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Notiziario Marketpress di Mercoledì 04 Febbraio 2015
Politica
BERÈS E REHN SULL´ECONOMIA: DALLE RIFORME STRUTTURALI ALLE AZIONI DELLA BCE  
 
Strasburgo, 4 febbraio 2015 - Abbiamo chiesto a due eurodeputati in prima linea sul dibattito sull´austerità e gli investimenti, il programma di acquisto di azioni della Bce e la Grecia. La socialista francese Pervenche Berès è responsabile di una relazione del Parlamento europeo di valutazione quadro di governance economica dell´Ue, mentre il vice presidente del Parlamento, il liberale finlandese Olli Rehn è stato Commissario per gli affari economici 2010-2014. Austerità vs investimenti - Berès - "L´area dell´euro e l´Ue devono adottare un´altra politica di bilancio, aumentando gli investimenti, la crescita sostenibile e le riforme strutturali per la creazione di posti di lavoro". Rehn - "Il consolidamento delle finanze pubbliche nel medio termine doveva essere accompagnato da riforme strutturali e investimenti mirati per sostenere la crescita sostenibile e l´occupazione". Programma di acquisto di obbligazioni della Bce - Berès -. "Il programma di acquisto di obbligazioni da parte della Bce dovrebbe essere accolto con favore, tuttavia, non può essere l´unico strumento che contribuisce al rilancio dell´economia europea L´attuale quadro di governance economica deve essere migliorato per permettere un miglior dibattito, in particolare per quanto riguarda la valutazione degli equilibri macroeconomici tra Stati membri". Rehn - "Nel breve termine, la facilitazione quantitativa della Bce combinata con il prezzo del petrolio ridotto e un´economia americana solida alzeranno le prospettive di crescita in Europa. Ma nel lungo termine, questo richiede che tutti i principali attori - non solo la Bce - facciano il loro lavoro". Semestre europeo - Berès - "Il Parlamento europeo e i parlamenti nazionali - ma anche le parti sociali - dovrebbero essere coinvolti maggiormente nel processo. Ad esempio, l´analisi annuale della crescita dovrebbe essere trattata secondo la procedura di codecisione". Rehn - "Credo che il Parlamento europeo possa svolgere un ruolo importante, un luogo per lo scambio di opinioni. I parlamenti nazionali spesso sono molto meno ascoltati nel processo di programmi nazionali di riforma. Mi piacerebbe vedere un cambiamento". Situazione della Grecia - Berès - "Per quanto riguarda la Grecia, la vittoria di Syriza non può essere vista solo come una reazione alla mancanza di responsabilità democratica nella Ue. Ma è un forte segnale politico per quanto riguarda la volontà dei cittadini dell´Unione europea di porre fine all´era del processo decisionale anti-democratico, incarnato dalla cosiddetta Troika". Rehn - "Spero che il nuovo governo affronti la frode fiscale e i conflitti d´interesse. C´è una inversione di tendenza dell´economia greca: una crescita e una creazione di posti di lavoro che dovrebbero essere rafforzati attraverso le riforme".  
   
   
DICHIARAZIONE DEL COMMISSARIO VESTAGER SULL´APERTURA DI UN´INDAGINE APPROFONDITA SUL SISTEMA FISCALE BELGA “ECCESSO DI LUCRO”  
 
Bruxelles, 4 febbraio 2015 - Oggi, abbiamo aperto un´altra indagine sugli aiuti di Stato sulle offerte che le autorità fiscali Ue offrono ad alcune società - in particolare alle multinazionali - che possono andare contro le regole comunitarie sugli aiuti di Stato. Questa indagine esaminerà un regime di esenzioni fiscali offerti dall´amministrazione fiscale belga attraverso le cosiddette "decisioni fiscali eccesso di lucro". Si tratta di decisioni fiscali che i gruppi multinazionali possono beneficiare, ma non sono né disponibili per gruppi belgi né autonomo aziende. Sembrano consentire alcuni gruppi multinazionali di pagare tasse su gran parte del loro profitti, senza alcuna valida giustificazione in base ai principi di tassazione. Sembra anche che le offerte sono colpiti solo con aziende che si muovono parti sostanziali della loro attività in Belgio. Per essere chiari, questo è solo il nostro parere preliminare. Tuttavia, se la nostra indagine approfondita conferma, saremmo di fronte ad un regime che beneficia solo un gruppo selezionato di aziende multinazionali. Vorrei brevemente abbozzare come funziona il sistema. Belgio sostiene che il sistema è giustificato sotto principio di libera concorrenza e le regole dell´Ocse volte ad evitare la doppia imposizione. Il ragionamento prosegue che, in linea con il principio di braccio di ogni società di una multinazionale dovrebbe essere tassato come se fosse indipendente, gli utili supplementari non dovrebbero essere tassati in Belgio e sono pertanto esentati dalla tassazione delle imprese. Potete leggere tutti i dettagli della decisione una volta abbiamo chiaro che di dettagli commerciali riservati. Siamo preoccupati per questa affermazione e la nostra inchiesta valuterà attentamente. Per prima cosa, ci sembra che le decisioni fiscali sovrastimano i benefici di appartenere ad un gruppo multinazionale - e quindi il presunto profitto in eccesso. Da quello che abbiamo visto, gli sconti fiscali in genere pari a oltre il 50 per cento dei profitti oggetto della sentenza fiscale - e in alcuni casi a fino al 90 per cento. Inoltre, a questo punto, non siamo convinti che il sistema può essere giustificato dalla necessità di evitare la doppia imposizione. Finora non abbiamo visto alcuna prova che le autorità fiscali belghe approvano le deduzioni perché un altro paese dell´Ue ha fatto un credito fiscale corrispondente. Insomma, sto lanciando questa sonda perché sembra in questa fase che alcune multinazionali finiscono per pagare le tasse solo sulle parti del loro utili imponibili in Belgio, senza che sia giustificata ai principi fiscali, mentre tutti gli altri paga le loro quote in pieno. Se confermato sarebbe ovviamente ingiusto e una distorsione della concorrenza. Vorrei fare due punti di vantaggio prima di prendere le vostre domande. In primo luogo, i nostri sforzi di affrontare le distorsioni della concorrenza attraverso agevolazioni fiscali selettive. In questo caso, non stiamo solo prendendo di mira le aziende specifiche, ma le prestazioni sono erogate, come parte di un sistema. Questo dimostra che stiamo esaminando le pratiche fiscali dei paesi dell´Ue e non solo a ciò che le aziende specifiche stiamo facendo. Come sapete, ho recentemente chiesto a tutti gli Stati membri dell´Ue a darci informazioni su come utilizzano decisioni fiscali, se lo fanno, e valuteremo la situazione in ogni uno di loro. Questo mi dà anche la possibilità di esprimere ancora una volta chiaramente che le decisioni fiscali in quanto tali non sono un problema. Essi possono essere un modo legittimo di creare certezza giuridica, ma se vengono utilizzati per stabilire i paradisi fiscali o dare benefici alle imprese in modo selettivo, questo non sarebbe consentito dalle regole comunitarie sugli aiuti di Stato. Infine, queste indagini non sono un tentativo di armonizzare la politica fiscale dalla porta di servizio. Prendendo passi verso una politica fiscale più armonizzata sarebbe un problema per il Parlamento europeo e il Consiglio dell´Unione europea a prendere in considerazione, e per la Commissione a proporre. Questo è nelle mani del mio collega Commissario Moscovici, con cui sono in stretta collaborazione. Naturalmente Sostengo pienamente le sue azioni, ma il mio compito è diverso - come commissario per la concorrenza prendo misure correttive mentre lui si occupa di proporre misure di prevenzione, legislative quando si tratta di prendere provvedimenti contro l´evasione fiscale - E certo, le armi preventive e correttive possono lavorare insieme per fornire un "abbraccio molto caloroso" a coloro che si impegnano in pianificazione fiscale aggressiva.  
   
   
AIUTI DI STATO: LA COMMISSIONE UE AVVIA UN´INDAGINE APPROFONDITA SUL SISTEMA BELGA DI SENTENZE IMPOSTE ANTICIPATE SU UTILI IN ECCESSO  
 
Bruxelles, 3 febbraio 2015 - La Commissione ha avviato un´indagine approfondita di una disposizione fiscale belga che consente alle imprese di un gruppo di ridurre in modo significativo sulle società cui sono responsabili in Belgio mediante imposte anticipate sistema sentenze su "profitti in eccesso" . Ciò consente, in sostanza, a società multinazionali con sede in Belgio, per ridurre l´imposta sulle società, che sono soggette "profitti in eccesso", presumibilmente derivanti dal vantaggio di essere parte di un gruppo multinazionale. In questa fase, la Commissione dubita che tale disposizione fiscale conforme alle norme Ue sugli aiuti di Stato, che vietano la concessione di vantaggi selettivi concesso solo e provocare distorsioni della concorrenza nel mercato unico talune imprese . L´avvio di un´indagine approfondita offre alle parti interessate la possibilità di presentare osservazioni. Essa non pregiudica l´esito della procedura. M me Margrethe Vestager, Commissario per la politica di concorrenza, ha detto questo: "Sembra che il sistema fiscale belga di" profitti in eccesso "contributi ad alcune multinazionali, e solo quelle, le cui agevolazioni fiscali considerevoli non possono beneficiare le aziende autonome. Se i nostri timori sono stati confermati, questo sistema generalizzato sarebbe una grave distorsione della concorrenza, di favorire indebitamente un numero limitato di aziende multinazionali. Come parte dei nostri sforzi per garantire che ogni azienda paga la sua parte di tasse, abbiamo bisogno di approfondire le indagini. " Il fondo imposte in esame (articolo 185, paragrafo 2, lettera b), del Codice Fiscale sul reddito) offre la possibilità di dedurre il detto "surplus" benefici dalla base di una la società. Questi profitti registrati nei conti della società belga asseritamente derivante dal vantaggio di essere parte di un gruppo multinazionale. Per la detrazione applicabile, l´impresa deve ottenere la preventiva conferma da parte delle autorità fiscali belghe tramite un interpello preventivo. Questo piano sembra trarre beneficio solo le multinazionali, mentre le imprese belghe che operano in Belgio non hanno diritto a benefici simili. Le autorità belghe sostengono che questa disposizione fiscale è solo una applicazione del principio generale della piena concorrenza definito dall´Ocse. Ma in questa fase, la Commissione dubita della validità di una tale interpretazione del principio dell´Ocse. La Commissione teme che i "profitti in eccesso" di cui ha riferito in decisioni anticipate, vale a dire, le deduzioni a cui una società può richiedere le sinergie titolo o economie di scala all´interno del gruppo, sono una sopravvalutazione rilevante dei reali benefici di appartenere ad un gruppo multinazionale. Le deduzioni fiscali attraverso le sentenze del sistema sui profitti in eccesso in genere superano il 50% e, a volte raggiungono il 90%, i profitti colpiti dalla sentenza anticipo. La Commissione conclude inoltre, in questa fase della sua valutazione, il sistema fiscale belga "profitti eccessivi" non possono essere giustificate dalla necessità di evitare la doppia imposizione. Infatti, detrazioni applicate in Belgio non sono una reazione alla volontà di un altro paese per imporre gli stessi benefici. Dopo aver esaminato la precedente prassi amministrativa, la Commissione rileva che tali decisioni sono spesso realizzati a favore di imprese che ha trasferito una parte significativa delle proprie attività in Belgio o che hanno fatto significativi investimenti nel paese. La Commissione intende quindi approfondire l´indagine per determinare se i suoi dubbi siano fondati.  
   
   
UE: I FONDI PENSIONE DOVREBBERO ESSERE ESENTATI PER ALTRI DUE ANNI DI OBBLIGO DI COMPENSAZIONE  
 
 Bruxelles, 4 febbraio 2015 - La Commissione europea ha pubblicato ieri un rapporto che raccomanda che le ulteriori due anni i fondi pensione, nonostante l´obbligo di compensazione per le loro operazioni da derivati ​​Otc. I risultati di questo rapporto, sulla base di uno studio dettagliato commissionato dalla Commissione europea, le controparti centrali hanno bisogno di questo tempo per trovare soluzioni ai fondi pensione. La relazione li incoraggia a continuare a cercare soluzioni tecniche a questo importante tema. In definitiva, l´obiettivo è che i regimi pensionistici sono tenuti ad utilizzare compensazione centrale per le loro operazioni in derivati, come avviene per le altre istituzioni finanziarie. Ciò è essenziale per la stabilità finanziaria. Secondo le disposizioni vigenti, i fondi pensione (che comprendono tutte le categorie di fondi pensione) sarebbero costretti ad avere contanti per compensazione centrale. Perché non detengono grandi quantità di denaro o attività altamente liquide, imporre un tale requisito costringerli a fare i cambiamenti profondi e costosi al loro modello di business, che potrebbero influenzare il livello di pensionati a reddito. Jonathan Hill, Commissario per la stabilità finanziaria, servizi finanziari e l´unione dei mercati dei capitali, ha detto questo: "La relazione odierna offre parecchie opportunità per facilitare la compensazione centrale nel caso dei fondi pensione ma nessuno di essi è evidente ed è meglio consentire più tempo per sviluppare una soluzione adeguata. " Ccp chiedere ai membri di pagare loro margini, vale a dire, la "garanzia" per coprire le perdite derivanti dal default della controparte. Per queste richieste di margini, si accettano solo attività altamente liquide, di solito in contanti, in modo da poter fare una rapida liquidazione in caso di insolvenza e di continuare le operazioni senza interruzioni. In molti Stati membri, i sistemi pensionistici utilizzano transazioni da derivati ​​Otc (vale a dire dei derivati ​​negoziati attraverso una rete di operatori e non su un mercato centralizzato ) a copertura del rischio dei tassi di interesse a lungo termine e l´inflazione. Tuttavia, essi in genere non tengono più soldi e investire in attività a più lungo termine con rendimenti più elevati, come le obbligazioni, al fine di garantire rendimenti più elevati per i pensionati. Imporre di avere denaro per compensazione centrale potrebbe avere l´effetto di ridurre il reddito dei pensionati, conclude il rapporto. Secondo stime recenti, l´obbligo per i fondi pensione per compensare il loro contatore di portafogli di derivati ​​Otc potrebbe comportare costi tra 2,3 e 2,9 miliardi di euro all´anno, che potrebbe ridurre il reddito per pensionati in Europa del 3,66% su un periodo di 20 a 40 anni. Nell´ambito del mandato legale della Commissione dal regolamento Emir (articolo 85, paragrafo 2), la relazione esamina anche altre soluzioni che possono consentire ai regimi pensionistici a fornire beni di pegno non in contanti. La legislazione Ue attualmente prevede una deroga temporanea dall´obbligo di compensazione per alcuni contratti. Tale deroga si conclude nel mese di agosto 2015. Il rapporto pubblicato oggi raccomanda la proroga di due anni. Questa estensione dovrebbe essere introdotto da un atto delegato che sarà adottata dal Collegio dei Commissari.  
   
   
UE, AUDIZIONI EYE: IL POTERE AI GIOVANI !  
 
Strasurgo, 4 febbraio 2015 - Chi dice che i giovani non si interessano alla politica? 6.000 giovani europei si sono riuniti a Strasburgo lo scorso anno per l´evento europeo della gioventù Eye 2014. L´obiettivo? Trovare nuove idee per un´Europa migliore. Un gruppo di ex partecipanti ha avuto l´opportunità di presentare alcune delle idee più interessanti raccolte durante l´evento ai dei membri del Parlamento europeo. Nelle ultime settimane il Parlamento europeo ha ospitato le audizioni Eye. Le audizioni Eye sono iniziate il 2 dicembre 2014 nella commissione per l´occupazione e per gli affari sociali. I dibattiti sono continuati tutto il mese di gennaio 2015 con le presentazioni in altre sei commissioni: Affari costituzionali (Afco), cultura e istruzione (Cult), affari esteri (Afet), industria, ricerca ed energia (Itre), le libertà civili, la giustizia e gli affari interni (Libe) e ambiente, sanità pubblica e sicurezza alimentare (Envi). Età di voto, accesso a Internet, riciclaggio, o ancora i valori europei. Le idee presentate evocano i temi più importanti per i giovani. La disoccupazione giovanile ha avuto un ruolo centrale nella discussione. I rappresentanti dei giovani hanno chiesto ai deputati di avvicinare il mondo dell´educazione al mercato del lavoro, oltre ad un maggiore sostegno per i tirocini di qualità. Sono stati affrontati anche la sicurezza e gli affari esteri, difendendo una cooperazione di difesa e di intelligence più forte per rispondere alle minacce esterne e interne.  
   
   
STRATEGIA MACROREGIONE ADRIATICO IONICA: REGIONE MARCHE E MARINA MILITARE FIRMANO UN ACCORDO DI COLLABORAZIONE.  
 
Ancona, 4 febbraio 2015 - La Regione Marche e la Marina militare hanno firmato un accordo di collaborazione per l’attuazione del Piano di azione della Strategia della macroregione adriatico ionica. L’intesa riguarda l’avvio di partenariati nel settore marittimo: crescita sostenibile dell’economia marina e marittima (economia blu), trasporti, energia, sicurezza, protezione dell’ambiente marino e turismo sostenibile. L’accordo è stato siglato - presso il Comando delle Scuole della Marina militare di Ancona - dall’ammiraglio di squadra Salvatore Ruzittu (comandante delle scuole) e dall’assessore regionale Paola Giorgi. “Regione Marche e Marina militare lavorano insieme per garantire sicurezza e sviluppo alla comunità regionale – evidenzia l’assessore Giorgi – La cornice internazionale, all’interno della quale l’intesa viene siglata, rafforza, ancor più, il valore simbolico e quello sostanziale della collaborazione. Ancona ospita il segretariato permanente dell’iniziativa adriatico ionica, su decisione dei governi degli otto Paesi aderenti. Un’articolazione importante dello Stato italiano, qual è la Marina militare, che ad Ancona ha sempre svolto un prestigioso ruolo di servizio alla Nazione, si mette ora a disposizione delle istituzioni per affiancare ai propri compiti di presidio della sicurezza dei mari, quelli volti a favorire un’integrazione tra i popoli e una crescita solidale del benessere comune”. I settori disciplinati dall’accordo di collaborazione sono destinati a svolgere un ruolo cruciale per la creazione di posti di lavoro e il rilancio dell’economia regionale. Nell’ambito della cooperazione delineata dalla Strategia macroregionale, Regione e Marina hanno individuato aree di comune interesse relative alle questioni marittime. Settori che coinvolgono la formazione, l’istruzione, l’educazione digitale, la difesa cibernetica, la cultura del mare e lo sport, la ricerca, l’innovazione, la progettazione, l’industria, la salvaguardia ambientale, la sicurezza marittima, la tutela del territorio e del mare. Collaborazioni che coinvolgeranno i distretti tecnologici regionali, le grandi e le piccole medie imprese, gli enti di ricerca (Università e Cnr), le istituzioni regionali, le organizzazioni governative e non (Ong, Onlus), in stretta connessione con le corrispondenti realtà nazionali o di altri Stati. In base al Codice dell’ordinamento militare, le Forze armate forniscono il proprio contributo nei campi della pubblica utilità, tra i quali rientrano anche gli interventi sull’ambiente marino, il monitoraggio delle acque, le attività di ricerca ambientale marina.  
   
   
BILANCIO EMILIA ROMAGNA - RISPETTATI ANCHE NEL 2014 I VINCOLI SUL PATTO DI STABILITÀ  
 
Bologna, 4 febbraio 2015 - Anche nel 2014 la Regione Emilia-romagna ha rispettato i vincoli posti dallo Stato sul patto di stabilità ed ha pagato a Comuni e Province del territorio oltre 290 milioni di euro. La conferma arriva dalla verifica di bilancio effettuata al 31 gennaio sul patto di stabilità interno. “Il dato è molto importante e conferma la solidità del bilancio regionale - commenta l’assessore regionale al Bilancio Emma Petitti -. In questo modo contribuiamo anche noi al raggiungimento dell’equilibrio dei conti pubblici nazionali e degli obiettivi posti in sede europea”. All’interno del patto di stabilità territoriale la Regione è riuscita a concedere, nel 2014, 291 milioni di euro ai Comuni e alle Province emiliano-romagnole. “Un impegno rilevante - conclude Petitti - che ha consentito agli enti locali del nostro territorio di accelerare sensibilmente i tempi dei pagamenti a favore delle imprese per spese di investimento in opere pubbliche già realizzate. Anche nel 2015 lavoreremo per raggiungere lo stesso importante risultato”.  
   
   
LA TRASPARENZA ONLINE, PUBBLICATO IL PROGRAMMA DELLA REGIONE EMILIA ROMAGNA 2015-2017  
 
 Bologna, 4 gennaio 2015 – Entro fine anno la Regione Emilia-romagna raggiungerà l’obiettivo del rispetto di tutti gli obblighi di pubblicazione previsti dalle norme sulla trasparenza (decreto 33 del 2013) mentre saranno contestualmente avviate iniziative per superare l’adempimento burocratico in direzione di una amministrazione più efficiente, aperta e partecipata. La Giunta regionale, d’intesa con l’Assemblea legislativa, ha approvato il Programma Trasparenza 2015/2017 (Dgr n. 57/2015), pubblicato sul sito “Amministrazione trasparente”. “E’ un passaggio molto importante”, affermano la presidente dell’Assemblea legislativa Simonetta Saliera e l’assessore al Bilancio, riordino istituzionale, risorse umane e pari opportunità Emma Petitti. “La conferma di un buon lavoro avviato negli ultimi due anni e il suo rilancio e potenziamento, in coerenza con le priorità della nuova Giunta”. Dopo aver posto le basi organizzative e tecnologiche necessarie a creare l’impianto della trasparenza nell’amministrazione, la Regione ha le carte in regola in materia di applicazione delle norme sulla trasparenza e si appresta ad andare oltre gli adempimenti normativi puntando su un’informazione più completa e comprensibile e la collaborazione con cittadini e portatori di interesse. Nel corso del 2015 - con la guida dei responsabili trasparenza di Giunta e Agenzie (Paolo Tamburini) e di Assemblea legislativa (Cristiano Annovi) e il concorso delle strutture regionali e il coinvolgimento di tutta la dirigenza - sono stati fissati tempi e interventi che vanno dalla pubblicazione automatica degli atti della Regione alla realizzazione di un unico sito sulla trasparenza di Giunta e Assemblea legislativa; dal monitoraggio approfondito dell’assolvimento obblighi di pubblicazione all’aggiornamento dei dati periodici su società partecipate, vigilate o controllate, sui provvedimenti amministrativi, su appalti e beni e servizi. Inoltre, verrà avviata anche una serie di attività aggiuntive, partendo dall’adozione di un “sistema qualità” per uniformare procedure e comportamenti della dirigenza, al fine di disporre di dati omogenei e chiari per cittadini e imprese con metodi certificati e riconosciuti a livello europeo. Sarà poi avviata una sperimentazione per la pubblicazione di visual data sui dati di bilancio, sui contributi e sussidi e sugli enti controllati. Infine, saranno organizzati nuovi workshop con associazioni, consumatori ed esperti di open data per proseguire il dialogo e la collaborazione avviata nel 2014. Http://www.regione.emilia-romagna.it/trasparenza/disposizioni-generali/programma-per-la-trasparenza-e-lintegrita  
   
   
BILANCIO A MILANO: DALLA CORTE DEI CONTI SOLO UNA SEMPLICE RICHIESTA DI INTEGRAZIONI DATI IN LINEA CON ANNI PRECEDENTI  
 
Milano, 4 febbraio 2015 – La lettera della Sezione regionale di controllo per la Lombardia della Corte dei Conti chiede “chiarimenti ed eventuali integrazioni documentali” su alcuni punti relativi al Bilancio consuntivo 2013 come accade regolarmente e ogni anno. Nello specifico, e a titolo di esempio, segnaliamo che sulla base dei nuovi principi contabili applicati dal Comune di Milano nella voce relativa alle sanzioni per violazione del Codice della Strada sono comprese le quote relative ai cosiddetti “ruoli”. Questi “pesano” per circa 150 milioni di euro su circa 400 per la sanzioni per violazione del Cds. Il riscosso nel 2013 è stato di 90 milioni, cui si aggiungono i 22 del 2014. Altri sono in via di riscossione. I dati assoluti e il rapporto tra accertato e riscosso del Bilancio 2013 sono assolutamente in linea con quelli precedenti e quindi rispecchiano l´andamento fisiologico di queste entrate. Infatti nel Bilancio consolidato 2012 l’accertato per violazioni al Cds era di 431milioni e l’incassato 116. Per l’evasione tributaria per i tributi Ici e Tarsu il Bilancio consolidato 2013 parla di 39 milioni di accertato e di 5,7 di riscosso nel 2013. Altri 8,5 sono stati riscossi nel 2014. Per il 2012 erano iscritti a Bilancio 37 milioni di accertato per questi vecchi tributi e 6 milioni di riscosso. Non si faccia infine confusione con l’invio di notifiche e avvisi delle scorse settimane in quanto queste fanno riferimento a sanzioni non pagate per violazioni del Cds del 2011 e 2012 o, in parte, a Tari 2014 e Tarsu 2012 non pagate. Ricordiamo infine che a partire da quest´anno tutta l´attività di riscossione delle entrate cambierà radicalmente in quanto sarà svolta direttamente dal Comune.  
   
   
CITTÀ METROPOLITANE: BENE CIRCOLARE, MA ALCUNE SOLUZIONI NON SONO SODDISFACENTI AL FINE DI CONSENTIRE LA CONTINUITA’ NELL’ESPLETAMENTO DELLE FUNZIONI E NELL’EROGAZIONE DEI SERVIZI, L’ANCI SI ATTIVERA’ IMMEDIATAMENTE PRESSO I MINISTERI COMPETENTI PER GLI OPPORTUNI CHIARIMENTI INTERPRETATIVI IN MERITO’  
 
Firenze, 4 febbraio 2015 - ‘’La Circolare sulle Linee guida per l’attuazione delle disposizioni in materia di personale delle Citta’ metropolitane e Province risolve positivamente buona parte delle questioni poste dall’Anci. Tuttavia, alcune delle soluzioni prospettate non risultano soddisfacenti’’. Lo afferma il segretario generale dell’Anci, Veronica Nicotra, che spiega: ‘’In particolare, per quanto riguarda le Citta’ metropolitane, chiamate a svolgere le nuove e ulteriori funzioni fondamentali, il pieno avvio delle attivita’ puo’ risultare difficoltoso in seguito all’applicazione delle sanzioni conseguenti alla avvenuta violazione, da parte delle preesistenti Province, del Patto di stabilita’ interno e del rispetto dei tempi medi di pagamento. Sanzioni che, per cio’ che attiene al personale, si traducono in un blocco delle assunzioni a qualsiasi titolo, in cio’ comprendendo e compromettendo anche la proroga dei contratti a tempo determinato, peraltro espressamente consentita dal decreto legge n. 192/2014 (c.D. Milleproroghe), attualmente in fase di conversione. Pertanto, come piu’ volte assicurato dal Governo chiediamo che sia presentato un emendamento risolutivo’’. Per quanto attiene ai Comuni e alle Unioni, ‘’siamo in presenza – afferma Nicotra - di un sostanziale blocco del reclutamento dall’esterno, con la sola eccezione dei soggetti che, alla data del 1 gennaio 2015, risultino iscritti in graduatorie vigenti come vincitori di concorso. Si fa presente che, posto che il riassorbimento del personale soprannumerario avviene, negli anni 2015 e 2016, sulle quote di turn over disponibili per cessazioni intervenute rispettivamente negli anni 2014 e 2015, rimangono consentite le assunzioni a valere sui budget degli anni precedenti, quindi con l’impiego delle quote di turn over riferite a cessazioni di personale intervenute fino all’anno 2013’’. Sul punto, aggiunge ancora il Segretario generale, ‘’l’Anci aveva inoltre rappresentato con forza la necessita’ che fosse garantito ai Comuni il reclutamento con concorso del personale necessario per l’esercizio di funzioni di fondamentale importanza (a titolo esemplificativo: personale impiegato nel contesto dei servizi socio-assistenziali e dei servizi educativo-scolastici) in relazione a profili professionali non rinvenibili nell’ambito del bacino del personale soprannumerario provinciale. Rispetto a questa specifica esigenza – fa notare Nicotra - le linee guida sembrano limitarsi a consentire solo ‘l’assunzione anche di idonei’ sulla base del turn over a regime vigente; pertanto appare potersi desumere che tali assunzioni possano avvenire esclusivamente nell’ambito di graduatorie gia’ esistenti, e non quindi attraverso l’indizione di nuove procedure concorsuali’’. Per questi motivi, e ‘’al fine di consentire la continuita’ nell’espletamento delle funzioni e nell’erogazione dei servizi, l’Anci – conclude Nicotra - si attivera’ immediatamente presso i Ministeri competenti per gli opportuni chiarimenti interpretativi in merito’’.  
   
   
PUGLIA, FRA I PROVVEDIMENTI PRINCIPALI: TURISMO, VIA, ENERGIA  
 
Bari, 4 febbraio 2015 - La Giunta regionale ha approvato – nell’ambito della promozione del sistema turistico regionale - un piano stralcio delle manifestazioni fieristiche in Italia ed all’estero per l’anno 2015. La Giunta ha preso atto dell’ accordo tra la Regione e le Ooss per la proroga dei contratti a tempo determinato in scadenza entro il 30 dicembre 2015. La Giunta regionale ha espresso, nell’ambito del procedimento di Via e contestuale Autorizzazione Integrata ambientale Via-aia, parere sfavorevole di compatibilità ambientale per il progetto concernente l’adeguamento della centrale di cogenerazione da 410Mwt di Taranto, proposto da Eni spa. La Giunta regionale ha espresso, per quanto di propria competenza, parere di compatibilità ambientale negativo per l’impianto di produzione di energia elettrica da fonte eolica, costituito da n.10 aerogeneratori ed una potenza complessiva di 30 Mw, da realizzare nel comune di San Bartolomeo in Galdo(bn) e delle relative opere di connessione alla Rtn da realizzare sul territorio della Regione Puglia, nel comune di Alberona. La Giunta regionale ha approvato lo schema di convenzione Inail-regione Puglia. Entrerà in funzione entro 150 giorni il Pronto Soccorso presso la Casa di Cura “Mater Dei”. Sarà un Dea di I livello con funzioni “spoke” nell’ambito della Rete dell’Emergenza Urgenza della Puglia. Lo ha deciso la Giunta regionale specificando che il P.s. Gestito dalla Società Cbh spa dovrà garantire gli standard qualitativi relativi all’assistenza ospedaliera, ivi compreso il relativo servizio medico di guardia attiva o di reperibilità anche in rete per le patologie che seguono, già previste, del resto per le case di cura del Gruppo Cbh: Medicina generale, Chirurgia generale; Anestesia e Rianimazione; Ortopedia e Traumatologia; Ostetricia e Ginecologia; Cardiologia con posti letto di terapia intensiva coronaria (Utic) Neurologia; Dialisi per acuti; Endoscopia in urgenza; Oculistica; Urologia; Otorinolaringoiatria; disponibilità della diagnostica strumentale della Tac ed ecografia, laboratorio di analisi, presenti o disponibili h24. La struttura di medicina e chirurgia e accettazione ed urgenza del dipartimento di I livello si compone delle seguenti articolazioni: triage infermieristico o struttura di accoglienza integrata medico infermieristica; aree di trattamento dei codici verdi e bianchi;area di trattamento dei codici gialli;area di trattamento dei codici rossi (sala rossa);osservazione breve intensiva e unità di ammissione ospedaliera (almeno 3 posti letto tecnici);medicina d’urgenza-sub intensiva (con due posti letto monitorati). Approvato il regolamento organizzativo dell’Irccs Oncologico – Giovanni Paolo Ii di Bari.  
   
   
PROGRAMMAZIONE TERRITORIALE E FONDI EUROPEI, LA GIUNTA SARDA A CONFRONTO CON ANCI E CAL  
 
Cagliari, 4 Febbraio 2015 - Programmazione territoriale, programmazione unitaria e fondi comunitari: gli assessori della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci e degli Enti Locali Cristiano Erriu si sono confrontati con i presidenti di Anci e Cal, Pier Sandro Scano e Giuseppe Casti, insieme a Gianluca Cadeddu e Graziella Pisu del Centro Regionale di Programmazione. Per quanto riguarda la programmazione territoriale, Anci, Cal Sardegna e tutto il partenariato socio-economico regionale saranno regolarmente coinvolti nel dialogo istituzionale con i territori, ed è stata ipotizzata la possibilità di dare continuità a progetti locali già presentati in passato finora rimasti senza copertura finanziaria, purché coerenti con la nuova strategia regionale. "Sulla programmazione unitaria, abbiamo ribadito l´intenzione della Giunta - peraltro già inserita nella legge finanziaria - di istituire una cabina di regia con tutte le autorità di gestione degli strumenti finanziari della programmazione unitaria 14-20, in modo da garantire il miglior coordinamento possibile ed evitare così che ciascun fondo vada per conto suo", spiega l´assessore Paci. Infine, i fondi comunitari: il direttore del Crp Cadeddu ha spiegato che si sta intervenendo sul documento Po Fesr 2014-2020 sul quale la Commissione Europea ha espresso le sue osservazioni, per migliorare il documento nel suo complesso e in particolare sul Piano di rafforzamento amministrativo. "Questi incontri sono per noi importanti per individuare insieme al partenariato istituzionale e sociale un metodo che porti a una strategia condivisa nell´azione di governo sul territorio", sottolinea il vicepresidente della Regione. "Abbiamo espresso forte apprezzamento per il metodo imboccato - dicono Scano e Casti - Era appunto la nostra proposta che il confronto avvenga prima delle decisioni e non a cose fatte. Sulla programmazione territoriale abbiamo sottolineato due punti: il primo che i territori abbiano il medesimo accesso agli strumenti e alle risorse con parità di opportunità. Secondo, che la programmazione avvenga attraverso procedure trasparenti e processi di valutazione ancorati a criteri oggettivi e non determinati dalla volontà politica". Per quanto invece riguarda il confronto sui fondi europei, i presidenti di Anci e Cal dicono di aver "manifestato la preoccupazione del sistema delle autonomie locali per i ritardi accumulati e soprattutto per la severità delle osservazioni rivolte al nostro Fesr dalla commissione europea. Va straordinariamente rafforzata la capacità di programmazione, attuazione e gestione". "Da ultimo - concludono - abbiamo sottolineato la necessità di un coinvolgimento effettivo del partenariato istituzionale e socio-economico".  
   
   
LE AMMINISTRAZIONI IN TUTTA ITALIA SI STANNO MISURANDO CON RINNOVO CONTRATTO DECENTRATO. A MILANO SCELTA STRADA DEL DIALOGO  
 
Milano, 4 febbraio 2015 - “La materia del rinnovo del contratto decentrato per il personale del Comune di Milano è delicata e complessa e su questa si stanno confrontando le amministrazioni di tutta Italia”. Lo ha dichiarato l’assessora al Personale Chiara Bisconti. “A Milano – ha aggiunto Bisconti - abbiamo scelto la strada del dialogo con le organizzazioni dei lavoratori e lo spirito costruttivo ci ha già permesso di raggiungere un’ipotesi di accordo anche nell’interesse della città. Bene, quindi, che su una materia importante e complessa vi sia una un parere autorevole e terzo per aiutare i revisori e l´Amministrazione a proseguire sulla strada intrapresa del rispetto pieno delle norme”.  
   
   
MARCHE, GARANZIA GIOVANI - SERVIZIO CIVILE REGIONALE: BANDO DI SELEZIONE PER 422 VOLONTARI - LE DOMANDE VANNO PRESENTATE ENTRO IL 23 FEBBRAIO .  
 
Ancona, 4 ferbbraio 2015 - È disponibile sul Bollettino Unico Regionale il bando per la selezione di 422 volontari, da avviare ai progetti di servizio civile nel periodo marzo 2015 – aprile 2016. L’iniziativa rientra nell’ambito del Piano di attuazione regionale del programma Garanzia Giovani. Il servizio civile potrà essere svolto nel 2015 dai volontari in 34 Enti autorizzati per la realizzazione di 69 progetti selezionati in diversi settori di intervento: assistenza, educazione e promozione culturale, patrimonio artistico e culturale, ambiente e protezione civile (vedi elenchi allegati). Obiettivo principali nell’ambito della strategia regionale è quello di costituire e rafforzare un sistema integrato di servizi che possa accompagnare con efficacia i giovani nella fase di uscita dal sistema di istruzione e/o di transizione verso il mercato del lavoro. Le risorse sono ministeriali e ammontano a 3,7 milioni di euro (sui 30 totali erogati per Garanzia Giovani). La durata del servizio sarà di dodici mesi e la retribuzione di 433,80 euro lordi mensili. Il prossimo anno sarà pubblicato la seconda tranche del bando per altri 238 posti. “Garanzia Giovani è un percorso cominciato lo scorso anno ed in questo contesto prende il via anche il servizio civile – ha spiegato l’assessore al Lavoro Marco Luchetti nel corso di una conferenza stampa -. Nelle Marche abbiamo una bella tradizione di impegno e di volontariato e questo bando dà ai giovani l’opportunità di rendersi utili facendo esperienza in vari campi. L’intento è quello di sollecitare i giovani che non lavorano e non studiano verso una strada di qualificazione in un mercato sempre più esigente fornendo un supporto e gli strumenti per sperare in una prospettiva di lavoro. In un momento di crisi in cui il tessuto produttivo si è ridimensionato notevolmente, la disoccupazione dei giovani è un problema che va affrontato con determinazione. La Regione Marche ci sta provando: siamo i primi in Italia dal punto di vista delle iscrizioni al progetto Garanzia Giovani: 23mila adesioni e più di 10mila pacchi di attivazione. Questi numeri ci dicono che il messaggio ai ragazzi è arrivato e ci dà responsabilità importanti in termini di risposte e progettualità”. In pratica a Garanzia Giovani nelle Marche hanno aderito il 70% dei ragazzi che avevano i requisiti per farlo, contro il 21% della media nazionale. “Molte Regioni – sottolinea ancora Luchetti – non hanno utilizzato le risorse a loro disposizione mentre qui nelle Marche le richieste sono talmente tante che chiederemo al Governo nazionale una ulteriore ripartizione dei fondi non utilizzati per chi invece è in grado di farlo”. “Questa nuova edizione del bando per volontari del servizio civile connessa al programma di Garanzia Giovani - ha affermato l’assessore alla Cultura Pietro Marcolini - rappresenta un buon esempio di raccordo e cooperazione tra strutture regionali e territoriali. Il risultato ci lascia particolarmente soddisfatti perché tra i progetti selezionati 24 riguardano il settore della cultura e dell’educazione per un totale di 132 giovani che potranno offrire le loro competenze al territorio andando a migliorare i servizi ai cittadini in musei e biblioteche, ed al tempo stesso costruire un bagaglio di esperienze utile alla loro integrazione nel mondo del lavoro. Il bando è infatti diretto a quei ragazzi che vivono in un limbo senza studio e senza occupazione, con l’auspicio che possano in questo modo trovare una loro strada”. “La Regione Marche – ha aggiunto l’assessore ai Servizi Sociali Luigi Viventi - continua a investire sui giovani in un momento così critico per la crescita e la tenuta del Paese e lo fa anche offrendo loro l’opportunità di essere utili sul territorio con il servizio civile. Al di là del piccolo riconoscimento economico che i ragazzi percepiranno, il valore aggiunto di questa esperienza sta nel fatto che si tratta di una “scuola di vita” e, per molti, del primo momento importante e strutturato di impegno per la comunità. Sono certo che chi aderirà saprà cogliere questa occasione con entusiasmo e con senso di responsabilità, come hanno già fatto molti altri giovani che negli anni scorsi hanno partecipato ai progetti di servizio civile regionale e nazionale”. Tutte le informazioni relative alle sedi di attuazione, ai posti disponibili, alle attività, ai servizi e agli aspetti organizzativi e gestionali sono disponibili sui siti internet www.Serviziocivile.marche.it  e www.Istruzioneformazionelavoro.marche.it/lavoro/garanziagiovanimarche.aspx  e sui siti degli enti titolari del progetto. Le informazioni possono essere richieste anche a: Regione Marche - Via Gentile da Fabriano n. 3 - 60125 Ancona – tel. 071 8064039 - 071 8064129 - 071 8064193; fax 071 8064105; email servizio.Civile@regione.marche.it ) Requisiti per diventare volontario Possono partecipare alla selezione i giovani, senza distinzione di sesso che, alla data di presentazione della domanda, abbiano compiuto il 18° e non abbiano superato il 28° anno di età in possesso dei seguenti requisiti: - essere regolarmente residenti in Italia; - giovani Neet (non impegnati in attività lavorativa e/o formazione e/o di studio) che hanno aderito a Garanzia Giovani (Fase 0) e sottoscritto il Patto di Attivazione (Fase 1) con uno dei Servizi competenti – Gg individuati dalla Regione; - non aver riportato condanne. Non possono presentare domanda coloro: - che hanno già prestato servizio civile regionale (L.r. 15/2005); - che hanno già usufruito delle misure legate a Garanzia Giovani1. Non è infine possibile presentare domanda presso un ente in cui si è già prestato servizio civile nazionale o si siano avuti nell’anno precedente rapporti di lavoro o di collaborazione retribuita. Presentazione delle domande La domanda di partecipazione in formato cartaceo, indirizzata direttamente all’ente che realizza il progetto prescelto, deve pervenire allo stesso entro le ore 14.00 del 23 febbraio 2015. La domanda deve essere redatta in carta semplice, secondo il modello in allegato al bando. Copia del modello può essere scaricata dal sito internet www.Serviziocivile.marche.it. È possibile presentare una sola domanda di partecipazione per un unico progetto di servizio civile regionale. La presentazione di più domande comporta l’esclusione dalla partecipazione a tutti i progetti inseriti nel bando. Procedure selettive L’ente che realizza il progetto effettua l’accertamento dell’idoneità dei candidati con un esame comparativo dei curricula e con un colloquio volto ad accertare le competenze richieste e la compatibilità dei candidati con il contesto operativo dove si svolge il progetto e/o l’idoneità degli stessi ad operare con la tipologia di utenza alla quale il progetto si rivolge. L’ente, terminata la fase dei colloqui, redige la graduatoria. Nella graduatoria finale sono inseriti tutti i volontari risultati idonei selezionati e idonei non selezionati per mancanza di posti. A parità di punteggio è preferito il candidato più giovane di età. Avvio al servizio Il calendario delle partenze prevede queste date: - 1 marzo 2015 - 1 aprile 2015 - 1 maggio 2015 .  
   
   
GIOVANI, DALLA REGIONE EMILIA ROMAGNA 600 MILA EURO PER PROGETTI PROMOSSI DA ENTI LOCALI  
 
Bologna, 4 febbraio 2015 – Oltre 600 mila euro per 42 interventi a favore di giovani e adolescenti tra i 10 e i 34 anni, promossi da enti locali, a fronte di un costo complessivo di poco più di un milione di euro. I fondi regionali saranno utilizzati per interventi di acquisizione o potenziamento di dotazioni strumentali e tecnologiche, qualificazione di spazi di aggregazione dedicati alla musica, all’arte, alla creatività multimediale, per la ristrutturazione di luoghi adibiti alle attività, adeguamenti normativi e miglioramento funzionale delle strutture. I fondi saranno messi a disposizione di Enti locali, per costituire elemento di contrasto della grave crisi economica che colpisce in particolare i ragazzi, per cui i luoghi di aggregazione rappresentano una fondamentale risposta concreta a esigenze di incontro e coesione, anche per numerose associazioni e realtà giovanili. "Siamo consapevoli di quanto questo contributo costituisca un sostegno e una sicurezza per i comuni e le associazioni dell´Emilia-romagna - ha dichiarato l´assessore alle Politiche giovanili Massimo Mezzetti -. Sarà importante continuare a garantire e incentivare, dove necessario, gli investimenti per attività e strutture che creino momenti di aggregazione, confronto e creatività, risorsa fondamentale per la crescita e lo sviluppo del nostro territorio". Di 78 domande pervenute, tutte risultate ammissibili, ne sono state finanziate 42. Le realtà finanziate sono 14 Unioni di Comuni, 8 Comuni capoluogo, 2 fusioni di Comuni e 18 Comuni che, nella maggior parte dei casi, hanno presentato una progettualità di rete con altri centri, nell’ottica di costruire un sistema organico di interventi. Gli interventi finanziati garantiscono sul territorio regionale la presenza di numerose strutture rinnovate e dotate di tecnologie innovative. Si tratta nello specifico di spazi di aggregazione giovanile con funzioni multiple, per un’utenza varia e attività per bambini fino all’età più adulta, ma anche “Informagiovani” dotati di computer e wi-fi, spazi musicali dotati di adeguata acustica e insonorizzazione quali sale prove, per concerto, con strumenti musicali, ma anche skate park e web radio. Sono stati inoltre finanziati ambienti per manifestazioni teatrali, creative, culturali, allestimenti tecnologici e dotazioni elettroniche, strumenti per teleconferenza e live streaming. Infine spazi multimediali, con l’acquisizione di computer attrezzati per grafica e animazione, design, elaborazioni audio-video.  
   
   
LAVORO IN LIGURIA: RIFORMA “TITOLO QUINTO” POCO RAZIONALE SEPARARLO DALLA FORMAZIONE  
 
Genova, 4 Febbraio 2015 - L´assessore al Lavoro della Regione Liguria Enrico Vesco è intervenuto, a margine della seduta del Consiglio Regionale, sulla riforma del Titolo Quinto della Costituzione in discussione in Parlamento che prevede il passaggio allo Stato della competenza esclusiva in materia di tutela e sicurezza del lavoro a cui si aggiungono le politiche attive del lavoro. Nel testo approvato in Commissione Affari costituzionali si separano nettamente le politiche attive del lavoro, di cui dovrà occuparsi lo Stato, dalla formazione, che rimane alle Regioni. "Questo assetto sarebbe poco razionale perché trascura il fatto che la formazione è parte integrante delle politiche attive perché è uno degli strumenti fondamentali per migliorare la cosiddetta "occupabilità" dei lavoratori", afferma Vesco. "Personalmente- aggiunge l´assessore ligure- sono convinto che l´enorme problema occupazionale che attualmente funesta il nostro Paese non può essere risolto esclusivamente con misure di formazione e orientamento ma rimangono indispensabili interventi del Governo per favorire la creazione di nuovi posti di lavoro e aumentare il potere d´acquisto dei salari e delle pensioni". Per Vesco, centralizzare le politiche attive del lavoro significa allontanarle dai territori e impedire di valorizzare la peculiarità e la vocazione economica e occupazionale delle diverse realtà locali tanto più che le competenze in materia di sviluppo economico rimangono in capo alle Regioni". "Quanto alla sicurezza sul lavoro, inoltre, se da una parte condivido il principio per cui la salute e l´integrità delle lavoratrici e dei lavoratori sono beni non negoziabili, che meritano di essere garantiti allo stesso modo in tutto il Paese, dall´altra parte non nascondo una certa preoccupazione se penso che una legge avanzata come quella che abbiamo in Liguria possa essere messa in discussione e le tutele che prevede possano essere riviste al ribasso". Vesco si unisce alla voce dei colleghi delle altre Regioni per chiedere al Parlamento di riflettere meglio sulla questione e ripristinare un giusto equilibrio tra le competenze.  
   
   
WELFARE: SERRACCHIANI, ENTRO GIUGNO SOSTEGNO AL REDDITO  
 
Trieste, 4 febbraio 2015 - "Un progetto ambizioso che punta ad arrivare a un riordino complessivo del nostro sistema di protezione sociale e di sperimentare, nello stesso tempo, misure innovative". Lo ha detto la presidente della Regione, Debora Serracchiani, proseguendo ieri a Trieste con la Cgil regionale il confronto con le parti sociali sulle nuove forme di sostegno al reddito, per le quali sono stati stanziati 10 milioni di euro nella Finanziaria 2015. Il provvedimento sarà messo a punto entro giugno, prima quindi dell´assestamento di bilancio, in modo che possa diventare operativo già quest´anno, ha confermato la presidente Serracchiani alla delegazione della Cgil guidata dal segretario regionale Franco Belci. Alla riunione erano presenti anche gli assessori interessati: Francesco Peroni (Finanze), Maria Sandra Telesca (Politiche sociali), Loredana Panariti (Lavoro) e Mariagrazia Santoro (Casa). "Quella che abbiamo in mente - ha detto la presidente - è una misura universale per la lotta alla marginalità e alla povertà, un fenomeno purtroppo in crescita in questi anni anche in Friuli Venezia Giulia, in modo da raggiungere quelle persone che non usufruiscono di altri contributi e incentivi, integrando protezione sociale e percorsi di reinserimento lavorativo". Il nuovo sostegno al reddito, ha ribadito Serracchiani, rientra in un disegno più ampio, di riforma complessiva del welfare regionale, oggi eccessivamente frammentato fra diversi assessorati. Il riordino delle varie misure attualmente previste nella legislazione regionale prenderà in considerazione sia le categorie di beneficiari, sia i tempi di erogazione. "In alcuni casi, e penso alle rette dell´asilo - ha ricordato per esempio la presidente - le somme vengono adesso erogate l´anno successivo sotto forma di rimborso. Succede così che le famiglie che hanno più bisogno non usufruiscono di questa misura, semplicemente perché non hanno la possibilità di anticipare le somme". La riforma del welfare in Friuli Venezia Giulia terrà anche conto, ha precisato Serracchiani, delle novità inserite nel quadro legislativo nazionale: revisione dell´Isee (Indicatore della situazione economica), bonus bebè, Sia (Sostegno per l´inclusione attiva) messo a punto dal ministero del Lavoro.  
   
   
WELFARE: ASSESSORE FVG, SUL SOSTEGNO AL REDDITO LA CGIL È PIÙ VICINA  
 
Trieste, 4 febbraio 2015 - "Registro con soddisfazione che la posizione della Cgil, sulla questione del sostegno al reddito, si è notevolmente avvicinata a quella su cui sta lavorando la Regione Friuli Venezia Giulia". Ad affermarlo è l´assessore regionale al Lavoro Loredana Panariti dopo l´incontro di ieri mattina in Consiglio regionale, al quale ha partecipato anche la presidente Debora Serracchiani. "Un avvicinamento - precisa l´assessore Panariti - che è arrivato dopo che si sono dovutamente approfondite le questioni e affrontate nello specifico le sperimentazioni avvenute in Italia sul sostegno al reddito". "Al di là delle etichette, questa misura - aggiunge l´assessore - va infatti nella direzione di rendere visibili coloro i quali visibili non sono, dimostrando un´attenzione ai loro bisogni e prevede l´avvio di specifici programmi di formazione e inserimento lavorativo". "Si tratta di un percorso che passa attraverso il riordino delle misure di welfare oggi erogate - prosegue Panariti - e rappresenta una misura universale (ma selettiva), non categoriale, che supera la dicotomia così forte nel nostro Paese tra welfare sociale e welfare lavoristico". "Lo stretto rapporto previsto tra ambiti socio-assistenziali e Centri per l´Impiego permetterà infatti - conclude Panariti - di proporre alle diverse persone interventi di attivazione adeguati alla loro situazione e ai loro bisogni, cominciando a costruire una rete di soggetti capace di sostenere le persone. Piuttosto che scontrarsi e lanciare pubblici anatemi è quindi sempre opportuno approfondire i temi e costruire un sostegno condiviso a una misura diventata ormai ineludibile a fronte dell´aumento della povertà e della disoccupazione".  
   
   
ZAIA: “COME POSSIAMO DIFENDERCI DALLA MALAVITA SE IL GOVERNO CONTINUA A FARLE REGALI?”  
 
 Venezia, 4 febbraio 2015 - “Ennesimo regalo del Governo Renzi alla malavita: mentre ladri e criminali minacciano costantemente la gente per bene anche nel nostro Veneto, l’esecutivo di Roma pensa bene di depenalizzare una serie di reati che sono uno peggio dell’altro, dal furto all’omicidio colposo, dall’omissione di soccorso alla corruzione”. E’ indignato il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, per la notizia dell’approvazione alla Commissione Giustizia della Camera di un decreto legislativo sulla non punibilità di reati minori. “E’ una solenne presa per i fondelli dei cittadini, delle famiglie e delle imprese che non sanno più a che santo votarsi per difendersi dal dilagare della delinquenza – prosegue Zaia – ma è anche una beffa ignobile nei confronti delle forze dell’ordine e di tutti quelli che ogni giorno rischiano la propria incolumità per arginare questo fenomeno che ha conosciuto una pericolosissima espansione in questi anni”. “Nemmeno il tempo di finire di ascoltare il Presidente Mattarella che oggi giustamente ammoniva sulla necessità di non abbassare mai e poi mai la guardia rispetto a quella criminalità che mina il vivere civile in questo Paese – conclude Zaia – che in Parlamento viene approvato un provvedimento vergognoso che va esattamente nella direzione opposta, con i voti di chi un attimo prima si era spellato le mani per applaudire le parole del Capo dello Stato”.