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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 27 Settembre 2011
STUDIO SVELA IL SEGRETO CHE SI CELA DIETRO ALLA BIOCHIMICA DELLA PIANTE E AL CONTROLLO ENZIMATICO  
 
Ricercatori in Svezia e negli Stati Uniti hanno identificato in che modo un enzima "sa" dove inserire un doppio legame quando desatura gli acidi grassi delle piante. Presentato nella rivista Proceedings of the National Academy of Sciences (Pnas), lo studio mette assieme i pezzi di un rompicapo che dura da 40 anni riguardante il modo in cui gli enzimi esercitano questo controllo legato specificamente al sito. Queste informazioni possono favorire la nostra comprensione di questo meccanismo che dipende da un singolo amminoacido che si trova lontano dal sito attivo dell´enzima. Gli scienziati possono trarre vantaggio da questi dati per utilizzare gli oli vegetali come sostituto rinnovabile per i prodotti petrolchimici. "Gli acidi grassi delle piante rappresentano un mercato di circa 150 miliardi Usd (110 miliardi di euro) all´anno", spiega l´autore principale John Shanklin del Brookhaven National Laboratory presso il Dipartimento dell´energia americano (Doe) negli Stati Uniti. "Le loro proprietà, e di conseguenza i loro usi potenziali e il loro valore, sono determinati dalla posizione dei legami doppi nelle catene di idrocarburi che costituiscono la loro spina dorsale. Quindi la capacità di controllare le posizioni dei legami doppi ci permetterebbe di creare nuovi acidi grassi su misura che sarebbero utili come materie prime industriali." Le desaturasi, ciò che gli esperti definiscono come gli enzimi responsabili della disposizione del legame doppio, rimuovono gli atomi di idrogeno e inseriscono legami doppi tra atomi di carbonio adiacenti in siti specifici sulle catene di idrocarburi. La domanda fondamentale, tuttavia, è come fa un enzima a sapere di dover collocare il doppio legame in un certo sito mentre un enzima diverso ma strettamente collegato inserisce il doppio legame in un altro sito. Ecco entrare allora in scena il team da Brookhaven che ha collaborato con scienziati del Karolinska Institutet in Svezia per fornire la risposta. "La maggior parte degli enzimi riconosce delle caratteristiche nelle molecole su cui agisce che sono molto vicine al sito in cui si svolge l´azione dell´enzima," dice il dott. Shanklin. "Ma tutti i gruppi carbonio-idrogeno che costituiscono le spine dorsali degli acidi grassi sono molto simili e non possiedono caratteristiche distintive; è come una fune coperta di grasso senza nulla a cui aggrapparsi." I ricercatori hanno studiato due desaturasi che erano geneticamente simili ma in due siti diversi: una desaturasi del ricino e una desaturasi dell´edera. Secondo loro, non sarebbe difficile identificare delle differenze in questo tipo di esemplari. Tuttavia, gli sforzi iniziali per trovare una spiegazione che spiegasse questo meccanismo non hanno dato ottimi risultati. "Le strutture cristalline sono quasi identiche," dice il dott. Shanklin. Il team ha quindi deciso di studiare in che modo i due enzimi si legano ai loro substrati (catene di acidi grassi attaccate a una piccola proteina vettore). All´inizio hanno esaminato la struttura cristallina della desaturasi del ricino legata al substrato. In seguito hanno utilizzato la modellazione al computer per studiare come la proteina vettore si aggancia all´enzima. "I risultati del modello al computer del docking combacia perfettamente con quello della reale struttura cristallina che permette agli atomi di carbonio 9 e 10 di essere posizionati proprio nel sito attivo dell´enzima," afferma il ricercatore di Brookhaven. Essi hanno quindi fatto la modellazione del docking della proteina vettore con la desaturasi dell´edera. Qui essa si è agganciata con un orientamento diverso che ha collocato gli atomi di carbonio nel sito attivo di desaturazione. "Quindi il modello di docking aveva previsto un orientamento diverso che rispondeva perfettamente a questa specificità," egli fa notare. "L´aver finalmente risolto questo mistero è molto gratificante, ma questo non sarebbe stato possibile senza uno sforzo di squadra che attingesse dalle nostre diverse competenze in biochimica, genetica, modellazione al computer e cristallografia ai raggi X," dice il dott. Shankin. "´Usando ciò che abbiamo appreso adesso, io sono ottimista riguardo alla possibilità di riprogettare enzimi per ottenere nuove specificità auspicabili per produrre nuovi acidi grassi nelle piante. Questi nuovi acidi grassi rappresenterebbero una fonte rinnovabile per sostituire le materie prime che ora si ricavano dal petrolio utilizzate per realizzare prodotti industriali come la plastica." Per maggiori informazioni, visitare: Pnas: http://www.Pnas.org/  Doe/brookhaven National Laboratory: http://www.Bnl.gov/world/  Karolinska Institutet: http://ki.Se/ki/jsp/polopoly.jsp;jsessionid=a_uhgilpwe78v42vjk?l=en&d=130    
   
   
AGRICOLTURA MONTANA: LA REGIONE LOMBARDIA CI CREDE INCONTRO IN VALSASSINA, PATRIA DEI GRANDI FORMAGGI LOMBARDI ISTITUITA ANCHE LA NUOVA FIGURA DEL CASARO  
 
Pasturo/Lc - ´Fare agricoltura e zootecnia in montagna ha ancora un senso, partendo da quanto ha fatto e sta facendo Regione Lombardia a favore di questi territori che vengono definiti ´svantaggiati´ dal punto di vista dell´agricoltura, ma che hanno al loro interno dei valori molto importanti di carattere economico´. Lo ha detto Giulio De Capitani, assessore regionale all´Agricoltura, che il 23 settembre ha concluso, stamane, il convegno ´Fare Agricoltura in montagna ha ancora un valore?´, organizzato dalla Direzione generale Agricoltura nell´ambito delle manifestazioni zootecniche valsassinesi e svoltosi nella sede della Comunità Montana Valsassina, Valvarrone, Val d´Esina e Riviera. ´L´agricoltore e l´allevatore di montagna - ha proseguito De Capitani - svolgono, oltre al ruolo produttivo, anche una funzione sociale, contribuendo a mantenere vive comunità che altrimenti sparirebbero´. ´Di più - ha spiegato l´assessore - l´agricoltore svolge anche un ruolo nella conservazione dell´ambiente. Il paesaggio rurale non è un dono che viene solo dall´alto, ma è anche il risultato delle quotidiane cure dei nostri operatori agricoli di montagna´. De Capitani ha poi voluto ricordare, nel dettaglio, quanto Regione ha messo in campo in questi anni. ´In questo comparto - ha spiegato - la Regione, utilizzando le possibilità offerte dal Piano di Sviluppo Rurale, ha investito e continua a investire risorse economiche importanti, anche attraverso la formazione e la divulgazione delle conoscenze. Sullo specifico capitolo della formazione c´è da sottolineare che è stata istituita, in accordo con l´assessore alla Formazione, la figura del ´casaro d´alpeggio´, la cui preparazione potrà così essere finanziata´. Il responsabile dell´Agricoltura ha voluto poi dedicare una parte del suo intervento al territorio, ricordando la grande storia della Valsassina proprio in tema di produzione agricola a livello regionale, nazionale e internazionale. ´I principali marchi che contraddistinguono il lattiero caseario lombardo - ha detto - partono proprio da qui, da produzioni di queste montagne´. Non è mancato un riferimento neppure all´imprenditoria giovanile. ´Nelle nuove generazioni, qui come altrove, - ha detto in conclusione - c´è la percezione che si possa puntare sull´agricoltura per l´occupazione del futuro, soprattutto in virtù di un appuntamento come sarà quello di Expo 2015, dedicato all´alimentazione e all´agricoltura. Di agricoltura avremo sempre bisogno e i ragazzi lo hanno capito. Grazie alla misura 112 del Prs la Regione ha destinato loro oltre 23 milioni di euro, finanziando ben mille domande di nuovi insediamenti´. Il convegno si è chiuso con la degustazione di prodotti locali.  
   
   
AGRICOLTURA: GIUNTA LOMBARDA MIGLIORA STANDARD DI VITA PER OPERATORI  
 
Milano - Migliorare lo standard di vita degli addetti al settore agricolo e zootecnico; favorire la formazione e l´aggiornamento professionale degli agricoltori e dei loro collaboratori; creare nuovi posti di lavoro e soprattutto contrastare il lavoro ´nero´ nelle campagne lombarde. Ha questi obiettivi la ´Misura regionale di sostegno dei servizi di sostituzione in agricoltura´ approvata, su proposta dell´assessore Giulio De Capitani, dall´esecutivo della Lombardia nella seduta di ieri. Un provvedimento che mette a disposizione 300.000 euro a favore di quelle piccole e medie imprese agricole attive nel settore primario di prodotti agro-zootecnici operanti sul territorio lombardo, senza alcun vincolo di appartenenza. Un intervento indispensabile, visto che le aziende agricole e in particolare quelle zootecniche lavorano 365 giorni all´anno; motivo, questo, che obbliga il personale addetto a pesanti sacrifici e ad alta professionalità per garantire la continuità dell´impresa. Per questo è fondamentale offrire all´imprenditore l´opportunità di poter usufruire di manodopera qualificata per motivi dovuti a malattia o infortunio nonché per maternità, per il periodo delle ferie e per la partecipazione a corsi formativi. Inoltre questo meccanismo serve ad aumentare l´occupazione di giovani e disoccupati, contribuendo all´eliminazione del lavoro non regolare.  
   
   
PIAVE.VENETO.IT: PORTALE INTERNET CON GLI UFFICI PUBBLICI REGIONALI PER LE AZIENDE AGRICOLE  
 
Venezia -Gli imprenditori agricoli del Veneto potranno, tramite Internet, dialogare da casa con le strutture regionali e gli uffici che si occupano della loro attività, svolgendo la loro “attività burocratica” direttamente in rete, senza sobbarcarsi visite dirette in strutture amministrative spesso distanti chilometri dall’azienda e con orari che possono essere scomodi o incompatibili. Il punto d’accesso che permette agli agricoltori di accedere alla Regione nelle sue diverse sfaccettature amministrative, ma anche informative, si chiama Piave, nome che non ha nulla a che vedere con il fiume sacro alla Patria, perché è l’acronimo di Portale Integrato per l’Agricoltura Veneta. Per raggiungerlo basta indirizzare il browser al sito www.Piave.veneto.it  L’iniziativa è stata ufficialmente presentata al mondo agricolo questa mattina, alla Corte Benedettina di Legnaro, in provincia di Padova, dall’assessore regionale Franco Manzato, con l’amministratore unico di Veneto Agricoltura Paolo Pizzolato e il direttore di Avepa Fausto Luciani, affiancato dai tecnici che hanno seguito la realizzazione del Portale. Attraverso di esso, ogni azienda potrà accedere al proprio profilo ottenendo in modo semplice ed immediato tutte le pratiche (fascicoli aziendali e procedimenti regionali) che la riguardano, siano esse provenienti da Avepa, Veneto Agricoltura o dalla Regione Veneto. Potrà inoltre ascoltare direttamente le spiegazioni dei dirigenti sull’attuazione del Programma di Sviluppo Rurale e delle altre iniziative connesse agli interventi regionali. “Piave è parte integrante di una più ampia riforma dell’agricoltura per il Veneto – ha sottolineato Manzato – partita mesi fa sulla scorta delle conclusioni e delle proposte della Conferenza Regionale di settore, che ha visto i protagonisti dell’economia rurale e della filiera agroalimentare confrontarsi per mesi sull’individuazione di una progettualità proiettata su tutto il prossimo decennio. Il principale obiettivo è eliminare i costi e le incombenze improprie che derivano da un rapporto farraginoso tra impresa e pubblica amministrazione. Nello stesso tempo ne derivano una razionalizzazione e un risparmio dei costi pubblici, svincolando risorse materiali ed umane da reinvestire a favore dell’agricoltura”. Il Piave rientra tra le attività che sta svolgendo il tavolo per la semplificazione dei procedimenti e riorganizzazione dell’amministrazione e si aggiunge ad altri servizi “antiburocratici”, come lo Sportello Unico Agricolo. Questo strumento è utile anche ai tecnici che supportano le imprese e ai funzionari pubblici stessi, grazie alla condivisione delle informazioni registrate negli archivi amministrativi, oltre ai cittadini, per favorire in modo semplificato la conoscenza e l’approccio al mondo rurale. Tra gli aspetti innovativi introdotti dal Portale vi sono la grande flessibilità di utilizzo, il monitoraggio del livello di soddisfazione degli utilizzatori in modo da rendere il sistema sempre più friendly e la possibilità di dialogo. A questi si aggiunge anche la possibilità di accedere a pagine sulla sicurezza alimentare, sul turismo rurale, sulle fattorie didattiche e sociali e ad una pagina dedicata ai consumatori, alla legislazione che li tutela e alle segnalazioni.  
   
   
OTTOBRE DI GRANDI RIFORME PER L’AGRICOLTURA VENETA.  
 
Venezia - Ottobre sarà un mese di grandi e sostanziali riforme per il sistema primario del Veneto: saranno presentati i progetti di revisione di Veneto Agricoltura e delle norme sui Parchi Regionali, saranno attivati gli accordi con la Cassa Depositi e Prestiti e con la Veneto Sviluppo per assicurare flussi finanziari al settore, verrà presentato il primo pacchetto della sburocratizzazione. Lo ha annunciato stamani l’assessore regionale Franco Manzato, introducendo a Legnaro, in provincia di Padova, l’incontro di presentazione del sistema Piave, il Portale Integrato per l’Agricoltura Veneta. Anche Piave fa parte del pacchetto di riforme innovative, perché di fatto è uno “sportello unico” telematico che consente agli imprenditori agricoli di accedere e interloquire direttamente con gli uffici regionali e degli enti strumentali, in modo da poter attivare e seguire da casa tutte le pratiche. Piave è anche di più, perché per tutte le progettualità sostenuta attraverso la regione mette a disposizione i dirigenti dei diversi uffici che, mediante lezioni digitalizzate, spiegheranno possibilità, modalità, interventi per accedere ai diversi aiuti. A questo si aggiungerà anche una forte campagna di informazione, amministrativa e tecnica, sia attraverso il portale sia con una rivista cartacea quadrimestrale che verrà inviata a tutte le 80 mila aziende agricole registrate e che diventerà con il tempo anch’essa telematica. A questo si aggiunge un accordo con la Rai per la divulgazione delle azioni utili “a garantire più reddito agli imprenditori e più valore alle nostre produzioni – ha ribadito Manzato – che è lo scopo, la stella polare che dirige l’azione regionale, concordata con il sistema rurale del Veneto con la Conferenza dell’Agricoltura conclusasi la scorsa primavera e della quale le riforme di ottobre sono la concretizzazione”. Altre novità importanti, sempre per il mese di ottobre, vengono da Avepa: il suo direttore Fausto Luciani ha comunicato che dal 16 ottobre saranno messi in pagamento gli acconti del Premio Unico (circa 200 milioni) e quelli sulle Indennità Compensative per l’agricoltura di montagna (oltre 4 milioni), più altri interventi di pagamento che porteranno a circa 230 milioni di euro i finanziamenti che nel prossimo mese saranno erogati alo sistema agricolo. “Con questo progetto, Veneto Agricoltura ha ribadito la sua vocazione all’innovazione – ha affermato l’amministratore unico Paolo Pizzolato – e ai servizi per il mondo agricolo, con l’obiettivo di divulgare le ricerche e le sperimentazioni che l’Azienda svolge quotidianamente con l’obiettivo di dare più valore aggiunto all’impegno dei nostri imprenditori”.  
   
   
GRANA PADANO.AL VIA PROGETTO RICERCA SU MIGLIOR QUALITÀ LATTE  
 
Pasturo/lc - La Regione approva un finanziamento di 113.000 euro per avviare un progetto di ricerca sul miglioramento qualitativo del latte destinato alla produzione di Grana Padano Dop. A stabilirlo è un decreto della Direzione Generale Agricoltura che, nell´ambito del programma annuale 2011 dell´Ersaf, dà ufficialmente il via libera al piano operativo del progetto. ´Accanto alla promozione - ha commentato l´assessore regionale all´Agricoltura Giulio De Capitani - Regione Lombardia sostiene le nostre produzioni agroalimentari di qualità anche attraverso la ricerca. Lo studio e l´acquisizione di nuove conoscenze scientifiche sono un investimento necessario ad alimentare costantemente l´innovazione che le nostre aziende agricole ci chiedono per continuare ad essere competitive´. Il progetto di ricerca triennale, il cui valore complessivo supera i 783.000 euro di cui 238.000 a carico dell´ente regionale, sarà realizzato in partnership con il Consorzio Grana Padano e si avvale della qualificata collaborazione di prestigiosi istituti universitari e centri di ricerca: Università degli Studi di Milano, Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, Università degli Studi di Parma e istituto Spallanzani di Rivolta d´Adda (Cremona). ´La compartecipazione finanziaria ci aiuta a destinare con precisione i fondi regionali sugli ambiti di ricerca realmente urgenti per le nostre imprese. La sperimentazione - ha concluso De Capitani - sarà condotta anche utilizzando la stalla e il caseificio sperimentali del polo regionale di Carpaneta (Mantova) gestito da Ersaf´.  
   
   
ALIMENTAZIONE: REGIONE LOMBARDIA BALUARDO DELLA QUALITÀ IMITATI, GIUSTI I CONTROLLI E LE CERTIFICAZIONI  
 
Milano - ´Dobbiamo attivarci per far conoscere di più la nostra agricoltura. Non dobbiamo inventarci niente; dobbiamo tutelarla e farla conoscere, soprattutto in prospettiva di Expo 2015. Per questo è necessario portare i consumatori a una scelta consapevole dei nostri prodotti, a prescindere dai ritardi dell´Unione Europea sul fronte di una chiara etichettatura degli alimenti´. E´ quanto detto da Giulio De Capitani, assessore all´Agricoltura di Regione Lombardia partecipando ieri mattina, nella sede di Unioncamere, alla conferenza stampa di presentazione del progetto ´Gusta la qualità 2011´. Il progetto, coordinato dal Consorzio Tutela Grana Padano, testimonia l´attenzione che Regione Lombardia e Camere di Commercio lombarde dedicano alla qualità e alla sicurezza dei prodotti agroalimentari lombardi, attraverso il sostegno e la promozione dei prodotti a marchio di tutela. ´Dobbiamo pensare anche a un ulteriore miglioramento della qualità´ ha aggiunto De Capitani. ´Penso - ha spiegato il responsabile dell´Agricoltura lombarda - che si debba marcare ancora di più la differenza tra i nostri prodotti Dop e Igp e i similari´. ´Da questo punto di vista - ha concluso De Capitani - ci stiamo attivando, come Regione, per avere sempre la maggiore garanzia del prodotto e stiamo valutando le strade percorribili per un´etichettatura degli alimenti ancora più incisiva´. Su questo tema è intervenuto anche Franco Bettoni presidente di Unioncamere Lombardia. ´Siamo i più invidiati e ´taroccati´ al mondo per quanto riguarda i prodotti agroalimentari - ha detto Bettoni - ed è per questo che sono indispensabili controlli rigorosi nonché certificazioni sulla provenienza delle materie prime lungo tutta la filiera produttiva´. ´Con Regione Lombardia - ha spiegato ancora - proseguiremo, nell´ambito dell´Accordo di Programma per la Competitività, nel sostegno alle produzioni agroalimentari, in linea con il fatto che la Lombardia è la prima regione italiana per valore della produzione agricola, con 23 prodotti Dop e Igp, 5 Docg, 23 Doc, 15 Igt e 243 prodotti tradizionali certificati´. Sulla stessa lunghezza d´onda anche Stefano Berni, direttore generale del Consorzio di Tutela: ´Nel corso della prima edizione di questa iniziativa decine di migliaia di consumatori si sono approcciati al Grana Padano ed è per questo che abbiamo voluto ripetere l´esperienza´. ´Troppi - ha appuntato Berni - sono i prodotti che confondono il consumatore con indicazioni sommarie. Ecco perché questo progetto serve per mantenere un rapporto diretto, rispettoso e costante con il consumatore´. Nel concreto il progetto ´Gusta la qualità´, con inizio il 30 settembre in 33 gallerie commerciali e punti di vendita delle province di Milano e Monza Brianza, prevede, oltre alle degustazioni guidate e la distribuzione di materiale informativo, un intrattenimento attraverso un totem interattivo touch screen, che permetterà ai consumatori di essere intervistati sulle caratteristiche del Grana padano. Ci sarà anche un concorso con in palio 400 kit di degustazione costituiti da un tris di marmellate di un famoso chef, una grattugia e ovviamente un chilogrammo di Grana Padano Riserva - stagionatura oltre 20 mesi. Alla degustazione di Grana padano Dop verrà abbinato il Salame Cremona Igp.  
   
   
AGRICOLTURA: IN SICILIA PROROGATO IL TERMINE PER LA VENDEMMIA 2011 - 2012  
 
Palermo - Il dipartimento regionale degli Interventi strutturali per l´agricoltura, ha emanato il decreto che, per la vendemmia 2011-2012, proroga al 10 dicembre prossimo il periodo, inizialmente compreso tra il 27 luglio ed il 10 novembre 2011, entro cui possono avere luogo le operazioni di raccolta delle uve destinate alla vinificazione, esclusivamente per le uve da tavola destinate alla trasformazione in mosto per la produzione di succhi d´uva, negli stabilimenti appositamente destinati. Il decreto conferma che il periodo entro cui possono avere luogo le fermentazioni e le rifermentazioni, iniziato il 27 luglio, termina il 30 novembre, mentre solo per i vini "Moscato di Pantelleria" e "Passito di Pantelleria" sono consentite le fermentazioni fino al 31 marzo 2012. Inoltre, la detenzione delle vinacce negli stabilimenti enologici e´ vietata a decorrere dal trentesimo giorno dalla fine del periodo vendemmiale. Il decreto sara´ pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana.  
   
   
RINNOVATA CONVENZIONE CON ISTITUTO ZOOPROFILATTICO DI FOGGIA  
 
Rinnovata sino al 31 dicembre 2011 la convenzione con l’Istituto Zooprofilattico di Puglia e Basilicata finalizzata al controllo sanitario, alla rintracciabilità e al controllo delle condizioni di produzione e commercializzazione delle carni bovine e loro derivati. Il provvedimento della Giunta regionale, che stanzia una somma di circa 280mila euro, ha come obiettivo la tutela della salute pubblica attraverso l’identificazione e la registrazione delle movimentazioni degli animali di allevamento. “Il rinnovo della convenzione – spiega l’assessore alle Risorse agroalimentari della Regione Puglia Dario Stefàno - si è reso ancora più urgente a causa delle ultime regole comunitarie sulla identificazione e registrazione del patrimonio bovino”. L’aggiornamento continuo del sistema di gestione dell’anagrafe bovina ha consentito all’Italia di ottenere, da parte della Commissione europea, il riconoscimento della piena operatività della Banca Dati informatizzata, e grazie all’impegno della Regione Puglia si sono conseguiti risultati migliorativi rispetto alla media nazionale. Risultati, frutto di un modello organizzativo inteso a supportare i Servizi veterinari delle Asl impegnati nell’attività di inserimento e controllo degli eventi più significativi che interessano gli allevamenti bovini e bufalini del territorio di riferimento. Questo supporto si è tradotto in un ulteriore controllo della qualità dei dati raccolti dal sistema (macellatori, detentori) con positive ricadute sia sugli allevatori che hanno accelerato l’ottenimento dei premi Pac, sia sui Servizi veterinari che hanno migliorato i loro interventi sul campo, sia sulle politiche di programmazione regionale. “Proseguiamo sulla strada di mettere a sistema ogni strumento utile a far emergere la validità del nostro comparto regionale – conclude l’assessore Stefàno - . L´osservatorio rappresenta uno dei tasselli di un mosaico complesso che, anche sul tema zootecnico, consente di presentarci con ogni requisito necessario a certificare ulteriormente qualità e sicurezza alimentare dei nostri prodotti e affidabilità dei nostri processi produttivi e, parallelamente, di dare spazio a strumenti, energie e professionalità ormai stabilmente presenti sul nostro territorio regionale”.  
   
   
API E NEONICOTINOIDI: PER ASSOSEMENTI NECESSARIA UNA POSIZIONE COMUNITARIA  
 
"Siamo sconcertati che circolino illazioni ed anticipazioni sui risultati 2011 del piano di ricerca Apenet riguardante la mortalità delle api, mentre non risulta ancora che le autorità competenti del Ministero delle politiche agricole e del Ministero della salute siano venute in possesso del rapporto ufficiale utile a definire una posizione nazionale da sottoporre alla valutazione finale della Commissione europea”. E’ questa la reazione di Assosementi alle recenti notizie diffuse a mezzo stampa in merito all’impiego nel nostro paese degli insetticidi neonicotinoidi. La sospensiva della concia sulle sementi di mais decisa nel 2008 è stata poi prorogata per due stagioni e da ultimo portata al 31 ottobre 2011. “Come industria sementiera vogliamo ribadire ancora una volta di essere pronti a mettere in atto tutte le misure di mitigazione già individuate e giudicate necessarie tanto a livello comunitario che di singoli paesi membri, affinché l’utilizzo delle sementi di mais conciate con gli insetticidi neonicotinoidi avvenga nel rispetto dei migliori requisiti di sicurezza disponibili”, sottolinea Giuseppe Carli, presidente della Sezione colture industriali di Assosementi. “Desideriamo inoltre sottolineare la validità e l’efficacia di una pratica agronomica quale la concia con prodotti insetticidi di cui anche la maiscoltura italiana potrebbe beneficiare con il miglioramento delle rese produttive ed il contenimento dei costi”. “A livello europeo lo scenario in materia di concianti neonicotinoidi è quanto mai eterogeneo, con l’Italia che li ha sospesi sul mais, mentre sono permessi in modo diversificato a seconda delle colture nei paesi confinanti come Francia, Svizzera ed Austria, oltre alla stessa Germania. E’ quindi necessario a nostro giudizio, anche alla luce della nuova disciplina comunitaria in materia di prodotti fitosanitari”, prosegue Carli, “che si superi una fase in cui troppe componenti emozionali dominano il dibattito e si ritorni alla voce degli esperti nazionali e comunitari e dei lavori scientifici”. “Proprio il caso della Francia rafforza tale richiamo, alla luce dei positivi risultati riscontrati a seguito delle autorizzazioni provvisorie annuali concesse dal Ministero dell’agricoltura francese per l’utilizzo nelle sementi di mais di un conciante neonicotinoide”, conclude Assosementi. “Il Consiglio di Stato francese ha confermato in una audizione del 14 settembre scorso la validità dei dati elaborati dall’Afssa, l’agenzia ambientale francese, sulla sicurezza di tale conciante, manifestando solo una obiezione di tipo procedurale in merito al rilascio di autorizzazioni anno per anno”.  
   
   
VENDEMMIA, ANCHE IN EMILIA BUONA LA QUALITÀ.  
 
Produzione in calo Vini di buona qualità, anche se con una produzione media in calo del 15%. E’ questo il dato principale che caratterizza anche nelle province emiliane, così come in quelle romagnole, l’andamento della vendemmia 2011. “Si profila - ha detto l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni, che ieri a Castelvetro di Modena ha visitato l’azienda Cleto Chiarli - una buona vendemmia che permetterà alle nostre cantine di proseguire nei successi degli ultimi anni. I vini regionali stanno crescendo su tutti i mercati, in particolare su quelli esteri. A marzo 2011 il nostro export ha registrato un più 28%. Una crescita dovuta soprattutto ai lambruschi, con il lambrusco Doc di Modena esportato per il 45% della produzione e l ’Igt Emilia, tipologia Lambrusco, per il 70%.” “Questi risultati - ha aggiunto Rabboni - si spiegano con la capacità organizzativa e commerciale, ma anche e soprattutto con il grande salto qualitativo compiuto. Nella sola provincia di Modena le vigne dedicate al Lambrusco Doc sono passate dal 20% del totale dei vigneti del 2001 al 43% del 2010. Da sottolineare anche l’exploit commerciale del Pignoletto frizzante e classico, nonché la riconferma delle ottime prestazioni dei vini piacentini. Un impegno, quello dei nostri vitivinicoltori che è stato sostenuto anche dalla Regione come testimoniano i circa 35 milioni di euro erogati dal nostro Programma di sviluppo rurale e dai fondi europei dell’Ocm vino che negli ultimi anni hanno promosso un significativo ammodernamento con oltre 3000 ettari di vecchi vigneti estirpati ed altrettanti riconvertiti e ristrutturati. Il prossimo anno l’Ocm vino metterà a disposizione del comparto regionale circa 28, 5 milioni di euro.” La vendemmia 2011: come è andata nelle province emiliane - Nella zona dei Colli bolognesi la raccolta è terminata con una diminuzione delle rese di circa il 20% rispetto allo scorso anno. In provincia di Reggio Emilia - dove la vendemmia dei bianchi è stata completata e sta ora per concludersi quella dei rossi - la produzione si presenta molto differenziata da zona a zona a causa del clima secco. Le previsioni parlano di una riduzione della produzione pari a circa un 10-12%. Lo stato sanitario delle uve è ottimo; il grado zuccherino è di circa un grado e mezzo in più rispetto al 2010. Per quanto riguarda la provincia di Modena le uve Lambrusco presentano un equilibrio dei costituenti ottimale per la vinificazione e per ottenere un prodotto fragrante e profumato. Le prime indicazioni dal modenese, con una stima produttiva di circa 1.400.000 quintali, prevedono una diminuzione in quantità del 10-15% sia per le principali varietà di Lambrusco sia per le uve a bacca bianca della zona di Castelfranco Emilia. Vendemmia ormai conclusa anche in tutta la zona Doc Colli di Parma, con uva arrivata alle cantine in condizioni ottimali. In provincia di Piacenza la vendemmia è quasi terminata, con i rossi, in particolare la Barbera, che hanno patito per l’andamento climatico caldo e secco. La qualità si preannuncia buona mentre la produzione inferiore alla media  
   
   
BENESSERE DEI SUINI IN ALLEVAMENTO: CIA E CONFAGRICOLTURA EMILIA ROMAGNA PROPONGONO UN REGOLAMENTO PER CREARE UN PROGRAMMA DI ADEGUAMENTO GRADUALE PER LE PORCILAIE  
 
 Bologna - Tutte le novità che riguardano il benessere dei suini in allevamento al centro del convegno organizzato a Bologna da Agrifarm, ente di ricerca, in collaborazione con Confagricoltura Emilia Romagna, Cia e con il patrocinio della Regione Emilia Romagna. Esperti, tecnici e imprenditori zootecnici ne hanno discusso in modo approfondito e stimolante davanti ad una platea interessata a conoscere le novità introdotte dal Decreto legislativo n.122 del 7 luglio 2011, che prevede una serie di obblighi per gli allevamenti suini da implementare entro il 1 gennaio 2013 e gli aspetti economico-gestionali che ne derivano. “Una gestione rigida del provvedimento rischia di provocare una ulteriore riduzione o chiusura degli allevamenti – hanno ribadito Cia e Confagricoltura –in una regione dove la filiera della salumeria è tra le più importanti d’Europa”. Al Convegno hanno partecipato in qualità di relatori: il Presidente di Agrifarm, Guido Zama, il vicepresidente di Cia Emilia Romagna Ivan Bertolini, il direttore Produzioni Animali della Regione Emilia Romagna Davide Barchi, il responsabile Benessere Animale della Regione Emilia Romagna Giuseppe Diegoli, Paolo Rossi e Kees de Roest del Centro Ricerche Produzioni Animali (Crpa). Poi il contributo di due imprenditori: l’ing. Carlo Andrea Sartori che ha esposto le modifiche apportate ad una scrofaia già esistente e William Stefani che ha trattato della costruzione ex novo di una scrofaia per la stabulazione in gruppo. La mattinata si è conclusa con l’esposizione tecnica di Oriol Ribò, Team Leader Animal Welfare di Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare con sede a Parma, che ha ricordato come l’Ente sia sempre disponibile ad ascoltare il parere degli stati membri sulle Direttive per apportare i necessari correttivi e che il metodo di lavoro adottato è improntato all’oggettività scientifica e alla massima indipendenza. Soddisfazione per il successo dell’iniziativa da parte del presidente regionale di Confagricoltura, Guglielmo Garagnani, e il vice vice presidente Cia Emilia Romagna, Ivan Bertolini che hanno rimarcato l’importanza di “un accesso al credito più semplice per le aziende che vogliono investire per l’adeguamento delle strutture e scommettere sul futuro, una maggiore omogeneità della normativa che rispetti la trasversalità delle esigenze nonché un’attenzione più alta degli enti locali alle richieste delle imprese agricole perché nel loro sviluppo sta la capacità di creare forza lavoro e maggiore economia”. Da qui poi la proposta di creare un apposito Registro al quale le imprese suinicole possano iscriversi per impegnarsi a programmare gli adeguamenti nel rispetto della normativa comunitaria ma in un lasso di tempo tale da consentire agli imprenditori di ammortizzare i costi strutturali. I numeri del comparto - Secondo le stime ufficiali gli allevamenti suinicoli in Emilia Romagna (2010) sono 1.259 per un totale di capi pari a 1.236.214. In particolare a Reggio Emilia, prima in regione, ci sono 279 allevamenti per oltre 307.064 suini, Modena 241 allevamenti per 336.712 capi, Parma ne conta 151 per 146.684 capi, a Forlì gli allevamenti sono 108 con un totale di capi pari a 48.567, Rimini registra 54 allevamenti per 10.360 suini e Bologna con 52 allevamenti e 21.349 capi. La produzione lorda vendibile di carni suine in Emilia Romagna (2010) ha un valore complessivo di 289 milioni di euro. Un calo si è registrato nella produzione a peso vivo dei suini in regione passati da 251 mila tonnellate del 2005 alle 232mila tonnellate del 2010. Ma il patrimonio suinicolo emiliano romagnolo resta in percentuale molto significativo rispetto a quello italiano e pari al 17,6 % I dati Ismea hanno confermato che nella spesa domestica agroalimentare in Italia, il 9,3% carni riguarda gli acquisti di carni suine e salumi.  
   
   
PREMIO DE@TERRA PER LE IMPRENDITRICI AGRICOLE  
 
Firenze - Imprenditrici toscane in agricoltura, c’è un’opportunità per voi per valorizzare la vostra attività. Si tratta del premio “Premio De@terra”organizzato da Onilfa (Osservatorio nazionale per il lavoro e l’imprenditoria femminile in agricoltura) giunto quest’anno all’undicesima edizione. Il premio è rivolto a donne la cui storia imprenditoriale (continuità generazionale/creazione di nuova impresa) sia caratterizzata da uno o più dei seguenti elementi: creatività ed originalità di idea di impresa; capacità di mettere sul mercato prodotti di alta qualità, caratterizzati da tipicità e salubrità; realizzazione di attività multifunzionali; modalità e tipo di commercializzazione; rispetto e valorizzazione dell’ambiente; utilizzo di strumenti multimediali; apporto significativo alla crescita economica, sociale e culturale delle aree rurali (associazionismo, servizi ecc.). Le candidature dovranno pervenire entro le ore 14.00 del 30 settembre 2011 al seguente indirizzo: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali – D.g. Competitività per lo Sviluppo Rurale; Ufficio Cosvir V Onilfa – Via Xx Settembre, 20 – 00187 Roma. L’assessore regionale all’agricoltura della Regione Toscana invita le imprenditrici a partecipare. “Negli anni passati – ricorda l’assessore – sono state diverse le imprenditrici della nostra regione che hanno ricevuto il premio o quantomeno una menzione. D’altronde la nostra agricoltura, e quella condotta da donne in particolare, è caratterizzata proprio da qualità, salubrità, tipicità e dagli altri requisiti previsti dal bando. Alle nostre imprenditrici auguro…in bocca al lupo”. Maggiori informazioni, il bando e il modulo sul quale compilare la domanda sul sito: http://www.Onilfa.gov.it/de-terra/premio-de-terra-2011    
   
   
PRESERVARE LA TIPICITÀ DEI FORMAGGI DI MALGA TRENTINI NASCE IL PROGETTO FERMALGA  
 
Camera di Commercio di Trento e Fondazione Edmund Mach, sostenute dalla Provincia autonoma di Trento, sono impegnate per la realizzazione di starter capaci di conservare le caratteristiche della microflora spontanea di montagna Le “malghe da formaggio” in Trentino sono circa un centinaio ed ognuna è caratterizzata da una propria identità che si esprime nei sapori e nei profumi dei propri prodotti. Si tratta di aspetti organolettici e sensoriali che variano in relazione alla provenienza (altitudine, tipologia di terreno, vegetazione pascoliva), alle competenze del casaro, alla flora microbica locale. Tale biodiversità agroalimentare rappresenta una risorsa economica importante per le realtà locali, perché il consumatore associa il formaggio di malga all’idea di un prodotto artigianale capace di distinguersi per una ricchezza di aromi che non si ritrova in un prodotto ottenuto con procedure standardizzate. L’unicità e la tipicità di queste caratteristiche derivano dal fatto che il latte, munto da animali al pascolo in quota, viene lavorato crudo in loco, conservando intatto il patrimonio microbico ed enzimatico originale. In un formaggio industriale, invece, per esigenze sanitarie e di standardizzazione, vengono ridotte le popolazioni microbiche autoctone del latte e sostituite con microrganismi selezionati in laboratorio. Ma proprio per la sua artigianalità, il formaggio di malga è soggetto ad una grande variabilità di esiti che molti casari hanno cercato di contenere introducendo nella caseificazione l’uso di starter microbici acquistati sul mercato. Questa pratica ha come conseguenza la “banalizzazione” organolettica del formaggio di malga oltre che la rottura del suo legame con l’ambiente di produzione. Per rispondere a questa esigenza e per tutelare l’originalità dei prodotti caseari di malga nasce, per volontà di Camera di Commercio I.a.a. Di Trento e Fondazione Edmund Mach, il progetto Fermalga, sostenuto dalla Provincia autonoma di Trento. L’iniziativa, presentata oggi, in occasione di Cheese, da Adriano Dalpez, presidente della Cciaa di Trento, da Alessandro Dini, direttore della Fondazione E. Mach, da Angelo Pecile, responsabile dell’Unità Zootecnica e produzioni foraggere del Centro Trasferimento Tecnologico della Fondazione E. Mach, e da Silvio Barbero, vicepresidente di Slow Food Italia, si propone di caratterizzare, selezionare e predisporre pool microbiologici e starter specifici, isolati a partire dalla microflora spontanea proveniente da diversi areali di produzione. La finalità ultima è quella di fornire ai casari di malga un’adeguata alternativa all’utilizzazione degli starter industriali, che consenta loro di avere gli stessi vantaggi tecnologici ma che, nel contempo, permetta il mantenimento della tipicità del formaggio dei pascoli in cui esso nasce. La collaborazione fra le due istituzioni, che per ora si protrarrà fino al 2013, ha già portato all’individuazione di 8 macrozone con caratteristiche di microflora omogenee e meritevoli di essere salvaguardate (1. Val di Sole, Pejo e Rabbi; 2. Valsugana sinistra Brenta; 3. Valsugana destra Brenta; 4. Valle del Chiese e valli laterali; 5. Valdadige e parte della Val di Non; 6. Val di Ledro, Brentonico, Folgaria; 7 Val di Non; 8. Val di Fiemme e Fassa). La sinergia fra Cciaa e Fem si realizzerà secondo un percorso articolato in diverse fasi, non ultima quella dedicata alla formazione degli operatori di malga che si avvarranno degli starter specifici. «Un progetto - ha dichiarato Dalpez - nato per garantire continuità qualitativa ad un prodotto simbolo dell’autenticità del territorio, puntando su determinati parametri ma anche sul sostegno ai produttori e sul rinnovamento delle strutture. Il tutto nella consapevolezza che il formaggio di malga non ha nulla da invidiare a quelli che godono di maggiore notorietà». Sulla stessa lunghezza d’onda Dini, secondo il quale «la tipicità dei prodotti è garantita dal territorio e rappresenta il core business della Fondazione Mach». «Il Trentino - ha evidenziato Barbero - è una provincia che si impegna a proteggere un settore importante ma fragile, quello dell´alpeggio, e con il progetto Fermalga si pone all´avanguardia rispetto ad altri territori italiani»  
   
   
MILANO SAPORBIO 2011: UNA NUOVA EDIZIONE DAL 7 AL 9 OTTOBRE 2011 SI SVOLGERÀ A MILANO LA QUINTA EDIZIONE DELLA MANIFESTAZIONE MILANO SAPORBIO, EVENTO DI COMUNICAZIONE E PROMOZIONE DELL’ALIMENTAZIONE BIOLOGICA E DEGLI STILI DI VITA ECO-COMPATIBILI.  
 
Sede dell’evento sarà il prestigioso Palazzo Giureconsulti nella centralissima Piazza Mercanti a pochi passi dal Duomo. Ancora una volta la mostra-mercato di selezionati ed eccellenti prodotti da agricoltura biologica offerti in degustazione libera dagli espositori (con possibilità da parte del pubblico di acquistarli direttamente in loco), sarà il fulcro della manifestazione. Il Palazzo Giureconsulti verrà così trasformato in un vero e proprio “palazzo delle meraviglie” in cui ricreare un “centro commerciale ecologico” dedicato alle bio-eccellenze e dove il pubblico e le famiglie potranno trascorrere un’intera giornata tra shopping, benessere, degustazioni, ristoro, cultura, fitness e tanto divertimento nel cuore di Milano. Tra le eccellenze presenti a Milano Saporbio vi è il Caffè Haiti Roma, pluripremiato caffè biologico di alta qualità, che ha fatto parte del progetto Magic Italy in Tour, svoltosi in diciannove tappe europee con l’obiettivo di valorizzare le eccellenze italiane, tra cui appunto il caffè Haiti Roma, che il pubblico potrà degustare e acquistare all’evento. Altro elemento di sicuro valore e grande fascino sarà la parete verde verticale allestita da Officina Idee Verdi, un progetto che coniuga natura, architettura, urbanistica, arte e piacere della vita, in perfetto bio-lifestyle, come piace a Saporbio. In Milano Saporbio non si dimenticano nemmeno gli affettuosi amici a quattro zampe del pubblico: Natura Sana, azienda che sapientemente produce cosmesi e prodotti benessere naturali per la persona ed anche per gli animali domestici, allestirà una vera e propria Boutique. Gusto, qualità e tradizione saranno garantiti dalla presenza, fra gli altri, di eccellenze enogastronomiche toscane e siciliane. Interessante ed innovativa infine la tecnologia presentata dall’azienda Eco2system: una tecnologia sicura che riduce le emissioni nocive dei veicoli fino al 90% e diminuisce il consumo di carburante fino al 14%: davvero un successo per l’azienda e per la tutela dell’ambiente! Molte aziende presentano proprio alla manifestazione d’ottobre le loro novità, disponibili in anteprima per il pubblico che affluirà in Palazzo Giureconsulti. Ma quest’anno Milano Saporbio non sarà solo food! L’evento si arricchisce infatti di nuovi contenuti e attrazioni. Oltre a una nutrita parte espositiva dedicata a prodotti e servizi caratterizzati dall’elevata eco-sostenibilità (dalla cosmesi alla moda, dal design alla bio-architettura, dal benessere al fitness, e molto altro), durante la tre giorni dedicata al “mondo bio”, il pubblico potrà partecipare a numerose iniziative e attività tutte all’insegna del filo conduttore dell’edizione 2011: portare il pubblico a una maggiore consapevolezza e conoscenza delle tematiche della coltivazione biologica e di un bio-lifestyle che rispetti la natura in genere. Solo attraverso una corretta informazione, validi approfondimenti culturali e buone e consapevoli scelte di consumo l’individuo può raggiungere un migliore benessere psicofisico, che si traduce in un maggiore rispetto per il nostro pianeta. Tutto questo avverrà all’insegna dell’intrattenimento con degustazioni, aperitivi, spettacoli, allestimenti artistici, performance dal vivo e musica, perché vivere bio è vivere con gioia e armonia! Milano Saporbio 2011: i partners Due importanti partners animeranno l’edizione 2011: Virgin Active: il noto network di centri fitness e benessere creerà un programma di attività legate al fitness, alla cura del corpo ed al benessere fruibili durante la manifestazione da tutto il pubblico presente. “Virgin Active Italia è lieta di portare il benessere e il fitness nel bellissimo scenario di Palazzo Giureconsulti a Milano in occasione di Milano Saporbio 2011,” dichiara Elisabetta Gravellino, Sales & Marketing Director di Virgin Active Italia. “ I trainer Virgin Active saranno a disposizione dei visitatori e li inviteranno a provare le ultime novità firmate Virgin Active - Yoga Dynamics, Zero Balance e La Bomba - per trascorrere un pomeriggio all’insegna del movimento salutare e del divertimento”. Macro Edizioni: il gruppo editoriale, leader in Italia nel settore del body, mind&spirit, curerà, in collaborazione con gli organizzatori, l’intenso programma di conferenze, talk, presentazioni di libri e approfondimenti culturali che arricchiranno di contenuti la manifestazione. Media partner della manifestazione sono il gruppo Sitcom, con i canali satellitari monotematici Arturo, Alice e Leonardo, Radio Monte Carlo, i due magazine dedicati al gusto e alla cucina Le Vie del Gusto e Cucina Naturale, il portale Virgilio Go Green, e Tv Moda. Supportano la cominicazione anche i web partner 2night e Getbazza. Saporbio: Il Progetto Saporbio, ideato da Marco Columbro e Stefania Santini, è un progetto che mira a educare e coinvolgere il pubblico verso uno stile di vita e abitudini alimentari e di consumo orientate al biologico. L’obiettivo principale del progetto è sensibilizzare e coinvolgere un ampio target - pubblico, operatori di settore, aziende, istituzioni - utilizzando una comunicazione mirata e capillare, che metta in luce i vantaggi del biologico e di una cultura eco-sostenibile, attraverso la creazione di una piattaforma di incontro fra tutti gli attori. La vena formativa e divulgativa è il vero tratto distintivo di tutto il progetto Saporbio. Saporbio infatti opera fin dalla sua prima edizione con questa finalità: creare maggiore consapevolezza nel consumatore, nella convinzione che solo la consapevolezza rende liberi di fare scelte di consumo e adottare di stili di vita bio e salutari che possono condurre ad una migliore qualità della vita individuale e quindi sociale. Questo sarà il mood che guiderà tutte le azioni che gli organizzatori intraprenderanno nel prossimo futuro, a partire dal vasto panorama di informazioni, suggestioni, eventi e formazione veicolato dal rinnovato sito www.Saporbio.com. Dopo cinque anni, Saporbio ha oggi tutte le caratteristiche di un progetto vitale, propositivo, capace di veicolare un bio-lifestyle per far sì che proprio la maggiore consapevolezza individuale riguardo ai temi del biologico e dell’eco-sostenibilità sia il faro illuminante verso una vita più piena ed in armonia con la natura e quindi più felice. Questo è il messaggio che Saporbio vuole esprimere a partire da questa edizione 2011! Saporbio inteso come il sapore della vita, perché bio significa vita. Saporbio mirerà sempre di più a diffondere la cultura della consapevolezza, perché solo chi è consapevole è libero nelle proprie scelte di vita e di consumo. Essere consapevoli per vivere in armonia con sè stessi e con l’ambiente, un’armonia che parte dal benessere interiore per esprimersi in un bio-lifestyle. Www.saporbio.com  
   
   
TOURTEL: LA BIRRA DAL GUSTO PIENO CON BASSA GRADAZIONE ALCOLICA  
 
Poco alcol, poche calorie e ricca di gusto: la birra Tourtel presenta la sua nuova ricetta per uno stile di vita sano ed equilibrato 69 kcal per bottiglia, 100% puro malto e un contenuto alcolico inferiore allo 0,5%: Tourtel presenta la sua nuova ricetta per dare più gusto ad ogni momento della giornata. Grazie allo stesso processo produttivo utilizzato per le normali lager, Tourtel è la birra a basso contenuto alcolico 100% puro malto che offre la libertà di sorseggiarla in qualsiasi occasione e il piacere di una birra fresca ogni volta che vuoi. Da sempre leader in Europa, Tourtel è arrivata sul mercato italiano nel 1990 creando il segmento della birra analcolica in Italia. La sua ricetta tutta naturale, la genuinità delle materie prime utilizzate e il suo recente ed esclusivo processo produttivo identico a quello delle normali lager, le conferiscono il gusto pieno e rinfrescante che la caratterizzano. Tourtel, da 20 anni la birra a bassa gradazione alcolica più venduta in Italia, è l’ideale per chi ama vivere in modo sano ed equilibrato ma non rinuncia al gusto di una vera birra ogni volta che lo desidera: a pranzo, in spiaggia, al lavoro o dopo la palestra. D’altronde cosa c’è di meglio del piacere di bere una buona birra, senza gli effetti secondari dell’alcol? La nuova formula di Tourtel permette, infatti, alla birra di nascere naturalmente con poco alcol, ma conservando il sapore caratteristico di una birra alcolica. E proprio questo elemento distintivo rende Tourtel la birra più indicata per il pranzo: il suo sapore unico, unito alla leggerezza della birra analcolica, fanno di Tourtel un ottimo accompagnamento per il pasto di metà giornata, per godersi un momento di break dalla routine quotidiana da condividere e gustare in compagnia di amici e colleghi. Dedicata a chi ama uno stile di vita sano e attivo, e a chi apprezza la buona tavola ma non trascurando la linea, Tourtel con meno dello 0,5% di alcol e un contenuto di calorie inferiore a quello di una lattina di coca o di tè freddo rappresenta la soluzione perfetta per chi desidera scegliere il meglio ogni giorno, in ogni momento, senza limitazioni. Disponibile nel formato da 33cl e 66cl, oltre che nel multipack 33clx4, Tourtel va degustata fresca per godere al meglio del suo gusto pieno e deciso  
   
   
NUOVO DIRETTORE MARKETING PER SANTA MARGHERITA GRUPPO VINICOLO  
 
E’ Stefano Silenzi, 48 anni, il nuovo Direttore Marketing di Santa Margherita Gruppo Vinicolo. Un manager di grande esperienza nel settore, proveniente dal Gruppo Italiano Vini, dove ha ricoperto per 7 anni analoga funzione. Laureato in Economia e Commercio all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ha iniziato il suo percorso professionale in Ferrero per proseguire con crescenti responsabilità in Bongrain Italia, fino all’ingresso nel 2004 nel mondo del vino. In Santa Margherita Silenzi si occuperà di pianificare, gestire, realizzare e controllare tutte le attività worldwide di marketing e comunicazione, in collaborazione con il top management del Gruppo. “Sono felice di questo nuovo stimolante incarico – sottolinea Stefano Silenzi - in cui avrò l’opportunità di avvalermi delle mie esperienze nel marketing a livello internazionale, per portare avanti il percorso di crescita già intrapreso dall’Azienda in questi anni.” La scelta di un manager che conosce a fondo l’universo del vino si inserisce nei piani di sviluppo di Santa Margherita, che prevedono il consolidamento del suo ruolo ai vertici di un settore dove ha segnato con successo una rotta innovativa in Italia e nel mondo. Www.santamargherita.com www.Facebook.com/pages/vinisantamargherita twitter.Com/vinismargherita