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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 29 Aprile 2014
OGM: GALLETTI, TAR AVALLA OPERATO GOVERNO, ORA NORMATIVA UE PER AUTONOMIA STATI  
 
Roma "La decisione del Tar del Lazio avalla l´operato del Governo, impegnato con risultati importanti anche in sede europea per aumentare l´autonomia decisionale degli Stati membri in materia di Ogm. Ora questo divieto va attuato con decisione, anche adottando le sanzioni stabilite per le eventuali violazioni”. Cosi Gian Luca Galletti, ministro dell’Ambiente, commenta la sentenza del Tribunale amministrativo regionale del Lazio con cui viene bocciato il ricorso di Fidenato al decreto interministeriale che vieta la coltivazione di mais transgenico “Mon 810” su tutto il territorio nazionale. “Sin dal primo momento – osserva Galletti - il Ministero dell´Ambiente è stato in campo sulla questione, operando in stretta relazione con quelli della Salute e dell’Agricoltura: i risultati si sono visti e sono positivi. Dopo questa sentenza – conclude il ministro dell’Ambiente - è più forte la spinta per una nuova normativa Ue che lasci piena autonomia agli Stati, anche in relazione alle tradizioni e alle vocazioni agricole del territorio".  
   
   
EXPO, PRESIDENTE LOMBARDIA: LO STATO D´AVANZAMENTO DEI LAVORI  
 
Milano - "Per coordinare il sistema complessivo degli interventi e delle attività regionali e sovraregionali, è stato istituito il ´Tavolo istituzionale per il governo complessivo degli interventi regionali e sovraregionali´, il cosiddetto Tavolo Lombardia, presieduto dal presidente della Regione Lombardia, che ha visto la partecipazione di soggetti attuatori dei singoli interventi (Anas spa, Atm spa, Mm spa, le società autostradali, Rfi, Trenord e altri). Questo tavolo ha lo scopo di agevolare la condivisione e corresponsabilità dei diversi soggetti nel raggiungimento di obiettivi condivisi". Lo ha spiegato il presidente della Regione Lombardia nel corso della sua audizione dedicata allo stato di avanzamento dei lavori per Expo 2015, davanti alla commissione Lavori Pubblici del Senato, avvenuta presso la sede della Prefettura di Milano. Tavolo Lombardia - "L´ultima riunione del Tavolo Lombardia - ha ricordato il presidente lombardo - si è svolta il 4 novembre 2013 e a breve ne sarà convocata un´altra, anche alla luce della formazione del nuovo governo. E forse ancora più importante è il cosiddetto Sottotavolo Infrastrutture, presieduto dall´Assessore alle Infrastrutture e Mobilità della Regione Lombardia, che monitora lo stato di avanzamento delle opere. In questo primo anno di Governo regionale il Sottotavolo si è già riunito quattro volte, l´ultima il 14 aprile scorso. Da metà marzo, poi, è stato istituito a Milano un Tavolo permanente di monitoraggio delle infrastrutture tra Ministero delle Infrastrutture, Prefettura di Milano, società Expo 2015 Spa e Regione Lombardia, a garanzia del completamento delle opere che si riunisce ogni settimana per verificare appunto che tutto venga fatto nei tempi previsti. È stato redatto un cruscotto che viene continuamente aggiornato". Le Opere Essenziali, Connesse E Necessarie - "Le opere legate a Expo Milano 2015 - ha quindi specificato il governatore della Lombardia - si differenziano in: ´opere essenziali´, che riguardano la mobilità e l´accessibilità diretta al sito, ´opere connesse´, che sono quelle ritenute indispensabili affinché l´area del sito sia collegata alla rete infrastrutturale esistente o affinché le infrastrutture che sono già a servizio del comparto siano potenziate per adeguarsi ai volumi di affluenza previsti, e ´opere necessarie´, che rappresentano interventi necessari affinché la mobilità nell´area del sito espositivo e dell´ambito territoriale contiguo sia garantita secondo livelli di accettabilità".  
   
   
PESCA:IL 29 APRILE A GAETA ASSEMBLEA FEDERCOOPESCA LAZIO FEAMP, REGOLAMENTI UE E BLUE ECONOMY I TEMI AL CENTRO DEL CONFRONTO  
 
 “Nuovi scenari per la pesca professionale e per l’acquacoltura. Tra regolamenti europei e opportunità offerte dal Feamp”. Questo il tema dell’assemblea per il rinnovo dei vertici di Federcoopesca-confcooperative Lazio, in programma il prossimo 29 aprile a Gaeta nella cornice dello Yacht Med Festival. Ai lavori assembleari parteciperanno il presidente nazionale della Federcoopesca-confcooperative Massimo Coccia e il direttore dell’associazione Gilberto Ferrari. L’assemblea fornirà l’occasione per un confronto con gli operatori del settore e i rappresentati delle cooperative associate, sulle scelte di indirizzo dell’Unione europea che influenzano sempre di più l’attività di pesca e di acquacoltura. “Un raffronto diretto e costante con gli operatori è indispensabile per fornire alle imprese gli strumenti per affrontare al meglio le criticità che spesso la normativa comunitaria porta con sé, come nel caso della nuova disciplina degli obblighi di sbarco che entrerà in vigore il 1° gennaio 2015” afferma Claudio Brinati, attuale presidente Federcoopesca-confcooperative Lazio. Brinati ricorda però che all’Europa si deve guardare anche per cogliere le opportunità offerte nell’ambito del Fondo europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca (Feamp), approvato in via definitiva lo scorso 16 aprile. Al termine dell’assemblea è previsto un ulteriore momento di approfondimento per mettere a fuoco, in un confronto tra mondo della ricerca, della produzione e di altri stakeholder del settore marino e marittimo, il ruolo che la pesca professionale e l’acquacoltura potranno avere nell’ambito della definizione della strategia europea per una Crescita Blu. L’unione europea, sottolinea l’associazione, ha stimato che un sostanziale sviluppo della Blue Economy potrebbe creare 2 milioni di posti di lavoro da oggi al 2030.  
   
   
PUGLIA, PRIMO PILASTRO POLITICA AGRICOLA COMUNE: "NULLA DI FATTO AL MINISTERO"  
 
“Attendiamo dal Ministero una proposta che tenga conto della complessità e della delicatezza del tema, ma anche delle numerose osservazioni giunte dal Sistema delle Regioni al documento di sintesi presentatoci ieri dal Ministro Martina con le ipotesi di ripartizione relative al Primo Pilastro della Pac. Siamo consapevoli che occorre superare al più presto questa fase di stallo ma dal Governo giunga una proposta accoglibile”. E’ quanto dichiara alla stampa dopo l’incontro del 23 aprile con il Ministro Maurizio Martina, il coordinatore degli assessori italiani all’agricoltura, il delegato pugliese, dichiarando il disagio delle Regioni e delle Province autonome italiane che hanno rimandato al mittente la proposta ministeriale relativa al capitolo degli aiuti diretti della nuova Politica Agricola Comune. “Chiediamo al Ministro di essere il punto di sintesi di questa fase e dal canto nostro assicuriamo stessa identica responsabilità già dimostrata dalle regioni italiane all’atto del varo del nuova riforma – sottolinea l’assessore alle risorse agricole – certo è che su alcuni temi si rischiano esclusioni eccellenti e posizioni divergenti sui cui dovremo essere in grado di trovare un accordo al più presto”. Nell’incontro di ieri con il Ministro proposta anche dalle Regioni una dicitura più calzante alla definizione di “agricoltore attivo” e la verifica del sistema relativo al limite minimo per i pagamenti. “Su questi temi e sulla proposta di ripartizione degli aiuti diretti mi farò carico di un ulteriore grado di approfondimento e condivisione con le organizzazioni di categoria a livello nazionale – specifica l’assessore – in modo da arrivare al confronto con il Ministro con una base di condivisione e stimolo ancora più aderente alle esigenze dell’agricoltura italiana”. La Commissione Politiche agricole dovrebbe tornare a riunirsi il 29 aprile, alla vigilia della nuova convocazione al ministero fissata appunto per il 30 aprile prossimo.  
   
   
PAC, ASSESSORE LOMBARDIA: PRONTI A CHIUDERE LA TRATTATIVA  
 
Mantova - "Ho chiesto io che fossero convocate anche le organizzazioni di rappresentanza del mondo agricolo alla Conferenza delle Regioni, per arrivare ad un confronto condiviso sul modello di sistema da adottare nel Primo pilastro della Pac, perché sono convinto che ad essere contento sulla ripartizione delle risorse debbano essere gli agricoltori. Non ho alcuna ambizione di imporre la mia linea". Lo ha detto all´assemblea annuale di Coldiretti Mantova, l´assessore all´Agricoltura della Lombardia, con riferimento al negoziato interno della Pac e all´appuntamento di domani al ministero delle Politiche agricole. Linea Deve Essere Quella Della Prima Intesa - Per l´assessore all´Agricoltura la linea da adottare deve essere quella con la quale si era raggiunta la prima intesa, su proposta lombarda. "Se il ministro, persona della quale mi fido, inserisce sugli aiuti accoppiati prevalentemente la zootecnia, lascia dentro il riso per consentire ai nostri prodotti di competere col Sud-est asiatico, io firmo immediatamente mercoledì - assicura -. Può anche starmi bene, per un equilibrio politico Nord-sud, anche uno spazio all´olio, anche se personalmente non lo ritengo giusto, perché l´Unione europea stabilisce che gli aiuti accoppiati debbano sostenere i settori in difficoltà e l´olio negli ultimi 5 anni ha perso lo 0,5% delle superfici, ben lontano da condizioni di allarme". Modelli Europei - Se si vuole mantenere la competitività, dichiara l´assessore, "bisogna guardare ai modelli europei, che privilegiano la zootecnia sugli accoppiati, come hanno fatto in larga misura la Francia, la Spagna e la Germania". Nessuna concessione ai valzer "perché se oltre alle protoleaginose bisogna salvare il tabacco e gli agrumi, io vado a casa e non firmo più". Quanto ai settori in difficoltà, "è uno scandalo che la suinicoltura venga ingiustamente esclusa da questa Pac. Il problema dei suini è continentale, per quanto le caratteristiche dei maiali allevati da noi siano differenti". Quota Minima Liquidabile - Dai beneficiari degli aiuti accoppiati alla definizione dell´agricoltore attivo. "Se vogliamo implementare la black list stabilita dall´Unione europea - ha reso noto - la decisione spetta al mondo agricolo, anche in questo caso, ma ritengo che se dovesse passare il concetto di pascolo magro, rischiamo di perdere il 60% delle risorse per le aree foraggere lombarde". E sempre in tema di beneficiari della Pac, l´assessore invita a stabilire una quota minima liquidabile, "perché per noi è un problema tenere aperte posizioni che hanno un costo pratica superiore ai benefici". Coldiretti Taglio Verso L´alto - Una linea sposata anche dal presidente lombardo di Coldiretti, Ettore Prandini. "Secondo i nostri calcoli - ha detto - se tenessimo come soglia il limite del valore minimo del fascicolo aziendale a 300-350 euro, sarebbero a livello nazionale 350.000 pratiche in meno. Ma siamo pronti a chiedere un taglio anche verso l´alto, perché lo 0,2% delle aziende agricole totali riceve il 15% delle risorse, cioè oltre 570 milioni di euro, tanto quanto la dote stabilita per gli aiuti accoppiati".  
   
   
ALLUVIONE 2013, AL VIA IN SARDEGNA, LE DOMANDE PER GLI AIUTI IN AGRICOLTURA  
 
Cagliari - L´argea Sardegna informa gli imprenditori agricoli, le cui aziende abbiano subito un danno a seguito delle piogge alluvionali del 18 e 19 novembre 2013, che sono aperti i termini per la presentazione delle domande di sussidio. Possono beneficiare dell’aiuto per i danni alle strutture gli imprenditori agricoli iscritti nel registro delle imprese agricole della Camera di Commercio le cui aziende risultino ubicate nei territori ricadenti nei comuni sotto elencati a cui saranno concessi contributi in conto capitale fino all´80% dei costi effettivi, elevabili al 90% nelle zone svantaggiate: Provincia di Cagliari comuni di: Armungia, Ballao, Decimoputzu, Escalaplano, Esterzili, Sadali, Seulo, Siliqua, Sinnai, Vallermosa, Villaputzu, Villasalto, Villasor; Provincia Medio Campidano comuni di: Collinas, Gonnosfanadiga, Guspini, Pabillonis, Pauli Arbarei, Samassi, San Gavino Monreale, Sanluri, Sardara, Serramanna, Villacidro, Villanovafranca; Provincia di Nuoro comuni di Bitti, Dorgali, Galtellì, Irgoli, Loculi, Lodè, Lula, Nuoro, Oliena, Onani, Onifai,orgosolo, Orosei, Orune, Posada, Torpè; Provincia Ogliastra comuni di: Arzana, Seui, Talana, Urzulei, Ussassai, Villagrande Strisaili; Provincia Olbia Tempio comuni di :Alà dei Sardi, Arzachena, Berchidda, Loiri Porto San Paolo, Monti, Olbia,oschiri, Padru, Palau, Sant’antonio di Gallura, Tempio Pausania; Provincia di Oristano comuni di: Albagiara, Ales, Arborea, Bauladu, Curcuris, Gonnoscodina, Gonnosnò, Gonnostramatza, Marrubiu, Masullas, Mogoro, Ollastra, Oristano, Palmas Arborea, San Nicolò Arcidano, Santa Giusta, Siamaggiore, Siamanna, Simaxis, Siris, Solarussa, Terralba, Uras, Usellus, Villa Sant’antonio, Villaurbana,zerfaliu. Inoltre, possono beneficiare dell’aiuto per i danni alla produzione fungicola gli imprenditori agricoli le cui aziende risultino ubicate esclusivamente nei territori ricadenti nei Comuni di Terralba e Uras a cui saranno concessi contributi in conto capitale fino all´80 per cento del danno accertato sulla base della produzione lorda vendibile media ordinaria. Le domande di contributo, redatte utilizzando la modulistica appositamente predisposta, dovranno essere presentate, presso il competente Servizio Territoriale di Argea Sardegna, entro il 23 maggio 2014.  
   
   
BASILIACATA: ASP, INDIVIDUATO FOCOLAIO MALATTIA VESCICOLARE DEI SUINI  
 
 L´asp comunica che "un gruppo di veterinari dell’Azienda Sanitaria di Potenza ha individuato, attraverso attività di prevenzione e sorveglianza sul territorio dell’Asp un focolaio di Malattia Vescicolare dei suini, tutti i capi sono stati abbattuti e sono stati svolti tutti gli adempimenti previsti dalla normativa vigente finalizzata a salvaguardare la salute umana. Malattia ad eziologia virale che non rappresenta nessun pericolo per i consumatori e che dà sintomatologia clinica soltanto nei suini. L’azienda Sanitaria di Potenza è impegnata in attività di prevenzione e sorveglianza in tutti i settori di tutela della salute umana".  
   
   
POMODORO DA INDUSTRIA: ITALIA MAGGIOR PRODUTTORE EUROPEO E SECONDO A LIVELLO MONDIALE, MA AVANZA LA CINA  
 
Parma – L’italia è il secondo maggior produttore mondiale di pomodoro industriale, preceduto solo dalla California, ma anche questa posizione viene insidiata dalla Cina. L’italia ha prodotto infatti 4 milioni di tonnellate di pomodoro industriale nel 2013, mentre la Cina circa 3,8 milioni, ma il suo trend di rapida crescita lascia prevedere che nel 2014 possa ritornare a superare (dopo un periodo di declino) la quota di 5 milioni, raggiungendo o addirittura superando le previsioni di produzione dell’ Italia (il primato della California è irraggiungibile, con i suoi 12,2 milioni di prodotto attesi). Nella classifica mondiale dei principali produttori seguono: Turchia, Spagna, Iran, Brasile e Portogallo (fonte: World Processing Tomato Council, febb 2014). Le prospettive di produzione, trasformazione, distribuzione e consumo del pomodoro da industria a livello globale saranno discusse nel corso del Congresso Mondiale del Pomodoro, che si terrà in Italia a Sirmione (Lago di Garda) dall’8 all’11 giugno 2014, a cui parteciperanno tutti i principali key-player del mercato nazionale ed internazionale. Il Congresso, che si sviluppa sul tema "Dalla terra alla tavola: un impegno comune per il futuro dei prodotti trasformati a base pomodoro", è organizzato da Amitom, Association Méditerranéenne Internationale de la Tomate e dal World Processing Tomato Council che presenteranno, grazie ad un modello previsionale unico basato sui dati reali della filiera, i dati di consumo mondiale del pomodoro da industria previsti nei prossimi anni. La produzione mondiale del pomodoro da industria ha conosciuto dal 2009 al 2013 una decrescita continua passando da 42,3 mln di tonnellate ai più modesti 33,2 del 2013. Diverso il trend dei consumi mondiali che sembrerebbe essersi assestato a 38,0 mln che è la quantità di produzione prevista per il 2014, secondo le primissime indicazioni. Cosa avverrà nei prossimi anni? Equilibrio di mercato o è ipotizzabile una carenza di prodotto trasformato? Quale scenario si prospetta per l’Italia? Quali saranno i nuovi consumatori del futuro e come consumeranno? Sono questi alcuni dei temi portati all’attenzione degli oltre 500 operatori che saranno presenti al congresso, temi che accanto agli interventi di primari operatori di India, Russia ,Brasile e Iran - i nuovi mercati di sbocco - consentiranno di delineare i futuri assetti di mercato e le politiche di valorizzazione e commercializzazione del prodotto. Altri i punti cardine trattati nelle sessioni del Congresso: innovazione tecnologica, nuove frontiere del packaging, il rapporto tra sostenibilità ambientale ed economica nella supply chain, in altri termini le sfide cruciali che le imprese del comparto dovranno affrontare nei prossimi anni (per visualizzare il programma completo www.Worldtomatocongress.com). Infine un debutto, quello della Grande Distribuzione Organizzata nazionale e internazionale che, per la prima volta in occasione del Congresso, si confronterà con l’Industria portando il proprio punto di vista sui nuovi modelli di consumo dei “derivati del pomodoro” analizzando le nuove leve della competizione e i futuri equilibri tra produzione e distribuzione. Il Congresso è ospitato dall’Associazione Italiana Industrie Prodotti Alimentari (Aiipa) e Fedagri Confcooperative, col patrocinio dell’Organizzazione Interprofessionale Distretto del Pomodoro da Industria – Nord Italia e con la collaborazione di Anicav - Associazione Nazionale Industriali Conserve Alimentari Vegetali. La Segreteria Organizzativa dell’evento è stata affidata a Fiere di Parma che è anche sponsor tecnico attraverso la manifestazione Cibus Tec - Food Pack (28-31 ottobre 2014 – www.Cibustec.it). Gli operatori presenti al Congresso mondiale potranno anche partecipare al “Post Congress Tour” che si terrà a Parma dall’11 al 13 giugno 2014 organizzato in collaborazione con la Regione Emilia Romagna, con un articolato programma di visite tecniche ad aziende agricole, insediamenti produttivi ed istituti di ricerca che valorizzano le attività del territorio nella filiera. Il World Processing Tomato Congress 2014, conterà su main sponsor di rilievo per il settore del pomodoro da industria: Cft, Graco e Tetra Pak, global suppliers di soluzioni e tecnologie per il processing e il packaging e Pomì-consorzio Casalasco del Pomodoro, key-player a livello internazionale nella trasformazione del pomodoro.  
   
   
“FOOD”, SMART CITIES E FORMAZIONE: QUARTA EDIZIONE DELLA NOTTEVERDE  
 
La notte tra il 31 maggio e il 1 giugno 2014 la città di Rovereto rimarrà sveglia per la grande manifestazione della Notte Verde, che in questa quarta edizione avrà come leit-motiv il food, l´alimentazione, il cibo inteso nei suoi vari aspetti. Una declinazione importante di questo tema sarà la formazione – e in particolare l´alta formazione – legata all´alimentazione, oltre che all´ambiente in generale. Un momento forte della Notteverde sarà infatti la presenza già dal giovedì 29 maggio (e fino a sabato 31) dell´Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, con l´Alta Scuola per l´Ambiente (Asa), che proprio a Rovereto terrà la sua prestigiosa Summerschool, dedicata a: “Expo 2015, Smart cities, Sostenibilità del territorio. Tra branding e formazione”. L´alta Scuola per l´Ambiente della Cattolica infatti sta seguendo un progetto specifico per Expo 2015, creando in questo modo un ideale “ponte” con la Notteverde di Rovereto. Alta formazione per una classe dirigente del domani più consapevole delle complesse implicazioni ambientali che il proprio lavoro comporta. Questo è il trait d´union con il tema di questa edizione del Festival dell´Economia. Notteverde è un format ormai consolidato. Di fatto, costituisce una grande festa per tutti, non solo per gli addetti ai lavori, ma anche per le famiglie, per i più giovani, per i cittadini. A partire dal pomeriggio di sabato 31 maggio e per tutta la notte fino all´alba di domenica il centro storico di Rovereto sarà animato da stand, incontri, giochi, musica, spettacoli. Il filo verde che unisce tutti gli appuntamenti è naturalmente l´ambiente, il green, la sostenibilità, gli stili di vita alternativi. Il programma di quest´anno è particolarmente ricco e si sta componendo in queste settimane anche con l´apporto di tantissime realtà e associazioni locali. Una delle caratteristiche forti infatti del progetto Notteverde è proprio quella di non essere una manifestazione “calata dall´alto”, ma coorganizzata con la città, favorendo il più possibile i momenti spontanei e la creatività di tutti. Una importante novità dell´edizione 2014 sarà data da una corsa non competitiva che ha come obiettivo la sensibilizzazione sui temi green e in particolare sull´adozione di stili di vita alternativi. Sarà la “Roverunning Race”, una marcia non competitiva “a impatto zero”, che si snoderà in notturna nella suggestiva cornice del centro storico. La corsa era stata sperimentata con successo già nella scorsa edizione della Notteverde: quest´anno avrà una dimensione più ufficiale e inserita nel circuito nazionale “Ecorun”, che coinvolge anche molte altre città italiane. Una parte significativa del programma sarà dedicata alla mobilità, all´utilizzo del territorio per gli spostamenti, e quindi tutto il versante della mobilità alternativa, con un focus sulla ciclabilità, che a Rovereto sta rapidamente trasformando il volto stesso della città, candidandola a una delle più importanti “città della bici” d´Italia. Naturalmente, il cibo sarà uno degli “ingredienti” principali dell´intera manifestazione, con il coinvolgimento dei ristoratori e dei bar della città, che per l´occasione saranno liberi di inventarsi le formule e i menù più originali, sfruttando il potenziale di un centro storico ricco di fascino e di storia.  
   
   
GAC FVG SOSTIENE I PESCATORI PER ADEGUARSI AL DIVIETO DI RIGETTO A MARE SI È SVOLTA L´ASSEMBLEA DEL GRUPPO DI AZIONE COSTIERA FVG  
 

Non tutto ciò che viene pescato arriva a terra. Una percentuale viene scartata prima ancora di toccare la banchina e viene appunto rigettata a mare. Perché? I pesci potrebbero essere sottotaglia o di una specie che non ha mercato perché poco appetibile, come il cosiddetto "pesce povero". Con il divieto al cosiddetto "rigetto a mare" la normativa europea vuole porre fine a questa pratica per rendere la pesca più selettiva e fornire dati più affidabili sulle catture. Un obiettivo importante che però costringerà i pescatori ad affrontare un percorso di adeguamento complesso e costoso e per il quale al momento sono del tutto impreparati. Proprio per affiancarli in questo difficile percorso il Gruppo di Azione Costiera Friuli Venezia Giulia, nell´ambito dell´Assemblea semestrale svoltasi nella sede di Aries - Camera di Commercio di Trieste, ha deliberato un´azione a sostegno del settore su questo specifico tema. Il Gac Fvg ha stretto una collaborazione con altri Gac territoriali (Vegac, Gac di Chioggia e del Delta del Po, Gac Distretto Mare Adriatico, Gac Marinerie della Romagna) affinché in tutta l´area dell´Alto Adriatico si perseguano obiettivi comuni su questo fronte. Le problematiche che i pescatori si troveranno ad affrontare, per le quali verranno individuate soluzioni condivise, riguardano per esempio l´adeguamento dei pescherecci: il pescato "scartato", infatti, dovrà essere posto in un´area dedicata sulle imbarcazioni. Parimenti dovrà essere stoccato separatamente anche una volta giunto a terra e soprattutto dovranno essere individuati e attivati nuovi processi di utilizzo o smaltimento. Molti i fronti su cui sarà necessario intervenire prima dell´entrata in vigore del regolamento, prevista nel Mediterraneo per l´inizio del 2017. <In questo momento di difficoltà per il comparto, in cui si rende sempre più necessario ripensare alla pesca a tutto tondo e porla al centro di progetti di sviluppo del territorio a essa correlata -nota Antonio Paoletti, presidente della Camera di Commercio di Trieste - il ruolo del Gruppo di Azione Costiera come facilitatore di dialogo tra operatori e istituzioni è fondamentale>. Oltre alla tematica del rigetto a mare, nell´Assemblea di oggi è stato fatto il punto anche sulle altre misure su cui sta operando il Gac Fvg: dalla gestione alieutica nella area della Riserva delle Falesie di Duino, ai progetti di analisi dei fondali marini, fino agli interventi nell´area della foce dello Stella e nella laguna di Marano. Cos´è il Gac Gac è l´acronimo di Gruppo di Azione Costiera. In Italia ne sono stati costituiti 43, su base territoriale, mentre complessivamente sono 312 nei 21 stati membri dell´Unione Europea (il corrispettivo acronimo inglese è Flag - Fisheries Local Action Groups). I Gac sono infatti stati voluti dall´Unione Europea, come strumento operativo per garantire uno sviluppo equilibrato del settore della pesca nel rispetto delle risorse marine e ambientali. Sono composti da enti e associazioni che rappresentano i pescatori, una composizione mista che vuole avvicinare le istituzioni alle esigenze della categoria. Il Gac del Friuli Venezia Giulia è nato nel 2012, abbraccia il territorio di Duino Aurisina e di Marano Lagunare (Ud) ed è formato da soggetti pubblici e privati, quali Aries - Camera di Commercio di Trieste, Comune di Marano Lagunare, Comune di Duino Aurisina-devin Nabrežina, Federpesca, Legacoop Fvg, Uila Fvg, Consorzio Promotrieste, Cooperativa Portomaran. Capofila del gruppo è Aries, che conta un´esperienza pluriennale nello sviluppo di progetti a favore del settore. Le sue attività sono finanziate dal Programma Operativo del Fep - Fondo Europeo per la Pesca 2007-2013 della Regione Friuli Venezia Giulia. Www.gacfvg.it

 

 
   
   
LA CRITICA DI GREENPEACE IN GERMANIA. MCDONALD PERMETTE LA GENE-ALIMENTAZIONE. DALL´INIZIO DI APRILE, LA CATENA DI FAST-FOOD PERMETTE L´USO DI MANGIMI GENETICAMENTE MODIFICATI AI SUOI FORNITORI DI POLLO  
 
Un portavoce di Mcdonald Germania ha confermato ieri domenica 27 aprile a Monaco di Baviera un rapporto della rivista "Der Spiegel" secondo cui dall´inizio di aprile, la catena mondiale di fast-food permette l´uso di mangimi geneticamente modificati ai suoi fornitori di pollo. Lo sfondo riguarda le informazioni fornite dai fornitori nazionali ed internazionali che essi "non possono garantire una sufficiente quantità di alimenti non geneticamente modificati in termini commercialmente ragionevoli", con l´inizio del secondo trimestre del 2014, ha detto il portavoce. L´organizzazione ambientalista Greenpeace ha criticato il rapporto di "Der Spiegel". Per Giovanni D´agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, un´altra cattiva notizia dal mondo globalizzato dei fast food che impone ancora una volta una seria riflessione delle istituzioni europee su come sia necessaria una regolamentazione urgente a livello europeo che garantisca che in Europea non possano essere utilizzati Ogm.  
   
   
SICUREZZA ALIMENTARE. DAGLI USA LA “LISTA NERA” DEGLI OTTO CIBI CHE, SE CONSUMATI CRUDI, SONO PIÙ A RISCHIO DI FARCI AVERE UN’INTOSSICAZIONE ALIMENTARE  
 
Il latte occupa il primo posto della speciale classifica degli alimenti considerati pericolosi se assunti crudi. Quella di consumare cibo crudo, perché ritenuto più sano e nutriente, non è di certo una tendenza solo americana, ma negli Usa il crescente numero di focolai di intossicazioni alimentari di variegata provenienza sta facendo nascere non poche preoccupazioni tra gli operatori sanitari d’oltreoceano. Tant’è che il Washington Post ha pubblicato di recente una tabella con gli otto alimenti a maggior rischio, se consumati crudi o poco cotti sulla base dell’analisi della banca dati online dei Centers for Disease Control. E le sorprese, per la verità sono state poche perché gli alimenti di seguito riportati perché dovrebbe essere noto anche ai profani che possono contenere agenti patogeni, che vengono distrutti solo dal calore della cottura. La classifica prende in considerazione l’ampio periodo tra il 1998 e il 2011 e riporta, per ogni cibo una serie di dati tra cui: gli agenti patogeni riscontrati, i focolai d’intossicazione alimentare registrati, il numero delle persone che si sono ammalate, di quelle ricoverate in ospedale e di quelle decedute. Uova, carne macinata, ostriche: sono alcuni degli alimenti che negli Usa va di moda consumare crudi. Latte - E. Coli O157:h7, Campylobacter, Salmonella e Listeria; 102 focolai d’intossicazione alimentare; 1606 persone ammalate con 92 ricoveri Formaggio a base di latte crudo – Listeria; 15 focolai d’intossicazione alimentare; 191 ammalati, 48 ricoverati e due morti; Uova – Salmonella; 110 focolai d’intossicazione alimentare; 4.246 ammalati, 190 ricoveri e un decesso Carni macinate – E. Coli O157:h7 e Salmonella; 320 focolai d’intossicazione alimentare; almeno 3.585 malati, 457 ricoveri e otto morti Ostriche – Vibrio vulnificus e Vibrio parahamolyticus; 124 focolai d’intossicazione alimentare; 1401 persone malate con 40 ricoveri Frutta con guscio – Salmonella, E. Coli O157:h7; 14 focolai d’intossicazione alimentare; 1.700 malati, 314 ricoveri e dieci decessi Spinaci – E. Coli O157:h7; 5 focolai d’intossicazione alimentare; 302 malati, 113 ricoveri e sei decessi Semi germogliati – E. Coli O157:h7; 43 focolai d’intossicazione alimentare; 1.384 malati, 135 ricoveri e un decesso. Per Giovanni D´agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, si tratta solo di un’ulteriore conferma dei rischi che si corre a consumare cibi crudi che dovrebbero essere consumati, nella generalità dei casi solo previa cottura.  
   
   
VITICOLTURA NELLE ISOLE E MONTE ARGENTARIO, APERTO IL BANDO PER DIRITTI REIMPIANTO RISERVA  
 
Firenze - Prosegue il progetto di valorizzazione della viticoltura delle isole dell´Arcipelago toscano e del Monte Argentario iniziato alcuni anni fa. Fino al 3 giugno 2014 è possibile presentare - ad Artea - le domande per la richiesta dei diritti di reimpianto della riserva. Nei giorni scorsi sono state infatti approvate le disposizioni tecniche e procedurali per le domande e per la successiva predisposizione delle graduatorie dei beneficiari. Un progetto importante, secondo l´assessore regionale all´agricoltura e foreste, che è finalizzato all´ampliamento della base produttiva viticola in aree di grande valore ambientale e paesaggistico come le isole toscane e il promontorio dell´Argentario, ma che, a causa della morfologia del territorio e dei vincoli naturali e logistici, risultano penalizzate nello svolgimento dell´attività agricola ed in particolare della viticoltura. I diritti di reimpianto della riserva saranno utilizzati per realizzare superfici coltivate a viti da destinare alla produzione di vini a denominazione di origine e a indicazione geografica: complessivamente 5 ettari per le Docg Elba Aleatico Passito e Doc Elba, 5 ettari alla Doc Ansonica Costa dell´Argentario e 5 ettari all´Igt, limitatamente al territorio delle isole di Capraia, Pianosa e Gorgona.  
   
   
DICHIARAZIONE DELL’ASSESSORE DELLA CALABRIA SULLA MANIFESTAZIONE DI OGGI PROMOSSA DALLA COLDIRETTI  
 
In merito alla manifestazione indetta dalla Coldiretti Calabria, in programma per oggi a Catanzaro, l’assessore regionale all’agricoltura Michele Trematerra ha rilasciato la seguente dichiarazione: “Nella mia qualità di assessore all’agricoltura, foreste e forestazione della Regione Calabria, sento il dovere di intervenire sulla manifestazione di domani organizzata dalla Coldiretti dal titolo ‘Difendere e valorizzare la Calabria bella e vera, che piace e vince’. Bello ed efficace l’incipit di presentazione dell’iniziativa, che condivido ed apprezzo tantissimo. Tanto da ritenerlo mio, sin dal mio insediamento, nel 2010, alla guida dell’assessorato all’agricoltura. Condivido anche la grande rilevanza delle problematiche per le quali si manifesta, realmente centrali e strategiche per una terra che, come spesso ripeto, prima di ogni cosa è una regione agricola con profondissima cultura rurale. E condivido infine, ma questo forse casualmente, anche il particolare momento storico nel quale la manifestazione avrà luogo, non solo perché un percorso legislativo volge al termine ed il nostro prioritario interesse non può che essere quello di consegnare una Calabria agricola migliore di come l’abbiamo trovata, ma anche perché ci troviamo in una delicata fase di transizione fra la vecchia programmazione, 2007-2013, e la nuova 2014-2020. Con le conseguenti scelte strategiche che vanno prese. Affermare però che l’ ’agricoltura non è mai stata nell’agenda di questo governo regionale per via di continui tagli lineari’, non è consentito a nessuno, in quanto falso e fuorviante. L’agricoltura, al pari di tutti gli altri settori dell’economia reale, non si è potuta sottrarre alle politiche di contenimento della spesa, ulteriormente aggravate dalla brusca interruzione degli importanti finanziamenti nazionali, sempre garantiti guarda caso proprio fino al 2009. E nonostante tutto, sono stati numerosi i fronti sui quali non ci siamo risparmiati. In questo quadriennio molteplici questioni sono state affrontate nella convinzione che l´ipotesi di base dei modelli della crescita settoriale endogena, afferma che i fattori determinanti sono l´esistenza di elementi specifici presenti nel territorio e le capacità dei soggetti e delle istituzioni (pubbliche e private) di individuare, coordinare e governare tali fattori. In altre parole, si intende dire che quando si parla di sviluppo locale e di politiche attive settoriali, diviene fondamentale investigare sulle effettive capacità di un territorio di esprimere il meglio che può, in termini di legami tra sistema produttivo, territorio e sistema socio-istituzionale, e bisogna essere convinti che nessun alveo di rappresentanza, nessun momento della catena della creazione degli agenti di innesco dello sviluppo siano deboli, sottoutilizzati o malfunzionanti. Rendere attiva e vincente una politica di settore, implica che tutti gli elementi caratterizzanti lo sviluppo dei sistemi territoriali, siano alla loro massima abilità espressiva: il sindacato che faccia scelte chiare, le organizzazioni di settore che si svincolino dalle rappresentanze di sistema, il mondo delle professioni che si presti al servizio delle imprese, il mondo del credito e delle assicurazioni che interpreti appieno il suo ruolo, la burocrazia che si spogli dei personalismi e dell’inefficienza, il mondo della ricerca che sia funzionale al sistema della crescita e non autoreferenziale e supponente e, in ultimo, la politica che sappia fare giusta sintesi ed elaborare la proposta che deriva dal mélange di tutti i fattori e le relazioni espresse. Ora la domanda che mi pongo, e lo faccio ogni giorno, è la seguente: le scelte fatte dal mio assessorato sono peggiori della capacità propositiva del mélange regionale di settore? Le scelte che ho compiuto sono andate in direzione diversa rispetto alle istanze espresse, in forma diretta o latente, dagli attori del mélange? Allora ripercorro tutti i provvedimenti e le scelte di policy che ho posto in essere in questi quattro anni, insieme al direttore generale, all’Autorità di gestione, al dipartimento. Naturalmente non proporrò qui una lista delle questioni che ho affrontato e delle soluzioni che ho adottato, né tantomeno mi dilungherò in elenchi autocelebrativi. Non farò un elenco, però vorrei dire come io ho interpretato il mélange. Vorrei solo dire quale è stato il modello interpretativo cui ho inteso dare corpo. Penso quanto fatto per il Made in Calabria per valorizzare al giusto i nostri prodotti sui mercati internazionali; alle azioni nell’ambito fitosanitario, agli investimenti nel comparto della pesca, alle filiere tipiche calabresi, e molto ancora. Per non parlare di quanto fatto per le nettarine e gli agrumi per la crisi del 2010 e 2011; del rilancio del comparto bergamotticolo, che versava in uno stato di completo abbandono; della definizione, con relative risorse, di un nuovo piano agrumi per la zona di Gioia Tauro; della copertura di tutti gli oneri per la forestazione; alle azioni dimostrative svolte in tutto il mondo; dei programmi di qualità; degli investimenti nelle strutture regionali di attuazione. Su queste ultime penso sia opportuno ricordare che è opera di questo governo regionale, la messa in campo di aziende nuove e moderne, Calabria Verde ed Arsac, rifondate dalle ceneri dall’inopinata messa in liquidazione avvenuta nel 2007, che recuperano anche l’importante patrimonio di professionalità delle soppresse Comunità Montane. Che cosa dire poi della gestione delle risorse finanziarie. Sono convinto che non basta dire che abbiamo portato questa ragione dal 20° al 7° posto in Italia per quanto riguarda la capacità di spesa dei fondi comunitari o che siamo stati in grado di fare della Calabria l’unica regione con un organismo pagatore regionale: dal 2010 Arcea eroga mediamente 400 milioni di euro all’anno fra domanda unica e Psr. Il nostro sistema, oggi, è affidabile. Lo è agli occhi della Commissione Europea, che ci affida le sue risorse, e lo è agli occhi dei beneficiari. Oggi siamo credibili. Lo siamo perché abbiamo investito sulle regole, perché ogni bando è dotato di schede autovalutative oggettive, e di nuovi parametri dimensionali delle aziende, come l´innovazione delle Ude, Unità dimensionale economica, che hanno permesso per la prima volta di non finanziare aziende di soli 2 ha con 4 milioni di euro. Ma anche perché abbiamo investito sulla creazione di nuovi modelli relazionali nel rapporto con le istituzioni europee. Il rapporto è cambiato: oggi ho la convinzione che la Regione Calabria venga percepita dai servizi comunitari come un partner, un interlocutore credibile ed affidabile. Mai un’istanza formulata durante la mia gestione ha avuto un diniego da Bruxelles, mai un bando o una azione dell’Autorità di gestione è stata censurata o modificata. Non si tratta di essere più o meno bravi, si tratta di lavoro, di duro lavoro. La Calabria è percepita oggi come un’ istituzione in grado di decidere con solerzia il da farsi, un’istituzione che studia i problemi, contestualizzandoli alle esigenze del territorio, ma con mano ferma sui regolamenti. Abbiamo reso gli obbiettivi reali, forse piccoli, ma reali, e li stiamo raggiungendo. E restando in tema di Psr, abbiamo triplicato i fondi per il benessere animale, abbiamo quasi raddoppiato la capacità della Misura 121, abbiamo accresciuto gli investimenti nel settore biologico e, scusate il tecnicismo, per la prima volta siamo riusciti ad ottenere aiuti di stato esclusivi per la Regione Calabria nel comparto forestale ed in quello della promozione dei prodotti (nettarine ed agrumi). I risultati dei Comitati di sorveglianza sono sotto gli occhi di tutti. E questa metodologia di lavoro la stiamo attuando anche per la nuova programmazione, 2014-2020. Abbiamo avviato i lavori già da molto tempo, oltre ai canonici tavoli istituzionali, stiamo incontrando gli operatori direttamente sui loro territori, stiamo concertando e negoziando le migliori possibilità per questa regione, incoraggiando e invitando il mondo rurale a fare proposte costruttive, a dare suggerimenti e contributi che possano veramente aiutarci nella stesura di un nuovo programma di sviluppo rurale che non sia bello, ma realmente utile, attento alle esigenze dei comparti e dei lavoratori e che possa generare effettive ricadute sui nostri territori. E rendite e privilegi sono logiche assolutamente al di fuori della filosofia del dipartimento che guido, che sostiene invece unicamente la qualificazione della spesa ed il coraggio di compiere delle scelte. Scelte che, se anche per alcuni potrebbero risultare impopolari, mirino davvero allo sviluppo dei territori, alla crescita dell’economia regionale ed al miglioramento della qualità della vita dei calabresi. E’ importante inoltre sottolineare che siamo stati la prima regione in Italia ad aver organizzato un tavolo tecnico sulla questione del credito e degli strumenti finanziari per quanto concerne la nuova programmazione, con interlocutori del calibro di Ismea, Abi, Inea e Rete rurale nazionale, che hanno riconosciuto la bontà e la lungimiranza della nostra iniziativa. Chi si occupa di agricoltura sa bene quale sia stata l’unica regione italiana a rivendicare un regime di continuità per il premio accoppiato nell’olivicoltura, quale sia stata la nostra posizione per il programma nazionale sulla zootecnia, piuttosto che sulle politiche per il rischio. Queste cose, che appaiono dibattito di questi giorni, hanno radici lontane. Basti pensare che la prima riunione, nella quale la nostra regione assunse una posizione di netta rottura, porta la data del 14 ottobre 2010, allorché fummo l’unica regione a porre un altolà alla definizione di agricoltore attivo, che avrebbe massacrato decine di migliaia di micro imprese a vantaggio delle imprese più strutturate. Allora non sentimmo alcuna voce del territorio accanto a noi, né di plauso né di dissenso. Oggi è il momento del fare, di portare proposte concrete sul tavolo della discussione e della programmazione. Sono io che voglio dire basta al populismo ed alla facile demagogia. I primi documenti di programmazione sono online da luglio dello scorso anno e da allora è aperto il forum per raccogliere indicazioni e suggerimenti, ma nessun contributo è giunto, alcuna questione è stata sottoposta. E anche dai tavoli partenariali in verità, ci saremmo aspettati apporti più costruttivi rispetto a quelli ricevuti. E per mantenere fede al mio impegno di sinteticità massima, mi fermo. Non prima però di aver ricordato che abbiamo completato l’attività riformatrice con l’approvazione di importantissime leggi, proprio su iniziativa di questa Giunta regionale, che hanno colmato dei clamorosi vuoti in settori fondamentali per la nostra Calabria, rappresentati dal patrimonio forestale e dal patrimonio olivicolo. Ritengo quindi che una manifestazione come quella di domani sia utile, ma per fare prendere maggiore coscienza delle problematiche di settore e di quelle sottese al momento delle scelte. A patto però che non finisca con il diventare l’ennesimo momento di inutile fanfara. Le proposte, e non le proteste, che mi aspetto da questa giornata, le immagino già formulate in modo compatibile con le previsioni regolamentari, cioè che non siano sterili elenchi non fattibili perché contrari alle normative di settore che, voglio dirlo, non sono di competenza né regionale né nazionale. Mi aspetto che non si faccia la solita demagogia sulle ferite aperte delle imprese, quali quelle dell’accesso al credito, della mancanza di un prezzo remunerativo o delle scarse capacità competitive. Sarebbe una demagogia devastante per il comparto, atteso che, come non sufficientemente noto, moltissime di queste questioni attengono alle dinamiche d’impresa e a vincoli di offerta che non possono trovare residenza nell’attività dipartimentale. La politica non faccia rappresentanza d’impresa e la rappresentanza d’impresa non faccia la politica. Questo è il paradigma di riconoscibilità. In tutto questo ritengo sia possibile e giusto manifestare per chiedere maggiore attenzione alla politica, ma alla politica tutta, non solo all’amministrazione regionale, e non solo rivendicando risorse. Quali e quante dovrebbero essere queste risorse che possano consentire l’esplosione del sistema? Se non sbaglio, nel passato queste risorse c’erano, ma i risultati quali sono stati? L’eccesso di risorse alimenta inefficienza, genera resilienza di sacche di potere marcio, di clientela spicciola, di droga del sistema, esattamente tutto ciò che ha ridotto il comparto nello stato in cui versava al momento del nostro insediamento. Si può immaginare che ulteriori 7 o 10 o 15 milioni di euro, rispetto agli oltre 750 milioni che attualmente vengono immessi nel sistema, siano la soluzione delle questioni? Ripeto che non sto dando una valutazione politica sul sussistere delle questioni che sono all’agenda della manifestazione. Questioni che in larga parte condivido, ma ritengo che bisogna assolutamente evitare di infondere malanimo e sfiducia nel settore e, soprattutto, non rappresentare le fattispecie in maniera puntuale e completa. Chiaro che si può lavorare per creare un ambiente più favorevole, che si può immaginare un contesto di crescita più omogeneo e coeso, ma questo passa innanzitutto, anzi, esclusivamente, attraverso la capacità che avremo noi tutti, insieme, di stabilire rapporti equilibrati, fattivi e di reciproca riconoscibilità di ruolo, che possano davvero esaltare il mélange di cui parlavo prima”.  
   
   
BIETOLE: SCARSE PROSPETTIVE DI RILANCIO  
 
 Mantova - "Con grande dispiacere ho avuto un atteggiamento molto rigido sulla proposta di accoppiamento delle barbabietole da zucchero e ho chiesto al governo un ripensamento, perché parliamo di un settore che, così com´è, senza nessuna rinegoziazione del comparto, non ha alcuna prospettiva". Lo ha detto l´assessore all´Agricoltura della Lombardia, intervenendo ieri mattina all´assemblea annuale di Coldiretti Mantova. "Nel 2017 non ci saranno più le quote zucchero in Italia - ha spiegato - e dunque non ci sono prospettive di rilancio. Ma l´errore parte dal passato, quando l´Italia ha accettato dall´Unione europea, che aveva altri progetti fuorché difendere l´agricoltura nazionale, 88 milioni di euro per smantellare 15 zuccherifici su 19. Parliamo in tutta evidenza di fondi che non erano sufficienti per la riconversione". Rivedere Comparto A Livello Europeo - Il futuro della barbabietola non appare roseo. "Lo zuccherificio del Molise è in grande difficoltà e con gravi rischi di chiusura - ha spiegato l´assessore lombardo - mentre gli altri tre oggi in attività nel 2017 avranno finito le quote di produzione zucchero. Per cui, o approfittiamo dei sei mesi di presidenza dell´Unione europea per ammettere che in passato sono state fatte scelte sbagliate e ridiscutiamo la posizione del comparto a livello internazionale, oppure è meglio abbandonare". Sulla non strategicità del settore bieticolo saccarifero, ha ricordato l´assessore, "si era già espressa la Conferenza delle Regioni nella riunione convocata lo scorso 7 aprile a Verona, proprio a fronte di una richiesta del Molise che chiedeva di intervenire a tutela e salvaguardia del proprio impianto, a forte rischio di chiusura".  
   
   
I KILLER DELLA LINEA. ECCO LA CLASSIFICA DEI 10 ALIMENTI CHE FANNO INGRASSARE DI PIÙ. IN ITALIA INCRIMINATO IL “ CALZONE FRITTO “. CONOSCI IL NEMICO CHE APPORTA PIÙ GRASSO AL NOSTRO ORGANISMO.  
 
Esiste una lista dei cibi che ci fanno ingrassare di più e cioè di quei cibi in grado di provocare più di altri un notevole apporto di grassi al nostro corpo. Ad elencare i 10 killer per eccellenza della nostra linea è l´autorevole Huffington Post. A sorprendere, il fatto che nell´elenco, a differenza di quanto tutti potremmo pensare, non compare alcun alimento Mcdonald´s. Come l’hamburger da tipico fast food americano. Invece a sorpresa dall’Italia sotto accusa nemico della linea, sebbene verso il fondo della lista, è il famoso “calzone”. Ecco di seguito la lista: 1.Acaraje: direttamente dal Brasile, questo alimento contiene anacardi, gamberi e spezie. E viene fritto in abbondante olio. Ed è al primo posto della classifica dei cibi che fanno male tanto alla nostra linea, quanto alla nostra salute. 2.Churros: sono squisiti, di forma lunga e originari della Spagna. E rientrano nel secondo posto della classifica. 3.Poutine: vicini agli Usa, ma dagli Stati Uniti, di fatto, non arrivano. Direttamente dal Canada, un alimento composto da patatine fritte belle succose. Peccato che siano tutti grassi. 4.Khachapuri: tipico cibo della Georgia (sul Mar Nero). Si tratta di un tipo di pane condito con uova e formaggi di vario tipo. 5.Crepes alla nutella: una vera e propria batosta per i golosi di tutto il mondo. Ma suvvia, era comunque immaginabile. Il connubio della pastella francese e del cioccolato italiano è letale per un fisico longilineo. 6.Aligot: a quanto pare alla Francia piace grasso. Ecco che nella lista rientra a pieno titolo anche il puré filante. 7.Mars fritto: ricetta scozzese di dubbio gusto, del resto i Paesi del nord non sono conosciuti per la cucina, troviamo la famosa barretta al cioccolato fritta in abbondante olio. 8.Jalebi: anche in India qualche eccesso c´è. Come questa pastella fritta inzuppata nello sciroppo. 9.Calzone: come detto, in Italia la specialità tutta meridionale è tra le pietanze che andrebbero moderate, o evitate. 10.Ramen: chi lo dice che la cucina giapponese è tutta sana? Uno dei piatti più tipici e conosciuti dopo il sushi risulta essere pericoloso per la linea. E sì che si tratta di semplici tagliatelle cinesi in brodo di carne o di pesce. Per Giovanni D´agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, naturalmente, la maggior parte sono cibi cotti attraverso la frittura. Inoltre uesti cibi non sono per forza di cose da evitare assolutamente. Ogni tanto anche il palato vuole la sua parte. Ma sarebbe preferibile evitare di mangiarne tutti i giorni.  
   
   
LA GIUSTA ALIMENTAZIONE PER UNA SANA ATTIVITÀ SESSUALE. CIÒ CHE MANGIAMO (E BEVIAMO) GIOCA UN RUOLO IMPORTANTE ANCHE PER L´ATTIVITÀ SESSUALE. SCOPRIAMO QUALI SONO RITENUTI CIBI ALLEATI E QUALI NEMICI  
 
Una sana e corretta alimentazione è fondamentale per la nostra salute, lo ripetiamo da anni come “Sportello dei Diritti”. Ma anche l’attività sessuale ne risente. Ci sono infatti cibi amici e cibi nemici per una buona resa sessuale. Attenzione, in concomitanza all´alimentazione, anche l´attività sportiva giusta gioca un ruolo non indifferente. Ad evidenziarlo recentemente anche il segretario generale della Società Italiana di Urologia svizzera, Vincenzo Mirone sulla stampa del paese d’Oltralpe. In primo luogo dobbiamo sfatare uno dei falsi miti più comuni nel pensiero popolare. Il peperoncino. Da sempre ritenuto un alimento amico dell´attività sessuale per le sue proprietà vasodilatatorie, ha anche un effetto infiammatorio sulla prostata. L´infiammazione della prostata può avere una conseguenza molto sgradita, un´accelerazione dell´eiaculazione. Cosa sgradita da ambo i partner. Oltre al peperoncino, siate cauti nell´uso del pepe. Altri nemici di un sesso felice si rivelano i superalcolici. Evitate anche la birra, in quanto il luppolo non aiuta per niente. Se non se ne può fare a meno su un buon vino per le proprietà antiossidanti. Grandi alleati di una buona resa sessuale, infatti, sono tutti gli alimenti ricchi di antiossidanti. Frutta e verdura, come sempre, si rivelano perfetti anche in questo caso. Cercate di privilegiare anche quei cibi ricchi di zinco, selenio e vitamina C. Quindi, ottimo il pesce, perché ricco anche di omega 3. Mentre tra gli alimenti di mare risultano pessimi, al contrario delle credenze popolari che li decantano come afrodisiaci, i frutti di mare. Anche se le ostriche, compensano per il loro contenuto di zinco come la carne rossa. All´inizio abbiamo parlato anche di sport. Purtroppo per i più pigri, gli sport migliori sono quelli dove ci si muove molto. Ottima la corsa. Se non siete amanti del jogging, praticate sport in cui si corre molto come il tennis, il calcio, e via discorrendo. Al contrario evitate attività sportive di sforzo, come i pesi. Uomini amanti della bicicletta attenzione, è da sempre noto come questa disciplina sportiva possa causare problemi al ´apparato genitale. Le ricerche scientifiche ed i dati accumulati dagli studi evidenziano come non sempre le credenze popolari siano foriere di verità assolute. Ecco perché, ricorda Giovanni D´agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è sempre meglio fidarsi della scienza ed affidarsi a dei professionisti quando si hanno problemi o qualche acciacco anche quando si tratta della nostra vita sessuale.  
   
   
FATTORIE DIDATTICHE: SEMPRE PIÙ ACCESSIBILI  
 

Parma, 29 aprile 2014 – Permettere a tutti, anche alle persone con disabilità motorie e sensoriali, di scoprire il mondo delle fattorie, di passare una giornata all’aria aperta, a contatto con la natura e gli animali. È con questo obiettivo che l’associazione Fattorie didattiche di Parma con la collaborazione della Cooperativa Eidè e il patrocinio della Provincia ha promosso il progetto “Fattorie senza barriere”: in programma sei laboratori, proposti da diverse aziende agricole del territorio, dalla Bassa all’Appennino, pensati proprio per le persone che hanno bisogni speciali. Si va dal percorso immerso nella natura, dedicato soprattutto ai non vedenti, alle esplorazioni di campi di pomodoro; dalla raccolta delle erbe aromatiche alla coltivazione delle aiuole rialzate; dalla zooterapia a una camminata nel bosco. Proposte tra loro diverse che hanno però un unico obiettivo: dare la possibilità a chiunque di fare un’esperienza nuova, lontano dalla città e dalla quotidianità, a diretto contatto con la terra. Occasioni che renderanno anche protagonisti i bambini e i ragazzi: potranno infatti collaborare e rendersi utili nelle attività proposte e riscoprire così le straordinarie abilità che ciascuno possiede. “È un’iniziativa lodevole che si inserisce nell’esperienza già consolidata delle fattorie didattiche, su cui la Provincia investe da tempo. Da oggi, grazie a questi laboratori, tutti potranno conoscere le nostre aziende, avvicinarsi al mondo agricolo e scoprire i nostri prodotti – ha detto il vicepresidente della Provincia Pier Luigi Ferrari, nella presentazione di questa mattina al Parma Point -. Mi auguro che questa grande e straordinaria sfida abbia grande successo e che si possa anche ampliare in futuro”. “In questi anni abbiamo incontrato molte persone speciali che ci hanno spinto ad approfondire alcuni temi, come quello dell’accoglienza. Da qui è nata la collaborazione con Eidè e questi sei laboratori – ha spiegato Monica Azzoni, presidente dell’associazione Fattorie didattiche di Parma -. È importante che tutti possano partecipare ai nostri percorsi: la fattoria è infatti un luogo di inclusione sociale molto forte in cui si valorizzano le differenze e dove le persone disabili possono socializzare”.“La richiesta di creare un progetto di inclusione sociale è venuta dai gestori delle fattorie e questo per me è già un grandissimo risultato. Partendo dalle loro esperienze abbiamo ideato questi sei percorsi accessibili a tutti, rivolti ad esempio a classi, gruppi di famiglie, associazioni, centri riabilitativi – ha affermato Annalisa Dall’asta della Cooperativa Eidè, che ha aggiunto – Per accogliere non basta sempre la buona volontà, non si può sempre improvvisare: occorrono attenzioni speciali, a volta anche piccole”. Sul sito www.Fattoriedidatticheparma.com sono elencati i laboratori che si possono realizzare e a chi si rivolgono (scuola con e senza la presenza di bambini/ragazzi con disabilità; gruppi di adulti; gruppi di persone con disabilità). Si richiede una descrizione della classe e dei bisogni educativi speciali presenti, compilando la scheda di iscrizione scaricabile dal sito e inviandola all’azienda con la quale si intende realizzare il percorso. In relazione alle disabilità dei bambini o degli adulti e a fronte di specifiche richieste si garantisce la massima flessibilità e adattabilità dei percorsi. I costi verranno concordati con le singole aziende. I laboratoriÈ dedicato soprattutto alle persone con disabilità visive, motorie, sensoriali e cognitive “La via per non vedenti”, realizzato da Casanuova società semplice agricola di Tizzano: un percorso ad anello, immerso nel verde, da percorrere in modo autonomo e in totale sicurezza, l´unico esempio in Emilia Romagna e uno dei pochissimi in Italia. Il percorso, di 1.500 metri, parte e ritorna all’azienda, passando da una meravigliosa radura. Prima di ogni visita il sentiero viene controllato e riordinato, in modo che le tabelle in braille e le funi ne consentano un facile utilizzo. Inoltre un plastico 3D touch permette di rendersi conto prima della partenza dell’effettivo svolgersi del percorso. Propone una passeggiata alla scoperta delle coltivazioni dell’azienda, in particolare l’esplorazione dei campi di pomodoro, il laboratorio “Pomodoro che passione!” realizzato dall’Azienda agricola Cotti Luca e Silvio di Pilastro di Langhirano: i partecipanti, bambini e adulti, anche con deficit cognitivi, potranno vedere in quale fase di crescita si trova la pianta, riconoscere la bacca del pomodoro attraverso i loro sensi, trapiantare una piantina e prepararsi un appetitoso spuntino. In alternativa alla visita alle coltivazioni, sarà possibile avvicinarsi agli animali dell’azienda, in modo da conoscerli meglio e superare eventuali diffidenze e paure.Terzo laboratorio in programma, “Le erbe aromatiche” dedicato a tutte le età, dai bambini agli adulti, organizzato dall’azienda agrituristica Il tempo ritrovato di Monticelli. Dopo la merenda, se la stagione lo permetterà e se tutti lo potranno fare, si raccoglieranno dall’orto e dal giardino le erbe più profumate, come rosmarino, salvia, menta, basilico e lavanda. Se non sarà possibile raccoglierle, si potranno odorare e toccare quelle già pronte nei cesti di vimini. Si imparerà anche a trasformare le erbe in sale aromatico, sale da bagno, zucchero prelibato per il the o una salsa. Inoltre, si potrà fare una Caccia al tesoro, usando solo i nostri sensi, e si potranno ascoltare storie, favole e leggende su piante, fiori e profumi.L’azienda agrituristica La sera di San Prospero propone invece “L’orto alto”, un laboratorio destinato soprattutto ai disabili motori, in cui si impara a coltivare la terra dell’orto in aiuole rialzate a una altezza di 60 cm: un orto che così diventa accessibile a tutti. Chi parteciperà potrà seminare, curare, raccogliere frutti e imparare a riconoscere le parti che compongono le piante. Si parlerà inoltre di come l’energia del sole sia fondamentale per le piante dell’orto e per tutti gli altri esseri viventi.E ancora, all’Azienda agrituristica biologica Ciao Latte di Sanguinaro di Noceto si potrà partecipare al laboratorio “Zooterapia”, dedicato soprattutto ai disabili cognitivi: bambini e ragazzi potranno visitare la stalla, osservare e accarezzare vitellini e mucche, guardare da vicino un pollaio, incontrare caprette, asini e cavalli. Inoltre, si potrà scoprire la “casa” del re dei formaggi e pranzare tutti insieme con i prodotti bio che offre l’azienda.Infine, l’azienda agrituristica Funghi e Fate di Grottoli Maria Cristina di Albareto propone “Il bosco”, il laboratorio aperto a tutti, anche ai disabili motori. Un percorso di 400 metri asfaltati tra prati e boschi dal quale poter ammirare piante, fiori, funghi e frutti del sottobosco. Per info: www.Fattoriedidatticheparma.com

 

 
   
   
TOSCANA: AL VIA IL REGOLAMENTO ATTUATIVO DELLA LEGGE DI SOSTEGNO AL VIVAISMO  
 
Firenze - Il regolamento di attuazione della legge 41 del 2012 di sostegno al vivaismo è stato definitivamente approvato dalla giunta regionale dopo l´acquisizione dei pareri della Commissione Consiliare competente e del Consiglio delle Autonomie Locali. Una risposta molto importante e attesa dal mondo del vivaismo, secondo l´assessore regionale all´agricoltura e foreste, che fissa norme più chiare per un settore economico di grande rilevanza e semplifica alcune procedure, garantendo anche maggiore sicurezza nei luoghi di lavoro. Il regolamento, che sarà ora pubblicato sul Burt, chiarisce quando un´area può essere considerata vocata all´attività vivaistica. Le zone vocate, in base al regolamento, dovranno coinvolgere almeno 80 ettari e dovrà essere considerata anche l´importanza economica del settore e la presenza di strade e collegamenti adeguati. Si chiarisce inoltre l´altezza consentita per gli annessi (fino a nove metri), mitigandone se necessario l´impatto sul paesaggio anche con l´impiego di verde, e fissando una volta per tutte criteri unici e chiari validi in qualsiasi comune. Vengono inoltre stabilite le condizioni per le coltivazioni in vaso a cielo aperto, e vengono specificati quali materiali si potranno stendere sul terreno. Nel regolamento che porta la firma, insieme a quella dell´assessore all´agricoltura e foreste, anche dell´assessore all´urbanistica, pianificazione del territorio e paesaggio, vengono elencati anche i primi criteri a cui ci si dovrà ispirare per riqualificare il verde pubblico delle città. La Regione suggerisce ai Comuni la creazione di boschi urbani e barriere verdi lungo le strade più trafficate. Consiglia anche la realizzazione di tetti verdi e giardini verticali, che migliorano il microclima delle città, ma aiutano a tenere sotto controllo anche i consumi energetici degli edifici. Certo sono auspicabili alcune accortezze: come la scelta di piante adatte all´habitat originario e che non costringano d´estate ad un eccessivo dispendio di acqua, oppure di piante che non fioriscano tutte nelle stesso periodo, in modo da tenere sotto controllo il livello dei pollini nell´aria. Poche norme generali, di buon senso in alcuni casi, che saranno integrate dalla nuova legge regionale sul governo del territorio.