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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 07 Aprile 2015
UE: NUOVA INIZIATIVA DI SCAMBIO COMPETENZE PER GESTIRE AL MEGLIO GLI INVESTIMENTI IN POLITICA REGIONALE  
 
Bruxelles, 7 aprile 2015 – La Commissione lancia una nuova piattaforma per i funzionari del servizio pubblico scambiando esperienze e buone pratiche in tutta Europa, per migliorare ulteriormente come gli investimenti Ue sono spesi e gestiti. Per aiutare gli Stati membri a rafforzare la capacità amministrativa, Taiex Regio Peer 2 Peer , o Peer 2 Peer, è parte di una più ampia iniziativa di utilizzare appieno il potenziale della politica regionale per creare posti di lavoro e garantire una crescita sostenibile, in linea con gli obiettivi fissati dal Europe 2020 Strategia e nuovi dell´Ue 315.000.000.000 € Plan Investment . In tutta l´Ue, 24 000 funzionari delle amministrazioni nazionali e locali sono coinvolti nella gestione del Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) e il Fondo di coesione. Peer 2 Peer mira a capitalizzare il loro know how e fornire risultati migliori, condividendo la loro esperienza e le buone pratiche attraverso una nuova piattaforma online in cui le amministrazioni possono ottenere e offrire assistenza. Commissario per la politica regionale Corina Creţu ha detto: . "Le persone che vivono nelle regioni europee non stanno andando a sentire il beneficio di progetti sostenuti dalla politica regionale, se le amministrazioni locali e nazionali che gestiscono questi fondi non sono robuste ed efficienti quando sono entrato in ufficio, l´ho fatta . La mia priorità per aiutarli a realizzare i benefici degli investimenti del nostro politici attraverso la gestione di alta qualità in tutte le fasi Questa iniziativa peer 2 è un passo importante: è flessibile, facile da usare e risponde alle esigenze specifiche delle nostre regioni ". Peer 2 Peer sarà ufficialmente presentato ai soggetti interessati e rappresentanti degli Stati membri e delle regioni nel corso di un evento di lancio oggi a Bruxelles. L´iniziativa è realizzata come progetto pilota, e il suo impatto sarà valutata nel 2016.  
   
   
#UEPERTE, QUANTO INCIDE L´UNIONE EUROPEA NELLA VITA DI TUTTI I GIORNI?  
 
 Bruxelles, 7 aprile 2015 - Da Cadorna a Centrale, da Garibaldi al Duomo saranno visibili i nostri tweet che affronteranno ogni settimana una tematica differente e i tweet di coloro che condivideranno con noi attraverso l´hashtag #Ueperte l´Unione europea nella vita di tutti i giorni. Questi i temi che condivideremo con voi. Dal 6 al 12 aprile parleremo di studio, formazione, lavoro e giovani talenti. Dal 13 al 19 aprile l´Ue come attore globale sarà al centro del nostro dibattito. Si parlerà di migrazione, aiuti allo sviluppo e aiuti umanitari. Questi temi saranno i protagonisti del Festival Internazionale di Perugia in programma dal 15 al 19 aprile dove saremo presenti con una tutta una serie di iniziative. Vedi il programma. Dal 20 al 26 aprile sarà la volta di mercato unico e agenda digitale. Ultima settimana dal 27 aprile al 3 maggio in concomitanza con l´inizio della kermesse internazionale più importante a Milano: Expo 2015. Affronteremo i temi dell´agricoltura, ambiente e sostenibilità.  
   
   
LA COMMISSIONE EUROPEA CERCA INNOVATORI IN CAMPO SOCIALE AL VIA IL CONCORSO EUROPEO PER L´INNOVAZIONE SOCIALE DEL 2015 CHE ASSEGNERÀ TRE PREMI DA 50.000 EURO ALLE MIGLIORE IDEE IN CAMPO SOCIALE.  
 

Bruxelles, 7 aprile 2015 - La Commissione europea riconosce il ruolo dell´innovazione sociale come potente fattore di cambiamento e nuova fonte di crescita. Il concorso mira ad identificare le persone e le organizzazioni con idee imprenditoriali veramente in grado di fare la differenza. Esiste un consenso generalizzato sull´inadeguatezza dei modelli di crescita attuali in una società in cui la scarsità rappresenta la nuova realtà. Il tema di quest´anno è " Nuovi modi per crescere" e mira a incoraggiare proposte capaci di illustrare nuovi modelli di crescita portatori non solo di valore finanziario, ma anche di progresso sociale per i cittadini, le amministrazioni e le imprese in egual misura. L´obiettivo del concorso è offrire un sostegno a quelle idee creative e concrete che possano cambiare il modo in cui le nostre economie e società europee operano ed interagiscono. Di seguito sono descritti alcuni esempi di idee e progetti che la Commissione intende sostenere: Economia collaborativa – idee capaci di mettere in questione i presupposti sui quali si è finora basata la concezione della crescita economica; Approvvigionamento e produzione – idee capaci di mettere in discussione le modalità attuali di approvvigionamento, produzione e consegna o l´uso di prodotti e servizi convenzionali; Nuove tecnologie – idee innovative o proposte di usi più intelligenti delle tecnologie esistenti a vantaggio della società; Soluzioni a sfide future, ad esempio l´invecchiamento, i cambiamenti climatici o la sostenibilità degli alimenti. Il concorso è aperto a candidati di tutta l´Unione europea e dei paesi partecipanti al programma europeo per la ricerca e l´innovazione nel quadro della strategia Orizzonte 2020. L´innovazione sociale rappresenta una dimensione fondamentale di tale programma. Il concorso contribuirà a trasformare le idee più innovative in progetti concreti e in imprese sostenibili. Il concorso dell´anno scorso ha attirato 1 254 idee. Le applicazioni più promettenti saranno scelte come semifinaliste e le squadre saranno invitate all´accademia dell´innovazione sociale in settembre a Vienna, con l´obiettivo di sviluppare ulteriormente le loro idee. I tre progetti migliori riceveranno un premio di 50 000 Eur ciascuno durante la cerimonia di premiazione che si terrà a Bruxelles nel novembre 2015. Il termine ultimo per partecipare al concorso è venerdì 8 maggio 2015 alle ore 12:00 (mezzogiorno), ora di Bruxelles. Per ulteriori informazioni si prega di visitare il sito: http://ec.Europa.eu/growth/social-innovation-competition Per eventuali domande sulla partecipazione al concorso si prega di scrivere al seguente indirizzo e-mail: info@socialinnovationprize.Eu. Seguici su Twitter: @Eusocialinnov #diogochallenge Contesto Il concorso europeo per l´innovazione sociale, organizzato in memoria di Diogo Vasconcelos, è un concorso a premi che la Commissione europea gestisce ormai da tre anni in tutti i paesi europei. Il concorso del 2015 si intitola "Nuovi modi per crescere" e mira a sfruttare l´innovazione sociale per sviluppare nuovi modelli di crescita più sostenibili ed inclusivi in Europa. Il concorso è organizzato dalla Commissione europea, coadiuvata da Nesta, Kennisland, Shipyard, Impacthub e Matter&co. Per informazioni sui precedenti concorsi e progetti vincitori si prega di consultare: 2014:http://ec.Europa.eu/enterprise/newsroom/cf/itemdetail.cfm?item_id=7531&lang=en&title=three-projects-meet-the-european-job-challenge-and-receive-the-social-innovation-prize   2013 : http://ec.Europa.eu/enterprise/newsroom/cf/itemdetail.cfm?item_id=6699&lang=en&title=best-social-innovation-ideas.-new-ways-to-create-new-jobs-and-businesses   

 
   
   
INIZIATIVE DEI CITTADINI: ONLINE LA RELAZIONE DELLA COMMISSIONE EUROPEA  
 
Bruxelles, 7 marzo 2015 - Negli ultimi tre anni, circa sei milioni di europei hanno sostenuto le iniziative dei cittadini europei (Ice) e hanno fatto sentire la loro voce per sottoporre direttamente all´attenzione dei responsabili politici europei cause di grande importanza. La Commissione pubblica oggi una relazione che analizza l´applicazione di questo nuovo strumento dalla data della sua entrata in vigore, il 1º aprile 2012. 2015/03/31 Da quando è stato istituito il regolamento che istituisce l´iniziativa dei cittadini europei, due proposte dei cittadini hanno completato l´iter, questo dimostra che il regolamento è stato pienamente attuato. La relazione riconosce tuttavia che la procedura può essere ancora migliorata e individua una serie di questioni sulle quali si dovrebbe aprire un dibattito con le parti interessate e le istituzioni. Il Primo Vicepresidente Frans Timmermans ha dichiarato al riguardo: "L´ice contribuisce a rafforzare la fiducia nelle istituzioni europee e promuove la partecipazione attiva dei cittadini all´elaborazione delle politiche dell´Ue. Dobbiamo riflettere su come utilizzare maggiormente e in modo più efficace questo importante strumento e assicurare che ne siano sfruttate appieno le potenzialità." A norma del trattato di Lisbona, se un´iniziativa dei cittadini raccoglie oltre un milione di dichiarazioni di sostegno (firme) per un settore nel quale la Commissione dispone della competenza per presentare una proposta legislativa, la Commissione deve discutere ufficialmente la questione e pubblicare una risposta sotto forma di comunicazione. La relazione rivela che negli ultimi tre anni la Commissione ha ricevuto 51 richieste di lanciare un´iniziativa, 31 delle quali sono state registrate in quanto riguardavano settori di sua competenza. Sono 3 le iniziative che hanno finora raggiunto la soglia del milione di firme, mentre 12 sono giunte al termine del loro periodo di raccolta senza raggiungere tale soglia; per 3 iniziative si stanno ancora raccogliendo le dichiarazioni di sostegno e 10 sono state ritirate dagli organizzatori. Sono state raccolte dichiarazioni di sostegno di cittadini in tutti i 28 Stati membri dell´Ue. Si sono tuttavia verificate situazioni in cui alcuni cittadini non sono stati in grado di sostenere un´iniziativa a causa di requisiti differenti applicati nei diversi Stati membri. La Commissione sta conducendo discussioni costruttive con gli Stati membri interessati per affrontare tali questioni e ha adottato oggi misure per agevolare una soluzione del problema. Anche la creazione di sistemi di raccolta delle firme per via elettronica è stata fonte di difficoltà per gli organizzatori, riducendo in alcuni casi il tempo a disposizione per raccogliere le dichiarazioni di sostegno. La Commissione ha offerto servizi temporanei di hosting per gli organizzatori e di recente ha commissionato uno studio sull´impatto delle tecnologie dell´informazione e della comunicazione in relazione all´Ice, per cercare una soluzione duratura al problema.  
   
   
UE, STIMA FLASH - MARZO 2015 - IL TASSO DI INFLAZIONE ANNUALE NELL´AREA DELL´EURO È SALITO AL 0,1%  
 
Bruxelles, 7 aprile 2015 - Il tasso di inflazione annuale una delle zona euro 2 è stimato a -0,1% a marzo 2015, fino dal febbraio 3 , quando era 0,3%, secondo una stima flash 4 pubblicato da Eurostat, l´ufficio statistico dell´Unione europea . Per quanto riguarda le principali componenti dell´inflazione nell´area dell´euro, i servizi sono tenuti a sperimentare i più alti tassi annuali di marzo (1,0% contro il 1,2% di febbraio), seguiti da cibo, bevande e tabacco (0,6% contro il 0,5% di febbraio), beni industriali non energetici (-0,1%, invariato da febbraio) e di energia (-5,8% contro il -7 9% in febbraio).  
   
   
FEBBRAIO 2015 - EURO ZONA TASSO DI DISOCCUPAZIONE AL 11,3% - EU28 AL 9,8%  
 
 Bruxelles, 7 aprile 2015 - L´area dell´euro (Ea19) destagionalizzato tasso di disoccupazione era del 11,3% nel mese di febbraio 2015, giù da 11,4% di gennaio 2015 e dal 11,8% di febbraio 2014. Si tratta del tasso più basso registrato nella zona euro dal maggio 2012. Il Eu28 tasso di disoccupazione era del 9,8% nel mese di febbraio 2015, giù da 9,9% nel mese di gennaio 2015 e dal 10,5% di febbraio 2014. Si tratta del tasso più basso registrato nel Eu28 dal settembre 2011. Queste cifre sono pubblicate da Eurostat, l´ufficio statistico europeo Union.  
   
   
FVG-SLOVENIA: OGGI A TRIESTE RIUNIONE NUOVO COMITATO CONGIUNTO  
 
Trieste, 7 aprile 2015 - E´ in programma martedì prossimo (7 aprile), nel Palazzo della Regione a Trieste, la prima riunione del nuovo Comitato congiunto Friuli Venezia Giulia-slovenia. L´incontro vedrà la partecipazione della presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani e del vice primo ministro e ministro degli Affari esteri della Slovenia, Karl Viktor Erjavec. Prenderanno inoltre parte alla riunione il vice presidente della Regione Sergio Bolzonello, l´intera Giunta regionale del Friuli Venezia Giulia e il ministro responsabile per le relazioni tra la Repubblica di Slovenia e le Comunità autoctone di nazionalità slovena, Gorazd Zmavc. Dopo l´ultima riunione del 2012, ha ricordato la presidente Serracchiani, "il Comitato congiunto e´ stato ricostituito in considerazione dell´evidente esigenza di ricreare un organismo di interazione e confronto tra Friuli Venezia Giulia e Slovenia, capace di operare in modo costante e operativo". "La decisione di rivitalizzare e sviluppare nuovamente questo ´Tavolo´ bilaterale, per consolidare i rapporti istituzionali ed economici e per ulteriormente incrementare le cooperazioni in atto, si è rafforzata in occasione dei recenti incontri con il presidente della Repubblica slovena Borut Pahor e lo stesso ministro Erjavec, lo scorso gennaio". I prossimi lavori del Comitato congiunto Friuli Venezia Giulia-slovenia si articoleranno su diversi "tavoli tecnici", con particolare attenzione ai temi delle Infrastrutture, Agricoltura e Sviluppo rurale, Ambiente, Pianificazione territoriale, protezione civile, Economia, Sanità, Ricerca e Innovazione, Minoranze.  
   
   
PROVINCE, MARONI: REGIONE LOMBARDIA SI RIPRENDE TUTTE LE COMPETENZE  
 
Venegono Superiore/va 7 aprile 2015 - "Il Governo ha tagliato il 100 per cento dei trasferimenti alle Province, molte Regioni hanno tagliato fino all´80 per cento dei trasferimenti, noi invece abbiamo proposto alle Province lombarde di ridurre i trasferimenti da 214 milioni a 205 milioni, con un taglio di soli 9 milioni, un taglio ridicolo e sostenibilissimo, eppure le Province ci hanno detto di no. A questo punto ne prenderemo atto e ci riprenderemo tutte le competenze, perché ormai le Province non riescono a fare più nulla e, non potendo andarci di mezzo i cittadini, questa è la soluzione migliore". Lo ha spiegato il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, incontrando i giornalisti prima di intervenire al ´Lombardia Aerospace Cluster Day´, allo stabilimento Alenia Aermacchi di Venegono Superiore (Varese). "La Regione - ha ribadito Maroni - si prende tutte le competenze e fa quello che le Province oggi non riescono più a fare e chiudiamo qui le polemiche".  
   
   
PROVINCE: NOTA FUNZIONE PUBBLICA SUL SITO ANCI LA MOBILITÀ DEL PERSONALE DIPENDENTE DI TALI ENTI NON IMPLICA UN TRASFERIMENTO DI RISORSE FINANZIARIE  
 
Roma, 7 aprile 2015 - E´ stata pubblicata sul sito di Anci la Nota del Dipartimento della funzione pubblica Prot. 0020506 del 27/03/2015, nella quale, su richiesta dell’Anci, sono approfondite alcune rilevanti questioni relative all’attuazione delle disposizioni in materia di mobilità del personale soprannumerario delle Province e delle Città metropolitane introdotte dalla legge di stabilità per il 2015. La nota integra le indicazioni già fornite con le linee guida approvate dalla Circolare n. 1/2015 dei Ministri della Semplificazione e Pa e degli Affari regionali. Nella nota si rende conto dello stato di attuazione del complesso percorso tracciato dalle norme della legge di stabilità, con riferimento alle tabelle di equiparazione (Dpcm previsto dall’art. 29-bis del D.lgs. N. 165/2001), alla determinazione dei criteri di ricollocazione del personale soprannumerario mediante processi di mobilità (decreto del Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione, da adottarsi ai sensi dell’art. 30, comma 2, del D.lgs. N. 165/2001) ed all’approntamento del portale della mobilità. Rispetto alle specifiche problematiche attenenti l’istituto della mobilità del personale, il Dipartimento ha chiarito in particolare che: -in conseguenza del taglio alla spesa corrente imposto dai commi 418 e 419 della legge di stabilità alle Città metropolitane e alle Province, la mobilità del personale dipendente di tali Enti non implica un trasferimento di risorse finanziarie da parte dell’amministrazione cedente; -gli adempimenti previsti dall’art. 34-bis del D.lgs. N. 165/2001 si riferiscono al caso di reclutamento di personale mediante concorso e non all’ipotesi della mobilità volontaria; -resta comunque possibile la mobilità per “interscambio”, anche presso amministrazioni di diverso comparto, in caso di domanda congiunta di compensazione con altri dipendenti di corrispondente profilo professionale, ferma la necessità di accertare che non vi siano, presso le amministrazioni coinvolte, altri soggetti contestualmente interessati; -le amministrazioni che per effetto delle leggi regionali di riordino delle funzioni “non fondamentali” risultano titolari di tali funzioni, in sede di mobilità del personale possono, ove necessario, procedere all’ampliamento della propria dotazione organica. Http://www.anci.it/contenuti/allegati/nota_27_03_2015.pdf    
   
   
FIRENZE: PRESENTATO IL PIANO DI RAZIONALIZZAZIONE DELLE PARTECIPATE PASSERANNO DA 20 A 13. IL SINDACO NARDELLA: «UNA CURA DIMAGRANTE SALVAGUARDANDO L’OCCUPAZIONE. RENDEREMO LE SOCIETÀ PIÙ EFFICIENTI E COMPETITIVE»  
 
Firenze, 7 aprile 2015 - Dodici mesi per razionalizzare le partecipate, riducendone il numero, e dove è possibile, con fusioni e aggregazioni. Il sindaco Dario Nardella ha firmato il 31 di marzo il decreto che contiene il ‘Piano operativo di razionalizzazione delle società e delle partecipazioni societarie direttamente o indirettamente possedute dal Comune’, secondo le prescrizioni dei commi 611 e 612 della legge di stabilità, e lo ha presentato questa mattina a Palazzo Vecchio, insieme all’assessore Lorenzo Perra. Obiettivi generali: “dismettere, facendo crescere le società”, “mettere la Toscana al centro”, “ridurre la spesa di cittadini e imprese” e “tutelare l’occupazione”. Saranno anzitutto dismesse, così come impone la legge, alcune partecipazioni (Fiditoscana, Banca Etica, Tram e Afam), soppresse quelle che “risultino composte da soli amministratori o da un numero di amministratori superiore a quello dei dipendenti”, come nel caso dell’Isola dei Renai. Per altre, come Silfi, Ataf e Linea Comune si pensa ad una fusione: gestiscono servizi affini che possono essere svolti da un’unica società. Per altre ancora, infine, come Toscana Energia, Publiacqua, Quadrifoglio si punta, per ciascun settore, ad un’aggregazione con altri gruppi toscani (come nel caso degli aeroporti di Firenze e Pisa) in maniera tale da perseguire economie di scale e capacità di indebitamento. Per Mukki, la strategia è quella che consenta ad alcuni soci di cedere le quote, ma sempre in un’ottica di crescita della società e quindi di tutela dei posti di lavoro e della filiera agroalimentare toscana. “Con questo Piano passeremo da 19 a 12 partecipate - ha detto il sindaco Dario Nardella – “Poche, ma buone: tutte le partecipate del Comune, con l’approvazione dei bilanci evidenzieranno che già tutte nel 2014 finiscono l’esercizio in utile”. “Vogliamo comunque continuare a ridurre le spese di cittadini e delle imprese, oltre che del bilancio del Comune. Abbiamo tuttavia messo al centro del piano anche la tutela dell’occupazione di coloro che ogni giorno svolgono egregiamente il proprio lavoro nelle società partecipate” - ha spiegato. “Grazie al Piano di riorganizzazione che ci porterà a ridurre la partecipate e ad accrescerne il valore - ha continuato – potremo disporre inoltre disporre di maggiori risorse in conto capitale per finanziare gli investimenti dell’amministrazione”. “Nei settori di gas, servizio idrico e rifiuti, promoviamo con gli altri Comuni una strategia di aggregazione fra toscani, con la strategia e la presenza pubblica che rimangono centrali - ha concluso il sindaco -, puntando ad avere meno società, meno frammentazione e maggiore capacità industriali”. “Un obbligo di legge a cui abbiano adempiuto nei termini, ovvero lo scorso 31 marzo – ha sottolineato l’assessore Perra – prevediamo alcune fusioni, alcune dismissioni e stiamo lavorando, in prospettiva, per poter concentrare di più le società toscane. Naturalmente dismettiamo le quote in possesso del Comune e non mettiamo in liquidazione le società: in tutti i processi tuteleremo l’occupazione. Non si fanno risparmi mandano a casa le persone ma solo gestendo le aziende in maniera congiunta e non in maniera separata e frammentata, come spesso accade in Toscana”. “Su gas, acqua e rifiuti stiamo lanciando un messaggio che speriamo gli altri soci raccolgano – ha aggiunto – vediamo che dalle dichiarazioni e dagli incontri c’è una disponibilità a percorrere questa strada: adesso si tratta di percorrerla analizzando le carte e i numeri, esaminando tutti gli elementi di dettaglio che caratterizzeranno queste operazioni straordinarie”.  
   
   
PROVINCE, ASSESSORE LOMBARDIA: NESSUN RITARDO DA PARTE NOSTRA  
 
Milano, 7 aprile 2015 - "Regione Lombardia ha fatto tutto quello che doveva fare per tamponare il disastro creato dalla legge Delrio sulle Province. La Giunta ha infatti approvato il 31 dicembre scorso il progetto di legge di riordino delle funzioni, trasmettendolo al Consiglio regionale. Va comunque considerato che il termine del 31 marzo non era perentorio ma indicatorio, tanto è vero che la maggior parte delle Regioni non ha approvato la legge". È quanto afferma il sottosegretario alle Riforme istituzionali, Enti locali, Sedi territoriali e Programmazione della Regione Lombardia Daniele Nava, replicando alle dichiarazioni del consigliere regionale Enrico Brambilla. Lavoro Intenso - "In attesa dell´approvazione della legge - prosegue Nava - abbiamo comunque portato avanti un lavoro molto intenso con Province e Comuni sempre per tentare di far fronte alle enormi difficoltà create dalla Legge Delrio e dalla legge di stabilità che taglia a Regione Lombardia quasi 1 miliardo. Abbiamo inviato una lettera per ribadire la nostra proposta di mettere a disposizione 205 milioni alle Province per le funzioni delegate, con un taglio di soli 9 milioni rispetto ai 214 dello scorso anno, come ha giustamente ricordato il presidente Maroni. Siamo in attesa di una risposta: se sarà positiva bene, se sarà negativa, dovremo per forza fare un provvedimento normativo con cui riprendere in capo tutte le funzioni delegate, trattenendo ovviamente le relative risorse". Governo Non Ha Fatto Nulla - "Faccio notare - conclude Nava - che, a quanto pare, il Governo ha finalmente capito la grande difficoltà in cui sta mettendo Regioni ed Enti locali e ha convocato incontri bilaterali con tutte le Regioni. La Lombardia avrà il suo a metà aprile. In sintesi, non c´è nessun ritardo da parte nostra. Invito chi, come il consigliere Brambilla ma anche altri, ha parlato di presunti ritardi di informarsi meglio e guardare con più attenzione a quello che Regione Lombardia ha fatto e a quello che invece il Governo non ha fatto".  
   
   
ANCI E UPI: “ACCELERARE I PROCESSI DI MOBILITÀ PER TUTELARE I LAVORATORI E I SERVIZI AI CITTADINI” LA FUNZIONE PUBBLICA, CHIARISCE NESSUN COSTO PER MOBILITÀ DIPENDENTI PROVINCE E CITTÀ METROPOLITANE  
 
Roma, 7 aprile 2015 - Accelerare sulla definizione dei numeri del personale delle Province e delle Città metropolitane da destinare ai processi di mobilità, per assicurare un percorso rapido che tuteli i dipendenti e garantisca la piena funzionalità degli enti e i servizi ai cittadini. E’ quanto scrivono Anci e Upi in una circolare inviata agli enti di area vasta, e per facilitare il processo, estremamente complesso, mettono a disposizione degli enti uno schema tipo di delibera, per ricostruire in modo sintetico le categorie e i profili del personale da ricollocare o da inserire nella nuova dotazione organica. Una operazione ancora più urgente dopo che ieri il Dipartimento della Funzione Pubblica, con una nota tecnica, ha chiarito proprio su richiesta di Anci e Upi alcuni degli aspetti controversi, specificando in particolare che Province e Città metropolitane non dovranno sostenere alcun costo nei processi di mobilità del proprio personale. Importante anche l’annuncio dell’arrivo, in tempi che Anci e Upi auspicano ridottissimi, dei due decreti ministeriali sui criteri di mobilità e sulle tabelle di equiparazione del trattamento economico del personale. In questa fase quindi, Anci e Upi, per tutelare i dipendenti e assicurarne un rapido ricollocamento, ritengono opportuno ed urgente che le Province e le Città metropolitane e procedano comunque alla rideterminazione delle loro dotazioni organiche quantomeno per quanto riguarda le categorie e i profili professionali, definendo quali profili si ritengono essenziali allo svolgimento delle funzioni fondamentali - entro i limiti di spesa previsti dalla legge di stabilità - e quali profili devono essere destinati alle procedure di trasferimento verso le Regioni e gli enti locali o verso altre amministrazioni pubbliche.  
   
   
PROVINCE IN CAMPANIA, GIUNTA CALDORO CONTRO SCELTA GOVERNO DI METTERE IN MOBILITÀ OLTRE 2100 DIPENDENTI  
 
Napoli, 7 aprile 2015 - In riferimento alla problematica relativa alla soppressione delle Province e al riordino delle funzioni, si precisa che la Giunta regionale della Campania ritiene non giusta la scelta del Governo di mettere in mobilità, senza contare il personale del mercato del lavoro e della polizia provinciale, più di 2100 dipendenti. La Regione Campania è tra quelle che in questi anni ha impugnato i provvedimenti che hanno via via previsto la soppressione parziale o totale delle Province con la "rottamazione" del rispettivo personale senza una idonea programmazione. Con la recente sentenza 50/2015, la Corte costituzionale ha ritenuto infondate le questioni sollevate dalla Regione Campania, ma ha dovuto espressamente escludere le possibili applicazioni illegittime della legge Delrio procedendo a un´interpretazione del suo testo orientata al pieno rispetto della Costituzione. Ora è certo, sulla base di quanto deciso dalla Consulta su ricorso della Regione, che i comuni possono non solo entrare nella Città metropolitana di Napoli ma anche - se vogliono - uscirne e che, nel dare attuazione alla legge Delrio, non si deve dare applicazione a leggi già dichiarate illegittime dalla Corte costituzionale (art. 9 del Dl 98/2011), impropriamente - ma secondo la Corte non illegittimamente - richiamate dalla legge n. 56/2014. Sul versante del riordino delle funzioni delle Province, dopo che il Governo ha cambiato strategia e dal dimezzamento delle Province è passato al dimezzamento del loro personale, la Regione Campania ha impugnato i commi della legge di stabilità 2015 (legge 190/2014) che intenderebbero imporre alle stesse di mettere in mobilità la metà del loro personale e alle Regioni di ridisciplinare le funzioni non fondamentali già delle Province, in lesione dell´autonomia organizzativa dei nuovi enti di area vasta e dell´autonomia regionale di disciplina e allocazione delle funzioni amministrative in applicazione dei principi di sussidiarietà, adeguatezza e differenziazione. Infine, per le medesime ragioni, è stato anche sollevato il conflitto di attribuzione nei confronti della circolare n. 1/205 (Madia-lanzetta) contenente le linee guida, tra l´altro, in materia di procedure di mobilità del personale provinciale. Si precisa altresì che il Governo, dopo aver previsto con la legge Delrio che ai fini del riordino delle funzioni si dovesse tener conto delle risorse umane e finanziarie precedentemente destinate al loro esercizio (e si è conseguentemente accordato con le Regioni per la concreta individuazione delle risorse medesime con l´intesa dell´11 settembre 2014), successivamente, con la legge di stabilità 2015, ha unilateralmente deciso, in violazione dell´accordo sottoscritto con tutte le Regioni, di statalizzare le risorse finanziarie già necessarie a pagare gli stipendi del 50% del personale delle Province, scaricando sulle Regioni l´onere di provvedere ad un riordino senza più le risorse, e rendendo così di fatto inapplicabile la legge Delrio. Le Regioni dovranno destinare allo scopo risorse proprie, ma senza determinare nuovi o maggiori oneri per le finanze pubbliche (come impone la legge Delrio). Ciò in Campania è reso particolarmente difficile, in considerazione del fatto che la Giunta Caldoro ha dovuto approvare un Piano di stabilizzazione finanziaria (assentito dal Mef) per contrastare il dissesto ereditato dalla Giunta precedente. Piano che prevede, tra l´altro, una sostanziosa riduzione del suo organico. Infine, si precisa che la mobilità del personale della ex Provincia di Napoli, per le funzioni di competenza regionale, riguarda 70 unità complessive, e non centinaia.  
   
   
CONFERENZA REGIONI, CALDORO: PRONTI A COLLABORARE CON GOVERNO, MA SU DIPENDENTI PROVINCE SERVONO RISORSE  
 
Napoli, 7 aprile 2015 - Il presidente della Regione Campania Stefano Caldoro, a margine della Conferenza delle Regioni, di cui è vicepresidente, si è soffermato sui temi della sanità e del personale delle Province. “Continuiamo a dare il nostro contributo serio – ha detto in relazione alla sanità - però i tagli sono dolorosissimi. La posizione del Veneto, che è capofila e che coordina le Regioni, non prevede al momento nessuna intesa con il Governo. “La buona notizia è che chi ha messo i conti a posto può dire qualcosa in più. La Campania è una di quelle Regioni. Infatti ieri abbiamo ulteriormente ridotto i ticket. Vogliamo continuare su questa strada, ma diciamo basta ai tagli.” Sul riordino delle funzioni delle Province e sulla mobilità del personale, il presidente Caldoro, rispondendo alle domande dei giornalisti, ha ribadito: “Siamo i più grandi sostenitori dei dipendenti delle Province che stanno subendo un attacco ingiusto, sono dipendenti pubblici ed il Governo non copre nemmeno gli stipendi. Quando non copri gli stipendi è difficile discutere sul cosa fare e sulle funzioni. “Quando parliamo di stipendi parliamo del minimo delle risorse che lo Stato deve garantire come ha sempre fatto. Sarebbe assurdo oggi non farlo più. Noi abbiamo dato, come Regioni, la disponibilità, tutte insieme per individuare soluzioni. Siamo pronti, come sempre, a collaborare e a fare la nostra parte. Ma il Governo ci deve assicurare le risorse che ha sempre garantito”, ha concluso il presidente.  
   
   
BASILICATA, PITTELLA: IL RENZISMO AL SUD NON SI E’ FERMATO A EBOLI  
 
Potenza, 7 aprile 2015 – Di seguito l’ intervento del presidente della Regione Basilicata - Sta facendo molto discutere, in questi giorni, il provocatorio articolo a firma di Antonio Polito, pubblicato sul Corriere della Sera, dal titolo: “Il Renzismo si è fermato ad Eboli”. Pur apprezzandone i toni garbati e la oggettiva eleganza del linguaggio utilizzato, dico subito che l’analisi politica contenuta nell’editoriale dell’autorevole quotidiano milanese non mi convince. Anzi, mi pare essa stessa figlia di quei luoghi comuni sul Mezzogiorno di cui spesso tutti noi (stampa compresa) facciamo fatica a liberarci. Perché lo dico molto francamente: non possiamo vivere in una sorta di attesa messianica del grande leader di turno in visita in una delle nostre città per ottenere la legittimazione di una intera classe dirigente. E con essa l’avvio di una stagione di rinascita delle aree del Sud, altrimenti “dimenticato”, se non del tutto “emarginato”. Io credo che sia un modo vecchio di ragionare. E di utilizzare paradigmi ormai superati che non ci aiutano ad affrontare le emergenze che quotidianamente chi governa è chiamato a risolvere Da questo punto di vista dice bene Matteo Renzi: la questione meridionale non si risolve facendo ricorso alle “solite frasi”. Né con un “meridionalismo di maniera”, che puzza di assistenzialismo e pubblico impiego. Ciò che serve al Sud è una svolta culturale, che metta al bando, tanto per cominciare, la pratica della lamentazione. Nel mio piccolo – dopo poco più di 15 mesi trascorsi alla guida della Regione Basilicata – sento di poter dire che abbiamo raggiunto risultati storici, a partire dal modo con cui è stata gestita la vicenda petrolio, grazie alla nostra determinazione e al sostegno del governo nazionale. Ma senza che Renzi sia mai venuto in Basilicata. Il Presidente del Consiglio – la cui visita ovviamente ci riempirebbe di legittimo orgoglio – può anche non mettere mai piede a Potenza o a Matera. Ma ciò non significa che il “renzismo” si sia fermato ad Eboli. O che il Sud sia destinato a rimanere, per dirla con Polito, “il grande buco nero della politica italiana”. Se fosse così Matera non sarebbe mai stata scelta quale Capitale della Cultura Europea per l’anno 2019. O la stessa Fca di Marchionne non avrebbe fatto di Melfi il polo europeo dell’automotive, creando migliaia di nuovi posti di lavoro. Evidentemente, l’autorevole editorialista del Corriere della Sera non conosce la realtà lucana. E forse non è un caso che egli citi, nel suo articolo, i presidenti di Sicilia, Puglia, Calabria e Campania, saltando a piè pari la Basilicata. Io credo di non appartenere, come governatore, ad “un’altra epoca”. E meno che mai mi sento “tollerato” dal centro. Anzi, credo che mai come in questo momento storico, la Basilicata rappresenti, agli occhi di Matteo Renzi e del suo governo, una piccola regione-laboratorio, che anche grazie alla qualità della sua classe dirigente regionale, nazionale ed europea, possa dare un contributo per avviare nuove politiche di sviluppo, uscendo dalla logica della “lamentazione” e delle “solite frasi”. Come è noto, nei giorni scorsi, a Bruxelles, ho incontrato il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker, a margine di un seminario sulla nuova programmazione dei fondi strutturali, organizzato dal gruppo Socialisti e Democratici. Devo dire che è stata un’esperienza bellissima. Tanto sul piano umano, quanto su quello istituzionale ne sono uscito arricchito e soprattutto rafforzato nelle mie convinzioni e in ciò che vado dicendo da mesi. Da quando, all’indomani del mio insediamento, ho scritto una lettera ai mei colleghi presidenti di Regione del Sud per dire: incontriamoci. Mettiamo a punto un grande piano di sviluppo del Mezzogiorno utilizzando al meglio la nuova programmazione dei fondi comunitari. Puntiamo su pochi, ma decisivi obiettivi strategici. Per esempio, portando l’alta velocità da Salerno a Reggio Calabria e da Ancona a Bari. O ancora rafforzando il porto di Gioia Tauro e quello di Taranto. Perché solo così, puntando su asset prioritari, come l’economia digitale, le infrastrutture, l’ambiente e l’innovazione, potremo realmente promuovere crescita ed occupazione. E perché solo candidando i progetti giusti, potremo sperare di far partire gli strumenti finanziari previsti dal piano Juncker rivolti soprattutto agli investitori privati, anche tramite la Bei e i fondi strutturali, che i nostri parlamentari europei, a partire da quelli di S&d, hanno fortemente sostenuto, in linea con il Governo Renzi. Io credo che in questo la stampa, a partire dalle grandi testate, possa (e debba) darci una mano, affidando ad autorevoli firme il compito di spronare la classe dirigente, dando voce e forza alla cultura del “fare”, evitando di parlare di un Mezzogiorno preda di “potentati e cacicchi”. E come tale terra di malaffare e corruzione. C’è anche un Sud virtuoso e “pulito”, chiamato a recuperare una funzione utile all’intera Europa, facendo da “ponte” con i Balcani e il Nordafrica. Questo Sud merita di tornare al centro dell’agenda politica nazionale. Ma per farlo dobbiamo essere tutti consapevoli che è finito il tempo del “meridionalismo di maniera”.  
   
   
CALABRIA: IL PRESIDENTE OLIVERIO SUL CONTENIMENTO DELLA SPESA DELLE SOCIETÀ PARTECIPATE  
 
Catanzaro, 7 aprile 2015 - Il Presidente della Regione Mario Oliverio, relativamente al disegno di legge collegato alla manovra di finanza regionale, approvato il 3 aprile dalla Giunta, ha detto che con esso si è deciso di procedere anche al contenimento, fino al 30%, delle spese generali previste per il funzionamento delle società partecipate, enti strumentali e fondazioni. Inoltre, e previsto che nessuno atto che comporterà spesa, da parte di queste società, potrà essere conpiuto senza la preventiva autorizzazione della Giunta regionale.  
   
   
CALABRIA: FIRMATO L’ACCORDO CON ANCI, UPI E CAL PER L’ATTUAZIONE DEL PIANO DI STABILITÀ REGIONALE VERTICALE  
 
Catanzaro, 7 aprile 2015 - Il Vicepresidente ed Assessore al Bilancio Vincenzo Ciconte, in esecuzione della delibera in materia, approvata nell’ultima seduta di Giunta, ha firmato, l’Accordo con il Consiglio delle Autonomie Locali (Cal), con l’Associazione nazionale dei Comuni d’Italia (Anci) e con l’Unione delle Province Italiane (Upi), per l’attuazione del patto di stabilità regionale verticale incentivato 2015. “Si tratta – ha detto il Vicepresidente Ciconte – di una grande opportunità che ci viene data da una disposizione prevista dalla legge di stabilità. Essa ci consente di andare incontro alle esigenze finanziarie delle province e dei comuni calabresi, con popolazione superiore ai mille abitanti, concedendo un contributo complessivo, ai fini dell’attuazione del patto di stabilità regionale verticale, di 46.686.066 di cui euro 35.014.549 di spazi finanziari ceduti ai Comuni ed euro 11.671.516 di spazi finanziari ceduti alla Province. Con questa nostra iniziativa consentiremo ai comuni ed alle province calabresi di poter procedere al pagamento dei debiti commerciali di parte capitale non pagati alla data dell’1 gennaio 2014”.  
   
   
SARDEGNA: SOCIETÀ E PARTECIPAZIONI SOCIETARIE, IL PRESIDENTE PIGLIARU HA PREDISPOSTO IL PIANO DI RAZIONALIZZAZIONE NEI TEMPI PREVISTI  
 
Cagliari, 7 Aprile 2015 - La Regione Sardegna comunica che, contrariamente a quanto dichiarato alla stampa locale dall’On. Pierpaolo Vargiu, il Presidente della Regione Francesco Pigliaru ha provveduto a predisporre, nei termini previsti per legge, il Piano di razionalizzazione delle società e delle partecipazioni societarie in capo all’Amministrazione regionale. Il 31 marzo il Presidente Pigliaru ha provveduto a inviare il suddetto Piano alla Sezione di controllo della Corte dei Conti e, dalla data dell’1 aprile, è pubblicato sul sito istituzionale della Regione Sardegna, nella sezione Amministrazione Trasparente/società Partecipate, a disposizione di tutti i cittadini. È importante sottolineare che, oltre a confermare il rispetto rigoroso delle norme e delle leggi, il Presidente Pigliaru ha improntato l’azione di governo della sua Giunta verso la razionalizzazione e riqualificazione della spesa regionale, accelerando i processi di liquidazione e accorpamento delle società controllate e approvando un disegno di legge che, per la prima volta, affronta in modo organico la materia delle partecipazioni, inserendo principi e metodiche in grado di evitare derive analoghe a quelle che, soprattutto negli ultimi anni, hanno consentito di dissipare ingenti risorse pubbliche, sottraendole ai bisogni cittadini sardi.  
   
   
FORMALIZZATO DALLA GIUNTA DELLA CALABRIA IL DISEGNO DI LEGGE SUL RIORDINO DELLE FUNZIONI PER LE PROVINCE  
 
Catanzaro, 7 aprile 2015 - La Giunta regionale ha formalizzatonella riunione del 3 aprile, il disegno di legge recante “disposizioni urgenti per l’attuazione del processo di riordino delle funzioni a seguito della L. 7 aprile 2014 n. 56”. All’esito di un processo partecipato e di un percorso condiviso con gli organi delle Province e con le organizzazioni sindacali, il disegno di legge è stato elaborato dall’Osservatorio regionale previsto dalla “legge Delrio” e sarà immediatamente portato all’esame del Consiglio. La legge approvata costituisce la fase di avvio di un più generale processo di riordino delle funzioni amministrative che culminerà, entro la fine dell’anno, con una legge organica in materia. Il provvedimento varato oggi consente alle Amministrazioni Provinciali di attutire le conseguenze derivanti dal taglio delle risorse finanziarie e dalla necessità di ridurre della metà la spesa del personale. Sulla base della legge approvata, le funzioni già trasferite alle Province dalla Regione ritornano, entro i limiti finanziari consolidati, nella competenza della Regione medesima, consentendo alle Province di meglio affrontare la trasformazione ad esse imposta, tenendo conto delle incertezze che ancora contrassegnano il quadro nazionale. Il presidente Mario Oliverio, al riguardo, ha rimarcato la volontà di avviare nel tempo più breve un processo partecipativo per la definizione della legge quadro in materia, nella prospettiva di una funzione programmatoria e di indirizzo della Regione, affidando poi alle autonomie locali e alle loro articolazioni più diretti compiti gestionali.  
   
   
AOSTA, NUOVO ISEE: NUOVE DISPOSIZIONI E UN INCONTRO FORMATIVO PER GLI OPERATORI DEGLI ENTI LOCALI  
 
Aosta, 7 aprile 2015 - L’assessorato della sanità, salute e politiche sociali informa che martedì 7 aprile, a partire dalle ore 9, nella Sala Cogne della Pépinière d´Entreprises Espace Aosta, si terrà il secondo incontro di formazione sul nuovo Isee, questa volta dedicato agli operatori degli enti locali e organizzato dal Celva, insieme al gruppo di lavoro interistituzionale appositamente costituito per affrontare in modo corale questo momento di cambiamento complesso. Il gruppo permanente di lavoro, unica realtà in Italia, è composto dai dirigenti degli Assessorati che si occupano di politiche sociali, edilizia residenziale, istruzione, trasporti, dal coordinamento Caf (centri di assistenza fiscale) e da un rappresentante del Cpel, per gestire gli aspetti tecnici dell’applicazione dell’Isee. Il gruppo interistituzionale è esteso periodicamente alle rappresentanze politiche, quali l’Assessore alle politiche sociali, alle organizzazioni sindacali e al Consigliere regionale designato dalla Commissione consiliare competente, oltre alle dirigenze locali di Inps, Agenzia delle Entrate, commissione Abi Valle d’Aosta e Poste Italiane. L’incontro apre da una parte una fase di approfondimento per i tecnici che lavorano negli uffici dove si erogano prestazioni economiche ai cittadini o si accede a servizi socio-sanitari, socio-assistenziali o educativi. Contestualmente, si vuole avviare una campagna informativa di sensibilizzazione per i cittadini in modo che possano utilizzare, con il minor numero di passaggi burocratici, questo importante strumento di equità nel modo più appropriato. In particolare, si ricorda a tutti i cittadini che: le attestazioni Isee/irsee ottenute lo scorso anno restano valide fino alla loro scadenza naturale (dodici mesi dalla data di rilascio) per prestazioni o servizi di cui si sta già beneficiando. Si deve richiedere un nuovo Isee solo se il precedente è scaduto (ovvero sono trascorsi più di 12 mesi) oppure se si richiede una nuova prestazione, un contributo o si intende accedere a un nuovo servizio; la nuova attestazione Isee vale dalla data di rilascio fino al 15 gennaio dell’anno successivo, indipendentemente da quando si è ottenuta; è necessario presentarsi presso gli enti abilitati alla compilazione della Dsu con un certo anticipo (circa un mese prima della scadenza effettiva) e richiedere il rilascio di una nuova attestazione. È inutile andare troppo tempo prima perché i Caf non accoglierebbero la richiesta: si stanno organizzando secondo la scadenza cronologica degli Isee; in attesa del rilascio dell’attestazione Isee, i cittadini possono comunque presentare domanda di accesso a prestazioni, servizi o contributi, presso gli uffici competenti, allegando la ricevuta attestante l’avvenuta compilazione e registrazione dei dati a sistema, rilasciata dal Caf o ottenuta dal cittadino stesso on line; gli enti accolgono la domanda e procedono all’attivazione del servizio o della prestazione richiesta, ma sospendono temporaneamente l’assegnazione del relativo contributo e/o il pagamento della quota di compartecipazione alle spese fino alla presentazione dell’attestazione Isee, che deve avvenire nel minor tempo possibile; la quota di compartecipazione è dovuta a seguito della presentazione dell’Isee, ma effettuando il calcolo dell’importo dovuto da parte del cittadino a decorrere dalla data di attivazione del servizio. L’assegnazione di contributi economici rimane sospesa fino alla presentazione dell’attestazione Isee. Gli enti erogatori acquisiscono il nuovo Isee e aggiornano la situazione, eventualmente effettuando un conguaglio sul contributo assegnato in funzione della nuova fascia di reddito nella quale è inserito il nucleo familiare; la Dsu può anche essere compilata direttamente dal cittadino all’Inps per via telematica. In questo caso, è bene ricordare che per i cittadini valdostani è necessario autodichiarare e registrare a sistema anche i dati relativi alle pensioni di invalidità civile e agli assegni di accompagnamento, perché, al momento, non sono caricati automaticamente dal sistema come invece avviene nel resto d’Italia.  
   
   
CALABRIA: IL PRESIDENTE OLIVERIO AL CONVEGNO DI PAOLA SUL FUTURO DEL TERRITORIO  
 
Catanzaro, 7 aprile 2015 - Il Presidente della regione Mario Oliverio, intervenendo, a Paola, al convengo sul tema: “Da Paola costruiamo il futuro del nostro territorio”, ha detto che “Anche questa volta, così come è accaduto quando ero presidente della Provincia di Cosenza, ci faremo carico, come Regione, del pagamento del fitto per il sito di stoccaggio del Banco Alimentare ospitato all’interno del Comac di Montalto Uffugo. Quella che il Banco Alimentare porta avanti su tutto il territorio calabrese è un’opera troppo importante e delicata e va sostenuta non a parole, ma attraverso atti e fatti concreti”. All’incontro erano presenti numerosi sindaci e amministratori locali, rappresentanti del movimento politico “Prospettiva Comune”, una delegazione del Partito Socialista, esponenti del movimento “Italia del Meridione”, il segretario provinciale della Uil-f.p.l., Elio Bartoletti, il neo commissario dell’Asp di Cosenza Gianfranco Filippelli. Al tavolo della presidenza, oltre a Oliverio, erano seduti il segretario provinciale del Pd, Luigi Guglielmelli, il consigliere provinciale Graziano Di Natale e Francesco Città. Nel corso del suo intervento, Oliverio si è soffermato su un’altra bella notizia, che è quella riguardante lo sblocco di 800 milioni di euro di fondi europei comunicato ufficialmente ieri alle autorità italiane dalla Commissaria responsabile della politica regionale della Comunità Europea, Corina Cretu. “Era dal 2011 –ha detto il Presidente Oliverio - che la nostra regione non percepiva più fondi dalla Comunità europea. Quella di oggi è, dunque, una bella giornata! E’ il primo segnale che l’Europa crede in noi, che la musica è cambiata e che, finalmente, è stata cancellata l’immagine negativa che fino ad oggi ha caratterizzato i rapporti della nostra regione con l’Unione Europea”. Riorganizzazione del sistema sanitario, gestione dei rifiuti, turismo religioso, festeggiamenti per il Vi Centenario della nascita di San Francesco di Paola, lotta alla povertà, occupazione giovanile sono stati gli altri temi su cui il presidente della Regione si è soffermato a lungo, illustrando iniziative ed interventi. “C’è –ha proseguito Oliverio- grande attesa nei nostri confronti. Per questo stiamo portando avanti una campagna di ascolto e di informazione capillare su tutto il territorio calabrese. Crediamo sia giusto che i cittadini siano costantemente informati su ciò che stiamo facendo. Sono passati poco meno di tre mesi dall’inizio di questa esperienza e vi posso assicurare che anche a me, che già conoscevo il groviglio dei problemi che caratterizza la nostra Regione, questo tempo è servito per conoscere ancora più in profondità i guasti provocati in questi anni in cui la legalità non ha avuto nessuna cittadinanza alla Regione Calabria e dove è stato costruito un sistema di scatole cinesi che ha sperperato enormi risorse ed alimentato solo clientele ed illegalità. Il cambiamento –ha concluso il presidente della Regione - ci sarà e sarà profondo per la vita della Calabria. Abbiamo già rimesso il treno sui binari giusti e ce la metteremo tutta per onorare il mandato largo affidatoci con ampi consensi dai cittadini calabresi. La sfida è difficile, ma sono sicuro che ce la faremo se il campo di energie pronto ad impegnarsi sarà il più largo possibile e se uomini e territori si impegneranno, insieme a noi, ad abbandonare la vecchia concezione “dell’uomo solo al comando” e a costruire una nuova cultura di governo che metta definitivamente da parte i vizi ed i difetti del passato ed abbia alla base il nuovo protagonismo soprattutto delle giovani generazioni e la responsabilità di tutti e di ognuno”.  
   
   
BASILICATA: GARANZIA GIOVANI, AL VIA I PRIMI 10 PROGETTI PER SERVIZIO CIVILE  
 
Potenza, 7 aprile 2015 - Dal 16 marzo quarantanove ragazzi lucani iscritti a Garanzia Giovani sono impegnati in attività di Servizio Civile in diversi enti dislocati sul territorio regionale. Sono partiti in Basilicata i primi dieci progetti presentati nell’ambito della Misura inserita nel Piano di Attuazione Regionale della Garanzia Giovani, selezionati attraverso un bando nazionale. 236 sono in totale i volontari lucani che avvieranno il loro percorso formativo nel 2015 in progetti di Servizio Civile della durata di un anno. Tramite le attività svolte, i giovani interessati avranno modo di acquisire conoscenze spendibili nei settori in cui opera il servizio civile nazionale e regionale, soprattutto per ciò che riguarda l’assistenza alle persone, la protezione civile, l’ambiente, i beni culturali, l’educazione e la promozione culturale. Il valore formativo dell’iniziativa si estende, inoltre, alle competenze trasversali (lavoro in team, dinamiche di gruppo, problem solving, brainstorming) tanto ricercate dalle imprese, costituendo un’opportunità in più per inserirsi nel mercato del lavoro.  
   
   
LAVORO, GARANZIA GIOVANI, SIGLATA IN SARDEGNA CONVENZIONE PER PAGAMENTO TIROCINANTI  
 
Cagliari, 7 Aprile 2015 - Le indennità dei tirocinanti sardi beneficiari del programma Garanzia Giovani saranno erogate presto. E’ stata siglata la convenzione con l’Inps che provvederà al pagamento delle mensilità il prima possibile, e comunque entro il mese. Lo fa sapere l’assessorato del Lavoro il quale sottolinea che i ritardi segnalati in questi giorni sono stati causati dalla nuova convenzione inviata dal ministero del Lavoro appena 24 ore fa. Gli uffici dell’assessorato stanno ora lavorando in piena collaborazione con l’Inps regionale e hanno chiesto all’istituto di previdenza di sbloccare la situazione nel più breve tempo possibile.  
   
   
GARANZIA GIOVANI, FIRMATO PROTOCOLLO D’INTESA REGIONE CAMPANIA – CONFAZIENDA  
 
Napoli, 7 aprile 2015 - L’assessore regionale al Lavoro Severino Nappi ha siglato un protocollo d’intesa su Garanzia Giovani presso la sede di Confazienda Campania in piazza Garibaldi con 7 associazioni, Aicast, Unsic, Fapi, Confazienda Campania, Pmi Italia international, Cepi e Cidec. “A queste associazioni – spiega Nappi – aderiscono oltre 50mila imprese in Campania. Se ognuna di loro aprisse le porte ad almeno un giovane, avremmo già 50mila potenziali unità lavorative nella nostra regione. “La firma del protocollo sarà di fondamentale supporto alla formazione professionale in Campania. Una formazione – aggiunge – che, attraverso questo progetto, crea sinergia fra centri per l’impiego, sindacati e aziende pubbliche e private.” “L’adesione delle sette sigle datoriali è stata forte, unitaria e congiunta – dicono Alessandro D’amico, presidente di Confazienda Campania e Giuseppe Salvati, presidente di Cidec Campania – e darà al piano Garanzia Giovani una spinta decisiva, con risorse potenziali notevoli. Ci sono 65mila giovani che hanno già fatto richiesta ai centri per l’impiego, adesso spetta a noi dare le informazioni e dare matching di contatto. Questo protocollo – concludono i due presidenti – non è solo aggregazione di sigle sindacali ma uno strumento di accompagnamento delle imprese e un importante mezzo per smuovere i giovani dall’inattività e presentargli la vita aziendale.”  
   
   
A VILLA UMBRA LABORATORIO FORMATIVO PER ATTUARE IL NUOVO ISEE E DEFINIRE LE LINEE GUIDA  
 
 Perugia, 7 aprile 2015 – La Scuola umbra di Amministrazione Pubblica, in collaborazione con l´Anci (Associazione nazionale Comuni) Umbria, ha organizzato per martedì 7 aprile, dalle ore 9, nella sede di Villa Umbra (loc. Pila, Perugia) un laboratorio formativo per definire le modalità normative e le strategie operative di gestione del nuovo Isee, l´indicatore della situazione economica equivalente. L´attività formativa è rivolta ad amministratori e tecnici dei Comuni umbri dei servizi Tributi, sociali, educativi, scolastici ed Urp, gli uffici per le relazioni con il pubblico. "Questo laboratorio - spiega Alberto Naticchioni, amministratore unico della Scuola - è stato voluto da Villa Umbra e dall´Anci Umbria per definire, con il coinvolgimento dei partecipanti, i fabbisogni trasversali e strategie di immediata adozione del nuovo Isee nel contesto umbro e tracciare uno schema di linee guida, insieme ai gruppi di lavoro che si riuniranno nel pomeriggio della giornata formativa e composti dai partecipanti al laboratorio. Durante la giornata, Nicoletta Baracchini, consulente e formatore per Enti locali, approfondirà le tematiche normative e giurisprudenziali dopo le sentenze del Tar del Lazio dell´11 febbraio scorso e l´entrata in vigore del casellario dell´assistenza a partire dal 25 marzo 2015; analizzerà le problematiche emerse in sede di prima attuazione del nuovo sistema Isee e definirà modalità normative e strategie operative di gestione del nuovo Isee da sperimentare, a livello omogeneo, sul territorio regionale.  
   
   
EMILIA ROMAGNA: LAVORO, AGENZIA INTERINALE CHE PROPONE CONTRATTI SENZA TUTELE.  
 
Bologna, 7 aprile 2015 – “Chiediamo l’immediato intervento dell’Ispettorato del lavoro per verificare la presenza in Emilia-romagna di situazioni di sfruttamento dei lavoratori”. Lo dichiara l’assessore regionale al Lavoro Patrizio Bianchi, all’indomani della denuncia della Cgil modenese del caso dell’agenzia interinale che offre in Italia la possibilità di assumere personale senza le tutele contrattuali previste dal nostro Paese. “In Emilia-romagna le istituzioni non faranno passare sotto silenzio episodi del genere – assicura Bianchi - Ci opporremo con tutte le nostre capacità perché simili fenomeni non avvengano sul nostro territorio. La Regione è da sempre impegnata in questo senso, e anche nel nuovo Patto per il lavoro la legalità del mercato del lavoro, le regole e la sicurezza dei lavoratori saranno punti qualificanti”. “Non è in alcun modo immaginabile – conclude Bianchi - ipotizzare che per competere in questa regione si possano utilizzare forme di lavoro che assomigliano al caporalato”.  
   
   
LAVORO: FVG, TUTELARE PERSONALE GIÀ IMPEGNATO A CIE/CARA GRADISCA  
 
Trieste, 7 aprile 2015 - Prevedere tutti i più opportuni meccanismi, quali l´inserimento nel bando di gara in procinto di essere emanato di una cosiddetta "clausola sociale", per salvaguardare la condizione occupazionale di chi, come il personale attualmente già impegnato, ha maturato un´importante esperienza nella gestione di situazioni molto delicate. "Esperienza che, con tutta evidenza, non potrà non rivelarsi indispensabile per continuare a gestire un contesto ambientale così peculiare" come il Cie/cara di Gradisca d´Isonzo (Go), ha segnalato l´assessore regionale al Lavoro Loredana Panariti nella comunicazione inviata al prefetto di Gorizia, Vittorio Zappalorto, richiedendo un interessamento circa la futura situazione occupazionale delle persone sin qui impiegate nella struttura. "Nel momento in cui la Prefettura di Gorizia si dispone ad apprestare gli atti necessari per la prosecuzione delle attività", ha scritto l´assessore Panariti, occorre tenere presente la situazione di lavoratrici (prevalentemente) e lavoratori che prestano la loro opera in un contesto ambientale complesso e che da diversi mesi non percepiscono con regolarità le spettanti retribuzioni. L´assessore Panariti ha quindi chiesto al prefetto Zappalorto, "nel rispetto del principio di leale collaborazione fra le istituzioni", di compiere ogni sforzo possibile per tutelare la situazione occupazionale di questi lavoratori, "indispensabili per continuare a erogare un servizio particolarmente delicato per il territorio di riferimento", prevedendo anche il coinvolgimento di questo personale nell´attuazione di progetti di accoglienza diffusa da realizzarsi in Friuli Venezia Giulia.  
   
   
INTEGRAZIONE DEI MIGRANTI, TRENTO VIRTUOSA  
 

Trento, 7 aprile 2015 -. La provincia si distingue positivamente fra i capoluoghi di Regioni e Province autonome sul piano dell´integrazione dei cittadini di origine immigrata. Ad affermarlo sono i risultati del costante monitoraggio del fenomeno a cura del Cinformi, ma la positiva inclusione degli stranieri (sull´intero territorio provinciale) è fotografata anche dagli studi divulgati in questo campo dal Cnel, il Consiglio Nazionale dell´Economia e del Lavoro, che mettono sotto la lente il Trentino in raffronto al resto del Paese. In seguito all´esito della ricerca realizzata dalla Fondazione Leone Moressa sulla precarietà sociale nelle città italiane (di cui ha dato notizia ieri il “Corriere della Sera”), che pone Trento al terzo posto nella classifica dei comuni con maggiori problemi di integrazione dei migranti, il Cinformi ha interpellato il professor Maurizio Ambrosini dell´Università di Milano, fra i curatori del Rapporto sull´immigrazione in Trentino. “Credo che la ricerca, di cui non conosciamo i dettagli – afferma il professor Ambrosini –, assemblando dati molto diversi giunga almeno nel caso di Trento a conclusioni fuorvianti: per esempio, l´alto tasso di immigrati occupati con contratti di lavoro stagionali può essere letto come un indicatore di precarietà, mentre in realtà si tratta di occupazione aggiuntiva, da parte di persone che poi rientrano in patria, e qui contribuiscono alla prosperità dell´agricoltura e dell´industria alberghiera. E´ ovvio che versano un Irpef molto inferiore a quello degli italiani. Se guardiamo poi – aggiunge il professor Ambrosini – ai dati delle sanatorie, scopriamo che Trento ha dovuto prosciugare bacini di occupazione irregolare molto più piccoli di province con dimensioni analoghe. Se guardiamo alla scuola, i tassi di accoglienza di figli di immigrati, i progetti mirati e la qualità complessiva del servizio sono tra i migliori d´Italia. E´ vero infine che i tassi di carcerazione sono alti, ma il carcere di Trento accoglie parecchi detenuti da fuori provincia. La criminalità degli immigrati è relativamente elevata, ma s´inserisce in un quadro di sicurezza del territorio complessivamente soddisfacente: la provincia di Trento resta una delle più sicure d´Italia”. Sin qui alcune riflessioni del professor Maurizio Ambrosini, curatore, assieme ai sociologi Paolo Boccagni e Serena Piovesan, del Rapporto annuale sull´immigrazione in Trentino del Centro informativo per l´immigrazione. Allargando lo sguardo all´intero territorio provinciale va peraltro ricordato, prendendo in esame altri studi che analizzano il potenziale di integrazione dei diversi territori, che il Trentino risulta al primo posto nella classifica stilata dal Cnel relativa all’indice di inserimento sociale dei cittadini immigrati. Tale indice concorre a determinare, assieme all’indice di inserimento occupazionale, la speciale graduatoria generale sul potenziale di integrazione dei territori italiani nel 2011 elaborata dal Consiglio Nazionale dell´Economia e del Lavoro. Il rapporto, diffuso nel 2013, conferma peraltro nella sostanza quanto già affermato dal Cnel analizzando i dati 2004: il Trentino è la realtà in cui gli immigrati si possono integrare meglio. Per approfondimenti sul Rapporto immigrazione in Trentino: http://www.Cinformi.it/index.php/it/servizi_e_attivita/attivita
_di_studio_e_ricerca/immigrazione_in_trentino/rapporto_annuale_2014

 

 
   
   
SI È RIUNITO IL TAVOLO DI COORDINAMENTO PER L’ACCOGLIENZA DEI MIGRANTI OSPITATI IN VALLE D’AOSTA  
 
Aosta, 7 aprile 2015 - La Presidenza della Regione informa che si è riunito, mercoledì 1° aprile, il Tavolo di Coordinamento regionale sui flussi migratori non programmati, al quale hanno partecipato le Strutture Affari di prefettura, Politiche del lavoro e Politiche sociali dell’Amministrazione regionale, la Questura di Aosta, i Sindaci dei Comuni coinvolti nell’ospitalità e l’Azienda Usl della Valle d’Aosta. Nel corso dell’incontro, allargato ai gestori delle strutture di accoglienza, è stato esaminato lo stato di attuazione delle convenzioni, stipulate tra questi e il Presidente della Regione nell’esercizio delle sue funzioni prefettizie, per i 62 posti assegnati alla Valle d’Aosta dal Ministero dell’Interno, destinati all’ospitalità dei cittadini stranieri che richiedono la protezione internazionale. Il dirigente della Struttura Affari di prefettura ha informato che sono stati realizzati controlli e sopralluoghi “a sorpresa” in tutte le sedi di accoglienza dei migranti nella regione. Gli esiti delle verifiche hanno rilevato che i servizi previsti dalle convenzioni sono regolarmente erogati e rispettano pienamente i parametri e gli standard indicati dal Ministero dell’Interno. Il confronto si è poi soffermato sull’analisi delle varie iniziative di integrazione avviate dai singoli gestori, secondo quanto previsto dalle convenzioni, per le quali è stato espresso un giudizio positivo. Al fine di uniformare però le numerose attività intraprese, è stato deciso di avviare un’azione di coordinamento tra le strutture di accoglienza, anche attraverso incontri periodici e congiunti con la Struttura Affari di prefettura. Tra i punti all’ordine del giorno è stata inoltre discussa la possibilità di impiegare i migranti in attività di volontariato, svolte a servizio degli Enti locali e attraverso l’adesione delle Associazioni di volontariato. L’iniziativa è attualmente allo studio ed è in fase di progettazione un protocollo di intesa tra la Presidenza della Regione, l’Assessorato della sanità, salute e politiche sociali, il Consorzio degli enti locali della Valle d’Aosta e il Centro Servizi per il Volontariato.  
   
   
CARTA FAMIGLIA: SOSTEGNO A RESIDENTI IN FVG CON FIGLI A CARICO  
 

Trieste, 7 aprile 2015 - La Carta Famiglia è uno strumento a sostegno delle famiglie con figli a carico. Viene rilasciata dal Comune ai nuclei familiari con almeno un figlio a carico e in cui almeno uno dei genitori sia residente nel territorio regionale da almeno 24 mesi. A seconda del numero di figli a carico, viene assegnata la fascia di intensità del beneficio (bassa a chi ha un solo figlio, media a chi ne ha due, alta a chi ne ha tre o più). La fascia di appartenenza determina la misura dell´agevolazione: maggiore è il numero dei figli, maggiore sarà il beneficio. La Carta ha una scadenza (validità legata a quella dell´Isee) e deve essere periodicamente rinnovata. Ne hanno diritto le famiglie con almeno un figlio fisicamente a carico. A norma di legge, i figli sono considerati fiscalmente a carico se, indipendentemente dalla loro età, nell´anno precedente non hanno posseduto redditi che concorrono alla formazione del reddito complessivo per un ammontare superiore a 2.840,51 euro al lordo degli oneri deducibili. Inoltre, per poter usufruire della Carta Famiglia il nucleo familiare deve essere in possesso di un Isee non superiore a 30.000 euro e almeno uno dei genitori deve essere residente nel territorio regionale da almeno 24 mesi. La domanda della Carta famiglia va presentata in qualsiasi momento dell´anno al Comune di residenza da uno dei genitori, dal genitore separato o divorziato che ha cura dell´ordinaria gestione del figlio a carico e che con esso convive, da uno dei genitori adottivi o affidatari, fin dall´avvio dell´affidamento preadottivo, o dalla persona singola o uno dei coniugi delle famiglie affidatarie di minori. Chi presenta la domanda deve essere residente in Friuli Venezia Giulia al momento della presentazione stessa. Ulteriori informazioni sono a disposizione al seguente link internet: www.Regione.fvg.it/rafvg/cms/rafvg/famiglia-casa/politiche-famiglia/Foglia1/