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Notiziario Marketpress di Lunedì 19 Dicembre 2011
SCUOLA PER MAGISTRATI NELLA VILLA CASTELPULCI DI SCANDICCI  
 
Prosegue l’iter per la creazione della “Scuola per la magistratura” nella storica villa di Castelpulci a Scandicci. Se ne è parlato nel corso di un convegno sul tema della “Formazione iniziale dei Magistrati – Verso la Scuola per la Magistratura” che si è tenuto al Teatro Studio di Scandicci. All’iniziativa ha partecipato il presidente della Regione, Enrico Rossi, che è intervenuto sul tema “Quale scuola per la magistratura nel contesto dell’alta formazione toscana. La situazione logistica ed il contesto toscano della formazione dei giovani.” Rossi ha assicurato il sostegno e l’impegno della Regione in relazione al progetto della scuola, sul quale in precedenza avevano relazionato il sindaco di Scandicci, Simone Gheri e l’assessore provinciale di Firenze, Stefano Giorgetti. In materia tutti gli Enti (Regione, Provincia, Comuni di Firenze e Scandicci) interessati hanno già firmato nel luglio scorso un protocollo che affida a ciascuno i relativi compiti per far decollare la scuola, si attende ora la firma definitiva da parte del Ministero. Sottolineando l’importanza dell’iniziativa il presidente Rossi ha ribadito che “le Istituzioni locali sono fortemente interessate al buon funzionamento della giustizia” e sono impegnate “a lavorare per mettere i magistrati nella condizione di fornire il migliore servizio possibile ai cittadini.” “La Magistratura – ha detto ancora Rossi – è uno dei punti fondanti dai quali nasce la teoria degli Stati, secondo la quale vi è alla base di uno Stato, un patto per il quale si rinuncia alla vendetta e si accetta che un terzo, un magistrato, eserciti la funzione giurisdizionale.” Il presidente della Regione Toscana ha anche aggiunto che “il buon funzionamento della giustizia è importante anche per l’economia” ricordando come “uno degli ostacoli che frenano le imprese estere dall’investire in Italia è dato proprio dai tempi lunghi della giustizia.” “Oggi – ha continuato Rossi – in un clima più disteso, credo che vi siano tutte le condizioni per lavorare per il buon funzionamento della magistratura. La Regione – ha sottolineato – supporta questa esperienza della Scuola per magistrati a Castelpulci e darà tutto il contributo che le compete.” In tema di strumenti a favore di un miglior funzionamento della giustizia il presidente Rossi ha rammentato il progetto realizzato dalla Regione che rende consultabili attraverso la “card” sanitaria, in via telematica, anche tutti gli atti del fascicolo giudiziario. “Un modello – ha detto – che ha dato un risultato unico nel panorama nazionale, che nel 2012 verrà esteso a tutta la Toscana e che potrà servire come esempio di buone pratiche anche a livello nazionale.” In tema di formazione Rossi ha inoltre ricordato l’impegno della Regione per favorire la formazione e l’inserimento dei giovani e ha messo a disposizione, anche del mondo giudiziario, questi strumenti e la possibilità di usare il Portale Trio della Regione Toscana, per la formazione a distanza in via telematica. “E’ un portale che sta dando ottimi risultati e che potrà essere utilizzato, nelle forme in cui sarà ritenuto utile e opportuno – ha concluso Rossi – anche per il mondo giudiziario.” “Nel pieno rispetto dell’autonomia e dell’indipendenza della magistratura – ha ribadito Rossi in conclusione – è nostro interesse contribuire a creare le condizioni per far sì che l’amministrazione della giustizia possa funzionare nel migliore dei modi.” All’intervento del presidente della Regione è seguita un’articolata relazione del Procuratore generale della Repubblica di Firenze, Beniamino Deidda, sul tema della formazione dei magistrati. Ai lavori del convegno era presente, tra gli altri, anche il professor Valerio Onida, presidente emerito della Corte Costituzionale  
   
   
CONFINDUSTRIA DIGITALE - PARTNER DEL GOVERNO PER LA CRESCITA  
 

Confindustria Digitale - cui fanno capo imprese per un totale di oltre 250.000 addetti che realizzano un fatturato annuo che supera i 70 miliardi di euro - è costituita da Assotelecomunicazioni-Asstel, l’associazione delle imprese di Telecomunicazioni, Assinform in rappresentanza  dell’Information Technology, Anitec che riunisce i produttori di tecnologie e servizi di Ict e Consumer Electronics, Aiip associazione degli Internet Provider, Assocontact, l’associazione delle imprese di contact center in outsourcing.

Stefano Parisi, presidente di Confindustria Digitale: “Confindustria Digitale si propone come partner del Governo e delle Regioni per promuovere in Italia l’economia digitale, passaggio fondamentale  affinché il Paese riprenda la via della crescita e dello sviluppo. Al percorso per raggiungere entro il 2013 l’ equilibrio di bilancio va, perciò, affiancato un piano d’azione che entro 24 mesi traduca in misure concrete l’Agenda digitale, portando l’Italia in linea con gli obiettivi dell’Unione Europea. Il piano dovrà accelerare  lo switch off delle funzioni pubbliche dalla carta al web completando il programma e-Gov 2012; puntare sull’e-commerce per far crescere le capacità competitive delle imprese del Made in Italy; promuovere il venture capital e le start up nel campo dell’innovazione digitale; definire un efficace quadro regolatorio e normativo, principalmente su privacy e diritto d’autore; attuare i progetti di Smart City; coprire il digital divide nei distretti industriali con la fibra ottica e nelle aree residenziali con l’Lte. Confindustria Digitale è direttamente coinvolta nella definizione  e realizzazione del piano e nei prossimi  giorni ci proponiamo di incontrare il Governo per  illustrare le nostre proposte e le iniziative che intendiamo intraprendere. Non andremo a chiedere soldi pubblici, ma a proporci come soggetti attivi del grande cambiamento che l’Ict può indurre nel Paese e a offrire tutta la nostra collaborazione affinché lo sviluppo del digitale diventi una priorità anche del programma di governo, investendo le istituzioni centrali e quelle locali fino al più piccolo dei comuni italiani”. E’ quanto affermato dal presidente Stefano Parisi, martedì 13 dicembre, nel presentare alla stampa Confindustria Digitale, la nuova federazione che raggruppa sotto un’unica rappresentanza industriale la filiera dell’Ict.

Occasione dell’incontro è stata l’elezione del Consiglio direttivo, l’organo che affiancherà Stefano Parisi alla guida della Federazione per i prossimi due anni. Oltre a Parisi e ai vicepresidenti Paolo Angelucci (presidente Assinform) e Cristiano Radaelli (presidente Anitec), il Consiglio  vede la partecipazione dei vertici dei principali gruppi internazionali e aziende nazionali del settore dell’Ict, per un totale di 30 consiglieri. Sono membri del Consiglio: Fabio Benasso, ad Accenture; Paolo Nuti, Presidente Aiip; Gianluca Baini, ad Alcatel-Lucent Italia; Alberto Tripi, Presidente Almaviva; Luca D’Ambrosio, presidente Assocontact; Corrado Sciolla, ad Bt Italia; David Bevilacqua, ad e vicepresidente corporate Cisco Systems; Paolo Aielli, ad Elsag Datamat; Rosario Amodeo, vice presidente esecutivo Engineering Ingegneria Informatica; Cesare Avenia, Presidente Asstel; Carlo D’Asaro Biondo, presidente Seemea Google Italia; Paolo Castellacci, presidente Gruppo Sesa; Vincenzo Novari, ad H3G; Alessandra Brambilla, vicepresidente e general manager HP Italiana; Roberto Loiola, vicepresidente Huawei Technologies Italia; Nicola Ciniero, presidente Ibm Italia; Alberto Trondoli, ad Metroweb; Pietro Scott Jovane, presidente e ad Microsoft Italy; Luigi Freguia, ad Oracle Italia; Tatiana Rizzante, ad Reply; Carlo Tagliaferri, presidente e ad Selta; Antonio Caroppo, ad Sielte; Laura Cioli, Chief Operating Officer Sky Italia; Salvatore Paparelli, ad Sony Italia; Oscar Cicchetti responsabile Strategy Telecom Italia; Renato Soru, ad Tiscali; Patrizio Mapelli, ad Value Team; Paolo Bertoluzzo, ad Vodafone Omnitel; Ossama Bessada, ad Wind Telecomunicazioni; Alessandro Zucchetti, presidente Zucchetti

 
   
   
ICT: DATI SULLA FILIERA – ANNO 2010  
 
La filiera Ict è composta da: manifatturiero dell’informatica, delle telecomunicazioni e del consumer electronics; commercio all’ingrosso e al dettaglio di apparecchi Ict e consumer electronics; servizi di telecomunicazione; produzione di software; servizi informatici e internet; call center; assistenza e riparazione Ict e consumer electronics. · 115mila imprese · 670mila addetti (+2% rispetto al 2008) · 30% dei lavoratori Ict ha una laurea · 27mila assunzioni previste nel settore per il 2011 (4,6% del totale assunzioni non stagionali; +18% sulle previsioni 2010) · Valore aggiunto: 45 mld. Di euro (4% del Pil) · Fatturato: 120 mld. Di euro · Costo del lavoro: 23 mld. Di euro · Investimenti: 8 mld. Di euro ca. (6% del totale investimenti in Italia): di cui in R&s: 1,7 mld. Di euro (17% del totale spesa R&s italiana) Effetti dell’Ict · sull’economia: il moltiplicatore Ict è pari a 2,1. Vale a dire per ogni 1.000 euro di aumento della domanda del settore Ict, l’output complessivo dell’economia aumenta di 2.100 euro circa. · sulla produttività: il contributo dello stock di capitale Ict alla crescita del Pil è stimato tra lo 0,36% (media 1997-2007) e lo 0,8% annuo. A livello micro un aumento del capitale Ict del 10% è associato a un incremento delle produttività del lavoro dello 0,23%, contro lo 0,16% che si otterrebbe per effetto della sola accumulazione di capitale. · sull’export: oggi solo il 4% delle imprese italiane effettua vendite direttamente on-line. Nell’ipotesi che tutte le imprese italiane aumentassero dell’1% il loro fatturato attraverso le vendite on-line, le nostre esportazioni totali aumenterebbero dell’8% pareggiando il saldo import-export di beni e servizi. · sulla sanità: i risparmi derivanti dalla digitalizzazione del sistema sanitario sono stimati intorno ai 9 miliardi di euro  
   
   
ATTENZIONE ALLA MAIL “NOTIFICA DI RIMBORSI FISCALI” - E’ UN TENTATIVO DI PHISHING PER RUBARE DATI PERSONALI  
 
Continuano le segnalazioni di tentativi di truffa messi in atto utilizzando illecitamente comunicazioni con il nome e il logo dell’Agenzia delle Entrate. La Direzione Regionale della Lombardia ha appreso della circolazione di un’e-mail con oggetto “Notifica di rimborsi fiscali” – in particolare nelle provincie di Bergamo, Brescia, Como, Lodi, Milano, Monza e Varese – apparentemente proveniente dall’indirizzo “Agenzia delle Entrate”. La comunicazione invita il destinatario a scaricare e compilare un modulo per ottenere un presunto rimborso, richiedendo, tra le altre informazioni, anche tutti i dati della carta di credito. Questa comunicazione è un tentativo di phishing, una truffa informatica architettata per entrare illecitamente in possesso di dati personali. Si invita chiunque dovesse ricevere questo messaggio di posta elettronica a eliminarlo al più presto e a non aprire il suo allegato, in quanto potenzialmente pericoloso. L’agenzia delle Entrate informa di essere del tutto estranea al fatto e ricorda ai contribuenti che sul sito internet www.Agenziaentrate.gov.it, nella sezione “Home – Cosa devi fare – Richiedere – Rimborsi”, possono consultare le corrette modalità per ricevere un rimborso fiscale con l’accredito su conto corrente. In nessun caso l’Agenzia richiede informazioni sulle carte di credito  
   
   
IL NUMERO DI ATTACCHI MIRATI GIORNALIERI È QUADRUPLICATO DA GENNAIO - IL TASSO DI SPAM GLOBALE È IL PIÙ BASSO DEGLI ULTIMI TRE ANNI  
 
Symantec Corp. Ha annunciato i risultati del Symantec Intelligence Report di novembre 2011. L’analisi rivela che il numero di attacchi mirati giornalieri è quadruplicato rispetto a gennaio di quest’anno. In media, nel mese di novembre, sono stati bloccati 94 attacchi ogni giorno. Il Symantec Intelligence Report di novembre contiene inoltre dati specifici sulla distribuzione geografica degli attacchi. L’analisi di questo mese indica che le grandi imprese con oltre 2.500 dipendenti hanno subito il maggior numero di attacchi, di cui 36,7 bloccati ogni giorno. Per contro, il settore delle piccole e medie aziende con meno di 250 dipendenti ha bloccato 11,6 attacchi al giorno. Mentre gli attacchi mirati sono in aumento, il tasso globale di spam ha raggiunto il livello minimo degli ultimi tre anni. L’effetto dei volumi di spam tre anni fa era molto grave: allora, il 68% delle email a livello globale erano rappresentate da spam. Recentemente il calo è stato molto più lento, ma gli spammer si sono adattati, imparando a impiegare metodi più mirati e a sfruttare i social media come alternativa all’email. In Italia, il livello percentuale di spam è sceso al 70,7% e la presenza di virus nelle mail è stata di uno su 452,4  
   
   
I CONSUMATORI CHIEDONO SICUREZZA PER LO SHOPPING ONLINE  
 
Symantec Corp. Ha annunciato che oltre 800 milioni di persone al giorno nel 2011 hanno visualizzato il marchio di fiducia di Verisign, con una crescita del 60% rispetto al 2010, una crescita di visualizzazioni giornaliere che continua per il quinto anno consecutivo. L’aumento nelle visualizzazioni dei marchi di Verisign (Verisign Secured Seals, Verisign Trust Seals e Norton Secured Seals) aiuta i visitatori ad avere maggiore fiducia perché Symantec ha autenticato l’identità degli operatori del sito e ha eseguito delle scansioni giornaliere contro i malware. Questa fiducia è essenziale per il commercio online, soprattutto durante questo periodo di shopping natalizio. I marchi di fiducia conferiscono un vantaggio competitivo notevole per le aziende, soprattutto nel periodo dell’anno con il maggior traffico di shopping online. Nel febbraio 2011, al termine della stagione di shopping invernale 2010/2011, secondo uno studio americano sui consumatori online, il 94% delle persone ha espresso che era propenso a continuare un acquisto online dopo aver visualizzato il Norton Secured Seal in fase di checkout, più che con qualsiasi altro marchio mostrato. I marchi di fiducia di Symantec Verisign forniscono una prova “da cliccare”, dinamica e immediata del fatto che il sito è dotato di una connessione sicura e protegge le transazioni online inclusi i dati confidenziali. In base ai risultati di uno studio, condotto a marzo 2011 da Consumer Research, il 90% delle persone non è propenso a continuare una transazione online se visualizza una pagina di allarme del browser che indica l’assenza di una connessione sicura. Inoltre, in base ad uno studio di Verisign, l’11% degli intervistati ha deciso di non effettuare acquisti su un sito perché questo non conteneva il sigillo di Verisign  
   
   
UNIVERSITÀ LA SAPIENZA: BILANCIO POSITIVO AD UN ANNO DALL’INTRODUZIONE DEL TIMBRO DIGITALE 2D PLUS DISTRIBUITO DA SYSDATA ITALIA  
 
Oltre 250mila certificati già emessi in formato digitale dall’Ateneo romano che ha scelto il Timbro 2D Plus” distribuito da Sysdata Italia S.p.a. Per gestire via web certificati e documenti con valore legale. Da quasi un anno si sono assottigliate le file alle segreterie delle facoltà dell’Università romana La Sapienza. Per richiedere certificati e documenti con valore legale agli studenti basta un semplice clic. Grazie all’introduzione della tecnologia Timbro digitale 2D Plus sviluppata da Secure Edge e distribuita da Sysdata Italia, società specializzata nella fornitura di soluzioni e servizi It, gli studenti sono in grado di richiedere e ricevere online tutti i documenti sia in carta semplice sia in bollo. “L’introduzione del Timbro Digitale è stato un vero successo, siamo davvero molto soddisfatti. I numeri, dopo un anno circa dall’implementazione sono ottimi”, spiega la professoressa Tiziana Catarci, docente all’Università La Sapienza di Roma e presidente di Infosapienza, centro di competenze per la predisposizione di soluzioni innovative dell’Ateneo romano. “L’obiettivo è incrementare ulteriormente questi risultati che consideriamo già molto positivi. Basti pensare, ad esempio, che chi non è più uno studente universitario ed ha bisogno di un certificato, utilizza la certificazione con timbro digitale 4 volte su 5. Ad oggi sono stati emessi digitalmente un totale di oltre 250mila certificati”, aggiunge Catarci. Adottata da oltre 10 Università e più di cento Comuni, tra cui quello di Roma, Milano oltre alle regioni Emilia Romagna e Sardegna, il Timbro Digitale permette di erogare in tempo reale documenti e certificati legalmente validi. L’utilizzo è semplicissimo, dopo l´autenticazione al portale, un operatore virtuale verifica l’emettibilità del documento, il sistema genera quindi il certificato richiesto con il timbro digitale, in formato Pdf con firma digitale del Dirigente, e lo invia automaticamente via mail  
   
   
LA COMMISSIONE EUROPEA FIRMA CON LA CROAZIA UN ACCORDO PER IL SOSTEGNO ALLA FORMAZIONE DI GIUDICI E MAGISTRATI DELLE PROCURE  
 
La Commissione europea e la Croazia hanno firmato oggi un accordo per sostenere la formazione dei magistrati nazionali in vista dell´adesione del paese all´Unione europea nel luglio del 2013. Nel quadro dell’accordo firmato da Viviane Reding, Commissaria Ue per la Giustizia, e Dražen Bošnjakovic, ministro croato della Giustizia, la Croazia potrà partecipare ai programmi Ue di sostegno alla formazione di giudici, avvocati e altri professionisti del diritto. L’accordo fa seguito alla firma da parte della Croazia del trattato di adesione all´Unione europea lo scorso 9 dicembre (Memo/11/883), che ha spianato la via all’entrata del paese come 28° Stato membro dell’Unione. «Tutti i professionisti del diritto nei paesi dell´Unione possono avere a che fare con il suo diritto. Comprendere il diritto dell’Unione è essenziale per rafforzare lo spazio europeo di giustizia e l´Unione europea intera in quanto comunità di diritto», ha commentato Viviane Reding, Vicepresidente e Commissaria per la Giustizia. «L’accordo odierno consentirà a giudici e magistrati delle procure croati di partecipare ai progetti della formazione giudiziaria europea prima dell’adesione. Questo rappresenta una parte fondamentale dei preparativi finali per l´adesione all’Ue e aiuterà a far sì che la futura appartenenza all’Unione apporti il massimo beneficio ai cittadini e alle imprese della Croazia». L’unione fornisce sostegno finanziario attraverso il cofinanziamento di attività nel quadro della formazione giudiziaria europea, sia a livello nazionale che europeo, con l’obiettivo generale di fornire formazione in diritto dell’Unione a 700 000 professionisti entro il 2020 (Ip/11/1021). Secondo i due protocolli d’intesa firmati oggi, la Croazia potrà partecipare ai programmi Ue di finanziamento per la giustizia civile e penale, destinati a sostenere progetti di formazione giudiziaria in diritto dell’Unione a livello europeo, nazionale e locale. Secondo l´accordo i giudici, magistrati delle procure e altri professionisti del diritto croati potranno quindi ottenere formazione in diritto europeo prima dell’adesione del loro paese all’Ue. Lo stesso accordo consentirà altresì all’Accademia giudiziaria croata di partecipare a pieno titolo alla rete europea di formazione giudiziaria, che coordina le attività europee organizzate da strutture formative nazionali destinate a giudici e magistrati delle procure in Europa. Contesto L’unione conta attualmente circa 1,4 milioni di professionisti del diritto compresi giudici, magistrati delle procure, avvocati, notai, ufficiali giudiziari e personale giudiziario. La Commissione intende permettere ad almeno la metà di loro di partecipare, entro il 2020, a formazioni giudiziarie europee a livello locale, nazionale o europeo; suo obiettivo ulteriore è far sì che ogni professionista del diritto possa usufruire, lungo la propria carriera, di un minimo di una settimana di formazione in diritto dell’Unione. Per far questo, la Commissione ha richiesto l’impegno dei governi nazionali, dei consigli dell’ordine, degli organismi professionali e degli istituti di formazione giudiziaria, sia a livello di Unione che nazionale, a integrare il diritto dell’Unione nei rispettivi programmi di formazione e ad aumentare il volume dei corsi e il numero dei partecipanti. Dal canto suo, la Commissione vuole rendere più agevole l´accesso ai finanziamenti Ue per dare sostegno a progetti formativi di qualità, compreso l’apprendimento per via elettronica (e-learning). Nell’ambito del nuovo quadro finanziario pluriennale dell’Ue, la Commissione ha proposto di far rientrare la formazione giudiziaria europea tra le più importanti priorità, nell’intento di garantire formazione a più di 20 000 professionisti del diritto all’anno sino al 2020. A partire dal 2014, la Commissione darà il via a un programma di scambi di due settimane per giudici e magistrati delle procure neo-assunti, allo scopo di sviluppare una cultura giudiziaria comune europea fondata sulla fiducia reciproca. La Commissione sosterrà la formazione attraverso il portale europeo della giustizia elettronica (lo sportello unico elettronico dell’Unione sui sistemi giudiziari e l´accesso alla giustizia in tutti i paesi dell’Ue) e grazie alla condivisione di orientamenti pratici sulle metodologie di formazione e la valutazione. Si può accedere alla formazione giudiziaria europea agli inizi della carriera o nell’ambito della formazione continua, nei seguenti campi: · la legislazione dell’Unione, compreso il diritto sostanziale e quello processuale, unitamente alla giurisprudenza rilevante della Corte di giustizia dell’Unione europea, · la conoscenza dei sistemi giudiziari nazionali. A queste materie può essere associata la formazione linguistica. Il programma per la formazione giudiziaria europea include due componenti complementari: attività generali di formazione giudiziaria, organizzate a livello locale, nazionale o europeo, e scambi transnazionali. La Commissione incoraggerà anche i partenariati pubblico-privato in vista di sviluppare soluzioni formative innovative, anche a partire dai punti di forza di tutti i formatori esistenti. Base giuridica Come sottolineato in una risoluzione del Consiglio del 2008, la formazione giudiziaria compete in primo luogo agli Stati membri. Il trattato di Lisbona (articolo 81, paragrafo 2, e articolo 82, paragrafo 1, del trattato sul funzionamento dell’Unione europea) prevede che l’Unione europea adotti misure volte a "sostenere la formazione dei magistrati e degli operatori giudiziari", in materia sia civile che penale. Il programma di Stoccolma del 2009 ha fatto appello a un intervento forte dell’Ue a sostegno dell’impegno nazionale nel campo della formazione e per sviluppare strutture formative a livello di Unione. In una sua risoluzione, anche il Parlamento europeo ha sottolineato che un’adeguata formazione giudiziaria contribuisce in modo decisivo a migliorare il funzionamento del mercato interno e ad agevolare l’esercizio da parte dei cittadini dei propri diritti  
   
   
UE: PROCEDIMENTO PENALE: CHIARIFICAZIONE PER GLI IMPUTATI  
 
Ogni imputato o persona accusata di aver infranto la legge dovrà essere informata dei suoi diritti in una lingua facilmente Immagina di essere in vacanza in Svezia e di essere accusato di un crimine. Capire la lingua utilizzata nei procedimenti penali sarebbe una vera sfida. Ogni Stato membro ha delle regole specifiche per i procedimenti legali e la sfida diventa ancora più ardua. I parlamentari vogliono aiutarti in questa giungla legale. I deputati stanno lavorando per cambiare la situazione. Ogni imputato o persona accusata di aver infranto la legge dovrà essere informata dei suoi diritti in una lingua facilmente comprensibile. Questo é il progetto di legge che sarà votata martedì 13 dicembre. Secondo la normativa vigente in alcuni Stati membri, è necessario ricevere solo informazioni orali riguardo i diritti processuali, mentre in altri stati le informazioni sono scritte in linguaggio tecnico e fornite solo se richieste. Una "carta dei diritti" aiuterebbe a garantire che i processi siano condotti equamente in tutta l´Unione europea. "Essere consapevole dei propri diritti é il primo passo per poterli rispettare. La carta dei diritti informerà le persone arrestate dei loro diritti in una lingua che possano capire, includendo il diritto all´interpretazione e traduzione e il diritto di avere un avvocato", ha dichiarato la relatrice della commissione per le Libertà civili, nonché parlamentare tedesca di centro sinistra Birgit Sippel (dopo il voto in commissione il 23 novembre 2011). Prossimi passi Il progetto di legge sarà votato dal Parlamento martedì e dovrà essere approvato dal consiglio dei Ministri. Una volta adottato, gli Stati membri avranno due anni per implementarlo nella loro legislazione nazionale. Il Regno Unito e l´Irlanda hanno reso noto il loro desiderio di partecipare all´adozione e all´applicazione di questa direttiva. La Danimarca è l´unico Stato membro a non prenderne parte  
   
   
ING DIRECT: NUOVA FILIALE A MILANO  
 
Ing Direct ha aggiunto una nuova tappa nel suo percorso verso la multicanalità ed approda a Milano. Lo scorso 13 dicembre, dopo Bergamo, Padova, Roma e Venezia-mestre, ha aperto a Milano, in via Tommaso Grossi 2, il suo quinto Bank Shop. I Bank Shop di Ing Direct sono caratterizzati da trasparenza, luminosità ed accessibilità e da un design innovativo che li distingue dallo sportello bancario tradizionale avvicinandoli a un concept-store. Anche la filiale di Milano si contraddistingue per il servizio self-service: non c´è la figura del cassiere, che, fisicamente, ritira, deposita e registra il contante, lasciando il posto alle casse automatiche. Anche questa filiale, infatti, è paper-less: tutte le operazioni sono confermate inserendo direttamente le credenziali utilizzate dal cliente per accedere al proprio conto tramite i canali diretti, senza dover firmare ulteriori documenti cartacei. Tutto è memorizzato ed archiviato in formato elettronico. L´apertura della filiale di Milano – ha dichiarato Alfonso Zapata, General Manager di Ing Direct Italia - conferma la volontà della banca di rispondere ai bisogni dei nostri clienti e aumentare la customer satisfaction. Offrire un´ulteriore opportunità di accesso ai nostri servizi rappresenta inoltre un altro passo verso la multicanalità, che come emerge dall´Osservatorio è molto apprezzata dai risparmiatori. Il modello Ing Direct non cambierà, continuerà ad essere diretto e a zero spese – ha concluso Zapata - oggi con i soli canali a distanza abbiamo una capacità di accoglienza di 60.000 persone ogni giorno, pari ad una rete di circa 600 filiali! Non ci attendiamo che queste proporzioni cambino, al contrario prevediamo una crescita ulteriore sui canali diretti proprio grazie alla presenza fisica. Info: www.Ingdirect.it  
   
   
OSSERVATORIO ING DIRECT: IL BENESSERE FINANZIARIO DEGLI ITALIANI  
 
In occasione dell’inaugurazione della nuova sede milanese di Ing Direct - il Bank Shop di via Tommaso Grossi 2 - è stata presentata l’edizione invernale dell’Osservatorio Ing Direct, curato da Gfk Eurisko, sul Benessere Finanziario degli italiani. La nuova edizione dell’Osservatorio mostra un Paese sempre più preoccupato per la congiuntura economica che favorisce una visione meno rosea del futuro. L’indice di Benessere Finanziario si attesta a 47,5 punti, in diminuzione rispetto ai 49 punti dell’edizione estiva. Crescono, dunque, i timori per la propria situazione finanziaria e in particolare preoccupano gli impegni a lungo termine come i mutui. Nel complesso, secondo i dati raccolti da Gfk Eurisko, la capacità di risparmio degli italiani è diminuita negli ultimi sei mesi e le prospettive per il prossimo futuro non lasciano intravedere grandi margini di miglioramento. Questa difficoltà nell´accantonamento dei risparmi influisce sul rapporto con le banche e la finanza in genere. Secondo l´Osservatorio, infatti, i risparmiatori italiani considerano quali parametri fondamentali nella scelta della banca l´assenza di commissioni (68%) e un buon rapporto qualità-prezzo (70%). Altro dato interessante è la crescente ricerca della multicanalità: il 57% del campione (contro il 51% della precedente edizione) è cliente di banche che offrono la possibilitá di effettuare sia operazioni in filiale che tramite internet e telefono  
   
   
PRIVACY: TELEMARKETING: STOP ALLE TELEFONATE “MUTE”  
 
Il Garante prescrive ad una società energetica misure per garantire tranquillità a utenti e consumatori. Il Garante privacy è intervenuto sul fenomeno delle cosiddette telefonate “mute”, quelle cioè nelle quali il destinatario, dopo aver sollevato il ricevitore, non viene messo in comunicazione con alcun interlocutore. Sempre più numerosi sono gli abbonati che si rivolgono all’Autorità per segnalare la ricezione ripetuta e continua, a volte anche per 10-15 volte di seguito, di chiamate di questo tipo. Il fenomeno nasce dall’uso da parte delle aziende di sistemi di instradamento automatico di telefonate allo scopo di porre in comunicazione gli utenti contattati con i call center addetti alla promozione di servizi e prodotti di quelle stesse aziende. Questi sistemi se impropriamente utilizzati possono provocare gravi disagi agli utenti. E’ quanto accaduto con una grande società energetica, la prima ad essere finita nel mirino del Garante. Il sistema utilizzato dalla società prevedeva infatti la possibilità dell’inoltro ai vari call center di un numero di telefonate anche molto superiore alla capacità ricettiva degli operatori. Questo al fine di evitare tempi morti o inattività. La conseguenza però era che non per tutte le chiamate c’era sempre un operatore disponibile. Chi rispondeva si trovava dunque di fronte ad una telefonata “muta” che, soprattutto se ripetuta, provocava negli utenti fastidi e anche allarme. L’autorità ha dunque prescritto una serie di misure per evitare di insidiare la tranquillità di utenti e consumatori. E’ necessario infatti che chi si dota di sistemi di chiamata di questo tipo utilizzi accorgimenti che impediscano la reiterazione di una telefonata “muta” ed escludano la possibilità di chiamare quel numero per almeno trenta giorni. In caso di mancato adempimento alle misure prescritte la società rischia una sanzione amministrativa che va da 30mila a 120mila euro  
   
   
GIUSTIZIA ITALIANA: IL LAVORATORE HA DIRITTO AL RISARCIMENTO DEL DANNO PATRIMONIALE E NON PATRIMONIALE PER I PICCOLI DISTURBI DA ANSIA E DEPRESSIONE ANCHE SE NON HA FATTO USO DI PSICOFARMACI  
 
Il Tribunale di Milano, con sentenza del 24 ottobre 2011, ha riconosciuto il danno patrimoniale e non patrimoniale a un lavoratore che era stato mobbizzato. Il Giudice, che ha respinto le doglianze datoriali, ha sentenziato che “Il lavoratore mobbizzato ha diritto al risarcimento del danno anche per i lievi disturbi provocati dall’ansia e dalla depressione. Non è necessario ai fini del ristoro il fatto che il dipendente non abbia avuto bisogno di una cura farmacologica“. A seguito dello stress subito sul luogo di lavoro l’uomo aveva sofferto per più di un anno di ansia e depressione. A favore di tale impostazione aveva chiesto che gli venisse liquidata anche questa voce di danno al di là del fatto che il problema era stato transitorio e che aveva richiesto solo una brevissima psicoterapia senza l’assunzione di psicofarmaci. Il Tribunale, rilevando la gravità da parte del datore di lavoro di tal tipo di comportamenti certamente lesivi di beni costituzionalmente protetti, ha ritenuto che il disturbo dell’adattamento provocato dal demansionamento e dal licenziamento illegittimo andava risarcito  
   
   
GIUSTIZIA ITALIANA: È REATO DIRE ALLA MOGLIE "TI AMMAZZO" ANCHE SENZA PASSARE ALLE VIE DI FATTO  
 
La quinta sezione penale della Corte di Cassazione, con la sentenza n. 46542 del 16 dicembre 2011, ha confermato la condanna inflitta dal giudice di pace ad un 51enne di Ostia, accusato dalla moglie di percosse e minacce gravi, anche se la coppia era in via di separazione. La Corte di cassazione ha ricordato che le dichiarazioni della persona offesa, che si costituisce parte nel processo, sono escluse soltanto nel rito civile mentre sono ammesse in quello penale. Il processo penale ha, infatti, lo scopo di accertare la colpevolezza dell´imputato, un interesse pubblicistico che non può cedere il passo o essere condizionato da interessi privati, come il risarcimento  
   
   
GIUSTIZIA EUROPEA: RECUPERO IVA INDEBITAMENTE DOVUTA  
 
La Corte di giustizia ha statuito oggi che una normativa nazionale di ripetizione dell’indebito che prevede un termine di prescrizione per l’azione civilistica (esercitata dal committente di servizi nei confronti del prestatore-soggetto passivo Iva), più lungo rispetto al termine di decadenza per l’azione di diritto tributario (esercitata dal prestatore nei confronti dell’amministrazione finanziaria), che privi completamente il soggetto passivo Iva del diritto di ottenere dall’amministrazione finanziaria il rimborso dell’Iva non dovuta, che egli stesso ha dovuto rimborsare al committente dei suoi servizi viola il principio di effettività. Negli anni 1984-1994 la Banca Antoniana Popolare Veneta (Bapv) prestava servizi di riscossione di contributi consortili dovuti dagli associati per conto di tre consorzi di bonifica - organismi pubblici disciplinati dalle leggi nazionali e regionali per la realizzazione di opere di infrastruttura pubblica. All’epoca l’amministrazione finanziaria riteneva che l’attività di riscossione dei contributi consortili non rientrasse nell’esenzione di cui all’art. 10, n. 5, del Dpr n. 633/72. La Bapv (prestatore) ha quindi regolarmente versato all’amministrazione finanziaria l’Iva sui compensi dei servizi di riscossione prestati e quindi l’ha addebitata a titolo di rivalsa sui consorzi (committenti). Con circolare in data 26 febbraio 1999, l’amministrazione finanziaria mutava l’originaria interpretazione della disposizione, ritenendo che i contributi consortili avessero natura tributaria e che, conseguentemente, i compensi dovuti dai consorzi per la loro riscossione fossero esenti da Iva (ex art. 10, n. 5, Dpr. N. 633/72). I consorzi di bonifica hanno quindi chiesto la restituzione (come indebito oggettivo, art. 2033 c.C.), dell’Iva su tali compensi e la Bapv è stata condannata a rimborsarla. La Bapv ha quindi chiesto all’amministrazione finanziaria il rimborso dell’Iva corrispondente alle somme che le erano state richieste dai consorzi. Ma la Commissione tributaria regionale del Lazio dichiarava la Bapv decaduta dal diritto per decorrenza del termine di due anni (art. 21, n. 2, D. Lgs. N. 546/1992. La Corte di cassazione nutre dubbi circa la compatibilità coi principi in materia di Iva della disciplina processuale nazionale, in quanto da tali norme possono derivare situazioni che si risolvono in una sostanziale negazione del diritto al rimborso dell’Iva pagata a torto (la Bapv ha correttamente versato l’Iva all’amministrazione finanziaria, ma si trova obbligata a restituirla al soggetto che aveva subito l’addebito senza poterne ottenere il rimborso da parte dell’amministrazione finanziaria). Chiede, in sostanza, se i principi di effettività, di neutralità fiscale e di non discriminazione ammettano una normativa nazionale sulla ripetizione dell’indebito che prevede un termine di decadenza per l’azione tributaria di rimborso, più breve di quello dell’azione civile per la ripetizione dell’indebito, cosicché un committente che eserciti un’azione del genere nei confronti di un prestatore di servizi potrebbe ottenere da tale prestatore il rimborso dell’Iva non dovuta, senza che quest’ultimo possa a sua volta ottenerne il rimborso da parte dell’amministrazione finanziaria. La Corte ricorda che in mancanza di disciplina comunitaria in materia di rimborso delle imposte indebitamente prelevate, spetta all’ordinamento interno di ciascuno Stato membro stabilire i requisiti per presentare tali domande. La Corte ha già riconosciuto la compatibilità con il diritto dell’Unione di termini di ricorso ragionevoli a pena di decadenza, nell’interesse della certezza del diritto, che tutela al tempo stesso il contribuente e l’amministrazione di cui trattasi. Infatti, termini del genere non sono tali da rendere praticamente impossibile o eccessivamente difficile l’esercizio dei diritti. Ha altresì ammesso un termine nazionale di prescrizione più favorevole all’amministrazione finanziaria rispetto al termine di prescrizione in vigore per i privati: un termine di decadenza di due anni, entro il quale il soggetto passivo può reclamare nei confronti dell’amministrazione finanziaria il rimborso dell’Iva versata a torto, mentre il termine di prescrizione per le azioni di ripetizione dell’indebito oggettivo tra privati è decennale, non è di per sé contrario al principio di effettività. Tuttavia la Corte ha anche già dichiarato che, qualora il rimborso dell’Iva risultasse impossibile o eccessivamente difficile, gli Stati membri devono prevedere gli strumenti necessari per consentire al destinatario dei servizi di recuperare l’imposta indebitamente fatturata, in modo da rispettare il principio di effettività. Il principio di effettività sarebbe violato se il soggetto passivo non avesse avuto né il diritto di ottenere il rimborso del tributo durante il termine per agire contro l’amministrazione finanziaria, né, in seguito a un’azione di ripetizione dell’indebito esperita nei suoi confronti dai propri clienti successivamente alla scadenza di detto termine, la possibilità di rivalersi contro l’amministrazione finanziaria, cosicché le conseguenze dei pagamenti indebiti dell’Iva imputabili allo Stato sarebbero sopportate esclusivamente dal soggetto passivo di tale imposta. Per la Bapv sarebbe stato impossibile, o quanto meno eccessivamente difficile, ottenere, con un’azione proposta nel termine di decadenza di due anni, il rimborso dell’Iva versata negli anni 1984-1994 poiché l’amministrazione finanziaria escludeva i servizi forniti dalla Bapv dall’ambito dell’esenzione. L’effetto retroattivo della circolare del 1999, fa retroagire il dies a quo delle azioni di ripetizione dell’indebito alla data del pagamento dell’Iva. Ciò, tenuto conto del termine biennale di decadenza per l’azione di ripetizione dell’indebito di cui dispone il prestatore di servizi nei confronti dell’amministrazione finanziaria, ha privato completamente il prestatore di servizi della possibilità di recuperare l’Iva indebitamente versata (i consorzi hanno avviato l’azione per la ripetizione dell’indebito successivamente alla pubblicazione della circolare del 26 febbraio 1999 e successivamente al termine di decadenza biennale – decorrente dal pagamento dell’Iva – di cui disponeva la Bapv). La Bapv sopporta essa stessa l’Iva non dovuta, senza poterne reclamarne il rimborso nei confronti dell’amministrazione finanziaria per effetto del decorso del termine biennale, benché tale situazione non le sia imputabile, ma sia dovuta al fatto che, alla luce della circolare del 1999, i committenti hanno esperito un’azione di ripetizione verso la Bapv dopo la scadenza di tale termine. La Corte sottolinea che, in circostanze del genere, l´amministrazione deve tener conto delle situazioni particolari degli operatori economici e deve prevedere, eventualmente, adeguamenti nell’applicazione delle sue nuove valutazioni giuridiche. Pertanto la Corte (Terza Sezione) dichiara che il principio di effettività non osta ad una normativa nazionale che prevede un termine di prescrizione per l’azione civilistica di ripetizione dell’indebito, esercitata dal committente di servizi nei confronti del prestatore, soggetto passivo Iva, più lungo rispetto al termine di decadenza previsto per l’azione di rimborso di diritto tributario, esercitata da detto prestatore nei confronti dell’amministrazione finanziaria, purché tale soggetto passivo possa effettivamente reclamare il rimborso dell’imposta nei confronti dell’amministrazione. Quest’ultima condizione non è soddisfatta qualora l’applicazione di tale normativa abbia la conseguenza di privare completamente il soggetto passivo del diritto di ottenere dall’amministrazione finanziaria il rimborso dell’Iva non dovuta, che egli stesso ha dovuto rimborsare al committente dei suoi servizi. Sentenza nella causa C-427/10, Banca Antoniana Popolare Veneta Spa/ministero dell’Economia e delle Finanze, Agenzia delle Entrate  
   
   
GIUSTIZIA EUROPEA:IL SERVIZIO DI MERO RIEMPIMENTO DI LATTINE PROVVISTE DI UN SEGNO TUTELATO COME MARCHIO NON COSTITUISCE UN USO DI TALE SEGNO CHE PUÒ ESSERE VIETATO  
 
Il prestatore di servizio che si limita ad eseguire il riempimento, su incarico e secondo le direttive di un terzo, crea unicamente le condizioni tecniche necessarie per consentire a detto terzo di fare uso del segno simile a un marchio tutelato La società Frisdranken Industrie Winters Bv («Winters») è un’impresa olandese la cui attività principale consiste nel «riempimento» di lattine con bevande prodotte da essa stessa o da terzi. La società Red Bull Gmbh produce e commercializza una bevanda energetica contraddistinta dal marchio Red Bull, coperto da registrazioni internazionali che valgono, tra l’altro, per i paesi del Benelux. Per conto della Smart Drinks Ltd, società di diritto delle Isole Vergini britanniche, concorrente della Red Bull, la Winters ha riempito lattine con una bevanda rinfrescante. La Smart Drinks ha fornito alla Winters lattine vuote con le relative chiusure, recanti vari segni, taluni dei quali simili al marchio della Red Bull. Ha inoltre fornito alla Winters l’estratto della bevanda rinfrescante. La Winters, seguendo le indicazioni e le ricette della Smart Drinks, ha riempito le lattine con una certa quantità di estratto, lo ha diluito con acqua ed eventualmente anidride carbonica e ha chiuso le lattine. La Winters ha messo poi le lattine riempite nuovamente a disposizione della Smart Drinks, che le ha esportate al di fuori del Benelux. La Winters si è limitata ad effettuare tali servizi di riempimento per conto della Smart Drinks, senza rispedirle le lattine riempite. Essa, inoltre, non ha consegnato né venduto tali lattine a terzi. La Red Bull ha adito le giurisdizioni dei Paesi Bassi affermando che la Winters viola i suoi diritti di marchi e chiedendo che le venga ingiunto di cessare ogni uso dei segni simili al suo marchio. In tale contesto, lo Hoge Raad der Nederlanden (Corte suprema, Paesi Bassi) chiede alla Corte di giustizia se il mero «riempimento» di confezioni provviste di un segno simile ad un marchio tutelato debba essere qualificato come «uso di detto segno» nel commercio, ai sensi della direttiva sui marchi, anche qualora tale riempimento avvenga a titolo di prestazione di servizio per un terzo e su suo incarico. La Corte rammenta anzitutto che, in base alla direttiva, il titolare di un marchio può vietare che un terzo, senza il suo consenso, faccia uso di un segno identico o simile al suo marchio qualora tale uso abbia luogo nel commercio, avvenga per prodotti o servizi identici o simili a quelli per i quali il marchio è registrato e, a causa dell’esistenza di un rischio di confusione per il pubblico, pregiudichi ovvero sia idoneo a pregiudicare la funzione essenziale del marchio, che consiste nel garantire ai consumatori la provenienza dei prodotti o dei servizi. La Corte esamina quindi se, nel caso di specie, un prestatore di servizi quale la Winters faccia di per sé «uso» dei segni simili ai marchi della Red Bull. A tale riguardo, ricorda che il fatto di creare le condizioni tecniche necessarie per l’uso di un segno e di percepire un compenso per tale servizio non significa che colui che fornisce detto servizio faccia di per sé uso del segno. È necessario rilevare che un prestatore di servizi che si limiti al riempimento, su incarico e secondo le direttive di un terzo, di lattine già provviste di segni simili a marchi registrati, non fa a sua volta «uso» di tali segni ai sensi della direttiva sui marchi. Egli esegue semplicemente una parte tecnica del processo di produzione del prodotto finale, senza avere il minimo interesse nella presentazione esterna delle lattine e, in particolare, dei segni che vi figurano, e quindi crea unicamente le condizioni tecniche necessarie per consentire al terzo di fare siffatto uso. Peraltro, prosegue la Corte, a tale osservazione si aggiunge il fatto che un prestatore di servizio nella situazione della Winters non farebbe, in ogni caso, uso dei segni «per prodotti o servizi» identici o simili a quelli per i quali il marchio è stato registrato ai sensi della direttiva sui marchi. Come già rilevato dalla Corte, tale espressione riguarda, in linea di principio, i prodotti o i servizi del terzo che fa uso del segno. Nel caso di specie, è pacifico che il servizio fornito dalla Winters consiste nel riempimento di lattine e che tale servizio non presenta alcuna somiglianza con il prodotto per il quale i marchi della Red Bull sono stati registrati. È pur vero che la Corte ha già dichiarato, con riferimento alla prestazione di servizi online, che l´espressione «per prodotti e servizi» enunciata dalla direttiva può, a determinate condizioni, includere prodotti o servizi di un altro soggetto per conto del quale il terzo agisce. In tal senso, essa ha affermato che una situazione in cui il prestatore di servizi fa uso di un segno corrispondente ad un marchio altrui, per promuovere prodotti che uno dei suoi clienti commercializza grazie a tale servizio, rientra nella detta espressione laddove detto uso abbia luogo in modo tale da creare un nesso tra il segno ed il servizio del prestatore. Tuttavia, il riempimento di lattine provviste di segni simili a marchi registrati non è, per sua natura, paragonabile ad un servizio volto a promuovere la commercializzazione di prodotti recanti siffatti segni e non comporta, in particolare, la creazione di un nesso tra detti segni ed il servizio di riempimento. Infatti, l’impresa che procede al riempimento non ha visibilità per il consumatore, il che esclude ogni associazione tra i suoi servizi ed i segni. Pertanto, la Corte dichiara che la direttiva sui marchi deve essere interpretata nel senso che un prestatore di servizi che, su incarico e secondo le direttive di un terzo, riempie confezioni fornitegli dal terzo medesimo, il quale vi ha fatto precedentemente apporre un segno identico o simile a un segno tutelato come marchio, non fa a sua volta un uso di tale segno che può essere vietato. (Corte di giustizia dell’Unione europea, Lussemburgo, 15 dicembre 2011, Sentenza nella causa C-119/10, Frisdranken Industrie Winters Bv / Red Bull Gmbh)   
   
   
WAZZAP: IL TELECOMANDO SOCIALE DEL WEB È ONLINE  
 
Da oggi c’è un telecomando per fare zapping tra i tanti programmi e canali televisivi disponibili su internet: film, serie Tv, sport, reality, cartoni animati e molto altro ancora sono a disposizione di tutti, gratis e a pagamento, solo su www.Wazzap.tv  La guida più semplice e completa alle web Tv in streaming e ai video on demand è di Wazzap, una startup, fondata e guidata da Luigi Gioni, sostenuta dall’incubatore Digital Magics, in partnership con Kataweb e la Divisione Digitale del Gruppo Editoriale L’espresso. Da oggi, collegandosi al sito www.Wazzap.tv , con un semplice paio di click, si possono trovare tutti i programmi, i telefilm e le serie televisive disponibili sul web, che si possono condividere con gli amici e commentarli insieme a loro mentre si guardano. Se si è indecisi su cosa vedere, si potrà curiosare fra i programmi e i telefilm visti dagli amici di Facebook. Con Wazzap sono disponibili la guida completa alla programmazione web e le novità in arrivo. E’ possibile farsi suggerire dagli amici i prossimi eventi importanti in streaming e gli arrivi degli ultimi titoli disponibili e, naturalmente, fare il check-in, condividere le proprie scelte, chattare on line seguendo i programmi, votando, condividendo e commentando anche i film e le serie più amati. Wazzap ha creato con Kataweb, il suo gemello, Tvzap per condividere in modo sociale e del tutto nuovo anche la Tv tradizionale. La tv-guide esiste anche in versione App gratuita per iPhone. La Tv cambia, diventa internet e social Tv, e Wazzap può dire la sua. - ha dichiarato Luigi Gioni, co-fondatore e Ceo di Wazzap - Grazie al supporto del Digital Magics Lab e della Divisione Digitale del Gruppo L’espresso abbiamo fondato un progetto estremamente innovativo che ci ha permesso fin da questa fase di coinvolgere direttamente i protagonisti principali di Tv e video online: Tvzap, Acetrax-movies, iTunes, Rai, Pop-corn, Movie on Demand, Streamit sono già su Wazzap e altri importanti retailer lo saranno presto. Info: www.Wazzap.tv  - www.Digitalmagics.com  - www.Gruppoespresso.it  
   
   
KLIKKAPROMO - IL PRIMO MOTORE DI RICERCA DELLE PROMOZIONI CHE PERMETTE AI CONSUMATORI DI SCOPRIRE LE OFFERTE IN CORSO NELLE CATENE DELLA GRANDE DISTRIBUZIONE  
 
Il nuovo www.Klikkapromo.it  ha nuovi contenuti, una nuova veste grafica e, soprattutto, permette di ricercare prodotti di prima necessità (alimentari, bevande, prodotti per la pulizia della casa e per la cura della persona). Il servizio, inizialmente disponibile per la sola Lombardia, oggi vale ovunque ci si trovi, nel Nord o nel Sud del Paese e copre circa il 75% del mercato. Utilizzandolo bene il portale delle promozioni degli iper e dei supermercati si possono realizzare risparmi di più 200 euro al mese, sul carrello della spesa, e di circa 2.500 euro l´anno. Lo sconto online può diventare anche un´alternativa ecologica agli 8 miliardi di volantini che ogni anno seppelliscono i consumatori dopo che sono statu abbattuti 3 milioni di alberi. La crisi accentua i comportamenti "risparmiosi" – osserva Luciano Mazzone, ad di Klikkapromo spa – non a caso il 63% degli italiani dichiara di cercare solo prodotti in promozione, il 35% cambia negozio in funzione delle offerte e il 53% è passato negli ultimi mesi a marchi più economici. Il portale www.Klikkapromo.it  permette al consumatore di cogliere al volo offerte e sconti via web nei punti vendita più vicini all´indirizzo di casa ed identificare il punto vendita dove sono concentrati il maggior numero di offerte riportate nella lista della spesa La crisi economica – aggiunge Mazzone – ha allungato i tempi della spesa e ha fatto crescere gli acquisti di prodotti a marchio del distributore. Noi ora consentiamo risparmi sul budget familiare stimabili dai 1.500 ai 2.500 euro l´anno. Ma alla crisi il consumatore reagisce anche con la ricerca via Internet degli sconti, compreso un crescente utilizzo degli smartphone. Klikkapromo.it ha lanciato anche la sua app mobile, disponibile sia su piattaforma iPhone che Android, che consente di fare ricerche e di visualizzare le offerte anche sul telefonino, grazie alla scansione del codice a barre del prodotto ricercato. La trasparenza delle offerte è garantita – chiarisce Mazzone – Siamo legati alle catene da contratti commerciali dipendenti unicamente dagli accessi. Sulla trasparenza delle offerte – ribadisce Alessandro Fracassi, business angel e fondatore di Mutuionline – non ci sono dubbi, non possiamo fare giochini. Nelle start up è importante l´execution e non tanto l´idea, l´implementazione puntuale dei programmi, passo dopo passo». Ed anche Klikkapromo spa è una start up, che, nel 2010, ha realizzato zero ricavi. La società milanese ha un capitale sociale di 120mila euro con dieci azionisti (diversi venture capitalist), tra cui Andena Holding con il 24%, Luciano e Giancarlo Mazzone con il 40% (quote paritetiche), Vela Imprese con il 16,5 per cento  
   
   
SARENZA: UN GRANDE SHOP ON LINE DI SCARPE  
 
Nato nel 2005 e cresciuto in Francia e già presente in Germania, Spagna ed Gran Bretagna, Sarenza è un grande shop on line di scarpe, che, considerato il successo di utenti e di vendite, ha deciso di farsi conoscere anche dagli internauti italiani. A capo della success story Stéphane Treppoz, il presidente, e Héléne Supau, la direttrice generale. Dopo esser stato eletto nel novembre 2011 miglior sito francese di e-commerce di moda dalla Federazione E-commerce e Vendita a Distanza (Fevad), Sarzena è arrivato anche nel nostro Paese. Da metà dicembre è arrivato http://www.sarenza.it/  con un catalogo ricco di proposte provenienti da brand prestigiosi ed un’ampia vetrina dedicata a designer emergenti. Su Sarenza è possibile trovare tante proposte uomo, donna e bambino. Sarenza web store è un sito particolarmente attento al cliente, non solo per i prezzi, ma anche per la semplicità e funzionalità del sito e per l’assistenza tecnica e la possibilità di contatti che si possono avere per ottenere risposte corrette e veloci. Sul sito on line di Sarenza è possibile comprare on line scegliendo fra 300 marchi di calzature e circa 10.000 modelli per uomo, donna e bambino, oltre a borse ed accessori. La ricerca, molto semplice e guidata, può essere effettuata per marchio, tipo di scarpa, misura e colore. Se qualche modello, colore o misura non fosse presente al momento della ricerca è a disposizione sul sito un modulo da compilare per essere prontamente avvertiti quando sarà possibile comprare on line ciò che cerchiamo. Per quanto riguarda la sezione spedizione Sarenza si avvale di Bartolini e la consegna, gratuita, avviene al domicilio indicato dal cliente entro 5-10 giorni lavorativi. Alla spedizione del pacco si è avvertiti da un’e-mail che consente di seguire il percorso del pacco attraverso il sito del corriere. Se non soddisfatti è possibile rendere l’acquisto entro il termine tassativo di 100 giorni di tempo, seguendo le procedure ben descritte e ben evidenziate sul sito. Il reso-cambio viene gestito in due modi: portando il pacco ad una filiale Bartolini, per cui il cambio-reso è gratuito, oppure richiedendo il ritiro del pacco a casa da parte del corriere con l’onere di 4 euro. Il cliente può cambiare o restituire il proprio ordine. Il rimborso, in denaro e non in buoni di acquisto, da parte di Sarenza avverrà nei 15 giorni successivi al ricevimento del prodotto restituito. Il sito informa via mail del rimborso effettuato. Comprare on line su Sarenza significa potersi confrontare anche nel blog collegato al sito, Sarenza Social, con news inedite, una fanpage su facebook e un account twitter. Info: www.sarenza.it  
   
   
ADSL BUSINESS DI SOSTARIFFE.IT È IL NUOVO SERVIZIO DI COMPARAZIONE DEDICATO ALLE AZIENDE E AI PROFESSIONISTI  
 
Le aziende e i professionisti possono scegliere l’offerta migliore e risparmiare fino a oltre 640 euro l’anno. Adsl, Hdsl Shdsl, banda larga garantita, centralino, ip statico, e tanti altri sono i parametri introdotti da Sostariffe.it per la comparazione dei servizi Adsl, scelti grazie ad un’ indagine mirata effettuata su imprese e liberi professionisti. Da un recente sondaggio risulta che sono poche le piccole e medie imprese italiane che investono nel commercio elettronico: l’Italia è, infatti, agli ultimi posti della classifica mondiale che misura l’incremento della competitività tramite l’Ict. Questo accade non solo per mancanza di investimenti sullo sviluppo della banda larga nel nostro Paese, ma anche a causa di una vera e propria giungla di offerte e servizi Adsl Business, nella quale le imprese rischiano di perdersi. Il sito http://www.sostariffe.it/  risolve questo problema aiutando imprese e liberi professionisti a risparmiare tempo e denaro nella ricerca dell’abbonamento Adsl più adatto. Con pochi click, infatti, l’utente può selezionare i parametri desiderati e trovare l’offerta più conveniente secondo le proprie esigenze di connessione. Il sito consente, infatti, di comparare le diverse offerte presenti sul mercato e scegliere la tariffa più conveniente o quella più adatta alla propria realtà d’impresa. Tutti i risultati vengono ordinati a partire dal più economico e comprendono eventuali offerte promozionali o costi di attivazione. Il nuovo servizio è stato differenziato, rispetto alla comparazione già presente e dedicata ai privati, attraverso l’introduzione di alcuni parametri scelti grazie a un sondaggio effettuato tra alcuni responsabili Ict, a cui è stato chiesto quali siano le caratteristiche che maggiormente condizionano la scelta dell’abbonamento Adsl. I principali criteri di scelta emersi dall’indagine sono: l’ampiezza della banda garantita, la presenza o meno del centralino telefonico e il numero di Ip statici inclusi nell’offerta. Questi sono tutti i parametri che influenzano maggiormente il costo della connettività e il livello del servizio erogato. La comparazione di http://www.sostariffe.it/  permette ad ogni azienda o libero professionista di risparmiare fino a oltre 640 euro, nel caso, ad esempio, si sia alla ricerca di un servizio di Adsl con banda garantita di 1 mega. Adsl Business completa l’offerta di http://www.sostariffe.it/, supportando il servizio dedicato al confronto dei prezzi per l’abbonamento ad internet per i privati, che ha avuto un forte successo tra gli utenti, raggiungendo le oltre 143 mila comparazioni mensili  
   
   
LA CRESCITA PASSA ANCHE DALL’OCCUPAZIONE: LA VENDITA A DOMICILIO È UNA SOLUZIONE CONCRETA - VENDITA DIRETTA: 9MILA OFFERTE DI LAVORO PER IL 2012  
 
Tanti sono i posti a disposizione nelle otto aziende associate a Univendita. Opportunità per giovani, mamme, studenti, persone in cerca di ricollocamento. Più di 9mila offerte di lavoro. Per la precisione, 9.040 in tutta Italia. Tante sono le possibilità, anche in questo particolare momento di crisi economica e occupazionale, che arrivano dalla vendita diretta a domicilio. Le aziende associate Univendita, l’Unione italiana della vendita diretta, in vista del 2012 si sta attrezzando per continuare nel cammino positivo che il settore, in questi anni, ha intrapreso. «È dall’inizio della crisi che il comparto della vendita diretta a domicilio non conosce fasi calanti -è il commento di Luca Pozzoli, presidente di Univendita-, ma dimostra di godere di buona salute e di essere una risposta seria, concreta, e puntuale per chi è alla ricerca di un’occupazione. Le performance che hanno fatto crescere decisamente l’intero sistema sono state possibili solo grazie alla professionalità e alla serietà degoli incaricati alla vendita. La vendita diretta a domicilio si dimostra, ancora una volta, un’ottima risposta per chi è alla ricerca di una prima occupazione, ma anche per quanti devono reinserirsi nel mondo del lavoro e per chi è interessato a un’attività part-time». Nel dettaglio, le aziende associate Univendita ricercano persone nell’ambito degli articoli per la casa, elettrodomestici, alimentari, cosmesi, prodotti per la cura del corpo, viaggi e tempo libero. «Ogni azienda garantisce a chi desidera entrare a far parte della vendita diretta professionalità, competenza, etica e rispetto dei consumatori, oltre all’eccellenza dei prodotti che vengono proposti alla clientela, ma non solo -continua Pozzoli-. Ogni incaricato alla vendita, prima di potersi muovere da solo, viene inserito al lavoro con corsi di formazione ad hoc che lo aiutano nelle prime fasi dell’attività. In seguito, durante tutto il corso dell’anno, le aziende garantiscono un costante aggiornamento professionale perché la vendita diretta, avendo come peculiarità quella di essere vicini ai consumatori, va praticata con grande professionalità e competenza, ma soprattutto con grande attenzione verso le esigenze dei clienti. La vendita diretta a domicilio -conclude Pozzoli-, anche in tempi di crisi economica e difficoltà per l’occupazione, si dimostra una risposta concreta, seria e affidabile»