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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 31 Gennaio 2012
SANITÀ BRIANZA IN STATO ECCELLENTE TAGLIO AGLI SPRECHI SENZA INTACCARE LA QUALITÀ DELLE CURE  
 
 Monza, 31 gennaio 2012 - Seimila dipendenti, sei ospedali, una situazione generale positiva, anche se esistono alcune criticità portate ieri a conoscenza dell´assessore regionale alla Sanità Luciano Bresciani. Questo l´esito del ´Tour degli ospedali - Stati generali itineranti della sanità brianzola´, effettuato in meno di dieci giorni, tra l´ottobre e il novembre 2011, da parte del presidente della Provincia di Monza e Brianza Dario Allevi e dal presidente della Conferenza dei sindaci dell´Asl Monza e Brianza e sindaco di Seregno Giacinto Mariani. Le aziende ospedaliere visitate sono state Giussano, Desio, Seregno, Carate Brianza, Vimercate e Monza. Alla presentazione del ´Report´ sulla sanità in Brianza sono intervenuti anche Francesco Beretta (direttore generale del San Gerardo di Monza), Pietro Caltagirone (direttore generale dell´azienda ospedaliera di Desio e Vimercate) e Humberto Pontoni (direttore generale Asl di Monza). Sussidiarietà - ´Le indicazioni emerse da questo tour - ha commentato l´assessore Bresciani - sono un ottimo esempio di sussidiarietà verticale: esprimono un fabbisogno che parte dal basso, viene rappresentato a livello provinciale e, da questo, al livello regionale. Le richieste presentate sono importanti, in quanto Monza è tra le prime Province a interagire con noi con questa puntualità: valuteremo la loro sostenibilità economica e la loro appropriatezza´. ´Stiamo attraversando una fase economicamente delicatissima, ma non ci sottraiamo alle responsabilità di governare con trasparenza´, ha continuato l´assessore Bresciani. ´Tagliamo gli sprechi - ha precisato - senza intaccare la qualità delle cure. I soldi a disposizione di Regione Lombardia per la Sanità sono passati dai 17 miliardi e 187 milioni di euro del 2011 ai 17 miliardi e 450 nel 2012 (più 1,5 per cento, al di sotto della crescita dell´inflazione)´. Territorio - ´C´è un tema a cui tengo particolarmente - ha concluso Bresciani - obiettivo ultimo delle nuove regole appena approvate: ´più territorio, meno ospedale´. Lo stesso sistema sanitario brianzolo rappresenta da questo punto di vista un modello vincente. Non è un caso che anche grazie alla collaborazione delle aziende ospedaliere di Monza e Brianza sia stata avviata l´innovativa modalità di presa in carico dei malati cronici (con il Cronic Related Group) e la creazione di posti letto per malati non gravi´. Questa la fotografia della situazione sanitaria in Brianza, ospedale per ospedale. Azienda Ospedaliera Di Desio E Vimercate 1. Ospedale Di Giussano - L´ospedale ´Borrella´ di Giussano è un punto di riferimento storico per i Comuni della Provincia di Monza e Brianza. Lo è anche per l´attività di chirurgia ortopedica e per l´Hospice, l´unico dell´intera zona Nord della Provincia, che ospita i malati in fase terminale. E all´attività in Ospedale si aggiunge quella a domicilio nei distretti di Carate, Desio e Seregno. L´ospedale di Giussano è, oggi, il primo centro Odontostomatologico pubblico per numero di poltrone (8) e prestazioni (32.000). Inoltre, significativo è anche l´orario di apertura: fino alle 22 durante la settimana e fino alle 18 il sabato. Infine, il ´Borella´ è la più grande struttura dell´Ao Desio Vimercate per le attività per sub-acuti (12 posti letto). Richieste all´assessore regionale alla Sanità: 1) Tra i punti critici del ´Borrella´ c´è senza dubbio il Pronto Soccorso, che oggi conta quasi 26.000 accessi. La Direzione generale sta già lavorando a un progetto per l´ampliamento degli spazi, che potrebbe richiedere un investimento di circa 800.000 euro. 2) L´ortopedia, proprio perché è un reparto di eccellenza, ha necessità di un numero maggiore di posti letto, nuove sale operatorie e, infine, più spazi dedicati alla riabilitazione per il completamento del percorso del paziente con protesi. 2. Ospedale Di Desio - Novità in arrivo all´ospedale di Desio, che, per la molteplicità delle specialità cliniche di cui è dotato, rappresenta la più importante struttura ospedaliera per l´intera area ovest della provincia. In primavera sarà pronta la nuova palazzina che, collegata con l´ospedale, ospiterà il Cup (Centro di Prenotazione Unificata), alcuni laboratori e, al secondo piano, sei sale parto con il blocco operatorio (2.000 parti ogni anno). L´investimento è di 12 milioni di euro. Desio, per la molteplicità delle specialità cliniche di cui è dotato, rappresenta la più importante struttura ospedaliera per l´intera area ovest della provincia. Tra i plus dell´Ospedale, l´Emodinamica, dove ogni anno quasi 600 persone colpite da infarto sono sottoposte a un intervento di angioplastica coronarica (quarto centro in Lombardia); il servizio di Endoscopia digestiva, che è stato sviluppato con l´inserimento dell´Ecoendoscopia; un´attività di Gastroenterologia ad alta specializzazione, con cospicua produzione scientifica; i Laboratori di analisi e anatomia patologica, entrambi convenzionati con l´Università degli Studi di Milano-bicocca; la nuova struttura per ´sub - acuti´ (10 posti letto). Richieste all´assessore regionale alla Sanità: 1) Con quasi 70.000 persone visitate e una media di quasi 200 accessi al giorno il Pronto soccorso dell´Ospedale di Desio ´copre´ un terzo degli accessi dell´intera Azienda ospedaliera di Desio e Vimercate; per questo avrebbe bisogno di maggiori spazi. 2) È necessaria una seconda macchina di emodinamica per garantire il back-up h24 per le angioplastiche primarie e nuovi spazi per la nefrologia. 3) Occorre ricollocare la U.o.c. Di Nefrologia in ambienti rinnovati e ristrutturati. 3. Ospedale Di Seregno - L´ospedale ´Trabattoni - Ronzoni´ di Seregno è un polo di rilevanza regionale per la riabilitazione neuromotoria, cardiaca e respiratoria e un centro di eccellenza per il trattamento degli stati comatosi. Tra i punti di forza dell´Ospedale, oltre alle unità operative di Riabilitazione specialistica, ci sono la Diagnostica cardiologica, la Diagnostica senologica e il nuovo Centro odontostomatologico. Un plus della struttura seregnese è senza dubbio la ´Casa Domotica´, un ´vero´ appartamento con cucina/soggiorno, camera da letto e servizi, arredato con la più moderna tecnologia robotica, che consente a pazienti con gravi disabilità, permanenti o temporanee, di muoversi in totale autosufficienza, con l´obiettivo di rientrare poi nella propria casa. Richieste all´assessore regionale alla Sanità: 1) Va ampliato il reparto di degenze riabilitative ad alta specializzazione. 2) C´è la necessità di aumentare i posti letto per la riabilitazione generale geriatrica. 3) Servono risorse per un progetto che razionalizzi l´Unità Operativa di Neuropsichiatria dell´Infanzia e dell´Adolescenza (Uonpia), unificando le sedi di Seregno, Giussano e Meda. 4. Ospedale Di Carate Brianza - Il ´fiore all´occhiello´ dell´Ospedale ´Vittorio Emanuele Iii´ di Carate Brianza è senza dubbio il Dipartimento materno infantile. Con 2.200 parti nel 2010 la Maternità è al settimo posto in Lombardia. Tra i fattori di eccellenza l´Odontoiatria per pazienti disabili (ampliata da due a tre poltrone), che, con oltre 5.000 prestazioni nel 2010, è tra i primi centri in Italia. Ai pazienti sordomuti l´Ospedale dà la possibilità di essere curati da un dentista con lo stesso handicap. Un progetto nato per facilitare la comunicazione tra paziente e medico e, quindi, migliorare diagnosi e cura. All´avanguardia anche l´Ortodonzia per neonati affetti da sindrome di Down (un centinaio gli interventi lo scorso anno), la nuova Terapia intensiva post operatoria (5 letti) e l´edificio che dalla prossima primavera ospiterà la nuova Gastroenterologia con endoscopia digestiva. Richieste all´assessore regionale alla Sanità: 1) Occorrono nuovi spazi in Urologia (attività in continua crescita quali-quantitativa). 2) C´è la necessità di nuove attrezzature per l´Endoscopia digestiva. 3) Opportuno allargare il Pronto soccorso, con l´inserimento anche di nuovi specialisti. 5. Ospedale Di Vimercate - Un Ospedale dotato di tutte le più moderne tecnologie biomediche e informatiche, con 500 posti letto e 20 sale operatorie, il tutto su una superficie di 80.000 metri quadrati per un investimento complessivo di oltre 200 milioni di euro. Molte le novità del nuovo Ospedale, a partire dall´assistenza, che si basa sul modello ´intensità di cura´: non più divisioni per patologia ma centralità del paziente che riceve l´assistenza necessaria per la sua malattia, indipendentemente dalla causa che l´ha originata. Vimercate è il primo nosocomio a utilizzare definitivamente la cartella clinica elettronica (è l´Ospedale più informatizzato d´Italia, secondo un´indagine del Ministero della Salute e del Cnr); ha sviluppato un sistema di gare online con risparmio di costi e maggiore trasparenza; ha 8 carrelli robotizzati per il trasporto rapido di provette, campioni biologici, farmaci e documenti; i pazienti sottoposti a terapie anti aggreganti possono accedere online ai propri valori e alle variazioni delle terapie anticoagulanti. L´ospedale, inoltre, è completamente cablato con fibra ottica ed è autonomo per la produzione di energia elettrica grazie al teleriscaldamento e all´impianto di cogenerazione di cui dispone. All´avanguardia il sistema di distribuzione del farmaco, monodose e personalizzato. Un sistema che, attraverso un computer e un robot e grazie al braccialetto con il nome e il cognome del ricoverato e un codice a barre, consente la consegna al paziente ricoverato in reparto di una dose unitaria del farmaco, con un risparmio di tempo per gli infermieri e un´importante riduzione dei rischi di errori. Richieste all´assessore regionale alla Sanità: 1) Si suggerisce di recuperare l´Ospedale storico per i servizi di Odontoiatria, sub acuti e Psichiatria. 2) C´è necessità di aprire il reparto di Medicina Nucleare. 3) Serve una seconda Risonanza Magnetica Nucleare. 4) Occorre un nuovo padiglione di riabilitazione ambulatoriale. Azienda Ospedaliera San Gerardo Ospedale Di Monza - L´azienda Ospedaliera San Gerardo conta circa 3.000 dipendenti, tra medici, infermieri, tecnici e personale amministrativo e ha un bilancio di poco meno di 320 milioni di euro. Numeri che fanno del nosocomio monzese il quarto per dimensioni della Lombardia. Nel 2011 le attività ambulatoriali hanno registrato un aumento di oltre il 7 per cento, gli accessi al Pronto soccorso una crescita superiore al 3 per cento, con una contemporanea riduzione del tasso di ricoveri, indice di un corretto uso delle risorse. Gli interventi chirurgici sono stati 15.758. Le giornate di degenza sono state 186.076 con una degenza media di 7,7 giorni. Gli accessi in day hospital, invece, sono stati 33.839 con una degenza media di 3,8. Le prestazioni ambulatoriali e diagnostiche sono state 7.568.049 così suddivise: 3.639.308 prestazioni per esterni e 3.928.741 per interni. L´ospedale è organizzato in otto Dipartimenti sanitari, a cui fanno capo 41 Unità operative e alcune strutture ambulatoriali dislocate sul territorio (Poliambulatori di Monza presso l´Ospedale Vecchio, di Lissone e di Macherio). Numerose le eccellenze da segnalare: l´area ematologica dell´adulto e bambino, che fa del San Gerardo un centro di riferimento nazionale per la cura dei tumori degli organi emopoietici e per il trapianto del midollo; l´oculistica con la chirurgia della cornea, la traumatologia oculare e il trattamento delle patologie più gravemente invalidanti del segmento posteriore dell´occhio; la chirurgia plastica e ricostruttiva che, nell´ottobre 2010, ha consentito il primo doppio trapianto delle mani in Italia. Nell´aprile 2013 inizierà la ristrutturazione del San Gerardo, che dovrebbe concludersi nella primavera del 2019. Un investimento di 207 milioni che vedrà realizzata una nuova struttura di 25.000 metri quadrati. Richieste all´assessore regionale alla Sanità: Bisogna adeguare il contratto con l´Asl Monza e Brianza alla realtà della produzione dell´Azienda Ospedaliera San Gerardo. Anche nel 2011, infatti, la produzione ha superato la quota di budget di 10.000.000 euro per le attività di ricovero e di 2.000.000 euro per le attività ambulatoriali per i pazienti lombardi.  
   
   
OGGI IL NATIONAL CANCER INSTITUTE IN VISITA AL GALLIERA DI GENOVA  
 
Genova, 31 gennaio 2012 – Oggi una delegazione della Divisione di Prevenzione Oncologica del National Cancer Institute (Nci) di Bethesda (Usa) sarà in visita al Galliera per un aggiornamento nell´ambito della collaborazione del Consorzio dei Centri di Ricerca, coordinato dal Md Anderson Cancer Center di Houston e promosso dal Nci, relativo alle sperimentazioni di fase I-ii di farmaci preventivi. Al consorzio aderiscono per l´Italia, in qualità di partner associati, l´Ospedale Galliera di Genova e lo Ieo di Milano. Ad accogliere Leslie Ford, Direttore Associato per la Ricerca Clinica del Nci ed Eva Szabo, Direttore del Gruppo di Ricerca sui tumori del polmone e del tratto digestivo superiore, saranno il Direttore Generale del Galliera, Adriano Lagostena, e Andrea De Censi Direttore della S.c. Oncologia Medica dell´Ente. L´incontro con la delegazione americana si svolgerà in Aula Meneghini (ingresso da Via Volta 6 - Cup, piano ammezzato). Il programma prevede - a partire dalle ore 10 fino alle 12.30 - un primo workshop con un aggiornamento sugli studi di prevenzione condotti dagli oncologi del Galliera, in collaborazione con Nci e il Consorzio texano, che prevedono l´utilizzo di farmaci già impiegati in altre patologie come la gotta o il diabete, o di estratti naturali (dieta alimentare). Farmaci e sostanze naturali di cui si è recentemente scoperto anche un effetto antitumorale attraverso studi sperimentali di laboratorio. Gli studi attivi al Galliera in questo ambito sono su: i tumori mammari (tamoxifen a dosaggio personalizzato nelle neoplasie non invasive e l´antidiabetico metformina), i polipi del colon retto (antigottoso allopurinolo; combinazione di un estratto del mirtillo e della curcumina) i tumori prostatici (antiadrogeni a dosaggio personalizzato). Seguirà alle 14.30, fino alle 15.30, uno specifico seminario tenuto da Eva Szabo sul carcinoma polmonare: novità nel trattamento e nella prevenzione, diagnosi precoce.  
   
   
NUOVA DISCIPLINA PER LE SPERIMENTAZIONI GESTIONALI SANITARIE IN PIEMONTE  
 
Torino, 31 gennaio 2012 - La Iv Commissione del Consiglio regionale ha approvato il 30 gennaio in sede legislativa il disegno di legge regionale che. Sostituendo l’articolo 23 della finanziaria 2008, disciplina le partecipazioni societarie delle aziende sanitarie ed i programmi di sperimentazione gestionale (il Piemonte ne ha due: Coq di Omegna e Saapa di Settimo Torinese). L’articolo fissa in cinque anni la durata massima della sperimentazione gestionale, prevedendo anche la possibilità di una proroga per altri cinque qualora necessaria per il completamento del piano di attività e finanziario approvati in sede di autorizzazione; decorso il termine l’amministrazione, dopo aver effettuato le opportune verifiche in merito alla convenienza economica e alla conformità rispetto alla programmazione regionale, deve decidere se chiudere la sperimentazione oppure passare dal regime sperimentale al regime ordinario. “In Piemonte - osserva l’assessore regionale alla Sanità, Paolo Monferino - abbiamo due esperienze di sperimentazione gestionale pubblico-privato. Innanzitutto ad Omegna con la specializzazione del presidio ospedaliero come Centro ortopedico di quadrante. Grazie all’atto formalizzato in Commissione, si passa dalla sperimentazione al regime ordinario. Poi toccherà alla struttura di Settimo, l’Hopital du Piemont, che ospita attività territoriali, residenziali e di ricovero in regime di post acuzie”.  
   
   
EMILIA ROMAGNA, NUOVE TARIFFE PER PRESTAZIONI SPECIALISTICHE AMBULATORIALI: LE CIFRE  
 
Bologna, 31 gennaio 2012 – Da 0,05 euro a 7,16 euro, a seconda del tipo di esame. Mercoledì 1° febbraio entra in vigore un aggiornamento delle tariffe per alcune prestazioni specialistiche ambulatoriali; un’operazione che riguarda esclusivamente i cittadini non esenti dal ticket e le prestazioni a basso costo. In Emilia-romagna – che ha in media tariffe più basse rispetto alle altre Regioni – l’aggiornamento delle tariffe delle prestazioni di specialistica ambulatoriale modifica l’importo del ticket solo per quelle prescrizioni in cui la somma del valore di ciascun esame (tariffa totale) sia inferiore al ticket massimo di 36,15 euro previsto per ricetta di prescrizione. Gli interventi hanno riguardato soprattutto alcune branche specialistiche: radiologia, laboratorio, fisioterapia. L’aumento per i cittadini non esenti, e solo per prescrizioni con tariffa totale inferiore a 36,15 euro, va da 0,05 euro per la prestazione “risoluzione di aderenze articolari” a 7,16 euro per la prestazione “rimozione di corpo estraneo dall’uretra”. Tenuto conto, inoltre, che il ricorso alla specialistica ambulatoriale da parte dei cittadini non esenti, e quindi non affetti da patologia cronica o esenti per reddito, è occasionale, l’impatto può essere considerato trascurabile. In particolare, per radiologia ed ecografie, ci sono incrementi da 0,50 euro a 6,50 euro; per il laboratorio da 0,05 euro a 5,34 euro per prestazione di biologia molecolare; per la fisioterapia da 0,05 euro a 1 euro. Il ticket di 46,15 euro è stato determinato per le sole prestazioni complesse di chirurgia ambulatoriale analoghe alle prestazioni di trattamento della cataratta e di liberazione del tunnel carpale, per le quali era già vigente la quota ticket di 46,15 euro in seguito alla manovra dell’agosto scorso. Si tratta di prestazioni quali liberazione di tunnel tarsale, riparazione di dito a martello, artroplastica di piccole articolazioni, litotripsia extracorporea del rene, che hanno tariffe con valori da 1.800 a 400 euro.  
   
   
TRENTO: INAUGURATA A MALÈ L´UNITÀ MOBILE OFTALMICA  
 
Trento, 31 gennaio 2012 - Presentata ieri a Malè l´Unità Mobile Oftalmica, un camper attrezzato ad ambulatorio oculistico che consente visite specialistiche itineranti sul territorio. L´iniziativa, portata avanti dalla Cooperativa sociale Irifor del Trentino onlus con il supporto della Provincia autonoma di Trento, consentirà una distribuzione capillare della diagnosi precoce delle principali malattie oculari causa di ipovisione e cecità. "Ancora una volta - è stato il commento dell´assessore alla salute e politiche sociali, Ugo Rossi - abbiamo la dimostrazione che il privato sociale arriva per primo, perché lavora sul territorio e riesce a fornire le risposte personalizzate al bisogno; la pubblica amministrazione deve sostenere le iniziative del privato, garantendo le strutture portanti, fornendo in sostanza le linee guida di riferimento". L´assessore provinciale ha quindi puntato l´attenzione su valore, dal punto di vista della prevenzione, di questa unità mobile, che raggiungerà i cittadini del Trentino anche nelle sedi più periferiche, attraverso mirate campagne di screening. Al termine della breve cerimonia l´ambulatorio oculistico mobile è rimasto un paio di ore a disposizione dei tanti presenti e sono stati effettuati oltre quaranta esami della vista gratuiti. Un pubblico fitto, quindi, che ha dimostrato un vivace interesse per l´iniziativa, aperta dai saluti delle autorità locali e provinciali. Ad affiancare l´assessore provinciale alla salute e politiche sociali, Ugo Rossi, vi erano: il presidente della Cooperativa sociale Irifor, Ferdinando Ceccato; la presidente della sezione provinciale di Trento dell´Unione italiana Ciechi e Ipovedenti, Ivanna Marini; la direttrice del distretto sanitario Ovest, Daniela Zanon; il direttore del reparto oculistica del Santa Chiara di Trento, Mauro De Concini; il sindaco di Malè, Bruno Paganini; il vicepresidente e assessore alle politiche sociali della Comunità della Val di Sole, Italo Zambotti. Ferdinando Ceccato, presidente di Irifor nata dall´esperienza dell´Unione Ciechi sezione di Trento, ha espresso soddisfazione per questo importante traguardo: "La Cooperativa sociale fondata nel 2008 si è posta subito come primo obiettivo quello di realizzare un Centro provinciale di prevenzione e riabilitazione destinato a persone cieche, ipovedenti e pluriminorati. Il Centro è stato inaugurato lo scorso ottobre in via della Malvasia a Trento e per completare il ciclo di prevenzione e riabilitazione, abbiamo deciso di acquistare questa Unità mobile, con il fondamentale aiuto della Provincia autonoma di Trento, attraverso la quale effettuare visite oculistiche gratuite sul territorio". Il camper, infatti, verrà utilizzato per campagne annuali di screening coordinate dalla Provincia, dall´Unione italiana Ciechi e dalla Cooperativa Irifor: "L´ambulatorio installato sul camper - ha commentato il primario De Concini - rappresenta un supporto prezioso all´attività sanitaria, perché ci consentirà una distribuzione capillare della diagnosi precoce, ovvero di recarci nelle località periferiche del Trentino e di visitare le fasce di popolazione più a rischio, come gli ospiti delle case di riposo o gli anziani, che spesso rinunciano a visite oculistiche complete per difficoltà a spostarsi. Lo screening sarà del tutto gratuito e ci consentirà di identificare precocemente i pazienti con problemi alla vista, che saranno indirizzati agli specialisti per ulteriori accertamenti, completando quindi indagini di prevenzione davvero importanti. Un risultato reso possibile grazie ad una stretta collaborazione fra il pubblico e il volontariato". Il dottor De Concini ha quindi illustrato alcuni dati interessanti sulle principali malattie oculari che causano ipovisione e cecità, per sottolineare l´importanza e l´utilità dello screening oftalmologico in tutte le fasce di età. Sia nell´adulto che nell´anziano miopia, glaucoma, cataratta, retinopatia diabetica, maculopatia legata all´età ed altre malattie portano la popolazione trentina ad effettuare oltre 60.000 visite oculistiche all´anno. Tre sono le malattie a cui prestare più attenzione: Glaucoma, definito anche "il ladro silenzioso della vista" perché asintomatico e di difficile diagnosi. Questa malattia in regione colpisce migliaia di persone ed ancor oggi, nonostante i potenti mezzi terapeutici e chirurgici a disposizione, condanna molti pazienti alla cecità per diagnosi troppo tardive Diabete che nelle sue complicanze vascolari dopo 20 anni di malattia colpisce inesorabilmente la retina in tutti i pazienti di tipo 1 ed in oltre il 60% dei pazienti diabetici di tipo 2, cioè non insulino-dipendenti. Alcuni dati: il diabete colpisce il 4% di tutta la popolazione, oltre 4 milioni i soggetti affetti dalla malattia in Italia con 1.300 casi di cecità annui. Negli ultimi 20 anni con i vantaggi della fluorangiografia retinica ed i moderni laser foto coagulativi riusciamo a fare miracoli e va precisato che in medicina non esiste alcun trattamento terapeutico-preventivo così vantaggioso in termini di costi e di risultati come la terapia della retinopatia diabetica, purché vengano eseguiti i protocolli classici di monitoraggio ed essi vengano instaurati in tempo utile a tutti i pazienti diabetici. Maculopatia legata all´età che è in crescita esponenziale e colpisce la visione centrale in un paziente su tre dopo i 75: le cure sono sempre più efficaci anche se costose, esse sono in grado di arrestare la malattia, ma se da un lato si evita la cecità, dall´altro aumentano sempre più i casi di ipovisione e di un grave handicap visivo. Oggi tuttavia anche in casi pre-terminali la riabilitazione visiva può fare miracoli grazie alle nuove tecniche informatiche: l´importante è che il paziente abbia conservato un buon residuo visivo e sia assistito con una presa in carico assistenziale interdisciplinare completa e qualificata. Il camper è dotato di un´attrezzatura oculistica completa per lo screening visiva e consente di diagnosticare precocemente proprio le più frequenti malattie oculari, fra cui i difetti di vista e di refrazione, frequenti in età giovanile, oppure le malattie che colpiscono il cristallino nell´adulto anziano, come la cataratta e il glaucoma, nonché la maculopatia. Il personale è di tipo tecnico, con un ortottista e un assistente oftalmologo, i quali evidenzieranno gli eventuali problemi clinici o le patologie per poi indirizzare i pazienti verso uno specialista. Le visite, grazie a una collaborazione fra l´Unione italiana Ciechi sezione di Trento, Provincia autonoma di Trento e l´Azienda provinciale per i Servizi sanitari, saranno gratuite.  
   
   
PROGETTO "EDOTTO": "RIVOLUZIONE COPERNICANA"  
 
Bari, 31 gennaio 2012 - L´assessore alle Politiche della Salute, Ettore Attolini, ha “debuttato” il 27 gennaio durante la presentazione del progetto “Edotto”, il nuovo sistema informativo sanitario regionale. “Oggi parte la fase di addestramento – ha detto – e ci rivolgiamo a tutta la platea del servizio sanitario pubblico. Nella fase di addestramento fino a Giugno saranno coinvolte migliaia di operatori”. Il curatore del progetto, Neuhldoff Albano, ha spiegato che “impareranno ad usare il sistema medici, amministrativi, personale degli enti privati e presto anche i cittadini si renderanno conto della funzionalità del sistema, che sarà accessibile dall´esterno tramite il portare regionale della salute”. “Oggi – ha aggiunto Attolini – nel sistema sanitario c´è una scarsità di informazioni. Sia per l´esterno, che per l´interno. La rivoluzione copernicana sarà quella di mettere in comunicazione tra loro migliaia di componenti, che a loro volta si interfacceranno con l´esterno. Penso alla possibilità di scegliersi e cambiare on line i medici di famiglia, ma anche alla riduzione delle liste di attesa che sarà possibile tramite la quantità di informazioni messa a disposizione del pubblico. Probabilmente Edotto è tra i sistemi più all´avanguardia in Italia”. Insieme ad Attolini, era presente, oltre al presidente Vendola, l´assessore uscente Tommaso Fiore. Di seguito, le brochure informative illustrative di “Edotto”, presentato questa sera presso la Cittadella della Cultura anche con una rappresentazione teatrale curata da Augusto Masiello sul “Castello di Kafka”. Di seguito, le brochure informative illustrative di “Edotto”, presentato questa sera presso la Cittadella della Cultura anche con una rappresentazione teatrale curata da Augusto Masiello sul “Castello di Kafka”.  
   
   
L’USO CONSAPEVOLE DEL FARMACO RIDUCE GLI SPRECHI  
 
Torino, 31 gennaio 2012 - Incrementare la presenza negli ospedali della figura del farmacista di reparto, promuovere l’utilizzo dei farmaci monodose per razionalizzare le risorse ed evitare sprechi sono alcune delle proposte concrete, basate su esperienze già in atto, emerse nel corso di un convegno sull´uso consapevole del farmaco svoltosi il 28 gennaio a Torino su iniziativa dell’assessorato regionale alla Sanità. Secondo l’assessore Paolo Monferino in questo settore si può fare molto per perseguire il riequilibrio dei conti alla luce del fatto che nei prossimi tre anni la sanità piemontese potrà contare su 640 milioni di euro in meno a causa dei recenti tagli al fondo sanitario nazionale: “La spesa per i farmaci incide quasi per il 20% sul quella sanitaria complessiva, che ammonta a 8,5 miliardi l’anno. E’ un’area su cui possiamo fare ancora molto in termini di razionalizzazione delle risorse. Molte aree di inefficienza possono essere recuperate. Proprio in questa direzione nel 2012 verranno risparmiati oltre 70 milioni di euro, avendo recentemente centralizzato l’acquisto dei farmaci attraverso un solo ente preposto”. Risultati eccellenti in termini di contenimento della spesa farmaceutica ospedaliera sono stati raggiunti dalle Molinette, il primo ospedale in Italia a introdurre la figura del farmacista di reparto. Nel primo semestre del 2011 si è riscontrato un risparmio dell’8%, corrispondente a 1,5 milioni di euro. Nel complesso, lo scorso anno la spesa farmaceutica regionale è diminuita del 2,74% rispetto al 2010, generando un risparmio di 38 milioni. La spesa farmaceutica territoriale ha registrato una flessione del 3,89%, quella convenzionata dell’8,63%. La Regione ha attuato alcune azioni volte a garantire l’appropriatezza e la razionalizzazione prescrittiva per le categorie di farmaci a maggiore incidenza sulla spesa ospedaliera regionale. E’ stato istituito il “Registro dei piani terapeutici”, che consente il monitoraggio dei criteri di scelta dei pazienti destinati ai trattamenti, la selezione dei prescrittori e la programmazione della spesa. L’affidamento della gara per l’approvvigionamento dei farmaci alla Società di committenza regionale ha poi consentito l’accentramento degli acquisti. Fra le innovazioni in fase di realizzazione anche l’Elenco delle buone pratiche di gestione dei farmaci, che sarà introdotto a breve.  
   
   
GENETISTI ITALIANI CHIARISCONO GLI EVENTI DI DOMESTICAZIONE DEL CAVALLO E IDENTIFICANO LE PRIME 18 CAVALLE DOMESTICATE DALL’UOMO PREISTORICO  
 
Pavia, 31 gennaio, 2012 - La domesticazione del cavallo (Equus caballus) da parte dell’Uomo ha sicuramente cambiato la storia di molte popolazioni che, grazie all’acquisizione di questa nuova “tecnica”, sono riuscite spesso a diffondere con grande successo cultura, lingua e geni. Lo studio dei genomi mitocondriali di numerose razze equine condotto da un gruppo di ricerca internazionale (Italia, Germania, Iran, Portogallo, Siria e Stati Uniti) guidato dal professor Antonio Torroni (Dipartimento di Biologia e Biotecnologie “L. Spallanzani”) dell’Università di Pavia e dal Dott. Alessandro Achilli (Dipartimento di Biologia Cellulare e Ambientale) dell’Università di Perugia – pubblicato il 30 gennaio sulla prestigiosa rivista Pnas (Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America) – ha rivelato che l’antenato femminile comune di tutti i cavalli moderni viveva circa 140.000 mila anni fa e che sono state almeno 18 le cavalle selvatiche ad essere domesticate, in tempi neolitici, dai primi allevatori. Nel corso della Storia, lo sviluppo delle attività umane è spesso intrecciato all’utilizzo del cavallo (E.caballus) come fonte di cibo, mezzo di locomozione e strumento di guerra (Fig. 1). Raffigurazioni paleolitiche di cavalli con età stimate comprese tra 15 e 30.000 anni compaiono in numerose caverne dell’Europa occidentale (Fig. 2), ma questi esemplari erano selvatici ed erano cacciati come fonte di cibo. I capostipiti selvatici (Equus ferus) dei cavalli utilizzati ancora oggi dall’Uomo probabilmente abitavano le steppe erbose dell’Eurasia, ma i reperti archeologici non sono in grado di fornire risposte definitive su “dove”, “quante volte” e “quando” questi animali selvatici siano stati domesticati. In realtà, solo due popolazioni o sottospecie di cavallo mai domesticato sembrerebbero essere sopravvissute fino in epoca storica: il cavallo di Przewalski (Equus ferus przewalski) e il Tarpan (Equus ferus ferus). Gli ultimi esemplari di Tarpan morirono in Ucraina alla fine del Xix secolo, mentre gli attuali cavalli di Przewalski derivano quasi completamente da un piccolissimo nucleo di animali selvatici catturati intorno al 1900 in Mongolia, mantenuti per decenni negli zoo e reintrodotti recentemente nel loro habitat naturale. I genetisti delle Università di Perugia e Pavia (guidati da Alessandro Achilli e Antonio Torroni) insieme a un gruppo internazionale di ricercatori (Germania, Iran, Portogallo, Siria e Stati Uniti) hanno analizzato 83 interi genomi mitocondriali di numerose razze equine (incluso lo Przewalski) identificando almeno 18 linee genetiche ancestrali (aplogruppi), definite ciascuna da uno specifico set di mutazioni e denominate con le lettere dell’alfabeto dalla A alla R. Tutti questi aplogruppi fanno capo a una singola molecola ancestrale esistente circa 140.000 anni fa, durante il periodo glaciale cosiddetto Saale, e da cui derivano tutte le molecole di Dna mitocondriali attualmente presenti nelle razze moderne. Le 18 linee sono diffuse in tutte le attuali razze equine, tranne una, denominata F, che è tipica solo ed esclusivamente del cavallo di Przewalski, che di conseguenza, non rappresenta l’antenato dei moderni cavalli. Diverse specie domestiche, come bovini e pecore, hanno subito un unico evento di domesticazione avvenuto nel periodo neolitico (circa 10 mila anni fa) nell’area della Mezzaluna Fertile. Al contrario, i numerosi aplogruppi riscontrati nelle razze equine moderne indicano che la domesticazione del cavallo, pur essendo avvenuta anch’essa in tempi neolitici, abbia interessato un maggior numero di popolazioni selvatiche localizzate in molteplici aree geografiche di tutta l’Eurasia. Questo studio sembra perfino indicare un possibile sito di domesticazione in Europa e più precisamente nella penisola Iberica, dove i cavalli selvatici non solo sono sempre stati presenti sin dai tempi Paleolitici, ma sono anche sopravvissuti durante l’Ultimo Picco Glaciale - che interessò l’intero continente Europeo circa 20.000 anni fa - probabilmente rifugiandosi nella medesima area Franco Cantabrica (ai piedi dei Pirenei) abitata da molte specie animali, compreso l’Uomo. Come ci ricorda il Dott. Achilli: “I modi con cui si svolsero le fasi iniziali della domesticazione e dell’allevamento del cavallo rappresentavano fino ad oggi un dilemma tanto interessante quanto di difficile soluzione. Inoltre, trattandosi di equini, i risultati genetici ottenuti assumono importanti implicazioni di tipo storico-culturale e socio-economico dato che, dopo la domesticazione, questa specie ha spesso costituito il mezzo di locomozione privilegiato dall’Uomo nelle sue peregrinazioni attraverso il Vecchio e il Nuovo mondo. Pertanto i nostri dati avranno un forte impatto in diverse aree sia scientifiche che umanistiche (dalla genetica umana a quella animale, dalla paleontologia all’antropologia) e potranno incuriosire sia gli allevatori che i tanti appassionati di questi bellissimi animali” (Figura 2). “Ancora una volta” – conclude il Prof. Torroni – “questo studio conferma come analisi molecolari su interi genomi (in questo caso mitocondriali) siano estremamente informative per rispondere a questioni riguardanti l´origine di popolazioni e specie. I nostri dati permetteranno tra l´altro di classificare in maniera univoca reperti antichi, come le ossa di cavalli selvatici del periodo paleolitico trovati in caverne, o quelle di cavalli domesticati rinvenuti accanto a resti umani in tombe dell´età del Bronzo. Inoltre, bisogna ricordare che il genoma mitocondriale non è solamente utile per gli studi evolutivi, ma determina la produzione di energia cellulare; pertanto studi futuri potranno ora valutare se e come le 18 linee genetiche identificate possano influenzare la salute dell’animale e le performance sportive di cavalli da corsa come i purosangue”. Il genoma mitocondriale dei mammiferi è una piccola molecola di Dna circolare (circa 17.000 coppie di basi) presente in centinaia/migliaia di copie per cellula, trasmesso per via materna senza ricombinazione e caratterizzato da un tasso evolutivo maggiore dei geni nucleari; perciò, la sua variabilità deriva esclusivamente dall´accumulo sequenziale di nuove mutazioni lungo le linee di radiazione femminili. Questo significa che il Dna mitocondriale (mtDna) dei membri di una specie è un archivio molecolare della storia e dei movimenti delle femmine che lo hanno trasmesso nel corso delle generazioni. Per quel che riguarda l’Uomo e molti altri mammiferi questo processo di differenziazione molecolare è stato relativamente veloce e ha avuto luogo principalmente durante e dopo la colonizzazione e diffusione in diverse regioni e continenti. Pertanto i diversi sottoinsiemi (aplogruppi) della variazione nell’mtDna tendono a essere circoscritti a differenti aree geografiche e a differenti popolazioni/sottospecie. Di conseguenza studiando quante e quali mutazioni caratterizzano l’mtDna di un individuo si può risalire alla storia genetica dei suoi antenati femminili, e nel caso degli animali domestici, si possono identificare sia i luoghi e le modalità di domesticazione sia i processi di formazione e di diffusione delle razze moderne. La prima sequenza completa di Dna mitocondriale equino è stata pubblicata nel 1994, quasi venti anni fa. Nonostante ciò gli studi sull´mtDna del cavallo condotti finora si erano concentrati generalmente solo su una piccola porzione (circa 300 coppie di basi) della regione di controllo. Studi analoghi condotti sull´Uomo e su altre specie domestiche (come ad esempio i bovini) hanno evidenziato con chiarezza che spesso è insufficiente analizzare solo tale regione, perché essa presenta elevati tassi di mutazioni che confondono la struttura degli alberi e una variabilità troppo bassa per poter identificare tutti gli aplogruppi esistenti. Si comprende, quindi, l’importanza di questo primo studio che analizza l’intera sequenza mitocondriale del cavallo raggiungendo il massimo livello di risoluzione molecolare possibile. Articolo - “Mitochondrial genomes from modern horses reveal the major haplogroups that underwent domestication” di Achilli A, Lancioni H, Capomaccio S, Felicetti M, Verini-supplizi A e Silvestrelli M dell’Università di Perugia; Olivieri A, Hooshiar Kashani B, Nergadze Sg, Carossa V, Santagostino M, Semino O, Giulotto E, e Torroni A dell’Università di Pavia; Soares P, e Pereira L dell’Università di Porto, Portogallo; Perego Ua e Woodward Sr della Sorenson Molecular Genealogy Foundation di Salt Lake City, Usa; Al-achkarf W dell’Atomic Energy Commission di Damasco, Siria; Penedo Mct dell’Università della California, Usa; Houshmand M del National Institute for Genetic Engineering and Biotechnology (Nigeb) di Teheran, Iran; Bandelt H-j dell’Università di Amburgo, Germania, è stato pubblicato su Pnas ( http://www.Pnas.org/ ) (online Early Edition, January 30, 2012).  
   
   
FVG: TONDO, CENTRO SALUTE MENTALE LATISANA FRUTTO RAZIONALIZZAZIONE  
 
Latisana, 31 gennaio 2012 - Chi opera nel settore della salute del Friuli Venezia Giulia, a livello professionale e in particolare a titolo di volontariato, e concorre con il proprio indispensabile apporto alla ottimizzazione del sistema sanitario regionale, rimanendo spesso a contatto con le sofferenze quotidiane, testimonia la grande forza della solidarietà della nostra gente. Che anche in momenti non facili, come quello in atto, e per esempio a Latisana, a seguito delle alluvioni del 1966, dimostra di possedere le carature di una comunità solidale, che sa reagire alle avversità. Questi, in sintesi, i contenuti dell´intervento del Presidente della Regione, Renzo Tondo, ieri alla cerimonia inaugurale del Centro di Salute Mentale (Csm) presso l´Ospedale di Latisana. Una conquista per il territorio rivierasco, perché assieme al Csm di Palmanova, sempre nell´ambito dell´Azienda sanitaria n.5 della Bassa Friulana, consentirà di erogare i servizi h 24, rispondendo così, come aveva precisato il Presidente, alle attese di utenti che, spesso, proprio nelle ore notturne hanno maggiore necessità di aiuto. Il Csm di Latisana è già operativo dalla fine del 2011, e ha dato assistenza a 21 utenti, in media, sei al giorno. Si affianca a quello Palmarino, che fa parte della medesima Azienda sanitaria, ove in un anno si sono rivolti 120 pazienti, la metà dei quali proveniva dal Latisanese. Si tratta di persone, a volte facenti parte delle fasce più vulnerabili della comunità, come aveva rimarcato l´arcivescovo, Monsignor Andrea Bruno Mazzoccato. Altre di persone che hanno raggiunto un´età anziana, o che hanno vissuto esperienze non facili. Anche per l´arcivescovo, l´inaugurazione odierna rappresenta un grande risultato per la comunità regionale, che deve far guardare ben oltre le polemiche mediatiche, spesso strumentali, le quali, secondo il presule spesso hanno soltanto il risultato di deviare l´attenzione della pubblica opinione dalla realtà. Il Presidente Tondo, che era accompagnato dal consigliere regionale Daniele Galasso, presenti assieme al sindaco di Latisana, Salvatore Benigno, i sindaci e gli amministratori dell´area rivierasca, ha avuto parole di compiacimento per l´Azienda sanitaria della Bassa Friulana, e per il direttore generale, Paolo Bordon, per avere saputo avviare il nuovo Csm con un impiego di risorse limitate, derivanti dalla razionalizzazione del sistema sul territorio. Tondo, che aveva con sé il nuovo direttore centrale della Salute, Gianni Cortiula, ha infatti messo in risalto che la struttura latisanese è stata realizzata ristrutturando parte del complesso ospedaliero latisanese, e fruisce anche delle risorse risparmiate dal sistema sanitario accentrando i laboratori di analisi del territorio della Bassa, a Palmanova. Ciò, secondo il Presidente, dimostra come le scelte che la Regione sta compiendo nel settore della salute e protezione sociale non sono meramente finalizzate al risparmio, bensì a garantire una migliore fruizione dei servizi, e una condizione complessiva della sanità, per tutti i cittadini. Tondo, che riveste anche le funzioni di assessore alla Salute, ha nel contempo anticipato che tra breve sarà concretizzata la sinergia tra i reparti di otorinolaringoiatria di Latisana e quello dell´ospedale di Tolmezzo, sempre con l´obiettivo di assicurare prestazioni migliori ai cittadini e ai pazienti. E proprio a Tolmezzo, è da poco stato inaugurato il Csm. Il trasferimento del laboratorio di analisi a Palmanova, com´è stato specificato, ha consentito alla Regione di risparmiare circa 300 mila euro, reinvestiti nel Csm di Latisana. In conclusione Tondo si è soffermato sulle ipotesi di trasferimento di alcuni reparti di neo natalità. Come ha sostenuto il Presidente, la Regione sta puntando a ottimizzare i servizi a vantaggio dei cittadini. Infatti, vi sono reparti neonatali dove nascono meno di 500 bimbi l´anno, e l´ipotesi avanzata è quella di trasferirli in ospedali ove possono essere garantite, sia alle madri che ai neonati, le migliori condizioni di sicurezza. Il nuovo Csm di Latisana dispone di 6 posti letto, e si apre a un bacino di potenziali utenti del Latisanese di circa 600 persone, per gran parte anziani e persone colpite da disturbi mentali.  
   
   
OSPEDALE DI VIPITENO: ASSEGNATO APPALTO PER LA COSTRUZIONE DEL REPARTO DI NEURO-RIABILITAZIONE  
 
Bolzano, 31 gennaio 2012 - L´appalto per la costruzione del reparto di neuro-riabilitazione dell´Ospedale di Vipiteno è stato assegnato presso l´Ufficio appalti della Provincia. Il reparto di neuro-riabilitazione dell´Ospedale di Vipiteno verrà realizzato con l´ampliamento della sede del servizio di soccorso della Croce Bianca. Il relativo appalto di costruzione, per il quale erano state presentate due offerte, è stato vinto dall´impresa "Brugger s.R.l" di Varna per una spesa preventivata in 876.900 Euro rispetto all´importo a base d´asta di circa 942.700 Euro. L´incarico per i lavori è stato assegnato la scorsa settimana presso l´Ufficio appalti in Provincia a Bolzano.  
   
   
ASSISTENZA SANITARIA, PROTOCOLLO D’INTESA REGIONE - SECONDA UNIVERSITÀ DI NAPOLI  
 
Napoli, 31 gennaio 2012 - Il presidente della Regione Campania Stefano Caldoro, nella qualità di commissario ad acta per la Sanità, e il rettore della Sun di Napoli Francesco Rossi, il 27 gennaio, hanno firmato un protocollo d’intesa con cui viene disciplinato il rapporto tra il Servizio Sanitario Regionale e l’Università per lo svolgimento delle attività assistenziali di quest’ultima. Erano presenti l’assessore all’Università Guido Trombetti, il consigliere del presidente Caldoro alla Sanità Raffaele Calabrò, il direttore generale del Ii Policlinico Pasquale Corcione, il preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia Giuseppe Paolisso e il direttore amministrativo della Sun Vincenzo Lanza. Con questo accordo, che avrà validità fino al 31 dicembre 2013, la Regione e la Sun si impegnano a realizzare una fattiva collaborazione per l’integrazione delle attività assistenziali, didattiche e di ricerca tra il Servizio Sanitario e la Facoltà di Medicina e Chirurgia, al fine di assicurare ad esse qualità ed efficienza. Il protocollo introduce importanti innovazioni sia sugli aspetti organizzativi relativi all’erogazione dell’assistenza da parte dell’Azienda ospedaliera universitaria, sia sulle modalità di finanziamento regionale delle attività. Le novità contenute nell’intesa sono in linea con i vincoli contenuti nel Piano di Rientro dal disavanzo e di riqualificazione e razionalizzazione del Servizio Sanitario Regionale. In particolare, si è stabilito che il finanziamento dell’Azienda, fissato in 117 milioni di euro annui per il triennio 2011-2013, potrà essere incrementato a condizione che: vengano mantenute le prestazioni e le funzioni assicurate nel 2010; l´Azienda ottenga positivi risultati di performance e di qualificazione. Nel dettaglio, il finanziamento aggiuntivo sarà concesso se verranno attivate nuove funzioni di emergenza, se si perverrà progressivamente entro il 2013 alla riduzione del 20% delle strutture complesse, se verrà aumentato il peso medio dei ricoveri in regime ordinario e ridotti quelli impropri. Per perseguire l’obiettivo di una efficiente gestione dell’Azienda, la Regione e la Sun monitoreranno congiuntamente la gestione economico-finanziaria ed adotteranno misure di contenimento dei costi. “Il protocollo sottoscritto oggi – sottolinea il presidente Caldoro – assume le indicazioni contenute nella riorganizzazione delle rete ospedaliera regionale. “Continuiamo lungo la strada dell’ottimizzazione della spesa, riducendo i costi senza alterare la qualità delle prestazioni sanitarie offerte ai cittadini”, conclude il presidente Caldoro. “Abbiamo siglato – aggiunge il rettore Rossi – una intesa importante e molto innovativa rispetto a quella del 2004, con cui viene ulteriormente rafforzato il ruolo dell’Azienda ospedaliera universitaria all’interno dell’offerta di salute del Servizio Sanitario Regionale.”  
   
   
WELFARE FVG: LE MOTIVAZIONI VERRANNO ESAMINATE E DECIDEREMO  
 
 Trieste, 31 gennaio 2012 - "Il Consiglio regionale ha approvato le norme di cui alla legge regionale 16 del novembre 2011 per adeguare la legislazione regionale alla normativa europea e per una doverosa semplificazione delle procedure per accedere a talune prestazioni sociali", sottolinea l´assessore regionale alla Famiglia Roberto Molinaro a seguito della notizia del 29 gennaio dell´impugnazione da parte del Governo, davanti alla Corte costituzionale, della legge 16/2011 recante "Disposizioni di modifica della normativa regionale in materia di accesso alle prestazioni sociali e di personale". "Prendiamo atto della decisione del nuovo Governo nazionale - rileva l´assessore Molinaro - analoga a quella assunta poche settimane fa in relazione ad una legge della Provincia di Bolzano". "Esamineremo le motivazioni dell´impugnativa che attiene in particolare alla competenza legislativa della Regione e decideremo il da farsi". "Quello che il Governo regionale vuole - rileva infine l´assessore - è che l´azione amministrativa, in questo caso per la famiglia, la casa ed il diritto allo studio, possa svolgersi in continuità e nel rispetto dei principi costituzionali".  
   
   
LOTTA AL TABAGISMO: AUMENTANO LE DONNE IL 28,4% DEGLI ITALIANI È DIPENDENTE DAL TABACCO. IN AUMENTO I CENTRI ANTIFUMO IN ITALIA. “PER SMETTERE DI FUMARE LE SIGARETTE ELETTRONICHE SONO SEMPLICI PALLIATIVI”  
 
Verona, 31 gennaio 2012 - Si è chiuso, presso il Palazzo della Ragione a Verona, il 15° Congresso Internazionale dal tema “Asma Bronchiale e Bpco: obiettivi, rimedi, strategie”, organizzato dalla U.o.c. Di Pneumologia dell’Azienda Ulss 22 di Bussolengo diretta dal Dr. Roberto W. Dal Negro. Focus sul tabagismo e sulle malattie respiratorie legate al fumo. Secondo i recenti dati diffusi durante il Congresso, i fumatori in Italia sono il 28,4% della popolazione, pari quasi a 17milioni. Interessanti i dati emersi nella 3 giorni di convegno: i fumatori in Italia sono così distribuiti geograficamente: nel Nord si calcola un 23%, nel Centro il 24,3% e nel Sud ed Isole 22,3%. I dipendenti dalla nicotina, con età superiore ai 14 anni) sono aumentati dal 22% al 25,4%, e sono in aumento anche le donne fumatrici: dal 17,9% al 22,3%. I Centri Antifumo riconosciuti dall’Ossfad – Iss sono 375. Più della metà è collocata nel nord Italia (53,6%), mentre la restante parte e distribuita per il 22,1% nell’Italia centrale e per il 24,3% nell’Italia meridionale e insulare. Questi accolgono il paziente che vuole smettere di fumare per supportarlo, sia con motivazioni cognitive-comportamentali, che con azioni farmacologiche. Ci sono vari livelli di soluzione di questi problema: c’è chi riesce a smettere di fumare con un supporto minimo, ma anche un’altra fascia, fortunatamente minima, che ha bisogno di un supporto molto più forte, che entrano a far parte di alcuni gruppi di confronto tra pazienti. «Ci sono dei problemi nazionali che occorrerebbe risolvere» – sottolinea Daniela Orlandini, psicologa, Responsabile Regionale per i Centri Antifumo Regione Veneto - «il fumatore non rientra nei Lea, livelli essenziali di assistenza, e non rientra nelle dipendenze, nonostante sia una dipendenza conclamata. Questi soggetti quindi non hanno un trattamento gratuito: i farmaci sono o da banco o di fascia C. E’ una contraddizione pubblica: non vengono sostenute in maniera sufficiente tutte le attività di trattamento. E parliamo di trattamento non di disassuefazione». Nel Veneto, 19% della popolazione sopra i 14 anni fuma: di questi 24.2 % maschi e 15,3% femmine. Solo il 50% delle femmine ed il 60% dei maschi vuole smettere di fumare. Nel Centro Antifumo dell’Ospedale Orlandi Bussolengo di Verona, sono stati trattati più di 230 pazienti: 147 uomini, 85 donne. Di questi 183 non fumano più, 37 hanno smesso per 6 mesi, 12 non sono riusciti a smettere. «I nostri pazienti sono di classe sociale media, a volte anche di classe sociale meno abbiente» – spiega Fiorenza Trevisan, Responsabile Centro Antifumo Unità Operativa Ospedale Bussolengo - «L’età media varia dai 52 ai 60 anni, ci sono soggetti anche molto giovani inviati dai genitori ed anziani in ossigenoterapia. Sono soprattutto uomini, perché meno del 50% delle donne fumatrici desidera smettere di fumare. Poche donne sanno però che una fumatrice ha una menopausa precoce e che gli interventi di implantologia non si possono fare. Purtroppo chi decide di smettere troppo spesso vuole farlo da solo, come ci fosse una resistenza ad ammettere che il fumo provoca dipendenza». I consigli per smettere di fumare di Daniela Orlandini: «1) avere fiducia nella propria capacità di smettere; 2) trovare una buona motivazione, non necessariamente alla salute, ma legata al proprio ambiente di vita, sociali, estetici, sportivi; 3) se non si riesce da soli, occorre rivolgersi agli specialisti perché è una dipendenza; 4) i fumatori che puntano al “fai da te” tra sigarette elettroniche, chewing gum alla nicotina e sigarette alle erbe, devono sapere che questi sono solo un sostegno, ma non bastano; 5) consultare siti, come quello dell’Oms, aiuta molto, ma evitate quelli a pagamento; 6) il quinto consiglio va invece alle istituzioni: «per i giovani non funzionano le campagne informative: quelle sono indicate più per gli adulti. Occorre puntare alla formazione, magari scolastica, e alla corretta socializzazione».  
   
   
CATANIA: INAUGURATO NUOVO REPARTO D´ECCELLENZA CARDIOLOGICA  
 
Catania, 31 gennaio 2012 - "L´unita´ operativa clinicizzata del "Ferrarotto" e´ un punto di eccellenza in cardiologia che oggi vede implementate le proprie attivita´ con nuove strumentazioni, in parte pagate con fondi europei e in parte con donazioni private, sintesi quest´ultima che, in una situazione di carenza di risorse, rappresenta una prospettiva alla quale il nostro sistema sanitario deve guardare con attenzione". Lo ha affermato l´assessore regionale per la Salute, Massimo Russo, partecipando all´inaugurazione delle nuove sale di emodinamica e di elettrofisiologia dell´unita´ operativa clinicizzata di Cardiologia dell´ospedale "Ferrarotto", tenutasi il 27 gennaio a Catania. "Stiamo puntando alla creazione di poli di eccellenza - ha continuato l´assessore - nella Sicilia orientale e occidentale, lo sforzo della Regione e´ finalizzato a costruire un sistema che viva di eccellente normalita´. Dobbiamo promuovere le strutture di eccellenza esistenti in Sicilia per evitare che i siciliani, non conoscendole, vadano a curarsi altrove". "Queste nuove sale - ha affermato Corrado Tamburino direttore dell´unita´ operativa di cardiologia del Ferrarotto - consentono di realizzare appieno il percorso diagnostico terapeutico per i pazienti piu´ complessi grazie all´utilizzazione delle tecniche piu´ avanzate. In un unico contesto e con attrezzature d´avanguardia abbiamo riunito il cosiddetto heart team, cioe´ la squadra del cuore (cardiologo clinico, cardiologo interventista avanzato, il cardiochirurgo, l´anestesista, il chirurgo vascolare, il tecnico fisiopatologia, l´aritmologo, l´ecografista avanzato) che stabilisce il miglior trattamento per ciascun paziente".  
   
   
SANITÀ IN TOSCANA: PROSEGUIRE SULLA STRADA DELL’INTEGRAZIONE  
 
 Firenze, 31 gennaio 2012 - “Continuare la strada intrapresa da Laura Benedetto e da Paolo Morello, di forte integrazione tra le aziende sanitarie Usl 7 e Azienda Ospedaliera Universitaria Senese, in una prospettiva strategica ben disegnata dal nuovo Piano Sanitario e Sociale Regionale per realizzare miglioramenti concreti dei servizi sanitari e socio-sanitari ai cittadini, in una prospettiva di percorsi e presa in carico del cittadino”. Questo, in sintesi, il cuore dell’intervento dell’assessore regionale al Diritto alla Salute Daniela Scaramuccia, che prima della seduta solenne del Consiglio Regionale dedicato al Giorno della Memoria, che si è tenuto a Siena, ha incontrato alcuni operatori della Usl 7 di Siena e dell’Estav Sud Est, aziende dirette, rispettivamente, da Nicolò Pestelli e da Monica Piovi, ambedue di recentissima nomina. Nel panorama sanitario toscano, l’esperienza senese è sicuramente pionieristica nel superamento degli steccati tra aziende sanitarie. Come ha ricordato il direttore della Aou Senese Paolo Morello, che ha svolto funzioni di commissario dell’azienda territoriale Usl 7 per alcuni mesi, l’impegno congiunto è stato quello di implementare un’organizzazione proiettata verso un livello provinciale. Esempio è l’istituzione del Dipartimento interaziendale di Salute Mentale, il progetto di riorganizzazione della rete dei laboratori analisi, il progetto di governo delle liste di attesa che vede un contesto di prospettiva del Cup di area vasta. Ma anche gli accordi di programma per la chirurgia robotica, l’ortopedia e la traumatologia, l’oculistica. “Due sono le priorità – precisa l’assessore Scaramuccia – I tempi di attesa nel loro complesso, compreso il funzionamento del servizio di prenotazione Cup, che deve funzionare al meglio, e la presa in carico di persone con gravi disabilità, per non lasciare sole le famiglie. E questo si può realizzare attraverso una forte sinergia tra gli attori del sistema”. L’occasione di oggi è stata importante anche per l’Estav Sud Est. Il nuovo direttore generale Monica Piovi ha illustrato i dati più significativi dell’ attività svolta dall’Estav: contratti che nell’ultimo anno ha visto aggiudicate gare per 770 milioni di euro, che sommano un risparmio potenziale di oltre 33 milioni di euro e l’implementazione al 35% sul complessivo, di gare telematiche, in linea con il processo di semplificazione richiesto alle pubbliche amministrazioni. Estav Sud Est è impegnato anche nella ricerca, attraverso al collaborazione con i professionisti, di realizzare acquisti che coniughino qualità/prezzo. La gara sugli stent ne è un esempio: proprio per come è stata impostata, “è pilota non solo a livello regionale, ma anche a livello nazionale”, come ha tenuto a precisare l’assessore Scaramuccia.  
   
   
OSPEDALE VENOSA, CONSEGNATA PETIZIONE POPOLARE AFFIDATE AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE LE CIRCA 6000 FIRME RACCOLTE NEL COMUNE DI VENOSA CON LA QUALE SI CHIEDE L’ABROGRAZIONE O LA MODIFICA DELL’ART. 20 DELLA LEGGE REGIONALE 17 DEL 2011  
 
Potenza, 31 gennaio 2012 - Consegnate al presidente del Consiglio regionale, Vincenzo Folino, le circa 6000 firme raccolte prevalentemente nel comune di Venosa, con l’adesione dei Sindaci dell’area dell’Alto Bradano, a sostegno della richiesta di abrogare o modificare l’art. 20 della Legge Regionale n° 17/11, riguardante la riorganizzazione dei presidi ospedalieri, al fine di consentire presso l’Ospedale di Venosa gli interventi di chirurgia di elezione o programmati. La delegazione del Comitato, accompagnata dal consigliere regionale Mario Venezia (Pdl), era composta dai sindaci dei Comuni di Venosa (Bruno Tamburriello), Forenza (Franco Mastrandrea), Banzi (Nicola Vertone), e Ripacandida (Giuseppe Annunziata), dall’assessore comunale del Comune di Maschito, Michelangelo Volpe e dai consiglieri provinciali Aurelio Pace e Giuseppe Di Leo. Il sindaco di Venosa ha compiuto una breve cronistoria dell’iniziativa ed ha ribadito l’obiettivo alla base della campagna democratica, quello di “scongiurare il ridimensionamento dell´ospedale San Francesco, previsto dalla legge regionale dello scorso mese di agosto per il riordino del sistema sanitario e, quindi, difendere i servizi sanitari di un’area, quella dell’Alto Bradano, sulla quale gravano diverse criticità a partire da una viabilità non rispondente alle esigenze dell’area”. “Non si tratta di una sterile lotta di campanilismo – ha sottolineato Tamburriello – ma di una richiesta ragionevole e giusta che va nella direzione di venir incontro alle esigenze di famiglie e medici”. Il sindaco del Comune, auspicando che la petizione venga accolta dal Consiglio regionale, ha ringraziato, a nome dei cittadini dell’Alto Bradano, il Presidente Folino per aver accettato il confronto e aver dimostrato sensibilità sulla delicata questione. Da parte del Presidente del Consiglio regionale l’impegno a consegnare la raccolta di firme ad ogni consigliere regionale che potrà, ove lo riterrà opportuno, presentare a riguardo una proposta di modifica alla legge. “Ci troviamo – ha sottolineato Folino – nel luogo dove è giusto che approdino proteste e proposte, un luogo dove la volontà democratica deve essere quanto più possibile aderente ai bisogni delle comunità”. Dopo aver ribadito l’attenzione, sempre alta, che viene posta alle occasioni di dialogo tese a realizzare momenti di partecipazione democratica alle scelte amministrative e politiche della Regione, Folino ha ricordato il momento di grave crisi economica che sta vivendo il Paese con continui tagli alla spesa pubblica. “Un momento che – ha concluso - esige razionalizzazione dei programmi e riqualificazione della spesa”.  
   
   
VELA/ELBA: CONFERMATO IL CALENDARIO AGONISTICO CVMM PER IL 2012 INIZIATO A MARINA DI CAMPO IL CAMPIONATO ELBANO DERIVE 2012  
 
Marciana Marina, 31 gennaio 2012 – Anche quest’anno il calendario agonistico del Circolo della Vela Marciana si aprirà ufficialmente all’inizio di marzo con l’Xi Trofeo Match Race Comandante Fernando Miele, manifestazione di grado 3 Isaf. Nelle giornate 9-11 marzo timonieri di livello internazionale si daranno battaglia con imbarcazioni della classe Platu 25 o J24. Nel frattempo, prima del via ufficiale della stagione, il campo di regata marinese ospiterà il 19 febbraio la quarta e ultima prova del Campionato Elbano Invernale Derive 2012 organizzato dal Comitato Circoli Velici Elbani. La stagione Cvmm continuerà poi con il Trofeo P.ruffilli in programma il 15 aprile e manifestazione valida per il Campionato Elbano Derive 2012. Nel mese di maggio, precisamente nei giorni 26 e 27, sarà la volta della 3a Regata Nazionale Classe L’equipe. Per quanto riguarda le regate d’altura nel mese di maggio, nei giorni 19 e 20 sarà la volta della seconda edizione di Elbable, la regata di circumnavigazione dell’isola organizzata in collaborazione con lo Yacht Club Cala De’medici. La manifestazione sarà valida quale 1a prova del Campionato Elbano Altura 2012. Nel mese di agosto non mancheranno gli appuntamenti con le regate classiche estive, il 12 sono in programma il Trofeo S.chiara (8a prova Campionato Elbano Derive 2012) riservato alle derive e la Coppa Effer riservato alle imbarcazioni d’altura (4a prova del Campionato Elbano Altura 2012). Iniziato A Marina Di Campo Il Campionato Elbano Invernale Derive 2012 La squadra agonistica giovanile del Circolo della Vela Marciana Marina ha preso parte lo scorso sabato alla prova d’apertura del Campionato Elbano Invernale Derive 2012, regata disputata a Marina di Campo con l’organizzazione del Club del Mare. Si è trattato di una giornata caratterizzata da condizioni meteorologiche particolarmente impegnative – venti da sud-sud-est con pioggia a mare formato - che hanno costretto diversi velisti a rientrare in porto senza poter concludere la loro prova, l’unica disputata. Classifica finale- Classe L’equipe U12: 1° Di Pede-vitiello, Cdm. Classe L’equipe Evo: 1° Riccardo Groppi-dennis Peria, Cvmm; 2° Giulia Arnaldi-ludovica Di Tavi (equipaggio femminile), Cvmm. Classe Optimist Juniores: 1° Ruben Spechi, Cvmm; 2° Davide Pettorano, Cve; 3° Jacopo Peria, Cvmm; Rit Matteo Pagnini, Cvmm. Classe Optimist Cadetti: 1° Romano, Cdm; 2° Lorenzo Marzocchini, Cvmm; 3° Antonio Salvatorelli, Cvmm. La seconda prova del Campionato Elbano Invernale Derive 2012 è il prgramma sempre a Marina di Campo il giorno 5 febbraio. La squadra agonistica Cvmm nella foto di Walter Spechi: da sinistra a destra, Ruben Spechi, (Davide Pettorano Cve), Lorenzo Sardi, Matteo Pagnini,lorenzo Marzocchini, Antonio Salvatorelli, Paolo Arnaldi. Dietro (in alto) da sx Giulia Arnaldi, Jacopo Peria, Dennis Peria, Riccardo Groppi, Ludovica Di Tavi