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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 24 Giugno 2014
RICERCA D´AVANGUARDIA SUI BIOCARBURANTI NON ALIMENTARI  
 
I biocarburanti rivestono un ruolo sempre più importante nel nostro mix energetico - tra il 2008 e il 2010 il volume di biocarburanti consumati nell´Ue è aumentato del 39 %. Vi sono tuttavia preoccupazioni circa l´impatto sulla sostenibilità e sulla biodiversità di alcuni biocarburanti, in particolare in relazione ai cambiamenti di uso del suolo indiretto. I responsabili delle politiche sono quindi sempre più interessati ai biocombustibili da piante legnose che possono crescere su terreni inadatti all´agricoltura. In quest´ottica, il progetto Multibiopro, finanziato dal 7° Pq, sta sviluppando oli e biomateriali non alimentari di seconda generazione dai pioppi e dall´albero del tabacco (Nicotiana glauca). Entrambe queste piante prosperano su terreni marginali e potrebbero essere coltivate su larga scala, senza entrare in concorrenza con le colture alimentari. Lanciato nel 2012, il progetto Multibiopro sta anche esplorando composti che possono essere derivati da biomasse di scarto per essere utilizzati nei prodotti farmaceutici, nelle costruzioni e in altri settori. Il dott. Staffan Persson dell´Istituto Max Planck per la fisiologia molecolare delle piante, coordinatore del progetto, osserva: "Multibiopro vuole che la natura faccia il lavoro per noi. Vogliamo avere una specie che produce molti prodotti diversi". Il dott. Persson aggiunge: "Nell´ambito di Multibiopro abbiamo partner accademici e partner industriali con i quali lavoriamo a stretto contatto per cercare di utilizzare i composti che sono disponibili nella nostra specie e per poi cercare di venderli alle grandi aziende che possono renderli applicabili per il resto della società". Un elemento del progetto coinvolge il Gruppo Neutral, un partner del progetto, che cresce alberi di tabacco in una fattoria di ricerca a Dubai. L´olio dell´albero potrebbe essere impiegato in cucina come sostituto dell´olio, che è l´attuale materia prima nella vicina bio-raffineria di Neutral Gruppo. Durante questo periodo di prova, il team del progetto spera di scoprire la qualità del biodiesel che può essere prodotto dalla pianta di tabacco, in particolare se soddisferà standard internazionali. I partner aziendali all´interno del progetto sono già alla ricerca di nuovi prodotti per soddisfare le esigenze del mercato. James Hygate della Green Fuels osserva: "Guardando al valore effettivo [dei prodotti], si parla di 300-400 miliardi di euro di produzione. È un grande affare". Un altro aspetto importante è che è stato progettato per rifornire gli istituti di ricerca con giovani talenti pronti a spingere l´Europa nella direzione dei prodotti alternativi ai combustibili fossili. Il progetto prevede la formazione di questi giovani scienziati, i quali possono interagire con i laboratori e le nuove tecniche di tutta Europa. Il primo incontro annuale del progetto Multibiopro ha avuto luogo alla fine dello scorso anno all´Istituto reale di tecnologia (Kth) di Stoccolma, in Svezia. Inoltre il consorzio ha recentemente pubblicato un filmato per offrire al pubblico una migliore comprensione delle dinamiche di questo progetto di ricerca all´avanguardia. Il consorzio Multibiopro comprende undici partner provenienti da sei paesi europei. Il progetto si concluderà a settembre 2016. Per maggiori informazioni, visitare: Multibiopro http://multibiopro.Eu/ Scheda informativa del progetto: http://cordis.Europa.eu/projects/rcn/104503_it.html    
   
   
EXPO, MARONI: PAESI UNITI PER SANA ALIMENTAZIONE  
 
Roma - "´Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita´ è un tema semplice e potente. Riesce a coinvolgere ogni angolo del mondo per le sue molteplici declinazioni, legate alla scienza, alla cultura, alla tecnologia, agli stili di vita. ´Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita´ non vuol dire solo dare da mangiare a chi non ce l´ha, ma far mangiare meglio chi mangia male. E chi, meglio dell´Italia, può presentare stili di vita che hanno ripercussioni poi anche sui sistemi di welfare e sulla gestione anche della spesa pubblica?". Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, intervenendo, a Villa Madama, a Roma, all´evento ´Expo 2015: Obiettivo Paese Italia´, organizzato da Ministero degli Affari esteri e dalla Regione Lombardia, per presentare l´Esposizione universale di Milano al Corpo diplomatico dei Paesi esteri. Per la Regione Lombardia l´iniziativa rappresenta una delle tappe del ´World Expo Tour´, voluto dal presidente Maroni per promuovere Expo nel mondo. Documento Strategico - "Per sfruttare appieno questo tema - ha proseguito Maroni - abbiamo presentato un documento strategico ´Food safety e food security´, non solo per sottolineare l´importanza di Expo dal punto di vista organizzativo e per le sue ricadute positive sull´economia, ma anche per sostenerne i contenuti. Questo documento strategico e già stato diffuso attraverso la rete diplomatica italiana negli scorsi mesi a tutti i Paesi partecipanti". Collaborazione Con Altre Regioni - "Insieme alle altre Regioni - ha proseguito il presidente della Lombardia - abbiamo sviluppato delle iniziative, ma ci sentiamo coinvolti direttamente in quanto Regione che ospiterà l´Expo e abbiamo voluto dare un contributo sul tema della lotta alla contraffazione alimentare, rischio per la salute e danno economico grave per l´industria agroalimentare italiana". "Il cosiddetto ´Italian sounding´, cioè il consumo di prodotti che sembrano italiani ma che italiani non sono - ha spiegato Maroni - vale 60 miliardi di euro all´anno, il doppio dell´export agroalimentare nazionale. Sarebbe per noi un grande successo, se riuscissimo a convincere i Paesi aderenti a fare insieme a noi questa grande campagna contro la contraffazione, a tutela della salute dei cittadini del mondo". Enorme Sforzo Organizzativo - "Secondo tema - ha aggiunto il presidente - è la novità che Expo rappresenta, con i padiglioni, i cluster, le identità tematiche, che superano i confini geografici, radunando sotto lo stesso progetto Paesi e continenti diversi su un tema condiviso". "Terzo punto - ha detto ancora - è lo sforzo organizzativo: 147 Paesi partecipanti, le Nazioni unite. Ci sarà per la prima volta l´Unione europea. Oltre 200 eventi culturali". "Quarto punto - ha sottolineato Maroni - è la promozione turistica: noi abbiamo l´ambizione che chi viene in Europa si innamori dei nostri territori, gusti le nostre bontà e torni nei sei anni successivi. Per farlo abbiamo dato vita alla società ´Explora´, che sviluppa un nuovo tipo di offerta turistica, che supera il concetto di ´destinazione´ per promuovere quello dell´´esperienza di viaggio´ e svilupperà pacchetti turistici per i tour operator dei Paesi partecipanti". Opere Per 15 Miliardi - "L´imponente sforzo organizzativo per Expo – ha detto ancora il presidente - si riflette anche, e qui c´è il coinvolgimento diretto di Regione Lombardia, nel grande progetto di riqualificazione infrastrutturale, per consentire a tutti i 150.000 visitatori al giorno in media non solo di raggiungere il sito di Expo, ma di muoversi attorno a Expo con la necessaria facilità. I progetti complessivi per la realizzazione delle nuove opere di accesso a Expo e per la riqualificazione di quelle esistenti hanno un valore complessivo di oltre 15 miliardi di euro, uno sforzo imponente anche dal punto di vista finanziario, che coinvolge pubblico e privato". Sintesi Tra Pubblico E Privato - "Questa grande sintesi fra pubblico e privato – ha concluso il presidente - è la chiave del successo per Expo, voglio ringraziare il Governo, le Regioni e i Comuni. Questa è la novità vera: che, in questa occasione, tutte le Istituzioni italiane - Regioni, Governo, Municipalità - e anche i privati sono coinvolti, una cosa che non succede spesso in Italia, ma che stavolta sta succedendo. E questa è la garanzia che Expo sarà un grande successo per l´Italia, la Lombardia, per Milano e per l´Europa".  
   
   
EXPO, MARONI: GOVERNO RISPETTI PROMESSE FATTE  
 
Milano - "La partita più difficile da giocare per Expo è quella sui tempi". Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, rispondendo alle domande dei giornalisti, dopo aver dato il calcio d´inizio all´´Expo Champions Tour´ in piazza Città di Lombardia. "Abbiamo scadenze non procrastinabili, fissate dal calendario" ha osservato, ribadendo che "tutti i ´giocatori´, Regione Lombardia, Comune di Milano, Governo e Società Expo, sono impegnati per vincere questa sfida". Massimo Impegno - Il governatore ha sottolineato di "non avere dubbi" sul fatto che questa partita verrà vinta, ma ha rinnovato l´esigenza che "tutti quelli che devono fare qualcosa, la facciano davvero". "La Regione - ha rimarcato - sta realizzando con grande impegno le infrastrutture connesse all´Esposizione universale. Anche il Governo quindi, deve finalmente dare seguito agli impegni presi, sia sulle infrastrutture sia sul decreto per Expo, che ha annunciato venerdì 13, ma che non è ancora in vigore". Palazzo Chigi Acceleri - "Mi auguro che l´Esecutivo nazionale faccia rapidamente quello che ha promesso di fare - ha ribadito Maroni -, così da consentire a tutte le Istituzioni di realizzare i propri impegni in vista di Expo".  
   
   
BASILICATA: IMMIGRAZIONE, LISTE PRENOTAZIONE LAVORATORI AGRICOLI STAGIONALI  
 
 Disporre rapidamente di un piano operativo per garantire un’accoglienza dignitosa e un lavoro regolare ai lavoratori stagionali immigrati soprattutto quelli impiegati nella imminente raccolta del pomodoro nell’Alto Bradano. La Task Force sull’immigrazione, istituita dal governo regionale con il compito di programmare servizi di accoglienza, sta lavorando con il coinvolgimento delle amministrazioni comunali interessate, le parti sociali e le associazioni di volontariato in collaborazione con la Protezione civile per predisporre strutture attrezzate da adibire all’ospitalità dei lavorati migranti. Nella prima riunione del 9 giugno, inoltre, ha messo a fuoco anche la necessità di favorire l’incontro il più possibile trasparente tra domanda e offerta, per creare da subito le condizioni per un maggiore controllo del mercato del lavoro agricolo, riducendo così la possibilità di reclutare manodopera attraverso una intermediazione illecita. Il governo regionale, perciò, ha deliberato l’istituzione presso i Centri dell’impiego di liste di prenotazione in agricoltura, su base territoriale, nelle quali possono confluire i lavoratori stagionali. In realtà gli elenchi di prenotazione sono previsti nel disegno di legge sul lavoro irregolare adottato dalla giunta. In attesa della pronuncia del Consiglio regionale, l’esecutivo guidato dal presidente Marcello Pittella ha inteso anticiparne l’attuazione in vista dell’imminente stagione del pomodoro, per contrastare il fenomeno del caporalato e assicurare diritti, tutele e un salario secondo contratto ai lavoratori immigrati. L’iscrizione negli elenchi su base volontaria ha un doppio vantaggio: ai lavoratori garantisce l’accesso ai centri di accoglienza e ai servizi connessi, mentre all’azienda l’assunzione attraverso i canali ufficiali è considerato titolo per beneficiare di incentivi che saranno oggetto di un bando specifico. Attraverso l’istituzione degli elenchi è possibile “accreditare” il contenuto professionale e la qualità del lavoro in agricoltura per rendere sicure e fruibili le prestazioni professionali nel settore primario, offrire un’opportunità di crescita professionale ed inserimento lavorativo a soggetti deboli sul mercato del lavoro, far emergere il mercato sommerso del lavoro agricolo, garantendo una visibilità pubblica ai lavoratori del settore, e favorire, infine, il monitoraggio dell’andamento del lavoro stagionale a tempo determinato in agricoltura anche in ragione dei fabbisogni di manodopera nelle varie fasi lavorative.  
   
   
PUGLIA: PROTOCOLLO FONDAMENTALE CONTRO LAVORO NERO E PER CHIUSURA GHETTO  
 
"La sottoscrizione di questo protocollo, con il quale le organizzazioni datoriali, i rivenditori e le catene della distribuzione prendono un impegno forte contro lo sfruttamento del lavoro nero nella raccolta del pomodoro, rappresenta un momento davvero importante per quel che riguarda il nostro progetto di chiusura del Ghetto di Rignano. Solo aggredendo con forza il lavoro nero, gli interessi consolidati che vi sono alle spalle, si può davvero mettere la parola fine a una vicenda indecorosa quale quella del Ghetto di Rignano. E perché tutto questo rappresenta solo l´inizio di un percorso in cui la Regione avrà tolleranza zero verso tutti quelli che si arricchiscono sfruttando la disperazione e le difficoltà altrui". Lo dice in una nota l´Assessore Regionale Guglielmo Minervini, a margine dell´incontro in Prefettura di Foggia durante il quale è stato sottoscritto il protocollo che introduce, tra le altre cose, "Equapulia-no lavoro nero", bollino etico che la Regione rilascerà a tutti quei soggetti che avranno dimostrato di non ricorrere al lavoro nero. (...) "Il bollino - insiste Minervini - è più di un´indicazione. È un vero e proprio invito a tutti i consumatori pugliesi ad acquistare e a premiare quelle aziende che non ricorrono allo sfruttamento e che tutelano la nostra Regione agli occhi dell´Italia e dell´Europa. Per questo oggi sento di ringraziare tutti quelli che hanno sottoscritto il protocollo. Dispiace per l´assenza di un´importante azienda della trasformazione quale Princes e di una della grande distribuzione quale Auchan: la loro adesione sarebbe importante per la riuscita del progetto e ci auspichiamo che non la vogliano far mancare. Oggi - conclude Minervini - è stato fatto un importante passo in avanti, che s´aggiunge a quelli degli scorsi giorni, coi 300 abitanti del Ghetto che in una sola giornata si erano iscritti alle Liste di Prenotazione predisposte coi vari soggetti che stanno collaborando con la Regione, per essere inseriti in un percorso di lavoro regolare. Così come le richieste, giunte da altre parti della Puglia, affinché altrove si intervenga per spezzare la piega del lavoro nero e del caporalato: se tutti questi segnali d´attenzione si confermeranno, se i pugliesi ci daranno il loro aiuto - sono certo - stiamo per scrivere una pagina davvero bella e importante della storia recente della nostra Regione". Protocollo http://www.Regione.puglia.it/web/files/servizio%20stampa%20g.r./2014_06_23_14_57_18.pdf    
   
   
TAVOLI LATTE E SUINI, ASSESORE LOMBARDIA: ACCOLTI NOSTRI APPELLI  
 
Milano - "La convocazione del Tavolo del latte lo stesso giorno in cui è stato fissato quello della suinicoltura è una notizia assolutamente positiva, che rappresenta un riconoscimento evidente che la Regione Lombardia è riuscita a richiamare l´attenzione del ministero delle Politiche agricole su due filiere strategiche non solo per l´agricoltura del Nord, ma anche per il paese". Lo evidenzial´assessore all´Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava, alla luce delle convocazioni operate dal Mipaaf per il prossimo 3 luglio. Alle 12,30 è previsto il Tavolo della suinicoltura e alle 16,30 quello della filiera lattiero casearia, entrambi al Dicastero delle Politiche agricole. Costruire Basi Per Futuro Di Entrambe Le Filiere - "Mi auguro che si pongano le basi per una pianificazione costruttiva del futuro delle due filiere, che attraversano due momenti differenti - afferma Fava -. Il prossimo 30 giugno scadrà l´accordo interprofessionale sul prezzo del latte e le prospettive di mercato ci portano ad essere ottimisti verso un rinnovo all´altezza delle aspettative dei produttori". Altro scenario, invece, per la filiera suinicola. "Bisogna prendere decisioni importanti per assicurare la ripresa delle produzioni Dop, risollevare l´export di carni e salumi, restituire redditività agli allevatori, ai macelli e ai trasformatori - incalza l´assessore lombardo all´Agricoltura - perché sarà solo sostenendo progetti mirati a valorizzare la qualità e le peculiarità del suino pesante padano che riusciremo a dare certezze sul futuro a un comparto che vale, nel suo complesso, 20 miliardi di euro". Sintonia Con Ministro - Piena sintonia, infine, col ministro Martina. "Ringrazio nuovamente il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, perché ha accolto con pronta sollecitudine le segnalazioni della Lombardia su due settori strategici per l´agroalimentare Made in Italy", conclude Fava. Mare nostrum, Garavaglia: no costi per Enti locali Milano, 23 giugno 2014 - "Siamo al paradosso, ma non più di tanto: la Conferenza unificata di è saltata, così come è saltato l´incontro con Delrio di martedì scorso; secondo me, principalmente per questioni economiche, che derivano sia dalla copertura effettiva dell´operazione ´Mare nostrum´, sia riguardo i costi, oggi sostenuti dagli Enti locali, per i quali il Governo deve impegnarsi a rifondere le spese già fatte e quelle future". E´ quanto dice il coordinatore degli assessori al Bilancio della Conferenza delle Regioni Massimo Garavaglia, assessore all´Economia, Crescita e Semplificazione della Lombardia, dopo che non c´è stato l´incontro per affrontare la questione dell´immigrazione e l´operazione ´Mare nostrum´. Sforzo Anche Da Marina - Garavaglia, riguardo i costi a livello territoriale, fa presente come per gli Enti locali "i problemi di bilancio sono doppi: un minore messo in una comunità costa dagli 80 euro in su al giorno, da quando arriva fino a quando viene dato in affido o fin quando raggiunge la maggiore età". "Sono costi imponenti - dice Garavaglia - che gli Enti locali non possono sopportare. Se a questo aggiungiamo anche lo sforzo economico sostenuto dalla Marina per l´operazione ´Mare nostrum´, un costo che, da fonti di Palazzo Marina, oramai non è più sostenibile, ci rendiamo conto di come questa operazione va chiusa domani". "Un´operazione - ricorda infine Massimo Garavaglia - che impegna centinaia e centinaia di marinai e quasi una intera squadra navale, mentre l´Europa sta a guardare, spedendo le letterine".  
   
   
LOMBARDIA. QUOTE LATTE,ASSESSORE:PERPLESSO DA PROPOSTA DI AUSTRIA E GERMANIA ´SERVONO DELLEPOLITICHE DI EQUITÀ, NON STRUMENTALI´ ´ITALIA DIFENDA I PROPRI PRODUTTORI CON PIÙ DECISIONE´  
 
Milano - "La richiesta capitanata dall´Austria di modificare le quote latte attraverso il ricalcolo dei parametri di grasso mostra sia un´Europa a due velocità, sia la solita inconsistenza dell´Italia di fronte al moloch comunitario". Lo dice Gianni Fava assessore all´Agricoltura di Regione Lombardia. Italia Sistematicamente Ignorata - "Quando era l´Italia a lamentare un´assegnazione insufficiente di quote per la produzione di latte veniva sistematicamente ignorata – ricorda Fava - se non irrisa per ´incapacità di ministri dell´Agricoltura che avevano sottovalutato o barattato le quote con altri benefici. Oggi, però, che l´Austria, la potente Germania e un manipolo di altri stati suggerisce l´ipotesi di un ricalcolo, come dovremmo comportarci?". Non Fare Ennesimo Piacere A Potenze Del Latte - "Non voglio entrare nel merito di una questione che qualche benpensante non vedrebbe l´ora di strumentalizzare - prosegue Fava - ma semplicemente richiamo l´attenzione su un tema che deve essere affrontato con equità. O il ricalcolo del grasso vale per tutti i Paesi e viene applicato in maniera equa anche nelle annate precedenti, oppure, se bisogna fare l´ennesimo piacere alle potenze del latte che hanno mostrato in maniera chiara di aver impostato una politica produttiva aggressiva sul versante lattiero, è meglio che l´Italia si faccia sentire e tuteli i propri produttori". Giusto Osservatorio Del Latte - "Ritengo utile la costituzione di un Osservatorio sul futuro del latte - prosegue l´assessore lombardo - ma solo nella misura in cui permette di impostare politiche lungimiranti, condivise e rivolte ai produttori di tutti i Paesi dell´Ue. Se invece l´Osservatorio deve essere inteso come uno strumento per perpetrare misure inique, per moltiplicare il carico burocratico o per stabilire provvedimenti favorevoli esclusivamente a determinati produttori o potentati della filiera lattiero casearia, allora è meglio lasciar perdere".  
   
   
PESCA E FLOROVIVAISMO: ASSESSORE PUGLIA ATTACCA POLITICHE GOVERNO NAZIONALE  
 
Ci sono settori che non possono continuare ad essere trattati come cenerentola dal Ministero per le Politiche Agricole. E non certo depone a favore del cambio di verso auspicato da questo Governo l’assenza assolutamente ingiustificata del rappresentante del Ministro all’incontro convocato per il 19 giugno sul tema dell’attuazione nazionale del Feamp e delle misure residue del Fep 2007-2013. La pesca non è una risorsa residuale. Così come non può essere considerata sottogamba l’atavica crisi del comparto del florovivaismo nazionale, su cui sempre oggi avevamo chiesto lumi al Governo. Va giù duro l’Assessore alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia e coordinatore di tutti gli assessori italiani al ramo in conferenza Stato-regioni, Fabrizio Nardoni, che questa mattina sull’incontro che doveva definire le politiche nazionali sul settore della pesca ha dovuto registrare l’assenza del Ministero e del direttore generale Riccardo Rigillo. In questo comparto produttivo scontiamo un ritardo incredibile e una disattenzione incomprensibile – dice Nardoni – ed è assolutamente insensato lasciare che sulle politiche di sviluppo, anche in chiave eco-sostenibile e produttiva, relativi ai quasi 8mila chilometri di costa italiane si lascino i territori, le voci della categoria, i protagonisti attivi, fuori da ogni tipo di confronto, relegando ogni decisione ad una cabina tecnica. In questo senso l’Assessore Nardoni, dopo la convocazione degli Stati Generali del Mare riunitisi per il Sud lo scorso 7 giugno a Taranto, chiese l’istituzione di una cabina di regia politica capace di integrare i bisogni espressi dal comparto e manifestati nell’assemblea tarantina. Siamo partiti da Taranto – sottolinea Nardoni – ma incontreremo il mondo della pesca anche al centro e al nord e dall’ascolto di quelle voci contiamo di elaborare una proposta più attinente e calzata sui bisogni che il settore da anni lamenta. In questo senso riunirò i tecnici dell’Assessorato il prossimo giovedì per chiedere loro di stilare un primo vademecum da sottoporre all’attenzione del Ministro Martina. Anche sulla crisi del settore florovivaistico Nardoni è intervenuto oggi in Conferenza Stato-regioni. Questo comparto ha problematiche specifiche e di filiera che possono essere affrontate solo con un impegno serio e fattivo da parte del Governo – sottolinea Fabrizio Nardoni – problematiche che riguardano anche l’assetto logistico, commerciale e distributivo che intendiamo, come sistema delle Regioni, porre con forza al tavolo del Ministro affinché termini un agonia che dura ormai da troppi anni. Sulla crisi del settore florovivaistico giovedì pomeriggio è convocata una riunione tecnica in sede di confronto Stato-regioni. Nella riunione di oggi gli Assessori regionali all’agricoltura hanno chiesto al Mipaaf un cambio di assetto per il programma “Frutta nelle scuole”. L’attuale gestione nazionale risulta poco efficiente in alcuni passaggi – ha detto Nardoni – mentre chiediamo che questo importante percorso di educazione alimentare e a chilometro zero possa essere regionalizzata o quanto meno organizzata in macro-aree, anche al fine di ottenere risultati più attinenti alle finalità del progetto.  
   
   
FVG, EFFICACE METODO LOTTA SPECIE INVASIVA GAMBERO ROSSO  
 
Il gambero rosso della Louisiana è una specie che non fa parte del nostro ecosistema. Vi è stata introdotta artificialmente, è invasiva e mette a repentaglio le altre specie presenti nell´ambiente naturale delle acque dolci del Friuli Venezia Giulia, in particolare il gambero nostrano. Per questo, l´Ente Tutela Pesca (Etp) ha avviato un progetto, sostenuto dal programma comunitario ´Life´, che si propone di limitare i danni provocati alle specie faunistiche autoctone, e che è stato illustrato a Pordenone, nell´auditorium della Regione, alla presenza dell´assessore regionale all´Ambiente, Sara Vito. "Il bilancio che si può trarre, giunti a questa fase di attuazione del progetto - come ha evidenziato Vito - è positivo, perché ha permesso di mettere sotto controllo questa specie invasiva con azioni concrete, che hanno consentito di contenerne la proliferazione". "Un risultato - ha aggiunto l´assessore - che è stato possibile grazie all´approccio di tipo professionale che l´Etp ha adottato per affrontare il problema e perseguire la tutela delle biodiversità, fruendo altresì della collaborazione del mondo universitario". Un approccio, che ha privilegiato l´utilizzo di fondi europei. Il progetto Live ´Rarity´, nell´ambito del quale è stata avviata la lotta a questa pecie invasiva, e del quale l´Etp è capofila, è infatti realizzato assieme alle Università di Trieste e Firenze, all´Istituto zooprofilattico delle Venezie, e all´Istituto di scienze marine di Venezia, e ha un valore complessivo di 2 milioni e 600 mila euro. Sulla scorta di esperienze positive come questa, anche la Direzione ambiente si è strutturata per poter accedere ai bandi europei, con lo scopo di comporre progetti finalizzati a persegurte politiche locali ambientali efficaci. Nel contempo, per sviluppare azioni di qualità, sono state formalizzate due convenzioni, tra la Regione e gli atenei di Trieste e di Udine, per mettere in rete e valorizzare le professionalità importanti esistenti nell´ambito della ricerca del Friuli Venezia Giulia. Dopo il saluto introduttivo del presidente dell´Etp, Flaviano Fantin, il responsabile del progetto dell´Ente Tutela Pesca, Massimo Zanetti, ha illustrato il percorso seguito per il controllo del Gambero rosso della Louisiana. Un´azione che ha fornito buoni risultati. Lo dimostra il fatto che le colonie dell´animale non si sono estese a corsi d´acqua diversi da quelli nei quali ne era stata segnalata la presenza nel 2007. Il progetto dell´Etp per il controllo della specie aliena ha preso l´avvio nel 2011. Dopo il censimento delle zone interessate dalla presenza del gambero rosso della Louisiana, da San Vito, a Sesto al Reghena, a Chions, alle foci dello Stella e del Turgnano, a Monfalcone, sono state adottate misure di contenimento del crostaceo: dal prelievo massivo, alla diffusione di specie antagoniste come l´anguilla, che si ciba delle sue uova, alla sterilizzazione degli esemplari maschi. L´altro versante sul quale l´Etp è intervenuto è quello dell´informazione: l´Ente ha agito sensibilizzando i cittadini sulle problematiche causate. Nel contempo, per mantenere nell´ecosistema la presenza del gambero nostrano, negli allevamenti dell´Etp di San Vito al Tagliamento e Amaro sono stati allevati lo scorso anno 13 mila esemplari di tale specie autoctona, poi liberati nei corsi d´acqua dolce del Friuli Venezia Giulia. E quest´anno ne saranno liberati altri 17 mila esemplari. Ma com´è arrivato il Gambero rosso della Louisiana nelle nostre acque? Com´è stato spiegato, probabilmente vi è stato importato con l´intento di allevarlo. E´ commestibile, con buone caratteristiche organolettiche, e si può infatti acquistare anche nei supermercati tra le specie ittiche alimentari. Ma, secondo gli esperti, occorre prestare attenzione alla provenienza e al consumo delle sue carni, perché esso ama vivere in acque torbide e sui fondali e può trattenere metalli pesanti e alcune tossine. Occorre infine considerare che nel Friuli Venezia Giulia la cattura del gambero rosso della Louisiana è vietata.  
   
   
FVG, EXPO 2015: SERRACCHIANI, VETRINA DEL "MADE IN ITALY" D´ECCELLENZA  
 
Trieste - "L´expo 2015 rappresenta "una vetrina prestigiosa per la promozione del turismo, della cultura, dell´imprenditoria, della ricerca, del ´made in Italy´ d´eccellenza, tutti elementi essenziali per supportare la capacità di promozione internazionale del sistema Italia". Lo ha ribadito il 19 giugno a Villa Madama, a Roma, la presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani - a nome di tutti i presidenti delle Regioni e delle Province autonome italiane - alla presentazione dell´evento del prossimo anno, e delle "ricchezze dei territori italiani" è stato dichiarato, al Corpo diplomatico accreditato in Italia nel corso di un´iniziativa promossa di concerto tra il ministero degli Affari esteri e la Regione Lombardia. Alla presenza dei ministri degli Affari esteri, Federica Mogherini, ed alle Politiche agricole e alimentari, Maurizio Martina, nonché del presidente della Lombardia, Roberto Maroni, la presidente Serracchiani ha ricordato che nell´ambito di Expo 2015, "straordinario evento universale che darà visibilità alla tradizione, alla creatività e all´innovazione nel settore dell´alimentazione (proponendo comunque il tema del diritto ad un´alimentazione sana, sicura e sufficiente per tutto il pianeta)", il sistema Italia nel suo complesso, con le Regioni, gli Enti locali, le Università ed i centri di ricerca, sarà in grado di apportare un positivo contributo alla valorizzazione internazionale del nostro Paese. "Le ricadute dell´iniziativa potranno essere quindi molto ampie, anche in termini di valorizzazione dell´attrattività turistica dei territori, e interesseranno molti dei settori di intervento delle Amministrazioni regionali i cui territori sono coinvolti. Le azioni messe in campo dal sistema regionale - ha indicato Serracchiani - rappresenteranno dunque una grande occasione per portare avanti interventi di marketing territoriale capaci di far aumentare sull´intero territorio nazionale l´afflusso di operatori business e privati, intercettando parte dei 20 milioni di visitatori previsti ad Expo 2015". Expo 2015, ha osservato la presidente, deve peraltro essere l´occasione per promuovere le eccellenze di tutto il Paese e quindi essa avrà successo solo se verrà colta appieno l´opportunità in termini di rilancio della competitività dei singoli territori e dei relativi sistemi produttivi: "è una scommessa a cui crediamo tutti molto e per cui anche noi Regioni stiamo lavorando per assicurare un forte ritorno in termini di attrazione degli investimenti, di sviluppo e crescita di tutto il Paese".  
   
   
AGRICOLTURA, RIUNITO A ISOLA POLVESE COMITATO SORVEGLIANZA "PSR"; ASSESSORE IN UMBRIA CREATO TERRENO FERTILE PER ACCRESCERE QUALITÀ E INNOVAZIONE  
 
Isola polvese (lago trasimeno) - Se è la qualità declinata nelle tre componenti agroalimentare, ambientale e sociale il risultato da consolidare e migliorare con il nuovo Programma di sviluppo rurale da qui al 2020, l´Umbria ha già dalla sua parte un terreno reso fertile dal lavoro e dagli investimenti messi in campo finora dalle istituzioni e dalle imprese agricole. "Abbiamo lavorato in modo efficace in questi anni, come dimostrano gli importanti risultati raggiunti con l´attuazione della programmazione che si sta completando, investendo in ricerca e innovazione", ha sottolineato l´assessore all´Agricoltura della Regione Umbria, Fernanda Cecchini, a conclusione della seduta annuale del Comitato di Sorveglianza del Programma di sviluppo rurale 2007-2013, riunitosi nell´intatto scenario naturalistico dell´Isola Polvese, sul lago Trasimeno. "Un esempio – ha rilevato – del valore aggiunto, anche in termini di qualità ambientale e rispetto della biodiversità, che abbiamo saputo assicurare anche con le misure e gli strumenti della nostra programmazione". Quanto sia stato fruttuoso l´impegno per l´ammodernamento e la competitività delle imprese agricole e agroalimentari, così come per dotare il territorio rurale di quella rete di servizi – dalla viabilità rurale alle infrastrutture telematiche, queste ultime con un investimento per la banda larga di circa 4 milioni di euro – indispensabile per la qualità della vita di chi vive e opera nel territorio rurale, è dimostrato anche dai numeri, illustrati oggi nella seduta del Comitato. L´umbria è pronta a partire con la nuova programmazione per i prossimi sette anni con in bilancio una spesa pubblica effettuata di circa 550 milioni di euro, il 70 per cento della spesa programmata pari a 785 milioni, segno della vitalità dell´agricoltura umbra e della capacità dell´azione della Regione di intercettarne esigenze e potenzialità. A oggi, complessivamente, sono 45mila le domande di aiuto pervenute per le 34 misure attivate nei quattro Assi, di cui 43mila ammesse e circa 40mila finanziate. Tutte le risorse assegnate al Programma, al 31 dicembre 2013, sono state sostanzialmente impegnate; per garantire la piena efficacia e la completa utilizzazione di tutte le risorse pubbliche, è stata sono stati emanati nuovi bandi e utilizzate ulteriori graduatorie, grazie a una rimodulazione finanziaria e attingendo alle risorse della nuova programmazione 2014-2020 per la possibilità dell´overbooking finanziario. Lo "sprint" impresso negli ultimi tre anni, con pagamenti attestatisi sui 100 milioni di euro, e in particolare nel 2013 quando hanno raggiunto i 117 milioni, ha spiegato il coordinatore regionale Ciro Becchetti, in qualità di Autorità di gestione del "Psr" 2007-2013, ha attestato l´Umbria al primo posto fra le Regioni che si avvalgono di Agea quale organismo pagatore e, nel confronto fra tutte le Regioni italiane, nel top delle più virtuose. Ad oggi, ha detto Becchetti, è stato già superato di 4 milioni di euro il "target" di spesa fissato per il 2014 e, dunque, non solo è ancora una volta scongiurato il rischio di disimpegno automatico delle risorse, ma entro la scadenza del 31 dicembre 2015 si può considerare raggiungibile il traguardo dell´utilizzo del 100 per cento delle risorse pubbliche. "L´umbria fa registrare un buon progresso rispetto al 2012, anche con una crescita dell´efficienza degli investimenti", ha sottolineato il Valutatore indipendente del "Psr", la società Agriconsulting di Roma, rappresentata oggi da Maria Lucia Minerva ed Ernesto Fino. Sono stati valutati i risultati rispetto alle sei priorità del Programma, dalla promozione del trasferimento di conoscenze e di innovazione, al potenziamento della competitività dell´agricoltura e della redditività, dalla promozione delle filiere agroalimentari ai provvedimenti per l´ambiente, all´impegno per l´inclusione sociale nelle zone rurali. Il Valutatore ha misurato anche gli impatti socioeconomici e ambientali, giungendo a considerare "positivo" il contributo del "Psr" agli obiettivi assunti a inizio programmazione. Bene anche la strategia "tabacco" messa in atto dalla Regione che "incide positivamente sulle aziende tabacchicole che aderiscono al Psr", con "buoni risultati anche nelle misure in cui la strategia è applicata alle aree tabacchicole". Risultati coronati stamani dall´approvazione del Rapporto annuale di Esecuzione 2013, per il quale è pervenuto il parere favorevole del Ministero delle politiche agricole e che ora sarà trasmesso alla Commissione Europea. "Quanto è stato fatto non può e non deve essere disperso – ha detto l´assessore Fernanda Cecchini – Per il nuovo Programma di sviluppo rurale, l´Umbria è riuscita a incrementare significativamente le risorse a disposizione, che ammonteranno a poco meno di 900 milioni di euro, e ci sono tutte le condizioni per un lavoro ancora migliore rispetto a quello svolto finora. "Tra i risultati conseguiti in un periodo difficile di crisi e nonostante le nostre piccole dimensioni, ci siamo fatti valere – ha ricordato a titolo di esempio – per quantità di risorse, oltre 20 milioni di euro, e per numero di progetti nella promozione dell´innovazione di processo e di prodotto". "Una strategia vincente, quella della stretta collaborazione tra istituzioni, imprese agricole, università e centri di ricerca – ha aggiunto – che ha già dato buoni frutti e che rafforzeremo nei prossimi anni". Per il nuovo Programma di sviluppo rurale i tempi si stanno avvicinando: entro il 22 luglio prossimo la proposta dell´Umbria dovrà essere presentata alla Commissione Europea. Una scadenza che sarà preceduta da una serie di incontri sul territorio, altri ne sono stati svolti nei mesi scorsi, e, lunedì prossimo 23 giugno, dalla riunione del Tavolo Verde, per raccogliere ulteriori contributi e suggerimenti sul documento messo a punto dagli uffici dell´Assessorato regionale.  
   
   
BOLZANO: QUALITÀ DI MELE E SUCCHI: RISULTATI DEL PROGETTO POMOSANO ALLA LAIMBURG  
 
 Quanto sono sane le mele e quanto i succhi derivati? Il 18 giugno i ricercatori del Centro di Sperimentazione di Laimburg hanno presentato ad esperti e rappresentanti di aziende che si occupano della lavorazione di frutta i primi risultati del progetto di ricerca Pomosano. L´obiettivo del progetto Pomosano finanziato dal Fondo europeo per lo sviluppo regionale (Fesr) è di ricercare quali siano le varietà di mela più adatte alla produzione di succhi e analizzarne gli elementi. ""I risultati ottenuti finora mostrano la pluralità delle varietà analizzate riguardando i contenuti dei diversi composti, l´idoneità della produzione di succo e il quadro sensoriale", ha spiegato Walter Guerra, uno dei responsabili del progetto di ricerca del Centro di sperimentazione Laimburg. Sono una settantina le varietà di mela esaminate in base alle raccolte degli ultimi 3 anni: quelle con indicazione geografica protetta, quelle di antica produzione e nuove varietà di mela a polpa rossa. I succhi prodotti sono stati degustati ed analizzati con metodologie e strumentazioni all´avanguardia della chimica analitica moderna. Tra i composti analizzati figurano zuccheri e acidi organici, le vitamine, i polifenoli, le fibre e gli aromi. Nell´ambito dell´appuntamento il Centro Laimburg ha organizzato una degustazione per esperti e imprenditori del settore, che si sono confrontati con la gamma di circa 70 succhi prodotti. Il progetto e le analisi proseguono con le mele della raccolta 2014, le aziende interessate potranno poi richiedere i risultati del progetto presso la Laimburg tramite schede sintetizzate sulle singole varietà analizzate. Inoltre nel prossimo inverno è in agenda uno studio clinico sull´effetto del consumo di mele sulla salute: sarà ricercato soprattutto il valore salutistico delle varietà a polpa rossa. Il Centro di Sperimentazione Laimburg è l´istituto di ricerca leader nel settore agroalimentare in Alto Adige e si occupa soprattutto di ricerca applicata diretta ad aumentare la competitività e la sostenibilità dell´agricoltura altoatesina per garantire la qualità dei prodotti agricoli. Ogni anno, i 200 collaboratori del centro lavorano a 350 progetti e attività in tutti campi dell´agricoltura altoatesina, dalla frutticoltura e viticoltura fino all´agricoltura montana.  
   
   
BUYERS DI USA, MESSICO E CANADA AFFARI B2B CON LE AZIENDE VINICOLE DEL VENETO, REGIONE CHE VALE IL 3,1 PER CENTO DEL VINO DI TUTTO IL MONDO E IL 31,5 PER CENTO DELL’EXPORT VINICOLO NAZIONALE  
 
Piazzola sul Brenta (Padova) - Il Veneto punta ad aumentare del 30 per cento in valore le sue esportazioni di vino all’estero nei prossimi tre anni. Per raggiungere questo obiettivo, ha iniziato a cercare i potenziali compratori stranieri interessati e se li è portati in casa: a visitare territori e aziende, assaggiare vini, gustare gli altri prodotti agroalimentari di qualità, conoscere una terra che custodisce storia, cultura e arte. E’ in questo contesto che oggi, nella fantastica cornice della Sala delle Conchiglie di Villa Contarini di Piazzola sul Brenta, 22 buyers provenienti da Canada, Messico e Usa, accompagnati da tre giornalisti, hanno incontrato oggi oltre un centinaio di aziende vitivinicole venete per una giornata di appuntamenti d’affari B2b, organizzata dentro una settimana di full immersion nei vigneti della Regione. “Crescere del 30 per cento in tre anni nell’export del vino è un obiettivo alla nostra portata”, ha sottolineato oggi l’assessore all’agricoltura Franco Manzato, promotore di questa iniziativa. “Con pazienza e lavoro quotidiano, siamo già da anni i primi esportatori d’Italia, per un valore che lo scorso anno ha superato il miliardo 587 milioni e con una crescita continua che oggi copre il 31,5 per cento dell’intero export vitivinicolo nazionale. Qui si producono ogni anni circa 9 milioni di ettolitri di vino, con alcune delle le più grandi Doc d’Italia, per una quantità che copre il 3,1 per cento dell’intera produzione enologica mondiale”. L’iniziativa odierna rappresenta un punto di partenza, che si articolerà nel corso di quest’anno in altri due appuntamenti analoghi per allargare l’offerta dal vino all’intero agroalimentare di qualità. Il tutto dentro un progetto pluriennale denominato “Veneto Vines & Food”, che ha la sua forza su un insieme di prodotti tipici, eccellenti, unici, certificati. Ha insomma preso il via una politica di forte penetrazione commerciale, con azioni di incoming nei mercati più interessanti, sostenute da uno stanziamento complessivo di 800 mila euro. L’iniziativa di questa settimana è stata realizzata congiuntamente da Regione, Veneto Promozione e Uvive, l’Unione dei consorzi dei vini veneti Doc. Abbiamo fatto squadra – ha sottolineato oggi il suo presidente Arturo Stocchetti – e oggi vediamo soddisfazione sia nei venditori che nei compratori”. La scelta dei Buyer è stata fatta attraverso il sistema camerale verificando in anticipo l’interesse all’acquisto, alla tipologia di vino, alla forbice di prezzo massimo – minimo e così via. Gli Usa stanno diventando uno dei principali mercati di destinazione del vino veneto e sono il maggiore mercato di consumo mondiale. Il Messico ha visto raddoppiare il consumo di vino negli ultimi dieci anni e l’Italia si situa al quarto posto come Paese estero fornitore. Il Canada punta alla distinzione e alla qualità. Intanto oggi sono stati firmati i primi contratti. “Ed è questo che conta, per questo lavoriamo – ha affermato Manzato – sicuri che quando ci sono affari la nostra azione è stata utile”.  
   
   
LOMBARDIA. AGRICOLTURA:MARCHIO ´PRODOTTO DI MONTAGNA´ AIUTO A QUALITÀ REGOLAMENTO PUBBLICATO SU GAZZETTA UE;ASSESSORE:FARE SINERGIE  
 
Milano - "Il nuovo marchio comunitario ´Prodotto di montagna´ rappresenta un ulteriore progresso verso la trasparenza, l´etichettatura e la certificazione, che ci auguriamo possa accompagnare un miglioramento della redditività dei produttori agricoli". Lo dice l´assessore all´Agricoltura della Lombardia Gianni Fava, commentando la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale dell´Unione europea del Regolamento sui ´Prodotti di montagna´. Consolidare Sinergie Internazionali - "Ritengo - suggerisce Fava - che, per favorire la diffusione di tali produzioni di qualità, si debba anche prendere in esame l´opportunità di consolidare sinergie internazionali, utilizzando magari come volano la Macroregione alpina". Dop E Igp Di Montagna - La Lombardia può contare, già oggi, su 14 prodotti Dop e Igp prodotti totalmente o parzialmente in aree di montagna. I formaggi: Bitto Dop, Formai de Mut dell´Alta Valle Brembana Dop, Nostrano Valtrompia Dop, Strachitunt Dop, Valtellina Casera Dop, Formaggella del Luinese Dop, Taleggio Dop. I salumi: Bresaola della Valtellina Igp. Gli oli: olio extravergine d´oliva Garda Dop, olio extravergine d´oliva Laghi Lombardi Dop. I prodotti ortofrutticoli: mela di Valtellina Igp. Pesci: salmerino del Trentino Igp, trota del Trentino Igp (solo nel Comune di Bagolino, nel Bresciano). Fra gli ultimi prodotti certificati dall´Unione europea c´è il miele varesino Dop.  
   
   
I PRODOTTI TIPICI DELL´EMILIA-ROMAGNA AI MONDIALI DI CALCIO IN BRASILE - A SAN PAOLO DAL 24 AL 27 GIUGNO, SETTE AZIENDE DELL´AGROALIMENTARE REGIONALE PORTERANNO IL MEGLIO DELLA LORO PRODUZIONE  
 
Bologna - Prosciutto di Parma e Parmigiano Reggiano alla conquista dei Mondiali di calcio. I prodotti tipici emiliano-romagnoli salpano infatti per il Brasile dove saranno tra i protagonisti di “Sial Brazil” la fiera dell’alimentare in programma all’Expo Center Norte di San Paolo dal 24 al 27 giugno 2014. Un’altra occasione di incontro tra il made in Italy e il mondo del pallone, sulla scia della campagna “Io mangio italiano” del Mipaaf che ha come testimonial d’eccezione il ct della Nazionale Cesare Prandelli. Ma anche una vetrina importante per le eccellenze regionali e per sette aziende: le modenesi Abcd, Società Agricola Aceto Modena, Fondo Montebello, Compagnia del Montale, tutte produttrici di aceto balsamico e tradizionale di Modena;la piacentina Il Casello produttrice di Gutturnio, Malvasia, Ortrugo; la bolognese Felsineo con la Mortadella Bologna Igp e l’azienda Forgrana di Reggio Emilia con il Parmigiano Reggiano. L’iniziativa è organizzata nell’ambito di Deliziando, il progetto di promozione all’estero dei prodotti e vini regionali di qualità promosso da dall’Assessorato Agricoltura della Regione e da Unioncamere Emilia-romagna. “Una grande opportunità per il nostro agroalimentare in un momento di particolare visibilità per il Brasile, senza dubbio un mercato emergente tra i più interessanti – commenta l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni – l’Emilia-romagna vanta il più altro numero di prodotti Dop e Igp ed è la prima regione italiana per export agroalimentare, con il 16% del totale nazionale. Iniziative come questa sono importanti per rafforzare ulteriormente la nostra presenza all’estero e far conoscere nel mondo lo straordinario patrimonio di eccellenze enogastronomiche dell’Emilia-romagna”. “La partecipazione a Sial Brazil – sottolinea il presidente di Unioncamere regionale, Maurizio Torreggiani - testimonia la grande attenzione del mercato sudamericano per i prodotti dell’agroalimentare italiano, percepiti come di eccellente qualità e simbolo di ricercatezza e di “saper vivere” e conferma la forte attività di incoming svolta dal progetto Deliziando negli ultimi anni per rafforzare il ruolo delle produzioni di eccellenza dell’Emilia-romagna. “ Buyer brasiliani avranno incontri mirati con le aziende regionali. La presenza emiliano-romagnola è supportata anche da una serie di attività di comunicazione e di promozione, a cura del Desk camerale a San Paolo, che costituisce un punto di riferimento per coinvolgere operatori di settore e stampa specializzata. Successo dei vini emiliano-romagnoli a Londra I grandi vini dell’Emilia-romagna anche a Londra dove si è da poco conclusa la London Wine Fair, il più importante punto d´incontro tra i produttori, importatori e ristoratori dei diversi settori della distribuzione organizzata e della ristorazione. Sono tredici le piccole medie imprese emiliano-romagnole che hanno partecipato, oltre ai principali consorzi Dop e Igp. Tanti gli operatori economici presenti che hanno potuto degustare i vini emiliani Gutturnio, Malvasia, Lambrusco, Pignoletto e i vini romagnoli capitanati dal Sangiovese, l´Albana, il Trebbiano e il Pagadebit. Queste le 13 aziende che hanno partecipato alla fiera di Londra: Cantine Quattro Valli, Casabella, “Il Casello” (Piacenza), Ariola (Parma), Donelli Vini e Lusvardi Wine (Reggio Emilia) Compagnia del Montale (Modena), Due Aironi (Bologna), La Casetta e Treré (Ravenna), e le romagnole Lucchi Sergio, Celli, Condè (Forlì-cesena).  
   
   
AL VIA "UN MARE DI SAPORI 2014", DEDICATO ALLA VIA EMILIA E ALLA PASTA RIPIENA  
 
Bologna - Cappelletti, tortelli e tortellini, ma anche ravioli, cannelloni e lasagne. Un lungo nastro di sfoglia farcito di impasti e ripieni che si snoda, mutando forme e sapori, lungo le 177 miglia romane che collegano Rimini a Piacenza. E’ dedicato alla via Emilia nei 2200 anni della sua nascita e alla pasta ripiena l’edizione 2014 di “Emilia-romagna è Un Mare di Sapori”. “La via Emilia è stata nei secoli snodo e crocevia di culture diverse. Luogo di contaminazioni culturali, ma anche culinarie. Forse è per questo che siamo la regione con la più alto numero di prodotti tutelati per la loro unicità con 39 Dop e Igp, 29 vini Doc, Igt e Docg, oltre 300 piatti della tradizione e, secondo la rivista Forbes nel 2013, quella in cui si mangia meglio – ha spiegato oggi a Bologna presentando il cartellone l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni - la pasta ripiena, che da noi presenta una varietà senza uguali , è la metafora di questa contaminazione: un’unica ispirazione ma tante declinazioni diverse”. Promossa dall’Assessorato regionale all’agricoltura “Emilia-romagna è un Mare di Sapori” toccherà da luglio a settembre toccherà le principali località dell’Emilia e della Romagna, con un riccio programma di eventi, spettacoli e degustazioni, per raccontare in particolare ai turisti l’identità agricola, agroalimentare ed enogastronomica dell’Emilia-romagna. Tra le novità di questa edizione lo spettacolo teatrale “Aemilia-romagna: per quella Via che sfoglia racconti d’impasti e di ripieni” un racconto dedicato appunto delle paste ripiene lungo la Via Emilia di e con Matteo Belli, le anteprime bolognesi e ferraresi del Porretta Soul Festival, il viaggio “Nel ventre della Balena di Bologna”, alla scoperta del pesce con lo Chef Marcello Leoni, le anteprime del Porretta Soul Festival, con l’esibizione dal vivo a Bologna e Ferrara di gruppi soul e rhythm&blues accompagnate dallo Zuccherino Montanaro e dal Pignoletto. Tra gli appuntamenti ormai tradizionali di “Emilia-romagna è Un Mare di Sapori” Fuoco al Mito, ovvero la cottura sul fuoco del “re dei formaggi”, il Parmigiano-reggiano e Tramonto Divino, ovvero il meglio dei prodotti Dop e Igp abbinati ai grandi vini dell’Emilia-romagna. Il Programma 2014 Di Emilia-romagna È Un Mare Di Sapori - Aemilia-romagna: per quella Via che sfoglia racconti d’impasti e di ripieni - Una vera e propria celebrazione della pasta ripiena che, in meno di 300 km, riesce a offrire un’enorme varietà di soluzioni, quasi impossibili da contare proprio per la capillarità della cultura legata al cibo. Il titolo dello spettacolo è un richiamo storico all’epoca romana, ma in parte anche un richiamo al “mangiare”. La composizione degli “assaggi” viene infatti raccontata da un trittico di monologhi teatrali dedicato a tre delle paste ripiene più rappresentative di tutta la gastronomia emiliano-romagnola: i cappelletti, i tortellini e i tortelli, seguendo un asse geografico che dall’“oriente” romagnolo procede verso l’“occidente” ormai prossimo alla Lombardia. Ogni spettacolo in programma sarà preceduto da una degustazione di vini e prodotti regionali a qualità regolamentata con sorprese gustose a base di paste ripiene. Protagonista è Matteo Belli, autore, attore e regista teatrale bolognese, considerato tra i più importanti esperti italiani di ricerca vocale. Lo spettacolo è prodotto dall’Associazione Ca’ Rossa / Centro Teatrale per l’Oralità in collaborazione con l’Assessorato Agricoltura della Regione Emilia-romagna. Cinque le repliche. Si parte il 14 luglio a Ferrara (Giardini del Grattacielo, Viale della Costituzione), il 21 luglio a Cesena (Chiostro di San Francesco), il 12 settembre a Cervia (Magazzini del Sale all´interno di Sapore di Sale), il 13 settembre a Parma (Piazza della Steccata all´interno del Festival del Prosciutto) e il 19 settembre a Piacenza (Piazza Cavalli all´interno di “Piacenza è Un Mare di Sapori”). Tramonto Divino e il Premio “Bollicine Metodo Classico” - Sette gli appuntamenti con Tramonto Divino, il viaggio in compagnia dei migliori vini e dei migliori prodotti Dop e Igp dell’Emilia Romagna, che lo scorso anno ha registrato il maggior incremento di pubblico (+35%). Al fianco delle consolidate tappe in due città dell’Emilia (Bologna e Ferrara) e lungo la Riviera (Cesenatico, Milano Marittima, Lido degli Estensi, Rimini), ci sarà la novità di Ravenna per la prima volta in questo circuito del gusto. In ogni appuntamento un piccolo esercito di sommelier in divisa farà degustare circa 300 etichette regionali in abbinamento ai prodotti tipici del territorio serviti dagli chef dell’Associazione Professionale Cuochi Italiani. Degustazioni, dunque, ma anche racconti sul cibo in compagnia di un “raccontastorie” che accompagnerà il pubblico in un viaggio a ritroso nel tempo, ricco di suggestioni. All’interno di Tramonto Divino nasce il Premio ‘Bollicine Metodo Classico’ Emilia-romagna, ideato per promuovere e diffondere le bollicine regionali di qualità superiore e riservato alle sole cantine che producono spumanti con il metodo della rifermentazione in bottiglia. Degustazioni e premiazioni dei vincitori del Premio si terranno il 25 luglio durante la tappa di Tramonto Divino di Cesenatico. A Bologna e Ferrara Tramonto di Vino incontrerà anche il meglio della musica soul e rhythm&blues con le due anteprime del Porretta Soul Festival, accompagnate dallo Zuccherino Montanaro e dal Pignoletto. Sette le serate in programma di Tramonto Divino: 10 luglio a Bologna (Giardini del Baraccano), 15 luglio Ferrara (Piazza Municipale), 25 luglio Cesenatico (Piazza Spose Marinai), 2 agosto Lido degli Estensi (Viale Carducci), 22 agosto Milano Marittima (Viale Gramsci), 28 agosto Rimini (Piazza Cavour), 19 settembre Ravenna (Piazza del Popolo). Fuoco al mito - La suggestiva cottura del latte, sul fuoco a legna nella tradizionale caldaia di rame, destinato a diventare una forma di Parmigiano-reggiano,a Bologna, Ferrara, Cesena e a Cervia in occasione di Sapore di Sale. Un omaggio all’arte e all’ingegno dei maestri casari accompagnata dal racconto di un raccontastorie, nello spettacolo in piazza. Nel corso delle serate il pubblico può vedere in presa diretta come nasce il “Re dei formaggi” che poi è possibile degustare in abbinamento a Lambruschi frizzanti e rosati offerti dal Consorzio Marchio Storico dei Lambruschi Modenesi. Quest’evento è reso possibile grazie al supporto del Consorzio del Parmigiano-reggiano e del Comune di Bibbiano (Re). Quattro le date. Si parte il 12 luglio a Bologna (Piazza San Francesco), il 26 luglio a Ferrara (Giardini del Grattacielo, Viale della Costituzione), il 30 agosto a Cesena (Piazza del Popolo), il 13 settembre a Cervia (Piazza dei Salinari all´interno di Sapore di Sale). Tra gli altri appuntamenti nel cartellone di “Emilia-romagna è Un Mare di Sapori”: “Sapori da Mare” nei lidi ferraresi (dal 24/6 al 5/10), "Sapore di Sale" a Cervia (dall´11 al 14/9) e la "Sagra della Vongola" a Goro (dall´11 al 13 e dal 18 al 20 luglio), a cui si aggiungono “Nel ventre della Balena di Bologna”, un viaggio alla scoperta del pesce assieme allo Chef Marcello Leoni (a Bologna il 14 settembre), le “Leccornie di Emilia Romagna Festival”, itinerari di musica, scoperte e degustazioni in cinque tappe, le “Sere d’estate fresche di vino” dell’Enoteca Regionale e “La Claziò di Cuntadè” (29/6), passeggiate in bicicletta, tra prodotti Dop e Igp, alla scoperta del territorio ravennate. Gran finale a Piacenza città per “Piacenza è Un Mare di Sapori” (18 e 19/9) dedicato ai nostri prodotti con un’attenzione particolare al mare che, qualche millennio fa, arrivava incittà. Per tutta l´estate “L’esploratore dell’Emilia Romagna” il gioco on line sul sito unmaredisapori.Com per scoprire, attraverso un tour virtuale, i prodotti agroalimentari nati e cresciuti attorno alla Via Emilia. Alla fine del gioco i primi esploratori classificati saranno premiati con un week-end lungo una delle 15 Strade dei Vini e dei Sapori regionali. Emilia-romagna è Un Mare di Sapori è una manifestazione in collaborazione con i Consorzi del Parmigiano-reggiano, del Prosciutto di Parma e di Modena, dei Salumi Piacentini, della Pesca e Nettarina di Romagna, della Pera dell’Emilia-romagna, della Mortadella Bologna, dell’Olio Extravergine di Brisighella, degli Aceti Balsamici Tradizionali di Modena e Reggio Emilia, dell´Aceto Balsamico di Modena, della Patata di Bologna, della Piadina Romagnola, dello Squacquerone di Romagna, del Riso del Delta del Po, dell’Aglio di Voghiera e con il sostegno di Enoteca regionale, Apt Servizi Emilia Romagna, Ais Emilia e Romagna. Tutte le informazioni e il programma sul sito: www.Unmaredisapori.com  con la possibilità di iscriversi alla newsletter e di accedere ai canali Facebook e You Tube dedicati.  
   
   
AOSTA, MISURA N. 123 - ACCRESCIMENTO DEL VALORE AGGIUNTO DEI PRODOTTI FORESTALI DEL PSR 2007-2013 – DOMANDE APERTE FINO AL 31 LUGLIO 2014  
 
L’assessorato dell’agricoltura e risorse naturali comunica che, fino a giovedì 31 luglio prossimo, è possibile presentare le domande per la concessione dei contributi, per l’annualità 2014, relativi alla misura n. 123 Accrescimento del valore aggiunto dei prodotti forestali del Psr (Programma di Sviluppo Rurale) 2007-2013. La misura 123 è finalizzata a valorizzare i prodotti forestali attraverso l’ammodernamento e il miglioramento dell’efficienza delle strutture operanti nella lavorazione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti forestali, anche favorendo la produzione di energia rinnovabile e l’introduzione di nuove tecnologie e innovazioni. Tra gli interventi ammissibili a contributo figurano, ad esempio, la costruzione e ristrutturazione di impianti per la trasformazione e la commercializzazione dei prodotti forestali, l’acquisto di macchine e attrezzature forestali nuove, gli investimenti connessi alla tutela dell’ambiente e alla prevenzione degli inquinamenti, compresi quelli per il risparmio energetico attraverso l’uso di energie rinnovabili, quali biomasse, sole, vento ed energia idraulica. Possono accedere ai contributi esclusivamente le microimprese operanti nel settore sopraindicato che si trovino in condizioni di redditività economica (fatturato medio pari ad almeno 30mila euro/anno, calcolato come media dell’ultimo triennio). Le domande devono essere presentate alla struttura Forestazione e sentieristica – Ufficio tecnico e progettazione viabilità forestale-Psr, tel. 0165/776251, oppure Ufficio pianificazione forestale e selvicoltura , tel. 0165/776243 – in località Amérique n. 127/A a Quart, che sono a disposizione per ogni chiarimento in merito. Ulteriori informazioni e modulistica sono disponibili agli indirizzi web www.Regione.vda.it/agricoltura  e www.Regione.vda.it/risorsenaturali  
   
   
CRISI SETTORE VITIVINICOLO: ASSESSORE REGIONE REPLICA ALLE ACCUSE DI AGRINSIEME PUGLIA  
 
 Bari - Ciò che ristagna non è soltanto il vino nelle cisterne ma spesso anche la capacità dei nostri produttori di avviare una massiccia stagione di maturazione delle nostre qualità e delle nostre eccellenze in un comparto che l’esperienza ha confermato essere particolarmente sensibile in positivo alla produzione di vini autoctoni e di prestigio, come testimonia il trend in salita del vino in bottiglia in controtendenza rispetto a quello sfuso. Replica così all’Sos lanciato da Agrinsieme Puglia l’Assessore alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia, Fabrizio Nardoni, che approfitta dello scambio di battute per porre anche alcuni correttivi rispetto alle dichiarazioni fatte a mezzo stampa. Le associazioni di categoria riunite sotto l’egida di Agrinsieme Puglia parlano della crisi di mercato che sta attraversando il settore vitivinicolo pugliese costretto a tenere in cisterne notevoli quantità di vino ancora non ritirato dagli acquirenti – dice Nardoni – una situazione per cui abbiamo chiesto subito il confronto con la filiera e le associazioni di categoria, convocando per il prossimo 26 giugno il Comitato Vitivinicolo Regionale. In quella sede intendo stilare insieme ai protagonisti del settore un crono programma concreto di interventi che potranno prevedere ad esempio anche una possibile attuazione di una distillazione di crisi, ma il tutto in una logica di strategia che contempli anche i rigidi controlli nel corso della prossima campagna vendemmiale. Tende una mano al comparto l’Assessore Nardoni ma sulla voce che riguarda l’autorizzazione al cosiddetto “arricchimento” bacchetta le associazioni. La misura prevista dell’”arricchimento” pensata proprio per affrontare situazioni di crisi in campagne connotate da uve con basso grado di zucchero al contrario da quanto affermato da Agrinsieme Puglia l’anno scorso è stata riconosciuta – afferma Nardoni – e basta andare sul sito dell’Urp Regione Puglia e verificare il decreto che a mia firma riconobbe l’autorizzazione all’aumento del titolo alcolometrico voluminico minimo delle uve. Ma la svista – continua l’Assessore regionale – non cancella assolutamente la condizione di crisi in cui si trovano costretti ad operare i produttori pugliesi di vini sfusi e a bassa gradazione alcolica e i dati dichiarativi dell’ultima vendemmia ci confermano una produzione di circa 2milioni di ettolitri in più rispetto alla vendemmia 2012. Un aumento di quantitativo non sempre in grado di essere stoccato velocemente e che attualmente intasa le capienze delle nostre cantine. Bisogna focalizzare l’attenzione sulla quota dei vini generici che appesantiscono ancora l’immagine e il settore della Puglia vitivinicola – sottolinea Nardoni – e il mio impegno sarà quello di mettere in atto azioni pratiche che consentano di elevare ulteriormente la quota di vini di qualità (D.c. E I.g.) e nel contempo di intervenire tempestivamente con provvedimenti mirati che siano in grado di migliorare la qualità dei vini nel corso della vendemmia, monitorando il processo fino alla trasformazione.  
   
   
SUCCESSO PER LA PUGLIA ALLO SHANGHAI TRANSPORT LOGISTIC  
 
I rosati made in Puglia colpiscono i cinesi, aggiungendosi ai vini rossi e dolci, già, da alcuni anni nella top ten del gradimento. La missione economica dedicata al vino, organizzata in concomitanza alla partecipazione regionale a Transport logistic, sorprende e gratifica. I cinesi gradiscono il rosato perché – dicono – si adatta ai sapori della loro cucina e fanno la fila per assaggiarli. Hanno partecipato in 110 allo showcase ed alle attività di networking con i percorsi di degustazione guidata. È questo uno degli obiettivi più importanti raggiunti da una missione a Shanghai che ha proposto una visione integrata di due settori produttivi: vinicolo e logistico. Gli imprenditori pugliesi del primo hanno avuto modo di incontrare gli operatori cinesi dell’uno e dell’altro perché se i primi acquistano il vino, sono gli operatori cinesi della logistica specializzata a mettere a disposizione i propri servizi per garantire una maggiore e migliore distribuzione dei vini pugliesi in Cina. Così a Shanghai la Regione Puglia, in collaborazione con Unioncamere Puglia, ha portato il messaggio di un sistema integrato in cui le potenzialità del prodotto alimentare si moltiplicano solo se sostenute da una buona strategia distributiva e in cui lo scambio di know how ed esperienze è imprescindibile se la prospettiva è il futuro. “Nella valorizzazione commerciale dei prodotti agroalimentari – ha detto l’assessore allo Sviluppo economico della Regione Puglia Loredana Capone - la logistica rappresenta, ormai, il nuovo elemento competitivo nella concorrenza tra le imprese e tra i Paesi. Una buona strategia logistica rafforza la sinergia tra gli operatori e rende efficace la penetrazione di un prodotto nel mercato d’arrivo. Non tutte le professionalità coinvolte nella valorizzazione di un prodotto appartengono, infatti, esclusivamente al settore agroalimentare. Ci sono altre funzioni lungo la catena di fornitura, come il trasporto, la distribuzione fisica delle merci, la gestione delle scorte, la commercializzazione, lo sdoganamento, che sono altrettanto indispensabili al fine di rendere il progetto aziendale appetibile e competitivo”. “E’ questa sinergia che cerca, oggi, la Puglia, una sinergia che si sviluppa nell’ottica delle reti di imprese”, ha concluso l’assessore. “È questa che permetterà ai prodotti pugliesi di arrivare sui mercati esteri ed essere apprezzati per la loro grande innovazione e qualità”. La missione economica a Shanghai ha rappresentato, per le imprese pugliesi, un’occasione imperdibile per cogliere le grandi opportunità che derivano dall’interconnessione di due settori che risultano, non solo complementari, ma anche strategici in un territorio, come quello pugliese, che scommette sul futuro facendo sistema. Nei giorni della logistica internazionale, le imprese vinicole pugliesi hanno visitato i maggiori punti vendita e di distribuzione specializzati nel settore, hanno attraversato la “Waigaoqiao Free Trade Zone” (Zona Franca), la più grande piattaforma logistica di importazione ed esportazione in Cina, ed esplorato il più importante centro di vino di Shanghai. La Cina è il quinto paese al mondo per il consumo di vino. Si tratta, dunque, di un mercato importante per la ‘Puglia del vino’, una Puglia che, in questa missione, ha dimostrato di poter conquistare gli operatori asiatici, non solo per i suoi ‘rossi terra’ o per i moscati e i passiti, ma per il sapore fresco e ‘doc’ dei suoi vini rosati. Quei vini che, oggi, conferiscono alla Regione un primato nazionale: la produzione pugliese di rosati rappresenta, infatti, il 40% di quella nazionale. Alla missione in Cina hanno preso parte 12 imprese vinicole e 7 del settore della logistica. Nella delegazione imprenditoriale anche i partecipanti al Concorso Enologico Nazionale Vini Rosati promosso dall’Area Politiche per lo Sviluppo delle Risorse agroalimentari della Regione Puglia, che hanno rappresentato l’eccellenza dei vini rosati pugliesi. La partecipazione regionale a Shanghai s’inserisce nell’ambito del “Programma di promozione dell’internazionalizzazione dei sistemi produttivi locali per il biennio 2013-2014” ed è realizzata dalla Regione Puglia – Assessorato allo Sviluppo economico - Servizio Internazionalizzazione, in collaborazione con Servizio Alimentazione, Unioncamere Puglia, Confapi Bari-bat e Camera di Commercio di Bari e con il supporto operativo dello Sprint (Sportello regionale per l’internazionalizzazione delle imprese). Imprese vitivinicole: Azienda Agricola Attanasio Carlo di Carmiano (Le), Azienda Vinicola Antonio Seclì di Parabita (Le), Azienda Tenute Emera di Guagnano (Le), Cantina cooperativa della riforma fondiaria di Ruvo di Puglia di Ruvo di Puglia (Ba), Cantina Sociale Cooperativa Vecchia Torre S.c.a. Di Leverano (Le), Capitanata Agricola srl di San Severo (Fg), Cooperativa Agricola Erario di Manduria (Ta), Le Vin Sud srl di Cerignola (Fg), Società Agricola Salentino srl di Bari (Ba), Società Colle Petrito srl di Minervino Murge (Bt), Torre Quarto Cantine dal 1847 srl di Cerignola (Fg), Vetrere ss agr. Di Taranto (Ta). Imprese del settore logistico: Adriatica Tecno Logistica srl di Bari (Ba), Apulia Logistics Srl di Bari (Ba), Autorità Portuale di Taranto (Ta), Consorzio Coimba Trasporti di Bari (Ba), Gesfa srl - Gestioni Ferroviarie Aeroportuali di Bari (Ba), Picardi Shipping srl di Taranto (Ta).  
   
   
AGRICOLTURA, DA REGIONE LIGURIA SOSTEGNI PER ACQUISTO NUOVI TERRENI GIUNTA VARA BANDO - 800 MILA EURO - PER IMPRESE CHE AUMENTANO LA SUPERFICIE AGRICOLA  
 
Genova. In arrivo nuovi contributi per l´agricoltura ligure. Con un provvedimento varato in mattinata dalla Giunta regionale, su proposta dell´assessore all´Agricoltura Giovanni Barbagallo, la Regione interviene in modo concreto per sostenere gli sforzi di quegli imprenditori agricoli che vogliono sfidare la crisi e scommettere sul futuro della propria azienda, investendo nell´acquisizione di nuovi terreni. Il provvedimento è la prima misura operativa della Legge regionale sul rilancio dell´agricoltura e della selvicoltura, per la salvaguardia del territorio rurale e l´istituzione della banca regionale della terra approvata dal consiglio Regionale nel marzo scorso. Il bando, che ha una dotazione di 800 mila euro, "è destinato a favorire i processi di ricomposizione e di riordino fondiario e all´aumento della superficie utile agricola", afferma Barbagallo. Le sovvenzioni previste dal Bando consentiranno agli imprenditori agricoli che ne abbiano titolo di giungere a coprire l´intero ammontare delle spese sostenute per acquisire (tramite atto di compravendita o di permuta) le particelle a destinazione agricola. Il valore dell´aiuto concedibile potrà quindi variare in relazione alle caratteristiche del beneficiario da un minimo del 40%, ad un massimo teorico del 100% delle spese sostenute nel caso di un imprenditore agricolo professionale, di età inferiore ai 40 anni. Il valore assoluto, non potrà comunque eccedere l´importo di euro 15 mila euro. Il beneficiario dovrà sottoscrivere un impegno a coltivare i terreni così acquisiti, per almeno 10 anni. Il bando, che scadrà a ottobre, sarà pubblicato nei prossimi giorni su Bur della regione Liguria e sul sito www.Agriligurianet.it  
   
   
RIETI - AGROALIMENTARE, AL VIA SECONDA FASE DEL PROGETTO LAZIO DELI  
 
Si svolgerà giovedì 26 giugno alle ore 17,30, nella sede della Cna di Rieti (Piazza Cavour,54), un incontro finalizzato a promuovere la seconda fase del progetto di internazionalizzazione "Lazio Deli 2". Si tratta di un’iniziativa a sostegno del settore Agroalimentare del Lazio che vuol promuovere imprese interessate al mercato nord americano ed in particolare allo stato dell’Ontario. Il progetto è promosso da : Regione Lazio, Sviluppo Lazio, Arsial, Azienda Romana Mercati, Cna Roma e Lazio e Camera di Commercio Italiana in Ontario. Maggiori informazioni sono presenti sull´apposita pagina della Camera di Commercio di Rieti.  
   
   
TRENTO: ORSO E ALTRI GRANDI CARNIVORI: DEFINITI I VALORI ED I CRITERI PER GLI INDENNIZZI DEI DANNI  
 
 Trento, 23 giugno 2014 - Poco meno di 240 euro per una pecora adulta gravida con più di 9 mesi di età; da 58 a 262 euro a capo per i caprini; da 798 a 2.170 euro per i bovini non iscritti al libro genealogico, cifre che salgono da 952 ad un massimo di 2.604 euro se si tratta invece di vacche, manze e vitelli di alta genealogia: questi gli indennizzi riconosciuti ad allevatori e agricoltori per danni causati ai patrimoni zootecnici dall´orso e da altri grandi carnivori quali lupo e lince. Non valori decisi unilateralmente, ma concordati con le categorie economiche maggiormente esposte, vale a dire con gli allevatori, agricoltori e apicoltori. Il nuovo "prezziario", ora approvato con una determinazione del dirigente del Servizio Foreste e Fauna della Provincia autonoma di Trento, è un documento organico articolato in quattro parti (patrimoni zootecnici, apistici, agricoli, materiali diversi) e che, accanto alle tabelle degli indennizzi, riporta i criteri per la quantificazione dei danni definiti da un apposito tavolo di confronto. Per i danni (149 episodi denunciati nel 2013) causati dalle predazioni dell´orso, la Provincia ha sborsato lo scorso anno 128.218,65 euro; assai più modesti e meno numerosi i danni imputabili al lupo: 4 episodi per 6.930 euro di indennizzo complessivo. A questi vanno aggiunti i danni alle coltivazioni causati da ungulati (cervi e caprioli): 49 episodi per 160.200,81 euro di indennizzi, considerando che per questa tipologia di danni esiste una franchigia di 2.000 euro che, con poche eccezioni, di fatto l´imita l´indennizzo solo ai danni più gravi. La possibilità per la Provincia di concedere indennizzi per i danni arrecati dall’orso bruno o da altri grandi carnivori è prevista dalla legge provinciale 9 dicembre 1991, n. 24 sulla protezione della fauna selvatica e l´esercizio della caccia. La definizione dell’entità del danno spetta, in base alla legge, al dirigente del Servizio competente in materia di fauna selvatica, facendo riferimento al valore di mercato del bene danneggiato. "In relazione all’evoluzione delle casistiche riscontrate, nonché all’esperienza tecnica maturata in questi anni - spiega il dirigente del Servizio Foreste e fauna - si è ritenuto opportuno definire i criteri per la quantificazione dei danni concordandoli preventivamente con i rappresentanti delle categorie economiche maggiormente esposte agli stessi." A questo proposito l’Amministrazione provinciale ha istituito, già dal 2011, un Tavolo di confronto con le categorie maggiormente esposte ai danni da orso o da grandi carnivori (allevatori, apicoltori, agricoltori), che si riunisce periodicamente al fine di informare ed aggiornare i rappresentanti, effettuare un bilancio dei risultati acquisiti, discutere i criteri per la quantificazione degli indennizzi, nonché ascoltare le esigenze manifestate dalle categorie stesse in relazione alle tematiche sopra esposte. Tutto ciò all’insegna di un processo partecipativo che la Provincia ritiene di fondamentale importanza per favorire la ricerca di una coesistenza tra i grandi carnivori alpini e le attività economiche dell’uomo, che in quell’ambiente opera e vive. Il Tavolo è coordinato dal Servizio Foreste e fauna della Provincia; ad esso aderiscono rappresentanti della Federazione provinciale allevatori, della Coldiretti Trento, dell’Associazione produttori ovi-caprini, del Servizio Agricoltura della Provincia, nonché di diverse associazioni di apicoltori (Apicoltori Trentini, Apicoltori val di Sole, Pejo e Rabbi, Apicoltori Fiemme e Fassa, Apicoltori Valsugana e Lagorai, Apicoltori Vallagarina). Categorie economiche che hanno condiviso i criteri e le quantificazioni proposte, concordando anche sulla loro validità a tempo indeterminato, vale a dire sino a che non si riterrà opportuno aggiornarli. Va peraltro rilevato che viene fatta salva la necessità di garantire comunque un margine di adattamento e flessibilità operativa che consenta di affrontare in modo adeguato tutte le diverse tipologie di danno che potranno palesarsi, poiché l’esperienza registrata negli anni evidenzia che non è possibile codificare a priori e nel dettaglio tutte le possibili situazioni che poi si verificano nella realtà."  
   
   
PARMIGIANO E CONTROLLI E AZIONE DEI NAS, CIA EMILIA ROMAGNA: “E’ UNA VICENDA CHE INQUIETA, MA CHE CONFERMA L’EFFICIENZA DEI SISTEMI DI CONTROLLO SUI PRODOTTI ALIMENTARI E SULLE RIPETUTE TRUFFE CHE METTONO A REPENTAGLIO LA SALUTE DEI CONSUMATORI, LA REPUTAZIONE DEI PRODUTTORI ONESTI – LA MAGGIORANZA – E L’IMMAGINE DEL MADE IN ITALY”  
 
 Bologna - “E’ una vicenda che inquieta, ma che conferma l’efficienza dei sistemi di controllo sui prodotti alimentari e sulle ripetute truffe che mettono a repentaglio la salute dei consumatori, la reputazione dei produttori onesti – la maggioranza – e l’immagine del made in Italy”. È il commento di Antenore Cervi, vice presidente della Cia Emilia Romagna a seguito del sequestro di forme avvenuto nel parmense ad opera dei Nas. “L’azione delle forze dell’ordine è stata esemplare e auspichiamo che se dovessero essere accertate e confermate responsabilità venga usata fermezza nei provvedimenti giuridici. Purtroppo – incalza Cervi – l’anello più debole della filiera, ovvero i produttori, ne paga le spese maggiori, oltre ad innescare un clima di sfiducia da parte dei consumatori nei confronti di un mondo produttivo - e di un formaggio – che gode di una elevata stima. Il Parmigiano-reggiano però, grazie al proprio disciplinare che prevede una lunga stagionatura – conclude Cervi – è sottoposto a controlli tali, che permettono di rilevare le eventuali non conformità del prodotto prima che arrivi al consumatore finale”.  
   
   
LOMBARDIA. FLORICOLTURA, ASSESSORE CHIEDE TAVOLO PER VIVAISMO CON 5.500 ETTARI IL COMPARTO LOMBARDO E´ IL SECONDO IN ITALIA  
 
Milano - "La Conferenza delle Regioni ha chiesto al ministero delle Politiche agricole l´apertura di un Tavolo di crisi sul comparto florovivaistico, accogliendo così la richiesta che ho avanzato sul coinvolgimento dei vivaisti, perché le difficoltà, purtroppo, riguardano non solo il settore floricolo, ma anche quello dei vivai, delle piante in vaso, dei distretti di Canneto sull´Oglio (Mantova) e Pistoia, per essere più precisi". Così l´assessore all´Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava, ha proposto di coinvolgere gli attori di entrambe le filiere, "perché stanno vivendo, specularmente, situazioni di oggettiva difficoltà". Importazioni Incontrollate, Una Minaccia - Se infatti, a detta degli operatori, il comparto floricolo è sotto la minaccia fito-sanitaria di importazioni incontrollate dal Nord Africa e altri Paesi che esportano in Italia fiori recisi di pessima qualità sul piano igienico-sanitario, "i vivaisti lombardi e italiani subiscono restrizioni all´export troppo spesso immotivate, con chiusure giustificate da incredibili motivazioni fito-patologiche", dichiara Fava. Proprio poche settimane fa una delegazione turca è stata invitata a visitare il distretto vivaistico di Canneto sull´Oglio, "per verificare direttamente gli elevati standard produttivi sul versante della qualità e della sicurezza". Atteso Documento Quadro Su Florovivaismo - La due giorni fra il ministero delle Politiche agricole - che ha visto presenti i tecnici degli assessorati regionali, Assofloro e il distretto florovivaistico lombardo - e la Conferenza delle Regioni che ieri ha accolto il sollecito dell´assessore Fava, si è conclusa con l´intenzione di inserire all´ordine del giorno della prossima riunione di luglio della Conferenza delle Regioni un documento quadro sul florovivaismo. I Dati Regionali - In Lombardia il valore della produzione florovivaistica ammonta a circa 218 milioni di euro (anno 2012) pari all´8,4% del valore del comparto nazionale. Il valore della produzione florovivaistica regionale è determinata per il 41% circa dal segmento produttivo "fiori e piante da vaso" e per il 59% dal segmento "vivai", che rappresentano rispettivamente il 6,7% e 10% del relativo valore nazionale. Con il 10% della produzione vivaistica nazionale la nostra regione si colloca nella graduatoria regionale al secondo posto dopo la Toscana. Pistoia e Mantova sono le due aree leader a livello nazionale ed europeo. La superficie lombarda destinata alla produzione florovivaistica supera i 5.500 ettari. In particolare, negli ultimi 10 anni la superficie a vivaio è aumentata del 35,4 per cento.