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MARTEDI
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Notiziario Marketpress di
Martedì 02 Dicembre 2014 |
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LOMBARDIA. AGRICOLTURA: CANCELLARE ODIO VERSO PRODUTTORI NORD APPARSO SU FACEBOOK |
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Milano - "Devo rivolgere un plauso ai curatori della pagina di Facebook Briganti e segnalarli all´Autorità garante delle Comunicazioni e al ministro delle Politiche agricole per le ´piacevoli´ espressioni rivolte a un´azienda seria come il Consorzio casalasco del pomodoro, gravide di odio razziale verso il marchio Pomì; e verso i produttori padani di pomodoro e verso un´area che, ricordo a questi simpatici signori, mantiene abbondantemente il Sud". Così interviene l´assessore all´Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava, condannando un post dello scorso 26 novembre sulla pagina Facebook denominata Briganti che, come è riportato nella sezione informazioni, "rappresenta il punto di incontro di chi vuole condurre una battaglia per il Sud". No Ad Offese Gratuite - "Se la battaglia per il Sud viene condotta attaccando il Nord, una delle imprese espressione della produttività e del Made in agroalimentare e gli agricoltori che nel 2014 hanno coltivato quasi 37mila ettari fra Lombardia ed Emilia-romagna, per una produzione di 23,9 milioni di quintali di pomodoro - commenta Fava - è bene compiere una riflessione profonda, perché la libertà di espressione, assolutamente sacra, non deve travalicare in offese gratuite. Mi auguro si valuti l´opportunità di chiudere la pagina, calamita per risse verbali razziste ed esecrabili". Basta Oltraggi Al Nord - "Non entro nel merito di una grammatica zoppicante, per la quale suggerirei qualche ripetizione di lingua italiana - prosegue l´assessore lombardo - e nemmeno mi ergo ad avvocato dell´eurodeputato Matteo Salvini, che è in grado di difendersi da solo, ma diffido queste persone ad oltraggiare le produzioni agricole della Macroregione agricola del Nord. Anche perché, se andiamo ad analizzare i numeri, sono stati prodotti 23,9 milioni di pomodori nel distretto padano e 25,3 nel Centro-sud". |
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AGRICOLTURA, LOMBARDIA: NESSUN TAGLIO A SETTORE, OPPOSIZIONE DISATTENTA |
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Milano - "A malincuore rispondo ai consiglieri regionali Agostino Alloni e Marco Carra, dai quali, francamente, mai mi sarei aspettato un attacco basato su accuse infondate.I consiglieri dell´opposizione sulla manovra di bilancio di Regione Lombardia e sulle risorse autonome destinate all´agricoltura protestano, perché nella pochezza ed esiguità delle risorse a disposizione la giunta regionale colloca ben 13 milioni per cofinanziare il Programma di sviluppo rurale ed evitare così buchi di programmazione. Sia detto per inciso, visto che Marco Carra è mantovano, che il governo guidato dal suo stesso partito ha stanziato pressoché la medesima cifra (14,6 milioni di euro) a saldo dello stanziamento 2014 del sisma che due anni fa ha colpito il territorio, dopo averne promessi 74. Avrebbe dovuto criticare il premier Renzi, preferibilmente". Lo dice l´assessore all´Agricoltura della Lombardia Gianni Fava, replicando ai consiglieri Agostino Alloni e Marco Carra. "Ricordo agli esponenti dell´opposizione - dice Fava - che le attività svolte dalle Associazioni allevatori (Libri genealogici e controlli funzionali) dal 2015 saranno integralmente a carico dello Stato, attraverso la dotazione nazionale del Psr, confluita nel Piano operativo nazionale sulla biodiversità. In ogni caso, il bilancio regionale 2015 presenta la dotazione necessaria per saldare l´attività 2014, nella misura di competenza della Lombardia". "Mi chiedo - continua l´assessore - come sia potuto sfuggire ai due consiglieri regionali dell´opposizione il tema dell´assistenza tecnica agli allevatori, dal 2015 a totale carico del Psr, attraverso specifica misura. Alloni e Carra avrebbero dovuto saperlo dallo scorso luglio, avendo acquisito il Programma di sviluppo rurale presentato dalla Lombardia a Bruxelles. All´agricoltura di montagna, all´infrastrutturazione montana e forestale, alla filiera bosco - legno, alle politiche di sostegno, al turismo rurale e delle produzioni montane di qualità, mi permetto di ricordare, andranno mediamente il 30% delle risorse del Psr 2014/20, che vale complessivamente 1,15 miliardi di euro". "Spiace dover replicare a due gentiluomini come Carra e Alloni - conclude Fava - che si sono divertiti a sollevare critiche sulla base di osservazioni disattente, ma non potevo lasciar passare sotto silenzio posizioni distorte, mentre per la prima volta Regione Lombardia ha incrementato i fondi del Psr e abbiamo oltretutto previsto una copertura per tutte le politiche di sviluppo, ben sapendo che dal governo non avremmo ottenuto nulla, se non i tagli che sono sotto gli occhi di tutti". |
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PUGLIA: EMERGENZA XYLELLA: NOMINATO COMITATO CONSULTIVO PERMANENTE |
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In attesa che il Presidente del Consiglio convochi la Regione per la definizione dell’eventuale nomina del Commissario Straordinario con poteri di deroga che dovrà gestire la difficile emergenza Xylella Fastidiosa, l’ente regionale si attrezza con l’istituzione del Comitato Consultivo permanente, che al suo interno terrà insieme istituzioni, associazioni di categoria, organi ispettivi e enti di ricerca. Il Comitato, costituito con delibera regionale dello scorso 25 novembre, sarà insediato ufficialmente nei prossimi giorni dal presidente e Assessore regionale alle Risorse Agroalimentari, Fabrizio Nardoni. Si tratta dell’organo tecnico consultivo che, all’indomani della dichiarazione di “stato di emergenza fitosanitaria straordinaria, a supporto della Regione, fatti salvi i compiti e le funzioni stabilite dalla normativa in materia fitosanitaria, esprimerà pareri motivati e formulerà proposte in relazione delle attività che a livello regionale si dovranno attuare per far fronte all’emergenza fitosanitaria correlata al batterio della Xylella. “L’emergenza Xylella – spiega l’Assessore Nardoni – interessa non solo aspetti strettamente fitosanitari connessi alle specie vegetali di interesse agrario, ma anche specie diffuse sul territorio per finalità ornamentali e coinvolge anche tematiche di carattere ambientale e paesaggistico, per questo è stato necessario realizzare un’azione coordinata tra le strutture regionale coinvolte nelle attività finalizzate alla prevenzione, al controllo e alla eradicazione del batterio”. Il Comitato consultivo permanente per la prevenzione, il controllo e la eradicazione del batterio da quarantena, successivamente indicato come Comitato, è così composto: • Assessore alle Risorse Agroalimentari; • Direttore Area Politiche per lo sviluppo rurale • Direttore Area di Coordinamento Politiche per la riqualificazione, la tutela e la sicurezza ambientale e per l’attuazione delle opere pubbliche, o suo delegato • Direttore Area Politiche per la mobilità e qualità urbana, o suo delegato • Direttore Area Politiche per la promozione della salute, delle persone e delle pari opportunità, o suo delegato • Dirigente del Servizio Agricoltura; • Dirigente dell’Ufficio Osservatorio fitosanitario regionale; • Comandante regionale del Corpo Forestale dello Stato • Il direttore dell’Ariif • Assessore all’Agricoltura della Provincia di Lecce; • Rappresentante dell’Associazione Nazionale Comuni d’Italia (Anci) • Rappresentante della Federazione Regionale Coldiretti Puglia; • Rappresentante della Confederazione Italiana Agricoltori Puglia; • Rappresentante della Federazione Regionale degli Agricoltori di Puglia (Confagricoltura); • Rappresentante della Confederazione Produttori Agricoli (Copagri); • Rappresentante della Confcooperative Puglia; • Rappresentante della Lega delle Cooperative di Puglia; • Rappresentante della Ue-coop; • Rappresentante delle associazioni vivaistiche • Rappresentante delle istituzioni scientifiche a supporto dell’Osservatorio fitosanitario • Rappresentanti dell’Università di Bari, di Foggia e di Lecce, competenti per materia, designati dal Rettore |
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CIA BASILICATA: PREPARARSI A SUPERAMENTO QUOTE LATTE |
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“Gli allevatori-produttori di latte lucani devono prepararsi al passaggio “epocale” dal sistema delle quote latte, che non ha funzionato, ad uno autoregolamentato ed autodisciplinato dal mondo produttivo”. Lo sostiene, in una nota, Luciano Sileo della direzione regionale Cia Basilicata, sottolineando che da aprile 2015 in Europa il regime delle “quote latte” verrà superato: un fatto che viene da più parti considerato rivoluzionario per un settore caratterizzato da oltre un trentennio da una forte regolamentazione produttiva. “L’eliminazione del regime delle quote – aggiunge - arriva in un momento difficile per il settore, con una tendenziale crescita dei consumi, soprattutto di formaggi e prodotti caseari, specie nei nuovi mercati, ma accompagnata da una sensibile volatilità dei prezzi”. “E’ necessario dunque dare stabilità al settore definendo un “prezzo del latte” con un contratto semestrale o, al massimo, quadrimestrale, al fine di consentire agli allevatori di poter avviare la programmazione a medio termine". “La nuova programmazione dello sviluppo rurale rappresenta - prosegue il dirigente della Cia - un’opportunità da non perdere per avviare programmi di innovazione e investimenti. Questa però deve essere anche l’occasione per sviluppare efficaci sistemi di gestione del rischio e stabilizzazione dei redditi”. |
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ASSEMBLEA COLDIRETTI BRESCIA: DIRETTIVA NITRATI VA AGGIORNATA |
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Provaglio d´Iseo/bs - "La direttiva sui nitrati va aggiornata, non è un totem, perché se fra sei mesi ci ritroveremo con più della metà delle aziende zootecniche fuori legge, poi chi lo produce il cibo?". Lo ha dichiarato l´assessore all´Agricoltura della Lombardia Gianni Fava, intervenendo all´assemblea di Coldiretti Brescia sul tema ´Il Made in Italy dopo Expo 2015´. Sul tema della direttiva nitrati, ha ricordato il presidente di Coldiretti Brescia Ettore Prandini "Gianni Fava è stato uno dei protagonisti e ha giocato un ruolo chiave, insieme alla nostra organizzazione, per riaprire il tavolo". Firmata Intesa - Questo pomeriggio, nella sede dell´azienda vitivinicola Barone Pizzini in Franciacorta, è stato firmato un protocollo che impegna i ministeri delle Politiche agricole e dell´Ambiente entro 45 giorni a dare mandato alle Regioni di rivedere le zone vulnerabili ai nitrati. A siglare l´accordo, i ministri Maurizio Martina e Gian Luca Galletti, il presidente di coldiretti Roberto Moncalvo e l´assessore lombardo Gianni Fava. Il ministro Martina ha riconosciuto che sulla direttiva nitrati "per la prima volta abbiamo forzato le burocrazie, affermando il principio che la politica fa la politica, assumendosene le responsabilità". |
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CINA E MARCHE: PIATTAFORMA LOGISTICA DI RIFERIMENTO PER EXPO 2015.
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Meeting all’Ambasciata d’Italia a Pechino e incontri operativi con associazioni di imprese nei settori dell’agroalimentare e fashion. Soprattutto, Expo 2015. Le Marche fungeranno infatti da piattaforma logistica per la partecipazione di Province cinesi all’Esposizione universale di Milano, per tutta la durata dell’evento. Sono i temi al centro della missione istituzionale della Regione in Cina, nel corso della quale alle Marche, unica realtà italiana a riceverlo, sarà consegnato a Canton il Premio per le relazioni di amicizia con la Cina 2014. Il presidente della Regione, Gian Mario Spacca, con una delegazione di imprese marchigiane dell’agroalimentare, ha partecipato a Pechino alla fiera World of Food, evento di punta per il settore. Si tratta della più importante fiera dedicata all’import dell’agroalimentare per il nord est cinese, un mercato di 200 milioni di persone, con un fatturato complessivo di 5 miliardi di dollari, +74% dal 2010. A questo mercato si stanno affacciando con crescente interesse le aziende marchigiane e in particolare la cooperativa Trevalli-cooperlat che ha messo a punto da diversi mesi un progetto di analisi e sviluppo strategico sul mercato cinese. Spacca ha incontrato a Pechino l’ambasciatore italiano Alberto Bradanini, lo staff dell’Ambasciata e il direttore generale di Cooperlat Michele Falzetta. “Risulta sempre più fondamentale – dice Spacca - l’integrazione virtuosa tra le nostre aziende che devono sapersi organizzare in network capaci di rispondere alla velocissima riorganizzazione della distribuzione che sta caratterizzando il mercato cinese”. Il presidente Spacca ha anche in corso altri meeting con operatori cinesi per definire partnership al fine di utilizzare le strutture regionali quali piattaforma logistica per Expo 2015. “In questo momento – dice Spacca – l’Italia si deve dare da fare, perché sta perdendo quote di mercato rispetto ad altri Paesi che hanno maggiore velocità e determinazione. Abbiamo un punto di forza rappresentato dal Made in Italy che caratterizza anche il settore dell’agroalimentare e la nutrizione, cioè i temi di Expo 2015. Quindi abbiamo un’occasione irripetibile per rilanciare con ancora più forza e convinzione la nostra strategia di internazionalizzazione. E’ per questo che alle Marche guardano importanti aree della Cina quale piattaforma per Expo 2015. Per i nostri territori si tratta di una grande opportunità, su cui ci stiamo impegnando in questi giorni”. La visita a Pechino è stata anche l’occasione per focalizzare un progetto editoriale estremamente interessante. Riguarda il ruolo storico del Tribunale di Ancona ed in particolare della Corte di Appello di Ancona, che ha esercitato per un lungo periodo, nello scorso secolo, la funzione di Foro di secondo grado dei Tribunali Consolari della Cina. Il progetto sarà presentato in collaborazione tra l’Ambasciata italiana e la Regione. E’ un’ulteriore testimonianza dell’importante carisma anche formale e di diritto svolto da Ancona e dalle Marche quali autentiche porte verso il medio e l’estremo Oriente. |
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EMILIA ROMAGNA, DANNI MALTEMPO: 7 MILIONI DI EURO PER LE AZIENDE AGRICOLE |
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Bologna - Quasi 7 milioni di euro dalla Regione per le aziende agricole danneggiate dai fenomeni franosi provocati dal maltempo che ha colpito l’Emilia-romagna dal 20 gennaio al 5 aprile 2013. Le risorse, pari a 6 milioni 945 mila euro, serviranno a sostenere 58 interventi a favore delle strutture aziendali che hanno subito danni, nella misura del l’80% della spesa ritenuta ammissibile, a fronte dunque di un investimento complessivo di 10 milioni 348 mila euro. “L’intervento - spiega l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni - permetterà di finanziare interventi di ripristino delle strutture danneggiate o distrutte, come fienili, stalle, depositi, ma anche degli impianti frutticoli e dei vigneti. Tra le spese previste ci sono anche quelle per l’acquisto di macchinari”. Le aziende interessate sono in provincia di Piacenza (22), Parma (26), Reggio Emilia (3) e Modena (7). L’intervento è reso possibile grazie alla misura 126 del Programma regionale di sviluppo rurale 2007-2013. |
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MILANO, EXPO IN CITTA’: AL MUSEO DI STORIA NATURALE LA MOSTRA “FOOD” RACCONTA “LA SCIENZA DAI SEMI AL PIATTO” |
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Da venerdì 28 novembre, e fino al 28 giugno 2015, il Museo di Storia Naturale ospita “Food | la scienza dai semi al piatto”, la grande mostra che indaga il mondo del cibo scientificamente ma, al tempo stesso, con una forte componente ludico-gastronomica in grado di conquistare i visitatori di tutte le età. Promossa e prodotta dal Comune di Milano - Cultura, Museo di Storia Naturale Milano, Codice. Idee per la cultura, 24 Ore Cultura- Gruppo 24 Ore e con il patrocinio del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, la mostra allestita nelle sale del Museo di Storia Naturale Milano rappresenta il più importante evento di divulgazione scientifica promosso dal Comune di Milano sul tema chiave di Expo 2015. “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita” e costituisce una delle più importanti iniziative del programma di “Expo in Città”, il palinsesto promosso e coordinato dal Comune di Milano insieme a Camera di Commercio per accompagnare la vita della città durante il semestre dell’Esposizione Universale. “Food è la mostra ideale per anticipare, cinque mesi prima del suo avvio, i temi dell’Esposizione Universale che Milano ospiterà da maggio a ottobre 2015 – ha dichiarato l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno –. Un modo per entrare nel mondo del cibo, delle sue origini, delle sue forme, delle sue ragioni, delle sue frontiere; e per creare fin d’ora quel clima di attenzione e interesse, ma anche di festa e divertimento, in cui Expo 2015 a breve ci trascinerà tutti, milanesi e visitatori. Una mostra che si avvale di un apparato scientifico-divulgativo di grande autorevolezza ma al tempo stesso stupisce, appassiona, diverte: un approccio dedicato a tutta la famiglia e pensato tanto per gli adulti che per i ragazzi, con esperimenti di fisica e laboratori per i bambini, che ben rappresenta la scelta di politica culturale che negli ultimi anni sta sempre più orientando l’attività del Museo di Storia Naturale che la ospita”. Il progetto scientifico di Food | la scienza dai semi al piatto è curato dal chimico Dario Bressanini, docente presso L’università dell’Insubria, divulgatore scientifico e collaboratore di varie testate giornalistiche dedicate all’esplorazione scientifica del cibo e della gastronomia. Adottando lo stesso approccio divulgativo, la mostra affronta il complesso tema del cibo con metodologia scientifica: i singoli elementi che arrivano ogni giorno nei nostri piatti vengono “sezionati” negli elementi principali e poi analizzati nel dettaglio. Un percorso che si snoda tra scenografiche immagini al microscopio, video didattici e giochi interattivi, accompagnando il visitatore in un viaggio che, partendo dal seme, dove tutto inizia, arriverà fin dentro al piatto finito. Le quattro sezioni in cui è suddiviso il percorso di mostra sono dedicate a: 1. Tutto nasce dai semi, 2. Il viaggio e l’evoluzione degli alimenti, 3. La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene, 4. I sensi. Non solo gusto. Il visitatore avrà così modo di scoprire per esempio, attraverso l’esposizione di semi, alcuni dei quali escono per la prima volta dalle più importanti banche dei semi italiane, che cos´è realmente la biodiversità, quali sono i cambiamenti in corso e quali azioni sono state messe in campo per preservarla. Oppure di capire che il grano che utilizziamo oggi è frutto di un’infinità di modifiche genetiche avvenute nel corso dei secoli, o ancora che l´olio di arachidi è uno dei più adatti per friggere, che cosa accade chimicamente e fisicamente quando prepariamo un gelato o una maionese, a quale temperatura è meglio cuocere una bistecca o più semplicemente il metodo corretto per preparare un buon caffè con la moka, il tutto spiegato scientificamente attraverso i meccanismi affascinanti della chimica e della fisica. Ampio spazio sarà dedicato alla cucina, alla comprensione del funzionamento degli elettrodomestici e di macchinari per la lavorazione degli alimenti, come la risatrice, il tostino per caffè, la temperatrice per la produzione del cacao, alle ricette di diverse epoche storiche, messe a confronto per capire il diverso approccio al cibo nel corso dei secoli e infine agli errori più comuni che si compiono in cucina e al modo migliore per evitarli. Lungo il percorso della mostra il visitatore troverà poi una serie di pannelli che spiegheranno in modo semplice e sintetico come muoversi praticamente in cucina: da come conservare gli alimenti in frigorifero a come preparare la maionese perfetta. La mostra si concluderà con una sezione dedicata ai sensi, dove originali exhibit interattivi ci condurranno a scoprire come essi possono influire sulla percezione del gusto. Food | la scienza dai semi al piatto è una mostra adatta a ogni tipo di pubblico: i bambini e i ragazzi potranno imparare dagli exhibit interattivi; gli studenti troveranno esposte le informazioni scientifiche più aggiornate; gli insegnanti avranno accesso a chiavi di lettura inaspettate e intrecci interdisciplinari; i curiosi e gli appassionati di cucina potranno approfondire le proprie conoscenze e scoprire trucchi "scientifici" da utilizzare poi nella cucina di casa. Cartella stampa e immagini sono scaricabili al link http://bit.Ly/foodmi |
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QUOTE LATTE, LOMBARDIA: GESTIONE STATALE HA IMPOVERITO ALLEVATORI |
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Mantova - L´assessore all´Agricoltura della Lombardia Gianni Fava, è intervenuto alla tavola rotonda "Oltre le quote latte, il futuro del sistema lattiero caseario in Italia", organizzato a Mantova dalla Confederazione italiana agricoltori (Cia). Una delle chiavi di volta per il futuro lattiero caseario italiano, accanto alle Dop, per l´assessore lombardo saranno "la tracciabilità e l´etichettatura". "Quando parliamo di latte - ha spiegato Fava - è bene partire dai dati, che ci dicono che produrre latte in Lombardia, come rilevato dal Sata (Servizio di assistenza tecnica agli allevatori), si aggira in media sui 50,3 centesimi al litro, che è una media fra le imprese che vivono in pianura e in montagna". Indispensabile Fissare Prezzo Alla Stalla - Cifre, secondo l´assessore Fava, che "se vanno sommate al crollo delle risorse della Pac sul primo pilastro, cioè gli aiuti diretti, per il periodo 2014-2020, in prima battuta hanno imposto che sugli aiuti accoppiati oltre la metà venisse stanziato alla zootecnia, ma che ora rendono comunque indispensabile la fissazione di un prezzo del latte alla stalla che consenta alle imprese agricole di produrre con una remunerazione equilibrata". Il ruolo di Fava nella convocazione del Tavolo latte al ministero pochi giorni fa è stato riconosciuto dai presenti. "Quando si parla di trattative sul prezzo del latte - ha detto l´assessore lombardo - non possiamo dimenticare che chi fa il prezzo del latte in questo paese è un´azienda straniera ed è l´unico caso in Europa: non possiamo fare finta di nulla. Ci sono stati tentativi meritori di Granarolo, con grande serietà nei confronti di un mercato che qualcuno ha capito che era agli sgoccioli". Comunicare Territorio E Qualita´ - Altrettanto importante sarà "comunicare il territorio, coinvolgere i consumatori in una informazione sulla qualità e sul fatto che possono, acquistando prodotti del territorio, compiere un´azione etica. In Valtellina, pochi giorni fa, ho visitato una cooperativa che ha avviato una produzione locale di yogurt ed è sostenuta dal territorio, perché è stato compreso il valore della cooperazione e della zootecnia in quell´area". Inoltre, Fava ha spiegato che "la qualità delle nostre produzioni è legata anche al fatto che ogni giorno, in Lombardia, si fanno 20 mila controlli sul latte, un valore aggiunto e una garanzia che deve però essere riconosciuta ai produttori". Quote, Meccanismo Fallimentare - Sul tema delle quote latte, Fava è stato lapidario: "Dobbiamo avere il coraggio di dire che l´applicazione italiana del meccanismo delle quote latte è stato un fallimento clamoroso, tipico della dinamica tutta italiana. Gli allevatori si sono impoveriti per lo scambio di carta. Se la gestione delle quote avesse ottenuto l´attenzione che ha assicurato l´Irlanda, che in 30 anni ha sviluppato una grande capacità produttiva, avremmo potuto avere un destino diverso, invece in Italia le quote sono state gestite dallo Stato e assegnate indipendentemente da chi produceva il latte". "Non vedo l´ora - ha proseguito Fava - che questo sistema demenziale finisca, ma servono nuove regole, perché un mercato senza regole è un mercato selvaggio. Regole, però, che non devono sistematicamente trasformarsi in oneri, costi di sistema, burocrazia". |
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LATTE, LOMBARDIA: NECESSARI NUOVI STRUMENTI PER GESTIRE DISPONIBILITÀ SU MERCATO |
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Mantova - "Se l´avvocato Adriano Hribal, delegato della presidenza di Assolatte, trova preoccupante la velocità con cui da qualche anno il mercato cambia rotta, come ha dichiarato, il sottoscritto trova preoccupante quanto tempo abbia impiegato Hribal a riconoscere l´opportunità di prendere in esame nuovi strumenti che permettano di gestire meglio il latte disponibile in Italia, come nuove forme di contratto o assicurazioni sul modello americano". Lo dice l´assessore all´Agricoltura della Lombardia Gianni Fava, intervenendo a margine del convegno "Oltre le quote latte, il futuro del sistema lattiero caseario in Italia", organizzato dalla Confederazione Italiana Agricoltori (Cia) questa mattina a Mantova. Allevatori Uniti - "Quando proposi di analizzare nuove formule di pagamento del prezzo del latte - prosegue Fava - e di valutare l´opportunità di adottare anche in Lombardia assicurazioni volte a contenere la volatilità del mercato, nell´interesse della filiera, gli allevatori risposero all´appello condividendo un documento dalla Millenaria di Gonzaga, mentre da Assolatte nessuno si degnò di commentare. Sono passati meno di 90 giorni e ora Hribal fa sua la proposta e la rilancia". Disponibili Ad Ascoltare - "Ammiro il coraggio del delegato della presidenza di Assolatte - afferma Fava - e, per quanto mi riguarda, rinnovo al comparto industriale la disponibilità di Regione Lombardia a individuare le formule più rispondenti alla situazione regionale, dove il 50% dei 4,46 milioni di tonnellate di latte prodotto sul territorio è destinato alla produzione di formaggi Dop". |
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PROVINCE, LOMBARDIA: COMPETENZE IN AGRICOLTURA TORNANO AL CENTRO |
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Mantova - "Sto discutendo con le Province, perché non vogliono perdere le deleghe sull´agricoltura, ma la legge è stata fatta da Delrio e questa normativa impone una centralizzazione delle competenze, per cui non è più in mio potere la facoltà di lasciare alle Amministrazioni provinciali la competenza in materia agricola". Così dice l´assessore all´Agricoltura della Lombardia Gianni Fava, intervenendo alla tavola rotonda ´Oltre le quote latte, il futuro del sistema lattiero caseario in Italia´, organizzata dalla Confederazione italiana agricoltori (Cia), a Mantova. Scelte Unilaterali - "Non ho altra scelta - spiega Fava -, perché non ci sono altre scelte verso una soluzione che è stata presa unilateralmente dal Governo. Di certo, centralizzando la delega sull´agricoltura, non ci saranno più in Lombardia 12 parrocchie per interpretazioni sul comparto primario e non ci saranno 12 modi di fare controlli o di valutare il Programma di sviluppo rurale". Alternative, in ogni caso, non ce ne sono. "Siamo obbligati a risparmiare, soprattutto a causa dei tagli del Governo Renzi nei confronti delle Regioni - conclude l´assessore - e concedere una delega sarebbe mediamente più costoso". |
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ASSEMBLEA COLDIRETTI BRESCIA: EXPO OCCASIONE TUTELA PRODOTTI TIPICI |
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Provaglio d´Iseo/bs - "Con oltre sei milioni di biglietti già venduti a sei mesi da Expo, non c´è dubbio che l´Esposizione Universale sarà un successo come evento fieristico, ma deve diventare un evento politico e fare in modo che i nostri prodotti agricoli di qualità, che sono più costosi, ma che hanno il vantaggio di essere più buoni, siano tutelati e difesi". Lo ha detto l´assessore all´Agricoltura della Lombardia Gianni Fava, intervenendo questo pomeriggio all´assemblea di Coldiretti Brescia sul tema ´Il Made in Italy dopo Expo 2015´. I Partecipanti - All´incontro hanno preso parte, fra gli altri, i ministri delle Politiche agricole e dell´Ambiente Maurizio Martina e Gian Luca Galletti, il presidente di Coldiretti Roberto Moncalvo, il presidente di Coldiretti Brescia e Lombardia Ettore Prandini, il nutrizionista Giorgio Calabrese, il presidente di Aib Brescia Marco Bonometti. Qualità Delle Produzioni - Per l´assessore Fava, la missione, innanzitutto, è "spiegare a tutto il mondo la qualità delle nostre produzioni, che hanno costi più elevati ed Expo, con 143 Paesi e quattro delegazioni permanenti, rappresenta l´occasione ideale per spiegarlo anche all´Europa. Con 20 milioni di presenze e la portata dell´evento, non avremo più nei prossimi 50 anni l´occasione di parlare di cibo con tutto il mondo". Il Cibo Non È Protetto - Ci sono questioni di fondo da risolvere. "Non so fino a che punto c´è una consapevolezza del valore del cibo - ha dichiarato Fava - perché nella nostra società, pur con i dibattiti e le trasmissioni televisive, è dato per scontato. Ma la realtà dei fatti è che produrre cibo di qualità oggi non conviene, perché i costi non vengono remunerati in modo equo, prevalentemente perché il cibo non è protetto". Riconoscibilità Dei Prodotti - Tracciabilità ed etichettatura sono due elementi decisivi, secondo Fava, "per contrastare la contraffazione e l´Italian sounding. Non basta produrre meglio di altri, dobbiamo fare in modo che quanto viene fatto sia riconoscibile". La partita si gioca a Bruxelles. "Con l´Europa abbiamo tante partite aperte - ha proseguito Fava - l´etichettatura è una di queste e se i primi a non credere alla certificazione sono i dirigenti europei, mi chiedo se ci conviene stare in Europa. Sono convinto di sì, ma con regole diverse". |
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AOSTA, LO SPRECO ALIMENTARE AL CENTRO DI UN INCONTRO PUBBLICO. SECONDO LA FAO, NEI PAESI RICCHI CIRCA UN TERZO DEL CIBO VIENE BUTTATO. |
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Solo in Europa, ogni anno sprechiamo oltre 100 milioni di tonnellate di cibo. La lotta allo spreco alimentare è stato il tema della Settimana europea per la riduzione dei rifiuti che da sei anni viene promossa dalla Commissione europea e a cui la Valle d’Aosta aderisce fin dalla sua prima edizione. Nell’ambito delle iniziative organizzate dall’Assessorato del territorio e ambiente, mercoledì 26 novembre la Biblioteca regionale di Aosta ha ospitato un incontro pubblico. Luca Bianchi, Assessore regionale al territorio e ambiente - Bisogna precisare che quest’anno la Settimana europea della riduzione dei rifiuti ha come tema lo spreco alimentare, quindi abbiamo cercato di lanciare alcuni messaggi qui sul territorio valdostano, rivalutando tutte quelle buone abitudini, che i nostri anziani conoscono bene, per limitare lo spreco. Abbiamo quindi deciso di proporre delle ricette che ci permettano di recuperare gli avanzi dei cibi, anche perché, nel contesto di crisi economica che stiamo attraversando a livello regionale, ma anche a italiano e europeo, lo spreco alimentare diventa un problema. Sono sempre più numerose le persone bisognose, e il tema affrontato, ossia ridurre lo spreco alimentare, si deve necessariamente coniugare a quello della riduzione dei rifiuti. La Regione Valle d’Aosta è impegnata da tempo sul tema dello spreco e delle eccedenze alimentari. Un impegno che le è stato recentemente riconosciuto con l’assegnazione dell’Oscar italiano per la lotta allo spreco alimentare per il progetto Una buona occasione, promosso in collaborazione con la Regione Piemonte. Antonio Fosson, Assessore regionale della sanità, salute e politiche sociali - C’è una situazione paradossale: da una parte un alto livello di povertà, e non solo di generi di lusso ma anche di alimenti, a causa di questa crisi. Dall’altra parte uno spreco eccessivo, dalle mense al domicilio: spesso la massaia non utilizza tutto quello che ha e lo stesso vale per le eccedenze del supermarket Noi stiamo lavorando per cercare di recuperare tutte queste eccedenze. Nei supermarket favoriamo il recupero con una diminuzione di aliquote sui rifiuti per quei supermarket che ci danno le eccedenze prima che scadano mentre per quanto attiene alle famiglie e alle mense, puntiamo a riutilizzare i prodotti non ancora cucinati indirizzandoli alle mense per indigenti. Certo, questo tipo di recupero non è semplice, anche dal punto di vista della legislazione ci stiamo rifacendo alla legge del “Buon Samaritano” che era stata approvata dal Parlamento alcuni anni fa. Insomma, le soluzioni non sono sempre semplici ma ci stiamo lavorando, proprio perché in un momento di grande crisi, bisogna imparare a non buttare via niente. Nell’ambito delle iniziative organizzate dall’Assessorato del territorio e ambiente per la Settimana europea per la riduzione dei rifiuti venerdì 28 novembre sono state premiate invece le migliori ricette che hanno partecipato al concorso dal titolo Non solo polpette - fantasia di ricette con avanzi nostrani per il pranzo di domani. Le ricette sono state realizzate da cuochi professionisti per una cena solidale, che si è tenuta all’Istituto professionale regionale alberghiero di Châtillon. La cena era ad offerta libera. A chiudere il programma, domenica 30 novembre, sotto i portici del Municipio di Aosta, Lo Tzaven di Campagna amica, il mercato di prodotti a Km O curato da Coldiretti in collaborazione con il Comune di Aosta. Francesco Mele, Responsabile Lotta agli sprechi di Slow Food Italia - L’impegno di Slow Food è soprattutto di promuovere un sistema agroalimentare diverso da quello attuale, fondato principalmente sugli sprechi, che non sono un incidente di percorso ma una stampella di questo sistema agroalimentare ambientale che contiene ormai contraddizioni non più sostenibili da tutti i punti di vista, sociale, ambientale ma anche economico e di qualità del cibo. La nostra idea è che vanno bene le attività di recupero sprechi, di recupero eccedenze, di attività solidali, di beneficienza ma lo scopo in Italia dovrebbe essere quello di cambiare radicalmente il sistema agroalimentare caratterizzandolo in modo totalmente diverso. |
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AGRICOLTURA - FONDO EUROPEO DEL MARE E DELLA PESCA: EMILIA-ROMAGNA, VENETO E FRIULI CHIEDONO AL MINISTERO LA GESTIONE DELLE MISURE DI INTERESSE LOCALE |
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Bologna - Alla vigilia dell’approvazione del Piano operativo nazionale per il Feamp, il Fondo europeo per la pesca 2014-2020, attesa per i primi mesi del 2015, le Regioni del Distretto per la pesca dell’Alto Adriatico - Emilia-romagna, Veneto e Friuli Venezia Giulia - chiedono che venga mantenuta essenzialmente a livello locale la gestione delle misure per l’acquacoltura e la vallicoltura; la competitività; l’ammodernamento delle barche e dei macchinari; la trasformazione e commercializzazione dei prodotti ittici; la ristrutturazione dei porti. Della richiesta, sulla quale si è espresso favorevolmente anche il rappresentante del Ministero delle Politiche agricole, si è fatto portatore l’assessore regionale all’agricoltura dell’Emilia-romagna Tiberio Rabboni, coordinatore del Distretto, nel corso dell’ultimo incontro svoltosi a Bologna. Tra i temi affrontati nel corso della riunione, anche la sempre più difficile situazione dei Consorzi di gestione della molluschicoltura. Le crescenti difficoltà di reperimento delle vongole, infatti, si sommano a regole europee sulle misure ammesse per il prodotto raccolto, che, secondo i molluschicoltori, non solo non rispecchiamo la reale situazione produttiva, ma che non riconoscono nemmeno alcuna flessibilità per il raccolto fuori norma. Rabboni ha dato la disponibilità delle Regioni riunite del Distretto a richiedere a Ministero e Ue, sulla base dei dati scientifici illustrati nel corso dell´incontro, una revisione dei parametri attualmente ammessi. |
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PESCA: EMILIA-ROMAGNA, VENETO E FRIULI CHIEDONO AL MINISTERO LA GESTIONE DELLE MISURE DI INTERESSE LOCALE |
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Bologna - Alla vigilia dell’approvazione del Piano operativo nazionale per il Feamp, il Fondo europeo per la pesca 2014-2020, attesa per i primi mesi del 2015, le Regioni del Distretto per la pesca dell’Alto Adriatico - Emilia-romagna, Veneto e Friuli Venezia Giulia - chiedono che venga mantenuta essenzialmente a livello locale la gestione delle misure per l’acquacoltura e la vallicoltura; la competitività; l’ammodernamento delle barche e dei macchinari; la trasformazione e commercializzazione dei prodotti ittici; la ristrutturazione dei porti. Della richiesta, sulla quale si è espresso favorevolmente anche il rappresentante del Ministero delle Politiche agricole, si è fatto portatore l’assessore regionale all’agricoltura dell’Emilia-romagna Tiberio Rabboni, coordinatore del Distretto, nel corso dell’ultimo incontro svoltosi a Bologna. Tra i temi affrontati nel corso della riunione, anche la sempre più difficile situazione dei Consorzi di gestione della molluschicoltura. Le crescenti difficoltà di reperimento delle vongole, infatti, si sommano a regole europee sulle misure ammesse per il prodotto raccolto, che, secondo i molluschicoltori, non solo non rispecchiamo la reale situazione produttiva, ma che non riconoscono nemmeno alcuna flessibilità per il raccolto fuori norma. Rabboni ha dato la disponibilità delle Regioni riunite del Distretto a richiedere a Ministero e Ue, sulla base dei dati scientifici illustrati nel corso dell´incontro, una revisione dei parametri attualmente ammessi. |
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APERTI IL 28 NOVEMBRE A CHIOGGIA GLI STATI GENERALI DELLA PESCA: PRIMA VOLTA IN VENETO SI RIUNISCONO ATTORI DEL SETTORE. |
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Venezia - “Oggi per il settore della pesca è una giornata memorabile: per la prima volta istituzioni e rappresentanti degli operatori si riuniscono intorno ad un unico tavolo, per discutere insieme le strategie da applicare al settore, sia a livello professionale sia dilettantistico, definendo le politiche regionali per lo sviluppo ittico del Veneto”. Con queste parole l’Assessore regionale all’agricoltura e pesca Franco Manzato ha aperto oggi a Chioggia gli “Stati Generali” della Pesca in Veneto. Manzato ha fortemente voluto e portato avanti questo progetto che “è iniziato a febbraio - ricorda - seguendo un percorso di collaborazione tra Veneto Agricoltura e Regione, con l’obiettivo di rendere efficace l’allocazione delle risorse disponibili, migliorare la fruizione sostenibile degli ambienti di pesca amatoriale, diffondere informazioni sui servizi tecnico amministrativi messi a disposizione dell’attività ricreativa e raccogliere informazioni finalizzate all’adeguamento normativo”. Di seguito si specificano sinteticamente le problematiche e le criticità principali evidenziate del Settore e le relative azioni concrete e proposte di soluzione. Problematiche Settore Pesca Dilettantistica Sportiva Proposte di soluzione /Azioni concrete Ambito Normativo Normative specifiche sulla Pesca • Revisione della L.r. 19/98 : i. Regione con maggiore potere di gestione ii. Rivedere normativa inerente la pesca professionale che confligge con quella sulla pesca amatoriale ( es Rivedere modifica art.16 Lr19/98 pesca professionale zona B) iii. Normare pesca professionale e ricreativa adeguata alla capacità dei corpi idrici per zona • Armonizzare i regolamenti per aree idrografiche omogenee e province contigue: i. Agevolare concessioni in zona B ii. Evitare concessioni a fini di lucro Gestione Ambientale Riqualificazione fluviale • Definire una politica strutturale di riqualificazione di lungo periodo Deflusso Minimo Vitale • Rispetto della normativa; applicazione e sanzionamento severo • Maggior coordinamento con gli Enti preposti di controllo • Ricalcolare la metodologia tenendo conto le portate attuali delle singole aste fluviali e corsi minori Centraline idroelettriche • Normare diversamente il settore: i) disincentivare centraline a bassa efficienza ii) rivedere il metodo di attribuzione dei certificati verdi iii) vietare temporaneamente la vendita di concessioni e progetti già autorizzati • consulto con i portatori d’interesse del territorio Scale di risalita • Migliorare progettualità e funzionalità • Promuovere la costruzione per favorire la continuità fluviale Svuotamento bacini artificiali • Monitorare maggiormente le zone sensibili soggette a deposito dei limi Frane, torbide persistenti • Appurare le cause, responsabilità Accesso ai luoghi di pesca • Normativa specifica per i pescatori per facilitare l’accesso ai pescatori • Arginature meno ripide • Autorizzare aree di alaggio per piccole imbarcazioni Sfalcio vegetazione acquatica e riparia • Linee guida e maggiore formazione e coordinamento degli Enti/operatori coinvolti Escavazioni in alveo e manutenzioni idrauliche • I concessionari devono essere coinvolti nei processi decisionali • Escavazioni possibili dove il letto è eccessivamente inghiaiato; tenere conto delle esigenze della biocenosi acquatica Depurazione delle acque reflue • Scarichi dei “troppo pieno” nei depuratori gestiti correttamente Gestione Fauna Ittica Carte ittiche • Strumento gestionale da implementare con metodica omogenea a livello regionale aggiornandolo frequentemente e considerando tutte le aste fluviali minori • Aggiornamento dei metodi di calcolo della pressione di pesca • Monitoraggio dell’effetto della pesca no kill Vigilanza • Regolamento unico regionale di vigilanza volontaria • Maggiori controlli degli organi competenti; aumento delle ore per la vigilanza volontaria • Aumentare controllo sul pescato per verificare la pressione di pesca • Intesa Veneto - Emilia per la vigilanza del fiume Po Pesca illegale • Rivedere la normativa nazionale del settore. • Aumento sanzioni/sequestri/gravità del reato, per la pesca illegale professionale. • Maggior vigilanza, migliore coordinamento fra guardie volontarie Specie alloctone • Rivedere le norme a favore di alcuni alloctoni non impattanti in acque specifiche non di pregio (es. Alcune aree di bonifica del Polesine) • Esigenza di un elenco nazionale ufficiale di specie autoctone/alloctone da applicare omogeneamente al territorio • Piani di controllo/eradicazione stabiliti con norme regionali a salvaguardia delle specie autoctone Stock ittici insufficienti • Riqualificazione ambientale • Vigilare pesca illegale professionale e ricreativa • Adeguare pressione di pesca alle singole aree di pesca • Immissioni non idonee in quantità/qualità (Acquacoltura, Impianti ittiogenici e Incubatoi di Valle) Uccelli Ittiofagi • Strategie per il contenimento numerico in zone specifiche Salubrità del pesce pescato • Monitorare il pesce pescato inteso come alimento per valutarne la salubrità Formazione Formazione e informazione dei pescatori • Corso formazione regionale per pesca sportiva e professionale • Fornire attraverso canali adeguati (Portale Regionale Informativo sulla Pesca) informazioni territoriali sulle aree di pesca, sullo stato degli stock ittici, immissioni ittiche, le potenzialità del territorio, le licenza di pesca on-line, numeri telefonici della vigilanza, ecc. Ricambio generazionale pescatori • Formazione in età scolare, semplificazione normativa, ruolo centrale della Regione, Portale Regionale Informativo sulla Pesca Risorse Finanziarie Disponibilità risorse pubbliche • Modificare i criteri di assegnazione, distinguendo fra Concessionari e Convenzionati • Orientare i finanziamenti alle Associazioni verso una minore immissione di materiale ittico, e migliori azioni di qualificazione e sostenibilità ambientale e della pesca In seguito si specificano le problematiche e le criticità evidenziate nel Lago di Garda - Unione Pescatori Sportivi del Garda - e relative azioni concrete o proposte di soluzione. Problematiche Settore Pesca Dilettantistica Sportiva Proposte di soluzione / Azioni concrete Gestione Fauna Ittica Attività Incubatoi • Priorità di lavoro sulle specie a rischio Salvaguardia specie pregiate: alborella, carpione, luccio, trota lacustre • Migliorare modalità di ripopolamento con iniziative nuove/sperimentali • Protezione dei riproduttori selvatici • Utilizzo di popolazioni locali Pesca illegale • Maggior vigilanza, istituire guardie giurate volontarie Uccelli anatidi • Censimento e contenimento degli anatidi (danni alle uova/freghe) Ambito Normativo Pesca professionale • Normare modalità posa delle reti Pesca ricreativa • Tesserino segna catture. |
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VENETO, STATI GENERALI DELLA PESCA: PESCA PROFESSIONALE IN PRIMIS |
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Venezia - “Gli stati generali della pesca hanno concentrato la loro attività soprattutto sulla pesca professionale e molluschicoltura, nocciolo duro del settore ittico veneto” ha spiegato l’assessore alla pesca Franco Manzato durante l’incontro degli stati generali della pesca tenutosi a Chioggia. In base agli studi condotti quest’anno, la flotta marittima negli ultimi 12 anni ha perso il 38,7% delle 700 imbarcazioni. Ciononostante, sembra in ripresa il numero degli imbarcati marittimi: nel 2013, infatti, risultano operanti 1.685 persone con un rialzo del 2,5%. Le imprese ittiche (2.964 le ditte registrate nel 2013 nella produzione ittica primaria) calano del 2,6% nell’ultimo anno. Per la prima volta negli ultimi sette anni, anche le imprese dell’acquacoltura risultano in diminuzione (-0,1%). Considerando l’intera filiera ittica, le imprese registrate in Veneto nel 2013 sono 3.646 e scendono del 2,2%. Di queste imprese, il 57% operano nel rodigino (quasi tutte nel settore primario), mentre un 32% lavorano nel veneziano. Nell’ultimo anno il pescato della flotta locale è stato pari a 17.511 tonnellate, con un aumento annuo dello 0,1%. La bilancia estera del commercio di prodotti ittici segna un saldo negativo per 192,3 milioni di euro, con le importazioni in aumento del 5,3% e le esportazioni del 24,4%. “L’analisi della pesca professionale – precisa l’assessore – ha messo in evidenza una serie di problemi tecnici e particolari, ai quali è però possibile trovare una soluzione sia agendo sulle normative esistenti ove possibile, sia attraverso una maggiore colloquio fra istituzioni e operatori, sia agendo mediante gli strumenti finanziari preposti”. Alcuni esempi - carenza delle risorse e loro sovrasfruttamento; - eccessiva capacità dello sforzo di pesca: il decremento della capacità della flotta è più che compensato dagli incrementi di produttività; - eccessivi vincoli burocratici e difficoltà di interlocuzione fra organismi preposti che portano a poca chiarezza sulle competenze; - rapporti e concorrenza con marinerie Croate; - limitata visione imprenditoriale degli operatori; - carenza organizzativa fra operatori e difficoltà a costituire organismi unici per sfruttare economie di scala e acquisire rappresentatività nel settore; - aumento dei costi di produzione; - attuazione di politiche non lungimiranti e in linea con le caratteristiche tipologiche dell’Alto Adriatico; - mancata tutela della fascia costiera e delle altre aree di riproduzione degli stock; - carenza di politiche promozionali e di marketing territoriale ittico; - eccessiva antropizzazione della fascia costiera In questo contesto dovrebbero essere implementate delle politiche trasversali a tutti i comparti che operino in tre direzioni principali: 1. Tutela dell’impresa e dell’occupazione, per cui è opportuno lavorare al fine di: - Favorire l’accesso al credito delle piccole e medie imprese della pesca e dell’allevamento; - Migliorare le strutture e i servizi per la pesca, infrastrutture e logistica; - promuovere forme di aggregazione organizzata dell’offerta per tipologia di prodotto e territorio e creazione di una unica Organizzazioni di produttori per comparto a livello regionale o addirittura di nord Adriatico; - agevolare percorsi di filiera per le imprese produttrici in modo da renderle protagoniste della valorizzazione del prodotto prevedendo incentivi per quelle che si aggregano e si orientano verso attività commerciali riappropiandosi di parte del valore del prodotto; - sviluppo delle attività connesse e affini, come l’avvio del recupero di strutture della pesca e acquacoltura per lo sviluppo di attività turistico-ricettive; 2. Tutela delle risorse: - agevolare gli operatori affinché a livello di produzione si aggreghino in Consorzi o altre forme associative che siano rappresentative e che presentino piani di gestione per ogni sistema di pesca; - per la salvaguardia di particolari specie in forte difficoltà, favorire l’introduzione, nei Piani di gestione, anche di fermi mirati per specie; - creare zone di tutela della pesca soprattutto nella fascia costiera; - favorire la ricerca applicata per studiare attrezzi di pesca meno impattanti e più selettivi, utilizzando la tecnologia per aumentare la selettività e non la produttività; 3. Rafforzamento dei controlli: - dare una forte spinta verso tutte le attività di controllo istituzionale per il ripristino della legalità e della certezza del diritto attraverso accordi con le forze dell’ordine per il rispetto delle misure minime di taglia, di maglia delle reti, di zone di pesca, etc. - estendere l’utilizzo di strumenti tecnologici per agevolare i controlli su uscite delle imbarcazioni, aree di pesca e quantitativi; - verificare gli impegni assunti da terzi in sede dei diversi accordi di programma conclusi in occasioni di lavori e infrastrutture |
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INAUGURAZIONE NUOVO MERCATO ITTICO CAORLE |
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Venezia - “Ci fa piacere aver concretamente contribuito come Regione del Veneto alla restituzione di una struttura di servizio di importanza strategica per una delle più conosciute e apprezzate marinerie dell’Alto Adriatico. Ma questo è anche un luogo simbolo di una delle perle della costa veneta”. Lo ha detto l’assessore alla pesca e all’agricoltura della Regione del Veneto, Franco Manzato, intervenendo, insieme al collega Daniele Stival, all’inaugurazione del nuovo Mercato Ittico Comunale di Caorle, in provincia di Venezia. “Questi spazi moderni, per i quali la Regione ha complessivamente erogato al Comune un contributo superiore ai 600 mila euro – ha sottolineato l’assessore Manzato –, sono fondamentali per l’attività delle imprese della pesca e, soprattutto in un periodo di crisi che purtroppo si sta protraendo, la loro apertura oggi rappresenta un motivo di fiducia e di incoraggiamento”. “A beneficiarne sarà l’intera economia caorlotta – ha aggiunto Manzato –, anche dal punto di vista turistico, perché questo mercato offrirà non solo ai cittadini e agli operatori locali, ma proporrà anche ai visitatori la straordinaria varietà e qualità del pescato dell’Alto Adriatico. Un modo, insomma, per far conoscere e valorizzare l’eccellenza dei nostri prodotti e per promuovere quel consumo a ‘km zero’ al quale come Regione Veneto lavoriamo da anni”. L’assessore Manzato ha poi annunciato che la Regione sta per stanziare un ulteriore contributo di mezzo milione di euro per il potenziamento delle banchine del porto peschereccio di Caorle. |
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