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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 07 Settembre 2010
L’ACCORDO SUL COMMERCIO DEL VINO FRA UE E AUSTRALIA ENTRA IN VIGORE  
 
Bruxelles - l’ 1° settembre 2010, è entrato in vigore un nuovo accordo che disciplina il commercio del vino fra l’Australia e l’Unione europea. Questo nuovo accordo, che sostituirà quello firmato nel 1994, protegge il regime di etichettatura del vino adottato nell’Ue, garantisce la piena protezione delle indicazioni geografiche dell’Ue, anche per i vini destinati all’esportazione in paesi terzi, e include un esplicito impegno da parte dell’Australia a proteggere le espressioni tradizionali dell’Ue. In aggiunta, entro un anno dall’entrata in vigore dell’accordo e dopo un periodo di transizione, l’Australia non utilizzerà più per i propri vini alcune importanti denominazioni dell’Ue, quali “Champagne” e “Porto”. “L’accordo offre garanzie importanti al settore vinicolo dell’Ue. Assicura la protezione delle indicazioni geografiche e delle espressioni tradizionali per i vini dell’Ue in Australia e in altri paesi”, ha dichiarato Dacian Cioloþ, commissario responsabile dell’agricoltura e dello sviluppo rurale. “L’accordo offre vantaggi a entrambe le parti firmatarie e rappresenta un risultato equilibrato per i produttori di vino europei e australiani. Un traguardo essenziale è costituito dall’impegno in base al quale i produttori vinicoli australiani rinunceranno progressivamente a usare indicatori geografici fondamentali ed espressioni tradizionali utilizzati per i vini dell’Ue. Questo risultato è di vitale importanza per i produttori europei”. L’accordo prevede la protezione immediata di altre indicazioni geografiche dell’Ue usate per i vini. Per alcune denominazioni è stato concordato un periodo di transizione. In particolare, a partire dal 1° settembre 2011, vale a dire un anno dopo l’entrata in vigore dell’accordo, i produttori australiani non potranno continuare a utilizzare certe importanti denominazioni tipiche dell’Ue quali “Champagne”, “Porto”, “Sherry” e altre indicazioni geografiche europee, fra cui alcune espressioni tradizionali quali “Amontillado”, “Claret” e “Auslese”. Il nuovo accordo protegge il regime di etichettatura dei vini dell’Ue elencando le menzioni facoltative che possono essere utilizzate per i vini australiani (per es. Indicazioni riguardanti le varietà di viti usate, i premi e le medaglie ottenuti o i concorsi vinti oppure un colore specifico, ecc.) e regolamentando l’indicazione delle varietà di viti sulle etichette dei vini. Il nuovo accordo delinea inoltre le condizioni che i produttori vinicoli australiani devono rispettare per continuare a usare un certo numero di termini per vini di qualità, fra cui “vintage”, “cream” e “tawny” per descrivere i vini australiani esportati in Europa e venduti sul mercato nazionale. L’accordo è stato firmato a Bruxelles il 1° dicembre 2008. Il 27 luglio 2010 le autorità australiane hanno informato l’Unione europea di avere completato le procedure di ratifica necessarie. Nel 2009 le esportazioni di vino dall’Ue verso l’Australia hanno rappresentato 68 milioni di euro, mentre quelle dall’Australia verso l’Ue sono state pari a 643 milioni di euro. Al seguente indirizzo è possibile trovare il testo dell’accordo e ulteriori informazioni: http://ec.Europa.eu/agriculture/markets/wine/third/index_en.htm    
   
   
QUANDO LA CROAZIA È "EKO"  
 
Un settore in crescita, quello della produzione biologica in Croazia. Deve però fare i conti con una forte frammentazione degli aiuti governativi, una scarsa trasparenza informativa e prezzi alti. All´interno di una panoramica regionale (Albania, Bosnia Erzegovina, Croazia, Kosovo, Macedonia, Montenegro Serbia) la Croazia è il paese che ha fatto più progressi nel cammino verso l´integrazione europea e che presenta il settore agricolo più moderno e più attento in materia di politica di qualità e agricoltura biologica. Parte di questo percorso è facilitato dalla forte vocazione turistica del paese che trova nei suoi quasi 1800 chilometri di costa e oltre 1000 isole una risorsa determinante per rilanciare lo sviluppo e proiettarsi verso una dimensione europea. In questo quadro il biologico può diventare strumento di supporto a quelle forme di turismo alternativo (rurali, eco, verdi, responsabili, ´´slow´´) che muovono lentamente i primi passi in un entroterra spesso in ritardo rispetto ai ritmi vertiginosi della costa.  
   
   
UNGHERIA, GOVERNO SOSTIENE I PRODOTTI TIPICI  
 
I prodotti tradizionali ungheresi saranno promossi e tutelati senza badare a spese. Circa il 20 per cento delle garanzie disponibili in futuro, riporta il quotidiano magiaro Magyar Nemzet, saranno destinate alla promozione delle tipicità dell´Ungheria. Il governo ungherese ha deciso di istituire un nuovo ufficio nel 2011, per registrare e promuovere tutte le proprietà nazionali, dalla Palinka (distillato di frutta simile alla grappa fatta in casa) alla musica di Bartok. Ai produttori, spiega il giornale, saranno forniti supporti finanziari e benefit per la loro presenza sul mercato. Nella sessione autunnale, il Parlamento dovrebbe passare la legge per istituire Hungarica, la commissione impegnata nella promozione dei prodotti ungheresi. La prima mossa del nuovo ufficio sarà il riconoscimento di una lista di 100 specialità uniche ungheresi, riconosciute come tali ´´in Ungheria e nel mondo´´.  
   
   
IL VIA A PESCA SPERIMENTALE NEL VENETO. RIUNITA UNITÀ DI CRISI  
 
Inizieranno tra una decina di giorni le prove sperimentali di pesca entro le tre miglia per verificare l’idoneità degli strumenti conformi alle norme comunitarie e le eventuali alternative legali. E’ quanto comunicato il 2 settembre a Palazzo Balbi, nel corso della riunione della Unità di Crisi costituita dalla Regione e presieduta dall’assessore Franco Manzato, presenti tutte le parti interessate, compresi Capitaneria di Porto, carabinieri, Guarda di finanza e rappresentanze prefettizie, che hanno preso atto della comunicazione relativa alle “calate” sperimentali. La sperimentazione peraltro ha incontrato anche difficoltà “di mercato”, perché non è stato facile reperire le reti a maglie più larghe conformi alle disposizioni europee. La Fondazione della Pesca di Chioggia provvederà al loro acquisto. Con i nuovi strumenti saranno quindi armate le barche, peschereccio per peschereccio, con le quali effettuare le sperimentazioni, che dovrebbero coinvolgere circa 250 operatori. “Anche questa va considerata una fase transitoria – ha affermato Manzato – perché è mia intenzione creare un tavolo di lavoro, che dirigerò personalmente, per mettere a punto un progetto di rigenerazione della piccola pesca del Veneto, tale da garantire attività e reddito per le imprese e gli addetti, che operano in un settore economico e di approvvigionamentio alimentare importante in un mare, l’Adriatico, che ha caratteristiche uniche, è molto ricco e deve continuare ad essere tale. La nostra piccola pesca deve insomma essere messa nelle condizioni di stare dignitosamente sul mercato e io intendo dare le risposte necessarie”. Per l’attività di sperimentazione il Veneto ha messo a disposizione complessivamente 2 milioni di euro, una parte dei quali per l’acquisto delle dotazioni necessarie e il monitoraggio, il resto per remunerare l’attività sperimentale svolta dagli operatori della pesca con le loro imbarcazioni.  
   
   
APERTURA DEI TERMINI PER LA CONCESSIONE DI AIUTI ECONOMICI NEL COMPARTO AGROALIMENTARE DELLA VALLE D’AOSTA  
 
L’assessorato dell’agricoltura e risorse naturali informa che sono aperti i termini per la presentazione delle domande di ammissibilità per la concessione di aiuti temporanei di importo limitato, per l’anno 2010, a favore delle società cooperative e delle altre imprese operanti nel comparto agroalimentare di cui al capo Ii della legge regionale n. 25/2009, recante “Misure urgenti di autorizzazione di aiuti temporanei alle imprese”. Nelle tipologie di aiuti rientrano i contributi alla capitalizzazione per progetti di sviluppo aziendale o consolidamento dei mezzi patrimoniali, i contributi in conto interessi – su interessi passivi sostenuti per prestiti di conduzione o di anticipazione e per anticipazioni su crediti – e i contributi in conto esercizio e per lo sviluppo aziendale – su spese quali il trasporto delle materie prime, l’energia elettrica, lo smaltimento dei reflui e le consulenze per il miglioramento dei prodotti o dei processi produttivi. Possono beneficiare di tali aiuti le società cooperative con sede operativa in Valle d’Aosta, in possesso della qualifica di società cooperativa a mutualità prevalente e che svolgono prevalentemente attività di trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli. Sono ammesse alla seconda e terza tipologia di aiuti anche le imprese, diverse dalle società cooperative, iscritte al registro delle imprese oppure al repertorio delle notizie economiche e amministrative, che svolgono attività di trasformazione esclusivamente di prodotti agricoli rientranti nei sistemi di qualità alimentare riconosciuti a livello comunitario (Dop e Doc) o nell’elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali della Regione Autonoma Valle d’Aosta. Le domande di ammissibilità a contributo potranno essere presentate, entro giovedì 30 settembre prossimo, al Servizio Sviluppo delle produzioni agroalimentari e infrastrutture dell’Assessorato, in località Grande Charrière 66 a Saint-christophe (telefono 0165.275358, orario lunedì-giovedì 8.30-12/14.30-16.30, venerdì 8.30-12). Per prendere visione del testo della deliberazione contenente i criteri applicativi e scaricare la modulistica è possibile consultare l’indirizzo internet www.Regione.vda.it/agricoltura.  
   
   
CRISI COMPARTO OVINO: LA SARDEGNA COINVOLGE ALTRE OTTO REGIONI  
 
Il fronte unitario per salvare il comparto ovino coinvolge, oltre alla Sardegna e oltre alle associazioni agricole, anche altre otto Regioni. In questi giorni l’assessore regionale dell’Agricoltura, Andrea Prato, ha lavorato, dopo le varie audizioni dei giorni scorsi con tutti gli attori interessati, alla predisposizione di un documento inviato anche a Lazio, Toscana, Umbria, Abruzzo, Molise, Puglia, Calabria e Sicilia perché venisse ulteriormente arricchito dal contributo e dalle specificità delle richieste delle regioni dove il settore ovi-caprino riveste particolare importanza nelle rispettive economie agricole. Si tratta di un documento che conterrà interventi per gestire la crisi, ma anche un piano per il rilancio a medio e lungo termine per il comparto. "Affiniamo di ora in ora la proposta con le richieste che sottoporremo al ministro - spiega l’assessore Prato - grazie al contributo che tutti ci stanno sottoponendo. Interessare anche le altre Regioni sarà fondamentale per far prendere consapevolezza che la crisi del comparto ovino ormai è generalizzata e riguarda non solo la Sardegna (comunque la più colpita) ma diversi altri territori italiani. E sottoporre al ministro Galan un documento il più unitario e condiviso possibile non farà altro che rafforzare le posizioni rivendicative e accrescere la possibilità di tornare da Roma con risultati importanti per non far morire il settore".  
   
   
CIA BASILICATA: OK A DELIBERA MINI IMPIANTI EOLICI E FOTOVOLTAICI  
 
“Il provvedimento della giunta regionale, annunciato il 2 settembre dall’assessore all’Ambiente Agatino Mancusi, per consentire lo sviluppo sul territorio dei piccoli impianti eolici e fotovoltaici da 1Mw, semplificando il complesso iter procedurale tecnico-amministrativo, accoglie la proposta che la Cia-confederazione Italiana Agricoltori ha presentato da tempo. Per dare continuità all’impegno della Giunta e quindi risposte all’esigenza degli agricoltori che rivendicano la possibilità di diventare “produttori di energia alternativa” attraverso la realizzazione di mini-impianti non solo eolici e fotovoltaici ma anche a biomasse, idroelettrici, da processi agronomici, innanzitutto per l’autoapprovvigionamento delle aziende agricole, attendiamo adesso dal Governo Regionale altri provvedimenti”. E’ il commento dell’Ufficio di Presidenza della Cia sottolineando che “ha fatto bene l’assessore Mancusi a cogliere la nuova opportunità offerta agli agricoltori. La Cia oltre alla modifica della delibera dell’Autorità Energia Elettrica e Gas n.99/2000 “in modo da limitare gli effetti speculativi ad opera i grandi gruppi finanziari che hanno virtualmente saturato le reti di distribuzione dell’energia elettrica, attraverso grossi impianti” propone che “si consenta di attivare una fascia di potenza elettrica in immissione riservata ai piccoli produttori, definendo un Piano Regionale con indicazioni ed aggiornamenti annuali. Inoltre, a parere della Cia, bisogna adoperarsi per accelerare le procedure autorizzatorie e fare in modo che la tempistica per le connessioni sia strettamente collegata alle esigenze delle imprese agricole, procedendo ad una più coerente valutazione riguardo i volumi di energia prodotti dalle aziende agricole e dai reali apporti che gli stessi possono trasferire nella rete. Nelle more di una più organica rivisitazione disciplinare e tecnico-gestionale dell’intera problematica, la Confederazione sollecita le Autorità competenti ad “attivare ogni utile iniziativa finalizzata a rendere compatibile la tempistica realizzativa degli investimenti e delle opere di produzione energetica con le tante richieste presentate da titolari di aziende agricole lucane”.  
   
   
COMPARTO OVINO, ECCO IL PIANO UNITARIO IN SARDEGNA  
 
Acquisto del pecorino per gli indigenti, ristrutturazione del debito delle imprese, ripristino della fiscalizzazione degli oneri previdenziali per le zone montane e svantaggiate. E ancora, reintroduzione del bonus gasolio per le serre, miglior accesso al credito, informazioni sulle dinamiche di mercato, anticipazione dei pagamenti comunitari (Pac) e tempestività nei pagamenti delle indennità compensative del Psr. Sono questi alcuni degli interventi pilastro che l’assessore all’Agricoltura della Regione Sardegna, Andrea Prato discuterà oggi al ministero delle Politiche Agricole nel corso degli Stati generali sulla pastorizia. "Si tratta - ha detto Prato - di una serie di richieste a risoluzione immediata studiate e condivise con le organizzazioni agricole e le regioni italiane, cui saranno chiamate ad aderire anche le istituzioni nazionali: dal ministero delle Politiche Agricole a quello degli Esteri, dall’Agea all’Ismea. Nella piattaforma unitaria che presentiamo oggi sono previste anche misure di medio e lungo periodo. Nel medio, la valorizzazione dell’agnello italiano, l’incremento degli aiuti relativi al sostegno della qualità del latte, le attività di promozione e di sostegno alla domanda italiana. Nel lungo termine: la costituzione di un tavolo nazionale permanente per il settore, la revisione del disciplinare e della classificazione dei pecorini Dop, il piano nazionale di settore, la campagna di educazione alimentare, il rafforzamento dell’export a difesa delle produzioni tutelate". "Sono convinto - ha aggiunto l’assessore - che un piano programmatico unitario possa servire ad arginare una crisi che ha origini antiche e che oggi è a un punto di non ritorno. L´appello all’unità va alle organizzazioni agricole, affinché giungano ad una piattaforma comune; ci auspichiamo anche un atteggiamento più collaborativo nei confronti delle associazioni da parte del Movimento Pastori Sardi, al quale dovrà però essere riconosciuto il merito di aver contribuito in maniera importante ad amplificare una battaglia iniziata un anno fa". "Su queste basi - ha concluso Prato - dobbiamo lanciare tutti i salvagente che abbiamo a disposizione per salvare il settore ma solo a condizione che, allo stesso tempo, si cambi la struttura della filiera. Oggi pomeriggio ci auguriamo si possa manifestare una presa di coscienza comune e senza conflitti da parte delle organizzazioni, necessaria affinché non abbia la meglio chi fino a oggi non ha difeso né pecore né pastori".  
   
   
MATTATOI IN ABRUZZO: PER FUNZIONAMENTO NECESSARI IDEE E PROGETTI  
 
"Il problema dei mattatoi comunali nasce dalle disposizioni comunitarie di adeguamento sanitario". Lo afferma l´assessore all´Agricoltura, Mauro Febbo, in merito al funzionamento dei mattatoi. "Tante sono state le richieste a cui la Regione Abruzzo avrebbe dovuto far fronte con un intervento economico insopportabile", ha precisato l´assessore. "Era stato chiesto ai comuni proprietari dei mattatoi e beneficiari degli introiti di fare progetti in cui più attori si rendessero disponibili ad intervenire. Poiché il mattatoio comunale serve un comprensorio si poteva presentare un progetto i cui attori potevano essere i comuni stessi, la Provincia e soprattutto i privati. Forse non a tutti gli amministratori locali è chiaro che il tempo delle vacche da mungere (Regione ed Enti pubblici) è finito. Ci vogliono idee, progetti, spirito di iniziativa ed efficienza".  
   
   
LA REGIONE SARDEGNA OTTIENE PROROGA PER ASSICURARE COLTURE DI CARCIOFI E AGRUMI  
 
Grazie all’intervento della Regione, e su richiesta dei Consorzi di difesa, gli agricoltori sardi avranno più tempo per poter accedere ai contributi pubblici (europei e regionali) previsti per assicurare le colture autunnali e invernali. Nei giorni scorsi l’assessore regionale dell’Agricoltura, Andrea Prato, dopo una serie di incontri con i Consorzi di difesa dell’Isola (il cui compito principale è tutelare le colture da calamità naturali, fitopatie e di stipulare polizze assicurative) aveva scritto ad Agea (l’agenzia nazionale per le erogazioni in agricoltura) con l’obiettivo di ottenere una proroga sulle scadenze inizialmente previste e considerato che i soci dei Consorzi in questo periodo assicurano ingenti quantità di colture autunnali e invernali (soprattutto carciofi e agrumi, tra le produzioni più importanti per la stagione). Inoltre, con le precedenti date stabilite da Agea (studiate per colture primaverili–estive), i Consorzi di difesa sarebbero rimasti esposti finanziariamente in modo pesante. A poche ore dalla richiesta dell’assessore Prato, che aveva sollevato il problema interessando anche altre Regioni, l’area coordinamento di Agea ha fissato nuove date. Nel dettaglio, entro il 31 ottobre i Consorzi dovranno fornire ad Agea i dati sui prodotti assicurati (quantità per prodotto, quanti ettari sono stati assicurati e per quale valore in euro), mentre entro il 30 novembre (prima era entro il 30 ottobre) i Consorzi dovranno provvedere a pagare i premi e mandare le quietanze ad Agea. "Ringrazio la sensibilità dell´Agenzia - dichiara l’assessore Prato - che ha voluto integrare una sua precedente circolare e perché recepisce le istanze dei nostri agricoltori, che ora avranno più tempo per assicurare in particolare le colture di carciofi e agrumi. Ricordo che la Regione interviene con risorse proprie per coprire sino all’80 per cento del premio assicurativo: questo perché riteniamo fondamentale, coerentemente con le normative nazionale ed europea, sostenere la nuova politica di assicurare i raccolti piuttosto che intervenire con indennizzi a danno subito, per i quali gli stanziamenti in futuro saranno sempre meno".  
   
   
ALLARME DI AREFLH ALLA COMMISSIONE EUROPEA : CROLLANO I PREZZI DELLE PESCHE E NETTARINE MEDIO TARDIVE IN EUROPA  
 
Dopo un avvio promettente per le produzioni precoci e medio precoci, a livello europeo, il comparto delle pesche e nettarine nonostante una regolare produzione, ha mostrato in questo mese di agosto forti segni di sofferenza fino ad avvicinare, oggi, i valori negativi del 2009 che come tutti sanno è stato un anno molto difficile per i produttori. Areflh ha portato all’ attenzione della Commissione Europea, il problema della volatilità dei prezzi dei prodotti ortofrutticoli altamente deperibili, troppo spesso in balia di un mercato in cui nonostante la qualità della merce, la pressione dei prezzi esercitata sul prodotto in uscita dagli stabilimenti non consente di remunerare sufficientemente i frutticoltori per coprire i costi di produzione. Il presidente del Cso Paolo Bruni concorda nel sostenere la posizione di Areflh sulla prevenzione e gestione delle crisi . “ I produttori - dichiara Bruni - devono poter disporre di strumenti che consentano in modo celere e flessibile di adeguare la domanda all’offerta attraverso una efficace gestione dei ritiri; gli strumenti e le azioni necessarie – conclude Bruni - devono essere utili soprattutto per assicurare il reddito delle imprese per questo riteniamo indispensabile che la Commissione Europea favorisca una maggiore flessibilità nelle necessarie modifiche dei regolamenti.”  
   
   
AGRICOLTURA IN ABRUZZO:LIQUIDATI 18 MLN DI EURO  
 
Ammontano a 18 milioni di euro i pagamenti relativi all´agroambiente effettuati tra il 2009 ed il 2010; mentre per il 2007 sono state recuperate le situazioni pendenti. Risultano pressoché inesistenti le giacenze, fatte salve quelle addebitabili a problemi specifici della singola pratica o a contenziosi in essere. Le cifre sono state fornite dall´assessore all´Agricoltura, Mauro Febbo, secondo il quale sarebbero perciò "fuori luogo le dichiarazioni del consigliere regionale, Lucrezio Paolini, circa le misure agroambientali. I bandi - ha argomentato l´Assessore - vengono regolarmente pubblicati ogni anno, alla data espressamente prevista dai regolamenti comunitari. Soltanto a luglio i nostri agricoltori hanno completato le domande. Se ne ricava che la tempistica è cadenzata non da noi ma dalle stesse procedure". In ordine alla presunta "situazione compromessa", Febbo ha infine replicato che è "esattamente per la ragione contraria, ciò per anticipare il più possibile i pagamenti dell´annualità 2010 se, nella sola provincia dell´Aquila, per motivi che tutti possono comprendere, sono stati inviati tecnici dell´Arssa a sostegno di nostri funzionari regionali, in modo che entro il prossimo dicembre, tutte le liquidazioni siano fatte".  
   
   
PATATE, AL VIA IL NUOVO CONTRATTO QUADRO 2010-2012. RABBONI: UNO STRUMENTO PER RAFFORZARE L´EMILIA-ROMAGNA COME POLO PRODUTTIVO D´ECCELLENZA E PER DARE AI CONSUMATORI UN PRODOTTO DI QUALITÀ E DI SICURA PROVENIENZA REGIONALE.  
 
 Promuovere il consumo di patate dell’Emilia-romagna, garantendo ai consumatori un prodotto di sicura provenienza, certificato e di elevata qualità e ai produttori un adeguato ritorno economico. E’ questo l’obiettivo del nuovo “Contratto quadro di filiera per la patata da consumo fresco 2010-2012” che è stato firmato oggi a Bologna presso la sede della Regione tra le organizzazioni dei produttori Appe, Assopa, le principali cooperative del settore e, per i commercianti, Fruitimprese e Ascom. “Si tratta di un’iniziativa importante non solo sul piano regionale, ma anche nazionale – ha spiegato l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni – perché propone un modello di relazione tra i protagonisti della filiera che dovrà essere la bussola dei prossimi anni. La nostra agricoltura ha bisogno di accordi preventivi, per contrastare la volatilità dei prezzi, per valorizzare il prodotto nazionale, per ottimizzare l’offerta sul mercati, per garantire qualità ai consumatori, rendendo disponibili sul mercato locale patate con caratteristiche di alto livello, completamente tracciate e certificate, prodotte con metodi di coltivazione integrata.” L’emilia-romagna con circa 6 mila 500 ettari coltivati e una produzione 2009 di circa 225 mila tonnellate, concentrata per oltre la metà in provincia di Bologna, è uno dei principali produttori di patate a livello nazionale. Un polo di eccellenza dunque non solo sul piano quantitativo, ma anche qualitativo, come confermano anche la presenza sempre a Bologna della Borsa Patate, del Consorzio delle Buone Idee detentore del marchio “Selenella” e del Consorzio per la patata di Bologna Dop. Per questo il contratto firmato oggi è destinato ad estendere i suoi effetti su tutta la produzione di patate del centro-nord. Cosa prevede il contratto - L’accordo per la patata 2010-2012 , che fa seguito a quello relativo al triennio 2007-2009 ed è promosso dalla Regione, prevede la sottoscrizione di un vero e proprio contratto tra produttori e commercianti acquirenti per la cessione di circa 100 mila tonnellate di prodotto, pari a circa il 45% della produzione regionale, ad un prezzo fissato dalla Borsa Patate di Bologna. L’accordo fissa le caratteristiche qualitative del prodotto che dovranno essere conformi a quanto previsto dal disciplinare regionale di produzione integrata “Qualità controllata”, le modalità di definizione del prezzo, di cessione del prodotto, sia in natura sia confezionato, e di pagamento, oltre alla costituzione di un fondo di esercizio privato interprofessionale che dovrà promuovere azioni di promozione e diffusione anche sui mercati esteri della patata emiliano-romagnola. Attraverso la programmazione degli stoccaggi, della conservazione, della lavorazione, del confezionamento e delle successive vendite, il contratto permette anche di limitare al massimo eventuali squilibri di prezzo. Il consumo di patate in Italia - Il consumo di patate in Italia si attesta sui 39 Kg/pro capite all’anno con un andamento abbastanza costante, che si traduce nella commercializzazione (per un 70% circa verso la distribuzione organizzata e per un 30% circa verso i canali di vendita tradizionali) di circa 2,2 milioni di tonnellate. La produzione nazionale si aggira su 1,7 – 1,8 milioni di tonnellate e dunque parte del prodotto viene acquistato da paesi comunitari o del bacino del Mediterraneo. Anche se la quota di autosufficienza è abbastanza elevata (circa 80%) si sono verificate tensioni di mercato e fenomeni di “imitazione” rispetto alle patate prodotte nel nostro territorio.  
   
   
ROMA, UN PROGETTO INNOVATIVO PER LE PALME INFESTATE DAL PUNTERUOLO ROSSO  
 
L´assessorato all´Ambiente del Comune di Roma ha avviato nel mese di agosto un progetto sperimentale che prevede il posizionamento di trappole per catturare il coleottero asiatico, che causa la malattia delle palme nota come punteruolo rosso. Le trappole, installate nelle Ville Storiche, al Bioparco e nel Roseto Comunale serviranno anche per monitorare la presenza dell´insetto. Le trappole consistono in un dispenser che emana un feromone di aggregazione per attrarre e uccidere i coleotteri. Il dispenser, posizionato a 250 metri di distanza dalle palme, viene interrato in un contenitore di plastica, in modo da attrarre gli insetti. Il dispenser ovviamente non contiene prodotti pericolosi e non è dannoso per gli animali e per l´ambiente. Si tratta di un progetto innovativo, già realizzato in Sicilia con buoni risultati, promosso dall´assessorato all´Ambiente con la collaborazione dell´Istituto Fitosanitario della Regione Lazio. Le palme attaccate devono essere al più presto abbattute e correttamente smaltite in una discarica autorizzata per evitare la diffusione del coleottero. Affinché i privati possano spendere il meno possibile nelle operazioni di smaltimento delle piante il Comune sta lavorando per ottenere delle convenzioni e per istituire un albo di ditte specializzate che adottino prezzi calmierati. Il Servizio Giardini, inoltre, da tempo sta monitorando le palme realizzando interventi in molte aree verdi, da Villa Pamphili a Villa Torlonia. Il problema però riguarda soprattutto il patrimonio dei privati che, a causa di un errato smaltimento, hanno contribuito notevolmente alla diffusione del fenomeno. Purtroppo al momento non esiste alcun rimedio risolutivo. In Spagna è dal 1994 che si tenta di combattere, con scarsi risultati, questa malattia. In Italia le prime regioni ad essere colpite sono state nel 2004 la Sicilia, la Campania e la Toscana, mentre a Roma il punteruolo rosso è arrivato nel 2006. Con questo progetto si spera di poter compiere un significativo passo in avanti nella lotta per la salvaguardia delle palme della città.  
   
   
TRENTO, ESCHE VACCINALI PER LA RABBIA DELLE VOLPI: LE RACCOMANDAZIONI  
 
L’apss ricorda che sta proseguendo in Trentino la vaccinazione antirabbica delle volpi. Per farlo, vengono utilizzate apposite esche lanciate dagli elicotteri con una procedura automatizzata, che garantisce una densità al suolo di venticinque-trenta esche per chilometro quadrato. Attorno ai centri abitati le esche sono distribuite manualmente. Secondo l’ordinanza del presidente della Giunta provinciale del 29 luglio, i cani dovranno essere tenuti sotto stretta sorveglianza da queste date e nei quindici giorni successivi la fine della distribuzione delle esche, cioè fino al 10 settembre nel Trentino orientale e fino al 18 settembre in quello occidentale. L’esca vaccinale è di colore scuro, ha la forma di un parallelepipedo e nella forma può ricordare una piccola saponetta;, quando viene distribuita, è congelata e presenta un simbolo di divieto di toccare. È composta da grasso animale e farina di pesce; contiene il vaccino ben racchiuso in una capsula. Le esche vaccinali non vanno di norma né toccate, né rimosse; nel caso accidentale di rinvenimento di esche nelle vicinanze di abitazioni, qualora vi sia la necessità, la rimozione può essere effettuata utilizzando dei guanti di plastica. Se per errore si toccano le esche direttamente con le mani è sufficiente il lavaggio delle mani con acqua e sapone. Anche il contatto accidentale con la capsula integra contenuta all’interno dell’esca non è pericoloso ed è sufficiente il lavaggio delle mani. Solo in casi particolari, quando vi è l’esposizione diretta della cute o delle mucose al liquido contenuto nella capsula innavertitamente rotta, può essere indicato una valutazione medica; anche in questi casi, comunque, il rischio sanitario è molto basso. L’ingestione accidentale di un’esca vaccinale da parte di un cane o di altro animale domestico non comporta problemi per l’animale. È invece fortemente sconsigliato cercare di togliere dalla bocca eventuali esche vaccinali addentate dal proprio animale; così facendo, infatti, vi è il rischio di procurarsi lesioni cutanee e di venire a contatto con il liquido vaccinale attraverso la saliva. Si ricorda, comunque, che i cani devono essere tenuti al guinzaglio sotto stretta sorveglianza, per evitare l’assunzione accidentale delle esche: sarà, quindi, obbligatorio controllarli durante le passeggiate, tenendoli al guinzaglio o contenendoli senza farli mai allontanare. L’obbligo vige durante i quindici giorni successivi la fine dei lanci delle esche, cioè fino al 10 settembre. Nelle zone del Trentino occidentale, invece, i cani dovranno essere tenuti al guinzaglio fino al 18 settembre. Tutti i cani che circolano nella nostra provincia devono comunque essere vaccinati contro la rabbia da almeno 21 giorni. Questa è la terza campagna vaccinale delle volpi effettuata in Trentino dopo la ricomparsa della rabbia nel nord Italia: la prima, che ha interessato il territorio a est del fiume Adige, ha avuto inizio il 27 dicembre dello scorso anno ed è terminata l’11 gennaio; la seconda, estesa a tutto il territorio provinciale, si è svolta tra la fine di aprile e i primi di giugno. Per informazioni è possibile rivolgersi alle unità operative di igiene e sanità pubblica veterinaria dei diversi distretti: Borgo Valsugana – viale Vicenza 16 – tel. 0461 757112; Tonadico – via Roma 1 – tel. 0439 764444; Pergine – via S. Pietro 2 – tel. 0461 515188; Trento – via Lavisotto 125 – tel. 0461 902777; Predazzo – via Varda Basso – tel. 0462 508825; Cles – via Degasperi 52 – tel. 0463 660113; Rovereto – piazza Leoni 11/A – tel. 0464 403741; Arco – via Donatori di Sangue – tel. 0464 532940; Tione – via Presanella 16 – tel. 0465 331490.  
   
   
AGRICOLTURA N SICILIA: SCADE IL 13 SETTEMBRE BANDO RILEVATORI CENSIMENTO  
 
 Scade il 13 settembre la presentazione delle domande per il bando di selezione pubblica, per soli titoli, relativo al conferimento dell´incarico di rilevatore per il 6° censimento generale dell´agricoltura. L´attivita´ del rilevatore consiste nella raccolta di dati e informazioni presso le aziende agricole individuate da una specifica lista preliminare predisposta dall´Istat. Si trattera´ di intervistare il titolare dell´azienda agricola e compilare un questionario. La rilevazione del censimento avverra´ dal 24 ottobre 2010 al 31 gennaio 2011. Per ogni unita´ censita, al rilevatore andra´ un compenso lordo di 35,75. La formazione e la tenuta dell´elenco e´ affidata al Dipartimento interventi infrastrutturali dell´assessorato regionale delle Risorse agricole. Il bando e´ consultabile all´indirizzo dell´assessorato e con avviso sulla Gazzetta ufficiale siciliana. L´elenco degli ammessi sara´ pubblicato sul sito ufficiale della Regione.  
   
   
IDENTIFICATO DA IASMA UN METODO PER LIMITARE L’USO DI SQUALENE DA SQUALO NELLA COSMESI LA “RICETTA” DI SAN MICHELE PER SALVARE GLI SQUALI  
 
L’ultimo numero del settimanale “L’espresso” si è occupato del nuovo metodo messo a punto dall’Istituto Agrario di San Michele all’Adige che identifica l’origine, vegetale o animale, dello squalene contenuto nei prodotti cosmetici. Una scoperta che si rivela molto importante per combattere le frodi commerciali, la pesca illegale e l’estinzione degli squali. Lo squalene è utilizzato come adiuvante nei vaccini e sotto forma di derivato (squalano) come agente emolliente e idratante nei prodotti cosmetici. E’ prodotto principalmente dall’olio di fegato di squali di profondità, appartenenti a specie spesso protette, a rischio di estinzione, che ogni anno vengono uccisi a migliaia solo per la produzione di questo idrocarburo. Dal 2006 l’Unione Europea ha limitato la pesca di squali nel Nord Est Atlantico e dal 2008 le più importanti ditte cosmetiche internazionali hanno dichiarato di non utilizzare più squalano da fegato di squali ma di preferire l’alternativa vegetale. Lo squalene può infatti essere prodotto anche dal distillato di olio d’oliva, anche se con rese molto basse e con processi molto lunghi e quindi a costi più alti. Fino ad oggi le ditte cosmetiche non potevano verificare per via analitica se lo squalene in acquisto fosse di origine animale o vegetale. Il nuovo metodo sviluppato dai ricercatori del Centro Ricerca ed Innovazione dell’Istituto Agrario di San Michele all’Adige - Fondazione Edmund Mach rende possibile distinguere l’origine (animale o vegetale) di questo importante ingrediente. Questo nuovo metodo analitico consentirà quindi di proteggere sia le ditte cosmetiche che i consumatori da frodi commerciali e promuoverà la produzione di squalene da olio d’oliva. Inoltre contribuirà a limitare la pesca illegale di squali di profondità e a proteggerli dall’estinzione. “Il metodo è basato sulla misura del rapporto tra isotopi stabili del carbonio (13C/12c) mediante spettrometria di massa isotopica interfacciata ad un analizzatore elementare e a un gas cromatografo. Sono stati analizzati 13 campioni autentici da olio d’oliva (provenienti da Spagna, Italia, Francia e Turchia) e 15 da olio di fegato di squalo (da Spagna, Portogallo, Giappone e Corea), rappresentativi dell’area di produzione dello squalene. Il rapporto isotopico del carbonio è risultato molto più basso nello squalene da olio d’oliva rispetto che in quello da squalo. Il metodo può essere utilizzato anche per determinare l’origine dello squalano presente nei prodotti cosmetici posti in vendita” spiega Federica Camin ricercatrice dell’Istituto Agrario di San Michele all’Adige.  
   
   
IL GNM ANCONA CONCLUSE IN DOLCEZZA LE DUE SETTIMANE DEI FUNGHI DI APRICA  
 
Si sono concluse il 4 settembre pomeriggio con pieno successo le due settimane dedicate da Aprica ai funghi e alle piante. Protagonisti indiscussi sono stati i funghi di ogni specie, raccolti a più riprese in zona ed esposti su numerosi tavoli all´interno della sala didattica, al primo piano del centro direzionale di Aprica. Il successo dell´iniziativa è stato favorito anche dalla quasi perfetta coincidenza del periodo di svolgimento delle attività - mostra, conferenze, consulenze, escursione, degustazione - con una straordinaria esplosione di profumati frutti del micelio, che ha reso felice la comunità di turisti ospiti, ancora numerosa nella nostra splendida località e negli altrettanto splendidi borghi vicini. Centinaia di visitatori hanno gratificato quotidianamente la mostra e le conferenze dei rappresentanti del Gruppo Micologico e Naturalistico di Ancona, organizzatori dell´evento in collaborazione con Comune, Proloco e Iat Aprica e Saint Jane Hotels. Tutti hanno potuto approfondire la conoscenza di un mondo affascinante e ancora in buona parte misterioso, zeppo di credenze spesso infondate. Molti hanno anche chiesto e ottenuto consulenze di vario genere agli organizzatori, sempre presenti e disponibili. Anche l´ultimo appuntamento, "Funghi e non solo: sapori antichi e nuove alchimie", non ha mancato di essere frequentato da un numeroso ed interessato pubblico, tanto più che prometteva delizie finali. La relatrice Maria Tullii, una vera e propria maga incantatrice, ha sedotto la platea con sapienti spiegazioni, ma soprattutto con dei gustosissimi assaggi finali, da ella stessa preparati per un dolce saluto del Gmn ad Aprica. In precedenza, nel corso di una sobria cerimonia, l´assessore al Turismo di Aprica, Giancarlo Stampa, aveva ringraziato gli esponenti del sodalizio e consegnato loro una targa del Comune in segno di riconoscenza per l´attività svolta, ricevendo a sua volta in omaggio una sorta di poster-calendario sui funghi. Maggiori info su http://www.Gruppomicologicoancona.it/   Il sito web ufficiale di Aprica è http://www.Apricaonline.com/    
   
   
“ATTENZIONE ALLE RACCOLTE ANTICIPATE DI KIWI E PERE: SI RISCHIA DI COMPROMETTERE I CONSUMI DI TUTTO L’ANNO” L’ALLARME LANCIATO DA LUCIANO TRENTINI CSO – CENTRO SERVIZI ORTOFRUTTICOLI.  
 
Ferrara - In un contesto generale di crisi dei consumi non solo alimentari in Italia e in Europa continua anche nel 2010 il calo dei consumi di ortofrutta. I dati relativi agli acquisti delle famiglie italiane ad esmpio nel primo semestre 2010 elaborate da Cso su fonte Gfk evidenziano, rispetto al medesimo periodo del 2009, che ogni famiglia ha acquistato 5 kg di frutta e verdura in meno con una riduzione della spesa intorno agli 11 euro. Il minor consumo di frutta e verdura da parte delle famiglie italiane ha, senza dubbio, ragioni legate ad un insieme di complessi motivi ascrivibili in parte ai prezzi al dettaglio più alti rispetto all’anno precedente, in parte ad una perdita di appeal del prodotto fresco a favore di surrogati o altri prodotti concorrenti. L’elemento fondamentale su cui fare leva per aumentare la propensione al consumo di frutta e verdura è la qualità dell’offerta intesa nel senso più ampio del termine e sono stati numerosi ed encomiabili gli sforzi di questi anni del settore ortofrutticolo organizzato per elevare gli standard qualitativi dell’offerta e proprio per questo occorre fare attenzione a non abbassare la guardia. “Sempre di più - dichiara Luciano Trentini del Cso - si tende ad anticipare le raccolte e ad immettere sul mercato italiano ma anche e soprattutto estero, prodotti che non presentano caratteristiche organolettiche sufficienti per essere consumati in tempi brevi. E’ il caso ad esempio del kiwi, delle pere e di tanti altri prodotti ortofrutticoli immessi anche in queste settimane sul mercato senza avere i necessari requisiti qualitativi. Questa situazione non fa altro che aumentare la disaffezione dei consumatori verso queste produzioni ed offuscare l’immagine di tanti produttori che operano correttamente . Faccio un appello a tutta la filiera - continua Trentini – non solo ai produttori ma anche alla distribuzione affinché non venga messa in vendita frutta che non soddisfa i requisiti per essere consumata in tempi brevi. La qualità paga – conclude Trentini – ed è l’unica strada per poter dare un futuro al settore e non è accettabile che il comportamento irresponsabile di pochi vada a compromettere gli sforzi di tanti e soprattutto la fiducia del consumatore.”  
   
   
PATATA IN BO: AL VIA LA IIA EDIZIONE. PIENA RICONFERMA PER L’INIZIATIVA DEDICATA ALLA PATATA BOLOGNESE  
 
Lo scorso anno Bologna è stata la prima città in Italia a dedicare un’iniziativa speciale alla patata coinvolgendo tutta la filiera e gli operatori del settore, con l’intento di relazionare maggiormente ristorazione, negozianti e consumatori nei confronti del sempre più famoso tubero locale. L’iniziativa, caratterizzata da incontri, eventi e attività di promozione e comunicazione fra edizioni speciali, quotidiani, servizi tv e serate di gala, si è certamente fatta notare, tanto che l’eco venutosi a creare ha varcato i confini locali, destando notevole attenzione ovunque. A questo si aggiunga che quella bolognese é di fatto la prima patata Dop in Europa e che il cosiddetto “sistema Bologna” è così operoso e innovativo da garantire maggior pregio alle patate che vi transitano, tanto che per i principali produttori italiani, il mercato di Bologna rappresenta un indispensabile punto di riferimento. Non poteva che essere Bologna quindi l’anfiteatro nazionale della promozione e valorizzazione del sempre più prezioso tubero: ecco perché, sulla scia del successo della prima edizione, si è lavorato intensamente per confermare la seconda, che andrà in scena dal 20 al 26 settembre. La nuova edizione, forte del sostegno di Ascom e della Camera di Commercio, ha ottenuto il pieno patrocinio di tutte le istituzioni coinvolte: “Patata in Bo” diverrà nuovamente un momento focale per tutto il comparto produttivo e commerciale, per gli operatori della ristorazione e per tutta la città: sono molti i ristoratori bolognesi che hanno aderito (le adesioni sono tuttora in corso). Anche un importante nome della ristorazione collettiva ha voluto aderire dando pieno appoggio all’iniziativa e presentando piatti speciali. Insomma l’interesse per la patata cresce e così all’idea classica e radicata nell’immaginario collettivo del consueto puré o della patata lessa cominciano a farsi spazio la “tartare di patate e mazzancolle”, i “gnocchetti astice e tartufo”, i “cannelloni di patate con scampi e cime di rapa” per arrivare ai “Patagné” ideati da una ladychef bolognese o al gelato alla patata, ideato dalla Carpigiani, nella versione dolce e/o salata. Rinnovate espressioni culinarie che confermano l’interesse della ristorazione e l’avvio di un processo di affinamento culturale destinato ad accrescere il valore di questo prodotto il quale passa da riempitivo a base preziosa ed insostituibile per la creazione di piatti importanti. In primo piano anche i positivi aspetti nutrizionali come l’elevato contenuto di vitamina c e soprattutto potassio, tanto per citarne alcuni. Produttori, commercianti e ristoratori sono impegnati a fare cultura e una corretta informazione, salvaguardando la salute e il benessere, nonché le aspettative, del moderno consumatore, sempre più attento agli aspetti dietetici e nutrizionali nella vita quotidiana. Bologna sarà anche sede di una conferenza internazionale dedicata alla qualità degli oli e alla loro interazione con le patate, siano esse al forno, lesse o fritte, nella ristorazione e nell’industria. Infine, in questa seconda edizione, un occhio di riguardo va anche ai bambini: chi meglio di loro poteva simpaticamente raccontare e interpretare il mondo della patata? una troupe televisiva ha così incontrato gli alunni della 3° elementare di Vedrana di Budrio per capire l’approccio dei più piccoli. Www.patatainbo.it/    
   
   
FANTA: PREPARATA CON SUCCO DI ARANCE DA ARANCE 100% ITALIANE, È SENZA COLORANTI, E DA OGGI SENZA AGGIUNTA DI CONSERVANTI  
 
Per rispondere alle esigenze dei propri consumatori Coca-cola presenta la nuova formula di Fanta: senza aggiunta di conservanti. Un litro e mezzo di aranciata al 12% di succo d’arancia è preparato con il succo di tre arance. Fanta contiene succo di arance da arance 100% italiane, aromi naturali ed è senza coloranti. Da oggi Fanta ha anche eliminato i conservanti. Quest’ultima grande innovazioneè stata resa possibile grazie al consolidato know how di Coca-cola e dei suoi partner imbottigliatori che, attraverso un processo produttivo all’avanguardia, consente di realizzare un prodotto di elevata qualità, più vicino alle esigenze espresse dai consumatori. Le ricerche dimostrano infatti che l’assenza di coloranti e conservanti è ritenuta importante dai consumatoriNielsen 2006 - Sparkling Beverages. La nuova Fanta testimonia quindi ancora una volta l’impegno di Coca-colanel mercato dei soft drink, a favore di una continua innovazione di processo e di prodotto anche nel segmento delle aranciate, che rappresenta il 21,5% del mercato italiano delle bibiteFonte Dossier Assobibe “Bevande analcoliche: L’impegno del settore per un consumo responsabile e sostenibile”, giugno 2010. Il claim “senza aggiunta di conservanti” sarà evidenziato sulle etichette delle confezioni di Fanta per offrire un’informazione che il consumatore riconosce e apprezza. Coca-cola si è sempre rivolta ai consumatori attraverso un’informazione chiara e trasparente per favorire una maggior consapevolezza nelle scelte di consumo. A partire dal primo maggio 2007 Coca-cola è stata la prima azienda del settore delle bevande ad introdurre in Italia, in modo volontario, informazioni nutrizionali basate sul concetto delle Gda(guideline Daily Amounts, ovvero Quantità Giornaliere Indicative) sulle confezioni dei propri prodotti. Cristina Santucci, Direttore Marketing di Coca-cola Italia, ha commentato: “La continua innovazione dei prodotti a marchio Fanta, interessati da un processo di miglioramento costante, risponde alla dinamicità tipica del mercato dei soft drink, un settore del largo consumo in continua evoluzione. Proporre un prodotto che risponde all’esigenza dei nostri consumatori è per noi motivo di grande soddisfazione”. Questa attenzione continua per i cambiamenti del mercato si traduce per Coca-cola nell’offerta di una vasta gamma di bevande volte a garantire un’ampia scelta di possibilità, così che le persone possano scegliere la bevanda più adatta ai propri bisogni e al proprio stile di vita.  
   
   
NASCE IL NUOVO DRINK “LATTE & FRUTTA” DI STUFFER  
 
Stuffer ha lanciato sul mercato “Latte & frutta”, una bevanda fresca e naturale, perfetta in ogni stagione e ideale per combattere il torrido caldo estivo con le armi della leggerezza e del gusto. Si tratta di un delizioso drink a base di latte fermentato (51%), fermenti probiotici e frutta (9%) addizionata di calcio e vitamine. Proposta in una pratica e coloratissima confezione sleeve da 300 grammi – che mantiene inalterata la freschezza per oltre un mese dalla data di preparazione – “Latte & frutta” è disponibile in quattro irresistibili varianti: mela-banana, pesca-albicocca, fragola-lampone e cioccolato. Grazie al comodo tappo richiudibile è perfetta da gustare in ogni momento della giornata – a colazione, dopo la palestra o semplicemente per una piacevole pausa rinfrescante – rivelandosi un prezioso alleato per fare il pieno di energia e l’ideale contributo a una sana e corretta alimentazione. “Latte & frutta” contiene circa la metà del fabbisogno giornaliero di vitamine del gruppo B, è priva di conservanti e di glutine e, con aggiunta del fermento probiotico Bifidobatterio, contribuisce anche al rafforzamento della flora intestinale. Un’altra buona notizia, per chi tiene alla propria linea, è che le calorie per 100 grammi variano da 70 a 80. Da oltre 90 anni l’azienda altoatesina Stuffer è sinonimo di qualità e garanzia per il consumatore. Attualmente distribuisce in tutta Italia una vastissima gamma di latticini freschi, latte, succhi, yogurt e dessert: ottimi prodotti con un vantaggiosissimo rapporto qualità/prezzo. Il conveniente prezzo della confezione da 300 grammi di “Latte & frutta” varia da 0,75 a 0,90€. I prodotti “Latte & frutta” sono acquistabili oltre che nelle principali catene distributive, anche nei cash & carry di tutta Italia.  
   
   
UMBERTO CESARI: PREVEDE OTTIMA QUALITÀ DELLE UVE PER LA PROSSIMA VENDEMMIA  
 
“Prevediamo un’ottima qualità delle uve”. E’ così che Umberto Cesari, a capo dell’omonima azienda vinicola dell’Emilia Romagna tra i leader del Sangiovese, commenta e annuncia l’esito della prossima vendemmia. Una previsione naturalmente ancora approssimativa, in quanto gli ultimi 15/30 giorni saranno determinanti dal punto vista climatico. E’ sempre il clima tra l’altro che, con l’alternanza di piogge e freddo, sta comportando un ritardo nella maturazione delle uve nei poderi di Castel San Pietro. “Prevediamo un inizio un po’ ritardato della vendemmia di circa 10 giorni - commenta Umberto Cesari - si ritorna un po’ al passato a quando le vendemmie iniziavano i primi di settembre, cosa che non è più accaduta dal 2003, dove le vendemmie sono state sempre anticipate per il caldo.” Proprio gli ultimi giorni di pioggia, circa 35/40 mm, e il raffrescamento dell´aria fino a 16 gradi e l’escursione termica tra il giorno e la notte, porteranno, secondo Umberto Cesari, a una maturazione lenta ma perfetta su tutti i tipi di piante. E più nel dettaglio continua: “In particolare per i vini bianchi, come ad esempio il nostro Moma Bianco, queste condizioni atmosferiche aiutano moltissimo i profumi ma contengono le gradazioni che non saranno altissime, questo ci è di grande aiuto per la filosofia produttiva dei vini bianchi che stiamo percorrendo. Per le uve Sangiovese prevediamo una maturazione lenta ed una conseguente raccolta per fine settembre, permettendo cosi al grappolo di maturare sulla pianta.” “Abbiamo lavorato in questi mesi per preparare il vigneto”, conclude Umberto Cesari. “Non prevediamo grandi interventi sulla pianta per i prossimi giorni, che sono determinanti dal punto di vista meteorologico. L´unico intervento che faremo è una leggera defogliazione su alcune piante per permettere una migliore irrorazione del sole sul grappolo e una migliore areazione."  
   
   
VENISSA: UN PARCO AGRICOLO AMBIENTALE NEL CUORE DELLA LAGUNA DI VENEZIA  
 
Venissa, dove il 3 settembre il presidente del Veneto Luca Zaia ha dato il via alla vendemmia dell’Uva d’Oro, è il nome di una tenuta di proprietà del Comune di Venezia situata nell’isola di Mazzorbo, posta a fianco di Mazzorbetto e Burano e di fronte a Torcello. Questo nucleo di isole (delle quali facevano parte anche Ammiana e Costanziaco, oggi scomparse) è di fatto il cuore antico della Serenissima, dove per primi si insediarono quanti fuggivano dalla terraferma invasa da Attila. La tenuta, situata nella testata nord dell’isola, è stata data in concessione sulla base del progetto ritenuto il più meritevole tra dodici presentati, ed è stata trasformata in un vigneto assolutamente unico al mondo, con annessi centro di formazione, educazione e ricerca agroambientale. Vi è stata realizzata inoltre una struttura ricettiva, mentre una parte del terreno è stata trasformata in appezzamenti ad orto, lasciati in uso agli anziani di Burano. Il progetto è stato presentato da imprenditori del settore dell’enologia e della nautica (Gianluca Bisol e Alberto Sonino) e coinvolge attivamente associazioni ed enti culturali e scientifici internazionali, tra i quali primeggia il Parco della Laguna, guidato dalla Presidente Alessandra Taverna. La Regione del Veneto ha avuto un ruolo chiave nel progetto Venissa: attraverso il prezioso sostegno di Veneto Agricoltura, è stato infatti possibile classificare e recuperare un antichissimo vitigno lagunare di uva a bacca bianca, la Dorona o Uva d’Oro, che risultava coltivato almeno fin dal Xv secolo e che era andato quasi perduto nei tempi moderni. Oggi la Dorona è tornata a splendere proprio nel nuovo e moderno vigneto di Venissa e la vendemmia del 2010 sarà la prima con la quale l’uva raccolta verrà trasformata in vino non a scopo sperimentale. Grazie al coordinamento di Gianluca Bisol e al team agronomico – enologico di Desiderio Bisol e del winemaker Roberto Cipresso, Venissa sarà un grande vino bianco, ottenibile solo su prenotazione, che omaggia la storia e la cultura della Laguna di Venezia. Le prime bottiglie della prima vendemmia, quella appunto fatta oggi, saranno pronte nel 2012.  
   
   
IL VINO E IL VENETO: LE RADICI AUTOCTONE DELL’ENOLOGIA REGIONALE NON C’È AL MONDO UN TERRITORIO DOVE IL VINO ABBIA RADICI TANTO ESTESE, IDENTITARIE, VARIEGATE E ANTICHE COME IL VENETO.  
 
 La vite e il vino sono parte integrante della storia, della cultura e del paesaggio di questa regione, della quale hanno caratterizzato nei secoli i modi di vita, l’economia, la fama e le tradizioni gastronomiche. Oggi i vini del Veneto sono uno straordinario ed eccellente biglietto da visita di questa terra: se ne producono circa 8 milioni di ettolitri l’anno, dei quali quasi 3,2 milioni a Denominazione. Gli esportatori della regione vendono all’estero una quantità di vini e mosti equivalenti a circa il 60 per cento della produzione regionale, per una quantità e un valore (attorno al miliardo di euro) equivalente al 28 per cento del totale dell’export italiano di vino. Il vino veneto a Doc è unico perché proviene per la gran parte da vitigni autoctoni e originari (oltre l’80 per cento del totale) e anche da tecniche autoctone, come l’appassimento delle uve su graticci, ad esempio per ottenere un vino maestoso come l’Amarone. E’ vario perché è in grado di coprire ogni esigenza e di abbinarsi ad ogni cibo. Solo il Veneto produce in qualità e quantità vini bianchi giovani o di grande temperamento; vini rossi beverini o da lungo invecchiamento, vini rosati, vini spumanti metodo tradizionale o charmat, vini frizzanti, vini dolci, vini passiti. Per non parlare della grappa, distillato che completa la filiera enologica regionale. Oggi c’è stata la vendemmia della Dorona alla tenuta di Venissa, nell’isola veneziana di Mazzorbo. I primi grappoli sono stati tagliati dal presidente del Veneto Luca Zaia dal sindaco Giorgio Orsoni, dal presidente della Biennale Paolo Baratta, dagli imprenditori veneti che hanno fatto della produzione da vini autoctoni il loro fiore all’occhiello e dai ragazzi con sindrome di down dell’Aipd – Sezione Marca Trevigiana. Proprio il recupero dell’Uva d’Oro di Venezia esprime una volta di più la volontà di valorizzare ulteriormente l’identità del territorio, riscoprendo e confermando le sue radici autoctone, che sono alla base del successo mondiale dei vini veneti. Perché i grandi vini del Veneto, quelli che hanno fama e apprezzamento nei cinque continenti, hanno tutti un’anima identitaria, profondamente radicata nel territorio e nella storia proprio a partire dai vitigni originari dai quali si ottiene l’uva per realizzarli. Chi li degusta sorseggia la storia, respira il territorio, la tipicità assoluta e inimitabile. Perché nel Veneto il vino è presente da quanto ne l’uomo vi ha messo piede. E anche prima, se solo si guarda l’impronta fossile di una foglia di ampelidea, vecchia di 50 milioni di anni, ritrovata in Lessinia, a Bolca. È in ogni caso certo il consumo di uva da parte degli antichi abitatori degli insediamenti palafitticoli del Garda e del lago di Fimòn, mentre le prime coltivazioni di vite vinifera sono probabilmente attribuibili alla civiltà paleoveneta ed etrusca. Le prime citazioni documentate dei vini locali sono quelle del Vino Retico, il vino dolce prodotto con uve appassite nella Retia, la regione collinare che agli albori di Roma si estendeva a settentrione della parte centrale della pianura padana. Questo vino è ricordato da Celso Aulo Cornelio, da Columella, da Virgilio che lo pone come secondo solo al Falerno, da Plinio il Vecchio. Da allora in poi le testimonianze e i documenti di una presenza enologica che si evolve si susseguono di continuo: da Cassiodoro, ministro di Teodorico, che descrive con poetici particolari l’“Acinatico”, nel quale si percepisce l’antenato del Recioto, al re longobardo Teodorico, che nel suo Editto prevede pene per chi danneggi le viti o ne rubi i grappoli, passando per i Comuni e la Repubblica Veneta. Oggi il Veneto è il più variegato e ricco distretto mondiale di vino autoctono di qualità, ai vertici della considerazione dei consumatori dei cinque continenti.  
   
   
CANTINE APERTE: IN ABRUZZO CENTRATI TUTTI OBIETTIVI PREFISSATI  
 
Si è appena conclusa Cantine d´estate, la nuova iniziativa di promozione enoturistica organizzata dall´assessorato all´Agricoltura e dal Movimento turismo del vino Abruzzo, con la collaborazione dell´assessorato al Turismo, dell´Enoteca regionale e dell´assessorato ai Trasporti. Il 4 settembre nel corso della conferenza stampa, convocata dall´assessore all´Agricoltura, Mauro Febbo e alla quale hanno preso parte il presidente del Movimento turismo del vino Abruzzo, Nicola D´auria, il commissario dell´Arssa, Gaetano Valente, il presidente della Sangritana, Pasquale Di Nardo, e il vicedirettore dell´Arpa Stefano Diano, gli organizzatori hanno tracciato un primo bilancio dell´iniziativa e le linee guida per la prossima edizione. "Il progetto, ideato dal Movimento del vino e fatto proprio dall´assessorato - ha dichiarato l´assessore Mauro Febbo - ha centrato gli obiettivi prefissati ovvero mettere insieme le tante peculiarità dell´Abruzzo sfruttando le sinergie per portare un beneficio all´economia abruzzese. L´obiettivo ora è andare oltre i confini della nostra Regione. Il vino - ha concluso l´assessore Febbo - va inteso come ambasciatore dell´intera e vasta gamma di prodotti gastronomici nonché delle bellezze architettoniche e geologiche abruzzesi". Il progetto, partito lo scorso 29 luglio, si è avvalso di 31 mini tour dedicati ai consumatori, diretti alle cantine del Movimento turismo del Vino Abruzzo e all´Enoteca regionale di Ortona, con partenza in pullman da alcune delle principali località turistiche della zona costiera, rivolgendosi principalmente ai turisti, ma anche a tutti quanti volessero conoscere più da vicino i vini abruzzesi, direttamente nei luoghi di produzione. "Trattandosi di una prima edizione - ha dichiarato Nicola D´auria - senza dubbio avremo modo di migliorarci ulteriormente con il tempo, ma quello che ci fa piacere è che centinaia di appassionati, abruzzesi, ma anche provenienti da altre regioni d´Italia e dall´estero (in particolare Inghilterra, Germania, Finlandia, Norvegia, Romania), grazie a Cantine d´Estate, si sono avvicinati alla nostra realtà, ai nostri prodotti, e al nostro lavoro". E´ intervenuto alla conferenza anche il produttore Enrico Marramiero, che ha sottolineato come in questa prima edizione "era importante partire, le grandi cifre di affluenza arriveranno in seguito" e come il "passaggio per i Tour operator sia fondamentale".