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GIOVEDI

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Notiziario Marketpress di Giovedì 03 Maggio 2012
UE: IL PRESIDENTE BARROSO OGGI INCONTRA IL VICE PRIMO MINISTRO CINESE LI KEQIANG  
 
Bruxelles, 3 maggio 2012 - Il Presidente della Commissione europea José Manuel Barroso incontra oggi il vice-premier cinese Li Keqiang. Le relazioni Ue-cina bilaterali stanno crescendo in ampiezza e la profondità attraverso l´inclusione di molte nuove aree chiave della cooperazione. La visita del vice-premier Li offrirà un´importante occasione per rafforzare ulteriormente il partenariato Ue-cina, un bilancio dei progressi nell´attuazione del 14 Ue-cina, svoltosi nel febbraio 2012 a Pechino e preparare il prossimo vertice che si terrà questo autunno in Bruxelles. Il Presidente Barroso e il vice-premier Li avranno discussioni approfondite sulle relazioni Ue-cina relazioni bilaterali e la cooperazione tra commercio, investimenti e innovazione, nonché sugli sviluppi economici della Ue e la Cina. Essi potranno anche scambiarsi opinioni su questioni globali come la preparazione del vertice del G20 in Messico e il Rio + 20 Summit di Rio de Janeiro. Infine, entrambi i leader discuteranno temi di attualità di politica estera come la situazione in Siria e Iran. Visita il vice-premier Li Keqiang a Bruxelles sarà caratterizzata da due eventi importanti: La conferenza ad alto livello sulla urbanizzazione, il lancio del partenariato Ue-cina urbanizzazione. Il primo vertice Ue-cina riunione ad alto livello in materia di energia. L´unione europea e la Cina firmeranno in occasione della riunione ad alto livello per l´energia: Dichiarazione comune sul partenariato Ue-cina sul urbanizzazione; Ue-cina dichiarazione congiunta sulla sicurezza energetica; Dichiarazione congiunta per la cooperazione rafforzata sui mercati dell´elettricità tra la Commissione europea e la Commissione Energia Elettrica Stato di regolamentazione della Cina. Orario per il giorno: 09:00 Lancio della campagna per il partenariato Ue-cina sul urbanizzazione sostenibile - Concert Noble; 12:30-13:00 Incontro bilaterale tra il Presidente Barroso e il vice-premier Li Keqiang; 13:00-14:30 Pranzo di lavoro con il vice-premier Li Keqiang ospitato dal presidente Barroso; 17:00-17:30 Cerimonia di chiusura della riunione ad alto livello in materia di energia (Discorsi del Presidente Barroso e il vice-premier Li Keqiang) -Schuman camera, Berlaymont; 17:30-17:40 Cerimonia di Firma , Sala Schuman, Berlaymont; 17:40-17:45 Foto di gruppo - Podium Vip.  
   
   
UE - ANTONIO TAJANI, ACCESSO AL CREDITO: LE IMPRESE NON POSSONO PIÙ ASPETTARE  
 
Bruxelles, 3 maggio 2012 - Con la crisi il nodo dell´accesso al credito mette sempre più a rischio la sopravvivenza stessa di migliaia di Pmi italiane. Gli ultimi dati diffusi dalla Commissione e dalla Banca centrale europea (Bce) sono eloquenti: solo 2 imprese su 3 ottengono il credito richiesto. La scorsa settimana Confindustria ha rinnovato l´allarme, rilevando che i prestiti alle imprese si sono ridotti di 60 miliardi tra novembre e gennaio. Non bastasse, anche il costo del credito è salito di oltre un punto da giugno scorso, superando il 4% all´inizio dell´anno. A questo si aggiunge una situazione insostenibile sul fronte dei ritardi di pagamento della Pubblica Amministrazione che deve ai privati circa 70 miliardi di euro, pari al 4% del Pil, poco meno della metà dei debiti scaduti di tutti i 27 Stati membri. A completare questo quadro, il record di fallimenti registrati nel 2011, ben 11.600, dato mai toccato dall´inizio della crisi. E un 2012 iniziato sotto i peggiori auspici, con una stima di almeno 50mila posti persi nelle Pmi e un drammatico aumento dei suicidi tra disoccupati e imprenditori in difficoltà come risulta dal rapporto Eures appena pubblicato. Stretta creditizia, ritardi di pagamento, burocrazia, aumento degli oneri fiscali, uniti al calo della domanda interna per una recessione che appare sempre più pesante, sono una miscela esplosiva che rende quasi proibitivo fare impresa. Per uscire dalla crisi e rilanciare la competitività delle nostre imprese bisogna partire, prima di tutto, dall´accesso ai capitali. Senza questi non è possibile investire, innovare, assumere nuovo personale, andare su nuovi mercati. La decisione di Draghi di abbassare i tassi e fornire liquidità per oltre 1000 miliardi al sistema bancario è stata essenziale per arginare la crisi. Tuttavia, l´economia reale non ha ancora avuto il pieno dividendo. Seppure un quarto di questi fondi sia andato a banche italiane per aiutare la patrimonializzazione, fornire ossigeno ai titoli di Stato e, con l´auspicio di rilanciare il credito, solo i primi due obiettivi sembrano essere stati perseguiti. Molte banche, infatti, hanno usato parte della liquidità per comprare titoli di Stato, che poi sono tornati alla Bce a garanzia di ulteriori fondi. Fin dall´inizio del mio mandato, ho considerato l´accesso al credito il vero punto nevralgico della politica europea per la tenuta del tessuto industriale e, in particolare, delle Pmi. Per questo sto portando avanti una strategia basata su più fondi Ue in garanzia per credito e venture capital, un ruolo più attivo della Banca Europea d´Investimento (Bei), la creazione di un mercato europeo del capitale di rischio, criteri di Basilea Iii adattati alle esigenze delle Pmi. E l´attuazione immediata della direttiva sui ritardi di pagamento che potrebbe liberare 180 miliardi – di cui 70 solo in Italia - di crediti vantati nei confronti della pubblica amministrazione, evitando il fallimento e la disperazione di molti imprenditori. Questa direttiva, approvata un anno fa, prevede pagamenti entro 30 giorni, con limitate eccezione fino a 60, pena interessi di mora dell´8%. Gli Stati Ue devono attuarla in maniera corretta e completa entro il termine ultimo di marzo 2013 per evitare procedure d´infrazione da parte della Commissione. Non vedo differenze tra l´obbligo, non solo giuridico ma anche morale, di pagare le tasse e quello della Pubblica Amministrazione di onorare puntualmente i propri debiti. Considerato che nella congiuntura attuale anche 12 mesi possono essere fatali per molte Pmi, ho chiesto ai ministri dei 27 di attuare la direttiva al più presto, con risposte positive da parte di molti. Anche con il Ministro Passera è emersa piena sintonia su questo punto; e il governo sta lavorando a una soluzione, anche in collaborazione con il sistema bancario. Ma bisogna fare presto, anche considerato che da noi, in controtendenza con il resto dell´Ue, i tempi di pagamento si stanno allungando ulteriormente passando da una media di 120 giorni nel 2009 agli attuali 180. Questi debiti esistono. E non è sacrificando le imprese che si risolve il problema dei conti. Il rischio è invece di ottenere il risultato opposto. Far mancare questi capitali, adesso, alle Pmi, significa aumentarne la mortalità, costringerle a licenziare o, comunque, a non crescere. Con danno per l´economia italiana e rischio di aggravare la recessione.  
   
   
I CITTADINI EUROPEI POSSONO CONTARE DI PIÙ  
 
Bruxelles, 3 maggio 2012 - Tra le accuse più frequenti che le pattuglie di euroscettici, disseminate nei vari Paesi dell´Unione, rivolgono alle istituzioni europee c´è quella di non contrastare a dovere e in qualche caso addirittura di assecondare il distacco, il disinteresse dei cittadini e delle opinioni pubbliche verso i centro decisionali dei "Ventisette". Insomma, si esaspera sovente – soprattutto in tempi di grave crisi economica come l´attuale, in cui si tende a scaricare sull´Europa colpe e responsabilità dei governi e dei Parlamenti nazionali – la "vexata quaestio" del deficit democratico di cui soffrirebbe sin dalla nascita un´Europa dominata dai tecnocrati e priva di quei necessari contrappesi e controlli di partecipazione da parte dei cittadini. Ebbene, quasi a smentita di certe visioni strumentalmente anti-europee, arriva ora l´attuazione del regolamento definitivo del diritto d´iniziativa dei cittadini europei, che consentirà una nuova e assai significativa forma di partecipazione diretta dei popoli alla politica e alle decisioni dell´Unione. Si tratta di un diritto previsto e introdotto dal Trattato di Lisbona che consente ad un milione di cittadini di almeno un quarto degli Stati membri dell´Ue di invitare la Commissione di Bruxelles a proporre atti giuridici in settori di sua competenza. I promotori di un´iniziativa - dopo aver costituito un comitato composto da almeno 7 cittadini non parlamentari dell´Unione residenti in almeno sette diversi Stati membri - hanno un anno di tempo per raccogliere le dichiarazioni di sostegno necessarie che devono essere sottoscritte da cittadini appartenenti – come si è detto – ad almeno un quarto dei ventisette Stati membri secondo una soglia fissa. Tale soglia è pari al numero dei parlamentari per ciascuna nazione moltiplicato per 750. L´accoglimento della proposta d´iniziativa deve essere esaminata dalla Commissione che, entro entro tre mesi dalla presentazione, deve pronunciarsi sulla sua ammissibilità. Poiché il regolamento è diventato operativo il 1° aprile scorso, i cittadini europei possono già avviare le procedure per godere di questo diritto che - se adoperato con cura e intelligenza – può diventare uno straordinario strumento d´impulso per la stessa Commissione e per gli altri organi istituzionali. Ma l´obiettivo può rivelarsi ancora più ambizioso in quanto la partecipazione popolare al processo legislativo è in grado di radicare quel senso di appartenenza ai comuni destini europei, sempre più necessario per fronteggiare e superare le crisi. Non a caso, d´altra parte, su questo versante c´è un impegno specifico da parte delle istituzioni, le quali si rendono conto che soltanto attraverso questa via è possibile coagulare consensi e chiedere – quando serve – sacrifici ai cittadini dell´Unione. Di qui,ad esempio, la decisione della Commissione di proclamare il 2013 Anno europeo dei cittadini in occasione del ventesimo anniversario dall´istituzione della cittadinanza europea fissata dal Trattato di Maastricht. Non solo sarà l´occasione per ricordare gli enormi risultati fin qui realizzati – grazie alla cittadinanza comune - che influiscono direttamente sulla vita di milioni di persone che possono circolare liberamente attraverso gli Stati dell´Unione. Ma "l´anno europeo della cittadinanza" offrirà soprattutto– almeno così si spera - lo spunto per una riflessione corale sulla nostra identità di cittadini europei. Perché - come ha giustamente sottolineato il vicepresidente della Commissione Viviane Reding – se è vero che oggi c´è un mercato unico in cui mezzo miliardo di cittadini possono stabilirsi liberamente e condurre liberamente le proprie attività c´è anche una metà di questi cittadini che non è adeguatamente informata dei propri diritti. Si tratta, quindi di rafforzare il senso di un destino e di un progetto comune perché soltanto così sarà meno difficile il percorso di una vera Unione politica. Paolo Cacace  
   
   
IL COMMISSARIO ŠTEFAN FüLE IN VISITA IN ALBANIA PER DISCUTERE DI RIFORME E L´AGENDA EUROPEA  
 
Bruxelles, 3 maggio 2012 - Il Commissario per l´allargamento e la politica europea di vicinato Štefan Füle è in in visita in Albania oggi per discutere di riforma ed il progresso nell´ordine del giorno dell´Ue con i suoi omologhi albanesi. Egli incontrerà il presidente della Repubblica Bamir Topi, presidente della Assemblea Jozefina Topalli, il Primo Ministro Sali Berisha, il ministro degli Esteri e Vice Primo Ministro Edmond Haxhinasto, Mediatore Igli Totozani e presidente del socialista Edi Rama partito dell´opposizione durante il suo soggiorno di un giorno in Tirana. Commissario Füle parlerà anche in Assemblea, rivolgendosi ai membri del parlamento su temi importanti per l´adesione del paese all´Unione europea. Questa visita segue una intensa serie di incontri tra la Commissione europea ei rappresentanti albanesi, tra cui incontri tra il Commissario Füle con il Vice Pm / E.haxhinasto ministro degli Esteri e il Ministro per l´Integrazione europea M. Bregu a marzo. L´ultima volta che il commissario Füle ha visitato Tirana era il 30 marzo 2011.  
   
   
UE: UN PREMIO PER DEI CITTADINI EUROPEI D´ECCEZIONE  
 
Bruxelles, 3 maggio 2012 - Il premio del cittadino europeo è stato lanciato dal Parlamento nel 2008 per celebrare i traguardi di tanti cittadini europei. Quest´anno i deputati hanno proposto 61 candidati di 19 Stati membri. Adesso le giurie nazionali dovranno occuparsi di accorciare la lista. Una giuria centrale a Bruxelles, presieduta dal presidente del Parlamento Martin Schulz, selezionerà un massimo di 50 vincitori in giugno. Il premio può essere attribuito a cittadini che hanno facilitato la cooperazione transnazionale all´interno dell´Unione europea o che hanno promosso il dialogo e una maggiore integrazione tra cittadini e Stati membri. Può anche essere attribuito a persone che riflettono i valori fondamentali dell´Unione europea nella vita di tutti i giorni. Viene data una priorità ai progetti legati al tema dell´anno europeo, che nel 2012 è quello dell´invecchiamento attivo. I candidati possono essere cittadini, gruppi, associazioni e organizzazioni. Ogni anno i deputati hanno il diritto di nominare un candidato. I vincitori riceveranno una medaglia durante una cerimonia nazionale per poi incontrarsi tutti insieme a Bruxelles in autunno.  
   
   
LA COMMISSARIA EUROPEA PER LA RICERCA, L´INNOVAZIONE E LA SCIENZA GEOGHEGAN-QUINN OGGI IN VISITA A ROMA  
 
 Roma, 3 maggio 2012 - La commissaria europea per la ricerca, l´innovazione e la scienza Máire Geoghegan-quinn si recherà oggi a Roma per discutere delle priorità del governo italiano nel settore della ricerca e dell´innovazione, nel quadro del rilancio della competitività e dell´occupazione in Europa. Durante la sua giornata romana la commissaria incontrerà il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il Presidente del Consiglio Mario Monti e il Ministro dell´Istruzione, dell´Università e della Ricerca Francesco Profumo. Inoltre la commissaria presenterà ai Senatori italiani la proposta "Orizzonte 2020" della Commissione europea, mirante a finanziare la scienza e la ricerca dopo il 2014, e pronuncerà un discorso dinnanzi ai membri dell´Associazione dei Distretti Tecnologici (Adite). L´importanza della ricerca e dell´innovazione per migliorare la competitività a lungo termine e per stimolare la crescita è stata sottolineata dal governo italiano nel suo recente Documento di Economia e Finanza. Nel suo discorso dinnanzi ai membri di Adite, la commissaria porrà l´accento sull´importanza di una cooperazione improntata sul partenariato tra settore privato e pubblico per contribuire alla costruzione dell´Unione dell´innovazione in Europa. Lanciata nell´ottobre 2010, l´iniziativa Unione dell´innovazione è una strategia integrata mirante a migliorare le condizioni per la ricerca e l´innovazione in Europa e a fare sì che le buone idee possano essere tradotte in nuovi beni e servizi in grado di stimolare la crescita e l´occupazione.  
   
   
VENDOLA A BRUXELLES: IMPLEMENTARE I DIRITTI DEI MIGRANTI  
 
Bruxelles, 3 maggio 2012 - “L’europa non può presentarsi all’appuntamento epocale con l’immigrazione dimenticando che gli immigrati sono una risorsa fondamentale delle nostre società perchè alimentano tutti i mercati del lavoro, rappresentano un fondamento del welfare, del lavoro di cura e di assistenza e perché con le loro diverse culture arricchiscono il panorama sociale e civile del vecchio continente”. Lo ha detto il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola intervenendo il 27 aprile a Bruxelles in Commissione Civex (Comitato delle Regioni) riunita per l’approvazione (avvenuta a larghissima maggioranza) del Parere su “Migrazioni e sviluppo: un approccio globale”, di cui è relatore. “Il tema dell’immigrazione – ha continuato Vendola - è una di quelle questioni che infiamma il dibattito pubblico in tutta Europa con il rischio però che gli immigrati diventino i capri espiatori per tutte le stagioni di crisi. Bisogna raccontare invece la verità. L’immigrazione è figlia di un mondo regolato da una cattiva globalizzazione, di un mondo segnato da ingiustizie sociali profondissime. Si fugge dalla guerra, dalla povertà, oggi anche dalla mutazione climatica. Con il documento approvato in Commissione quest’oggi - ha spiegato il Presidente - noi suggeriamo all’Unione europea di avere un approccio globale al tema dell’immigrazione. Pensiamo di dover implementare i diritti dei migranti, liberandoli dalla prigionia delle organizzazioni criminali. La tratta degli esseri umani rende gli immigrati clandestini prigionieri di un incubo. Occorre aiutare dunque i migranti a liberarsi dalla clandestinità e aiutare noi regioni e comunità locali a costruire politiche di accoglienza e di integrazione. La tutela dei diritti umani è fondante del progetto di Europa e i diritti umani vanno tutelati a partire dalla vita, dalla fuga, dall’ansia, dalla disperazione, dallo sradicamento di un essere umano che noi chiamiamo migrante”. Sul rapporto tra migrazioni e mutamenti climatici, Vendola ritiene che l’Unione europea debba analizzare attentamente tutte le cause che generano l’immigrazione. “Oggi – ha spiegato il Presidente - c’è una causa nuova, e cioè la mutazione climatica, il cambio della temperatura che determina un mutamento della geografia, il deserto avanza in tutto il bacino del Mediterraneo, trasforma pezzi interi di economia e di geografia e l’acqua diventa sempre di più una risorsa scarsa. E questo diventa una molla che mette in movimento milioni di essere umani. Anche su questo abbiamo il dovere di aggiornare la nostra lettura dei fenomeni migratori per poter contrastare tutto ciò che generato la fuga. Noi dobbiamo costruire le politiche - ha continuato Vendola - che accolgano ogni essere umano che fugge per ragioni che sono legate al suo vissuto e credo che con questo documento aiutiamo l’Europa a costruire un approccio globale”. Per quanto riguarda infine il problema relativo alla fuga dei cervelli, Vendola ha espresso dubbi sullo strumento definito di “compromesso” quello cioè della migrazione circolare che dovrebbe “consentire di conciliare l’esigenza di manodopera qualificata nell’Unione Europea e il contenimento della fuga delle risorse migliori, più giovani e dinamiche, dai Paesi in via di sviluppo”. Un sistema teoricamente interessante, ma per Vendola “difficilmente efficace anche sul piano concreto”. Il Parere dovrà essere approvato definitivamente dall’Assemblea plenaria del Comitato delle Regioni il 18 e 19 luglio prossimi. Insieme con il Presidente Vendola a Bruxelles, l’esperta Chiara Favilli, l’assessore competente della Regione Puglia Nicola Fratoianni e la dirigente Antonella Bisceglia.  
   
   
BRUXELLES. COMMISSIONE CIVEX. IL PARERE DEL PRESIDENTE VENDOLA  
 
Bruxelles, 3 maggio 2012 - Di seguito il del Presidente , Nichi Vendola, su "Migrazioni e sviluppo: un approccio globale", approvato a Bruxelles dalla Commissione Civex del Comitato delle Regioni . Comitato delle regioni 13a riunione della commissione Del 27 aprile 2012 Progetto Di Parere della commissione Cittadinanza, governance, affari istituzionali ed esterni Migrazione E Sviluppo – Un Approccio Globale Relatore: Nichi Vendola (It/pse) Presidente della Regione Puglia I. Raccomandazioni Politiche Il Comitato Delle Regioni Considerazioni generali - 1. Sottolinea la rilevanza dell’Approccio globale come quadro di riferimento dell’azione dell’Unione europea nella governance mondiale della migrazione e della mobilità e come strumento che offre una visione di insieme delle politiche migratorie, perseguendo l’obiettivo di rendere coerente l’azione dell’Unione europea in materia di relazioni esterne e di politiche di sviluppo con le politiche di immigrazione; 2. Considera positivamente l’iniziativa della Commissione europea di presentare una versione aggiornata dell’Approccio globale, più articolata e incentrata sui migranti e sul rispetto dei diritti umani nei Paesi di origine, di transito e di destinazione; 3. Ribadisce il diritto umano delle persone di lasciare qualsiasi Paese, compreso il proprio1, come base giuridica fondamentale di qualsiasi discorso sulla migrazione e la necessità di promuovere una migrazione per scelta a prescindere dalle ragioni che l’hanno determinata e dalle specifiche esigenze del Paese di destinazione2; 4. Sottolinea che il rispetto dei diritti umani dei migranti e la solidarietà verso i Paesi dai quali originano la gran parte dei flussi migratori debbano permeare tutte le fasi della politica migratoria dell’Unione, anche nelle relazioni con i Paesi terzi, nel pieno rispetto dei principi sanciti dall’art. 21, par. 1, del Tue; 5. Ritiene che debba essere garantita una protezione effettiva dei diritti umani nella definizione delle possibilità di ingresso dei cittadini di Paesi terzi, nelle politiche di accoglienza e di integrazione dei migranti; 6. Sottolinea che gli accordi di riammissione e di facilitazione nell’ottenimento dei visti, sia dell’Unione sia degli Stati membri, nonché tutte le azioni di contrasto dell’immigrazione irregolare debbano rispettare effettivamente i diritti umani, secondo quanto disposto, in particolare, nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea e nella Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, come costantemente affermato dalla Corte europea dei diritti umani; 7. Sottolinea che l’esigenza del contenimento dei flussi migratori non deve mai prevalere sul diritto di ciascuno di cercare protezione internazionale nell’Unione, che deve rimanere terra di rifugio per coloro che fuggono da persecuzioni o che comunque necessitano di protezione; 8. Constata che la crisi economica che sta interessando gran parte dei Paesi dell’Unione europea rischia di accentuare la tensione insita tra le politiche di controllo delle frontiere ed il rispetto dei diritti umani dei migranti; 9. Rileva che è necessario un accurato esame di tutte le cause della migrazione, inclusi i cambiamenti climatici, in modo da poter definire un quadro giuridico appropriato per coloro che fuggono dal proprio Paese d’origine a causa di calamità naturali o di condizioni climatiche, che mettono a repentaglio la loro sopravivenza o incolumità fisica3; 10. Esorta la Commissione europea a procedere alla pubblicazione del documento di lavoro su migrazione e cambiamenti climatici, come originariamente previsto nella comunicazione sulla migrazione del 4 maggio 20114; 11. Ribadisce quanto già affermato dal Comitato delle regioni e cioè che “gli enti regionali e locali sono i primi ad essere direttamente interessati da una politica d’immigrazione comune: da un lato, infatti, sono particolarmente colpiti dalle difficoltà legate all’immigrazione illegale e, dall’altro, sono responsabili di una serie di servizi fondamentali per il processo di integrazione locale. Per questa ragione essi vanno ampiamente coinvolti nella creazione di un quadro europeo in materia di immigrazione legale, nell’elaborazione di misure contro l’immigrazione illegale e nella cooperazione allo sviluppo con i Paesi di provenienza degli immigrati”5; 12. Si compiace dei notevoli progressi compiuti per rendere più trasparenti, sicuri e meno costosi i trasferimenti di denaro verso i Paesi di origine dei migranti e sostiene le iniziative promosse dalla Commissione europea di canalizzazione dei rimpatri dei fondi dei migranti verso l’investimento produttivo; 13. Approva il fatto che l’Approccio globale sottolinei il ruolo che la diaspora può svolgere sia nelle politiche di sviluppo sia nella regolazione dei flussi migratori, favorendo le misure di sostegno alla partenza e di integrazione nei Paesi di destinazione. Sul ruolo delle Regioni e degli enti locali nella realizzazione dell’approccio globale- 14. Ritiene che l’Approccio globale alla migrazione necessiti di una governance multilivello per assicurare che essa sia gestita dai soggetti più idonei a seconda delle circostanze e nel rispetto del principio di sussidiarietà, in modo da garantire il maggior benessere possibile per le persone sia nei Paesi di origine sia nei Paesi di destinazione; 15. Considera le Regioni e gli enti locali un attore chiave dell’Approccio globale: soggetto al tempo stesso promotore e attuatore di politiche sociali e occupazionali, di accoglienza, di integrazione, di gestione delle problematiche legate all’immigrazione irregolare ma anche tessitore di dialoghi intensi e di variegate forme di cooperazione con i Paesi di origine e di transito dei movimenti migratori6; 16. Constata che le Regioni e gli enti locali sono già promotori di iniziative di dialogo con le regioni e gli enti locali di Stati terzi, molti di questi Stati di origine o di transito dei flussi migratori e di progetti di cooperazione decentrata; 17. Auspica che Arlem - Assemblea regionale e locale euromediterranea, e Corleap - Conferenza degli enti regionali e locali del partenariato orientale, siano considerati quale forum ideale per sviluppare il dialogo con gli enti regionali del Mediterraneo e dell’Est Europa sulle politiche di immigrazione e di sviluppo; 18. Ritiene che occorra perseguire la maggiore coerenza possibile tra le iniziative bilaterali degli Stati membri e i dialoghi regionali e bilaterali già esistenti, considerati come strumento della politica estera dell’Unione in materia di immigrazione e che tale coerenza sia garantita anche attraverso il pieno riconoscimento delle iniziative di dialogo promosse dalle Regioni e dagli enti locali; 19. Invita le istituzioni a considerare le Regioni e gli enti locali quali soggetti esecutori dell’Approccio globale, attraverso strumenti che li vedano come soggetti destinatari dei finanziamenti dell’Unione, anche senza l’intervento delle autorità di governo centrali e compatibilmente con le differenze esistenti nei diversi Stati membri; 20. Esorta la Commissione a promuovere progetti innovativi per raggiungere l’obiettivo della facilitazione dell’incontro tra domanda e offerta di lavoro, attraverso l’intermediazione degli enti regionali e locali, date le competenze che essi esercitano in questo settore in molti Stati membri, in modo da individuare uno strumento efficace per affrontare anche il problema della carenza di competenze in certi segmenti del mercato del lavoro; 21. Auspica che le regioni e gli enti locali siano coinvolti anche nell’aggiornamento del portale sull’immigrazione, che potrebbe in questo modo essere arricchito di informazioni rilevanti per i migranti riguardanti la regione, la città e il comune di destinazione. Sul rapporto tra politiche di immigrazione e politiche di cooperazione allo sviluppo- 22. Considera di primaria importanza che sia sempre garantita la coerenza tra la politica dell’Unione su migrazione e sviluppo e la politica esterna di immigrazione e di asilo. In particolare gli interventi dell’Unione e degli Stati membri nei Paesi terzi dovrebbero sempre essere fondati prevalentemente sui principi di solidarietà e di co-sviluppo per combattere le cause profonde delle migrazioni e per vincere la povertà, prestando particolare attenzione alla mobilitazione di risorse interne in tali paesi, oltre che al sostegno al consolidamento istituzionale e al miglioramento della governance, come elementi fondamentali per favorire un cambiamento economico e sociale; 23. Esorta la Commissione a distribuire le risorse destinate ai Paesi in via di sviluppo in base ai principi, alle priorità e alle strategie della cooperazione allo sviluppo; 24. Ritiene che il principio della reciprocità non debba mai essere prevalente rispetto ai principi della cooperazione allo sviluppo, soprattutto nei Partenariati per la mobilità e nell’Agenda comune su migrazione e mobilità7; 25. Ritiene che nell’esecuzione dell’Approccio globale debba essere fornita adeguata tutela a tutte le categorie vulnerabili, in primis i minori non accompagnati, sia per orientare adeguatamente gli interventi nei Paesi terzi, sia per offrire appropriate forme di accoglienza e di integrazione sociale nei Paesi membri, anche favorendo la circolazione delle buone prassi realizzate da molti enti regionali e locali negli Stati membri; 26. Sollecita l’elaborazione di un vero e proprio approccio di genere in modo che sia valorizzato il ruolo specifico che le donne svolgono nelle migrazioni e nell’integrazione sociale di tutto il nucleo familiare nei Paesi ospitanti; 27. Rileva che la politica di immigrazione dell’Unione rischia di essere in contraddizione con le politiche di cooperazione allo sviluppo, laddove mira all’attrazione di talenti provenienti dai Paesi terzi, in ragione degli obiettivi di sviluppo demografico ed economico, secondo quanto stabilito nell’Agenda Europa 2020; 28. Dubita che l’effetto del brain drain causato dalla politica di migrazione selettiva possa essere contrastato con lo strumento della migrazione circolare, non essendo affatto chiaro quanto tale strumento sarà efficace e quale impatto potrà concretamente avere; 29. Considera anche che lo strumento della migrazione circolare possa essere antagonista rispetto all’obiettivo dell’integrazione dei migranti e che, per questo, andrebbero individuate strategie di integrazione appositamente mirate per questi lavoratori, in modo che possano effettivamente integrarsi anche se il loro periodo di soggiorno nell’Unione europea non è destinato ad essere duraturo8; 30. Ritiene che il riconoscimento dei titoli di studio e delle qualifiche, a condizioni armonizzate, sia uno strumento fondamentale per evitare lo spreco dei cervelli (brain waste), per garantire l’effettiva integrazione dei migranti e per garantire la loro reintegrazione nei Paesi di origine nel contesto della migrazione circolare; 31. Esorta la Commissione europea a sostenere le misure di accompagnamento agli Stati nel processo di semplificazione del riconoscimento dei titoli di studio e delle qualifiche e a promuovere il riconoscimento informale delle competenze, anche al fine di favorire la circolazione dei lavoratori cittadini di Paesi terzi nel mercato del lavoro europeo; 32. Auspica che la richiesta di cooperazione ai Paesi terzi nel contenimento dei flussi migratori non giunga mai a frustrare il diritto umano di ogni persona di lasciare il proprio Paese, soprattutto quando agli Stati terzi si chiede di effettuare un controllo dell’emigrazione sulla base delle leggi degli Stati di destinazione; 33. Ritiene che sia necessario investire maggiormente nei progetti di cooperazione allo sviluppo destinati al settore dell’educazione e della sanità, coinvolgendo direttamente le strutture universitarie e favorendo la mobilità dei ricercatori e di tutto il personale accademico; 34. Sostiene la richiesta di petizione presentata al Parlamento europeo per l’adozione di un programma Erasmus e Leonardo da Vinci euromediterraneo, come strumento concreto di mobilità biunivoca tra studenti di entrambe le sponde del mediterraneo; 35. Auspica che la mobilità dei giovani, soprattutto degli studenti, sia effettivamente perseguita, attraverso anche la semplificazione del rilascio dei visti, lo snellimento delle procedure burocratiche e lo stanziamento di risorse finanziarie sufficienti; 36. Ritiene che il programma Erasmus per tutti debba essere valorizzato e sostenuto, insieme alle buone prassi già esistenti di scambio tra giovani, come il programma Eurodissey promosso dalla rete Aer, Assemblea delle regioni d´Europa; 37. Considera necessario rafforzare l’analisi delle pressioni migratorie causate dagli squilibri economici, in modo da individuare strumenti di risposta efficaci, tra i quali schemi che garantiscano la mobilità anche per quelle figure scarsamente qualificate, ancora molto richieste in alcuni Stati membri e che non possono essere affrontate solo con il meccanismo della migrazione circolare; 38. Ritiene che il coinvolgimento della diaspora debba riguardare anche le misure di preparazione alla partenza, valorizzando i siti già in linea, gestiti direttamente dalle associazioni di immigrati che forniscono informazioni puntuali e in un linguaggio comprensibile dai potenziali interessati; 39. Apprezza la valorizzazione delle misure di preparazione della partenza sulle quali occorre aumentare gli investimenti, coinvolgendo le Ong che già operano nei Paesi di provenienza dei migranti e gli enti regionali e locali, ai quali spetta la responsabilità dell’accoglienza e dell’integrazione dei migranti e delle loro famiglie. Sul contrasto dell’immigrazione irregolare- 40. Apprezza l’impegno profuso dall’Unione per contrastare l’immigrazione irregolare, in particolare contro il traffico e la tratta di esseri umani nonché contro i datori di lavoro che impiegano manodopera non regolarmente soggiornante; 41. Sottolinea l’importanza di un approccio alla lotta all’immigrazione irregolare che consideri i migranti come possibili vittime dei traffici illeciti e come tale debbano essere tutelati e protetti; 42. Invita la Commissione europea a proseguire nelle iniziative di analisi e di contrasto del lavoro sommerso, che costituisce una piaga per l’economia dell’intera Unione e un incentivo all’ingresso di stranieri irregolari, potenzialmente oggetto di sfruttamento sia nel settore del lavoro sia come braccio operativo di reti criminali; 43. Rileva che notevoli sforzi finanziari sono stati investiti anche nelle misure di contrasto dell’immigrazione irregolare, tra le quali spiccano le operazioni di controllo delle frontiere che vedono soggetto promotore l’agenzia Frontex; 44. Sottolinea la necessità del rispetto dei diritti umani, e in particolare del principio di nonrefoulement, in ogni fase del controllo delle frontiere e del correlato obbligo di sottoporre ad una serrata verifica le attività di Frontex da parte delle istituzioni Ue e, in particolare, del Parlamento europeo; 45. Auspica cha analoghi controlli siano estesi anche alla cooperazione internazionale direttamente gestita da Frontex che ha la competenza per concludere accordi internazionali di natura tecnica con gli Stati terzi, il cui contenuto dovrebbe essere reso maggiormente trasparente e ne andrebbe delimitato con precisione l’ambito di applicazione; 46. Ritiene necessario effettuare accurate valutazioni del rapporto costi/benefici di tutti gli strumenti esistenti in modo da compararne l’efficacia, inclusi i costi delle procedure di rimpatrio (trattenimento e allontanamento coattivo) e l’effettiva entità delle risorse destinate dagli Stati al rimpatrio volontario rispetto a quello coatto; 47. Ritiene che occorra evitare che stranieri regolarmente soggiornanti possano diventare irregolari a causa delle eccessive rigidità della normativa nazionale e così andare a crescere le fila degli overstayers; 48. Auspica che sia seriamente valutata dalle istituzioni dell’Unione europea e dagli Stati membri la possibilità di ingresso nell’Unione europea per ricerca di lavoro, fattispecie espressamente menzionata all’art. 79, par. 5, del Tfue; 49. Ritiene che la disponibilità di canali di ingresso regolare debba essere considerato come uno dei principali strumenti di contrasto dell’immigrazione irregolare e del fenomeno degli overstayers, oltre che un modo per garantire un certo grado di solidarietà nelle relazioni con i Paesi di origine dei flussi migratori; 50. Esorta le istituzioni ad inglobare la strategia di riammissione all’interno dell’Approccio globale, in modo che essa sia permeata dai principi della cooperazione allo sviluppo e non diventi un settore disgiunto e non coerente con essa; 51. Ritiene che gli accordi di riammissione debbano essere sottoposti a periodica valutazione, in particolare con riferimento all’obbligo posto a carico del Paese di transito di riammettere non solo i propri cittadini ma anche gli stranieri che siano da esso transitati e partiti verso l’Unione, i quali rischiano di essere relegati in terre di nessuno, aggravando la situazione nei Paesi di transito ed esponendoli a seri rischi di violazione dei diritti umani. Sulla dimensione esterna dell’asilo- 52. Considera che il rafforzamento dei sistemi di asilo per le persone dei Paesi terzi non deve essere ritenuto un modo per evitare il riconoscimento del diritto alla protezione internazionale nell’Ue ma solo come effetto indiretto del miglioramento delle condizioni economiche e sociali dei Paesi terzi; 53. Apprezza che nei programmi di protezione regionale l’Unione abbia agito assieme all’Unhcr, anche se la protezione offerta dall’Unione è più ampia di quella riconosciuta dalla Convenzione di Ginevra sui rifugiati, andando a ricomprendere anche la protezione sussidiaria e la tutela nei confronti di trattamenti contrari alla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e del delle libertà fondamentali; 54. Auspica che l’azione dell’Unione non sia mai volta a impedire ai richiedenti asilo di lasciare il Paese nel quale si trovano per richiedere protezione in un Paese membro dell’Ue; 55. Ritiene necessaria, soprattutto dopo la netta censura da parte della Corte di giustizia dell’Unione europea, una revisione del regolamento c.D. Dublino Ii, in modo che sia garantita effettivamente la solidarietà tra gli Stati membri nel pieno rispetto dei diritti umani, incluso il diritto all’unità familiare; 56. Esorta la Commissione ad inserire, nell’ambito dei partenariati per la mobilità, adeguate clausole di protezione per i richiedenti asilo ed i rifugiati; 57. Invita le istituzioni a migliorare l’efficacia del sistema di ricerca e salvataggio (search and rescue) in mare, in particolare attraverso un maggiore coordinamento e la definizione di criteri comuni per l’identificazione del posto sicuro più appropriato per lo sbarco dei migranti salvati. Considerazioni conclusive- 58. Chiede alla Commissione, al Consiglio e al Parlamento europeo di tenere aperto un confronto sui quattro pilastri dell’Approccio globale, in modo che nella sua attuazione siano pienamente coinvolti tutti i soggetti potenzialmente interessati; 59. Chiede, in particolare, che gli enti regionali e locali siano pienamente considerati nell’esecuzione dell’Approccio globale, valorizzando sia i progetti di cooperazione decentrata già esistenti, sia i dialoghi già strutturati come Arlem e Corleap; 60. Chiede alla Commissione europea di proseguire nell’analisi delle cause e delle caratteristiche del fenomeno migratorio a livello globale in modo da individuare strategie efficaci per affrontare il fenomeno, improntante alla solidarietà con i Paesi terzi; 61. Deplora le politiche di criminalizzazione dei migranti e apprezza le misure per il contrasto delle rete criminali delle quali i migranti sono vittime; 62. Chiede una politica di contrasto dell’immigrazione irregolare non incentrata solo sul controllo delle frontiere e sull’intercettazione dei migranti alla partenza ma basata anche su effettive possibilità di ingresso regolare, aperte anche ai lavoratori non altamente qualificati.  
   
   
CONVEGNO FINALE DEL PROGETTO APQ MAROCCO  
 
Catanzaro, 3 maggio 2012 - L’assessore regionale all’Internazionalizzazione Luigi Fedele è intervenuto il 30 aprile al convegno finale del Progetto “Apq Marocco”, organizzato dalla Regione e dal Co.se.r. Calabria, che si è svolto al Comune di Catanzaro. “Le politiche che questo assessorato intende portare avanti, con decisione ed entusiasmo, – ha detto l’assessore Fedele – sono incentrate sulla cooperazione, sullo scambio di conoscenze tra i popoli creando delle reti di comunicazione e di condivisione che consentano alle nostre imprese ed a quelle dei Paesi che con noi hanno deciso di interfacciarsi, di crescere, non solo da un punto di vista produttivo, ma anche in un senso più ampio: sociale, culturale ed umano. Il progetto comunitario che ha preso le sue fila dall’Apq - Programmazione di Sostegno alla Cooperazione Regionale (Paesi Area Mediterraneo) – ha coinvolto diverse regioni d’Italia: Sardegna, Piemonte, Abruzzo, Campania, Lombardia, Sicilia, Toscana, Lazio e Calabria, nonché diverse regioni del Marocco: Casablanca, Tanger-tètouan, Marrakesch, Fès e Salè. In questo progetto sono confluite le conoscenze, le professionalità e le culture dei nostri artigiani e degli artigiani marocchini; si sono scambiate idee, materiali, progettualità. Ecco, questo è un esempio di cooperazione internazionale. Perché, ora più che mai, dobbiamo volgere lo sguardo ai nostri vicini, ai popoli che si affacciano, come noi, sul bacino del Mediterraneo. Dobbiamo ricercare i punti di contatto, che sono numerosi e sono racchiusi nella nostra comune cultura di appartenenza, cercando di esaltarli e farli diventare valore aggiunto, trasformandoli in occasioni di crescita economica e sociale. Ad oggi non si può pensare ad una crescita economica slegata dalle tradizioni, dagli usi e dalla cultura che sono, invece, le colonne portanti sulle quali creare una crescita sostenibile e duratura. Da questo punto di vista - ha concluso l’Assessore Fedele - credo che gli artigiani, le piccole imprese, rappresentano in pieno gli attori principali di questo cambiamento”  
   
   
FVG: DA "SISTEMA REGIONE" MAGGIOR PESO A PROGETTI ESTERI  
 
Udine, 3 maggio 2012 - Presentarsi in modo congiunto sia a livello politico che imprenditoriale, condividendo una strategia unitaria in grado di dare più peso ai singoli progetti da avviare al difuori dei confini nazionali. È stato questo il fulcro del "tavolo internazionale" svoltosi ieri a Udine su convocazione dell´assessore alle relazioni internazionali, Elio De Anna. Insieme a lui i rappresentanti di Autovie Venete, Finest, Friulia, Informest, Ince, Insiel ognuno dei quali ha illustrato i propri progetti, ma soprattutto condiviso il programma unitario che veda l´amministrazione regionale in prima linea con al seguito le proprie partecipate e le aziende per progetti di ampio respiro. Sono diversi i Paesi in cui la Regione è impegnata in questi anni con vari progetti nell´ambito delle relazioni internazionali. Solo per fare alcuni esempi, in Serbia, Vojvodina, Albania, Russia e Armenia sono state avviate collaborazioni e firmati protocolli d´intesa che vedono in prima linea l´amministrazione regionale e le sue partecipate. Non va dimenticato infatti che il Friuli Venezia Giulia aveva ottenuto una delega a rappresentare lo Stato in alcuni settori di politica internazionale nell´area dei Balcani grazie all´accordo siglato con l´allora ministro Franco Frattini. Tutti i soggetti invitati hanno illustrato le proprie iniziative avviate nei paesi stranieri, in modo tale da trovare eventuali punti di contatto e soprattutto presentarsi in futuro come "sistema regione". All´unanimità è stata condivisa la politica promossa dall´assessorato, non solo per la definizione delle priorità da inserire nell´agenda 2014-2020 ma anche per possibili iniziative da avviare in tempi assai ristretti. Come ha ricordato l´assessore De Anna, questo tavolo andrà necessariamente allargato alle associazioni di categoria che rappresentano il mondo imprenditoriale del Friuli Venezia Giulia nonché al mondo bancario; più è compatto il sistema, più si fa massa critica e quindi più semplice diventa l´interlocuzione con i partner stranieri. "Questo modo di operare - ha affermato De Anna - può anche rappresentare una risposta immediata alle nostre imprese in un momento di crisi, partecipando in modo concreto a progetti in ambito internazionale. A ottobre ci troveremo in Cina a Shanghai con un progetto avviato dalle nostre associazione dei corregionali all´estero. Ma sfrutteremo questa occasione per presentarci unitariamente come ´sistema regione´ per valutare insieme alle partecipate le opportunità di investimento nel Far East". "Ci sono poi altri importanti appuntamenti che ci vedranno in prima linea - ha continuato l´assessore -: a partire da quello in programma il 5 giugno quando a Trieste si daranno appuntamento i rappresentanti della Commissione Europea per un confronto su temi riguardanti le politiche marittime e i trasporti in sicurezza nella macroarea Adriatico-jonica. Inoltre abbiamo dato avvio di recente al Gect, il gruppo europeo di contatto territoriale, con il quale abbiamo definito cinque linee di intervento ossia ambiente, viabilità e trasporti, protezione civile agricoltura e turismo".  
   
   
FIRMATO PATTO TRA REGIONE E PARTI SOCIALI PER SVILUPPO VENETO. GOVERNATORE ZAIA: “OLTRE 1,2 MLD EURO A FAVORE LAVORATORI, GIOVANI, IMPRESE. UN VENETO CHE FA SQUADRA DI FRONTE A UNA SFIDA EPOCALE”  
 
 Venezia, 3 maggio 2012 - “E’ la prima grande occasione per dire che in Veneto, per la prima volta, tutti si stringono attorno a un Patto il che significa aver individuato i problemi, le risorse e le soluzioni. Potrebbe essere un bel modello da replicare a livello nazionale. In Veneto pressoché tutti gli interlocutori del territorio hanno firmato con la volontà di essere al fianco della Regione: purtroppo non accade così a livello nazionale”. Così, tra l’altro, il Presidente del Veneto Luca Zaia, ha commentato la sottoscrizione del “Patto per il Veneto”, considerazioni e proposte per il Veneto Venti Venti, avvenuto ieri a Palazzo Balbi, sede del Governo veneto, tra lo stesso Zaia e i rappresentanti delle Parti sociali, dall’Anci, all’U.r.p.v.,dagli industriali alle associazioni agricoli, del commercio, degli artigiani, e del sindacato Cisl. “Questo patto – ha proseguito - permette di movimentare oltre 1,2 miliardi di euro per dare risposte ai 150 mila disoccupati, a quel giovane su 4 che è senza lavoro, oppure a tutti coloro che hanno comunque difficoltà nel mondo del lavoro, alle imprese, a chi magari è pronto a togliersi la vita perché la sua azienda va male. Il tavolo tra Regione Veneto e parti sociali ha avuto il coraggio di riorganizzare tutte le linee di investimento quindi più sinergia meno sprechi più economia di scala, e la volontà di dire che se tutti individuiamo l’emergenza nell’occupazione giovanile tutti si decide di investire su questa grande sfida, accolta e sottoscritta con questa firma”. Zaia ha ricordato che questo atto è il terzo grande provvedimento dell’Amministrazione regionale per lo sviluppo del Veneto: “dopo l’insediamento della Giunta – ha detto - abbiamo subito parlato della necessità dell’accesso al credito e abbiamo messo in piedi il fondo di 1,9 miliardi di euro che dopo gli opportuni aggiustamenti di spread, di procedure e anche dopo l’intesa con Confidi, oggi è operativo; sono già arrivate decine di richieste alla finanziaria regionale. C’è stata poi la proroga dei fondi di rotazione, nuovo carburante per l’occupazione, per le imprese, per la crescita. E ora c’è la firma del Patto”. Dall’inizio della crisi in Veneto, ha detto ancora, sono stati persi almeno 80 mila posti di lavoro, 150 mila persone cercano lavoro, mentre incalza la disoccupazione giovanile con un under 30 su quattro disoccupati e due precari. Di fronte a tutto ciò “il Veneto ha fatto squadra – ha sottolineato Zaia - togliendosi le casacche, mettendosi attorno a un tavolo che è arrivato a un documento operativo che, tuttavia, è un punto di partenza non di arrivo”. Secondo il Governatore, il ‘Patto per il Veneto’ è innovativo e operativo perché esplica il problema, traccia la soluzione e stabilisce un crono-programma con la tempistica e le risorse nei settori del credito e della finanza, dell’internazionalizzazione, del turismo sostenibile, delle reti e aggregazioni d’impresa, della ricerca e dell’innovazione, della valorizzazione delle eccellenze, del lavoro, in particolare di quello giovanile, dell’apprendistato, dell’imprenditoria giovanile e femminile, delle infrastrutture intermodalità e del trasporto pubblico locale: “tutte misure - ha ricordato il Governatore – che andranno a esaurimento entro il 2012”. Infine un dato complessivo: in un anno e mezzo la Giunta regionale ha messo a disposizione delle imprese e dell’occupazione oltre 3 miliardi di euro, tra risorse fresche e leve finanziarie. A chi non ha firmato il patto, Zaia ha fatto presente che “la porta è sempre aperta come la nostra disponibilità a fare questo percorso assieme; si fa per fasi: questa è stata la prima, la seconda è pronta per essere scritta”.  
   
   
LA REGIONE PIEMONTE ACCELERA SUL FEDERALISMO FISCALE IN CHIAVE ANTI-CRISI  
 
Torino, 3 maggio 2012 - “Un’accelerazione concreta nella direzione del federalismo fiscale, e quindi verso una maggiore equità, autonomia e trasparenza”: il presidente Roberto Cota ha commentato così l’approvazione, avvenuta il 30 aprile in Consiglio regionale, di due emendamenti della Giunta alla Finanziaria che porteranno alla creazione di un ente di riscossione locale ed al riversamento diretto presso la tesoreria regionale dei proventi derivanti dal controllo fiscale su Irap e Irpef. “Questi due emendamenti - ha sottolineato Cota - porteranno la Regione ad un ruolo di primo piano per quanto riguarda la riscossione dei tributi locali, facendola diventare un punto di riferimento degli enti locali in tema di fisco; altrettanto importante sarà la possibilità di mantenere sul territorio i frutti dell’impegno nella lotta all’evasione”. Il presidente ha poi rilevato che “il fatto che uno degli emendamenti sia il frutto di un rielaborazione della Giunta di una proposta trasversale di forze di maggioranza ed opposizione dimostra che il dibattito e l’impegno sulle cose concrete porta a risultati importanti”.  
   
   
STOP ALLE AUTO BLU, ROSSI: “OGNI RISPARMIO PER DIFENDERE SANITÀ E SCUOLA DEI TOSCANI”  
 
Firenze, 2 maggio 2012 – “Mi sono stufato dell’auto blu. E ho dato disposizione per venderla, è una Mercedes 2000 acquistata nel 2008 che ha già percorso più di 200mila Km, al suo posto ho comprato una Punto 1400. Da domani sarà questa la mia auto”. Così il presidente della Regione, Enrico Rossi, ha presentato ieri le nuove iniziative volte a contenere le spese e recuperare risorse per il welfare. “ Ho già dato disposizioni di tagliare il parco macchine del 20 per cento e invitato tutti i direttori generali, delle Asl e di tutte le agenzie, enti e fondazioni – ha aggiunto Rossi - a ridurre l’utilizzo di mezzi a benzina o diesel, utilizzando, quando possibile, mezzi alternativi e privilegiando il trasporto pubblico: tutto questo per risparmiare tra gli 8 e i 10 milioni. Ho dato anche disposizione che tutte le nuove auto che verranno acquistate dovranno essere alimentate a metano o ibride (elettriche e benzina – elettriche e metano) e con cilindrata non superiore a 1400 cc, mentre la direttiva del Governo è per auto di 1600 cc.. Ho preso questa decisione perché voglio una Regione popolare, voglio istituzioni che il popolo possa sentire come sue. ” La nuova auto sarà meno inquinante (ogni anno emetterà 1,7 kg di particolato -pm10- in meno e 35 kg di ossidi di azoto -Nox- in meno) e con consumi ridotti di due terzi. Nel 2011 l’auto in uso al presidente è costata intorno ai 6300 euro solo per il carburante, per una percorrenza di circa 46000 km. A pari percorrenza con una Punto a metano 1.4 cc la spesa prevista per il carburante è di circa 2900 euro. La percentuale di risparmio si attesta intorno al 52%, che calcolando anche i costi di bollo, assicurazione e manutenzione può salire fino al 60-70 per cento. Un risparmio che si può applicare a tutte le auto impiegate dalla giunta, che nel 2011 hanno percorso 683.000 km, per una spesa complessiva di carburante di circa 77mila euro. “Venduta la Mercedes da domani viaggio con la Punto a metano. E’ l’auto più popolare” “Ho deciso – ha sottolineato Rossi – di dare il buon esempio, iniziando per primo. Grazie al ricavato della vendita della vecchia Mercedes, di una Volvo e di una utilitaria, ho acquistato una Punto 1400 che da domani sarà la mia auto. Con la necessaria gradualità, faremo lo stesso con l’intera giunta e il parco macchine della Regione. Non posso fare a meno di un auto, visto che devo continuamente spostarmi da una città ad un’altra e buona parte del mio lavoro – con le carte ed il telefono – si svolge in auto durante gli spostamenti. La Punto è l’auto più venduta, la più popolare e prodotta interamente in Italia. Se l’intera pubblica amministrazione, nazionale, regionale e locale, facesse altrettanto la questione delle auto blu sarebbe risolta una volta per tutte e daremmo un contributo anche alla nostra industria nazionale.” In Toscana, da tempo, sia il presidente, sia gli assessori e consiglieri, viaggiano in treno in seconda classe e in aereo in economy. Rossi è il presidente meno pagato d’Italia, così assessori e consiglieri. Sono state cancellate 14 Apt e altre 10 aziende regionali, eliminato il vitalizio e ridotto (dal 2015) il numero dei consiglieri da 55 a 40, degli assessori da 10 a 8, eliminato l’indennità a tutti i membri dei Cda, sostituita con un gettone di presenza di 30 euro a seduta. Una spilla con il logo della Regione: “Risparmio il 10% per salvare scuola e sanità per tutti” “Risparmio il 10% per salvare scuola e sanità per tutti”. E’ questa la nuova iniziativa lanciata dal presidente Enrico Rossi, come ulteriore contributo allo spending review. L’idea, che sarà simbolizzata da una spilla con il logo della Regione e il motto: “Risparmio il 10% per salvare la scuola e la sanità per tutti”, si traduce in un appello a tutti i lavoratori della Regione a cercare ogni possibile ed ulteriore fonte di risparmio perchè “in una situazione drammatica come quella che stiamo vivendo c’è bisogno del contributo di tutti”. Per questo vanno coinvolti i “lavoratori che sanno dove si spendono i soldi” e dunque sanno come si fa a risparmiare. “I livelli di spesa – spiega infatti Rossi – pur rimanendo il bilancio nella responsabilità del Presidente e della Giunta, non sono legati solo alle decisioni della Giunta regionale, che continuerà a fare la sua parte con grande attenzione e rigore, ma come dice un noto proverbio, “il diavolo si nasconde nei dettagli”. Dettagli che nessuno conosce meglio dei dirigenti, dei funzionari, degli impiegati. Tutti saranno chiamati, con la loro capacità e la loro passione, ad uno sforzo in più che servirà per mantenere i servizi – la scuola, la sanità, l’assistenza- ai cittadini”. Rossi ha inoltre ricordato la decisione già adottata dalla Regione di affidare al Sant’anna di Pisa uno studio di Spending Rewiew sui livelli di spesa della Toscana, dal quale – ha detto – “ci aspettiamo indicazioni importanti.Ma – ha aggiunto- io sono convinto che quando è in gioco la salvezza del Paese questa può essere raggiunta con uno sforzo di tenuta del Paese, in tutte le sue componenti, senza contrapporre lavoratori dipendenti e artigiani o pubblici dipendenti, gli uni contro gli altri. Io penso – ha concluso – che sia necessario essere proattivi, senza rinunciare a dire a Monti e al Governo quello che pensiamo. Vedremo come articolare questa iniziativa sul risparmio ulteriore del 10%, ma una cosa è certa, sarà fatta coinvolgendo tutti, con l’obiettivo di salvare i servizi ai cittadini, sapendo che ci attendono tempi durissimi.”  
   
   
DATAMONITOR, FORMIGONI: SUBISCO CAMPAGNA FEROCE  
 
Milano, 3 maggio 2012 - "Mi complimento con i colleghi che occupano le posizioni davanti a me. Faccio notare che nelle prime posizioni della classifica figurano due colleghi, della cui innocenza sono certo, che sono da tempo al centro di indagini della magistratura e che hanno anche ricevuto regolari avvisi di garanzia. Nei loro confronti, e ne gioisco, non si è scatenata nessuna campagna scandalistica". E´ quanto afferma il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, commentando i risultati della ricerca di Datamonitor sul consenso dei presidenti delle Regioni. "Contro di me invece - prosegue Formigoni - che, come noto, non ho indagini a carico e non ho ricevuto avvisi di garanzia, è in corso da tempo una feroce campagna politica e giornalistico-mediatica fondata sul nulla e sulle falsità, ma che tende a descrivermi come responsabile di numerosi fatti". "Come è naturale - aggiunge il presidente - questa campagna, iniziata da più di un anno con le false accuse di appartenenza alla fantomatica P3 e proseguita con un crescendo di ferocia lungo tutti questi mesi, colpisce una quota meno attenta di cittadini, che sono portati a credere alle falsità di vari organi di stampa e televisivi. E quindi il calo dei consensi è evidentemente frutto di tutto ciò. Ma, nonostante tutt,o noto che quasi il 52 per cento dei miei concittadini, pur nel mezzo di questa bufera di falsità, voterebbe ancora per me". "E´ evidente - conclude Formigoni - che continuerò a lavorare per il bene dei miei concittadini e non la darò vinta ai nemici della democrazia".  
   
   
REFERENDUM: CAPPELLACCI, FINALMENTE LA PAROLA AI CITTADINI SARDI  
 
Cagliari, 3 Maggio 2012 - "Finalmente la parola passa ai cittadini sardi e il confronto ritorna sul piano della dialettica democratica e non dei cavilli". Così il presidente Cappellacci commenta il rigetto del ricorso presentato dall’Unione delle Province Sarde. "E´ stato scongiurato - ha aggiunto il presidente - quello che sarebbe stato un vero e proprio sgambetto alla democrazia e un tentativo estremo di eludere la volontà popolare. Ora le decisioni da prendere sui quesiti referendari potranno essere determinate dai cittadini con il proprio voto. Ciascuno di noi ha il dovere di adoperarsi affinché possa essere raggiunto il quorum e la Sardegna possa disegnare il proprio futuro con scelte proprie, assunte in via autonoma e responsabile. Auspico che la politica, oggi più che mai bisognosa di una nuova legittimazione morale, sia protagonista di questo processo di cambiamento - ha aggiunto il presidente della Regione - e non resti a guardare dalle finestre del cosiddetto palazzo. Rinnovo l´appello alla partecipazione al voto, che rivolgo in particolare a quei giovani che per la prima volta potranno esprimere la propria volontà. Spesso si invoca il cambiamento, il rinnovamento. Se realmente si desidera avviare un processo di questo tipo, allora bisogna concorrere a determinarlo con la nostra condotta individuale e collettiva. Con i referendum - ha concluso il presidente - il cambiamento non dipende da fattori o soggetti esterni alla nostra isola, ma parte da noi, da ciascuno di noi".  
   
   
ELEZIONI IN EMILIA ROMAGNA, IL 6 E 7 MAGGIO: 85 CANDIDATI A SINDACO PER 18 POSTI  
 
Bologna, 3 maggio 2012 – Diciotto poltrone di primo cittadino per 85 candidati. In corsa per un posto in consiglio comunale sono 1858 candidati (per 231 posti) raggruppati in 109 liste. Sono questi in Emilia-romagna, in sintesi, i numeri relativi ai candidati per la tornata amministrativa del 6 e 7 maggio prossimi, per eleggere il primo cittadino, in 18 Comuni emiliano-romagnoli (di cui i capoluoghi di provincia Parma e Piacenza). Tutte le liste, per ogni Comune al voto, e alcune elaborazioni statistiche (su età e sesso) si possono trovare sul sito http://www.Regione.emilia-romagna.it/elezioni realizzato  – in collaborazione tra Assemblea Legislativa e Giunta regionale – in occasione del voto amministrativo che proporrà news, aggiornamenti e i risultati del voto. Tra le municipalità 4 Comuni - Parma, Piacenza, Comacchio (Fe) e Budrio (Bo) - hanno una popolazione superiore ai 15 mila abitanti (potrebbero accedere al turno di ballottaggio) e 14 popolazione inferiore ai 15 mila abitanti. Candidati a sindaco. Degli 85 candidati per conquistare uno dei 18 scranni in palio 8 su 10 sono uomini (esattamente 71 uomini e 14 donne, rispettivamente 83,5% e 16, 5%) e la loro età media è di 45,2 anni (46,4 per le donne e 51,4 per gli uomini). Il candidato sindaco più giovane, classe 1993, è il diciottenne Matteo Squadrani, candidato a Coriano per la lista ‘Sinistra critica, ecologista, comunista, femminista’ mentre il candidato sindaco più anziano, classe 1939, ha 73 anni ed è Cesarino Soldati, candidato a Longiano (Fc) per La Destra. Candidati consiglieri. Più rosa e più giovane è la composizione degli aspiranti consiglieri. Infatti dei 1858 candidati, 591 sono donne (31,8%) e 1267 sono uomini (68,2%): l’età media è di 45 anni (45,9 per i maschi e 42,90 per le femmine). I 231 posti da consigliere sono così ripartiti: 2 Comuni (Parma e Piacenza) 32 consiglieri, 4 Comuni da 16 consiglieri, 7 Comuni da 10 consiglieri, 3 da 7 consiglieri e 2 da 6 consiglieri. Il candidato alla carica di consigliere più giovane è Alessandra Zecchini, della lista ‘Insieme in Comune’ di Castrocaro Terme che compirà 18 anni proprio il 6 maggio. In totale nei 18 Comuni al voto, sono candidati altri 6 diciottenni e 11 diciannovenni mentre sono candidati 9 ultra-ottantenni. Il più anziano ha 91 anni ed è una donna, Bruna Pasquale, candidata a Parma per la lista ‘Consumatori-pensionati’.  
   
   
FVG, ELEZIONI AMMINISTRATIVE: AL VOTO IL 6 E 7 MAGGIO IN 26 COMUNI  
 
Udine, 3 maggio 2012 - Domenica 6 e lunedì 7 maggio si svolgeranno le elezioni comunali in ventisei Comuni del Friuli Venezia Giulia. Complessivamente verranno eletti 26 sindaci e 408 consiglieri comunali. Le sezioni elettorali interessate sono 185. Gli elettori chiamati alle urne sono 149.899, di cui 72.369 maschi e 77.530 femmine. Oltre il dieci per cento, per la precisione 17.150 cittadini, appartiene all´Aire, Anagrafe degli italiani iscritti all´estero. In provincia di Udine sono 48.746 gli elettori chiamati al rinnovo di 13 amministrazioni comunali (Arta Terme, Bordano, Buja, Cervignano del Friuli, Lignano Sabbiadoro, Manzano, Montenars, Pocenia, Preone, Savogna, Sutrio, Tarvisio, Tricesimo); nel pordenonese sono interessati dal voto 48.454 elettori in 8 Comuni (Aviano, Azzano Decimo, Casarsa della Delizia, Cimolais, Clauzetto, Maniago, Prata di Pordenone, Vito D´asio); nell´Isontino, oltre che nel capoluogo, si voterà in altri 3 Comuni (Cormons, Sagrado e San Canzian d´Isonzo) per un totale di 45.034 elettori coinvolti, mentre in provincia di Trieste solo Duino Aurisina è chiamato alle urne (7.665 elettori). L´unico Comune al voto con popolazione superiore a 15.000 abitanti è Gorizia, in cui l´eventuale turno di ballottaggio è previsto per domenica 20 e lunedì 21 maggio, nel caso in cui nessuno dei candidati sindaci ottenga la maggioranza assoluta dei voti validi. Negli altri Comuni sarà eletto al primo turno il candidato sindaco che ottiene il maggior numero di voti validi. La votazione, come di consueto, si svolge dalle ore 8.00 alle 22.00 di domenica 6 maggio e dalle ore 7.00 alle 15.00 di lunedì 7 maggio. Lo scrutinio avverrà a partire dalle ore 15.00 di lunedì 7 maggio. In caso di ballottaggio gli orari di votazione rimangono gli stessi di quelli del primo turno e anche lo scrutinio inizierà dopo la chiusura delle votazioni del lunedì, a partire dalle ore 15.00.Il colore della scheda di votazione è arancione. Le operazioni di attribuzione seggi e proclamazione degli eletti, e pertanto l´ufficializzazione dei risultati dello scrutinio, potranno avere luogo già a partire da lunedì sera, a conclusione delle operazioni di scrutinio, ovvero nelle giornate successive di martedì 8 e mercoledì 9 maggio. L´affluenza degli elettori e i risultati ufficiosi dello scrutinio saranno visibili, mano a mano che provengono dalle sezioni elettorali, sul sito della Regione all´indirizzo: http://amministrative2012.Regione.fvg.it/index.html . La regolare costituzione di tutti i seggi elettorali verrà comunicata entro le ore 17.00 di sabato 5 maggio. Alle ore 12.00, 19.00 e 22.00 di domenica 6 maggio saranno invece disponibili i dati sulle percentuali parziali dei votanti; alle ore 15.00 di lunedì 7 maggio verrà rilevata l´affluenza totale e, in corrispondenza con l´inizio delle operazioni di scrutinio, verranno acquisiti i primi risultati elettorali.  
   
   
ILLUSTRATO LO STATO DI ATTUAZIONE DEL POR CALABRIA FESR 2007/2013  
 
Catanzaro, 3 maggio 2012 - L’assessore regionale al Bilancio e programmazione nazionale e comunitaria Giacomo Mancini ha tenuto una conferenza stampa il 30 aprile per illustrare lo stato di attuazione del Por Calabria Fesr 2007/2013. Al 30 giugno 2010, il Por Calabria Fesr ha registrato il seguente avanzamento finanziario: impegni giuridicamente vincolanti per € 919.976.285,52; pagamenti ammessi per € 198.487.622,01; spese certificate alla Commissione Europea per € 180.075.946,61. Alla stessa data, le nuove procedure di selezione avviate erano circa 30 per un totale di 247 M€. Al 15 aprile 2012, il Por Calabria Fesr ha registrato il seguente avanzamento finanziario: impegni giuridicamente vincolanti per € 1.293.356.202,61; pagamenti ammessi per € 536.681.371,93; spese certificate alla Commissione europea per € 462.754.584,89. Alla stessa data, le nuove procedure di selezione avviate da luglio 2010 sono circa 100 per un totale di 1.425 M € L’avanzamento finanziario al 15 aprile 2012, rispetto alla situazione registrata alla data del 30 giugno 2010, evidenzia i seguenti incrementi: gli impegni giuridicamente vincolanti sono passati da 919,9 M€ a 1.293,4 M€ (+41%); i pagamenti ammessi sono passati da 198,5 M€ a 536,7 M€ (+171%); le spese certificate sono passate da 180 M€ a 462,7 M€ (+157%). L’avanzamento procedurale al 15 aprile del 2012, registra un dato del (+476%), passando da 247.451.407,12 € prima di giugno del 2010 a 1.425.307.104,87 € avviate dopo giugno del 2010. “All’amministrazione guidata dal Presidente Scopelliti va riconosciuto il merito – ha affermato L’assessore Mancini - di aver utilizzato al meglio ed in modo corretto le risorse, di aver messo in ordine i conti e di aver avviato un’opera di risanamento rispetto alle procedure. In 40 anni di regionalismo siamo stati i primi a far approvare il bilancio, sia per 2010 che per 2011, nei tempi previsti dalla legge, passando da un bilancio orale al rispetto chiaro e trasparente della normativa. Quanto alla spesa comunitaria abbiamo compiuto enormi passi in avanti. Lo confermano i numeri ufficiali che danno la misura di quanto realizzato fin ora e che sono liberamente consultabili sul sito del ministero del Tesoro. Prima del nostro insediamento – ha proseguito Mancini - la Calabria aveva a disposizione una Ferrari ma era guidata da amministratori che non avevano nemmeno la patente. Con grande impegno siamo riusciti in tempi brevi a rimettere in piedi il sistema, offrendo ai cittadini risposte concrete. Siamo orgogliosi del lavoro svolto anche perché stiamo operando in un momento di grave difficoltà in cui le risorse, sia ordinarie che comunitarie, devono essere spese al meglio per garantire lo sviluppo del territorio. Abbiamo deciso di investire in grandi progetti che hanno importanti ricadute sul territorio mentre la passata amministrazione non era stata nemmeno in grado di porre le basi per l’azione programmatoria. Le cifre, del resto, parlano da sole, sono certificate ed ufficiali - ha concluso l’Assessore Mancini - e con quelle noi rispondiamo a quelle polemiche che appaiono strumentali”.  
   
   
BCE SU PROVINCE, TOSCANA: NECESSARIA RIFORMA ISTITUZIONALE ORGANICA  
 
Firenze, 3 maggio 2012 – “L’italia è un paese sovrano, non un vigilato speciale. La Bce si preoccupi di sostenere gli amministratori che vogliono una rapida revisione del patto di stabilità, che è questione europea, e lasci stare i consigli sulle riforme istituzionali nei singoli paesi. Non ci risulta infatti che stia chiedendo l’accorpamento degli oltre 35.000 comuni francesi”. Questo il commento dell’assessore ai rapporti istituzionali Riccardo Nencini in relazione al monito della Bce, del 30 aprile, sul taglio delle province. “La Regione Toscana – aggiunge Nencini – sta già lavorando in questa direzione e ha già posto la questione, assieme ad Anci Toscana ed al suo presidente Alessandro Cosimi, in Conferenza delle regioni. Per quanto riguarda le province, è sbagliato sostenere oggi l’accorpamento, domani la cancellazione, e dopodomani l’elezione diretta dei presidenti. È necessaria una riforma istituzionale organica, che ridisegni i poteri e le funzioni delle istituzioni in Italia. In quel quadro si possono anche superare le province”.  
   
   
IL MINISTRO PROFUMO ED IL PRESIDENTE DELLA REGIONE SCOPELLITI HANNO PARTECIPATO ALL’INCONTRO SUL TEMA “SMART CITY AND SMART COMMUNITIES”  
 
Catanzaro, 3 maggio 2012 - Il Ministro dell´Istruzione, dell´Università e della Ricerca Francesco Profumo ed il Presidente della Regione Giuseppe Scopelliti hanno illustrato il 27 aprile a Reggio Calabria, nella sala Levato a Palazzo Campanella, i bandi pubblicati dal Miur in materia di politiche di ricerca ed innovazione “Smart City and Smart Communities”. All’incontro, in cui sono state specificate le potenzialità dell’iniziativa volta a finanziare idee progettuali di innovazione sociale, hanno preso parte anche il Presidente del Consiglio regionale Francesco Talarico, il Sindaco di Reggio Demetrio Arena, il consigliere del Ministro Mario Calderini, il Rettore dell’Università di Catanzaro Aldo Quattrone, il Presidente di Unioncamere Calabria Lucio Dattola, il Presidente del polo di innovazione ”Energia rinnovabile e Ambiente” Mario Spanò, il Sindaco di Cosenza Mario Occhiuto per l’Anci Calabria ed il Vicepresidente di Confindustria Calabria Francesco Cava. “Questo bando offre una seria prospettiva di crescita ai nostri territori – ha affermato il Presidente Scopelliti - e può garantire ad un Sud che ha un grave ritardo, la possibilità di ridurre le distanze rispetto al resto del Paese. La Regione rivolge un invito a chi dovrà valutare per conto del Ministero i progetti perché vengano affidati a quei soggetti realmente in grado di creare ricadute per il territorio. I comuni hanno un ruolo importante perché devono saper stimolare ed utilizzare adeguatamente quelli che sono gli strumenti messi a disposizione dal bando. Cambiano le città, cambiano le stesse esigenze dei cittadini e al cospetto di questi mutamenti si misura la capacità degli amministratori di interpretare le istanze e di saper offrire risposte adeguate. Ricerca ed innovazione sono, infatti, la chiave di lettura per un nuovo modo di governare il territorio”.  
   
   
IL NUCLEO REGIONALE DI VALUTAZIONE DELLA CALABRIA HA COMPLETATO LA PRIMA ANALISI DEI PROGETTI PISL  
 
Catanzaro, 3 maggio 2012 - Significativo passo in avanti nella attuazione dei Pisl (Progetti Integrati di Sviluppo Locale). Il Nucleo regionale presso il Dipartimento Programmazione ha infatti completato in tempi rapidissimi l’analisi dei progetti presentati dai Partenariati di Progetto, 96 in totale distribuiti su tutto il territorio regionale, stilando dei Rapporti di valutazione che rappresentano il primo step nel percorso di ammissibilità e di successivo finanziamento. I Rapporti sono stati immediatamente trasmessi ai Soggetti capofila dei Partenariati di Progetto affinché forniscano i chiarimenti richiesti dal Nucleo, cosa che dovrà avvenire entro trenta giorni. In totale sono stati trasmessi ai Soggetti capofila, per i territori delle cinque province calabresi, 6 progetti riguardanti la Mobilità, 26 progetti relativi al borghi storici, 25 progetti afferenti la Qualità della vita, 24 progetti collegati ai Sistemi Turistici e 15 progetti che interessano i Sistemi produttivi. “Si è trattato -sottolineano l’Assessore alla Programmazione Nazionale e Comunitaria Giacomo Mancini ed i dirigenti del Dipartimento- di un importante sforzo tecnico-amministrativo che ha consentito l’invio di tutti i Rapporti di valutazione agli interessati nei tempi previsti e nella stessa giornata al fine di dare a tutti i soggetti le stesse opportunità. E’ una tappa importante -aggiunge l’assessore Mancini- nel percorso di realizzazione dei Progetti Integrati che dovrà portare la Giunta regionale ad approvare le graduatorie entro il prossimo mese di luglio per mettere a disposizione dei territori che avranno messo in campo la maggiore intraprendenza e la più apprezzabile progettualità risorse per circa 400 milioni di euro dando così risposte concrete ai calabresi e restituendo a tante aree della nostra regione la capacità di svilupparsi e di esaltare le proprie vocazioni specifiche”. Come detto, i Partenariati cui sono stati trasmessi i Rapporti di valutazione hanno ora trenta giorni per fornire i chiarimenti richiesti. La Regione provvederà subito dopo alla Valutazione definitiva ed, all’esito della stessa, alla approvazione dei progetti ed alla assegnazione delle risorse.  
   
   
ENAIP-ACLI: NON CI SONO CREDITI NEI CONFRONTI DELLA REGIONE PUGLIA  
 
Bari, 3 maggio 2012 - “L’enaip” – ente di formazione che fa capo alle Acli Puglia - “non ha nessun credito né certo, né liquido, né esigibile nei confronti della Regione Puglia”. Lo ha detto l’assessore alla Formazione, Alba Sasso, il 30 aprile al termine di un incontro con i lavoratori dell’ente, dopo che uno di essi aveva posto in essere una clamorosa forma di protesta presso la sede Enaip di via De Bellis a Bari. “Abbiamo fatto i nostri controlli – prosegue l’assessore – e non risultano crediti. Eppure l’Enaip ha fatto firmare ai lavoratori un documento con il quale i presunti crediti venivano ceduti a loro direttamente. C’è qualcuno che sta ingannando i lavoratori”. Secondo la Sasso “a questo punto è stato avviato il procedimento di sospensione dell’accreditamento dell’ente e – come ha detto il presidente Vendola – sarà consegnata la documentazione alle autorità competenti”. Infatti “lo scorso dicembre è stata effettuata un’ulteriore liquidazione di 900mila euro nei confronti dei lavoratori. Ad oggi non risultano versati, per i più vari motivi, ai lavoratori”. Ma la storia dei debiti Enaip è lunga: “Abbiamo fatto una legge nel 2010 per rateizzare 7 milioni; nello scorso luglio, dopo ore di discussione, si è arrivati ad un accordo secondo il quale la Regione avrebbe liquidato il possibile per le competenze per i lavoratori, mentre Enaip avrebbe varato un piano di risanamento industriale. Con la Task force per l’occupazione nei mesi scorsi abbiamo avviato una ricognizione per trasferire i lavoratori dei Centri per l’Impiego ad altri enti, impegnandoci a versare agli enti un contributo per il personale amministrativo. E con i sindacati stiamo lavorando per riconvertire le professionalità e studiando gli esodi incentivati”. E secondo la Sasso “come Regione siamo gli unici che ci stiamo occupando dei lavoratori. Altri stanno pensando solo ai loro interessi”.  
   
   
SAPER FARE INSIEME CONTRO CRISI NUOVO ACCORDO PER IL LAVORO E LO SVILUPPO SIGLATO DAL SISTEMA TERRITORIALE DELLA PROVINCIA DI PARMA. CINQUE AZIONI PER UN NUOVO PATTO, DEL VALORE COMPLESSIVO DI 1MILIONE E 680MILA EURO  
 
 Parma, 3 maggio 2012 – “Quando suona la campana tutti si corre a spegnere il fuoco, non importa di chi sia il fienile che sta bruciando”. L’immagine del presidente della Camera di Commercio di Parma Andrea Zanlari rende bene il senso dell’accordo siglato il 26 aprile a Parma in Provincia. Un patto che si rinnova con il quale istituzioni, enti, sindacati e categorie economiche intendono anche per il 2012 sostenere le persone in difficoltà e il lavoro. “Con la rete di solidarietà che abbiamo gettato insieme, continuiamo la nostra battaglia al fianco del territorio per ridurre gli effetti della crisi e rilanciare lo sviluppo con una iniziativa che si è dimostrata essere una vera e propria boccata di ossigeno per la nostra economia“ ha sottolineato in apertura dell’incontro di sottoscrizione il vice presidente della Provincia Pier luigi Ferrari. “Il 2012 è un anno di forte preoccupazione, una fase delicatissima che ci consegna la necessità di non interrompere la nostra azione, un impegno per il lavoro e lo sviluppo che con questo quarto accordo confermiamo – ha detto Manuela Amoretti illustrando obiettivi e modalità di attuazione delle misure contenute nell’accordo. Secondo l’assessore provinciale alla Formazione professionale e Lavoro della Provincia di Parma - l’ente che coordina e attua l’accordo - l’azione è duplice: stare vicino a chi è in difficoltà anticipando le risorse della cassa integrazione, in modo che non ci sia per quei lavoratori interruzione del reddito, e dando una mano a chi è in cerca di nuova occupazione con una formazione mirata ad acquisire qualifiche su competenze oggi vacanti nel mercato del lavoro locale. E l’altro binario è per le imprese, formando i lavoratori e le lavoratrici di chi oggi traina il sistema parmense e lo fa con uno sguardo lungo, innovando produzione o organizzazione. “La costruzione di questo accordo è stata complessa in un momento non felice per le risorse – ha osservato Amoretti – ma in questi mesi abbiamo compiuto uno sforzo autentico assumendoci una responsabilità collettiva, un valore per il nostro sistema territoriale che va salvaguardato”. “Tutto deve tornare alla logica del saper fare insieme e con poco – ha spiegato Zanlari - Non siamo usciti dalla crisi e la permanenza in alcuni settori diventa sempre più drammatica. L’azione che svolgiamo non è risolutiva ma è quella di una società solidale che cerca di trovare insieme una via d’uscita, una iniziativa economica per il domani sul quale dobbiamo scommettere. “Fondazione Cariparma – ha detto il suo presidente Carlo Gabbi - ha scelto di essere in campo in iniziative come queste che prioritariamente aiutano le aziende e le persone in difficoltà a superare questo momento, sperando che il futuro riservi tempi migliori di cui tuttavia non abbiamo certezza” Sulla base dell’esperienza e dei risultati raggiunti con l’intesa 2011, questo nuovo patto del valore complessivo di 1milione e 680mila euro permetterà di immettere nuove risorse sulle linee di intervento che si sono rivelate più efficaci e di rifinanziarne altre mirate in particolare alle categorie di persone più esposte. Gli interventi previsti nella seconda annualità dell’Accordo Provinciale per lo Sviluppo e il Lavoro, vengono dunque integrati nelle seguenti modalità: 1 Anticipazione sociale Con ulteriori 100.000 euro viene rifinanziato, grazie alla Camera di Commercio, il servizio di anticipazione sociale. Si tratta di un versamento anticipato (in attesa che arrivi quello dell’Inps) al lavoratore a cura della Provincia, delle indennità di Cigs, mobilità, disoccupazione, anche in deroga. E’ una misura già sperimentata nei pacchetti anticrisi degli anni precedenti e utile per evitare che i lavoratori colpiti da crisi aziendali e in condizione di disoccupazione, non abbiano alcuna fonte di sostegno economico. 2 Innovazione contro la crisi Si tratta di interventi di formazione per lavoratori e imprese a cui sarà dato avvio nel secondo semestre 2012. Essi saranno sostenuti grazie a finanziamenti europei e nazionali (Fse e L.53/2000) con un investimento complessivo di 700mila euro. Questi interventi sono in particolare mirati alla qualificazione e rilancio del sistema produttivo locale, attivati con procedura Just in time - interventi di formazione continua, per lavoratori reintegrati in azienda dopo un periodo di crisi, e per imprese che decidono di rilanciare il ciclo produttivo attraverso innovazioni strategiche, un nuovo piano industriale e accordi sindacali specifici; -interventi formativi finalizzati all’innovazione d’impresa, a favore di aziende che intendono modificare il proprio assetto produttivo, il posizionamento sui mercati internazionali, o investire nella qualificazione del personale; 3 Progetto Help for Job per la riqualificazione professionale Per tale linea di intervento si propone un nuovo finanziamento di 500 mila euro (Fse). Il progetto già realizzato negli ultimi due anni con successo consta in corsi di formazione al lavoro finalizzati al conseguimento di una nuova qualifica professionale relativa a profili strategici per il mercato del lavoro locale. Tali profili sono individuati dal Tavolo Operativo partecipato dalle associazioni di impresa a livello provinciale. I corsi avranno inizio nel secondo semestre 2012. 4 Progetti di pubblica utilità negli Uffici giudiziari di Parma Da ottobre 2012 i progetti di pubblica utilità presso gli Uffici Giudiziari della Provincia di Parma verranno prolungati di ulteriori 6 mesi con un investimento di 80mila euro resi disponibili nel 2011 dalla Fondazione Cariparma. Sulla base delle precedenti esperienze che hanno portato complessivamente all’impegno di 17 addetti si procederà alla pubblicazione, nel secondo semestre 2012, di un apposito bando, attraverso cui saranno selezionati lavoratori in mobilità che opereranno presso gli Uffici Giudiziari, in attività di carattere amministrativo e segretariale e percependo un’integrazione al reddito corrispondente ad un massimo di 350 euro mensili. 5 Erogazione di indennità di frequenza a favore di persone alla ricerca di lavoro che svolgano tirocini formativi e di orientamento in azienda. Il servizio ha subito un rallentamento, rispetto alle previsioni iniziali (a causa delle restrizioni delle utenze previste nel D.l. 138/2011). Per tali ragioni, si conviene che le risorse ancora attive per questa misura, ovvero 350 mila euro già resi disponibili nel 2011 dalla Fondazione Cariparma, possano essere destinate al finanziamento di indennità di frequenza per la partecipazione a progetti di formazione al lavoro per la riqualificazione professionale (Help for Job) ed eventualmente per la partecipazione a progetti di formazione individuale (work experiences). Entrambi prevedono per una parte di essi, lo svolgimento dell’esperienza formativa in azienda. La Provincia di Parma si impegna a proporre ai firmatari la verifica periodica dell’effettiva spesa delle specifiche azioni, in modo da procedere alla riallocazione, all’interno delle misure di carattere sociale, a favore delle misure che dimostrino eventualmente un più efficiente impegno della spesa. Questo nuovo accordo è stato sottoscritto da: Provincia di Parma, Camera di Commercio, i Comuni capo distretto Fidenza, Langhirano, Borgotaro, la Comunità Montana delle Valli del Taro e Ceno, l’Unione comuni montagna est, Upi, Cna, Confartigianato Apla, Gia, Confcooperative, Legacoop, Ascom, Confesercenti, Cgil, Cisl e Uil.  
   
   
CONTRASTO ALLO SPOPOLAMENTO: COSTITUITO IN CALABRIA IL PARTENARIATO DI PROGETTO “PAESE MIO”  
 
 Catanzaro, 3 maggio 2012 - È denominato “Paese Mio” il partenariato di progetto costituito, il 27 aprile, nell’ambito dei Progetti Integrati di Sviluppo Locale (Pisl) per favorire l’azione di contrasto allo spopolamento dei sistemi territoriali, marginali ed in declino, della Provincia di Reggio Calabria. L’assessore regionale alla Programmazione Giacomo Mancini, soddisfatto per la firma di adesione che vede venticinque Comuni attivamente impegnati nel voler partecipare all’Avviso Pubblico per la presentazione e la selezione di Progetti Integrati, per quanto riguarda questo specifico tema, ha dichiarato: “Ancora un progetto di rilancio e valorizzazione dei nostri territori”. Con la firma odierna, infatti, si è proceduto alla costituzione del partenariato, con la relativa formazione del Comitato di Coordinamento e l’individuazione della Comunità Montana dell’Area Grecanica quale soggetto capofila. A firmare il partenariato al Progetto “Paese Mio” sono stati i Sindaci dei Comuni di: Roghudi, Bruzzano Zeffirio, Ferruzzano, Caraffa del Bianco, Ciminà, antonimia, Canolo, San Giovanni di Gerace, Martone, Scido, Pazzano, Placanica, Stignano, Casignana, Agnana, Serrata, Cosoleto, Melicuccà, Santa Caterina d’Aspromonte, Staiti, Fiumara, Sant’alessio in Aspromonte, Calanna, Bova, Roccaforte del Greco; con loro, i rappresentanti della Comunità Montana dell’Area Grecanica, della Comunità Montana Stilaro-allaro-limina, della Comunità Montana dello Stretto e della Provincia di Reggio Calabria. A questo punto, attivatisi i Comuni, spetta alla Comunità montana dell’Area Grecanica, con sede a Melito Porto Salvo, il compito di espletare tutte le pratiche necessarie per la partecipazione al progetto “Paese Mio”  
   
   
BOLZANO: INNOVAZIONE E RICERCA, 37 MILIONI DI EURO IL BUDGET PER IL PROGRAMMA 2012  
 
Bolzano, 3 maggio 2012 - Sfiorano i 37 milioni di euro, con una crescita netta di 7 milioni rispetto all´anno precedente, i fondi assegnati al programma 2012 per l´innovazione e la ricerca scientifica. Il 26 aprile è arrivato il via libera della Consulta provinciale presieduta da Luis Durnwalder. Presenti anche gli assessori competenti Roberto Bizzo e Sabina Kasslatter Mur. "Viviamo in una terra economicamente solida - ha spiegato il presidente della Giunta provinciale Luis Durnwalder - ma per garantire lo stesso standard di benessere anche alle future generazioni siamo chiamati ad investire sempre di più in ricerca e innovazione. I fondi per il 2012 sono in crescita rispetto al passato, ma è importante distribuirli rispettando determinate priorità e dando più valore ai progetti maggiormente qualificati. Fondamentale, inoltre, è la collaborazione fra tutti gli enti e le organizzazioni che fanno ricerca sul territorio". Per quanto riguarda l´innovazione, i contributi ai progetti sia di singole imprese, che di imprese ed enti di ricerca, ammontano a 20,7 milioni di euro (compreso gli 1,5 milioni di contributi per formazione e consulenza) mentre sono circa 6 milioni i fondi destinati al Tis per lo svolgimento di determinati servizi. Da segnalare che nel bilancio 2012 del Tis figurano anche i 315mila euro necessari a coprire le spese di organizzazione dell´Innovation Festival in programma dal 27 al 29 settembre. Altri 5,1 milioni sono destinati a Fraunhofer Italia, Iit e al progetto per l´acquisto di autobus ad idrogeno (3,9 milioni), con il totale dei fondi a disposizione del programma 2012 per l´innovazione che sfiora quota 33 milioni di euro (nel 2011 erano di poco superiori ai 26 milioni). Capitolo Parco tecnologico: nell´anno in corso prenderanno il via i lavori di ristrutturazione del primo lotto (centrale 1, edificio a fianco, garage sotterraneo) e dovrebbe essere approvato il progetto esecutivo per il secondo lotto. "La sfida che l´Alto Adige deve affrontare - ha sottolineato l´assessore Roberto Bizzo - è quella della crescita. Lo stretto rapporto tra formazione professionale e microimprese, che in passato è stata la chiave del successo, non basta più, e l´unica strada percorribile è quella che punta su innovazione e ricerca. La Giunta provinciale, da questo punto di vista, sta facendo molto, basta pensare che nel giro di due anni la quota di bilancio destinata a innovazione e ricerca è passata dallo 0,47% all´1,9% del totale". 3,8 milioni, infine, i fondi destinati al programma 2012 della ricerca scientifica. La fetta principale (2 milioni) è destinata all´avvio di un progetto interdisciplinare sull´ambiente alpino, ampliabile in ottica Euregio, che vede la collaborazione di Lub, Eurac, Tis e Laimburg, mentre per il secondo bando di ricerca sono stati messi a disposizione 1,6 milioni. "Si tratta del prolungamento del bando già avviato lo scorso anno - ha specificato l´assessore Kasslatter Mur - per il quale erano stati presentati addirittura 132 progetti, molti dei quali altamente qualificati, con una richiesta di contributi di 28 milioni di euro".  
   
   
REGIONE SICILIA: LOMBARDO, IN FINANZIARIA NORMA PER PRESTITI AI DIPENDENTI  
 
Palermo, 2 maggio 2012 - "Gia´ da quest´anno i dipendenti regionali, anche in pensione, potranno accedere a prestiti agevolati erogati dal Fondo Pensioni della Regione Siciliana, grazie ad una norma inserita nella finanziaria appena approvata. E´ un modo concreto e non demagogico per affrontare gli effetti della crisi in un momento in cui essa colpisce tutti gli strati della nostra popolazione". Lo annuncia il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo anticipando gli effetti di una norma appena inserita in finanziaria. In particolare si prevede che le disponibilita´ finanziarie del Fondo Pensioni, fino ad un massimo del 20% per ogni anno, possano essere utilizzate per erogare prestiti agevolati in favore dei dipendenti dell´amministrazione regionale, anche in pensione. "Si tratta - aggiunge Lombardo - oltre che di un vantaggio per i regionali anche di un investimento sicuro per il Fondo Pensioni che ne otterra´ un ritorno economico certo". Criteri e tempi di attuazione saranno stabiliti dal Consiglio di amministrazione del Fondo Pensioni entro 90 giorni dalla pubblicazione della legge .  
   
   
LAVORO: REGIONE SARDEGNA STANZIA 3 MILIONI DI EURO PER FUNZIONAMENTO CESIL PER IL 2012  
 
Cagliari, 3 maggio 2012 - Sono state stanziate le risorse per la prosecuzione da maggio a tutto dicembre 2012 dei servizi erogati dai Centri servizi per l´inserimento lavorativo dei soggetti svantaggiati (Cesil). "Con gli oltre 3 milioni di euro (3.187.860) destinati ai Comuni, prosegue l´impegno della Regione nel garantire questo importante servizio per tutto il 2012, in attesa del riordino legislativo del sistema". Lo ha affermato l´assessore regionale del Lavoro, Antonello Liori.  
   
   
SERVIZI AL LAVORO "EURES" NUOVAMENTE ATTIVI IN VALLE D´AOSTA  
 
Aosta, 3 maggio 2012 - Il Dipartimento politiche del lavoro e della formazione informa che il servizio Eures (European Employment Services – Servizi Europei per l’impiego) ha ripreso l’attività anche in Valle d’Aosta. Il servizio mette a disposizione di lavoratori, soprattutto se provvisti di specifica professionalità, le migliaia di offerte presenti ogni giorno sul portale Web ( http://www.Eures.europa.eu ) e procura loro le corrette informazioni sulle condizioni di vita e lavoro nel Paese al quale sono interessati. Alle aziende inoltre consente di trovare le figure professionali di cui necessitano e che non sono disponibili a livello locale. Queste, infatti, attraverso la rete di servizi all’impiego si possono rivolgere a un mercato del lavoro più ampio, quale quello europeo. Il servizio inoltre, organizza per gli studenti dei vari gradi d’istruzione, in particolare, universitario, incontri specifici per descrivere il trend dell’occupazione a livello europeo, allo scopo di aiutarli nella scelta consapevole del percorso formativo più adatto a garantire loro un futuro lavorativo. Maggiori informazioni sono reperibili sul sito www.Regione.vda.it  nella sezione lavoro/Eures o contattando il referente Eures per la Valle d’Aosta presso i Dipartimento politiche del lavoro e della formazione in Via Garin, 1 – 11100 Aosta o all’indirizzo email: eures@regione.Vda.it    
   
   
LEGALITA´: LOMBARDO FIRMA DECRETO PER ZONA FRANCA DI CALTANISSETTA  
 
Palermo, 3 maggio 2012 - Con decreto del Presidente della Regione siciliana Raffaele Lombardo e´ stata istituita la "zona franca della legalita´"in provincia di Caltanissetta. Il provvedimento, cosi´ come prevede la legge regionale n°15 del 2008, e´ stato preso d´intesa con il Ministero dell´Interno. La zona franca della legalita´, creata con il decreto siglato ieri,si estende nei comuni di Acquaviva Platani, Bompensiere, Butera, Caltanissetta, Campofranco, Delia, Gela, Marianopoli, Mazzarino, Milena, Montedoro, Mussomeli, Niscemi, Resuttano, Riesi, San Cataldo, Santa Caterina Villermosa, Serradifalco, Sommatino, Sutera, Vallelunga Pratameno e Villalba. Alla zona franca potranno aderire anche alcuni comuni limitrofi delle province di Enna e Agrigento (Canicatti´, Campobello di Licata, Ravanusa, Licata e Pietraperzia). La proposta di una zona franca per la legalita´ e´ stata presentata piu´ di un anno fa dall´assessore regionale alle attivita´ produttive, Marco Venturi, che aveva recepito le istanze provenienti dal tavolo unico di regia per lo sviluppo e la legalita´ di Caltanissetta.la zona franca della legalita´ di Caltanissetta nesce con l´obiettivo di attrarre investimenti sul territorio, incentivare la crescita e rilanciare il tessuto socio economico della provincia, un progetto destinato a garantire vantaggi e sgravi fiscali a favore di quelle imprese in grado di rispettare tutti i parametri di legge e di opporsi a richieste criminali. "Dopo circa un anno dalla prima delibera di giunta con cui approvamo lo schema - afferma il presidente della Regione, Raffaele Lombardo - oggi abbiamo finalmente chiuso l´Iter con cui approviamo la zona franca per la legalita´. Una vera sfida per il rilancio di un territorio che parte dall´idea di creare un´area economica, destinata a garantire vantaggi e sgravi fiscali a favore di quelle imprese in grado di rispettare tutti i parametri di legge e di opporsi a richieste criminali". "La Zona Franca per la Legalita´ - spiega l´assessore regionale alle Attivita´ produttive, Marco Venturi - puo´ contribuire ad aumentare la consapevolezza di avere condizioni possibili per attrarre investimenti su un territorio molto vasto su cui creare una zona sicura, un´area protetta da ogni fenomeno malavitoso o delinquenziale che, con il concorso delle istituzioni, salvaguardi gli investimenti, dia certezza alle imprese, realizzi un costante controllo delle attivita´, fornisca corsie preferenziali per l´apertura di nuove imprese e sia in grado di fornire servizi attraverso lo ´sportello unico´, in tempi certi".  
   
   
IMMIGRATI: CITTADINANZA ONORARIA AI BAMBINI NATI IN LIGURIA  
 
Genova, 3 maggio 2012 - Cittadinanza onoraria ai bambini nati in Liguria figli di immigrati. Lo ha proposto il 27 aprile a margine della Giunta regionale l’assessore alle politiche sociali Lorena Rambaudi dopo l’approvazione del consiglio comunale savonese di un regolamento sulla cittadinanza onoraria che prevede all’art.10 il riconoscimento per i bambini come proposto dal sindaco di Savona, Federico Berruti. “Visto che la legge non permette di riconoscere giuridicamente la cittadinanza ai figli degli immigrati nati in Italia – ha spiegato Rambaudi – in attesa di un cambio legislativo mi auguro che tutti i Comuni liguri possano aderire a questo appello, frutto di civiltà e anche segnale culturale e politico importante”. L’iniziativa dell’assessore alle politiche sociali della Regione Liguria nasce anche dalla presa di posizione del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano che ha definito follia negare un’aspirazione sacrosanta a chi è nato in Italia. Secondo Rambaudi “oltre che un atto di giustizia il riconoscimento della cittadinanza onoraria rappresenta una speranza rispetto all’invecchiamento demografico del nostro territorio”.  
   
   
MICROCREDITO SOCIALE, I PRIMI DATI: I MILANESI CHIEDONO AIUTO PER LA CASA, LA SALUTE, LO START UP DI NUOVE IMPRESE IL 69% DELLE DOMANDE È PER IL SOCIALE, IL 31% PER IL CREDITO D´IMPRESA.  
 
Milano, 3 maggio 2012 - Spese per la casa, la famiglia, la salute, la riduzione di debiti pregressi, lo start up di nuove imprese, le difficoltà economiche di attività commerciali. Sono le principali motivazioni per cui i milanesi chiedono a Fondazione Welfare Ambrosiano di accedere al progetto ‘Microcredito Milano’ per ottenere finanziamenti di microcredito sociale e credito d’impresa. Il 69% delle domande riguardano il microcredito sociale, il 31% il credito d’impresa. “Grazie al progetto ´Microcredito Milano´, sostenuto dalle banche partner ma anche da una solida e diffusa rete di volontari sul territorio, stiamo riuscendo a offrire risposte concrete a persone normalmente ‘non bancabili’, ovvero escluse dal circuito del credito ordinario per mancanza di sufficienti garanzie”. Lo ha dichiarato l’assessore alle Politiche per il Lavoro e Sviluppo economico Cristina Tajani. “Dopo l’avvio del progetto sul microcredito - ha proseguito Tajani - insieme agli altri soci di Fondazione, stiamo lavorando a nuovi progetti di mutualismo. Per questo abbiamo già coinvolto enti e associazioni che già lavorano su progetti simili, a cominciare dalla Diocesi. È necessario mettere in rete le diverse iniziative di sostegno e promozione sociale per creare la massa critica necessaria a far uscire Milano dalla crisi, salvaguardando la coesione sociale”. “La nostra iniziativa - ha sottolineato Romano Guerinoni, direttore della Fondazione Welfare ambrosiano - oltre al sostegno economico offre alle persone un luogo dove è possibile non sentirsi soli nelle difficoltà”. Microcredito sociale - Per quanto riguarda le richieste di microcredito sociale, il 24% lo utilizza per pagare le spese per l’abitazione (affitto, ristrutturazioni, bollette, spese condominiali), il 23% per motivazioni diverse (spese mediche, debiti e difficoltà economiche), il 20% per esigenze familiari (temporanea riduzione del reddito, spese impreviste), il 21% per l’estinzione, la riduzione o la ristrutturazione di debiti pregressi, il 2% per il pagamento della rata del mutuo, il 6% per la formazione professionale e l’istruzione. Il 58% del credito d’impresa per le star up riguarda richieste di finanziamento tra i 17.000 e i 20.000 euro. Il 60% delle domande del credito sociale viene concesso a italiani, il 40% a stranieri. Credito sociale - Il 47% delle richieste interessa le start up. Si tratta prevalentemente di esercizi commerciali (colorifici, fruttivendoli, sartorie, rivenditori di ricambi moto, rivenditori di computer) o di società di servizi (siti web, pony express, asili nido, agenzie fotografiche). Il 18% sono richieste per difficoltà economiche legate all’attività, il 20% dei casi sono richieste la cui motivazione è ancora sconosciuta in quanto appena depositate. Il 49% del credito sociale riguarda finanziamenti tra i 2.000 e i 5.000 euro, il 71% al di sotto degli 11.000 euro. Il 77% delle domande per il credito d’impresa viene concesso a italiani, 23% a stranieri. Chi presenta domanda - Il 65% dei richiedenti è di cittadinanza italiana, il 35% è straniero. Il 55% sono uomini e il 45% sono donne. Tra i cittadini stranieri, il 63% proviene dall’America latina, il 28% dall’Africa, 20% dall’Europa, il 9% dall’Asia, l’1% dall’America del Nord. Il 34% dei richiedenti ha un’età compresa fra i 41 e i 50 anni. Il 10% dei richiedenti sono giovani, mentre solo il 7% sono over 60. Il 9% delle pratiche non riporta la data di nascita. La percentuale maggiore di richieste per il credito d’impresa è nella fascia d’età fra i 31 e i 40 (34%), mentre per quanto riguarda il credito sociale, la percentuale maggiore di richiedenti si concentra nella fascia d’età compresa fra i 41 e i 50 (34%). Il 50% dei richiedenti è “lavoratore dipendente”, il 27% è “disoccupato”, il 12% è “imprenditore”. Il restante 11% è composto da lavoratori con contratti atipici e pensionati. Il 48% dei richiedenti di cui si dispone il dato relativo allo stato civile dichiara di essere nubile/celibe; tra questi è significativa la presenza di donne con figli a carico (21%). Il 2% delle domande arriva anche dai Comuni di Pioltello e di Sesto San Giovanni. Fondazione Welfare Ambrosiana, fondata da Comune di Milano, Provincia, Camera di Commercio, Cgil, Cisl e Uil, ha ricevuto da ottobre ad oggi 350 domande di cittadini milanesi che desiderano accedere al progetto ‘Microcredito Milano’ per ottenere finanziamenti di credito sociale e d’impresa. 100 cittadini hanno già ricevuto il finanziamento, altre 68 persone sono in attesa di valutazione dalle banche (Intesa San Paolo, Banca Prossima, Banca Popolare di Milano, Banca Popolare Commercio e Industria, Permicro), le restanti domande sono in fase di accettazione da parte della Fondazione.  
   
   
MILANO: DAL 3 MAGGIO PUBBLICATI I BANDI DEL FONDO ANTICRISI PER DISOCCUPATI E GIOVANI COPPIE  
 
Milano, 3 maggio 2012 - Oltre 4 milioni di euro a sostegno di chi ha perso il lavoro e di chi condivide il progetto di vivere insieme sotto lo stesso tetto. Da giovedì 3 maggio saranno pubblicati sul sito del Comune i due nuovi bandi del Fondo Anticrisi, con i quali si potranno ottenere fino a un massimo di 5.000 euro a sostegno del reddito familiare, se si è perso il lavoro, si è in mobilità o in cassa integrazione, o a titolo di contributo per il pagamento di un affitto o delle spese di acquisto della prima casa, se si è una giovane coppia, sotto i 40 anni, con un progetto di vita insieme. Sono i termini del Fondo Anticrisi, ridefinito dalla Giunta alla fine di gennaio con l’introduzione di criteri di accesso più ampi, al fine di ottenere una più estesa distribuzione dei fondi, pari a 4.166.985, non esauriti dal bando pubblicato nel 2010. “Gli interventi a sostegno del reddito – afferma l’assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino – smettono di essere, come purtroppo è avvenuto in passato, marginali. Ai milanesi vogliamo dire che non sono soli contro la crisi e che, in occasione della prossima discussione sul bilancio di previsione 2012, vogliamo aumentare ulteriormente le risorse contro la crisi. In questo quadro, per la prima volta, abbiamo incluso anche le coppie di fatto che acquistano la prima casa o pagano un affitto.” “In tema di risorse, come assessorato alle Politiche sociali – annuncia l’assessore Majorino – gestiremo i contributi relativi agli anziani poveri, fino ad oggi erogati dalle zone senza coordinamento con i Servizi sociali. I contributi per gli anziani poveri, pari a circa otto milioni e mezzo di euro, saranno gestiti istituendo un unico servizio centrale che si occuperà delle diverse forme di sostegno al reddito e che ci consentirà di ripartire al meglio le risorse del Comune”. “In questo quadro – spiega Majorino – è già operativa, a differenza dal passato, la task-force che controlla, reddito per reddito, le diverse situazioni patrimoniali delle persone che richiedono i contributi. Abbiamo cominciato dall’area disabili e presto renderemo note le cifre che raccontano come, purtroppo, a fronte di risorse indubbiamente non sufficienti rispetto alla domanda, esistano fin troppi furbetti che forniscono dichiarazioni false per accedere a contributi che andrebbero assegnati ad altri. In passato l’assenza di controlli ha fatto sì che accedessero ai contributi anche soggetti non idonei”. Per accedere ai bandi è necessario essere residenti a Milano al momento della pubblicazione. I cittadini avranno tempo un mese per informarsi e raccogliere la documentazione necessaria alla presentazione delle nuove richieste che saranno accettate a partire da venerdì primo giugno. La modulistica riguardante la partecipazione ai bandi sarà disponibile sul sito www.Comune.milano.it (sezione Bandi aperti), presso le 17 sedi dei Servizi sociali della Famiglia e l’Unità Operativa Sportello – Info Point della Direzione centrale Politiche sociali e Cultura della Salute in largo Treves 1. Le persone con disabilità potranno recarsi presso l’Ufficio Coordinamento Nuclei Distrettuali Disabili in via San Tomaso 3. Per le informazioni sarà attiva anche l’infoline del Comune 020202. Per il bando a sostegno del reddito di persone o famiglie in caso di perdita di lavoro sono necessari, oltre alla residenza a Milano, un Isee in corso di validità non superiore ai 20.000 euro. Il potenziale beneficiario deve trovarsi da almeno tre mesi dalla data di presentazione della domanda (e, comunque, dopo il 1° gennaio 2011) in una delle seguenti condizioni: senza lavoro a causa di licenziamento (ma non se per giusta causa); con orario di lavoro settimanale ridotto in misura almeno pari al 40 per cento per accordi aziendali; in mancato rinnovo di contratto a termine (contratto della durata di almeno 12 mesi o 300 giorni anche non consecutivi nei 24 mesi precedenti la presentazione della domanda); sospensione dal lavoro in qualità di lavoratore dipendente di un’impresa artigiana o commerciale; collocamento nelle liste di mobilità e in cassa integrazione guadagni ordinaria o straordinaria. Previsto l’accesso anche per chi ha subito la cancellazione dell’impresa dai Registri e dagli Albi della Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura competente e la chiusura della partita Iva dal primo gennaio 2011. Il calcolo per il contributo (di cui si potrà fruire una volta sola) sino a un massimo di 5.000 euro (in due tranches semestrali), terrà conto della composizione del nucleo familiare (numero dei componenti, presenza di figli minori, di anziani e di disabili), dell’ età del richiedente (punteggio crescente a partire dai 40 anni) e della situazione occupazionale. Il secondo bando del Fondo Anticrisi, destinato al sostegno di progetti di vita in comune delle giovani coppie, per il pagamento dell’affitto di un appartamento o delle spese di acquisto della prima casa, è aperto ai residenti nel Comune di Milano che abbiano contratto matrimonio (civile o concordatario) a partire dal primo gennaio 2012 o a persone risultanti coabitanti (sempre dall’inizio di quest’anno), anche dello stesso sesso, nello stesso stato di famiglia per sussistenza di vincolo affettivo ai sensi dell’art. 4 del Dpr 223 del 1989. L’iscrizione nello stesso stato di famiglia, in questo caso, avviene a seguito di richiesta di entrambi i coabitanti. I richiedenti non devono avere età superiore ai 40 anni, non devono disporre di un immobile sul territorio nazionale (a titolo di proprietà o nuda proprietà, o avere altro immobile in godimento a titolo di usufrutto, uso o abitazione), non devono avere fruito di altre agevolazioni pubbliche per la medesima finalità e devono avere un Isee complessivo inferiore o uguale a 25.000 euro. Tra i requisiti per accedere saranno determinanti anche le caratteristiche dell’immobile. La casa acquistata dovrà essere ubicata nel Comune di Milano, essere per entrambi la prima casa (anche se il contratto di acquisto è sottoscritto da uno solo dei dichiaranti), non essere un immobile di lusso, avere le caratteristiche adeguate a usufruire delle agevolazioni fiscali previste per la prima casa e avere un valore di acquisto non superiore a 300.000 euro, Iva compresa. Per il pagamento dell’affitto l’immobile deve rientrare nella tipologia appartamento e non essere di lusso e deve essere ubicato nel Comune di Milano. Il contratto deve essere regolarmente registrato, avere una durata non inferiore ai 4 anni ed essere stipulato da almeno uno dei due dichiaranti. Con la pubblicazione dei due nuovi bandi del Fondi Anticrisi si chiuderanno i precedenti avvisi pubblicati tra il 2010 e il 2011, di cui fino ad aprile hanno beneficiato 2.434 persone. Rimarranno aperti fino al 31 maggio 2012. Dal primo giugno partirà la raccolta delle nuove domande.  
   
   
VDA: GIORNATE INFORMATIVE – FORMATIVE SULL’ADOZIONE  
 
Aosta, 3 maggio 2012 - L’assessorato della sanità, salute e politiche sociali ricorda che, fino a venerdì 4 maggio 2012 è possibile ancora iscriversi alle giornate informative-formative (anno 2012), destinate alle coppie che si vogliono avvicinare al mondo dell’adozione nazionale ed internazionale. Il corso per le coppie aspiranti a diventare genitori adottivi si terrà nei giorni 25 e 26 maggio 2012 dalle ore 9.00 alle ore 17.00. Per qualsiasi informazione e per l´iscrizione è possibile rivolgersi all’Ufficio minori delle politiche sociali dell’Assessorato della sanità, salute e politiche sociali, chiamando il seguente recapito telefonico 0165-527008/0165-527118 oppure compilando il modulo di adesione che è facilmente reperibile nell’home-page del sito istituzionale della Regione Valle d’Aosta (www.Regione.vda.it ) e restituendolo poi entro venerdì 4 maggio 2012 tramite e-mail, all’indirizzo di posta elettronica ( mg.Fois@regione.vda.it  oppure a l.Fiou@regione.vda.it ), oppure tramite fax (0165/527131).  
   
   
VERCELLI. PERCORSI PER FAMIGLIE E ADOLESCENTI  
 
Vercelli, 3 maggio 2012 - Da giovedì 3 maggio, presso il Centro Famiglie “Villa Cingoli” di Vercelli, è iniziato il ciclo di incontri per le famiglie con adolescenti, per fornire loro strumenti utili ad orientarsi nel territorio dei figli. Gli incontri saranno condotti da psicologhe psicoterapeute e da una sessuologie sono aperti ai genitori di ragazzi e ragazze pre-adolescenti e adolescenti. La partecipazione è gratuita e sono disponibili n. 30 posti. Pertanto è necessario iscriversi inviando la propria adesione alla mail: centrofamiglie.Vercelli@hotmail.it  oppure telefonando al numero 0161-649630. I prossimi appuntamenti sono di giovedì 10, 17, 24, 31 maggio e 7 giugno sempre alle ore 17:30. Www.comune.vercelli.it/cms/