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Notiziario Marketpress di Giovedì 09 Febbraio 2012
PROMUOVERE I PROGETTI DI PUBBLICA UTILITÀ: LO STATUTO DELLA FONDAZIONE EUROPEA  
 
Bruxelles, 9 febbraio 2012 – Le fondazioni perseguono obiettivi di pubblica utilità in generale, svolgendo attività incentrate su ambiti importanti per i cittadini e l’economia d’Europa. Esse sono attive, ad esempio, nel settore dei servizi sociali e sanitari e promuovono la ricerca e la cultura. Per raggiungere questi obiettivi le fondazioni concedono sovvenzioni e realizzano progetti. Spesso però le differenze tra gli ordinamenti giuridici nazionali e i relativi ostacoli rendono le attività transfrontaliere costose e inefficienti. Quando decidono di operare all’estero, ad esempio, le fondazioni spesso devono investire una parte delle loro risorse in consulenza giuridica al fine di soddisfare i requisiti legali e amministrativi definiti dai vari ordinamenti giuridici nazionali. In questo modo l’ammontare dei fondi a disposizione delle fondazioni per realizzare le attività di pubblica utilità diminuisce, con il possibile effetto di scoraggiarle dal continuare il proprio lavoro. La Commissione ha presentato ieri una proposta di "statuto della fondazione europea", in modo da rendere più facile per le fondazioni sostenere le cause di pubblica utilità in tutta l’Ue. Michel Barnier, commissario responsabile del mercato interno, ha dichiarato: “Dobbiamo sostenere e incoraggiare il mirabile lavoro delle fondazioni a favore dei cittadini europei. In particolare, occorre eliminare gli ostacoli che frenano le attività transfrontaliere in ambiti come la ricerca, la salute e la cultura. L’introduzione di uno statuto europeo ridurrà costi e incertezze, oltre a offrire alle fondazioni maggiore visibilità per promuovere le loro attività e per attirare più finanziamenti grazie a un marchio europeo.” La proposta è intesa a istituire un´unica forma giuridica europea, la “fondazione europea” (Fe), che sarebbe sostanzialmente identica in tutti gli Stati membri. La fondazione europea coesisterebbe con le fondazioni nazionali e l’acquisizione di tale status sarebbe totalmente volontaria. Ambito di applicazione: lo statuto riguarda principalmente le fondazioni di pubblica utilità, che costituiscono la maggioranza del settore e sono presenti in tutti gli Stati membri e da questi riconosciute. Requisiti principali della Fe: lo statuto definisce i requisiti principali della fondazione europea. Ad esempio, ogni Fe deve dimostrare i propri scopi di pubblica utilità, la dimensione transfrontaliera e il possesso di un patrimonio minimo di costituzione pari a 25 000 euro. Costituzione di una Fe: la fondazione europea può essere costituita ex novo, tramite conversione di una fondazione nazionale oppure tramite la fusione di fondazioni nazionali. La Fe acquisisce personalità giuridica al momento della sua registrazione in uno Stato membro. Vantaggi del diventare una Fondazione europea - Minori costi e incertezze: le fondazioni europee avranno personalità giuridica e capacità giuridica in tutti gli Stati membri. Questo nuovo status consentirà loro di svolgere attività e di incanalare finanziamenti all’interno dell’Ue più facilmente e con meno spese, grazie all’applicazione di norme analoghe in tutto il territorio dell’Unione. Marchio europeo: lo statuto attribuirebbe alle Fe un marchio e un’identità europei che le renderebbero riconoscibili e affidabili, incoraggiando così le attività e le donazioni transfrontaliere. Regime fiscale: le fondazioni europee beneficeranno del medesimo regime fiscale applicato alle fondazioni nazionali. I donatori che sosterranno le fondazioni europee avranno diritto alle stesse agevolazioni fiscali riconosciute in caso di donazioni a una fondazione istituita nel loro Stato membro. In entrambi i casi, gli Stati membri dovrebbero considerare le Fe equivalenti alle fondazioni di pubblica utilità istituite nell’ambito della loro legislazione nazionale. Contesto - Lo statuto della fondazione europea era stato annunciato nell´atto sul mercato unico (Ip/11/469), che sottolineava il contributo delle fondazioni al finanziamento di iniziative innovative di pubblica utilità e sollecitava un intervento per eliminare gli ostacoli che le fondazioni incontrano nel loro funzionamento a livello transfrontaliero. La presente proposta si basa sulle ricerche svolte dalla Commissione tramite uno studio di fattibilità1, due consultazioni pubbliche (Ip/09/270; Ip/10/1390)2 e contatti con il settore delle fondazioni. Si veda anche Memo/12/79 Per ulteriori informazioni: http://ec.Europa.eu/internal_market/company/eufoundation/index_en.htm    
   
   
FACILITARE L´ACCESSO AI FINANZIAMENTI COMUNITARI: LA COMMISSIONE EUROPEA APRE LA STRADA AGLI STATI MEMBRI  
 
Bruxelles, 9 febbraio 2012 - Dalla presentazione nel mese di giugno, la sua proposta per il prossimo quadro finanziario pluriennale (Qfp), la Commissione ha presentato più di 120 cambiamenti sono volti a semplificare le norme che disciplinano il finanziamento dell´Unione favorire le imprese in particolare le piccole e medie imprese, città e regioni, studenti e scienziati. La comunicazione "Un programma di semplificazione per il Psc 2014-2020", presentato ieri, riassume questi cambiamenti in un unico documento. Ora, la questione chiave è se il Parlamento europeo e gli Stati membri sono disposti a rendere la vita più facile per i beneficiari dei fondi Ue, riducendo gli oneri amministrativi su di essi. " Ogni proposta tematica per il prossimo Psc ha un elemento di semplificazione ", ha detto Janusz Lewandowski, membro del Commissario europeo per la programmazione finanziaria e il bilancio, aggiungendo che" Il finanziamento Ue può svolgere un ruolo vitale nel i nostri sforzi verso una crescita economica sostenibile, fornendo risorse aggiuntive alle imprese, autorità regionali e ricercatori. Abbiamo voluto rendere la procedura di accesso a tali crediti meno complesse e più user friendly. " Tuttavia, le regole dell´Ue sono spesso integrate da norme supplementari a livello nazionale. Pertanto, gli sforzi a livello dell´Ue può portare frutto solo se non sono seguiti da analoghi sforzi a livello nazionale, regionale e locale. Per questo motivo la Commissione si augura che i legislatori in seno al Parlamento europeo, Consiglio e Stati membri ritengono che la natura fondamentale della semplificazione. Oggi la Commissione afferma il proprio impegno per il programma di semplificazione e il suo impegno per dare l´allarme, se necessario. Esempi di accesso semplificato ai finanziamenti - Una scuola professionale, ha ottenuto finanziamenti dal Fondo europeo di sviluppo regionale per l´acquisto di macchinari. Ha anche ricevuto una sovvenzione del Fondo sociale europeo per lo sviluppo di curricula. Nonostante la necessità di questi due investimenti per implementare un nuovo programma di formazione, la scuola doveva rispondere a due volte tutte le pratiche burocratiche. La proposta della Commissione, sarà più facile combinare i fondi da due fondi, la scuola sarà in grado di seguire una procedura unica, permettendogli di concentrarsi maggiormente sulla nuova formazione. Secondo le procedure stabilite, i documenti riguardanti i progetti finanziati dal Fondo di coesione dell´Ue deve essere mantenuta per un massimo di 10 anni, questo periodo fino a 15 anni per alcuni progetti. Le nuove regole per ridurre questo periodo a 5 anni. Questa semplificazione ha implicazioni particolarmente importanti per i beneficiari di piccole dimensioni come le Ong e le Pmi. Attualmente, un progetto può essere un numero illimitato di controlli. Alcuni beneficiari del Fesr, nel corso di un anno, essere oggetto di controlli diversi dalla loro autorità nazionale di controllo o dalla Commissione , che le costa un sacco di tempo. Per il prossimo periodo, la Commissione propone di migliorare il coordinamento con i revisori nazionali. I progetti di costo inferiore a 100 000 Eur verrà verificata solo una volta, mentre le grandi progetti non saranno controllati più di una volta all´anno. Nella ricerca, ci vuole una media di 350 giorni per ottenere una sovvenzione. La Commissione propone di ridurre questo ritardo a un terzo (o cento giorni). Un beneficiario del Fse è stato necessario per mantenere le tariffe degli autobus dei partecipanti alla formazione per giustificare la spesa per il progetto. Purtroppo, i biglietti d´inchiostro che svaniscono nel corso del tempo, i beneficiari non erano più in grado di giustificare spese. In futuro, sarà possibile utilizzare una misura più ampia delle formule i tassi di piani o importi forfettari, per cui non è più necessario per mantenere le tariffe degli autobus. L´accento dovrebbe essere posto sulla qualità del progetto ei suoi risultati. Contesto 29 Giugno 2011, la Commissione ha presentato la sua proposta per il prossimo quadro finanziario pluriennale 2014-2020. Al 31 dicembre 2011, ha presentato una serie di 57 specifiche proposte legislative settoriali che costituiscono la base del Psc dal 2014 al 2020. Combinato con il nuovo regolamento finanziario, tutte queste proposte formano un insieme coerente di norme che hanno caratteristica particolarmente importante della semplificazione di destinazione. Esse devono essere adottate entro la fine del 2013, che dovrebbe consentire il lancio di nuovi programmi a partire dal 1 ° gennaio 2014. Nello sviluppo delle sue proposte, la Commissione ha valutato il funzionamento dei programmi e degli strumenti esistenti di spesa, pur continuando a un´ampia consultazione con i cittadini e le parti interessate per elaborare strumenti e programmi di spesa che meglio si adattano i loro bisogni e le loro modalità di funzionamento. L´intera comunicazione "Un programma di semplificazione per il Psc 2014-2020" è disponibile al seguente indirizzo: Http://ec.europa.eu/budget/biblio/documents/fin_fwk1420/fin_fwk1420_fr.cfm semplificazione     
   
   
UE/PAESI EMERGENTI: VERSO UN NUOVO SISTEMA DI POLITICA GLOBALE  
 
 Bruxelles, 9 febbrai 2012 - Nel rapporto sulla politica estera dell´Unione europea pubblicato la settimana scorsa, i deputati europei invitano a stringere delle relazioni più forti con il Brasile, la Russia, l´India, la Cina e l´Africa del Sud (Brics). Questi paesi potrebbero sviluppare presto, insieme agli Stati membri, un sistema di politica globale basato sul dialogo e i valori comuni. A seguito del boom economico, i paesi emergenti hanno assunto di fatto un nuovo ruolo sulla scena internazionale. Basta considerare che la Cina dovrebbe diventare la più grande potenza economica a livello mondiale entro il 2020. Si considera invece che l´economia indiana raggiungerà il suo apice nel 2050. Una minaccia per l´Unione europea? Secondo il relatore polacco Jacek Saryusz-wolski, appartenente al Partito popolare europeo, gli Stati membri e i paesi emergenti hanno interesse a lavorare insieme. Perché? Per una maggiore stabilità e più sicurezza a livello internazionale, due elementi che minacciano la crescita economica globale. La crescita dei paesi emergenti non è certo un ostacolo agli obiettivi che l´Unione europea si è posta rispetto alla sua politica estera. Una cosa non esclude l´altra. Il legame tra Ue e Brics rappresenta al contrario un´opportunità per costruire un sistema di politica multipolare, capace di affrontare efficacemente i problemi del presente. Nel 2011 è successo più volte che i paesi Brics (Brasile, la Russia, l´India, la Cina e l´Africa del Sud) abbiano trovato un´intesa sulla politica estera. Nonostante siano ancora lontani dal trovarsi d´accordo sui rispettivi sistemi politici, sociali ed economici. In questa prospettiva, è necessario intervenire per evitare un raggruppamento dei paesi sviluppati da una parte e uno dei paesi emergenti dall´altra. Il Parlamento invita a potenziare le relazioni bilaterali, soprattutto con i paesi Brics che rispettano e condividono i valori democratici, e che si sforzano di portare avanti un´economia di mercato sociale. Devono anche essere incoraggiare tutte le forme di cooperazione multilaterale. Il G20 rimane certamente un appuntamento utile per raccogliere più consensi e nuove decisioni, ma non bisogna trascurare le organizzazioni macro-regionali come l´Asean o il Mercosur. Per finire, il Parlamento richiede una riforma del Fondo monetario internazionale e della Banca mondiale che sia in linea con i nuovi equilibri economici del presente.  
   
   
LA COMMISSIONE EUROPEA ACCOGLIE CON FAVORE LA DECISIONE DEGLI STATI UNITI DI ASSICURARE UNA MAGGIORE COOPERAZIONE FISCALE INTERNAZIONALE IN UN MODO PIÙ BUSINESS-FRIENDLY  
 
 Bruxelles, 9 febbraio 2012 - La Commissione accoglie con favore l´accettazione degli Stati Uniti di un governo-to-government approccio per affrontare gli evasori fiscali e attuare la politica estera degli Stati Uniti Account Tax Compliance Act (Fatca). Questa disposizione più business-friendly per l´Ue le istituzioni finanziarie è il risultato di intense discussioni con gli Stati Uniti, a seguito di una lettera inviata dalla Presidenza della Commissione e dell´Unione europea alle autorità fiscali degli Stati Uniti nell´aprile 2011 (vedi Ip/11/413 ). Attraverso un governo-to-government approccio alla scambio di informazioni fiscali, gli oneri amministrativi, i costi di conformità e le difficoltà giuridiche che delle istituzioni finanziarie dell´Ue altrimenti affrontare nell´applicazione delle disposizioni Fatca dovrebbe essere notevolmente ridotto. Il settore finanziario stima che i costi di garantire il rispetto Fatca come inizialmente progettato sarebbe stato significativo, con alcune fonti stimano il costo dell´adattamento richiesta di $ 100 milioni per ciascuna banca multinazionale. Ogni Stato membro che vuole dovrebbe ora essere in grado di adottare questo governo-to-government approccio allo scambio di informazioni mediante coordinate accordi bilaterali con gli Stati Uniti. Ciò favorirebbe le amministrazioni fiscali degli Stati membri, garantendo reciproca messa a disposizione informazioni da parte degli Stati Uniti, e potrebbe essere la base per una più ampia cooperazione tra l´Ue e gli Stati Uniti sullo scambio di informazioni in una fase successiva. In questo contesto, la Commissione continuerà a lavorare per garantire che l´Ue e la legislazione nazionale in materia di protezione dei dati sia pienamente rispettata in attuazione delle disposizioni Fatca. Nel complesso, questa cooperazione con Usa per quanto riguarda Fatca dovrebbe aiutare molto nel portare avanti gli sforzi dell´Ue per promuovere l´applicazione globale di scambio automatico di informazioni a fini fiscali. Si potrebbe anche contribuire a promuovere un approccio unico a livello mondiale a riportare accordi sulle istituzioni finanziarie.  
   
   
UNGHERIA: STABILIZZAZIONE O INDEBOLIMENTO DEI PRINCIPI DEMOCRATICI?  
 
Bruxelles, 9 febbraio 2012 - A seguito dell´intervento del premier ungherese Viktor Orbán durante la plenaria di gennaio, questo giovedì la commissione parlamentare per le Libertà civili ha organizzato un´audizione pubblica per valutare la situazione dei diritti civili nel paese. I rappresentanti delle istituzioni europee e internazionali, i rappresentanti della società civile e il governo ungherese hanno partecipato al dibattito. In gennaio, i deputati avevano già discusso i recenti sviluppi politici in Ungheria. Il dibattito era stato organizzato il giorno dopo in cui la Commissione europea aveva aperto tre procedute d´infrazione contro l´Ungheria che riguardavano l´indipendenza della banca centrale, le istituzioni responsabili della protezione dei dati personali e le misure legate all´ordine giudiziario. Durante il dibattito, i leader dei gruppi politici hanno espresso le loro preoccupazioni non solamente rispetto alla natura delle nuove riforme, ma hanno osservato un più forte indebolimento dei valori democratici. Altri deputati si sono pronunciati in maniera opposta, giudicando alcune posizioni troppo radicali. Il premier Orbán ha sottolineato che i problemi specifici sollevati dalla Commissione possono essere risolti rapidamente e con facilità. Ha inoltre spiegato che le misure prese dal suo governo nell´ultimo anno e mezzo sono state necessarie in quanto nel 2010 l´Ungheria era sull´orlo del collasso economico e che oggi vive un processo di stabilizzazione. Stampa e costituzione - L´anno scorso l´Ungheria era già stata sotto i riflettori a causa di una legge riguardante la stampa e la costituzione. La legge sulla stampa è stata modificata in seguito nel rispetto della legislazione europea. Nonostante ciò, il Parlamento europeo ha votato nel marzo del 2011 una risoluzione per una revisione delle regole. Lo scorso luglio, il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione sulla nuova costituzione ungherese, richiedendo esplicitamente una maggiore protezione dei diritti fondamentali. La legge dell´Unione europea deve certamente rispettare l´Ungheria, come ogni altro Stato membro, ha indicato il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso dopo l´incontro con il premier ungherese a Bruxelles, il 24 gennaio scorso. Ha anche aggiunto che ci sono altri temi più generali che il governo ungherese deve affrontare. Nell´attuale periodo di crisi economica e finanziaria, la fiducia dei cittadini e dei mercati in Ungheria è particolarmente importante. Lo scorso novembre il paese ha richiesto una possibile assistenza finanziaria all´Unione europea e al Fondo monetario internazionale. Anche il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz ha incontrato il premier ungherese Orbàn il 24 gennaio. Schulz ha dichiarato che l´Unione europea dovrebbe evitare qualsiasi azione che potrebbe mobilitare la popolazione ungherese contro l´Europa.  
   
   
IL VICE PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA ANTONIO TAJANI, RESPONSABILE PER L´INDUSTRIA E L´IMPRENDITORIA PRESENTA IL BILANCIO DELLE ATTIVITÀ SVOLTE NEL 2011  
 
 Bruxelles, 9 febbraio 2012 - Antonio Tajani, vicepresidente e commissario europeo per l´Industria e l´imprenditoria, ripetendo l´iniziativa dell´anno scorso, presenta il bilancio delle attività svolte nel 2011 a sostegno della competitività dell´industria europea. L´imperativo, oggi più che mai, è tornare all´economia reale, rimettendo al centro dell´agenda politica l´Industria e le Piccole e Medie Imprese, vero motore della crescita e dell´occupazione. Nel corso del 2011 l´attività del Vp Tajani si è concentrata sull´implementazione della politica industriale che, in particolar modo per quanto riguarda le Piccole e Medie Imprese, oggi, trova conferma e pieno sostegno nelle priorità espresse dai leader Ue. Il "semestre europeo", inoltre, ha riconosciuto la centralità del pilastro "microeconomico", per il quale il Vp Tajani si è adoperato con determinazione. La Commissione sta già agendo efficacemente in tal senso, promuovendo uno Stato sociale più sostenibile, eliminando le inefficienze e l´eccessiva burocrazia che grava sulle imprese. L´obiettivo è liberare risorse preziose da destinare alle vere priorità: ricerca applicata, innovazione nelle tecnologie chiave abilitanti (Kets), green economy, coinvolgendo l´intera catena del valore. Per questo con "Orizzonte 2020" la Commissione europea ha allocato 80 miliardi di euro alla ricerca applicata e all´innovazione industriale e con il nuovo programma Cosme ha proposto di raddoppiare i fondi per la competitività delle Pmi. Gmes e Galileo faranno da ulteriore traino all´innovazione. Si stima che Galileo, grazie ai servizi derivanti dalle sue applicazioni, avrà ricadute sull´economia europea stimate in 90 miliardi di euro Una forte spinta innovativa risiede, inoltre, nella politica di standardizzazione di cui, a giugno, il Vp Tajani ha presentato l´aggiornamento del relativo sistema europeo. Oltre ad aprire l´accesso a nuovi mercati, una solida politica della standardizzazione produce un forte stimolo per l´innovazione, con vantaggi per i consumatori e un uso più efficiente delle risorse. Si è lavorato inoltre per migliorare le condizioni di credito per le imprese: conditio sine qua non per una nuova politica industriale basata sull´innovazione. La Commissione ha inoltre promosso un Forum sull´accesso al credito delle Pmi, nell’intento di migliorare l´accesso ai capitali, e ha presentato un apposito piano d´azione che prevede un "passaporto europeo" per i venture capital. Sullo stesso fronte, il Vp Tajani ha scritto a tutti i ministri europei dell´Industria, invitandoli ad accelerare la trasposizione della Direttiva sui Ritardi di pagamento. Migliorare il contesto imprenditoriale per le Pmi rappresenta una priorità assoluta. Una prima risposta è l´aggiornamento dello Small Buisness Act che è stato presentato a febbraio 2011, seguito, a novembre, dalla prima strategia europea per l´internazionalizzazione delle Pmi. Il turismo è, infine, un settore strategico su cui scommettere maggiormente per il rilancio di crescita e occupazione. Questo comparto ha resistito meglio di altri alla crisi, continuando ad assicurare posti di lavoro, in particolar modo per i giovani. Il processo d´implementazione di questa nuova politica europea è già in fase avanzata e, entro la fine di quest´anno, verrà presentata una proposta legislativa per il Marchio Europeo di Qualità (Etq). Il Vp Tajani ribadisce l´impegno a guidare e accelerare la transizione verso una "terza rivoluzione industriale", di cui l´Europa deve essere protagonista. La sfida dell´Europa è tornare a crescere e a creare buona occupazione. Questo è il solo modo per conservare quel modello di economia sociale di mercato di cui l´Europa deve essere orgogliosa. Per far questo l´Europa deve vincere la sfida globale dotandosi di un comparto manifatturiero competitivo, innovativo e sostenibile, valorizzando il know-how e l´elevata qualità delle nostre produzioni.  
   
   
PROFUMO: «200MILIONI DI EURO PER IL MEZZOGIORNO » HORIZON2020, STRUMENTO PER L’INNOVAZIONE ITALIANA CANCIAN: «CARTE IN REGOLA PER FAR VALERE LE NOSTRE PRIORITÀ»  
 
Bruxelles, 9 febbraio 2012 - «Questo è il nostro momento: l’Italia ed il suo sistema di ricerca ed innovazione hanno tutte le carte in regola per poter far valere in sede di negoziati le proprie istanze e le proprie priorità. Ho apprezzato lo sforzo della Commissione nel proporre uno stanziamento di 80 miliardi per Horizon2020 ma ritengo che si debba puntare ad aumentare ulteriormente la dotazione finanziaria fino a 100 miliardi di Euro, come auspicato recentemente dal Parlamento Europeo.» Queste le parole dell’on. Antonio Cancian a conclusione della conferenza “Horizon2020 ed il suo impatto sul sistema ricerca Nazionale” che si è svolta il 7 febbraio al Parlamento Europeo alla presenza del Ministro all’Istruzione, Università e Ricerca Francesco Profumo e organizzata in collaborazione con la Rappresentanza Permanente d´Italia presso l´Unione Europea. A meno di un anno di distanza dall’evento promosso nel marzo 2011 a seguito della pubblicazione del Libro Verde e della relativa Consultazione sul futuro Quadro Strategico Comune, l’on. Antonio Cancian ha inteso riproporre un’occasione di confronto e di scambio di punti di vista al più alto livello tra i principali attori del Sistema Italia nel settore della Ricerca al fine di comprendere quali leve strategiche muovere per ottenere dalla Commissione Europea un contributo sostanzioso rispetto agli 80 miliardi di Euro messi a disposizione per investimenti nel settore della ricerca, sia esso inteso a livello accademico che all’interno del più ampio quadro di innovazione delle aziende italiane. «L’italia soffre di una ridotta capacità di accesso e sfruttamento dei fondi messi a disposizione dall’Unione Europea per la Ricerca – ha spiegato il Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca Francesco Profumo - Sul Vii Programma Quadro, a fronte di un contributo totale dell’Italia al finanziamento dello stesso pari circa al 14%, lo sfruttamento è stato solo dell’8% circa. In sostanza perdiamo ogni anno circa 500 milioni di Euro che in 7 anni ammontano a una manovra di cospicue dimensioni.» «A fronte di questa situazione, il Ministero è impegnato in una robusta azione di recupero della competitività del sistema della ricerca italiana nel contesto internazionale, con particolare riferimento agli indirizzi di priorità espressi dalla Commissione Europea attraverso la strategia Horizon2020. È per questo motivo che, su questi temi, stiamo per lanciare un’iniziativa del valore di 200 milioni di euro per le otto regioni del mezzogiorno, concentrando in ciascuna delle competenze specifiche ed utilizzando una logica cloud per diffondere il valore su tutte le altre regioni. Ciò servirà ad allenarci a quando entrerà in vigore Horizon2020 in modo tale che gli attori nazionali abbiano già accumulato l’esperienza nella competizione con i competitor stranieri», ha spiegato il Ministro Profumo. «Il tema della ricerca é al centro di un dibattito molto importante a livello comunitario e nei prossimi mesi il Parlamento Europeo ed il Consiglio saranno chiamati a negoziare la struttura, il finanziamento e le modalità di gestione del futuro programma quadro per la programmazione 2014-2020», ha spiegato l’on. Cancian. «Nel corso degli ultimi anni i programmi quadro europei di ricerca hanno mostrato in modo chiaro il loro valore aggiunto e la qualità: l´eccellenza delle proposte scientifiche finanziate nel corso degli ultimi tempi ne é una chiara dimostrazione – ha continuato l’on. Cancian – Va tuttavia garantito che Horizon2020 rappresenti un ulteriore salto di qualità in questa direzione, rimodulandolo in modo tale da renderlo maggiormente appropriato a rispondere alle drammatiche sfide sociali ed economiche poste dal periodo di crisi economica che stiamo vivendo. L’europa e l’Italia stanno inoltre attraversando un periodo di stallo anche a livello qualitativo e di competitività delle proprie imprese e dei propri istituti di ricerca». «Sono personalmente convinto che l’Europa saprà rialzarsi solo se riuscirà a diventare un player credibile a livello mondiale e se saprà adeguatamente sostenere gli avanzamenti scientifici, le nuove tecnologie, l’innovazione ed un pieno trasferimento sul mercato dei risultati della ricerca, obiettivi che ritengo possano trovare un piano d´azione adeguato solo a livello europeo.» «Vorrei infine sottolineare il ruolo fondamentale che gioca l’impresa, in particolare le Pmi: è un necessario un loro maggior coinvolgimento. Il target del 15% indicato e l’intero pilastro di Horizon dedicato alla leadership industriale vanno nella direzione giusta, ma bisogna parimenti garantire un appropriato coinvolgimento degli attori industriali nella catena che dalla ricerca porta al mercato», ha concluso l’on. Cancian. Per la Presidente della Commissione Itre, l’on. Amalia Sartori, è necessaria una «Innovazione trasversale a tutti i settori e a tutte le politiche dell´Unione Europea, a partire dalla politica per la ricerca e quindi da Horizon 2020. Questa è la leva su cui dobbiamo puntare per rilanciare la competitività delle nostre imprese e del nostro tessuto economico. Certo, la ricerca di base deve continuare ad essere finanziata e stimolata da programmi ambiziosi come quello presentato oggi. Il ruolo del Parlamento consisterà anche nell´orientare il dibattito che è iniziato solo recentemente in Commissione Itre, e grande attenzione sarà sicuramente riposta sulla dotazione finanziaria complessiva e sulle ulteriori esigenze di semplificazione.» Sul fondamentale rapporto tra ricerca e crescita delle aziende si è soffermato anche Gian Angelo Bellati, segretario generale Unioncamere del Veneto: «Horizon2020 rappresenta per le nostre imprese una grandissima opportunità di accesso ai finanziamenti europei nel periodo 2014-2020. Per Unioncamere del Veneto, quest’evento ha offerto l’occasione di fornire ulteriore sostegno alle concrete richieste delle piccole e micro imprese che vogliono presentare progetti europei. Unioncamere del Veneto, attraverso Eurosportello Veneto e i suoi uffici ma anche grazie alla sinergia con la Regione del Veneto, accompagna le imprese nel processo di internazionalizzazione e, in particolare, alla ricerca di fondi europei. E quelli per la ricerca che saranno stanziati da Horizon possono essere un fondamentale impulso per il rilancio del sistema economico Veneto e di tutto il Paese». Il Veneto, in particolare, è stata la regione italiana a far registrare il maggior aumento medio annuo, con una crescita di più di mezzo punto percentuale del Pil. La quota di spesa per ricerca in rapporto al Pil in Veneto è infatti più che raddoppiata in questi 8 anni, passando dallo 0,51% all´1,05% del prodotto interno lordo, quando nello stesso arco temporale in Italia la crescita registrata è del 17,7%. Questi dati sono stati sottolineati nel suo intervento dall’assessore regionale all’economia Marialuisa Coppola, facendo inoltre rilevare che la quasi la totalità delle 456 mila imprese venete è di media, piccola o piccolissima dimensione. «Le medie imprese industriali venete – ha detto l’assessore - sono tra le più dinamiche del Paese, con una consolidata propensione all’innovazione. La sensibile crescita degli investimenti delle imprese ha fatto sì che il Veneto abbia quasi raggiunto l´altro obiettivo della Strategia di Lisbona, ossia la condizione che i due terzi della spesa siano sostenuti dalle imprese. Le imprese in Veneto, infatti, sono arrivate a investire il 64,6% della spesa complessiva in ricerca e sviluppo, seguite dall´università con una quota pari al 25,1%». «La Regione del Veneto concorda con la necessità di indirizzare le risorse verso le priorità indicate dal nuovo programma europeo “Horizon 2020” – ha aggiunto l’Assessore all’industria, Ricerca e Innovazione, Isi Coppola – ritengo comunque determinante che le proposte vedano il diretto coinvolgimento degli enti territoriali. Guardiamo inoltre ai giovani come motore dell’innovazione, nei confronti dei quali abbiano la responsabilità e il dovere di investire.»  
   
   
ISLANDA: LE CINQUE COSA DA SAPERE  
 
Bruxelles, 9 febbraio 2012 - L´islanda è sulla buona strada per diventare uno Stato membro dell´Unione europea. A parte i geyser, i vulcani e Bjork, cosa conoscete di questa isola persa nell´oceano Atlantico? Lunedì, la commissione per gli Affari esteri del Pe ha adottato una mozione per una risoluzione sui progressi compiuti dall´Islanda nel 2011. Energia. L´islanda è uno dei paesi leader nell´utilizzo delle energie rinnovabili. Circo il 72% delle sua energia proviene da fonti rinnovabili e geotermiche (utilizzate per riscaldare l´87% delle case). L´islanda è anche un attore principale per quanto riguarda la ricerca e l´innovazione. Le università del paese si sono specializzate in corsi riguardanti le energie rinnovabili e pulite. Questo tipo di studi e esperienze potrebbero contribuire a raggiungere gli obiettivi dell´Unione europea. Artico. L´islanda conosce bene la zona artica, un´area sempre più importante rispetto al riscaldamento globale e a nuove prospettive per le risorse di petrolio. L´istituto artico di Stefansson è stato creato nel 1998 a Akureyri, nel nord del paese. Due degli segretariati del Consiglio artico sono situati nello stesso edificio dell´istituto: quello per la conservazione della fauna e della flora artica (Caff) e quello per la protezione dell´ambiente artico marino (Pame). Difesa. Nonostante sia uno dei paesi fondatori della Nato, l´Islanda non possiede un esercito ma una Guardia costiera, una polizia nazionale e un sistema di difesa aereo. Il paese contribuisce anche ai programma di peacekeeping civile della Nato. Indipendenza. L´islanda è sempre stata la prima a riconoscere l´indipendenza degli altri paesi: come per esempio in Lituania, Lettonia e Estonia dopo la fine dell´Urss agli inizi degli anni Novanta. O ancora il Montenegro nel 2006 e la sovranità dello stato di Palestina. Isole. L´islanda è la seconda più grande isola dell´Europa dopo la Gran Bretagna, e la 18 nella classifica mondiale.  
   
   
AIUTI DI STATO: LA COMMISSIONE EUROPEA DEFERISCE L’ITALIA ALLA CORTE DI GIUSTIZIA PER IL MANCATO RECUPERO DEGLI AIUTI INCOMPATIBILI CONCESSI A PRODUTTORI ITALIANI DI METALLI  
 
Bruxelles, 9 febbraio 2012 – La Commissione europea ha deferito l´Italia alla Corte di giustizia per il mancato rispetto di una decisione della Commissione del 23 febbraio 2011 (cfr. Ip/11/215) che, rilevando l´incompatibilità delle tariffe elettriche agevolate concesse dall´Italia ai produttori di metalli Portovesme, Ila e Eurallumina con le norme dell´Ue in materia di aiuti di Stato, stabiliva che gli aiuti concessi sotto tale forma dovessero essere recuperati dai beneficiari. Finora l´Italia non ha attuato tale decisione. "Per porre rimedio alla distorsione della concorrenza che gli aiuti incompatibili hanno causato nel mercato interno è indispensabile che essi vengano recuperati rapidamente" ha dichiarato Joaquín Almunia, vicepresidente della Commissione e Commissario responsabile per la Concorrenza. Il 23 febbraio 2011, la Commissione ha rilevato che le tariffe elettriche preferenziali concesse dall´Italia a Portovesme, Ila e Eurallumina avevano conferito a tali imprese un indebito vantaggio economico sui loro concorrenti e avevano falsato la concorrenza sul mercato interno. Gli aiuti, finanziati da tutti gli utilizzatori di energia elettrica in Italia, hanno avuto come solo effetto quello di ridurre i costi di funzionamento dei beneficiari e di migliorare la loro posizione concorrenziale, senza promuovere finalità di interesse comune. La Commissione ha pertanto ingiunto all´Italia di recuperare circa 18 milioni di Eur dai beneficiari. Benché fosse tenuta ad attuare immediatamente ed efficacemente tale decisione, a quasi un anno dalla sua adozione l´Italia non ha recuperato gli aiuti. La Commissione ha pertanto deciso di deferire l’Italia alla Corte di giustizia. Contesto Gli Stati membri sono tenuti a recuperare gli aiuti di Stato che la Commissione ritiene incompatibili entro il termine stabilito nella decisione della Commissione. Il rispetto del termine imposto è estremamente importante poiché eventuali ritardi nel recupero degli aiuti illegali mantengono la distorsione della concorrenza causata dagli aiuti stessi. Per questo motivo l´articolo 14 del regolamento n. 659/99 e la comunicazione sull´esecuzione delle decisioni che ingiungono di recuperare gli aiuti di Stato illegali e incompatibili (cfr. Ip/07/1609) impongono agli Stati membri di procedere senza indugio all´effettivo recupero degli aiuti dal beneficiario/dai beneficiari. Qualora uno Stato membro non si conformi ad una decisione di recupero, la Commissione può deferire il caso alla Corte di giustizia in conformità dell´articolo 108, paragrafo 2, del trattato sul funzionamento dell´Ue (Tfue), che consente alla Commissione di adire direttamente la Corte in caso di violazioni delle norme Ue in materia di aiuti di Stato. Qualora uno Stato membro non si conformi alla sentenza della Corte, la Commissione può chiedere a quest´ultima di comminargli il pagamento di penalità, ai sensi dell´articolo 260 del Tfue.  
   
   
LA COMMISSIONE EUROPEA HA GIÀ RAGGIUNTO IL SUO OBIETTIVO GLOBALE PER IL RECLUTAMENTO DI CITTADINI BULGARI E RUMENI  
 
 Bruxelles, 9 febbraio 2012 - Ieri la Commissione ha presentato all´autorità di bilancio la relazione finale sul reclutamento dei cittadini di Bulgaria e Romania, i due Stati membri che hanno aderito all´Ue nel 2007 (Ue2). L´ Commissione ha reclutato 478 bulgari e rumeni 727, superando il suo assunzioni sono complessivamente del 23,3%, che corrisponde a 228 assunzioni di personale supplementare. Maroš Šefčovič, vicepresidente della Commissione, ne ha parlato: "Siamo riusciti, con mia grande gioia, per identificare alcuni dei migliori talenti provenienti dalla Bulgaria e della Romania e incoraggiarli a venire a lavorare a Commissione europea. Entrambi i paesi hanno storicamente contribuito molto alla storia e alla cultura dell´Europa, e hanno ancora molto da offrire nel contesto dell´integrazione europea continua ". Gli obiettivi sono stati raggiunti durante il periodo transitorio per l´Eu2, che al 31 dicembre 2011. Tali periodi di transizione spesso accompagnano allargamenti, in quanto consentono la sospensione temporanea delle normali regole che vietano discriminazione basata sulla nazionalità, con la chiave per la capacità di reclutare rapidamente i cittadini dei nuovi Stati membri. Tuttavia, l´obbligo di assumere funzionari con "i più elevati standard di competenza, rendimento e integrità" rimane, perché la Commissione definisce gli obiettivi generali e non, quote obbligatorie. Questi obiettivi sono stati calcolati utilizzando il numero di abitanti in ogni paese, la ponderazione dei voti in seno al Consiglio e il numero di seggi in Parlamento. Il reclutamento dei cittadini Ue2 ha significativamente migliorato l´equilibrio di genere a livello di gestione. Di tutti i bulgari e romeni reclutati a posizioni di quadri intermedi e superiori, rispettivamente, il 60,3 % e il 46,3% erano donne. Tenendo conto di tutti i membri del personale Ad e Ast, la percentuale di donne tra i nuovi assunti è stata del 75%. Contesto - La Commissione si è impegnata a reclutare un totale di 977 cittadini bulgari e rumeni, come personale permanente e temporaneo (596 Ad e 381 Ast). Gli obiettivi secondari sono stati definiti per il middle management (63 reclute) e gestione del personale senior (15 assunzioni). Obiettivi indicativi sono stati fissati per ogni nazionalità (332 645 per la Bulgaria e la Romania). E ´a tal fine che i concorsi interni ed esterni riservati ai cittadini di Eu2 sono state organizzate. Al termine del periodo transitorio, la Commissione non solo aveva superato di gran lunga il suo obiettivo generale per la Eu2, ma aveva anche superato obiettivi specifici fissati per gli amministratori (Ad) e assistenti (Ast).l´obiettivo fissato per il middle management è stata completamente riempita. Ha perso due appuntamenti con gli obiettivi di reclutamento di dirigenti sono soddisfatti. Il motivo è da ricercarsi nel numero insufficiente di candidati per eseguire il profilo richiesto di posti dirigenziali in seno alla Commissione. Nonostante gli sforzi sostenuti dalla Commissione, diverse offerte di lavoro sono stati chiusi senza trovare acquirenti. La Commissione ha cercato di monitorare attentamente Ue2 di reclutamento tra i suoi rami di assicurare l´equilibrio di quest´anno. Impegno dei cittadini di altri Stati membri è stato bloccato come un Dg non aveva raggiunto i suoi obiettivi di reclutamento proprie. La Commissione ha presentato al all´autorità di bilancio una relazione di due volte l´anno, a riferire i progressi sugli obiettivi. Per maggiori dettagli su obiettivi di assunzione, vedere la tabella qui sotto.
Obiettivo Numero di assunzioni Raggiunto% ...
Obiettivo generale 977 1205 123,3%
Gli amministratori (Ad) 596 731 122,7%
Assistenti (Ast) 381 474 124,4%
Bulgaria (Bg) 332 478 144,0%
Romania (Ro) 645 727 112,7%
Middle management 63 63 100%
Anziano 15 13 87%
 
   
   
BRUXELLES. VENDOLA RELATORE PARERE MIGRAZIONI E SVILUPPO: UN APPROCCIO GLOBALE  
 
Bruxelles, 9 febbraio 2012 - “Il parere su “migrazioni e sviluppo” che mi è stato assegnato rappresenta l’ideale completamento del percorso che ho compiuto in ambito europeo negli ultimi due anni: ho dapprima affrontato il tema della gestione sostenibile delle risorse idriche e poi quello della dimensione euro-mediterranea della desertificazione e della lotta ai cambiamenti climatici. In entrambi ho posto il problema dei flussi migratori causati da fenomeni ambientali, cioè dei migranti che lasciano la propria terra a causa della scarsità di risorse o perché è ormai divenuta inospitale”. Lo ha detto il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola intervenendo ieri pomeriggio a Bruxelles alla Stakeholder consultation sul parere “Migrazioni e sviluppo: un approccio globale”. L’incontro con le Ong e le altre regioni europee è stato il primo confronto operativo sul documento di lavoro che il Presidente Vendola ha elaborato in occasione della nomina, da parte del Comitato delle Regioni, a relatore del parere. L’aspetto più importante del documento di lavoro emerso questo pomeriggio e apprezzato anche da tutti gli interlocutori della Stakeholder consultation è stato proprio quello relativo all’impostazione stessa del lavoro rivolta al rispetto dei diritti umani “di tutti e di ciascuno”. “Per l’Europa è davvero importante - ha detto Vendola parlando con i giornalisti al termine della Stakeholder consultation – avviare una riflessione profonda su un tema che segnerà tutto il futuro, così come ha segnato tutto il passato, della storia umana. Non si può immaginare di governare i flussi migratori e la loro dimensione crescente con lo sguardo rivolto verso la repressione come se si trattasse di un gigantesco problema di ordine pubblico. E’ una questione - ha continuato Vendola - che noi dobbiamo saper affrontare con razionalità, partendo dalla conoscenza delle cause della migrazione, cause certamente legate alla povertà, alle guerre e alla persistenza di regimi dittatoriali, ma anche legate ormai alla drammatica condizione della mutazione climatica che di fatto produce territori malati di desertificazione, inquinati, spopolati della loro propria ricchezza della biodiversità, territori insomma impervi per la vita e la produzione”. Sulle politiche europee in tema di immigrazione, Vendola ha sottolineato come sia oggi “l’Europa stessa a rendersi conto di quanto sia necessario avere uno sguardo più vicino al principio della verità in un’ottica di approccio globale a questo tema” e ha aggiunto che “non si può frenare l’immigrazione ma certo si può contribuire alla crescita delle condizioni di benessere di un paese povero oppure lottare contro la mutazione climatica, ma si deve anche lottare perché le frontiere possano essere luoghi in cui non ci si minaccia tra culture diverse ma ci si integra e ci si accoglie”. “L’approccio globale alla migrazione - ha precisato Vendola - deve essere incentrato sui migranti e sul rispetto dei diritti umani nei paesi di origine, di transito e di destinazione. Il più fondamentale dei diritti umani in tema di mobilità è il diritto delle persone di lasciare qualsiasi paese compreso il proprio. Tale diritto – come sancito dall’articolo 13 della Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo - è la base giuridica fondamentale di qualsiasi discorso sulla migrazione, tanto più quando la si considera nella sua dimensione globale”. Con questo approccio dunque Vendola oggi ha illustrato ai portatori di interesse il documento di lavoro che è stato condiviso fortemente dai partecipanti. Entro il 29 febbraio si attendono i loro contributi che serviranno alla redazione del testo finale che sarà discusso e votato nella seduta di Commissione Civex del 27 aprile e poi nella Sessione Plenaria del 18 Luglio prossimo. Con il Presidente Vendola anche l’Assessore alle politiche migratorie della Regione Puglia Nicola Fratoianni.  
   
   
PO ITALIA FRANCIA MARITTIMO 2007-2013, FINANZIATI 6 NUOVI PROGETTI  
 
Firenze, 9 febbraio 2012 – Trasporti multimodali destinati alle persone e alle merci, anche attraverso l’utilizzo di strumenti Ict, energia rinnovabile e paesaggio, servizi culturali, progetti integrati di rinnovamento urbano e rurale e servizi socio-sanitari. Sono questi gli ambiti in cui si muovono i 6 progetti ammessi a finanziamento dal comitato direttivo del Po Italia Francia Marittimo, un progetto europeo che prevede la realizzazione di interventi di cooperazione fra regioni affacciate sulle opposte sponde del Mediterraneo e del quale fanno parte Toscana, Liguria, Sardegna e Corsica. Dei sei progetti finanziati per un totale di 8,5 milioni di euro, 3 hanno come regione capofila la Toscana. Il comitato direttivo del progetto si è riunito a Pisa il 19 gennaio scorso e ha fatto il punto sul bando, che era stato lanciato il 18 maggio 2011 su iniziative mirate. Le risorse previste dal bando erano destinate a una serie di obiettivi specifici e coinvolgono cinque province della Toscana: Pisa, Livorno, Grosseto, Massa Carrara, Lucca, oltre alle regioni Sardegna, Liguria e Corsica. Con 42 candidature presentate, il bando ha suscitato una grande adesione dei soggetti presenti nei vari territori. I 6 progetti ammessi si affiancano ad altri cinquanta già avviati nell’ambito del Po Marittimo e che riguardano le reti materiali ed immateriali, la competitività, la valorizzazione delle risorse culturali e naturali, la creazione di servizi transfrontalieri. Fra i progetti con capofila la Toscana, si può citare quello relativo all’ intermodalità tra Corsica e Toscana, il cui capofila è l’Autorità portuale di Piombino. “Questo programma – spiega l’assessore alle attività produttive lavoro e formazione Gianfranco Simoncini – ha rappresentato, per la Toscana e per le altre regioni, un’opportunità in più per fronteggiare la crisi e innescare lo sviluppo, grazie ad uno strumento efficace di cooperazione e scambio fra realtà diverse che, al di là delle frontiere, lavorano insieme per lo stesso obiettivo. L’anno 2012 sarà caratterizzato da nuove opportunità di finanziamento. In particolare durante il primo semestre verrà lanciato un bando per risorse addizionali a destinazione dei progetti già finanziati.Ora si guarda alla programmazione dei fondi europei per il periodo 2014-2020 e i prossimi mesi saranno cruciali per le decisioni sul futuro. Le Regioni vogliono essere protagoniste di questo dibattito ed è in questo senso che ci stiamo muovendo”. L’assessore ha ricordato che, fra il 2009 e il 2013, con 109 milioni di euro investiti, il Po Marittimo Italia-francia ha generato un Pil di 124 milioni di euro e la creazione di 2408 unità di lavoro. Altri dettagli sono disponili sul sito del Programma: www.Maritimeit-fr.net    
   
   
ALBANIA ED EAU SVILUPPANO COOPERAZIONE ECONOMICA  
 
Tirana, 9 febbraio 2012 - Albania ed Emirati Arabi Uniti hanno firmato un accordo per sviluppare la cooperazione economica, commerciale e tecnica. L´accordo prevede un rafforzamento della collaborazione tra i due paesi in commercio, industria, agricoltura, trasporti, telecomunicazioni, turismo: gli imprenditori dei due Paesi verranno incoraggiati a partecipare a fiere e ad altri eventi, oltre che a scambiare visite di delegazioni commerciali; verranno inoltre studiate le opportunità di partecipazione a progetti congiunti e portate avanti iniziative per facilitare lo sviluppo del la cooperazione bilaterale, anche con lo scambio di esperti, scienziati, tecnici, studenti. L´accordo concluso con l´Albania si inserisce in una più ampia cornice, che ha visto gli Emirati firmarne di simili con Regno Unito, Italia, Turchia, Azerbaijan e Algeria, al fine di attrarre maggiori investimenti esteri diretti e promuovere le proprie piccole e medie imprese; si punta ora a concluderne di analoghi con Austalia e Montenegro. Il Ministero degli Esteri albanese ha sottolineato l´importanza strategica degli Emirati come porta d´ingresso ai mercati mediorientali: l´Albania punta a rafforzare ulteriormente la cooperazione tra i due Paesi; l´accordo appena firmato vuole consolidare un cammino di cooperazione che dovrà essere portato avanti dal comitato economico congiunto tra i due Paesi.  
   
   
FORMIGONI RIPARTE CON UNA GIUNTA A TEMPO PIENO ENTRANO VALENTINA APREA, OMBRETTA COLLI E GIUSEPPE GRECHI  
 
Milano, 9 febbraio 2012 - Valentina Aprea, Ombretta Colli e Giuseppe Grechi entrano a far parte della squadra di Governo di Roberto Formigoni. Aprea come assessore all´Istruzione, Formazione e Cultura; Colli come sottosegretario alle Pari Opportunità, Moda e Design; Grechi come delegato alla Trasparenza. Lavoreranno, come tutti i loro colleghi, a tempo pieno. E´ la nuova regola introdotta dal presidente Formigoni: ´Chi fa politica nel Governo della Regione Lombardia - ha spiegato nella conferenza stampa di presentazione del nuovo assetto della Giunta - si impegna a dedicare la propria attività in esclusiva alla Regione Lombardia, al servizio dei suoi cittadini´. E lo fa sottoscrivendo una ´Dichiarazione di mandato´, nella quale si esplicita l´impegno ´alla cura esclusiva degli interessi pubblici e a non determinare in nessun modo situazioni di conflitto con interessi personali o riconducibili alla famiglia´, come pure a non esercitare, per tutta la durata dell´incarico, ´alcuna attività professionale, di lavoro dipendente o di rilievo imprenditoriale´, in conformità ai vincoli previsti per le cariche di governo a livello nazionale. La Conferenza Stampa - Formigoni, che era affiancato nella conferenza stampa dal vice presidente e assessore all´Industria e Artigianato Andrea Gibelli, ha anche annunciato che hanno scelto di dedicarsi alla loro attività professionale e quindi hanno lasciato l´incarico Massimo Buscemi, già assessore alla Cultura, Francesco Magnano, sottosegretario ai Rapporti con gli Enti locali, oltre al delegato Fabio Saldini. Nuova delega - ´non per sottrazione ma per enfatizzazione´, ha detto Formigoni - per Gianni Rossoni, ora assessore all´Occupazione e Politiche del lavoro, perché ´con la crisi che morde - sono sempre parole di Formigoni - è necessario potenziare gli sforzi per sostenere l´occupazione e difendere il lavoro´. Le Rinunce A Roma - Valentina Aprea e Ombretta Colli hanno annunciato la decisione di lasciare i loro incarichi nella politica nazionale: dalla Camera e dalla Presidenza della Commissione Cultura l´una, dal Senato e dalla Presidenza della Commissione d´Inchiesta sugli infortuni sul lavoro la seconda. ´Del resto in Lombardia - ha commentato Gibelli - c´è un terreno fertile per fare, più che a Roma´. Libertà Di Scelta - L´assessore Valentina Aprea ha espresso ´grande soddisfazione e orgoglio´ per l´incarico affidatogli dal presidente Formigoni: ´Sarà un modo - ha detto - per restituire ai Lombardi quella stima e quella fiducia che mi hanno dimostrato in più occasioni eleggendomi per cinque volte in Parlamento. Porto con me il bagaglio delle mie competenze e dei miei progetti con la volontà di contribuire sempre più ad accrescere la qualità della scuola secondo i principi della sussidiarietà e della libertà di scelta´. Le deleghe di Valentina Aprea sono: Formazione professionale, Sistema educativo e Istruzione, Edilizia scolastica, Patrimonio culturale (archeologico, architettonico, artistico e storico, librario e archivistico), Servizi e Attività culturali (teatro, cinema e musica). Politiche Femminili - ´Con l´impegno in Regione - ha aggiunto il sottosegretario Colli - si completa il quadro delle mie esperienze istituzionali dopo il Parlamento europeo, il Parlamento italiano, il Comune e la Provincia di Milano. Le deleghe che mi sono state affidate sono di notevole importanza: le Politiche femminili innanzitutto, ma anche la Moda e il design, che rappresentano due grandi eccellenze´. Sistema Dei Controlli - ´Il sistema dei controlli in Lombardia - ha spiegato Giuseppe Grechi, che da tempo collabora con la Regione in diversi Comitati sulla legalità e gli appalti - funziona ed è molto raffinato. Si tratta solo di approfondire questo sistema e questo è il compito che cercherò di svolgere, ben sapendo che, per quanto perfetto, nessun sistema può escludere comportamenti delittuosi dei singoli. E´ un principio, questo, che anche la legislazione recente ha recepito, escludendo dalla responsabilità quelle realtà che abbiano istituito sistemi efficaci di verifica e controllo sugli atti´. Giuseppe Grechi - una lunga carriera ai vertici degli organi della magistratura, fino alla Presidenza della Corte d´Appello di Milano dal 2001 al 2009 - sovraintende e coordina, su mandato del Presidente, le attività di controllo della Giunta e dei soggetti del Sistema regionale e coordina, su specifico mandato del presidente, le attività di Comitati, Commissioni e organi che interagiscono con procedure di particolare delicatezza: gare di appalto, autorizzazioni all´attività estrattiva e gestione dei rifiuti. Affianca inoltre il presidente nella sua qualità di presidente dei Cds delle società partecipate, per la definizione di tutte le attività utili a garantire la trasparenza della gestione societaria, anche in collaborazione con il consigliere revisore dei Cds stessi. Trasparenza In Consiglio - Formigoni e Gibelli hanno anche annunciato che i Gruppi del Pdl e della Lega proporranno una norma per cui tutti i consiglieri (e anche gli assessori e i sottosegretari che non sono consiglieri) dichiarino se, a loro conoscenza, sono sottoposti a indagini. Commissione Sanità - Formigoni ha infine spiegato di aver ´condiviso con Margherita Peroni la decisione di mantenere la presidenza della Commissione Sanità del Consiglio regionale (´la commissione più importante´, ha detto), preferendola ad altri incarichi come quelli di sottosegretario o di vice presidente del Consiglio´. Ecco la nuova composizione della Giunta regionale della Lombardia. Presidente Roberto Formigoni; Assessori: Industria, Artigianato, Edilizia e Cooperazione Andrea Gibelli (Vice presidente); Agricoltura Giulio De Capitani; Ambiente, Energia e Reti Marcello Raimondi; Bilancio, Finanze e Rapporti Istituzionali Romano Colozzi; Casa Domenico Zambetti; Commercio, Turismo e Servizi Stefano Maullu; Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà Sociale Giulio Boscagli; Infrastrutture e Mobilità Raffaele Cattaneo; Istruzione, Formazione e Cultura Valentina Aprea; Occupazione e Politiche del lavoro Gianni Rossoni; Protezione Civile, Polizia Locale e Sicurezza Romano La Russa; Sanità Luciano Bresciani; Semplificazione e Digitalizzazione Carlo Maccari; Sistemi Verdi e Paesaggio Alessandro Colucci; Sport e Giovani Monica Rizzi; Territorio e Urbanistica Daniele Belotti. Sottosegretari Attuazione del Programma ed Expo 2015 Paolo Alli; Cinema Massimo Zanello; Pari Opportunità, Moda e Design Ombretta Colli; Università e Ricerca Alberto Cavalli.  
   
   
BENVENUTO ALLE COLLEGHE DA PARTE DI MONICA RIZZI L´ASSESSORE: DONNA SIMBOLO DI DETERMINAZIONE E CONCRETEZZA  
 
Milano, 9 febbraio 2012 - ´Con piacere voglio complimentarmi con le due nuove colleghe di Giunta: Ombretta Colli e Valentina Aprea, che, sono convinta, con l´esperienza maturata negli anni, svolgeranno al meglio il loro nuovo incarico´. Lo ha detto l´assessore allo Sport e Giovani Monica Rizzi, commentando l´ingresso in Giunta di Valentina Aprea come assessore all´Istruzione, Formazione e Cultura e Ombretta Colli come sottosegretario alle Pari Opportunità, Moda e Design. ´Sono convinta - sottolinea Monica Rizzi - che la presenza femminile in politica sia fondamentale e anche se, come ha già dichiarato il nostro vice presidente Andrea Gibelli, la Lega Nord in questo aveva già la sua giusta rappresentanza, era corretto che anche chi è al Governo con noi potesse esprimere la sua componente femminile. La politica ha bisogno di impegno, determinazione e concretezza, tutte caratteristiche che appartengono alla donna, che porta con sé un valore aggiunto in tutti i settori, compresa la politica´. ´Siamo in un momento particolare per la politica italiana - ha ribadito l´assessore Rizzi - mai come oggi si è creato il bisogno di lavorare per il bene del cittadino con grinta e passione. Anche per questo, abbiamo il dovere di pretendere da noi stesse un altissimo senso di responsabilità. Credo quindi che, grazie alle nuove rappresentanze femminili in Giunta, si potrà avere un apporto decisivo per dare risposte adeguate ai bisogni della nostra Regione e dei Lombardi. Auguro quindi buon lavoro alle mie nuove colleghe e a Giuseppe Grechi, nuovo delegato alla Trasparenza´.  
   
   
M. GUARISCHI CONFERMATA DELEGATA DEL PRESIDENTE NUOVI INCARICHI: POLITICHE DEI TEMPI E TUTELA DEI CONSUMATORI  
 
Milano, 9 febbraio 2012 -  In occasione della presentazione dei nuovi assetti della Giunta regionale, il presidente Roberto Formigoni ha confermato Monica Guarischi come sua delegata. A fronte della nomina di Ombretta Colli a sottosegretario per le Pari Opportunità, Formigoni ha attribuito a Monica Guarischi le deleghe alle Politiche dei tempi e alla Promozione della tutela dei consumatori, quest´ultima precedentemente affidata a Fabio Saldini, che ha rimesso il proprio mandato.  
   
   
PRESIDENTE TOSCANA ROSSI A COMMISSIONE UE: “AUMENTARE DEL 30% I FONDI PER I GIOVANI”  
 
 Bruxelles, 9 febbraio 2012 - Nel suo parere sulla proposta della Commissione europea relativa al Programma dell’Unione europea per il cambiamento e l’innovazione sociale (Psci), approvato ieri a Bruxelles dalla Commessione politiche sociali del Comitato delle Regioni (Cdr), il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi ha proposto di aumentare il bilancio destinato ad azioni di sperimentazione sociale con particolare riferimento ai giovani per il periodo 2014-2020. In particolare Rossi, in qualità del relatore del parere per conto del Cdr, ha chiesto di poter aumentare fino al 30%, pari a circa 172 milioni di euro (contro il 17%, pari a 97 milioni, proposto dalla Commissione europea) il bilancio da dedicare direttamente ai progetti di sperimentazione sociale con un’attenzione particolare alle politiche di inclusione dei giovani. Il bilancio sarà quello del Programma Progress sull’innovazione sociale che insieme al Microcredito e a Eures rappresentano i 3 assi del futuro programma Psci 2014-2020 dell’Ue con un bilancio complessivo di 958 milioni di euro. L’aumento del bilancio è stato proposto per rispondere alla drammatica situazione della disoccupazione giovanile che tocca tutta l’Unione europea. Gli ultimi dati Eurostat (l’ufficio europeo di statistiche), pubblicati a gennaio , rivelano infatti che la disoccupazione giovanile in Italia è fra le più alte d’Europa. Se si considerano i giovani sotto i 25 anni il tasso di disoccupazione in Italia raggiunge il 31% rispetto ad una media Ue a 27 del 22,1%. Il tasso più alto è stato registrato in Spagna (48,7%), Grecia (47,2%, a ottobre) e Slovacchia (35,6%). Il tema della disoccupazione giovanile, al centro del dibattito europeo, è anche una priorità del programma politico del Presiednte Rossi in Toscana che con il progetto Giovanisì ha coinvolto oltre 35.000 giovani su progetti per tirocini retribuiti, servizi civile, creazione di nuove imprese e contributi per l’affitto in modo da sostnerli in un percorso di autonomia, formazione e lavoro.  
   
   
REGIONI: TAVOLO DI LAVORO SICILIA - MINISTERO COESIONE SU SPESA UE  
 
Roma, 9 febbraio 2012 - Nasce un tavolo di lavoro in collaborazione con il ministero della Coesione Territoriale per un esame approfondito della situazione attuale della spesa dei fondi comunitari. Si concretizzano cosi´ le intese alle quali hanno lavorato la Presidenza della Regione e il Ministero guidato da Fabrizio Barca sin dall´insediamento del governo Monti. Nelle scorse settimane, infatti, si erano ulteriormente intensificati gli incontri con gli uffici della Coesione territoriale. "Si dovranno capire - afferma il Presidente Raffaele Lombardo - le ragioni e le responsabilita´ che hanno portato agli attuali risultati di spesa. Non c´e´ dubbio, infatti, che di tali ragioni e responsabilita´ si dovra´ dare conto. I nuovi contratti dei dirigenti saranno, infatti, vincolati alla rendicontazione della spesa comunitaria. Va ricordato che ad oggi non abbiamo perso un solo euro di fondi comunitari, mentre per l´avvenire bisognera´ apportare aggiustamenti radicali perche´ non si puo´ consentire che continui l´attuale tendenza". Oggi si e´ stabilita una collaborazione interistituzionale forte che portera´ ad un monitoraggio per l´individuazione delle cause dei ritardi che ci sono stati nel passato e a un´analisi per tracciare le misure correttive per il futuro. La prossima settimana, intanto, i tecnici ministeriali saranno in Sicilia per stabilire il crono-programma delle azioni da attivare. Il Presidente Lombardo ha incontrato, sempre stamattina, Pasquale Terracciano, consigliere diplomatico del Presidente del Consiglio. Al centro dell´incontro la ripresa dei rapporti industriali e commerciali con la Libia e con la Tunisia dopo le rivolte della "primavera araba".  
   
   
RICERCA : PIU’ CHE RADDOPPIATA SPESA IN VENETO  
 
Venezia, 9 febbraio 2012 - Per la ricerca il Veneto è stata la regione italiana a far registrare il maggior aumento medio annuo, con una crescita di più di mezzo punto percentuale del Pil. La quota di spesa per ricerca in rapporto al Pil in Veneto è infatti più che raddoppiata, passando dallo 0,51% all´1,05% del prodotto interno lordo. Lo ha sottolineato l’assessore regionale all’economia, ricerca e innovazione del Veneto, Marialuisa Coppola, intervenendo il 7 febbra a Bruxelles alla conferenza “Horizon2020 ed il suo impatto sul sistema ricerca Nazionale” che si è svolta al Parlamento Europeo alla presenza del ministro all’istruzione, università e ricerca Francesco Profumo e organizzata in collaborazione con la Rappresentanza Permanente d´Italia presso l´Unione Europea. All’iniziativa sono intervenuti, tra gli altri, gli europarlamentari Antonio Cancian e Amalia Sartori e Gian Angelo Bellati, segretario generale Unioncamere del Veneto. L’assessore Coppola ha fatto rilevare che la quasi la totalità delle oltre 450 mila imprese venete è di media, piccola o piccolissima dimensione. “Le medie imprese industriali venete – ha detto l’assessore - sono tra le più dinamiche del Paese, con una consolidata propensione all’innovazione. La sensibile crescita degli investimenti delle imprese ha fatto sì che il Veneto abbia quasi raggiunto l´altro obiettivo della Strategia di Lisbona, ossia la condizione che i due terzi della spesa siano sostenuti dalle imprese. Le imprese in Veneto, infatti, sono arrivate a investire il 64,6% della spesa complessiva in ricerca e sviluppo, seguite dall´università con una quota pari al 25,1%”. La Regione del Veneto – ha detto l’assessore - concorda con la necessità di indirizzare le risorse verso le priorità indicate dal nuovo programma europeo “Horizon 2020”, ritenendo comunque determinante che le proposte vedano il diretto coinvolgimento degli enti territoriali. Ha sostenuto inoltre la necessità che il finanziamento alla ricerca collaborativa delle Pmi per aprire nuovi promettenti campi di ricerca e di innovazione mediante il sostegno alle tecnologie emergenti e future avvenga in maniera coordinata tra le grandi regioni innovative europee. E in tema di leadership industriale, l’assessore Coppola ha auspicato che siano adeguatamente valorizzate le esperienze dei distretti tecnologici che investono in settori ad alto potenziale. Il Veneto, ad esempio, si candida a giocare un ruolo fondamentale per la ricerca in ambito nanotech e biotech. “Guardiamo inoltre ai giovani – ha concluso - come motore dell’innovazione ed è nei loro confronti che abbiamo la responsabilità e il dovere di investire”.  
   
   
FONDI UE: DA REGIONE ABRUZZO SPESA CERTIFICATA DI 110 MLN LA PRESIDENZA: SUPERATO DEL 130% IL TARGET MINIMO STABILITO  
 
 Pescara, 9 febbraio 2012 - La Direzione della Presidenza della Regione, rispetto all´allarme lanciato da un quotidiano nazionale in merito alla capacità di spesa dei fondi europei da parte delle Regioni italiane, indagine che indicherebbe l´Abruzzo come fanalino di coda per la percentuale di fondi non utilizzati, precisa che, "alla data del 31 dicembre 2011, la spesa effettiva certificata dalla Regione è di circa 110 milioni di euro. Quindi si tratta di una cifra di circa 25 milioni di euro superiore al target di spesa prefissato per evitare il disimpegno automatico di fondi Ue che, per l´Abruzzo, era di circa 85 milioni di euro. Rischio che, peraltro, non è stato sfiorato nemmeno lontanamente dalla nostra Regione. E´ stata realizzata, infatti, una performance straordinaria, superiore a poco meno del 130 per cento rispetto al limite minimo previsto. Quindi, sempre al 31 dicembre scorso, la percentuale di spesa certificata si è attestata intorno al 31 per cento del totale dei fondi Por Fesr. Per cui, la percentuale di fondi non ancora utilizzati tocca il 69 per cento e non il 79,1 per cento. Un dato tutto sommato in linea con quello fatto segnare dalle altre Regioni. E questo nonostante il grave evento sismico dell´aprile 2009 abbia costretto ad una riprogrammazione dell´intero Por Abruzzo con l? inserimento ex novo dell´asse 6 e con un conseguente stallo amministrativo di diversi mesi visto che l´approvazione definitiva dell´Ue risale a fine 2009. Per dovere di precisione, poi, va aggiunto che nel 2011 c´è stato un ulteriore 5 per cento di spesa che, solo per motivi di natura strettamente tecnica, non è stato possibile certificare entro la data del 31 dicembre scorso. Tuttavia, tali somme vengono certificate proprio in questi giorni per cui la situazione della spesa è in continua evoluzione. Va, inoltre, fatta chiarezza anche in relazione al cosiddetto Piano di azione per il Sud che è stato lanciato dal Ministro per la Coesione sociale, Fabrizio Barca, proprio per consentire alle Regioni a rischio di disimpegno di rimodulare la programmazione dei fondi europei che è sfociata in linee di azione che ci concentrano principalmente su banda larga, banda ultralarga e data center. Ma questa rimodulazione, resasi necessaria per accelerare la spesa nelle altre sette regioni del sud, non ha riguardato minimamente l´Abruzzo proprio alla luce del fatto che le somme certificate dalla Regione non destano preoccupazioni di alcun genere nel Governo centrale. La Direzione della Presidenza della Regione, rispetto all´allarme lanciato da un quotidiano nazionale in merito alla capacità di spesa dei fondi europei da parte delle Regioni italiane, indagine che indicherebbe l´Abruzzo come fanalino di coda per la percentuale di fondi non utilizzati, precisa che, "alla data del 31 dicembre 2011, la spesa effettiva certificata dalla Regione è di circa 110 milioni di euro. Quindi si tratta di una cifra di circa 25 milioni di euro superiore al target di spesa prefissato per evitare il disimpegno automatico che, per l´Abruzzo, era di circa 85 milioni di euro. Rischio che, peraltro, non è stato sfiorato nemmeno lontanamente dalla nostra Regione. E´ stata realizzata, infatti, una performance straordinaria, superiore a poco meno del 130 per cento rispetto al limite minimo previsto. Quindi, sempre al 31 dicembre scorso, la percentuale di spesa certificata si è attestata intorno al 31,9 per cento del totale dei fondi Por Fesr. Per cui, la percentuale di fondi non ancora utilizzati tocca il 69,1% e non il 79,1%. Un dato tutto sommato in linea con quello fatto segnare dalle altre Regioni. E questo nonostante il grave evento sismico dell´aprile 2009 abbia costretto ad una riprogrammazione dell´intero Por Abruzzo con l´inserimento ex novo dell´asse 6 e con un conseguente stallo amministrativo di diversi mesi visto che l´approvazione definitiva dell´Ue risale a fine 2009. Per dovere di precisione, poi, va aggiunto che nel 2011 c´è stato un ulteriore 5 per cento di spesa che, solo per motivi di natura strettamente tecnica, non è stato possibile certificare entro la data del 31 dicembre scorso. Tuttavia, tali somme vengono certificate proprio in questi giorni per cui la situazione della spesa è in continua evoluzione. Va, inoltre, fatta chiarezza anche in relazione al cosiddetto Piano di azione per il Sud che è stato lanciato dal Ministro per la Coesione sociale, Fabrizio Barca, proprio per consentire alle Regioni a rischio di disimpegno di rimodulare la programmazione dei fondi europei che è sfociata in linee di azione che ci concentrano principalmente su banda larga, banda ultralarga e data center. Ma questa rimodulazione, resasi necessaria per accelerare la spesa nelle altre sette Regioni del sud, non ha riguardato minimamente l´Abruzzo proprio alla luce del fatto che le somme certificate dalla Regione non destano preoccupazione di alcun genere nel Governo centrale. Non a caso, lo stesso Governo Monti ha inserito il Patto dei Sindaci della Regione Abruzzo tra le otto "best practice" da inviare all´Unione europea come esempio di virtuoso utilizzo dei fondi Fesr. Un modello che già alcune Regioni del Sud stanno riproponendo nella loro programmazione".  
   
   
UNIONI MONTANE, VENETO: LA PROSSIMA TAPPA È COORDINAMENTO TESTI NORMATIVI CON AGGREGAZIONE DI COMUNI  
 
 Venezia, 9 febbraio 2012 - La Giunta regionale, unanime, ha dato via libera l’ 8 febbraio al disegno di legge “Istituzione e disciplina delle Unioni Montane”. “La prossima e urgente tappa nel processo di creazione delle sinergie istituzionali per la migliore gestione dei servizi a favore degli abitanti delle aree di montagna – ha sottolineato l’assessore allo sviluppo montano Marino Finozzi –per comune volontà dell’esecutivo regionale sarà il coordinamento di questo nuova proposta normativa con quella già presentato sulle aggregazioni dei Comuni, in modo che non vi siano sfasamenti di alcun tipo. Di certo l’obiettivo è ben chiaro: individuare modalità di realizzazione di servizi comuni che siano più rispondenti alle esigenze delle comunità locali ottimizzando la spesa. Il resto appartiene alla dietrologia di chi ha più immaginazione che concretezza”. Il riferimento è alla dissertazione apparsa oggi sulla stampa locale secondo la quale l’ufficio legislativo avrebbe espresso un parere di fatto negativo sul testo del disegno di legge. “Come dovrebbe sempre accadere, i documenti, soprattutto tecnici, andrebbero citati per tutti i loro contenuti sostanziali, che in questo caso non riguardano la legittimità della proposta della Giunta – ha fatto presente Finozzi – ma una ‘criticità di carattere generale data dalla presenza del contesto normativo statale, particolarmente complesso, che appare privo dei requisiti di sistematicità ed organicità indispensabile a garantire la necessaria certezza alla disciplina regionale’, alla quale va ‘il riconoscimento della coerenza interna della proposta di riordino territoriale in oggetto’. La normativa regionale, inoltre, ‘potrà risentire – in termini di incertezza interpretativa e conseguenti possibili difficoltà applicative – delle soluzioni che il legislatore statale riterrà di adottare con riferimento alla questione del ridimensionamento del ruolo e delle funzioni delle Province’. La Giunta del Veneto ha scelto su questo la via dell’assunzione di responsabilità – ha affermato l’assessore – decidendo di procedere pure in presenza di un simile quadro statale disarticolato, perché l’alternativa è quella di creare un puro e semplice vuoto normativo a fronte dell’esigenza di continuare a servire efficacemente e con la spesa più contenuta le popolazioni di aree difficili”. Nello specifico le principali novità introdotte dal disegno di legge riguardano l’istituzione e la disciplina di un nuovo soggetto giuridico, le Unioni Montane di Comuni (Unioni Montane), che si sostituiscono, in una logica di continuità istituzionale e di presidio territoriale, alle preesistenti Comunità Montane. “In un periodo di forti trasformazioni e contrazioni economiche, questo rappresenta una sfida importante per la modernizzazione della montagna veneta – ha proseguito Finozzi – che tiene conto dei profondi mutamenti istituzionali in atto. Rispetto alla normativa vigente, la nostra proposta marca una netta evoluzione del ruolo e delle funzioni di tali enti, quali erogatori di servizi a carattere collettivo. Quanto scritto sulla stampa locale, e cioè che si è provveduto solo a cambiare il nome alle Comunità Montane, non rispecchia quindi il vero. Abbiamo fortemente voluto un ruolo rafforzato per il governo e lo sviluppo del territorio montano basato su due pilastri portanti: le funzioni basilari di pubblico interesse per la tutela economico-sociale ed ambientale del territorio montano, e la gestione in forma associata delle principali funzioni e servizi fondamentali dei Comuni che ne fanno parte”.  
   
   
ENTRO MARZO LA RAZIONALIZZAZIONE DELLE PARTECIPATE IN PIEMONTE  
 
Torino, 9 febbraio 2012 - “Il contenimento dei costi delle società partecipate è uno degli obiettivi di questa Giunta e l’emendamento alla Finanziaria approvato dimostra la concretezza del nostro impegno”: ad annunciarlo è stata l’assessore Elena Maccanti al termine della riunione del 7 febbraio della Prima Commissione del Consiglio regionale. “Entro il 31 marzo - ha proseguito - presenteremo come già annunciato un piano strategico di dismissione, valorizzazione e incorporazione di alcune partecipate, ponendo fine, a differenza di chi ci ha preceduto, al meccanismo dei contributi ripianati dalla Regione a favore di società in perdita da anni. Abbiamo già proceduto ad una valutazione, ora andremo avanti con coraggio sulle razionalizzazioni”. Maccanti ha poi sostenuto che “chi sentenzia sull’aumento dei costi del personale di Scr dovrebbe fare un passo indietro e guardarsi alle spalle: troverebbe l’ultimo regalo della Giunta Bresso che, alla vigilia delle elezioni regionali, è riuscita a raddoppiare il numero e il costo dei dirigenti assumendone due il 1° febbraio 2010, uno il 1° aprile a urne appena chiuse e uno il 1° giugno quando la Giunta Cota era insediata da pochi giorni, con il risultato di una società che vede otto dirigenti per poco più di 50 dipendenti”. Sul dibattito sul futuro di Scr è intervenuta anche l’assessore ai Trasporti, Barbara Bonino: “Tutti i Governi sollecitano la centralizzazione degli acquisti e degli appalti. Centralizzare significa risparmiare, ammodernare, controllare la correttezza delle procedure e la congruità della spesa pubblica. Infrastrutture lombarde appalta addirittura gli ospedali per la Calabria: perché il Piemonte deve restare indietro? Scr è uno strumento da potenziare e ristrutturare, ma è indispensabile potersi avvalere di una centrale unica per appalti e acquisti. La Giunta sta lavorando per riformare il sistema della spesa pubblica con l’obiettivo di ridurre gli sprechi, aumentare la trasparenza, ottenere più risparmi, ma anche maggiore efficienza. Sapevamo che avremmo incontrato delle resistenze - prosegue Bonino - ma andiamo avanti, sicuri della bontà della nostra politica. Ne abbiamo avuto già un primo esempio con l’assegnazione del bando di gara per la fornitura di farmaci alle strutture sanitarie, che ci ha consentito di risparmiare da solo oltre 70 milioni di euro: una dimostrazione pratica e concreta delle possibilità che ci vengono offerte dall’utilizzo di Scr come centrale unica per gli acquisti. Ed è solo una delle dieci gare bandite nel corso del 2011 per un importo che ha superato il mezzo miliardo di euro. Ai consiglieri regionali rivolgo un invito: non vi attestate su battaglie strumentali, di retroguardia, ma contribuite a rafforzare con delle proposte costruttive uno strumento utile alla pubblica amministrazione”.  
   
   
LIGURIA: PERSONALE, DIRIGENTI CONFERMATI CONSIGLIO DI STATO SOSPENDE ANNULLAMENTO CONCORSO  
 
 Genova, 9 Febbraio 2012 - Restano al loro posto i 24 dirigenti della Regione Liguria, dopo l’annullamento del concorso del 2007 da parte del Tar Liguria. Lo ha deciso il Consiglio di Stato, cui la Regione Liguria aveva chiesto di sospendere gli effetti delle sentenze di primo grado che avevano annullato gli atti del concorso. Il Consiglio di Stato ha infatti accolto l’istanza di “misura cautelare” proposta dalla Regione Liguria, condividendo la tesi della giunta e dell’assessore al Personale Gabriele Cascino , per assicurare, in attesa del giudizio di merito, continuità operativa a servizi e settori fondamentali nell’organizzazione dell’ente.  
   
   
MALTEMPO: LE MARCHE CHIEDONO LO STATO DI CALAMITA` MA NON QUELLO DI EMERGENZA. LINEA COMUNE DI TUTTE LE REGIONI PER NON FAR RICADERE I COSTI SUI CITTADINI. DOMANI INCONTRO CON IL GOVERNO.  
 
Ancona, 9 Febbraio 2012 - La Regione Marche avanzera`, non appena completata la stima dei danni, la richiesta per il riconoscimento dello stato di calamita` naturale per far fronte ai danni in agricoltura e zootecnia. Al contrario non sara` richiesto formalmente lo stato di emergenza, perche` questo significherebbe entrare nel meccanismo ´perverso´ del Milleproroghe che fa ricadere - come gia` avvenuto per l´alluvione di marzo del Fermano - i costi dell´emergenza sui cittadini. Lo ha confermato in diverse interviste ad emittenti televisive nazionali, oggi, il Presidente della Regione Marche Gian Mario Spacca. Del resto e` questa la linea comune di tutte le Regioni: nessuno dei territori colpiti dal maltempo di questi giorni ha avanzato la richiesta formale di stato di emergenza. Domattina si svolgera` una riunione straordinaria dei Governatori delle Regioni sul maltempo alla quale partecipera` il presidente Spacca e alle ore 12 ci sara` l´incontro con il Governo, al quale le Marche chiederanno una norma ad hoc ed il sostegno finanziario per far fronte a questa grave situazione senza pero` dover far ricorso alla richiesta di emergenza e quindi ai meccanismi del Milleproroghe. A differenza della calamita` naturale che, e` bene ripeterlo, riguarda solo ed esclusivamente i danni in agricoltura e zootecnia e fa dunque direttamente riferimento al Ministero dell´Agricoltura, lo stato di emergenza ricade nelle previsioni del Milleproroghe. Il che significa che, per il ristoro dei danni, sono le Regioni a dover provvedere ricorrendo all´aumento dell´accisa sulla benzina o all´innalzamento dei tributi, per poter poi accedere alla eventuale compartecipazione dello Stato tramite il Fondo nazionale di Protezione civile. La Regione Marche tuttavia ha gia` ´sperimentato´ sulla propria pelle tale meccanismo: per far fronte agli ingenti danni dell´alluvione del marzo 2011, la Giunta regionale ha dovuto aumentare di 5 centesimi l´accisa sulla benzina. Ma nonostante questo e nonostante il Consiglio dei Ministri avesse riconosciuto lo stato di emergenza per l´alluvione 2011, dallo Stato ancora non e` stato stanziato un euro per quella calamita`. Anche se formalmente lo stato di emergenza non e` stato richiesto, nella sostanza le Marche stanno gestendo la calamita` neve di questi giorni come se si fosse in uno stato di emergenza. Il contributo dei volontari, di tutte le istituzioni locali e regionali e l´impegno dei diversi livelli dell´amministrazione centrale dello Stato, dai vigili del fuoco ai carabinieri alle forze di polizia, sta facendo si` che l´emergenza sia gestita in modo efficace. Altresi` e` scattata prontamente la collaborazione tra le Regioni e un ringraziamento il presidente Spacca lo ha rivolto a Valle d´Aosta, Piemonte, Lombardia e Provincia di Bolzano che hanno inviato mezzi nelle Marche agevolando il compito della protezione civile.  
   
   
MALTEMPO, POLVERINI IN SOPRALLUOGO NELL´ALTO REATINO  
 
Roma, 9 febbraio 2012 - La presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, si è recata ieri per un sopralluogo in alcune località dell´alto reatino, ai confini con l´Abruzzo, per verificare la situazione dovuta al maltempo. Polverini, accompagnata dagli assessori alla Scuola e alla sicurezza Gabriella Sentinelli e Giuseppe Cangemi ha incontrato il presidente della Provincia di Rieti, Fabio Melilli, e gli altri amministratori locali. "Ho visto arrivando a Pescorocchiano che i mezzi privati stanno sostenendo quelli della Protezione civile regionale, è un aiuto importante - ha dichiarato la presidente - Ora cerchiamo di confermare le condizioni per trovare luoghi di riparo nel momento in cui nel fine settimana dovessimo avere un altro fermo da neve, creando anche le condizioni per liberare questi paesi dalle difficoltà". Polverini ha ricordato che gli uffici regionali e la presidenza sono aperti 24 ore su 24 e che il Lazio è stata la prima regione a chiedere l´esercito ed è al lavoro, oltre al sistema sanitario anche nella difesa degli animali: "un tema importante - ha sottolineato - in una regione dove l´agricoltura ha un peso". A Borgorose, la presidente, su segnalazione dei cittadini che hanno avvertito della chiusura del deposito Cotral per neve e dell´impossibilità di muoversi, ha immediatamente attivato la pulizia della strada, rimarcando come "i mezzi sono abilitati a circolare, dotati tutti di catene o pneumatici da neve. Ora diamoci tutti una mano - ha detto Polverini - ci dobbiamo mettere tutti l´uno al servizio dell´altro. Poi, semmai, litigheremo, ci sarà tutto il tempo per le polemiche, capisco il nervosismo ma dobbiamo far scattare e far proseguire la solidarietà"´ "Ai cittadini - ha aggiunto - voglio dire che c´è un vero tema sul quale tutti ci dobbiamo impegnare. La cosa scandalosa che sta accadendo nel nostro paese e nella vostra regione è che si sta mostrando in tutta la sua complessità un problema infrastrutturale per l´erogazione dei servizi primari, un sistema assolutamente obsoleto che sta mettendo in ginocchio una regione. Anche a pochi chilometri da Roma da 5 giorni la gente non ha luce, non ha calore né acqua: questo è il vero scandalo. Se non avessimo avuto questo disagio - ha concluso - probabilmente i cittadini avrebbero sofferto lo stesso ma non in questo modo".  
   
   
NEVE: REGIONE BASILICATA NON CHIEDE STATO DI EMERGENZA PER NON AUMENTARE TASSE LA SCELTA È DI OPERARE, FINO A QUANDO SARÀ POSSIBILE, CON MEZZI PROPRI E DI ALTRE AMMINISTRAZIONI. DIVERSAMENTE CRESCEREBBERO COSTO BENZINA E CARICO FISCALE  
 
Potenza, 9 febbraio 2012 - La Regione Basilicata sta mettendo in campo tutte le iniziative necessarie a fronteggiare l’emergenza maltempo cercando di evitare di avanzare la richiesta dello stato di emergenza, in analogia a quanto fatto da tutte le Regioni italiane, poiché tale richiesta comporterebbe in automatico, l’applicazione della così detta “tassa sulle disgrazie”, ossia l’elevazione al massimo di tutte le addizionali fiscali sul territorio regionale. Con la richiesta, infatti, si dovrebbe procedere ad aumentare le accise sui carburanti di 5 centesimi di euro al litro, l’addizionale Irap dal 4,75% al 5,75% (+1%) l’addizionale Irpef dallo 0,90% all’1,40% (+50%) la tassa automobilistica del 10%. La legge 10/2011 (che ha convertito il decreto mille proroghe del 2010) ha infatti modificato il meccanismo della richiesta dello stato di emergenza, eliminando l’intervento finanziario dello Stato nella gestione delle operazioni e ponendo il carico sulle risorse regionali o sulla leva finanziaria a carico di cittadini e imprese del territorio in cui l’evento si verifica. Solo qualora questi mezzi non dovessero bastare la Regione potrebbe avanzare richiesta di un contributo allo Stato che, tuttavia, non sarebbe né obbligatorio né certo, in virtù dell’assenza di fondi sul relativo capitolo di bilancio. Lo stesso problema era stato evidenziato appena ieri dal capo della Protezione Civile Nazionale, Prefetto Gabrielli secondo cui “In questi giorni i governatori delle Regioni colpite dal maltempo non hanno chiesto lo stato di emergenza perché sanno che la richiesta si concluderebbe con un innalzamento delle accise sulla benzina". Conseguentemente, la Regione Basilicata ha deciso di fronteggiare l’emergenza, fino a quando sarà possibile, utilizzando i mezzi propri e delle pubbliche amministrazioni regionali senza andare a gravare su cittadini e aziende in un momento particolarmente delicato della storia del nostro Paese. Del resto, anche l’Abruzzo, da qualcuno chiamato in causa per aver dichiarato lo stato di calamità, ha scelto solamente di procedere a un coordinamento degli interventi su base regionale e non ha invece proceduto ad inoltrare richiesta di aiuto allo Stato poiché, hanno spiegato il presidente della Regione Gianni Chiodi e l’assessore alla Protezione Civile, Gianfranco Giuliante, "la scelta dello stato di emergenza regionale di tipo B - hanno aggiunto - si è resa indispensabile per dare una risposta immediata all´emergenza in corso e consente di non aumentare le tasse ai cittadini abruzzesi così come previsto dalla legge in caso di emergenza autorizzata dal Governo (tipo C)". Analoga scelta ha fatto anche il Lazio con la solo dichiarazione dello “Stato di calamità naturale”.  
   
   
EMERGENZA MALTEMPO: CONTRIBUTI REGIONE PUGLIA A COMUNI PIÙ PICCOLI  
 
Bari, 9 febbraio 2012 - "I comuni più piccoli coinvolti nell´emergenza maltempo, riceveranno dalla Regione un contributo per le spese sostenute nello sgombero dalle sedi stradali della neve caduta nei giorni scorsi." Lo ha dichiarato l´Assessore alle Opere pubbliche e Protezione civile. "Nella prossima seduta utile - ha detto Amati - proporrò alla Giunta regionale apposito provvedimento, col concerto del collega al Bilancio Michele Pelillo, affinché l´erogazione economica possa alleviare la situazione di disagio determinatasi, anche con riferimento alle scarse disponibilità economiche che la maggior parte dei comuni piccoli presentano. L´ammontare del contributo è in corso di determinazione, avendo riguardo dell´altrettanto scarsa disponibilità finanziaria della nostra Regione”.  
   
   
SICILIA: GIUNTA NOMINA RAGIONIERE GENERALE DELLA REGIONE  
 
Palermo, 9 febbraio 2012 - La giunta regionale di governo riunita ieri a Palermo nella sede di Palazzo d´Orleans sotto la presidenza di Raffaele Lombardo, ha nominato il nuovo dirigente generale del Dipartimento del bilancio e del tesoro - ragioneria generale della Regione siciliana. Si tratta del prof. Biagio Bossone, palermitano di 54 anni, attualmente coordinatore del Nucleo di valutazione e verifica degli investimenti pubblici del Dipartimento programmazione e coordinamento della politica economia della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Su proposta dell´assessore per l´Economia, Gaetano Armao, la giunta ha poi approvato un disegno di legge riguardante norme in materia di pubblicazione tramite la rete internet e di riutilizzo dei documenti e dei dati della pubblica amministrazione regionale e locale. La Regione siciliana, gli enti, gli istituti e le aziende dipendenti dalla Regione dovranno assicurare la disponibilita´, la gestione, l´accesso, la trasmissione, la conservazione, la fruibilita´ e la riutilizzabilita´ dei documenti e dei dati pubblici di cui sono titolari o da essi detenuti in modalita´ digitale. Le amministrazioni promuoveranno: il processo di innovazione tecnologica e informatica della propria organizzazione; la pubblicazione dei documenti e dati pubblici in formato aperto e liberamente riutilizzabile; lo sviluppo della societa´ dell´informazione e della conoscenza in ambito regionale. Inoltre, utilizzeranno le tecnologie dell´informazione e della comunicazione per rendere fruibili i documenti e i dati pubblici, assicurandone la pubblicazione tramite la rete internet in formato aperto (open data) secondo gli standard internazionali. I documenti e i dati saranno gratuitamente accessibili tramite la rete internet e riutilizzabili nel rispetto della normativa vigente in materia di digitalizzazione della pubblica amministrazione, di accesso agli atti amministrativi, di protezione dei dati personali, di riutilizzo delle informazioni del settore pubblico, di diritto della proprieta´ intellettuale e industriale. Le amministrazioni opereranno per rimuovere e prevenire gli ostacoli che impediscono la piena accessibilita´ ai documenti e ai dati pubblici assicurando la parita´ di trattamento tra tutti i riutilizzatori. Entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge con decreto del Presidente della Regione, previa delibera di Giunta, su proposta dell´Assessore regionale per l´economia, di concerto con l´Assessore regionale per le autonomie locali e per la funzione pubblica, saranno definiti: i dati, le informazioni e i documenti pubblici che devono essere oggetto di immediata pubblicazione in formato aperto (open); le modalita´ per individuare ulteriori dati e documenti pubblici, che devono essere oggetto di pubblicazione in formato aperto (open) in futuro; le modalita´ per la pubblicazione degli open data sui portali delle amministrazioni; le licenze per il riutilizzo dei documenti e dei dati pubblici di cui l´amministrazione regionale e´ titolare; l´individuazione dei casi nei quali, per ragioni di interesse pubblico, la pubblicazione e l´utilizzo dei documenti e dei dati pubblici dell´amministrazione regionale non e´ gratuita; l´elenco dei formati aperti utilizzabili, individuabili anche in via indiretta, tramite riferimento a standard internazionali.  
   
   
IL LAVORO? UNA NUOVA INIZIATIVA PER IMPARARE A CERCARLO DONNE, GIOVANI, OVER 45, PRECARI: 4 APPUNTAMENTI FINANZIATI DALLA PROVINCIA DI PARMA E REALIZZATI DA CISITA PER INSEGNARE LA RICERCA AUTONOMA DELL’OCCUPAZIONE. MARTEDÌ 14 “DONNE E LAVORO: STRATEGIE DI SUCCESSO”.  
 
Parma, 9 febbraio 2012 – Imparare come si affronta un colloquio di lavoro e come si sconfiggono gli stereotipi di genere; sapere scrivere il proprio curriculum e conoscere le dinamiche con cui le aziende cercano il personale. Sono informazioni e strumenti che possono essere molto utili, soprattutto in un periodo di crisi come questo, per chi intende ricercare un posto di lavoro autonomamente. Con l’obiettivo di supportare questa impresa la Provincia ha finanziato una nuova iniziativa, presentata ieri nella sede dell’Ente insieme a Cisita, l’ente capofila dell’Ati che si è aggiudicata il bando. Si tratta di quattro giornate, vere e proprie lezioni, per mettere a disposizione di tanti “cercatori di lavoro” informazioni appropriate sulle tecniche da utilizzare per rendere più fruttuosa la propria autonoma ricerca. Rivolti agli utenti dei Centri per l’Impiego e alle persone che sono alla ricerca di lavoro, questi corsi sono pensati per quelle fasce di cittadini che incontrano oggi maggiori difficoltà nella ricerca e che sono le donne, i giovani, gli over 45, e i lavoratori precari. Una platea in cerca di occupazione che sfiora le 9.500 persone, a tanto infatti ammontano a fine gennaio coloro i quali hanno stipulato con i Centri per l’Impiego un patto di servizio. La metà sono donne (5623) ed è proprio per loro il primo corso che si terrà il 14 febbraio nella sala A dell’auditorium Paganini. “ Nel 2011 come Centri per l’Impiego abbiamo inviato quasi 4500 curricula in risposta alla richiesta di personale delle aziende e abbiamo un servizio di specializzazione molto attivo ma abbiamo voluto potenziare la nostra capacità di supportare le persone nella ricerca del lavoro. In periodi di crisi come questo, l´incontro fra chi cerca e chi offre lavoro non avviene in modo “semplice” e non a caso gli esperti dicono che cercare un lavoro è un lavoro. Con questa iniziativa assolviamo anche all’impegno assunto nel Patto per lo sviluppo siglato lo scorso anno con istituzioni, enti, mondo economico e sociale” – ha spiegato Manuela Amoretti durante la presentazione a cui hanno partecipato anche Rocco Rodolfi responsabile del Cpi di Parma con la collega Chiara Rossi che segue il progetto. “ La novità di questi seminari è che con la Provincia stiamo facendo un lavoro mirato su target quella del 14 non sarà una conferenza a cui assistere passivamente ma una giornata di lavoro interattiva. Non intendiamo essere generici ma personalizzare la formazione in modo da dare indicazioni specifiche su come muoversi a seconda dei settori e delle imprese a cui si rivolge la propria richiesta di occupazione” – ha detto Elisabetta Zini amministratore delegato di Cisita, presente anche Francesco Bianchi che collabora con l’ente di formazione. L’appuntamento del 14 febbraio ha per tema “Donne e lavoro: strategie di successo”. I docenti sono esperti del mercato del lavoro, imprenditori manager rappresentanti di agenzie per la ricerca e selezione del personale, rappresentanti di associazioni sindacali e di categoria. Interverranno in veste di testimoni Elena Dalla Bona, titolare di Eli Prosciutti s.R.l. E Silvia Nardini, manager Hr del Gruppo Emerson che racconteranno la loro esperienza di successo professionale e di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Questi gli aspetti che verranno toccati nell’arco della giornata: gli stereotipi di genere nel mondo del lavoro; la strategia di ricerca come piano di marketing di se stessi; il networking; l’autostima, come funziona e come accrescerla, l’accettazione del cambiamento come presupposto di ogni crescita; la comunicazione con gli altri e con se stessi; le convinzioni, come e quanto ci condizionano e la rappresentazione della realtà; gli interlocutori del mondo del lavoro. Il seminario è organizzato da Cisita Parma ente parte dell’Ati aggiudicataria dell’appalto insieme a Fairplace Consulting Italy S.r.l., Conform S.r.l. E Intoo. Gli altri tre seminari saranno rivolti a giovani diplomati e laureati in cerca di lavoro, ai lavoratori atipici e agli over 45. Per informazioni Cisita Parma – via G. Cantelli 5 – Parma - Tel. 0521.226500 – cisita@cisita.Parma.it  – www.Cisita.parma.it    
   
   
SARDEGNA: MANIFESTAZIONI D´INTERESSE PER L’ACCOGLIENZA DEI MIGRANTI DEL NORD AFRICA  
 
Cagliari, 9 febbraio 2012 - La Direzione generale della protezione civile, in qualità di soggetto attuatore, per far fronte allo stato di emergenza umanitaria nel territorio del Nord Africa, ha pubblicato due avvisi con cui intende acquisire le manifestazioni d’interesse delle cooperative sociali, delle strutture ricettive presenti nel territorio e di quelle alberghiere ed extraalberghiere per l’accoglienza dei migranti assegnati alla Regione Sardegna. Per le cooperative sociali e per le strutture ricettive presenti nel territorio regionale, il costo giornaliero massimo per migrante, non dovrà essere superiore a 42,50 euro comprensivo di ogni onere. Per le strutture ricettive alberghiere e extralberghiere, la cui accoglienza sarà temporanea, il costo giornaliero massimo per migrante, non dovrà essere superiore a 40,00 euro comprensivo di ogni onere. Gli operatori interessati possono compilare la propria offerta nel modulo di adesione predisposto e inoltrarla via fax al numero 0706064865. Si precisa che la presentazione dell’offerta da parte dell’interessato non è in alcun modo vincolante per il soggetto attuatore, il quale, qualora dovesse verificarsi la necessità, oltre che in relazione al prezzo offerto selezionerà discrezionalmente gli operatori ai quali affidare il servizio anche in base al parametro dell’omogenea distribuzione dei migranti nell’intero territorio sardo. Eventuali chiarimenti possono essere richiesti al Dott. Massidda al numero 0706066402, al Dott. Pietro Paolo Pittau al numero 0706064881 o al Rag. Nieddu al numero 0706066730.  
   
   
ANTIRACKET E ANTIUSURA, IL COORDINAMENTO REGIONALE DELLA CAMPANIA ASCOLTA LE ASSOCIAZIONI DI SETTORE  
 
 Napoli, 9 febbraio 2012 - Ogni mese il Coordinamento regionale antiracket ed antiusura incontrerà le Associazioni iscritte agli albi delle Prefetture per fare il punto delle iniziative messe in campo nel contrasto ai fenomeni criminali. E´ quanto emerso nella riunione svoltasi presso la sala giunta, convocata dal commissario antiracket e antiusura Franco Malvano. Erano presenti i rappresentanti delle Prefetture della Regione e di Fondazione San Giuseppe Moscati, Pianura per la Legalità, Alilacco S.o.s. Impresa Campania, San Giovanni per la Legalità, Coordinamento napoletano associazioni antiracket, Xenia Coop. Sociale, Fai, Imprese edili per la legalità, Associazione antiracket e antiusura Portici, Napoli Centro per la Legalità, Sos Impresa Napoli, Fondazione Paulus, Mò Basta, Sos Impresa Salerno. Nel corso dell´incontro, sono stati diffusi i dati ufficiali della delittuosità nei comuni della Campania per i reati di estorsione ed usura. Nel 2010 le persone denunciate in stato di arresto per estorsione sono meno di 100 a Salerno, circa 600 a Napoli, 150 a Caserta, e poche decine a Benevento ed Avellino. Per quanto riguarda l´usura, le persone denunciate in stato di arresto sono poco più di 60 in tutta la Campania. I reati di estorsione commessi sono complessivamente circa 900, quelli di usura poco più di 50. Dall´ascolto con le associazioni sono venute fuori cifre ben più considerevoli. Da ciò l´esigenza di realizzare confronti più articolati con i soggetti interessati per far emergere la vera situazione esistente. "D´intesa con i Prefetti - sottolinea Malvano - solleciteremo il Ministero degli Interni ad intervenire presso l´Abi e la Banca d´Italia affinchè venga resa più agile l’applicazione dell’accordo sull´accesso al credito per le vittime, a partire dalla velocizzazione delle procedure di trattazione delle pratiche da parte delle banche. "Il Coordinamento ha deciso altresì, nell´ambito della campagna di ascolto che sta realizzando, di incontrare nei prossimi giorni le 5 Province e gli Enti locali più a rischio", conclude Malvano.  
   
   
BASTA BIMBI IN CARCERE. DALLA REGIONE TOSCANA 400 MILA EURO PER PROGETTO CUSTODIA ATTENUATA  
 
 Firenze, 9 febbraio 2012 – Sbloccato il progetto per la realizzazione di una sezione a custodia attenuata destinato ad ospitare detenute madri con i propri figli. Nell’ultima seduta la giunta regionale ha approvato un finanziamento, pari a 400 mila euro, che servirà per avviare i lavori di ristrutturazione di alcuni locali di un edificio di proprietà della Madonnina del Grappa, a Firenze. Il progetto fa parte di un accordo complessivo firmato il 27 gennaio 2010 e che vede coinvolti, oltre alla Regione, il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, il Tribunale di Sorveglianza, la Madonnina del Grappa e l’Istituto degli Innocenti. Alla Società della Salute di Firenze verrà affidato il compito di attivare la rete dei servizi del territorio per dare avvio ai percorsi socio-assistenziali ed educativi destinati a garantire la tutela della salute e la salvaguardia del rapporto madre-figlio. “Di questo progetto – ha commentato il presidente della Regione Enrico Rossi – se ne sta parlando ormai da alcuni anni ma finora è rimasto sulla carta. I bambini non dovrebbero mai entrare in una struttura detentiva ed è un compito irrinunciabile di tutti i soggetti coinvolti individuare forme alternative per fare in modo che questo non accada mai più. Finalmente siamo riusciti a riattivare la collaborazione tra tutti i soggetti che hanno sottoscritto l’accordo due anni fa e contiamo di arrivare in tempi brevi alla realizzazione di questa importante struttura”.  
   
   
FVG: PARI OPPORTUNITÀ SU CASSAZIONE E VIOLENZA SESSUALE DI BRANCO  
 
Trieste, 9 febbraio 2012 - Anche alla luce della recente sentenza della Corte di Cassazione che, estendendo una pronuncia della Consulta del 2010, ha rimandato alla discrezionalità del Giudice la possibilità di applicare misure cautelari alternative al carcere nei casi di violenze sessuali di "branco", la Commissione regionale per le pari opportunità del Friuli Venezia Giulia esprime la più assoluta condanna di questi reati e la convinzione della necessità di una pena che possa essere percepita come giusta dalla vittima e che, nel contempo, sia efficace e rieducativa per il colpevole. Alla stampa chiede di dare corretto risalto ai casi che purtroppo coinvolgono le donne per i comportamenti commessi contro di loro con violenza e disprezzo della dignità delle persone: non i nomi delle vittime, ma quelli dei violenti vanno messi alla gogna. Nel contempo invita i giudici a condannare tutte le violenze contro le donne e di non fermarsi, nel giudizio di accertamento delle prove, a presunzioni che si avanzano per negare i fatti o diminuirne la gravità. Pur esprimendo fiducia nella Magistratura, auspica che vengano valutati i pro e i contro, richiamando però l´attenzione sul fatto che bisogna evitare che lo stupro, tanto più quello di gruppo, possa essere percepito come un reato minore.