le rappresentanti regionali delle Commissioni per le pari opportunità che, oltre al programma per questo anno di coordinamento, discuteranno del Progetto Unica, elaborato dall´Università di Udine, per la predisposizione dei curricula delle donne da mettere a disposizione della Pubblica amministrazione. È un progetto importante, ha sottolineato la Zannier, perchè offre uno strumento utile ed efficace per sostenere la presenza di figure femminili qualificate nella pubblica amministrazione uscendo dall´alibi che manchino o non si conoscano soggetti femminili con le competenze necessarie. L´appuntamento di Trieste, oltre a costituire l´evento di esordio, rappresenta anche una valida occasione per far conoscere il Friuli Venezia Giulia nel panorama nazionale. Franz, complimentandosi per l´incarico di grande responsabilità affidatole per la sua esperienza, per il lavoro svolto nella Commissione, per la sensibilità e la capacità di mediazione dimostrata dalla Zannier e augurandole un proficuo lavoro anche a livello nazionale, si è informato sugli altri progetti che la Commissione regionale sta portando avanti. Per quanto riguarda le Pari Opportunità, il Friuli Venezia Giulia è seguito con interesse - ha spiegato la Zannier - specie per la nostra legge elettorale, ma importante è anche il lavoro che facciamo con i ministeri, in primis il Miur, con le nostre università, e lo stretto confronto che teniamo con la Commissione europea. L´incarico di Coordinatrice consentirà di approfondire il confronto con le realtà delle altre regioni su problematiche comuni, per uno scambio costruttivo di esperienze e soluzioni, in particolare sulle azioni che possono incidere maggiormente nel campo delle pari opportunità.  
   
   
FINALE AD EFFETTO PER IL PROGETTO "VITA DA UNA TONNELLATA": LA FAMIGLIA LINDELL ABBASSA IL LIVELLO DI EMISSIONI DI CO2 A 1,5 TONNELLATE ANNUE A PERSONA  
 
Bologna, 15 giugno 2011- Il Ministro dell´Ambiente svedese, Andreas Carlgren, ha annunciato ieri ad Hässelby, appena fuori Stoccolma, la conclusione ufficiale del progetto "Vita da una tonnellata". Per sei mesi la famiglia Lindell ha vissuto una vita a basso impatto ambientale con l´obiettivo ultimo di ridurre le proprie emissioni di anidride carbonica dallo standard di 7,3 tonnellate annue a un livello minimo di poco più di una tonnellata. Grazie a un notevole "sprint" finale, i Lindell hanno concluso l´esperimento a 1,5 tonnellate. Questo significa che la famiglia è riuscita a "tagliare" le proprie emissioni di circa l´80% rispetto alla fase iniziale del progetto, lo scorso gennaio. Il momento in cui Andreas Carlgren spegnerà il sistema intelligente Energy Watch, installato da Vattenfall per monitorare i consumi della casa utilizzata nell´ambito del progetto "Una vita da una tonnellata", segnerà la fine ufficiale del pionieristico esperimento che ha visto la famiglia Lindell (composta dal padre Nils, dalla madre Alicja e dai figli Hannah e Jonathan) coinvolta nel tentativo di ridurre le emissioni annue di Co2 a una tonnellata a persona, ovvero al livello che sarà probabilmente richiesto al fine di evitare significativi cambiamenti climatici. La riduzione dell´80% realizzata dalla famiglia dimostra che l´obiettivo climatico fissato dal governo, che prevede per la Svezia una riduzione del 40% delle emissioni di Co2 entro il 2020, è già alla portata della famiglia media che utilizza le conoscenze e le tecnologie più avanzate oggi disponibili in questo ambito. "Per arrivare a 2,5 tonnellate non abbiamo dovuto apportare grandi cambiamenti al nostro stile di vita quotidiano. Da lì in poi, tuttavia, le cose si sono fatte più difficili. Vivere tenendo conto del livello di una tonnellata e mezzo si è rivelata un´esperienza estrema per noi," ha commentato Alicja Lindell. "Una vita da una tonnellata" è un progetto al quale hanno partecipato società come A-hus, Vattenfall e Volvo Auto, insieme ai partner Ica e Siemens, per creare i presupposti necessari affinché un nucleo familiare potesse condurre una vita "climate smart". Per sei mesi i Lindell hanno lasciato la loro villetta costruita negli anni ´70 e le loro automobili vecchie di dieci anni, per trasferirsi in una nuovissima casa in legno realizzata da A-hus secondo i criteri di un basso impatto ambientale ed energetico e utilizzare una Volvo C30 Electric alimentata a batterie. Vattenfall ha fornito elettricità rinnovabile, nuove tecnologie energetiche e un addestramento all´utilizzo intelligente dell´energia. Ica e Siemens sono i partner del progetto specializzati nell´area prodotti alimentari ed elettrodomestici. Le maggiori riduzioni sono state conseguite nei trasporti e nel consumo energetico I trasporti e il consumo energetico sono le aree in cui la famiglia ha realizzato i maggiori progressi. Le emissioni causate dai trasporti sono calate di oltre il 90%, non da ultimo grazie al fatto che la Volvo C30 Electric in dotazione alla famiglia è stata ricaricata utilizzando elettricità generata da fonte idroelettrica. L´abitazione della famiglia, costruita da A-hus, ha prodotto la propria energia elettrica e utilizzato come energia supplementare elettricità rinnovabile da fonte idro-elettrica, riuscendo così a ridurre quasi a zero le emissioni di Co2 derivanti dall´acquisto di elettricità. Complessivamente, le emissioni di Co2 prodotte dalla casa dei Lindell sono state più che dimezzate. Il cibo rappresenta la terza area in cui la famiglia è riuscita a fare enormi progressi. Evitando di gettare via gli alimenti e scegliendo saggiamente i prodotti, è stato possibile ridurre le emissioni in maniera significativa. Variando la scelta di carni e consumando più verdura, chiunque può abbassare il livello di emissioni di anidride carbonica legate ai prodotti alimentari. Verso la fine del periodo dell´esperimento, i Lindell consumavano soltanto piatti vegetariani e avevano sostituito i latticini con la soia e alternative a base di avena. Sprint finale ambizioso, ma quel "bagaglio" li ha rallentati - Per diminuire ulteriormente le loro emissioni, nell´ultima settimana da una tonnellata e mezza i membri della famiglia hanno scelto di ridurre le dimensioni della loro abitazione chiudendo una delle stanze e di rinunciare a tutte le amenità. "Durante lo sprint finale abbiamo evitato gran parte dei cibi che mangiamo di solito. Inoltre, abbiamo rinunciato alla televisione, allo shopping, non siamo andati al bar né al ristorante. Tuttavia, con un "bagaglio" di 900 chili non è stato comunque possibile arrivare a una tonnellata," spiega Nils Lindell. Questo "bagaglio" consiste nelle emissioni di anidride carbonica che vengono prodotte durante la lavorazione dei diversi prodotti, come ad esempio la casa in cui la famiglia ha vissuto, i pannelli solari, l´automobile, i mobili e gli abiti. "Non siamo stati in grado di influenzare le emissioni sin dal processo di produzione, ma siamo riusciti a dimostrare che con la motivazione e le conoscenze giuste è possibile arrivare molto vicini a una tonnellata. Oltre a questo, abbiamo vissuto un´esperienza davvero piacevole e molto educativa," conclude Nils Lindell.  
   
   
LEGALIZZARE E TASSARE LA PROSTITUZIONE? SÌ  
 
Trento, 15 giugno 2011- Bisogna legalizzare e tassare la prostituzione? Questo il tema affrontato nel primo evento del ciclo "Pro e contro", curato da lavoce.Info in collaborazione con ingenere.It. A confronto Francesca Bettio, docente alla Facoltà di economia di Siena, che incarnava la parte a favore della legalizzazione, e Oria Gargano, presidente della cooperativa sociale Be free, che esponeva le ragioni del no, moderate da Roberta Carlini, caporedattrice di ingenere.It. La decisione finale al pubblico, a cui spettava l´onere di un duplice voto, prima e dopo il dibattimento, e a una giuria di studenti. Fra una votazione e l´altra, l´orientamento è in parte cambiato: i sì alla regolamentazione sono passati dal 77% al 69%, i no sono saliti dal 10 al 20%. A riorientare l´opinione di una parte dei presenti, fra le altre cose, la considerazione che oggi ad alimentare il "mercato del sesso" in Italia sono soprattutto donne straniere, immigrate, costrette all´illegalità e condannate ad uno sfruttamento che nemmeno la più ampia legalizzazione potrebbe probabilmente sconfiggere. A livello europeo va detto innanzitutto che questo è un settore non ancora armonizzato sul piano giuridico. Vi sono paesi che hanno legalizzato il lavoro sessuale, come la Germania (dal 2002), altri come l´Italia dove la prostituzione è legale ma non è regolarizzata (e quindi non è neanche tassata), e altri ancora dove la prostituzione è illegale. In Svezia, infine, la prostituzione è illegale ma ad essere punito è il cliente e non la prostituta. Francesca Bettio ha esposto il modello della Germania, dove il legislatore ha stabilito innanzitutto che la transazione fra cliente e prostituta non va giudicata con il criterio della moralità e dell´immoralità. Ciò consente di considerare la prostituzione un´attività lavorativa come tante altre. Un altro punto fondamentale è il diritto al compenso, che non può essere trasferito a terzi (il che sbarra la strada a intermediari o "magnaccia"). Infine fra chi gestisce una casa di piacere e la prostituta può essere concordato un rapporto di lavoro, il che apre la strada a tutti i trattamenti previsti in questo caso: assistenza sanitaria, diritto pensione e così via. Contestualmente, la prostituzione è soggetta a prelievo fiscale. Il mercato della prostituzione è tradizionalmente diviso in un mercato "alto" e uno "basso". In tutti gli Stati in cui la prostituzione è stata regolarizzata, ciò è stato visto come uno strumento per tutelare soprattutto le lavoratrici del segmento basso, quello più a stretto contatto con la criminalità. Inoltre la regolamentazione erode lo stigma, il pregiudizio negativo su chi esercita il lavoro sessuale. Infine, la regolamentazione può almeno in parte autofinanziarsi; al contrario, il proibizionismo rappresenta un costo molto alto per la società. Quale può essere però lo svantaggio più atteso? Una crescita del mercato stesso della prostituzione. "Tuttavia in Nuova Zelanda è stata varata una legge assai più liberale di quelle della Germania o dell´Olanda, ma dopo 5 anni è emerso che la regolamentazione non ha avuto grandi impatti sui numeri." Oria Gargano, che esponeva il punto di vista del "no" alla regolamentazione, ha detto innanzitutto di non essere stupita dall´orientamento espresso dagli spettatori all´inizio del confronto. "Nessuno si domanda perché la prostituzione c´è e quali valori rispecchia. Io ho cercato di mettere in relazione i momenti nella storia in cui la prostituzione è stata legalizzata e la condizione femminile in generale; questa relazione c´è e va conosciuta." C´è stato nella storia secondo Gargano un momento in cui il corpo delle donne è stato sottoposto a regolamentazione, al fine di garantire il versante della paternità, il diritto di proprietà che gli uomini esercitano sulle donne. "Le prostitute storicamente si sottraggono a questo schema: esse non sono ´proprietà´ di nessuno perché sono di tutti. Ma il primo bordello risale a quattro secoli fa: oggi è ancora attuale quel tipo di modello, e i valori che esso rispecchia? L´emigrazione ha completamente cambiato gli scenari: le donne straniere sono esposte a situazioni di marginalità e illegalità, accresciute dalla nostra legislazione, la Bossi-fini. E sono tutte schiavizzate, perché producono un reddito troppo elevato per essere lasciate ´libere´ di esercitare." La domanda finale è: se 10 milioni di uomini italiani vanno a comprare il sesso per strada, acquistando un rapporto svilente e privo di relazioni, perché lo fa? "Perché non vuole rapportarsi al genere femminile in condizione di parità, probabilmente. A maggior ragione essa non va istituzionalizzata." Alla seconda votazione, dopo le domande della giuria di studenti, i sì alla legalizzazione-regolarizzazione hanno prevalso comunque in maniera netta: 69%, contro un 20% di contrari e un 10% di indecisi.