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LUNEDI
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Notiziario Marketpress di
Lunedì 25 Marzo 2013 |
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UE: DICHIARAZIONE DEL PRESIDENTE BARROSO A CIPRO |
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Bruxelles 25 marzo 2013 – Di seguito l’intervento di José Manuel Durão
Barroso Presidente della Commissione europea nel corso della Conferenza stampa
di oggi su Cipro:
“Buon pomeriggio signore e signori,
Dopo i colloqui al massimo livello con il Presidente di Cipro, ieri
l´Eurogruppo ha raggiunto un accordo su un programma per la Repubblica di Cipro
che, se correttamente applicato, riteniamo possa ripristinare la redditività
dell´economia cipriota.
La Commissione europea ha lavorato intensamente per rendere questo
possibile accordo.
Abbiamo avuto gli interessi del popolo cipriota in mente tutto questo
processo, da quando abbiamo iniziato i colloqui su un possibile programma già
nel 2011. Abbiamo dovuto trovare una soluzione insieme per un modello di
business che non era fattibile e non poteva offrire una ricchezza duratura al
popolo di Cipro.
Le sfide per Cipro sono immense, ma Cipro può contare su l´Unione
europea a sostenerla. Come ho sottolineato ieri nei colloqui che hanno
preceduto la discussione dell´Eurogruppo, dobbiamo pensare non solo la
stabilità finanziaria. Si tratta di fare ripartire l´economia reale. Ieri sera,
abbiamo concordato un pacchetto di 10 miliardi di euro vale il 55% del Pil di
Cipro. E abbiamo bisogno di guardare a come siamo in grado di mobilitare tutti
i mezzi a nostra disposizione. Questo è il motivo per cui ho deciso di creare
una task force per Cipro a fornire assistenza tecnica alle autorità cipriote.
Vogliamo attenuare le conseguenze sociali dello shock economico,
mobilitando fondi dagli strumenti dell´Unione europea e sostenendo gli sforzi
delle autorità cipriote ´per ripristinare la stabilità finanziaria, economica e
sociale. Porteremo in altre perizie per agevolare lo sviluppo di nuove fonti di
attività economica. La Commissione mantiene il popolo cipriota.
La task force avrà sede a Bruxelles, con un team di supporto a Nicosia.
Lavorerà a stretto contatto con le autorità cipriote per sostenere e integrare
il programma Ue-fmi. Il suo lavoro avrà una forte attenzione per l´occupazione,
la competitività e la crescita. La task force fornirà relazioni trimestrali
alle autorità cipriote e la Commissione. Coordinamento generale della Task
Force, che è anche il coordinamento in stretta collaborazione con la Task Force
per la Grecia, sarà assicurata da vicepresidente della Commissione Olli Rehn.
Come abbiamo dimostrato in passato, l´Europa deve affrontare le sue
sfide insieme. Non lasciare agli Stati membri di fronte a una crisi finanziaria
da solo. Con responsabilità da parte di Cipro, faremo in modo che la
solidarietà è fornito dalla zona euro.
Invito Cipro di mostrare unità e responsabilità nell´attuazione degli
accordi raggiunti. E mi appello a tutti gli Stati membri dell´Unione europea
per mostrare solidarietà con il paese che si trova ad affrontare sfide
straordinarie e che ha bisogno di questa solidarietà in termini molto concreti.”
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MESSAGGIO CONGIUNTA DEL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA, JOSÉ MANUEL DURãO BARROSO, E IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO EUROPEO, HERMAN VAN ROMPUY, IL RINVIO DEL 21 ° VERTICE UE-GIAPPONE |
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Bruxelles, 25 marzo, 2013 - Il
presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, e il presidente del
Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, il 22 marzo hanno rilasciato la seguente
dichiarazione:
"E ´con rammarico che abbiamo deciso di rinviare la prossima
settimana vertice Ue-giappone.
Sono in corso sforzi per trovare una soluzione per la situazione
finanziaria di Cipro che richiedono la nostra presenza a Bruxelles. Ribadiamo
l´importanza delle relazioni Ue-giappone strategiche e desidero ringraziare il
primo ministro Abe per aver espresso la sua comprensione.
Non vediamo l´ora la rinegoziazione del vertice l´occasione più presto
possibile. Come previsto, il commissario De Gucht sarà a Tokyo il Lunedi.
"
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25 MARZO 2013 VERTICE UE-GIAPPONE A TOKYO |
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Bruxelles, 25 marzo 2013 - L´unione europea e il Giappone sono partner
globali affini e le economie più importanti che condividono valori e principi
comuni. Il loro 21 ° Vertice si svolgerà il 25 marzo a Tokyo. L´unione europea
sarà rappresentata da Herman Van Rompuy, presidente del Consiglio europeo, e di
José Manuel Barroso, Presidente della Commissione europea. Giappone sarà
rappresentato dal primo ministro Shinzo Abe.
Il vertice segnerà un importante aggiornamento delle relazioni
Ue-giappone da ufficialmente di avviare negoziati per un accordo quadro
veramente strategico per sviluppare una cooperazione a livello di varia
politica, economica e sociale e un ambizioso accordo di libero scambio che si
prevede di stimolare la crescita e l´occupazione su entrambi i lati . I
negoziati primi due accordi sono per iniziare a metà aprile.
Al vertice, i leader dovrebbero discutere:
Ue-giappone relazioni politiche ed economiche . Lo sviluppo economico e
la situazione politica in entrambi i paesi partner saranno discussi, nonché i
negoziati per un accordo quadro strategico e un accordo di libero scambio.
Leader darà anche impulso per compiere ulteriori progressi nella cooperazione
settoriale, anche in materia di energia, ricerca e innovazione, gestione delle
catastrofi e la cooperazione allo sviluppo.
Questioni regionali , come ad esempio i recenti sviluppi dell´Ue e del
Giappone rispettivi quartieri saranno all´ordine del giorno. In questo
contesto, il programma nucleare iraniano, la situazione nella penisola coreana,
la Siria e il Sahel / Mali saranno discussi. L´ue riaffermare le sue opinioni
sulla necessità di una soluzione pacifica dei conflitti in conformità del
diritto internazionale.
Le sfide globali , in particolare la situazione economica mondiale e il
processo del G20. Giappone e il mercato comunitario rappresentano circa il 30%
della produzione mondiale e quindi avere un importante contributo alla
stabilità economica mondiale a fare. Per l´Ue, la crescita economica e la
stabilità finanziaria vanno di pari passo, in linea con gli impegni del G20. I
leader anche parlare di cooperazione allo sviluppo, i cambiamenti climatici e
le risposte delle crisi, tra lotta al terrorismo e la sicurezza informatica.
Commercio -
Il Giappone è il terzo più grande economia e il commercio è da tempo al
centro predominante delle relazioni Ue-giappone. Nel 2011, l´Ue ha
rappresentato l´11% del commercio del Giappone, rendendo il Giappone il suo
terzo partner commerciale più importante. Giappone era settimo mercato di
esportazione dell´Ue e le esportazioni dell´Unione europea verso il Giappone ha
raggiunto € 49 miliardi di 2011. Nel 2011, le importazioni Ue dal Giappone si è
attestato a € 69000000000. L´ue ha un deficit ricorrente commercio con il
Giappone (€ 20 miliardi nel 2011).
L´ue resta terza destinazione più grande del Giappone per le
esportazioni e la fonte secondo più grande del Giappone delle importazioni dopo
la Cina. Investimenti esteri diretti (comprese quelle Ue) sono ancora bassi in
Giappone, rispetto ad altre economie industrializzate.
Il 29 novembre 2012, il Consiglio ha autorizzato l´apertura di
negoziati per un accordo globale e approfondita di libero scambio tra l´Unione
europea e il Giappone. Ciò potrebbe rafforzare l´economia dell´Europa dal 0,6%
al 0,8% del suo Pil, le esportazioni dell´Ue verso il Giappone potrebbe
aumentare del 32,7%, mentre le esportazioni giapponesi verso l´Ue potrebbe
aumentare del 23,5%. A seguito di tale accordo, 420.000 posti di lavoro
potrebbero essere creati solo nell´Ue.
I negoziati mirano a conclusione di un accordo che copra la progressiva
e reciproca liberalizzazione degli scambi di beni, servizi e degli
investimenti, nonché norme in materia di materia commerciale e l´eliminazione
delle barriere non tariffarie, basata sulla comprensione condivisa del campo di
applicazione e livello di ambizione definito nell´esercizio scoping. Data
l´importanza che l´eliminazione delle barriere non tariffarie è per raggiungere
la parità di condizioni per le imprese europee sul mercato giapponese, le
direttive di negoziato del Consiglio prevedono parallelismo tra l´eliminazione
dei dazi dell´Ue e degli ostacoli non tariffari in Giappone. Essi hanno inoltre
autorizzare la sospensione dei negoziati dopo un anno, se il Giappone non è
all´altezza dei suoi impegni sui rimuovere ostacoli non tariffari. Per
proteggere i delicati settori europei, vi è una clausola di salvaguardia.
La cooperazione politica -
Nel corso del tempo, l´relazioni Ue-giappone ha ampliato in modo
significativo al di là del campo economico. La negoziazione di un accordo
quadro strategico è impostata su perseguire questo miglioramento delle
relazioni politiche. Esso è destinato a rafforzare il dialogo politico,
affermare valori condivisi e approfondire la cooperazione settoriale e il
coordinamento per affrontare le sfide globali e regionali. E ´per coprire la
cooperazione in una vasta gamma di politiche, compresa la politica estera e di sicurezza,
la cooperazione allo sviluppo, le questioni economiche, lo sviluppo
sostenibile, la giustizia, la libertà e la sicurezza, la ricerca e
l´innovazione, nonché l´istruzione e la cultura.
Sia l´Ue e il Giappone sono attori globali e cercano di cooperare
strettamente su una vasta gamma di questioni politiche e globali. Entrambi sono
fortemente impegnati a favore del multilateralismo e sono giocatori importanti
in materia di governance globale, i cambiamenti climatici, la cooperazione allo
sviluppo. Le due parti hanno già un dialogo politico che copre l´intera gamma
di politica estera e di sicurezza.
Ricerca e innovazione -
Il Giappone è uno dei paesi più innovativi in tutto il mondo. Un
accordo di cooperazione scientifica e tecnologica, in vigore dal marzo 2011, è
la base per la cooperazione tra l´Ue e il Giappone in questo settore. I settori
prioritari di cooperazione rafforzata sono l´invecchiamento attivo e sano,
tecnologie a basse emissioni e dei nuovi materiali.
Nel programma quadro di settimo, 63 proposte che coinvolgono 79
partecipanti giapponesi sono stati selezionati per il finanziamento. Le zone
più attive sono le tecnologie dell´informazione e della comunicazione, i
materiali, l´ambiente e la salute.
Prevenzione delle calamità -
Al vertice ultimo, è stato deciso di avviare la cooperazione nella
prevenzione, preparazione e risposta. Questa volta, le lettere saranno
formalmente essere scambiate tra la Commissione e il ministero giapponese del
Territorio, delle Infrastrutture, trasporti e turismo poco prima del vertice.
Entrambe le parti si scambieranno informazioni e le migliori pratiche in
materia di quadri di governance, valutazione del rischio e il coordinamento
della risposta alle calamità per quanto riguarda gravi catastrofi naturali e l´integrazione
del cambiamento climatico nelle politiche di gestione delle catastrofi.
La cooperazione si basa sul sostegno Ue ha fornito durante il disastro
tripla in Giappone nel 2011. 400 tonnellate di aiuti in natura sono stati
consegnati e € 17 milioni di aiuti, che includeva cibo, riparo, cure e sollievo
per migliaia di persone giapponesi colpite dal terremoto e dallo tsunami.
Storia di relazioni Ue-giappone.
1959 Accreditamento di primo rappresentante del Giappone presso le
Comunità europee.
1974 Costituzione della delegazione delle Comunità europee a Tokyo.
1991 primo vertice bilaterale a L´aia.
L´adozione di una dichiarazione congiunta sulle relazioni tra la
Comunità europea ei suoi Stati membri e il Giappone, la decisione di
intensificare il dialogo e rafforzare il partenariato, anche organizzando
vertici annuali.
2001 10 ° vertice di Bruxelles.
Adozione della Ue-giappone piano d´azione "Un progetto per il
nostro futuro comune", tra cui quattro obiettivi principali vale a dire la
promozione della pace e della sicurezza, il rafforzamento del partenariato
economico e commerciale utilizzando il dinamismo della globalizzazione a
beneficio di tutti; affrontare le sfide globali e sociali, e che riunisce le
persone e le culture.
2006 Accordo di cooperazione sugli usi pacifici dell´energia nucleare.
2009 Accordo di cooperazione scientifica e tecnologica (entrato in
vigore 29/3/2011).
Dell´accordo sulla mutua assistenza giudiziaria in materia penale
(entrato in vigore 2011/02/01).
2010 19 ° vertice a Tokyo il 28 aprile, la decisione di istituire un
gruppo ad alto livello per identificare le opzioni per il rafforzamento
completo di tutti gli aspetti delle relazioni Ue-giappone e definiscono il
quadro di attuazione.
Aggiornamento della delegazione Ce a Tokyo per delegazione dell´Unione
europea in linea con Trattato di Lisbona.
2011 20 ° vertice il 28 maggio a Bruxelles.
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UE, BARROSO: “RUSSIA-UNIONE EUROPEA - POTENZIALE PER LA CONFERENZA DI PARTENARIATO: "SPOSTAMENTO IN UN PARTENARIATO DI SCELTA" |
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Mosca, 25 Marzo 2013 – L’
intervento del 21 marzo di José Manuel
Durão Barroso Presidente della Commissione europea alla conferenza Russia-unione
europea - Potenziale per la conferenza di partenariato: “ Primo ministro
Medvedev,
Eccellenze,
Signore e Signori,
Prima di tutto voglio ringraziare e congratularmi con la russa Affari
Internazionali del Consiglio e Igor Ivanov per aver organizzato questo convegno
in un momento opportuno.
E ´un piacere e un onore essere qui con un pubblico così distinto.
Riconosco molti amici, non posso parlare di tutti loro, ma alcuni di loro con i
quali ho lavorato a stretto contatto da Javier Solana di Wolfgang Schüssel a
François Fillon, a Paavo Lipponen, a Franco Frattini, e alcuni altri che vedo
tra il pubblico . Alcuni di voi che hanno fatto così tanto nel corso degli anni
per il processo di collaborazione e di amicizia tra l´Unione europea e la Russia.
Il mondo è infatti in rapida evoluzione. Credo che non dovremmo
prendere partenariati vecchi per scontato e abbiamo bisogno di nutrire tutte le
nostre partnership.
Per il partenariato strategico tra l´Europa e la Russia si tratta di
una doppia sfida, perché il nostro rapporto è contemporaneamente vecchio di
secoli e molto recente, con un riavvio fresco, solo un paio di decenni fa. E
alcuni dei protagonisti sono qui oggi. Questo rapporto non può essere dato per
scontato e ha bisogno di nutrimento costante. Si tratta di una relazione che
deve essere pensato, capito, ricreato e mi viene in mente nessun posto migliore
per pensare, capire e ricreare questa partnership molto importante che qui in
russo gli Affari Internazionali del Consiglio nella vostra azienda e,
naturalmente, in compagnia di Primo Ministro Medvedev.
Vorrei iniziare con una semplice premessa: non c´è dubbio che la Russia
e l´Unione europea sono profondamente intrecciate. Condividiamo un continente,
una storia, un ricco e variegato patrimonio culturale forgiato nel corso dei
secoli.
Vita europea e russa intellettuale e creativo, dalla scienza alla
filosofia, dalle arti alla musica e la letteratura sono stati arricchire e si
influenzano a vicenda, fino al punto di essere uno e lo stesso.
Tolstoj, Dostoevskij, Cechov fanno parte della memoria collettiva
europea. Majakovskij e Malevic sono stati influenzati da e hanno influenzato
europea movimento d´avanguardia. Ricordo anche per esempio la straordinaria
corrispondenza tra Rainer Maria Rilke, Boris Pasternak, Marina Cvetaeva, che
ora fa parte della nostra storia comune condivisa letteraria.
E proprio oggi si celebra la nascita di Modest Mussorgsky, 174 anni fa.
E ´impossibile dimenticare la sua forte influenza su Debussy, Berg, Poulenc. La
sua opera maggiore, Boris Godunov è un esempio di "nostro" melting
pot culturale, con un sapiente equilibrio tra identità musica russa e classiche
convenzioni occidentali, dando una nuova vita a una storia scritta da Pushkin e
con l´ispirazione di Shakespeare e Karamzin.
Ancora più importante, questi legami non sono solo storia e cultura, ma
sono fortemente radicati nella vita di oggi. Sono vivi in forti legami umani,
nei cuori e nelle menti del nostro popolo, nel calore delle unioni familiari
numerosi, nell´entusiasmo dei giovani studenti, lavoratori o turisti alla
scoperta degli altri paesi e modi di vita, scambio di esperienze, l´apertura al
nuove prospettive.
E anche negli anni in cui la differenza di regimi politici e una
cortina di ferro ci ha portato a parte, le voci di Solzenicyn e di Sakharov, la
poesia di Anna Achmatova, la musica di Shostakovich e Stravinsky, la danza di
Rudolf Nureyev, il cinema di Tarkovskij ha ricordato noi che ciò che ci unisce
è molto, molto più profondo di quello che ci separava.
In breve, la storia e la civiltà europea sarebbe incompleta senza la
Russia. Sì, la Russia è un paese europeo e la storia russa e la civiltà non può
essere dissociata da Europa e la fertilizzazione incrociata che è successo nel
corso dei secoli.
Ma la nostra stretta relazione non si basa solo sulle nostre
obbligazioni a lungo e solido di storia, cultura e di parentela, anche se sono
cruciali. Nel corso degli anni e in particolare dopo gli sviluppi in Russia
negli anni ´90, vi è un impegno duro e costante per costruire un ampio
partenariato per il bene di maggiore prosperità, la prevedibilità e la
sicurezza per l´Unione europea e la Russia, e per il mondo e anche per la
regione in generale.
Obbligazioni economiche sono spesso considerati, a ragione, come uno
dei fattori più importanti per rendere le persone e le nazioni insieme, per
gettare solide basi per una più ampia e il rafforzamento delle relazioni e
migliorare la stabilità nel tempo. L´unione europea è infatti di per sé un
esempio!
E qui, l´Unione europea e la Russia hanno una storia particolarmente
impressionante da raccontare. Il commercio è davvero parte del battito cardiaco
del nostro rapporto. L´unione europea è il maggior partner commerciale globale
lontana Russia. E la Russia è il principale partner commerciale terzo
dell´Unione europea. Nel 2012 solo il volume totale degli scambi commerciali
tra l´Unione europea e la Russia ha raggiunto € 336.000.000.000 e circa il 75%
degli investimenti esteri diretti in Russia è di origine europea. Nel 2010 lo
stock dell´Unione europea di investimenti diretti esteri in Russia sono
ammontate a 120 miliardi di euro. Più di Cina e India insieme!
E non dobbiamo dimenticare che l´Unione europea è il primo cliente del
principale prodotto di esportazione russa: l´energia. 80% di tutte le
esportazioni di petrolio russo, il 70% di tutte le esportazioni di gas russo,
il 50% di tutte le esportazioni di carbone russi vanno verso l´Unione europea.
Questo dimostra che la storia e la parentela è stata sostenuta da un
rapporto solido e strutturato che ha un impatto diretto nella prosperità del
nostro popolo e il benessere.
Signore e signori,
Il caso di Unione europea-Russia impegno è schiacciante. E ´chiaro che
hanno un forte interesse a costruire sulla nostra interdipendenza economica e
di lavoro sempre più vicini in così tante aree di commercio e gli investimenti
per l´energia e la mobilità, al buon governo, i diritti umani, umanitari e
problemi di sicurezza del mondo.
La questione centrale è se stiamo facendo quanto in nostro potere per
garantire che il nostro partenariato mantiene le promesse piena. Penso che la
risposta onesta è: non ancora. Il fatto è che dovremmo collaborare più
strettamente, non solo perché dobbiamo, ma anche perché vogliamo. Non solo
perché siamo condannati ad essere vicini di casa, ma perché noi abbiamo scelto
di essere partner.
In altre parole per realizzare il pieno potenziale del nostro rapporto,
dobbiamo aggiungere alla nostra partnership di necessità un partenariato di
scelta.
Abbiamo già condividono una visione di tale partenariato, la visione a
lungo termine, e penso che sia importante, anche quando prendiamo decisioni
concrete sia nella vita quotidiana, in politica o affari, per avere una visione
a lungo termine. La visione a lungo termine è uno spazio economico comune e
umano da Lisbona a Vladivostok con corsa a vuoto delle persone, il libero
scambio di beni e servizi, una cooperazione molto stretta generale. Questa è la
nostra visione a lungo termine.
Ma credo che tutti noi d´accordo che questo vero e proprio obiettivo
comune rimane in qualche modo concettuale, a meno che non si definiscono
insieme come ci arriviamo. Certamente non in una sola volta. Il divario è
troppo ampio tra breve termine problemi e lungo termine consenso. Quindi, per
contribuire a colmare questa lacuna, dobbiamo adeguare la nostra ambizione
politica e concentrarsi sul medio termine con una serie di obiettivi credibili
e realistici che si può raggiungere negli anni a venire. E in effetti
l´incontro che ho intenzione di avere più tardi di oggi, con il Presidente
Putin e il primo ministro Medvedev, e domani, tra la Commissione e il governo russo,
sono parte di questo processo.
Un primo passo fondamentale in questo programma a medio termine
dovrebbe essere quello di concordare un quadro istituzionale adeguato. Una
Ue-russia nuovo accordo è destinato a svolgere tale compito. Sarebbe altamente
simbolico se si potesse concludere i negoziati entro l´anno prossimo, quando si
celebrerà il 20 ° anniversario del partenariato e di cooperazione del 1994.
L´apc ci ha servito bene e ha dato una solida base giuridica per le nostre
relazioni, di essere ulteriormente elaborata nel 2003 con i quattro spazi
comuni e le tabelle di marcia relative.
Ma ora è giunto il momento per una vestibilità accordo modernizzato e
aggiornato per un 21 ° secolo e rapporto proporzionato con la nostra
partnership strategica e avendo in mente questa prospettiva a lungo termine.
Un accordo ambizioso e globale Nuova, che include un framework
sviluppato regolamentazione con norme comuni e le norme, disposizioni sugli
scambi e l´energia potrebbe contribuire a creare più ampie strategie di
cooperazione con evidenti situazioni vantaggiose per tutti.
Sarebbe anche alla base del nostro obiettivo comune di portare i nostri
popoli ancora di più insieme in un regime senza visti di viaggio.
In secondo luogo, se vogliamo davvero l´approfondimento del nostro
partenariato strategico e che istituisce un partenariato di scelta, la conditio
sine qua non è certamente la fiducia reciproca. Ciò comporta che gli impegni
reciproci, siano essi bilaterali o multilaterali, devono essere rispettati. Una
relazione strategica deve essere sostenuto con fiducia strategica.
Tutti e due, la Russia e l´Unione europea, condividere le
responsabilità globali come membri del G8, del G20 e l´Organizzazione mondiale
del commercio. Come sapete l´Unione europea, e direttamente alla Commissione,
ha pienamente sostenuto l´adesione della Russia all´Omc. Lo vediamo come un
passo veramente storico.
Noi, ovviamente, capire che un importante processo di adeguamento delle
norme interne è necessario per la Russia a rispettare pienamente gli impegni
dell´Omc. Ma questo dovrebbe essere sullo spostamento in avanti e non indietro.
Questo dovrebbe essere di circa l´applicazione alla lettera e allo spirito
degli impegni assunti e non su di loro violazione. Si tratterà di un vero e proprio
terreno di gioco e reciprocamente vantaggiosa. E a questo proposito il G20,
attualmente sotto la presidenza della Russia, deve certamente continuare la sua
lotta contro tutte le forme di protezionismo e in difesa di mercati aperti.
Entrambi ci hanno anche impegni vincolanti in quanto membri delle
Nazioni Unite, il Consiglio d´Europa e l´Osce: impegni per il rispetto della
democrazia e dei diritti umani, stato di diritto e la libertà di espressione e
di riunione. Il rispetto di questi valori è la chiave per un rapporto solido e
di fiducia.
Signore e Signori,
Winston Churchill, in una frase molto citata una volta ha detto che la
Russia è "un enigma avvolto in un mistero all´interno di un enigma".
Ma quello che la gente sa meno è quello che ha detto dopo quella frase e lui ha
detto che "c´è la chiave per capire e che la chiave è il russo interesse
nazionale". L´interesse nazionale russo è sicuramente per la Russia a
decidere.
Ma se guardiamo indietro nella storia possiamo vedere che i più grandi
momenti di questo grande paese e la grande storia russa sono stati con la
maggiore apertura al mondo, quando abbracciò l´Europa, quando è successo
modernizzato.
Pensiamo di Pietro il Grande consigliato dal grande matematico tedesco
Leibniz filosofo sulla fondazione di un´accademia delle scienze in Russia o
Caterina la Grande, che corrispondeva con tanti importanti intellettuali
occidentali europei dal Diderot al economista inglese Arthur Young o il
matematico svizzero e fisico Leonhard Euler. Grandi momenti della civiltà sono
stati i momenti di interazione tra la Russia e l´Europa occidentale.
La modernizzazione è ancora un obiettivo strategico della Russia di
oggi. E l´Unione europea è ancora il primo partner di scelta in questo
processo. Sono quindi particolarmente lieto di aver avviato, insieme a Dmitry
Medvedev, nel nostro 24 Vertice Ue-russia qualche tempo fa, una importante
partnership per la modernizzazione, che è stata formalizzata l´anno successivo,
2010, in occasione del vertice di Rostov.
Da allora abbiamo fatto progressi. I nostri quadri normativi sono stati
approssimati, la partecipazione russa a programmi comunitari di ricerca e
sviluppo sono aumentati. 475 organizzazioni di ricerca russi sono coinvolti in
più di 300 progetti, riceve un contributo comunitario di 60 milioni di euro.
E la Banca europea per gli investimenti ha dato un prestito di 200
milioni di euro per l´internazionalizzazione delle Pmi, per fare solo alcuni
esempi, potrei aggiungere molti altri. Con gli scambi commerciali e gli
investimenti anche venire nuove idee e una maggiore innovazione, portando a
prodotti e servizi che creano posti di lavoro e la crescita economica. Questo
significa più opportunità per tutti noi di prosperare insieme. Siamo infatti
impostato su un notevole vantaggio da una maggiore integrazione del commercio,
gli investimenti e lo scambio di tecnologia.
Il mondo di oggi è guidata dalla conoscenza, innovazione e tecnologia.
È per questo che hanno dichiarato il 2014 come l´Ue-russia Anno di Scienza,
Tecnologia e Innovazione e abbiamo proposto di istituire una Unione europea-Russia
partenariato strategico in ricerca e innovazione. Questo sarà un passo in
avanti molto importante per l´approfondimento della nostra relazione, perché la
ricerca e l´innovazione è molto più di sviluppo del prodotto. Si tratta di come
le nostre società cambiare e migliorare. Si tratta della nostra capacità di
adeguarsi insieme alle nuove realtà economiche e sociali e per creare il futuro
a cui aspiriamo.
Si tratta di affrontare insieme le nuove sfide. E l´energia, un settore
cruciale per entrambi, è chiaramente una di queste sfide.
Al centro della politica energetica dell´Unione europea sono la scelta
del consumatore, tariffe più eque, l´energia pulita e la sicurezza
dell´approvvigionamento. E ´su questa solida base che stiamo sviluppando il
nostro mercato interno dell´energia. E abbiamo fatto molta strada in questo
senso negli ultimi anni.
Si tratta di un settore in cui è a volte la tensione nel nostro
rapporto. E mi sento ancora che i nostri obiettivi sono stati probabilmente non
sufficientemente spiegato o non pienamente compreso dai nostri partner russi.
La realtà è che all´interno di un aperto, interconnesso e competitivo
mercato energetico comunitario, forniture russe rimarrà una componente molto
importante. Un mercato completamente liberalizzato Ue significa anche maggiori
opportunità per più fornitori russi. Abbiamo un interesse comune a mantenere
l´approvvigionamento energetico e dei mercati stabili e nel contribuire a
promuovere la concorrenza e impedire i monopoli. Questo è anche parte del
programma di modernizzazione che siamo entrambi impegnati trovi
Ma un efficace processo di modernizzazione economica può solo contare
su persone di talento, innovativo e dedicato. Un fiorente, economia sostenibile
va di pari passo con una società fiorente. Ciò richiede il rispetto dello Stato
di diritto e garantire i diritti dei cittadini, la lotta alla corruzione e lo
sviluppo di condizioni di parità per le imprese. Inoltre, prosperità economica
sostenibile e duratura stabilità sociale dipendono dalla piena attuazione di
tali impegni. Si tratta di una questione di ben compreso interesse.
Signore e Signori,
La Russia è un continente travestito da un paese, la Russia è una
civiltà velato come nazione. Tuttavia, nel mondo di oggi anche il più grande e
il più potente non sono in grado di affrontare le sfide attuali da solo. Questa
è la più grande lezione trarre dalla recente crisi economica e finanziaria. E
in Europa siamo il superamento di questa crisi attraverso un approfondimento
del nostro progetto di integrazione regionale, completando la nostra Unione
economica e monetaria e completamento dei collegamenti mancanti del nostro
mercato interno.
La Russia ha recentemente avviato un progetto di integrazione regionale
che sta portando alla formazione del Comitato economico Unione Eurasiatica.
Come un progetto di integrazione regionale in sé l´Unione europea non può che
sostenere l´integrazione regionale altrove.
E ´comunque importante che questi progetti di integrazione sono
costruiti in modo tale da favorire le nostre relazioni bilaterali che
ostacolano invece di loro. Che hanno lo scopo di aumentare l´apertura dei
nostri paesi al resto del mondo, invece di auto-ridimensionamento. E che si
basano su un regionalismo aperto, invece di protezionismo regionale.
Per questo motivo è fondamentale che si cominci a lavorare per rendere
i nostri rispettivi progetti compatibili e convergenti, in termini di principi,
valori e norme. Abbiamo una vasta esperienza in questo settore che possiamo
condividere con la Russia e la Commissione eurasiatico, se possiamo essere
rassicurati su questi principi.
In realtà, la nostra visione per il continente europeo è quella di
un´apertura a tutti i partner e al mondo, la cooperazione sulla base di valori
e principi comuni, le economie libere e integrata, e il rispetto della libera
volontà del popolo.
E ´su questa visione che abbiamo costruito la nostra politica di
allargamento e il nostro partenariato orientale. E ´su questa visione che
vogliamo approfondire il nostro partenariato strategico con la Russia e altre
contee della regione. Abbiamo molto da guadagnare da esso e il nostro vicinato
comune non può che giovare se non vi è la collaborazione tra i nostri approcci
piuttosto che di concorrenza.
Dobbiamo anche continuare a allineare le nostre posizioni sulle
questioni più critiche internazionali. La costruttività che guida già il nostro
lavoro comune nel quadro dei colloqui Iran, o nel processo di pace in Medio
Oriente, deve anche permetterci di far convergere le nostre posizioni sulla
Siria. Ho detto molte volte che la situazione in Siria è una macchia sulla
coscienza del mondo. La comunità internazionale ha il dovere morale per affrontarlo.
Eccellenze,
Signore e Signori,
Solo una parola su una questione che so essere di vostro interesse: la
questione di Cipro. Sono molto preoccupato con gli ultimi sviluppi a Cipro, in
particolare a causa delle conseguenze per i cittadini di Cipro. Conseguenze che
sono il risultato di un sistema insostenibile finanziario che è
fondamentalmente otto volte più grande di quanto il Pil di quel paese - un
sistema che ha certamente a migliorare. E come sapete, non c´era la possibilità
di attuare l´accordo raggiunto all´unanimità l´Eurogruppo tra Cipro e gli altri
paesi della zona euro. La Commissione europea è pronta ad assistere trovare un
accordo, e infatti, come sapete, le consultazioni sono in corso tra Cipro e gli
altri membri dell´Eurogruppo per trovare una soluzione. Abbiamo in passato
risolto problemi più grandi, spero che questa volta una soluzione può anche
essere trovati.
Sono anche consapevole degli interessi della Russia in questo numero. E
infatti noi come Commissione europea sono stati in consultazione con la Russia
per un certo tempo. Ho parlato di questo problema con il presidente Putin dopo
l´Unione europea-Russia svoltosi il 21 dicembre a Bruxelles. Il Commissario
responsabile, vicepresidente Rehn, nella San Pietroburgo del G20, ha incontrato
il ministro delle Finanze della Russia, e solo il 7 marzo c´è stata una
conversazione telefonica tra il Commissario e il Ministro delle Finanze della
Russia.
Per quanto riguarda le conclusioni dell´Eurogruppo scorso, la Russia
non è stato informato perché i governi europei non sono stati informati -
cerchiamo di essere completamente aperti e onesti su questo problema. Non c´era
una pre-decisione prima della riunione dell´Eurogruppo. La riunione
dell´Eurogruppo ha concluso, credo, nelle prime ore di Sabato e la decisione è
il risultato di un compromesso tra i paesi dell´Eurogruppo. Ma naturalmente qui
in Russia, oggi, sarà, ovviamente, come sempre, aperto ad ascoltare le
preoccupazioni dei nostri partner russi.
Signore e signori,
La mia visione della politica mondiale non è quella di un gioco a somma
zero, ma piuttosto di un approccio win-win. Questo dovrebbe valere anche per il
nostro rapporto. Ho cercato di sviluppare oggi molto brevemente i pilastri ei
principi per quello che penso dovrebbe essere un partenariato di scelta tra
l´Unione europea e la Russia, fondato sulla fiducia strategica.
Questo è certamente un processo a lungo termine. Ma Leo Tolstoj ci ha
ricordato nella sua grande opera Guerra e Pace, che "i due guerrieri più
importanti sono la pazienza e il tempo".
E in questo spirito invito tutti i nostri partner russi nel governo,
nel mondo degli affari e nella società civile, di dedicare il loro tempo a
questo progetto eccezionale grande di fare le relazioni tra Russia e Unione
europea di un partenariato di scelta, una grande partnership basata anche sulla
principi di amicizia tra i popoli dell´Unione europea e il popolo della Russia.
Vi ringrazio per la vostra attenzione.”
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ACCORDO TRA CONSIGLIO E PARLAMENTO UE SU BASILEA III |
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Bruxelles, 25 marzo 2013 – Di seguito la dichiarazione, del 22 marzo, del Vice Presidente Tajani sull´accordo tra
Consiglio e Parlamento Ue su Basilea III.
"L´accordo raggiunto tra Parlamento e Consiglio sul testo
definitivo di Basilea Iii è una buona notizia per le imprese europee. Grazie
alla collaborazione con il collega Barnier siamo riusciti a fare in modo che
gli incrementi di capitale necessari per dare maggiore stabilità alle banche
non rendano ancora più difficile l´accesso al credito per le Piccole e Medie
Imprese.
E´ stato, infatti, inserito nel diritto Ue un coefficiente correttivo
per adattare Basilea Iii alle esigenze delle Piccole e Medie Imprese.
Grazie a questo coefficiente correttivo, i nuovi requisiti di capitale
non si applicheranno ai crediti alle Piccole e Medie Imprese."
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UE: NUOVE REGOLE PRUDENZIALI E IMPORRE REQUISITI PIÙ SEVERI PER LE BANCHE |
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Bruxelles, 21 marzo 2013 – Di seguito la Dichiarazione del 21 marzo commissario
Michel Barnier con l´accordo del trilogo del nuove regole prudenziali imporre
requisiti più severi per le banche: “
Accolgo con favore l´importante accordo raggiunto la scorsa notte su
una serie di due testi che richiedono alle banche di avere riserve di capitale
e di liquidità. L´accordo finale deriva da elementi che sono stati concordati
in occasione del trilogo il 27 febbraio (cfr. Memo/13/155 ). Dopo l´accordo sul
meccanismo di vigilanza Unico due giorni fa (vedi Memo/13/251 ), abbiamo fatto
un altro passo importante verso una vera e propria banca unione, che aiuterà a
stabilire la stabilità delle banche europee e questo andrà a beneficio le
nostre economie in generale.
Il nuovo quadro giuridico rafforzare la solidità delle banche e la loro
capacità di gestire adeguatamente i rischi connessi con la loro attività e di
assorbire le perdite causate dai loro operazioni.
Inoltre, queste nuove norme rafforzerà la buona governance delle
banche. Politiche di remunerazione dovrebbe riecheggiare le pratiche di
gestione del rischio efficace e padronanza. Gli Azionisti hanno una speciale
responsabilità e ora la retribuzione variabile di coloro che corrono rischi
deve essere proporzionale alla loro retribuzione fissa, dal momento che il
testo introduce un rapporto di massima da osservare. Le autorità di vigilanza
darà anche maggiori poteri di imporre sanzioni se le regole non sono state
seguite.
Con due testi in cui è stato raggiunto un accordo ieri sera, abbiamo
raggiunto due tappe significative della nostra agenda regolamentazione
finanziaria.
In primo luogo, il sindacato è ora contando su. E abbiamo tutti gli
elementi per renderlo una realtà. Abbiamo un "codice unico" per le
banche con le norme del mercato unico direttamente applicabile in tutti gli
Stati membri, senza l´arbitraggio regolamentare possibile, fornendo allo stesso
tempo una certa flessibilità per le autorità di vigilanza nazionali per
affrontare i rischi specifici delle banche e la loro loro mercati. E singola
autorità di vigilanza possono utilizzare questo strumento essenziale, una volta
operativo.
In secondo luogo, siamo ora in grado di soddisfare un altro dei nostri
impegni fondamentali assunti in occasione del G20, perché Crdiv si tradurranno
in diritto comunitario le regole di Basilea Iii. Con l´accordo su questi due
testi ottenuti la scorsa notte, recepisce le norme Ue patrimoniali delle banche
adottato a livello internazionale e, così facendo, si realizza appieno le
decisioni del G20. Questo accordo dimostra che l´Unione europea è in prima
linea per promuovere una attuazione coordinata delle regole di Basilea Iii per
creare una vera "parità di condizioni" per le banche e prevenire
l´instabilità che potrebbe derivare da una situazione in cui i due il più
grande mercato finanziario del mondo hanno regole diverse. Ci auguriamo che gli
altri membri anche prendere i loro impegni del G20.
I negoziati tra il Parlamento europeo e il Consiglio sono stati una
vera e propria sfida in quanto la Commissione ha presentato la sua proposta sul
tavolo nel luglio 2011. Ma grazie alla atteggiamento proattivo di tutte le
parti, abbiamo messo in atto oggi strumenti importanti per rendere le banche
più resistente. Vorrei ringraziare tutti coloro che sono stati coinvolti nel
processo, in particolare il testo relatore, onorevole Karas, ma anche "ombra"
relatori Bullman, la signora Bowles, il signor e la signora Lamberts e Ford
presidenze polacca, danese , Cipro e Irlanda. Spero che il Parlamento europeo
risponde a questo accordo politico nella prossima sessione plenaria.
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UE: PROCEDURE D´INFRAZIONE APERTE A MARZO: DECISIONI PRINCIPALI |
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Occupazione
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Bruxelles, 25 marzo 2013 - Con le procedure d´infrazione aperte questo
mese la Commissione europea avvia azioni legali nei confronti di alcuni Stati
membri per inadempimento degli obblighi previsti dalla normativa dell´Unione.
Le decisioni qui esposte, relative a settori diversi si propongono di garantire
la corretta applicazione del diritto dell´Unione a favore dei cittadini e delle
imprese. La Commissione ha adottato oggi 101 decisioni, tra le quali 3 pareri
motivati e 9 deferimenti alla Corte di giustizia dell´Unione europea, 4 dei
quali comportano sanzioni pecuniarie. Si riporta qui di seguito una breve
esposizione delle decisioni principali. 1. Deferimenti alla Corte di giustizia
con richiesta di sanzioni pecuniarie · Energie rinnovabili: la Commissione
deferisce la Polonia e Cipro alla Corte di giustizia per mancato recepimento
delle regole Ue La Commissione europea deferisce la Polonia e Cipro alla Corte
di giustizia dell´Unione europea per il mancato recepimento della direttiva
sulle energie rinnovabili. La direttiva intende assicurare una quota del 20% di
energie rinnovabili nell´Ue entro il 2020. La direttiva doveva essere recepita
dagli Stati membri entro il 5 dicembre 2010. Per la Polonia la Commissione
propone una sanzione giornaliera di 133 228,80 euro. Per Cipro la Commissione
propone una sanzione giornaliera di 11 404,80 euro. Le sanzioni proposte
tengono conto della durata e della gravità dell´infrazione. In caso di sentenza
affermativa della Corte la sanzione giornaliera andrà pagata dalla data della
sentenza fino all´avvenuto recepimento. L´importo definitivo delle sanzioni
giornaliere sarà deciso dalla Corte. · Mercato interno dell´energia: la
Commissione deferisce la Romania alla Corte di giustizia per non aver recepito
appieno le regole Ue La Commissione europea deferisce la Romania alla Corte di
giustizia dell´Unione europea per non aver recepito appieno le regole Ue in
tema di mercato interno dell´energia. A tutt´oggi la Romania ha recepito
soltanto in parte le direttive Elettricità e Gas. Gli Stati membri dovrebbero
però aver pienamente recepito queste direttive già entro il 3 marzo 2011. Per
ciascuna direttiva recepita soltanto in parte la Commissione propone una
sanzione giornaliera di 30 228,48 euro. Il livello della sanzione è definito
tenendo conto della durata e della gravità dell´infrazione. In caso di sentenza
affermativa della Corte la sanzione giornaliera andrà pagata dalla data della
sentenza fino all´avvenuto recepimento. L´importo definitivo delle sanzioni
giornaliere sarà deciso dalla Corte. 2. Altri deferimenti alla Corte di
giustizia · Ambiente: la Commissione deferisce il Belgio alla Corte di
giustizia a motivo delle acque urbane reflue non trattate La Commissione
europea è preoccupata perché il Belgio viene meno all´obbligo di proteggere i
propri cittadini dagli effetti delle acque urbane reflue non trattate.
Nonostante precedenti solleciti della Commissione diverse città in Belgio non
si sono ancora messe a norma. L´efflusso delle acque urbane reflue non trattate
costituisce una minaccia per la salute umana e per l´ambiente. Per indurre il
Belgio ad accelerare i suoi interventi in questo ambito la Commissione
deferisce tale paese alla Corte di giustizia dell´Ue su raccomandazione del Commissario
Janez Potočnik, responsabile per l´Ambiente. · Trasporto per via terrestre di
merci pericolose: la Commissione deferisce il Belgio alla Corte di giustizia
per non aver aggiornato la legislazione nazionale La Commissione europea ha
deciso oggi di citare il Belgio innanzi alla Corte di giustizia dell´Unione
europea per non aver adottato una legislazione nazionale sul trasporto
terrestre di merci pericolose. · Ambiente: la Commissione deferisce l´Italia
alla Corte di giustizia a causa dell´inadeguato trattamento dei rifiuti messi
in discarica in Lazio La Commissione europea deferisce oggi l´Italia alla Corte
di giustizia per non essersi adeguata al disposto della normativa Ue in tema di
rifiuti. A causa di un´interpretazione restrittiva da parte delle autorità
italiane di ciò che costituisce un trattamento sufficiente dei rifiuti, la
discarica di Malagrotta vicino a Roma e altre discariche nella regione Lazio
ricevono rifiuti che non sono stati previamente sottoposti al trattamento
prescritto dalla normativa Ue. Le discariche funzionanti in violazione della
legislazione Ue in materia di rifiuti rappresentano una grave minaccia per la
salute umana e l´ambiente. Su raccomandazione di Janez Potočnik, Commissario
responsabile per l´Ambiente, la Commissione cita l´Italia innanzi alla Corte di
giustizia dell´Ue. · Sicurezza sociale: la Commissione deferisce Malta innanzi
alla Corte di giustizia per i tagli apportati alle pensioni di persone che
ricevono pensioni di servizio da altri Stati membri La Commissione europea ha
deciso di deferire Malta alla Corte di giustizia dell´Ue perché riduce le
pensioni di vecchiaia maltesi se il beneficiario riceve una pensione da un
altro Stato membro in seguito all´attività lavorativa prestata nel servizio
pubblico di tale Stato. · Trasporti aerei: la Commissione deferisce il
Portogallo innanzi alla Corte di giustizia europea in relazione ai servizi di
assistenza a terra negli aeroporti di Lisbona, Porto e Faro La Commissione
europea ha deciso oggi di citare il Portogallo innanzi alla Corte di giustizia
dell´Unione europea per l´applicazione incorretta delle regole sui servizi di
assistenza a terra negli aeroporti. Tali regole, che concernono la
movimentazione del bagaglio, i servizi di rampa e la movimentazione di merci e
posta, non sono rispettate negli aeroporti di Lisbona, Porto e Faro. La
Commissione è preoccupata che ciò produca condizioni non eque tra i possibili
operatori dei servizi di terra e comporti costi addizionali e servizi di
qualità scadente per le compagnie aeree e i passeggeri. 3. Pareri motivati ·
Libera circolazione dei capitali: la Commissione ha chiesto alla Bulgaria di
rispettare le regole dell´Ue La Commissione europea ha sollecitato oggi la
Bulgaria a rispettare le regole dell´Ue sulla libera circolazione dei capitali
(articolo 63 del Trattato sul funzionamento dell´Unione europea). La legge sul
controllo della privatizzazione e post-privatizzazione introduce in Bulgaria
diritti speciali per lo Stato bulgaro che potrebbero limitare la libera
circolazione dei capitali. In forza di tale legge anche se uno solo degli
azionisti di un´impresa viola gli obblighi che gli incombono in forza di un
contratto di privatizzazione, i diritti speciali consentono allo Stato bulgaro
di imporre ipoteche e altre garanzie non solo sulle proprietà di detto
azionista, ma anche e addizionalmente sulle proprietà dell´impresa
privatizzata. Se la Bulgaria non abolirà questi diritti speciali ciò potrebbe
disincentivare gli investimenti Ue già esistenti in Bulgaria e dissuadere altri
dall´investire in tale paese in futuro. Poiché la Bulgaria non ha ancora
abrogato queste restrizioni la Commissione le chiede, nella forma di un parere
motivato, di intervenire per ottemperare appieno alle regole Ue. Se le autorità
bulgare non risponderanno in modo soddisfacente entro due mesi, la Commissione
potrà deferire la questione alla Corte di giustizia dell´Ue. · Appalti della
difesa: la Commissione chiede al Portogallo di applicare le regole dell´Ue La
Commissione europea ha chiesto oggi al Portogallo di attuare appieno la
direttiva sugli appalti relativi ad armi, munizioni e materiale militare
(nonché lavori e servizi correlati) ai fini della difesa nonché gli appalti di
forniture, lavori e servizi sensibili ai fini della sicurezza. La direttiva sugli
appalti della difesa (direttiva 2009/81/Ce) doveva essere implementata in tutti
gli Stati membri dell´Ue entro il 20 agosto 2011. Il Portogallo ha posto in
atto però soltanto parte delle disposizioni prescritte. La richiesta della
Commissione si configura in un parere motivato in forza delle procedure
d´infrazione dell´Ue. Se entro due mesi non verrà notificata nessuna misura
atta a por fine alla violazione della normativa dell´Ue, la Commissione potrà
decidere di deferire il Portogallo alla Corte di giustizia dell´Ue. · Ambiente:
la Commissione sollecita la Slovenia ad ottemperare alla normativa Ue sulla
gestione dei rifiuti a Kidričevo La Commissione europea sollecita la Slovenia
ad ottemperare alla normativa Ue sui rifiuti e a rimuovere una grande quantità
di pneumatici di scarto messi in discarica in una cava di ghiaia a Lovrenc na
Dravskem polju nel comune di Kidričevo. La messa in discarica di pneumatici di
scarto è vietata nell´Ue, segnatamente a motivo della loro elevata
infiammabilità, e la gestione dei rifiuti deve avvenire senza mettere in
pericolo la salute umana o l´ambiente e senza comportare rischi per l´acqua,
l´aria, i terreni, le piante o gli animali. La cava di ghiaia in questione
contiene 107 060 m3 di pneumatici di scarto interi e sminuzzati, due grandi
incendi si sono già verificati nel sito e nei pressi della cava vi è una delle
maggiori riserve d´acqua potabile del paese. Su raccomandazione di Janez
Potočnik, Commissario responsabile per l´Ambiente, la Commissione invia un
parere motivato (la seconda fase in una procedura d´infrazione Ue). Se la
Slovenia non interverrà entro due mesi la Commissione potrà deferire il caso
alla Corte di giustizia dell´Ue.
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RAFFORZARE LA DIMENSIONE SOCIALE DELL´UNIONE ECONOMICA E MONETARIA |
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Bruxelles, 25 marzo 2013 - L’intervento
del 21 marzo di László Andor Commissario europeo responsabile per
l´Occupazione, gli affari sociali e l´inclusione alla Conferenza dei Länder
tedeschi Ue dei ministri degli Europa sociale: “
Ministri,
Signore e signori,
Sono grato per l´opportunità di condividere la mia preoccupazione per i
problemi occupazionali e sociali che affliggono l´Unione e gli sforzi dell´Ue
per affrontarle.
Apprezzo anche l´opportunità di parlare con voi circa la necessità di
rafforzare la dimensione sociale dell´Unione economica e monetaria.
Le sfide dell´invecchiamento della popolazione, una contrazione della
forza lavoro, l´aumento degli indici di dipendenza e di modelli familiari che
cambiano, si aggiunge alla pressione sui bilanci di protezione sociale.
Questi problemi variano di intensità in tutta l´Unione, ma ci sono
pochi paesi in cui il loro impatto non si fa sentire.
Credo che non si può ignorare la loro gravità o dei pericoli in loro
possesso per l´economia e per la società, o il loro potenziale di minare la
coesione sociale e mettono in pericolo il nostro modello sociale.
L´aumento della disoccupazione e un numero crescente di persone sotto
la soglia di povertà può corrodere la fiducia nelle nostre istituzioni e il
sostegno di razza per soluzioni semplicistiche o estremista.
Esse possono anche compromettere conquiste politiche dell´Unione
europea.
Cinque anni dopo l´inizio della crisi finanziaria ed economica, la
crescita in tutta l´Ue ha subito un rallentamento e la situazione occupazionale
e sociale è peggiorata.
Sempre più persone si trovano ad affrontare la povertà, il numero di
famiglie senza lavoro è in aumento, così come il numero di famiglie a basso
reddito in difficoltà finanziarie.
Gli sforzi per assicurare finanze pubbliche sostenibili dovrebbe andare
di pari passo con le azioni per affrontare le sfide sociali.
È per questo che dobbiamo cercare nuove strade di crescita che li
costringe a passare nei nostri sistemi sociali non necessariamente più , ma in
modo più efficace - insieme delle attività di governance più robusti e una
maggiore competitività.
La Commissione europea per il 2012 per lo sviluppo economico e sociale
in Europa recensione nota una divergenza ampliamento occupazionale e sociale
tra gli Stati membri dell´Ue meridionali e periferici - che sembrano essere
catturati in una spirale verso il basso - e dell´Unione europea gli Stati
membri settentrionali e centrali - che stanno dimostrando una maggiore
resilienza.
Ciò è in parte dovuto al modo in cui l´economia si è esibito nel
complesso, ma gran parte della differenza di prestazioni è il risultato del
modo in cui i mercati del lavoro e dei sistemi sociali hanno reagito alla
crisi.
I paesi del nord e centro Europa tendono ad avere mercati del lavoro
che funzionano meglio.
I loro sistemi di protezione sociale tendono ad essere più efficiente e
più efficace di stabilizzatori automatici.
Questa divergenza è maggiore nella zona euro che tra i paesi che non
partecipano all´euro.
La popolazione europea sta diventando sempre più polarizzata tra il
vecchio e il giovane, i ricchi ei poveri.
Obiettivi del trattato, l´economia sociale di mercato e di Europa 2020
Il quadro che ho dipinto sembra ben lontano da ciò che la strategia
Europa 2020 prescritto.
Nell´insieme, i progressi verso il raggiungimento degli obiettivi degli
Stati membri è lento e molti non sono semplicemente in pista.
Tuttavia, la strategia Europa 2020 è stato progettato dopo l´inizio
della crisi per generare una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva e
trasformare l´Unione europea in una sorta di Unione che gli europei vogliono
vivere in entro il 2020.
I suoi obiettivi riflettono gli obiettivi dei trattati e dei principi
di cui all´articolo 3. Questo articolo fa riferimento importante, in
particolare, per l´economia sociale di mercato, la piena occupazione, il
progresso sociale e un livello elevato di protezione.
, Che riecheggia anche in Articolo 9 - la "clausola sociale"
-, del trattato sul funzionamento dell´Unione europea.
I trattati inoltre sottolineare il ruolo fondamentale del dialogo
sociale per il modello sociale europeo.
Non è un caso che gli Stati membri i risultati migliori in termini di
sostenibilità finanziaria, la crescita economica e l´occupazione hanno tutti
forti, forme istituzionalizzate di dialogo sociale.
In realtà probabilmente meglio illustrare l´economia sociale di mercato
che il supporto trattati:
un mercato economia che sfrutta la concorrenza per mantenere bassi i
prezzi e generare crescita e l´innovazione, con le regole per eliminare la
distorsione;
con una dimensione sociale che comporta l´applicazione delle norme in
materia di condizioni di lavoro, individuali e dei diritti dei lavoratori, e
l´obiettivo della piena occupazione, e
visualizzazione di una preoccupazione per la sostenibilità, illustrata
dall´idea di crescita equilibrata e la qualità dell´ambiente.
Signore e signori,
In molti modi, la Germania offre un modello. Le sue prestazioni in
termini economici e sociali è qualcosa da prendere l´orgoglio dentro
Tasso di disoccupazione in Germania è del 5,3% - alla pari con
Lussemburgo.
Solo l´Austria fa meglio tra gli Stati membri.
Nel frattempo, il tasso di disoccupazione è del 10,8% in tutta l´Unione
europea e 11,9% nell´area dell´euro.
Ma io sono interessato a come risultati complessivi dell´Ue come in
prestazioni individuali degli Stati membri ´.
La domanda che dobbiamo porci, signore e signori, è come possiamo tutti
fare meglio insieme per soddisfare obiettivi di Europa 2020 e trasformare
l´Unione europea in una sorta di Unione persone vogliono vivere in entro il
2020.
L´attuale crisi economica mostra la dipendenza delle economie degli
Stati membri sono gli uni sugli altri.
I problemi sociali ed economici possono propagarsi agli altri paesi
della zona euro, e per l´Ue nel suo complesso.
Al contrario, se il più debole fare meglio, questo aiuterà il più forte
fare ancora meglio anche.
I paesi membri sono come un treno merci con 27 locomotive accoppiate
insieme.
Se uno ha un motore difettoso, l´intero treno andrà più lento.
Ma se il più lento locomotiva può sviluppare più potenza e prendere più
del carico, poi l´intero treno sarà più veloce.
Semestre europeo
Tuttavia, l´Unione ha fatto molto di recente per rafforzare la
governance della politica economica e sociale.
Per garantire che la strategia Europa 2020 offre, un forte, efficace
sistema di governance economica è stato istituito per coordinare l´Unione
europea e l´azione politica degli Stati membri ´.
L´adozione del sondaggio annuale della crescita 2013 a novembre 2012 ha
lanciato il terzo semestre europeo.
Esso ha fissato le priorità economiche e sociali per l´Unione europea
nel 2013, vale a dire:
perseguire differenziata, favorevole alla crescita consolidamento
fiscale;
ripristinare il normale prestito per l´economia;
promuovere la crescita e la competitività;
lotta contro la disoccupazione e le conseguenze sociali della crisi;
modernizzazione della pubblica amministrazione.
Vorrei qui sottolineare che la Commissione ha invitato gli Stati membri
a riferire nei loro programmi nazionali di riforma sul modo in cui sono
coinvolte le regioni nella stesura di questi documenti.
Questo sottolinea l´importanza del contributo dei Länder al programma
nazionale di riforma della Germania.
Concludendo la prima fase del semestre europeo 2013, il Consiglio
europeo di primavera ha sottolineato l´azione di lotta alla disoccupazione come
la sfida più importante sociale.
Emu dimensione sociale
Il Consiglio europeo di giugno dovrebbe portare maggiore chiarezza
sulla questione della dimensione sociale dell´Unione economica e monetaria.
Il Consiglio europeo di primavera ha preso atto dei lavori in corso, ma
non ha ancora commentare le idee per rafforzare la dimensione sociale.
In seno alla Commissione che sono state cercando in un quadro di
valutazione sociale del rapporto di lavoro chiave e indicatori sociali per
individuare gli squilibri sociali e innescando l´azione collettiva di
prevenzione prima che i problemi di occupazione e sviluppo sociale in modo
sproporzionato.
Tale quadro di valutazione dovrebbe fornire maggiore visibilità per la
politica sociale dimensione durante l´assunzione di macro-economiche delle
decisioni, e rafforzare il monitoraggio e il coordinamento della politica
occupazionale e sociale e individuare e alleviare le difficoltà in tempo utile.
Pacchetto per l´occupazione
Signore e signori,
L´ue ha anche preso altre misure per combattere la disoccupazione.
Nel mese di aprile dello scorso anno il nostro pacchetto per
l´occupazione di cui iniziative concrete per affrontare la crisi occupazionale.
Ha inviato un messaggio chiaro sulla necessità di concentrarsi sulla
creazione di posti di lavoro, in particolare, le fiscale dal lavoro, un uso più
efficace di assunzione di sovvenzioni e sfruttare le potenzialità di settori
chiave come le Tic, posti di lavoro verdi e l´assistenza sanitaria.
Ha sostenuto investire nelle competenze, individuando le giuste
competenze e la previsione del mercato del lavoro ha bisogno di più precisione.
Per creare un vero mercato europeo del lavoro, ha chiesto che la
mobilità del lavoro per essere migliorata rimuovendo gli ostacoli alla libera
circolazione dei lavoratori e trasformare la rete Eures in un vero e proprio
posizionamento europea e strumento di reclutamento.
Occupazione giovanile
Abbiamo seguito il pacchetto per l´occupazione con il pacchetto per
l´occupazione giovanile.
Il tasso di disoccupazione per i giovani in Germania è al 7,9%, ma è
del 23,6% in tutta l´Ue.
La crisi ha fortemente diminuito le prospettive occupazionali dei
giovani in molte regioni dell´Ue.
Essere disoccupati in giovane età può avere conseguenze negative di
lunga durata e portare un più alto rischio di disoccupazione e l´esclusione
sociale.
Alla fine di febbraio, gli Stati membri hanno concordato una
raccomandazione del Consiglio di istituire regimi di garanzia per i giovani.
Questi dovrebbero garantire che tutti i giovani ricevono un´offerta di
qualità di un lavoro, ha continuato l´istruzione, un apprendistato o un
tirocinio entro quattro mesi dalla cessazione del lavoro o di abbandonare l´istruzione
formale.
La garanzia per i giovani che hanno bisogno di finanziamenti, ma il
costo di finanziamento è molto inferiore al costo di non fare nulla.
I 14 milioni di giovani dai 15 ai 29 nella Ue che non sono né occupati,
né in istruzione o di formazione dovrebbe costare l´equivalente di 1,21% del
Pil dell´Ue.
Questa è una perdita annuale di € 153.000.000.000 agli Stati membri.
La garanzia per i giovani genererà un rendimento positivo, migliorando
la situazione a lungo termine degli Stati membri ´economica.
Finanziamento dell´Ue sarà disponibile anche per integrare le risorse
nazionali.
Il Consiglio europeo di febbraio ha deciso di sostenere l´attuazione di
garanzia per i giovani, destinando € 6 miliardi per una iniziativa per
l´occupazione giovanile.
Dal 2014 questo sarà a disposizione delle regioni in cui la
disoccupazione giovanile è oltre il 25%.
A tal fine la Commissione ha adottato le proposte il 12 marzo per la
modifica del regolamento relativo al Fondo sociale europeo al fine di garantire
il finanziamento può essere utilizzato rapidamente.
Finanziamenti Ue
La questione del finanziamento della politica sociale, in generale, è
di fondamentale importanza.
La politica di coesione, e in particolare il Fondo sociale europeo,
sono stati tra i principali strumenti europei per promuovere una crescita
intelligente, sostenibile e inclusiva.
Nel solo 2011, più di 13 milioni di persone, tra cui i lavoratori
scarsamente qualificati, i disabili, le minoranze, compresi i Rom ei giovani e
gli anziani, ha partecipato a programmi del Fondo sociale.
Ma l´azione di soddisfare obiettivi di Europa 2020 sarà credibile
soltanto se il nostro investimento sociale è sufficiente.
È per questo che abbiamo bisogno di destinare almeno il 25% delle
risorse di coesione per il Fondo sociale europeo e almeno il 20% di tale
importo per l´inclusione sociale.
La disoccupazione giovanile ha bisogno di finanziamenti adeguati
troppo, e il Fondo sociale, supplemente d dal supplemento di € 3 miliardi
l´iniziativa per l´occupazione giovanile, svolgerà un ruolo fondamentale.
Purtroppo, si nota c´è resistenza all´idea di una quota minima per il
Fondo sociale.
Questo non impedisce ai singoli Stati membri di destinare una quota
sostanziale del loro bilancio della politica di coesione per il capitale umano
e rafforzando la sua dimensione sociale.
Tuttavia, a livello dell´Unione, le risorse disponibili per investire
nelle persone, un importante fattore di crescita di miglioramento, è probabile
un ulteriore calo, come hanno fatto in precedenti periodi di programmazione.
Naturalmente, investendo in modo efficace è importante quanto l´importo
in questione.
È per questo che un quadro politico coerente per l´Ue cofinanziato
assistenza attraverso ex-ante condizionalità, partnership più forti, ad
alleggerire gli oneri amministrativi e risposte integrate sono componenti
cruciali del nuovo quadro della politica di coesione.
Investimenti pacchetto sociale
La nostra risposta più recente al lavoro sociale e di emergenza
derivante dalla crisi attuale è il pacchetto di investimento sociale.
Fornisce una guida sulla modernizzazione dei sistemi di welfare e sul
sostegno comunitario può offrire per l´attuazione di riforme strutturali.
L´idea alla base è che la spesa sociale è molto più un investimento con
un vero e proprio ritorno in futuro.
Gli Stati membri dovrebbero esaminare l´efficienza complessiva e
l´efficacia della loro spesa, individuando le politiche che producono il
massimo rendimento e, ove possibile, semplificando la gestione delle
prestazioni sociali.
Questo aiuterà gli Stati membri a uscire dalla crisi economica più
forte, più coesa e più competitiva nel lungo termine.
Conclusione
Signore e signori,
Non solo l´attuale crisi che minano la coesione sociale in molti Stati
membri, ma è anche chiamando il modello sociale europeo in discussione.
La crisi sociale sta allevando disaffezione con le istituzioni
nazionali ed europee che potrebbero causare risultati disfacimento dell´Unione.
E ´tempo di dare sostanza alla clausola sociale e gli obiettivi del
Trattato e dei principi.
Sappiamo che di solito ci vogliono una crisi per gli Stati membri a
mordere la punta e prendere decisioni importanti.
Credo che questo sia il caso ora e l´attuale dibattito sulla dimensione
sociale dell´Unione economica e monetaria conferma.
Il modo in cui viene riformato l´unione economica e monetaria sarà un
test per il progetto di integrazione europea nel suo complesso.
Vi incoraggio dunque a prendere parte al dibattito.
Grazie.”
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MESSAGGIO DI CONGRATULAZIONI DEL PRESIDENTE BARROSO SULLA NOMINA DELLA SIG.RA ALENKA BRATUšEK COME PRIMO MINISTRO DELLA REPUBBLICA DI SLOVENIA |
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Bruxelles, 25 marzo 2013 - Il presidente della Commissione europea,
José Manuel Durão Barroso,il 21 marzo ha
inviato una lettera di congratulazioni alla signora Alenka Bratušek in
occasione della sua nomina a Primo Ministro della Repubblica di Slovenia:
"A nome della Commissione europea e da me, ho il piacere di
trasmettere a voi le mie più vive congratulazioni in occasione della sua nomina
a Primo Ministro della Repubblica di Slovenia.
L´appuntamento arriva in un momento difficile per la Slovenia e
l´Unione europea nel suo insieme. Sono certo che si farà un prezioso contributo
ai nostri sforzi congiunti per mestiere con successo un nuovo accordo per
l´Europa ei suoi cittadini e rafforzare la nostra Unione.
Vi auguro ogni successo nel suo mandato come primo ministro e non vedo
l´ora di lavorare con voi nella costruzione di una prospera e forte, che è la
nostra responsabilità comune. "
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IL DIBATTITO SUL FUTURO DELL’EUROPA: FACCIA A FACCIA TRA VIVIANE REDING E I CITTADINI GRECI |
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Bruxelles, 25 marzo 2013 - Mentre il dibattito sul futuro dell’Europa e
sulle conseguenze della crisi economica si fa sempre più animato, la
Commissione incontra i cittadini di alcune città dell’Ue per conoscere le loro
preoccupazioni e aspettative future. Il 22 marzo la Vicepresidente Viviane
Reding è stata in Grecia a Salonicco per un incontro che ha visto riunti oltre
500 cittadini.
“Vado a Salonicco per ascoltare la voce dei cittadini greci e avere con
loro un dialogo aperto. È ora di smetterla di parlare dei greci e di cominciare
a parlare con i greci” ha affermato Viviane Reding, Vicepresidente e Commissaria
europea per la Giustizia, i diritti fondamentali e la cittadinanza. “La mia
sarà una visita amichevole. E da buona amica sarò franca: non ci sono
alternative alle riforme dolorose se non vogliamo che il prezzo degli errori
dei padri ricada sui figli. La Ue sta dando una mano in questo difficile
processo.”
Il dibattito di Salonicco si è tenuto nel principale centro congressi
della città, il “Velidio”. La scelta di Salonicco è quanto mai strategica:
seconda città greca dopo Atene, Salonicco è uno dei maggiori centri
universitari dell’Europa sudorientale e ospita la più vasta popolazione
studentesca della Grecia. Gli studenti sono la prossima generazione di
dirigenti e il dialogo sarà per loro un’occasione per cominciare ad avere un
ruolo nel proprio futuro.
Al cuore del dibattito con la Vicepresidente Reding: la crisi economica
e le sue conseguenze sulla vita quotidiana, sui diritti dei cittadini dell’Ue e
sul futuro dell’Unione. All’incontro, che è stato inaugurato dalla
Vicepresidente e dal sindaco di Salonicco Yiannis Boutaris, hanno preso parte
anche Chrysoula Paliadeli, Ioannis Tsoukalas e Theodoros Skylakakis, deputati
greci del Parlamento europeo.
Il dibattito, trasmesso in diretta in web streaming, era aperto alla
partecipazione di tutti i cittadini europei su Twitter al seguente indirizzo
@Dialogospoliton utilizzando l’hashtag #Eudeb8.
Contesto
Cosa sono i dialoghi con i cittadini?
Il 2013 è l’Anno europeo dei cittadini, un evento dedicato ai cittadini
dell’Unione e ai loro diritti cui la Commissione europea ha dato avvio lo
scorso gennaio (Ip/13/2). Perché il 2013? Perché nel 2013 ricorre il Xx
anniversario della cittadinanza dell’Unione, introdotta con il trattato di
Maastricht nel 1993, e perché tra un anno, nel 2014, si terranno le elezioni
del Parlamento europeo. Lungo tutto il 2013 i membri della Commissione
incontreranno i cittadini in una serie di dialoghi con il pubblico organizzati
in varie città dell’Unione per conoscerne le aspettative future.
La Vicepresidente Reding ha già incontrato i cittadini europei a Cadice
(Spagna), a Graz (Austria), a Berlino (Germania), a Dublino (Irlanda) (Ip/13/2)
e a Coimbra (Portogallo) (Ip/13/129). Altri dibattiti si sono tenuti a Napoli,
in presenza del Commissario László Andor, a Göteborg (Svezia) e a Torino, in
presenza della Commissaria Cecilia Malmström, e a Roma, in presenza del
Commissario Antonio Tajani. Nel corso dell’anno sono previsti numerosi incontri
in tutta l’Unione europea durante i quali politici europei, nazionali e locali
dialogheranno con cittadini di ogni ceto e provenienza. Tutti i dibattiti sono
disponibili sul sito http://ec.Europa.eu/european-debate/index_it.htm.
In questi vent’anni di cittadinanza dell’Unione è stato fatto molto: un
recente sondaggio Ue indica che oggi ben il 63% dei cittadini si sente
“europeo”. Una percentuale che in Grecia non supera il 46%, anche se il 63% dei
greci dice di sentirsi più vicino ai cittadini degli altri paesi europei per
effetto della crisi.
I cittadini dell’Unione fruiscono quotidianamente dei diritti derivanti
dalla cittadinanza europea: le norme dell’Unione li tutelano quando acquistano
beni in altri Stati membri, la tessera sanitaria europea dà loro accesso a cure
mediche ovunque nell’Ue e usufruiscono di tariffe roaming meno care, il tutto
grazie all’Unione. Ma gli effetti della cittadinanza Ue non sono noti a tutti:
secondo i sondaggi, per esempio, quasi due greci su tre dicono di non sapere
abbastanza sui loro diritti in quanto cittadini Ue, mentre sei greci su dieci
vorrebbero saperne di più.
Ecco perché la Commissione ha proclamato il 2013 Anno europeo dei
cittadini, puntando i riflettori per l’appunto sui cittadini e sui loro diritti.
L’evento ha un duplice scopo: il primo è di spiegare cosa significa essere
cittadini europei e quali sono i diritti che ne derivano.
L’altro è di ascoltare. Nel 2013 la Vicepresidente Reding e gli altri
Commissari, insieme a politici nazionali e locali, terranno incontri aperti al
pubblico in tutti gli Stati membri per sapere cosa vogliono i cittadini, cosa
ne pensano dei loro diritti e quali progressi vorrebbero veder realizzarsi in
Europa nei prossimi dieci anni. L’idea è di dare ai cittadini europei la
possibilità di esprimere le loro preoccupazioni e di preparare il terreno per
le prossime elezioni.
Perché proprio ora?
Perché oggi l’Europa si trova a un bivio. Il futuro dell’Europa è
l’argomento che corre di bocca in bocca: c’è chi parla di unione politica, chi
di federazione di Stati-nazione chi di Stati Uniti d’Europa. I prossimi mesi e
anni saranno decisivi per definire il volto futuro dell’Unione. Ma è
fondamentale che l’integrazione europea vada di pari passo con il rafforzamento
della legittimità democratica dell’Unione.
Il dibattito sul futuro dell’Europa ha preso avvio con il discorso
sullo stato dell’Unione pronunciato lo scorso settembre dal presidente della
Commissione Barroso (Speech/12/596). Il 29 novembre 2012 la Commissione ha poi
indicato nel Piano per un’Unione più approfondita le mosse per una piena
integrazione economica, monetaria, di bilancio e politica, tema successivamente
affrontato, il 5 dicembre 2012, dalla relazione congiunta dei presidenti del
Consiglio europeo, del Commissione europea, dell’Eurogruppo e della Banca
centrale europea. La Commissione e le altre istituzioni lavorano attualmente a
una tabella di marcia verso un’Unione politica. È quindi importante che nel
dibattito in corso sul futuro dell’Ue i cittadini possano dire la loro e i
dialoghi siano una piattaforma di discussione dove poter prendere la parola.
Le speranze e le preoccupazioni dei cittadini europei devono essere
ascoltate prima delle elezioni del Parlamento europeo del prossimo anno e prima
che venga proposta qualsiasi modifica al trattato.
Attualmente oltre la metà degli europei (68%) ritiene che la propria
voce non conti niente in Europa. E questo deve cambiare.
A cosa servono i dialoghi?
La voce dei cittadini permetterà alla Commissione di orientarsi e
definire la futura riforma dell’Ue. I dialoghi servono inoltre a preparare il
terreno per le prossime elezioni europee.
Le elezioni del Parlamento europeo del 2014 dovranno essere infatti
incentrate su questioni europee e non su problemi di politica interna di questo
o quel paese. Occorre una dimensione più propriamente europea: quando va a
votare, il cittadino di uno Stato membro deve sapere che non sta votando per un
partito politico nazionale ma per una famiglia di partiti europea che segue una
data linea politica in Europa.
La Commissione è impegnata al tempo stesso a dare più legittimità
democratica a questa consultazione elettorale. All’inizio di marzo ha infatti
proposto ai partiti politici di nominare i candidati alla presidenza della
Commissione (Ip/13/215). La Commissione si augura di assistere a un reale
dibattito europeo e a una campagna in cui i partiti politici europei propongano
un chiaro programma basato sulla loro visione del futuro dell’Europa.
D’altro canto la Commissione europea lavora a rimuovere gli ostacoli
che disattendono le aspettative dei cittadini. La relazione 2010 sulla
cittadinanza dell’Unione (Ip/10/1390 e Memo/10/525) individua 25 azioni
concrete per eliminare le ultime barriere alla libera circolazione dei
cittadini all’interno dell’Unione. Tra queste la campagna di sensibilizzazione
pubblica sullo status di cittadino dell’Ue, sui diritti che ne derivano e sulle
loro implicazioni nel quotidiano.
In questo Anno europeo dei cittadini la Commissione pubblicherà,
intorno al 9 maggio, una seconda relazione sulla cittadinanza dell’Unione che,
oltre a fare il bilancio delle 25 azioni individuate nel 2010, ne presenterà
altre 12 mirate a risolvere i problemi con cui i cittadini Ue continuano a
scontrarsi. Le questioni emerse dalla consultazione online e dai dibattiti
pubblici serviranno a orientare la Commissione nella redazione della nuova
relazione e a indirizzarne la politica sulla cittadinanza.
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UE, A MILANO S’È CONCLUSO IL CONVEGNO SUL TEMA «VERSO LA CITTADINANZA EUROPEA. SFIDE E PROSPETTIVE AL TEMPO DELLA CRISI» PODESTÀ: «OCCORRE UNA “RIVOLUZIONE CULTURALE” CAPACE DI DIFFONDERE L’IDEA PER LA QUALE CORRERE INSIEME È MOLTO PIÙ OPPORTUNO CHE PROCEDERE IN SOLITUDINE» |
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Milano, 25 marzo 2013 - Il presidente Guido Podestà è intervenuto, il
21 marzo , presso la Sala Affreschi di Palazzo Isimbardi, nell’ambito del
convegno sul tema «Verso la cittadinanza europea. Sfide e prospettive al tempo
della crisi».
All’incontro, promosso dall’Amministrazione, oltre ai parlamentari Ue
Pier Antonio Panzeri (Pd) e Antonio Cancian (Pdl) e ai componenti della
rappresentanza della Commissione europea a Milano, hanno partecipato tre delegazioni
provenienti da Estonia, Lettonia e Romania. All’appuntamento, che rientra nel
quadro del seminario internazionale avviato ieri, s’é discusso non solo di
cittadinanza e di identità ma anche di comunicazione e di democrazia
partecipativa. Particolare attenzione è stata, inoltre, riservata al progetto
«Being european» promosso da Provincia di Milano, «Latvian association of local
and regional governments», «Associations of Estonian cities» e «The mountain
community Iezer Muscel association» nell’ottica di coinvolgere i cittadini nel
processo di integrazione.
«Viviamo un momento particolarmente delicato, ma al contempo
entusiasmante, per il rilancio dell’Ue – ha dichiarato il presidente Podestà -.
Per questa ragione, i Paesi che la compongono necessitano di una “rivoluzione
culturale” capace di diffondere l’idea per la quale correre insieme è molto più
opportuno che procedere in solitudine. In tal senso, le Istituzioni devono
essere in grado di intercettare le aspettative dei cittadini rispetto al processo
di integrazione risultato, all’inizio, repentino quanto ad allargamento e
unione monetaria, e, negli ultimi anni, sin troppo autocelebrativo e poco
attento alle realtà dei territori. Pure alla luce dell’esperienza maturata
nelle vesti di vicepresidente dell’Europarlamento, sento che l’Europa stia,
oggi, disattendendo alcune delle sue peculiarità. Penso, per esempio, al
dibattito avviato in alcuni Stati nordeuropei in merito alla possibilità di
limitare la libera circolazione. Senza tenere, dunque, in considerazione uno
dei pilastri dell’Unione, cioè gli accordi di Schengen. Io, invece, ritengo che
esista ancora un fil rouge capace di condurci alla costituzione degli Stati
Uniti d’Europa. Una straordinaria opportunità per rimettere sui binari giusti
quel sogno che pare abbia perso vigore, mortificando quanti l’hanno sempre
ritenuto l’unico orizzonte di riferimento possibile».
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UE: INFOPOVERTY WORLD CONFERENCE |
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Milano 25 marzo 2013 - Anche quest´anno la Rappresentanza a Milano
della Commissione europea e l´Ufficio d´Informazione del Parlamento europeo a
Milano organizzano la Infopoverty World Conference 2013 in collaborazione con
Occam (Osservatorio per la Comunicazione Culturale e Audiovisiva nel
Mediterraneo e nel Mondo).
L´evento si terrà lunedì 25 marzo, dalle 15 alle 18, presso la Sala
Bramante del Centro Congressi Stelline, Corso Magenta 61. Il tema sarà
"Innovazioni per il Mediterraneo"; come sempre si svolgerà in
videoconferenza tra la sede delle Nazioni Unite di New York e Milano.
La Conferenza darà l´opportunità di presentare alcuni dei progetti più
innovativi che l’Europa ha sostenuto per la cooperazione internazionale, la
ricerca e l´avvio di processi volti a rispondere alle necessità delle
popolazioni dei paesi in via di sviluppo nei settori della sanità, della
sicurezza alimentare e delle fonti di energia rinnovabili.
Programma dell´evento
http://ec.Europa.eu/italia/milano/documents/iwc2013_programmaa3_low.pdf
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OCCUPAZIONE: 24,2 MILIONI DI EURO DAL FONDO EUROPEO DI ADEGUAMENTO ALLA GLOBALIZZAZIONE PER AIUTARE I LAVORATORI LICENZIATI IN AUSTRIA, DANIMARCA, FINLANDIA, ITALIA, ROMANIA, SPAGNA E SVEZIA |
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Bruxelles, 25 marzo 2013 - La
Commissione europea ha erogato fondi per un totale di 24,2 milioni di euro ad
Austria, Danimarca, Finlandia, Italia, Romania, Spagna e Svezia a titolo del
Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (Feg) per aiutare 5.271
lavoratori di questi paesi colpiti da licenziamento in una vasta gamma di
settori - tra cui quelli automobilistico, motociclistico, dei telefoni
cellulari, dei prodotti metallici, delle apparecchiature elettroniche e
dell´assistenza sociale - a ritrovare un´occupazione.
Il Commissario europeo per l´Occupazione, gli affari sociali e
l´integrazione László Andor ha dichiarato: "Il Feg è uno strumento
efficace per sostenere i lavoratori licenziati a seguito di mutamenti
strutturali del commercio mondiale. Ha anche dimostrato la sua validità in casi
di licenziamenti dovuti alla crisi economica. La Commissione prende atto con
soddisfazione che gli Stati membri hanno convenuto di proseguire il Feg per il
prossimo periodo di programmazione 2014-2020".
La ripartizione dei complessivi 24,2 milioni di euro è la seguente:
8,2 milioni di euro serviranno ad aiutare 2.416 ex dipendenti Nokia
(1.000 in Finlandia e 1.416 in Romania) che hanno perso il loro posto di lavoro
a causa del trasferimento delle linee di assemblaggio dei telefoni mobili in
paesi asiatici. Per maggiori dettagli sulle misure proposte per aiutare i
lavoratori licenziati si vedano anche i comunicati Ip/12/1122 e Ip/12/1123.
5,4 milioni di euro andranno a beneficio di 1.350 ex dipendenti Saab in
Svezia. Il loro licenziamento è conseguenza della spostamento della produzione
in Asia, a causa della crescente domanda di autovetture sui mercati asiatici.
Per maggiori dettagli sulle misure proposte per aiutare i lavoratori licenziati
si veda anche il comunicato Ip/12/1124.
5,2 milioni di euro saranno di ausilio a 350 lavoratori licenziati in
Stiria (Austria). I licenziamenti che hanno avuto luogo in Stiria nel settore
dei servizi mobili di assistenza sociale (fornitura di servizi sociali mobili
per disabili e assistenza mobile ai giovani) sono una conseguenza dei tagli
alle voci di bilancio relative ai servizi sociali indotti dall´attuale crisi
economica e finanziaria. Per maggiori dettagli sulle misure proposte per
aiutare i lavoratori licenziati si veda anche il comunicato Ip/12/1119.
2,6 milioni di euro andranno a favore di 502 lavoratori licenziati da
dieci produttori di motocicli, pezzi di ricambio o componentistica per
l´industria dei motocicli e dei ciclomotori in Italia, che è il principale
centro di produzione europeo del settore. I licenziamenti sono conseguenza
della riduzione della domanda di tali veicoli in Europa. Per maggiori dettagli
sulle misure proposte per aiutare i lavoratori licenziati si veda anche il
comunicato Ip/12/1120.
1,3 milioni di euro serviranno ad aiutare 616 ex dipendenti della
Flextronics Denmark, azienda produttrice di circuiti stampati. I licenziamenti
sono la diretta conseguenza di modifiche strutturali rilevanti del commercio
mondiale, nel cui quadro si inserisce il trasferimento in Asia di fabbriche di
apparecchiature elettroniche. Nel caso specifico la casa madre, la Singapore
Flextronics, ha deciso di chiudere la sua controllata danese. Per maggiori
dettagli sulle misure proposte per aiutare i lavoratori licenziati si veda
anche il comunicato Ip/12/1121.
1,2 milioni di euro andranno a favore di 500 lavoratori licenziati da
produttori spagnoli di manufatti metallici. Il settore dei prodotti in metallo
svolge un ruolo chiave in quanto rifornisce molte industrie manifatturiere, in
particolare nei settori della cantieristica navale, delle costruzioni e
automobilistico. La crisi economica ha avuto un impatto significativo su tutte
queste attività nell´intera Ue, come dimostrato dalle precedenti domande di contributo
Feg. Per maggiori dettagli sulle misure proposte per aiutare i lavoratori
licenziati si veda anche il comunicato Ip/12/1125.
Questi stanziamenti sono il risultato delle proposte presentate dalla
Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio dei ministri a seguito delle
domande di finanziamento Feg dei paesi interessati. Il Consiglio e il
Parlamento hanno approvato le proposte, svincolando i fondi.
Contesto -
Dal 2007, anno in cui è divenuto operativo, il Feg ha ricevuto 105
domande di contributo finanziario. Sono stati richiesti fondi per circa 454
milioni di euro per dare aiuto a circa 94.500 lavoratori. Attualmente sta
aumentando il numero dei settori economici e degli Stati membri che presentano
domande Feg per aiutare i lavoratori licenziati.
Una maggiore apertura del commercio con il resto del mondo si traduce
generalmente in vantaggi per la crescita e l´occupazione, ma talvolta anche in
perdita di posti di lavoro, in particolare in settori vulnerabili e nel caso
delle professioni meno qualificate. Per questa ragione il presidente della
Commissione Barroso ha proposto a suo tempo di creare un fondo per aiutare
coloro che subiscono maggiormente le conseguenze della globalizzazione. Il Feg,
costituito alla fine del 2006, è stato creato per dimostrare concretamente la
solidarietà dei molti che beneficiano dell´apertura dei mercati verso coloro
che si trovano ad affrontare lo shock improvviso di perdere il lavoro. Nel
giugno 2009, le norme del Feg sono state riviste per rafforzare il ruolo di
tale fondo come strumento di intervento tempestivo e come parte integrante
della risposta della Ue alla crisi economica e finanziaria. Il regolamento Feg
rivisto è entrato in vigore il 2 luglio 2009 e si applica a tutte le domande
ricevute a partire dal 1° maggio 2009 al 31 dicembre 2011. In mancanza di
accordo in sede di Consiglio, non è stato possibile prorogare oltre il 2011
questo strumento di risposta alla crisi.
In base all´esperienza acquisita con il Feg dal 2007 e al suo valore
aggiunto per i lavoratori assistiti e le regioni colpite, la Commissione ha
proposto di mantenere il Fondo nell´ambito del quadro finanziario pluriennale
2014-2020, migliorandone ulteriormente il funzionamento. Si prevede di
intervenire sia sui licenziamenti causati dalla crisi economica che su nuove
categorie di lavoratori, come gli interinali e gli autonomi. La proposta è
stata approvata dal Consiglio ed è attualmente all´esame del Parlamento.
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MARONI: UNA COMMISSIONE ANTIMAFIA IN VISTA DI EXPO |
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Milano, 25 marzo 2013 - "Proporrò al Consiglio regionale lombardo
di istituire una Commissione antimafia speculare a quella che c´è nel
Parlamento italiano. In vista dell´Expo del 2015 e dell´investimento di
tantissime risorse tutte le istituzioni devono essere coinvolte. Per questa
ragione ritengo utile che il Consiglio lombardo costituisca una Commissione,
che aiuti l´azione della Giunta nel controllo sull´Expo del 2015 e non
solo". Primo intervento del presidente della Regione Lombardia Roberto
Maroni nell´Aula consiliare ispirato alla concretezza delle tre proposte
avanzate: la nascita di una Commissione antimafia, la costituzione del Comitato
previsto dalla Legge di controllo degli appalti pubblici e, a breve termine,
l´adesione ad ´Avviso pubblico´, l´associazione nata nel 1996 con l´intento di
creare una rete tra gli amministratori pubblici che concretamente si impegnano
a promuovere la cultura della legalità. Occasione speciale, la celebrazione
della ´Giornata regionale dell´impegno contro le mafie e in ricordo delle
vittime´, istituita con una legge approvata dal Consiglio nel 2011.
Impegno Comune Contro La Mafia - Il messaggio politico e istituzionale
del presidente Maroni è chiaro e diretto: "Sulla lotta alla mafia non ci
può essere divisione tra maggioranza e opposizione, così come sui temi del
lavoro. La giornata di oggi è importante, perché testimonia l´impegno di
tutti". Nell´aula consiliare, accanto agli studenti delle scuole
secondarie lombarde, siedono il presidente del Consiglio uscente Fabrizio
Cecchetti, i consiglieri e tanti ospiti intervenuti nel dibattito odierno: tra
loro, la presidente del Tribunale di Milano Livia Pomodoro, il presidente
dell´Osservatorio in materia di legalità Stefano Carugo, il direttore generale
dell´Ufficio scolastico regionale Francesco De Sanctis, il cappellano
dell´Istituto penale per i minorenni ´C. Beccaria´ don Gino Rigoldi e il
coordinatore nazionale di ´Avviso pubblico´ Pierpaolo Romani. "La lotta
alla criminalità organizzata non può essere lasciata solo alle Forze
dell´ordine - ha detto Maroni -. È una questione che ci riguarda tutti".
Il Ricordo Di Antonio Manganelli - In apertura degli 11 minuti di
intervento pubblico Maroni ha ricordato il capo della Polizia Antonio
Manganelli, scomparso ieri a Roma. "È stato una bandiera nella lotta a
tutte le mafie. Con lui ho condiviso l´esperienza di ministro dell´Interno per
3 anni e mezzo. È stato un punto di vista straordinario nel contrasto alla
piccola e alla grande criminalità ed è riuscito a fare cose straordinarie con
la cattura dei boss latitanti e l´aggressione ai patrimoni illeciti". Il
riferimento è al lavoro svolto dal 2008 al 2011 alla guida del Viminale: dei 30
mafiosi latitanti, tra cui il boss che rapì il giovanissimo Giuseppe Di Matteo
e lo sciolse nell´acido nitrico, "ben 28 furono catturati e
arrestati". Accanto a quest´azione Maroni ha ricordato l´impegno condotto
assieme a Manganelli nella confisca dei patrimoni mafiosi: "È importante
catturare i mafiosi, ma la cosa che dà più fastidio a loro è portar via il
frutto dell´attività illecita". Al sequestro delle aziende mafiose,
tuttavia, deve tuttavia seguire la loro rinascita nel segno della legalità:
"Per questa ragione abbiamo costituito l´Agenzia nazionale per la gestione
dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata".
La Legge Regionale Lombarda Del 2011 - In Lombardia, terra ricca di
attività produttive e che attrae grossi investimenti, occorre il massimo
impegno di tutte le istituzioni, "ciascuno per il suo compito. La Regione
Lombardia non può svolgere attività investigativa, che spetta alle Forze dell´Ordine,
ma può fare tanto". Il riferimento normativo citato da Maroni è la Legge
regionale del 2011, riservata agli interventi per la prevenzione e il contrasto
alla criminalità. Nella legge è indicato l´obiettivo prioritario della garanzia
della legalità e della trasparenza nei contratti e negli appalti pubblici:
occorre salvaguardare "i soldi pubblici" così come le aziende sane
"che, non potendo più competere, sono messe fuori mercato".
Il Modello Della Stazione Appaltante - Parlando di appalti pubblici il
riferimento è anzitutto ai sindaci: "Dobbiamo aiutarli - ha detto Maroni
-, mettendoci al loro fianco. Uno degli strumenti che ha avuto un certo
successo e che va esteso è stata la stazione appaltante". È la possibilità
data ai primi cittadini di "usufruire di una stazione unica",
"in grado di sgravarli da ogni rischio". Questa esperienza positiva
andrebbe estesa a tutta Italia, "coinvolgendo anche l´Anci",
l´Associazione nazionale dei Comuni italiani.
Il Recupero Sociale Dei Beni Confiscati - Altro punto fondamentale
della strategia regionale, già indicata nella Legge del 2011, è il recupero dei
beni confiscati. "L´uso sociale è un segnale straordinario - ricorda
Maroni -. Quella casa in cui si svolgevano le riunioni dei mafiosi può diventare
un centro culturale e un luogo destinato ai giovani affidato agli
amministratori. Questa è la via che intendo continuare a seguire in Lombardia,
avendo iniziato a farlo da ministro dell´Interno".
L´utilizzo Del Fondo Antiusura - Ultimo anello dell´azione lombarda
contro la criminalità illustrata dal presidente è l´impiego del Fondo regionale
di prevenzione del fenomeno dell´usura e di solidarietà alle vittime, previsto
dalle normativa del 2011. "L´usura - ricorda Maroni - spesso è il canale
che la criminalità organizzata usa per attirare nel proprio circuito aziende
sane. Dobbiamo contrastare questo fenomeno, il primo passo che spesso porta
l´azienda alla chiusura e al fallimento". Le iniziative concrete messe in
atto dalla Regione Lombardia non possono prescindere dalla diffusione della
cultura della legalità: "Il rifiuto dell´illegalità è l´antidoto
fondamentale alla criminalità".
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A TRENTO LE AMBASCIATRICI D´AFRICA |
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Trento, 25 marzo 2013 - Si chiamano Marie Rosemonde Maoussi Deffon
Yakoubou, Evelyn Anita Stokes-hayford, Josephine Wangari Gaita, Carla Elisa
Luis Mucavi, Nomatemba Tambo, Amira Daoud Hassan Gornass: sono le ambasciatrici
d´Africa in Italia, vengono rispettivamente da Benin, Ghana, Kenya, Mozambico,
Sud Africa, Sudan e il 21 marzo sono arrivate in Trentino per un doppio,
eccezionale appuntamento: nel Palazzo della Provincia per incontrare le
istituzioni, a partire dal presidente
Alberto Pacher, e alle 17 al Casinò municipale di Arco, per una tavola rotonda
condotta dal giornalista e scrittore Jean-léonard Touadi, presente Rosanna
Coniglio, già direttrice centrale del Ministero degli affari esteri italiano
per l’Africa subsahariana.
"C’è molto Trentino in Africa - ha detto Pacher nel porgere alle
ambasciatrici il suo benvenuto - E l’Africa a sua volta ha portato molto al
Trentino. L’africa è oggi in grande evoluzione, sta diventando un protagonista
importante di ciò che avviene nel nostro pianeta. Il Trentino a sua volta
evolve attraverso i rapporti con l’esterno, ha bisogno di fare entrare aria
nuova e fare uscire idee, competenze, esperienze. Le identità di formano così,
attraverso un continuo confronto e un continuo rimescolamento. Quindi per noi è
importante avere il punto di vista dell’Africa, e ancora più importante è avere
il punto di vista delle donne. Grazie quindi per avere accolto il nostro
invito; ci auguriamo possiate portare una parte del Trentino con voi."
Alle ambasciatrici hanno portato i loro saluti anche il Commissario del
Governo Francesco Squarcina e l´arcivescovo di Trento monsignor Luigi Bressan.
Quindi l´assessore provinciale alla solidarietà internazionale e
convivenza Lia Giovanazzi Beltrami, ideatrice dell´iniziativa, che punta anche
a favorire i rapporti fra le associazioni trentine - sono oltre 270 quelle che
si occupano di cooperazione allo sviluppo - e le rappresentanze istituzionali
di alcuni dei paesi dove esse sono presenti, con progetti che spaziano dal
settore dell´istruzione a quello della sanità, fino alla promozione dello
sviluppo rurale e in generale di una crescita economia che ha spesso come
protagoniste proprio le donne.
"Iniziamo la primavera mettendoci in ascolto di queste
ambasciatrici che ci portano una testimonianza importante dai loro paesi. Ne
siamo felici, perché la solidarietà dev’essere motivo di scambio. Se le
associazioni trentine sono presenti in Africa anche noi a nostra volta dobbiamo
accogliere ciò che l’Africa ha da darci. Oggi è anche la giornata contro le
discriminazioni razziali, che ricorda una strage commessa in Sud Africa nel
1960, all´epoca dell´apartheid. Abbiamo con noi, fra le altre, proprio
l’ambasciatrice del ´nuovo´ Sud Africa, quello per il quale l´apartheid è
fortunatamente solo un ricordo, e con lei altre cinque testimoni del
Continente. I tempi cambiano, dunque. La necessità di incontrarsi, di stringere
legami, rimane. Abbiamo inoltre con noi Rosanna Coniglio, già direttrice
centrale del Ministero degli affari esteri italiano per l’Africa subsahariana,
con la quale riprenderemo le fila del ragionamento oggi pomeriggio nel corso
dell´incontro pubblico che terremo al Casinò di Arco. Molti paesi africani, in
testa Ruanda e Burundi, hanno un´alta percentuale di donne oggi nei loro
parlamenti, più alta di quelle di molti paesi europei, Italia compresa.
Sentiamo dunque cos’hanno da dirci queste ambasciatrici della nuova Africa,
quali sono le dinamiche che interessano i loro paesi, quali le loro
aspettative."
Ha preso quindi la parola Isabelle Loukum, rappresentante dell’Africa
che vive in Trentino, originaria del Togo, e a seguire le sei ambasciatrici,
che hanno brevemente presentato i loro paesi, ognuno con le proprie
specificità, naturalmente, ma anche con tendenze, problemi e aspettative comuni.
Alle spalle quasi sempre una storia difficile, fatta di colonialismo,
di una conquista dell´indipendenza spesso pagata a caro prezzo (pensiamo alla
lotta di liberazione del Mozambico dalla dominazione portoghese), di nuove
speranze, di una crescita a volte molto sostenuta (è il caso del Ghana), di un
difficile cammino verso la democrazia (in Kenya ad esempio si sono appena
tenute le elezioni presidenziali, questa volta meno travagliate rispetto a
cinque anni fa), di tensioni risolte con difficoltà (il Sudan, paese fra
l´altro molto ricco di risorse naturali, ha conosciuto una guerra interna molto
lunga conclusasi recentemente con il distacco del Sud del Paese). Il presente,
insomma, è a volte incerto ma più spesso anche ricco di speranze. Su di esse si
innestano temi che attraversano trasversalmente le diverse realtà: la
condizione femminile, ad esempio, o le sfide dell’educazione.
Scheda: le sei ambasciatrici -
Marie Rosemonde Maoussi Deffon Yakoubou
Ambasciatrice plenipotenziaria della Repubblica del Benin -
Nominata nel 2010, ha a cuore la popolazione femminile del Benin, che
vive per il 70% nelle aree rurali ed è responsabile dell´80% della produzione
agricola. Il Benin, è un paese francofono dell´Africa occidentale che ha
imboccato dagli anni ´90 la strada della democrazia. Fra i progetti che il
Trentino ha condotto vi sono alcuni progetti in campo educativo, la costruzione
di pozzi per alcuni villaggi situati nella parte centro-settentrionale e la
realizzazione di strutture nel centro Boko.
Evelyn Anita Stokes-hayford
Ambasciatrice plenipotenziaria della Repubblica del Ghana -
Evelyn Anita Stokes-hayford, che ha lavorato con il segretariato del
Commonwealth a Londra, ha già visitato il Trentino in precedenza. I rapporti
fra Trento e il Ghana sono infatti solidi: fra le iniziative quelle nel campo
della formazione medico-sanitaria (in particolare per la cura dell´idrocefalo,
patologia molto diffusa in Africa) e dello sviluppo agricolo. Il Ghana è stato
il primo paese dell´Africa subsahariana ad ottenere l´indipendenza e attrae
investitori dall´estero, in settori che vanno dalle infrastrutture,
all´agricoltura, all´immobiliare alle comunicazioni. La Banca mondiale ha
recentemente dichiarato il Ghana "il paese che oggi sta crescendo più
velocemente dopo il Qatar".
Josephine Wangari Gaita
Ambasciatrice plenipotenziaria della Repubblica del Kenya -
Josephine Wangari Gaita ambasciatrice della Repubblica del Kenya in
Italia, ha alle spalle una solida esperienza diplomatica e in Italia ha anche
un ruolo cruciale per il Kenya come rappresentante presso la Fao. Fra Trentino
e Kenya, dove da poco si sono tenute le elezioni presidenziali, sono in corso
progetti rivolti in particolare a stimolare l´autosviluppo e alle fasce deboli
della popolazione, ad esempio a Nyahururu, dove il partner è la comunità di
Saint Martin. Il Kenya, tra l´altro ha da poco ha abbracciato il sistema
federale ed è interessato all´esempio dell´Autonomia del Trentino.
Carla Elisa Luis Mucavi
Ambasciatrice plenipotenziaria della Repubblica del Mozambico -
Ambasciatrice per il Mozambico in Italia fin dal 2007, Carla Elisa Luis
Mucavi ha già visitato il Trentino, con il quale sono in corso rapporti molto
stretti fra le istituzioni e le rispettive università. Uscito dalla guerra
civile nel ´92, il Mozambico vive da vent´anni in pace (grazie anche al Governo
italiano e al trentino Mario Raffaelli, all´epoca sottosegretario agli Esteri).
Ciò ha aperto nuove possibilità di sviluppo e di interscambio. Le priorità
vengono date all´istruzione, all´agricoltura, alla lotta alla povertà. Accanto
a un programma di cooperazione comunitaria avviato oltre 10 anni fa a Caia dal
Consorzio associazioni con il Mozambico, il Trentino ha numerose altre attività
nel paese africano.
Nomatemba Tambo
Ambasciatrice designata della Repubblica del Sud Africa -
Figlia del defunto Oliver Tambo, che ha fondato con Nelson Mandela
l´African National Congress, Nomatemba Tambo è stata in precedenza console
generale a Hong Kong e a Macao. In Sud Africa il Trentino è coinvolto in una
serie di interventi a favore dei migranti interni africani: il Sud Africa
accogliere rifugiati che hanno lasciato il proprio Paese a causa di guerre
civili, in particolare provenienti dalla regione dei Grandi laghi. Vi sono
quindi programmi di formazione professionale e di accoglienza, corsi di lingua
inglese e informatica, nonché investimenti strutturali nei centri di
accoglienza.
Amira Daoud Hassan Gornass
Ambasciatrice plenipotenziaria della Repubblica del Sudan -
L´ambasciatore Amira Gornass in precedenza ha lavorato per il Ministero
per gli Affari Esteri del Sudan. Il Paese, molto ricco di risorse naturali, fra
cui il petrolio, è stato lacerato da un lungo conflitto conclusosi con il
distacco del Sud Sudan. Attualmente non sono in corso progetti di solidarietà
fra Trentino e Sudan.
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APPROVATO BILANCIO VENETO 2013: ZAIA, “GRAZIE AL CONSIGLIO, E’ STATO IL PIU’ DIFFICILE DI SEMPRE. DA MAGGIORANZA E MINORANZA SEGNALE CHE CLASSE POLITICA VENETA SA PENSARE AI CITTADINI E AI LORO PROBLEMI” |
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Venezia, 25 marzo 2013 - “Ringrazio il presidente Clodovaldo Ruffato,
l’assessore Roberto Ciambetti, tutti i capigruppo di maggioranza e minoranza e
l’intero Consiglio regionale per l’imponente e complesso lavoro che ha portato
all’approvazione del bilancio 2013, che non esito a definire il più difficile
della storia della nostra Regione, il bilancio della crisi. Grazie
all’assessore Ciambetti che ha seguito con tenacia e attenzione tutti i
delicati passaggi di queste lunghe ma proficue giornate, grazie anche alla
minoranza per il contributo costruttivo di approfondimento che si evince dal
risultato finale. Abbiamo dato il segno che la classe politica veneta è attenta
alle priorità ed ai problemi reali dei cittadini”.
Lo dichiara il 22 marzo il presidente della Regione Luca Zaia
commentando il via libera da parte del parlamento veneto al bilancio di
previsione 2013.
“Tutti – aggiunge Zaia – abbiamo dovuto confrontarci con una situazione
mai vista in passato, con pesanti tagli orizzontali piovuti da Roma che hanno
messo a rischio anche le poste più rilevanti per il futuro dei nostri
concittadini, dal welfare ai trasporti, alla dotazione finanziaria per far
fronte alla drammatica crisi economica”.
“Il lavoro comune – aggiunge Zaia – ha portato buoni frutti: ne è
infatti scaturito il miglior bilancio possibile, dove ogni euro disponibile è
destinato ad essere speso per sostenere al massimo le esigenze dei veneti”.
“Ora – conclude il presidente – ripartiamo con rinnovata energia e
ulteriori motivazioni per affrontare prima di tutto con misure incisive i morsi
della crisi. Continueremo anche la nostra quotidiana battaglia perché le
virtuosità del Veneto vengano finalmente riconosciute a livello nazionale,
indirizzando i tagli, se necessari, a combattere gli orrendi sprechi che si
aggirano per l’Italia. Non dimentichiamo mai che, se in questo Paese si
applicassero i criteri di buona amministrazione del Veneto, si otterrebbero in
un sol colpo risparmi per 28 miliardi di euro”.
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FVG, COLLEGIO ELETTORALE: LINK PER MODULISTICA SPESE ELETTORALI |
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Trieste, 25 marzo 2013 - Il Collegio regionale di
garanzia elettorale, organismo che ha il compito di controllare
la regolarità delle entrate e uscite rendicontate nell´ambito
delle spese elettorali sostenute dai candidati alla carica di
presidente della Regione, consigliere regionale e dei partiti che
li sostengono, comunica che nel sito web del Consiglio regionale
( http://www.consiglio.regione.fvg.it/
) è stato attivato uno specifico
link dedicato alle attività del Collegio.
Oltre alla normativa di riferimento, si possono reperire: la
modulistica per l´eventuale nomina del mandatario elettorale, che
dovrà avvenire solo se il candidato presuppone di spendere e
spenderà, per la propria campagna elettorale più di 10.000 euro,
e per la rendicontazione delle entrate e delle spese dei
candidati presidente o alla carica di consigliere e dei partiti
che partecipano alla competizione elettorale dei prossimi 21 e 22
aprile.
Sempre nel link sono a disposizione i riferimenti telefonici e
informatici per chiedere chiarimenti, nonché una serie di
risposte e di esempi in merito ai quesiti più ricorrenti, da
candidati e mandatari, sulla tipologia delle spese elettorali e
sulle loro modalità di rendicontazione, alla luce delle
esperienze maturate nel contesto delle elezioni regionali 2008,
che hanno visto per la prima volta attivo un momento di verifica
formale e sostanziale sulle modalità di spesa per la campagna
elettorale da parte dei candidati presidente o alla carica di
consigliere regionale.
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PATTO DI STABILITÀ: LA SITUAZIONE NELL´UNIONE DEI COMUNI CIRCONDARIO DELL’EMPOLESE VALDELSA |
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Empoli, 25 marzo 2013 - Nella
giorno in cui a Roma è in corso una manifestazione degli Amministratori locali
per protestare contro i vincoli imposti dal Patto di Stabilità e contro questa
situazione fortemente penalizzante per la situazione finanziaria gli enti
locali e delle imprese, interviene il Sindaco di Montespertoli Giulio Mangani,
assessore delegato al bilancio per l´Unione dei Comuni Circondario
dell´Empolese Valdelsa.
"E´ importante fare chiarezza sull´attuale situazione economica
degli enti locali condizionata dal Patto di Stabilità e dalle ultime
finanziare. Il cittadino deve essere messo a conoscenza dei dati che la
caratterizzano, perché sono dati che lo riguardano profondamente e che incidono
sulla sua vita, su quella delle imprese e più in generale del territorio. Al
31.12.2012 nelle casse dei comuni facenti parte dell´Unione dei Comuni
dell´Empolese Valdelsa è presente una cifra pari a 59.352.429,00 € di risorse
accantonate negli anni e finalizzate alla realizzazione di investimenti, ovvero
interventi che hanno l´obiettivo di migliorare e mantenere i nostri territori,
le nostre strade, i marciapiedi, le scuole e molto altro. Risorse che per la
maggior parte sarebbero già pronte per essere immesse nei circuiti economici
delle singole realtà comunali ma che invece solo in minima parte potranno
essere impegnate, senza contare che questa cifra comprende anche interventi in
parte o del tutto già eseguiti, per i quali è stato e sarà difficile garantire
i pagamenti in tempi brevi. A peggiorare ulteriormente la situazione
quest´anno, c´è l´ingresso nel Patto di Stabilità di comuni quali Montaione e
Gambassi Terme finora esclusi perché con popolazione inferiore a 5.000
abitanti.
Lo Stato e le norme ci impongono, giustamente, i pagamenti in tempi brevi,
allo stesso tempo però, pur avendo, ribadisco, le risorse, ci viene impedito di
farlo. Se poi ai 59 e più milioni aggiungiamo il totale dei singoli obiettivi
di Patto di Stabilità per il 2013 degli 11 comuni che ammonta a 10.432.362,00
€, cioè ulteriori risorse che sostanzialmente dovranno essere tenute ferme per
poter rispettare il vincolo, diamo perfettamente la misura di quanto sia
necessario un intervento sul Patto di Stabilità ovvero sulla capacità dei
singoli comuni di spendere i propri soldi che darebbero, senza dubbio, nuovo
fiato alle imprese. Quasi 70 milioni di liquidità totale nelle vene di un
sistema agonizzante com´è il tessuto imprenditoriale della nostra zona,
contribuirebbero a creare occupazione e a ridare benessere ai lavoratori e a tutta
la cittadinanza".
"Superare il Patto di Stabilità rappresenta una priorità assoluta
anche perché, e lo vediamo molto bene in questi giorni caratterizzati da
emergenze che si rincorrono, per questo vincolo gli investimenti sono tutti
uguali. Che sia la lotta al dissesto idrogeologico, che sia la messa in
sicurezza degli edifici scolastici o la manutenzione delle strade, sono
investimenti e come tali restano soggetti al Patto di Stabilità, così molte
cose che si sarebbero potute fare prima, evitando magari l´emergenza, sono,
come tutto il resto, bloccate. L´italia è un paese a cui piace piangersi
addosso e gridare all´emergenza, quando invece ci sarebbero le condizioni per
evitarla ci viene impedito strutturalmente di farlo".
"Redigere i bilanci di previsione quest´anno sarà molto difficile,
mentre al contrario farlo significherebbe dare risposte e servizi adeguati alla
cittadinanza. Lo Stato, attraverso i comuni, ha già chiesto molto alla
popolazione. I cittadini devono sapere che verranno tagliati ancora circa 5
milioni di trasferimenti ai comuni, stima sulla quale al momento manca del
tutto la certezza, con la conseguenza di non poter dare risposte immediate e
necessarie a chi invece ha fatto molti sacrifici e se lo aspetterebbe. 5
milioni di euro rispetto ai 70 del Patto di Stabilità sembrano piccola cosa, ma
questi sono i soldi che servono a far funzionare al meglio i servizi quotidiani
alla cittadinanza; tanto più che questi tagli si inseriscono in anni in cui i
nostri comuni hanno già ridotto le spese cercando di mantenere in piedi i
servizi.
Rivedere almeno il meccanismo di calcolo dei tagli, distinguendo
veramente tra chi si è assunto la responsabilità di ridurre la spesa e chi
invece non l´ha fatto, e soprattutto rivedere il Patto di Stabilità e quindi
liberare investimenti, dev´essere una priorità per questo paese. Auspichiamo
pertanto che questo Parlamento e il prossimo Governo, che speriamo si formi
presto, diano delle risposte urgenti e efficaci: gli enti locali ma soprattutto
i cittadini e le imprese non possono più aspettare".
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PAOLO DI LAURA FRATTURA. PROCLAMAZIONE UFFICIALE PER IL DICIANNOVESIMO PRESIDENTE DELLA REGIONE MOLISE |
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Campobasso, 25 marzo 2013 - Paolo di Laura Frattura è il diciannovesimo presidente della Regione
Molise. La proclamazione ufficiale della sua elezione è avvenuta il 16 marzo presso
il Palazzo di Giustizia di Campobasso alla presenza dello stesso Frattura e di
molti consiglieri neoeletti. Proclamati anche, dalle rispettive Commissioni di
Campobasso ed Isernia, i consiglieri regionali che andranno ad occupare gli
scranni di Palazzo Moffa. Entro una settimana, ha annunciato Frattura, sarà
ufficializzato anche il nuovo Governo regionale, che sarà composto da quattro
assessori, oltre al presidente.
«Mi interessa la qualità della proposta, le competenze e la professionalità della Giunta che
metteremo in campo, anzi, direi, della squadra, più che della Giunta», ha
dichiarato il governatore. «Abbiamo chiaramente una visione diversa, come è
giusto che sia, perché abbiamo parlato di discontinuità e la discontinuità sarà
assoluta soprattutto nel modello di Molise che abbiamo costruito e per il quale
ci impegneremo, giorno dopo giorno, con ciascuno dei molisani».
«Abbiamo iniziato a lavorare il giorno dopo dello scrutinio - ha
evidenziato Frattura - senza attendere la proclamazione. Il risultato, talmente
evidente, ci ha messi nella serenità di cominciare ad affrontare, condividendo
con i cittadini e con chiunque è attore in questa regione, le soluzioni da
mettere in campo».
«Va da sé - ha concluso il presidente Frattura - che uno sarà il principio ispiratore di ogni iniziativa:
ogni euro speso significherà controllo della ricaduta in termini di opportunità lavorative».
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ZAIA: “SUL PATTO DI STABILITÀ SIAMO AI CALCI DI RIGORE, RESTITUIAMO AI TERRITORI LE RISORSE BLOCCATE” |
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Venezia, 25 marzo 2013 - “Sul superamento del Patto di stabilità siamo
ai calci di rigore”. E’ il commento del Presidente della Giunta regionale del
Veneto, Luca Zaia, all’ipotesi di un decreto per attenuare gli effetti del
blocco della tesoreria. “O il Consiglio dei Ministri – prosegue Zaia –,
piuttosto che preoccuparsi delle poltrone su cui andrà a sedersi prossimamente
il premier, dà una rapida risposta ai sindaci, ai presidenti delle Province e
delle Regioni che in blocco e senza eccezioni chiedono di liberare i soldi
sequestrati dal Governo per dare ossigeno alle economie, oppure credo siano
inevitabili azioni di forza collettive. Così non si può andare avanti, bisogna
liberare le risorse bloccate e farle tornare sui territori”.
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LUNEDI’ 25 MARZO FESTA DEL POPOLO VENETO. A VENEZIA PROTAGONISTE 124 SCUOLE E I LORO LAVORI ALLA RISCOPERTA DI STORIA, CULTURA, ANTICHE TRADIZIONI. UN MODO SOBRIO E INCISIVO PER VALORIZZARE L’IDENTITA’ VENETA. IN SERATA MANIFESTAZIONE A SAN DONA’ DI PIAVE |
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Venezia, 25 marzo 2013 - E’
dedicata alla presentazione e alla premiazione dei lavori
svolti in uno specifico Concorso dalle classi
di 124 scuole del Veneto, della
Croazia e della Slovenia, l’edizione
2013 della
Festa del Popolo Veneto, ricorrenza istituita nel 2007 con legge regionale il
25 marzo di ogni anno (giorno a cui si fa risalire la
nascita di Venezia) per valorizzare la
storia, la cultura e l’identità
veneta. La manifestazione è organizzata dalla
Regione, in collaborazione con
l’Ufficio Scolastico Regionale e
l’Unione delle Pro Loco del Veneto. Quest’anno
l’appuntamento principale è a Venezia, con inizio alle ore 9.00 e fino alle ore
12.00, all’Auditorium Cà Foscari in Campo Santa Margherita, dove
verranno presentati i lavori delle
scuole vincitrici alla presenza, tra
gli altri, dell’assessore regionale all’identità veneta Daniele Stival, del
presidente delle Pro loco Venete Giovanni Follador,
del vice direttore dell’Ufficio Scolastico
per il Veneto Giovanna Miola e del
presidente della Comunità degli
italiani di Croazia e Slovenia Maurizio Tremul. In contemporanea, nel Campo Santa Margherita, le Pro
loco delle 7 province del Veneto presenteranno e offriranno al pubblico i prodotti
tipici del territorio e metteranno in scena antichi giochi e spettacoli di
strada. Questa kermesse durerà per tutta la
giornata, fino alle ore 17.
“Dopo il successo ottenuto
dal concorso tra le scuole l’anno scorso – sottolinea Stival – riproponiamo la stessa formula,
sobria ma ricca di contenuto, con la
quale sottolineare degnamente la
modernità dei valori espressi dalla
storia, dalla cultura e
dall’identità del Veneto e dei veneti. L’entusiasmo con il quale hanno aderito
le scuole al concorso loro riservato lo dimostra ampiamente”.
Nel corso della mattinata all’Auditorium Santa Margherita
verranno premiate le 29 classi
individuate come vincitrici da una specifica commissione coordinata dal
professor Paolo Scapinello, alle quali andranno 11 premi da 1.000 euro l’uno e
18 da 500 euro da utilizzare nell’ambito dell’attività scolastica. I progetti presentati dalle 124 scuole sono
in totale 149. Sono stati realizzati da Istituti di tutte le province del
Veneto, da 8 scuole croate e da una slovena.
La Festa del Popolo Veneto proseguirà in serata a San Donà di
Piave, con inizio alle ore 18.00 presso il Centro Culturale Da
Vinci in Piazza Indipendenza. Dopo l’apertura dell’evento da parte delle
autorità, in Corte Leonardo saranno al centro dell’attenzione i lavori femminili e la
presentazione del volume “Mimesis & Poesia – Antologia dei Poeti in
Sandonatese”. Alle 20.15 l’Associazione “Gril Basso Piave” presenterà “dai
nonni ai nipoti: ricerca e trasmissione”. Alle 20.45 chiuderà l’evento un
momento conviviale proposta dall’Istituto Alberghiero Barbarigo di Venezia. In
Corte Leonardo i Gruppi del Comune di San Donà animeranno la serata con canti popolari,
antichi mestieri e vecchie tradizioni.
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PIL PRO CAPITE: ALTO ADIGE TRA LE PRIME 20 REGIONI UE, MISURE NELLA GIUSTA DIREZIONE |
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Bolzano, 25 marzo 2013 - Gli
ultimi dati dell´istituto europeo di statistica Eurostat confermano l´Alto
Adige in testa alla classifica nazionale del Pil pro capite e tra le prime 20
Regioni nell´Ue. "Sono riferiti al 2010 e attestano - sottolinea il
presidente Luis Durnwalder - che la politica e le misure adottate dalla Giunta
provinciale per fronteggiare la crisi internazionale sono andate nella giusta
direzione. Ora dobbiamo proseguire su questa strada per rilanciare l´economia e
difendere i posti di lavoro."
Dalle statistiche economiche internazionali arriva una conferma per la
Provincia di Bolzano: i dati del 2010 resi noti oggi a Bruxelles da Eurostat e
relativi al prodotto interno lordo per abitante, espresso in termini di potere
d´acquisto rispetto alla media europea, confermano l´Alto Adige come regione
capofila a livello italiano: il Pil pro capite è pari al 146% della media Ue,
seguito da quelli della val d´Aosta (133%) e della Lombardia (132% della media
Ue).
Al primo posto in Europa figura Londra con il 328% della media dei 27
espressa in standard di potere d´acquisto. Con il suo risultato, la Provincia
di Bolzano si piazza al 19.Mo posto tra le Regioni europee, lo stesso risultato
del 2009. "Eurostat conferma in maniera oggettiva che la nostra politica
economica e sociale si muove nella direzione giusta: l´Alto Adige resta una
regione competitiva in ambito europeo", commenta il presidente Luis
Durnwalder. Un risultato tanto più significativo in quanto relativo al 2010
"quindi dentro la crisi che ha investito le economie di tutto il mondo. Le
misure varate per fronteggiarla hanno dato risultati, come attesta il rapporto
Eurostat: il Pil pro capite in Alto Adige nel 2010 è stato di 37mila euro,
rispetto ai circa 35mila dell´anno precedente."
Anche il raffronto con le Province vicine conferma la solidità
economica locale: secondo Eurostat nel 2010 il Tirolo arriva a un Pil pro
capite di 35.400 euro, il Trentino a 30.800 euro. "La nostra regione ha
risentito meno di altre gli effetti della difficile congiuntura grazie
all´intervento mirato della mano pubblica, agli sforzi compiuti da aziende e
lavoratori e alla solidità del nostro tessuto imprenditoriale", osserva
Durnwalder. Ora la Provincia deve "proseguire su questa strada: da un lato
con misure a favore dell´occupazione giovanile, della tutela dei posti di
lavoro e dell´inserimento di over 50 e di persone svantaggiate; dall´altro per
garantire condizioni ottimali alle aziende, ad esempio attraverso agevolazioni
fiscali, semplificazioni burocratiche, promozione di innovazione ed
export", conclude Durnwalder.
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BASILICATA: DE FILIPPO: PA EFFICIENTE ESSENZIALE PER LA RIPRESA DEL PAESE |
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Potenza, 25 marzo 2013 - “In
questo momento il lavoro pubblico continua ad essere ingiustamente demonizzato,
quasi come fosse la radice dei mali della società italiana. Il lavoro pubblico,
invece, è sinonimo di servizi a favore del cittadino e, se funziona ed è
efficiente, è garanzia di qualità della vita per la collettività”. Lo ha detto il
21 marzo il presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, in occasione
del Congresso regionale della Fp Cisl a Rifreddo.
“E’ giusto, perciò, eliminare gli sprechi ma senza tagliare i servizi,
investendo per recuperare l’efficienza del sistema. La qualità della pubblica
amministrazione – ha aggiunto - si misura sulla qualità dei servizi che si
rendono ai cittadini.
Occorre riorganizzare il lavoro pubblico di pari passo – ha continuato
il presidente - con quei processi che puntano alla modernità della macchina
burocratica. Una Pubblica amministrazione efficiente, con un sistema di regole
certe e dove emergono meritocrazia e capacità, è essenziale per rilanciare la
crescita e la ripresa economica e sociale del Paese”.
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PROGRAMMA TRIENNALE SPETTACOLO E RISTORO AMBIENTALE COMUNI, VIA LIBERA DALLA CONFERENZA DELLE AUTONOMIE. REGIONE CAMPANIA: ACCELERARE LE PROCEDURE PER EROGAZIONE CONTRIBUTI |
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Napoli, 25 marzo 2013 - Si è riunita a palazzo Santa Lucia, presieduta
dall’assessore Pasquale Sommese, la Conferenza permanente Regione - Autonomie
locali della Campania.
Al centro della Conferenza, il programma di investimento e promozione
dello spettacolo per il triennio 2013 – 2015
e l’assegnazione ai Comuni del contributo di ristoro ambientale.
Sullo spettacolo, è stato espresso parere favorevole alle priorità e agli obietti individuati. In
particolare verranno privilegiate le realtà produttive che realizzano progetti
con comprovata storicità, qualificazione professionale e innovazione; le
residenze multidisciplinari; la promozione dell’accesso al pubblico alla produzione
cinematografica di qualità; i progetti speciali; il restauro di sedi di pregio
storico ed architettonico; la valorizzazione della musica del 600 e 700
napoletano; il perfezionamento della danza; le attività amatoriali.
In campo ambientale, la Conferenza ha dato il via libera alla
concessione di contributi ai Comuni sedi di impianti per il trattamento dei
rifiuti urbani, in applicazione della legge regionale n. 4 del 2007 e del
regolamento di attuazione, che ha esteso il ristoro ai comuni limitrofi a
quelli con strutture di trattamento.
"La Conferenza di oggi - sottolinea l’assessore Sommese - ha
svolto un buon lavoro.
"Ora si tratta di accelerare le procedure e pervenire rapidamente
all’erogazione dei contributi, più che mai necessari in questa fase. Le
Autonomie non ce la fanno più e vanno sostenute fino in fondo.
"Sono certo, perciò, conoscendo la sensibilità di tutti i
consiglieri regionali, che al più presto possibile verranno completati i
necessari atti procedurali per dar corso ai finanziamenti", conclude
Sommese.
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LAVORO: PER AMMORTIZZATORI ABRUZZO OTTIENE ULTERIORI 5 MLN IN TOTALE 19,5 MLN PER LAVORATORI ED AZIENDE |
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Pescara, 25 marzo 2013 - Presieduto dall´assessore al Lavoro, Paolo Gatti,
si è riunito il 20 marzo, a Pescara, il Comitato di Intervento per le Crisi
Aziendali e di Settore (C.i.c.a.s.), che, all´unanimità, utilizzando i 19,5
milioni di euro a disposizione, ha provveduto a prorogare le misure di cassa
integrazione in deroga e mobilità in deroga, disposte per le aziende ed i
lavoratori della Regione Abruzzo e dell´Area interessata dal Sisma del 2009.
"Al tavolo del Cicas - ha argomentato Gatti - ho portato la notizia degli
ulteriori 5 milioni di euro, che si vanno a sommare ai 14,5 milioni già
destinati alla nostra Regione, ottenuti grazie ad una proficua interlocuzione
con il Ministero del Lavoro. Sul piano delle scelte, tutti i partecipanti al
Cicas, in modo univoco, hanno saputo deliberare misure coraggiose e serie. Con
gli interventi di Mobilità in deroga è stato dato un segnale temporale di
maggiore attenzione, tre mesi, in favore dei lavoratori particolarmente
svantaggiati, che sono destinatari dei soli ammortizzatori in deroga e, di mesi
uno, per i lavoratori già percettori degli ammortizzatori ordinari. Con la Cig
in deroga sono stati assicurati due mesi alle aziende e lavoratori del
territorio regionale e tre mesi per quelle ubicate in Area Sisma. L´inps, da parte
sua, si è impegnata ad armonizzare il rispetto del quadro di regole esistente
con la grave condizione di bisogni delle famiglie dei lavoratori del
territorio, assicurando il pronto avvio delle attività di liquidazione delle
prestazioni previste per il 2013"."Con gli ammortizzatori sociali in
deroga in questi anni - ha proseguito l´Assessore - abbiamo garantito, con la
piena condivisione dei sindacati regionali e delle parti datoriali, la pace
sociale in Abruzzo. Siamo dunque preoccupati per l´instabilità del quadro
politico che potrebbe ritardare azioni di programmazione e di stanziamento dei
fondi che sono indispensabili per mantenere in un perimetro di normalità il
quadro sociale del Paese. E´ in atto una vertenza fra Regioni e Governo per
ottenere certezza dei tempi e della quantità delle risorse a nostra
disposizione. Con l´attuale Governo o con il futuro la nostra pressione sarà
ugualmente costante e determinata per avere risposte concrete per i
lavoratori". I dettagli dei provvedimenti assunti dal Cicas sono
disponibili sul sito internet della Regione www.Regione.abruzzo.it/fil
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TERREMOTO: CHIODI, FONDI ANTIVIOLENZA LO STATO DELL´ARTE |
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L´aquila, 25 marzo 2013 - "La cessazione dell´emergenza, purtroppo,
ha determinato l´interruzione dei procedimenti relativi ai fondi destinati a
favorire la ripresa delle attività di sostegno delle donne e delle madri in
situazioni di difficoltà e a quelle riguardanti il contrasto di situazioni di
marginalità dovute anche alla violenza di genere e sui bambini". Sono le
dichiarazione del Presidente della Regione - Gianni Chiodi - in relazione alla
questione sollevata dalla Senatrice Stefania Pezzopane, e nel merito del suo
proposto atto di sindacato ispettivo al Governo nazionale, riguardante proprio
lo stato dell´arte circa i fondi destinati ai centri antiviolenza e a alle
donne in difficoltà. "In particolare - ha aggiunto il Presidente - la
Corte dei Conti, a fine agosto 2012, ha osservato il Decreto Commissariale che
stabiliva procedure di dettaglio per il sostegno delle donne e delle madri in
situazioni di difficoltà, avverso le quali non è stato possibile produrre
elementi di specificazione alla Corte proprio per il venir meno dell´emergenza.
A causa di ciò la gestione stralcio, a tutt´oggi, ha ancora a disposizione i
relativi fondi pari a 1,5 milioni di euro. Per i fondi dedicati ai centri anti
violenza, sempre pari ad 1,5 milioni di euro, quale Commissario Delegato
uscente ho proposto al Governo di gestire direttamente le risorse già
nell´autunno del 2012; il Governo, senza confronto, e in contrasto con detta proposta,
ha trasferito nel mese di Febbraio ultimo scorso la somma destinata alle
finalità originarie. Preso atto di ciò ho chiesto formalmente al Direttore
Mancurti, titolare della gestione stralcio, di disporre che tali fondi siano
gestiti direttamente dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Ciò
soprattutto in considerazione del fatto che le strutture commissariali non
esistono più oramai da otto mesi e le attività di programmazione e approvazione
dei progetti non potrebbero essere esperite non essendoci il relativo
personale". |
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INCLUSIONE SOCIO-LAVORATIVA DETENUTI ED EX DETENUTI: GIUNTA REGIONALE UMBRA APPROVA IL RAPPORTO ANNUALE ED ISTITUISCE DUE TAVOLI DI PROGETTAZIONE |
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Perugia, 25 marzo 2013 - La Giunta regionale, su proposta della
vicepresidente ed assessore alle politiche sociali, Carla Casciari, ha
approvato il rapporto sull´attuazione del progetto interregionale
"Interventi per il miglioramento dei servizi per l´inclusione
socio-lavorativa dei soggetti in esecuzione penale" ed ha avviato la
costituzione di un Tavolo di Governance e di un Tavolo tecnico per l´inclusione
sociale e lavorativa delle persone detenute ed ex detenute.
Il progetto interregionale al quale la Regione Umbria ha aderito,
prevede il rafforzamento della governance socio - istituzionale favorendo la
programmazione partecipata di progetti destinati alle persone in esecuzione
penale sistematizzando le buone prassi
realizzate con le singole progettazioni.
In particolare il progetto prevede la ricognizione e l´analisi sullo
stato della programmazione sociale degli interventi di inclusione socio
lavorativa anche attraverso l´implementazione dei modelli organizzativi di
reinserimento delle persone soggette a provvedimenti dell´autorità giudiziaria
privativi o limitativi della libertà personale, la formazione congiunta degli
operatori volta allo sviluppo di competenze sulla programmazione degli
interventi, sulla progettazione a livello locale e sull´utilizzo delle risorse
finanziarie comunitarie, nazionali e locali, sul lavoro in rete, coordinamento
e gestione delle risorse e delle iniziative rivolte ai soggetti svantaggiati;
la comunicazione e diffusione delle azioni poste in essere ed il monitoraggio e
la valutazione.
Nel report si illustra il lavoro
svolto dalla Regione Umbria nel primo anno di attività del progetto, ma anche
di quanto fatto in base all´Accordo interregionale per l´attuazione
dell´iniziativa.
Dai dati forniti dal Dipartimento dell´amministrazione penitenziaria
(Dap) si evidenzia che al 31 dicembre 2011, dei 1681 detenuti presenti negli
Istituti di pena dell´Umbria - di cui 72 sono donne - lavorano in 303, tra i
quali 10 donne. 275 detenuti lavorano
alle dipendenze del Dap e in particolare: 224 ai servizi d´istituto
(pulizie, porta vitto, spesini, cucina), 30 addetti alle lavorazioni
penitenziarie, 20 alla manutenzione ordinaria fabbricati, 1 servizi
extramurari.
I restanti 28 detenuti - di cui
una donna - lavorano alle dipendenze di altri soggetti diversi
dall´amministrazione penitenziaria: 8 in
regime di semi-libertà, 8 in regime di lavoro all´esterno del carcere, 2
lavorano in istituto per conto d´imprese, 10 lavorano in istituto per conto di cooperative.
"Per costruire uno stabile sistema di governance e definire delle
modalità di confronto costanti e strutturate tra le Amministrazioni a vario
titolo impegnate nel reinserimento socio lavorativo delle persone soggette a
provvedimenti dell´autorità giudiziaria - ha affermato la vicepresidente
Casciari - abbiamo previsto l´istituzione di due organismi permanenti di
collaborazione e coordinamento intra-istituzionale ed
inter-istituzionale".
"Questo sistema, condiviso tra la Regione Umbria, il
Provveditorato Regionale dell´Amministrazione penitenziaria, gli Enti Locali e
gli altri attori sociali presenti sul territorio - ha aggiunto - nasce dall´esigenza di creare un definito,
costante ed efficace rapporto ´a rete´ tra gli operatori istituzionali e gli
operatori del sociale, tutti coinvolti nella realizzazione delle condizioni
generali di legalità, sicurezza e di recupero sociale. L´obiettivo di questa
attività - prosegue la vicepresidente Casciari - è la definizione di un
programma quadro di livello politico istituzionale che evidenzi i pilastri
imprescindibili per un´efficace governance degli interventi di reinserimento
sociale e lavorativo delle persone in esecuzione penale e un programma
operativo che contempli le possibili azioni, strumenti, procedure, risorse, prassi
operative applicabili per un efficace intervento di inclusione sociale delle
persone sottoposte ad esecuzione penale".
Il "Tavolo di Governance" avrà il compito di dare l´indirizzo
politico e operare le scelte, individuando le linee di intervento per la
programmazione di azioni d´inclusione sociale, nonché di offrire gli strumenti
e le risorse al fine di promuovere la concreta attuazione dei programmi e degli
interventi in favore dei soggetti sottoposti ad esecuzione penale e sarà
composto dagli Assessori regionali al Welfare, Istruzione, politiche del
lavoro, politiche della formazione e sicurezza Urbana, dal Provveditore
Regionale dell´Amministrazione Penitenziaria, dal Garante regionale delle
persone sottoposte a provvedimenti restrittivi della libertà personale, dagli
assessori provinciali al lavoro e formazione professionale e dall´Anci
regionale. Sarà presieduto dall´assessore regionale Welfare che attuerà i
necessari raccordi con l´Assessorato alla Salute.
Il Tavolo Tecnico rappresenta invece una task force integrata tra le
diverse amministrazioni impegnate nel percorso di inclusione sociale e le
associazioni di volontariato coinvolte nel settore ed avrà il compito di
specificare strumenti, procedure di attuazione, tempi, risorse umane, materiali,
finanziarie, modalità di monitoraggio delle azioni e interventi posti in
essere. Sarà composto dal Coordinatore regionale Conoscenza e Welfare, dal
Dirigente del Servizio Regionale Politiche attive del lavoro, dal Dirigente del
Servizio Regionale Inclusione sociale e integrazione sociosanitaria,
associazionismo, volontariato e cooperazione, dalle Direttrici Uepe di Perugia
e Spoleto, dai Direttori degli istituti di pena dell´Umbria, dai Dirigenti dei
Comuni sede di istituto penitenziario di Perugia, Terni, Spoleto e Orvieto,
dal Dirigente dell´Ufficio
dell´Esecuzione Penale Esterna del Provveditorato Regionale
dell´Amministrazione Penitenziaria, dal
Dirigente dell´Ufficio del Trattamento Intramurale del Provveditorato
Regionale dell´Amministrazione Penitenziaria, da tre rappresentanti della
Conferenza regionale volontariato giustizia e dal Garante regionale delle
persone sottoposte a provvedimenti restrittivi della libertà personale.
Concludendo la vicepresidente
Casciari ha menzionato in breve le politiche sociali della Regione Umbria per
l´esecuzione penale: "La Regione nell´ambito delle proprie competenze
opera con l´obiettivo di diminuire le recidive di reato e, conseguentemente, di
aumentare la sicurezza per il territorio. Gli ultimi dati a disposizione su
scala nazionale - commenta - evidenziano che 7 detenuti su 10, circa il 65 per
cento, alla fine della detenzione, tornano a delinquere se il periodo di
detenzione è stato espiato solo in carcere senza possibilità di inserimento
lavativo. La percentuale si abbassa sensibilmente se si considerano i soggetti
sottoposti ad esecuzione che hanno avuto la possibilità di lavorare per i quali
la reiterazione del reato è compresa fra il 12 e il 19 per cento".
"La Regione ha sviluppato azioni formative finalizzate a favorire
l´occupazione finanziate con Fondo sociale europeo, in collaborazione con le
amministrazioni provinciali, i soggetti del Terzo settore e azioni promozionali
nei confronti delle istituzioni del territorio, del volontariato, della
cooperazione, dell´associazionismo e delle imprese che si sono concretizzate in
alcuni progetti territoriali per l´integrazione e l´inclusione lavorativa dei
detenuti ed ex detenuti con il coinvolgimento sia degli istituti di pena, che
del mondo del lavoro e produttivo".
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PARI OPPORTUNITÀ: PROTEZIONE A LIVELLO EUROPEO E DIRITTO CIVILE PER LE VITTIME DI STALKING O DI VIOLENZA DI GENERE |
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Strasburgo, 25 marzo 2013 - Le vittime di stalking, molestia o violenza
di genere che hanno ottenuto protezione in uno Stato membro dell´Ue dovrebbero
ottenere una protezione del tutto equivalente, se si muovono liberamente ad un
altro sotto nuove regole approvate dalla commissione giuridica e per i diritti
dei comitati delle donne lo scorso martedì.
Le nuove norme Ue dovrebbero aggiungere la protezione civile, il diritto alla
tutela penale già attuate sotto l´ordine di protezione europeo (Epo) direttiva.
Una legge che elimini tutte le formalità attualmente richieste per
garantire il riconoscimento e l´esecuzione delle misure di protezione civile
per le persone a rischio che attraversano le frontiere interne è stato
approvata da entrambi i comitati in una votazione congiunta con 32 voti a
favore e 2 astensioni. "Le procedure amministrative per le vittime devono essere
più semplici in quanto abbiamo bisogno di garantire che siano protetti ogni
volta che viaggiano o spostano in un altro Stato membro ", ha detto
Antonyia Parvanova (Alde, Bg), il Parlamento co-relatore per il regolamento sul
riconoscimento reciproco delle misure di protezione in materia civile
questioni. "La continuità dei servizi di sostegno specializzato alle
vittime di violenza di genere e la formazione specializzata dei funzionari che
possono trattare i casi di violenza contro le donne è una parte importante
della protezione", ha aggiunto. Protezione Rendere più facile per ottenere
base alle nuove norme, tutte le vittime della violenza di genere, il rapimento
o aggressione che ha ottenuto protezione in uno Stato membro dell´Ue, avrebbe
solo bisogno di compilare un certificato standard multilingue per avere il suo
diritto alla protezione pienamente applicata in tutta l´Ue. Correlatore Antonio
López- Istúriz (Ppe, Es) ha detto: "Le istituzioni dell´Ue lavorano per
risolvere i problemi che riguardano tutti i cittadini dell´Ue, a prescindere
dalla nazionalità o dal paese dell´Ue in cui si muovono Inoltre, è necessario
che gli Stati membri dell´Ue di rendere le informazioni su questi. Misure di
protezione disponibili nelle loro campagne di educazione ". Deputati ha
modificato la proposta per garantire che le norme di Epo coprire tutti i rischi
per l´integrità fisica e morale delle persone, compresi i rischi per la
dignità, la sicurezza, la libertà personale e. L´integrità sessuale. Essi hanno
inoltre proposto che dovrebbe essere possibile richiedere on-line multilingue
certificato e che il costo della procedura di riconoscimento deve essere
revocato per le vittime. La proposta di regolamento in materia civile integra
la direttiva Epo sui casi penali. Insieme, i due strumenti si coprono la gamma
più ampia possibile delle misure di protezione adottate dagli Stati membri. Un
tipico esempio di una tale misura sarebbe un ordine che richieda uno stalker di
stare lontano da luoghi frequentati dalla vittima e ad astenersi dal contatto
con lei. Prossime tappe Il presente regolamento si applicano ai casi
transfrontalieri, con effetto dal 11 gennaio 2015. Commissione giuridica affari
e della commissione per i diritti della donna sulla sedia: Klaus-heiner Lehne
(Ppe, De) e Mikael Gustafsson (Gue / Ngl, Sv) Procedura: legislativa ordinaria,
prima lettura Relatori: Antonio López-istúriz White e Antonyia Parvanova
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FVG, PARI OPPORTUNITÀ: APPROVATO NUOVO REGOLAMENTO |
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Trieste, 25 marzo 2013 - È
stato approvato dalla Giunta regionale il
nuovo regolamento regionale - proposto dall´assessore alle Pari
opportunità - per l´erogazione di contributi a sostegno di
iniziative dirette a diffondere la cultura del rispetto tra i
sessi e a garantire la piena realizzazione delle pari opportunità
tra donna e uomo.
Sulla traccia del regolamento precedente, che viene abrogato, al
fine di attuare politiche di pari opportunità, la Regione
sostiene le iniziative proposte da associazioni femminili di
volontariato e di promozione sociale, dal terzo settore e da
altri soggetti pubblici e privati, per diffondere la cultura del
rispetto tra i sessi e a garantire la piena realizzazione delle
pari opportunità tra donna e uomo.
Nello specifico nel nuovo regolamento si è voluto in primis
favorire la presentazione di iniziative in forma associata, oltre
che porre una distinzione tra le diverse tipologie progettuali.
Sono state quindi individuate due categorie per la presentazione
delle domande, declinate poi in due distinte graduatorie: una
per interventi orientati ad azioni che si prefiggono di incidere
sul versante della diffusione della parità di genere, ovvero quel
tipo iniziative dirette a diffondere la cultura del rispetto tra
i sessi attraverso azioni finalizzate a contrastare gli
stereotipi di genere nei diversi ambiti che riguardano la vita
economica, sociale e culturale del territorio regionale; l´altra
è riservata a quei progetti che puntano a rimuovere gli ostacoli
di ordine economico e sociale che di fatto impediscono il
raggiungimento della parità di genere nei diversi ambiti che
riguardano la vita economica, sociale e culturale del Friuli
Venezia Giulia.
Per il primo tipo di graduatoria sono previsti contributi fino
10.000 euro, e fino a un massimo del 70 pc del costo totale
dell´iniziativa, mentre la quota restante (minimo 30 pc) potrà
essere coperta da altri contributi o finanziamenti pubblici e
privati. Per la seconda tipologia sono previsti invece contributi
fino a un massimo di 20.000 euro e fino a un massimo del 90 pc
del costo totale dell´iniziativa, mentre la quota restante
(minimo 10 pc) sarà a carico del soggetto proponente. L´importo
complessivo a disposizione per sostenere i progetti selezionati è
di 131.800 euro.
Il termine per la presentazione delle domande è stato fissato al
31 maggio.
La valutazione dei progetti presentati darà rilevanza soprattutto
alla fattibilità e immediata cantierabilità dell´iniziativa e ai
caratteri di originalità e innovazione, nonché all´economicità
delle spese preventivate.
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CONCILIAZIONE: ANCHE L´ARCIDIOCESI DI TRENTO ADERISCE ALLO STANDARD "FAMILY AUDIT" |
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Trento, 25 marzo 2013 - Anche la
Curia vescovile di Trento vuole adottare politiche di gestione del proprio
personale orientate al benessere dei propri dipendenti e delle loro famiglie
secondo lo standard per la conciliazione famiglia e lavoro "Family
Audit". La decisione di avviare l´impegnativo percorso che entro tre anni
porterà la Caritas, l´Istituto di sostentamento per il clero, la Fondazione
Comunità solidale, il settimanale "Vita Trentina" e il Centro
missionario alla certificazione familiare è stata annunciata oggi dallo stesso
arcivescovo Bressan al presidente della Provincia autonoma Alberto Pacher.
Attualmente sono ben 120 le organizzazioni (70 trentine e 50 nazionali) che si
sono certificate o che stanno per esserlo con lo standard introdotto in Italia
dalla Provincia di Trento, ma è la prima volta, ad eccezione di Caritas Italia,
che tale processo coinvolge una organizzazione ecclesiastica. "Vogliamo
confrontarci sul modello proposto dalla Provincia, migliorando dove possiamo,
in modo da essere un modello per ogni altra azienda, gruppo di lavoro o di
interesse, non solo per far del bene globalmente ma per guardare anche al bene
delle famiglie coinvolte perchè dietro ogni persona che lavora con noi c´è una
famiglia" ha spiegato Bressan incontrando stamane in piazza Dante il
presidente Pacher, l´assessore alla salute e politiche sociali, Ugo Rossi e il
dirigente dell´Agenzia per la Famiglia, Luciano Malfer.
La richiesta di aderire al "Family Audit" è nata dopo il
settimo Meeting Mondiale delle Famiglie che si è tenuto lo scorso anno a
Milano. Complessivamente, sono 170 i dipendenti della diocesi trentina
interessati all´iniziativa. Il processo Audit dell´arcidiocesi prenderà il via
in aprile con un primo step che si concluderà entro l´anno con l´approvazione
da parte del Comitato Audit di un "piano aziendale" delle attività
che saranno promosse sul fronte della conciliazione famiglia/lavoro e che
riguarderanno in particolare l´organizzazione del lavoro: turni, orari
personalizzati, permessi, banca delle ore, orari flessibili in entrata-uscita,
pausa pranzo flessibile, part-time, congedi di paternità, riorganizzazione di
mansioni e competenze, telelavoro, eccetera.
Ma il processo investirà anche altri campi, quelli della promozione al
proprio interno della cultura della conciliazione, della formazione e
comunicazione, dei benefit e servizi per i dipendenti e le loro famiglie, del
riorientamento di tali servizi secondo le logiche e le finalità del Distretto
famiglia per arrivare, infine, alle nuove tecnologie.
Al termine di questa fase verrà rilasciato un "certificato
base" e solo dopo un periodo di tre anni si arriverà al certificato finale
"Family Audit".
Grande apprezzamento per la scelta dell´Arcidiocesi trentina è stata
manifestata a Bressan dal presidente Pacher: "La decisione della nostra
diocesi farà da acceleratore e moltiplicherà l´interesse, sia locale che
nazionale, verso i percorsi di attenzione alla famiglia che il Trentino ha
avviato con lo standard Family Audit".
"La famiglia è il luogo dove si sviluppa la personalità dell´individuo
e la sua possibilità di essere protagonista del proprio futuro - commenta
l´assessore Rossi - e quindi è chiaro che le organizzazioni lavorative hanno
tutto l´interesse a sviluppare modelli che tengano conto del benessere delle
famiglie e dei lavoratori che vi appartengono. Ciò consente loro di migliorare
il modo di lavorare, quindi di essere anche più produttive, ed alla società di
guardare con più fiducia al futuro. Anche in un periodo di crisi dobbiamo fare
riferimento ai valori più veri e alle cellule più sane che sono appunto le
nostre famiglie. Il ruolo della pubblica amministrazione è di favorire questi
contesti, attraverso azioni che siamo di stimolo, anche di incentivazione se
serve, ma soprattutto di trasmettere un cambiamento culturale alla nostra
società mettendo in campo azioni che valorizzino ciò che la società già di
buono ci offre".
Si conferma dunque la validità dell´assunto, che diede non a caso il
titolo al Festival della Famiglia che si tenne nell´ottobre dello scorso anno a
Riva del Garda, che "se cresce la famiglia, cresce la società". E
proprio dal Festival sono emerse alcune "tesi", poi sviluppate in
questi mesi, una delle quali riguarda il rapporto tra la conciliazione intesa
come questione etica riconducibile alla responsabilità sociale dell´impresa e
gli obiettivi di business aziendale. "E´ chiaro che la conciliazione potrà
realmente diventare una priorità dell´impresa - afferma Luciano Malfer - solo
se essa non impedirà all´impresa stessa di continuare a perseguire
efficientemente la propria mission aziendale. L´orientamento dell´autorità
pubblica centrale sarà sempre più rivolto a introdurre sistemi premianti nei
confronti delle aziende che hanno accolto processi volti alla certificazione
familiare". Un orientamento, per altro, che in Trentino ha già iniziato ad
essere tradotto in indicazioni concrete, ad esempio con l´inserimento in alcune
gare d´appalto di specifici requisiti relativi allo standard "Family
Audit" con il riconoscimento di un punteggio ad hoc.
Nel 2012 il numero delle organizzazioni coinvolte nel processo Family
Audit è cresciuto in modo sensibile (+ 105 %): a livello nazionale sono la
Lombardia, il Veneto, il Lazio, la Sardegna e la Sicilia le regioni che si
stanno muovendo di più e che hanno sottoscritto specifici accordi con l´Agenzia
per la Famiglia trentina. Le organizzazioni aderenti sono per lo più private
(71 %); guardando alla dimensione aziendale, si scopre che a livello locale ben
il 63 per cento delle organizzazioni pubbliche coinvolte hanno più di 100
dipendenti (52 % a livello nazionale) e il 23 % tra 50 a 100 dipendenti (35 % a
livello nazionale), di cui 6 con più di mille dipendenti, mentre quelle private
con oltre 100 dipendenti sono il 58 % in Trentino e 25 % sul territorio
nazionale, di cui 3 con più di mille dipendenti. Complessivamente si tratta di
12.109 lavoratori coinvolti nel Family Audit in Trentino (il 5,2 % sul totale
dei lavoratori in provincia, che erano 231.147 al 31 dicembre scorso), e oltre
56 mila sul territorio nazionale.
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ALLA NUOVA CASA DI HINA PRESENTAZIONE DELLA RICERCA “ASPETTARE UN BAMBINO LONTANA DAL PROPRIO PAESE” E LO SPETTACOLO “NASCERE SUL MAPPAMONDO: MAMME DIVERSE O UGUALI?” |
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Parma, 25 marzo 2013 – E’ presso la sede del Centro interculturale di
Parma, in via Bandini 6, la nuova sede di Hina, (acronimo di “Ho Imparato a Non
Arrendermi”) lo spazio rivolto a donne
immigrate, dove queste possono avere informazioni e consigli, scambi di idee e
di esperienze, un luogo dove attivare una rete di solidarietà fra le donne, uno
sportello per superare piccole e grandi difficoltà e aiutare le donne a far
valere i propri diritti e la propria autonomia.
Gestita dalle volontarie dell’associazione Milleunmondo in
collaborazione con Donne di qua e di là, Comunità Senegalese e Mwassi, la nuova
casa di Hina è stata inaugurata sabato 23 marzo, con una serie di iniziative
promosse presso il Centro Interculturale. Eccole.
Il taglio delle ore 16.00 alla presenza dell’assessore provinciale
Marcella Saccani e di Diana Teneva, presidente dell’Associazione Milleunmondo.
Alle 16.30 la presentazione della ricerca “Aspettare un bambino lontana dal proprio
paese” lo studio su donne straniere in
gravidanza di Teresa Serra, psicologa del Centro Studi Ausl di Parma in
collaborazione con l´Università di Parma. Nella ricerca cinquanta donne
straniere in gravidanza, provenienti da Africa, Cina, Maghreb ed Europa orientale, parlano in un’intervista
delle loro condizioni di future madri e di migranti, gettando uno sguardo
originale sui temi dell’accoglienza che contraddice alcune nostre premesse e ci
pone degli interrogativi sui nostri stessi bisogni. Sarà presente Teresa Serra,
curatrice della ricerca.
Alle 17,30 è andata in scena “ Nascere sul mappamondo: mamme diverse o
uguali?” rappresentazione teatrale con testimonianze di donne di diverse
culture a confronto sullo loro esperienza di essere madri in Italia, realizzata
da Milleunmondo in collaborazione con le
associazioni Futura e Il Pozzo di Sicar. Alle 18,30 aperitivo per tutti.
Hina ha il seguente orario di apertura al pubblico: ogni primo martedì
del mese dalle 10.00 alle 12.00 e ogni sabato dalle 10.00 alle 12.30.
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PARI OPPORTUNITÀ: NUOVO BANDO REGIONALE PER GLI ENTI LOCALI DEL FVG |
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Trieste, 25 marzo 2013 - È uscito il nuovo bando regionale rivolto a
Comuni e Province per la realizzazione di azioni rivolte a
rimuovere gli ostacoli nelle pari opportunità e finalizzate al
conseguimento di una condizione di uguaglianza fra uomini e
donne. Il termine previsto per la presentazione formale dei
progetti da parte degli enti locali è stato fissato al 30 aprile.
Si tratta di un´importante opportunità per il territorio: quella
di proporre delle iniziative che uniscano la finalità dell´
uguaglianza dei generi a quelle dello sviluppo e del lavoro.
Nella scorsa edizione con questo programma - allora come oggi
promosso dalla Direzione Centrale del Lavoro e Pari opportunità -
sono stati finanziati 11 enti locali, che hanno messo in atto
importanti progetti in campo turistico ricettivo, del lavoro e
della formazione. Da segnalare che, anche quest´anno, non è stato
posto da parte della Regione alcun vincolo su un eventuale tema
specifico in base al quale elaborare i progetti, al fine di
lasciare ai comuni e alle province l´autonomia di poter proporre
idee coerenti con quelle che sono le peculiarità del territorio.
Il bando, presentato e condiviso con la Commissione regionale per
le Pari opportunità (che esprime la convinzione che questo tipo
di azione imprimerà un impulso importante agli enti locali per
incentivare le politiche di parità di genere nel Friuli Venezia
Giulia) prevede e favorisce il fatto che gli enti locali possano
presentare progetti anche in forma associata, con una copertura
dell´importo anche dell´80 pc dei costi complessivi e con un
ammontare massimo di 20mila euro per ciascuna proposta.
Dopo la verifica di ammissibilità, i progetti verranno valutati
sulla base dei criteri e dei parametri che riguardano il livello
di collaborazione fra più enti, l´originalità, la complessità e
il carattere innovativo dei progetti. La graduatoria finale verrà
redatta dalla Commissione regionale per la Pari opportunità. I
progetti dovranno presentare l´analisi di contesto in cui si
inseriscono, la descrizione delle azioni e le modalità operative
per realizzarle, oltre alla valutazione previsionale
sull´efficacia del progetto stesso.
Complessivamente a sostegno dell´intervento è previsto uno
stanziamento di 131mila e 200 euro. Le domande di contributo
devono essere presentate avvalendosi del modulo disponibile sul
sito web della Regione Friuli Venezia Giulia: http://www.regione.fvg.it/ ,
alla voce bandi e avvisi.
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