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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 24 Marzo 2015
SANITA´: PREVENZIONE, CONTROLLO E CURA PER LIMITARE I RISCHI DELLA MALATTIA - TUBERCOLOSI IN PIEMONTE, DIMINUISCONO I CASI IL 24 MARZO LA GIORNATA MONDIALE  
 
Torino, 24 marzo 2015 - L’organizzazione Mondiale della Sanità rilancia per la Giornata mondiale della tubercolosi lo slogan del 2014: "Raggiungere i 3 milioni" rinforzandolo con la frase “raggiungere, trattare e curare tutti”. Le strategie e i programmi di lotta alla tubercolosi attuati a livello globale hanno fatto registrare importanti successi. Il peso della malattia si sta di anno in anno lentamente riducendo: dal 1990 la mortalità per Tb è calata di oltre il 45% e si stima che dal 2000 al 2013 siano state salvate circa 37 milioni di vite grazie all’adozione di programmi efficaci di diagnosi e cura. Tuttavia l’impatto della tubercolosi è ancora enorme, soprattutto nei Paesi a basso e medio reddito: nel 2013 le stime mondiali riportano 9 milioni di nuovi casi di Tb e 1 milione e mezzo le morti attribuibili alla malattia. Nei paesi ad alto reddito, tra cui rientra l’Italia, dove si registra un‘ incidenza della malattia tubercolare più bassa, la Tb resta ancora un importante problema di salute pubblica e una minaccia soprattutto per le fasce di popolazione più povere e vulnerabili. La situazione in Piemonte In occasione della Giornata Mondiale della Tubercolosi (24 marzo) il Seremi, servizio di riferimento regionale per la sorveglianza, prevenzione e controllo delle malattie infettive, ha reso noti i dati della malattia in Piemonte. Nel 2014, in Piemonte, sono stati segnalati 327 casi di tubercolosi. L’incidenza della Tb nella nostra regione, pari a 7,4 casi ogni 100.000 abitanti, è paragonabile a quella riportata a livello nazionale e inferiore alla soglia definita dall’European Centre for Disease Prevention and Control (Ecdc) per i paesi a bassa endemia tubercolare. Negli ultimi 15 anni in Piemonte, come a livello europeo, si è registrato un lieve calo dell’incidenza della malattia. In particolare, il valore del tasso di incidenza di Tb nel 2014 risulta il più basso di tutto il periodo. La riduzione si rileva anche per le forme di tubercolosi respiratoria (le più contagiose) che rappresentano circa i ¾ di tutte le Tb segnalate. Il 38% (123 casi) del totale delle diagnosi di Tb segnalate nel 2014 riguardano persone che vivono nella città di Torino. Nel capoluogo regionale l’incidenza di tubercolosi (14 casi ogni 100.000 abitanti), anche se in lieve calo negli ultimi cinque anni, resta più alta rispetto al resto della regione. Questo fenomeno è caratteristico delle grandi città italiane e europee ed è attribuibile a una più alta concentrazione condizioni di rischio associate alla malattia tubercolare (sacche di povertà, situazioni di emarginazione e fenomeni di disagio sociale). Tra i giovani piemontesi di età compresa tra i 25 e i 34 anni si registra il tasso di incidenza di Tb più elevato (15 casi per 100.000). Nel 2014 le diagnosi di Tb in questa parte della popolazione sono state 68, 25 in meno rispetto all’anno precedente. Dal 2008 la quota di casi di tubercolosi diagnosticati in stranieri supera la metà dei casi totali. Si tratta per quasi la totalità di persone originarie da Paesi dove la malattia tubercolare è endemica. La riduzione dell’incidenza di Tb registrata a livello regionale riguarda anche le persone straniere: nell’ultimo decennio il numero di casi di tubercolosi diagnosticati in questa parte della popolazione si è ridotto di circa 17 casi in media all’anno e il tasso di incidenza registrato nel 2014 risulta il più basso dell’intero periodo. In Piemonte gli interventi attuati per la prevenzione, il controllo e cura della tubercolosi permettono di mantenerne relativamente bassa l’incidenza della malattia. Per ridurre ulteriormente la sua diffusione e per limitare il rischio di una sua recrudescenza è essenziale: · promuovere programmi che potenzino ulteriormente la diagnosi precoce, l’accesso alle cure, il trattamento dei casi e gli interventi utili per ridurre la perdita dei pazienti durante la fase terapeutica; · garantire la qualità e l’efficacia degli interventi di prevenzione e controllo condotti dalla sanità pubblica che permettono di interrompere la catena di contagio, riducendo il numero di futuri casi attraverso la ricerca di altre persone ammalate o recentemente infettate.  
   
   
SALUTE, PRESENTATO TESTO UNICO DELLE LEGGI SANITARIE. ASSESSORE LIGURIA: EREDITÀ CHE LASCIO ALLA PROSSIMA LEGISLATURA  
 
Genova, 24 Marzo 2015. Un testo unico di 295 articoli per semplificare le leggi sanitarie in un documento che abroga oltre 100 disposizioni regionali, dando la possibilità di integrazione con il servizio sociale. E´ stato presentato, lunedì 23 marzo, dall´assessore alla Salute della Regione Liguria Claudio Montaldo in un evento pubblico che ha visto anche la partecipazione del gruppo di esperti chiamati a stilarne i principi fondamentali: Lorenzo Cuocolo docente di diritto comparato, Don Marino Poggi della Caritas di Genova, Sandro Trasino primario di Neonatologia all´Ospedale San Martino di Genova, Aldo Moretti del coordinamento regionale enti riabilitazione handicap e l´avvocato Silvio Boccalatte. Il testo ribadisce i principi e i valori fondamentali del servizio sanitario regionale, come la solidarietà e l´uguaglianza nell´erogazione delle prestazioni sanitarie, la misurazione oggettiva della qualità e dell´appropriatezza del servizio, la programmazione dei servizi erogati per garantire il diritto alla salute insieme con il contenimento della spesa pubblica. Un elenco di capisaldi che sottolineano l´importanza del collegamento con i servizi sociali e la verifica dei risultati anche attraverso la partecipazione dei cittadini e delle associazioni di volontariato. "La semplificazione legislativa – ha sottolineato l´assessore regionale alla salute Claudio Montaldo - è condizione per un miglior funzionamento della Regione. Dal 1970 a oggi si sono sedimentate leggi su leggi, spesso con qualche difetto di coerenza, inoltre non sempre è stato chiaro dove l´attività legislativa avrebbe dovuto fermarsi per lasciare spazio a interventi di programmazione o del consiglio o della giunta". Il testo riassume gli assetti istituzionali, le funzioni e i ruoli di Regione, Comuni, Asl, Università, Irccs, Agenzia sanitaria regionale e Istituto zoo profilattico sperimentale. Una parte notevole del testo è dedicata alle risorse sia umane sia economiche: vengono definiti i ruoli del personale del servizio sanitario regionale, elencate le procedure selettive per il personale dedicato alla ricerca. Presenti anche articoli specifici sulle professioni sanitarie, la formazione, i dirigenti di struttura e il personale in missione all´estero. Sempre in ambito di risorse, è dedicata un´ampia sezione sulla gestione finanziaria e contabile, sugli investimenti e sulla gestione dei rischi da responsabilità civile. Una parte è dedicata alla sicurezza e alla qualità del lavoro, con una sezione specifica per le disposizioni sull´amianto. È anche elencato come funzionano la tutela sanitaria delle attività sportive, l´organizzazione dell´assistenza farmaceutica, il sistema sanitario di emergenza-urgenza, il trasporto sanitario di infermi e infortunati, il soccorso alpino e speleologico e l´organizzazione del sistema di prelievi e trapianti di organi, tessuti e cellule. L´ultima parte del testo si occupa delle disposizioni per l´autorizzazione al funzionamento e all´accreditamento sanitario, delle politiche di integrazione e innovazione, della partecipazione e della tutela dei diritti dei cittadini. "Gli ultimi interventi di carattere generale sul socio sanitario e la sanità risalgono al 2006 – ha spiegato l´assessore alla salute - ma con poche abrogazioni. Il testo unico che riguarda i temi della sanità è integrabile con tutto ciò che riguarda il sociale ed è un´eredità che lascio alla prossima legislatura. Offre un´occasione di vera semplificazione grazie, sia al gruppo di esperti con cui abbiamo lavorato e che si sono dedicati ai principi fondamentali, sia agli uffici regionali che hanno lavorato per prepararlo". "Nel corso degli anni – ha concluso Montaldo - si sono fatte legge sulla guardia medica, 118 o sul diabete, tutto ciò sarà ricondotto agli elementi generali della programmazione e da ora in poi la specificità sarà affidata non più a leggi ma ad un´azine più semplice, con delibere di giunta o di consiglio".  
   
   
TOSCANA: NON AUTOSUFFICIENZA, CONFERMATO LO STANZIAMENTO PER IL 2015  
 
Firenze 24 marzo 2015 – Confermato anche per il 2015 l´impegno della Regione in favore delle persone non autosufficienti. Con due delibere, presentate dalla vicepresidente Stefania Saccardi e approvate nella seduta di ieri, la giunta regionale ha confermato lo stanziamento che ammonta a circa 80 milioni di euro ai quali vanno aggiunti i 9 milioni per ´Vita Indipendente´, arrivando così agli 89 milioni del 2014. La cifra complessiva messa a disposizione con le due delibere è di 79 milioni e 800 mila euro. In base alla prima 51 milioni serviranno per estendere i servizi domiciliari ai cittadini disabili e non autosufficienti con almeno 65 anni e quasi 3 milioni e 900 mila euro saranno utilizzati per gli interventi diretti alle persone non autosufficienti con meno di 65 anni. La seconda delibera invece mette a disposizione oltre 24 milioni e e 921 mila euro per finanziare 1305 quote sanitarie aggiuntive in Rsa con lo scopo di ridurre le liste di attesa. "Questo per la Regione – ha commentato la vicepresidente Saccardi – rappresenta uno sforzo davvero ragguardevole sul fronte dell´assistenza alle persone non autosufficienti. Con i 9 milioni di ´Vita Indipendente´, la metà dei quali già stanziati, confermiamo l´impegno dell´anno scorso. Quest´anno abbiamo deciso di anticipare l´assegnazione delle risorse per la non autosufficienza per consentire ai servizi territoriali di poter meglio programmare gli interventi. Ed infine – ha concluso - per quanto riguarda il riparto dei 51 milioni destinati ai non autosufficienti over65, i criteri che abbiamo adottato, oltre a quelli demografici, prendono in considerazione anche il bisogno vero e proprio, vale a dire quello che risulta dalla popolazione residente suddivisa per fasce d´età". "Il finanziamento del fondo per la non autosufficienza – ha aggiunto l´assessore al diritto alla salute Luigi Marroni – avviene ormai da alcuni anni, dal 2010, con risorse proprie della Regione, per un totale di oltre 80 milioni di euro l´anno. In questo modo, insieme all´assessorato al welfare, puntiamo a dare risposte puntuali ad una fascia della popolazione caratterizzata da situazioni spesso molto delicate. Le risorse, provenienti dal fondo sanitario regionale, sono importanti e ci permettono di intervenire con sempre maggior efficacia ed appropriatezza". La popolazione anziana toscana (dati Istat) con più di 64 anni è aumentata dal 2013 al 2014 del 2,67%, passando da 892.803 a 916.640 anziani residenti. Secondo alcune stime, in base ai dati del Sistema Statistico Nazionale e Regionale, in Toscana gli over65 dovrebbero aumentare nel 2020 e nel 2025 rispettivamente dell´11,1% e del 16,9%. L´indice di vecchiaia, ovvero l´indice che rappresenta il grado di invecchiamento di una popolazione (rapporto percentuale tra numero degli ultra sessantacinquenni e numero di giovani fino ai 14 anni) è aumentato sensibilmente nel corso dell´ultimo triennio: 186,0 nel 2012, 187,5 nel 2013 e 190,1 nel 2014. Si calcola siano 629 mila le famiglie toscane con almeno un anziano presente e circa 396 mila quelle composte soltanto da anziani. Gli anziani che vivono da soli sono circa il 26% del totale. In Toscana ci sono 302 Rsa che provvedono ad assistere oltre 13 mila anziani: di questi l´86% sono in condizioni di non autosufficienza.  
   
   
SANITÀ NEL LAZIO: ASSISTENTI DI SALA NEI PRONTO SOCCORSO PER FORNIRE ASSISTENZA E INFORMAZIONI  
 
Roma, 24 marzo 2015 - Va avanti l’impegno della Regione per garantire a tutti una sanità più umana e vicina. Da oggi nei pronto soccorso ci sarà anche una figura nuova, quella degli assistenti di sala, figure non sanitarie che presteranno assistenza e garantiranno l’accoglienza per le persone e le famiglie in attesa di essere visitate e di ricevere le prime cure. 24 assistenti di sala nei Pronto Soccorso di Roma. Il progetto è nato dalla collaborazione della Regione con Lazio Service, società partecipata della Regione, e ha come capofila la Asl Roma B. Gli assistenti hanno seguito un corso di formazione che si è concluso con una settimana di stage nei Ps, con il supporto di un tutor. Da lunedì prossimo presenti in otto Pronto Soccorso di Roma: San Camillo, Policlinico Umberto I°, Grassi, Pol. Tor Vergata, Pertini, San Giovanni, Sant’eugenio e Sant’andrea. Forniranno accoglienza, assistenza e informazioni ai pazienti e alle famiglie delle persone in attesa di essere visitate o alle quali sono state prestate le prime cure. Saranno a disposizione dal lunedì al venerdì tre assistenti di sala in ogni struttura, due il sabato. Chiunque potrà riconoscerli facilmente perché porteranno una specifica pettorina. Queste figure saranno molto utili ai pazienti e ai loro famigliari, che spesso li accompagnano o che in seguito al ricovero giungono nelle strutture per chiedere informazioni. Gli assistenti avranno accesso al portale della Regione Salutelazio.it. E attraverso il tablet di cui sarà dotato ognuno di loro potranno offrire ai cittadini tutte le informazioni sui nuovi servizi in tempo reale: dalla Case della Salute agli Ambulatori di Cure Primarie. Ogni giorno stileranno una sorta di diario di bordo per sottolineare e specificare criticità e problematiche al fine di permettere a chi dirige le strutture di poter, individuare nel più breve tempo possibile le soluzioni più adeguate. E poi tre volte all’anno prepareranno anche un questionario attraverso cui registrare il grado di soddisfazione dei cittadini sui servizi offerti. "Rispettiamo l´impegno preso una settimana fa sul tema dell´umanizzazione dei nostri luoghi di cura- è il commento del presidente, Nicola Zingaretti, che ha aggiunto: la Regione in questi mesi ha adottato diversi provvedimenti per offrire più opportunità ed evitare l´affollamento dei pronto soccorso per bisogni non appropriati. Per tanti anni a Roma e nel Lazio sono stati gli unici luoghi di cura ma noi stiamo costruendo intorno una nuova rete territoriale".  
   
   
GIUNTA REGIONALE UMBRIA APPROVA CRITERI PER RINNOVO ESENZIONI COMPARTECIPAZIONE SPESA SANITARIA PER REDDITO E FASCE DI REDDITO, PROSSIMA SCADENZA 31 MARZO  
 
 Perugia, 24 marzo 2015 – La giunta regionale dell´Umbria, su iniziativa della presidente Catiuscia Marini, ha individuato i criteri e i tempi per la presentazione delle autocertificazioni di esenzione dalla compartecipazione alla spesa sanitaria per reddito e delle fasce di reddito. E´ stato stabilito che, entro il 31 marzo, per rinnovare l´attestato di esenzione dovranno presentare l´idonea certificazione all´Azienda Usl di competenza con le modalità comunicate dall´Azienda, solo le seguenti categorie: 1)i cittadini esenti per disoccupazione (E02) che, ai sensi della norma nazionale, sono sempre tenuti ad autocertificare il diritto all´esenzione; 2)i bambini fino a 6 anni con esenzione E01, appartenenti ad un nucleo familiare con reddito complessivo fino a 36.151,98; 3)le persone fino a 65 anni con esenzione E03 e E04. Gli uffici regionali precisano che "la scadenza non vale per gli ultra65enni con esenzione E01, E03, E04, per i quali la Regione ha deciso di prorogare automaticamente la validità delle autocertificazioni, con scadenza illimitata e che, nel caso delle esenzioni E03 e E04, tale proroga vale anche per i familiari a carico di titolari ultra65enni". Questa categoria di cittadini quindi, non è soggetta a nessun tipo di adempimento e, sempre che permangano i requisiti, potrà continuare ad utilizzare i certificati di esenzione, sui quali rimane indicata la vecchia scadenza. Invece, nel caso ci fossero delle variazioni nelle condizioni di reddito o status, il cittadino dovrà comunicarlo alla Usl di assistenza. Potranno continuare ad utilizzare le autocertificazioni della fascia di reddito, su cui rimane indicata la vecchia scadenza, anche le fasce di reddito "R1, R2, R3", per le quali la Regione ha deciso di prorogare automaticamente la validità delle autocertificazioni fino al 31 marzo 2016. Anche questi cittadini, quindi, non dovranno fare niente, sempre che permangano i requisiti che danno diritto ad usufruire di tale attestazione. Nel caso ci fossero delle variazioni nelle condizioni di reddito, i cittadini sono tenuti a darne comunicazione alla Usl.  
   
   
PIANO PER LA SALUTE DEL TRENTINO: LA PAROLA AI CITTADINI IL 1° APRILE SI APRE LA SECONDA FASE DI CONSULTAZIONE, OLTRE 1.900 LE VISITE AL SITO NELLA PRIMA FASE  
 
Trento, 24 marzo 2015 - Dal 1° aprile al 31 maggio la consultazione del Piano per la salute del Trentino apre ai cittadini. Il Piano non è un testo già definito e pronto per essere approvato, l´Assessorato alla salute e solidarietà sociale ha infatti scommesso su un percorso partecipato, aperto al coinvolgimento di tutti. "Il Piano per la salute ha una filosofia ampia - spiega l´assessora Donata Borgonovo Re –, parte dall´idea che la salute riguarda la condizione di benessere fisico, psichico e sociale di ogni persona. Contiene i riferimenti a tutte le politiche che incidono sulla salute delle persone, non solo le politiche sanitarie, ma anche le politiche sociali, ambientali, agricole, le politiche legate alla mobilità, all´istruzione, allo sport. Questi ambiti della nostra vita incidono fortemente sulle nostre condizioni di salute e il Piano vuole costruire una sintesi e un indirizzo strategico per tutto questo". Nei mesi di dicembre e gennaio, la partecipazione al Piano (piattaforma online, incontri e presentazioni) ha visto il contributo di soggetti rappresentativi di servizi, enti, istituzioni che si occupano di salute. A ciò ha fatto seguito una rielaborazione del documento preliminare del Piano che mantiene l’impianto generale, tiene conto e integra molti dei contributi pervenuti online, secondo criteri di pertinenza e congruenza, e rappresenta un avanzamento rispetto al testo precedente. Su questa nuova versione del Piano, ancora non compiuta né definitiva, i cittadini sono invitati a dare il loro contributo. La consultazione online permette di commentare e valutare le proposte e di formularne di nuove. Inoltre, per promuovere la partecipazione su un tema così rilevante, facilitare l’informazione e alimentare il confronto, saranno attivi anche dei tavoli di lavoro sul territorio con un coordinamento degli stessi a livello provinciale. Il 2 aprile – presso il Dipartimento della Conoscenza – si terrà un seminario rivolto agli addetti ai lavori in cui verranno restituiti i risultati della prima fase. In sintesi: le persone che hanno visualizzato il sito e consultato il testo preliminare del Piano per la salute sono state oltre 1900; tra valutazioni e opinioni i contributi sono stati 210, le nuove proposte 60. Sul sito sono stati pubblicati anche 26 documenti inviati direttamente all´Assessorato alla salute e solidarietà sociale. Si tratta di contributi di commento complessivo, ricchi di elementi di analisi, proposte e suggerimenti da parte di oltre 80 tra enti, associazioni e professionisti della salute. Va sottolineato che il Piano produrrà effetti per i prossimi dieci anni (2015-2025), ha una importante valenza strategica e si pone l’obiettivo di definire linee di indirizzo per migliorare la salute. Ad accompagnare questo processo anche l’Oms-europa, che vede con interesse i temi che caratterizzano la proposta di Piano e la modalità di costruzione aperta e partecipata. Partecipare è semplice. Dalla homepage del sito della Provincia cliccare su “Iopartecipo”, quindi su “consultazioni in corso” Piano per la salute (oppure digitare il link diretto: https://pianosalute.Partecipa.tn.it/ ). Pochi passaggi per la registrazione (solo la prima volta), digitare mail e password per accedere al sistema, e ciascuno potrà dare il proprio contributo. Online è possibile valutare e commentare le proposte e aggiungerne di nuove. La consultazione è aperta a tutti. Per partecipare alla consultazione online: https://pianosalute.Partecipa.tn.it/    
   
   
UMBRIA: FIRMATO PROTOCOLLO 2015 REGIONI-ANCI-SINDACATI PER SOSTEGNO PERSONE NON AUTOSUFFICIENTI. OLTRE DIECI MILIONI DI EURO PER LE POLITICHE DI SETTORE  
 
Perugia, 24 marzo 2015 – "Il protocollo firmato, lunedì 23 marzo, ha come obiettivo la condivisione di azioni per poter svolgere, a livello territoriale, quindi nei distretti socio-sanitari e nelle zone sociali, la concertazione prevista dalla legge regionale sulla condizione delle persone non autosufficienti". E´ quanto ha affermato la presidente della Giunta regionale, Catiuscia Marini, intervenuta questa mattina, lunedì 23 marzo, nella Sala Giunta di Palazzo Donini a Perugia, con la vice-presidente ed assessore regionale alle politiche sociali Carla Casciari, alla firma del Protocollo d´intesa sugli interventi del Piano regionale integrato per la non autosufficienza (Prina) valido per l´anno 2015, insieme alla Coordinatrice Commissione Politiche di coesione sociale Anci Umbria, Edi Cicchi, assessore ai servizi sociali del Comune di Perugia, ed ai rappresentanti dei sindacati Spi Cgil, Fnp Cisl Umbria e Uil Pensionati – Uilp Umbria. "Questo settore, ha sottolineato la presidente Marini, quest´anno può contare su un finanziamento di circa 10 milioni e mezzo di euro, di cui 6 milioni e mezzo di provenienza nazionale e 4 milioni stanziati dalla Regione, superiore dunque a quello dello scorso 2014, grazie anche alla forte azione messa in campo dalle Regioni per ripristinare il Fondo Nazionale. Le politiche a sostegno della popolazione anziane, delle persone non autosufficienti e delle loro famiglie costituiscono una delle finalità strategiche della programmazione regionale in molti versanti: dalla legge sulla famiglia alla programmazione sanitaria fino all´assistenza domiciliare. Questo accordo adesso avrà bisogno della forte condivisione dei Comuni che dovranno fare la propria parte anche con propri finanziamenti, per sviluppare quelle politiche sociali che consentano di dare risposte concrete alle esigenze di tante persone e famiglie in difficoltà". Disponibilità ad un lavoro comune è stata annunciata anche dall´assessore Cicchi, per conto dell´Anci, che ha confermato la volontà degli Enti locali di mantenere i servizi essenziali, anche in presenza di tagli finanziari pesanti come quelli che hanno dovuto sopportare i Comuni. Soddisfazione è stata espressa anche dalle Organizzazioni sindacali che, attraverso Oliviero Capuccini della Spi Cgil, hanno dato atto alla Regione dell´Umbria di aver mantenuto gli impegni presi lo scorso anno ed auspicato che anche per i prossimi anni prosegua questa collaborazione. "Come sindacato continueremo la nostra battaglia per dare stabilità finanziaria al Fondo nazionale, gettando lo sguardo anche ai possibili finanziamenti comunitari che possono essere utilizzati per queste politiche e per fare in modo che anziani e non autosufficienti possano essere sempre più assistiti nell´ambito familiare che rappresenta un vero e proprio elemento di civiltà". L´accordo ribadisce che i soggetti coinvolti condividano azioni in riferimento a vari aspetti: primo tra tutti, nell´ambito dei percorsi assistenziali, si prevede di indirizzare maggiori risorse sul sostegno alla domiciliarità, attraverso una strutturazione diversa del semiresidenziale per tutte le categorie della non autosufficienza e, laddove possibile, una riconversione di posti residenziali in semiresidenziali o in ricoveri di sollievo. Di conseguenza, le prestazioni, graduate nell´erogazione sulla base della definizione di gravità della condizione della persona non autosufficiente, dovranno essere orientate a favorire la permanenza dell´assistito nel proprio domicilio, onde evitare il ricovero in strutture residenziali ed accrescere le opportunità di sviluppo psicosociale della persona disabile. Attraverso il documento, si stabilisce anche la necessità di un maggiore sostegno alle famiglie nel lavoro di cura verso i loro componenti più deboli, quindi anziani non autosufficienti o disabili, anche attraverso la qualificazione e l´incremento dell´assistenza domiciliare ed il sostegno economico per garantire la presenza di personale qualificato per l´assistenza continuativa domiciliare. Dovrà continuare peraltro il potenziamento del sistema di controllo e vigilanza anche attraverso un atto di indirizzo regionale che definisca in modo particolareggiato, forme di partecipazione attiva dei familiari degli ospiti delle strutture residenziali per persone non autosufficienti, costituendo a tal fine anche eventuali comitati. Con il protocollo d´intesa le parti confermano così di dare continuità agli impegni già presi, anche attraverso la concertazione prevista dalla legge n. 9/2008 a livello territoriale con i Distretti sanitari e le Zone Sociali, e si sono impegnati ad avviare, entro e non oltre il prossimo mese di settembre 2015, i tavoli di confronto per la definizione del nuovo Prina per il triennio 2016-2018.  
   
   
ASSESSORE TOSCANA A LUCCA ILLUSTRA AI SINDACI LA RIFORMA DELLA SANITÀ  
 
 Firenze 24 marzo 2015 - "Questa riforma rappresenta una garanzia per il futuro del nostro servizio sanitario e una grande opportunità per una sanità che sia di tutti, di qualità, pubblica e attenta al cittadino, alla prevenzione, alla innovazione e alle persone che ci lavorano". L´assessore al diritto alla salute Luigi Marroni ha preso parte stamani alla Conferenza dei sindaci della Asl 2 di Lucca, presieduta dal sindaco di Lucca Alessandro Tambellini, presente anche il direttore generale della Asl, Joseph Polimeni. E ha illustrato le caratteristiche della riforma del sistema sanitario regionale da poco approvata dal Consiglio regional e le ricadute sui singoli territori. "I nostri 41 ospedali - ha ricordato Marroni - possono vantare il livello di complessità più alto d´Italia, siamo passati dal sesto al primo posto nel punteggio Lea, siamo in posizione di eccellenza nel Programma nazionale esiti, che misura i livelli di qualità delle cure, investiamo ogni anno 150 milioni di euro (un terzo del biancio di un´Azienda sanitaria come Lucca) in extra-Lea come trasporti, vita indipendente, non autosufficienza, malattie rare, parrucche per pazienti oncologici). Sono numeri importanti, che dimostrano che i nostri professionisti, che ringrazio, ottengono risultati che ci pongono ai vertici nazionali". "Perché allora abbiamo deciso di attuare questa riforma, a cui in realtà si pensava da tempo? - ha proseguito l´assessore - Una crisi ampia e profonda ci ha spinto ad accelerare la riflessione su come costruire il futuro dell´assistenza sanitaria e ad operare delle scelte per concorrere a una sanità pubblica sostenibile ed equa, capace di tener conto dei cambiamenti demografici, socioeconomici, epidemiologici e tecnologici in atto. I costi dei servizi offerti ai cittadini toscani e il loro livello di qualità non sono compatibili con la manovra prevista dal disegno di Legge di Stabilità 2015 e dai successivi accordi. Questa manovra nazionale per la Toscana significa complessivamente circa 441 milioni di risorse in meno; per la Sanità, in particolare, la manovra vale 210 milioni, che diventano circa 250 milioni, tenuto conto che dovrà coprire ulteriori costi crescenti, ad esempio per farmaci anti epatite, stimati in circa 40 milioni, per il 2015. Non solo: occorre tener conto della naturale lievitazione dei costi, stimata in 100 milioni di euro, quindi dobbiamo confrontarci con una contrazione reale da circa 350 milioni di euro". "La dimensione di Area vasta – ha spiegato ancora Marroni - è il naturale bacino di fruizione dei servizi, anche perchè solo il 5-6 per cento della popolazione toscana si rivolge ad altre Aree vaste diverse da quella del territorio di residenza o ad altre Regioni. L´idea è quella di perseguire un´unitarietà funzionale del sistema sanitario di Area vasta, capace di raggiungere gli stessi obiettivi mediante una programmazione unitaria della Azienda ospedaliero-universitaria e con l´unica Azienda sanitaria locale di Area vasta, risultante dalla fusione delle preesistenti aziende sanitarie locali". "Dal primo luglio, questo è il nostro obiettivo, le Aziende saranno commissariate - ha concluso l´assessore - Nell´area vasta nord ovest ci sarà cioè un commissario a capo delle 5 Aziende territoriali e un vice commissario per gestire l´operatività di ogni singola Azienda. Sarà inoltre presente la nuova figura del direttore della programmazione di area vasta, che avrà il supporto essenziale dei Dipartimenti interaziendali per la programmazione". Di fronte ai dubbi espressi da alcuni sindaci sulla rappresentatività che potranno avere nella nuova maxi-Usl, l´assessore ha assicurato che la nuova organizazione troverà un equilibrio nella rinnovata importanza della Conferenza dei sindaci ai vari livelli. Marroni ha anche evidenziato che il ruolo di Lucca nella nuova dimensione di Area vasta sarà fondamentale e che la presenza di Dipartimenti interazienadali per la programmazione consentirà di attivare sinergie e potenziare le eccellenze presenti sui singoli territori".  
   
   
SALUTE: SERRACCHIANI, MODELLO SACILE ESEMPIO PER ATTUAZIONE RIFORMA  
 
 Sacile, 24 marzo 2015 - L´ospedale di Sacile potrà rappresentare un esempio e un modello da perseguire per l´attuazione della riforma sanitaria, nel contesto della quale la Regione sta semplicemente mettendo in rete l´esistente, aggiungendo servizi che ancora mancano, per poter dare risposte di qualità e servizi sempre più vicini alle attese, e alla richiesta di sicurezza di tutti i cittadini. Lo ha affermato la presidente della Regione, Debora Serracchiani, intervenendo nella località del pordenonese all´incontro pubblico organizzato per illustrare il progetto ´Modello Sacile´ agli operatori e ai cittadini. L´affollata riunione è stata l´occasione per la presidente per ringraziare i professionisti dell´Azienda per l´assistenza sanitaria n.5 ´Friuli Occidentale´, perchè essi hanno definito un Progetto perfettamente allineato con gli obiettivi e le strategie della riforma. Una riforma, ha precisato la presidente, che era ormai indifferibile, in quanto il sistema della salute del Friuli Venezia Giulia vede lievitare costantemente i costi, senza che a ciò corrisponda una crescita delle risposte al fabbisogno di sicurezza sanitaria dei cittadini. Invece, a Sacile, il cambiamento del sistema sanitario, come ha evidenziato la presidente Serracchiani, e aveva sostenuto in precedenza l´assessore regionale alla Salute, Maria Sandra Telesca, il suo adeguamento ai mutamenti della salute, della medicina, delle dinamiche della popolazione, era già in atto da tempo. La presidente ha pertanto commentato con favore l´ipotesi contenuta nel ´Progetto Sacile´ di mantenere aperto il Centro di salute mentale h. 24, così come altre risposte ai fabbisogni espressi da un´indagine realizzata dall´Azienda. La Presidente ha quindi dettagliato le ragioni fondanti della riforma, soffermandosi in particolare sulle caratteristiche della rete ospedaliera regionale, che va adattata a una medicina moderna, la quale riduce al massimo le degenze ospedaliere. Sul territorio del Friuli Venezia Giulia, ha concluso la presidente Serracchiani, manca molto di ciò che serve ai pazienti dopo gli interventi, e la vera sfida della sanità consiste nel dare una risposta appropriata di salute per ogni esigenza della comunità regionale. L´assessore Telesca aveva commentato la presentazione del ´Progetto Sacile´, evidenziando come "finalmente sia andata in scena l´interpretazione dello spirito della riforma sanitaria, e si sia cominciato a parlare della salute dei cittadini del pordenonese". Un modello, ha ribadito l´assessore regionale, che era già insito nella realtà sanitaria sacilese. Occorre ora favorire la creazione dell´anello di congiunzione tra l´ospedale e il territorio, un obiettivo che si potrà raggiungere con la collaborazione di tutte le componenti interessate, nonché dei cittadini.  
   
   
CALABRIA: SULLA PROPOSTA DI LEGGE DELL´AZIENDA OSPEDALIERA UNICA REGIONALE  
 
Catanzaro, 24 marzo 2015 - Il Presidente della Regione Mario Oliverio, in relazione all´approvazione, da parte della Giunta, nella riunione, della proposta di legge per la costituzione dell´Azienda ospedaliera unica regionale ha dichiarato: "ora su di essa apriremo un confronto con le forze sociali, i sindaci e gli amministratori locali, le organizzazioni professionali, a patire dagli operatori sanitari. Un confronto aperto a suggerimenti, osservazioni, proposte che troveranno ascolto e saranno recepite nella direzione della riqualificazione dei servizi sanitari, nel taglio degli sprechi e della razionalizzazione delle risorse. Questa proposta va nella direzione dell´accelerazione della fuori uscita dalla condizione di straordinarietá in cui versa il sistema sanitario regionale. L´azienda Unica deve significare Centrale Unica degli aquisti, articolazione organizzativa per aree della rete ospedaliera ed area dei servizi territoriali. Gli ambiti territoriali dovranno avere un´adeguata considerazione e gli amministratori locali essere protagonisti e soggetti attivi.Nel necessario processo parteciperanno alla costruzione di servizi qualificati".  
   
   
EMILIA ROMAGNA, POLITICHE PER LA SALUTE - OBIETTIVI DI MANDATO E LINEE GENERALI SUL BILANCIO: L´ASSESSORE REGIONALE IN COMMISSIONE CONSILIARE. PRIORITÀ ASSOLUTA I TEMPI D´ATTESA, RAZIONALIZZAZIONI E INVESTIMENTI  
 
 Bologna, 24 marzo 2015 – Obiettivi di mandato e linee generali sul bilancio. Questi i temi su cui l’assessore regionale alle Politiche per la salute Sergio Venturi ha parlato nella competente Commissione consiliare. “Dopo le nomine delle nuove Direzioni generali, ora ci concentriamo sul progetto di riorganizzazione dell’assessorato e dell’Agenzia regionale socio-sanitaria, come previsto nei primi cento giorni di mandato – ha spiegato Venturi –. Cercheremo di ridurre il numero dei dirigenti, si è parlato di un 20%. Contiamo di presentare un’ipotesi di riorganizzazione in Giunta il 31 marzo. In questo modo assessorato e Agenzia si struttureranno in modo più agile”. Per quanto riguarda gli obiettivi di lungo mandato, “priorità assoluta del primo anno saranno le politiche per i tempi d’attesa. La situazione da inizio anno è leggermente migliorata; resta comunque un tema di grande rilievo, che vogliamo affrontare anche con i medici, a partire dall’appropriatezza delle prescrizioni”. Venturi ha parlato di un’indagine fatta in provincia di Bologna, dove ci sono percentuali di assenza da parte dei cittadini che vanno dal 25 al 30%, “e di queste oltre la metà non vengono segnalate nelle 24 ore che precedono l’appuntamento”. Tra le ipotesi, “quella di applicare la partecipazione alla spesa a coloro che non si sono presentati”. Tra gli altri obiettivi previsti entro l’anno, la revisione della rete ospedaliera e dei punti nascita, e a proposito di questi ultimi “non si tratta assolutamente di una questione di risparmio, ma di garantire una totale sicurezza alle mamme e a tutti i bimbi che nascono”. “Altri obiettivi che vale la pena citare – prosegue Venturi – è fare in modo che la medicina generale utilizzi le forme associate ancora di più di quanto già non succeda oggi; una gestione più razionale del patrimonio edilizio e l’ipotesi di costituzione di fondi integrativi più ampi, a gestione prevalentemente pubblica”. Per quanto riguarda il bilancio, “siamo in esercizio provvisorio – ha ricordato Venturi – , andrà approvato entro il 30 aprile”. L’assessore ha fatto riferimento alla manovra di finanza pubblica delineata dalla Legge di Stabilità 2015 e all’Intesa del 26 febbraio scorso, raggiunta in sede di Conferenza Stato-regioni. Per quanto riguarda la sanità, c’è una riduzione complessiva delle risorse destinate al finanziamento del settore di 2.352 milioni, e una riduzione dell’edilizia sanitaria per 285 milioni. Con una successiva Intesa in sede di Conferenza Stato-regioni, che dovrà essere raggiunta entro il 31 marzo, “dovranno essere individuati – ha sottolineato Venturi – gli ambiti di razionalizzazione della spesa e i settori dove mantenere il livello di finanziamento del 2014”. In questo contesto, e senza tenere conto dell’eventuale revisione dei criteri di riparto alle Regioni del finanziamento del Servizio sanitario nazionale che la Legge di Stabilità 2015 prevede, le previsioni del Fondo sanitario Regionale 2015 sono state effettuate prendendo a riferimento il livello dell’esercizio 2014. Pertanto, per il Servizio sanitario regionale per il 2015 sono previsti 7.755.519 milioni di euro, per il 2016 7.989.579 milioni,per il 2017 7.989.579 milioni.Per ciascuno dei tre esercizi si aggiungono 323,946 milioni, quale acconto stimato per il saldo di mobilità interregionale. Per quanto riguarda le risorse regionali, prosegue nel 2015 l’impegno finanziario della Regione con 20 milioni di euro a copertura degli ammortamenti non sterilizzati relativi agli anni 2001-2011, quota stanziata anche per gli esercizi successivi; 20 milioni di euro a copertura degli oneri per indennizzi emotrasfusi; 3 milioni di euro nel 2015 e negli esercizi successivi per il ripiano dei debiti delle ex Usl a carico delle cosiddette “gestioni liquidatorie”. La Regione, inoltre, conferma il finanziamento del Fondo regionale per la non autosufficienza con risorse aggiuntive proprie per un totale di 120 milioni di euro, in continuità con gli anni precedenti. Infine, l’assessore ha parlato delle spese di investimento che, nel triennio 2015-17, riguarderanno principalmente la realizzazione di strutture sanitarie rivolte prevalentemente all’oncologia, ostetricia-ginecologia e alla pediatria (costi complessivi per circa 78 milioni di euro); la messa a norma delle strutture sanitarie in materia di prevenzione incendi (circa 30 milioni di euro nel triennio); il miglioramento sismico delle strutture sanitarie (148 milioni di euro); acquisizione di tecnologie biomediche (90 milioni di euro) e informatiche (30 milioni di euro).  
   
   
SALUTE: FVG, APPORTO DI TUTTE LE COMPONENTI PER AFFERMAZIONE...  
 
 Udine, 24 marzo 2014 - Un´importante occasione confronto tra tutte le componenti del sistema sanitario del Friuli Venezia Giulia, che ha dato modo all´assessore regionale alla Salute, Maria Sandra Telesca, di fare il punto sullo stato dell´arte della riforma, è stata rappresentata dal convegno, svoltosi a Udine, nella sede della Camera di commercio, sul tema ´Innovare la medicina del territorio: strategie organizzative e tecnologie per la salute´. Evento, che ha visto partecipare i rappresentanti delle categorie, organizzazioni e associazioni che compongono la rete della salute nella nostra Regione. Rete, che secondo la riforma, come ha ribadito Telesca, dovrà essere sempre più vicina ai cittadini, attraverso una medicina di prossimità davvero rispondente alle attese di tutti. Per ottenere pienamente questo risultato, secondo l´assessore occorre l´apporto di tutte le componenti della salute, occorre dialogo, e la stessa Regione è a disposizione per acquisire suggerimenti e proposte finalizzati a far crescere e affermare la riforma, e gli obiettivi che essa si è posta. Una riforma, ha precisato, che è stata resa improrogabile dalla costatazione del fatto che l´efficacia dell´apparato sanitario non corrispondeva più pienamente ai mutati scenari della società e dell´utenza. Mentre la riforma, tuttora, ha precisato, si scontra anche con l´inerzia, pur incolpevole, del sistema che si difende dal cambiamento. Inoltre, la riforma si pone il fine di porre il cittadino al centro del sistema sanitario, ma questo concetto, secondo l´assessore regionale, non è proprio così scontato. Occorre dunque l´impegno dell´intero sistema sanitario per intraprendere un percorso di rinnovamento culturale, che incida sull´efficacia dell´azione volta a rispondere al bisogno di salute dei cittadini. Un cambiamento, ha soggiunto Telesca -"Che dovrà avere tra i protagonisti anche i medici di famiglia, gli infermieri presenti sul territorio, le nuove figure professionali sanitarie". Un cambiamento, che coinvolge 20 mila operatori sanitari nel Friuli Venezia Giulia, molti dei quali spesso si debbono scontrare con problemi apparentemente non significativi, come per esempio accade a causa dei vincoli posti dalle norme sulla privacy per l´accesso ai dati sulla salute, rispetto ai quali l´assessore Telesca è intervenuta nella sede della Conferenza Stato-regioni. L´assessore regionale si è infine richiamata agli interventi, definiti significativi, sviluppati nella tavola rotonda che aveva preceduto le sue conclusioni, incentrata sull´assistenza primaria, e moderata da Ezio Beltrame. Vi avevano preso la parola Mauro Delendi, commissario straordinario dell´Aas 4. ´Friuli Centrale´ e dell´Azienda Ospedaliero universitaria di Udine, Roberto Orlich, dirigente dell´Ambito distrettuale 4.5 dell´Udinese, e Sabrina Spangaro, presidente del collegio Ipasvi della Provincia di Udine: rappresentanti, aveva rilevato l´assessore Telesca, dei ´luoghi´ simbolo della riforma in atto. Il convegno, molto partecipato, era organizzato da Codessfvg, cooperativa sociale onlus, e si era sviluppato attorno ai temi dell´invecchiamento e nuovi bisogni di salute, a cura di Giovanni Forti, della Bocconi, nonchè sulle tematiche relative alle scelte strategiche per la riorganizzazione del sistema sanitario, e inerenti l´innovazione dei processi assistenziali, o meglio, attinenti alla sperimentazione del telemonitoraggio domiciliare di Codessfvg.  
   
   
CALABRIA: LA GIUNTA HA NOMINATO I COMMISSARI NELLE AZIENDE SANITARIE PROVINCIALI ED OSPEDALIERE  
 
 Catanzaro, 24 marzo 2014 - Su proposta del Presidente Oliverio è stata approvata una proposta di legge che prevede l’istituzione dell’azienda sanitaria unica regionale. La proposta passa ora all’approvazione del Consiglio regionale. *E’stato approvato il nuovo bando per i direttori generali delle aziende del sistema sanitario regionale e sono stati nominati i commissari nelle aziende sanitarie ed ospedaliere calabresi che sono: Asp di Catanzaro: Giuseppe Perri; Asp di Cosenza: Gianfranco Filippelli; Asp di Reggio: Santo Gioffrè; Asp di Crotone: Sergio Arena; Ao “Pugliese Ciaccio” di Catanzaro: Domenico Pingitore; Ao di Cosenza: William Auteri; Ao “Bianchi Melacrino Morelli” di Reggio: Frank Benedetto. *E’stato approvato l’aggiornamento del Piano triennale per la prevenzione della corruzione 2015-2017 ed il Programma per la trasparenza e l’integrità 2015-2017. *E’ stato deliberato il finanziamento, sul Fondo Unico “Pac” di interventi destinati alla valorizzazione dell’area archeologica “antica Kroton” per un importo di circa sessantadue milioni di euro. Con tale intervento economico, oltre alla riqualificazione del parco urbano, saranno realizzati, nell’area ex “montedison”, opere di bonifica del suolo, scavi archeologici, il museo archeologico ed interventi tendenti alla valorizzazione del parco archeologico stesso. *E’ stato anche deliberato il riconoscimento d’ interesse locale della biblioteca del Conservatorio di musica “Torrefranca” di Vibo e della “biblioteca delle donne” di Soverato. Le due proposte passano ora all’esame della Commissione consiliare competente. Su proposta dell’Assessore al Lavoro Carlo Guccione è stato deliberato di nominare Commissario straordinario dell’Azienda “Calabria Lavoro” e Fondazione “Field” il Dirigente generale reggente del Dipartimento “Lavoro” Antonio De Marco. Su proposta dell’Assessore al Bilancio ed al Personale Vincenzo Ciconte, sono state approvate una serie di variazioni di bilancio. *Sono state anche approvate le direttive generali per la disciplina delle modalità di conferimento degli incarichi di funzione dirigenziale.  
   
   
OPERE PUBBLICHE, ACCELERATORI LINEARI DI GENOVA E SAVONA  
 
Genova, 24 Marzo 2015. “Finalmente siamo arrivati in fondo alla sostituzione degli acceleratori lineari, attrezzature molto importanti che servono alla somministrazione dei cicli di radioterapia”. Lo ha detto il presidente della Regione Liguria Claudio Burlando presentando gli interventi per dotare di nuovi acceleratori lineari gli ospedali San Martino di Genova e San Paolo di Savona, alla presenza di Renzo Corvò e Corrado Marziano, rispettivamente direttori di oncologia radioterapica degli ospedali San Martino e San Paolo. I lavori per la sostituzione dell’acceleratore lineare dell’ospedale di San Martino a Genova, commissionati dall’ I.r.c.c.s. San Martino Ist di Genova, sono stati finanziati con 2 milioni 842mila euro interamente provenienti da fondi Par Fsc 2007/2013. I lavori, iniziati a ottobre 2014, si sono conclusi alla fine dello scorso mese di febbraio. La struttura sarà operativa dal 5 di maggio prossimo. Il reparto di Oncologia radioterapica dell’Irccs tratta attualmente circa 2.100 pazienti all’anno su un totale di circa 4.800, cioè il 43% dei pazienti che necessitano di radioterapia in Liguria. La Radioterapia oncologica è attualmente situata al piano inferiore del padiglione Ist Sud e dispone di 5 acceleratori lineari, un sistema di branchiterapia, un’apparecchiatura Tc per preparazione del trattamento. Le attrezzature di punta della struttura sono la tomoterapia elicoidale e l’acceleratore lineare per radioterapia intraoperatoria, entrambi in funzione dal 2008. Delle tre attrezzature che compongono il reparto si è sostituita quella, l’acceleratore Varian C, tecnicamente obsoleta, con una di ultima generazione dotata delle più avanzate tecniche di trattamento, che consente anche di ampliare le attività di radioterapia. Al momento l’apparecchiatura è stata installata e sono in corso le verifiche e i collaudi per renderla pienamente operativa. I lavori per la sostituzione dei due acceleratori lineari dell’ospedale San Paolo di Savona, commissionati da Asl 2 savonese, sono stati finanziati con 3 milioni 991mila euro provenienti da fondi Par Fsc 2007/2013. I lavori per il primo acceleratore, iniziati a dicembre 2014, si concluderanno il prossimo aprile; quelli per il secondo, inizieranno a ottobre 2015 e si concluderanno a febbraio 2016. L’operatività del primo è prevista entro giugno 2015, quella del secondo per aprile 2016. La struttura complessa di radioterapia dell’ospedale di Savona era già dotata di due acceleratori lineari che hanno consentito di effettuare su due turni circa mille trattamenti all’anno. Da tempo la Asl 2 aveva programmato di sostituire un’apparecchiatura perché priva dei componenti ormai indispensabili per trattare con appropriatezza i pazienti oncologici. Anche il secondo acceleratore disponibile era alla conclusione del normale ciclo di vita tecnologico e non sarebbe più stato prodotto. Di conseguenza Asl 2 ha programmato la loro sostituzione dei due acceleratori lineari a doppia energia fotonica per uso radioterapico medicale, connessi informaticamente con altri sistemi presenti nel reparto. Il programma ha previsto la sostituzione delle apparecchiature in successione per non fermare l’attività di cura. I nuovi acceleratori saranno dotati dello stesso supporto informatico, per semplificare l’attività del personale della struttura e le attività di gestione del paziente.  
   
   
ALCOL, SANITÀ FUTURA: SOTTO OSSERVAZIONE FENOMENO “BINGE DRINKING”  
 
Potenza, 24 marzo 2014 -  In Basilicata la prevalenza dei consumatori di sesso maschile di almeno una bevanda alcolica e quella dei consumatori di birra sono aumentate tra il 2012 ed il 2013 rispettivamente di 5,2 per cento e 6,6 per cento; non si evidenziano tuttavia variazioni statisticamente significative tra i dati rilevati in Basilicata e i dati medi, ad eccezione della prevalenza dei consumatori di aperitivi alcolici e superalcolici che risultano essere inferiori alla media. Tra le femmine invece, i valori degli indicatori sono tutti statisticamente inferiori alla media nazionale ad eccezione di quello riguardante le consumatrici di super alcolici, per il quale la differenza comunque non è significativa. Lo rileva la Relazione al Parlamento del ministro della Salute per il 2014 – riferisce Sanità Futura - sottolineando che continua ad essere una criticità il fenomeno del binge drinking soprattutto nella popolazione più giovani, che comporta l’assunzione di numerose unità alcoliche al di fuori dei pasti in un breve arco di tempo, con gravi rischi per la salute e la sicurezza non solo del singolo bevitore ma anche dell’intera società. Nel 2013 i binge drinkers rappresentano complessivamente il 6,3% della popolazione di 11 anni e più, il 10,4% tra i maschi e il 2,5% tra le femmine, in leggero calo rispetto al 2012. Il fenomeno del binge drinking negli ultimi anni (2010-2013) mostra pertanto una interruzione del trend in crescita che era in atto a partire dal 2003. Tuttavia è importante rilevare che, al contrario, nella fascia di età 18-24 anni maggiormente interessata a questo genere di consumo, il dato del 2013 è leggermente superiore rispetto al 2012, il fenomeno continua ad interessare soprattutto i maschi di 18-24 anni. Per Sanità Futura bisogna raccogliere la sollecitazione a monitorare con attenzione anche la popolazione di età inferiore ai 18 anni, per la quale la legge stabilisce il divieto di vendita e di somministrazione delle bevande alcoliche in considerazione dei gravi danni causati dall’alcol nell’organismo dei giovanissimi, da ciò si deduce che i giovani di età inferiore ai 18 anni che consumano anche una sola bevanda alcolica durante l’anno presentano un comportamento a rischio nel consumo di alcol. Ciò anche se nella fascia d’età 11-17 anni si riscontra una riduzione della percentuale totale sia del fenomeno “consumo giornaliero non moderato” (ovvero: consumo abituale eccedentario) tra il 2012 ed il 2013, sia del fenomeno del “binge drinking”, tuttavia è assolutamente rilevante il dato riportato da fonte Istat riguardo al fenomeno correlato ad almeno un comportamento di consumo a rischio che vede nella fascia di età 11-17 anni un valore del 10,2% (11,7% maschi e 8,5% femmine), valore che dovrebbe tendere allo zero. La popolazione di età compresa tra i 65 e i 74 anni è a rischio soprattutto per il consumo giornaliero non moderato ovvero abituale eccedentario, per la quale tali modalità di assunzione di bevande alcoliche è quella largamente prevalente. Quanto ai servizi specifici offerti dalla Regione il Rapporto segnala l’erogazione, sotto controllo medico ed in forma gratuita, dei farmaci per terapie antiabuso ed anticraving presso i Servizi Alcologici. Inoltre, l’attuazione del Progetto “Scuola = cultura + salute” (I 4 Ser.t. Dell’asp da oltre 15 anni realizzano interventi di prevenzione con i gruppi classe e con i docenti) perché la Scuola non è solo un luogo di apprendimento ma un luogo in cui s’impara il mestiere di vivere; il Progetto “Conoscere per prevenire” che ha coinvolto adolescenti studenti Scuola Media e Itis di Corleto Perticara. E’ evidente – conclude Sanità Futura – che c’è molto ancora da fare sul piano della comunicazione e della prevenzione e le strutture della sanità privata accreditate sono impegnate a farlo sollecitando la piena attuazione delle deleghe attribuite alle Regioni dalla Ln 125/2001, come del resto sta accadendo per iniziativa di numerose Aziende Sanitarie del Paese.  
   
   
SALUTE: FVG, REGOLAMENTO ANIMALI DA AFFEZIONE  
 
Trieste, 24 marzo 2015 - E´ stato approvato in via preliminare dalla Giunta regionale, su proposta dell´assessore alla Salute, Maria Sandra Telesca, il Regolamento sul benessere animale. Indica, tra l´altro, le caratteristiche e le infrastrutture minime dell´oasi felina, le responsabilità e doveri del detentore di tale oasi, il ricovero d´autorità, le modalità di esenzione degli oneri a carico del detentore, le misure generali di sicurezza e le forme di promozione dell´accessibilità all´oasi felina, le forme diverse di applicazione del contrassegno di identificazione degli animali interessati, i requisiti dell´educatore cinofilo. Tale Regolamento si fonda sull´articolo 36 della legge regionale 20/12, e si pone l´obiettivo di dettare disposizioni finalizzate alla tutela del benessere animale e alla prevenzione del randagismo. "Si tratta - commenta l´assessore Telesca - di uno strumento importante, in quanto ha valenza non soltanto di carattere veterinario, ma anche sociale". Occorre infatti considerare il ruolo che hanno gli animali da affezione nelle famiglie del Friuli Venezia Giulia. La nostra Regione è al quinto posto in Italia per la detenzione di cani nelle case: 132 cani ogni mille abitanti. "Sul territorio regionale- prosegue l´assessore Telesca - è molto diffusa anche la detenzione di quelli che sono definiti i nuovi animali da compagnia, come per esempio piccoli mammiferi, rettili e uccelli". In particolare, è culturalmente radicato l´allevamento di uccelli da gabbia, da voliera e ornamentali. Il Regolamento si occupa dunque di tutti gli animali da affezione. Ma anche della presenza dei fenomeni di randagismo felino, diffusi nei centri abitati. Per risolvere tale problema saranno istituite le oasi feline. Ovvero, luoghi opportunamente identificati dal Comune, d´intesa con il servizio veterinario dell´Azienda per l´assistenza sanitaria, che consentano l´introduzione di gatti per i quali è necessaria la collocazione in un ambiente controllato e protetto. Tali gatti costituiranno la colonia felina dell´oasi, e dovranno anche essere sottoposti preventivamente a controllo sanitario. Mentre le oasi dovranno essere identificate in zone non situate in centro città o in prossimità di centri abitati. Il Regolamento tratta tra l´altro dell´istituzione del registro regionale dei possessori di rapaci. Del ricovero dell´animale detenuto in condizioni tali da causarne il disagio inteso come mancato rispetto de bisogni fisiologici ed etologici della specie, che può essere disposto dal sindaco del Comune competente per territorio. E delle modalità e metodologie per la corretta detenzione. Ora il Regolamento dovrà essere sottoposto al parere della competente Commissione del Consiglio regionale e al Consiglio delle autonomie locali.  
   
   
POLITICHE SOCIALI: FVG, SI AVVERTE ESIGENZA DI MIGLIORARE LR 41/96  
 
 Udine, 24 marzo 2015 - Il mondo regionale della disabilità, che anche qui, in Friuli Venezia Giulia, ha visto mutare i propri "bisogni" (basti pensare all´odierna diversa tipologia dell´utenza, che "parla" sempre di più di adulti senza lavoro, di anziani non autosufficienti, di una crescita della disabilità nella fascia adulto-anziana), ha valutato a Udine il tema de "La disabilità tra le riforme", in un incontro pubblico promosso congiuntamente dalla cooperativa sociale onlus Hattivalab e dal Centro Infohandicap Fvg. Una disabilità, infatti, che deve approcciarsi - come in sede di conclusioni ha indicato l´assessore regionale alla Salute, all´Integrazione sociosanitaria e alle Politiche sociali Maria Sandra Telesca - sia alla recente riforma sanitaria guidata dalla Regione che al riordino del sistema delle Autonomie locali: due nuovi assetti che toccano i livelli istituzionali più "prossimi e più in vista" rispetto alla disabilità, tenendo comunque conto che in questo mondo del sociale (e in particolare di questa stessa disabilità) interviene anche un´ampia varietà di soggetti del cosiddetto Terzo Settore. Senza poi dimenticare, ha annotato l´assessore Telesca, la "variabilità gestionale" che presenta il Friuli Venezia Giulia nell´affrontare i bisogni del cittadino disabile: in alcune aree provinciali, infatti, la delega è affidata all´Azienda sanitaria, in altre ai Consorzi di Comuni, in altre ancora, direttamente, alle Amministrazioni municipali. "Occorre dunque una verifica su come sta funzionando il sistema -ha indicato l´assessore regionale - tenendo peraltro conto che siamo di fronte ad un sistema comunque ´ricco´ rispetto ad altre realtà regionali; ricco in tutti i sensi, sia in considerazione delle risorse finanziarie allocate dalla Regione, sia della molteplicità di interventi in atto". C´è quindi l´esigenza di una revisione, nell´intento di introdurre alcuni indubbi miglioramenti in un´ottica di efficacia ed efficienza, alla luce dei risultati delle sperimentazioni e della necessità di "lavorare" sempre di più sull´integrazione tra sanitario e sociale, "chiarendo, anche per questo sociale, come già fatto per il sanitario, quali siano i livelli essenziali di assistenza". L´assessore Telesca ha pertanto dichiarato che la direzione Salute e Politiche sociali della Regione intende formulare alcune prime proposte in merito entro il prossimo mese di giugno, "ritenendo di poter avere un quadro chiaro entro fine anno". Non si parla comunque di un nuovo provvedimento complessivo sul sociale che sostituisca la norma regionale 41 del 1996 (che riguarda - ha fatto notare Telesca - la tutela e la promozione sociale non solo del mondo della disabilità, ma anche anziani, minori e povertà), bensì di una indispensabile revisione e di alcuni indubbi miglioramenti di alcune parti dell´articolato. "Dobbiamo aver la capacità di adeguare i nostri testi di legge ad un mondo che cambia, nel quale cambiano anche le esigenze e gli approcci al sistema dell´assistenza sociale", ha osservato l´assessore Telesca.  
   
   
"CON LE SQUADRE DI MILANO CONTRO IL RAZZISMO"  
 
Milano, 24 marzo 2015 - No al razzismo, sì allo sport. Comune di Milano, Milan, Inter, Olimpia hanno raccolto l´invito lanciato da ´Tifo Positivo´ e Comunità Nuova di Don Gino Rigoldi per ´Tweetoffracism´. Una iniziativa realizzata insieme alle scuole di Milano contro ogni forma di razzismo nello sport. "Essere qui stamattina era importante - ha dichiarato l´assessora allo Sport Chiara Bisconti -. Lavoriamo ogni giorno per contrastare ogni forma di discriminazione e di xenofobia e lo sport può essere un veicolo fondamentale di inclusione. Penso, per esempio, al fatto che tanti giovani di seconda generazione trovino difficoltà nel poter praticare agonismo prima dei 18 anni di età. Lo sport può aiutarli, facilitarli lì dove la normativa nazionale dimostra ancora lacune anacronistiche". Alla giornata hanno partecipato Don Gino Rigoldi (Presidente di Comunità Nuova Onlus), Saul Molobi (Console del Sudafrica), Filippo Galli (ex giocatore e responsabile giovanili Milan), Stefano Nava (ex giocatore Milan, commentatore tv), Nando Gentile (Olimpia Milano Basket Ea7), Alessandro Cannavò (Presidente Fondazione Candido Cannavò), Giovanni Caccamo (vincitore Sanremo Giovani 2015).  
   
   
GIRO D’ITALIA, 2015, IL PRESIDENTE ZAIA PRESENTA LE QUATTRO TAPPE VENETE: UN GIOCO DI SQUADRA PER METTERE IN VETRINA IL VENETO  
 
Venezia 24 marzo 2015 - “Il Giro d’Italia in Veneto è ormai di casa e questi territori hanno un legame speciale con uno sport come il ciclismo, che è radicato con forza e ha in questa regione tantissimi appassionati. Sono quattro gli appuntamenti in Veneto che mettono in vetrina alcune delle eccellenze dei nostri territori”. Con queste parole oggi il Governatore, presso lo stand della Regione del Veneto al Vinitaly di Verona, insieme al Direttore del Giro d’Italia, Mauro Vegni, e al Vice Direttore della Gazzetta dello Sport, Pier Bergonzi, ha presentato oggi le quattro tappe della corsa rosa. Nello specifico sono quattro gli appuntamento con il Giro d’Italia: 12° - Imola - Vicenza 13° Montecchio (vi) – Jesolo (Ve) 14° Cronometro: Treviso – Valdobbiadene (Tv) 15° Marostica (Vi) – Madonna di Campiglio “Dietro ogni singola tappa non c’è solo lo sport, ma anche la storia e l’identità di un territorio. E questo è rappresentato, per esempio, dalla cronometro del Prosecco che va da Treviso a Valdobbiadene. È la conferma di quella sinergia tra territori e sport, che rappresenta un volano strategico straordinario per il turismo. Quando il Made in Italy fa squadra possiamo raggiungere risultati davvero importanti”. “Il Veneto è una fucina di talenti e ha sfornato, negli anni, diversi campioni. Qui la bicicletta è passione e lo dimostreranno ancora una volta i tanti tifosi e volontari che saranno ai bordi delle strade del Giro d’Italia. Sono certo che anche quest’anno i veneti scriveranno delle splendide pagine di sport”. “Quello con il Giro d’Italia – conclude Zaia - e ringrazio per questo il Direttore Mauro Vegni è un percorso di lungo periodo, che si articola su un piano pluriennale con l’obiettivo di mettere in vetrina l’intero Veneto”.  
   
   
SPORT: FVG, FONDAMENTALE FORMAZIONE PER DIRIGENTI SOCIETÀ  
 
Trieste, 24 marzo 2015 - Sono stati quasi mille i dirigenti di società sportive del Friuli Venezia Giulia che hanno partecipato ai sei incontri di informazione e formazione sugli adempimenti fiscali, un´iniziativa frutto di un Protocollo d´intesa sottoscritto nell´agosto dello scorso anno fra il Coni regionale e l´Agenzia delle Entrate. Un primo bilancio dell´iniziativa, unica in Italia, è stato proposto oggi in un incontro con la stampa che si è svolto a Trieste nella sede della Presidenza della Regione, presente l´assessore regionale allo Sport Gianni Torrenti. "Siamo di fronte - ha commentato l´assessore - a un´iniziativa esemplare, che punta a creare un rapporto fiduciario e non conflittuale fra i cittadini e le istituzioni, in questo caso con l´amministrazione fiscale". "In Friuli Venezia Giulia - ha aggiunto - ci sono circa 3 mila società sportive, che si sostengono grazie all´impegno disinteressato di tanti dirigenti, che portano però sulle loro spalle notevoli responsabilità. Per questo è importante migliorare le loro capacità di gestione, in modo che possano operare senza rischi, in modo sicuro". All´incontro erano presenti, assieme a Torrenti, il presidente regionale del Coni Giorgio Brandolin, la direttrice dell´Agenzia delle Entrate del Friuli Venezia Giulia Cinzia Romagnolo e Andrea Sandron della Siae (Società italiana autori ed editori). "Quello che abbiamo sottoscritto con l´Agenzia delle Entrate - ha osservato Brandolin - è il primo Protocollo del genere in Italia, a cui lo stesso Coni nazionale guarda adesso con attenzione, come a un progetto ´pilota´ da estendere ad altre regioni. L´interesse e il successo di partecipazione è andato infatti al di là di ogni aspettativa". I sei incontri organizzati nell´ambito del Protocollo, da Trieste e Tolmezzo, non solo sono stati affollatissimi, ma anche molto partecipati, con moltissime domande e richieste di approfondimento rivolte ai funzionari dell´Agenzia delle Entrate, della Siae e agli uomini della Guardia di finanza. I temi hanno spaziato dalle imposte dirette all´Iva, dal trattamento fiscale delle varie forme di compenso alle sponsorizzazioni, dalle agevolazioni fiscali fino alle questioni civilistiche (bilancio, assemblea, organi sociali). Dopo gli incontri, organizzati fra novembre e febbraio, i presidenti delle società sportive hanno inoltrato ulteriori richieste via mail, che sono state esaminate nel tavolo regionale costituito fra le istituzioni interessate. Ne nascerà adesso un vero e proprio vademecum di domande e risposte sulle questioni di maggiore interesse per le società, uno strumento che servirà non solo al mondo dello sport del Friuli Venezia Giulia ma anche a quello nazionale.