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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 15 Aprile 2014
GIUSTIZIA EUROPEA: ESONERANDO DALL’ACCISA LA PRODUZIONE PRIVATA DI ACQUAVITE IN PICCOLI QUANTITATIVI, L’UNGHERIA HA VIOLATO IL DIRITTO DELL’UNIONE  
 
Lussemburgo - Il diritto dell’Unione obbliga gli Stati membri ad applicare all’alcol etilico un’accisa il cui importo minimo ammonta, per le bevande alcoliche diverse dal vino e dalla birra, a 550 euro per ettolitro d’alcol puro. Tuttavia, l’Ungheria è autorizzata ad applicare un’aliquota d’accisa ridotta all’alcol prodotto dalle distillerie utilizzando frutta fornita dai frutticoltori e destinato al consumo personale di questi ultimi. L’aliquota d’accisa preferenziale non può peraltro essere inferiore al 50% dell’aliquota nazionale normale dell’accisa sull’alcol. Inoltre, la sua applicazione è limitata a 50 litri di alcol per anno e per nucleo familiare di frutticoltori. Ritenendo che l’Ungheria non abbia rispettato le regole dell’Unione relative alle accise sulle bevande alcoliche, la Commissione ha presentato un ricorso per inadempimento dinanzi alla Corte di giustizia. Infatti, l’accisa sull’acquavite prodotta in una distilleria per conto di un frutticultore è fissata, in tale paese, a 0 Huf fino a un massimo di 50 litri per anno, il che equivale ad un’esenzione totale. Inoltre, l’acquavite prodotta da un privato nella propria distilleria è esentata dall’accisa fino a un volume annuale massimo di 50 litri, qualora sia destinata al consumo personale del nucleo familiare. Nella sua sentenza odierna, la Corte rileva che la direttiva relativa alle accise sulle bevande alcoliche determina le ipotesi in cui queste possono essere esentate dall’accisa o possono essere applicate aliquote di accisa ridotte. La direttiva non autorizza quindi gli Stati membri a introdurre norme preferenziali la cui portata vada al di là di quanto consentito dal legislatore europeo. La Corte constata inoltre che la normativa ungherese che prevede, fino a un massimo di 50 litri per anno, un’esenzione totale dell’acquavite prodotta utilizzando frutti forniti dai frutticoltori supera la riduzione massima pari al 50% consentita, per l’Ungheria, dalla direttiva. Del pari, le norme nazionali che esentano dall’accisa l’acquavite prodotta dai privati sono contrarie alla direttiva, atteso che quest’ultima non prevede una siffatta eccezione all’aliquota normale. La Corte dichiara pertanto che l’Ungheria non ha ottemperato agli obblighi ad essa incombenti in forza della normativa dell’Unione relativa alle accise sulle bevande alcoliche. Importante: La Commissione o un altro Stato membro possono proporre un ricorso per inadempimento diretto contro uno Stato membro che è venuto meno ai propri obblighi derivanti dal diritto dell’Unione.  
   
   
L’ADESIONE ALLA RETE OGM FREE DELLE REGIONI TEDESCHE DELLA BAVIERA E DI HESSEN. L’INCONTRO A BRUXELLES PRESIEDUTO DALL’ASSESSORE MALASPINA.  
 
Ancona - Il comitato direttivo dello Steering Committee della Rete delle Regioni Europee Ogm-free ha approvato il 10 aprile a Bruxelles l’adesione alla rete Ogm Free delle regioni tedesche della Baviera e di Hessen. L’incontro è stato presieduto dall’assessore all’Agricoltura e Ambiente, Maura Malaspina, che proprio lunedì scorso ha avuto l’investitura anche a coordinare le regioni Italiane per l’Ogm Free. Dopo aver ricevuto il Ministro dell’agricoltura della Baviera, Marcel Huber, Malaspina ha riaffermato l’importanza della Rete delle Regioni Europee Ogm-free quale “esperienza unica e di grande collaborazione in Europa”. “Quando nel 2003 è sorto il problema Ogm, gli Stati e l’Unione Europea hanno reagito tardi e male – ha detto l’assessore – Solo alcune Regioni, su iniziativa della Toscana e dell’Alta Austria, hanno avvertito il problema Ogm in tutta la sua portata e sono state capaci di unirsi. Tra queste le Marche e altre nove, in una rete nata per far sentire la propria voce all’Unione Europea. La forza delle Rete è nella sua flessibilità organizzativa, che va mantenuta, e nella convergenza di propositi e di obiettivi”. Oggi, con l’allargamento della Baviera e dell’Assia, la rete conta 62 Regioni su 9 Stati e rappresenta circa 180 milioni di abitanti su oltre 1.200.000 Kmq di superficie. “La presenza e l’azione della Rete – ha detto Malaspina - è necessaria per raggiungere l’obiettivo principale sancito dalla Carta di Firenze del 2005 che è quello di consentire agli Stati membri di vietare in tutto o in parte la coltivazione degli Ogm sul loro territorio; di far sentire il nostro peso istituzionale per affiancare l’approvazione della modifica della Direttiva 2001/18 in tal senso; di premere per avere un’etichettatura positiva a livello europeo anche per i prodotti a base di carne, latte e uova e quindi dare la massima informazione trasparente ai cittadini consumatori”. La Presidenza della Regione Marche, iniziata a novembre 2011 con la Conferenza di Vienna, ha voluto allargare la Rete con l’ingresso delle regioni della Germania e coinvolgere le associazioni dei consumatori. La Conferenza di Erfurt nel novembre 2012 ha visto protagoniste e attive le Regioni tedesche. Ora la Regione Nord Reno Westphalia ha presentato la sua candidatura per assumere la Presidenza della Rete per i prossimi due anni. “La Regione Marche - ha aggiunto l’assessore - ha da tempo rappresentato la necessità di fare una rotazione della Presidenza per coinvolgere nuove realtà e dare nuova energia alla Rete”. L’assessore ha quindi chiesto alla rappresentanza delle 62 regioni Ue di accettare la disponibilità della Regione Nord Reno Westfalia ad assumere la Presidenza della Rete con un arretramento delle Marche che nel prossimo direttivo assumerà l’incarico di Vice Presidente. Sono stati poi programmati altri incontri per la realizzazione di un evento pubblico in cui verrà ufficializzato il nuovo assetto presidenziale e la piattaforma di proposte regolamentari per rafforzare il concetto ribadito dall’assessore: “I consumatori italiani ed europei non vogliono alimenti che contengono Ogm e nemmeno gli agricoltori italiani li vogliono perché preferiscono valorizzare la biodiversità e le produzioni di qualità, le denominazioni e le coltivazioni biologiche. Coltivare Ogm comporterebbe una desolante uniformità di territorio, normalmente orientato alla coltivazione di monocolture, che costringerebbe gli agricoltori a non disporre liberamente delle loro produzioni, sementi, diversità e anche della loro storia e tradizioni”.  
   
   
OGM: ALLE MARCHE IL COORDINAMENTO NAZIONALE DELLE REGIONI E DELLE PROVINCE AUTONOME.  
 
Ancona - Le Marche subentrano alla Provincia autonoma di Bolzano nella guida del Coordinamento nazionale delle Regioni e delle Province autonome in materia di Organismi geneticamente modificati (Ogm). L’incarico è stato conferito dalla Commissione politiche agricole della Conferenza delle Regioni che si è riunita a Verona, in concomitanza con il Vinitaly. “Siamo chiamati a rinnovare il nostro impegno contro gli Ogm, anche con questo incarico nazionale, dando continuità al lavoro svolto dalla Provincia autonoma di Bolzano – ha dichiarato l’assessore all’Agricoltura, Maura Malaspina – Il nuovo conferimento va ad aggiungersi al ruolo di presidente della Rete delle Regioni europee Ogm Free che le Marche stanno già ricoprendo. Questo, per noi, sarà uno stimolo ulteriore a continuare lungo un percorso di contrasto agli Ogm che abbiamo avviato da tempo”. Secondo l’assessore, “i consumatori italiani ed europei non vogliono mangiare alimenti che contengono Ogm e gli agricoltori italiani non vogliono gli Ogm perché nelle loro aziende preferiscono valorizzare la biodiversità e le più redditizie produzioni di qualità e biologiche”. Malaspina ha ricordato che “le Marche hanno assunto una posizione di contrasto agli Ogm sin da 2003, quando venne individuata e distrutta una coltura di mais contaminata e istituito il marchio Qm (Qualità garantita dalle Marche) per valorizzare e tutelare i prodotti regionali”. La Commissione politiche agricole ha anche raccolto l’appello lanciato dalla “Task Force per un Italia Libera da Ogm”, condividendo le preoccupazioni espresse in una nota del 20 febbraio 2014, cui si darà seguito con una specifica audizione, ha riferito l’assessore, “per assicurare che le Regioni promuoveranno, in Conferenza Stato-regioni, un confronto con il Governo in materia di Ogm, in modo da garantire un efficace coordinamento nella distinzione di ruoli”.  
   
   
RISORSE AGRICOLE: QUESTIONE OGM AFFRONTATA IN RIUNIONE MINISTERIALE  
 
Trieste - La Commissione politiche agricole della Conferenza delle Regioni, su sollecitazione del ministro della Politiche agricole Maurizio Martina, assumerà una posizione sugli Ogm (Organismi geneticamente modificati) così come ha già fatto il Friuli Venezia Giulia. È quanto emerso in una riunione tra il ministro e gli assessori regionali all´Agricoltura, che si è svolta oggi pomeriggio a Roma e alla quale ha partecipato il vicepresidente e assessore alle Attività produttive Sergio Bolzonello. Alla Regione Friuli Venezia Giulia, è emerso nell´incontro, è stato dato atto di aver saputo affrontare il tema degli Ogm con correttezza e rigore, basandosi su un approccio scientifico e ponendosi in linea con la normativa comunitaria. Il ministro ha anche annunciato che nei prossimi giorni, sulla base della sentenza del Tar del Lazio in merito al ricorso di alcuni agricoltori del Friuli Venezia Giulia, provvederà ad adottare eventuali misure per riconfermare il divieto di coltivazione del mais Ogm. La Commissione politiche agricole della Conferenza delle Regioni, è stato deciso oggi, si riunirà a breve per esprimere la posizione del sistema della Regioni sugli Ogm. Nella riunione di oggi a Roma è stato affrontato anche il tema della Pac (Politica agricola comunitaria) in vista della prossima programmazione 2014-2020. Per quanto riguarda il cosiddetto I Pilastro, cioè i pagamenti diretti agli agricoltori (che per l´Italia valgono 8 miliardi di euro all´anno), il ministro ha indicato il termine del 15 maggio prossimo per completare il confronto con le Regioni. Il ministro ha anche illustrato le linee strategiche del Governo relativamente ai criteri di assegnazione degli aiuti diretti nell´ambito del I Pilastro della Pac. Le Regioni saranno chiamate ad approfondire il tema nelle prossime settimane e a esprimere il loro parere.  
   
   
AGRICOLTURA. CON IL PSR, IN ARRIVO IN VENETO RIVOLUZIONE E SNELLIMENTI BUROCRATICI PER UN INVESTIMENTO DI QUASI 1,2 MILIARDI  
 
Legnaro (Padova) - “Per il sistema primario veneto è in arrivo una rivoluzione totale, il cui motore sarà un Programma di Sviluppo Rurale del tutto diverso dal precedente: snello, di facile lettura e comprensione per gli agricoltori, con contenuti mirati. Si passa da un testo di oltre 700 pagine, con 44 misure e 102 interventi, a 13 misure con 44 interventi, con una dotazione complessiva di un miliardo 184 milioni di euro in uno scenario di trasversalità tra le grandi politiche comunitarie, che integra tra loro i vecchi quattro assi competitività, agroambiente, diversificazione e sviluppo locale”. Questa la sintesi politica fatta stamani dall’assessore all’agricoltura del Veneto da Roma, dovè è impegnato al Ministero, in occasione della presentazione della piattaforma del nuovo Psr 2014 – 2020 al partenariato, svoltasi a Legnaro, in provincia di Padova. Per elaborarne i contenuti, dallo scorso luglio Regione, Avepa, Veneto Agricoltura e un’ottantina di rappresentati dei diversi portatori di interessi coinvolti nel sistema primario veneto, hanno analizzato fabbisogni ed elaborato strategie, che oggi sono stati tradotti in operatività, misure, interventi. “Il coinvolgimento è stato ampio, approfondito e partecipato: abbiamo sentito tutti, con un’operazione trasparenza cui hanno partecipato circa 1500 soggetti nell’intero periodo di preparazione, grazie ad una consultazione anche on line unica in Italia”. Tutti i materiali di preparazione al nuovo programma sono disponibili nel portale integrato dell’agricoltura veneta Piave www.Piave.veneto.it. Il testo di base del Psr, rispetto al quale saranno possibili ulteriori aggiustamenti, verrà prossimamente sottoposto alla Giunta regionale, per poi passare all’esame del Consiglio secondo un percorso che dovrebbe concludersi entro giugno. Da qui il testo partirà per Bruxelles, dove la Commissione Europea avrà sei mesi di tempo per le sue osservazioni. “Entro gennaio 2015 saremo pronti a partire con il nuovo documento, mentre in questa fase transitoria siamo impegnati per avere pienamente operativi bandi per 60 milioni, dei quali la metà per i giovani e un quarto per la montagna, senza interruzione dei flussi finanziari”. Il Psr Veneto sarà finanziato per il 43% dal Feasr (Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale), per il 40% dallo Stato italiano e per 17% dalla Regione del Veneto.  
   
   
A GARAGUSO UN SEMINARIO ORGANIZZATO DALLA REGIONE BASILICATA  
 
Prospettive dell’olivicoltura lucana attraverso il basso utilizzo di fitofarmaci, nuove tecniche colturali per un prodotto di qualità e a basso costo. Questi i temi di un seminario organizzato il 10 aprile all´Istituto professionale agrario di Garaguso Scalo dal Dipartimento politiche agricole della Regione Basilicata e dall’Associazione per lo sviluppo della Frutticoltura (Asf) “Biagio Mattatelli”. La realtà olivicola lucana necessita di adeguare le tecniche di gestione con la meccanizzazione aziendale e con una gestione adeguata delle fasi produttive dell’oliveto, attraverso un corretto esercizio agronomico e grande attenzione alle fasi di trasformazione del prodotto per ottenere un olio extravergine di qualità. Nelle relazioni di oggi è stato rilevato come l’olivicoltura della Basilicata sia uno dei cinque comparti basilari per l’economia agricola e assume una notevole valenza di tutela ambientale. Inoltre è la coltivazione arborea più diffusa in Basilicata, infatti contraddistingue il paesaggio rurale, è caratterizzata da fabbisogno di manodopera e da limitate esigenze idriche. In tale contesto le azioni da promuovere dovranno essere orientate verso un consolidamento e un rilancio con la razionalizzazione delle tecniche colturali e il trasferimento delle innovazione tecnologiche. Dovranno essere applicate politiche tese all’aggregazione dei produttori per abbattere i costi di produzione e organizzare la fase di commercializzazione. Per questo motivo risulta improcrastinabile una politica finalizzata alla crescita di un associazionismo evoluto con una cultura d’impresa efficiente che guardi con capacità ai mercati. In tale direzione la programmazione regionale dovrà occuparsi dell’organizzazione della filiera a partire dai produttori ai frantoiani per arrivare ai consumatori. Si tratta di un impegno che deve coinvolgere anche gli studenti, in particolare quelli che si apprestano dopo la maturità a impegnarsi nel settore primario che ha ancora notevoli potenzialità inespresse. Per questo motivo nel corso del seminario si è infine riflettuto sull’esigenza di attuare azioni di formazione, concertate tra Istituti agrari e Regione Basilicata, finalizzate alla specializzazione nel comparto olivicolo-oleario.  
   
   
AGRICOLTURA, TROPPA BUROCRAZIA. LIGURIA CHIEDE A MINISTRO DI CANCELLARE LO “SPESOMETRO“  
 
Genova. Troppa burocrazia ministeriale soffoca il mondo agricolo, la Regione Liguria chiede al Governo di intervenire. Giovanni Barbagallo, assessore regionale all’Agricoltura, scrive al ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina, sul tema della sburocratizzazione e della semplificazione in agricoltura. In particolare, Barbagallo, chiede al ministro, che aveva incontrato domenica a Verona fiere, all’inaugurazione di Vinitaly 2014, sulla questione del cosiddetto “spesometro”, l’obbligo di dichiarazione introdotto anche per le aziende agricole esonerate da adempimenti contabili. Poiché domani, venerdì 11 aprile, potrebbe essere emanato un provvedimento ministeriale che interviene sui temi della sburocratizzazione e delle semplificazioni per l’agricoltura, “ho chiesto al Ministro che anche il cosiddetto “spesometro” fosse inserito nello stesso prevedendone la soppressione, e se ciò non fosse possibile, in subordine un suo congruo differimento nei termini della presentazione prevista per il prossimo 20 aprile”, afferma Barbagallo. Questo perché l’aspettativa della soppressione della norma, da tutti dichiarata poco utile, comprende importanti esponenti del Governo Renzi, oltre alla complessità della dichiarazione stessa, ha determinato un livello di incertezza che rende impossibile adempiere nei termini previsti, e proprio per non far pagare le sanzioni previste alle aziende con la presentazione del documento in ritardo, Barbagallo ha chiesto, nella lettera al ministro Martina, di prevedere in via cautelativa il differimento della data di scadenza (non inferiore a 90gg) per evitare sanzioni.  
   
   
AGRICOLTURA BIOLOGICA E INTEGRATA: 20 MILIONI DI EURO PER LE AZIENDE TOSCANE  
 
 Firenze – Agricoltura biologica e agricoltura integrata: buone notizie per le aziende della Toscana. La Regione infatti con il decreto 1381/2014 riconosce agli agricoltori che hanno presentato domanda di aiuto nel 2009, per le azioni: "Introduzione o mantenimento dell´agricoltura biologica" ( 214 a.1) e "Introduzione o mantenimento dell´agricoltura integrata" (214 a.2 ) il prolungamento del periodo di impegno dal 16 maggio 2014 al 16 maggio 2015. In pratica si tratta di una opportunità, per circa 700 aziende, di ricevere circa 5 milioni di euro di pagamenti volti a sostenere l´agricoltura biologica e l´agricoltura integrata in Toscana. Tutti coloro che sono interessati devono presentare domanda di pagamento ad Artea l´agenzia per le erogazioni in agricoltura della Toscana entro il 15 maggio 2014. La Regione fa sapere inoltre che si intendono soddisfare tutte le oltre 2200 domande di aiuto presentate entro il 31 marzo scorso per un importo di circa 15 milioni. Questo significa che tutte le richieste avanzate nel 2014 per le medesime azioni (214 a.1 "Introduzione o mantenimento dell´agricoltura biologica" e 214 a.2 "Introduzione o mantenimento dell´agricoltura integrata") verranno soddisfatte.  
   
   
PESCA: PER INCUBATOIO ITTICO DI VARENNA SUBITO UN TAVOLO  
 
Varenna - L´assessore regionale all´Agricoltura ha visitato l´incubatoio ittico di Varenna, in provincia di Lecco. Fondato da Marco De Marchi, è il primo impianto di ripopolamento realizzato in Italia; ospita lucci, trote e salmerini e, in via sperimentale, il pesce persico e l´agone; lasciato allo stato italiano, dal 1997 è di proprietà della Provincia di Lecco. Restaurato è diventato operativo dal 2002. Valore Etico Attivita´ - "Quello che abbiamo visitato - ha detto l´assessore - è un chiaro esempio di cosa si intenda per valore etico in un´attività pubblica che garantisce il 50 per cento del pesce di lago, soprattutto lavarello e salmerino, necessaria per il mantenimento dell´ecosistema, della pesca professionistica e dilettantistica". Futuro Incerto - Con la riforma delle province, tuttavia, il futuro dell´attività della struttura lariana è tutto da definire. "E´ uno dei tanti esempi delle conseguenze legate all´incertezza del futuro delle Province - ha ribadito l´assessore regionale -: il collega della provincia di Lecco con delega a Ambiente, pesca e agricoltura, che ho incontrato stamane, è seriamente preoccupato per il futuro di questa struttura. Insieme dobbiamo trovare una soluzione che garantisca continuità nell´interesse di tutto l´ecosistema dei laghi e dei suoi territori. Già nelle prossime settimane convocheremo un tavolo per fissare priorità in termini di soluzioni al problema".  
   
   
AGRICOLTURA. ASSESSORE VENETO SU DICHIARAZIONI PRESIDENTE CONSIGLIO E #CAMPOLIBERO: CHIUDERE MINISTERO PER RISPARMIARE RISORSE  
 
Venezia - “Di fronte agli obiettivi enunciati dal presidente del consiglio e all’iniziativa “#Campolibero” per un piano di 18 azioni per l’agroalimentare italiano, la mia proposta è quella più volte votata a larghissima maggioranza dagli Italiani: chiudere il ministero, anziché cambiargli nome. E fare in modo che le Regioni possano davvero esercitare quella competenza esclusiva in agricoltura che la Costituzione riconosce loro”. Così l’assessore veneto all’agricoltura del veneto, commentando a freddo le affermazioni fatte a chiusura del Vinitaly dal capo del Governo. “Chiudendo il ministero risparmiamo un sacco di soldi – aggiunge Manzato – e ancor più burocrazia, che non è solo un ostacolo ma un costo fisso elevato a carico dei cittadini. Per quanto ci riguarda, come Veneto spendiamo e bene tutte le risorse disponibili e, giusto per dirne una, per i giovani solo quest’anno mettiamo nel piatto 30 milioni. Sugli obiettivi enunciati a Vinitaly noi siamo già in perfetta linea: sono i nostri e li raggiungeremo. Per restare nel vino, ad esempio lo dimostra il trend di crescita del nostro export, quasi raddoppiato in valore dagli 836 milioni del 2004 al 1.587 milioni del 2013, con una percentuale sul totale nazionale cresciuta dal 28,7 al 31,5 per cento. Il punto è che non tutte le Regioni fanno altrettanto e alla fine lo Stato interviene per sostenerle limando le risorse a chi le usa bene per darle a chi le usa male” “Questo vale anche per molte entità centrali, più autoreferenziali che efficaci – afferma l’assessore del Veneto – e il presidente del consiglio non se la prenda con i costi degli organismi pagatori ma con quelli di Agea, più dannosa che utile, inchieste a parte: non sta pagando gli agricoltori e li mette in difficoltà. Noi abbiamo un’agenzia che paga in anticipo, ha dematerializzato gran parte della sua attività e, tanto per dirne una, ha eliminato il 37 per cento delle spese postali e tutti i fax, con relativa carta, toner, consumi elettrici e manutenzione, sta applicando la firma grafometrica, riesce ad avere soldi da Google per la georeferenziazione dei controlli, dialoga con gli imprenditori agricoli. Se vuole vedere un esempio di efficienza venga qui e sono certo capirà subito la differenza, che noi peraltro paghiamo due volte: per mantenere la nostra snella Avepa e per mantenere pure Agea. Di fatto, meno intervengono i baracconi nazionali e più l’agricoltura dei territori regionali può crescere e fare reddito”.  
   
   
AGRICOLTURA, ASSESSORE: FONDAZIONE MINOPRIO NEO CENTRO VITIVINICOLO  
 
Vertemate con Minoprio/co - "Fondazione Minoprio è destinata a diventare un punto di riferimento per il vitivinicolo a livello regionale e questo è solo il primo passaggio del progetto". L´assessore regionale all´Agricoltura ha salutato così - nel corso di una conferenza stampa a cui hanno partecipato Mauro Tognoli, vice presidente del Centro vitivinicolo provinciale di Brescia, e il direttore generale della Fondazione Luca Galli - l´annunciato avvio della fusione del centro regionale dedicato alla formazione in campo florovivaistico con il Centro Vitivinicolo provinciale di Brescia. Progetto Del Territorio - Si tratta di un progetto partito dal territorio, dai consorzi della provincia di Brescia, come ha sottolineato Tognoli, che va ad arricchire i comparti forti della Fondazione Minoprio sotto il profilo della sperimentazione e della ricerca. In un settore, quello dei vini, che vede la Lombardia unica tra le regioni italiane a registrare una crescita annua dell´export dell´11,6 per cento. Struttura Con Carte In Regola - "Con la riforma degli Enti provinciali dobbiamo trovare soluzioni logiche a Enti che, fino a oggi, gravitavano attorno alle Province, pur operando in autonomia - ha ricordato l´assessore regionale - . E, tra i soggetti ideali, la fondazione Minoprio si presentava con le carte in regola per efficienza e capacita di autogestione. Un modello positivo per migliorare il panorama agricolo lombardo". Struttura Che Regge I Costi - "La Fondazione Minoprio sarà sempre più centrale e questo allargamento dei servizi ne è la dimostrazione - ha rilevato l´assessore - . Mi piacerebbe, entro la fine del mandato, razionalizzare i servizi sul territorio regionale, perché troppa gente fa le stesse cose. Questa struttura regge, perché è in grado di sostenere i costi e di funzionare: diventerà certamente un polo di eccellenza dei servizi lombardi al florovivaismo, alla formazione professionale e si allargherà a un comparto che in questo momento vive una fase straordinaria". Progetti Qualificati A Sostegno Dell´export - "Se siamo l´unica regione che cresce a due cifre in un anno sui mercati internazionali, lo siamo in particolare grazie al Bresciano e alle sue produzioni - ha ricordato ancora una volta l´assessore -. Un mercato in crescita non poteva che essere aiutato sotto il profilo della specializzazione tecnica con progetti che arriveranno, grazie a questa intesa, da un centro di eccellenza come il vitivinicolo bresciano; abbiamo bisogno di protocolli qualificati e di supporto tecnico come risposte alla richiesta di qualità e professionalità che i mercati stranieri ci chiedono. Su questo versante la Fondazione Minoprio non potrà che diventare sempre più protagonista, con questo suo mix intelligente di pubblico e privato che funziona".  
   
   
RIPARTE DA VITTORIO VENETO “DAL MARE ALLA PIAZZA PER DIFFONDERE LA CONOSCENZA DEL PESCATO DELLE MARINERIE REGIONALI  
 
Vittorio Veneto (Treviso) - Vittorio Veneto, in provincia di Treviso, ha ospitato fino domenica 13 aprile la prima tappa della manifestazione “Dal Mare alla Piazza”, edizione 2014. L’iniziativa, aperta a tutti, è finalizzata a far conoscere alla gente e ai buongustai il pescato nostrano, quello che arriva dall’Adriatico grazie alle marinerie venete, che ha caratteristiche molto particolari perché particolare è questo mare, ed è eccellente ed anche economico in un mercato, quello italiano, dove quasi l’80 per cento dei prodotti ittici venduti provengono dall’estero. “Dal mare alla Piazza” è stata voluta dalla Regione del Veneto – ha ricordato l’assessore regionale alla pesca nell’inaugurare la manifestazione affiancato dal sindaco e dai rappresentanti dei pescatori e dalle organizzazioni di produttori che animano quella che è una grande festa culinaria e di vendita di prodotto freschissimo – per diffondere la cultura e i sapori del buon pescato veneto in una full immersion che prevede degustazioni (dal prezzo molto accattivante che varia dai 5 ai 7 euro), ma anche conoscenza, acquisto, istruzioni su come pulire il pesce e aprire i molluschi bivalvi e così via. Il tutto accompagnato da produzioni del territorio che realizzano con il pescato adriatico connubi eccellenti. I partner che hanno creduto e sostenuto l’iniziativa sono pasta Jollysgambaro, acqua San Benedetto, Mulino Veronesi, riserie Melotti, Giovanni Rana, l’azienda Da Re con i “bibanesi” e Florveneto.  
   
   
RAVENNA - 24MA MOSTRA NAZIONALE DEL BOVINO DI RAZZA ROMAGNOLA  
 
E’ in programma per martedì 15 aprile alle 12 presso la sede della Camera di Commercio di Ravenna (viale Farini, 14 ), sala dei mestieri, la conferenza stampa di presentazione della 24ma mostra nazionale del bovino di razza romagnola e la prima mostra nazionale di razza massese che si svolgeranno dal 23 al 28 aprile a Bastia (Ra), nell’ambito della sagra paesana. Interverranno: Natalino Gigante, presidente della Camera di Commercio di Ravenna; Massimo Cameliani, assessore alle attività produttive del Comune di Ravenna; Valentina Morigi, assessore al decentramento del Comune di Ravenna; Antonio Venturi, dirigente settore politiche agricole e sviluppo rurale della Provincia di Ravenna; Alfredo Marchetti del comitato organizzatore.  
   
   
MILANO - WORKSHOP SULL’AGROALIMENTARE IN USA  
 
Export agroalimentare lombardo verso gli Usa: vale quasi mezzo miliardo di euro nel 2013. Nella classifica dei Paesi, Stati Uniti primo partner lombardo in vino e altre bevande con esportazioni per circa 230 milioni di euro, +10% in un anno, rappresenta il 27,7% del totale regionale verso il mondo. Usa in testa anche nella categoria oli e grassi vegetali e animali con 57 milioni, è invece quinto Paese per quanto riguarda l’export di prodotti da forno e farinacei con 28 milioni, in crescita però del 6% rispetto al 2012. Tra le province lombarde Milano con 232 milioni circa (+1,1% in un anno), Brescia con quasi 84 milioni (+6,7%), Varese con 32 milioni (+10,2%) e Cremona con 26 milioni le più attive nell’export agroalimentare. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio su dati Istat, anni 2013 e 2012. Giovedì 17 aprile in Camera di Commercio workshop sull’agroalimentare in Usa. Con indicazioni operative sulla normativa doganale statunitense e sulla legge antibioterrorismo. Verranno inoltre illustrati gli obblighi previsti, gli obiettivi, i controlli e le restrizioni applicate per l’ingresso degli alimenti negli Usa. La partecipazione è gratuita previa registrazione online. Il seminario, organizzato da Promos, azienda speciale della Camera di commercio di Milano per le attività internazionali e realizzato nell’ambito delle iniziative di Exportour Lombardia, si terrà dalle ore 10 alle ore 13 a Palazzo Giureconsulti – piazza Mercanti 2 – (Mm Duomo).  
   
   
COMPARTO IRRIGUO TARANTO: VERIFICA PER NUOVE OPERE  
 
"E´ di assoluta urgenza stilare un documento di ricognizione puntuale relativo a tutte le opere presenti nel territorio della Provincia di Taranto e del loro stato di efficienza per redigere un piano di opere da realizzare a breve nel comparto irriguo che ci consenta di scongiurare gli effetti, spesso drammatici, provocati dalle avverse condizioni atmosferiche e dalla ciclica carenza di risorse idriche". Così l´assessore regionale alle Risorse Agroalimentari Fabrizio Nardoni al termine dell´incontro che si è tenuto nella sede dell´Assessorato in relazione alle iniziative per la rimozione delle criticità nel comparto irriguo in Provincia di Taranto con particolare riferimento alla distribuzione idrica, all´utilizzo di pozzi e agli impianti di affinamento dell´invaso Pappadai, della foce Tara e di Gennarini-bellavista. Nel corso della riunione - che ha visto la partecipazione anche dell´Assessore regionale ai Lavori Pubblici Giovanni Giannini, dell´Amministratore unico dell´Aqp di Taranto Nicola Costantino, del Commissario Straordinario dei Consorzi di Bonifica Giuseppe Stanco, dei rappresentanti dei Consorzi di Bonifica Stornara e Tara e di Arneo, del Consorzio Sisri di Taranto e del Comune di Taranto, del Direttore regionale Area Lavori Pubblici Antonello Antonicelli, del Direttore di Puglia Sviluppo Gioacchino Maselli, dell´Autorità di Bacino e del Dirigente del Servizio Foreste Emanuele Giordano - è emersa la necessità, in vista dell´imminente completamento delle operazioni di collaudo, di coprire i costi di gestione dell´invaso Pappadai, di provvedere alla ultimazione del canale di alimentazione da parte dell’Ente Irrigazione e di individuare le opere necessarie al miglioramento della distribuzione. "Ho avanzato l´ipotesi - ha specificato Nardoni - della realizzazione di una vasca di accumulo e del riassetto idro-geologico per l´area di Ginosa, particolarmente esposta alle variabili atmosferiche, come dimostrano i recenti e drammatici avvenimenti che si sono verificati proprio in quella zona". "Abbiamo fortemente voluto questo incontro - ha sottolineato Nardoni - anche per ricevere preziosi suggerimenti e importanti rilievi tecnici per individuare un percorso virtuoso risolutivo da attuare nel prossimo ciclo di programmazione. Credo sia improcrastinabile, per esempio, procedere ad un riaggiornamento dei comprensori per modulare la programmazione, con particolare riferimento all´ambito irriguo, all´ambito potabile e all´ambito industriale". "Mi rendo conto - ha continuato Nardoni - che abbiamo la necessità di reperire ancora risorse finanziarie per completare le opere e rendere pienamente efficiente il sistema irriguo del Tarantino. Per questo avvieremo subito, in collaborazione con l´Autorità di Bacino, uno studio puntuale per la verifica delle condotte esistenti e del loro funzionamento e stileremo il bilancio idrico sull´utilizzo delle acque in agricoltura. Intanto provvederemo ad acquisire il progetto dell´invaso Pappadai dall´Ente Irrigazione. Verificheremo, inoltre, in maniera accurata, l´attuale disponibilità di risorse finanziarie, anche in relazione ai fondi rivenienti dalla gestione commissariale, e, sulla base delle indicazioni che ci verranno fornite dai documenti ricognitivi, ad individuarne delle nuove per portare a piena efficienza l´intero sistema".  
   
   
OGGIONO (LC),: ACCORDI PER PROMOZIONE  
 
Oggiono/lc - "Un´azienda che sta, da un lato, mantenendo una tradizione e, dall´altro, riscoprendo una vocazione agricola che si era persa. Questo tentativo di recuperare le proprie radici con un prodotto di altissima qualità come quella dei salumi di alta gamma la dice lunga sul fatto che non si possa considerare finita un´esperienza simile fino in fondo". Lo ha detto l´assessore regionale all´Agricoltura al termine della sua visita al Prosciuttificio Marco d´Oggiono, a Oggiono, in provincia di Lecco. Territorio E Produzioni Da Promuovere - "Parlando con gli imprenditori - ha rivelato l´assessore - abbiamo concordato con loro iniziative per la promozione dei prodotti e del territorio, che è di straordinaria bellezza e deve a pieno titolo entrare tra gli itinerari turistico-gastronomici della nostra Lombardia". Per far ciò serve promozione "e noi ci siamo - ha confermato l´assessore -, convinti che esistano aree come questa, che hanno mantenuto la loro tradizione rispetto ad altre che l´hanno mantenuta meno. Per questo crediamo sia utile insistere per una riconversione di tutto il territorio lombardo alla propria vocazione originaria, quella delle grandi eccellenze enogastronomiche".  
   
   
CALABRIA: EFFETTUATI PAGAMENTI PER OLTRE 65 MILIONI DI EURO NEL SETTORE AGRICOLO  
 
Catanzaro - L’assessore regionale all’agricoltura Michele Trematerra comunica che Arcea ha effettuato erogazioni per oltre 65 milioni di euro e ricorda che “poco meno di un mese, comunicando il pagamento di 50 milioni di euro a valere sul saldo della domanda unica 2013, annunciavo che almeno altrettante risorse sarebbero state immesse nel sistema agricolo. Mantenendo fede alla parola data, dal giorno in cui dichiarai che avrei fatto di tutto per alimentare il sistema finanziario del comparto agricolo in tempi brevissimi di almeno altrettante risorse (circa 50 me), oggi, a distanza di trenta giorni da quella promessa, L’arcea ha effettuato erogazioni per oltre 65 milioni di euro. Lo sforzo messo in campo per effettuare tale massa di pagamenti – continua Trematerra - ha una significativa importanza per l’intero sistema pubblico connesso all’agricoltura. Dietro ogni pagamento, infatti, agisce una molteplicità di atti amministrativi, dall’istruttoria alla verifica della domanda, dal collaudo ai controlli di primo e secondo livello, dalla regolarità in materia di antimafia alla compatibilità con gli indicatori ex-post. Ritengo importante sottolineare questi aspetti per porre in evidenza come tutte queste fasi, che potremmo definire un ciclo produttivo, sempre più sono svolte all’interno della Regione, senza deleghe a soggetti esterni. Proprio in questi giorni – ricorda l’esponente della Giunta - si è finalizzata la convenzione tra Arcea ed Arsac per l’internalizzazione dei controlli di settore e sempre in questa settimana si chiuderà anche la convenzione tra Arcea e il Dipartimento salute per i controlli veterinari-zootecnici. Voglio anche aggiungere che la scorsa settimana Arcea ha concluso la manifestazione di interesse per l’acquisizione di un nuovo sistema informativo proprietario, consentendo, in tal modo, alla regione Calabria di essere la sola regione in obiettivo convergenza ad avere una totale autonomia nella gestione delle risorse agricole comunitarie. Questo è il risultato – afferma ancora l’assessore Trematerra - di quattro anni di lungo e continuo lavoro, durante il quale non si è mai ceduto a polemiche sterili e strumentali che hanno il solo scopo di avvelenare il comparto. Si tratta di fatti ineludibili – dichiara infine Trematerra - così come sono fatti quelli relativi alla costruzione del nuovo Psr 2014-2020, per il quale si è scelto di predisporre il programma ‘in casa’, scriverlo in Regione insieme ai portatori di interessi ed al partenariato tutto, senza affidarsi a consulenze esterne. Non più esercizi di bello stile, ma cose concrete per l’agricoltura calabrese, con una macchina amministrativa efficiente e pronta per la sfida che si appresta ad affrontare”.  
   
   
SUINI, ASSESSORE AGRICOLTURA: MANTOVANO ALL´AVANGUARDIA  
 
Piubega/mn - Tour nel Comune di Piubega, nell´Alto Mantovano, per l´assessore all´Agricoltura della Lombardia, che ha visitato aziende agricole e della filiera primaria. "Realtà all´avanguardia nel settore della suinicoltura - ha commentato -, che si distinguono come esempi di imprenditorialità per grandi numeri e forte attenzione a valorizzare una delle eccellenze produttive del territorio del Nord a vocazione zootecnica". Per I Marchi Della Gdo - La prima tappa della visita si è svolta alla società Alma, che lavora circa un migliaio di suini leggeri (fino a 35 chilogrammi al massimo) destinati a importanti gruppi della Distribuzione; l´azienda fattura circa 2 milioni di euro l´anno. Aiuti A Chi Sostiene Occupazione - Tra i fornitori di Alma anche l´allevamento suinicoli Bompieri che, con 12.500 scrofe e 230.000 capi da ingrasso, è uno dei gruppi di produzione di maiali più importanti del Nord. Complessivamente il gruppo Bompieri alleva su 30 siti produttivi e le aziende si estendono su poco meno di 900 ettari nelle province di Mantova, Brescia e Cremona. "In un settore che sta soffrendo in termini di redditività - ha commentato l´assessore all´Agricoltura - la Regione guarda con interesse a imprese che sostengono l´occupazione e spingono nella direzione di una elevata professionalità".  
   
   
LOMBARDIA: DONNE IN AGRICOLTURA, ASSESSORE: TREND IN CRESCITA  
 
Izano/cr - "Due esempi di agricoltura al femminile, due aziende dove giovani donne sono protagoniste. Cinque ragazze in due famiglie diverse, che si occupano esclusivamente di agricoltura, e soprattutto di zootecnia, sono abbastanza atipiche, ma disegnano una tendenza: le nuove generazioni si rendono conto che è necessario andare avanti e continuare l´attività di famiglia, perché può dare prospettive". Lo ha detto l´assessore regionale all´Agricoltura al termine di una visita a due realtà della provincia di Cremona, a "guida femminile". Nel primo caso, l´azienda Fusarpoli di Credera Rubbiano, il titolare, Artemio, è affiancato nelle attività dalle tre figlie, mentre, a Izano, Daniela ed Emma Ghidoni stanno vivendo il passaggio del testimone dal padre Angelo, nell´omonima azienda di famiglia. Naturale Predisposizione Alla Terra - "Abbiamo toccato con mano realtà dove c´è una naturale predisposizione a fare un mestiere antico - ha ricordato l´assessore lombardo -, pensando, però, a evolverlo, con la realizzazione, ad esempio, di strutture per la vendita diretta. Qui c´è gente che ha capito come sarà l´agricoltura del futuro e va sostenuta. Troppo spesso, in passato, sono stati sprecati soldi, che quasi mai venivano destinati a imprese che producevano". Nuove Energie - La zona, del resto, ha una vocazione straordinaria da questo punto di vista: "Chi lavora o si affaccia all´attività di famiglia va assecondato - ha aggiunto l´assessore -. Troppo spesso, invece, sono stati ´inseguiti´ soggetti esterni al comparto, incentivandoli a entrare. Dobbiamo piuttosto dare la possibilità a chi fa già agricoltura di svilupparla, perché chi l´ha vissuta in famiglia può apprezzarla e valorizzarla". "Credo dovremo concentrare le risorse su queste esperienze. Nuove energie, persone che hanno studiato, che guardano ad altri modelli positivi in giro per l´Europa". Risorse Pubbliche Vanno Ad Aziende ´Vere´ - "Oggi i figli degli agricoltori fanno lo stesso mestiere dei padri e ne sono fieri - ha ribadito il responsabile dell´agricoltura lombarda -. Tocca a noi metterli nelle condizioni di avere prospettive. Con la nuova programmazione comunitaria possono intercettare nuove modalità di sostegno e avere accesso alle risorse pubbliche. Noi vogliamo concentrare risorse sulle attività agricole vere, per mantenere il nostro patrimonio, che è quello dell´azienda agricola tradizionale che si tramanda in modo dinastico. Del resto, è difficile pensare di iniziare diversamente, magari affittando la terra. Oggi non ci sono più margini per farlo".