Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 







MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web




 


MERCOLEDI

PAGINA 1 PAGINA 2 PAGINA 3 PAGINA 4 PAGINA 5 PAGINA 6 WEB E BEAUTY FLASH ALIMENTAZIONE
Notiziario Marketpress di Mercoledì 19 Dicembre 2012
Politica
INIZIATIVA DELL’UE “CHILDREN OF PEACE”: IL PRESIDENTE BARROSO ANNUNCIA CHE IL DENARO DEL PREMIO NOBEL PER LA PACE SARÀ DEVOLUTO A PROGETTI DI AIUTO A FAVORE DI 23 000 BAMBINI VITTIME DI GUERRE E CONFLITTI  
 
Bruxelles, 19 dicembre 2012 - Iniziativa dell’Ue “Children of Peace”: il Presidente Barroso annuncia che il denaro del premio Nobel per la pace sarà devoluto a progetti di aiuto a favore di 23 000 bambini vittime di guerre e conflitti Il denaro del premio Nobel assegnato all’Unione europea sarà destinato a finanziare quattro progetti nell´ambito dell´iniziativa dell’Ue “Children of Peace” di cui José Manuel Barroso, Presidente della Commissione europea, ha annunciato oggi i dettagli. La decisione di devolvere il premio in denaro a favore dei bambini colpiti da conflitti è stata presa all’unanimità dai presidenti della Commissione, del Parlamento europeo e del Consiglio, Jose Manuel Barroso, Martin Schulz e Herman Van Rompuy. A tal proposito, il Presidente Barroso ha dichiarato: “Per noi era evidente assegnare il denaro del premio Nobel per la pace ai più vulnerabili e spesso i più colpiti dalle guerre: i bambini di tutto il mondo. Vogliamo che i loro diritti siano sempre tutelati Tutti i minori, bambini e bambine, devono avere l´opportunità di sviluppare le loro qualità. Inoltre, promuovere l’istruzione significa anche creare le possibilità per una pace duratura. Vogliamo che i “bambini della guerra” diventino “bambini della pace””. Il Presidente Van Rompuy ha dichiarato al riguardo: "Nelle situazioni di conflitto i bambini sono spesso i più vulnerabili ed è doveroso devolvere il premio in denaro a favore delle giovani vittime di conflitti armati. Sono felice che l’iniziativa dell’Ue "Children of Peace" continui oltre questa prima esperienza e mi auguro che i progetti realizzati nel suo ambito possano divenire il simbolo dell´impegno dell´Unione europea nei confronti dei più bisognosi di tutto il mondo.” Infine, il Presidente Schulz ha dichiarato: “I bambini sono le vittime più vulnerabili nelle situazioni di conflitto. Sono il nostro futuro e a essere in gioco è il futuro di ognuno di loro. Tutto ciò che possiamo fare per aiutarli a superare i traumi e le sofferenze subite nei periodi di conflitto è un prezioso contributo. I progetti, che riceveranno in totale 2 milioni di euro (incluso un finanziamento supplementare dell´Ue), saranno destinati a più di 23 000 bambini vittime di conflitti in tutto il mondo e garantiranno l´accesso all´istruzione di base e la disponibilità di ambienti a misura di bambino per: circa 4 000 bambini siriani rifugiati nei campi al confine tra l´Iraq e la Siria; più di 5 000 bambini colombiani, la maggior parte dei quali rifugiati in Ecuador; 11 000 bambini congolesi sfollati nella regione orientale della Repubblica democratica del Congo e rifugiati in Etiopia; 3 000 bambini pakistani nelle zone di conflitto del nord del Pakistan. L’unicef si occuperà del progetto in Pakistan, Save the Children e il Consiglio norvegese per i rifugiati lavoreranno con i bambini nella Repubblica democratica del Congo e in Etiopia, l’Unhcr fornirà assistenza in Colombia e in Ecuador e l’agenzia francese Acted lavorerà con i bambini siriani rifugiati nel campo di Domiz, nell’Iraq settentrionale. Tutte queste organizzazioni sono tra i più insigni partner della Commissione europea nel settore umanitario. I progetti, che verranno finanziati attraverso l’iniziativa dell’Ue “Children of Peace”, rientrano nell’ambito di competenza di Kristalina Georgieva, Commissaria europea per gli Aiuti umanitari e la risposta alle crisi. La Commissaria ha oggi dichiarato al riguardo che "nelle zone di conflitto gli aiuti umanitari sono spesso l´unica soluzione che consente ai bambini di proseguire gli studi, il che non soltanto migliora le loro prospettive future, ma contribuisce altresì a proteggerli da abusi e sfruttamento. Quest’importante causa merita che l’Ue vi destini l´importo del premio Nobel per la pace. Alle frontiere siriane e colombiane, in Pakistan, in Etiopia e in Congo, apporteremo un vero e proprio cambiamento per quei bambini che rischierebbero altrimenti di divenire una generazione perduta, offrendo loro, al contrario, la possibilità di vivere la loro infanzia, di recuperare e di avere un futuro migliore". L´iniziativa dell’Ue “Children of Peace” non si esaurirà con quest’unica azione: il prossimo anno saranno infatti messi a disposizione nuovi finanziamenti per un numero maggiore di progetti di assistenza destinati ai bambini vittime di conflitti. Contesto Il 10 dicembre l´Unione europea ha ricevuto il premio Nobel per la pace 2012 per aver contribuito per più di sessant’anni alla promozione della pace, della riconciliazione, della democrazia e dei diritti umani in Europa. La Commissione europea ha formalmente accettato il premio in denaro a nome dell´Unione europea e ha deciso di integrare la somma ricevuta, pari a circa 930 000 euro, portandola a 2 milioni di euro da assegnare ai bambini che più ne hanno bisogno. Il premio Nobel consiste in un importo di 8 milioni di corone svedesi, una medaglia e un diploma. La medaglia e il diploma saranno custoditi dalle istituzioni dell’Ue a nome dell’Unione europea. L’importo in denaro e la medaglia costituiscono una donazione ai sensi dell’articolo 19 del regolamento n. 1605/2002. Il Nobel per la pace rappresenta il simbolo della riconciliazione in tutto il mondo. Il relativo premio in denaro deve andare a beneficio di coloro che rappresentano la prima speranza per il futuro, ma che sono anche le prime vittime di conflitti: i bambini cui viene tolta la possibilità di crescere in pace e realizzare appieno il loro potenziale. Oggi il 90% delle vittime di conflitti è costituto da civili, di cui la metà minori. 7 milioni di bambini sono rifugiati e 12,4 milioni sono sfollati nel proprio paese a causa di conflitti. Uno dei modi migliori per aiutare e proteggere i bambini vittime di conflitti violenti è dare loro la possibilità di riprendere a studiare e accedere all’istruzione; in caso contrario, il loro futuro sarebbe ancora più difficile. Dei circa 75 milioni di minori di tutto il mondo che non possono frequentare la scuola, più della metà vive in zone di conflitto. L´azione umanitaria dell´Ue risponde alle esigenze specifiche dei bambini vittime di conflitti. Più della metà dei fondi umanitari della Commissione è destinata alle zone colpite da conflitti e il 12% del relativo bilancio è assegnato a organizzazioni umanitarie impegnate nell´assistenza ai bambini, per un totale di gran lunga superiore alla media mondiale. La Commissione stanzia aiuti umanitari per condurre attività di protezione dei minori, di sostegno psicologico, di sensibilizzazione ai rischi connessi alle mine e per azioni di contrasto al reclutamento di bambini soldato. Tale impegno è in linea con il consenso europeo in materia di aiuto umanitario, secondo cui "in risposta alle esigenze umanitarie devono essere prese in considerazione particolari vulnerabilità. In tale contesto l´Ue presterà particolare attenzione a donne, bambini, anziani, malati e persone con disabilità”. Il documento di lavoro dei servizi della Commissione europea sui bambini in situazioni di emergenza e di crisi (2008) tratta in particolare la questione dei bambini arruolati in forze e gruppi armati. L´unione europea ha inoltre adottato gli orientamenti sui bambini e i conflitti armati, che forniscono una base comune d’azione per gli Stati membri dell´Ue e la Commissione. Per ulteriori informazioni Sito internet della Commissione sull´assistenza dell´Ue per i bambini in situazioni di conflitto: http://ec.Europa.eu/echo/eu4children/index_en.htm  Homepage della Commissaria Kristalina Georgieva: http://ec.Europa.eu/commission_2010-2014/georgieva/index_en.htm  Direzione generale della Commissione per gli Aiuti umanitari e la protezione civile: http://ec.Europa.eu/echo/index_en.htm    
   
   
COMMISSIONE PUBBLICA: UNA RELAZIONE SULLE ECCEDENZE DELLE PARTITE CORRENTI NELLA UE  
 
Bruxelles, 19 dicembre 2012 – Gli Squilibri macroeconomici nell´area dell´euro e nella Ue si è allargata in modo significativo nel periodo precedente alla crisi finanziaria. Gli squilibri si sono manifestati in divergenza significativa e persistente nei conti correnti degli Stati membri dell´Ue. Anche se il conto corrente dell´area dell´euro, nel suo complesso, è rimasto sostanzialmente equilibrato, disavanzi delle partite correnti deteriorata in modo significativo in alcuni Stati membri, mentre le eccedenze aumentate notevolmente in altri. Dal punto di vista macroeconomico, i deficit della zona euro sono stati così finanziati dalle eccedenze in Germania, Paesi Bassi, Belgio, Finlandia, Austria e Lussemburgo. Fuori l´unione monetaria, la Danimarca e la Svezia hanno registrato avanzi anche importanti. Una simile accumulo degli squilibri esterni è stata osservata su scala globale. Ad esempio, gli Stati Uniti corse persistenti disavanzi delle partite correnti, mentre la Cina e il Giappone registrato eccedenze persistenti. Nonostante la intra-area dell´euro riequilibrio in corso, le eccedenze delle partite correnti e disavanzi registrati da alcuni paesi dell´Ue sono ancora elevati. 2. Generale Qual è lo scopo della relazione sul surplus delle partite correnti? L´obiettivo di questa relazione speciale analitico è quello di analizzare le eccedenze costantemente notevoli delle partite correnti in un certo numero di Stati membri. In particolare, la relazione esamina se gli avanzi di grandi dimensioni in diversi Stati membri dell´Ue sono stati ottimali dal loro punto di vista, se vi sia un legame tra deficit e surplus nella zona euro e se vi sia un riequilibrio sostenibile nell´area dell´euro (e la Ue) in corso. Qual è il conto corrente? Il conto corrente fa parte della bilancia dei pagamenti (insieme con il conto capitale e conto finanziario), che cattura le transazioni tra residenti di un paese e il resto del mondo nel corso di un determinato periodo. L´avanzo delle partite correnti o di un deficit corrisponde alle esportazioni meno importazioni, più il flusso di reddito netto (come interessi e dividendi pagati e ricevuti dall´estero) e al netto dei trasferimenti correnti (come le rimesse degli immigrati). Il conto corrente può essere calcolato come la differenza tra risparmio interno e gli investimenti. Un surplus nel conto corrente significa che il paese sta generando ulteriori risparmi che si sta investendo sul mercato interno o, equivalentemente, che il reddito interno supera consumi interni e degli investimenti interni. Ciò significa che il paese sta investendo all´estero, esportando capitali e, di conseguenza, l´accumulo di attività estere (ad esempio crediti, investimenti esteri diretti, ecc) nei confronti del resto del mondo. Quali paesi sono analizzati nella relazione? La relazione si concentra su otto Stati membri dell´Ue, sei Stati membri della zona euro - Austria, Belgio, Germania, Finlandia, Paesi Bassi e Lussemburgo - e due non appartenenti all´area dell´euro - Svezia e Danimarca. Tutti hanno avuto relativamente grandi surplus delle partite correnti negli ultimi dieci anni. L´eccedenza media in questi paesi, come gruppo, era di circa il 5% del Pil nel 2007. Sebbene ci sia stata una riduzione dal 2008, le eccedenze rimangono relativamente elevati. Per il 2012, le proiezioni indicano un avanzo medio del 4% del Pil. Tuttavia, va notato che vi è una sostanziale eterogeneità tra gli otto paesi. Per esempio, dal momento che l´inizio della crisi, le eccedenze sono diminuiti drasticamente in Austria, Belgio e Finlandia (quest´ultimo in realtà trasferita in un deficit moderato nel 2011), ma sono rimaste elevate in Germania, Lussemburgo e Svezia, e sono persino aumentati in Danimarca e Paesi Bassi. L´avanzo delle partite correnti in percentuale del Pil dei Paesi Bassi è attualmente il più grande in Europa, pari al 9,2% nel 2012 secondo le previsioni d´autunno della Commissione. Perché il rapporto pubblicato oggi? I processi di sorveglianza della procedura per gli squilibri macroeconomici (Mip) coprire entrambi disavanzi delle partite correnti e le eccedenze (vedi domanda precedente). Tuttavia, la natura, l´importanza e l´urgenza delle sfide politiche forti differenze a seconda degli Stati membri interessati.Date le vulnerabilità e la dimensioni dell´aggiustamento richiesto, la necessità di un´azione politica è particolarmente urgente negli Stati membri che presentano costantemente notevoli disavanzi delle partite correnti e le perdite di competitività. Questi potrebbero anche essere guidata da fallimenti del mercato o le impostazioni dei criteri che vincolano la domanda interna e le opportunità di investimento. Tali fallimenti del mercato o della politica implica una cattiva allocazione delle risorse, che comporterà perdite di benessere anche nei paesi eccedentari. Quando questo è il caso, le riforme che contribuire a rafforzare la domanda interna e il potenziale di crescita può essere il benessere di miglioramento per lo Stato membro interessato. Quindi il dibattito sugli squilibri esterni e sulle reazioni politiche adeguate non può concentrarsi solo su paesi in deficit. In questa relazione speciale analisi, i servizi della Commissione di dare un´occhiata più da vicino i piloti e le implicazioni politiche delle grandi e durature surplus delle partite correnti. 3. Principali conclusioni della relazione Sono avanzi di parte corrente considerato un problema? Avanzi o disavanzi di conto corrente non può costituire o squilibri macroeconomici. Deficit e surplus sono una conseguenza naturale delle interazioni economiche tra i paesi. Essi mostrano in che misura un paese si basa sul prestito dal resto del mondo, o quanto delle sue risorse si presta all´estero. Spesso possono essere semplicemente il risultato di una ripartizione adeguata del risparmio, tenendo conto delle diverse opportunità di investimento nei vari paesi. Le differenze di prospettive economiche portare a differenze nel comportamento di risparmio, con brillanti aspettative che riducono la tendenza degli operatori economici per salvare e quindi contribuendo all´accumulo di deficit. In particolare, i paesi con un rapido invecchiamento della popolazione potrebbe essere opportuno risparmia ( ad esempio . Eccedenze di esecuzione) per levigare il consumo nel corso del tempo. Inoltre, i deficit delle partite correnti e le eccedenze sono parte del processo di aggiustamento in un´unione monetaria. In questo contesto va osservato che alcuni l´aumento della dispersione dei saldi di conto corrente tra i paesi dell´Unione europea a partire dal 1999 è stato un risultato positivo di integrazione finanziaria nell´area dell´euro e nel mondo. Tuttavia, alcuni di l´aumento delle eccedenze delle partite correnti e deficit può anche riflettere le distorsioni dovute alle aspettative improprie, mispricing dei rischi o distorsioni del mercato, o può essere indotta da interventi di politica fuorviate o carenze nella vigilanza finanziaria. Questi fallimenti del mercato implicano una cattiva allocazione delle risorse e un accumulo di squilibri e vulnerabilità in entrambi i paesi in surplus e deficit. Questa cattiva allocazione delle risorse comporterà perdite di benessere anche nei paesi eccedentari. In tali casi, sarebbe in auto-interesse dei paesi eccedentari per affrontare le carenze del mercato o correggere le loro politiche di intervento, rimuovendo gli ostacoli che rallentano la loro domanda interna. C´è un legame tra avanzi delle partite correnti in alcuni paesi e deficit in altri paesi? Deficit e avanzi nell´area dell´euro (e l´Ue) sono strettamente connessi a causa dei intensiva scambi transfrontalieri e legami finanziari. In particolare, i risparmi dei paesi eccedentari superiori al proprio investimento finanziato i deficit di altri paesi dell´area dell´euro. Tuttavia, non è possibile stabilire un nesso di causalità tra deficit e surplus in ogni coppia di paesi. Per esempio, non vi è alcuna prova che l´andamento delle esportazioni dei paesi eccedentari affollato le esportazioni dei paesi in deficit. Un aumento della domanda interna nelle economie dell´area dell´euro in eccesso potrebbe migliorare la bilancia commerciale dei paesi con un disavanzo. Tuttavia, l´impatto sul riequilibrio dell´attività economica nelle economie disavanzo non deve essere sopravvalutato, perché l´aumento delle importazioni è suddivisa su un gran numero di partner commerciali. Ad esempio, un aumento della domanda interna di un paese grande surplus, come la Germania, ha un impatto molto più forte sulle esportazioni dei paesi vicini, compresi quelli con un surplus, piuttosto che nelle economie "periferiche" della zona euro. Quali sono i fattori di spinta ampi surplus delle partite correnti e deficit? La maggior parte degli aumenti dei surplus e deficit sono stati guidati dai flussi finanziari, spronati dalla convergenza dei tassi di interesse a seguito dell´introduzione dell´euro e dagli sviluppi nei mercati finanziari europei e mondiali. In assenza di un adeguato mercato finanziario macro-vigilanza , ciò ha determinato credito-driven boom, la riduzione del risparmio e degli investimenti eccessivi in attività non produttive della periferia, e un´eccessiva concentrazione di rischi nel sistema finanziario nei paesi centrali. Inoltre, gli shock esterni sembrano essere più rilevanti per le intra-Ue squilibri che di solito è apprezzato. Questi shock esterni, come la rapida evoluzione della concorrenza dei paesi emergenti, l´allargamento dell´Unione europea, gli aumenti dei prezzi delle materie prime, il riciclaggio dei proventi del petrolio-produttori e cambiamenti nella struttura della domanda globale ha avuto effetti diversi sui singoli Stati membri. Ad esempio, la concorrenza proveniente dalla Cina e altre economie emergenti ha avuto conseguenze notevoli sul l´andamento delle esportazioni delle economie europee. Anche se la Cina in diretta concorrenza con quasi tutti le economie dell´Unione europea, i cambiamenti nel commercio mondiale sembra aver colpito i paesi in deficit più. I paesi con elevati surplus delle partite correnti mirano a ridurre loro? Alcune delle eccedenze registrati da alcuni paesi dell´Ue sono sul lato alto. Non ci sono prove che punta a un singolo guasto specifico mercato o politiche di intervento sbagliate, ma sembra che vi siano una serie di caratteristiche strutturali che possono aver contribuito all´accumulo di eccedenze. Le riforme strutturali aiuterebbe a rafforzare la domanda interna nei paesi eccedentari e contribuire al riequilibrio. In particolare, le misure politiche volte a migliorare il funzionamento dei settori specifici, quali i servizi, l´intermediazione finanziaria (compresi i prestiti ipotecari) e altri non-tradable favorisca basata sulla domanda crescita nei paesi eccedentari. Mentre questi miglioramenti strutturali sono desiderabili di per sé, le loro ricadute positive su altre economie della zona euro potrebbe essere tangibile. In che misura è un processo di "riequilibrio" già in atto? Il riequilibrio all´interno della zona euro e l´Unione europea è in corso. Finora, la maggior parte ha avuto luogo la regolazione sul lato dei paesi deficitari, mediante riduzione della leva finanziaria che porta alla riduzione dei consumi e degli investimenti, anche se i miglioramenti nella loro competitività hanno svolto un ruolo. C´è stata anche una riduzione delle eccedenze, ma è stato relativamente modesto fino ad ora. Infatti, le eccedenze di conto corrente (e soprattutto eccedenze commerciali) dei alto surplus paesi con i paesi ad alto deficit sono scesi notevolmente, mentre le eccedenze con i paesi terzi sono aumentate. Ciò suggerisce che il riequilibrio intra-Ue non è a scapito della competitività dei paesi in avanzo nei confronti del resto del mondo. Condizioni favorevoli al rafforzamento della domanda interna sono in atto nella maggioranza dei paesi eccedentari. Dal punto di vista dell´area dell´euro, gli sviluppi in due paesi in surplus principali sarà decisivo. Mentre i salari sono destinati ad aumentare relativamente più in Germania e il paese dovrebbe ridurre il suo surplus, la scarsa domanda interna in combinazione con le esigenze deleveraging stanno esercitando pressioni al rialzo sulle eccedenze olandese. Che cosa deve essere fatto al fine di sostenere il processo di riequilibrio? In un´unione monetaria, il meccanismo di regolazione attraverso i costi relativi dovrebbero essere sostenuti da prodotto sufficientemente flessibile e mercato del lavoro che consentono una riallocazione efficiente delle risorse. Maggior parte dei paesi eccedentari stanno vivendo i mercati del lavoro relativamente rigidi, in modo che ci si potrebbe aspettare una più veloce market-driven aumento dei salari in questi paesi . In un contesto di riequilibrio, le politiche con impatto diretto sul costo del lavoro dovrebbe essere discusso in modo coordinato. Si deve distinguere tra le politiche che mirano alla soluzione dei problemi con il funzionamento del mercato del lavoro da quelli che in primo luogo lo scopo di promuovere la competitività. Tuttavia, il riequilibrio all´interno dell´area dell´euro (e della Ue) non può, naturalmente, sono costituiti da politiche che minano la competitività dell´Unione europea, della zona euro o anche di singoli Stati membri per l´economia globale, o l´obiettivo della stabilità dei prezzi . Inoltre, superando la frammentazione finanziaria e il ripristino del suono ´in discesa´ flussi di capitale dal cuore verso i paesi più vulnerabili della zona euro sarà fondamentale per promuovere il loro recupero, la quale, a sua volta, è indispensabile per raggiungere l´equilibrio esterno e la sostenibilità di bilancio . Pertanto, una priorità fondamentale è quello di ripristinare non debitorie che l´afflusso di capitali utilizzati per scopi produttivi, ad esempio sotto forma di investimenti diretti esteri. Adeguata vigilanza finanziaria, e l´attuazione della recente decisione sul meccanismo di controllo singolo (Ssm), sono la chiave a questo proposito per garantire che i risparmi vengono convogliati per usi produttivi. Se l´area dell´euro nel suo insieme ha un account bilanciato di corrente? Nonostante i disavanzi delle partite correnti e le eccedenze nei singoli Stati membri, il conto corrente dell´area dell´euro e l´Ue nel suo insieme è stato nel complesso compensarsi. Ma va notato che la zona euro (o l´Ue) conto corrente non ha bisogno di essere equilibrata. Infatti, le caratteristiche strutturali della zona euro, tra cui la demografia e relativo livello di prosperità, suggeriscono che potrebbe avere un surplus moderata. La zona euro non è un´economia chiusa e la somma delle sue eccedenze e deficit possono differire sostanzialmente da zero. Secondo le previsioni d´autunno della Commissione, l´avanzo delle partite correnti sarà pari al 1,1% del Pil nella zona euro e al 0,4% nella Ue nel 2012, dopo il 0,3% e il 0,0% nel 2011. 4. Follow-up Come intende la Commissione monitorare avanzi delle partite correnti in futuro? La Commissione controlla avanzi delle partite correnti e deficit sotto la procedura per gli squilibri macroeconomici (Mip), che è stato introdotto nel dicembre 2011. Il suo scopo è quello di identificare, prevenire e correggere gli squilibri dannosi, garantendo che le risposte politiche appropriate sono adottate negli Stati membri in modo coordinato. Le questioni che rientrano nell´ambito di applicazione del Mip sono più larghe rispetto ai conti con l´estero, ma il disavanzo delle partite correnti e avanzi posto di primo piano nella procedura. Il punto di partenza di ogni turno del Mip è una relazione meccanismo di allerta (Amr), in cui la Commissione individua gli Stati membri la cui situazione macroeconomica richiede ulteriore esame tramite un esame approfondito. L´analisi contenuta nella Amr si basa, tra l´altro , su un quadro di controllo di undici indicatori macroeconomici. Uno di questi è la media triennale del saldo delle partite correnti in percentuale del Pil, con una soglia indicativa del +6% e -4%. L´asimmetria riflette il fatto che i rischi connessi con disavanzi delle partite correnti sono superiori rispetto ai surplus delle partite correnti. Va notato che vi è una notevole eterogeneità tra gli otto paesi discussi nella relazione sul surplus delle partite correnti. Anche se ci sono risultati per il gruppo dei paesi in avanzo nel loro complesso, le conclusioni tratte per ognuno di loro non sempre si applicano agli altri. Per ulteriori informazioni: http://ec.Europa.eu/economy_finance/publications/european_economy/2012/current-account-surpluses_en.htm  Squilibrio Procedura macroeconomico http://ec.Europa.eu/economy_finance/
economic_governance/macroeconomic_imbalance_procedure/index_en.htm
 
 
   
   
GARANTIRE LA SOLIDITÀ DELLE FINANZE PUBBLICHE: BILANCIO DI SOSTENIBILITÀ FISCALE 2012  
 
Bruxelles, 19 dicembre 2012 - Qual è il bilancio di sostenibilità fiscale? Il Bilancio di Sostenibilità fiscale 2012 è uno studio realizzato dai servizi della Commissione europea. La relazione analizza la sostenibilità delle finanze pubbliche degli Stati membri, esaminando in particolare l´impatto della crisi finanziaria, economica e fiscale e di invecchiamento della popolazione, come stimato nella relazione 2012 sull´invecchiamento 1 . In seguito alla pubblicazione del Bilancio di sostenibilità fiscale precedente, nel 2009, il Consiglio dei Ministri il 10 novembre 2009 ha chiesto alla Commissione di presentare una nuova relazione basata su aggiornate proiezioni di bilancio a lungo termine, che incorpora le implicazioni dell´invecchiamento della popolazione. Quali sono le principali sfide è il bilancio di sostenibilità fiscale 2012 identificare? Il deterioramento delle posizioni di bilancio e l´aumento del debito pubblico dal 2008, insieme con la transizione demografica previsto a causa di un invecchiamento della popolazione, si combinano con la sostenibilità di bilancio e fare una sfida politica acuta. Analisi dei rischi per la sostenibilità di bilancio è quindi essenziale nella congiuntura attuale. Entrambi i paesi della zona euro e l´Unione europea nel suo complesso deve essere in grado di formulare risposte politiche adeguate e ripristinare la credibilità e la fiducia. Poiché gli sviluppi nel recente passato hanno confermato, le sfide della sostenibilità di bilancio sono non solo di un più lungo termine: in particolare, la crisi del debito sovrano ha portato ad alcuni Stati membri che incontrano difficoltà di accesso al mercato. Il rapporto descrive pertanto un approccio multidimensionale per valutare la sostenibilità di bilancio, sulla base delle sfide a breve, medio e lungo termine: · Sfide a breve termine sono identificate attraverso una combinazione di bilancio, indicatori macro-finanziaria e di competitività volte a una´diagnosi precoce della pressione fiscale´ (S0 indicatore). A breve termine i rischi di stress fiscale sono ancora abbattuti in quasi tutti i paesi negli ultimi anni. Nel 2009, quasi due terzi dei paesi dell´Ue sono stati al di sopra della soglia critica, che indica i rischi elevati di pressione fiscale per il 2010. Da allora, rischi a breve termine sono stati progressivamente ridotti, come dimostra l ´indicatore di S0´. · Sfide a medio termine sono legati all´eccesso di proiezioni della spesa legata - in particolare in materia di pensioni, sanità e assistenza a lungo termine - più di ricavi previsti, unitamente ad eventuali gap rispetto al saldo primario necessario per portare il rapporto debito-Pil rapporto al 60% del Pil entro il 2030. Questo è il ´rischio di non conformità del debito´ (indicatore S1). In una prospettiva di medio lungo termine, un ulteriore 4 ¾ punti percentuali del Pil nel risanamento di bilancio in termini strutturali è necessaria l´Ue nel suo insieme per ridurre il debito pubblico al 60% del Pil entro il 2030, come dimostra l´indicatore S1 . Secondo dell´autunno 2012 dei servizi della Commissione ´previsioni economiche 2 , un inasprimento fiscale di 3 punti percentuali del Pil in termini strutturali è già previsto fino al 2014. Ciò comporta uno sforzo aggiuntivo di 1 ¾ punti percentuali del Pil, che comprende un ulteriore consolidamento fiscale e le riforme strutturali, dopo il 2014 per raggiungere la soglia del 60% entro il 2030. La situazione è invece molto diversa nei vari Stati membri, a seconda della loro posizione di bilancio, il livello del debito e la misura in cui spesa legata grava sulle finanze pubbliche nei prossimi due decenni. In termini di proiezioni del debito, a meno che le politiche di bilancio e strutturali vengono regolati ulteriormente, dei crediti nell´Ue rimarrà alta nel prossimo decennio. Come la pressione fiscale da un aumento della popolazione intorno alla metà degli anni 2020, il debito inizierà a crescere ulteriormente. Tuttavia, l´azione decisa a migliorare le posizioni di bilancio in modo graduale e costante e la realizzazione da parte degli Stati membri, dei loro obiettivi di bilancio a medio termine dell´Unione europea avrebbe messo il debito pubblico su un percorso chiaro verso il basso, al di sotto del 60% entro il 2030. Seguire scrupolosamente le norme di bilancio dell´Ue è pertanto necessario garantire livelli di debito sostenibili. · Sfide a lungo termine sono legati anche l´eccesso di proiezioni della spesa legata - in particolare in materia di pensioni, sanità e assistenza a lungo termine - più di entrate previste, nonché ogni divario rispetto al saldo primario necessario per garantire che il rapporto debito in rapporto al Pil non è su una sempre più percorso. Questi sono i "rischi fiscali invecchiamento indotto» (indicatore S2). Nel lunghissimo termine, la sostenibilità fiscale sfida influenzata dall´invecchiamento della popolazione rimangono significative nella maggior parte dei paesi, come dimostra l´indicatore S2. Questo rivela che la politica di aggiustamento supplementare è necessario. Diversi Stati membri hanno riformato i loro sistemi pensionistici e disporli su una base più sostenibile, un processo che deve essere messo in moto in tutti i paesi. Sono sfide specifiche per paese dettagliato? Il rapporto fornisce un´ampia analisi specifiche per paese delle sfide della sostenibilità fiscale. Si rivolge a tutti gli Stati membri ad eccezione di quelli di cui un ricco programma di aggiustamento economico, in quanto la loro sostenibilità di bilancio viene valutata in dettaglio in questo contesto. I rischi per la sostenibilità di bilancio non sono gli stessi per tutti i paesi. Rischi in alcuni paesi sono principalmente di breve e medio-termine, mentre per gli altri sono di una natura a lungo termine, che riflette la necessità di affrontare a lungo termine legate all´età tendenze della spesa pubblica, in particolare in materia di pensioni, sanità e lunghe termine. La combinazione appropriata di politiche dipende dai fattori principali che le sfide alla sostenibilità dei diversi Stati membri si trovano ad affrontare. Http://ec.europa.eu/economy_finance/publications/european_economy/2012/fiscal-sustainability-report_en.htm  1 : Vedi http://ec.Europa.eu/economy_finance/publications/european_economy/2012/2012-ageing-report_en.htm  2 : Vedi http://ec.Europa.eu/economy_finance/eu/forecasts/2012_autumn_forecast_en.htm    
   
   
LA COMMISSIONE EUROPEA PROPONE DI MIGLIORARE LE REGOLE PER FAR RISPETTARE I DIRITTI DELL´UE NEL QUADRO DI ACCORDI COMMERCIALI INTERNAZIONALI  
 
Bruxelles, 19 dicembre 2012 - La Commissione europea ha proposto ieri un nuovo quadro per migliorare la capacità dell´Ue di far valere i propri diritti nel sistema commerciale internazionale. Garantire l´Ue partner commerciali rispettino le regole commerciali concordate è essenziale per rendere gli accordi commerciali lavorano per l´economia dell´Ue. La proposta riguarda l´Ue risposte commerciali in caso di misure commerciali illegali in altri paesi, e consentirà un´azione efficace per salvaguardare gli interessi delle imprese europee e dei lavoratori. La proposta è di un quadro per consentire alla Commissione di agire esecutiva quando gli interessi commerciali dell´Ue sono in gioco, piuttosto che reagire caso per caso, quando il diritto dell´Unione europea non sono rispettati. La proposta odierna consentirebbe all´Ue di mettere in atto risposte commerciali in maniera più snella, efficiente, al fine di incoraggiare il paese incriminato per rimuovere le misure illegali. "L´adesione dell´Unione europea in sede di Organizzazione mondiale del commercio e gli accordi commerciali bilaterali aiutare l´economia dell´Ue. Tali accordi devono essere rispettati per loro di ottenere risultati. Qualora le controversie commerciali internazionali dimostrano che gli altri paesi non hanno giocato secondo le regole, l´Unione europea deve essere in grado di reagire con efficienza e celerità di difendere i propri interessi " , ha dichiarato il commissario europeo per il Commercio Karel De Gucht. "La proposta di oggi ci fornisce gli strumenti per assicurarsi che la materia di diritti commerciali internazionali possano essere applicate correttamente e in tempo reale." La Commissione propone un regolamento per istituire un quadro chiaro e prevedibile per l´adozione di atti di esecuzione a seguito delle controversie commerciali internazionali che hanno un impatto economico negativo per l´Ue. In caso di ultima istanza, sanzioni commerciali possono essere messe in atto per promuovere il paese incriminato di abolire le misure illegali. Azione potrebbe anche essere prese per compensare restrizioni alle importazioni che sono essere imposte ai prodotti comunitari in situazioni eccezionali (le cosiddette misure di salvaguardia), o di reagire ai casi in cui un cambiamento dei paesi membri dell´Omc il suo regime commerciale in un modo che incida negativamente commerciale dell´Ue (ad esempio, aumentando le sue tariffe di importazione) senza adeguato compenso. Tali atti implementating può essere presa solo a determinate condizioni ben definite e potrebbe assumere la forma di dazi doganali nuovi o maggiori o quote sulle importazioni o esportazioni di beni, tra le altre possibili misure. La proposta è per un regolamento Ue del Consiglio e del Parlamento europeo e sarà ora discussa dal Consiglio e dal Parlamento europeo nel quadro della procedura legislativa ordinaria.  
   
   
GIUNTA LAZIO APPROVA FINANZIARIA REGIONALE 2013  
 
 Roma, 19 dicembre 2012 - - La Giunta Polverini ha approvato la Finanziaria regionale per il 2013 che rappresenta la sesta e conclusiva manovra di questa Legislatura, confermando il percorso di risanamento dei conti avviato sin dall’insediamento della Presidente Renata Polverini. La drammatica situazione ereditata – 25 miliardi di debito ed i due terzi del deficit della sanità di tutta Italia in capo alla nostra regione – è stata affrontata con grande energia bloccando la deriva del disavanzo complessivo di bilancio e riducendo da 1,5 miliardi a 600 milioni quello della sanità: è questa, infatti, la stima sul tendenziale del deficit al terzo trimestre 2012 accertata dagli Advisor del Ministero dell’Economia. “Per la prima volta nella sua storia, dunque, - dichiara Polverini - il Lazio può destinare una parte della manovra fiscale agli investimenti ed al sociale e non solo alla copertura del disastroso buco della salute. Gli oneri finanziari lasciati da chi ci ha preceduto, però, pesano ancora come un macigno; il debito con le banche, infatti, vale oltre la metà dei fondi liberi a disposizione della regione tanto che ogni giorno si pagano agli Istituti di credito tre milioni di rimborsi tra capitale ed interessi. Non solo: abbiamo un gravame di circa quattro miliardi relativo alla “perenzione” che, da due anni, per dare certezza ai creditori, copriamo con il bilancio al 70% del totale ed un lascito di mandati emessi e non pagati che, a Marzo 2010, sfiorava i 5 miliardi. A questo si debbono sommare almeno sette successive manovre finanziarie, adottate dai vari governi nazionali negli ultimi due anni, che hanno sottratto alle casse regionali trasferimenti per circa 1,5 miliardi”. Ciononostante la Giunta Polverini è riuscita a governare senza eccessivi scossoni il piano di rientro del deficit sanitario ed a lasciare sostanzialmente intatte le risorse dei settori più sensibili: dalla casa al sociale, dall’ambiente al lavoro, solo per citare quelli socialmente più rilevanti e sensibili. “La manovra 2013 rispecchia queste difficoltà ma, come detto, - aggiunge l’assessore regionale al Bilancio, Stefano Cetica - non le riflette in maniera lineare su tutti i settori, continuando a salvaguardare le fasce più deboli della popolazione laziale anche attraverso l’istituzione di “tasse di scopo” che, non incideranno sui redditi delle persone fisiche o delle piccole e medie imprese: è questo, infatti, il senso della nuova tassa sulle emissioni sonore degli aeromobili e di quella relativa alle emissioni di campi elettromagnetici da parte delle antenne di telefonia mobile. Le due imposte di scopo che proponiamo di istituire con questa Finanziaria, sono destinate al miglioramento dell’ambiente e ad interventi importanti per le politiche sociali, settori questi che hanno risentito pesantemente dalle recenti manovre di finanza pubblica. Solo grazie a questi interventi di natura fiscale possiamo mantenere lo stanziamento previsto per il sociale nell’assestamento di bilancio 2012 nonostante i tagli del Governo, anzi sarà possibile incrementare le risorse da 190 a oltre 200 milioni”. In particolare con la finanziaria 2013 si mantengono gli stanziamenti per l’arsenico, i rifiuti, la difesa del suolo e si istituisce, per la prima volta, un Fondo per il sostegno finanziario alle famiglie numerose utilizzando, per il primo anno, le risorse – circa venti milioni di euro - risparmiate con l’election day e, negli anni successivi, gli ingenti risparmi garantiti dal miglioramento del disavanzo della sanità. In questo modo, una famiglia con tre figli a carico ed un reddito inferiore ai cinquantamila euro avrà diritto, per ogni figlio, ad un contributo pari ad almeno 180 euro anno. Un altro settore particolarmente colpito dai tagli è stato, in questi anni, quello del trasporto; per il Lazio, una tra le pochissime Regioni che aggiungeva risorse proprie, per circa il doppio a quelle previste dai trasferimenti statali, questi tagli hanno rappresentato uno scoglio grandissimo. Attualmente il trasferimento dello Stato è pari a 589 milioni che non coprono la spesa regionale per il settore che, nel 2012, è stata di 867 milioni. Per il 2013 è prevista la copertura dei contratti di servizio di Trenitalia (231 mln), Cotral (233 mln), Ferrovie Ex Concesse-atac (94 mln) più 32 milioni di Iva; con fondi regionali sarà coperto il contributo al Tpl dei Comuni del Lazio intanto con 50 milioni (a fronte dei 70 mln del 2012) e, successivamente, attraverso lo svincolo delle risorse destinate alla copertura del disavanzo della sanità, sarà garantito il contributo a Roma Capitale (188) e i restanti 20 milioni al Tpl degli altri Comuni della regione. In questo modo anche per il 2013 sarà data copertura integrale agli impegni per il trasporto regionale. Altrettanto incisiva è stata l’azione di contenimento della spesa con razionalizzazioni e minori costi che hanno riguardato tutti i settori dell’organizzazione regionale: dal Consiglio regionale (meno 30 milioni) alle spese per la comunicazione della Giunta (passate da circa 10 a 5 milioni; oltre 21 milioni in meno, cioè, di quelli sostenuti nel 2010 dalla Giunta Montino), alle spese relative ai servizi generali e di gestione (circa 20 milioni) come ad esempio spese per la pubblicazione del bollettino e degli atti regionali, affitti, spese di funzionamento, etc.  
   
   
BILANCIO LIGURIA: APPROVATA MANOVRA FISCALE, ESENTATI REDDITI FINO A 27 MILA EURO  
 
Genova, 19 dicembre 2012 - Nel 2013 l´esenzione dal pagamento della maggiorazione regionale all´addizionale Irpef interesserà i redditi fino a 27.000 euro per compensare la riduzione delle entrate certificata dal tavolo di monitoraggio del Ministero delle Finanze e del Ministero della Salute. Lo ha comunicato quest´oggi il presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando insieme all´assessore regionale al Bilancio, Pippo Rossetti nel corso di un incontro con i capigruppo del consiglio regionale, a seguito della riunione del tavolo di monitoraggio avvenuta ieri a Roma. Si riduce dunque lo sgravio fiscale dell´Irpef che fino all´anno scorso interessava i redditi fino a 30.000 euro. "Anche quest´anno la Regione Liguria – spiega l´assessore Rossetti – riesce a varare la manovra di riduzione della pressione fiscale, anche se si riduce la platea dei contribuenti beneficiati che fino all´anno scorso interessava le persone con redditi fino a 30.000 euro. La Regione Liguria si era presentata al tavolo di monitoraggio del Mef e del Ministero della salute con un disavanzo sanitario nel 2011 di 143 milioni di euro che avevamo coperto con la cartolarizzazione e con le risorse della fiscalità, esentando i contribuenti fino a 30.000 euro. La precedente manovra era supportata dalle stime effettuate dal Ministero, nel mese di luglio, sui gettiti Irpef e Irap. Una previsione che il 4 dicembre è stata rivista al ribasso in quanto il Ministero ci ha comunicato che, a causa della congiuntura economica sfavorevole, si avrà un minor gettito stimata dal dipartimento delle Finanze del Mef in circa 10 milioni di euro". A questo punto il Ministero delle Finanze ha chiesto alla Regione Liguria di osservare il decreto legislativo 118 del 2011 che impone di inserire in entrata le stime ministeriali e obbliga, a parità di gettito, a ridurre la platea degli esenti. A seguito della manovra di esenzione la platea dei contribuenti che non pagherà la maggiorazione regionale sull´Irpef dell´0,5% ammonta all´83% dei contribuenti liguri pari a 934.000. Sono circa 170.000 i contribuenti liguri interessati dalla maggiorazione regionale, pari al 17%% sul totale, mentre quelli al di sotto dei 27.000 euro annui ammontano a 765.000.  
   
   
BILANCIO: CHIODI,DOCUMENTO RIGOROSO IN LINEA CON RISANAMENTO VIA LIBERA DA GIUNTA ABRUZZO. CONFERMATA RIDUZIONE DELLE TASSE  
 
 Pescara, 19 dicembre 2012 - "Ampiamente soddisfatto" si è detto il presidente della Regione, Gianni Chiodi, per l´approvazione in Giunta del disegno di legge sul bilancio di previsione 2013. "Anche quest´anno ? ha detto Chiodi - il profilo mantenuto dalla Giunta è stato lo stesso degli anni precedenti, con il rispetto di quei criteri che ci hanno portato nel giro di quattro anni ad imboccare con decisione la strada del risanamento finanziario della Regione. Di solito le Finanziarie di fine legislatura risentono del clima elettorale di rinnovo del Consiglio regionale ed invece questa Giunta ha invertito la tendenza mantenendo tutta quella solidità nel voler costruire un percorso virtuoso negli anni e questo è un fatto nuovo per la nostra Regione. È un bilancio ? spiega Chiodi - che sarà più ricco perché oltre alle risorse che ci danno i cittadini attraverso le tasse, compaiono nel bilancio anche i fondi Fas, essendo l´Abruzzo e il Molise le sole Regioni alle quali sono stati definitivamente approvati. Da una parte dunque la necessaria attenzione a non contrarre altri debiti, come del resto stiamo facendo da quattro anni a questa parte, ma nello stesso tempo possiamo spendere di più grazie alla disponibilità dei fondi Fas". Nella Finanziaria che approderà in Consiglio per l´approvazione entro la fine dell´anno viene confermata la riduzione delle tasse. "Lo abbiamo annunciato qualche mese fa con la dovuta cautela ? conclude Chiodi ? lo abbiamo messo nero su bianco nel documento di bilancio, a conferma del grande lavoro politico e amministrativo fatto da questo governo regionale".  
   
   
BILANCIO E MANOVRA FINANZIARIA REGIONALE TOSCANA: TUTELA PER FASCE PIÙ DEBOLI E CETO MEDIO  
 
Firenze, 19 dicembre 2012 - “Abbiamo presentato una manovra che pone attenzione alla tutela delle fasce sociali in condizioni di bisogno e al ceto medio, ma anche alla grande maggioranza dei settori produttivi, prima di tutto chi esporta e poi il tessuto rappresentato dalle realtà economiche più piccole. Ma la crisi che non accenna a diminuire e che vedrà anche nel 2013 una riduzione del Pil (- 0,5%) ci obbliga a rivedere lo stato sociale e lo stesso pianeta sanità”. Lo ha detto l’assessore regionale al bilancio, Riccardo Nencini, presentando ieri pomeriggio in Consiglio regionale il documento di programmazione economica e finanziaria e il bilancio di previsione della Regione Toscana per il 2013. Per il prossimo anno la manovra fiscale sarà alleggerita di 13 milioni, grazie ad un emendamento presentato dalla maggioranza e condiviso dalla Giunta. La manovra su Irap, addizionale Irpef, bollo e demanio porterà così nelle casse regionali, secondo le stime, circa 233 milioni di euro. Erano 246 nella prima proposta di bilancio. In particolare scende dal 60 al 25 per cento l’imposta regionale sulle concessioni demaniali marittime: oggi è il 15%. Per l’addizionale Irpef è confermato l’1,43 per cento sui primi 28 mila euro di euro: quest’anno era l’1,23, aliquota sotto cui lo Stato non permette di scendere. Si pagherà l’1,73% da 55 mila euro in su, ma non da 28 a 55 mila euro, a cui si applicherà l’aliquota dell’1,68 per cento. Sull’irap, altra modifica, sarà esentato dall’aumento e continuerà a pagare il 3,9% (e non il 4,82%) tutto il settore costruzioni, comprese le imprese che lavorano sulle grandi opere, ma anche radio e tv, trasporto merci e taxi e servizi vari. Già esentati dal rincaro, il manifatturiero, imprese farmaceutiche a parte, e il commercio, ad eccezione delle società di capitali. L’assessore Nencini ha poi sottolineato come la Toscana abbia iniziato la revisione della spesa nel 2010, così oggi è in grado di aggiungere ulteriori 35-40 milioni di tagli nei costi di funzionamento della macchina regionale agli 80 tagliati nel 2010-11. Sottolineando poi il giudizio positivo della Corte dei Conti sul preventivo 2013, ha affermato che “se non avessimo avuto un bilancio in regola sarebbe stato difficile poter destinare immediatamente l’ingente somma di 100 milioni di euro per aiutare le popolazioni alluvionate della Maremma e della Toscana del nord”. Dal 2010 ad oggi le nove manovre economico-finanziarie del Governo sono “costate” alla Toscana una diminuzione di 550 milioni di euro (130 per l’anno prossimo) sul Patto di stabilità, 500 milioni sulle risorse disponibili (72 nel 2013), ulteriori 120 milioni di rìduzioni tra minori fondi comunitari Fas, fondo per la non autosufficienza e per le politiche sociali, tagli drastici in sanità (40 milioni in meno nel 2013). L’unica nota positiva è attesa per il trasporto pubblico locale, il cui fondo nazionale potrebbe salire da 1.200 a 1.665 miliardi. Alla Toscana dovrebbe spettare una quota del 12%.  
   
   
COSTI POLITICA, DE FILIPPO: BASILICATA VIRTUOSA IL COMMENTO DEL PRESIDENTE DOPO IL VARO DELLE NUOVE NORME IN CONSIGLIO REGIONALE  
 
Potenza, 19 dicembre 2012 - La Basilicata è sempre stata tra le due o tre Regioni più virtuose su tutti i parametri dei costi della politica, nell’ambito di una legislazione nazionale non uniforme sul territorio. Ciò nonostante, oggi che il Paese si trova ad affrontare una situazione di particolare difficoltà è giusto rendere ancor più virtuosi i nostri comportamenti eliminando quello che poteva essere percepito come un ultimo spread, un differenziale, tra i sacrifici a cui sono chiamati i cittadini e le virtù richieste alla classe dirigente”. Lo ha sostenuto il presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, a commento dell’approvazione delle nuove norme per il contenimento dei costi della Politica varate oggi dal Consiglio Regionale lucano. “Le nuove norme – ha aggiunto – ci pongono anche in linea con quella spinta all’armonizzazione dei costi della Politica tra le varie Regioni messa in campo a livello nazionale nel confronto tra Conferenza delle Regioni e Governo. Oggi posso dire che il Consiglio ha lavorato bene, nel rispetto dei lucani e della tradizionale storia di buon governo della Basilicata”.  
   
   
BASILICATA: CONSIGLIO REGIONALE, APPROVATA PDL MODIFICA L.R. 16/2002  
 
 Potenza, 19 dicembre 2012 - Il Consiglio regionale ha approvato, ieri, a maggioranza, con la sola astensione del consigliere Romaniello (Sel), la Pdl di iniziativa dei componenti dell’Ufficio di Presidenza e dei presidenti dei gruppi consiliari Ial, Idv, Udc e Gm, che detta modifiche alla L.r. 16/2002 inerente la disciplina generale degli interventi a favore dei lucani all’estero. La legge, che è diretta al contenimento dei costi degli apparati amministrativi e risponde ad una esigenza di un maggior risparmio delle finanze pubbliche, supera il vuoto legislativo determinatosi a seguito della pronuncia di incostituzionalità della suprema Corte sugli articoli 31, 32 e 34 della L.r. 17/2011 (Assestamento bilancio di previsione 2011 relativamente alle voci di indennità, compensi e rimborsi spese della Crle). Le modifiche apportate riguardano la composizione della Commissione e il rimborso spese ai componenti dell’organismo. Le funzioni di presidente della Commissione saranno espletate dal Presidente del Consiglio regionale o da un consigliere da lui delegato. A far parte dell’organismo consiliare, due consiglieri regionali con incarico di vice presidente. Ai componenti della Commissione, esclusi il presidente e i consiglieri, per la partecipazione alle sedute e per le missioni in Italia e all’estero, compete il rimborso spese nei limiti spettanti ai dirigenti del Consiglio regionale. Ridotto il gettone di presenza ai componenti, escluso il presidente e i consiglieri regionali, che passa da 52 a 30 euro per ciascuna giornata di partecipazione alle sedute. Approvata a maggioranza (19 voti a favore di Pd, Idv, Mpa, Gruppo misto, Udc, Sel, Pu e Psi, 6 voti contrari del Pdl,1 astensione, quella di Ial) anche una proposta di legge di iniziativa dei componenti l’Ufficio di Presidenza e dei presidenti dei gruppi consiliari Pd, Gm, Psi, Mpa, Ial e Pu riguardante modifiche alla L.r. N.7/2011 “Disciplina delle attività di informazione e comunicazione della Regione Basilicata”. Lo strumento legislativo mira al contenimento e alla razionalizzazione dei costi degli apparati regionali attraverso l’introduzione della possibilità di conferire l’incarico di coordinatore della Struttura per le attività di informazione, comunicazione ed editoria anche a un dirigente regionale in servizio, senza aggravio di spesa. Prevista l’attribuzione dell’incarico anche ad interim. Sì dell’Assemblea, all’unanimità, su una delibera di Giunta inerente l’approvazione della localizzazione in agro di Calciano, di un impianto di distribuzione carburanti e relativi servizi accessori in variante al Piano territoriale paesistico di area vasta nel bosco Gallipoli Cognato e Piccole Dolomiti Lucane così come modificata dalla delibera di Giunta n.1615 del 27 novembre 2012. In sede di attività di controllo, il Consiglio ha approvato a maggioranza (19 voti a favore di Pd, Idv, Mpa, Gm, Udc, Sel, Pu e Psi, 6 voti contrari del Pdl , 1 astensione, quelle di Ial) la variazione al bilancio di previsione esercizio finanziario 2012 dell’Ardsu (Azienda regionale per il diritto allo studio universitario della Basilicata).  
   
   
ATTUAZIONE PROGRAMMA COMUNITARIO POR CRO FESR: BENE LA REGIONE DEL VENETO  
 
Venezia, 19 dicembre 2012 - Sono positivi i dati relativi alla gestione e attuazione da parte della Regione del Veneto del Programma Operativo Regionale (Por) riferito all’obiettivo Competitività Regionale e Occupazione (Cro) nell’ambito della politica di coesione comunitaria per il periodo di programmazione 2007-2013. Lo ha reso noto ieri l’assessore al bilancio, ai programmi Fesr e alla cooperazione transfrontaliera e transnazionale, Roberto Ciambetti, nel corso del consueto ‘punto stampa’ a palazzo Balbi. Per la parte finanziata dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (Fesr), il Programma finanzia investimenti per il supporto delle attività di ricerca e innovazione, per sostenere e promuovere lo sviluppo dell’imprenditorialità, per favorire il risparmio e l’efficienza energetica, per la valorizzazione dell’ambiente e del territorio, per la diffusione della società dell’informazione, per il potenziamento delle reti di trasporto e della mobilità pulita e sostenibile, per la cooperazione con altre regioni italiane e europee. Obiettivo primario del Programma, che è dotato di 452,7 milioni di euro, è quello di rafforzare la competitività, le attrattive e l’occupazione nel territorio regionale. Anche per quest’anno, come peraltro negli anni precedenti, è stato raggiunto e superato di 11,8 milioni di euro l’obiettivo di spesa stabilito dalla Commissione Europea per il 2012, con una spesa certificata di 193,8 milioni di euro, pari a circa il 43% delle somme programmate. “Ciò conferma l’andamento positivo dell’attuazione del Programma – spiega Ciambetti –, dopo che nel corso dell’anno erano stati raggiunti e superati gli ulteriori obiettivi di spesa di maggio e ottobre stabiliti dal Ministero dell’Economia e delle Finanze”. “La performance della Regione del Veneto – precisa l’assessore – è in linea con quanto richiesto sia dall’Unione Europea sia dallo Stato Italiano. Complessivamente sono stati finanziati oltre 2600 progetti, a cui si aggiungono ulteriori mille imprese finanziate attraverso strumenti innovativi di ingegneria finanziaria”. In generale tutti gli assi prioritari hanno registrato sensibili progressi, ma in particolare per quanto riguarda l’Energia, è stato di recente avviato il “Fondo di rotazione per gli investimenti finalizzati al contenimento dei consumi energetici” con una dotazione finanziaria complessiva di 23,8 milioni di euro, di cui 8,8 in conto capitale a ulteriore sostegno delle piccole e medie imprese.  
   
   
AGGIORNAMENTO RISORSE LIQUIDATE. VENDOLA: "SFORAMENTO, SCELTA POLITICA ECONOMICA"  
 
Bari, 19 dicembre 2012 - In soli quattro giorni lavorativi (da mercoledì 12 dicembre ad oggi) sono stati liquidati altri 70 milioni di euro che si vanno ad aggiungere ai 340 milioni, per un totale di 410. I 70 milioni di euro di spesa sono così suddivisi: 40 di fondi comunitari e 30 di bilancio autonomo. L’incremento di spesa è stato maggiore del 20%. Complessivamente dunque in 42 giorni lavorativi sono stati spesi 410 milioni di euro (l’82%), vale a dire circa 10 milioni al giorno. Questo l’aggiornamento della riunione periodica che gli uffici regionali competenti svolgono per monitorare il livello di spesa raggiunto ad oggi riguardante i 500 milioni di euro (360 di Programmi europei/Fesr e Fse e 140 del bilancio autonomo) con i quali la Giunta regionale ha deciso il 20 ottobre scorso di andare in “sforamento controllato” del Patto di stabilità per il cofinanziamento della spesa dei fondi comunitari e il conseguente raggiungimento dei target a fine anno. Ricordiamo che questi risultati riguardano la liquidazione della spesa, cosa ben diversa dalla certificazione comunitaria delle spese che comporta il raggiungimento o meno dei target dei P.o. Fesr e Fse. “La scelta di utilizzare tutte le possibilità legislative per liberare la spesa corrisponde ad un indirizzo molto forte di politica economica – ha ribadito il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola - la nostra è una scelta consapevole per poter spendere tutti i fondi europei e rispettare i target. La quantità enorme di risorse, circa 500 milioni di euro – ha spiegato Vendola – consente di immettere una buona dose di liquidità nel sistema regionale pugliese. Si tratta infatti di risorse che noi speriamo entrino direttamente in circolo, arrivando quanto prima alle imprese stesse che ne potranno usufruire. Non solo. Ci auguriamo - ha concluso Vendola - che questa massa di liquidità possa aiutare anche il sistema bancario a far da polmone nei confronti del nostro sistema produttivo, cercando di compensare la diminuzione dell’offerta creditizia, già segnalata dal Report della Banca d’Italia di qualche mese fa”. Tra gli interventi destinatari di queste risorse segnaliamo circa 25 milioni di incentivi alle imprese e quasi 30 milioni per la rigenerazione delle città e dei loro centri storici, suddivisi così: - 2,9 milioni di euro per l’Unione dei comuni Montedoro e Sava che comprende otto comuni. - 1,5 milioni di euro per quattro comuni dell’Appennino dauno e la realizzazione del parco della salute. - 15 milioni di euro per Lecce. Fulcro dell’intervento è un grande parco con attrezzature e verde che sorgerà alle spalle della stazione della città. - 8,5 milioni di euro per la città di Monopoli per interventi di restauro, a beneficio dei pescatori, delle banchine del porto e poi per percorsi nel centro storico, ristrutturazione del cinema Radar, trasformazione di un ex mattatoio in una struttura musicale e un asilo nido con interventi di bioarchitettura - 1,7 milioni di euro per la riqualificazione di Piazza Cavour nella città di Bitonto. Con riferimento invece ai Beni culturali, lo sforamento del Patto di stabilità ha consentito la liberalizzazione di ulteriori 11,2 milioni di euro, di cui oltre 4 meuro sui fondi Fesr e 7,2 meuro sul bilancio autonomo e vincolato. Tra gli interventi maggiormente significativi: - 600mila euro per Santa Scolastica di Bari - 1,44 milioni di euro per il Castello Carlo V di Lecce - 260mila euro per la Cattedrale di Trani - 500mila euro per il Palazzo Gioia di Corato - 293mila euro per le Fosse delle Granarie di Cerignola - 2,5 milioni di euro per i Poli Sbn provinciali (Fg-ta-ba-le-br).  
   
   
CALABRIA: CHIARIMENTI SU FONDI PER BENEFICIARI LEGGE 210/92  
 
 Catanzaro, 19 dicembre 2012 - Pervenendo alla Presidenza numerose richieste di chiarimenti sul mancato pagamento del V° e Vi° bimestre 2012 dei beneficiari della Legge 210/92 da parte della Regione, si rappresenta che i fondi assegnati dallo Stato sono stati appena sufficienti a garantire il pagamento delle varie indennità fino al Iii° bimestre 2012. Il Presidente Scopelliti, consapevole delle particolari situazioni di disagio economico e sociale in cui versano queste persone che hanno già subito un danno alla propria salute, ha, più volte, sollecitato il Governo con opportuni documenti ed in Conferenza Stato Regioni al fine del trasferimento delle risorse necessarie per la copertura degli ulteriori tre bimestri e della rivalutazione monetaria in esecuzione alla Sentenza della Corte Costituzionale n. 239/2011. Tenuto conto delle risposte negative pervenute dal Ministero dell’Economia e Finanze, la Giunta regionale con notevole difficoltà, ha reperito risorse finanziarie nel bilancio regionale con le deliberazioni n. 909009 del 31 maggio 2012 per un importo pari a € 508.891,61 e n. 394 del 7 settembre 2012 pari ad € 500.000,00 per consentire il pagamento del Iv° bimestre nonostante la Legge 210/92 sia una funzione delegata.  
   
   
DE FILIPPO: "TUTELARE MEZZOGIORNO DA LOBBY GEOGRAFICHE" IL PRESIDENTE LUCANO INTERVIENE AL CONVEGNO CGIL DI NAPOLI SULLA BUONA POLITICA E AMMONISCE: "IL SUD DEVE FARE MEGLIO, MA NO A CHI VEDE SOLO MARCIO A SUD DEL GARIGLIANO: SIAMO UN´OPPORTUNITÀ PER L´ITALIA". E RILANCIA LA NECESSITÀ DI UN RITORNO DELLA POLITICA AL GOVERNO DEL PAESE.  
 
Napoli, 19 dicembre 2012 - "È necessario accudire, tutelare e mettere in rete i luoghi positivi di buona politica e buona amministrazione, che esistono anche nel Mezzogiorno, e questo dobbiamo farlo contro la più potente delle lobby, quella delle cartine geografiche, che ha stabilito che a sud del Garigliano non c´è altro che una tundra malavitosa, nascondendo la realtà che questa area può essere la vera opportunità per il Paese". Lo ha detto il presidente della Regione Basilicata Vito De Filippo, intervenendo a Napoli al convegno della Cgil "Buona politica e buona amministrazione". "Da parte nostra - ha detto De Filippo - dobbiamo esercitare al massimo le virtù di sobrietà per dare dignità alla politica, ma ancor più per dare servizi essenziali ai nostri cittadini, a partire dalla sanità. Le nostre classi dirigenti del Mezzogiorno su questo non hanno dato prove positive, determinando in molti casi disservizi e commissariamento della gestione. È questo ancora una volta aggravato dalla lobby geografica per cui una sequenza di morti in un ospedale del Nord è notizia di ultima pagina di cronaca, al Sud è questione da porre a carico e colpa di una classe dirigente". De Filippo ha poi parlato anche di fondi europei. "La finalità di coesione espressamente data dall´Europa deve vederci impegnati a sfruttarli al massimo per far recuperare posizioni al nostro Mezzogiorno, e questo è un tema su cui deve misurarsi la nostra classe dirigente per rendere credibili le richieste ulteriori di programmi di ripresa con investimenti nell´automotive, nell´agricoltura, nel manifatturiero, nelle peculiarità di ciascuna terra, come nel caso della Basilicata, in quello energetico, un pieno che a livello locale, abbiamo rafforzato con un contratto di settore che ha messo intorno al tavolo sindacati, imprese e grandi gruppi". Il Presidente lucano ha poi evidenziato il ruolo insostituibile della politica nella vita di una democrazia. "Il pubblico ha margini per rendere la sua azione competitiva - ha detto - e questi margini si chiamano politica e amministrazione che sono un concetto ulteriore e di maggior valore rispetto ad una acritica applicazione di modelli consolidati. Anche per questo credo che le competenze ‘tecniche’ debbano essere solo di supporto alle scelte politiche e che le esperienze di governi meramente tecnici possano rappresentare solo parentesi nella vita di un popolo, a pena di trovarsi di fronte al drammatico bivio tra una rigida burocratizzazione del governo degli avvenimenti, incapace di affrontare e risolvere i problemi, e una deriva oligarchica, in cui l’area della scelta politica viene affidata a una classe proclamata da qualcuno o autoproclamatasi ‘illuminata’. E dato che, come Churchil, sono convinto che la democrazia è la peggior forma di governo, eccezion fatta per quelle sperimentate finora – ha aggiunto – c’è un rapporto imprescindibile tra la buona amministrazione e la politica".  
   
   
CAMPANIA: ATTUAZIONE TITOLO V DELLA COSTITUZIONE, LE AUTONOMIE GUARDANO AL FUTURO- ANTONIO VASSALLO ELETTO PRESIDENTE ANCI GIOVANI CAMPANIA  
 
Napoli, 19 dicembre 2012 - Si è svolta all´auditorium del centro direzionale la conferenza tematica promossa dall´assessorato regionale alle Autonomie, guidato da Pasquale Sommese e dall´Anci Campania, sui nuovi scenari in attuazione del titolo V della Costituzione, in particolare sull´individuazione e allocazione delle funzioni fondamentali di Comuni, Province e Città Metropolitane. Nel corso dei lavori, l´assessore e sindaci di precedenti consiliature hanno consegnato riconoscimenti ai giovani sindaci ed amministratori del Training Camp. Dopo si è proceduto alla elezione del presidente di Anci Giovani Campania. E´ stato scelto Antonio Vassallo, figlio di Angelo. "L´iniziativa odierna - ha sostenuto l´assessore Sommese - è di grande importanza. Le autonomie guardano al futuro, sia per quanto riguarda le nuove funzioni che deriveranno dall´applicazione delle riforme, a partire dal decentramento amministrativo che in Campania stiamo definendo, sia per quanto attiene l´esigenza di rinnovare la classe dirigente. "Il Training Camp realizzato per tanti giovani amministratori si muove nella direzione, da me condivisa e sostenuta, di impegnare le nuove generazioni nel governo della cosa pubblica, garantendo al tempo stesso il rinnovamento e il giusto ricambio generazionale", ha concluso Sommese.  
   
   
FRA LE DECISIONI DELLA GIUNTA REGIONALE DEL PIEMONTE: SANITÀ, AMIANTO, INTERNAZIONALIZZAZIONE, IMPIANTISTICA SPORTIVA, SPORT INVERNALI E VENDITA DEGLI ALLOGGI SOCIALI SONO I PRINCIPALI ARGOMENTI ESAMINATI IL 18 DICEMBRE.  
 
 Torino, 19 dicembre 2012 - La riunione è stata coordinata dal presidente Roberto Cota. Sanità. Come proposto dall’assessore Paolo Monferino, sono state approvate le seguenti delibere: - le disposizioni alle strutture socio-sanitarie per anziani che, per accogliere un’utenza esclusivamente privata, intendono realizzare interventi per ottenere la sola autorizzazione al funzionamento senza successiva richiesta di accreditamento; - una programmazione della rete ospedaliera che, in applicazione della legge nazionale n.135/2012 (spending review), prevede un numero di posti letto massimo corrispondente a 3,7 per mille abitanti, da ottenere con l’omogeneizzazione della distribuzione tra le varie aree territoriali, la revisione della rete di postacuzie e la continuazione delle cure a livello domiciliare o nelle costituende strutture di cure intermedie, l’indicazione alle aziende sanitarie di definire le nuove dotazioni di posti letto correlandole con le altre aziende della stessa area di riferimento; - l’attribuzione all’aso Città della Salute di Torino del coordinamento, dal 1° gennaio 2013, della gestione e dello sviluppo del sistema informatico dell’emergenza a livello piemontese, in quanto si ritiene che la gestione diretta sia strategica per il suo corretto funzionamento; - i nuovi requisiti delle strutture residenziali e semiresidenziali che accolgono i minori temporaneamente allontanati dalla propria famiglia ed i nuclei genitori/bambino, che si pongono l’obiettivo di una maggiore sostenibilità e flessibilità delle stesse e che dovranno essere applicati entro un anno; - la continuazione dell’attività della Biblioteca virtuale per la salute e il riaffidamento all’asl To3 di proseguire il coordinamento a livello piemontese. Amianto. Il protocollo per la gestione di esposti e segnalazioni sulla presenza negli edifici di coperture in cemento-amianto intende, come proposto dagli assessori Paolo Monferino e Roberto Ravello, stabilire precisi criteri per la valutazione del rischio da esposizione e assegnare gradi di priorità il più possibile oggettivi, in modo da assegnare le risorse pubbliche e private necessarie per la rimozione. Internazionalizzazione. Sarà Ceipiemonte, su proposta dell’assessore Massimo Giordano, a dare esecuzione ai progetti intergrati di filiera e di mercato inseriti nel Piano strategico per l’internazionalizzazione, che dovranno essere attuati con il sostegno della Regione, del sistema delle Camere di Commercio e delle imprese interessate. L’elenco comprende 16 progetti di filiera (aerospazio, automotive, Ict, logistica, rubinetteria, editoria, design, elettrodomestici, oreficeria, energia, biomedicale, tessile, automazione, agroalimentare) per un valore complessivo di 10,5 milioni di euro e 15 progetti di mercato per un valore di 3,2 milioni. Impiantistica sportiva. Il piano annuale degli interventi proposto dall’assessore Alberto Cirio stanzia due milioni di euro per attivare e sostenere con la metodologia del bando per contributi lo sviluppo, il potenziamento e la qualificazione degli impianti sportivi presenti in Piemonte, con lo scopo di permettere lo svolgimento di manifestazioni a carattere nazionale ed internazionale e di adeguare quelli esistenti ma inutilizzabili perché non conformi alle norme di sicurezza ed igienico-sanitarie. Sport invernali. Definiti, su proposta dell’assessore Alberto Cirio, il programma triennale 2012-2014 che si propone di favorire la sicurezza delle aree sciabili e della pratica degli sport sulla neve mediante la concessione di contributi agli enti, imprese ed associazioni proprietari degli impianti in modo da riqualificare e potenziare il patrimonio impiantistico e l’offerta turistica, e il programma annuale per le stazioni sciistiche. Per il 2012 le risorse a disposizione ammontano complessivamente ad 1.170.000 euro. Vendita alloggi sociali. Il regolamento regionale proposto dal vicepresidente Ugo Cavallera fissa le norme per la vendita degli alloggi di edilizia sociale. In particolare, definisce le modalità di presentazione delle proposte, il reinvestimento dei proventi, i modi di restituzione alla Regione delle somme così ottenute. Sono inoltre stati approvati: - su proposta del vicepresidente Ugo Cavallera, la variante al piano regolatore di Cambiano (To); - su proposta dell’assessore William Casoni, il protocollo per la metanizzazione delle rete autostradale di Piemonte, Lombardia, Liguria ed Emilia Romagna; - su proposta dell’assessore Michele Coppola, il testo del protocollo d’intesa tra Regione Piemonte, Città ed Università di Torino per lo sviluppo della banca dati on line del servizio Informagiovani; - su proposta dell’assessore Massimo Giordano, la proroga al 31 ottobre 2012 della validità dell’accordo per la realizzazione della nuova sede della cooperativa sociale La Cometa a Trecate (No); - su proposta dell’assessore Roberto Ravello, il programma operativo regionale di attuazione del Piano di gestione del distretto idrografico del Po e l’acquisizione in proprietà delle apparecchiature che costituiscono la rete radio di protezione civile Emercom.net.  
   
   
RIORGANIZZAZIONE UFFICI POSTALI; PRESIDENTE MARINI SCRIVE A POSTE ITALIANE: “IN UMBRIA RISCHIO GRAVISSIMI DISAGI”  
 
Perugia, 19 dicembre 2012 - I processi in atto di riorganizzazione e razionalizzazione dell´assetto territoriale degli uffici postali in Umbria "rischiano di compromettere un fondamentale e primario servizio per i cittadini, soprattutto quelli residenti nelle aree periferiche dei grandi centri urbani, oppure nelle zone rurali e di montagna di cui la nostra regione è particolarmente ricca". E´ quanto afferma la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, in una lettera inviata al responsabile per l´Umbria di Poste Italiane, Tiziana Morandi, con la quale chiede un incontro urgente "per affrontare la situazione umbra al fine di ricercare soluzioni che, pur in presenza della necessità di effettuare un contenimento dei costi del servizio postale, non privino i nostri cittadini del diritto ad avere un servizio pubblico essenziale" La presidente nella lettera fa presente che la difficile situazione che si sta creando in Umbria "mi è stata rappresentata da numerosissimi sindaci della regione che manifestano grande preoccupazione per il grave disagio che si creerebbe, costringendo i cittadini a recarsi in località distanti anche diversi chilometri dagli uffici interessati da eventuali accorpamenti e chiusure". "Ritengo che per una regione come l´Umbria - prosegue la lettera della presidente - sia fondamentale ed essenziale la permanenza dell´attuale numero e locazione degli uffici postali. Tale richiesta nasce da alcune considerazioni, prima fra tutte quella relativa alle peculiarità del territorio umbro - molti territori comunali sono situati in zone montane che presentano difficoltà oggettive di collegamenti - che non consentono di accorpare o sopprimere dei presidi importanti come gli uffici postali - in molti casi unici erogatori di servizi pubblici. In secondo luogo - ricorda la presidente nella lettera - la Regione firmerà, insieme ad Anci Umbria e Poste Italiane spa, un protocollo d´intesa per il potenziamento dell´erogazione di servizi della Pubblica Amministrazione in modalità di multicanalità, multimedialità e integrazione di sportelli civici e sportelli virtuali, in prevalenza attraverso la rete "Sportello Amico". Tutto ciò, con lo scopo di migliorare la qualità della vita dei cittadini, compresi coloro che - conclude Marini - vivono in zone periferiche e disagiate".  
   
   
CONVEGNO SULLO STATO DI ATTUAZIONE DELLA LEGGE REGIONALE SUL SISTEMA CARCERARIO DELLE MARCHE  
 
 Ancona, 19 dicembre 2012 - Migliorare le condizioni di vita all’interno delle carceri e favorire il reinserimento nella società di adulti e minori sottoposti a provvedimenti dell’autorità giudiziaria sono gli obiettivi perseguiti dalla Regione, contenuti nel testo della legge sul sistema carcerario nelle Marche. A quattro anni dall’approvazione, ci si pone l’interrogativo sullo stato di attuazione della legge e verso quale tipo di sistema ci si sta orientando. Entrambi saranno al centro di un convegno, organizzato dall’Assessorato alle Politiche sociali, in programma giovedì 20 dicembre, alle ore 9, ad Ancona, nella Sala Parlamentino di Palazzo Li Madou. “La legge del 2008 – spiega l’assessore Luca Marconi – mira a creare un sistema integrato di servizi. Pensiamo sia utile, come già accaduto lo scorso anno, fare il punto sullo stato di attuazione, sulle criticità e sui risultati raggiunti, in particolare quelli che riguardano il progetto di inserimento lavorativo per i detenuti”. “E’ fondamentale – dichiara Marconi – garantire condizioni di vita accettabili all’interno del carcere e costruire le condizioni per un pieno inserimento in seno alla società una volta scontata la pena; solo così si potranno ottenere benefici sia per i singoli individui che per l’intera comunità”. Al convegno interverranno, oltre all’assessore Marconi, tra gli altri, Anna Bello (presidente del Tribunale di Sorveglianza), Giorgio Caraffa (direttore sanitario dell´Asur), Elena Cicciù (coordinatore del Centro regionale per la mediazione dei conflitti Regione Marche), Patrizia Giunto (responsabile Ufficio Servizi Sociali Minorenni delle Marche, Centro Giustizia Minorile, Ministero della Giustizia), Patrizio Gonnella (presidente dell’Associazione Antigone), Ilse Runsteni (provveditore Prap), Italo Tanoni (garante dei diritti dei detenuti delle Marche), Serena Tomassoni (presidente della Conferenza regionale volontariato giustizia).  
   
   
VIOLENZA SULLE DONNE: GLI UOMINI POSSONO CAMBIARE  
 
Parma, 19 dicembre 2012 – Arginare la violenza sulle donne significa anche intervenire sugli uomini: sulla loro cultura, sul loro modo di agire e di vedere se stessi e le relazioni. Significa anche accompagnarli in percorsi personalizzati ad hoc. È quanto s’è provato a fare a Modena, dov’è sorta la prima struttura pubblica regionale di trattamento dedicata agli uomini, il Centro Ldv (Liberiamoci dalla violenza) dell’Ausl: un’esperienza pilota che può costituire un modello anche per altre realtà territoriali. Proprio di questo s’è parlato  ieri in Provincia nel convegno “Gli uomini e la violenza sulle donne, percorsi di ricerca e cambiamento”, promosso da Ausl di Parma, Provincia, Regione e realizzato con il patrocinio del Comune di Parma: al centro dell’incontro la presentazione dei due quaderni, editi dalla Regione Emilia Romagna, in cui si racconta l’esperienza del nuovo centro oltre a una ricerca condotta intervistando alcuni autori di violenze, uomini seguiti dai servizi o detenuti negli Istituti penitenziari di Modena e Reggio Emilia. “Dietro coloro che maltrattano le donne c’è il mondo degli uomini inerti. C’è un tema culturale, di ruoli, e dell’agito delle donne nel rapporto con gli uomini. Come riusciamo a prevenire? La legge sullo stalking sicuramente ha aperto un’opportunità ma non è tutto, perché le donne continuano a essere oggetto di punizione a prescindere. A Parma ci lavoriamo da tanto, e mi auguro che anche qui possa aprire in fretta uno spazio per gli uomini maltrattanti: uno spazio di relazione, di cura, di ridefinizione dei modelli culturali in base ai quali si sono costruiti i rapporti con le donne”, ha detto nel saluto iniziale l’assessore provinciale alle Politiche sociali Marcella Saccani. Anche in Regione sul tema si sta lavorando da tempo: in un percorso partito con la formazione, proseguito con le iniziative di rete e i servizi rivolti agli uomini e giunto poi alla nascita del centro Ldv di Modena. I numeri del fenomeno li ha snocciolati Antonella Grazia del Servizio Coordinamento politiche sociali della Regione (sulla base di dati stampa perché quelli ufficiali non ci sono) : “129 vittime di cui il 65% in relazione fra loro, solo l’1% è autore sconosciuto, il 30% con arma da taglio, il 26% con arma da fuoco, cosa che ci parla del grado di efferatezza. Il punto di partenza è che la responsabilità della violenza è di chi la attua”.La sociologa Monica Dotti dell’Ausl di Modena, coordinatrice del Centro Ldv, ha ripercorso l’itinerario che ha portato alla nascita del servizio di Modena, dalla formazione regionale al protocollo prefettizio e alla rete degli esperti, per arrivare a un protocollo specifico distretto per distretto: “Il servizio funziona il venerdì pomeriggio e ha un numero telefonico dedicato. Gli psicologi sono maschi per scelta. Seguiamo 20 casi di cui 3 stranieri, età dai 28 ai 65 anni, professioni varie, titolo di studio medio, il 90% ha più di un figlio, 3 hanno concluso la terapia”. Al servizio si accede su base motivazionale, cioè per contatto diretto dell’interessato, ma tutti gli altri servizi lo segnalano ai propri fruitori. Lo psicologo Giorgio Penuti (Ausl di Modena, Centro Ldv) è sceso nello specifico del lavoro e ha descritto gli uomini seguiti dal centro: “Hanno in comune il fatto che minimizzano o negano i comportamenti violenti e tendono a decentrare da sé la responsabilità, non hanno la grammatica delle emozioni. La scommessa che giochiamo negli incontri di valutazione è cercare di metterli in discussione. Violenza è costringere una persona a fare quello che non desidera o impedirle di fare quello che desidera. La violenza appartiene a una strategia che ha come obiettivo la sopraffazione”.“C’è una difficoltà collettiva nell’ammettere la responsabilità maschile sulla violenza, e c’è una difficoltà degli uomini a capire l’inizio e la natura di questa violenza: fanno molta fatica a interrogare le forme culturali delle relazioni. Mentre la condanna della violenza è condivisa, il problema è se siamo in grado di avere un giudizio critico e riflessivo sulle impostazioni culturali che stanno alla base delle relazioni”, ha osservato il sociologo Marco Deriu dell’Università di Parma, direttamente impegnato nelle ricerche raccolte nei due quaderni regionali. “Non ci sono categorie di uomini predisposti o non predisposti: i conflitti e le ambivalenze – ha aggiunto - abitano in tutti noi; quello che cambia è la capacità di avere un dialogo e di riflettere su questi conflitti e queste ambivalenze”.E a Parma? È ipotizzabile anche qui un percorso simile a quello realizzato a Modena? “I consultori e le case della salute sono osservatori privilegiati per una lettura precoce dei fenomeni, e questo riguarda le donne ma anche gli uomini. Per sfruttare queste loro caratteristiche occorre ora aumentare la capacità di ascolto dei professionisti e migliorare ulteriormente una rete che già c’è: affinare gli strumenti che abbiamo e rendere più omogenee le procedure. Puntiamo a una rete più efficace e mirata anche sugli uomini, per i quali la presa in carico ad oggi da noi ancora non c’è”, ha spiegato Paola Salvini, direttore del Servizio salute donna dell’Ausl. “Cominciamo con un progetto finanziato dalla Regione fra quelli di innovazione: accanto ad azioni di prevenzione e sensibilizzazione – ha detto a margine dell’incontro Paolo Volta, direttore delle attività socio-sanitarie dell’Ausl di Parma - si interviene sugli uomini che hanno agito violenza e sono in carcere, coloro cioè che sono arrivati a una condanna per stalking o per aggressività agita. Sicuramente occorre far partire un percorso culturale, il punto vero è questo: non si tratta infatti di aprire un ambulatorio, di mettere una targa, di offrire qualche ora di psicologo la settimana, ma di far crescere una capacità di valutare la situazione, di conoscere il problema, di trovare soluzioni di uscita. Solo in quel momento ha senso anche la targa, anche l’ambulatorio, anche il professionista: senza una crescita culturale è difficile, e non serve a niente”.  
   
   
PUGLIA: ARRIVANO BUONI SERVIZIO PER MINORI, DISABILI, ANZIANI CON TARIFFE AGEVOLATE  
 
Bari, 19 dicembre 2012 - Per la prima volta in Puglia i buoni servizio per minori, disabili e anziani. Oltre 35,5 milioni di euro per favorire la conciliazione tra tempi di lavoro e di cura per i bambini e i non autosufficienti. Interessate oltre 8mila famiglie con minori e oltre 2.500 famiglie con disabili e anziani. Raggiunti dai buoni di servizio 371 asili nido e sezioni primavera, 84 centri diurni sociali e sociosanitari per disabili e anziani e 76 strutture residenziali “In Puglia sono oltre 757mila le persone anziane, 210mila le persone disabili, oltre 628mila i bambini in età dai 3 ai 17 anni e oltre 111mila i bambini da 0 a 2 anni di età. Una platea numerosissima a cui da oggi la Puglia risponde offrendo servizi mirati e qualificati, rispondenti ai loro bisogni in maniera puntuale e garantita da un sistema di offerta controllato ed efficace”. Apre così la conferenza stampa di presentazione dei buoni di servizio per la conciliazione dei tempi di vita-lavoro l´assessore regionale al Welfare Elena Gentile. Avere accesso al nido o ai servizi socioeducativi per i bambini e le bambine è infatti sempre più spesso insostenibile per le famiglie. Come è difficile accedere ai servizi a ciclo diurno per le persone con disabilità o per gli anziani non autosufficienti, cioè per la frequenza dei centri diurni socioeducativi e riabilitativi e per le persone affette da patologie neurodegenerative (demenze senili, Parkinson, Alzheimer). Per sostenere le famiglie e gli enti che gestiscono i servizi rivolti ai due target, l´Assessorato regionale al Welfare ha stanziato in fase di avvio oltre 35,5 milioni di euro per il finanziamento dei “Buoni servizio di conciliazione”, vale a dire per l’erogazione di contributi economici rivolti a sostenere l’onere della compartecipazione delle rette a carico delle famiglie per asili nido e centri diurni e altri servizi per bambini, anziani e disabili. “Si tratta – continua la Gentile – di due interventi davvero molto significativi sia per la platea vasta dei potenziali destinatari finali, ma anche per la platea dei beneficiari, cioè per i soggetti pubblici e privati che erogano i servizi”. Allo stato attuale, per dare un’idea della platea potenziale delle strutture e dei servizi presso cui saranno spendibili i buoni servizi di conciliazione, sono autorizzati al funzionamento in Puglia 371 asili nido e sezioni primavera per un totale di 8.679 posti nido per bambini 3-36 mesi, 84 centri diurni per disabili e anziani di cui circa 70 a valenza sociosanitaria, con oltre 2.200 posti utente, e 76 strutture residenziali con quasi 1.000 posti letto. A regime, cioè impiegando il totale delle risorse disponibili, le due misure saranno in grado raggiungere una platea potenziale di destinatari finali dei buoni servizi di conciliazione che oscilla tra i 6.800 e i 10.000 nuclei familiari per i buoni di servizio per i minori e tra i 1.400 e i 3.500 nuclei familiari per i buoni di servizio per disabili e anziani. Si tratta di due bandi “a sportello”. L’istanza, infatti, deve essere presentata esclusivamente on-line accedendo al seguente indirizzo http://bandi.Pugliasociale.regione.puglia.it. La compilazione on-line dell’istanza può avvenire a partire dalle ore 12.00 del 15 gennaio 2013 per i buoni di servizio per l´infanzia. Alle ore 12.00 del 1°febbraio 2013, si attiva invece il Catalogo dell´Offerta per i buoni di servizio per disabili e anziani.  
   
   
TOSCANA, PIÙ DI 2 MILIONI DI EURO PER DARE SOSTEGNO ALLE FASCE DEBOLI  
 
Firenze, 19 dicembre 2012 - 2 milioni e 235 mila euro messi a disposizione dalla Regione per il completamento di 16 progetti a sostegno alle fasce deboli della popolazione. La giunta regionale ha approvato la delibera nell’ultima seduta. La somma servirà a ultimare tutta una serie di iniziative rivolte in particolare a minori (interventi socio-assistenziali integrativi o sostitutivi della famiglia), disabili (interventi socio-assistenziali finalizzati al mantenimento e al recupero dei livelli di autonomia della persona e al sostegno della famiglia), anziani (interventi socio-assistenziali finalizzati al mantenimento e al recupero delle residue capacità di autonomia della persona e al sostegno della famiglia), persone con problematiche psico-sociali (che necessitano di assistenza continua e risultano prive del necessario supporto familiare, o per le quali la permanenza nel nucleo familiare sia temporaneamente o definitivamente impossibile o contrastante con il progetto individuale), immigrati (interventi di prima accoglienza), giovani e famiglie (attività di aggregazione, di mediazione familiare e consultoriale). Tra gli altri obiettivi: promozione di percorsi di inclusione sociale, collaborazione e integrazione con soggetti della comunità locale, supporto a famiglie con soggetti fragili o a rischio di marginalità sociale, miglioramento dello stile di vita dei giovani. I soggetti interessati sono 11 Comuni (Cecina, Prato, Massa Marittima, Terranuova Bracciolini, Quarrata, Seravezza, Viareggio, Montecarlo, Palaia, Tavarnelle e Aulla), 3 Società della salute (Prato, Grosseto e Pisa) e l’Unione Montana dei Comuni del Mugello.  
   
   
VENETO: APPROVATI BANDI PER IMPRENDITORIA GIOVANILE E FEMMINILE  
 
Venezia, 19 dicembre 2012 - La giunta regionale ha approvato oggi in via ufficiale i nuovi bandi a favore dell’imprenditoria femminile e giovanile. Lo ha reso noto l’assessore all’economia, sviluppo, ricerca e innovazione Isi Coppola al termine della consueta seduta settimanale. L’assessore ha ricordato che i bandi erano stati presentati martedì scorso a Vicenza, di fronte a una platea soprattutto di giovani e imprenditori, con una formula completamente nuova che ha visto l’utilizzo, tra l’altro, di strumenti come Facebook e Twitter. L’assessore ha fatto presente che i bandi sono rivolti alle nuove Pmi, con sede in Veneto, nate dopo l’1 luglio 2011 (sia imprese individuali, cooperative, consorzi, società di persone, di capitali) e prevedono 5 milioni a fondo perduto per investimenti delle nuove Pmi a prevalente partecipazione giovanile e altri 5 milione di euro per Pmi a prevalente partecipazione femminile. Il finanziamento coprirà le spese ammissibili al massimo per il 50% (max di 10 mila euro per spese fino a 20 mila euro, e max 75 mila euro per spese fino a 150 mila). Le domande vanno presentate a partire dal 4 febbraio. La modalità di ricevimento sarà quella “a sportello” senza cioè scadenze temporali per la presentazione. “E’ una modalità – ha detto l’assessore - che ha già dato ottimi risultati, proprio perché consente di prendere in esame subito le domande e di dare una risposta tempestiva alle imprese”  
   
   
FORMAZIONE PER IMPRENDITRICI OVER 50: CONCLUSI OTTO PROGETTI  
 
Verona, 19 dicembre 2012 - Un forte stimolo all’imprenditoria femminile grazie al Progetto Over 50. E’ stato questo il focus della conferenza stampa che si è tenuta venerdì scorso (14 dicembre) nella Sala Consiglio della Camera di Commercio di Verona. Il Progetto Over 50, ideato dal Comitato per la Promozione dell’Imprenditorialità Femminile, è destinato a donne di età non inferiore a 50 anni, residenti in provincia di Verona, motivate ad avviare una nuova attività di impresa. A loro viene offerto di frequentare un corso di formazione sullo sviluppo dell´imprenditorialità: dalla presa di consapevolezza delle competenze personali alle tecniche e strategie di marketing. Ottanta ore di full immersion tra case history e testimonianze per affrontare le sfide del mercato con un occhio alla propria femminilità. La conferenza si è aperta con l’intervento di Graziella Tabacchi Basevi, presidente del Comitato per l´Imprenditorialità Femminile, che ha dato il benvenuto alle signore presenti : le 8 donne che hanno da poco concluso il percorso e le altre 10 che stanno frequentando il corso in questi mesi. “Il Progetto Over 50 è un progetto che fornisce strumenti strategici ed operativi per affrontare il mercato con competenza, oculatezza ma anche tanto entusiasmo, doti tipicamente femminili.” ha commentato. Nicoletta Pistolato, imprenditrice Over 50 e portavoce delle prime 8 donne che hanno aderito all’interessante iniziativa, ha quindi preso parola: “Ringrazio sentitamente il Comitato per l’Imprenditorialità Femminile per l’incredibile possibilità che ci è stata data: a 50 anni abbiamo praticamente iniziato una nuova vita. Abbiamo preso in mano il nostro sogno e fatto diventare realtà! Il Progetto Over 50 ci ha fornito strumenti di business, di marketing, di comportamento e anche di gestione dell’ansia e delle situazioni problematiche”. Ecco gli 8 progetti conclusi: - “Chiosco indipendente su ruote, attività artigianale” di Marisa Fava - “Agenzia di turismo incoming, partecipazione a fiere internazionali, turisti stranieri” di Marisa Vitellozzi - “Concerto-evento, con cena e degustazione vini” di Nicoletta Pistolato - “Spazio benessere con sedia ergonomica (massaggi), installazione in luoghi frequentati” di Ofelia Camara Escudero - “Attività ludico-ricreative-didattiche, attenzione alla disabilità (pet-therapy), ricostruzione western, pratica sportiva equestre, museo western, zona ristoro, accoglienza turistica, scuola di ballo country, eventi” di Eliana Pinotti Tambara - “Progetti di orto-giardino nelle scuole, corsi per la coltivazione, sensibilizzazione, realizzazione aiuole” di Marilena Fraccarolo - “Distribuzione prodotti estetico-parrucchieri-centri benessere,servizi consulenza e formativi, assistenza post-vendita, apertura pv” di Anna Naide Bertasini - ”Consulenza sul risparmio energetico” di Anna Maria Portinari “Quasi tutti i progetti hanno l’obiettivo di offrire benessere” – ha sottolineato Riccardo Borghero, Dirigente Area Affari Economici della Camera di Commercio di Verona – “Questa è una caratteristica tipicamente femminile che accomuna idee imprenditoriali eterogenee. Proprio ieri è stato inoltre approvato il Bilancio Preventivo 2013 che ha stanziato un importante budget destinato ai Progetti del Comitato per l’Imprenditorialità Femminile: con questa decisione la Camera di Commercio ha dimostrato ancora una volta di credere nelle donne imprenditrici e nel loro entusiasmo per contribuire al rilancio della nostra economia”.  
   
   
SOCIALE: TONDO, VILLA RUSSIZ MODELLO DI SOLIDARIETÀ  
 
Capriva del Friuli (Go), Udine, 19 dicembre 2012 - "La forza del Friuli Venezia Giulia, soprattutto in un momento difficile come quello che stiamo attraversando, sta nella sua rete sociale costruita nel tempo grazie alla capacità di interpretare in modo responsabile l´Autonomia Speciale della Regione, una rete basata sui principi di sussidiarietà e di solidarietà". Lo ha detto il presidente della Regione, Renzo Tondo, inaugurando ieri mattina a Capriva del Friuli (Go) la nuova "Casa Elvine" all´interno della Fondazione Villa Russiz, destinata a migliorare l´accoglienza di bambini e adolescenti vittime di gravi situazioni di disagio sociale e familiare. Come ha ricordato il presidente della Fondazione, Silvano Stefanutti, la Casa Famiglia è intitolata alla contessa Elvine Ritter de Zahony, che ancora nel 1894 aveva fondato a Capriva un istituto a favore dei bambini più poveri, di cui Villa Russis è oggi erede. La nuova struttura è stata realizzata grazie a un finanziamento regionale di 1,4 milioni di euro, a cui si sono aggiunte risorse proprie della Fondazione (650 mila euro) e un contributo della Fondazione Carigo. "Come Regione - ha confermato Tondo - non abbiamo mai fatto venir meno gli investimenti per il sociale, e intendiamo mantenerli a maggior ragione oggi, nonostante l´arretramento dello Stato su questi temi e nonostante dobbiamo fare i conti con un miliardo di euro di meno di entrate in bilancio rispetto al 2008, il 20 per cento del totale". Villa Russiz è un´azienda agricola d´avanguardia del Collio goriziano, che destina i proventi della produzione di alta qualità all´assistenza ai minori, bambini dai 3 ai 14 anni, che risiedono nella Casa e vengono seguiti da personale qualificato formato da educatori, volontari e tirocinanti delle Università di Trieste e Udine. "La nostra missione - ha detto Stefanutti - è dare la casa ai bambini che non ce l´hanno, ma non semplicemente quattro mura ma anche quel calore e quell´amore di cui hanno bisogno". Secondo il presidente Tondo, Villa Russiz rappresenta un modello di circolo virtuoso: un sistema pubblico che funziona e che sa spendere bene le sue risorse, in termini di servizi sociali; un sistema privato che è in grado di creare ricchezza; infine, una comunità che sa indirizzare professionalità, energie e impegno volontario nelle opere di solidarietà.  
   
   
ABRUZZO: FONDI PER NIDI E ANZIANI, NUOVA STAGIONE DEL WELFARE  
 
Pescara, 19 dicembre 2012 - La Giunta regionale, su proposta dell´assessore alle Politiche Sociali, Paolo Gatti, ha deliberato lo stanziamento di 1,7 milioni di euro provenienti dal Fondo nazionale delle Politiche della Famiglia in favore dei nidi e degli anziani. In particolare, la delibera sostiene il proseguimento dello sviluppo e consolidamento del sistema integrato di servizi socio-educativi per la prima infanzia, per l´attivazione di nuovi posti, per sostenere i costi di gestione dei posti esistenti e per il miglioramento qualitativo dell´offerta. In secondo luogo si finanzia il perseguimento della promozione di progetti per il superamento del divario digitale in favore degli anziani."In questi anni - ha dichiarato l´Assessore - abbiamo cercato, prima di immaginare, e poi di rendere attuale un modello nuovo di Welfare ispirato alla responsabilità, alla gerarchia di valori, per tutelari sì tutti, ma alcuni prima di altri: i bambini, le donne, gli anziani e i disabili attraverso un confronto franco e leale con le parti sociali, basato solo sull´analisi del possibile. Con la delibera odierna compiamo un nuovo passo per realizzare la nostra idea di un nuovo Welfare. Vogliamo rendere possibile il passaggio dal "welfare mediterraneo" che vede lo Stato affidare solo alla famiglia e alle reti parentali una responsabilità primaria di tutela a un sistema dove alle donne sia concessa una maggiore partecipazione alla sfera produttiva, grazie alla costruzione di politiche di conciliazione e incentivazione. L´esperienza di sostegno crescita e sviluppo qualitativo e quantitativo degli asili nido in Abruzzo si è realizzata non solo grazie alle ingenti risorse stanziate, ma anche con l´innalzamento della qualità dei servizi e delle competenze richieste per potervi operare. L´istituzione del Nucleo di coordinamento pedagogico regionale, che racchiude al suo interno tutte le migliori esperienze abruzzesi in materia, rientra in questa logica. Grazie a queste scelte stiamo rendendo concreta in Abruzzo la nostra idea che vede al centro i bambini e il nuovo ruolo da assegnare alle donne nella società".