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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 15 Aprile 2014
DONAZIONI E TRAPIANTI, L´ EMILIA-ROMAGNA AL DI SOPRA DELLA MEDIA NAZIONALE  
 
Bologna, 15 aprile 2014 - Sono stati 106 i donatori di organi e tessuti nel 2013 in Emilia-romagna, pari a 24,4 donatori per milione di abitante, a fronte di una media italiana di 18,6. Gli organi prelevati (rene, cuore, fegato, pancreas e polmone) sono stati 304, di cui 277 trapiantati (91,1% dei prelevati), mentre le opposizioni al prelievo si sono attestate al 22,9% dei donatori segnalati dalle strutture sanitarie regionali (29,6% la media nazionale). Alla rete nazionale dei trapianti è stata inoltre offerta la disponibilità di 14 reni, 4 cuori, 3 polmoni. La rete regionale dell’Emilia-romagna per la donazione e il trapianto di organi e tessuti conferma dati di attività superiori alla media nazionale, nel contesto di un sistema di qualità, capace di utilizzare al massimo le opportunità di donazione in condizioni avanzate di sicurezza. I dati sono tratti dal Rapporto sulle attività di donazione e trapianto in Emilia-romagna pubblicato dal Centro riferimento trapianti (Crt-er) che coordina l’attività nella regione. Questi risultati sono stati ottenuti nonostante nel 2013 si sia verificata una riduzione dei decessi in terapia intensiva (- 97 casi) e la parallela diminuzione di persone decedute in terapia intensiva con lesioni encefaliche (- 50 casi). “Questo è un sistema che si conferma solido, efficiente, capace di produrre risultati significativi in una fase di risorse calanti e dovendo affrontare una minore disponibilità di organi utilizzabili – ha dichiarato l’assessore alle Politiche per la salute, Carlo Lusenti – . E’ evidente quindi quanto siano importanti da un lato la donazione, che è un gesto di grande civiltà, dall’altro la capacità di tutto il sistema regionale di applicare soluzioni sempre nuove per migliorare sia processi che competenze di tutte le professionalità coinvolte, sanitarie e del volontariato”. L’età media dei donatori in regione è stata nel 2013 di 61,3 anni (era 59,1 nel 2012, 58,4 nel 2011). L’avanzare dell’età media dei donatori è la causa a livello nazionale della generale forte diminuzione di donazioni di cuore. Tuttavia l’Emilia-romagna ha effettuato nel 2013 lo stesso numero di trapianti dell’anno precedente (20), pari a 4,6 per milione di abitanti, superiore al dato nazionale di 3,7. I trapianti di rene sono stati 29,2 per milione di abitanti (25,3 la media italiana), 26,5 di fegato (16,8 l’Italia), 2,3 di polmone (2,4). Tra i progetti dedicati alla prevenzione, ha superato la soglia delle 15mila persone prese in carico in nove anni (15.653) il progetto che combatte l’insufficienza renale progressiva (Pirp), mettendo in collegamento, nella cura dei pazienti a rischio, i nefrologi e i medici di famiglia che attivano strategie terapeutiche comuni per ritardare, e in qualche caso evitare, l’entrata in dialisi della persona e quindi annullando la necessità di trapianto. Donazione e trapianti in Emilia-romagna: i dati al 31 dicembre 2013 Rene. Sono stati 147 i trapianti di rene (149 nel 2012) nei tre Centri di Parma (53 i trapianti all’Ospedale Maggiore), Modena (27 al Policlinico), Bologna (67 al S. Orsola-malpighi). Di questi, 20 i trapianti da donatore vivente consanguineo o affine. L’indice di trapianto (percentuale di reni impiantati rispetto a quelli prelevati in regione), che fornisce un riscontro significativo della qualità del processo di donazione e prelievo, è stato dell’89,4% (85,9% nel 2012). In Emilia-romagna è attiva la lista di attesa unica per il trapianto di rene, che assicura ogni trapianto al ricevente più compatibile con il donatore (indipendentemente dalla sede di iscrizione in lista: Bologna, Modena, Parma). Al 31 dicembre 2013 le persone in lista d’attesa erano 1.089 (1.171 nel 2012). I tempi medi di attesa delle persone iscritte in lista sono di poco superiori ai 3 anni. La sopravvivenza dei pazienti trapiantati in Emilia-romagna a 5 anni dal trapianto è vicina al 94% (il dato nazionale è intorno al 92%) Cuore. I trapianti di cuore eseguiti dal Centro del S. Orsola-malpighi di Bologna sono stati 20 (come nel 2012), di cui 1 associato al trapianto di rene. Il programma interregionale “Adonhers”, avviato in Emilia-romagna e Toscana, ha l’obiettivo di ampliare il numero dei potenziali donatori di cuore e prevede lo studio dei donatori non ottimali per valutarne meglio l’idoneità, attraverso l’esecuzione di un’indagine sulla funzionalità dell’organo (eco stress farmacologico con dipiridamolo) prima della donazione. L’indice di trapianto è stato pari a 117,6%, a dimostrazione dell’efficienza del Centro trapianti nell’utilizzo degli organi provenienti anche da altre regioni. Al 31 dicembre 2013 le persone in lista d’attesa erano 52 (53 nel 2012). I tempi medi di attesa per le persone in lista sono di 1 anno e mezzo. La sopravvivenza in Emilia-romagna a 5 anni dal trapianto è dell’82,3% (il dato per l’Italia è 74,8%). Fegato. Sono stati 115 i trapianti di fegato (119 nel 2012), nei Centri di Bologna (72 trapianti al S. Orsola-malpighi) e Modena (43 al Policlinico). Di questi trapianti, 5 (4 a Bologna e 1 a Modena) sono stati effettuati con la tecnica split, che permette da un unico donatore di effettuare trapianti su due persone. L’indice di trapianto si conferma molto alto: 117,3%, a conferma dell’efficienza dei Centri trapianto regionali che utilizzano organi non trapiantati in altre regioni. In Emilia-romagna è attiva la lista di attesa unica per il trapianto di fegato. Questo prevede l’allocazione di ogni organo donato al ricevente in condizioni più gravi, indipendentemente dalla sede di iscrizione in lista (Bologna o Modena). Al 31 dicembre 2013, le persone in lista d’attesa erano 256 (226 nel 2012). I tempi medi di attesa sono di circa 2 anni. La sopravvivenza in Emilia-romagna a 5 anni dal trapianto è superiore al 71% (74% il dato italiano). Polmone. Sono stati 10 i trapianti di polmone (3 nel 2012): 7 bipolmonari e 3 singoli, effettuati al S. Orsola-malpighi di Bologna. Al 31 dicembre 2013 le persone in lista d’attesa erano 17 (15 nel 2012). Il tempo medio di attesa è di 1 anno circa. La sopravvivenza in Emilia-romagna a 5 anni dal trapianto è del 53% (45,6% il dato nazionale registrato a 4 anni dall’intervento). Intestino - Multiviscerale. Nel 2013 non sono stati effettuati trapianti di intestino o multiviscerali. I follow-up delle 49 persone che hanno ricevuto il trapianto negli anni precedenti sono in linea con i dati internazionali (Bologna è l’unico Centro nazionale attivo per questo tipo di trapianti nell’adulto). Tessuti e cellule. L’attività delle banche regionali dei tessuti ha permesso di trapiantare in Emilia-romagna complessivamente 4.303 tessuti (4.046 nel 2012). Sono stati effettuati 582 trapianti di cornea (624 nel 2012) e 78 di sclera (membrana bianca dell’occhio, 82 nel 2012), 242 trapianti di cute (174), 616 di segmenti osteo-tendinei (616) e 2.474 di osso lavorato (2.253), 250 di membrana amniotica (202); sono state inoltre trapiantate 12 valvole cardiache (16) e 49 segmenti vascolari (79). In Emilia-romagna sono stati inoltre eseguiti 113 trapianti allogenici (erano stati 118 nel 2012) di cellule staminali emopoietiche; sono stati inoltre eseguiti 386 trapianti di midollo osseo autologo (cellule dello stesso paziente, erano stati 326 nel 2012). Sono state raccolte e certificate dalla Banca regionale del policlinico Sant’orsola-malpighi di Bologna 296 unità di sangue cordonale (260 nel 2012), pronte per essere utilizzate in bambini affetti da leucemia in tutto il mondo. La banca del sangue del cordone ombelicale dell’Emilia-romagna, con oltre 4.000 unità conservate e pronte all’utilizzo, è la seconda banca italiana per quantità di sacche certificate e immesse nella rete mondiale.  
   
   
INAUGURAZIONE OSPEDALE DELLA MURGIA. VENDOLA E GENTILE: "OSPEDALE DI COMUNITÀ"  
 
Altamura/gravina, 15 aprile 2014 - “Lo slogan della mia campagna elettorale era ‘la poesia è nei fatti’. Bene, questo è un grande fatto. Un grande ospedale di comunità a disposizione di tutta la popolazione, di tutte le città della Murgia. Un punto di bellezza e di assoluta eccellenza. È una grande emozione per me. È una delle promesse che abbiamo mantenuto”. Così il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola inaugurando il 13 aprile, insieme con l’assessore alla Salute della Regione Puglia Elena Gentile e il direttore generale della Asl Bari Domenico Colasanto, l’Ospedale della Murgia “Fabio Perinei”, il primo ospedale di comunità che sorge nel cuore della Murgia, tra Gravina, Altamura e Santeramo. “Noi dobbiamo immaginare - ha continuato Vendola - che ogni paese e ogni città debba avere i propri presidi socioassistenziali territoriali ma anche che gli ospedali debbano servire un bacino più ampio, debbano cioè essere ospedali di aria vasta, di comunità, così come è il Fabio Perinei. Questo sarà il presidio di eccellenza del territorio, il presidio che avrà le specialità più evolute, le tecnologie più di avanguardia a disposizione dei cittadini e delle cittadine di Altamura, Gravina, Santeramo, Poggiorsini. Credo che con l’Ospedale della Murgia noi dovremo essere anche in grado di attrarre pazienti da fuori regione, perché qui si può trovare la buona sanità”. Per la Gentile questo “è un ospedale che ha avuto un percorso molto difficile, con errori progettuali e mille garbugli amministrativi, un ospedale con una storia alle spalle lunga 18 anni, complessa e difficile, e la cui apertura ha richiesto una fatica inenarrabile”. “Oggi però finalmente – ha sottolineato la Gentile - restituiamo alla comunità murgiana un grande ospedale intitolato ad un uomo che è stato un grande maestro di vita”. La Gentile ha poi confermato, sollecitata dai sindaci presenti alla inaugurazione, la trasformazione dei vecchi ospedali in poliambulatori attrezzati e ha annunciato ufficialmente l’apertura nell’Ospedale della Murgia anche dei reparti di cardiologia, con Utic e angioplastica. Alla inaugurazione hanno partecipato anche Mons. Giovanni Ricchiuti, Vescovo di Altamura, Gravina, Acquaviva delle Fonti e i sindaci delle città coinvolte (Altamura, Gravina, Santeramo, Poggiorsini). Note sull’Ospedale della Murgia L’ospedale della Murgia Fabio Perinei riassume, al suo interno e nell’assetto organizzativo, l’Ospedale di Altamura e quello di Gravina. Eccolo: Medicina Generale con posti letto 24 e Lungodegenza con p.L. 12 • Oncologia con p.L. 4 • Chirurgia Generale con p.L. 24 • Ostetricia e Ginecologia con p.L. 24 • Ortopedia e Traumatologia con p.L. 24 • Cardiologia e Utic con p.L. 16 • S.p.d.c. Con p.L. 15 • Nefrologia con p.L. 10 e Dialisi con 24 posti tecnici • Pediatria con p.L. 10 • Neonatologia con p.L. 4 • O.r.l. (che diventa una U.o. Valenza dipartimentale) • Oculistica (vale quanto già indicato per O.r.l.) • Endoscopia Digestiva • Anestesia e Rianimazione • Medicina e Chirurgia di Accettazione ed Urgenza e Osservazione Breve Intensiva con 8 posti tecnici • Patologia Clinica • Radiodiagnostica • Riabilitazione • Farmacia La programmazione regionale ha previsto l’attivazione di Neurologia e Urologia e, con la prossima rilettura del Piano di Riordino, la Pneumologia con Utir. In questa maniera il vecchio assetto dei due vecchi Ospedali viene ulteriormente potenziato e l’offerta di assistenza si configura correttamente come quella di un Ospedale di livello intermedio e la Rianimazione ha disposizione per i pazienti ricoverati in emergenza-urgenza tutte le specialità mediche e chirurgiche di base, nonché specialità di intermedia complessità necessaria per garantire efficacia e sicurezza dei pazienti ricoverati. La dotazione tecnologica, con macchine di ultima generazione, consentirà di garantire oltre all’efficacia un’alta qualità delle prestazioni diagnostiche. Lo stesso effetto lo produrrà l’elevato confort alberghiero della struttura. E’ stato posto un accento particolare ai colori ed alle immagini (dipinti) che favoriscono l’umanizzazione dell’accoglienza e delle cure.  
   
   
DALLE LINEE D’INDIRIZZO NAZIONALI, CONCRETEZZA E OBIETTIVI CERTI PER LA TELEMEDICINA IN ITALIA  
 
Ancona, 14 Aprile 2014 – Prestazioni sanitarie “teleguidate” erogate a distanza, monitoraggio dei malati cronici, soprattutto anziani, attraverso dispositivi che trasmettono al medico e a chi fa assistenza parametri clinici e biologici, e addirittura interventi d’emergenza più efficaci, anche nelle zone più isolate e impervie del Paese, grazie a strumenti tecnologici che consento agli operatori di tamponare l’urgenza da remoto. Sono solo alcune delle promesse della telemedicina, che ora hanno più chance di divenire a breve realtà in Italia, grazie alle Linee d’indirizzo nazionali, approvate poco più di un mese fa dalla Conferenza Stato-regioni. Le opportunità offerte da questo documento sono state poste nel giusto risalto in una conferenza stampa, che si è tenuta oggi ad Ancona, presso il palazzo della Regione. Le Marche sono infatti una delle zone d’Italia nelle quali si vive meglio e più a lungo; per questo l’assistenza dei tanti anziani presenti nella regione è stata affidata anche alle telemedicina, con il lancio di numerosi progetti pilota. “Il provvedimento approvato – spiega il presidente della Regione Marche Gian Mario Spacca – è di straordinaria importanza perché, per la prima volta, vengono forniti indirizzi per una disciplina uniforme della Telemedicina nell’ambito del Servizio sanitario nazionale, a fronte di numerose iniziative progettuali o sperimentazioni concluse ma non messe a sistema. Il contenuto delle Linee di indirizzo è dunque di grande interesse per tutto il Paese, per Italia Longeva e per la Regione Marche, sempre attenta ad una sanità moderna ed efficiente e pronta a sperimentare nuovi modelli assistenziali. La telemedicina, infatti, è strettamente connessa alla longevità attiva, una delle priorità dell´azione di governo regionale per la crescita e la coesione della comunità. Siamo la regione che vanta l´aspettativa di vita più lunga in Italia ed in Europa. La nostra è quindi una strategia complessiva, perché la terza e la quarta età non siano vissute come malattia ma come nuova fase della vita di un individuo. Affinché ciò accada, è necessario migliorare i modelli di vita, i servizi, l´housing sociale. Ricordo che questa Regione ha fortemente voluto la ‘Casa Intelligente per la longevità attiva’, inaugurata poche settimane fa. Si tratta di un luogo in cui la progettazione e lo sviluppo di tecnologie avanzate sono finalizzate alla realizzazione di un prototipo di casa, nodo di una rete per la longevità attiva. Obiettivo, rendere più semplice la quotidianità degli anziani ed attivare contemporaneamente investimenti in tutti i settori economici delle Marche, con ricadute occupazionali. La telemedicina – conclude Spacca - in questo contesto è sicuramente uno strumento prezioso. E’ infatti in grado di fornire assistenza specialistica alle persone direttamente nelle loro abitazioni o nelle strutture dedicate come le Case della Salute. Consente inoltre di risparmiare tempo e denaro, perché i pazienti non devono più affrontare viaggi, e può offrire benefici clinici comparabili alle visite fatte di persona. Poiché una delle priorità della Regione è dare risposte efficaci soprattutto alle persone con patologie croniche, oltre a una serie di servizi tagliati su misura per i bisogni dei cittadini, sul territorio non potranno mancare tecnologie innovative in grado di migliorare l’assistenza fornita”. “Le linee d’indirizzo nazionali sulla telemedicina sono un importante riconoscimento dello Stato centrale ai numerosi sforzi, profusi sul territorio, per rendere più efficace ed efficiente l’assistenza sanitaria, sfruttando al meglio le opportunità offerte dalle nuove tecnologie – afferma il professor Roberto Bernabei, presidente di Italia Longeva e Direttore del Dipartimento di Geriatria, Neuroscienze e Ortopedia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma –. Ma linee d’indirizzo uniche e omogenee a livello nazionale – aggiunge Bernabei – significano anche maggiori possibilità di implementazione concreta, nelle singole Regioni, di servizi integrati di telemedicina: c’è finalmente più chiarezza su come rimborsare queste prestazioni, come computarle nei budget e come inscriverle in un modello complessivo di assistenza d’avanguardia. Il documento varato dalla conferenza Stato-regioni ci consentirà d’intercettare le opportunità offerte dalle nuove apparecchiature micronizzate”. Se i dispositivi per la telemedicina sono disponibili da qualche anno, infatti, oggi sono caratterizzati da dimensioni ridottissime e inedita facilità d’utilizzo, “proprietà imprescindibili –sottolinea Bernabei – soprattutto quando si tratta di assistere pazienti complessi come gli anziani, che sono tra i fruitori d’elezione dei servizi di telemedicina”. E lo sono, se non altro, perché la popolazione sta invecchiando rapidamente, e presto non ci saranno operatori sanitari e strutture a sufficienza per assistere tutti i nonni d’Italia: la telemedicina potrebbe utilmente sopperire. Italia Longeva ha l’ambizione di riuscire a cogliere le opportunità offerte dalle Linee d’indirizzo nazionali, diffondendo questo modo di fare assistenza a tutto il Paese, fino a sostituire persino la parola, ‘telemedicina’, con la dicitura più appropriata di ‘tecnoassistenza’: una presa in carico della persona integrata e adeguata alle sue esigenze, che consenta all’assistito e al servizio sanitario di sfruttare appieno i vantaggi della tecnologia. Ciò sarà possibile solo se si riuscirà a costruire un nuovo modello, raccogliendo in un gruppo di lavoro sinergico tutti i protagonisti del sistema. “Italia Longeva – aggiunge Bernabei - è già impegnata in tal senso: le nuove Linee d’indirizzo sono soprattutto un incoraggiamento, che verrà raccolto in primis coinvolgendo nel progetto i medici di medicina generale e le cooperative, necessarie a sostenere questo modello. Perché la telemedicina si fa anche con i centri d’ascolto e gli operatori da remoto, oltre che con le tecnologie. In questo senso, nuove macchine e nuovo personale rappresentano ulteriori opportunità: per l’economia e l’occupazione”. Ma ecco quali sono, nel dettaglio, le novità introdotte dalle Linee d’indirizzo nazionali: “Il documento parla finalmente di rimborsabilità, da parte del Servizio sanitario nazionale, delle prestazioni di telemedicina – spiega il professor Sergio Pillon, direttore dell’Unità operativa dipartimentale di Telemedicina dell’A.o. San Camillo Forlanini di Roma –. Rimborsabilità in primo luogo ‘per analogia’: ad esempio un elettrocardiogramma sarà rimborsato, benché probabilmente a tariffe leggermente differenti, sia che sia eseguito in ospedale, sia che avvenga in remoto con uno dei moderni strumenti. Sono stati poi definiti i criteri di autorizzazione e accreditamento, da parte delle strutture sanitarie, per l’erogazione di prestazioni in telemedicina. E ancora, sono state individuate le modalità con le quali deve operare un servizio di telemedicina: criteri di efficienza e norme a tutela della sicurezza dei pazienti. Si tratta di standard che importano un valore aggiunto fondamentale, cioè l’interoperabilità fra i servizi di telemedicina regionali: in questo modo i servizi di successo sono replicabili, e le aziende che vogliano fare investimenti, per lanciare strumenti d’avanguardia, sanno che potranno offrire i nuovi dispositivi e i nuovi modelli in tutto il territorio nazionale. È poi previsto il monitoraggio, da parte del ministero, della concreta implementazione della telemedicina a livello regionale; le Linee d’indirizzo prevedono addirittura che la realizzazione dei servizi di telemedicina possa formare oggetto di specifici obbiettivi per i direttori generali di Asl e ospedali. Infine il documento prevede, giustamente, che ‘a invarianza di costi’, gli investimenti effettuati dalle singole strutture per l’implementazione della telemedicina si possano ripartire sul budget di più anni: è il segno – conclude Pillon – che a livello centrale è stato recepito il valore aggiunto di questo modello di assistenza, che ha bisogno di qualche investimento iniziale, ma garantisce nel medio termine enormi economie di scala”. Anche il professor Gianfranco Gensini, direttore del Dipartimento del cuore e dei vasi dell’A.o.u. Careggi di Firenze, nonché vicepresidente della I Sezione del Consiglio superiore di Sanità, si è soffermato sulle potenzialità delle nuove Linee d’indirizzo nell’imprimere una rapida diffusione della telemedicina in Italia: “La telemedicina è una metodologia al servizio degli atti clinici. Nel momento in cui una di queste tecniche è ritenuta appropriata e quindi convalidata, può essere replicata e diffusa in tutti gli snodi del sistema sanitario: è questa la grande opportunità offerta dai principi contenuti nelle Linee d’indirizzo nazionali. Con il nuovo documento – conclude Gensini – potremo finalmente mettere a fattor comune le esperienze di maggior successo portate avanti in quest’ambito in diverse regioni; così sfrutteremo appieno, in modo organico e coerente, l’efficacia clinica e i benefici economici delle molte prestazioni che possono essere rese in telemedicina”. “Il ministero della Salute ha tracciato un percorso chiaro per la telemedicina, ratificato anche dalla conferenza Stato-regioni – riassume la professoressa Maria Carla Gilardi, direttore dell’Istituto di Bioimmagini e Fisiologia Molecolare del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) – questo percorso prevede la condivisione e la successiva diffusione, garantita dall’interoperabilità, dei numerosi progetti sperimentali portati avanti sul territorio. Tutto ciò nel quadro di principi generali, che sono contenuti appunto nelle nuove Linee d’indirizzo nazionali. Questo strumento è quindi la testimonianza di un percorso in fieri, nel quale il livello centrale mostra di apprezzare lo sforzo compiuto dalle strutture locali, e contribuisce a rafforzarlo fornendo una serie di direttive, tese al riconoscimento delle esperienze migliori e all’armonizzazione degli strumenti. Le linee di indirizzo vogliono dunque rappresentare uno strumento utile per le Regioni, le strutture del Servizio Sanitario, le specialistiche maggiormente coinvolte, con il supporto anche di Associazioni come Italia Longeva, per costruire insieme modelli che sappiano integrare regole, strumenti e professionalità, affinché la Telemedicina diventi una metodologia di assistenza diffusa nel Paese e concretamente fruibile dai pazienti”.  
   
   
INCONTRO A ROMA SU RIFORME COSTITUZIONALI. GOVERNATORE VENETO DENUNCIA: “DISEGNO CENTRALISTA DEL GOVERNO PER FAR SPARIRE LE REGIONI”  
 
Venezia, 15 aprile 2014 - “Per quanto riguarda la riforma del Titolo Quinto, dal governo esce un progetto nel quale sostanzialmente si dice che le Regioni debbono sparire. Non c’è un solo accenno all’autonomia differenziata, un tema invece da affrontare. Nel Veneto ci sono stati dei rappresentanti del governo che addirittura ci hanno rimproverato di non aver mai fatto richieste in tal senso. La verità è che in questi ultimi dieci anni abbiamo chiesto lo Statuto speciale, l’applicazione degli articoli 116, 117 e 119 della Costituzione, chiederemo l’indipendenza… sino ad ora non è mai arrivato nulla”. Lo ha detto il Governatore veneto, intervenendo oggi a Roma, alla Camera dei Deputati, all’incontro nazionale “Le Regioni e le riforme costituzionali”, promosso dalla Conferenza delle Regioni insieme a quella dei Presidenti delle assemblee Legislative regionali. Ammonendo sull’importanza di non intraprendere “la via che hanno imboccato le Province” per far nascere un “sindacato delle Regioni”, il Governatore veneto si è detto “inquietato” dai contenuti del disegno di legge del governo, perché da esso “non emerge uno spirito federalista”. “Vi sono delle cose positive come il Senato delle Autonomie – sottolinea il Presidente –, una riforma sicuramente virtuosa perché dà visibilità alle Regioni e assicura loro operatività, anche se non sappiamo ancora quanta. Potremmo spingerci più in là e invocare il coraggio di mettere le mani sulla Camera e quindi fare le riforme fino in fondo”. “Il federalismo unisce i Paesi, il centralismo lo disgrega ed è esattamente quello che sta accadendo in questo momento – ha proseguito il Governatore –. Noi sappiamo che in tutte le realtà dove il federalismo ha avuto successo è stato riconosciuto un livello intermedio di governo identificabile nella Regione. Purtroppo, in quel disegno di legge non intravedo la volontà di dare fiato e ossigeno a questo livello intermedio, fondamentale per una organizzazione dello Stato in senso federalista”. Il Governatore veneto ha ribadito che “una delle battaglie da fare è proprio quella sulle competenze che, rispetto a quelle dello Stato, non devono essere concorrenti ma esclusive” e ha concluso sollecitando un “rapporto chiaro e solidale” con l’Anci, l’associazione dei Comuni, evitando la “guerra tra poveri” di cui godrebbe solo “chi ha un disegno centralista che non è certamente favorevole alle Regioni”.  
   
   
SALUTE FVG: QUALITA´ E SICUREZZA ALLA BASE DELLA RIFORMA SANITARIA MANIAGO POSSIBILE MODELLO DI UNA SANITA´ TERRITORIALE CHE FUNZIONA  
 
Maniago (Pn), 15 aprile 2014 - Garantire ai cittadini risposte adeguate ai bisogni di salute, con servizi di qualità e in assoluta sicurezza, senza disomogeneità geografiche; evitare gli sprechi per assicurare da un lato la sostenibilità economica, dall´altro un utilizzo delle risorse in servizi necessari e non in servizi che nessuno usa; e maggiore prevenzione. Il tutto in un quadro si potenziamento della sanità territoriale, a partire dal rafforzamento della medicina generale, e sempre assicurando per le patologie più complesse una presa in carico integrata, con continuità delle cure in tutto il percorso sanitario e assistenziale. E´ la filosofia della riforma sanitaria che l´Amministrazione regionale sta per definire e che oggi la presidente delle Regione, Debora Serracchiani, e l´assessore alla salute, Maria Sandra Telesca, hanno illustrato a Maniago, nel corso di una serata di approfondimento promossa dal sindaco Andrea Carli per capire le ricadute del cambiamento sulla parte più settentrionale della provincia di Pordenone, caratterizzata da un´elevata estensione territoriale e limitata densità abitativa. All´incontro, al teatro Verdi, hanno partecipato moltissimi cittadini, assieme a sindaci e amministratori locali, ai direttori generali dell´Azienda per i servizi sanitarie Friuli Occidentale e all´Azienda ospedaliera Santa Maria degli Angeli, e ai direttori sanitari dei due enti, che hanno illustrato il progetto, già definito, di riorganizzazione dei servizi sanitari nel presidio ospedaliero maniaghese. Un progetto che negli intendimenti della Regione può concretizzarsi già dal prossimo maggio e rappresentare un modello di gestione della salute valido per tutto il Friuli Venezia Giulia. Ad un pubblico attento, che talvolta vede ancora l´edificio ospedaliero come una presenza rassicurante e irrinunciabile, presidente e assessore hanno ribadito che spesso oggi la sanità da risposte a domande che non ci sono più. Da qui la l´esigenza di una revisione della rete ospedaliera, oggi ancora variegata e frammentata, che è già partita con la riorganizzazione della rete dell´emergenza, con la centrale unica del 118. Dieci gruppi di lavoro, specializzati nelle diverse aree, stanno modellando una riforma i cui dettagli saranno illustrati già giovedì alla competente commissione del Consiglio regionale, con un cronoprogramma che vede la presentazione di una bozza di disegno di legge , sulla quale ragionare, entro il prossimo luglio. Siamo partiti dai bisogni, dalla richiesta che proviene dai cittadini, ha detto la presidente Serracchiani, ricordando che l´ultima riforma è di vent´anni fa e da allora la società è profondamente cambiate, con diversi bisogni di salute, legati all´allungamento della vita media e quindi a una crescita delle patologie croniche. Da qui la volontà di rafforzare i servizi sul territorio, concentrando il trattamento delle patologie acute in ospedali di riferimento di eccellenza, dotati di tecnologie avanzate e di quelle professionalità indispensabili per intervenire in tutta sicurezza. Nodo della riforma sarà il rafforzamento del ruolo del medico di medicina generale, primo punto di riferimento per i cittadini. Per una sanità che non sarà più di questa o quella azienda, ma "regionale", vicina alla gente. Il che non significa, ha precisato la presidente, chiudere l´ospedale di Maniago, ma riqualificarlo, trasformandolo in ospedale di prossimità. Non significa chiudere il pronto soccorso ma garantire comunque un punto di primo intervento (solo un cambio di denominazione, ha precisato) dalle 8 alle 20 e un´ambulanza con medico di notte, con un collegamento funzionale con il vicino ospedale di Spilimbergo e con gli ospedali di Pordenone e Udine. E significa mantenere tutti gli ambulatori di specialità e attivare, in uno specifico "progetto montagna" , servizi di comunità. Lungo e articolato il dibattito seguito alla presentazione della riforma, in parte caratterizzato dal timore che la riorganizzazione nel Maniaghese, che si vorrebbe far partire già il prossimo primo maggio, possa comportare, per l´area, riduzione dei servizi, come già accaduto in passato, è stato osservato; ma nella consapevolezza, diffusa, della necessità di offrire un´assistenza valida, di utilizzare al meglio le risorse a disposizione, di superare logiche campanilistiche. Qui ci sono le condizioni per sperimentare quella sanità territoriale che vogliamo, ha ribadito l´assessore Telesca, precisando, in risposta ad una preoccupazione del sindaco Carli, che l´ipotesi di un ospedale psichiatrico giudiziario con riferimento unico a Maniago è stata superata da una logica di accoglienza diffusa dei malati. Sentiamo il dovere e la responsabilità di fare questa riforma, all´inizio della legislatura, per avere anche il tempo di apportarvi gli opportuni correttivi, qualora necessari, ha concluso la presidente. Per Maniago significherà dare finalmente al suo presidio ospedaliero una vera identità, grazie ad un ospedale di prossimità che sarà una vera cittadella della salute, e con una riqualificazione della spesa che garantirà una trasferimento di risorse al territorio.  
   
   
RAGAZZO DISABILE IN DIFFICOLTÀ IN GITA SCOLASTICA A VENEZIA. ASSESSORE REGIONALE AL TURISMO  
 
Venezia, 15 aprile 2014 - “Lascia l’amaro in bocca leggere di Gioacchino, ragazzo disabile di Battipaglia in gita scolastica a Venezia, che ha trovato molte difficoltà nel visitare la città lagunare. Me ne dispiaccio, ma vicende come queste si rivelano anche occasioni di riflessione per una regione come il Veneto, pilota nel turismo accessibile a livello europeo, e per una città che si è si attrezzata per essere vissuta anche da quanti hanno difficoltà motorie, ma che ha anche una struttura oggettivamente particolare dove le cosiddette barriere architettoniche non sono sempre superabili in maniera tradizionale”. “Così l’assessore al turismo del Veneto sulla vicenda alla quale hanno dato spazio i quotidiani odierni, che ha visto come protagonista un giovane in carrozzina che a Venezia si è scontrato con grossi problemi di spostamento e agibilità. “Su questo vorrei anzitutto rivolgermi alla professoressa Giovanna D’agostino, che accompagnava la classe di Gioacchino nel viaggio di istruzione. Mi permetto di suggerirle di cercare delle informazioni sull’accessibilità dei luoghi da visitare prima di arrivare in loco. Nel caso specifico parliamo di Venezia, la città che spesso anche nell’immaginario collettivo rappresenta una enorme barriera architettonica ed è una rappresentazione erronea. Sarebbe stato sufficiente che l’insegnante entrasse nel portale del Comune di Venezia, che contattasse la Regione o che semplicemente inserisse le parole “Venezia” e “disabili” su google per venire indirizzata subito alle mappe scaricabili degli Itinerari Senza Barriere (http://www.Comune.venezia.it/flex/cm/pages/serveblob.php/l/it/idpagina/1381) che riguardano il centro storico e le isole. Si tratta di ben 12 itinerari assolutamente accessibili e praticabili da tutti, scaricabili in formato pdf e stampabili. Probabilmente questa piccola accortezza avrebbe reso il viaggio a Venezia di Gioacchino e dei suoi compagni molto più piacevole e mi auguro che possa ritornare per provare il piacere di percorrere le calli veneziane, e anche di correrci con una sicurezza e una libertà inesistenti in tante altre città”. “Alla luce di quanto accaduto mi impegno sin da oggi a provvedere a inviare a tutti gli istituti scolastici gli Itinerari Senza Barriere – ha concluso l’assessore – e, a breve, la mappatura delle strutture accessibili presenti sul territorio Veneto, perché la brutta esperienza di Gioacchino non si ripeta più”.  
   
   
TRUFFE IN CAMPO SANITARIO. GOVERNATORE VENETO: “INDIGNAZIONE E DISGUSTO PER QUESTI IMBROGLI, CHE GIÀ COMBATTIAMO INSIEME A GUARDIA DI FINANZA E CORTE DEI CONTI”  
 
Venezia, 15 aprile 2014 - “Indignazione e disgusto: è ciò che si prova leggendo il rapporto della Guardia di Finanza sulle truffe al servizio sanitario nazionale che, stando ai controlli del 2013, provocherebbero un danno erariale pari a un miliardo di euro. Si tratta di risorse che dei veri e propri malviventi sottraggono agli ospedali, agli ammalati, alle famiglie bisognose, alla ricerca. Una malversazione insopportabile contro la quale il Veneto cerca di difendersi in tutti i modi, alleandosi sia con le Fiamme Gialle, che da sempre combattono contro questi crimini, sia con la Corte dei Conti”. Così il Governatore Veneto, commentando il dossier pubblicato oggi da “Il Corriere della Sera” sulle indagini condotte dalla Guardia di Finanza in questi anni in campo sanitario – dalle quali emerge un quadro avvilente fatto di appalti truccati, finte emergenze, false esenzioni, irregolarità, frodi e raggiri di ogni genere –, ricorda le iniziative promosse dalla Regione per cercare di assicurare la massima vigilanza possibile in questo delicato settore. “Nel 2012 – spiega il Governatore – abbiamo rinnovato il Protocollo d’Intesa con il Comando regionale Veneto della Guardia di Finanza che attiva una collaborazione in materia di controllo della spesa sanitaria e da anni è in atto una convenzione anche con la Procura Regionale presso la Sezione Giurisdizionale della Corte dei Conti che consente a quest’ultima di avvalersi della struttura regionale per l’attività ispettiva, di vigilanza e di indagine in materia sanitaria e sociale”. “È un dovere di tutte le istituzioni – sottolinea il presidente della Regione del Veneto – denunciare i furbetti, i falsi poveri, quelli che lucrano su rendite di posizione e punire esemplarmente chi con i suoi imbrogli danneggia soprattutto le categorie più deboli che si vedono sottratte risorse spesso indispensabili, risorse pubbliche che dobbiamo salvaguardare, promuovendo e realizzando azioni efficaci sia sul piano preventivo che repressivo”. “Ma è necessario – conclude il Governatore – che lo Stato attui al più presto quelle riforme strutturali che, oltre a essere un atto di giustizia, favorirebbero anche maggior trasparenza e controllo della spesa sanitaria. Mi riferisco in particolare all’introduzione a tutti i livelli dei costi standard, che consentono di individuare e combattere gli sprechi, di impedire che i furbi si avvantaggino sugli onesti, di favorire quell’equilibrio e quella legalità che è uno dei bisogni primari di questo Paese”.  
   
   
#ALTPIGRIZIA! MERCOLEDÌ 16 APRILE 2014 LA III GIORNATA NAZIONALE PER LA LOTTA ALLA TROMBOSI  
 
 Milano, 15 aprile 2014 - Scatta la salute: la giornata del benessere targata Alt, Associazione per la Lotta alla Trombosi e alle malattie cardiovascolari, diventa social! Selfie, tag e condivisioni per gridare: #Altpigrizia nella Iii Giornata Nazionale per la lotta alla Trombosi! Insieme ad Alt tanti campioni dello sport. Mercoledì 16 aprile 2014, scienza e buon senso correranno fianco a fianco per ricordare che patologie come infarto, ictus, embolia, trombosi venose e arteriose, possono essere evitate scegliendo uno stile di vita sano e intelligente. L’iniziativa, lanciata da Alt e sostenuta da una straordinaria “Squadra della Salute”, è stata presentata questa mattina nella gremita Sala Buzzati di via Eugenio Balzan, 3 a Milano, dalla presidente di Alt, Lidia Rota Vender, in compagnia del Direttore della Gazzetta dello Sport, Andrea Monti e dal moderatore Daniele Redaelli. Presente in sala anche Massimo Achini, presidente Csi (Centro Sportivo Italiano) a testimonianza dell’alleanza sport e prevenzione, ingredienti anche di Gazzetta Cup di cui Alt è charity partner 2014. La terza edizione della Giornata Nazionale per la Lotta alla Trombosi, evento che coinvolge le principali città italiane, è patrocinata da Regione Lombardia, Comune di Milano, Coni (Comitato Olimpico Nazionale Italiano), Expo Milano 2015, Fcsa (Federazione Centri per la Diagnosi della Trombosi e la Sorveglianza delle Terapie Antitrombotiche) e Siset (Società Italiana per lo Studio dell´Emostasi e della Trombosi). New entry del 2014, l’irresistibile campagna selfie: da quindici giorni a questa parte, tantissime foto con l’hashtag #Altpigrizia sono state scattate, e condivise, sui maggiori social network, da Twitter a Instagram. Ognuna ha rappresentato un modo diverso e creativo per dire Alt alla pigrizia! Ognuna si è fatta portavoce di un tag che ha visto amici e parenti coinvolti in un’insolita sfida: diffondere il più possibile il messaggio della prevenzione, attraverso scatti e hashag #Altpigrizia raccolti su www.Altpigrizia.org” I risultati dell’iniziativa, sostenuta con generosità anche dai circuiti Radio Monte Carlo, Radio 105, e Virgin Radio, saranno presentati domani, 15 aprile, nel corso della serata Healthy Hour organizzata nella frizzante location di Rp Design di via Paolo Giovio, 3 a Milano. Durante l’evento, dedicato alla cucina al vapore, sana e gustosa, verrà proiettata la home del sito internet www.Altpigrizia.org su cui appariranno gli autoscatti dei presenti. “Questa è Scienza. Questo è Buonsenso” è il messaggio della campagna che sta mobilitando moltissime persone. “É fondamentale capire l’importanza del binomio: ricerca scientifica e libera scelta. Solo partendo da una certa consapevolezza si potranno trasformare abitudini di vita scorrette in uno stile più sano, fatto di attività fisica e alimentazione naturale – spiega la presidente di Alt, Lidia Rota Vender – La nostra è una missione che guarda ai bambini e alle loro famiglie, ma anche alle imprese, agli enti locali, ai medici di famiglia e ai loro pazienti: perché prevenire si può e si deve!” Dal 1987 la Onlus Alt - Associazione per la Lotta alla Trombosi e alle malattie cardiovascolari – porta avanti in Italia una ferrea attività di informazione e prevenzione, realizzando progetti su tutto il territorio nazionale. Nel bel Paese, infatti, solo una persona su tre conosce il significato della parola “Trombosi”, eppure, le ricerche mostrano come (almeno) in un caso su tre queste malattie possano essere evitate, prestando attenzione alla quotidianità e spingendo le nuove generazioni ad abbracciare comportamenti equilibrati. A sostenere l’iniziativa, anche quest’anno, grandi nomi dello spettacolo e dello sport che hanno scelto di sottoscrivere il manifesto della Squadra della Salute. Un documento che raccoglie in dieci punti, semplici ma fondamentali, le mosse indispensabili per salvaguardare la salute e sconfiggere le malattie cardiovascolari fin dalla tenera età. Una vita all’insegna dell’attività fisica e del gioco significa, infatti, non solo divertimento, ma anche benessere psicofisico. Lo sa bene, la bella Federica Fontana, madrina dell’iniziativa, conduttrice televisiva, mamma di due figli e moglie felice. Da sempre Federica è un’accanita sostenitrice della forma fisica tanto da dedicare al tema il suo cliccatissimo blog. La Squadra della Salute è capitanata dal coach Dan Peterson (www.Giornatatrombosi.it). É anche grazie al supporto del grande commentatore tv dello sport americano, che tanti campioni della pallacanestro hanno messo a segno innumerevoli vittorie tra cui: una coppa dei Campioni, una Korac, 5 scudetti e 3 coppe Italia. Giocheranno in prima linea nella Squadra della Salute: Alessandro Betti, milanese di nascita, classe 66, è tra i volti più popolari per chi segue la comicità in tv. La sua formazione fa si che non sia solo tra i più anticonformisti attori comici del momento ma anche tra i più singolari interpreti drammatici. Diego Confalonieri, tira di scherma dall’età di sei anni e diventa campione italiano nella specialità della spada. Tante le medaglie conquistate nella carriera, un bronzo olimpico, un argento e un bronzo mondiale. La vittoria più bella arriva però nell’agosto del 2013 con la nascita della figlia Asia. Maurizia Cacciatori: ex pallavolista alzatrice, vince con le azzurre un oro ai Giochi del Mediterraneo del 2001, un bronzo e un argento agli Europei del 1999 in Italia e del 2001 in Bulgaria e partecipa nel 2000 alle Olimpiadi di Sydney, prima qualificazione in assoluto per la nazionale femminile di pallavolo. Oggi Maurizia è opinionista sportiva per Sky Sport. Ha due figli piccoli, un maschio e una femmina, e ha vinto anche 5 scudetti tra Italia e Spagna e 3 Champions League. Billy Alessandro Costacurta, prodotto del vivaio rossonero, esordisce in Coppa Italia nel 1986. Ha all’attivo ventuno campionati, 2 Coppe Intercontinentali, 5 Coppe dei Campioni, 7 scudetti e un posto da vice-campione del mondo nel 1994 con la Squadra Nazionale. Oggi, tolta la maglia del difensore, Billy ha intrapreso la carriera da allenatore. Nicola Damiano, gioca le sue partite di pallacanestro dalla sedia a rotelle su cui è costretto da quando ha 16 anni a causa di un terribile incidente in moto. Da allora, dice sua madre: “Vive di pane e basket!”. Nel 2009, grazie alla sua nuova passione, diventa Campione d’Europa con la Nazionale e partecipa nel 2012 alle Paralimpiadi di Londra. Nel 2013 è stato protagonista del Triplete con la Briantea84. Valentina Marchei Azzurra ai Giochi di Sochi e 5 volte campionessa italiana di pattinaggio su ghiaccio. Daniele Molmenti, canoista classe 1984, specializzato nella prova del K1 Slalom, 2 titoli mondiali. Daniele incontra la vittoria che gli cambia la vita nel giorno del su 28esimo compleanno, il 1° agosto del 2012, aggiudicandosi l´oro alla Xxx Olimpiade di Londra. Samuel Pizzetti, nuotatore (plurimedagliato) della Nazionale, 2 argenti e 3 bronzi europei si definisce “veloce, aggressivo, determinato”. Il suo è uno stile di vita sano: sveglia alle 7, direzione piscina dove nuoterà per 70 km a settimana. “Se fossi un pesce, sarei un Barracuda” – giura. Elisabetta Preziosa, soprannominata «Betta», una ginnasta italiana, membro della nazionale di artistica femminile, ha vinto quattro medaglie ai Giochi del Mediterraneo del 2009 ed un bronzo alla trave agli Europei di Berlino 2011. Jessica Rossi, ventidue anni, 2 titoli mondiali e un bronzo, tiratrice di tiro a volo da record mondiale: 99 piattelli colpiti su 100 e la medaglia d’oro ai Giochi olimpici di Londra 2012 nel trap femminile. Andrea Zorzi, detto Zorro, colonna portante della nazionale azzurra di pallavolo conosciuta come la “Generazione di fenomeni”, un argento olimpico, 2 scudetti e 1 Champions League. È stato due volte campione del mondo e tre volte campione europeo. Ed è proprio ai più giovani che la Iii Giornata Nazionale per la lotta alla Trombosi si rivolge con tantissimi eventi organizzati in tutta Italia: da Bari a Genova, da Napoli a Bologna, da Palermo a Milano. Occasioni per mostrare, in modo chiaro e divertente, come sia possibile prevenire malattie letali con semplici abitudini.  
   
   
5 PER MILLE: ISTITUTO ONCOLOGICO VENETO SCELTO DA 23.443 CONTRIBUENTI, PRIMO IN VENETO PER SEGMENTO RICERCA. PRESIDENTE REGIONE, “GRAZIE A TUTTI, SEGNALE CHE GENTE GENEROSA CAPISCE IMPORTANZA LOTTA AL CANCRO”  
 
Venezia, 15 aprile 2014 - Sono stati pubblicati dall´Agenzia delle Entrate gli elenchi definitivi dei beneficiari del 5 per mille con le scelte espresse dai contribuenti e gli importi assegnati per l´esercizio 2012, che vede l´Istituto Oncologico Veneto - Iov ancora al primo posto nel Veneto per quanto concerne il segmento della Ricerca: ben 23.443 cittadini del Veneto, e non solo, hanno inteso destinare un importo totale di oltre 1.046.000 euro, un ottimo risultato considerato che dal 2006 i soggetti ammessi al beneficio sono più che raddoppiati. “Tale risultato – dice con soddisfazione il Presidente della Regione – costituisce un fondamentale aiuto per promuovere nuovi investimenti nella lotta contro il cancro e migliorare la qualità delle cure al paziente oncologico. La generosità e l’altruismo di tutti coloro che hanno donato allo Iov il loro 5 per mille – aggiunge il governatore – sono un grande segnale: la gente ha capito il valore scientifico del nostro Istituto Tumori, ed ha inteso fare la propria parte per sostenerne il futuro. A tutti rivolgo un sincero grazie, prima di tutto a nome dei nostri concittadini che stanno combattendo il male, assistiti da medici e scienziati di valore internazionale come quelli dello Iov”. I risultati raggiunti – aggiungono i responsabili dell’Istituto - sono la dimostrazione concreta che il contribuente ha voluto essere pienamente partecipe della lotta contro il cancro, specialmente se si svolge sul proprio territorio. E´ stato compreso che Sanità e Ricerca, soprattutto in questo frangente, rappresentano la priorità anche per quanto concerne le destinazioni del 5 per mille, nell´interesse veramente di tutti”.  
   
   
L’ATTIVITÀ FISICA PER LA SALUTE: OPERATORI ED ENTI A CONFRONTO PER IL CONVEGNO AL PALAINDOOR DI ANCONA IL 15 E 16 APRILE.  
 
Ancona, 15 aprile 2014 -Uno stile di vita attivo migliora lo stato di salute e la qualità della vita. Sono noti i benefici di adeguati livelli di attività fisica come la capacità di influire sulla riduzione delle fratture negli anziani, nel prevenire l’osteoporosi e alcune malattie mentali. La sedentarietà, che nella popolazione è andata progressivamente aumentando, è riconosciuta come uno dei principali fattori di rischio per le malattie croniche come cardiopatie, ictus, diabete e tumori, pertanto promuovere uno stile di vita attivo nella popolazione rappresenta un importante obiettivo di salute per i cittadini di ogni età. Questo è il tema al centro del Convegno regionale organizzato dall’Asur Area Vasta 2 - Dipartimento di Prevenzione - Ancona, in collaborazione con la Regione Marche, l’Agenzia Regionale Sanitaria, l’Ufficio Scolastico Regionale, il Coni e gli Enti di Promozione Sportiva e l’Inrca, dal titolo “Muoversi per guadagnare salute - Il ruolo dell’attività fisica nel contrasto alle malattie croniche” che si terrà il 15 e il 16 aprile prossimi. Muoversi per guadagnare salute sintetizza l’impegno delle istituzioni e dei portatori d’interesse nel sostenere iniziative e programmi finalizzati alla promozione dell’attività fisica come veicolo di benessere, integrazione e coesione sociale. L’iniziativa rappresenta un’occasione di diffusione delle buone pratiche già attive nei territori, di comunicazione congiunta tra i diversi Enti e Istituzioni interessati e di individuazione di possibili strategie per amplificare il messaggio alla popolazione sull’importanza di uno stile di vita attivo. L’evento sarà al Palaindoor di Ancona (via della Montagnola 72), concesso grazie alla sensibilità e coinvolgimento attivo della Federazione di Atletica e del Comune di Ancona. Quale testimonial di eccezione sarà presente nella mattina del 16 aprile l’atleta Giuseppe Ottaviani , classe 1916, che ai campionati mondiali indoor a Budapest è diventato, con 10 ori, il master italiano con più medaglie d´oro conquistate in un´unica manifestazione internazionale.  
   
   
FINAL FOUR, PIAZZA DUOMO SI TRASFORMERÀ IN UN PLAYGROUND DAL 16 AL 18 MAGGIO LE MIGLIORI QUATTRO D´EUROPA SI SFIDERANNO AL FORUM DI ASSAGO  
 
Milano, 15 aprile 2014 – “In occasione della Final Four, piazza Duomo si trasformerà in un grande playground”: lo ha annunciato l’assessora allo Sport del Comune di Milano, Chiara Bisconti, in occasione della presentazione ufficiale della competizione che si terrà al Forum di Assago dal 16 al 18 maggio prossimi. ”In accordo con Euroleague – ha aggiunto Bisconti - abbiamo predisposto tante sorprese per i milanesi. La piazza simbolo della nostra città, dal 16 al 18 maggio diventerà anche la vetrina del basket continentale e il punto di riferimento per tutti gli appassionati. Il 15 maggio allestiremo un campo da gioco e ci saranno i migliori giocatori d’Europa a esibirsi in piazza. Ma la possibilità di giocare verrà data a tutti nei giorni successivi, con tante iniziative pensate per le famiglie”. “In quegli stessi giorni – ha proseguito Bisconti - il Lido ospiterà sotto una tensostruttura tanti altri eventi, esibizioni, incontri, con la possibilità per tutti di avvicinarsi ai propri beniamini. È un grande appuntamento per Milano, la prima volta in assoluto che la più importante competizione del basket continentale arriva nella nostra città. Il primo di una serie di appuntamenti prestigiosi che avremo da qui ad Expo e durante l’anno dell’esposizione internazionale”. “La nostra è una città che ama lo sport e che ha una grandissima passione per la pallacanestro. Quella stessa passione che spingerà Olimpia Armani nella sfida con il Maccabi Tel Aviv proprio per raggiungere questo ambitissimo obiettivo. Sarebbe meraviglioso poter vedere in campo la squadra di Milano proprio in un’occasione storica come questa. Sarà, in ogni caso, una fantastica festa di sport per tutta la città”, ha concluso l’assessora. Tutto il programma su www.Euroleague.net    
   
   
SPORT, CICLISMO: LA COLLECCHIO - SAVONA UNA TAPPA DA OSCAR  
 
Savona, 15 Aprile 2014. “Una tappa del Giro d’Italia lunga 250 chilometri, che dalla Val di Vara scende nel Tigullio, in Riviera di Levante, raggiunge Genova per proseguire con un sorprendente finale a Savona è una tappa da Grande Bellezza, una tappa da Oscar”. Lo ha affermato l’assessore allo Sport della Regione Liguria Matteo Rossi in mattinata, a Savona, a bordo della nave Costa Luminosa, dove il Comitato di tappa ha presentato le manifestazioni collaterali dell’undicesima tappa del Giro d’Italia Collecchio - Savona in programma mercoledì 21 maggio 2014. La tappa si snoderà sul territorio ligure dal Passo delle Cento Croci verso Varese Ligure, scendendo poi a Casarza Ligure, Sestri Levante, Chiavari, Rapallo, Genova, Arenzano e Varazze. È previsto un primo ingresso a Savona in via Paleocapa verso via Santuario per il secondo Gran Premio della Montagna sul Naso di Gatto, poi Altare e giù a Lavagnola, per ritornare nuovamente in centro a Savona al traguardo posto in corso Tardy e Benech. Rossi ha poi segnalato una curiosità: il villaggio del Giro d’Italia a Collecchio sarà allestito lungo il viale Sandro Pertini. “Una coincidenza che richiama il nostro presidente savonese, il presidente più amato dagli italiani, ci porterà fortuna”, ha detto Rossi sottolineando come “Il ritorno della Corsa Rosa in Liguria dopo due anni rappresenti un’occasione formidabile per valorizzare le nostre città e il nostro entroterra, unendo i monti e il mare, i nostri centri urbani, i borghi e le bellezze naturali, con enorme visibilità per tutta la nostra Regione”. La Collecchio – Savona è la tappa più lunga del Giro d’Italia.