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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 24 Giugno 2014
LA COMMISSIONE EUROPEA ANNUNCIA UNA STRAORDINARIA ADESIONE DI NUOVI PARTNER AL GRAPHENE FLAGSHIP PROJECT  
 
Bruxelles, 24 giugno 2014 - In coincidenza con la settimana del grafene 2014, la Commissione europea ha il piacere di annunciare che il Graphene Flagship Project, una delle più importanti iniziative di ricerca europea mai avviate, raddoppia di dimensioni. 66 nuovi partner sono invitati ad aderire al consorzio sulla base dei risultati di un bando di gara dell´importo di 9 milioni di euro. Sebbene la maggior parte dei partner sia costituita da università e istituti di ricerca, è in aumento la quota delle imprese, soprattutto Pmi, a dimostrazione dell´interesse crescente degli attori economici per il grafene. Il partenariato comprende oggi oltre 140 organizzazioni di 23 paesi ed è interamente destinato a traslare il "miracoloso grafene" e i relativi materiali stratificati dai laboratori accademici all´uso quotidiano. La vicepresidente della Commissione europea - @Neeliekroeseu, responsabile per l´Agenda digitale, ha accolto favorevolmente l´ampliamento del partenariato: "L´europa è leader della rivoluzione del grafene. Questo "materiale miracoloso" ha il potenziale per migliorare radicalmente la nostra vita: promuove nuove tecnologie mediche, come le retine artificiali, e mezzi di trasporto più sostenibili muniti di batterie leggere e ultraefficienti. Quanto più sfruttiamo il potenziale del grafene, tanto meglio!" Pmi e partner italiani in aumento - I 66 nuovi partner provengono da 19 paesi, sei dei quali sono nuovi al consorzio: Bielorussia, Bulgaria, Estonia, Israele, Repubblica ceca e Ungheria. Con i suoi 16 nuovi partner, l´Italia ha ora il maggior numero di partner nel Graphene Flagship Project accanto alla Germania (23 ciascuno), seguita da Spagna (18), Regno Unito (17) e Francia (13). I 66 partner entranti aggiungeranno nuove capacità al campo di applicazione scientifico e tecnologico dell´iniziativa faro. Più di un terzo dei nuovi partner sono imprese, soprattutto Pmi, a dimostrazione del crescente interesse degli operatori economici per il grafene. Il rapporto iniziale nel consorzio era del 20%. Grande interesse per l´iniziativa I 9 milioni di euro del bando di gara della fase di avviamento, pari a 54 milioni di euro (2014-2015), hanno attratto un totale di 218 proposte in rappresentanza di 738 organizzazioni di 37 paesi. Le proposte ricevute sono state valutate sulla base della loro solidità, attuazione e impatto scientifici e tecnologici, (ulteriori informazioni sul bando) e classificate da un gruppo internazionale di esperti di primo piano, per lo più eminenti professori provenienti da tutto il mondo. Ai fini del finanziamento sono state selezionate 21 proposte. Jari Kinaret, professore di fisica presso la Chalmers University of Technology, in Svezia, e direttore del Graphene Flagship Project, ha dichiarato: «La risposta è stata eccezionale, il che dimostra il riconoscimento e la fiducia riposti nello sforzo dell´iniziativa faro in tutta Europa. La concorrenza è stata estremamente ardua. Sono grato per l´impegno dei candidati e dei quasi 60 esperti valutatori indipendenti che hanno partecipato a questo processo. Sono ammirato dell´elevata qualità delle proposte ricevute e attendo con interesse di collaborare con tutti i nuovi partner per realizzare gli obiettivi del Graphene Flagship Project." L´europa leader - Il grafene è stato ottenuto e testato in Europa, valendo nel 2010 il premio Nobel per la fisica ad Andre Geim e a Konstantin Novoselov dell´Università di Manchester. Con il miliardo di euro investito nel Graphene Flagship Project, l´Europa sarà in grado di trasformare la ricerca scientifica d´avanguardia in prodotti commercializzabili. Questa importante iniziativa pone l´Europa in prima linea nella corsa mondiale allo sviluppo di tecnologie al grafene. Il prof. Andrea Ferrari, direttore del Cambridge Graphene Centre e presidente del consiglio d´amministrazione del Graphene Flagship Project, ha commentato l´annuncio di oggi relativo ai nuovi partner: "Questo si aggiunge ai nostri sforzi senza precedenti per far sì che il grafene e i materiali affini escano dai laboratori per arrivare in azienda, in modo che la posizione d´avanguardia mondiale dell´Europa nella scienza del grafene possa tradursi in tecnologia, creando una nuova industria del grafene, con vantaggi per l´Europa in termini di occupazione e competitività". Contesto - Il Graphene Flagship Project @Grapheneca rappresenta un investimento europeo di 1 miliardo di euro per il prossimo decennio e fa parte delle Iniziative faro per le tecnologie emergenti e future (Tef) @Fetflagships annunciate dalla Commissione europea nel gennaio del 2013 (comunicato stampa). L´obiettivo del programma di iniziative faro Tef è promuovere progetti di ricerca visionari che hanno il potenziale di innovare e arricchire in modo considerevole la società e l´industria europee. Le iniziative faro Tef sono iniziative molto ambiziose che richiedono una stretta collaborazione con agenzie di finanziamento nazionali e regionali, industria e partner provenienti da paesi esterni all´Unione europea. La ricerca nelle tecnologie di prossima generazione è essenziale per la competitività dell´Europa. Questo è il motivo per il quale si investiranno 2,7 miliardi di euro nelle tecnologie emergenti e future (Tef) nell´ambito del nuovo programma di ricerca Orizzonte 2020 #H2020 (2014-2020): si tratta di un bilancio quasi triplicato rispetto al precedente programma di ricerca, il 7º Pq. Le azioni Tef fanno parte del pilastro "Eccellenza scientifica" di Orizzonte 2020.  
   
   
GOING LOCAL 2014 - UNA GIORNATA PER L´AGENDA DIGITALE  
 
Roma, 24 giugno 2014 - Si è svolto il 18 giugno l´evento Going local Italia, quarta edizione della giornata dedicata all´agenda digitale. Nell´articolo sono inserite le presentazioni dei relatori della giornata. Going Local 2014 - Una giornata per l´Agenda Digitale Commissione europea, come ogni anno ha generato grande interesse, testimoniato non solo dalle molte persone presenti in sala, ma anche dalle tante interazioni avute sui social media. Roberto Viola, Vice-direttore generale della Dg Connect, nel presentare lo scoreboard 2014 ha messo in evidenza alcuni dati molto interessanti. Se da un lato 360 milioni di europei usano internet settimanalmente, dei quali il 54% interagisce con le pubbliche amministrazioni, il 56% fa movimenti bancari online, il 57% usa i social media e il 61% fa shopping online, ancora molte sfide sono aperte. Ad esempio, solo il 14% delle imprese con meno di 250 dipendenti vende online, nelle zone ruraliappena il 18% dei domicili ha accesso alla banda larga veloce, mentre nel 2013solo il 42% della popolazione dell’Ue ha fatto uso dei servizi di eGovernment. Tra i diversi spunti di riflessione emersi durante la giornata, molto interessante è stato il collegamento tra le opportunità di occupazione che il mondo digitale può produrre e il problema della formazione digitale, in quanto senza persone opportunamente formate, le possibilità di occupazione non potranno essere sfruttate a pieno. Nel pomeriggio si è inoltre parlato dei fondi strutturali, i cui accordi di partenariato tra la Commissione e gli stati membri sono attualmente al vaglio da parte degli uffici di Bruxelles.  
   
   
AMMINISTRAZIONE DIGITALE, GIOVEDÌ 26 SOTTOSEGRETARIO RUGHETTI A SEMINARIO SU PROGRAMMA REGIONE UMBRIA  
 
 Perugia, 24 giugno 2014 – È prevista la partecipazione del sottosegretario alla Semplificazione e alla Pubblica Amministrazione, Angelo Rughetti, al seminario organizzato dalla Scuola umbra di Amministrazione pubblica che si terrà giovedì 26 giugno, dalle ore 9, nella sede di Villa Umbra (località Pila, Perugia). L´incontro, dal titolo "Amministrazione digitale nella società dell´informazione. Governance, management, servizi in rete", che vedrà intervenire fra gli altri l´assessore regionale alle Riforme, Innovazione e Sistemi informativi Fabio Paparelli, intende offrire un´analisi completa sul programma di digitalizzazione dei procedimenti amministrativi della Regione Umbria, sull´evoluzione del commercio elettronico anche con riferimento al disegno di legge regionale sul testo unico del commercio e sul ruolo delle tecnologie "Ict" (le tecnologie dell´informazione e della comunicazione). In modo particolare, sarà fatto il punto sull´attuazione del programma della Regione, sull´adozione della Legge regionale 9/2014 sulla società dell´informazione e l´e-government nel Piano digitale della Regione Umbria 2013-2015, sull´evoluzione della normativa comunitaria, nazionale e regionale sul commercio elettronico, sull´"Ict" e "cultural heritage" e sull´e-government nei Comuni: semplificazione, trasparenza, servizi in rete. Presiederà e coordinerà i lavori del seminario l´onorevole Giampiero Giulietti, deputato, componente della V Commissione della Camera (Bilancio, tesoro e programmazione). Ad aprire i lavori sarà Alberto Naticchioni, amministratore unico della Scuola umbra di Amministrazione pubblica. Seguiranno gli interventi dell´assessore regionale Fabio Paparelli; di Marco Mancarella, docente di informatica giuridica, Università del Salento; Leonardo Bugiolacchi, avvocato e docente di Diritto commerciale, Università telematica Unitelma Sapienza, Roma; Giuseppe Liotta, docente presso il Dipartimento di Ingegneria, Delegato dal Rettore per l´Ict, Sistemi Informativi e Agenda digitale, Università degli Studi di Perugia; Antonella Galdi, vice segretario generale dell´Anci (Associazione nazionale dei Comuni); Anna Lisa Doria, coordinatrice regionale dell´area Organizzazione delle risorse umane, innovazione tecnologica, autonomie locali; Donato Limone, docente di Informatica giuridica e di scienza dell´amministrazione digitale, Università telematica Unitelma Sapienza, Roma. Le conclusioni saranno tenute dall´onorevole Angelo Rughetti, sottosegretario alla Semplificazione e alla Pubblica Amministrazione.  
   
   
AUTONOMIE LOCALI: FVG, ADESIONE SISTEMA PAGAMENTI INFORMATICI  
 
Trieste, 24 giugno 2014 - La Giunta regionale, su proposta dell´Assessore alle Autonomie Locali, Paolo Panontin, di concerto con l´Assessore alle Finanze, Francesco Peroni, ha approvato lo schema di Protocollo per l´adesione al Sistema dei pagamenti informatici a favore delle Pubbliche Amministrazioni, da stipulare tra la Regione e l´Agenzia per l´Italia Digitale (Agid). Tale protocollo sarà sottoscritto dalla Presidente, Debora Serracchiani, o suo delegato, previa l´apposizione al testo dello schema di modifiche concordato con l´Agid, che si rendono necessarie od opportune, in relazione alle disposizioni della normativa applicabile, anche regionale, e agli interessi dell´Amministrazione regionale. La stipula del Protocollo consente di avviare una sperimentazione atta all´integrazione del sistema regionale per i pagamenti elettronici, che è già attivo nel Friuli Venezia Giulia dal 2006, con la piattaforma tecnologica per l´interconnessione e l´interoperabilità tra le pubbliche amministrazioni e i prestatori di servizi a pagamento, che è prevista dal Codice per l´Amministrazione Digitale, e messa a disposizione dall´Agenzia per l´Italia Digitale. L´adesione al Nodo nazionale pagamenti - Sistema Pubblico di connettività, permette di ampliare i canali di pagamento messi a disposizione dalla Regione ai cittadini e alle imprese che già utilizzano il sistema dei pagamenti on line regionale. "Si tratta di un accordo importante - commenta l´Assessore Panontin - se si considera che un sistema di pagamenti più efficiente verso le pubbliche amministrazioni risulta fondamentale per la nostra economia; soprattutto se si considera che nel nostro Paese, e in particolare nella nostra Regione, una rilevante parte dei consumi si può attribuire alla pubblica amministrazione".  
   
   
SARDEGNA: CONCORSO "PROGETTI DIGITALI IEFP", CANDIDATURE ENTRO IL 30 SETTEMBRETESTATA TASTIERA COMPUTER  
 
Cagliari, 24 Giugno 2014 - L´assessorato regionale del Lavoro comunica che potranno partecipare al concorso "Progetti digitali Iefp Sardegna" anche le classi di allievi frequentanti i corsi dell’avviso “Nuovi apprendimenti”. Ricordiamo che il concorso è rivolto agli studenti dei percorsi biennali di istruzione e formazione professionale (Iefp) previsti dall’avviso “Ardisco” e realizzati dalle agenzie formative accreditate. L´iniziativa mira a: - favorire lo sviluppo di competenze per l´approccio alle tecnologie dell´informazione e comunicazione (Ict) e ai media; - promuovere percorsi di formazione particolarmente innovativi attraverso l´uso delle nuove tecnologie; - favorire lo sviluppo di capacità critiche e creative dei giovani. Le agenzie formative che realizzeranno i percorsi di Iefp potranno segnalare un lavoro particolarmente significativo realizzato da una classe nell´anno scolastico 2013/2014, attraverso la produzione di videoclip, percorsi multimediali, prodotti offline oppure online, fruibili dai principali player o browser. Il concorso prevede l´assegnazione di 4 premi del valore di 750 euro ciascuno, destinati alle classi partecipanti. Inoltre, i docenti referenti delle classi vincitrici potranno accedere gratuitamente all´esame per il conseguimento di una delle certificazioni informatiche messe a disposizione dall´Aica. Le candidature e gli elaborati dovranno pervenire entro le ore 13 del 30 settembre 2014 al seguente indirizzo: Assessorato regionale del Lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale Servizio della governance della formazione professionale Settore programmazione Via Xxviii febbraio, 1 - 09131 Cagliari Per eventuali chiarimenti è possibile inviare un´e-mail all´indirizzo Indirizzo emaillav.Programmazione@regione.sardegna.it  entro il 21 settembre 2014. Lav.programmazione@regione.sardegna.it    
   
   
PIANO TELEMATICO REGIONALE 2014-2016: A VILLA UMBRA SEMINARIO PRESENTAZIONE PIANO TELEMATICO 2014-2016  
 
 Perugia, 24 giugno 2014 – "La Regione Umbria sta lavorando per realizzare le autostrade informatiche sulle quali potranno ‘correre´ le idee relative all´innovazione della pubblica amministrazione, per il sostegno al sistema produttivo ed economico, nonché per rendere esigibile il diritto alla connessione alla rete per tutti i territori regionali e tutti i cittadini umbri": lo ha affermato ieri l´assessore regionale alle Infrastrutture tecnologiche immateriali, Stefano Vinti, intervenendo al Seminario di presentazione del Piano Telematico regionale 2014 – 2016, che si tenuto nella sede della Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica di Villa Umbra a Perugia. All´incontro, oltre all´assessore Vinti che ha aperto e concluso i lavori, in rappresentanza del Ministero dello Sviluppo Economico è intervenuto, Salvatore Lombardo, che ha affrontato il tema "Le coerenze con i Piani nazionali Banda Larga ed Ultralarga e l´Accordo di Partenariato", mentre il dirigente regionale Graziano Antonelli ha fatto il punto sulle risorse finanziarie per il Piano Telematico regionale. L´amministratore unico di Centralcom spa, Stefano Bigaroni, ha illustrato i contenuti del Piano Telematico 2014-2016 e, di seguito, l´amministratore unico del Consorzio Umbria Salute, Carlo Benedetti ha esposto le esigenze e prospettive di servizi innovativi per la sanità. Domenico Petruzzo dell´Ufficio Scolastico Regionale ha parlato delle esigenze e prospettive di servizi innovativi per la scuola, mentre Gianluca Reali dell´Università di Perugia ha trattato la stessa tematica per l´università. Nel corso del suo intervento l´assessore Vinti, ha ricordato che "negli ultimi quattro mesi la Regione Umbria ha prodotto ben due leggi regionali in materia. La prima - ha detto – è dedicata alle infrastrutture digitali, mentre la seconda va ad occuparsi dei modi in cui il sistema della pubblica amministrazione può fornire nuovi e migliori servizi utilizzando appunto queste infrastrutture. Il risultato di questo processo porta un´innovazione profonda nelle procedure della pubblica amministrazione che saranno più veloci e trasparenti a livello regionale e per gli enti locali. La rivoluzione informatica toccherà anche il sistema scolastico e quello sanitario, che sono fondamentali per la vita quotidiana dei cittadini". "La giornata organizzata oggi a Villa Umbra – ha riferito l´assessore Vinti – vuole partecipare ai presenti che in Umbria è partito un progetto di profondo rinnovamento e modernizzazione che si fonda necessariamente sullo sviluppo della rete. Per dare gambe alle idee – prpsegue è stato messo a punto il nuovo Piano Telematico che costituisce, quindi, il quadro di riferimento per lo sviluppo della rete pubblica regionale". Il programma prevede azioni che si snodano in tre anni e delinea le strategie per garantire la concretizzazione e la gestione di un´adeguata rete pubblica regionale e di altre infrastrutture tecnologiche per telecomunicazioni a banda larga, nonché gli interventi da realizzare, in coerenza con il documento annuale di programmazione (Dap), con gli altri strumenti di programmazione e pianificazione regionale e con la programmazione europea e statale. Nelle sue precedenti versioni 2008-2010 e 2011-2013, il Piano Telematico ha previsto e attuato investimenti per oltre 46 milioni di euro così distribuiti: per l´abbattimento del digital divide di primo livello (ad oggi stimato al di sotto del 3 per cento della popolazione umbra) circa 23 milioni di euro dei quali 10 reperiti dalla Regione e 13 messi a disposizione dal Dipartimento Comunicazioni del Ministero dello Sviluppo Economico; per le reti in fibra ottica di nuova generazione (ad oggi i lavori sono conclusi su 190 km ed in corso per altri 240 km) oltre 23 milioni di euro completamente reperiti dalla Regione Umbria. Queste reti sono fondamentali per collegare le pubbliche amministrazioni, ma saranno disponibili anche per gli operatori di telecomunicazioni che potranno utilizzarle per fornire servizi innovativi a imprese e cittadini. Nella versione 2014-2016, il Piano Telematico considera, oltre alla rete anche la razionalizzazione dei data center e dei disaster recovery, lo sviluppo della rete degli ‘hotspot´ per il Wifi; lo sviluppo della rete nelle zone industriali e per il sostegno alle Start-up. Una possibile stima delle necessità, raggiunge la somma di circa 26-28 milioni di euro da reperire nel fondo per lo sviluppo regionale (Fesr), fatte salve eventuali integrazioni sulle altre linee di finanziamento legate allo sviluppo rurale (Feasr) e agli investimenti in favore della crescita e dell´occupazione (Fse).  
   
   
UE: IL SOSTEGNO AGLI STUDENTI È ESSENZIALE PER COMPENSARE L´IMPATTO DELLE TASSE UNIVERSITARIE, SEGNALA UNA RELAZIONE  
 
Bruxelles, 24 giugno 2014 - Se controbilanciato da un sostegno erogato agli studenti l´aumento delle tasse universitarie non ha un impatto complessivamente negativo sulle iscrizioni, anche tra gli studenti di estrazione socioeconomica più bassa, a meno che l´entità dell´aumento non sia eccezionale. L´aumento delle tasse universitarie può comunque determinare una riduzione delle iscrizioni tra gli studenti più anziani, come emerge da uno studio internazionale pubblicato oggi dalla Commissione europea. La relazione ribadisce che le borse e/o i prestiti sono elementi essenziali per controbilanciare le conseguenze negative delle tasse universitarie o dei loro aumenti sul numero di iscrizioni, in particolare per i gruppi vulnerabili. Lo studio, finanziato dalla Commissione e condotto da ricercatori indipendenti, ha analizzato l´impatto negli ultimi 15 anni dell´evoluzione delle tasse universitarie in nove paesi che presentano modelli diversi di finanziamento (Austria, Canada, Regno Unito -Inghilterra, Finlandia, Germania, Ungheria, Polonia, Portogallo e Corea del Sud). Androulla Vassiliou, Commissaria europea responsabile per l´Istruzione, la cultura, la gioventù e lo sport, ha affermato "Le tasse universitarie sono un fattore che incide su gran parte degli studenti europei e sono anche una questione controversa. Lo studio ora pubblicato pone in questione certe idee diffuse e fornisce dati utili per il dibattito in corso nell´Ue sul modo migliore per finanziare l´istruzione superiore in modo da assicurare che le istituzioni d´istruzione forniscano un´istruzione della massima qualità a un numero crescente di studenti garantendo nel contempo l´equità dell´accesso." Le principali risultanze dello studio sono: per gli studenti, gli aumenti delle tasse non hanno in generale effetti negativi rilevabili sulle iscrizioni complessive nell´istruzione superiore o sulle iscrizioni tra gli studenti provenienti dagli strati socioeconomici più bassi. Ciò vale per la Germania e l´Austria (che entrambe hanno introdotto tasse di studio e poi le hanno abolite), per il Portogallo e, dopo aumenti delle tasse, in Inghilterra nel 1998 e nel 2006, come anche in Canada e nella Corea del Sud in cui gli aumenti sono stati di entità modesta nel tempo; ma gli aumenti delle tasse universitarie possono avere effetti negativi sull´iscrizione degli studenti più anziani. Ciò è stato rilevato in seguito ai più recenti aumenti in Inghilterra, anche se è troppo presto per trarre conclusioni sugli effetti nel lungo periodo; gli aiuti per lo studio, borse e/o prestiti, sono essenziali per controbilanciare le conseguenze negative delle tasse universitarie o dei loro aumenti sulla partecipazione, in particolare per quanto concerne i gruppi vulnerabili. Nei casi in cui le tasse universitarie svolgono un ruolo significativo nel finanziamento dell´istruzione superiore (in particolare in Inghilterra, Canada e Corea del Sud dove sono le più elevate) i sistemi di sostegno agli studenti riducono l´impatto attraverso borse, sgravi fiscali e/o prestiti a condizioni agevolate; trovare il giusto equilibrio tra tasse e sostegno agli studenti è importante per i governi allorché adattano le loro politiche impositive; per le istituzioni d´istruzione superiore, l´introduzione di tasse universitarie incrementa in generale il totale delle risorse a loro disposizione. Tuttavia, il nuovo gettito proveniente dalle tasse universitarie non è sempre investito in modi che migliorino direttamente l´esperienza degli studenti, come ad esempio nell´assunzione di nuovi insegnanti; le tasse universitarie non sembrano rendere i sistemi universitari pubblici maggiormente reattivi al cambiamento della domanda (ad esempio con lo sviluppo di nuovi programmi): diversi altri fattori, tra cui le tradizioni, il prestigio e le regole di accreditamento influenzano il modo in cui le istituzioni possono agire e agiscono di fatto.  
   
   
UNIVERSITÀ IN TOSCANA: ECCO LE REGOLE PER IL DIRITTO ALLO STUDIO. BANDO IL 1 LUGLIO.  
 
Firenze, 24 giugno 2014 – Borse di studio e alloggi, borse servizi, interventi per categorie svantaggiate: sono i capitoli di una delibera approvata ieri dalla Giunta Regionale, portata dall´assessore Emmanuele Bobbio, con gli indirizzi regionali all´azienda regionale Dsu (Diritto allo Studio Universitario) in favore degli studenti universitari per l´anno accademico 2014/2015. Attenzione a una scadenza: il primo luglio uscirà il bando, firmato Azienda regionale per il Dsu, con le indicazioni su borse di studio e alloggi. "Confermiamo – commenta Bobbio – che per la Toscana il diritto allo studio è una priorità assoluta e che il nostro impegno conduce a quella che è, senza dubbio, una eccellenza nel panorama nazionale". Oltre la metà delle 32 pagine del documento riguarda le borse di studio intrecciandosi con le norme sugli alloggi. La Toscana si conferma come la Regione che copre per intero il rapporto fra numero di studenti idonei e borse di studio concesse (11.728 borse concesse a fronte di altrettanti studenti idonei. Dato 2013). Vengono indicate, in dettaglio, le regole per poter essere ammessi a concorrere alle borse; i requisiti economici (individuati in base all´Isee) e quelli di merito (per gli iscritti al primo anno e agli anni successivi). Si indicano gli importi delle borse e le modalità per presentare le domande. Martedì 1 luglio l´azienda regionale Dsu adotterà il bando (per le borse e per gli alloggi) fissando i termini di scadenza per la presentazione delle domande (bando che potrà essere tradotto anche in lingua inglese per facilitare gli studenti stranieri). Le graduatorie provvisorie dovranno essere pubblicate, dall´Azienda, entro il 22 settembre (per le borse) ed entro il 24 ottobre (per gli alloggi), mentre i termini per le graduatorie definitive sono rispettivamente fissati al 31 ottobre e al primo dicembre. Quanto agli importi delle borse, diversificati in base alle condizioni soggettive dello studente, la delibera conferma, per l´anno accademico 2014/2015, gli importi stabiliti per l´anno 2013/2014. Vengono quindi riportate le tabelle con gli importi delle borse: tabelle distinte per tipologie di studenti (in sede, pendolari, fuori sede) e per Isee (sotto 8.500 euro, fra 8.500 e 11 mila euro, oltre 11 mila e fino a 19 mila euro). Si va da una borsa da 1.850 euro per studenti in sede con il reddito più alto a una borsa da 5.180 euro per studenti fuori sede con il reddito più basso. Aumenti particolari (fino a 2 mila euro) per studenti disabili. Altri capitoli riguardano alloggi, studenti detenuti e studenti disabili, integrazioni delle borse per mobilità internazionale e una sperimentazione per premiare "continuità e rapidità nel percorso di studi". Norme specifiche - sui pasti - sono previste per gli studenti idonei alla borsa di studio che fossero rimasti fuori a causa dell´insufficienza di risorse disponibili.  
   
   
UNIBAS, PRESENTATO REPORT ATTIVITÀ DI ORIENTAMENTO  
 
 Potenza, 24 giugno 2014 - L’orientamento come leva strategica sui cui puntare per far acquisire agli studenti, intesi prima di tutto come persone, consapevolezza delle risorse personali, capacità di confrontarsi autonomamente con la società ed il mercato del lavoro e di cogliere le opportunità in piena libertà e cognizione. È quanto emerso dalla presentazione del report sui dati delle attività di orientamento dell’Università degli Studi della Basilicata per l’A.a. 2013/2014 curate dal Centro di Ateneo Orientamento Studenti. “Per quanto riguarda i nostri studenti e laureati - ha dichiarato il prof. Salvatore Masi, Direttore del Centro - abbiamo sviluppato iniziative specifiche per accompagnare i nostri laureati in un momento di transizione così delicato come quello dall’Università al mondo del lavoro, come il servizio di consulenza orientativa e gli incontri e gli eventi di orientamento. In particolare l’adesione al Programma Fixo S&u – Formazione e Innovazione per l’Occupazione Scuola e Università, promosso dal Ministero per il Lavoro e le politiche sociali, ci ha permesso di elevare gli standard delle attività di placement. La qualificazione dei servizi, la promozione di strumenti di ricerca attiva del lavoro come i tirocini e i contratti di apprendistato e la redazione di piani personalizzati di inserimento lavorativo sono state, infatti, alcune tra le azioni intraprese anche grazie al supporto di Italia Lavoro s.P.a.”. Rispetto alle attività portate avanti dal Centro di Orientamento dell’Ateneo destinate alle future matricole, nel periodo febbraio-maggio 2014 sono stati 2.320 gli studenti che hanno partecipato agli incontri di orientamento destinati agli studenti dell’ultimo anno degli Istituti superiori, organizzati e gestiti dal Centro di Ateneo Orientamento Studenti dell’Università degli Studi della Basilicata. Inoltre, il Centro ha partecipato anche a eventi di orientamento come “Matera è fiera”, “Going, orientamento e formazione allo studio e al lavoro”svolta ad Ascoli Piceno e “Unitor, Salone Internazionale di Orientamento” nelle tappe di Bari e Potenza, durante le quali i consulenti di orientamento hanno effettuato 150 colloqui individuali.  
   
   
DAL NIDO ALLE SUPERIORI: DATI E RIFLESSIONI SU EDUCAZIONE E ISTRUZIONE IN TOSCANA.  
 
Firenze, 24 giugno 2014 - Nei servizi educativi toscani per la prima infanzia aumenta la ricettività, diminuiscono le liste d´attesa e si conferma raggiunto il target europeo; nel sistema toscano dell´istruzione (dalle materne alle superiori) diminuiscono, sia pure lievemente, abbandoni e ritardi scolastici ma aumentano i Neet (giovani che non studiano, non lavorano, non sono in formazione). Sono alcune fra le ipotesi di lettura del "Rapporto 2014 su educazione e istruzione in Toscana", voluto da Regione Toscana e presentato questa mattina a Firenze in Palazzo Strozzi Sacrati. Il rapporto annuale ("Dal nido alla scuola superiore"), giunto alla seconda edizione e contenente quest´anno una sezione nuova sul rapporto fra scuola e realtà produttive, è pubblicato esclusivamente in formato e-book: Oltre 400 pagine piene di tabelle e riflessioni, con dati osservati sia nel livello regionale che per ciascuna delle 35 "zone educative" in cui è divisa la regione (5 in provincia di Arezzo, 6 su Firenze, 4 su Grosseto e 4 su Livorno, 3 su Lucca e 2 su Massa-carrara, 4 su Pisa e 1 su Prato, 2 su Pistoia e 4 su Siena). "Un rapporto accurato in termini di dettaglio territoriale - scrive l´assessore Emmanuele Bobbio nella presentazione - per aiutare le decisioni pubbliche in campo educativo". Servizi Educativi Infanzia Tornando alle letture sopra evidenziate, la Toscana conferma una buona situazione nei servizi educativi per la prima infanzia: mentre il tasso di ricettività a livello nazionale è pari al 19,4% (per ricettività si intende il numero massimo dei bambini 0-3 che possono essere accolti nei servizi educativi attivi), in Toscana lo stesso dato sta al 34% (con un aumento percentuale del 17,4 rispetto al 2007). Si sta parlando, in cifra assoluta e nell´anno scolastico 2012/2013) di 29.182 posti: da notare che 16.125 di tali posti stanno nei servizi educativi pubblici (diminuiti negli ultimi 5 anni di quasi il 3%) e i restanti 13.057 nei servizi educativi privati (aumentati, nello stesso periodo, di oltre il 50%). Meno Liste D´attesa - Ciò implica anche una diminuzione nelle liste di attesa: nell´anno educativo 2012/13 la percentuale delle domande non soddisfatte è scesa al 22,8 (da notare che nel 2007 questa percentuale era pari al 28%: in cinque anni, cioè, le liste d´attesa sono diminuite del 18,5%). A questa percentuale (22,8%) corrispondono 7.182 bambini. Ricettivita´: Deficit Minore - All´inizio dell´anno educativo 2012/2013 le domande presentate per l´iscrizione e la frequenza ai servizi educativi per la prima infanzia sono state 33.658 (in lieve calo sull´anno precedente): la capacità di risposta alla domanda si posiziona, in ambito regionale, all´86,7% (cioè ogni 100 domande presentate esistono circa 87 posti disponibili). Va notato, osservando la serie storica, che di anno in anno la potenzialità ricettiva dei servizi all´infanzia si è sempre più adeguata alla domanda effettiva con un aumento superiore al 15%. Il deficit di ricettività nei servizi educativi toscani si è dunque, progressivamente, ridotto (all´inizio dell´anno educativo 2012/2013 è pari a circa il 13% sulle domande espresse). Lisbona Ok - Con il 33,3% in Toscana è dunque raggiunto l´obiettivo posto dall´Unione Europea circa i bambini sotto i tre anni accolti nei servizi educativi (il cosiddetto "indicatore di Lisbona": fissato al 33%). In realtà si assiste a una lieve flessione rispetto all´anno precedente (mezzo punto percentuale in meno): ma negli ultimi 5 anni è stato compiuto uno sforzo notevole (passando dal 30,4 al 33,3%). Istruzione Venendo all´istruzione, il rapporto evidenzia una lieve diminuzione sull´abbandono scolastico: un punto in meno sull´anno precedente e dopo tre anni è un primo, lieve ma beneaugurante, accenno a scendere. Siamo a un 17,6% e la situazione è comunque molto critica e molto lontana dall´obiettivo Ue (scendere sotto il 10%). Lievissima diminuzione anche per il ritardo scolastico (0,3 punti in meno rispetto all´anno precedente) con una percentuale complessiva del 15,29%. Da notare però che questo ritardo, nella secondaria di secondo grado supera addirittura il 29%. Sempre Piu´ Neet - Siamo al 18,2% con una crescita costante e un aumento, sull´anno precedente, che sfiora i due punti (1,8). Il dato nazionale per la "generazione Neet" sfiora il 24% (23,9). Sia in Toscana che in Italia la percentuale maggiore di giovani che non studiano, non lavorano e non sono in formazione appartiene al genere femminile (dato toscano 22% - dato nazionale 26,1%): almeno 7 punti in più, in Toscana, rispetto ai maschi. Alunni E Tipologie - Questa parte del rapporto analizza, anche con raffronti sull´anno precedente, i dati su alunni e tipologie scolastiche: nel settore dell´infanzia (1.357 il totale delle scuole sia statali che paritarie, comunali e private; 3.875 il totale delle sezioni; 96.422 il totale dei bambini nelle statali e nelle paritarie sia comunali che private) e nella scuola sia primaria che secondaria (oltre 408 mila gli studenti, nella regione, cui occorre aggiungere i 4.717 nelle serali e nelle case penali sfiorando, nel complesso, le 413 mila unità. L´aumento sull´anno precedente è dell´1,2% e nell´ultimo quinquennio dell´8%: quasi 30 mila studenti in più). Disabili E "Stranieri" - Vengono quindi fornite informazioni su alunni e studenti con disabilità (una presenza in aumento, in tutti i livelli scolastici, raggiungendo un totale di 9.754 alunni: nella scuola statale primaria e secondaria: il 2,4% del totale) nonchè su alunni e studenti con cittadinanza non italiana (al primo gennaio 2013 la popolazione straniera in Toscana toccava le 350.761 unità: di queste 47.497 nella fascia scolastica, cioè dai 6 ai 18 anni. Il dato toscano sulla incidenza della popolazione straniera rispetto al totale della popolazioneè superiore a quello italiano: 9,5% in Toscana e 7,4% in Italia. La crescita della popolazione straniera continua, anche in Toscana, ad arginare invecchiamento e diminuzione complessiva della popolazione italiana). Le Generazioni Seconde - Interessanti anche i dati sugli stranieri di seconda generazione (quasi il 40% degli studenti stranieri in scuole toscane - quattro su dieci - è nato in Italia. La quota degli stranieri di seconda generazione, rispetto al totale stranieri, è andata progressivamente aumentando in tutti gli ordini scolastici, fino ad arrivare al 61,6% nella primaria). I Respinti - Altre informazioni, nel rapporto, sugli "esiti negativi". Negli ultimi anni la tendenza è migliorativa: il numero degli alunni respinti diminuisce (la percentuale è passata, in complesso, dal 6,2% al 5,8% per il totale studenti e dal 12,3% all´11,6% per i soli studenti stranieri). Le Competenze - Raffronti interessanti, sia con gli altri Paesi Ocse che con i dati nazionali e interregionali, anche circa le competenze degli studenti con le indagini Pisa (sui 31.073 alunni campionati in Italia, 1.411 studiano in Toscana): le performance italiane sono peggiori della media Ocse, anche se la tendenza è positiva. Il punteggio medio della Toscana in tutti gli ambiti esaminati (matematica, scienze, lettura e comprensione di un testo) non è significativamente diverso dal valore medio nazionale. Una curiosità: la quota dei ragazzi toscani con scarse competenze in matematica è inferiore al valore nazionale mentre, al contrario, i ragazzi toscani se la cavano peggio della media italiana in quanto la lettura. Cinque Capitoli : Scuola/lavoro E Luci/ombre "Nell´insieme - commenta Emmanuele Bobbio - questi dati confermano la necessità di un forte intervento di Regione e di Enti locali stimolandoci a proseguire il nostro lavoro con azioni che riescano a essere sempre più incisive e mirate nell´abbattimento delle criticità che permangono". I capitoli del rapporto sono cinque: illustrazione dei dati relativi alla prima infanzia (tipologie dei servizi fra gli 0 e i 3 anni, ricettività, domande di iscrizione, costi e tariffe); disamina critica della scuola (da quella dell´infanzia alla secondaria) con dati su dispersione scolastica, presenza di alunni con cittadinanza non italiana e di alunni con disabilità; presentazione attività realizzate attraverso la progettazione educativa zonale; relazione fra realtà scolastica e fabbisogni formativi con le filiere produttive del territorio (la novità di questa seconda edizione del rapporto); sintesi di tutte le informazioni presentate. 32 Milioni Di Pez - Particolare attenzione è riservata ai Pez (Progetti Educativi Zonali) destinati ai bambini e ai ragazzi dai 3 mesi ai 18 anni: nonostante le crescenti difficoltà finanziarie, per due anni consecutivi la Regione Toscana ha investito quasi 12 milioni di euro all´anno (11.850.000 per un totale, nel biennio, di 23 milioni e 700 mila euro). Nell´anno educativo che si sta concludendo (2013/14) al Pez Infanzia sono stati destinati 7 milioni e 350 mila euro (circa il 62% del totale) e al Pez Età Scolare 4,5 milioni di euro. Tabelle e diagrammi ricapitolano, per ciascuna delle 35 zone educative, come queste risorse sono state utilizzate. Questi progetti permettono la realizzazione da parte dei Comuni di attività rivolte ai bambini e ai ragazzi dai 3 mesi ai 18 anni di età e intervengono sia nell´ambito dell´infanzia (per sostenere e qualificare il sistema dei servizi, promuovere la continuità educativa, coordinare i servizi, formare il personale) sia nell´ambito dell´età scolare (per prevenire e contrastare la dispersione scolastica, promuovendo l´inclusione di disabili e stranieri e contrastando il disagio scolastico, nonchè per promuovere esperienze educative/socializzanti durante la sospensione del tempo scuola). Nonostante le difficoltà legate alla finanza pubblica, la Regione Toscana ha comunque scelto di confermare il suo impegno in favore dei Pez. Il budget, per l´anno scolastico 2014/2015, verrà però ridotto, causa le criticità di bilancio, di 3,2 milioni essendo comunque posizionato in 8 milioni e 700 mila euro circa. Scuola/lavoro: Per Ridurre La Distanza - Il rapporto tra "filiere produttive (ne sono state esaminate nel dettaglio 7: agribusinnes, meccanica e mezzi di trasporto, moda, Ict, chimica-farmaceutica, trasporti e logistica, turismo-ristorazione e beni culturali), fabbisogni formativi e sistema scolastico professionale riempie il quarto capitolo. La Toscana viene mappata per ciascuno dei suoi 42 Sistemi Economici Locali (Sel) in modo da vedere la corrispondenza o meno tra filiere produttive e scolastiche, tra vocazioni produttive e profili formativi. "Uno strumento utile - sottolinea Bobbio - per comprendere come sia possibile ridurre la distanza fra il mondo della scuola e del lavoro: un primo passo che, certo, richiede ulteriori approfondimenti". Viene fuori che 53 scuole su 100 (circa 130 scuole su un totale di 246) hanno almeno un indirizzo di studio coerente con la specializzazione produttiva del sistema locale. Criticita´ : Chi Sale E Chi Scende - Interessante, anche per i riscontri e i raffronti nelle singole realtà zonali, il capitolo quinto (al cui interno troviamo il paragrafo sulle "criticità dell´infanzia e della istruzione"): ogni zona è distinta in base allo scostamento nei confronti di quattro indicatori di criticità per l´infanzia (indicatore di Lisbona, percentuale di domande non soddisfatte, capacità di risposta alle domande, tasso di ricettività) e quattro indicatori di criticità per l´istruzione (esiti negativi e ritardi della scuola secondaria di primo e secondo livello). Si arriva a una "rappresentazione" dove il valore "0" denota mancanza di criticità, il valore "1" la presenza di un elemento di criticità e così via fino a "4" (criticità massima). La maggior parte delle 35 zone (18) si colloca, per quanto riguarda i servizi alla prima infanzia, su un livello di criticità intermedio; 5 su un livello medio-basso e 7 su un livello medio-alto. Per 2 zone (Elba e Piana di Lucca, per la cronaca) si registra un livello di criticità massimo mentre in 3 casi (la zona Pisana, quella Pratese, quella Senese) non è rivelata presenza di criticità. Rispetto agli indicatori presi in considerazione nell´ambito dell´istruzione, il numero di zone caratterizzato da un livello di criticità intermedio (10) equivale, nella sostanza, a quello delle zone che risultano prive di criticità (9: Aretina, Valdarno, Fiorentina Sud-est, Valdarno e Valdisieve, Val di Cornia, Lunigiana, Val di Cecina, Valdera, Val di Chiana Senese); le restanti 16 zone sono contraddistinte da una criticità medio-bassa (7), medio-alta (3) e massima (6: Piana di Lucca, Valle del Serchio, Versilia, Pratese, Pistoiese, Val di Nievole). Il confronto rispetto all´anno precedente (2011/12) fa registrare, per l´insieme della Toscana, un miglioramento in tutti i parametri.  
   
   
FORMAZIONE, ASSESSORE LIGURIA: VIA A 10 POLI TECNICO-PROFESSIONALI  
 
 Genova, 24 Giugno 2014 - Saranno dieci i poli tecnico-professionali e sette i settori di sviluppo su cui Regione Liguria, Istituti tecnici, enti di formazione e aziende hanno intenzione di puntare nei prossimi anni per rendere efficaci i percorsi formativi e assicurare un lavoro ai giovani. Lo ha deciso la Giunta regionale su proposta dell´assessore al bilancio e alla formazione, Pippo Rossetti. L´obiettivo è quello di creare reti e sinergie tra la formazione e i giovani e le imprese per favorire l´occupazione, in pratica una rete integrata tra scuola e mondo del lavoro. I dieci poli opereranno in sette settori economici: dai servizi alla persona, all´agro-alimentare, dalla meccanica alle professioni del mare e della logistica, dall´efficienza energetica e dalle tecnologie verdi al turismo e allo sviluppo delle tecnologie per la cultura, la comunicazione e l´informazione. Saranno questi le aree trainanti del prossimo futuro in Liguria, a dirlo non è solo la Regione Liguria, ma Confindustria, associazioni di categoria e gli enti di formazione che lavoreranno insieme alle scuole, ai poli di innovazione e agli Istituti tecnici superiori. Il provvedimento approvato punta a valorizzare il contributo delle imprese nella definizione dei fabbisogni formativi, a portare nelle aule le competenze del lavoro e ad aprire i percorsi di istruzione tecnica e professionale con visite e stage in azienda, rafforzando il rapporto tra il sistema dell´istruzione e della formazione e i sistema della ricerca tecnologica più avanzata. "L´obiettivo dei poli tecnico professionali – spiega Rossetti - è quello di assicurare maggiore stabilità e qualità dell´offerta formativa in corrispondenza con i fabbisogni professionali del mercato e superare la frammentarietà degli interventi". "Sono molto soddisfatto dell´avvio dei poli tecnico professionali – conclude Rossetti – frutto di un lavoro sul territorio che ha visto dialogare i mondi dell´istruzione, della formazione e dell´impresa. Una sfida in un momento di crisi per consentire ai giovani che iniziano un percorso di studi nel sociale o nel settore turistico o della meccanica di avere una possibilità concreta di inserimento lavorativo e dare anche maggiore stabilità al sistema".  
   
   
MOLISE, EDILIZIA SCOLASTICA, FIRMATO APQ. FRATTURA: LAVORI NELLE NOSTRE SCUOLE PER 28 MILIONI DI EURO  
 
 Campobasso, 24 giugno 2014 - Scuole sicure, lavori per 28 milioni di euro nei comuni molisani: Ministero dell´istruzione, Dipartimento per le politiche di sviluppo e la coesione economica e Regione Molise hanno sottoscritto l´Accordo di programma quadro "Edilizia scolastica", a valere sulle risorse assegnate per la ricostruzione post sisma dal Cipe. "Un Accordo di programma quadro di particolare importanza per noi", il commento del presidente della Regione, Paolo di Laura Frattura. "Diamo attenzione concreta - spiega il governatore -, a uno dei temi avvertiti come prioritari da tutti, società e istituzioni: la sicurezza delle scuole, la sicurezza, in particolare, di bambini e ragazzi, i nostri figli. Presto i cantieri per i 22 interventi presentati dai comuni del Molise". Gli interventi inseriti nell´Apq riguardano, nello specifico, Acquaviva Collecroce, Baranello, Bonefro, Campobasso, Larino, Casacalenda, Jelsi, Montorio nei Frentani, Palata, Portocannone, Rotello, Sepino, Torella del Sannio, Vinchiaturo, Colletorto, Mafalda e Ururi, anche in qualità di soggetti attuatori assieme, in alcuni casi, alla Provincia di Campobasso. "Una risposta quanto mai dovuta nella nostra regione - evidenzia il presidente -. Con i 28 milioni di euro che saranno trasferiti all´Agenzia di protezione civile faremo sì che le scuole del Molise siano davvero i luoghi da cui partire per una crescita sociale e culturale straordinaria vissuta finalmente in tutta sicurezza".  
   
   
TENDENZE SCIENTIFICHE: GLI ICEBERG ALLA DERIVA CAMBIANO RADICALMENTE LA VITA DEI FONDALI MARINI  
 
Bruxelles, 24 giugno 2014 - Il riscaldamento causato dal cambiamento climatico sta spingendo gli iceberg dell´Antartide verso la riva, causando gravi danni al ricco ecosistema dei fondali. Uno studio pubblicato questa settimana su Current Biology rivela che gli iceberg stanno raschiando il fondo marino nella loro deriva verso la Penisola Antartica occidentale. Questo movimento sta fondamentalmente alterando il ricco ecosistema dei fondali. La rivista Science riferisce che la "banchisa costiera" in genere trattiene gli iceberg in inverno. Tuttavia, il riscaldamento regionale a causa del cambiamento climatico significa un minor numero di giorni di banchisa costiera ogni anno, e quindi gli iceberg si spostano in acque poco profonde. Come si legge nella sintesi su Cell Biology: "Nell´ultimo mezzo secolo ci sono state massicce perdite di ghiaccio di mare invernale lungo la Penisola Antartica, così come il ritiro dei ghiacciai e la disintegrazione di piattaforme di ghiaccio coincidenti con il recente rapido riscaldamento regionale. Una maggiore disintegrazione dei ghiacciai e delle piattaforme di ghiaccio, accoppiata a meno ghiaccio invernale, aumenta i danni al fondale marino, dove vivono la maggior parte delle specie antartiche". Secondo Science, quando gli iceberg si spostano in acque poco profonde "scolpiscono enormi squarci attraverso l´habitat degli animali invertebrati colorati e tentacolari che popolano il fondo marino". Science riporta come il team di ricerca ha studiato la distribuzione spaziale, la diversità e le interazioni tra e all´interno delle specie dal 1997 al 2013, insieme al percorso del ghiaccio ogni anno. I risultati sono stati "deludenti", osserva la rivista. La maggior parte delle specie non era in grado di recuperare dall´invasione di ghiaccio sempre più frequente. Tuttavia, una specie - un animale muschio incrostato sulle rocce - continuava a sopravvivere superando le altre specie. Science aggiunge: "Ora ha un quasi monopolio nella regione - secondo lo studio - e potrebbe rendere l´intera regione più vulnerabile alle specie invadenti". Forse la cosa più inquietante è la relazione del gruppo di studio relativa a un sondaggio d´immersione del 2013 in una località vicina (Lagoon Island). Questa ha rivelato grandi aree in cui non è presente alcuna mega o macro fauna vivente, "è la prima volta che questo è stato osservato in quella zona, nonostante sia stata visitata regolarmente dai subacquei scientifici dal 1997". Il team prevede che il riscaldamento molto probabilmente aumenterà la mortalità dovuta al passaggio del ghiaccio e potrebbe promuovere la proliferazione di specie non indigene. Le conseguenze sono drammatiche. Lo studio in Current Biology conclude che le superfici dure nelle secche diventeranno deserti "dominate dalla rapida colonizzazione di pionieri e spazzini reattivi". Per maggiori informazioni, visitare: http://www.Cell.com/current-biology/abstract/s0960-9822%2814%2900478-3    
   
   
SESTA CONFERENZA INTERNAZIONALE SULL´INGEGNERIA CHIMICA, BIOLOGICA E AMBIENTALE  
 
Parigi, 24 giugno 2014 - La sesta conferenza internazionale sull´ingegneria chimica, biologica e ambientale (Icbee 2014) si terrà il 15 e 16 settembre 2014 a Parigi, in Francia. La conferenza mira a promuovere la ricerca congiunta nel campo dell´ingegneria chimica, biologica e ambientale e a favorire lo scambio di informazioni tra ricercatori, programmatori, ingegneri, studenti e professionisti provenienti da diversi paesi. L´evento annuale offre agli studiosi una piattaforma per lo scambio accademico. I lavori del convegno saranno pubblicati nei Proceedings of Chemical, Biological & Environmental Engineering. Per maggiori informazioni, visitare: http://www.Icbee.org/index.html    
   
   
ORSO AD ASIAGO: REGIONE ATTIVA DA TEMPO. NON SI PUO’ ABBATTERE, VA DISCIPLINATO E TENUTO LONTANO. IN USO GRATUITO RETI ELETTRIFICATE, CONTRIBUTI PER I DANNI AGLI ALLEVATORI  
 
Venezia, 24 giugno 2014 - “Il problema dell’orso, lo sappiamo tutti, non nasce oggi. Coscienti di questo, abbiamo già da anni stretto rapporti di collaborazione con il Ministero dell’Ambiente, il Corpo Forestale dello Stato e il Corpo di Polizia Provinciale. Abbiamo già formato squadre di emergenza e stiamo collaudando sul territorio un sistema efficace di segnalazione. Non siamo quindi impreparati per gestire la situazione. La scorsa notte abbiamo consegnato la recinzione elettrificata e assicurato il presidio della zona proprio grazie al Corpo Forestale dello Stato e alla Polizia provinciale. Ci stiamo inoltre attrezzando per poter fare dissuasione secondo i criteri di intervento autorizzati dal Ministero, che, lo ricordo, è competente in materia”. Lo sottolinea l’assessore alla Caccia della Regione del Veneto Daniele Stival, intervenendo sull’allarme creato in Altopiano di Asiago dalla ricomparsa dell’orso e dai suoi ripetuti attacchi agli animali, anche d’allevamento della zona, e rispondendo a qualche polemica che sta emergendo. “Per l’orso, e lo abbiamo fatto recentemente anche per il lupo – prosegue Stival - dobbiamo chiarire con forza che la Regione del Veneto non finanzia nessun intervento di ripopolamento, ci mancherebbe altro!” “Gli allevatori sono comprensibilmente preoccupati – aggiunge Stival- ma devono sapere che l’intenzione della Giunta regionale non è certo quella di favorire l’orso e le sue scorribande. L’obiettivo è invece quello di rendergli la vita più difficile, proteggendo le prede e dissuadendolo dall’assumere atteggiamenti via via più impattanti”. “Anche l’orso - fa notare l’Assessore - sta ricomparendo in tutto l’arco alpino, negli spazi che un tempo gli erano abituali. Giunge dalla Slovenia e dal vicino Trentino, spostandosi con grande facilità”. “Non possiamo abbatterlo –prosegue Stival- perché è specie altamente protetta dall’Unione Europea. Sarebbe reato perseguito penalmente e automaticamente si aprirebbe una procedura di infrazione a livello comunitario. La sfida non può che essere quella di imparare a gestirlo. Limitando i danni, apprestando difese efficaci e, in caso di danno, risarcire gli allevatori che si ritrovano con capi di bestiame predati e mandrie spaventate”. “L’obiettivo della Regione –precisa l’Assessore regionale- è stato quello di reperire dei fondi non a carico dei cittadini veneti ma a carico dell’Unione Europea. Bisogna sensibilizzare le comunità locali ed informare gli allevatori sulla possibilità di ricevere in uso gratuito le recinzioni e su come fare tempestive e documentate segnalazioni per ricevere i contributi a fronte di danni subiti”.  
   
   
MARCHE: DIFESA IDRAULICA  
 
Ancona, 24 giugno 2014 - “Mediante un’attenta azione di recupero di risorse disponibili all’interno del Programma operativo del Fondo europeo di sviluppo regionale 2007 – 2013, attiva dall’inizio dell’anno e tutt’ora in corso, abbiamo reperito un milione e 100mila euro per due rilevanti interventi a Tolentino, sul fiume Chienti, e a Senigallia, sul Misa, per ripristinare e accrescere la difesa idraulica dei due corsi d’acqua. Gli interventi sono stati individuati lo scorso marzo e le procedure propedeutiche, quali la conferenza dei servizi con gli Enti locali e i soggetti interessati all´attuazione degli interventi, per verificare se i progetti preliminari predisposti fossero in possesso dei requisiti di ammissione richiesti, si sono già svolte ed è stato quindi riscontrato che gli interventi rientrano all’interno o in prossimità di aree classificate, ad alto rischio idrogeologico, dal Piano di Assetto Idrogeologico della Regione Marche. L ’intervento più rilevante riguarda Senigallia, dove con un investimento di 760mila euro, è prevista la manutenzione del fiume Misa dal centro storico di Senigallia fino alla confluenza con il Nevola, per circa otto chilometri di estensione. In merito all’intervento di Tolentino, con 240mila euro, si andrà a ripristinare la funzionalità di una specifica opera di difesa idraulica, una difesa spondale in corrispondenza del depuratore, compromessa dalle piene del fiume Chienti negli anni precedenti”. Così l’assessore alla Difesa del territorio e alle Politiche Comunitarie, Paola Giorgi, commenta lo stanziamento mediante rimodulazione dei fondi Ue, per i due interventi di difesa idraulica. L’ Assessore sottolinea che i lavori da eseguire dovranno essere effettuati e terminati in tempi brevi , in modo da poter permettere, entro l’anno in corso, la rendicontazione economica secondo quanto previsto dai regolamenti comunitari.  
   
   
LIGURIA: MESSA IN SICUREZZA DEGLI ARGINI BASSI ALLA FOCE DEL MAGRA  
 
Genova, 24 Giugno 2014. "Gli argini bassi del Magra, insieme ai dragaggi appena conclusi, sono un´opera molto importante per ridurre la pericolosità del fiume, per evitare esondazioni, almeno nella parte servita da questo intervento, e daranno un grosso contributo alla tranquillità degli abitanti della zona". Lo ha detto il presidente della Regione Liguria Claudio Burlando presentando in conferenza stampa l´intervento per la messa in sicurezza degli argini bassi alla foce del fiume Magra insieme con l´assessore all´Ambiente Renata Briano, il sindaco di Ameglia Raul Giampedrone e Giorgio Guidotti della Provincia della Spezia. La messa in sicurezza degli argini del Magra, commissionata dalla Provincia della Spezia, è costata 6 milioni 900 mila euro provenienti da fondi della Protezione Civile (6 milioni 500 mila euro), da fondi regionali (100 mila euro) e da fondi statali (300 mila euro). I lavori erano iniziati il 13 ottobre 2012 e si concluderanno all´inizio di novembre 2015. Le ripetute alluvioni che hanno colpito la Liguria negli ultimi anni hanno confermato la situazione critica del tratto terminale del fiume Magra, già evidenziata nel piano di bacino. Con le risorse messe a disposizione dopo le alluvioni del dicembre 2010 e gennaio 2011 è stato possibile avviare una prima parte dell´intervento per la messa in sicurezza del tratto alla foce del fiume. La porzione interessata è compresa, in sponda sinistra, tra il torrente Isolone e la foce, e, in sponda destra, tra il torrente Canal Grande e la foce, zona per cui era già disponibile la progettazione definitiva. La parte dei lavori attualmente in esecuzione riguarda il tratto finale del Magra in località Fiumaretta (sponda sinistra) e Bocca di Magra (sponda destra) per una lunghezza di 990 metri a destra e 920 a sinistra. L´opera realizzerà le arginature lungo le sponde, con dimensioni tali da garantire (secondo le indicazioni fornite dall´Autorità di Bacino Interregionale del Fiume Magra) il contenimento della piena del fiume con tempo di ritorno centennale, assicurando in ogni caso il contenimento della portata trentennale. Le difese vengono realizzate con un muretto di argine rivestito come gli arredi urbani pre-esistenti e con fondamenta rinforzate da strutture metalliche. Per ridurre l´impatto paesaggistico delle opere è previsto il rialzamento dei percorsi pedonali dietro il muro di argine per mantenere un´altezza non superiore a 1,2 metri così da rendere possibile la visuale del fiume. I lavori, iniziati a ottobre 2012, hanno avuto una prima fase critica a causa dei dissesti verificati lungo le sponde per le intense mareggiate durante le precedenti alluvioni, ma ora stanno procedendo regolarmente e sono completati per più del 50%. Con le ulteriori risorse assegnate per proseguire gli interventi di sistemazione del fiume Magra è anche prevista la realizzazione della seconda parte dell´intervento che prevede la realizzazione delle opere di difesa idraulica in sponda destra in località Pantalè, per circa 605 metri, che proseguono quelle attualmente in corso, con un costo previsto di circa 4,7 milioni di euro. Attualmente sono in corso di acquisizione i pareri degli Enti preposti sul progetto esecutivo e si prevede di poter avviare le procedure di affidamento dei lavori entro il mese di ottobre 2014.  
   
   
PROTEGGERE UN TESORO CHIAMATO MARE: L´OSSERVATORIO TOSCANO DEI CETACEI  
 
Firenze, 24 giugno 2014 - Il mare è grosso ma non c´è vento. Ad un tratto qualcosa laggiù tra le onde si agita. E´ un movimento animale improvviso che risveglia il nostro antico istinto di prede e innesca quell´infallibile prontezza periferica del nostro campo visivo. L´impulso non tradisce. A non più di dieci metri eccolo, un delfino. Si alza col suo inconfondibile, lento e maestoso movimento arcuato. La pinna dorsale spicca imponente. E´ un esemplare adulto e molto grande. Scompare. Pochi istanti, pochi metri ed emerge ancora. Di nuovo sott´acqua e poi eccolo di nuovo: ma stavolta è in compagnia. Sono in due, maschio e femmina. Due prodigi della natura che hanno deciso di giocare con gli spruzzi e le onde di questo mare nostrum e regalare emozioni. Tante. Quelle per le quali per esempio un architetto da sempre impegnato nella pianificazione urbanistica può decidere di attaccare plotter e piani regolatori al chiodo e dedicarsi a loro: ai cetacei. La nascita - "E´ nato tutto per una coincidenza - racconta Sergio Ventrella, coordinatore nonché tra i fondatori dell´Osservatorio Toscano dei Cetacei e delle Tartarughe marine - Era il 2006 e, come architetto regionale, avevo accompagnato l´allora nostro assessore all´ambiente a un incontro a Capoliveri. Fu lì, che a margine di una riunione, ci ritrovammo con il professor Tommaso Renieri dell´Università di Siena e con l´assessore all´ambiente del Comune di Capoliveri Milena Briano che mi parlarono della necessità di valorizzare certe potenzialità della nostra regione. Anni addietro infatti la Toscana aveva lavorato con ricerche sui cetacei dando un contributo concreto al Santuario Pelagos. Renieri riteneva che questa esperienza iniziale dovesse essere incrementata. Non può andare perduta, mi disse, può rappresentare un valore aggiunto per il Santuario Pelagos in area internazionale. Mi feci portavoce della proposta, che mi piaceva, presso l´assessore regionale. E lui mi disse ´Segui tu questa idea e tienimi informato´." Dal seguire l´idea a trovarcisi immerso fino al collo, il passo è stato breve. Ventrella ha cominciato a studiare la biodiversità marina per impostare un progetto e riferire poi all´assessore. E quando si studia si sa, spesso ci si appassiona. Così è successo a lui che da allora i cetacei non li ha più lasciati. Con il sostegno di Arpat ha iniziato a entrare nella materia, ad analizzare come la Regione Toscana avrebbe potuto portare avanti questo progetto in embrione. Poi si è rimboccato le maniche, ha preso la sua borsa con tutte le idee che fino ad allora erano uscite dai colloqui con i vari addetti ai lavori, Università, Arpat, amministrazioni locali, ed è andato a trovare i rappresentanti di Liguria, Sardegna, e Corsica e del Ministero dell´Ambiente. Obiettivo: spiegare cosa si voleva fare e capire se era possibile creare una rete di Osservatori regionali e un progetto europeo su cui il Santuario Pelagos potesse contare e che potesse usare. Progetto Gionha - Dopo due anni di lavoro e di studi, la risposta è arrivata concreta nel 2009 grazie al progetto europeo Gionha che non è quello della balena - anche se il riferimento è quantomai in tema - ma sta per "Governance and Integrated Observation of marine Natural Habitat. Gionha ha dato 2,4 milioni di finanziamenti comunitari, distribuiti alle quattro regioni coinvolte: Toscana, Corsica, Liguria e Sardegna. Gionha è un progetto di cooperazione transfrontaliera che promuove la tutela e la valorizzazione della risorsa marina e degli habitat di particolare pregio naturalistico che popolano l´area marina dell´Alto Tirreno, ovvero il "Santuario Pelagos". Il progetto è stato cofinanziato dal Programma di Cooperazione transfrontaliera Italia-francia "Marittimo", 2007-2013 ed è stato coordinato da Arpat, con l´Office de l´Environnement de la Corse, Regione Liguria, Regione Autonoma della Sardegna, Provincia di Livorno. L´osservatorio oggi - Nato nel 2007, il progetto dell´Osservatorio Toscano dei Cetacei così ha avuto i primi finanziamenti europei nel 2009. Confermato nel 2011 in quanto attento ad applicare e interpretare le principali direttive e Convenzioni Internazionali per la salvaguardia della biodiversità marina e degli habitat, nel 2013 vengono approvate le linee guida sulle tartarughe marine. Da meno di un anno infatti l´Osservatorio ha ampliato le sue competenze dai mammiferi alle tartarughe. Nel 2007 Sergio Ventrella viene nominato coordinatore, e poi riconfermato. Con lui in Regione Toscana lavora un collaboratore Bernardo Bonazzi. Il tutto sotto la guida del dirigente del settore Paolo Matina. Le pagine dell´Osservatorio sul sito regionale - "La Rete dell´Osservatorio - racconta Ventrella - ci ha permesso di aggregare una cinquantina di soggetti toscani e non, di essere vigili sul territorio sia in emergenza sia in caso di avvistamenti segnalando passaggi di capodogli o balenottere". L´osservatorio può contare anche su un Comitato Scientifico composto da 15 rappresentanti esperti di cetacei che lavorano negli specifici ambiti di interesse, da Arpat a rappresentanti delle Associazioni ambientaliste, dalle Università toscane, a rappresentanti della medicina veterinaria, dello Zooprofilattico fino ad un membro della Segreteria del Santuario Pelagos. L´osservatorio Toscano dei Cetacei e delle Tartarughe marine oggi è un progetto permanente della Regione Toscana. In pratica è lo strumento tecnico scientifico della Regione e delle sue Università, della Direzione Marittima, dei Centri di ricerca, delle Associazioni di categoria delle attività produttive, di quelle coinvolte nello studio e nell´osservazione dei mammiferi marini, per coordinare gli studi e le attività sul tema della biodiversità marina e delle iniziative per la sua tutela. E´ un essenziale punto di riferimento interregionale, nazionale e internazionale e intraprende azioni rivolte alla mitigazione e alla eliminazione delle minacce e degli impatti delle attività umane sugli ecosistemi e sulla fauna marina, promuove il turismo naturalistico marino sostenibile, e l´informazione, la sensibilizzazione e la comunicazione su queste tematiche. L´osservatorio interviene anche sugli spiaggiamenti attraverso l´Arpat coordinando le attività di altri soggetti coinvolti nelle operazioni di recupero. Allo stato attuale dispone di alcuni Punti informativi che sono: il Comune di Capoliveri, nella sede degli uffici comunali, il Comune di Viareggio nella sede di Villa Borbone Viale dei Tigli a Viareggio, il Parco Nazionale dell´Arcipelago nella sede di Enfola a Portoferraio, il Comune di San Vincenzo, nella sede della Antica Torre, il Comune di Rosignano nella sede situata presso il Museo Civico di Storia Naturale (in corso di realizzazione). Per questi la Regione ha impegnato 120mila euro tra il 2007 e il 2011 e periodicamente, tramite appositi bandi, impegna piccole risorse in specifiche attività di ricerca, formazione e promozione. Un mare così bello così fragile - "Quando si interviene su un cetaceo spiaggiato non è mai una buona notizia - sospira Ventrella - perché vuol dire che per quell´animale non c´è più nulla da fare". Delfini e balene vengono sulla spiaggia a morire. Spesso sono già carcasse o magari sono in fin di vita ma i soccorsi a quel punto sono inutili. Le cause? Varie, tra le più diffuse i fattori connessi alle attività umane e in particolare alla pesca, al traffico nautico, al degrado dell´habitat e a fenomeni di inquinamento anche di tipo acustico. Poi ci sono i virus, come l´epidemia probabilmente di morbillivirus che l´anno scorso da gennaio a marzo ha colpito quasi 30 esemplari nella parte più meridionale della Toscana comprese le isole d´Elba e Pianosa. Un fenomeno che fu definito per fortuna eccezionale, accompagnato da analoghi spiaggiamenti lungo l´intera costa tirrenica: in totale furono 131 in tre mesi tra Lazio, Toscana, Sicilia, Calabria, Campania, Sardegna, Puglia, Basilicata, Marche e Molise. Ma fra i motivi dei decessi purtroppo a volte c´è anche l´ingerimento di sacchetti di plastica che ostruiscono lo stomaco degli animali e quindi impediscono l´alimentazione. Oppure l´inquinamento da metalli pesanti o Ddt che vengono assorbiti dall´organismo risultando letali. Ebbene sì, benché bandito dal ´86 in tutta l´Europa, il Ddt è ancora diffuso in alcuni Paesi del Mediterraneo, dove viene usato per la lotta alla malaria, e dai campi finisce inevitabilmente in mare. "Per questo è utile entrare in possesso delle carcasse e fare le autopsie - spiega Ventrella- Perché da questi studi riusciamo a capire lo stato di salute del nostro mare". Cioè il Mediterraneo, un ambiente marino chiuso, tanto pregiato quanto sensibile e vulnerabile nei confronti dell´inquinamento causato da sversamenti di idrocarburi, dagli scarichi tossici e da disastri ambientali. E i cetacei, predatori al vertice della catena alimentare, molto longevi e particolarmente ricchi di grasso, sono degli accumulatori ideali di inquinanti che provocano tumori, turbe al sistema immunitario e riproduttivo. Proprio questo mare, così bello e così fragile, cristallino e ribelle, in alcuni punti anche violento, rischia di essere sfidato dal relitto della Concordia, nel viaggio dal Giglio verso il porto di Genova. I magnifici otto - Più che il mare delle grandi navi, questo è il mare delle barche a vela e dei pescherecci. Proprio i pescherecci sono talvolta i compagni di viaggio di branchi di tursiopi, una delle otto specie di cetacei presenti da noi. I tursiopi sono come il famoso Flipper, eroe del cinema, neri, possono arrivare fino a 3 metri di lunghezza, vivono entro le 6 miglia dalla costa e si spostano in piccoli gruppi, di 8 o 10 esemplari. Spesso sono mamma e figlioletti. Capita non di rado che si accodino appunto ai pescherecci e li seguano, li seguano, con uno scopo preciso: banchettare a più non posso. Sono infatti voracissimi. Non per niente i pescatori li chiamano "lupi di mare" e, quando vengono affiancati da un branco, lo riconoscono e lo salutano. Il delfino comune invece è quasi scomparso, lo riconosci perché ha il disegno di un otto come il segno dell´infinito su un fianco. Ma è rarissimo incontrarne. Al contrario della stenella striata. In Italia ne sono stati avvistati e spesso fotografati 1900 esemplari. Poi c´è il grampo, ha la testa come un melone, nella forma adulta ha il corpo graffiato di bianco. Vive nelle acque profonde e proprio per questo è raro vederlo ma in Toscana ne sono stati avvistati diversi esemplari. Lo zifio invece è a forma di siluro, è lungo dai 5 ai 7 metri tanto che a volte viene scambiato per una balenottera. Il maschio è dotato addirittura di due denti sporgenti. Vive nelle grandi profondità ed è molto sensibile ai sonar che ne mettono in crisi totale il delicato sistema di orientamento. Due anni fa l´uso improprio dei sonar Nato durante un´esercitazione a largo di Siracusa ha provocato lo spiaggiamento di due zifii. Poi c´è il globicefalo, che è nero, scuro, ha appunto la testa a globo, arriva fio a 6 metri di lunghezza e vive in gruppi strutturati. Una delle sue caratteristiche più curiose è la capacità di rimanere fermo in posizione verticale. Gli avvistamenti più emozionanti sono stati quelli di un gruppo di globicefali in cerchio, con la sola testa fuori dall´acqua, che se ne stavano lì come bagnanti. Passando alle taglie giganti eccoci al capodoglio, il più grande mammifero marino con i denti che può arrivare fino a 18 metri e 80 tonnellate di peso. Nuota nelle grandi profondità ed è molto frequente nel mar Ligure. Molto più comune in Toscana è la balenottera che può raggiungere anche i 20 metri di lunghezza. Ne sono state avvistate circa 600 esemplari nel Mediterraneo. La serenata delle megattere - Infine la megattera. Tre anni fa un esemplare di megattera creò lo scompiglio su una spiaggia di Marina di Pietrasanta. Uscì dalle acque all´improvviso con un salto maestosa e bitorzoluta, perché è ricoperta di tubercoli carnosi ed è munita di due pinne pettorali che le consentono di volare e saltare come un delfino. Emerse a trecento metri dalla riva popolata da bagnanti in vacanza. Fu un colpo per tutti e la meraviglia mista alla curiosità li spinse a buttarsi in acqua con pattini, pedalò, canotti o materassini, insomma quello che trovavano. Perché ogni mezzo andava bene pur di arrivare il più vicino possibile a quella sorprendente creatura e ammirarla. L´ habitat naturale della megattera sono l´oceano Atlantico, il mare attorno all´Antardite, l´Alaska, ma anche il Pacifico, la parte orientale dell´Australia. Capita però che a volte questo esemplare passi lo Stretto di Gibilterra e si venga a infilare nel Mediterraneo e allora, finché non ritrova l´uscita, gravita nelle nostre acque. Non solo è capace di volare nonostante la stazza che può arrivare a 40 tonnellate per 15 metri di lunghezza. Il maschio della megattera canta, canta per amore. Riesce a esibirsi anche per 10 ore di fila durante immersioni a grandissime profondità disponendo di una delle forme di comunicazione più complesse del regno animale. Il suo linguaggio è composto da elementi minimi, le unità, che vengono uniti tra loro fino a formare frasi a loro volta ripetute in temi. I temi possono poi essere eseguiti seguendo precisi schemi che danno origine a canti lunghi anche parecchi minuti. Insomma una vera e propria serenata che si propaga per centinaia di chilometri, fino a raggiungere la femmina e "incantarla". Tartarughe, l´emozione di salvarle - A differenza di quelli dei cetacei, i recuperi delle tartarughe sono molto più lieti, perché in questi casi c´è il salvataggio. L´osservatorio ha seguito diversi recuperi. Dal gennaio 2014 ad oggi sono stati recuperati 10 esemplari vivi. Il primo è avvenuto il 12 gennaio alle secche della Meloria dove è stato tratto in salvo un piccoletto di 30 centimetri. Dopo una terapia di antibiotici è stato "ricoverato" all´acquario di Livorno e rimesso in mare sano e salvo a febbraio. Altri recuperi, tutti di esemplari tra i 40 e i 60 cm, quindi abbastanza giovani, sono avvenuti a Portoferraio il 23 febbraio, a Marina di Grosseto il 18 marzo e l´ultimo, sempre sulla spiaggia di Marina di Grosseto dove sono state tratte in salvo 5 tartarughe marine. La prima cosa che si fa appena si recuperano, una bella radiografia, spiega Ventrella, per vedere se hanno ingoiato ami e plastica. Le tartarughe spesso scambiano i sacchetti di plastica per meduse di cui sono golosissime. Quando succede, bisogna operarle e togliere il corpo estraneo che impedisce sia di deglutire che di defecare. Una volta curate, possono tornare nel loro ambiente, libere e sane a nuotare. Quel nonno tedesco - Una delle soddisfazioni più grandi è la risposta dei cittadini che visitano i centri segnalati dall´ Osservatorio e si appassionano. Ventrella non ha dubbi. Poi ci sono i cittadini particolari, che non si dimenticano, come quel nonno tedesco che gli ha telefonato un po´ di tempo fa. Habitué dell´isola d´Elba dove viene regolarmente in vacanza, ha un nipote patito del mare. Mare in quanto habitat, cetacei in particolare e fossili. Un cliente perfetto dell´Osservatorio, quindi. Così questo nonno, dopo aver fatto visitare al nipote tutti i musei di storia naturale della Toscana, aver acquistato tutte le pubblicazioni e tutti i filmati prodotti dall´Osservatorio, di fronte alle ulteriori richieste del bambino, ha telefonato a Ventrella: "E ora cosa posso fare?" ha chiesto per placare quella curiosità insaziabile. Il programma per il momento era esaurito, ha spiegato Sergio Ventrella, ma lo ha rassicurato. Suo nipote aveva una ricchezza grande quanto il Santuario Pelagos: un nonno che non si stancava di cercare consigli per lui.  
   
   
ALLUVIONE, LA GIUNTA REGIONALE DELLE MARCHE RINNOVA LA RICHIESTA AL GOVERNO PER IL DECRETO SULLO STATO DI EMERGENZA.  
 
Ancona, 24 giugno 2014 - La giunta regionale, ieri mattina, ha fatto il punto sulla situazione del territorio regionale e senigalliese in particolare, in seguito ai danni e ai disagi provocati dall’alluvione del 2 maggio scorso. Su proposta del presidente Gian Mario Spacca, la giunta ha deciso di sollecitare il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, affinché sia dichiarato al più presto lo stato di emergenza richiesto dalla Regione. L’appello è stato trasmesso con urgenza al Governo ma anche ai Parlamentari perché promuovano un’azione di sensibilizzazione sui problemi contingenti, come ad esempio, la immediata possibilità di esenzione dagli adempimenti fiscali. Come si ricorderà, il 26 maggio scorso, il presidente Spacca aveva già inviato una lettera in tal senso al Presidente del Consiglio facendo presente che la documentazione necessaria per le attività di competenza del Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri e la relativa emissione del decreto, era stata predisposta dalla Regione e trasmessa già da metà maggio. L’auspicio della giunta è pertanto che la dichiarazione dello stato di emergenza, venga assunta possibilmente nella prossima seduta del Consiglio dei Ministri. Per Senigallia, pur costituendo un esempio di efficienza e rapidità per il ripristino della normalità, si tratta di un passaggio essenziale, in quanto solo con la dichiarazione potranno essere avviati i procedimenti utili, anche sotto il profilo fiscale e tributario, per assicurare interventi a favore delle famiglie e delle imprese fortemente danneggiate.  
   
   
ZANZARE: AVVIATI GLI INTERVENTI SU 750 ETTARI DI RISAIE INTORNO A MILANO SEMPRE DISPONIBILE NELLE 85 FARMACIE COMUNALI IL PRODOTTO BIOLOGICO PER GIARDINI E CORTILI DEGLI EDIFICI PRIVATI  
 
Milano, 24 giugno 2014 – Sono stati avviati, con operazioni a Trenno e in Barona, anche gli interventi preventivi con gli elicotteri ultra leggeri per la disinfestazione biologica delle risaie intorno a Milano. Si tratta di circa 300 piane coltivate a riso per una superficie di circa 750 ettari. I terreni si trovano principalmente lungo la fascia sud della città, tra le zone 5 e 6, mentre a nord-ovest ci sono alcune risaie nelle vicinanze di Bosco in Città, Trenno e Figino. I prossimi interventi preventivi si terranno sulle risaie di Quinto Sole e ai confini di Opera, subito dopo che saranno state allagate. Il contrasto alla specie di zanzare tipiche delle risaie (Aedes Ochlerotatus Caspius) viene effettuato con la collaborazione dei risicultori milanesi, che supportano il Comune nella lotta alle zanzare grazie a metodi agronomici come la semina interrata su terreno asciutto, la sommersione temporanea delle piane, la distribuzione di larvicidi durante il diserbo in acqua in pre-semina, durante la semina in acqua del riso e sulle rive delle rogge scoperte della rete di distribuzione idrica agricola. I trattamenti di disinfestazione delle zanzare di risaia vengono effettuati, dopo aver svolto monitoraggi di campionamento delle acque, distribuendo sulle piane coltivate il larvicida biologico a base di Bacillus Thuringiensi Israelensis utilizzando elicotteri biposto ultra leggeri. Eseguiti gli interventi, le risaie vengono costantemente monitorate con campionamenti settimanali. In questo modo, non appena si manifesta un’infestazione larvale viene programmato l’intervento successivo. Questa tipologia di disinfestazione si affianca a tutte le altre forme di intervento contro le zanzare messe in atto dal Comune di Milano, a partire da metà marzo e fino a fine ottobre, attraverso sette cicli negli oltre 125mila tombini stradali, a cui si aggiungono le azioni di disinfestazione larvicida, eseguite da Amsa nell’ambito del Contratto di Servizio con il Comune di Milano, negli altri circa 10.000 tombini presenti negli immobili comunali: 542 scuole (2.663 pozzetti), 245 edifici comunali (900) e 10 cimiteri (6.000). Infine, per permettere a tutti di intervenire nei giardini e nei cortili degli edifici privati, dove il Comune di Milano non può operare, è sempre disponibile nelle 85 Farmacie Comunali l’insetticida biologico Bacillus Thurigiensis variante Israelensis (scatole da 10 compresse a 6,80 euro). È infatti fondamentale, per una buona riuscita della campagna di prevenzione, anche il contributo dei privati. Per questo ogni anno il Comune rinnova questa collaborazione con le Farmacie Comunali che permette ai singoli cittadini e ai condomini di intervenire nelle proprie pertinenze con una spesa molto bassa, rispettando l’ambiente ed evitando di disperdere inutili prodotti disinfestanti nell’aria.  
   
   
ANTINCENDI BOSCHIVI, ROSSI: "TOSCANA PRONTA A GEMELLAGGI"  
 
Firenze, 24 giugno 2014 - "Gemellaggi antincendio tra le Regioni? L´idea del presidente del consiglio mi sembra buona. Per combattere questa piaga, in Toscana abbiamo costruito un sistema che integra le risorse, i mezzi e le competenze degli enti pubblici locali, statali e del volontariato, con buoni risultati, nonostante la grande estensione dei boschi e del territorio da difendere. Se i soldi scarseggiano bisogna puntare sulla collaborazione e sull´efficienza. La Toscana è pronta a fare la sua parte". Questo il commento del presidente Enrico Rossi ad una lettera inviata dal premier Matteo Renzi a tutti i presidenti di Regione e contenente "Raccomandazioni per un più efficiente contrasto agli incendi boschivi". Il servizio antincendi boschivi in Toscana Per difendere 1 milione e 150 mila di ettari di bosco dal fuoco, la Regione applica da anni sul territorio il principio che "l´unione fa la forza", integrando risorse, mezzi e competenze del pubblico e del privato, di enti locali (Comuni, Unioni dei Comuni, Province) e associazioni di volontariato, il Corpo Forestale dello Stato, il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, la Protezione Civile e gli Enti Parco regionali. Quando scatta l´operatività antincendio l´attività è gestita dalla Soup, la sala operativa unificata permanente della Regione, che coordina 500 operai forestali e 4 mila volontari oltre a Corpo Forestale e Vigili del Fuoco Questo "esercito" antincendio si avvale di 10 centri operativi provinciali, dispone di 1130 mezzi antincendio, di cui 870 mezzi leggeri e 260 mezzi pesanti, e può contare su 10 elicotteri regionali. Per il 2014 la Regione ha riconfermato un impegno di oltre 11 milioni di euro per garantire le attività di prevenzione e contrasto degli incendi boschivi. Negli ultimi 10 anni si sono registrati in Toscana 5 mila 486 incendi boschivi, con una media di 548 eventi all´anno, la superficie media percorsa dal fuoco ogni anno è di circa 1100 ettari con una superficie boscata media per evento di circa 2 ettari, che testimonia la tempestività degli interventi. Il sistema si fonda sulla tempestività d´intervento, sulla prevenzione, sulla formazione degli addetti, e anche su opere pubbliche: interventi selvicolturali, realizzazione e cura della viabilità forestale, creazione di fasce e viali parafuoco, presenza di invasi e di punti di approvigionamento idrico, di torrette e punti di avvistamento, una rete efficiente di comunicazione radio. Oggi in Toscana ci sono 170 strade di servizio per le strutture antincendi boschivi, 435 viali parafuoco, 28 torrette e 19 punti di avvistamento, 36 impianti di rete radio, 19 elisuperfici e basi elicotteri, 310 punti d´acqua.  
   
   
LOMBARDIA, VIA LIBERA A PIANO RIFIUTI E BONIFICHE  
 
Milano, 24 giugno 2014 - Via libera della Giunta lombarda al Piano regionale di gestione dei rifiuti e delle bonifiche. "Un lavoro lungo e complesso, che ci permetterà di regolamentare per i prossimi sei anni le attività ambientali nei territori. Settori che hanno relazioni dirette per la qualità della vita dei cittadini" ha commentato l´assessore all´Ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile di Regione Lombardia Claudia Maria Terzi. Soddisfatta Risultato Raggiunto - La titolare regionale dell´Ambiente si è detta soddisfatta per il risultato raggiunto, "figlio di un percorso virtuoso, che ha visto confrontarsi tutti gli attori: dagli Enti locali alle associazioni di categoria, al mondo delle imprese". Le Novità - Molte le novità introdotte dal Piano. Tra queste, la rete impiantistica per il trattamento dei rifiuti. In particolare, il Piano riafferma con forza il principio di autosufficienza regionale, introducendo il bacino regionale per i rifiuti urbani. Con l´ampia dotazione impiantistica già presente in Lombardia, di fatto, il Piano introduce un blocco alle nuove autorizzazioni e agli ampliamenti. Decommissioning Selettivo - La Giunta si è inoltre impegnata a valutare ulteriori criteri e indicazioni riguardo alla progressiva e graduale dismissione di impianti di trattamento dei rifiuti urbani non più necessari, ai fini del mantenimento dell´autosufficienza regionale, tenendo conto anche delle prestazioni tecnologiche e ambientali degli impianti stessi. Capitolo Amianto - Il nuovo Piano rifiuti varato dalla Giunta regionale introduce inoltre nuovi criteri localizzativi per gli impianti (inceneritori, discariche e trattamento), come ad esempio l´aumento delle distanze di salvaguardia per le discariche di amianto a tutela della salute pubblica. I Numeri - Attualmente la Lombardia può contare su 11 impianti di incenerimento per i rifiuti urbani residui, 10 per il trattamento, 2 di incenerimento di combustibili, 9 discariche e 6 impianti capaci di trattare in co-combustione sia combustibili da rifiuti che quelli solidi. Numeri che confermano la piena autosufficienza regionale. Rete Nazionale Inceneritori - Un Piano rifiuti, quello lombardo, che di fatto va nella direzione opposta alla rete nazionale degli inceneritori proposta dal Governo centrale. "Noi abbiamo messo dei paletti ben precisi per i prossimi sei anni - ha spiegato l´assessore Terzi -. E, da tempo, abbiamo ribadito la nostra totale contrarietà alla volontà del Governo, che renderebbe vani gli sforzi dei Lombardi. Il rischio è che, alla fine, gli impianti del nostro territorio debbano smaltire i rifiuti altrui, quando noi, come già sottolineato, siamo ampiamente autosufficienti". "Il Piano rifiuti appena approvato dalla Giunta - ha concluso -certifica un dato importante: non saremo la discarica per le inefficienze delle altre Regioni".  
   
   
PRIMO RAPPORTO SUL COMPOST IN SARDEGNA  
 
Cagliari, 24 Giugno 2014 - Presentato dall´Assessore della Difesa dell´ambiente Donatella Spano il primo Rapporto compost in Sardegna. La quota di frazione organica raccolta nel 2012 (ultimi dati disponibili) è stata pari a oltre 190mila tonnellate. Si tratta del 25% del rifiuto totale e del 52% dei materiali raccolti in maniera differenziata. Circa il 96,5% è andato a impianti di compostaggio-digestione anaerobica con una crescita di oltre l´11% rispetto all´anno precedente. Ma dal Rapporto emerge soprattutto un dato: dal 2005 al 2012 sono diminuite le tonnellate di rifiuti indifferenziati raccolte: da 788mila a 388mila. Mentre è salita, nello stesso periodo la "differenziata": da 86mila a 366mila. "La nostra Regione - ha spiegato l´assessore Spano - si è distinta in questi anni per la raccolta. Coerentemente con il piano dei rifiuti abbiamo cercato di coprire tutta la filiera sino alla possibilità di trattamento e riutilizzo dei rifiuti con la valorizzazione del prodotto in modo da portare ulteriore reddito con utilizzo soprattutto nel settore della florovivaistica". In particolare il 72% del materiale viene impiegato in agricoltura e il 22% è utilizzato nel settore florovivaistico. Il materiale sfuso viene venduto a un prezzo che oscilla fra i cinque e i 20 euro a tonnellata. Attualmente risultano in esercizio 13 impianti di compostaggio: tre sono privati. Importante dunque la vendita del prodotto ottenuto, con tanto di marchio denominato Compost Sardegna. "L´ecocompatibilita - ha aggiunto Spano - può creare ulteriore reddito: questa è la linea su cui ci muoviamo".  
   
   
GROTTELLINE: ECCO LA STORIA DELLA DISCARICA  
 
Bari, 24 giugno 2014 - “Per ristabilire la storia di Grottelline, rispetto agli attacchi ingiustificati cui la Regione Puglia è sottoposta è opportuno partire dalla documentazione, per evitare ricostruzioni fantasiose o, peggio, prive di qualunque crisma di storicità: in riferimento alle evidenze emerse dalle attività degli organi di polizia giudiziaria che hanno rinvenuto in quell´area rifiuti riconducibili alla pratica degli ex art. 12 Dpr 915/82. Premettendo che questa ricostruzione è assolutamente indipendente rispetto all´iter di valutazione tecnica dell´ipotesi di localizzazione dell´impianto in quel sito, vale la pena però ripercorrere le tappe che hanno portato a rinvenire in quel sito dei rifiuti interrati. Rifiuti dei quali, solo le indagini, potranno stabilire la provenienza e, soprattutto, la distanza che hanno percorso”. Così Lorenzo Nicastro, Assessore alla Qualità dell´Ambiente della Regione Puglia. “La Giunta Provinciale di Bari con una delibera del 28 marzo 1991 approvava il progetto di realizzazione di un impianto di 1^ categoria per lo smaltimento rifiuti in località Grottelline a Spinazzola. Il progetto, tanto per chiarezza, era stato presentato dallo stesso comune di Spinazzola con istanza del 14 febbraio 1990 e aveva scontato vari passaggi in conferenza provinciale con la partecipazione delle amministrazioni di Spinazzola, Poggiorsini, Gravina racchiudi in un verbale di seduta del 25 febbraio 1991. E´ evidente quindi, nonostante qualcuno dica che quel sito non sia mai stato nelle disponibilità di quella amministrazione, che proprio su quello – chiaramente individuato in ordinanza con i dati catastali foglio 142, particelle 11 e 143 – vi fosse una vera e propria pianificazione per la gestione dei rifiuti urbani di quel comune e non solo. Tra conferenze provinciali ed accordi di programma interni all´Ato Ba4 – prosegue Nicastro – il sito di Grottelline passa in secondo piano rispetto all´altro sito individuato in territorio di Altamura che stando alle analisi costi/benefici dell´epoca risultava più comodo sul piano logistico per le esigenze del Bacino”. “Grottelline diventava così, almeno formalmente, l´opzione ´B´ salvo poi tornare in auge a seguito di indisponibilità del sito di Altamura: nel 1995 Spinazzola individua le famose particelle, in virtù del citato art. 12 Dpr 915/82, come sito per il temporaneo ed urgente smaltimento dei propri rifiuti urbani a partire dal dicembre 1995 (l´ordinanza nr. 77/1995 revoca le precedenti che individuavano altra location e individua Grottelline) e, con certezza documentale, fino a metà dell´anno successivo. Nel mezzo ci sono querelle con altri comuni del territorio che si rifiutano di accogliere i camion di Spinazzola, ordinanze fatte e poi ritirate, accordi di programma tra comuni firmati e poi disattesi che, alla fine costringono il sindaco di allora ad usare nuovamente Grottelline formalmente fino al 12 giugno del 1996. E´ utile tratteggiare la storia di quel sito per chiarire da dove possano essere arrivati i rifiuti rinvenuti, individuare a quali istituzioni spettasse il compito di monitorare che la ditta incaricata del servizio di nettezza urbana a cui veniva ´ordinato´ di conferire nelle cave di quel sito lo facesse rispettando le prescrizioni contenute negli atti. Nel disordine provvedimentale ci sarebbe spazio per considerazioni di ogni tipo, quello che certamente dai documenti appare evidente è – prosegue l´assessore – cosa sia accaduto in quei luoghi, chi fossero i soggetti a vario titolo interessati nelle attività di gestione e in virtù di quali atti: una chiarezza che sembra sfuggire a chi vuol fare di quel sito, a qualunque costo, il terminale di traffici illeciti, di interessi criminali o a chi, ancora, usa addossare al Piano Rifiuti approvato dal Consiglio e alle scelte operate dal Governo Regionale la responsabilità di tutto quello che è accaduto sul nostro territorio, anche in epoche risalenti nel tempo. La vicinanza alle popolazioni non è solo partecipare alle marce, è anche poter restituire alla cittadinanza una storia certa che, in quanto conosciuta e conoscibile da tutti, possa non ripetersi tale e quale”.  
   
   
GIUNTA PUGLIA APPROVA COMPOSTAGGIO DI COMUNITÀ: 12,5 MIL DI € AI PICCOLI COMUNI  
 
Bari, 24 giugno 2014 - “L´incremento della raccolta differenziata potrebbe determinare, soprattutto per le realtà comunali con numero di abitanti inferiore alle 4mila unità, un eccessivo costo di smaltimento delle varie frazioni dei rifiuti urbani: per questo abbiamo inteso avviare una procedura che permetta a queste realtà di accedere a risorse dedicate a quello che definiamo compostaggio collettivo. Con 12,5 mln di risorse disponibili sui fondi Po Fesr 2007-2013 invitiamo queste comunità a dotarsi di compostiere di comunità a cui conferire la frazione umida proveniente dalla raccolta differenziata evitando i costi di accesso presso agli impianti”. Così l´Assessore alla Qualità dell´Ambiente della Regione Puglia presenta la delibera approvata quest´oggi dalla Giunta Regionale. “Il potenziale contributo del compostaggio di comunità è fondamentale nell’ambito del sistema integrato di gestione dei rifiuti urbani; con il progressivo diffondersi delle raccolte domiciliari o ´porta a porta´ i piccoli Comuni ridurrebbero significativamente i costi di gestione del servizio di igiene urbana mediante il conferimento della frazione organica in piccoli impianti di trascurabile impatto, il più vicino possibile ai luoghi di produzione. Il tutto – spiega Nicastro - contribuendo a valorizzare il riutilizzo in loco del compost (D. Lgs. 75/2010) e ad aumentare le possibilità di un cambio comportamentale dei cittadini. I comuni fino a 4mila abitanti potranno accedere a questa opportunità, dotarsi di una compostiera di collettività affidandola al proprio gestore dei servizi di igiene urbana abbattendo i costi di conferimento e, quindi, evitando che la differenziazione del rifiuto risulti eccessivamente onerosa per il cittadino”. Compostaggio Di Comunita´. Nicastro: “12,5 Mln Di Euro Per I Piccoli Comuni”. “L´incremento della raccolta differenziata potrebbe determinare, soprattutto per le realtà comunali con numero di abitanti inferiore alle 4mila unità, un eccessivo costo di smaltimento delle varie frazioni dei rifiuti urbani: per questo abbiamo inteso avviare una procedura che permetta a queste realtà di accedere a risorse dedicate a quello che definiamo compostaggio collettivo. Con 12,5 mln di risorse disponibili sui fondi Po Fesr 2007-2013 invitiamo queste comunità a dotarsi di compostiere di comunità a cui conferire la frazione umida proveniente dalla raccolta differenziata evitando i costi di accesso presso agli impianti”. Così l´Assessore alla Qualità dell´Ambiente della Regione Puglia presenta la delibera approvata quest´oggi dalla Giunta Regionale. “Il potenziale contributo del compostaggio di comunità è fondamentale nell’ambito del sistema integrato di gestione dei rifiuti urbani; con il progressivo diffondersi delle raccolte domiciliari o ´porta a porta´ i piccoli Comuni ridurrebbero significativamente i costi di gestione del servizio di igiene urbana mediante il conferimento della frazione organica in piccoli impianti di trascurabile impatto, il più vicino possibile ai luoghi di produzione. Il tutto – spiega Nicastro - contribuendo a valorizzare il riutilizzo in loco del compost (D. Lgs. 75/2010) e ad aumentare le possibilità di un cambio comportamentale dei cittadini. I comuni fino a 4mila abitanti potranno accedere a questa opportunità, dotarsi di una compostiera di collettività affidandola al proprio gestore dei servizi di igiene urbana abbattendo i costi di conferimento e, quindi, evitando che la differenziazione del rifiuto risulti eccessivamente onerosa per il cittadino”. “Ci aspettiamo che i rappresentanti istituzionali dei comuni fino a 4mila abitanti approfitteranno di questa opportunità per le proprie comunità: avranno modo di incidere sensibilmente sulla pressione che i servizi di nettezza urbana e di conferimento del rifiuto esercitano sulle tasche dei propri concittadini ma, soprattutto, di avviare un percorso virtuoso in quei contesti per la gestione a km 0 della frazione umida attraverso la produzione di ammendante da riutilizzare sul posto. Si tratta di risorse economiche – conclude Nicastro – a sportello riservati a progetti realizzabili entro il mese di giugno prossimo”.  
   
   
BOLZANO: GUASTO AL TERMOVALORIZZATORE, AVVIATO LO SPEGNIMENTO  
 
Bolzano, 24 giugno 2014 - Causa un guasto al termovalorizzatore, il gestore Eco-center ha avviato il processo di spegnimento dell´impianto. L´appa comunica che lo spegnimento procede in modo lento e con una produzione di emissioni monossido di carbonio e di carbonio organico totale (Co e Cot) al di sopra dei valori limite. L´agenzia precisa che attualmente non vengono registrati valori anomali nella qualità dell´aria. Nella serata del 22 giugno verso le 20 nel termovalorizzatore di Bolzano sud si è verificato il blocco del turbogeneratore per la produzione di energia elettrica. Dalle prime informazioni fornite dal gestore Eco-center è possibile che tale problema sia legato ad un´anomalia nell´alimentazione ad alta tensione. A questo evento si è aggiunto il guasto della valvola di sicurezza della caldaia, che ha costretto il gestore ad avviare il processo di spegnimento senza il supporto dei bruciatori ausiliari. L´agenzia provinciale per la protezione dell´ambiente sottolinea che durante tutta la fase dello spegnimento viene garantito il funzionamento dei filtri e del sistema di misurazione in continuo degli inquinanti. I dati e i campioni così raccolti consentono all´Agenzia di seguire in tempo reale l´andamento delle emissioni e di poter successivamente valutare l´eventuale emissione di diossine. L´agenzia precisa inoltre che attualmente non vengono registrati valori anomali per quanto riguarda la qualità dell´aria. Durante lo spegnimento la combustione del materiale presente nella caldaia continua ad un livello di temperatura più bassa e in modo lento. Tale situazione causa emissioni di Co e Cot sopra i valori limite. Si sottolinea però che tutto il sistema di filtraggio ha continuato e continua a funzionare. Al momento sono stati registrati superamenti per diverse ore dei limiti semiorari per quanto riguarda il monossido di carbonio e del Cot (carbonio organico totale). Per quanto riguarda l´emissione delle diossine il campionatore in continuo è in funzione e consentirà di effettuare le analisi per verificare l´entità delle emissioni. L´agenzia sta inoltre monitorando di continuo nelle stazioni di rilevamento della qualità d´aria e in particolare in quella nel quartiere Casanova: finora non si registrano valori anomali. Per le prossime ore non si possono escludere molestie olfattive, considerato che il processo di spegnimento potrebbe protrarsi fino alla serata odierna. Il gestore invierà all´Appa una dettagliata relazione sulle cause di quanto è accaduto e sulle procedure attuate per ridurre le emissioni in atmosfera.  
   
   
BONIFICA E MESSA IN SICUREZZA DISCARICHE, DA GIUNTA CALDORO 20 MILIONI  
 
Napoli, 24 giugno 2014 - La Giunta Caldoro, attraverso l´assessorato all´Ambiente guidato da Giovanni Romano, ha dato il via ai decreti con cui vengono stanziati circa 20 milioni di euro per le attività di bonifica e/o di messa in sicurezza permanente dei siti di discarica comunale o consortili non più in esercizio. Il progetto complessivo prevede gli interventi su discariche per un valore complessivo di 142 milioni di euro, a valere sulle risorse in dotazione all´Obiettivo Operativo 1.2 “Migliorare la salubrità dell´ambiente” del programma operativo regionale Fesr 2007-2013 che individua quali beneficiari del finanziamento gli Enti Locali competenti per la gestione delle discariche. Questi i Comuni destinatari del finanziamento, l´intervento da effettuare e la somma stanziata: Carife (Av) Bonifica e messa in sicurezza della ex discarica comunale Rsu – loc. Fontanelle 2.284.122,23. Frigento (Av) Bonifica e messa in sicurezza della ex discarica comunale in loc. Scheda di Celio 1.918.588,80. Luogosano (Av) Bonifica e messa in sicurezza della ex discarica comunale in loc. Molara 1.593.901,19. Marzano di Nola (Av) Bonifica e messa in sicurezza della ex discarica Comunale di Rsu loc San Nereo 2.240.022,57. Nusco (Av) Bonifica e messa in sicurezza discarica comunale in loc. Embrici 1.913.460,69. Venticano (Av) Bonifica e messa in sicurezza della ex discarica comunale di rsu loc. Chiarie 1.717.083,87. Castelpoto (Bn) Bonifica discarica comunale loc. S. Mauro 850.000,00. Bonifica discarica comunale loc. Caravena 2.460.000,00. San Marco dei Cavoti (Bn) Messa in sicurezza e sistemazione finale della discarica com.Le di 1 Cat. Sita in loc. Ciavolano 1.932.006,42. Buonalbergo (Bn) ex discarica comunale local. Cerreto 50.000,00. Ex discarica comunale località Postiglione 50.000,00. Celle di Bulgheria (Sa) Lavori di bonifica, messa in sicurezza e recupero ambientale della ex discarica comunale loc. Pizzirro-perato ex Pizzino 541.800,00. Ogliastro Cilento (Sa) Bonifica e messa in sicurezza della ex discarica comunale Selva (fraz. Finocchito) 794.283,88. Vallo della Lucania (Sa) Lavori di messa in sicurezza e bonifica ex discarica comunale loc. Ficarrole 1.571.286,48. “Sono i primi finanziamenti a favore dei Comuni - sottolinea l´assessore Giovanni Romano - che attuano un programma complessivo della Regione finalizzato a mettere in sicurezza definitivamente i territori su cui insistono vecchie discariche con interventi definitivi di bonifica. “E´ un´altra delle risposte concrete della Giunta Caldoro per la salvaguardia dell´ambiente. Ma soprattutto è un segno concreto dell´attenzione della Giunta verso i territori delle aree interne della Regione dimenticati da troppo tempo e caratterizzati da criticità´ ambientali causate negli anni lasciate a noi come pesante eredità. Nei mesi scorsi abbiamo ascoltato tutti i Comuni interessati che hanno confermato l’interesse alla realizzazione dell’intervento, impegnandosi nel contempo ad accelerare le procedure per la definizione delle attività progettuali. Sono stati sollecitati ulteriormente a presentare la documentazione necessaria da inviare e man mano che arrivano i progetti esecutivi con le autorizzazioni saranno immediatamente predisposti i decreti di ammissione al finanziamento”, conclude Romano.  
   
   
RIFIUTI: ACCORDO CON LA PROVINCIA DI SAVONA IMPORTANTE ATTO DI SOLIDARIETÀ TRA TERRITORI  
 
Genova, 23 Giugno 2014. "Ringrazio la Provincia di Savona e il Comune di Vado Ligure per l´atto importante di solidarietà tra territori compiuto quest´oggi che consentirà di garantire la continuità di smaltimento a 26 Comuni della Provincia di Genova che conferiscono i rifiuti a Scarpino, nel caso in cui, a partire da settembre, ci fossero problemi di conferimento per la scadenza dell´Autorizzazione Integrata Ambientale ". È il commento dell´assessore regionale all´ambiente e neo parlamentare europea Renata Briano dopo l´accordo siglato questa mattina sui rifiuti tra Regione Liguria e la Provincia di Savona. "In questo modo possiamo garantire, da settembre a dicembre, la continuità di smaltimento ai Comuni della Provincia di Genova - ha continuato Briano – e per quanto riguarda il capoluogo ligure stiamo lavorando ad accordi interregionali. Tutto ciò permette di guardare al futuro con più serenità, facendo in modo che tutti gli enti preposti si impegnino per portare avanti quanto previsto dal piano regionale dei rifiuti: in particolare per il raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata e la realizzazione di impianti di trattamento dell´umido".