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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 07 Aprile 2009
PARLAMENTO EUROPEO: PIÙ PRODOTTI CON L´ECOLABEL, INCLUSI (FORSE) I CIBI BIO  
 
Bruxelles - Il Parlamento ha adottato un regolamento che semplifica le norme sul marchio europeo di qualità ecologica per promuovere l´ulteriore riduzione degli effetti negativi di consumo e produzione su ambiente, salute e clima. L´ecolabel potrà applicarsi a tutti i prodotti e servizi, inclusi eventualmente i cibi biologici, ma non ai medicinali e ai prodotti tossici. I criteri per ottenere il marchio non dovranno causare un onere sproporzionato per le Pmi, le quali beneficeranno di tasse d´uso ridotte. Sulla base di un maxiemendamento di compromesso negoziato con il Consiglio dal relatore Salvatore Tatarella (Uen, It), il Parlamento ha adottato - con 633 voti favorevoli e 18 contrari - un regolamento volto ad aggiornare e semplificare le disposizioni sul marchio europeo di qualità ecologica, l’Ecolabel, il cui obiettivo è ridurre le ripercussioni negative del consumo e della produzione sull´ambiente, sulla salute, sul clima e sulle risorse naturali. Attraverso l´uso volontario del marchio istituito nel 1992, il cui logo è rappresentato da un fiore, s´intendono promuovere presso i consumatori i prodotti che presentano elevate prestazioni ambientali. Il regolamento entrerà in vigore 20 giorni dopo la sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell´Unione europea. Requisiti per potersi fregiare dell´Ecolabel - I criteri generali dell´Ecolabel, che definiscono i requisiti ambientali che un prodotto deve rispettare per potersi dotare del marchio, devono essere basati sulla prestazione ambientale dei prodotti. Vanno determinati inoltre «su base scientifica e considerando l´intero ciclo di vita dei prodotti». A tale fine devono tenere conto degli impatti ambientali più significativi, «in particolare le ripercussioni a livello di cambiamenti climatici, natura e biodiversità, consumo di energia e di risorse, produzione di rifiuti, emissioni in tutti i comparti ambientali, inquinamento dovuto ad effetti fisici e uso e rilascio di sostanze pericolose». Deve anche essere presa in considerazione «la sostituzione delle sostanze pericolose con sostanze più sicure, in sé e per sé ovvero mediante l´utilizzo di materiali diversi o mediante modifiche a livello della progettazione, ove ciò sia tecnicamente fattibile». Vanno anche valutate le possibilità di ridurre gli impatti ambientali «grazie alla durata dei prodotti e alla loro riutilizzabilità». Ove opportuno, si tiene conto degli aspetti sociali ed etici, facendo ad esempio riferimento alle norme e ai codici di condotta Oil. Nell´elaborazione dei criteri, inoltre, si dovrà tenere conto per quanto possibile del principio «della riduzione degli esperimenti sugli animali». La Commissione, entro nove mesi dalla consultazione del comitato dell´Unione europea per il marchio di qualità ecologica (Cueme), dovrà adottare provvedimenti per stabilire criteri specifici per il marchio di qualità ecologica da assegnare a ogni gruppo di prodotti, da pubblicare poi nella Gazzetta ufficiale, prestando attenzione «a non introdurre misure la cui attuazione potrebbe comportare un onere amministrativo ed economico sproporzionato per le Pmi». Il Cueme è composto dai rappresentanti degli organismi competenti di tutti gli Stati membri e dai rappresentanti delle altre parti interessate (produttori, fabbricanti, dettaglianti, fornitori di servizi, grossisti, importatori, nella fattispecie le Pmi, organizzazioni ambientaliste e associazioni dei consumatori). Campo d´applicazione più vasto - L´ecolabel è attualmente assegnato a 26 gruppi di prodotti e servizi, tra cui gli elettrodomestici, i prodotti per la pulizia, i materassi, le forniture per ufficio, i prodotti per il giardinaggio, i prodotti per il fai da te e i servizi di ricettività turistica. Ad oggi sono inoltre circa 500 le imprese che producono prodotti Ecolabel, per un fatturato totale di oltre 1 miliardo di euro l´anno. Ritenendo tale somma «estremamente ridotta» rispetto al potenziale mercato Ue, la Commissione ha proposto una revisione del vigente regolamento al fine di ampliare il numero di gruppi di prodotti che possono dotarsi del marchio. Pertanto, il regolamento si applicherà «a tutti i beni e i servizi destinati alla distribuzione, al consumo o all´uso sul mercato comunitario, a titolo oneroso o gratuito». Ma non ai medicinali per uso umano né a quelli per uso veterinario. Il marchio di qualità ecologica, inoltre, non potrà essere assegnato a prodotti contenenti sostanze o preparati/miscele classificati come tossici, pericolosi per l´ambiente, cancerogeni, mutageni o tossici per la riproduzione. Tuttavia, per determinate categorie di prodotti contenenti tali sostanze la Commissione potrà adottare misure di deroga, ma «solo qualora non sia tecnicamente fattibile sostituirli in quanto tali ovvero mediante l´utilizzo di materiali diversi o mediante modifiche a livello della progettazione». Nessuna deroga, però, potrà essere concessa a prodotti di questo tipo, soggetti a autorizzazione in forza al regolamento Reach, presenti in miscele o in un articolo in concentrazioni superiori allo 0,1% (p/p). Il regolamento prevede che, prima di elaborare criteri Ecolabel per gli alimenti e i mangimi, la Commissione dovrà realizzare uno studio, entro il 31 dicembre 2011, volto a esplorare se sia fattibile stabilire criteri affidabili relativi alle prestazioni ambientali durante l´intero ciclo di vita dei prodotti in questione, inclusi quelli della pesca e dell´acquacoltura. Detto studio dovrebbe esaminare con particolare attenzione l´impatto di eventuali criteri Ecolabel sugli alimenti, sui mangimi e sui prodotti agricoli biologici non trasformati. Esso dovrebbe valutare la possibilità di assegnare il marchio Ecolabel «solo ai prodotti certificati come biologici», per evitare confusioni per i consumatori. Alla luce dei risultati di tale studio, la Commissione deciderà «se è fattibile elaborare criteri Ecolabel per alimenti e mangimi e, in caso affermativo, per quali gruppi di tali prodotti». Tassa di deposito e diritti annuali per l´uso del marchio - L´uso del marchio di qualità ecologica è subordinato al versamento di una tassa di deposito della domanda compresa tra 200 e 1. 200 euro. Ma il regolamento precisa che nel caso delle Pmi non deve superare 600 euro, mentre per le microimprese non può andare oltre 350 euro. La tassa di deposito, inoltre, è ridotta del 20 % per i richiedenti che siano già in possesso di una certificazione secondo le norme Emas e/o Iso 14001, a determinate condizioni. L´organismo competente, poi, può imporre a ogni richiedente cui sia statoassegnato un marchio di qualità ecologica il versamento di diritti annuali fino a 1. 500 euro per l´utilizzazione del marchio. Nel caso delle Pmi, l´importo massimo non deve però superare 750 euro, mentre per le microimprese, non potrà oltrepassare 350 euro. Sorveglianza del mercato e controllo dell´uso dell´Ecolabel - Oltre a semplificare la procedura per la richiesta e l´assegnazione dell´Ecolabel, il regolamento precisa che «è vietata qualsiasi forma di pubblicità falsa o ingannevole, o l´uso di etichette o simboli atti ad ingenerare confusione con il marchio comunitario». Gli organismi competenti nazionali, dovranno anche verificare «a cadenza regolare» che i prodotti con il marchio siano conformi ai criteri relativi all´Ecolabel. Se del caso, potranno effettuare tali verifiche anche in seguito a denunce o sotto forma di controlli casuali. Inoltre, l´utilizzatore del marchio Ecolabel dovrà consentire all´organismo competente di svolgere tutte le indagini necessarie a monitorare il suo costante rispetto dei criteri applicabili al gruppo di prodotti, autorizzando anche l´accesso ai locali nei quali viene fabbricato il prodotto. Qualora venisse rilevato che un prodotto marchiato Ecolabel non rispetta i criteri stabiliti o che il marchio non viene usato come previsto dall´articolo, l´organismo potrebbe vietarne l´uso. Un piano d´azione per la promozione dell´Ecolabel - Per sostenere lo sviluppo del sistema Ecolabel, gli Stati membri e la Commissione dovranno concordare, in collaborazione con il Cueme, un piano d´azione specifico per promuovere l´uso del marchio comunitario mediante azioni di sensibilizzazione e campagne d´informazione ed educazione del pubblico rivolte a consumatori, produttori, fabbricanti, fornitori di servizi, acquirenti pubblici, venditori all´ingrosso e al dettaglio, nonché al pubblico in generale. Ma anche attraverso la promozione della diffusione del sistema, in particolare presso le Pmi. E´ anche precisato che l´Ecolabel potrà essere promosso tramite il suo sito internet, fornendo in tutte le lingue Ue informazioni di base e su dove è possibile acquistare i prodotti che ne sono muniti. .  
   
   
BORGHEZIO CON GLI ALLEVATORI AL PRESIDIO DEL FREJUS : "RIPRISTINARE DELLE DOGANE ALIMENTARI"!  
 
Presente Il 3 Aprile al presidio organizzato dalla Copagri Piemonte degli allevatori al traforo del Frejus, l´On. Borghezio è staio informato dagli stessi che i controlli ivi effettuati hanno confermato l´esistenza di un vasto fenomeno di entrata di tonnellate di prodotti non controllati, importazioni di derrate alimentari prive di certificazione sanitaria e comunque non conforme a quanto dichiarato nei documenti. "Occorre ripristinare subito le "dogane alimentari" - dichiara l´On. Borghezio - come richiedono giustamente i nostri allevatori piemontesi che combattono una dura e giusta battaglia anche in difesa dei consumatori. In tal senso ho immediatamente presentato un´interrogazione al Pe". Borghezio si è altresì impegnato a sostenere la richiesta degli allevatori, preoccupati per la caduta vertiginosa del prezzo del latte (-30% nell´ultimo trimestre) volta ad ottenere un intervento di sostegno sul prezzo del latte di 5 centesimi di euro al litro. .  
   
   
HONG KONG, ABOLITI I DAZI DEL 40% SULLE IMPORTAZIONI DI BEVANDE ALCOLICHE: OPPORTUNITÀ PER LA DISTRIBUZIONE DEL VINO ITALIANO IN ASIA  
 
Indagine della Camera di Commercio Italiana a Hong Kong presso distributori e consumatori locali: ben 130 ristoranti di cucina italiana, ma scarsa presenza e riconoscibilità per i vini made in Italy, fermi ad una quota di mercato del 3,3% per i vini rossi e del 9,9% per i bianchi; solo il 5% degli importatori locali conosce bene il vino italiano Grazie all’abolizione dei dazi sulle importazioni di bevande alcoliche fino a 30 gradi (pari al 40%), Hong Kong si candida a divenire in breve tempo un’importante piattaforma di distribuzione per il vino italiano nel Continente asiatico. L’abolizione fa seguito alla drastica riduzione del febbraio 2007 (dall’80% al 40%), che aveva provocato un aumento dell’import in volume del 27% rispetto al 2006 e aveva portato quasi al raddoppio in valore delle vendite. “Il provvedimento dell’Autorità Centrale testimonia la volontà di rendere Hong Kong l’hub principale per la distribuzione del vino in Asia, un mercato dalle grandi potenzialità, destinato a crescere del 10-20% nei prossimi cinque anni e il cui consumo stimato raggiungerà quota 12 miliardi di dollari nel 2012 e 27 miliardi di dollari nel 2017”, sottolinea Fabio De Rosa, Presidente della Camera di Commercio Italiana a Hong Kong. Obiettivo di Hong Kong è quello di intercettare nel 2012 il 24% delle importazioni complessive di vino in Asia, e il 33% nel 2017, destinandolo poi in gran parte alle ri-esportazioni verso la Cina, con la quale esiste un canale di accesso preferenziale al mercato. A seguito di un accordo tra il Governo Popolare Cinese e il Governo della Regione Amministrativa Speciale di Hong Kong, le aziende che operano ad Hong Kong possono infatti esportare tutti i propri prodotti in Cina (compreso il vino) senza l’applicazione di dazi in entrata. “Grandi opportunità quindi per le imprese italiane del settore vinicolo per farsi conoscere e apprezzare a Hong Kong e per sviluppare nuove società di distribuzione in territorio cinese”, prosegue De Rosa. “L’indagine effettuata dalla nostra Camera di Commercio presso i distributori e consumatori locali mette in evidenza l’esistenza di un mercato potenziale di 1,4 miliardi di consumatori e la presenza di numerosi importatori locali interessati ad avviare contatti diretti con i produttori italiani, sebbene attualmente solo il 5% conosca bene il vino italiano”. .  
   
   
CONFERENZA SCIENTIFICA SUGLI ALIMENTI NUTRACEUTICI E FUNZIONALI  
 
Dal 9 all´11 giugno si svolgerà a Zilina (Slovakia) Food and Function 2009, la conferenza scientifica sugli alimenti nutraceutici e funzionali. Il programma della conferenza sarà concentrato sugli avanzamenti attuali della ricerca sugli alimenti nutraceutici e funzionali, e la loro presenza e ruolo futuro nel mantenimento della salute e prevenzione delle malattie. Gli alimenti nutraceutici e funzionali sono mezzi recenti per sfruttare il potenziale della nutrizione nella promozione della salute. Scopo della conferenza è di fornire un forum scientifico per le parti interessate nel campo degli alimenti nutraceutici e funzionali e di permettere lo scambio interattivo delle ultimisssime conoscenze. Per ulteriori informazioni, visitare: http://www. Foodandfunction. Com/ .  
   
   
TRUFFE SUI FONDI COMUNITARI PER LO SVILUPPO DELLE ZONE RURALI LA REGIONE LIGURIA SI COSTITUISCE PARTE CIVILE CONTRO L´EX PRESIDENTE DEL GAL "SVILUPPO VALLI DEL PONENTE" PIERLUIGI LEONE  
 
La Regione Liguria ha deciso di costituirsi parte civile contro l’ex presidente del Gal (Gruppo di azione locale) “Sviluppo valli del Ponente”, Pierluigi Leone, nell’ambito del procedimento penale in corso presso il Tribunale di Imperia. Secondo i capi di accusa che saranno discussi nell’udienza preliminare fissata per il 15 aprile, Leone avrebbe in più occasioni utilizzato per scopi personali parte dei fondi che la Regione ha trasferito al Gal al fine di sostenere progetti di sviluppo delle zone rurali del Ponente ligure. I fondi in questione fanno parte di un programma (Leader+) cofinanziato dall’Unione europea, dallo Stato e dalla Regione. Inoltre Leone, che era anche presidente della Comunità Montana dell’Olivo, avrebbe ottenuto indebiti finanziamenti, sulla base di documenti falsi, per un agriturismo di proprietà della sorella. Anche in questo caso si tratta di fondi che provengono da programmi cofinanziati dall’Unione europea. Con la costituzione di parte civile, la Regione Liguria intende quindi tutelare con il massimo rigore gli interessi, oltre che della Regione, anche dell’Unione Europea e dello Stato italiano, che contribuiscono a finanziare i programmi di sviluppo dell’agricoltura e dell’economia rurale. . . .  
   
   
BRUXELLES: SODDISFAZIONE DELL´ASSESSORE TRENTINO ALL´AGRICOLTURA  
 
Tra gli intervenuti al forum sull´agricoltura di montagna che si è svolto il 2 aprile a Bruxelles c´era anche l´assessore al turismo e agricoltura della Provincia autonoma di Trento che ha commentato molto favorevolmente le dichiarazioni del commissario Mariann Fischer Boel. "Dopo tre anni di lavoro - ha detto - registriamo una posizione finalmente di prospettiva che chiama certo ad un grande senso di responsabilità ma al tempo stesso legittima il protagonismo di chi l´agricoltura di montagna la esercita". "È un punto di partenza - ha aggiunto l´assessore trentino - che ha una grande valenza tattica perché prepara condizioni che vanno consolidate in vista del 2013". Sono tre, secondo l´assessore all´agricoltura, le novità principali che dimostrano una nuova disponibilità di Bruxelles: il riconoscimento del ruolo principe della pianificazione territoriale ("il Trentino si è appena dotato di un nuovo piano urbanistico che a sua volta si interseca con la riforma istituzionale"), la disponibilità a lavorare alle direttive sulla qualità dei prodotti ("vedo con grande interesse alla proposta di un´etichetta specifica per i prodotti della montagna, purché si accelerino i processi di semplificazione burocratica") e l´invito ad unire le forze ("bene che sia riconosciuta l´importanza dell´agricoltura di montagna, ma è opportuno ricordarsi che siamo comunque in un segmento specifico che numericamente non puó competere con le grandi pianure europee"). Un ultimo accenno l´assessore l´ha riservato ai giovani: "Garantire un futuro all´agricoltura alpina è un´utopia se non riusciamo a creare le condizioni affinché le imprese possano sopravvivere e gettare un ponte verso le nuove generazioni". .  
   
   
CONFERENZA E ESPOSIZIONE EUROPEA SULLA BIOMASSA,  
 
Dal 29 giugno al 3 luglio si terrà ad Amburgo (Germania) la diciassettesima Conferenza e esposizione europea sulla biomassa. Nel corso delle cinque giornate della conferenza, scienziati, rappresentanti del mondo dell´industria, fornitori, enti finanziari e responsabili delle politiche saranno invitati per discutere gli sviluppi nell´ambito della comunità della biomassa. Il programma scientifico prevede quasi 1000 sessioni plenarie e presentazioni orali e tramite poster, sui seguenti temi: conversione delle biomasse in calore, elettricità e prodotti; carburanti dalle biomasse; il mercato delle biomasse; politiche e sostenibilità. La conferenza sarà completata da un´esposizione internazionale sulla biomassa e la bioenergia, che offrirà l´opportunità di stabilire contatti commerciali, informarsi sullo stato dell´arte delle tecnologie e coltivare rapporti commerciali per attività innovative. L´evento è sostenuto dalla Commissione europea, dal ministero federale tedesco per l´Ambiente, la tutela della natura e la sicurezza nucleare, dal Consiglio mondiale per l´energia rinnovabile (Wcre), dall´Associazione europea dell´indutria delle biomasse (Eubia) e da altre organizzazioni. Per ulteriori informazioni, visitare: http://www. Conference-biomass. Com/ .  
   
   
CRISI SETTORE SUINICOLO: RABBONI ANNUNCIA UN PACCHETTO DI MISURE PER FAVORIRE L´ACCESSO AL CREDITO. ENTRO LA FINE DI APRILE UN BANDO PER 25 MILIONI DI EURO PER I PROGETTI DI FILIERA.  
 
Bologna - Un pacchetto di misure finanziarie per contrastare la grave crisi che colpisce il settore suinicolo. Lo ha annunciato ieri a Bologna l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni al termine della riunione delle organizzazioni professionali, dei produttori, delle cooperative e dei sindacati che fanno parte della Consulta agricola regionale. Si tratta di 350 mila euro di risorse regionali che serviranno ad abbattere di un punto percentuale i tassi di interesse sui prestiti a breve termine, ma anche di strumenti per aumentare la possibilità di accesso al credito da parte dei produttori suinicoli, grazie alle garanzie e ai tassi di interesse inferiori a quelli di mercato offerti dal sistema dei Confidi agricoli, cui la Regione stessa ha trasferito oltre 5 milioni di euro nel 2007. “La Regione – ha spiegato Rabboni – conferma il proprio impegno a favore del settore suinicolo che sta facendo i conti ormai da due anni con una grave crisi di mercato e di prezzi, che di fatto costringe gli allevatori a produrre in perdita. Attualmente le quotazioni sono di 1 euro e 10 centesimi al chilogrammo. Ciò significa una perdita stimata media per ogni suino allevato di circa 20 euro a capo. Anche il calo della produzione che si è verificato nel 2009 non è stato sufficiente a riequilibrare i prezzi e questo sta producendo un forte indebitamento delle aziende. Si tratta di una crisi grave, dovuta principalmente alla concorrenza di Paesi europei che producono a costi più bassi, che colpisce un settore per noi strategico quale quello della filiera dei salumi emiliano-romagnoli di altissima qualità”. Le misure varate dalla Regione non si fermano a questo. “Entro la fine di aprile la Regione Emilia-romagna pubblicherà il bando del Piano regionale di sviluppo rurale per il settore suinicolo. Si tratta di 25 milioni di euro per progetti di filiera che metteranno in moto complessivamente risorse per oltre 60 milioni di euro”. Tra gli interventi annunciati da Rabboni anche uno stanziamento, per il secondo anno consecutivo, di 150 mila euro per sostenere l’attività di promozione dei tagli di carne fresca della produzione certificata Dop “Gran Suino Padano”. Rabboni infine ha annunciato che presenterà al Ministero dell’agricoltura assieme alle altre Regioni la richiesta di rendere finalmente operativo il “ Piano di settore suinicolo”, dotandolo delle risorse necessarie. .  
   
   
EMILIA ROMAGNA: QUOTE LATTE. IL COMMENTO DELL’ASSESSORE RABBONI  
 
Bologna - “Con un escamotage non motivato da reali ragioni d’urgenza, il discusso decreto sulle quote latte è diventato legge, grazie all’ennesimo voto di fiducia posto al provvedimento anticrisi al quale era stato accorpato pur essendo evidente l’estraneità della materia”. Questo il commento dell’assessore all’Agricoltura Tiberio Rabboni sulle nuove norme sulle quote latte approvate ieri in Senato. “Si conferma un provvedimento penalizzante nei confronti dei tanti produttori rispettosi della norma che hanno affrontato grandi sacrifici”, ha aggiunto Rabboni. “L’attesa su una chiara rinuncia a tutto il contenzioso da parte di coloro che volessero usufruire di questa opzione, non è stata mantenuta: il testo approvato lascia forti dubbi interpretativi sia su ciò che deve essere oggetto di rinuncia, sia sulle modalità e i tempi di applicazione. E’ confermato invece che le quote saranno assegnate prima dell’adesione alla rateizzazione del debito e non è previsto il termine ultimo per il pagamento della prima rata. Inoltre una forte aleatorietà viene introdotta sulla disponibilità dei fondi destinati ai produttori che avevano acquistato quote latte”. “Siamo molto preoccupati degli effetti dell’applicazione di queste norme in un comparto già in grande difficoltà come quello lattiero, questo provvedimento infatti premia la concorrenza sleale attuata dagli allevatori che hanno fino ad ora prodotto fuori dal sistema quote latte. La Regione Emilia-romagna - ha concluso Rabboni - si riserva di valutare, insieme ad altre regioni, l’opportunità di un eventuale ricorso avanti alla Corte Costituzionale”. .  
   
   
IDEE E STRUMENTI PER RESTARE COMPETITIVI IN TEMPO DI CRISI: L’AGROINDUSTRIA PUGLIESE INCONTRA LA RICERCA PRESENTATI IL 2 APRILE A BARI I DUE STUDI DELL’ARTI-AGENZIA REGIONALE PUGLIESE PER LA TECNOLOGIA E L’INNOVAZIONE SULLA DOMANDA E L’OFFERTA DI INNOVAZIONE NEL SETTORE AGROALIMENTARE  
 
Valenzano - Migliorare la sicurezza degli alimenti e la comodità di impiego e ridurre i consumi energetici nelle fasi di lavorazione: sono questi i principali bisogni espressi dalle 95 imprese di ogni comparto agroindustriale, intervistate dai ricercatori dell’Università di Foggia, su incarico dell’Arti. Da queste interviste è scaturito un quadro dettagliato delle esigenze di innovazione, di prodotto e di processo: una mappa dei maggiori attori della produzione, delle caratteristiche del settore, dei suoi punti di forza e di debolezza. Partendo da questa analisi, confluita nel Quadernoarti “La domanda di innovazione della filiera agroalimentare in Puglia”, è possibile individuare le tecnologie e le innovazioni che permettono al settore di colmare i bisogni e diventare (o restare) competitivo su scala nazionale ed internazionale. Di questo si è discusso questa mattina a Bari nell’incontro “La domanda e l’offerta di nuove tecnologie per l’agricoltura e l’agroalimentare in Puglia” organizzato dal Club dell’Innovazione dell’Arti (in collaborazione con Confindustria Puglia, Inea – Istituto Nazionale di Economia Agraria e D. A. Re – Distretto Agroalimentare Regionale). Il convegno è stata l’occasione per un dialogo serrato tra imprese e ricerca sugli studi coordinati dall’Arti e realizzati dall’Università di Foggia e dall’Inea (Istituto Nazionale di Economia Agraria), rispettivamente sulla domanda e l’offerta di innovazione nel settore in Puglia. Come ha sottolineato Gianfranco Viesti, presidente dell’Agenzia, con questi quaderni l’Arti fornisce altrettanti strumenti, ad uso e consumo degli imprenditori: una guida all’individuazione e alla conoscenza dei bisogni ed una indicazione di fornitori di innovazioni operanti sul territorio regionale. “I produttori hanno bisogno soprattutto di comprendere i vantaggi che la ricerca può portare in termini di soluzione di problemi relativi, ad esempio, alla qualità, alla trasportabilità, alla conservazione (shelf-life)”, ha confermato Gaetano Dentamaro, presidente della sezione Agroindustria di Confindustria Bari. Nicola De Bartolomeo, in rappresentanza degli industriali pugliesi, ha invece ribadito come per superare gli ostacoli che frenano lo sviluppo competitivo della filiera agroalimentare pugliese sia necessario favorire un incontro tra il sistema della ricerca e quello imprenditoriale, ma anche la creazione di strutture intermedie, come i distretti produttivi, in grado di organizzare la produzione agevolando l’accesso a finanziamenti mirati. Il quadro della produzione regionale è certamente interessante: il settore agroalimentare pugliese incide per il 7,4% sulla produzione totale nazionale, con un fatturato pari a circa 352 milioni di euro. Tuttavia, come ha notato Gianluca Nardone, direttore del Distretto tecnologico regionale dell’agroalimentare e coordinatore dell’indagine, alcuni fattori ne minacciano la competitività: l’invecchiamento del management imprenditoriale, la scarsa integrazione dell’offerta agricola, la frammentazione della struttura distributiva e, soprattutto una limitata intensità di investimenti in ricerca e sviluppo e la difficoltà di individuare le tecnologie rispondenti ai bisogni di innovazione. Una maggiore e più efficace valorizzazione dei risultati della ricerca e un efficiente sistema di diffusione delle conoscenze raggiunte è quindi di centrale importanza. Dell’offerta dei centri di ricerca pugliesi ha parlato Grazia Valentino dell’Inea. Le principali attività di ricerca e innovazione, raccolte nel Catalogo delle competenze agroalimentari della Puglia allegato allo studio dell’Arti, si concentrano in maniera più intensa nelle strutture universitarie, nelle quali sono presenti il maggior numero di centri (41%), di addetti (61%) e progetti in corso o terminati (48%); seguono gli istituti del Cnr e del Cra - Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura. L’alto valore qualitativo della ricerca pugliese nel comparto è attestato, inoltre, dalla cospicua partecipazione degli attori regionali ai bandi di finanziamento europei, nazionali e regionali, dalla registrazione negli ultimi anni di 16 brevetti e dalla nascita di 17 nuove imprese da ricerca. La cooperazione internazionale in questo deve costituire una ulteriore opportunità, ha rilevato Chiara Morini dell’Istituto Agronomico Mediterraneo di Bari: non solo per le possibilità di interazione tra gruppi di ricerca pugliesi e produttori stranieri, ma anche per le potenzialità di sviluppo di partnership commerciali e di trasferimento tecnologico tra questi e le imprese pugliesi, nella prospettiva della complementarietà delle produzioni. Luigi Trotta, dirigente dell’Assessorato alle Risorse Agricole della Regione Puglia, ha infine sottolineato che la politica regionale si è chiaramente orientata in questi anni a favorire una visione più sistemica del settore, in cui salute, agricoltura e ambiente siano integrati in un unico disegno di sviluppo: a vantaggio, da una lato, della tipicità delle produzioni e della conservazione delle biodiversità; dall’altro di una più efficace interdisciplinarietà degli interventi. .  
   
   
ZOOTECNIA. DIRETTIVA NITRATI, L´ASSESSORE RABBONI INCONTRA LE ASSOCIAZIONI AGRICOLE.  
 
Bologna - L’assessore regionale all’Agricoltura, Tiberio Rabboni, ha incontrato le associazioni agricole professionali e le centrali cooperative per aprire una collaborazione e un approfondimento sull’applicazione della direttiva europea sui nitrati. La normativa comunitaria, che regolamenta lo spandimento dell’azoto sul terreno, impatta fortemente sull’attività delle aziende zootecniche della regione. “La Regione ha intenzione di porsi a fianco del mondo agricolo e non come controparte – ha detto l’assessore Rabboni – Ci attiveremo per garantire la corretta applicazione della direttiva, ma allo stesso tempo intendiamo accelerare la massima semplificazione delle procedure e della burocrazia. Chiediamo inoltre che l’applicazione delle norme sia uguale per tutte le Regioni del bacino padano”. L’emilia-romagna ha già provveduto a richiedere ai ministri competenti, all’Agricoltura Zaia e all’Ambiente Prestigiacomo, l’accelerazione dell’iter per ottenere la deroga da parte dell’Unione europea ad alcuni limiti posti dalla direttiva. In particolare le deroghe riguardano i quantitativi massimi di azoto utilizzabili nelle zone vulnerabili. Dall’esame del primo periodo di applicazione la Regione ha già provveduto a semplificare alcune procedure, quali l’individuazione cartografica delle superfici dove portare l’azoto e il calcolo delle quantità da destinare alle diverse colture. Conformemente a quanto già deliberato a livello regionale, si è inoltre impegnati a operare per modificare la normativa nazionale per classificare i prodotti degli impianti di biogas come effluenti zootecnici e per l’innalzamento delle soglie entro cui prescrivere la comunicazione delle aziende agricole. Le organizzazioni agricole si sono dette disponibili a lavorare al fianco della Regione, e per verificare tutte le problematiche del settore l’assessore Rabboni ha proposto l’istituzione di un tavolo tecnico aperto a tutti i soggetti pubblici e privati coinvolti. Il tavolo si riunirà già il prossimo 16 aprile, in vista dell’incontro al ministero programmato per il 21 aprile. .  
   
   
CONFEDERAZIONE ITALIANA AGRICOLTORI DELL’EMILIA ROMAGNA C: SENZA FONDO DI SOLIDARIETA´  
 
 “Senza Fondo di solidarietà nazionale la campagna prende il via con un onere certo per le imprese: il costo quadruplicato contro le calamità naturali”, quindi insopportabile, delle polizze assicurative” E’ il commento di Nazario Battelli, presidente Cia Emilia Romagna dopo l’esclusione del Fondo dal provvedimento con cui la Camera ha concesso la fiducia al Governo approvando il maxiemendamento al decreto legge anti-crisi “Adesso non ci sono più alibi per iniziative unitarie nei confronti del Ministro e del Governo che sono colpevolmente responsabili della mancata copertura assicurativa delle produzioni agricole” “Non è certo un bell’inizio di campagna che prende il via con un onere certo: quello assicurativo, ovvero una ‘calamità’ i cui elevati costi sono quantificabili fin da ora”. Commenta in questo modo Nazario Battelli, presidente della Cia Emilia Romagna, l’esclusione del Fondo di solidarietà nazionale dal provvedimento con cui la Camera ha concesso la fiducia al Governo approvando il maxiemendamento al decreto legge anti-crisi. Disposizione che contiene, tra l´altro, le norme sulle quote latte e la proroga delle agevolazioni previdenziali per le aree svantaggiate. “Il risultato immediato è che chi vorrà assicurarsi dovrà sostenere costi per la polizza insopportabili, pari a quattro volte il prezzo pagato lo scorso anno, per effetto delle mancate risorse che andavano ad integrare i costi assicurativi delle imprese – prosegue Battelli – quindi nessun intervento concreto a sostegno dell’agricoltura. È chiaro a tutti che l’aver creduto alle promesse del Ministro e stigmatizzato le reiterate forme di protesta messe in campo dalla presentazione della Legge finanziaria fino a qualche giorno fa’, non ha portato da nessuna parte. Se si fosse accettata la proposta di un fronte agricolo comune, avremmo avuto maggiore considerazione nella società e nel Parlamento. Rilanciamo un appello in questo senso – conclude Battelli - perché in una situazione così pesante per l’economia e per i consumi è irresponsabile solo pensare ad un aggravio dei costi di produzione che andrebbero invece diminuiti”. . .  
   
   
ENERGIA: CHIODI INAUGURA IMPIANTO FOTOVOLTAICO A NOTARESCO (ABRUZZO)  
 
L´aquila - Il presidente della Regione, Gianni Chiodi, ha inaugurato il 2 aprile un impianto fotovoltaico presso il nuovo stabilimento Amadori di Notaresco e Mosciano Sant´angelo. .  
   
   
TRENTO: PINZOLO-FIAVÈ, L´INCONTRO DEI SINDACATI CON L´ASSESSORE ALL´AGRICOLTURA "I LAVORATORI DEL CASEIFICIO NON RESTERANNO SULLA STRADA"  
 
"Cercheremo di ridurre al massimo gli esuberi e troveremo un´alternativa occupazionale, prioritariamente nell´ambito del movimento cooperativo, per quanti perderanno l´impiego". Questa l´assicurazione che l´assessore provinciale all´agricoltura ha dato ai segretari provinciali di Fai (Faes e Zancanella), Flai (Montani) e Uila (Galluccio e Nicolodi) ed ai rappresentanti sindacali aziendali dello stabilimento ex Sav di Villa Lagarina relativamente al futuro dei lavoratori del caseificio Pinzolo-fiavè per i quali il piano industriale per il salvataggio della cooperativa prevede la dismissione. All´incontro, che si è tenuto il 3 aprile a Trento presso il palazzo della Provincia, sono intervenuti anche i rappresentanti della Federazione della Cooperazione trentina, il direttore Sergio Paoli e Paolo Tonelli. "Le decisioni - ha chiarito l´assessore - spettano al nuovo consiglio di amministrazione, chiamato ad eleggere nei prossimi giorni i vertici. Ora si tratta di guardare avanti, facendo tesoro degli errori del passato, e di fare tutto il possibile per assicurare la continuità produttiva. E´ vero che il piano industriale prevede un certo numero di esuberi, ma credo vi sia spazio per apportare alcune modifiche". In merito allo stabilimento di Villa Lagarina, l´assessore ha confermato la scelta di destinarlo unicamente alla produzione di yogurt, mentre per quanto riguarda la produzione di formaggio grana sarà il nuovo cda del caseificio a valutare se utilizzare per essa la sola struttura produttiva di Pinzolo, dove è previsto un raddoppio della produzione (fino a 6-7. 000 forme) e in aggiunta, anche quella di Fiavè. Per quanto riguarda infine le possibili alleanze e sinergie con altre realtà produttive, l´assessore all´agricoltura ha spiegato che nel campo agroalimentare la Provincia autonoma privilegia in ogni caso quelle con l´Alto Adige al fine di costituire massa critica sul mercato ed essere maggiormente competitivi. .  
   
   
TECNICI E DIVULGATORI ALSIA CHIEDONO INCONTRO ALLA REGIONE BASILICATA  
 
In merito alla vicenda della “Razionalizzazione delle strutture amministrative regionali al servizio dello Sviluppo agricolo e rurale lucano” il Coordinamento dei Tecnici e Divulgatori dell’Alsia in una nota esprime “preoccupazione e perplessità sull’effettiva possibilità di giungere in tempi brevi ad una razionale ed efficiente riorganizzazione dei Servizi e dell’Agenzia di sviluppo, commissariata ormai da tre anni. Per questo il Coordinamento chiede all’assessore regionale all’agricoltura, Vincenzo Viti un incontro urgente. Il Coordinamento – si legge nella nota - si chiede quanto sia utile mantenere l’attuale impianto del disegno di legge di riordino che vede insieme Alsia, Arbea e altri Enti, quando i nodi da sciogliere sono differenti per i diversi soggetti e per l’Agenzia di erogazione restano dubbi sulla sua futura esistenza. In questi anni sono state formulate ipotesi e “progetti” molto diversi sull’Alsia, dalla sua soppressione, alla riduzione di compiti per approdare, sembrerebbe, ad ulteriori compiti funzionali ed ad un rafforzamento della pianta organica. In questi anni, non abbiamo visto, invece, al centro del dibattito il tema della ristrutturazione dell’Ente strumentale della Regione in chiave strategica, per dare maggiore operatività ed efficacia ai servizi di sviluppo per l’agricoltura lucana. E il tempo trascorso può essere letto come una conferma di questa affermazione. Come tecnici ci sentiamo penalizzati dal permanere di questa situazione. Chiediamo pertanto all’assessore regionale un confronto costruttivo. Vogliamo contribuire al dibattito con le nostre competenze nel settore dei Servizi, auspicando e rivendicando – concludono - la rapida e chiara definizione di compiti e funzioni dell’Alsia all’interno dei Servizi di Sviluppo Agricolo, La programmazione delle attività attraverso la redazione del Piano triennale e la definizione di un Modello organizzativo dell’Alsia funzionale alla nuova programmazione. .  
   
   
FIPPA: A DISPOSIZIONE PER ASSICURARE IL PANE AI TERREMOTATI  
 
Roma - La Federazione italiana panificatori, oltre ad esprimere solidarietà alle vittime del terremoto in Abruzzo, si è messa a disposizione del ministero dell’Interno e della Protezione civile per assicurare il pane nei territori colpiti dalla tragedia. L’aiuto si concretizzerà attraverso gli interventi delle proprie organizzazioni locali: già da domani infatti numerosi colleghi panificatori convoglieranno presso le aree epicentro per assicurare la fornitura del pane. Sarà cura della Federazione informare sui dettagli organizzativi, pianificati in coerenza con le esigenze delle istituzioni. .  
   
   
BITTO: PROPOSTA REGIONE RISOLVE "NODO" DISCIPLINARE  
 
L´assessore all´Agricoltura della Regione Lombardia, Luca Daniel Ferrazzi, ha incontrato il 3 aprile a Milano i rappresentanti del Consorzio Tutela Valtellina Casera e Bitto, dell´Associazione Produttori Valle del Bitto, e di Slow Food. Tema di discussione sul tavolo, i lavori per la modifica del Disciplinare di produzione del prestigioso formaggio Dop valtellinese, al vaglio dell´Unione Europea. "Oggi - dichiara Ferrazzi - Regione Lombardia ha indicato una soluzione che ha ottenuto apprezzamento dalle parti, una proposta di buon senso perché il nuovo Disciplinare del Bitto Dop possa permettere alle aziende agricole del territorio di produzione di lavorare meglio e ancor di più per far conoscere uno dei prodotti di punta del nostro comparto agroalimentare". Il "punto risolutivo" riguarda l´inserimento nel Disciplinare della possibilità di apporre sulla forma la marchiatura indicante per esteso il nome dell´alpeggio in cui il formaggio è stato prodotto per quei produttori che non utilizzeranno i fermenti autoctoni e gli integratori alimentari. "Il risultato ottenuto con questo incontro - continua Ferrazzi - chiude mesi di trattative intense e anche difficili, con differenti punti di vista. Come è accaduto altre volte, credo sia giusto sottolineare che la nostra politica di concertazione sia la più corretta garanzia per poter assumere decisioni che garantiscano l´intero sistema agricolo". "Confidiamo che a Bruxelles l´Unione europea - conclude Ferrazzi - non abbia nulla da obiettare sulle richieste di modifica al Disciplinare di produzione. Potremmo così parlare di partita chiusa e pieno successo, certi che si possa fin da subito lavorare affinché il Bitto, formaggio simbolo della Valtellina e vanto della tipicità lombarda, possa essere sempre più conosciuto e apprezzato dai consumatori". .  
   
   
ALLEVAMENTI AVICOLI, FIRMATO A FORLÌ UN ACCORDO PER L’UTILIZZO DELLA POLLINA.  
 
Forlì - Un accordo innovativo per l’utilizzo della pollina agricola, che permette di raggiungere due obiettivi: la lotta all’inquinamento da nitrati delle acque e il sostegno alla filiera avicola. E’ quello sottoscritto il 2 aprile a Cesena dal presidente della Regione Emilia-romagna Vasco Errani, da Massimo Bulbi presidente della Provincia di Forlì-cesena e dalle associazioni locali degli allevatori per l’utilizzo della pollina sia come fertilizzante che per la produzione di energia. La provincia di Forlì-cesena ha un elevato numero di allevamenti di polli (secondi solo a quelli del Veneto) e, a causa delle ridotte superfici disponibili per lo spandimento degli effluenti avicoli (appunto la pollina), anche un problema di “eccedenze”, pari a circa 90. 000 ton/anno. Apprezzamento è stato espresso dall’assessore regionale all’ambiente Lino Zanichelli, che ha sottolineato come “il percorso virtuoso realizzato assicuri rigore nel rispetto delle regole, qualità e sicurezza dei processi produttivi, tutela dell’ambiente e una semplificazione delle procedure a vantaggio degli operatori”. L’intesa odierna rientra nell’ambito dell’applicazione della Direttiva europea sui nitrati e sarà sostenuta anche dai finanziamenti del Piano regionale di Sviluppo Rurale, che prevede appunto incentivi economici per le aziende agricole che utilizzeranno la “pollina” per la fertilizzazione dei loro terreni. I primi impianti per la produzione di energia alimentati a pollina dovranno essere avviati entro il novembre 2011. .